MURATTIAMO n.05/2014

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1 Marzo 2014 - N° 05 - quindicinale - Edizioni Click On Studio - Periodico gratuito

per tutti

più caffè



Sommario 5

Editoriale Scusate il ritardo

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Barinforma Usura d’azzardo: 500 le vittime baresi nel 2013

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Chi differenzia ci guadagna: dal 3 marzo codice fiscale per risparmiare sulla Tares

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Fotovoltaico e (il)logica del risparmio

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Green rooftops: Bari pronta a cambiare

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Focus Dal comune, 170 nuovi posti auto

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Dalla cultura della crisi alla crisi della cultura

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Edizioni

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Tratto da una storia vera Ameluk, cinema indipendente tra sogno e realtà

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Registrazione stampa

Ricci/forte: omofobia in “still life” al Kismet

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Direttore responsabile

Outfit

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www.clickonstudio.it Tribunale di Bari N° 26/2013 del 22-11-2013

Corinna Trione redazione@clickonstudio.it

Impaginazione e grafica Gianni Colaianni grafica@clickonstudio.it

Pubblicità

Rino Pavone marketing@clickonstudio.it

Hanno Collaborato Stefania Traversa Donatella Leonetti Pasquale Adamo Stefania Cassano

Stampa

Tipolito EFFEGI Portici - NA

Diffusione

Propaganda Sistemi

In aumento i piatti poveri sulle nostre tavole Alimentazione sta a qualità come ricerca sta a salute

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Puntidivista

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Primarie da “soddisfatti o rimborsati” Come affrontare un colloquio di lavoro

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Editoriale

Scusate il ritardo

E

ra il 1983 quando sul grande schermo comparve finalmente Scusate il ritardo, il secondo film interpretato e diretto da Massimo Troisi. Erano passati solo due anni dall’uscita del precedente Ricomincio da tre, ma l’attore e regista partenopeo si sentì quasi in dovere di porgere le proprie scuse per l’eccessiva attesa: non a caso infatti, per farlo, scelse quel titolo. E noi, che pure come Troisi amiamo veramente il sud, il mare e il sole della nostra incantevole terra, e non il solo decantarli per un puro piacere fine a se stesso; e che pure siamo in ritardo, qualche volta, sulla tabella di marcia, abbiamo scelto di appoggiarci un attimo alle parole del buon comico nato alle porte di Napoli, di abusare della sua cordiale idea, per porgere metaforicamente anche le nostre, di scuse.

Ma a parte questo, c’è una bellissima usanza che il pensare a Troisi ci ha fatto tornare in mente, e che ci piacerebbe condividere con voi. Forse alcuni tra i più navigati dei nostri lettori sanno di cosa si tratta ma, per par condicio, ci sembra giusto spiegarlo ugualmente. Un tempo, quando nei bar di Napoli veniva ordinato un caffè sospeso, il cliente pagava due caffè ma ne riceveva uno solo, in modo da lasciare l’altro per la prossima persona povera che sarebbe entrata nel bar e che così avrebbe ricevuto un caffè come se gli fosse stato offerto. Ho sempre trovato particolarmente affascinante questa tradizione, anche se ormai è andata in declino. La prima volta che ne ho sentito parlare sarà stato forse una quindicina di anni fa. E usanze a parte- poco importa dove abbiano origine-, per noi quello del caffè è e rimarrà sempre un vero e proprio irrinunciabile rito, una pausa tutta da assaporare. Allora pensavo a quanto può costarci caro un “sospeso” una volta ogni tanto… Corinna Trione

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Barinforma

USURA D’AZZARDO:

500 LE VITTIME BARESI NEL 2013 I risultati della Tavola Rotonda tenutasi alla Camera di Commercio

Nel 1994 furono 226 le famiglie che chiesero aiuto alla fondazione antiusura San Nicola- Santi Medici di Bari; nel 2010 sono salite a 290; 300 nel 2011; fino a 350 nel 2012; addirittura 500 nel 2013. Un crescendo innegabile, verso un primato a cui nessuna amministrazione né cittadinanza aspirerebbero mai. Ad oggi, su più di 1600 famiglie baresi, è stato possibile aiutarne 748, erogando 42 milioni di euro sottoforma di finanziamenti tramite l’apposito fondo antiusura dello Stato: solo la metà delle vittime, è vero, ma comunque un buon traguardo, se si considera l’entità di questo cancro sociale. Stando a quanto emerso dalla Tavola Rotonda tenutasi presso la Camera di Commercio di Bari, “Usura - Azzardo - Economia – Persona” (promossa dalla Fondazione in collaborazione con la Consulta Nazionale Antiusura), negli ultimi anni il volume del gioco d’azzardo in Italia ha avuto una crescita esponenziale, salendo a 90 miliardi nel 2012 (contro i soli 7 del 1994): dato allarmante, se consideriamo che questo è risultato essere tra le cause principali che spingono le famiglie pugliesi a rivolgersi agli usurai. Infatti la spesa pro capite per il gioco d’azzardo in Puglia ha la sua punta massima nella provincia di Taranto con 1.089 euro, mentre il consumo lordo è più alto nella provincia di Bari con 1.606mila euro. Ludopatia e usura vanno dunque di pari passo incidendo considerevolmente sul bilancio dello Stato, con una notevole perdita secca nonostante il monopolio e le concessioni. Ma la cosa più sconcertante è che dietro queste cifre si cela il disagio di persone, di intere famiglie: un disagio sociale che “ferisce la dignità inviolabile della persona umana”. (fonte www.fondazioneantiusurabari.it)

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Don Alberto D’Urso, presidente della fondazione antiusura San Nicola- Santi Medici, ha rivolto ai gestori dei bar della regione una lettera aperta per supplicarli a “rimuovere le macchinette” dai loro esercizi, “così come tanti hanno fatto e stanno facendo in varie città d’Italia”. “Vi chiedoha scritto-: se la vostra sicurezza economica dovesse essere motivo di ulteriori disastri per altre famiglie, vi sentireste davvero a posto con la coscienza, da poter guardare negli occhi i vostri figli? Tante persone con le macchinette si giocano la famiglia, gli affetti, il futuro e la speranza”.

”L’utopia di conseguire facili guadagni, fomentata da una pubblicità sempre più persuasiva e ingannevole, non costituisce la base per una società giusta e solidare”, ha scritto l’Arcivescovo di Bari-Bitonto Mons. Francesco Cacucci nella Lettera Aperta al Consiglio e alla Giunta Regionale perché fosse approvata presto in Puglia la Legge sul gioco d’azzardo, che impedisca, tra l’altro, la diffusione di questi luoghi vicino a scuole ed oratori, “per arrestare questa pericolosa piaga sociale”.


