MURATTIAMO n.06/2014

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15 Marzo 2014 - N째 06 - quindicinale - Edizioni Click On Studio - Periodico gratuito

IL FUTURO

COLTIVIAMO



Sommario 5

Editoriale Il mese dell’attesa

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Barinforma Rilancio dell’economia con ricerca e sviluppo

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Famiglia, scuola e lavoro per un futuro migliore

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Crisi: in tavola la dieta della speranza

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Attenzione alle fasce maggiormente colpite

@murattiamobari

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Focus Due piani rosso british: arriva il bus 36

www.facebook.com/murattiamo

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San Nicola tra crisi e devozione

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In attesa del Bif&st: anticipazioni e news

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Versace Deja Vu: cronaca di un successo annunciato

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Stampa

Tipolito EFFEGI Portici - NA

Arte in fiera: preservare, fruire, tramandare

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Frammenti di cinema in 15 anni di vita

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Waiting for...

“Chiare, fresche e dolci acque”: la Poesia che sopravvive

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Gli artigiani di “LAPIS” protagonisti di FEDERICUS 2014

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Food Style

Cucina Green: minimo scarto, massimo gusto

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Uova, carne e formaggi: meglio non esagerare

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Prima colazione confettura VS marmellata

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Puntidivista

Cerchi lavoro? Inviaci un’e-mail

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Editoriale

Il mese dell’attesa

In Dear March come in, Emily Elizabeth Dickinson cantava Marzo come il mese dell’attesa. Ma l’attesa di cosa? Magari della primavera, e su questo potremmo essere tutti d’accordo. “Attesa” però è sinonimo anche di pausa, di intervallo, di sospensione. Così come la primavera è metafora di rinascita e rinnovamento. Che tu sia un essere umano, una pianta o un animale, per natura sei sospinto verso questo processo di risveglio e risorgimento che invita a fermarsi un attimo per riflettere. E se non volete fermarvi, almeno rallentate quel tanto che basta per riorganizzare le idee e tracciare le linee guida del vostro “risveglio”, dei progetti concreti che intendete realizzare- o che intendiamo realizzare, insieme-, per voi stessi e per tutti. Qualche giorno fa, durante la pausa di riflessione giornaliera, si ironizzava sull’oroscopo più gettonato del web e, pur non essendo patiti di astrologia e significazione, scorrendo i presagi “stellari” non abbiamo potuto fare a

meno di soffermarci sulla seguente dicitura (testualmente): “[…] nelle prime settimane dopo il concepimento il tuo corpo è cresciuto molto rapidamente. Se dopo la nascita avessi continuato a crescere a quel ritmo, ora saresti grande come una montagna. Quindi ringrazia il cielo per aver rallentato la crescita”. Immediata e spontanea la correlazione di quelle parole a MuratTiamo: il nostro (e speriamo anche vostro) intento è proprio quello di “continuare a crescere a quel ritmo”, rendere questa rivista un segno di riconoscimento, di appartenenza della città alla città; un punto di incontro tra commercianti e cittadini; la dimostrazione che collaborare è possibile e che da una vera e concreta collaborazione non possono che venirne buoni frutti. Noi abbiamo piantato il seme. Innaffiarlo ora è anche vostro compito. Corinna Trione

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Barinforma

rilancio dell’economia con ricerca e sviluppo Cresce la disoccupazione e calano domanda interna e potere d’acquisto L’attuale crisi delle imprese, che ci trasciniamo già da più di un anno, non è un dato a sé stante, la sua crescita (o decrescita- anche se rara-) non è indipendente da tutto il resto, anzi. Come è ovvio che sia, crisi e disoccupazione sono direttamente proporzionali per cui, se nel 2013 abbiamo visto chiudere i battenti per 111 mila aziende a livello nazionale, è inevitabile che nello stesso anno la disoccupazione abbia toccato dei livelli record. Fallimenti, procedure fallimentari e liquidazioni volontarie hanno infatti subito un triste incremento del 7,3% rispetto al 2012, di pari passo con la disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, che ha registrato dati allarmanti e disarmanti (si ricorda che già in Puglia, solo tra gennaio e maggio 2013, erano fallite circa 224 aziende). E i dati odierni mostrano una situazione ancor più grave se si considera anche un altro aspetto: quello dell’andamento dei consumi. Per capire la portata del fenomeno basti pensare che, secondo quanto rilevato dall’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la contrazione dei consumi è stata del -4,7% nel 2012, del -3,4% nel 2013, mentre nel 2014 si prevede da parte dello stesso Osservatorio un’ulteriore frenata del -1,1%. Nell’ultimo triennio, così, la contrazione dei consumi delle famiglie toccherà un livello infelice che si aggira intorno al -9,2% (pari ad una caduta della spesa di queste ultime di circa 65,7 miliardi di euro). E gli effetti della crisi della domanda interna

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si fanno sentire sempre più drammatici sull’intero andamento economico: tutti gli indicatori mostrano la necessità di un serio ed urgente piano di rilancio della nostra economia, basato su un’azione programmatica strategica che punti sulla ripresa delle domanda interna e sul rilancio degli investimenti soprattutto nello sviluppo tecnologico e nella ricerca. Il 2014 rischia di registrare infatti nuovi record negativi, specie per le famiglie, il cui potere d’acquisto, con l’introduzione della nuova TASI, subirà un nuovo duro colpo. Questi i dati Cerved consultati dall’ANSA, emersi dal confronto tra 2012 e 2013: +103% di concordati preventivi; +12% di fallimenti; +53,8% di procedure concorsuali non fallimentari +5,6% di liquidazioni volontarie.


A Bari, la IV Conferenza Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza

FAMIGLIA, SCUOLA E LAVORO

PER UN FUTURO MIGLIORE

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uando si parla di infanzia e adolescenza e delle problematiche ad esse legate, spesso purtroppo domina la tendenza a generalizzare su una serie di argomentazioni che, nella maggior parte dei casi, si conoscono solo marginalmente, o che comunque richiederebbero un approfondimento utile a capire veramente di cosa stiamo parlando; anche perché molte volte ignoriamo le concatenate ramificazioni che tali argomenti dispiegano sul terreno circostante. Ad esempio, quando parliamo di adolescenza e (dis)educazione, dimentichiamo che la scuola e la famiglia non vanno considerati solo singolarmente, in relazione al problema, ma anche come due settori che tra loro interagiscono (o dovrebbero interagire) e si influenzano vicendevolmente, sia in positivo che in negativo. E lo stesso discorso può essere ampliato in rapporto alla società e al mondo lavorativo. Questo equivale a dire che per quanto la famiglia sia l’alveo performativo delle nostre abilità nella prima infanzia, non è certo l’unico ambiente a cui dobbiamo fare riferimento: innegabile infatti l’importanza anche delle scuole e delle aziende. La chiave è non ragionare per scomparti, ma integrare tutti questi settori ed far sì che operino sinergicamente per ottenere i migliori risultati. In tal modo, “ad un costo più basso per la società, il rafforzamento delle capacità genitoriali produrrà studenti meglio istruiti, lavoratori meglio formati e migliori cittadini” (James Heckman, Premio Nobel per l’Economia nel 2000). Sarà proprio questo il tema della Quarta Conferenza Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza, voluta e organizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, “Investire sull’infanzia”, che si terrà a Bari il prossimo 27 e 28 marzo. L’evento, che si svolgerà al massimo livello istituzionale, rappresenta l’occasione per far incontrare le amministrazioni centrali e territoriali, le associazioni, il privato sociale, le imprese e tutti gli attori che si occupano di infanzia e adolescenza, mettendo a disposizione

uno spazio di confronto e di riflessione. I due giorni di lavoro, articolati attorno a sessioni plenarie e tematiche che avranno il contributo dei più noti studiosi italiani, permetteranno lo svolgersi di un’ampia consultazione tra le forze coinvolte in vista della formulazione del Piano Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Il programma prevede 4 sessioni di lavoro parallele più un evento collaterale, concentrate su infanzia, famiglia, educazione e servizi socio educativi, per delineare un quadro generale sui futuri investimenti e opportunità di finanziamento tra Italia e UE. (Per info ed iscrizioni, visitare il sito www.conferenzainfanzia.info)

