AMBIENTE
REFERENDUM
DIFESA CIVICA
CONSUMATORI
Piano del Traffico: c’è, ma non si vede.
Nuova legge elettorale: sbagliata e da rifare!
Una pesante denuncia: l’Amministrazione Sanges è inefficiente
Borsino della spesa: scopri dove risparmiare
domani liberi «La vera rivoluzione deve cominciare dentro di noi»
mensile di politica, cultura ed informazione su Trapani e dintorni. n. 1 - Novembre 2004 Euro 1,00
Un grande assente tra gli imputati: il Consiglio comunale di Trapani
DOMANI LIBERI Idee, opinioni, informazioni per conoscere, capire, crescere
Lettera 22 L’Opinione dell’Editore
--PROPRIETARIO ed EDITORE Associazione “Una Città per Tutti” Via G. Adragna, 107 - Trapani
La nostra Città non è libera. E’, da sempre, prigioniera. E’ prigioniera delle mafie d’ogni specie e di una certa oligarchia poli-
DIRETTORE RESPONSABILE Leonardo Fonte
tica, che la tengono al guinzaglio del ricatto, della dipendenza, del bisogno.
IDEA E COORDINAMENTO Natale Salvo
E’ prigioniera del lavoro, di quello che non c’è, e che costringe alla fuga al nord i nostri migliori figli e fratelli.
--DIREZIONE E REDAZIONE Via G. Adragna, 107 - Trapani Tel. 329-440.86.41 Fax 178-227.29.98 e-mail natskom@tin.it www.domaniliberi.it STAMPA Tipografia “Nuova Stampa” via Marino Torre, 213 - Trapani telefono 0923-23.425 --Registrazione Tribunale di Trapani al n. 297 del 13 ottobre 2004 La consegna delle copie d’obbligo, ai sensi degli artt. 1 e 9 L. 374/1939, è effettuata presso la Prefettura e la Procura della Repubblica di Trapani. Chiuso in tipografia il 25 ottobre 2004 Tiratura 1.000 copie --PARTECIPA AL PROGETTO: SOSTIENICI Inserisci la tua pubblicità sulle nostre pagine Sottoscrivi un abbonamento annuo 10,00 euro Tel. 329-440.86.41 Invia un tuo articolo o commento via email natskom@tin.it o, per posta, direttamente in redazione
E’ prigioniera dell’ignoranza, dei falsi dei, della corruzione e della disinformazione, che non le permettono di capire e di crescere. Ecco perchè nasce Domani Liberi. Una rivista che ha come finalità quella di contribuire a far crescere i Cittadini e la Città, attraverso lo scambio di idee ed opinioni e attraverso la diffusione di quelle informazioni e di quelle verità che altri negano o non vogliono far conoscere. Il nostro è un obiettivo ambizioso. Forse troppo. Probabilmente non ci riusciremo. Ci accontenteremmo, comunque, di mettere anche un solo “mattone” per questa crescita, di aprire anche solo uno squarcio nel muro del silenzio, della menzogna o della parzialità. Chissà, domani, nella nostra Città potremmo anche sfuggire dal guinzaglio ... ed essere Domani Liberi. Natale Salvo P.S. alla luce del recente arresto dell’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Trapani, Filippo Messina, qualche amico mi ha consigliato di cambiare il nome del periodico, aggiungendo un punto di domanda, ovvero “Domani Liberi?”
SYBENIA VIAGGI di Silvana D’Angelo
Via Vespri, 241 Valderice - Viale Regina Margherita, 7 Trapani
3 Oggi non è possibile fare il giornalista di denuncia Domani
L’opinione di Mariza D’Anna
“Il giornalista non è messo in grado di dire quello che vede, quello che sente, quello che scopre, di potere affermare ogni cosa con libertà.”
Mariza D’Anna
Liberi
Mauro Rostagno, ottenne l’iscrizione all'albo dei giornalisti solo dopo la sua morte avvenuta poco più di 16 anni fa, il 26 settembre 1988. Ne hanno ricordato la figura, l'esempio, i giovani della sinistra giovanile e dei girotondi per Marsala, in un partecipato incontro, avvenuto qualche settimana addietro al Complesso monumentale San Pietro. E' stata l'occasione anche per fare il punto sulla professione del giornalista oggi, sulla libertà di stampa. Ne ha parlato Mariza D'Anna, direttore della redazione di Trapani de La Sicilia e presidente dell'ordine dei giornalisti della provincia. Il quadro che ha disegnato risulta alquanto fosco. Nel 1988 Mauro Rostagno era un giornalista fortunato, fa capire Mariza D'Anna "L'informazione a Trapani e nella Provincia era molto diversa da quella che noi oggi possiamo riscontrare sul territorio. Molte cose sono cambiate, anche in peggio. Hanno riportato molto indietro la classe giornalistica, e forse anche la società. Ai tempi di Mauro Rostagno c'era la possibilità di fare questo giornalismo di denuncia. Lui aveva la possibilità di denunciare situazioni e fatti che accadevano sul territorio, quei fatti che vedevano la società imbrigliata dai poteri forti, dalla mafia." "La realtà di oggi, in questa Provincia, è molto diversa. Oggi i giornalisti che possono, dalla Sicilia, vanno via. Ma non vanno via non solo perchè non possono esprimere il loro pensiero, o perchè hanno messo il bavaglio, ma perchè non sono messi in grado di fare il loro mestiere. Il giornalista non è messo in grado di dire quello che vede, quello che sente, quello che scopre, di potere affermare ogni cosa con libertà. La difficoltà che si trova oggi sul territorio è derivante, soprattutto, da un sistema che consente, in
Sicilia, che emergano solo due giornali, La Sicilia ed il Giornale di Sicilia, e che detengono il monopolio." "Le voci che sono rimaste in questa terra sono pochissime e si vanno assottigliando sempre di più. E' importante, invece, la pluralità delle voci, che possano dire anche solo quello che succede quotidianamente nella nostra realtà. Questo ci manca. E ci manca profondamente. Perchè quasi tutte le realtà locali televisive ed editoriali sono state chiuse, o sono state messe in condizione di chiudere, o comunque non hanno resistito, in questo mercato che risponde ad altri principi, che sono i principi della pubblicità principe rispetto, invece, alla necessità di informare." "Oggi il panorama è desolante. Io sono fortunata di poter dire che lavoro, che ho un contratto di lavoro, che posso battermi per le cose che credo. Questa possibilità, per gli altri, è ridotta al lumicino. Per questo la gente non ha la possibilità di capire cosa realmente accade, perchè i segnali sono flebili, sempre meno. E questo rappresenta una grande povertà per il nostro territorio. Se vediamo quante televisioni locali sono rimaste a poter fare uno straccio di telegiornale, a poter fare un minimo di inchiesta, a poter affermare qualcosa che loro hanno visto, ci rendiamo conto che, rispetto ai tempi di Mauro Rostagno, oggi, di quello che c'era non è rimasto niente! E tutto questo impoverisce la nostra realtà." "Ecco perchè io chiedo un pò di clemenza per i giornalisti. E' vero che c'è pure il giornalista che chiude la porta a colui che vuole fare la denuncia, ma è pur vero che quei pochi giornalisti che sono rimasti il loro mestiere lo fanno e che ogni giorno si confrontano con questa realtà."