Dal 3 marzo codice fiscale per risparmiare sulla Tares

CHI DIFFERENZIA CI GUADAGNA

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hi differenzia ci guadagna: questo la policy adottata da Comune e Amiu in termini di differenziata, al fine stimolare i cittadini premiando i comportamenti virtuosi. Finalmente da marzo è attivo il nuovo servizio promosso dall’Amiu e dall’assessorato all’Ambiente, per incrementare la quota di raccolta differenziata sul territorio cittadino. La novità consiste nella possibilità di utilizzare il codice fiscale al momento del conferimento nei centri di raccolta e di smaltimento Amiu: in tal modo l’operatore, dopo aver pesato i materiali da riciclare, potrà inserire i relativi dati online specificando la tipologia e la quantità del conferimento. Questo permetterà ad ogni famiglia di verificare direttamente sul sito web dell’Amiu le informazioni su quanto differenziato durante l’anno, ma non solo. Grazie all’informatizzazione dei dati, i cittadini (che dopo ogni conferimento riceveranno un’email di notifica su quanto differenziato) potranno anche accumulare dei punti da utilizzare per ottenere il 30% di sconto sulla parte variabile della Tares - Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (nel caso in cui ogni famiglia conferisca 550 kg di materiale differenziato all’anno) o, in alternativa, da spendere come buoni spesa nei centri Ipercoop. “Si tratta di una novità importante - ha dichiarato l’assessore all’Ambiente, Maugeri- perché consentirà ai cittadini di avere un ritorno economico, in modo semplice e con-

creto, rispetto a un comportamento virtuoso. Stiamo cercando di invogliare tutti a fare la raccolta differenziata, che in questo modo potrà servire anche per dare un po’ di sollievo soprattutto alle famiglie numerose”. A fare quasi da eco, le parole del presidente dell’Amiu, Grandaliano: “Alla luce del regolamento Tares, abbiamo introdotto un metodo nuovo per far sì che i cittadini possano usufruire degli sconti sul tributo comunale e, allo stesso tempo, per fare in modo che l’amministrazione comunale controlli direttamente la veridicità dei dati per famiglia”. Ed è prevista anche un’ulteriore implementazione del servizio con la futura apertura dei centri di raccolta anche nelle ore pomeridiane. Nel frattempo, per agevolare i residenti dei quartieri periferici, sarà possibile usufruire anche delle isole ecologiche mobili. Per dissuadere qualche furbetto invece, è utile specificare che la tipologia unica di materiale da differenziare, ad esempio carta e cartone, potrà essere conferita una sola volta al giorno. Di seguito il programma settimanale delle isole ecologiche mobili (servizio attivo dalle ore 8 alle 12). Lunedì: via della Felicità (deposito di S. Pio) martedì: via Caravella angolo via dei Narcisi (Catino), mercoledì: Piazza Roma (S. Spirito) giovedì: Piazzetta c/o l Circoscrizione (Palese), venerdì: S. Rita (nei pressi della chiesa di S. Rita), sabato: Piazza della Torre (Torre a Mare).

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Barinforma

FOTOVOLTAICO

E (IL)LOGICA DEL RISPARMIO Si rimescolano le carte per le imposte a valore catastale Se pensavate di aver chiuso a gennaio con tutte le varie Imu&Co., vi sbagliavate. O meglio, avevate ragione all’epoca, ma la questione ora si riapre. E lo fa addentrandosi in un settore che forse non immaginavate potesse esservi collegato: quello del fotovoltaico. Ci hanno fatto credere di poter risparmiare in maniera intelligente, facendo un investimento che in pochi anni sarebbe stato facilmente ammortizzato: cosa realmente possibile. Ma oggi le carte in tavola stanno cambiando nuovamente. Della serie “troppo bello per essere vero”. Pare infatti che, secondo una circolare dell’agenzia delle Entrate (n° 36/E del 19 dicembre 2013), se il fotovoltaico sul tetto di casa ha una potenza maggiore a 3kiloWatt potrebbe aumentare la rendita catastale: in altre parole l’Imu, la Tasi e le altre imposte che hanno come base il valore catastale. Il Fisco sostiene infatti che i moduli fotovoltaici vanno considerati come una “appendice” dell’abitazione, aumentandone così il valore. E attenzione a non farvi ingannare da quei 3 kW: il margine di potenza applicato infatti corrisponde proprio al tetto minimo di potenza necessaria per coprire i consumi di una famiglia-tipo. In Italia ci sono all’incirca 176mila impianti i cui titolari possono stare tranquilli, perché hanno una potenza inferiore a 3 kW, ma ce ne sono ben 312mila attualmente a

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rischio, con una potenza compresa tra 3 a 20 kW. Questo scompenso è dovuto al fatto che fino a qualche anno fa gli incentivi sul fotovoltaico erano talmente abbondanti da spingere molti proprietari ad installare impianti più potenti in modo da massimizzare l’incasso delle “tariffe incentivanti”. Così molti hanno scelto moduli da 4, da 6 ma anche da 10 kW di potenza (si tenga in considerazione che 1 kW richiede circa 7 metri quadrati di superficie). Solo 5 anni fa abbiamo assistito al decollo del mercato fotovoltaico in Italia, con circa 40.000 impianti entrati in esercizio, per una potenza di quasi 720 MW. E grazie a questi impianti il nostro Paese è arrivato in poco tempo a conquistare l’argento per “potenza annua installata”, secondo solo alla Germania e davanti a Paesi da sempre leader nel settore (vedi Stati Uniti, Giappone e Spagna). Ma questa nuova (il)logica del risparmio potrebbe essere d’ostacolo ad un ulteriore sviluppo nel settore costringendo molti, se non ad un’inversione di marcia, quantomeno a premere sul freno, giusto il tempo di far riquadrare i conti. Il prospettato aumento dei costi potrebbe influire negativamente sui ritorni economici degli investimenti, per cui è difficile credere che il mercato fotovoltaico in Italia continui a crescere agli stessi ritmi sostenuti fino ad ora.


GREEN ROOFTOPS: BARI PRONTA A CAMBIARE

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ai giardini pensili di Babilonia ai green rooftops di Bari: realizzare cortili e aree verdi sui tetti delle case sembrava un sogno. Ora invece il sogno è pronto a diventare realtà. Si chiama Shagree (Green Shadows Program) ed è il nuovo programma ambientale di Living labs che unisce imprese, Comune di Bari e Centro laser, per operazioni di greening sul tessuto urbano. Con la presentazione del bando a fine 2013, il Comune di Bari cercava aree da destinare alla realizzazione di coperture verdi, con superficie compresa tra i 30 e i 200 mq, praticabili e impermeabili dal punto di vista idrogeologico, per cui idonee alla realizzazione di una significativa sistemazione a verde. Alcuni stabili privati allora, insieme all’istituto scolastico Imbriani di Madonnella e ad una clinica di riabilitazione, si sono autocandidati come luoghi in cui arbusti e fiori cambieranno l’aspetto dei tetti. Ma al centro del progetto non c’è soltanto la riqualificazione esteriore, di per sé già notevolmente importante. Il miglioramento che si insegue è di tipo ambientale, in termini di microclima e isolamento termico, e in tal senso il progetto Shagree sembra aver imboccato proprio la strada giusta. Lo scopo infatti è quello di acquisire dati sull’impatto delle piante “urbane” sia dal punto di vista idrogeologico e climatico, sia dello stile di vita di chi compie questa scelta verde. Verranno piantate colture leggere, da semigrasse ad aromatiche, per non caricare eccessivamente le strutture che, tra l’altro, saranno aperte al pubblico, a costo zero per condòmini o ospiti. Preventive le ricognizioni aeree che hanno rilevato le temperature nei quartieri: il verde pensile montato svolgerà una funzione di assorbimento delle temperature estreme, sia alte che basse, e isolamento, per poi permettere

In arrivo Shagree, il nuovo progetto di Living labs anche una verifica sull’effettivo impatto sul clima. Il verde dei tetti contribuisce inoltre al filtraggio delle polveri ed aiuta a proteggere dal rumore; influenza positivamente il clima degli ambienti, con vantaggi economici tangibili sia nel breve che nel lungo periodo: durata maggiore dell’impermeabilizzazione e delle coperture attraverso la protezione dagli agenti atmosferici, migliore isolamento termico delle coperture, risparmio energetico e aumento del valore degli immobili. Prima dell’aggiudicazione definitiva, che avverrà a marzo, i tecnici stanno procedendo alle valutazioni di fattibilità. Tra Madonnella, Murat, Picone e Poggiofranco, presto le grigie piastrelle dei tetti si riempiranno di piante: i primi duemila metri quadri di grigiume sono pronti a cambiare e a far cambiare.