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Barinforma

CRISI: IN TAVOLA LA DIETA DELLA SPERANZA K.O. per i consumi nei settori Alimentazione e Sanità Estremizziamo per rendere appieno l’idea: tra una fetta di carne, un check up e un Gratta e Vinci, gli italiani scelgono sicuramente quest’ultimo, perché la fame è tanta sì, ma la speranza- come si dice - è l’ultima a morire. I dati resi noti dall›Istat sui consumi delle famiglie nell’anno 2013, parlano da soli: -3,1% nel settore alimentare e -5,7% per la sanità. Si tratta di percentuali estremamente indicative della situazione di profonda crisi in cui vivono gli italiani. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori infatti, a causa della riduzione del proprio potere di acquisto, una famiglia di tre persone nel 2013 è stata costretta a ridurre i propri consumi alimentari di circa 309 euro. Per contro, l’unico settore che non conosce crisi- incredibile ma vero- è quello del gioco, il cui giro d’affari cresce in maniera esponenziale di giorno in giorno ed è arrivato ad assorbire oltre il 12% della spesa delle famiglie. Roba da mani tra i capelli. Questo tipo di “consumo” non consola affatto, anzi: non fa che evidenziare chiaramente la disperazione dei cittadini che affidano la propria speranza di fuoriuscita dalla crisi affidandosi alle mani della dea bendata. In questo modo continuiamo a portare in tavola i piatti previsti dalla dieta della speranza, attingendo da un buffet ricco non solo di Gratta e Vinci, ma anche di lotterie, slot e scommesse di ogni genere. Una situazione che, solo a scriver-

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ne, suscita immenso disagio e difficoltà. Cosa fare per riprendere in mano le redini? Secondo la Federconsumatori, tanto per cominciare “è necessario un intervento urgente contro le speculazioni nei vari passaggi di filiera, che ancora incidono pesantemente sui prezzi dei beni, frenandone la domanda”. Ma indispensabile è anche “avviare misure immediate per il rilancio del potere di acquisto delle famiglie e la ripresa della domanda interna, attraverso una detassazione a favore del reddito fisso (lavoratori e pensionati) e misure per il rilancio dell’occupazione, in particolar modo quella giovanile”.


Attenzione alle fasce maggiormente colpite

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n realtà il problema è molto più ramificato di quanto si pensi, dal momento che non lo si può certo slegare da quella che impropriamente viene definita ludopatia. Negli ultimi anni infatti è aumentato drasticamente il numero delle persone “cascate” nel vortice del gioco d’azzardo, con particolare riferimento alle classi sociali più deboli e agli over 65 che dilapidano la propria pensione nella speranza di fare fortuna. Secondo l’indagine “Anziani e azzardo”, condotta da Auser, gruppo Abele, Coop Piemonte e Libera (condivisa da LaRepubblica. it), su mille anziani intervistati, il 70,7% ha ammesso di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno. Nel 16,4% dei casi i questionari hanno rilevato una situazione “problematica” in cui l’assuefazione all’azzardo è di gravità medio-alta. Fortunatamente non tutti i giocatori sono patologici: il 56,4% scommette senza determinare ripercussioni economiche o sociali; e comunque la maggior parte gioca per vincere denaro, per divertimento e per incontrare persone. Un dato che rispecchia la “log(ist)ica” del gioco: non è un caso infatti che i luoghi in cui si scommette maggiormente siano le ricevitorie e i bar. Secondo lo studio, il 30% degli anziani gioca a Lotto e Superenalotto, il 26,6% al Gratta e Vinci e alle lotterie istantanee. Questi dati non solo in-

cidono pesantemente sulla qualità di vita delle persone: si stima che ogni anno le casse statali sborsino circa 6 miliardi di euro in spese sanitarie e giudiziarie, per non parlare dell’aumento dei crimini legati all’usura. Eppure questo non basta ad ottenere un’inversione di marcia da parte del Governo che, anziché impegnarsi in una lotta significativa contro questo cancro sociale, continua a fare “orecchie da mercante” rispetto agli appelli delle Associazioni impegnate in questa guerra. “Tutte le forze democratiche - afferma Auser nazionale- devono domandarsi quale modello culturale e di sviluppo ne può derivare e se quindi sia eticamente accettabile che lo Stato favorisca la società concessionarie anche mediante una politica fiscale in virtù della quale alcuni giochi sono tassati meno dell’1%”.

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Focus

DUE PIANI ROSSO BRITISH:

ARRIVA IL BUS 36 Cene e party itineranti anche a Bari Prima è toccato ai tram milanesi trasformarsi in ristoranti “on the road” ed ospitare a cena pellegrini e autoctoni portandoli in giro per la città. Poi è stata la volta delle limousine, traghettatrici di anime erranti nelle ore notturne, improbabili discoteche a quattro ruote, strabordanti di umanità centellinata e poi dissolta in cocktail. In una sola parola: originalità. Pare essere questa la chiave vincente per catturare l’attenzione di un pubblico ormai annoiato dal solito tran-tran del weekend. Ecco perché Giovanni Calabrese, 34enne di Bari, ha scelto di tornare in Puglia, nella sua terra natale, per dare finalmente forma e consistenza ad un’idea nata e maturata nel corso di una vita passata a girare il mondo. Tra Egitto e Caraibi, Australia e Stati Uniti, Giovanni ne ha sicuramente viste di cose bizzarre e stravaganti, curiose ed originali. Ma l’aspetto più bello delle esperienze all’estero sta nella voglia di ritornare a “casa” per “importare” qui ciò che di buono si è visto fuori. E infatti il nostro giramondo ha deciso di portare con sé un piccolo grande souvenir a due piani, rosso e col numero 36. Stiamo parlando dell’ultima moda del momento, che ha riscosso già notevole successo in molti Paesi e anche in qualche città italiana, ma del tutto inedita qui a Bari: con il Bus 36 il party diventa itinerante! “L’idea mi è venuta in mente quand’ero a Mel-

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bourne”, ha spiegato Giovanni che, nel commentare questa nuova e –speriamo- divertente e fruttuosa sfida, affiancato dalla sua compagna, ha sottolineato più volte di “non voler aprire il solito locale”. E infatti parliamo di due piani in stile rosso British dove si potrà cenare, bere e ballare. Sarà possibile affittare questo bus speciale per un party insolito, per una cena romantica o per divertirsi con gli amici nel privè di una discoteca itinerante. Il progetto si presenta subito come un’impresa tutt’altro che semplice, per la quale non bastava certo acquistare e ristrutturare un autobus: “La burocrazia ha un po’ rallentato il tutto, ma per fortuna, grazie all’impegno delle istituzioni e dell’assessore comunale al Commercio De Franchi, ora finalmente possiamo partire”. E noi gli auguriamo un “in bocca al lupo” coi fiocchi.


