Museo Novecento Novecento museonovecento.it museonovecento.it
Piazza Santa Maria Novella Novella 10, 10 50123 Firenze
n° Dicembre n°629- -Aprile 2018 2018
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Duel un progetto ideato da Sergio Risaliti
Ulla von Brandenburg Di un Sole Dorato
THE WALL 1968. DEADLINE GIUSEPPE BRION ETTORE COLLA KEES VAN DONGEN MARCEL DUCHAMP LUCIO FONTANA TSUGUHARU FOUJITA YURI GAGARIN ROBERT KENNEDY MARTIN LUTHER KING LEONCILLO MOSES LEVY PINO MASNATA GASTONE NOVELLI ERWIN PANOFSKY PINO PASCALI SALVATORE QUASIMODO HERBERT READ ROMANO ROMANELLI
Ulla von Brandenburg It Has a Golden Sun and an Elderly Grey Moon, 2017 Film super-16-mm, colour, sound, 22’ 25’’ courtesy the artist, Art : Concept, Paris, Pilar Corrias, London and Produzentengalerie Hamburg Photo: Martin Argyroglo
Nell’ambito del progetto Duel, accolto nelle sale espositive al piano terra, curatori ospiti sono chiamati a collaborare con artisti attivi sulla scena internazionale per realizzare interventi site-specific ispirati alla collezione del Museo. Il titolo del ciclo rimanda a un duello dialettico tra artisti contemporanei e il patrimonio civico museale. Duel viene inaugurato dalla prima mostra monografica in Italia diartistico Ulla von Brandenburg (Karlsruhe, 1974), a Progetto di cura di Lorenzo Bruni. In un percorso che si snoda in tre Matteo Coluccia installazioni e un collage, realizzate tra il 2009 e il 2016, A curapropone di un inedito dialogo con un dipinto di Felice l’artista Sergio Risaliti e Luca Casorati, Nudo giallo (1945), Scarlini individuato tra quelli della Collezione Alberto Della Ragione. La mostra inizia con le 20 dicembre 2018 - 28 marzo 2019
immagini in bianco e nero di Singspiel, video del 2009, per giungere, alla fine del percorso, al colore di It Has a Golden Sun and an Elderly Grey Moon, opera del 2016, proiettata all’interno della cappella sconsacrata del museo, piccolo gioiello di architettura religiosa, riservata alle installazioni artistiche contemporanee. Il nucleo centrale dell’esposizione è caratterizzato da una tenda-sipario di colore blu, Blue Curtain del 2015, da guardare e attraversare come un dipinto astratto. Le atmosfere magiche e sospese della pittura di Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) entrano in risonanza con le opere dell’artista. Il richiamo ai metodi e alle procedure del teatro e delle arti sceniche servono ad affrontare questioni sociali e storiche. Ulla
21 aprile - 21 giugno 2018 Il passaggio tra il 2018 e il 2019 viene accompagnato, nel Museo Novecento, da una riflessione sul 1968, inteso come spartiacque nella storia delle arti e della cultura contemporanea. Al centro del terzo appuntamento di The Wall, il 1968 è per eccellenza anno di cambiamenti e rivoluzioni, al ritmo di slogan che risuonano oggi nelle celebrazioni del suo cinquantesimo anniversario. Tutti si sintetizzano in frasi topiche, che hanno fatto la storia determinando nuovi atteggiamenti intellettuali e stili di vita, forme artistiche, condizionando la dialettica politica, lo scontro tra generazioni e poteri. Tra queste celebre è “l’immaginazione al potere”, cui si può affiancare “la bellezza è nella strada”, come voleva il Maggio francese, sempre pronto a creare mode e distruggerle, nello spazio di un attimo e un istante. Eppure in quell’anno i decessi hanno segnato specialmente il mondo dell’arte: il destino ha voluto che sparissero, quasi negli stessi mesi, Lucio Fontana e Pino Pascali, Gastone Novelli e Tsuguharu Foujita, Erwin Panofsky e Enrico Brion, senza scordare Kees van Dongen e il nume tutelare di ogni avanguardia novecentesca, Marcel Duchamp, che si spenge quando oramai l’arte concettuale e i ready