N 28 la voce indipendente del febbraio 2007

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Febbraio 2007 - E. 1,00

mensile d’informazione politica trapanese

Anno III - Numero 1

MOBILITA’

ERICE

PRG

TRAPANI

VITTIME SENZA COLPEVOLI?

QUELLE ANTENNE DI NESSUNO

ANCHE I RICCHI PIANGANO

IL BUSINESS DEL FIDO COMPAGNO

TRAPANI: 526 ABORTI NEL 2006 Fondato e Diretto da NATALE SALVO


GRAZIE DINO La Voce Indipendente (già Domani Liberi), entra, con questo numero oggi in edicola, nel suo III anno di vita, essendo uscito, la prima volta, nel novembre 2004. E’ vero, nel 2006, siamo usciti a singhiozzo: l’intera stampa locale sopravvive non per le vendite in edicola ma solo per la raccolta pubblicitaria o grazie ai padrini politici. E le due cose, spesso, sono legate. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, la paghiamo, ma senza rimpianti: ci sta bene d’essere “La Voce” scomoda di Trapani. Abbiamo, tuttavia, ragione di credere che questo 2007 permetta, invece, alla nostra rivista, d’assumere una periodicità più regolare. Oltre alla veste grafica leggermente rinnovata, questo numero porta un’importante novità: con l’ottenimento, lo scorso 25 gennaio 2007, dell’iscrizione all’albo dei giornalisti - elenco dei pubblicisti, rilevo la direzione de “La Voce Indipendente”. Un doveroso ringraziamento, comunque, va a chi mi ha preceduto, Leonardo Fonte che ha permesso, con la sua disponibilità alla direzione ufficiale del periodico, la nascita di questa esperienza editoriale. Natale Salvo

LA VOCE INDIPENDENTE Pubblicazione mensile Febbraio 2007 Anno III - N. 1 Registrazione Tribunale di Trapani n. 297 del 13 ottobre 2004 PROPRIETARIO ED EDITORE Assoc. “UNA CITTÀ PER TUTTI” DIREZIONE, REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Via G. Adragna, 107 - Trapani Tel. 388-114.57.41 Fax 178-227.29.98 e-mail: salvo.natale@tiscali.it DIRETTORE RESPONSABILE Natale SALVO HANNO COLLABORATO Francesco Paolo D’AMICO Francesco GENOVESE Paolo GIAMBINO Vito FIORINO Gaspare MALTESE Vito Maria MANCUSO Rino MARINO Paolo SALONE Carlo SAMMARTANO Mimmo SCARCELLA TRAPANI.BLOGSPOT.COM GRAFICA ED IMPAGINAZIONE Natale SALVO FOTOGRAFIE Natale SALVO e Vito FIORINO SEGRETERIA Rita LO SCIUTO STAMPA “Grafiche Leo” Via G. De Luca, 20/26 - Trapani Tel. 0923-555.741 ABBONAMENTO 10 NUMERI Ordinario Euro 10,00 Sostenitore Euro 50,00 Gli abbonomenti vanno sottoscritti esclusivamente tramite versamento sul c/c/p n. 58896754 intestato: “Una Città per Tutti” Via Adragna, 107 - Trapani. Chiuso in Redazione il 20.02.2007 IVA assolta dall’Editore


SOCIETA’

Gli aborti in aumento del 10%, in La strada maestra, per il medico, è non controtendenza al dato nazionale quella proibizionista ma quella di «attuare

TRAPANI: 526 ABORTI NEL 2006

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Natale Salvo

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ono state 526, nel trascorso anno 2006, le IVG (interruzioni volontarie della gravidanza) praticate presso le due strutture abilitate di Trapani: l'Ospedale S. Antonio Abate e la Clinica S. Anna. Un dato, di certo, non totalmente assegnabile alle famiglie trapanesi, poiché presso le due strutture giungono donne provenienti anche da altri centri della provincia e della regione, o, addirittura da altre nazioni (rumene). Un dato che consente, tuttavia, raffrontandolo alle statistiche nazionali, di offrire un’interessante punto di partenza per un’analisi. A Trapani gli aborti aumentano del 10% (raffronto 2006-22005) mentre in Italia la tendenza è al ribasso (secondo i dati dell’ultima “Relazione sull'attuazione della legge” presentata al Parlamento lo scorso 21 settembre: 129.588 IVG nel 2005, in calo del 6,2% rispetto al 2004 e del 44,8% rispetto ai 234.801 casi del 1982). Non desideriamo assolutamente criminalizzare un istituto, o una legge, la 194/78, che ha consentito alle donne che desiderano interrompere la gravidanza di fare una scelta «senza il peso della clandestinità, con il minimo rischio per la loro salute, la possibilità di essere assistite da un medico, l'ostretica e l'anestesista, di potersi ricoverare per uno o due giorni e, dato importante, con ampie garanzie di segretezza e senza dover spendere un soldo». Aggiunge, in proposito, il dott. Salvatore Pollina, ginecologo, «la procreazione dei figli deve essere un atto libero, non un evento affidato al caso e tanto meno una concessione per assicurarsi un privilegio di una unione sessuale; qualunque deviazione da questa regola di libertà comporta una reazione psicologica sfavorevole all'armonia dell'unione sessuale e dell'ambiente familiare». La strada maestra, per il medico, è, quindi, non quella proibizionista ma quella di «attuare una valida contraccezione per ridurre sempre di più il numero delle interruzioni volontarie di gravidanze, che se da un lato liberano la donna di un problema che in quel momento è importantissi-

una valida contraccezione per ridurre sempre di più il numero delle interruzioni volontarie di gravidanze».

mo da risolvere, dall'altro lasciano il segno per tutta la vita di un rimorso di aver fatto qualcosa che non doveva succedere». Dello stesso avviso è il ministro della sanità Livia Turco, per la quale la consistente riduzione degli aborti praticati, dal 1982 ad oggi, è prova evidente «dell'assunzione dell'aborto come estrema ratio e non come scelta dell'elezione» e che «la prevenzione del ricorso all'aborto si può esplicare con i programmi di informazione ed educazione sessuale tra gli/le adolescenti nelle scuole; con appositi colloqui con membri di una equipé professionalmente qualificati al momento della richiesta di IVG [al S. Antonio, tali colloqui con l'assistente sociale hanno comportato, dal 2002 ad oggi, 86 rinunce all'aborto, NdR], ed analizzando le condizio-

Anno

Ospedale C l i n i c a S.Antonio S . A n n a

Totale

2006

169

357

526

2005

197

280

477

2004

237

276

513

2003

267

235

502

2002

231

124

355

ni del fallimento del metodo impiegato per evitare la gravidanza e promuovere una migliore competenza». Una prevenzione, tuttavia, che, a Trapani, sembra mostrare delle crepe. L’educazione al rapporto sessuale ed alla contraccezione nelle scuole, anche medie inferiori, è ancora un tabù, come un pessimo retaggio culturale è rappresentato dalla pubblica condanna per le donne in gravidanza pre-m matrimoniale. La conferma viene dai dati nazionali ufficiali da dove si evidenzia che il 46,1% delle donne che ricorrono all’aborto sono nubili ed l’8,1% hanno meno di 20 anni. (CONTINUA - 1)


Bilancio d’un anno: M O B I L I T A ’ I morti sulle strade in aumento

VITTIME SENZA COLPEVOLI?