L’ALTRA VOCE Quanto affermato dalla collega Mariza D'Anna e' vero; tuttavia, ritengo che anche prima dell'impoverimento dei mezzi di comunicazione locali il cosiddetto giornalismo di denuncia nel trapanese si poteva contare sulle dita di una sola mano. E questo perche' non tutti gli operatori dell'informazione sono capaci di schierarsi dalla parte del lettore piuttosto che da quella del potente di turno. Non dobbiamo dimenticare l'esistenza di tv private e periodici locali che hanno avuto e forse hanno ancora, purtroppo, solo il compito di fare da cassa di risonanza per l'onorevole tizio ed il senatore caio, in barba alle norme in materia di par condicio e di ogni regola di professionalita'. Credo, pertanto, che sia necessario da parte di tutti noi giornalisti dimostrare, ogni giorno, innanzitutto, la nostra indipendenza. Gianfranco Criscenti - giornalista free-lance
4 Un grande assente tra gli imputati: il Consiglio comunale di Trapani Domani
L’opinione di Natale Salvo
“Mai scendere a patti con metodi clientelari che mortificano la coscienza dei cittadini ... Non è accettabile la logica del peso delle preferenze a tutti i costi”
Liberi
Il recente deposito delle 136 pagine di motivazione della sentenza, emessa dal tribunale di Trapani, in merito al processo a carico dell'exsindaco Nino Laudicina, di due ex-assessori, dell'ancora attuale segretario generale del comune, Antonio Galfano, fa emergere una nuova chiave di lettura del dimenticato “scandalo asili nido”.
indirizzo e di controllo politico – amministrativo del Comune”. Ma quale controllo aveva svolto tale Organo quando – sono le parole dell'ex-dirigente comunale Filippo Sparla e dell'ex-assessore Giacomo Candela - “la vicenda era sulle bocche di tutti ... tutte le parti politiche erano state interessate ed accontentate” per “tacitare attacchi politici ”.
Al banco degli imputati mancava qualcuno: mancava quella parte della classe politica che aveva partecipato alle logiche spartitorie clientelari, al centro del caso di corruzione ricostruito dal Tribunale, mancavano coloro che sapevano ma non avevano denunciato alcunché, mostrando evidenti sentimenti omertosi. Mancavano, cioè, diversi degli attuali consiglieri comunali.
Se era, in maniera evidente, sottesa la “finalità clientelare dell'individuazione della cooperativa Giustizia Sociale quale soggetto affidatario del servizio di funzionamento asili nido” dov'erano i consiglieri comunali? Lo dice la sentenza: molti erano impegnati a consegnare – all'assessore Toscano ed al presidente del consiglio Di Bono - le buste con le “segnalazioni” di nominativi per l'assunzione nella cooperativa!
”Giuro di adempiere le mie funzioni con scrupolo e coscienza nell’interesse del Comune in armonia agli interessi della Repubblica e della Regione”. E' questa la formula con la quale i consiglieri comunali vengono immessi nell'esercizio delle loro funzioni. Ecco di cosa sono colpevoli i consiglieri che si sono prestati al gioco dell'allora capogruppo consiliare del CCD, Mario Toscano: spergiuro!
Ecco perché l'assessore Salvatore Bonfiglio invitava – anche i consiglieri dell'opposizione di allora - a “non creare scalpore ... non alimentare polemiche”: erano stati assunti, nella cooperativa Giustizia Sociale, parenti stretti di assessori e consiglieri comunali! L’accusa fa riferimento anche alla figlia di un'impiegata del comune che intratteneva una relazione sentimentale con un allora dirigente comunale, alla moglie di un attuale capogruppo consiliare, alla fidanzata del figlio di un ex-assessore, ed infine alla cugina della moglie del sindaco Laudicina. Negli scorsi mesi il segretario provinciale dei DS, Gino Pagliano, ha dichiarato “Mai scendere a patti con metodi clientelari che mortificano la coscienza dei cittadini”.
Lo scorso 26 luglio il Tribunale di Trapani ha pubblicato le motivazioni della sentenza, di primo grado, di condanna a 21 mesi di reclusione, con la condizionale, dell’ex-sindaco di Trapani Nino Laudicina.
Paglino ha, quindi, ribadito che “si deve mettere alla porta chi sbaglia e si può e si deve eseguire una selezione accurata del personale politico a partire dalle candidature”.
RISORSE IN RETE: sul sito www.rifondazione-trapani.org è possibile scaricare il testo integrale della sentenza del processo Laudicina+3.
Condividiamo, infine, le parole di Gino Paglino “Non è accettabile la logica del peso delle preferenze a tutti i costi”. Quali scrupolo e coscienza: taluni consiglieri pensavano a tutelare gli interessi propri, della propria famiglia, e, al più, dei propri "amici elettori". Sottolinea l'art. 10 dello Statuto comunale di Trapani: “Il Consiglio Comunale è l’organo di
Questa “depurazione” è necessaria per concorrere a far crescere la cultura dei cittadini, per farla uscire dalla logica delle raccomandazioni e dei favori. Ma anche per rendere ancora credibili i Partiti.
5 Piano del Traffico: c’è, ma non si vede! Domani
L’appello di Legambiente
“Nessuno ha pensato nemmeno ad acquistare i cartelli necessari ad indicare i nuovi sensi di marcia previsti dal Piano del traffico.”
Liberi
I problemi relativi al traffico veicolare urbano ed alla carenza di posteggi, a Trapani, non sono presi in grande considerazione da molti nostri politici. A nessuna altra considerazione può giungere chiunque rilevi che a dodici anni (1992) dall’introduzione dell’obbligo, per i Comuni, di redigere un Piano del traffico, a tre (2001) dalla presentazione, da parte dei tecnici incaricati, del Progetto di Piano, a otto-sei mesi dalla necessaria approvazione dei rispettivi Piani da parte dei consigli comunali di Erice (febbraio 2004) e Trapani (aprile 2004), nessuna foglia - nei fatti - si sia mossa. Nessuna delle due Amministrazioni comunali, né quella Sanges, né quella Fazio, ha
auspicato Ufficio intercomunale (TrapaniErice) del traffico per lavorare in maniera economica e coordinata sulla viabilità urbana. Nessuno ha pensato nemmeno ad acquistare i cartelli necessari ad indicare i nuovi sensi di marcia previsti dal Piano del traffico. Ci si è fermati davanti a sterili dibattiti su interessi di singole strade (via Cesarò, striscie blu sì, strisce blu no; via Serisso, senso di marcia), ma dell’interesse generale non se ne è curato alcuno. E’ vero, l’interesse generale non vota. I singoli sì. Non resta che denunciare - a quei cittadini a cui, ancora, preme l’interesse generale - l’inerzia delle due Amministrazioni, quella di Trapani e quella di Erice. Non resta che invitare (con poche speranze di essere ascoltati) i sindaci di Erice e di Trapani a non “nascondersi” dietro i soliti proclami di ciò che faranno in futuro, ma a volare più in basso per realizzare quelle cose che obbligatoriamente sono tenuti a rendere operative.