SAN NICOLA

TRA CRISI E DEVOZIONE

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ente disposta a fare qualunque cosa pur di guadagnare “la 50 euro”: questo è l’imprescindibile punto di partenza per delineare il quadro dei festeggiamenti civili e religiosi previsti per maggio 2014, e per cui sono già in moto i preparativi. Rispetto al passato, quest’anno sono stati numerosissimi i baresi (e non solo) che hanno proposto la propria candidatura come figuranti nel corteo storico della rievocazione del nostro Santo Patrono. E non si tratta certo solo di un’improvvisa e illuminante “vocazione”. A metà strada tra crisi e devozione infatti, si inseriscono i 120 mila euro che il Comune ha messo a disposizione per l’organizzazione del corteo di san Nicola. Da Myra a Bari dunque, la traslazione delle reliquie non è tanto una questione di amore per la tradizione, quanto- purtroppo!- una vera e propria necessità. Non che per il Santo faccia differenza, anzi: patrono di marinai e pescatori, bottai, mercanti, farmacisti, profumieri e commercianti, e a quanto pare anche scolari e ragazze da marito, sarà certamente contento di essere circondato da così tanta gente bisognosa e senza lavoro. L’internazionalità del suo bastone pastorale e delle tre palle d’oro tra l’altro non può che contribuire ad una maggiore e crescente apertura di questo culto verso le più variegate forme di partecipazione. Anche perché, come sempre, scopo di questa manifestazione sono il rispetto della storia e il coinvolgimento della città. E più di così… Ad ogni modo, criticità a parte, la ripartizione Culture e marketing territoriale ha fornito precise indicazioni che artisti (e non) del settore dovranno rispettare nella stesura del progetto (il cui bando è disponibile sul sito del Comune). In primis, come abbiamo già detto, c’è l’aderenza storica nella costumistica, nei personaggi e nelle coreografie; in secondo luogo, per quel che concerne la cittadinanza, si ricorda che la comunità barese dovrà essere coinvolta attivamente nella fase di realizzazione in rapporto all’evento, promuovendo anche azioni private di abbellimento durante il passaggio del Corteo (decorazioni ai balconi con stoffe, luci o candele, fiori ecc.). Naturalmente, per quanto possibile, l’ideale sarebbe utilizzare la manodopera di artigia-

120mila euro per la rievocazione del 2014 ni e artisti del territorio. Queste le linee guida. Ancora una volta, adesso tocca a voi dare forma concreta alla tradizione nicolaiana. Le proposte dovranno pervenire entro il 24 marzo 2014 al seguente indirizzo: Assessorato alle Culture, Marketing Territoriale e Sport - Via Argiro n. 33 - 70121 Bari.

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Focus

IN ATTESA DEL Bif&st: ANTICIPAZIONI E NEWS Dalla “biblioteca” Volonté al gigolò di Turturro Fra poco meno di un mese il sipario si alzerà sul grande Festival internazionale del cinema e della cultura cinematografica di Bari, che nell’arco di appena 4 anni è diventato un vero e proprio must. Ecco perché noi abbiamo già cominciato a dare un’occhiata qua e là, e una sbirciatina dietro le quinte per tenervi aggiornati sulle prime indiscrezioni di questo imperdibile appuntamento. O forse sarebbe il caso di usare il plurale, dal momento che anche quest’anno gli ospiti e gli eventi del Bif&st saranno numerosissimi. Ma andiamo per ordine. Punto primo: la dedica. A vent’anni dalla scomparsa (6 dicembre) di Gian Maria Volonté, l’organizzazione ha scelto di dedicare l’edizione 2014 al doppio profilo, umano e politico, di questo grande attore teatrale, cinematografico e televisivo che il 9 aprile avrebbe compiuto 81 anni. Al di là del poster ufficiale, il Bif&st gli dedica il più grande tributo finora mai realizzato: un tributo incentrato sul mestiere e sull’arte dell’attore e dell’uomo, con ben 9 incontri che si distribuiranno negli otto giorni del festival e a cui parteciperanno anche alcuni tra registi, attori e produttori, che gli furono vicini tanto sul set quanto nella vita. Una sorta di “festival nel festival” dunque, il cui programma prevede l’apertura con Carlo Vanzina il 5 aprile e a seguire, dal 6 in poi, gli incontri con Gianni Amelio, Giuliano Montaldo, Lou Castel, Sergio Rubini e Mattia Sbragia, Marco Bellocchio, forse Francesco Rosi, e a chiudere, il 12 aprile, la Lezione di Cinema al Teatro Petruzzelli, tenuta da Andrea Camilleri sui quattro romanzi di Sciascia interpretati da Volontè. Nello stesso giorno, di pomeriggio, è previsto anche un incontro con i compagni di lavoro di Volontè, con le testimonianze dirette di Omero Antonutti, Ricky Tognazzi, Carlo Cecchi, Ennio Fantastichini, Dalila Di Lazzaro, Massimo Ghini, Angelica Ippolito, Massimo Dapporto, Andrea Occhipinti, Renato

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Scarpa e altri. Per l’occasione, nel foyer del Teatro Margherita, sarà inoltre allestita una mostra di fotografie, manifesti e locandine dei film interpretati da Volontè, con materiale proveniente dal Fondo Elio Petri del Museo nazionale del cinema di Torino e dalla Mediateca Regionale Pugliese. E a proposito di aperture e chiusure, il Bif&st 2014 aprirà le danze nell’incantevole cornice del Teatro Petruzzelli, con la presentazione in anteprima italiana di Noah, scritto, diretto e prodotto da Darren Aronofsky. Con protagonista il Premio Oscar Russell Crowe nei panni del patriarca biblico Noè, il film è un adattamento cinematografico della classica storia di coraggio, sacrificio e speranza dell’Arca. L’uscita italiana del film è prevista per il 10 aprile, distribuito dalla Universal Pictures International Italy e negli Stati Uniti da Paramount Pictures. Ma attenzione: a suscitare ancor più fermento e scalpitante attesa, l’ultimo film diretto da Jhon Turturro, Gigolò per caso, che chiuderà il Festival nella serata finale del 12 aprile. Con lo stesso regista tra gli interpreti, insieme a Woody Allen, Sharon Stone, Sofia Vergara e Vanessa Paradis, il film è la storia di Fioravante (Turturro) che, spinto dall’amico Murray (Allen), decide di intraprendere la professione più antica del mondo e diventa un gigolò. L’uscita italiana è fissata al 17 aprile, distribuito dalla Lucky Red.