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Natale Salvo

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‘articolo finisce sempre così «gli agenti intervenuti sono impegnati ora a ricostruire l'esatta dinamica e ad accertare le eventuali responsabilità». Per quanto tempo ancora il cronista dovrà continuare, a Trapani, a riempire pagine per raccontare le storie, drammatiche, di uomini morti, di famiglie distrutte, di familiari affranti? Solo nel 2006, sei morti. E le solite frasi di circostanza scritte dal cronista. «Il corpo senza vita di un uomo riverso - bocconi – sull'asfalto ... la macchina lo ha centrato in pieno, trascinandolo per una ventina di metri». «Hanno cercato di strapparlo alla morte ma il suo cuore ha smesso di battere». «Natale sporco di sangue ... due mezzi si sono ridotti ad un ammasso di ferraglia». «Doveva essere una giornata all'insegna dell'allegria ...a nulla sono serviti i disperati tentativi dei medici». «E' deceduto dopo una lenta agonia. La moglie ha autorizzato l'espianto degli organi. Oggi la coppia avrebbe festeggiato il quinto anno di matrimonio. L'asfalto-killer ha mietuto un'altra vittima». Eppure il “Programma d'azione europeo per la sicurezza stradale (2003-22010)” prevede, tra l'altro, per contribuire sensibilmente a ridurre la frequenza e la gravità degli incidenti, il miglioramento delle infrastrutture stradali, con l'identificazione e l'eliminazione dei punti pericolosi. L'obiettivo finale è quello di «ridurre di almeno il 50% il tasso dei decessi entro il 2010». Un obiettivo lontano se si pensa che il dato 2003, a Trapani, è rappresentato da 4 morti e 964 feriti, in 750 incidenti stradali; mentre il dato, non definitivo, dello scorso anno rileva 6 morti e 765 feriti, in 573 incidenti. Se è vero che - in tre anni - gli incidenti sono calati del 23,6% e i feriti del 20,6% è innegabile che le morti sono, purtroppo, aumentate. Eppure il Piano del traffico approvato, nell'aprile 2004, dal Consiglio comunale del capoluogo, aveva tra gli altri obiettivi dichiarati (dall'art. 36 del Codice della Strada), quello di «ottenere il

Il “Programma d'azione europeo per la sicurezza stradale (2003-22010)” prevede, tra l'altro, per contribuire sensibilmente a ridurre la frequenza e la gravità degli incidenti, il miglioramento delle infrastrutture stradali, con l'identificazione e l'eliminazione dei punti pericolosi.

miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale». Ma l'Amministrazione Fazio non ha mai ritenuto opportuno provvedere all'integrale attuazione di tale Piano. Pare che manchino quei ventimila euro per comprare la nuova segnaletica! La Provincia, poi, in riferimento alle strade extraurbane, obbligata dal comma 3 della stessa norma, non ci risulta abbia mai, addirittura, steso il documento. Eppure esistono dei finanziamenti statali, erogati tramite bandi regionali, di diversi svariati milioni di euro per «interventi, in materia di sicurezza stradale, promossi dagli Enti proprietari delle strade territorialmente competenti, sulla base dei programmi annuali».

Se fosse stato realizzato il progetto predisposto dall’Ufficio Tecnico comunale - ed approvato dalla Giunta Fazio il 3 maggio 2004 - che prevedeva, tra l’altro, l’installazione di un impianto semaforico sulla Litoranea, all’altezza di via Nino Bixio: Carlo Benivegna, morto scontratosi con un'autovettura proprio in tale incrocio, sarebbe ancora vivo? Domanda retorica, ma che ci poniamo solo noi, annualmente, senza che, nessuno dentro le Istituzioni faccia nulla. Ci pare grave che i cittadini sembrano premiare colui che si è interessato molto all'immagine della città (Coppa America), ma che ha trascurato, sinora, la vita dei suoi concittadini.


ANIMALI

L’allarme randagismo suona Nel servizio di accalappiamento, a Trapani, sono impiegate tre sole persone solo a favore dei Canili privati.

IL BUSINESS DEL FIDO COMPAGNO

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Vito Fiorino

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l Comune di Trapani si appresta ad assegnare in appalto a privati il servizio di ricovero e mantenimento dei cani randagi (base d'asta euro 86.621,80). Sull’abbandono degli animali si è innestato un giro di affari, in Italia, stimato intorno ai 500 milioni di euro: alcuni privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni con le amministrazioni locali, alle quali corrispondono strutture fatiscenti, veri e propri lager dove è impedito l’accesso a chiunque e da dove i cani non usciranno mai o comunque molto raramente. In media i canili privati ricevono dai 2 a i 7 euro al giorno per singolo cane, e se si risparmia sul cibo, sull'igiene, sulle medicine, sulle cure in generale è facile capire che ... è tutto guadagno e la raccolta e lo smaltimento dei cani (come i rifiuti, perché come tali sono trattati) diventa un business. Purtroppo anche il comune di Trapani non fa eccezione: infatti si appoggia ad una convenzione fatta con il Rifugio Mimiani s.r.l. di Caltanissetta per “lo smaltimento” dei randagi, pur contemplando da tempo nel piano triennale delle opere pubbliche, la realizzazione di un canile intercomunale. Un problema, quello del randagismo, che non è ancora stato affrontato, a Trapani, in maniera determinata, al di la delle dichiarazioni programmatiche del primo cittadino. E’ di tutta evidenza che la soluzione al problema è rappresentata dalla totale sterilizzazione dei randagi, al fine di impedirne l’indiscriminata riproduzione, e dalla lotta serrata ai nuovi abbandoni tramite l’anagrafe canina. Un impegno a cui, tuttavia, l’Amministrazione non ha riversato le necessarie risorse. Secondo i dati fornitici dal settore territorio e ambiente del Comune, nel servizio di accalappiamento, a Trapani, sono impiegate tre sole persone che in un anno, il 2006, hanno accalappiato appena 168 cani, praticamente 0,46 cani al giorno e 0,15 cani al giorno per ogni impiegato: praticamente niente. Tali animali, successivamente, dopo la steriliz-

che in un anno, il 2006, hanno accalappiato appena 168 cani, praticamente 0,46 cani al giorno e 0,15 cani al giorno per ogni impiegato: praticamente niente.