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Focus

DAL COMUNE 170 NUOVI POSTI AUTO

Ma il problema dei parcheggiatori abusivi rimane

è

stato sicuramente un esempio di come dovrebbe funzionare una buona amministrazione, operando per il recupero di spazi inutilizzati, l’ottimizzazione di quelli già in uso e- dove possibile- il risparmio dei soldi pubblici, in vista di investimenti che abbiano ricadute positive e durature sul futuro dei cittadini. No, tranquilli, non vi siete persi nulla di esaltante! Si tratta soltanto del nuovo parcheggio che il Comune ha donato ai residenti di Bari Vecchia lo scorso 25 febbraio. E il tanto entusiasmo è dovuto “semplicemente” all’esigua spesa che è stata necessaria per la realizzazione: neanche 5mila euro. Il nuovo/ vecchio parcheggio che d’ora in poi sarà gestito dall’Amtab, è stato ricavato nell’area antistante l’autorità portuale, naturalmente di proprietà della stessa. Con un ridotto investimento dunque, il Comune ha messo a disposizione 170 posti auto per i possessori dei contrassegni ZSR D e ZTL, e per i non residenti con la classica tariffa oraria (in vigore dalle 8 alle 20.30) di 1 euro all’ora. Al taglio del nastro erano presenti il neovincitore delle Primarie del Pd, Antonio Decaro, consigliere per la Mobilità sostenibile, e il presidente dell’Amtab, Tobia Binetti. “Il parcheggio rappresenta una boccata d’ossigeno per gli abitanti della zona - ha dichiarato Decaro-; il Comune ha chiesto ed ottenuto il bando per poter ottenere lo spazio, in precedenza gestito dall’autorità portuale

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e da una cooperativa; adesso finalmente il parcheggio è gestito dall’Amtab”. Dall’altra parte, soddisfatto anche il presidente Binetti: “Aver dato questa nuova opportunità ai baresi, soprattutto considerando i costi contenuti dell’opera, è un risultato importante: il parcometro è solo uno e non è nuovo bensì recuperato da un parcheggio precedente». Strette di mano a parte, noi però vorremmo ricordare- e senza alcuna vena polemica- che l’ossigeno non ce lo tolgono tanto i posti auto (anche se forse, in un certo senso, si, considerando la scarsezza di aree verdi, ma questo è un altro discorso …), quanto i parcheggiatori abusivi. E daje oggi e daje domani…


DALLA CULTURA DELLA CRISI

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ALLA CRISI DELLA

risi e cultura non devono essere termini contrapposti”, ha detto una volta un certo Francesco Micheli, attore e regista italiano. Eppure gli indicatori delle spese culturali confermano la gravità della crisi economica e le continue difficoltà cui devono far fronte le famiglie italiane: secondo un’indagine Istat, tra il 2012 e il 2013 la percentuale di italiani che hanno usufruito di almeno un intrattenimento fuori casa è scesa del 2,7%, passando dal 63,8% al 61,1% (il calcolo è stato effettuato su un campione di italiani oltre i 6 anni di età). E non parliamo solo di intrattenimenti culturali “di nicchia”: i dati emergenti sono stati estrapolati da un’analisi ad ampio raggio, che ha interessato diverse tipologie di intrattenimento appunto: da mostre e concerti, a visite a musei, siti archeologici e monumenti, passando anche per cinema, teatro e competizioni sportive. Pare quindi che gli italiani non si possano concedere più neanche uno svago di sorta: anzi, con i numeri alla mano, ormai quasi quattro su dieci non possono permettersi alcuna spesa per usufruire dell’offerta culturale, nell’arco dell’intero anno. Ma non solo. I dati diffusi dall’Istat testimoniano anche il classico allargamento della forbice tra Nord e Sud: se almeno una volta l’anno il 31,1% degli abitanti del Nord visita un museo o una mostra, al Sud la percentuale si dimezza al 16,4%. Se da un lato dunque abbiamo una chiara immagine di quale sia la situazione strettamente economica in cui versano gli italiani, dall’altro possiamo anche comprendere quanto sia stagnante la situazione in cui si trova il settore “cultura”, costretto ad arrancare per non affondare del

CULTURA

L’Istat sentenzia: 4 italiani su 10 non possono permettersi svago tutto. Chiaro e semplice il messaggio: occorre urgentemente investire nello sviluppo culturale del Paese, specie se consideriamo l’importante influenza che può avere nella ripresa del sistema economico nazionale. Attenzione però: non si tratta soltanto di destinare risorse X alla cultura, ma anche e soprattutto di qualificare questa spesa per sostenere le istituzioni davvero rilevanti e gestite correttamente, e non- come spesso avviene oggi- per creare corsie preferenziali atte a favorire i soliti carrozzoni clientelari.

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Focus

TRATTO

DA UNA STORIA

VERA

Ameluk, cinema indipendente tra sogno e realtà

Mettici un’idea nata nel lontano 2009. Mettici la cultura, la ricerca, la libera creatività. Mettici una telecamera e l’aggettivo “indipendente”. Mettici ironia e semplicità, che non guastano mai. Mettici anche il riconoscimento d’Interesse Culturale Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali e il contributo dall’Apulia Film Commission. Infine aggiungici un sogno e la Puglia. Detta così, suona come la ricetta perfetta per ottenere una nuova produzione cinematografica che porti il marchio della nostra terra: una produzione potenzialmente di successo, che faccia capolino sui grandi schermi per premiare i sacrifici del “dietro le quinte” ed unirli, al contempo, al gusto di un pubblico che ha voglia di vedere qualcosa di diverso. E invece no. Perché a tutto questo devi aggiungere ancora un piccolo dettaglio: siamo in Italia. E in Italia se non sei “qualcuno”, non sei nessuno. Almeno finché “qualcuno”, pur non essendo nessuno, sposa la tua giusta causa. E noi abbiamo scelto di fare proprio questo, con Mimmo Mancini e il suo Ameluk. Classe 1960, regista, sceneggiatore e attore, Mimmo Mancini ha intrapreso il cammino di Ameluk già qualche anno fa, puntando sulla speranza e la passione, sull’impegno e le capacità di quanti hanno deciso di affiancarlo in questa avventura. Contro un Paese permeato di luoghi comuni, contro una cultura che stenta a decollare perché bloccata un limbo fatto di burocrazia e “logica di mercato”, che scansa la “mediocre folle creatività” per far spazio alla politica del potere e del potere del soldo. “Eppure questo paese ha dato i natali a inventori e creativi famosi, illustri personaggi che ancora esistono e resistono”, ha scritto il regista in una lettera pubblicata sul web, “così, in questa speranza, abbiamo deciso di restare in Italia e girare un film che parlasse di convi-