Una giornata di ordinario caos.
Non resta che domandarsi come i consigli comunali dei due centri possano continuare ad accettare questo modo di (dis)Amministrare che, col disprezzo e coll’arroganza, omette di porre in essere ciò che, dopo tutto, nel bene e nel male, è stato deliberato dai due massimi organi di rappresentanza della Città. provveduto ad istituire l’Ufficio di Piano, servizio indispensabile a dare attuazione pratica, ed esecuzione, delle delibere consiliari. Né, tanto meno, si è costituito l’apposito
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Non resta che aspettare la risposta di Sanges e Fazio sul tempo che dovremo ancora aspettare per vedere attuato quel Piano del traffico che, sufficiente o meno, dopo dodici anni, c’è.
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6 Nuova legge elettorale: sbagliata e da rifare! Domani
L’opinione del Comitato referendario comunale.
Liberi
Dal 5 agosto la Sicilia ha una nuova legge elettorale, Ma, probabilmente, una legge che non sarà mai applicata. Doveva essere una legge che dettasse procedure condivise. Ma non lo è stato. Doveva essere una legge che allargasse la partecipazione dei cittadini alla politica, all’agone democratico. Ma non lo è stato.
“... da che mondo è mondo, la storia lo insegna, la mafia è stata sempre vicina al potere, e ha cercato collusione dentro il potere ... ”
Ora alcuni partiti, quelli più piccoli ed umili, quelli dispregiativamente chiamati “prefissi telefonici”, per le percentuali di consenso spesso conseguite nelle tornate elettorali, si sono assunti la responsabilità di denunciare la malefatta e di battersi - col mezzo del referendum - per la sua abrogazione. Si tratta di abrogare una legge approvata col voto favorevole di soli 49 deputati sui 90 componenti il parlamento regionale. Appena 3 voti in più del minimo richiesto. A favore solo il centro-destra. E non tutto. Un voto inaudito per una legge elettorale: sarebbe come se, in una partita di calcio, solo 12 giocatori stabilissero le regole che, poi, tutti i 22 atleti partecipanti, dovrebbero seguire per giocare. Un rappresentante della stessa maggioranza, la marsalese on. Eleonora Lo Curto (allora in Nuova Sicilia) aveva appena dichiarato “La democrazia rischia di uscire sconfitta da quest’aula, dove prevarrà la logica dei numeri. Questo è un concetto della democrazia come sistema di potere, piuttosto come sistema di ideali e valori”.
DOVE FIRMARE
Tra gli aspetti più “curiosi”, la legge ha previsto il “listino”. Otto deputati, “eletti” anche senza aver ottenuto neanche un voto, che andranno assegnati in “dote” (come “premio di maggioranza”) alla coalizione che vincerà le elezioni.
Per dare la possibilità, ai cittadini, di firmare la richiesta di referendum contro la legge ingiusta e liberticida, i tavoli del comitato refendario saranno, ogni sabato, dalle 10 alle 12,30, a Trapani, in Via Torrearsa, angolo Corso Vittorio Emanuele, mentre, la domenica mattina, nella stessa fascia oraria, in via G.B. Fardella - angolo via Tipa.
Il deputato catanese avv. Giovanni Ioppolo (Alleanza Nazionale) ha definito il listino “un obbrobbio giuridico, poichè il rapporto di rappresentanza tra il corpo elettorale e le istituzioni si interrompe”. Coloro che risulteranno eletti nel “listino” - continua il deputato - “non sono e non saranno rappresentanti del corpo elettorale, e quindi rappresentanti liberamen-
te scelti dal Popolo, ma liberamente scelti, semmai, dalle segreterie dei partiti”, il premio di maggioranza - conclude Ioppolo - andava “distribuito all’interno delle circoscrizioni provinciali”. Ma la nuova legge è soprattutto una legge che toglie e non dà. Toglie rappresentatività ai 350.000 elettori che, nel 2001, hanno votato per i partiti “minori”. La risicata maggioranza di centro-destra, in nome della lotta alla mafia (?) ha, infatti, previsto lo sbarramento del 5% che cancellerà partiti storici e nazionali (i comunisti, i verdi, i socialisti, per citarne solo alcuni) e li relegherà a forze extra-parlamentari. Avevo letto bene per contrastare la mafia! Perchè la mafia, secondo alcuni, potrebbe costituire una lista “fai da te” ed eleggere un proprio rappresentante. Facciamo rispondere ancora all’on. Lo Curto (mica ai comunisti!) “Da che mondo è mondo, la storia lo insegna, la mafia è stata sempre vicina al potere e ha cercato collusioni dentro il potere, non ha certo albergato nei partiti minori”. La nuova legge toglie (elezione diretta del Presidente, elezione contestuale di Presidente e Parlamento) ogni “potere” ai deputati. Bene puntualizza l’on. avv. Salvatore Raiti (Italia dei Valori) “L’attività di indirizzo politico non la possiamo fare, la sfiducia la maggioranza non la può fare perchè è legata allo scioglimento dell’intero Parlamento. L’attività di controllo la facciamo attraverso le mozioni, interrogazioni ed interpellanze che hanno risposta, quando ci va bene, dopo un anno, e nella maggioranza dei casi non c’è neanche la risposta”. Insomma il presidenzialismo rende il Premier quasi come un monarca che neanche si degna di rivolgere la parola ai suoi vassalli. Ma la legge non dà un voto segreto (si chiedeva lo spoglio per plesso scolastico e non per seggio), non dà un voto libero (si chiedeva la doppia scheda), non dà spazio alle donne (si chiedeva l’obbligo della pari partecipazione dei sessi nelle liste). Una legge da riscrivere, insomma, tutti insieme, stavolta, ma prima delle elezioni 2006.
7 Il Difensore Civico: i Consiglieri lo vedono come loro concorrente Domani
L’opinione di Natale Salvo
Liberi
Sono passati quattordici anni dall’approvazione della legge 8 Giugno 1990, n. 142 "Ordinamento delle province e dei comuni" che istituiva, su tutto il territorio nazionale, la figura del Difensore Civico. Una figura non obbligatoria, ma che il legislatore suggeriva di prevedere, nel proprio Statuto, alle Regioni, alle Province, ai Comuni italiani.
“Il Consigliere individua il proprio compito in quello di disbrigare le piccole faccende di bottega personale dei propri elettori”
Bice Pace, difensore civico di Marsala.