zazione sono stati in parte - dopo la sterilizzazione - reimmessi sul territorio (103), in parte affidati ai privati cittadini che ne hanno fatto richiesta, previo contributo comunale (53), il resto rinchiuso nei canili: quello comunale che accoglieva, al 31 dicembre scorso, compreso i cuccioli, 75 cani, e quello privato del Mimiani che di animali ne accoglieva, invece, 66. La scelta dell’accoglimento nel canile del randagio non è indolore, nè per le casse comunali, nè per gli animali. Il Comune, infatti, affronta cospicue spese per il mantenimento degli animali, sia presso il canile convenzionato (3,084 euro al giorno, iva inclusa, per ogni animale trattenuto, quindi circa 74.000 euro annui), sia presso quello comunale (12.000 annui per il mangime e 60.000 annui

per le spese di pulizia della struttura). Una prigionia, comunque, dicevamo, che non risulta indolore per i nostri amici: gli Uffici confermano il decesso, nel solo 2006, di 46 cani nel canile comunale e di 3 in quello convenzionato. Intanto, in assenza di una particolare azione repressiva da parte della Polizia Municipale (che non ci ha comunicato il numero delle multe comminate nel 2006 ai trasgressori delle norme sull’anagrafe canina), il randagismo continua a preoccupare. Eppure basterebbe la collaborazione dei veterinari privati, come previsto dalla legge 15/2000, art. 3 , commi 6 e 7.


ERICE

Il Difensore Civico di Erice: Le Giunte ignorano il problema!

QUELLE ANTENNE DI NESSUNO

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Dalla relazione di: Carlo Sammartano

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ono ben tre le tipologie di danni, causati dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute, negli ultimi vent'anni, al Governo (?) di Erice, a seguito dell'inerzia nella gestione della tematica dell'istallazione delle antenne radio-televisive sulla Vetta, in località Piano delle forche. La Prima, quella di certo più grave, è rappresentata dal «serio rischio di pregiudicare la salute pubblica», la seconda dal «grave danno ambientale», la terza, infine, dal «danno patrimoniale per l’erario comunale». A diffondere l'ennesimo, inascoltato, grido d'allarme è l'avvocato Carlo Sammartano, difensore civico del Comune di Erice. Scorrendo le relazioni della propria attività che, annualmente, ha presentato – senza alcun risultato concreto – al Consiglio comunale ericino, infatti, si legge «lo scrivente ha preso visione di un verbale redatto nel lontano 1994 dal Comando della Polizia Municipale nel quale risulta che la maggior parte degli impianti di trasmissione sono stati installati in carenza di concessione edilizia e senza i necessari nulla-osta delle autorità preposte alla tutela del patrimonio boschivo e delle bellezze paesistiche. Al grave danno ambientale provocato da tali abusi si aggiunge un ulteriore danno patrimoniale per l’erario comunale, posto che le antenne sono state impiantate su un fondo appartenente al Comune senza che questo percepisca alcun compenso [eccetto che per la RAI, NdR] per la cessione in godimento del fondo in favore delle altre emittenti. Va dedotto, altresì, che l’amministrazione comunale, negli anni trascorsi, non ha mai predisposto i doverosi atti amministrativi preordinati alla rimozione degli impianti abusivi, ad eccezione delle ingiunzioni di demolizione nr. 9/2001 e 17/2001 notificate dal Funzionario responsabile del settore Urbanistica alle ditte Canale Due e Metronotte d’Italia» [e che, comunque, non risultano mai eseguite, NdR]. L'avvocato Sammartano, nelle proprie relazioni, ha rilevato come «Constatato il completo disin-

Lo stato di permanente inquinamento elettromagnetico rilevato nel territorio in oggetto rischia di pregiudicare la salute della popolazione esposta ai campi elettrici, con particolare riferimento a quanti frequentano l’Hotel Ermione.

teresse dell'amministrazione per la tematica in oggetto, questo Ufficio ha formalizzato un esposto alla Procura della Repubblica di Trapani». Ma, come dicevamo, l'aspetto più grave è quello di natura sanitaria. «I controlli - sottolinea l'avvocato Sammartano eseguiti dall’A.R.P.A. Sicilia – DAP Palermo nel periodo compreso tra il 9 luglio 2004 e 26 luglio 2004 hanno confermato che le emissioni elettromagnetiche rilevate presso l’Hotel Ermione sono superiori al limite di 6 V/m fissato dal D.P.C.M. dell’8 luglio 2003 e che nella zona sottoposta a controllo esiste un campo elettrico efficace dal valore medio di 9,31 V/m.». «Va, peraltro, considerato che lo stato di permanente inquinamento elettromagnetico rileva-

to nel territorio in oggetto rischia di pregiudicare la salute della popolazione esposta ai campi elettrici, con particolare riferimento a quanti frequentano l’Hotel Ermione». Nuove «rilevazioni eseguite dall’arpa regionale in data 26 giugno 2006 hanno confermato che nella zona di ingresso al capoluogo e nel viale di ingresso all’hotel Ermione i campi elettromagnetici superano, in alcuni punti, i 20 V/m». Il problema dell'inquinamento elettromagnetico continua a preoccupare i cittadini tra il completo disinteresse degli Enti Territoriali competenti.


POLITICA

Una campagna elettorale fatta Altri ancora propongono di candidare gente che non ha mai fatto politica e che senza alcuna idea di sviluppo.

MA PER CHI VOTARE?