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venza possibile tra persone di diverso colore della pelle, con religioni diverse, e diverse culture”. Insomma, una possibile storia vera. “Girato in Puglia la scorsa estate- continua la lettera-, è un film indipendente, da tutto. Nulla di particolare, realizzato con estrema semplicità e ironia e, tra momenti comici e drammatici, parla di argomenti delicati e attualissimi; un film che può piacere di sicuro a chi si sente cittadino del mondo e che non ha pregiudizi”, perché “ogni film ha il pubblico che si merita, senza troppe polemiche inutili”. Ameluk è la storia non di uno ma di molti: e non i molti che si lamentano per lamentarsi e basta, che non fanno nulla per cambiare il sistema che regola l’andamento della vita. Ameluk è testimonianza di quei “molti” che non mollano, che scelgono di rimanere in questo splendido paese in cui “sognare è da illusi”, naufraghi di un’idea che ancora galleggia e resiste e vive. Allora perché in Italia il cinema ha problemi di distribuzione? Provate a rispondere voi a questa domanda, sostenendo questa piccola rivoluzione con un like sulla pagina Fb “Progetto Ameluk”.


RICCI/FORTE:

OMOFOBIA IN “STILL LIFE” AL KISMET Quando lo spettacolo non si chiude con il sipario

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o scopo di una performance teatrale non è solo quello di toccare l’anima dello spettatore, ma di rimanerci dentro, di costruire lì la propria nuova dimora, per mantenere vive nel tempo quelle sensazioni ed emozioni capaci di impartire lezioni di vita importanti e durature. E il teatro di ricci/forte è uno di quelli che ti porti a casa. Contestualmente alle gravi problematiche che ogni giorno caratterizzano pesantemente le banali concezioni diffuse intorno all’omosessualità, sfociando il più delle volte in fenomeni sociopatici; e di pari passo con i fatti assurdi che hanno a che fare con la Russia omofoba di Putin, di cui proprio ultimamente siamo stati increduli ed inermi spettatori; da Parigi a Bari, l’ensamble ricci/forte ha scelto di portare nuovamente sulla scena Still Life, inserendosi perfettamente nell’ambito della rassegna “Andare oltre” del teatro Kismet (stagione 2013/14). Quella organizzata da Teresa Ludovico, Direttrice artistica del Teatro, si prospetta come una cronaca in atti, resoconto di un’umanità troppo pavida di fronte al cambiamento. E con Still life si disegna un chiaro ed unanime ma-

nifesto culturale: non un semplice spettacolo/denuncia contro il bullismo omofobico, ma un vero e proprio evento civile, un contributo per combattere- o tentare di combattere- la discriminazione identitaria. Non si tratta di un inedito, bensì di un percorso già avviato lo scorso giugno a Roma, al Teatro Argentina, per il ventennale del Festival Garofano Verde. La scelta di ripresentarlo nella nostra città risponde ad una chiara esigenza e volontà di esaltare il potenziale comunicativo del teatro, in questo caso più che mai capace di celebrare tutte le sfaccettature dell’umanità, mostrandoci la realtà con il distacco di cui necessitiamo per renderci conto di quanto sia innocuo e indispensabile rispettare la natura del singolo. Così si compie un ciclo vitale, attraverso un processo di crescita condivisa che si concretizza in un massacro a cinque voci per una vittima, uno schiaffo morale che lascia a bocca aperta. Una sola riflessione: vittime incoscienti e inconsapevoli dell’omofobia sono tutte quelle persone che preferiscono non vedere, che scelgono di omologarsi ai canoni di una società precostituita, a costo di sopprimere una naturale parte di se stessi per rientrare nel recinto del gregge che non si pone domande. È questo il messaggio. E fortunatamente ci sono volte in cui il teatro non si ferma e non si esaurisce in se stesso col calare delle luci e del sipario.

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Outfit

IN AUMENTO

I PIATTI POVERI

SULLE NOSTRE TAVOLE

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n tempo si diceva che i ceci fossero “la carne dei poveri”. Quanta verità nella saggezza popolare… Sempre meno carne e pesce, sempre più uova e legumi: così risulta essere imbandita la tavola degli italiani nel 2014. A scattare questa panoramica, il Censis-Cia che, con un’indagine sui consumi alimentari delle famiglie italiane, mette in luce un fenomeno che, purtroppo, evidenziamo da tempo immemore. Stando a quanto emerso, nel 2013 le famiglie hanno tagliato la spesa per i propri consumi alimentari ben del 3,3%. Seppure lievemente più contenuto, il dato risulta in linea con quanto rilevato anche dall’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, secondo cui solo nel 2013 una famiglia di 3 persone ha ridotto la propria spesa alimentare di € 309 annui (oltre metà di quanto la stessa famiglia spende per l’alimentazione in un mese). Il dato, di per sé già abbastanza allarmante, preoccupa maggiormente se consideriamo che le famiglie non tagliano soltanto sulla spesa, ma anche sulla qualità dei prodotti acquistati. Il che equivale a dire- e qui il dato è ancor più grave- che gli italiani stanno modificando in maniera sempre più radicale le proprie abitudini alimentari. Sulle nostre tavole infatti sono sempre più rari piatti a base di carne e pesce, specialmente i tagli e le tipologie più pregiate; mentre consumiamo molto più uova e legumi, ma soprattutto più carboidrati. Si riscoprono dunque i “piatti poveri” e molti sono persino tornati a fare il pane in casa. Un’abitudine cheper carità!- non ha nulla di male in sé, ma cela un risvolto negativo quando andiamo ad analizzarne

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Gli italiani tagliano sulla spes

i motivi. I segnali infatti diventano preoccupanti nel momento in cui capiamo che la domanda relativa al settore alimentare è per sua stessa natura considerata generalmente anelastica, ovvero difficilmente soggetta a modifiche rilevanti, trattandosi di un settore talmente delicato e vitale che solitamente è l’ultimo ad essere intaccato in una situazione di crisi. E noi ci siamo arrivati. “Tale andamento sottolinea, ancora una volta, l’estrema necessità di un intervento immediato e tempestivo a sostegno del potere di acquisto delle famiglie che, dal 2008 ad oggi, è diminuito del


Alimentazione sta

a qualità come

ricerca sta a salute

sa e sulla qualità dei prodotti

-13,4%”, hanno dichiarato i Presidenti Trefiletti (Federconsumatori) ed Elio Lannutti (Adusbef). Davanti ad un Paese in ginocchio, il Governo dovrebbe dare “massima priorità all’avvio di misure destinate a rilanciare la domanda interna e l’occupazione, attraverso una detassazione a favore del reddito fisso (lavoratori e pensionati) ed un serio piano per la ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca. Dovranno essere vincolate a tale scopo tutte le risorse ricavate da tagli a sprechi, privilegi, costi della politica, nonché dall’intensificazione della lotta all’evasione fiscale”.