made erano entrati di diritto nei musei di tutto il mondo. La compagine di artisti, poeti, committenti, studiosi, teorici, è varia e ognuno di loro ha lasciato un segno nel secolo breve. E allora è opportuno porre a fianco queste figure, e capire come i segnali lanciati dal mondo dei Fauves, dall’internazionale di Montmartre degli anni ‘20, fruttificassero in attitudini e comportamenti, mentre la ricerca iconologica sul Rinascimento pesava nel continente quanto e forse più degli sviluppi dell’Arte Povera. Tutto all’epoca doveva essere, o almeno sembrare, spontaneo nel gesto della performance, nelle dinamiche della Body Art, nella trasformazione dell’oggetto in concetto. Eppure, oggi, tutto si rivela sempre connesso a una ricerca complessa, stratificata, spesso con fonti sorprendenti e rimandi inconsueti tra Oriente e Occidente. La mirabile Tomba Brion di Carlo Scarpa inserisce un brivido nipponico nello scenario palladiano di Altivole, rivela di colpo la consonanza di forme che sembravano lontane. In quella continua, camaleontica necessità di verifica, che un’epoca fortemente iconica portava nel suo proprio DNA, la rivelazione è quella di una contiguità e oscillazione tra generazioni diverse, tra il mondo dei “giovani”, che agivano nei templi della giovinezza, come il Piper, e i “Matusa”, che portavano nel loro nome il destino di Matusalemme, vecchione maniaco, sospeso a una difesa a oltranza della propria vita. La politica, l’eros, il costume, la smania del vintage (a Londra apre nel 1967 il profetico negozio Granny Takes a Trip e i Rolling Stones si riforniscono di completi di velluto e uniformi militari), l’eros di Valentina di Crepax, la riflessione sulla rappresentazione che si origina negli studi profondi sulla prospettiva, le feste, le parrucche, il make-up, gli abiti di plastica, la superarchitettura, il design d’assalto, sono altrettanti elementi di un momento estremamente complesso, che sempre di più sembra difficile poter riassumere solo sotto il segno della politica. Strano immaginare che il ‘deadline’ coincida quell’anno sia perdell'arte il giovane von Brandenburg invita chi osserva a godere al Pascali, forse tra i più significativi esponenti di quella vitalità di là del suo tempo storico e a riflettere sulla sua dimenartistica che cambiò la storia dell’arte in Italia, schiantatosi sione Scegliendoe di dialogare con Casorati, inoltre, con lasociale. sua motocicletta l’anziano Moses Levy, ultima meriportadi la attenzione periodointra le dei duemacchiaguerre, moria unnostra fare arte che si eraalforgiato casa ioli e dei futuristi. La mostra ospiterà opere di autori caratterizzato dalla dittatura nazi-fascista, da centrali populidel illustrando l’oroscopo un anno molto smiNovecento, di vario genere e da una diffusa di paura dellache diversità ha cambiato, e che pure molte ha ripreso, manipolato, rivi(dinamiche che sembrano riproporsi anche oggi nel nostro sitato, adattato dalle tradizioni formali precedenti. Superata quotidiano). L’esposizione fuori è stata pensatarivoluzionaria, come una l’ideologia dell’azzeramento, dell’euforia rappresentazione in tre cosa atti in cui lomiscelando spettatorei due si ritrova sarà interessante vedere accade colori, della giovinezza quello della tra tarda cosa nasce adquelli interrogarsi su qualee sia il limite la età, realtà e la sua mescolando le carte i dati essere anagrafici, poiforme conrappresentazione, e d’identità, quali possano oggie le giungendo la prospettiva di chi un secolo lo aveva alle spalle rituali utilizzate per stabilire canali di condivisione tra (Kees van Dongen) e di chi invece (Pino Pascali) lo aveva dal’identità locale e l'altro da sé. vanti, ancora tutto da percorrere.