Cos'è il "Difensore Civico"? In poche parole è una specie di "mediatore" tra le esigenze del cittadino di avere risposte, in tempi e con modalità accettabili, alle proprie richieste di servizi o di informazioni, e la incapacità della Pubblica Amministrazione di darle. Gli stessi consiglieri comunali e provinciali della Provincia di Trapani hanno ritenuto che questo fosse un servizio utile dal momento che lo hanno inserito nei relativi statuti. Solo pochi Comuni, però, nella nostra provincia, dalla teoria sono passati alla pratica. Hanno nominato, cioè, il Difensore Civico: Erice, Marsala, Campobello di Mazara, Partanna, Petrosino. Perché tale evidente discrasia tra la previsio-
ne statutaria e l'effettiva attivazione del servizio? La risposta ci sembra semplice. Manca la volontà politica di realizzare questo servizio. Perché? Per rispondere dovremmo capire il ruolo che dovrebbe svolgere, e cosa svolge, nella realtà dei fatti, oggi, il Consigliere comunale. Ci ricorda la legge 142/1990 che "Il consiglio è l'organo di indirizzo e di controllo politicoamministrativo". Un ruolo che, spesso, non svolge più. Il Consiglio comunale, oggi, più che una sede di dibattito politico e di idee propositive, è diventato il luogo di ratifica di decisioni già prese altrove, nelle Giunte comunali, o nelle segreterie dei partiti che rappresentano la maggioranza consiliare. Il Consigliere, pertanto, spesso, individua il proprio compito in quello di disbrigare le piccole faccende di bottega personale dei propri elettori o dei potenziali elettori. L'Ufficio del Consigliere comunale, quindi, si trasforma in una semplice agenzia di disbrigo pratiche, dove i diritti dei cittadini diventano "favori" e dove il corrispettivo di questi "favori" è il voto. Nasce e si sviluppa, così, il fenomeno culturale del clientelismo. Ecco perché non c'è la volontà politica di giungere a nominare il Difensore Civico. Questo servizio sarebbe vista come un pericolo alla propria attività di raccolta di consenso elettorale. Proprio di recente i consiglieri comunali di Salemi, nel rifiutare di eleggere il difensore civico hanno affermato: “ci siamo noi a mediare le esigenze dei cittadini, è il nostro compito, il Difensore Civico non sarebbe altro che un ennesimo consigliere comunale, un nostro concorrente, insomma.” Ecco un altro motivo, quindi, per dare alle nostre città la figura del Difensore Civico: elevare il livello culturale della nostra società. Superare la cultura del favore, ed entrare nella cultura dei diritti, della legalità, e dei servizi.
8 Una pesante denuncia: l’amministrazione Sanges è inefficiente Domani
Intervista a Carlo Sammartano avvocato, difensore civico di Erice
Liberi
L'avvocato Carlo Sammartano è il Difensore Ccivico di Erice, il suo compito è quello di vigilare sul comportamento dei pubblici uffici, al fine di garantire la legalità ed il buon andamento dell'amministrazione. Anche quest'anno, come suo obbligo, peraltro, ha presentato la relazione annuale della sua attività. Noi - in esclusiva - l'abbiamo intervistato. Dalla sua relazione esce fuori un quadro piuttosto fosco dell'attività, forse sarebbe più corretto dire dell'inerzia, dell'Amministrazione Sanges. Avvocato, dall'inizio del suo mandato, lei si batte, in particolare, per la regolarizzazione delle antenne radio-televisive di Piano delle Forche, ad Erice Vetta. Ci spieghi i termini tecnici ed ambientali della questione. Occorre, inizialmente, segnalare l'inerzia dell'Amministrazione del sindaco Sanges nell'attivare i doverosi procedimenti di rimozione delle antenne radio-televisive abusivamente istallate in località Piano delle Forche, una zona, tra l'altro, sottoposta a vincolo ambientale. Entrando nel merito, la massiccia presenza delle antenne radio-televisive in Erice vetta comporta, tra l'altro, il serio rischio di pregiudicare la salute pubblica. Il 2 maggio 2002, infatti, l'ARPA Sicilia ha effettuato dei rilevamenti con i quali è stato appurato che presso il sito dell'Hotel Ermione il valore delle emissioni elettromagnetiche è superiore ai limiti previsti dal D.M. 381/98. Pure nelle rilevazioni del successivo 15 febbraio 2003, effettuate, questa volta, a cura dell'ARPA provinciale di Trapani, è stato confermato il preoccupante dato.
Carlo Sammartano
RISORSE IN RETE: nella sezione download del sito www.altratrapani.it è possibile scaricare i testi integrali delle relazioni annuali (2001, 2002 e 2003) presentate al Consiglio comunale di Erice dal Difensore civico.
Quali sono state le sue azioni volte alla soluzione della vicenda? Intanto, constatato il disinteresse dell'Amministrazione di centro-destra per la tematica, ho formalizzato un esposto alla Procura della Repubblica di Trapani, per verificare se siano configurabili ipotesi di reati urbanistici od altri illeciti aventi rilevanza penale, avuto riguardo della circostanza che le antenne sono poste su fondo facente parte del patrimonio disponibile comunale.
Quindi, lo scorso 6 aprile 2004, ho scritto all'Assessorato regionale Territorio ed Ambiente chiedendo l'attivazione dei procedimenti di riduzione in conformità. Il successivo 7 giugno l'Assessorato ha disposto l'istituzione di un tavolo tecnico per adottare i consequenziali provvedimenti. Per arrivare dove? Alcuni propongono di individuare un nuovo sito per le antenne. Io ritengo più credibile e semplice giungere a sostituire la selva di antenne con un unico pilone che abbatta l'inquinamento paesaggistico, e che rispetti le norme urbanistiche (licenza edilizia), fiscali (pagamento di un equo canone demaniale) ed ambientali (rispetto limiti emissioni elettromagnetiche). Cambiamo argomento. Lei si è occupato, altresì, di un grave caso di cattiva amministrazione, di sperpero di danaro pubblico, di violazione delle norme sui contratti d'appalto. Stiamo parlando della vicenda ENEL/SOLE, ovvero della manutenzione dell'illuminazione pubblica in assenza di un valido contratto d'appalto. Quali sono i termini della vicenda? A seguito di una mia indagine, ho appurato che l'Amministrazione comunale sostiene una spesa annua di circa 100.000 euro per tenere in perfetto stato di manutenzione 1.900 pali elettrici di proprietà comunale, mentre eroga a favore della società ENEL/SOLE l'esosa somma di circa 239.000 per assicurare l'efficienza di altri 2.000 impianti di proprietà Enel. La storia, però, va avanti da tempo ... Si, l'esosa spesa destinata alla manutenzione degli impianti ENEL viene erogata da circa vent'anni, in base ad una obsoleta convenzione stipulata il 28 settembre 1987, e che sarebbe tutt'oggi efficace in base ad una clausola di tacito rinnovo. Ma il problema, quindi, dove sta? Intanto, l'art. 6, secondo comma, della legge 537/93 vieta espressamente il rinnovo tacito dei contratti delle pubbliche amministrazioni
Domani
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Liberi
aventi per oggetto la fornitura di beni e servizi. E' evidente che con la definizione di un nuovo bando pubblico d'appalto il Comune potrebbe ottenere un prezzo più vantaggioso per la comunità. Poi c'è il problema di conoscere l'effettiva titolaretà della proprietà dei pali elettrici. Nel corso degli anni è aumentato il numero dei pali di asserita proprietà ENEL, quando, invece, è pacifico che la spesa per l'istallazione degli impianti sia sopportata per intero dal Comune, almeno negli ultimi dieci anni...