L’importanza del nesso tra alimentazione e salute, e ancor più la consapevolezza di tale importanza, sono l’imprescindibile elemento per sostenere e portare avanti la ricerca scientifica, con i suoi progetti e le sue risorse finalizzate appunto alla salute e al benessere del consumatore. In tal senso, la ricerca ci consentirebbe di passare dalla legittima “domanda di sicurezza alimentare” ad una fase nuova di “offerta concreta e scientificamente provata” di qualità dell’alimentazione: un vero e proprio salto di qualità, necessario ed urgente per i cittadini, in termini di cibo sano e ad alto valore salutistico e di qualità ambientale in particolare di aria, acqua e suolo. I frequenti casi di allarme nel settore hanno infatti sensibilizzato l’opinione pubblica e reso più forte ed esplicito quindi il bisogno di sicurezza alimentare: i cittadini chiedono sempre più trasparenza, garanzie, norme e controlli severi ed è giunto il momento di dare risposte concrete a questa crescente esigenza. Per farlo però bisogna prima di tutto capire come cambiano le abitudini e le necessità dei cittadini, fare i conti con una domanda sempre più personalizzata ed esigente: cibi nutrienti ed utili alla salute, rispettosi dell’ambiente, pronti all’uso e a buon prezzo. Ed ecco che vengono chiamati in causa gli attori istituzionali, non solo per vigilare sulla produzione e sulla distribuzione degli alimenti, ma anche per incidere sul sistema produttivo, orientare la ricerca e promuovere l’educazione alimentare. Infine, per restituire tranquillità e per ricostruire la fiducia dei consumatori.

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Outfit

QUANDO SCATTA L’ORA X

SCEGLI IL

MADE IN PUGLIA Con frise, mandorle e taralli lo spuntino è una vera leccornia

O

gni giorno, a metà mattinata o a metà pomeriggio, si ripresenta il bisogno di tappare quel piccolo buco allo stomaco che, implacabile, fa scattare l’ora X: quella dello spuntino, momento di relax, per molti irrinunciabile, che spesso viene consigliato dai nutrizionisti quale intramezzo utile all’organismo per evitare di accumulare peso arrivando al pasto principale con un appetito incontrollabile. E quando lo spuntino è tutto made in Puglia, il benessere è assicurato! Ingredienti genuini e semplici sono per antonomasia la base della cucina pugliese e quindi di spuntini tipici come la frisa salentina di grano duro o di orzo, i taralli fatti a mano con olio extravergine d’oliva e vino bianco, la mandorla di Toritto, e chi più ne ha più ne metta. Il Salento, grande produttore di grano duro, vanta ottimi prodotti da forno come la frisa: un panino di grano duro cotto al forno, tagliato a metà e poi ripassato in forno per la tostatura. Ha l’aspetto robusto ma al contempo irregolare, con una faccia porosa e una compatta. Trattandosi di un panino particolarmente grezzo, la frisa rappresentava la scelta dei contadini e dei meno abbienti che necessitavano di un pane economico che potesse conservarsi per lungo tempo. La frisa si mangia dopo averla immersa alcuni secondi in acqua fredda, dopodiché la si condisce solitamente con pomodorini, olio extravergine d’oliva, sale ed una fogliolina di basilico. I taralli, invece, grandi anelli di pasta bolliti e biscottati, per tradizione sono fatti a mano con olio extravergine d’oliva e vino bianco. Prodotto

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da forno tipico della tradizione pugliese, sono irresistibilmente croccanti e friabili, ideali come aperitivo, spuntino sfizioso e come classico accompagnamento ad un bicchiere di vino. Per chi invece preferisce semplicemente sgranocchiare qualcosa, l’ideale per uno spuntino pieno di carica energetica è la mandorla presidio Slow Food Filippo Cea. Sul territorio del comune di Toritto, al confine tra pre-Murgia e Alta Murgia, si sono sviluppate varie cultivar autoctone. Si tratta di mandorle che portano il nome di illustri cittadini torittesi: la “Antonio De Vito”, la “Genco” e la “Filippo Cea”. Quest’ultima, ancora molto diffusa, presenta caratteristiche di eccellenza: alto contenuto in olio e acidi grassi polinsaturi, bassissima acidità e sapore intenso equilibrato con note di burro finali. Pralinata o salata, conserva tutte le sue peculiarità enfatizzate ed arricchite dalla copertura di zucchero caramellato sotto forma di croccante, o dalla leggera nota salata. Buono spuntino!

Trovate i prodotti Leccornie sotto gli Ulivi nei seguenti punti vendita:

Altro Bio: via Cardassi, 39/39 A Antichi Sapori Caseari: via De Rossi, 88 Convivium: via A Beatillo Il Salumaio: via Piccinni, 168 L’antica Grotta a Mare via Leopardi 15, T. a Mare Le Bontà Pugliesi: prol. V.le Europa 27 Panificio 2000: v.le Japigia 142/144 Salumeria Beppe & Gigi: via M. D’Avola 15/17 Salumeria Eden: v.le Einaudi 43


DIMAGRIRE

FA RIMA CON

RIMODELLARE Per garantire la reale perdita di centimetri di grasso e la tonificazione della muscolatura, che previene il rilassamento dei tessuti, rassoda e riempie quelle parti del corpo che hanno bisogno di essere sostenute, è necessario un insieme di interventi coordinati che possano variare nel tempo tenendo conto dei progressi via via raggiunti. Noi di W SPACE mettiamo in atto un insieme di azioni racchiuse nel pacchetto Gym Tonic: un vero e proprio programma di rimodellamento e non solo di dimagrimento. Modificare la struttura corporea infatti, richiede tempo perché l’organismo si deve adattare gradualmente ai cambiamenti, anche se avvengono in modo naturale. Il percorso dimagrante che offriamo è frutto di una sinergia di trattamenti che, oltre a bruciare grassi del tessuto adiposo, contribuiscono ad innalzare il metabolismo, mettendo il corpo nelle condizioni ottimali per dimagrire in maniera definitiva. Il punto di forza è l’interazione di professionisti del benessere che saranno costantemente al tuo servizio, a partire dal primo incontro con la nostra Nutrizionista che stilerà una dieta personalizzata, imprescindibile per la perdita di peso, il rimodellamento e la distribuzione delle masse corporee. Successivamente, nello splendido centro benessere, sarai coccolato dalle nostre operatrici e potrai usufruire delle tecniche più moderne per trattamenti lo-

Da W Space ritrovi l’armonia con il tuo corpo calizzati: ad esempio, con LPG Endermologie (metodica per il lipomassage, cioè la lipolisi della cellulite e dei cuscinetti adiposi), che utilizza una doppia azione di aspirazione e arrotolamento/srotolamento dei tessuti, e attraverso questo trattamento “tridimensionale” riattiva la circolazione e combatte la ritenzione idrica. Ovviamente sarai seguito con appuntamenti settimanali dai nostri Personal Trainer, tutti Laureati in Scienze Motorie, veri professionisti del movimento, perché il dimagrimento a W SPACE non dipende solo dai macchinari: la cosa più importante per noi è che i clienti siano sempre assistiti, guidati, motivati e soddisfatti fino al raggiungimento dell’obiettivo. Assistenza e motivazione sono gli elementi fondamentali per il successo del nostro programma. Ora non hai più scuse: quest’estate “cambia forma”!