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Mimmo Scarcella

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’è chi non scrive i fatti perché così, poi, ci scappa una consulenza con il Comune o con la Provincia o addirittura è assunto in qualche Ente. C’è chi nasconde i propri candidati a Sindaco “sputtanandone” altri per reconditi motivi. C’è chi nel proprio compito istituzionale fa poco ed utilizza casse di risonanza medianiche che lo fanno apparire come uno che fa molto e bene. C’è chi cerca di denunziare l’inefficienza delle istituzioni e viene denunziato per diffamazione o diffusione di notizie false e tendenziose. C’è chi condannato per mafia riesce ad organizzare un partito a cui aderiscono decine di consiglieri. C’è chi, pur di servire il padrone non parla dello stato reale delle cose e gonfia un “fatto” (Vuitton Cup) utilizzandolo come Viagra del buon amministrare. Ancora oggi, dopo quasi due anni, certa televisione continua a passare e ripassare le immagini della “magnifica manifestazione sportiva”, facendo rivivere ai Trapanesi il grande evento. Non si sofferma, però, a dire quanto è costata ed a fare un bilancio consuntivo e se c’è stata una ricaduta economica positiva sul territorio. In poche parole se è stato un “investimento” o uno sperpero di denaro pubblico. Cos’è rimasta a Trapani del grande evento? Rendiamoci conto che alla fine, smontate le tende, sono rimaste la miseria e gli stessi disagi di prima con qualche strada asfaltata di più. L’asfaltare le strade o sistemare un bastione è un “grande evento” o normale amministrazione? I quartieri poveri ed emarginati (Cappuccinelli, S. Pietro, Villa Rosina) le frazioni sono rimasti tali e quali. Il Centro storico è stato imbellettato con “basolature”, ma senza creare incentivi al ripopolamento o reinserimento d’attività artigianali o commerciali. Insomma Trapani dopo cinque anni di sindacatura del centro destra è o non è al 94° posto per vivibilità tra i capoluoghi italiani? Eppure il sin-

non abbia manifestato le proprie idee o meglio ancora che l’ha fatta nell’altro schieramento così si possono “fregare” voti all’avversario.

daco Fazio risulta uno tra i più apprezzati sindaci dai Trapanesi. Di chi è la colpa? A nostro modesto avviso dell’opposizione che non ha svolto sino in fondo il proprio compito e che non ha offerto ai cittadini alcun piano di sviluppo alternativo. Esaminiamo le ultime vicende pre-elettorali. Primarie si, primarie no. Candidato a Sindaco che, mutuando il modulo calcistico caro a Berlusconi, voleva il modulo a due punte, tentando di spiegare le alchimie elettorali “vincenti”. Altro candidato a Sindaco che appare improponibile perché in conflitto d’interessi per il centro commerciale. Altri propongono di sedersi al tavolo delle trattative e “spartirsi” le candidature dei vari comuni. Ai cittadini di tutto questo che gliene frega?

Altri ancora propongono di candidare gente che non ha mai fatto politica e che non abbia manifestato le proprie idee o meglio ancora che l’ha fatta nell’altro schieramento così si possono “fregare” voti all’avversario. Si boccia o si manifesta disagio da parte dei partiti nei confronti di chi conduce battaglie fuori degli accordi degli stessi e chiede il coinvolgimento della base con cui stila programmi e n’ascolta le esigenze (Tranchida docet). E poi dicono che c’è scollamento tra i Partiti e la Gente e che l’astensionismo è sempre più diffuso. La colpa di chi è?


FAMIGLIA

La revoca della istituzione dell’unico asilo-nido comunale

QUELL’ASILO CHE NON E’ UN ASILO

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Natale Salvo

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e esistevano dei dubbi sulla lungimiranza del sindaco di Erice Ignazio Sanges la delibera proposta dall'Amministrazione per la «Revoca dell'istituzione del servizio asilo nido comunale» li derime. Il sindaco, dopo aver precisato, in un comunicato pubblicato sul sito istituzionale, che «l’asilo nido di via Cosenza è stato realizzato interamente con fondi comunali», aggiunge, nel testo della delibera che propone la trasformazione dell’asilo in una sorta di “baby-parking”, come la sua Amministrazione si sia accorta, solo dopo aver realizzato l'opera, che «non sussistono le condizioni organizzative e i livelli minimi di domanda dell'utenza»: forse vuol dire che si sarebbe progettato e realizzato una struttura (l’asilo-nido), spendendo milioni, senza prima verificare l'esistenza di una domanda di tale servizio? Ancora, sempre l’Amministrazione Sanges, sempre solo ora, si sarebbe resa conto che, in definitiva l'apertura dell'asilo «risulta eccessivamente onerosa rispetto alla necessità di assicurare altri servizi di altrettanta rilevanza sociale» e che «l'attivazione del servizio di asilo nido comunale può esporre l'Ente a pregiudizi sia in termini di salvaguardia degli equilibri di bilancio che di rispetto dei vincoli del patto di stabilità». A tal ultimo riferimento del «rispetto Patto di stabilità» è utile sottolineare come il Comune di Erice il Patto di Stabilità lo abbia già violato nel 2004, l'avrebbe violato nel 2003 se non avesse spostato all'anno successivo alcuni pagamenti, e l'ha violato nel 2006. Ma qual'è questa grande somma che necessità per la gestione dell'asilo? 389.889 euro annui, in buona parte dovuti «dall'applicazione del vigente CCNL» al personale necessario. A noi non sembrava assurdo, destinare meno di 400.000 euro annui (al lordo del contributo che i genitori potevano e dovevano versare) a favore di 40 neonati, dando un servizio alle lavoratricimadri ed alle famiglie disagiate. A Sanges, sì. Dopo tante errate valutazioni, tuttavia, il sinda-

A noi non sembrava assurdo, a noi, destinare meno di 400.000 euro annui (al lordo del contributo che i genitori potevano e dovevano versare) a favore di 40 neonati, dando un servizio alle lavoratricimadri ed alle famiglie disagiate. A Sanges, sì.

co ha trovato la soluzione: soddisfare le esigenze dei cittadini «mediante appositi servizi ... non necessariamente conformi agli standards organizzativi previsti dalla vigente legislazione... in materia di asili nido». Ci domandiamo: vuole affidare i nostri piccoli neonati a servizi fuori «standards»? Comunque sia, la sua maggioranza di centrodestra, col voto favorevole anche del consigliere Nicola Milana (Udeur), ha accolto la proposta di Sanges di assegnare la struttura in concessione per «anni due» a privati per l’erogazione servizi «più flessibili a carattere socio-educativoricreativo», in parte sostenuti con una «contribuzione a carico del Comune». Della proposta di delibera di Sanges resta, ancora, da sottolineare l'affermazione che, con la

«Revoca dell'istituzione del servizio asilo nido comunale» e l'assegnazione in «comodato dell'immobile» (dare gratis a privati un immobile costruito coi soldi pubblici) l'Amministrazione avrà la «possibilità di perseguire l'ulteriore scopo del degongestionamento dell'espletamento delle proprie funzioni». Crediamo che se l’amministrazione comunale continuerà a "decongestionare" così le proprie funzioni tra poco non avremo più bisogno del Comune di Erice. O, forse, non avremo più bisogno, più semplicemente, del sindaco Sanges.