La zona individuata dal sindaco Sanges ove far sorgere l’isola ecologica di Erice era proprio di fronte una prestigiosa area.
Insomma sopportiamo una spesa esosa, per pali che già, forse, sono nostri da anni... Ma almeno l'ENEL fornisce un corrispettivo? Considerato lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la maggior parte dei pali elettrici, non pare che sia rispettato un rigoroso programma di manutenzione ordinaria...
AGGIORNAMENTI Dopo le dichiarazioni di Carlo Sammartano, il Sindaco di Erice si è fatto promotore di un primo incontro lo scorso 11 ottobre - tra le parti che hanno interessi sul tema delle antenne televisive di Erice. L’esito è stato, ancora, solo interlocutorio. Seguiranno sviluppi ? Ma in ogni caso la riunione serve a dimostrare quanto può essere determinante l’attività e le denunce di un buon Difensore Civico per “stimolare” le Amministrazioni e farle “aprire gli occhi”. Peccato che a Trapani, invece, i Consiglieri comunali non vogliano nominare questo “impiccione”.
Certo è assurdo che ci se ne accorga solo dopo vent'anni... Ma la sua azione ha ottenuto qualcosa? Dal 17 giugno 2004, il funzionario responsabile dell'ufficio tecnico comunale - a seguito dei rilievi da me segnalati - ha sospeso i pagamenti in favore dell'ENEL/SOLE, preso atto degli inadempimenti contrattuali della società SOLE, dei gravi "errori" nel censimento dei corpi illuminanti presenti nel territorio, della possibile inefficacia della citata convenzione del 1987. L'Amministrazione Sanges - purtroppo, notoriamente - lascia molto a desiderare. Il territorio comunale è particolarmente sporco, la raccolta differenziata dei rifiuti raggiunge percentuali irrisorie. In questo contesto il Comune ha probabilmente perso il finanziamento regionale per la costruzione di un'isola ecologica (C.C.R.).
Intanto occorre sottolineare come la raccolta differenziata dei rifiuti costituisca una opzione strategica fondamentale nella gestione integrata dei rifiuti che ispira il decreto legislativo n. 22/1997 (decreto Ronchi). Al fine di fronteggiare la situazione di emergenza determinatesi nella Regione Sicilia nel settore dello smaltimento dei rifiuti, ai Comuni era stato posto l'obbligo di dotarsi di Centri comunali per lo stoccaggio provvisorio dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Già lo scorso 27 febbraio 2001 la Regione aveva diffidato formalmente il Sindaco di Erice a predisporre, in tempi rapidi, i progetti esecutivi per la realizzazione dei C.C.R. senza, tuttavia, che la stessa fosse evasa. Appreso che il 24 giugno 2003 sarebbero scaduti i termini per accedere al finanziamento regionale, solo il successivo 3 luglio, l'Amministrazione Sanges deliberava (Del. n. 94) di localizzare l'area ove realizzare il Centro comunale di raccolta, individuandola in località San Cusumano - zona, peraltro, doveva già risultare evidente alla Giunta, ha ben altra vocazione che quella di realizzare un Centro di tale specie -. E solo il 19 settembre veniva presentato alla Regione il progetto esecutivo, del valore di 350.000 euro. Ma ... La procedura per l'accesso al finanziamento, tuttavia, non ha avuto esito fruttuoso poiché, con nota del 3 marzo 2004, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani esprimeva parere negativo, stante la valenza paesaggistica e turistica dell'area di cui al progetto. Ritardi della Giunta Sanges nella individuazione della localizzazione del Centro di raccolta, mancanza di previdenza nella sua individuazione, ritardi, da parte degli Uffici comunali, nella stesura dei progetti esecutivi, inerzia nel "seguire" la pratica, ed i cittadini perdono la possibilità di fruire di un utile servizio... Anch'io manifesto il mio disappunto per la lentezza dell'azione amministrativa. Ho pure provato a chiedere all'Amministrazione di verificare se non esistano proroghe per ottenere il finanziamento regionale, se è possibile localizzare una nuova area per la realizzazione del progetto già redatto ... ma, ad oggi, l'Amministrazione Sanges non ha dato alcun riscontro alla mia richiesta di informazioni. A questo punto ogni riflessione la lasciamo ai lettori ...
10 Nemici come prima Domani
l’opinione di Mimmo Scarcella
“... è indubbio che non è compito della Magistratura “sfiduciare” una classe dirigente, ma della Società attraverso il voto e l’impegno civile”
Liberi
La recente sentenza della Corte di Cassazione sul processo Andreotti, che ha confermato nella sostanza quella emessa dalla Corte di Appello di Palermo, ha “assolto” l’imputato dichiarando la non “perseguibilità” penale dello stesso (reati prescritti). Ha, quindi, riconfermato la piena commistione tra mafia e politica almeno sino al 1989. Quali sono state le reazioni dei più importanti mezzi d’informazione nazionali? A pieni titoli e con il massimo strombazzamento si è scritto: assoluzione per il Presidente Andreotti! I Giudici (comunisti) di Palermo sono stati smentiti dalla Cassazione! E così via… Si è continuato a diffondere il convincimento che il processo intentato contro il sette volte Presidente del Consiglio è stato una persecuzione personale e, peggio ancora, una persecuzione contro il vecchio sistema di potere della discioltasi D.C.. Si è cioè continuato a voler far credere che negli anni 1990 è iniziata un’offensiva della Magistratura contro il potere politico: Mani pulite, processo Andreotti, vari processi Berlusconi, Fininvest etc.etc.. Da qualche tempo cioè, attraverso un’accurata regia mediatica, la Magistratura è ritenuta, da alcune parti politiche, “strumentalizzata” dall’opposizione al fine di creare, attraverso le sentenze, sfiducia nella classe di Governo. Fermo restando che le sentenze perseguono reati comuni commessi e non iniziative politiche, è indubbio che non è compito della Magistratura “sfiduciare” una classe dirigente, ma della Società attraverso il voto e l’impegno civile. Le sentenze, come in questo caso, al più possono diventare occasione d’approfondimento ed esame dei fatti “oggettivi” emersi e documentati. Debbono essere elementi d’analisi per esaminare le “connivenze” emerse tra mafia/politica/finanza non solo dagli atti processuali, ma anche (per chi vive in Sicilia queste connivenze le riscontra giorno per giorno) per una valutazione a posteriori sull’evoluzione dell’organizzazione criminale mafiosa.