VERSACE DeJa VU CRONACA DI UN

SUCCESSO ANNUNCIATO

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più di una settimana dal grande evento di moda che ha reso Bari protagonista di una splendida serata all’insegna degli anni che segnarono l’ascesa della maison della medusa nell’Olimpo della moda internazionale, “Versace Deja Vu” fa ancora parlare di sé. E lo fa anche e soprattutto grazie all’impegno di tre donne che hanno reso possibile questa serata: Daniela Mazzacane, Rosa Ladisa e Rosanna Amati. Accomunate dalla stessa passione per la Moda- quella con la “m” maiuscola, appunto-, hanno saputo regalare alla nostra città un tuffo negli anni ’80-’90, con seducenti allestimenti scenici e affascinanti coreografie, attraverso cui sono passate in rassegna circa cinquanta creazioni dell’estroso designer calabrese. In passerella gli abiti della collezione privata di Antonio Caravano, che possiede oltre novecento pezzi, tra abiti e oggetti di arredamento raccolti in tutto il mondo. La sontuosità, l’opulenza della moda disegnata da Gianni Versace è stata ricreata anche nelle scenografie realizzate dall’abile estro della nota regista Rosanna Amati. Sulle quinte, la proiezione del mondo immaginato dallo stilista: quello stesso mondo che il sarto partito da Reggio Calabria ha saputo poi trasformare in abiti sensuali, desiderati da ogni tipo e generazione di donna. Idolatrato dalle vip, ha vestito i personaggi femminili più in vista, da Madonna a Lady Diana. Versace ha liberato la moda dal conformismo, regalando al mondo l’immagine di una donna sexy, decisa, mai uguale a se stessa. Particolarmente emozionate le modelle, selezionate

Il pubblico entusiasta chiede un nuovo evento da Carmen Martorana: non capita tutti i giorni di poter portare in passerella abiti che hanno fatto la storia della moda, indossati dalle più grandi top model di tutti i tempi. Indossatori d’eccezione i pallanuotisti della Waterpolo Bari, credibilissimi nelle vesti di modelli per una notte. Unica e accattivante la linea di gioielli disegnata ad hoc da Rosa Ladisa in collaborazione con Marcello Angarano. Tra mito e realtà, la regista Rosanna Amati ha puntigliosamente trasformato in realtà effetti speciali stupefacenti, lasciando di stucco il pubblico del Palace Hotel di Bari. Fil rouge della serata il racconto della storia di Gianni Versace, narrato dalla voce di Daniela Mazzacane (TgNorba24): un racconto basato anche sulla biografia firmata dal giornalista e scrittore foggiano Tony di Corcia, presente all’evento. Apprezzatissima l’esibizione del corpo di ballo “Ars Nova”, con le coreografie di Valentina Vitone e la supervisione ed il balletto di Adolfo Marazita, Direttore della “Compagnia Stabile del Musical”. Pubblico soddisfatto, per l’ottima riuscita della serata e per le finalità benefiche dell’evento: parte degli incassi è stata donata a Telethon ed alla ricerca scientifica per la cura delle malattie genetiche. Buona la prima, dunque, ma dopo il grande successo ottenuto da “Versace Deja vu”, sarà difficile per le nostre organizzatrici non cedere alle lusinghe del pubblico, che chiede a gran voce un nuovo appuntamento con il mondo targato Versace.

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Focus

ARTE IN FIERA:

PRESERVARE, FRUIRE, TRAMANDARE 253 opere da salvare per la cittadinanza L’obiettivo è quello di preservare l’arte, renderla fruibile e tramandarla, per permettere ai cittadini di oggi e del domani di ammirare il patrimonio artistico di cui sono inconsapevoli destinatari e indiretti possessori. Ecco perché la Fiera del Levante ha scelto di destinare a nuova vita la propria collezione di opere d’arte che, tra quadri, sculture e foto storiche dei maggiori artisti del ‘900, ha suscitato grande interesse a livello nazionale, tanto da esporre i pezzi più importanti al Padova Arte. Le opere, acquisite durante le più importanti edizioni di ExpoArte (la prima fiera d’arte contemporanea italiana nata nel 1976), o donate da gallerie e singoli artisti, necessitano di un restauro. Per questo motivo l’Ente fieristico, che non intende perdere un patrimonio artistico e storico

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così prezioso, ha annunciato di voler riorganizzare, catalogare, autenticare e meglio valorizzare la propria collezione, aprendo le porte ad università ed enti di studio, e accogliendo proposte da privati, per salvaguardare questa ricchezza nel tempo. Nella prospettiva di organizzare anche un’esposizione permanente per consentire anche al grande pubblico di usufruirne, bisogna ora trovare i fondi per avviare questa operazione di restauro: “Sarà mia cura tutelare i quadri in modo che non si possa speculare. Stiamo parlando di un patrimonio della città e non solo della Fiera”, ha commentato il presidente dell’Ente fieristico, Ugo Patroni Griffi. Non una svendita dunque, ma un invito, rivolto a tutti, a proteggere e tutelare un bene comune.


FRAMMENTI DI CINEMA IN 15 ANNI DI VITA Mimmo Mancini: cosa rimane del cinema indipendente tra crisi, politica e cultura

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ello scorso numero di MuratTiamo vi abbiamo raccontato un po’ la storia di Ameluk e di come sia difficile far emergere il cinema indipendente nell’Italietta da “grande schermo”. Abbiamo quindi scelto di farci una chiacchierata direttamente con il regista di Ameluk, Mimmo Mancini, per osservare più da vicino la relazione tra crisi e cultura. Da LaCapaGira ad oggi, cos’è cambiato nel cinema italiano? Rispondere con cognizione di causa ed onestà intellettuale è abbastanza impegnativo. Ci provo. Parliamo di circa 15 anni, l’età di mio figlio Paolo, per capirci e materializzare la quantità di tempo e di eventi che si sono succeduti in questo frammento di mondo vissuto. Da LaCapaGira ad oggi, o meglio: da un Oscar all’altro. Mi balza in mente un’immagine: l’inaugurazione di un cinema parrocchiale a Santo Spirito, ristrutturato in sala di buona qualità che tutt’oggi esiste. Quel lontano 1999, oltre al pubblico, in sala c’erano Oscar Jarussi, scrittore e critico cinematografico della Gazzetta del Mezzogiorno; Sergio Rubini, attore regista;