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DEJA VU

IL MITO DELLA MODA TORNA A BARI In mostra, i fasti degli anni ’80 e ’90 che continuano a fare scuola Il mito di Gianni Versace torna a vivere a Bari, con un evento speciale che riporta in passerella le creazioni dell’estroso designer e icona della moda italiana nel mondo. Sabato 8 marzo in esposizione al Palace Hotel alcuni dei pezzi più prestigiosi della collezione di Antonio Caravano, collezionista napoletano che ha raccolto in ogni parte del mondo 900 articoli, tra abiti e oggetti d’arredamento. Un’anteprima della collezione Caravano verrà esposta nei punti vendita baresi di Asselta (via Argiro, 68) e Angarano Gioiellieri (Via Principe Amedeo, 309). L’evento “Versace Dejavu” nasce da un’idea di Daniela Mazzacane, giornalista di Tg Norba 24 e responsabile della rubrica di costume “Tg Prima”, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione Cultura del Comune di Bari. “Ho sempre subito il fascino della moda di Gianni Versace, che senza dubbio è stato un precursore dei tempi- dice Daniela-: la morte ha creato un mito senza tempo intorno ai suoi abiti, creazioni che continuano a fare scuola”. L’organizzazione è affidata all’estrosa designer di gioielli Rosa Ladisa, la Direzione artistica è della regista Rosanna Amati. Un’opportunità unica per rivivere i fasti degli anni ‘80- ‘90, che hanno segnato l’ascesa dello stilista nel panorama internazionale della moda. Sono

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gli anni d’oro delle top model, fenomeno al quale Versace ha contribuito. Le creazioni dello stilista reggino tendono ad esaltare la sessualità, ostentata e mai sopita, sottolineando la carnalità delle donne. E di questa valenza della sua moda Gianni era pienamente consapevole! Ospite della serata anche il giornalista e scrittore foggiano Tony Di Corcia, che ha voluto raccontare il sogno italiano incarnato da Versace. Un libro in cui viene analizzato a 360° il fenomeno creato dallo stilista, tra palco e intimità, dal quale verrà tratta una fiction tv. In vetrina a “Versace Dejavu” anche il talento di Gianni Calignano, Michele Gaudiomonte e Michele Miglionico, stilisti del sud oramai lanciati a livello internazionale, che hanno creato per l’occasione abiti ed accessori ispirati a Versace. Indossatori d’eccezione per la linea uomo i pallanuotisti della Waterpolo Bari. Moda in passerella, con una strizzata d’occhio alla solidarietà: la sfilata di beneficenza è in collaborazione con BNL per Telethon. Parte degli incassi, infatti, sarà donata a Telethon e alla ricerca scientifica per la cura delle malattie genetiche. Il conto alla rovescia è partito, appuntamento per sabato 8 marzo, ore 20:30. Presentazione evento: lunedì 3 marzo, ore 10, Comune di Bari – Sala Commissione Cultura.


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GRAPHIC DESIGN CONTEST: PER LA BIRRA SAN NICOLA

Il Birrificio Barbarossa di Bari lancia la sfida per realizzare un’etichetta speciale

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a Settimana della Birra Artigianale è un grande evento, ideato per celebrare la birra di qualità sia nazionale che straniera, e da lunedì 3 a domenica 9 marzo anche a Bari i locali dediti alla produzione e/o alla vendita di birra, devoti alla “creazione” artigianale, sgorgheranno di promozioni ed iniziative appositamente realizzate per festeggiare e inneggiare a quella che gli intenditori definiscono “la vera birra”. Per l’occasione il Birrificio Barbarossa® di Bari ha indetto un Graphic Design Contest per la progettazione dell’etichetta della Birra VIVA “San Nicola”. Ai partecipanti è chiesto di realizzare, per una birra speciale, un’etichetta che, nel rispetto delle tradizioni e della cultura, comunichi con freschezza ed immediatezza la figura di “San Nicola” quale simbolo di coesione e fratellanza tra popoli culturalmente e religiosamente differenti, accomunati però dalla medesima venerazione per la figura del nostro Santo Patrono. Lo scopo ultimo del Graphic Design Contest è quello di presentare San Nicola per quello che è nell’immaginario collettivo internazionale: figura di riferimento della mescolanza

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di tradizioni occidentali ed orientali (principalmente europee e russe, esportate poi nel nord America), che nell’arco dei secoli si sono sposate, dando vita a diversi personaggi che traggono la loro origine da leggende e fonti molto somiglianti e suggestive. Nella venerazione del Santo si trova la matrice indissolubile della comunanza tra popoli lontani ma al contempo uniti dalla figura nicolaiana che, pur chiamandosi con nomi diversi a seconda della tradizione folcloristica (Santa Claus, Joulupukki, Sinterklaas, Kris Kringle, Died Maroz, Icnjak, etc), in ognuno di essi si diversifica e si identifica. In questa comunanza, San Nicolache tra i vari patronati ha anche quello di protettore dei Mastro Birrai e dei Bottai- ritrova anche nella birra il trait d’union di queste diverse culture, con l’essenza di una bevanda popolare molto amata e soprattutto diffusa in tutto il mondo. Dagli Egizi, attraverso la cervisia romana e le ricette medievali, dalla tradizione bavarese ai monaci trappisti, sino ai moderni birrifici artigianali, la birra è e sarà sempre una bevanda strettamente e intrinsecamente collegata alla terra ed al suo territorio.


FEDERICUS 2014: ad altamura “FEDE, LAICITà E SUPERSTIZIONE” Degustazioni tra spettacolo, intrattenimento e rievocazione medievale Fede, Laicità e Superstizione: è questo il tema scelto nel 2014 per la III edizione di “Federicus”, la festa medievale dedicata a Federico II di Svevia, che si svolgerà ad Altamura dal 25 al 27 Aprile. Il GAL Terre di Murgia è partner di “Fortis Murgia” nella realizzazione della manifestazione, alla quale contribuisce perseguendo una duplice finalità: stimolare la creazione e il rafforzamento delle reti socio-economiche del territorio, nonché incentivare il turismo culturale, storico ed enogastronomico. La peculiarità di questa tre giorni è la rievocazione di momenti di vita dell’epoca federiciana, con la riproposizione di mestieri, personaggi, arti e costumi. Federico II (1194-1250), discendente dalla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen, conferì lustro e benessere ad Altamura. Nel 1232 ordinò la costruzione della Cattedrale, un esempio importante di architettura romanica pugliese, destinata a divenire uno dei più venerati santuari in terra di Puglia. Con “Federicus” la città ritorna al Medioevo, popolandosi di giocolieri, sbandieratori, mangiatori di fuoco, arcieri, musicisti e giullari, oltre che di una fitta schiera di figuranti, rigorosamente in costume d’epoca. Il tutto nella suggestiva cornice del centro storico altamurano e dei suoi caratteristici “claustri”, veri

e propri teatri all’aperto per giochi e spettacoli di magia e di falconeria, suddivisi in “quarti” (“latino”, “ebraico”, “greco”, “saraceno”), in memoria delle diverse etnie che anticamente li popolavano. Il quadro rievocativo si arricchisce con la presenza di un mercatino dell’artigianato locale, di un accampamento militare – ospitato proprio nel giardino interno della sede del GAL - e di un Museo della Tortura. Ma “Federicus” non è solo spettacolo: è anche un’occasione per gustare i piatti della tradizione locale e medievale, proposti ai visitatori in diversi punti ristoro. La manifestazione prevede numerose iniziative collaterali, quali conferenze, mostre e presentazioni di libri. Gli alunni delle Scuole Primarie e Secondarie sono coinvolti in un concorso, bandito proprio per l’occasione, incentrato sul tema portante, “Fede, Laicità e Superstizione”. I rappresentanti dei diversi “quarti” anche quest’anno gareggeranno nel “Palio di San Marco”, sfidandosi in cinque antichi giochi. Tra le novità di quest’edizione troviamo l’allestimento del cantiere della Cattedrale. Grande l’attesa per il Corteo Storico, indubbiamente il momento culminante dell’intera manifestazione, che vede sfilare oltre 300 figuranti. Il programma è scaricabile dal sito: www.federicus.it.