Codesta campagna politica e mediatica ha messo in crisi la stessa Società civile che ha difficoltà a parlare di mafia. Nel linguaggio comune ormai si parla genericamente di “criminalità alimentata in buona parte dagli immigrati ” ( sic!). Eppure la realtà attuale è ancora più dura e più inquinata del passato! I rapporti tra mafia e politica sono forse stati rescissi con l’omicidio Lima o con l’arresto di Riina? La mafia forse interessava solo il discioltosi partito della D.C.? Non esistono più rapporti con il potere politico, finanziario ed imprenditoriale? I recenti arresti ed avvisi di garanzia di deputati regionali (di destra e di sinistra), presidenti regionali, imprenditori operanti nel settore degli appalti, della sanità, del riciclaggio dei rifiuti, continuano ad essere provvedimenti frutto della smania persecutoria della Magistratura? Oppure “oggi c’è voglia di mafia. Gli uomini d’onore sono ricercati (non solo dalle forze dell’ordine N.d.R.) per fare carriera e trovare voti”, come ha recentemente dichiarato il Procuratore capo di Palermo Pietro Grasso, che aggiunge: “Bernardo Provenzano (latitante da oltre 30 anni N.d.R.) è l’artefice di questa nuova strategia post stragista, in cui cosa nostra è diventata più rassicurante e meno sanguinaria” Sul piano politico poi, vi è stato un rimescolamento delle carte. La mafia non è più allocata in uno o due schieramenti politici ben individuabili. Non ha più un rapporto episodico od organico con alcuni partiti politici istituzionali, ma è diventata in alcuni casi protagonista “diretta” piazzando alcuni uomini chiave alla direzione della cosa pubblica e del potere finanziario. La Mafia s.p.a. è diventata la prima azienda in Italia (più potente della Fininvest!). Che fare? Verrebbe voglia di dire: mi associo alla mafia. Ma noi, parafrasando il titolo di un recente libro di Francesco Forgione, rispondiamo: nemici come prima! E proseguiremo nei prossimi numeri ad approfondire l’analisi ed il sistema di potere nella nostra Provincia!
11 Sospesi i lavori di dragaggio al porto peschereccio Domani
La denuncia di Legambiente
“ ...stanno dimostrando svogliatezza, se non incapacità, sia ad individuare una discarica dove regolarmente smaltire i rifiuti provenienti dai lavori, sia a far riprendere i lavori stessi di escavazione.”
Piazza scalo d’alaggio a Trapani. I lavori di dragaggio sono fermi.
Liberi
Ancora bloccati i lavori per l'escavo dei fondali del Porto peschereccio. Nessuna Autorità è in grado di trovare una discarica dove smaltire regolarmente i rifiuti prodotti dall'escavatore. Si prospetta la cessazione definitiva dei lavori. Ma incombe la Vouitton Cup. L'opera potrebbe essere indispensabile per ospitare yacht e velieri. I lavori di scavo dei fondali del porto peschereccio di Trapani sono fermi da prima dell’estate, da quando noi denunciammo alla Procura della Repubblica, nell’aprile 2004, le irregolarità nel trattamento e nello smaltimento della rilevante quantità di rifiuti che la società Acquamar accumulava – sia pure, sembrerebbe accertato, con l’autorizzazione dell’Autorità Portuale e della Direzione Lavori del Genio Civile – sulle banchine e nei pressi della Piazza Scalo d’Alaggio. La nostra denuncia, allora, – presentata anche nell’interesse dei cittadini e dei commercianti del quartiere – ottenne la sollecita bonifica dell’area prossima a P i a z z a S c a l o d’Alaggio, mentre, tuttavia, ancora sulle banchine restano centinaia di metri cubi di accumuli di fanghi, batterie esauste, bidoni con residui d’olio, copertoni, reti, cordame, senza che nessuna Autorità “veda” nulla. La denuncia del Movimento “Una Città per tutti” – Legambiente Trapani non era, di certo, volta al blocco degli opportuni lavori di scavo del Porto peschereccio, ma a far rilevare il pressapochismo con cui certi Enti gestiscono i lavori pubblici. La nostra denun-
cia voleva, quindi, imporre, agli Amministratori di tali Enti, il rispetto delle vigenti leggi in materia di smaltimento rifiuti, poiché le Pubbliche Amministrazioni non sono, e non devono essere, al di sopra della Legge. Oggi, tuttavia, non possiamo evitare di fare una nuova denuncia. I politici locali, da Giulia Adamo, Presidente della Provincia, Ente appaltante dei lavori di escavo del fondale del Porto peschereccio, a Girolamo Fazio, sindaco di quel Comune sul cui territorio ancora insistono accumuli illegali di rifiuti, stanno dimostrando svogliatezza, se non incapacità, sia ad individuare una discarica dove regolarmente smaltire i rifiuti provenienti dai lavori, sia a far riprendere i lavori stessi di escavazione. A nulla è servita – in tal senso – la nuova ennesima conferenza dei servizi promossa, con estrema buona volontà, dal Prefetto di Trapani e svoltasi lo scorso 30 agosto. Tutti gli Enti che dovrebbero essere interessati continuano a fare lo scaricabarile, col risultato che i lavori non procedono. E non procedono benché il Sindaco del capoluogo abbia individuato proprio nel Porto peschereccio il luogo ideale per – in occasione della manifestazione velica dell’ottobre 2005 – ospitare yacht e velieri che, a centinaia, giungeranno a Trapani, da tutto il mondo, per seguire l’eccezionale evento. Tuttavia c’è da chiedersi – ma il sindaco Fazio se lo chiede? – come tale struttura potrà permettere l’ormeggio di tali natanti se i lavori di escavo dei fondali dovessero continuare a non procedere? Quale immagine la Città di Trapani potrebbe crearsi, presso la platea internazionale, qualora un qualche veliero dovesse rimanere incagliato tra i fanghi sotto le banchine ove ancora non si è provveduto all’adeguamento dei fondali? E' indispensabile, pertanto, che la Provincia di Trapani, il Sindaco e, soprattutto, il Prefetto, si attivino – sin da subito – per il completamento – come da disciplinare d’appalto – dei lavori di escavo dei fondali del Porto peschereccio, ovviamente, nel rispetto assoluto delle norme di legge sullo smaltimento dei rifiuti.
12 Le “isole” della discordia: la storia di un calvario Domani
Ricostruzione di Vito Fiorino
“...dopo aver speso più di 2.000.000 di euro per avere in città tre Centri comunali di raccolta rifiuti differenziati, di tali Centri non nè resterà più nulla. Complimenti! ”
L’isola ecologica in costruzione sulla Litoranea Nord di Trapani
Liberi
La storia delle isole ecologiche di Trapani inizia il 22 marzo del 2000 quando l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente comunica che è obbligatorio per i comuni dotarsi dei Centri comunali di raccolta. I tecnici incaricati dall’Amministrazione Laudicina individuano sulla Litoranea nord (pressi rione Cappuccinelli), in via 64 (traversa di via villa Rosina) e nella zona di Piazzale Ilio (a fianco l'Ufficio delle entrate) quelle aree, pubbliche e “baricentriche”, così come richiesto dalla legge, idonee a dare esecuzione al progetto. Il Commissario straordinario del Comune, subentrato al Sindaco nel frattempo dimessosi, il 14 novembre 2001 approva il quadro economico del progetto che ammonta a 2.125.694,89 euro, di cui la parte più sostanziosa (1.885.067,69 euro) verrà erogata dalla Regione. Il 14 ottobre 2002, in Consiglio Comunale viene presentato un O.d.G., dai Consiglieri Barbara (Forza Italia), Di Bono (Nuova Sicilia), Carpinteri e Ricciardi (Udc) e Daidone (Ds), relativo a: “Allocazione isole ecologiche”. Ma non viene discusso. La Giunta Fazio prosegue il suo cammino amministrativo sul "progetto Isole Ecologiche", espleta la gara d’appalto ed il 4 novembre 2002 avviene la consegna dei lavori all’impresa che se li è aggiudicati. Dieci giorni dopo inizia il calvario.