Domenico Procacci, produttore editore, ed io. In quell’occasione Jarussi parlava della Puglia attraverso il cinema, presentando un suo libro sull’argomento. Allora erano ancora pochi i titoli dei film italiani e stranieri realizzati in quella terra, ma LaCapaGira stava per segnare il suo destino e un nuovo periodo per il cinema indipendente: da quell’anno, di film in Puglia ne hanno girati tantissimi, dal Gargano a Santa Maria di Leuca. Questo è il primo dato importante: l’efficacia dell’Apulia Film Commission e delle Film Commission in generale, che hanno rivoluzionato la distribuzione del cinema italico e straniero su tutto il territorio nazionale. Dunque una vera e propria decongestione della scena romana... Quadruplicate le presenze dei set, formate e coinvolte tante figure professionali (tra discutibili e ottime) che addirittura hanno lasciato Roma, capitale dalla vita carissima e dagli scarsi stimoli, ma comunque capitale di un cinema italiano ricco per eredità e non certo per nuovi fermenti creativi. Ebbene si, lo smantellamento della concentrazione di cinema nella capitale, l’ha causato proprio l’efficacia delle Film Commission italiane, prima di tutte quella del Piemonte. Poi la Puglia, la Toscana, fino al boom attuale del Trentino, dove ormai si gira di tutto, anche film sull’Africa e sugli elefanti- pessima battuta per dire che pare abbiano molti soldi da investire in cinema e televisione senza un perché, e allora... Io però non vorrei mai vedere Cinecittà chiudere: piuttosto vorrei vedere nuove persone capaci di gestirla e non permettere più a nessuno di girare in Marocco, Romania, Bulgaria, Serbia, Argentina con i soldi delle tasse del popolo italiano. Salviamo Cine-

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Focus

città dai papponi e dalla politica. Oggi quindi parliamo di low budget anche nel cinema? Low budget: una parola molto usata da LaCapaGira in poi, nel cinema italiano e nella fiction ex opulenta. È cambiato il modo di riprendere il cinema a tutto tondo. Oggi il cinema low low, senza budget, è più accessibile e chiunque può provarci, grazie alla tecnologia che ha contribuito a questa grande rivoluzione. Certo non giri un kolossal, ma piccole storie, prodotte da nuove produzioni o da ex grandi in difficoltà: storie che si realizzano con dignità tecnica ma non certo con dignità umana ed economica. E qui veniamo ad un altro grande cambiamento... Il dimezzamento delle paghe tra tecnici e attori, e forse anche per i produttori. Dimezzamento che se riferito ai cachet opulenti di un tempo offerti alle star va benissimo: era ora di smetterla nel destinare più di metà budget su pochi Conti Correnti. Però non condivido la riduzione delle già ridotte paghe destinate a tutti i tecnici e attori magari bravi, seri, onesti e disponibili (parliamo di una buona percentuale), ma ahimè non decorati o lustrinati (da chi poi?). Nel caos degli ultimi 15 anni sono sparite anche quelle poche regole sindacali, ottenute con sacrifici e dure lotte da illustri personaggi del cinema; ed è sparita un bel po’ di dignità professionale e umana. Il ruolo della politica in merito? Film girati a metà, mai usciti perché non commestibili nemmeno sul piccolo schermo; una giungla di pseudo produttori di una pseudo

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sinistra che ha contribuito alla morte delle piccole produzioni. Alla fine è emersa una nuova idea di cinema: aggressivo, senza regole o con nuove regole che arrivano dalla televisione che in questi 15 anni ha divorato tutto. Nuove ricette, nuove strategie: non c’è più bisogno di bravi sceneggiatori, bravi registi, sedute fiume di scrittura a due, a tre o a quattro. Non si costruisce più un film con le mani delle maestranze negli studi: tutto gira intorno a un tavolo di qualche ufficio tra sponsor, politica, consulenze ben pagate, uffici marketing, esperti della comunicazione. Persino le raccomandazioni sono cambiate: prima erano velate, coperte da discrezione; ora i raccomandati ne hanno fatto un motivo di vanto e di sputtanamento spontaneo: “se non sei raccomandato, non sei nessuno”. Un proliferare di starlette e di stalloni incapaci d’intendere e volere ma intoccabili, grazie alla politica tutta e senza escludere nessun simbolo. Certo c’è chi l’ha fatto alla luce del sole e chi ha continuato a farlo sottobanco, anzi sotto coperte. E la domanda aumenta, solo per ingrassare follemente le fila di giovani generazioni dell’immagine e dell’apparire, nuovi disoccupati senza nessuna speranza, figli di uno spettacolo privo di tutto, anche del sipario. La solita forbice tra quantità e qualità insomma. Più produzioni non portano necessariamente più cinema di qualità, però la nota positiva è che se vuoi realizzare una tua idea puoi farcela. Unico problema resta la distribuzione. Non basta una buona storia: prima di tutto serve la distribuzione, coinvolgere investitori, marchi, banche: la famosa tax credit. Servono nomi di star gradite al sistema, utili per avere il denaro e la pubblicità dalla RAI o da Medusa. Più nomi hai, più soldi ricevi. Se la storia non è il massimo, fa nulla, tanto tra diritti ceduti alle tv, vendita pur minima e misera all’estero, pochi spiccioli ma che fanno sempre comodo, tra ministero e film commission, tra comunità europea e tax credit delle banche... Come si può risolvere questo problema?


Quindici anni non sono tanti rispetto a una stella, ma sono tanti per descrivere un settore così difficile da analizzare in un solo articolo. Sono quindici anni da setacciare giorno per giorno, anno per anno, ottima materia per una tesi di laurea. Una tesi che sia anche una denuncia su tutto quello che in questi quindici anni ha contribuito a far del male al nostro cinema italiano. Non basta un Oscar per dire che il cinema italiano è salvo, è vivo, è in ripresa. Così come non è bastato quindici anni fa. A mio modestissimo parere ci sono molte luci che ancora tengono duro e cercano di non spegnersi nel cinema italiano, ma ci sono anche molte ombre che vanno illuminate e presto, ma in ogni settore e non solo sul cinema italiano.

“Mi piacciono le facce proletarie, quelle che raccontano qualcosa di vero, di autentico e noi, che gli zingari del Montenegro li abbiamo conosciuti, li riconosciamo nel vecchio con i denti di oro di Kusturica. E lui ha avuto la grande intelligenza di mettere insieme queste facce, di raccontare le storie che appartengono al genere umano e non solo all’ex Jugoslavia, non ha avuto che l’intuizione di dire <<racconto io per voi ma siete voi i veri protagonisti>>. Spero ci sia anche in Puglia un regista capace di raccontare certe storie e di scegliere le belle facce proletarie che non mancano e che ne avrebbero di cose da dire. LaCapaGira non è un capolavoro ma sicuramente può essere un punto di partenza. Siamo solo agli inizi. Tempo fa mi sono rivolto dal sig. De Santis, grosso produttore di olio che esporta in tutto il mon-

do; gli avevo chiesto un piccolo budget di dieci milioni per la realizzazione di un cortometraggio in cui c’era anche lo spazio per parlare della lavorazione dell’olio. Mi ha risposto di non essere assolutamente interessato, e tutto ciò detto con un certo disprezzo. Perché i signori industriali pugliesi, e sono tanti, non decidono di fare qualcosa in questo settore? Mi è stato detto che Fellini i primi film li ha realizzati grazie ad alcuni negozianti romani che hanno fatto una specie di colletta per farglieli finire”. Quest’ultimo virgolettato fa parte di un’intervista fattami da una laureanda (allora, oggi laureata e disoccupata poverina, che non nomino per riservatezza e rispetto) in Scienze della Comunicazione. Fa parte della sua tesi. La ripresento per alcuni dati e per alcune mie osservazioni che risalgono appunto a circa dieci anni fa. Mi fa pensare che le cose non siano cambiate poi così tanto. Corinna Trione


Waiting for...