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Puntidivista

PRIMARIE DA “SODDISFATTI O RIMBORSATI” C’è chi vende(rebbe) il proprio voto e c’è chi dice no

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olti sono rimasti disorientati, non se l’aspettavano, avevano un’espressione in volto che diceva “e mo come faccio?”. Altri invece non sapevano neanche che esistesse il famoso cedolino, né a cosa servisse- al di là dell’aspetto puramente formale e burocratico. Fatto sta che il Comitato di garanzia delle Primarie, unitamente al Comitato organizzativo, aveva deciso di non emettere alcuna ricevuta che provasse il versamento dell’euro di contributo e la votazione, proprio per evitare la compravendita del voto. Compravendita del voto, sì, in virtù degli ultimi “scandali” che avevano sconvolto il parterre barese delle Comunali. Neanche si fosse trattato della prima volta- per Giove! E subito è stato il caos. Molti non sapevano neanche che insieme all’emissione della ricevuta era stato abrogato anche il pagamento del contributo di un euro, lasciando la libertà di un versamento volontario. Ma questa è un’altra

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storia e qui a nessuno piace fare lo “scorzone”, almeno non in pubblico. Quindi sorvoleremo sulle ormai trapassate elezioni e sul fatto che a quei “molti” di cui sopra probabilmente era sfuggito che il rimborso spese promesso non aveva più ragione di esistere. Nessun “soddisfatti o rimborsati”, dunque. Ad ogni modo, lungi dal voler aprire hic et nunc una disquisizione in merito dal momento che- come si suol dire- “les jeux sont fait”, domenica 23 febbraio noi a votare ci siamo andati e l’abbiamo fatto per sentirci in diritto di scegliere tra i futuri candidati Sindaco, di apprezzare o criticare la prossima Giunta comunale, di condividere o meno le scelte e le decisioni che l’amministrazione (futura) dovrà prendere insieme ai suoi cittadini. Ma soprattutto, a votare ci siamo andati perché ai soliti che obbiettano “tanto è inutile”, ci piace poter rispondere che “almeno NOI ci abbiamo provato”.


COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI LAVORO Dieci buoni consigli per passare il primo screening Il lavoro del “selezionatore” non è semplice. Troppo spesso i candidati si presentano ad un colloquio di lavoro impreparati e commettono i più elementari errori, pregiudicando le loro possibilità di assunzione. Questo perché molto probabilmente nelle scuole e nelle Università non ci insegnano a redigere un Curriculum Vitae, né quali sono le regole da rispettare durante un colloquio di selezione. Per questo il presente articolo può essere utile per prepararsi al meglio e non incappare in errori grossolani. Ecco allora dieci semplici suggerimenti per aumentare le probabilità di passare almeno il primo screening: Il Curriculum Vitae - Troppo spesso capita che molti Cv vengano cestinati perché illeggibili; tante volte mancano le informazioni più basilari (come la e-mail o il numero di telefono); inoltre, è bene portare sempre con sé una copia del Cv, ben compilato, in fase di selezione. La lettera di presentazione - Sono rarissimi i candidati che allegano al loro Curriculum Vitae, una bella lettera di presentazione. In questo modo, si perde un’occasione per mettere in risalto la propria professionalità e aumentare le chance di assunzione. La lettera di presentazione deve indicare i punti più salienti del proprio Cv (i propri punti di forza rispetto all’offerta di lavoro). Inoltre, il candidato può utilizzare questo strumento per descrivere la propria motivazione rispetto all’annuncio di lavoro e le ragioni per cui dovrebbe essere scelto. Ne consegue naturalmente che la lettera di presentazione deve necessariamente essere personalizzata e adeguata di volta in volta. Informazioni aziendali - Raccogli informazioni sull’Azienda: troppo spesso i candidati non hanno nemmeno dato uno sguardo al sito web dell’Azienda. In questo modo, si perdono informazioni importanti e la possibilità di capire con anticipo quello che l’Aziende chiede e cerca. Presentazione professionale - La maggior parte dei colloqui di selezione inizia con una domanda tipica: “mi parli un po’ di Lei”, per cui è più che opportuno preparare una propria presentazione professionale. Ovviamente, tale presentazione deve

tenere conto dell’annuncio di lavoro per cui si è deciso di candidarsi! Puntualità - Non arrivate troppo in anticipo all’appuntamento, ma soprattutto non arrivate in ritardo. Motivazioni come “ho trovato traffico” o “non sono riuscito a trovare parcheggio” sono del tutto inutili. Voi assumereste un candidato incapace di gestire il problema del traffico e/o del parcheggio? Abbigliamento - Abbigliamento elegante. Curate il vostro aspetto e il vostro abbigliamento, però non confondete la selezione con una sfilata di moda! L’abbigliamento deve essere elegante, ma sobrio. Educazione - Può sembrare scontato questo punto, ma l’esperienza insegna a soffermarci con decisione su questo aspetto! Non masticate gomme; evitate di fumare subito prima del colloquio; curate la vostra cadenza; sorridete; non interrompete il selezionatore; non invadete la scrivania con i vostri cellulari, borse, etc. Congruenza - Ricordatevi che comunichiamo non solo con le parole, ma anche con tutto il resto del nostro corpo! Non mentite sulla vostra professionalità o sulle vostre capacità professionali: il selezionatore (anche se non è esperto di comunicazione non verbale) leggerà la vostra incongruenza e non si fiderà di voi. Curriculum virtuale - Utilizzate il web per aumentare le vostre possibilità professionali: al giorno d’oggi è inevitabile che i selezionatori diano sempre più rilievo e valore a come vi presentate nel mondo virtuale. Comunicativi e creativi – Molte volte si attribuisce al selezionatore il ruolo di “cattivo”, ovvero colui che vuole metterci in difficoltà senza alcuna pietà. In realtà, fa parte del gioco: il selezionatore deve capire come vi comportereste in situazioni di stress, come reagireste di fronte ad una difficoltà e qual è il vostro atteggiamento davanti ad una sfida. Per questo diventa importante e necessario saper essere creativi e comunicativi. Due abilità che possono fare la differenza durante il colloquio di lavoro, e nella vita in genere. Pasquale Adamo