LAVORO

Riconosciuta alla Bizzi l’alta spe- E' ovvio che noi siamo contro il lavoro precario e, da un certo punto di vista, cializzazione siamo contenti per la "stabilizzazione"

IL SINDACO ASSUME LA PORTAVOCE

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opo aver lavorato per cinque anni come “collaboratore” del Comune di Trapani con la qualifica di portavoce del Sindaco Girolamo Fazio (Forza Italia), a circa 4.000 euro al mese, a tre mesi dalla scadenza del proprio incarico (che essendo “fiduciario” scade con la scadenza del mandato del Sindaco) la giornalista Cinzia Bizzi (già candidata nei Democratici di Sinistra alle comunali 2001, dove ha ottenuto 88 voti) è stata assunta, dal Comune su delibera del Sindaco Fazio (n. 6 del 11 gennaio 2007), con un contratto a tempo determinato sino al 30 giugno 2007. Il timore è che questo rapporto, "fiduciario" ed a tempo determinato, si trasformi col tempo in definitivo chiudendo, agli altri giornalisti operanti sul territorio, ogni speranza per futuri rapporti di collaborazione con le successive amministrazioni. E' ovvio che noi siamo contro il lavoro precario e, da un certo punto di vista, siamo contenti per la "stabilizzazione" della Bizzi, ma dall'altro canto, auspichiamo che le assunzioni "stabili" giungano sempre solo tramite pubblici concorsi. Alla Bizzi, intanto, sarà riconosciuto lo stipendio previsto dal CCNL FIEG-FNSI. In particolare tra paga-base (2.226,63) e oneri conseguenti (indennità di contingenza, tredicesima, indennità di redazione, irap, inpg) il costo a

della Bizzi, ma dall'altro canto, auspichiamo che le assunzioni "stabili" giungano sempre solo tramite pubblici concorsi.

carico del Comune è stato quantificato, dal Settore Personale del Comune (con determina 30 del 22 gennaio 2007), in 4.182 euro al mese, ovvero in aumento del 7,10% rispetto al contratto di Co.co.pro. da 3.905,50 al mese (vale a dire 46.866 euro annui) riconosciuto precedentemente. Un contratto che, anche quest’ultimo, era già più oneroso rispetto a quello base riconosciuto da “Prestazioni fisse continuative da addetto stampa, portavoce e collaboratore professionale di uffici stampa pubblici e privati senza vincolo di orario e di presenza ” (vincoli che pare, comunque, la Bizzi avesse) previsto dal tariffario 2005 dell’Ordine dei giornalisti (34.217 euro annui). La decisione della trasformazione del rapporto di lavoro, oggi - per l'approssimarsi della scadenza di mandato - ci appare inopportuna e molto discrezionale atteso che le norme citate dalla delibera in questione (l'art. 5 - ma forse 51 -, c.7, della L. 142/90, l'art. 6, c.8, della L. 127/97, la L.R. 23/88) non prevedono tale necessità ma una più semplice indicazione «... la copertura dei posti di responsabili dei servizi ... di alta specializzazione, PUO' avvenire mediante contratto a tempo determinato .... ». Fazio, quindi, ritiene che il Suo Portovace espleta un servizio di Alta Specializzazione. Ed ha deciso che, in questo caso, il PUO' vada inteso come DEBBA.

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URBE

L’assemblea boccia il PRG, ma è Ma la maggioranza silenziosa, quella che vive nella città e che usufruisce dei servizi in conflitto d’interessi!

ANCHE I RICCHI PIANGANO!

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Max

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o assistito ai lavori del Consiglio Comunale straordinario che si è tenuto presso la Sala Perrera a Trapani. Da quello che ho potuto comprendere sul piano politico si è trattato di un evento organizzato per cercare in extremis di scaldare gli animi contro questo PRG in maniera da farsi sentire presso l’Assessorato Regionale a Palermo. Gli interventi, di cittadini comuni, di Associazioni, di Consiglieri e di Assessori sono stati quasi un coro unanime: no a questo PRG. Ma più che un no propositivo capace di incidere sugli eventi, era un grido di dolore di chi sente che il terreno di coltura dei propri interessi è in via di prosciugamento. Le grida di dolore avevano motivazioni per lo più di pessima fattura, e spesso sono sfociate in veri e propri sfoghi isterici. Ma la cosa più punk per le mie orecchie è stata la filippica di certi Consiglieri Comunali che nonostante si fossero dichiarati più volte incompatibili sul PRG, hanno tuttavia messo bocca e non hanno mancato di criticarlo. E sono andati anche oltre, prendendosela pure con una Legge Nazionale che impedisce a chi ha un conflitto di interessi (il Loro conflitto!) di esprimersi in merito al PRG. La cosa è strana: un Consigliere Comunale, rappresentante dei cittadini, un servitore dell’ordine democratico e delle sue Leggi, si permette di prendersela con un PRG essendo Lui incompatibile e rincara la dose prendendosela anche con una Legge di rango Nazionale sulle incompatibilità, sulla quale non ha nessun titolo di criticare ma solo un dovere di rispettare. E c’erano pure gli applausi del pubblico. E’ evidente che il pubblico accorso era costituito da operatori, imprenditori e Professionisti, nonché proprietari terrieri preoccupati di non potere più tutelare i propri interessi. Mentre la maggioranza silenziosa, quella che vive nella città e che usufruisce dei servizi e gode dell’ordine architettonico e della pianificazione territoriale, quella maggioranza silenziosa non c’era.

e gode dell’ordine architettonico e della pianificazione territoriale, quella maggioranza silenziosa non c’era.