“CHIARE, FRESCHE E DOLCI ACQUE”: LA POESIA CHE SOPRAVVIVE Al via il 2° Concorso Nazionale organizzato da AnimARSi e HaMaDeuS Tutto è nato per caso, in un appartamento di via Caldarola, circa un anno fa. Le menti fervevano, le proposte si susseguivano una all’altra come intrecci di uncinetto. E quello che ne venne fuori, alla fine, fu una splendida maglia di idee e relazioni, di passione e animo artistico, che nell’arco di pochissimo tempo è riuscita a riscuotere un’eco ed un successo inaspettati. Tanto grande da richiedere una nuova location, più ampia e adeguata alle necessità di un progetto che, facendo leva su solide basi, ha tutti i presupposti per puntare a diventare internazionale. Sono queste le premesse con cui l’associazione culturale HaMaDeuS, in collaborazione con l’associazione artistica culturale AnimARSi, presenta il secondo Concorso Nazionale di Poesie, “Chiare, fresche e dolci acque…”. Entrambe le associazioni sono reduci da due importanti eventi di successo: la prima con il Concorso Internazionale per Strumenti a Fiato; la seconda con la mostra di Arte contemporanea di Andrea Benetti, inaugurata all’ex Palazzo delle Poste con il live musicale di Frank Nemola, a cura di Stefania Cassano. Il loro minimo comune denominatore sta nel voler restituire democraticità all’arte, di interessare maggiormente la città e dare a questo evento un più ampio respiro, auspicando- perché no- l’internazionalità dell’evento. Ed infatti, proprio inseguendo questo sogno, “si prevedono nomi illustri, per una giuria nutrita e diversificata”, ha commentato la Presidente di AnimARSi,

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Stefania Cassano, entusiasta di questa iniziativa volta a “dare il giusto prestigio e spessore ad un ramo dell’arte oggi molto sottovalutato”. Il concorso si svolgerà il 15 aprile ma gli elaborati devono pervenire entro e non oltre il prossimo 30 marzo (info su www.accademiadarte.com); è aperto ai poeti di tutte le età e di tutte le nazionalità (residenti in Italia), con l’unico scopo di riscoprire tutto il piacere della scrittura poetica sia in lingua che in vernacolo. Perché la vera poesia è dentro ognuno di noi, perché “[…] se tu (canzone, ndr) avessi ornamenti quant’ài voglia, poresti arditamente uscir del bosco, et gir in fra la gente”. Corinna Trione


GLI ARTIGIANI

DI “LAPIS”

PROTAGONISTI

DI FEDERICUS 2014 Rafforzare la sinergia tra artigianato, enogastronomia e turismo

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anca poco più di un mese all’avvio della terza edizione di “Federicus”, il festival di rievocazione medievale che la città di Altamura dedica all’imperatore svevo Federico II. Le giornate del 25, 26 e 27 Aprile saranno incentrate sul tema “Fede, Laicità e Superstizione”. Il GAL Terre di Murgia, come partner di “Fortis Murgia”, partecipa attivamente alla realizzazione della manifestazione. I protagonisti di quest’evento sono senza dubbio i caratteristici “claustri” del centro storico, suddivisi in “quarti”, in memoria dei gruppi etnici che anticamente li popolavano, ossia Latini, Greci, Ebrei e Saraceni. Al loro interno rivivono momenti di vita dell’epoca federiciana, insieme a personaggi, arti e mestieri. Quest’anno svolgeranno lavorazioni dal vivo alcuni maestri artigiani impegnati nel progetto di Cooperazione interterritoriale LAPIS. LAPIS, acronimo di Local Arts Promotion Integrated Strategy,

è un’iniziativa messa in atto dal GAL Terre di Murgia insieme ad altri 3 GAL pugliesi - GAL del Sud-Est Barese, GAL Terre dei Trulli e Barsento e GAL Valle d’Itria – e al capofila, il GAL veneto Polesine Delta Po. Il progetto LAPIS è finalizzato alla promozione integrata e alla valorizzazione delle risorse naturali e storico-culturali caratterizzanti il patrimonio rurale dei due regionali, con particolare riferimento alla pietra e all’acqua. Attraverso la dimostrazione rievocativa dei mestieri antichi si vuole offrire ai visitatori un’esperienza diretta ed emozionante della lavorazione artigianale, rendendoli partecipi della trasformazione in oggetti di materiale grezzi, quali lana, pietra, legno, ferro e argilla. In tal senso, il programma del 2014 è arricchito da un’importante novità: in Piazza Duomo sarà allestito un antico cantiere medievale nel quale gli spettatori potranno seguire “dal vivo” le fasi di costruzione della Cattedrale, il gioiello di architettura romanico pugliese che Federico II lasciò in eredità alla città murgiana. Lo animeranno una serie di maestranze dell’epoca: lo scalpellino, il miniaturista, il falegname, il “magister operis”, figura che corrisponde al nostro architetto. La riproposizione di disegni e miniature duecentesche avverrà proprio nello spazio cantieristico, con una mostra dedicata. Con il coinvolgimento degli artigiani nell’evento “Federicus”, il GAL Terre di Murgia mira ad una promozione congiunta delle eccellenze pugliesi e locali, rafforzando la sinergia tra artigianato, enogastronomia e turismo. Maria Cristina Marvulli

PSR PUGLIA 2007-2013 / PSL GAL TERRE DI MURGIA SCARL - MIS. 421

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Food Style

CUCINA GREEN:

MINIMO SCARTO,

MASSIMO GUSTO

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Ecosostenibilità applicata ai fornelli

utti noi siamo abituati a parlare di “ecosostenibilità” applicata alla vita di tutti i giorni facendo riferimento a mezzi di trasporto, riscaldamento e architettura; sviluppo sostenibile, protezione del verde e raccolta differenziata. Molti però ignorano che il concetto di ecosostenibilità, insieme a quello di autoproduzione, può essere un validissimo principio adoperato anche in cucina. È così che nasce infatti la cosiddetta “cucina green”, ovvero l’arte culinaria che predilige il consumo di alimenti autoprodotti appunto in maniera del tutto naturale, riducendo gli scarti al minimo indispensabile, se non proprio a zero. Saper cucinare infatti non significa soltanto saper preparare piatti prelibatissimi e potenzialmente costosi, o affiancare e mixare cibi e culture distanti tra loro, per dare vita a sapori completamente nuovi. Il giubilo del palato infatti può derivare anche dalla commistione di originalità, qualità, sicurezza ed impatto ambientale che tutto questo comporta. E non stiamo parlando semplicemente di alimenti biologici o di cibi senza additivi, conservanti

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e quant’altro. Per cucinare veramente “sostenibile”, occorre tener presente la complessità della filiera alimentare dal ciclo produttivo a quello distributivo, fino allo smaltimento: solo così potremo scegliere consapevolmente cosa mettere nel nostro carrello. Allora quali sono i cibi veramente sostenibili? Sicuramente quelli che viaggiano poco: equivale a dire prodotti locali e non di serra, ma di stagione, con pochi imballaggi e poco elaborati, senza conservanti, coloranti e additivi. Non dimentichiamo però che quando siamo davanti ai fornelli dovremmo preoccuparci di cosa consumiamo, ma soprattutto di cosa buttiamo via: si pensi che 1/3 del cibo prodotto al mondo per il consumo mondiale (circa 1,3 miliardi di tonnellate) viene annualmente perduto o sprecato. Un vero peccato! Eppure basterebbe provare ad intervenire progressivamente sul proprio stile di vita attraverso piccoli accorgimenti, un po’ di applicazione e un minimo di ragionamento per preparare i nostri piatti nel modo meno “impattante” possibile.