L'assessore comunale all’ecologia, ing. Gioacchino Indelicato, il 14 novembre 2002 scrive al progettista chiedendo di ridimesionare il centro di raccolta di Piazzale Ilio in previsione della realizzazione di un mercato rionale, nello stesso luogo. Iniziano invece i lavori alla Litoranea e in via 64. Tuttavia, in questo ultimo caso, i lavori vengono ben presto contestati dal consiglierie comunale Vito Mannina (Nuova Sicilia) e da Livio Daidone (segretario provinciale del PRI). Quest'ultimo paragona i Centri comunali di raccolta a “una sorta di discarica per l'emergenza rifiuti” paventando nel suo intervento, “un accrescimento dei disagi” per la popolazione. C’era un nesso tra il residence “La Zagara”, allora in costruzione, proprio a fianco l'area prevista per l'opera pubblica, e la contestazioni avverso la realizzazione della stessa Isola Ecologica? Per i proprietari del residence e per il costruttore, le società “Valderice costruzioni s.rl.” e “Inerti e Bitumasi s.r.l.”, la costruzione di un Centro comunale di raccolta poteva significare un deprezzamento del valore degli appartamenti? Il sindaco Fazio, richiamato dal Consiglio che unanimemente, il 20 gennaio 2003, “bocciate” l'isola ecologica, prima sospende i lavori
Domani
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Liberi
per 30 giorni e dopo, nonostante la Regione respinga la sua proposta di individuare altri siti per la relativa costruzione decide di abbandonare i lavori in via 64. Il tutto smentendo anche se stesso: con lettera del 4 febbraio (prot. 1156/GAB), aveva affermato che nel caso di risposta negativa della Regione avrebbe proseguito i lavori, aggiungendo “Sarà mia responsabilità se, usufruendo degli strumenti consentiti dalle leggi, non venissi incontro alle esigenze dei cittadini. Sarà mia responsabilità, però, se, venedo incontro solo alle esigenze dei cittadini, la Città perdesse un finanziamento di opere previste per legge e certamente determinanti per uno sviluppo eco-sostenibile del territorio”. Intanto, il 6 ottobre 2003, si sveglia il consigliere Giovanni De Santis (Margherita), il quale, solo ora, si rende conto che anche l’isola ecologica sulla Litoranea nord è inoppor-
tuna. De Santis mette in moto la gran cassa dei mass media riuscendo a creare un movimento d’opinione avverso alle stesse. Con l'aiuto dei mezzi d'informazione è facile convincere la gente del sillogismo Centro comunale di raccolta uguale discarica. Il problema è che non convince solo la gente ma anche il sindaco Fazio. Nasce, quindi, il 14 marzo 2004, un progetto di recupero urbanistico per il quartiere di Cappuccinelli (Contratto di Quartiere II) all’interno del quale anche la terza isola ecologica (quella della Litoranea) “sparisce” per essere sostituita un più rigoglioso parcheggio per auto. Se tale nuovo progetto andrà a buon fine, dopo aver speso più di 2.000.000 di euro per avere in città tre Centri comunali di raccolta rifiuti differenziati, di tali Centri non ne resterà più nulla. Complimenti!
CHIARIAMOCI LE IDEE ... I Centri comunali di raccolta non sono discariche ma aree recintate, aperte al pubblico solo in orari prefissati, e sotto presidio di personale, adibite allo stoccaggio temporaneo di materiali provenienti dalla raccolta differenziata, conferiti sia da utenze domestiche e sia da utenze commerciali. Sono obbligatorie per legge in quanto previste dall'art. 39 del D.Lgs. 22/1997 il quale prevede che "La pubblica amministrazione deve organizzare sistemi adeguati di raccolta differenziata in modo da permettere al consumatore di conferire al servizio pubblico rifiuti di imballaggio selezionati dai rifiuti domestici e da altri tipi di rifiuti di imballaggi." Esse devono essere baricentriche, il
che vuol anche dire che devono trovarsi in città! Rappresentano un mezzo attraverso cui raggiungere l'obiettivo previsto dal Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, dove, all'art. 24, si afferma che "in ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alla percentuale minime del 35% di rifiuti prodotti". All'interno di essa vengono raccolti: 1) materiale verde (potature); 2) materiale secco da raccolta differenziata (carta, vetro, plastica, alluminio, legno, stracci); 3) RUP (pile, farmaci, toner); 4) rifiuti ingombranti e beni durevoli (elettrodomestici, televisioni, computer, mobili);
5) inerte proveniente da piccole demolizioni (massimo un metrocubo per conferimento); 6) batterie auto ed olii esausti. ******** A Valderice, già dal 2000, l'amministrazione di sinistra guidata da Giacomo Tranchida ha iniziato un interessante esperimento per il riconoscimento, ai cittadini che apportano i rifiuti differenziati ai Centri Comunali di Raccolta, di un buono facente riferimento alla quantità ed alla qualità apportata, ed il cui valore viene decurtato dalla tariffa dei rifiuti del singolo conferitore. Il valore del buono attribuito ai cittadini, è pari a quattro volte quanto riconosciuto ai Comuni dai Consorzi per il riciclaggio dei rifiuti.
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14 Caletta San Liberale: una vittoria dell’amore Domani
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Liberi
Prima vi era una vecchia cava di marmo, dalla quale, ci raccontano, è stato ricavato l’antico basolato che lastricava le strade di Trapani, ma anche le colonne del Teatro Garibaldi e la scalinata della Reggia di Caserta. Poi divenne una discarica pubblica abusiva di sfabbricidi. Oggi, con l’amorevole impegno di un gruppo di cittadini che, da sei anni, la custodiscono gelosamente e continuano ad investirvi sudore per valorizzarla, è uno dei posti più affascinanti di Trapani. Parliamo della Caletta di San Liberale, una spiaggetta che costeggia la via Torre di Ligny. Salvatore, il marittimo in pensione, Peppe, il barbiere, Salvatore, il disoccupato con una sola mano abile. Sono tre delle decine di volontari che hanno trasformato, senza richiedere alcun contributo pubblico, un’area demaniale addandonata in un “esperimento” di centro sociale all’aperto, un luogo di incontro, per tutti gli abitanti del quartiere.