Che poi verrebbe da chiedere ai Consiglieri Comunali come mai nonostante questa Legge così penalizzante secondo i Loro gusti, come mai, nonostante ciò, in tutta Italia, isole e borghi medievali compresi, i PRG si approvano normalmente senza chiacchere ed incompatibilità. Forse il problema non è la Legge o il PRG: il problema è che il Consiglio Comunale di Trapani è carico di conflitti di interessi evidenti. In sintesi è stato un convivio di preoccupati, una coalizione di contemplatori del proprio ombelico costretti ad alzare la testa, un’assise di tenutari di interessi accorsi frettolosamente nel tentativo di dare un’ultima nervosa spallata al PRG. Devo dire che ho apprezzato molto gli interventi dei Presidenti degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri. Che hanno difeso questo

PRG ma hanno sottolineato la necessità di emendarlo e modificarlo in alcune sue parti. Posizione di buon senso, certamente. Ritengo che la vicenda del PRG, se l’Assessorato Regionale dovesse definitivamente vararlo, rappresenterebbe un punto di svolta significativo, anche culturale, sulla maniera di affrontare i problemi a Trapani. Trapani ormai da tempo è una Città alla deriva e troppi personaggi riescono a far passare per giusto e normale cose che invece sono profondamente aberranti, ingiuste o semplicemente anomale! Speriamo bene!


URBE

Trapani e Beirut, due città accu- L’economia della città storica non da segni di ripresa (vedi gli esercizi di via Garibaldi) munate dai forti contrasti.

LA VERITA’ CHE DA FASTIDIO

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Vito Mancuso

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’è tutto il mondo …, come ha scritto Gabriele Romagnoli, nella fotografia di Spencer Platt vincitrice del World Press Photo 2007. Cinque ragazzi, un po’ infastiditi, attraversano, su una fiammante cabriolet, i quartieri sciiti di Beirut devastati dagli ultimi bombardamenti israeliani. Consiglio vivamente di cercare la fotografia sulla rete e leggere i commenti di autorevoli critici e giornalisti. Sempre Romagnoli: «C’è una parte di mondo che piega la schiena e raccatta i propri resti e un’altra che getta un occhio vagamente interessato e fintamente compassionevole durante la pausa dei consigli per gli acquisti». In tutto il mondo c’è la Trapani di oggi. Quel che rimane alla città di un conclamato efficientismo e inversione di tendenza, un centro storicosalotto buono che si apre nei giorni di festa per turisti un po’ annoiati, la vita spezzata del giovane commesso per rapinare il necessario per l’ultimo modello di telefonino o per un sabato di sballo. Lo spettacolo del quartiere Fontanelle SudMilo, percorso per una deviazione causa lavori in corso in via Marconi, non è stato molto dissimile dalla Beirut bombardata. Tra un po’ ci verrà presentato il conto sul restyling della città, il cittadino si chiederà se gli spazi urbani sono diventati luoghi più vivibili in un sistema territoriale integrato, se si è risposto adeguatamente ai bisogni di formazione e cultura, di lavoro e svago delle diverse comunità sociali. Le ricadute della politica per la città non sembrano essere andate in questa direzione. L’economia della città storica non da segni di ripresa (vedi gli esercizi di via Garibaldi) se non per l’irrazionale valore degli immobili, spinto dall’evento eccezionale America’s Cup, ma in una generale crisi congiunturale e in un brano di città che per morfologia è a forte rischio nell’emergenza ambientale globale. Questo non più a detta dei catastrofisti ma anche dagli esperti locali. La città, terminata l’ubriacatura velica-h honululu,

se non per l’irrazionale valore degli immobili, spinto dall’evento eccezionale America’s Cup.

è tornata ad occupare le ultime posizioni di tutte le graduatorie nazionali riguardanti l’economia, la qualità della vita e dei servizi, mentre continua ad occupare le prime pagine dei palinsesti per mafia, disoccupazione, emigrazione. Tutto questo, viene risposto, è disinformazione. C’è la sensazione di una congiura della mediocrità impossessatasi una volta per tutte della città, dove la denuncia dei cittadini è relegata a piccoli trafiletti in breve, dove tutto si beve e che prima o poi si parteciperà al balletto della futilità. Si è affermata una società civile che lavora nei salotti, l’omologazione di intellettuali locali che celebrano il beribau sulle famiglie fasciste dell’epoca, di architetti ed urbanisti che non prendono posizione sui banali interventi presentati

come fiore all’occhiello (Bastione dell’impossibile, casermetta dei Vigili del fuoco nel fronte a mare, le onnipresenti palme ormai assunte ad uniche specie di decoro vegetale) o su l’adozione del Piano regolatore generale che non è il massimo ma almeno il minimo per iniziare a disegnare la città dei cittadini, delle opportunità per uno sviluppo sostenibile. Di pianificato però c’è il disegno di un egocentrico possesso del paesaggio territoriale ed umano. E oggi tutti a conferire su Trapani nell’area di libero scambio mediterraneo nel 2010 insieme al ... Libano.


PACECO

La pagina del Buonumore: Una giornata al Comune.

FEFE’ E L’UFFICIO PROTOCOLLO

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Gaspare Maltese

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lle cinque di mattina del giorno trentatre, ero seduto davanti il municipio in attesa che arrivasse il sindaco. Alle otto e ventitre arriva mio cugino Fefè “cosa fai a quest’ora?” mi dice “ho una domanda da presentare” gli dico. “Se non sono le nove il comune non apre” mi dice lui, così rimango seduto sulla sedia che m’ero portata da casa. Alle nove e un quarto, il portone si apre. Entrano due impiegati che timbrano il cartellino ed escono. Un minuto dopo entrano in quattro ed escono in sei. Fefè, che è seduto accanto a me, mi guarda e mi dice: “è tutto normale, fanno sempre così”. Messa la sedia sotto braccio, Fefè ed io entriamo, saliamo le scale e al primo piano troviamo un usciere in divisa da netturbino al quale chiediamo dove sta l’ufficio protocollo: “fate il corridoio, arrivate nella stanzetta e lì troverete la signora Belsedere”. Dentro la stanza troviamo tante signore che fumano. Fefè chiede: “è questo l’ufficio protocollo? La signora Belsedere risponde: “noi siamo in uscita, andate in quello in entrata”. Fefè mi guarda stupito: “perché - mi chiede - la signora ci ha detto che sono in uscita quando sono appena entrate?”. Nella stanza affianco, ci sono otto computer spenti. Entrano otto giovani che accesi i computer escono per entrare a mezzo giorno quando sarà l’ora di uscire. Fefè entra e si siede davanti un monitor: è convinto che trattasi di televisori. Lo invito ad uscire ma lui rimane seduto: “ho letto che faranno vedere la partita” – mi dice-. “Di quale partita parli?” gli chiedo. “Della partita tra la Valtranchidese e la Dalinese” risponde Fefè e mi dice che lui ha puntato sulla Valtranchidese perché ha un centrattacco che fa cinquemila goals ogni volta che gioca e che invece il portiere della Dalinese, Sanchez della Vetta, detto Petrolio, poveretto è strabico e le palle nemmeno le vede entrare. E che il presidente della squadra, il signor Daliovunque lo vuole vendere ma nessuno lo vuole. Fefè è con-