UOVA, CARNE E FORMAGGI: MEGLIO NON ESAGERARE Lo studio shock: proteine animali aumenterebbero il rischio di tumori e diabete Frasi del tipo “nuoce gravemente alla salute” o “aumenta il rischio di tumori”, sono generalmente associate al fumo: scritte su pacchetti di sigarette e tabacco, accompagnano ogni giorno, più volte al giorno, il vizio di circa 10,6 milioni di italiani (il dato è inerente al 2013). Ma attenzione: perché a breve potremmo ritrovare gli stessi “avvertimenti” sulle confezioni di carne, uova e formaggi. Sembra assurdo ma, estremizzazioni a parte, pare proprio che, se assunte in quantità eccessive, le proteine animali possano aumentare considerevolmente il rischio di sviluppare tumori o forme di diabete mortali, specie negli over 50. Detta così, suona come una bazzecola e sicuramente la prima osservazione che viene da fare è sulla relatività di quel “in quantità eccessive”. La ricerca - Va detto però che a sostenere questa teoria ci sono i risultati di un nuovo- e per alcuni nutrizionisti, controverso- studio americano, condotto nell’ambito del National Health and Nutrition Examination Survey, un programma di ricerca statistica sulla salute del governo federale. Secondo tale studio, oltrepassati i cinquant’anni di età, una dieta con troppa carne e formaggi è pericolosa almeno quanto le sigarette. La ricerca ha coinvolto oltre 6.300 persone dai 50 anni in su. Il problema, ha spiegato il genovese Valter Longo, direttore del Longevity Institute dell’University of Southern California, è che le proteine della dieta aumentano un fattore di crescita legato a molte malattie: l’IFG-1. Tuttavia le cose cambiano superati i 65 anni: diminuendo il fattore IFG-1, va bene mangiare anche qualche proteina in più, onde evitare di perdere peso ed essere quindi più deboli.

Questione “quantità” - Stando alle teorie dello studioso genovese, e per semplificarla il più possibile, nell’arco della giornata non si dovrebbero ingerire più di 0,8 grammi di proteine per ogni chilogrammo del proprio peso corporeo, privilegiando nettamente le proteine vegetali. A quanto pare vale, sul podio troviamo pesce, verdure e legumi, fonti di proteine molto più salutari. Non a caso, ha commentato Longo, “questo tipo di dieta è molto comune per i centenari del Sud Italia: molti di questi hanno mantenuto diete povere di proteine quasi tutta la vita. Insomma, dobbiamo tornare alla dieta dei nonni”.

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Food Style

PRIMA COLAZIONE CONFETTURA VS MARMELLATA

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Il trionfo della frutta Made in Puglia

erfetta per la prima colazione sia per il sapore, sia per l’alto apporto energetico fondamentale alle prime ore del mattino, quasi sempre la chiamiamo marmellata e pensiamo di conoscerla bene. Invece, nella maggior parte dei casi, si tratta di confettura. Non tutti sanno, infatti, che dicesi “marmellata” solo il prodotto preparato con gli agrumi, mentre tutte le altre conserve a base di frutta sono delle confetture. Fatto sta che, marmellata o confettura che sia, è comunque la colazione ideale, specie se accompagnata da una fetta di pane caldo e croccante, per fornire un adeguato apporto energetico per cominciare la giornata con la giusta carica. Molto ricche di zuccheri- in parte provenienti dalla frutta (fruttosio e glucosio), in parte aggiunti per la cottura e necessari per la sua conservazione (saccarosio)-, le migliori marmellate e confetture sono quelle con la maggior percentuale di frutta. È bene ricordare che le marmellate sono prive di grassi e per la loro ricchezza di vitamine, soprattutto vitamina A, B1, B2, e sali minerali (potassio, sodio, fosforo, magnesio, etc.), sono indicate anche e soprattutto per chi pratica sport , sia prima che dopo la prestazione sportiva. Una volta protagoniste indiscusse della colazione, oggi la confettura e la marmellata, purtroppo, sono state eclissate dalle più comuni creme di nocciole o dalle merendine già pronte, cariche di grassi vegetali e calorie, a discapito della tradizione e specialmente della salute. L’azienda Leccornie sotto gli Ulivi, con la sua selezione di confetture e marmellate, si propone di riportare in voga tutti quei prodotti tipici della tradizione pugliese, in alcuni casi in estinzione. Le sue confetture e marmellate, infatti, sono preparate come si farebbe in casa: con solo tanta frutta, una bassissima percentuale di zuccheri aggiunti, senza

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conservanti e senza pectina. È questo il caso delle singolari confetture di Percoca di Turi, di Mele Cotogne, di Mandarini, di Ciliegia di Turi, di Uva di Rutigliano, di Fichi, di Fichi d’India e delle marmellate di Arancia di Palagiano, di Arancia Bionda IGP del Gargano e di Limone Femminello IGP del Gargano. Gustosissime da spalmare su una semplice fetta di pane, ideali per preparare una golosa crostata o da aggiungere ad uno yogurt magro bianco, queste composte di frutta sono l’emblema di una perfetta colazione pugliese. Quì trovate i prodotti Leccornie sotto gli Ulivi: Altro Bio: via Cardassi, 39/39 A Antichi Sapori Caseari: via De Rossi, 88 Convivium: via A Beatillo Il Salumaio: via Piccinni, 168 L’antica Grotta a Mare via Leopardi 15, T. a Mare Le Bontà Pugliesi: prol. V.le Europa 27 Panificio 2000: v.le Japigia 142/144 Salumeria Beppe & Gigi: via M. D’Avola 15/17 Salumeria Eden: v.le Einaudi 43 Salumeria Capriati: via A. Gimma, 261 Bari Antica Grotta: Corso Mazzini , 36 Bari


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Puntidivista

CERCHI LAVORO? INVIACI UN’E-MAIL Come navigare gli annunci di lavoro nella direzione giusta

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uante volte vi è capitato di candidarvi ad un’offerta di lavoro inviando una semplice e-mail? E chissà quante volte vi sarete chiesti come strutturare l’e-mail ed essere convincenti. Noi vogliamo provare a darvi delle linee guida per ottimizzare la vostra presentazione bianco su nero, attraverso quattro utili e semplici consigli. 1. Titolo del curriculum vitae: Prima di allegare il CV alla e-mail che state per inviare, date un titolo efficace al vostro file! Intitolare il file con un comunissimo “CVMarioRossi”, “CVword_aggiornato”, “CV_ formato europeo” non darà alcuna informazione significativa su di voi. Potreste quindi cambiare il nome del vostro file in base al lavoro per cui vi state candidando. Per esempio, se state rispondendo ad una ricerca “segretaria”, potete intitolare il CV in questo modo: “CV_Segretaria_2 anni esperienza”.; oppure “CV_Segretaria_inglese e francese”. 2. Corpo della mail: Siate sempre formali, ma senza eccedere nelle cerimonie. Mettete in risalto le vostre esperienze e le vostre competenze rispetto all’offerta per cui vi state candidando. Ricordatevi di utilizzare questo spazio per parlare della vostra professionalità e capacità, e per aggiungere cose che, magari, nel CV non trovano spazio o non potete mettere in risalto. Per esempio: “Spett.le Bianchi srl, con la presente desidero candidarmi all’offerta in oggetto “segretaria”. Per due anni ho svolto questa professione presso uno studio legale. Durante questo periodo, ho avuto modo di fare esperienza come segretaria e di migliorare le mie capacità e competenze in questo settore. Mi occupavo totalmente della gestione degli appuntamenti e dell’agenda dei miei