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Vi hanno collocato muretti a secco e panche in legno, vi hanno creato un piccolo giardino, portandovi la terra - grazie al sostegno di un floricoltore - e tante piante grasse. Peppe, il barbiere, ma anche l’artista del gruppo, l’intagliatore del tufo, vi ha pure collocato alcune sue caratteristiche sculture. Tutti insieme curano giornalmente la pulizia e la vigilanza.
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La caletta, rappresenta un bell’esempio di come, non occorra il controllo o il contributo dell’Amministrazione per mantenere pulita e per arricchire la propria Città. Basta solo l’amore.
15 Osservatorio dei prezzi: scopri dove risparmiare! Domani
Questo mese analizziamo i prezzi al dettaglio in quattro grandi supermercati cittadini. Al solo fine di raggiungere una omogeneità dei dati si è reso necessario considerare un “paniere” di prodotti “di marca”, poichè gli stessi possono essere trovati sui banchi di tutti, o quasi, i negozi “visitati”. Pertanto l’indicazione del prodotto non vuole assolutamente essere un invito all’acquisto dello stesso o una pubblicità. Il nostro “esperimento” non vuole avere alcuna pretesa scientifica, vuole solo “aiutare” i consumatori a orientarsi nella selva di offerte. Dallo specchietto risulta evidente la presenza di “forbici” di anche il 50% per lo stesso prodotto. I prezzi indicati non tengono conto di eventuali “offerte” valide solo per un limitato periodo di tempo. E’ evidente che, quando queste “offerte” comprendono ampie categorie dei beni di effettiva prima necessità, e ciò non sempre avviene, il quadro indicato risulta stravolto. Si invitano i consumatori a prestare estrema attenzione anche ai “primiprezzi”, che saranno esaminati in altra occasione. (rilevazioni del 23 ottobre 2004)
Liberi
Supermercati di Erice/Trapani
SISA
COOP
CONVE’
Mad. Fatima Cesarò
della Pace
Archi
Latte Granarolo parz. screm. litri 1
0,89
0,99
0,84
0,85
Cacao Nesquik Plus g. 500
3,15
2,80
2,67
3,50*
Caffè Zicaffè gustosa g. 250 x 2
2,95
2,98
3,09
3,45
Pasta Barilla kg. 1
0,98
0,97
0,98
1,03
Passata pomodoro Pummarò star g.700
0,75
0,90
0,92
0,75
Tonno Rio Mare Star 3,18 g. 160 x 2
3,22
2,92
2,85
Confettura marmel. Zuegg g. 400
1,42
1,80
1,95
n.d.
Provola Auricchio piccante conf.g. 200
3,05
3,54
4,61*
n.d.
SMA
(*2 x 250 g.)
(*300 g.)
Formaggini Susanna 1,39 conf. g. 160
1,60
1,29
1,35
Banane Chiquita kg. 1
1,30
1,95
n.d.
1,59
Acqua Ferrarelle bottiglia l. 1,5
0,57
0,45
0,45
0,54
Birra Moretti conf. 330 cl. x 3
1,78
1,75
1,73
1,78
Detersivo Piatti l.1,1 Nelsen marsiglia
1,60*
1,43
1,52
1,25
Detersivo Lavatrice 6,30 Ava kg.2,62 (27 mis)
n.d.
6,94
4,95
Pannolini Pampers conf. 48 pann. (m.5)
16,84
17,49
15,60*
(escl.promo)
17,30
(*normalizz.)
FILLEA-CGIL il sindacato degli edili trapanesi per il rispetto dei contratti, per il rispetto della sicurezza sul luogo di lavoro, contro il lavoro nero
Via Garibaldi, 77 Trapani - tel. 0923-29.777 - 0923-28.377
16 Fazio: “parola” di Sindaco, viaggio tra le promesse e la realtà Domani
Ecco alcune delle promesse contenute nel programma pre-elettorale dell’allora candidato-sindaco di Trapani Girolamo Fazio
Liberi
Questo il Per questo, a Sindaco lo ha distanza di tre già fatto anni, aspettiamo ancora
Note
Sarà potenziato il servizio di cattura dei cani, ricorrendo anche alla convenzione con associazioni protezionistiche o animaliste.
Impegno mantenuto, indubbiamente. Sui risultati il giudizio è dei cittadini.
Consentire la collocazione di almeno altri due passaggi a livello: tra la via Marsala e la via Virgilio e tra via Virgilio e la via Vespri.
Il secondo passaggio a livello sulla Via Marsala, dopo vari annunci, è “saltato”. Dal 2 luglio 2004 è stato aperto quello in via Vespri.
Obiettivo primario ed inderogabile è l’approvazione del nuovo piano regolatore della città dopo la sua rielaborazione.
Nonostante l’impegno, difficilmente il Sindaco regalerà il PRG alla Città. Il Piano si trova - chissà per quanto ancora - all’esame del Genio Civile.
Impegno immediato deve essere riservato alle molte opere pubbliche incompiute o abbandonate dopo la ultimazione dei lavori.
Recuperato il parcheggio dietro Piazza Ilio, ma non vi ha ancora trasferito il capolinea dei bus extraurbani. Molta la “carne al fuoco”.
Introduzione incentivi tariffari per i cittadini che collaborano all’attuazione della differenziazione dei rifiuti. Installare in tutte le isole verdi giochi per i bambini o creare occasioni di incontro e svago per anziani.
Prima sarebbe necessario aprire alla fruibilità dei cittadini tutte le isole verdi (viale Marche, viale Umbria, giardino d’inverno).
Creazione di piste ciclabili all’interno della città che potranno essere adeguatamente utilizzate dagli utenti per le loro esigenze di mobilità.
Non parlate di piste ciclabili al Sindaco, ci rimane male. E dire che è/era un ciclo-amatore.
Adottare anche a Trapani corsie preferenziali per i bus o perfino strade riservate alla loro esclusiva circolazione.
Qua la colpa è della sua maggioranza consiliare che ha bocciato le corsie preferziali pure previste nel Piano Traffico. Lui, però, ha taciuto.
Per rione Palma sono indispensabili e possibili interventi di recupero degli spazi pubblici lasciati in stato di abbandono tra i caseggiati. Non si ritiene che le strade cittadine possano continuare ad essere tappezzate da veicoli in sosta in modo del tutto disordinato.
Invece lo sono, l’esempio più clamoroso è la sosta (in zona rimoziane) a fianco la Posta centrale, proprio a due passi dal Municipio.
Una piccola precisazione, per non sembrare troppo severi. Il Sindaco del nostro capoluogo ha promesso tante altre cose ed alcune altre le ha pure mantenute. Noi - nella scelta delle “promesse” sotto valutazione - ci siamo più soffermati sui temi più interessanti la linea del giornale, ovvero tutela dell’ambiente e la vivibilità. RISORSE IN RETE Il programma integrale è, comunque, reperibile all’indirizzo: http://space.cinet.it/cinetclub/aircamp/index.htm