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Food Style

CALAMARATA AI FRUTTI DI MARE Ricette nostrane

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i solito questo tipo di pasta viene condito esclusivamente con i calamari tagliati ad anello (da cui il nome), ma noi vorremmo “azzardarci” a variare un pochino la ricetta aggiungendo qualche altro ingrediente... Dopo aver pulito e spellato con cura il calamaro, iniziamo a tagliare la sacca ad anelli, e la testa con i tentacoli a piccoli pezzettini. Nel frattempo, in una pentola a parte, versiamo un cucchiaio di olio e uno spicchio di aglio, e lasciamo che le cozze si aprano; sgusciamole e mettiamo da parte il sugo ottenuto. Prepariamo in un’altra pentola un fondo con tre cucchiai di olio evo, del peperoncino a piacere, qualche gambo di prezzemolo e uno spicchio d’aglio: in questo fondo facciamo cuocere la testa e i tentacoli del calamaro (gli anelli li aggiungeremo solo alla fine), sfumando con un po’ di

vino bianco (q.b.), per circa una quindicina di minuti, aggiungendo all’occorrenza dell’acqua (meglio ancora se abbiamo a disposizione del fumetto). Poi tagliamo a pezzettini i pomodorini e incorporiamoli al sughetto. Man mano che il sugo con i calamari cuoce, aggiungiamo con un mestolino l’acqua di cottura delle cozze. Puliamo i gamberi privandoli della testa e del carapace e mettiamoli da parte; ricordate che volendo possiamo optare anche per delle code di gamberi surgelate (pesando i gamberi ancora congelati, ne dovremo usare all’incirca 250 gr). Intanto caliamo la pasta in abbondante acqua salata. Dieci minuti prima di scolarla, aggiungiamo al sugo i gamberi e le rondelle di calamari. Cerchiamo di rendere il tutto abbastanza umido aggiungendo l’acqua delle cozze, ma senza esagerare: per non correre il rischio di rendere il tutto troppo salato, è sempre meglio assaggiare. Scoliamo la pasta molto al dente e mantechiamola nel sugo. Inutile dire che è un vero successo. Queste le testuali parole della dolce metà: “Se invitiamo qualcuno a pranzo, devi preparare questo piatto: fai sicuramente un figurone!”. Che dire? Giro a voi la ricetta, non vi resta che provare!

Ingredienti 300 gr di pasta calamarata 1 calamaro grande 150 gr di code di gamberi 500 gr di cozze 6 pomodorini 2 spicchi di aglio 4 cucchiai di olio evo 1/2 bicchiere di vino bianco sale q.b. prezzemolo q.b.

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In Breve

S

Smartphone

arà disponibile a marzo il primo ‘orecchio artificiale’ per smartphone e tablet, un software capace di avvertire il proprietario ‘distratto’ o che ha ridotte capacità uditive dell’arrivo di un pericolo. Audio Aware, spiega la rivista del Mit Technology Review, funzionerà su dispositivi Android rilevando in tempo reale frenate, sirene e ogni tipo di rumore deciso dall’utente avvertendolo con vibrazioni, luci o inviandolo amplificato alle cuffie.

L

Alimentazione

a dieta occidentale, specie se ricca di ‘cibo spazzatura’, potrebbe avere un ruolo importante nell’Alzheimer, la forma più diffusa di demenza senile, per le ‘glicotossine’, sostanze tossiche prodotte dal metabolismo dei carboidrati presenti in cibi poco genuini come prodotti confezionati, snack, carni lavorate. E’ quanto emerge da uno studio, condotto sia su animali che su un campione di ‘over 60’, sulla rivista ‘Pnas’ diretto da Helen Vlassara del Mount Sinai School of Medicine di New York.

A

E-ducazione

B

Green

l bando stranezze e maleducazione: quelle che sono indicazioni che dovrebbero essere dettate dal buonsenso quotidiano diventano i consigli di Google per usare al meglio i Glass, gli occhiali-pc che al momento stanno sperimentando sviluppatori e ‘vip’, i cosiddetti ‘Explorer’. L’azienda di Mountain View ha pubblicato online un Galateo ad hoc per tranquillizzare chi già guarda con sospetto al gadget di nuova generazione temendo intrusioni indebite nella privacy di ignari cittadini.

atteri mangia-ruggine stanno per essere sperimentati in Italia sul Pontile di Bagnoli e nei Napoli Film Studios, in Spagna, presso il porto della Galizia, in Olanda, presso il porto di Rotterdam. I test sono in programma entro l’estate e i batteri sono il ‘cuore’ di un nuovo sistema ‘green’ anticorrosione per superfici metalliche (dai pontili agli acquedotti). Partito da due anni, il progetto è finanziato dall’Europa per 2,8 milioni di euro più un milione di euro di cofinanziamenti privati.

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Mente locale

I

Incontri

n occasione della Festa della donna, sabato 8 marzo alle ore 19.00, la libreria Mondadori di Andria ospita una serata dal titolo “Il viaggio: storie letterarie e musicali tra esperienze e metafore”, durante la quale interverranno le scrittrici Daniela Farnese e Maria Pia Romano, la prima autrice di “101 modi per far soffrire gli uomini”, la seconda del romanzo “La cura dell’attesa”. Un modo alternativo per “festeggiare” una ricorrenza spesso osteggiata dalla logica del business.

N

Cultura

ell’ambito del ciclo di conversazioni, proiezioni cinematografiche e letture di testi sui temi della cultura russa dell’Ottocento e del Novecento “Al fondo del nulla, il soffio della vita”, venerdì 14 marzo alle 18 presso il Centro polifunzionale per gli studenti dell’Università di Bari (ex Palazzo delle Poste) è in programma la proiezione del film di Aleksandr Sokurov, “Elegia di un viaggio”.

I

Arte

Presso il Centro polifunzionale per gli studenti dell’Università di Bari (ex Palazzo delle Poste) è in mostra “Colori e suoni delle origini”, personale di Andrea Benetti a cura di Stefania Cassano, che resterà aperta al pubblico sino a domenica 30 marzo. La mostra è un classico esempio di Arte Neorupestre, il cui Manifesto è stato presentato alla 53* Biennale di Venezia: una sperimentazione sensoriale tra antico e moderno, nella semplicità percettiva che racchiude l’essenza della comunicazione.

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D

Commedia

ante Marmone e Tiziana Schiavarelli, con Mimmo Pesole, Lia Cellamare, Lorenzo Mercante e Leo Solfato, presentano “Un fattaccio all’improvviso”: commedia dal risvolto thriller, che ha per protagonisti una coppia di coniugi alle prese con qualcosa di veramente straordinario, capace di sconvolgere la routine della loro vita normale, con colpi di scena imprevedibili. Appuntamento al Teatro Froma, per il 14, 15 e 16 marzo: inizio spettacolo alle 21.

I

Libri

l nostro cervello svolge un ruolo fondamentale nella difesa del corpo dalle malattie e dalle infezioni. Una macchina da guerra potente e complessa che coordina non solo organi, cellule e molecole, ma anche esperienza e memoria. Gianvito Martino presenta il suo nuovo libro Il cervello gioca in difesa (Mondadori Università) insieme a Carlo Avolio. Giovedì 13 marzo 2014 dalle ore 18:30.

Z

Concerto

ukerman, violinista, violista, direttore d’orchestra, pedagogo e musicista da camera, è rimasto un fenomeno nel mondo della musica per quattro decenni. Il suo genio musicale e la tecnica prodigiosa suscitano la meraviglia e l’ammirazione del pubblico e della critica. Pertanto la Concertistica della Camerata propone ai suoi soci ed al pubblico dei musicofili un concerto di Pinchas Zukerman e dei suoi “Chamber Players”. Mercoledì 12 marzo al Teatro Showville alle ore 20:25.




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