Messa la sedia sotto braccio, Fefè ed io entriamo, saliamo le scale e al primo piano troviamo un usciere in divisa da netturbino...

vinto che quei televisori sono in vendita e ne vuole comprare uno perché il suo che è del '55 trasmette soltanto “Lascia o raddoppia”, che si sente la voce di Mike Bongiorno. Mentre usciamo, entra il sindaco, che ci chiede come stiamo. Io dico “bene”, Fefè dice “bene”. Lui dice che non sta bene perché i diesse hanno deciso di tornare in maggioranza ma di stare con la minoranza. Dico: “mi scusi l’ignoranza, dove sta la novità?”. Fuori, incontriamo il segretario dei DS che con enfasi ci dice: “da domani ci saremo noi e tutto cambierà” che tutto sarà più snello che la cura dimagrante lui l’ha già iniziata, che trasformeranno il piano Peep in piano Pippe. Che il servizio di nettezza urbana raggiungerà alti livelli, che arriverà al terzo piano, che hanno già stipulato un accordo col Padreterno che farà la scuola elementare in meno di un giorno, un vero miracolo edilizio. Che pianteranno alberi e fiori ovunque e che trasformeranno il paese in un giardino e che lo chiameranno il “Giardino dei finti diessini”.


DIRITTI

Giudice di Pace: Come richiedere Le procedure da seguire non sono complicate ma esigono una buona dose di il suo intervento.

GIUSTIZIA SPRINT

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Rino Marino

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i è incappati in un incidente con la propria auto ed il tizio non vuole pagare i danni? Un condomino non paga da tempo la quota del condominio. La lavanderia ha restituito danneggiato il vostro abito da cerimonia. Niente di drammatico. Però non è giusto che ci si deve rimettere per le colpe degli altri. Oltre ai soldi, spesso diventa anche un fatto di principio. Escluso di scomodare tribunali ed avvocati per problemi di questo genere, una soluzione può essere quella di rivolgersi al Giudice di pace senza l’assistenza di un legale. Vediamo, allora, in quali casi è possibile e come fare realmente. La legge permette di agire da soli per le cause relative a beni mobili di valore inferiore a 516,46 euro. Le strade da seguire possono essere due: contenziosa e non contenziosa. Per la procedura in via contenziosa si dovrà col cominciare con il recarsi negli uffici del Giudice di pace dove si riceveranno i moduli per presentare il ricorso e un foglio con le indicazioni sui documenti da presentare. Dopo di che, si preparerà per iscritto un atto di citazione che gli uffici giudiziari si incaricheranno di consegnare alla controparte. Si potrà anche esprimere l’atto oralmente e sarà il Giudice stesso a farlo redigere per iscritto. Una volta acquisita la ricevuta della cartolina postale attestante il ricevimento della citazione da parte dell’avversario, ci si occuperà dell’iscrizione a ruolo dell’atto di citazione, cosa che significa avviare ufficialmente la causa, compilando un modulo negli atti della cancelleria. Tornando negli Uffici Giudiziari dopo qualche tempo, si potrà conoscere il nome del Giudice cui è stata assegnata la causa e il giorno e l’ora della prima udienza. Nel corso di questa, il Giudice effettuerà un tentativo di conciliazione fra le parti.

pazienza e, soprattutto, del tempo a disposizione. Un aspetto non trascurabile in particolare per chi lavora e dovrà usufruire di diverse ore di permesso.

In caso di mancato accordo, si procederà con una o più udienze, al termine delle quali verrà pronunciata una sentenza, da depositare in cancelleria entro 15 giorni dalla discussione finale; il Cancelliere, entro 5 giorni, comunicherà alle parti l’avvenuto deposito. Si ricorda che, se il Giudice ci darà torto, si dovranno pagare tutte le spese legali sostenute dalla controparte; spesso, però, soprattutto nelle cause il cui valore è basso, il Giudice decide di compensare le spese, cioè ogni parte si paga le proprie (spese che non si avranno, non essendoci rivolti ad un legale). Di fatto, oggi, l’unico esborso che viene chiesto è un contributo unificato di circa 30 euro che ha sostituito il costo delle marche da bollo e le altre spese di cancelleria. Nel caso del ricorso in via non contenziosa, si cercherà di trovare un accordo con la controparte con l’ausilio del Giudice di pace, che si presta a fare da mediatore, senza, con questo dare vita a un processo vero e proprio. Qui, fatta la propria istanza di conciliazione, questa verrà depositata nella cancelleria del Giudice e si verrà convocati per una determinata data. Se la controparte non si farà vedere, la strada si chiude. Se, invece, tutte e due le parti sono presenti, il Giudice di pace si attiva perché si arrivi ad un accordo. Questo, se accettato e controfirmato da tutte e due, acquisterà valore di “contratto transattivo” ed sarà, quindi, vincolante fra le parti, che sono tenute entrambe a rispettarlo. Prima di decidere di adire al Giudice di pace senza l’assistenza (e le spese) di un avvocato, conviene rifletterci bene. Le procedure da seguire non sono complicate ma esigono una buona dose di pazienza e, soprattutto, del tempo a disposizione. Un aspetto non trascurabile in particolare per chi lavora e dovrà usufruire di diverse ore di permesso.