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responsabili, delle telefonate in entrata e in uscita, della gestione della clientela. Inoltre, in questo periodo ho seguito un corso di lingua inglese base e medio, per completare il mio profilo professionale. Altre informazioni utile e il dettaglio delle mie esperienze sono riportate nel CV allegato.” 3. Saluti e conclusioni: Concludete la vostra e-mail salutando in modo formale (anche qui, senza eccedere). Soprattutto, evitate di far trasparire eventuale “disperazione” o atteggiamenti in “preghiera”. 4. Lasciate il segno: Sapete qual è la cosa più importante? Cercare di colpire il selezionatore. Se riuscite a mettere in risalto il vostro nominativo e il vostro CV rispetto alle altre candidature, avrete quantomeno ottenuto tutta l’attenzione del recruiter. E il web vi offre una grande opportunità in questa direzione, specie se considerate che sono pochissime le e-mail giungono con link, video, portfolio, progetti e quant’altro possa mostrare il vostro talento, andando ben oltre un freddo e scontato CV europeo. In bocca al lupo.


In Breve

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Selfie

arcellona e novità tecnologiche: la migliore app dell’anno per i dispositivi mobili secondo il Mobile World Congress è CamMe, applicazione per gli autoscatti o ‘selfie’, che l’Oxford dictionary ha indicato come neologismo del 2013. Durante la manifestazione, gli esperti hanno attribuito all’Htc One, l’etichetta di miglior smartphone del 2013, surclassando così l’iPhone di Apple e il Galaxy di Samsung. L’iPad Air è invece il miglior tablet.

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Game

i 2200 app categorizzate “slot”, 19 (e crescono ogni giorno) hanno tag ‘per bambini’. ‘’Così si diffonde la ‘cultura’ dell’azzardo’’, ha commentato Simone Feder del movimento No-slot. Persino i jingle sono gli stessi ed imitano la cascata di soldi delle slot per adulti: peccato però che siano per bambini. E non accade solo sul web: sono tanti gli esercizi che accanto alle slot per adulti cominciano a mettere quelle per ragazzi.

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Social network

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Benessere

a Instagram a Twitter, mostrarci continuamente sui Social network cambia il modo in cui vediamo noi stessi. Secondo una ricerca fatta dai membri dell’American Academy of plastic and Reconstructive Surgery, è stato registrato un incremento del 10% in un anno delle richieste di piccoli ritocchi per il volto, soprattutto dagli under 30. “I social network - spiegano - hanno creato nuovi complessi estetici ed un occhio molto più severo verso la propria immagine”.

li anziani con carenza di vitamina D hanno difese immunitarie più deboli e un maggior livello di infiammazione nell’organismo, condizione quest’ultima intimamente legata al rischio cardiovascolare di un individuo. A rivelarlo, uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism da Mary Ward della University of Ulster a Coleraine (Irlanda). È la prima volta che si trova una connessione tra concentrazione sanguigna di vitamina D e livelli di infiammazione in un grande campione di anziani.

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Mente locale

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Cinema

ell’ambito della terza parte della rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi”, martedì 18 marzo, alle 20.30, presso il Cineporto di Bari è in programma un incontro con il regista Mirko Locatelli, a cui seguirà la proiezione del suo film del 2013, “I corpi estranei”. La rassegna, concentrata su undici registi del panorama cinematografico contemporaneo, tanto celebrati nei festival quanto misconosciuti e rimasti fuori dal mercato italiano, è un’occasione unica per conoscere approfonditamente il diversificato cinema di alcuni dei migliori autori in circolazione: da quelli contemplativi a quelli onirici, o contraddistinti da ispirazione teatrale.

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Incontri

ello store della Feltrinelli di Bari, imperdibile appuntamento per tutti i fan di Francesco Renga: giovedì 20 marzo, alle 18:30, il cantautore incontrerà i suoi supporter e firmerà le copie del suo ultimo album “Rempo reale”, alla cui realizzazione hanno collaborato Elisa, Kekko Silvestre, Roberto Casalino e Giuliano Sangiorgi. Le date dell’anteprima del suo tour: il 19 maggio all’Arcimboldi di Milano, il 21 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma

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Rassegna

cona di stile del XX secolo, Diana Vreeland non era una modella, né una stilista, ma una giornalista specializzata nel settore moda. In occasione della rassegna “Sguardi sulla moda”, giovedì 27 marzo alle 18, presso la Mediateca Regionale Pugliese di Bari, è in programma la proiezione di “Diana Vreeland. L’imperatrice della moda”, film del 2011 diretto da Lisa Immordino Vreeland: un ritratto scanzonato, leggero e colorato di una donna anticonformista che ha anticipato le tendenze del XX secolo.

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Poesia

n occasione della 14a Giornata Mondiale della Poesia e in concomitanza con l’equinozio di primavera, giovedì 20 marzo dalle 17 alle 24, Bari ospita la quarta edizione della rassegna “La poesia è luce nella notte”, una serata all’insegna della musica, della poesia e delle arti all’interno dell’Officina degli Esordi. La Giornata Mondiale della Poesia è stata istituita dall’ UNESCO nel 1999 e viene celebrata in tutto il mondo il 21 marzo come riconoscimento alla massima espressione di scrittura creativa a cui viene assegnato un valore ed un ruolo fondamentale per il dialogo interculturale e per la pace.

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Mostra

ell’ambito della rassegna Uno sguardo sul mondo, all’interno del Museo “Pino Pascali” di Polignano a Mare, sarà in mostra sino all’1 maggio la collettiva del gruppo di artisti americani The Still House Group (Isaac Brest, Nick Darmstaedter, Louis Eisner, Jack Greer, Alex Ito, Brendan Lynch, Dylan Lynch, Haley Mellin, Alex Perweiler, Zachary Susskind, Peter Sutherland e Augustus Thompson). La mostra è visitabile dal martedì alla domenica dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21.

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Teatro

egista e direttore artistico attento ed appassionato, acclamato e famoso in tutto il mondo, considerato ormai un mito vivente del teatro e della visual performing, Arturo Brachetti porta in scena il suo “Arturo Brachetti Show”, con un triplo appuntamento: venerdì 28 e domenica 29 marzo, alle ore 21; domenica 30 invece alle 18:30. Appuntamento al Teatro Team, per una serata all’insegna dell’umorismo, con risate e colori guidati dal maestro dello spettacolo.




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