CULTURA

Alla scoperta dei tesori nascosti di Trapani

LA MADONNA DEGLI ANGELI

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Vito Fiorino

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robabilmente è una delle chiese più belle della città e forse anche una delle più sottovalutate, una chiesa del XVI secolo che al suo interno custodisce una delle opere d'arte più importanti che possediamo e che, in tutta probabilità, ignoriamo di avere. La chiesa di cui parliamo vide formalmente la luce l'11 ottobre del 1527 quando, per fare posto alla Caserma degli Spagnoli si decise di demolire due chiese: Santa Maria dei Greci e S. Maria del Porto. Nella nuova chiesa, intitolata a Santa Maria di Gesù (santamaragesu, come dicono molti trapanesi avanti con l'età), grande importanza assunse la cappella della Madonna degli Angeli collocata nella navata di destra ed espressione dell'arte rinascimentale toscana. Questa pala in ceramica infatti è opera di Andrea della Robbia, esponente di quella famiglia che un posto di tutto rispetto spetta nella storia dell'arte Italiana. L'opera è realizzata con la tecnica della ceramica invetriata e smaltata, inventata proprio dallo zio Luca e in cui i della Robbia furono maestri. Con questa sua opera, che per finezza plastica, espressività ed eleganza delle forme, potrebbe entrare a buon diritto in qualunque manuale di storia dell'arte che tratti di questa famiglia, lo scultore si presenta alla popolazione trapanese come un fine ritrattista capace di infondere una dolce e rassicurante espressività ai sui lavori. Questa Madonna, dall'espressione mista tra contentezza e malinconia, sembra custodire già nel suo cuore il presagio di ciò che dovrà sopportare quel figlio che, tanto amorevolmente, tiene in braccio. Se questo fine esempio di arte si trova nella nostra città merito va dato alla famiglia Staiti di Trapani che la commissionò per impreziosirne la cappella di famiglia, poi divenuta parte integrante della chiesa. Quest'opera, oltre ad essere un'importante espressione dell'arte presente in città, è anche la sintomatica espressione dell'incapacità che presenta Trapani nel permettere al turista, come al

Una sintomatica espressione dell'incapacità che presenta Trapani nel permettere al turista, come al cittadino, di poter disporre e godere di ciò che custodisce e ospita.

cittadino, di poter disporre e godere di ciò che custodisce e ospita. Oggi tutti siamo concentrati e tesi verso uno sviluppo legato all'economia ed a un fantomatico sviluppo del porto e non si pensa che uno sviluppo potrebbe arrivare anche dal turismo culturale. Nella nostr cuttà, infatti, non mancano espressioni d'arte che meriterebbero di entrare nei circuiti nazionali ed internazionali del turismo per essere visitati: manca piuttosto la volontà di renderle fruibili. Laddove non arriva la buona volontà della gente (come accade per la chiesa del Purgatorio tenuta aperta grazie alla disponibilità di una signora) ci si imbatte in portoni chiusi e luoghi d'arte inaccessibili. Sarebbe compito delle istituzioni sopperire a questa mancanza, che non è soltan-

to un capriccio ma una necessità, per provare a rinvigorire quel turismo, forza di Trapani tanto sbandierata in tempi non sospetti di regate, e mai realmente valorizzata. Un migliore impiego degli LSU del Comune potrebbe essere un suggerimento, altre forme di cooperazione con associazioni o progetti di servizio civile per i giovani potrebbero rappresentare delle alternative.


POSTA

Un lettore rivendica aiuti per i ... Vorrei annotare che molti fanno bei discorsi, ma quando c’è da alleviare la giovani che escono dai Collegi

LA VITA IN COLLEGIO

S

Scrivi a: “La Voce” Via Adragna, 107 91100 - Trapani

timato sig. Direttore, ho avuto per caso “La Voce Indipendente” ed ho pianto parecchio, leggendo a pagina 3 [del numero di dicembre, NdR] della storia del giovane Maurizio Di Bella, che nel passato era stato ospite dell’istituto Villa Betania. Un povero giovane uscito dal Collegio! Sfortunato! Io ho vissuto diciessette lunghi anni in Collegio, dove ho trascorso nove lunghi anni a Villa Betania in Valderice ed ho conosciuto monsignor Campanile Antonio. Ho trascorso una vita molto travagliata. Anche un altro bambino divenuto famoso in tutto il mondo è stato all’istituto Villa Betania nel 1977, mi riferisco a Totò Schillaci. ... Dai collegi ci sono ragazzi che trovano la fortuna nella vita, altri sono molto sfortunati ... vedi caso nessuno ha mai saputo che Totò Schillaci è stato da bambino ospite dell’istituto Villa Betania. ... Vorrei annotare che molti fanno bei discorsi, ma quando c’è da alleviare la povertà della gente, dei giovani ex-o ospiti dei Collegi (vedi il caso Di Bella) fuggono dalle loro responsabilità. Questo ci deve fare interpellare!! Purtroppo non tutti nella vita hanno potuto “sfondare” come Totò! Mi riferisco ai ragazzi usciti dai Collegi che nessuno aiuta nel loro percorso esistenziale. Auguri per il suo mensile. Con stima. Grimaldi Salvatore, Trapani ***

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Gentilissimo Sig. Grimaldi, Questo voleva essere il senso che volevamo dare all’articolo quando abbiamo pubblicato la storia di Maurizio Di Bella. E’ facile criminalizzare i giovani che sbagliano. Ma il vero colpevole dei delitti, secondo noi, è la società che non ha saputo aiutare, correggere, sostenere i giovani durante la crescita, specie i giovani, come Maurizio, come Lei, che vivono situazioni di grave disagio familiare, magari

povertà della gente, dei giovani ex-o ospiti dei Collegi (vedi il caso Di Bella) fuggono dalle loro responsabilità.

senza genitori che possano fare da guida, o con genitori separati, alcolizzati, disoccupati. Crediamo che la prevenzione valga più della repressione. Una prevenzione figlia di una scuola che funzioni, di servizi sociali comunali adeguati, di attività sportivo-culturali e ricreative che impegnino i nostri ragazzi, specie quelli più sfortunati. Purtroppo le aspettative sono, come dice Lei, spesso deluse. Qualche giorno fa, anche un consigliere comunale ci ha confessato d’essere rimasto commosso dall’articolo. Ma alla nostra domanda: “Ed allora che fare?” non ha saputo rispondere.

***

L’occasione della lettera del sig. Grimaldi ci ha permesso di conoscere la storia di questo giovane. Salvatore, è il quarto di quattordici figli, tutti abbandonati dai genitori ed adottati in tenera età dal Tribunale dei minori di Palermo. Nonostante tutto, Salvatore, uscito dal Collegio, e scoperto chi era sua madre, ha voluto assisterla, sino alla morte, con grande responsabilità ed amore. «Di mia mamma - ci scrive - mi è rimasto il segno indelebile del suo ricordo». Delle parole encomiabili. (Nella foto in alto: Salvatore e la mamma).


www.lavoceindipendente.it sul sito internet l’archivio del giornale


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