SLAMDUNK - N°6

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L’EDITORIALE DI

Pagare un prezzo così alto per quanto successo in campo, e non per colpa di Pistoia, è stato un colpo davvero duro da buttare giù per la Giorgio Tesi Group. Quanto visto contro Reggio Emilia, infatti, ha lasciato in tutti di Saverio Melegari l’amaro in bocca ed anche un pizzico di rabbia per come la partita è finita. Perché va bene che la Grissin Bon è più forte e non è uno scandalo che abbia vinto a Pistoia, però è altrettanto vero che i biancorossi non hanno demeritato arrivando ad un soffio dal poter vincere una partita complicatissima, alla luce anche dell’infortunio di Olek Czyz. Ma da una partita ricca di spunti e di significati, ecco che si passa direttamente ad un’altra. La Tesi Group sarà sugli schermi Rai per il posticipo dell’11° turno di Serie A Beko contro l’Openjobmetis Varese, vale a dire il primo grande ritorno al PalaCarrara da avversario di coach Paolo Moretti. Sarà una serata strana, particolare, piena di amarcord, di emozioni, di sensazioni diverse perché, onestamente, vedere “Paolino” su quella panchina sulla quale mai prima d’ora si è seduto sembra davvero fuori dal normale. Sette anni non si dimenticano così in fretta, soprattutto perché con Pistoia ha conquistato tutto quello che poteva ottenere. Una Tesi Group che, dopo la sua partenza la scorsa estate, ha trovato un nuovo ed altrettanto determinato condottiero come Vincenzo Esposito. I tifosi sicuramente tributeranno un grande saluto a Moretti ma poi, come sempre, dalla palla a due tutti concentrati sul proprio obiettivo. La Tesi Group, infatti, vorrebbe provare a mettere altro fieno in cascina per avvicinarsi sempre di più a quella fatidica quota 20 punti che potrebbe voler dire salvezza che, al momento, sembra davvero dietro l’angolo o quasi. E c’è da tornare a far prevalere il fortino di via Fermi dopo il sacco messo a segno da Reggio Emilia. Varese è squadra già rivoluzionata rispetto a quella che ha fatto la preparazione estiva, ha signori giocatori (Roko Ukic in cabina di regia, Mohammed Faye sotto le plance, le triple di Daniele Cavaliero tanto per citarne alcuni) che gli consentono di tenere botta anche sul fronte europeo come dimostra la qualificazione alle Last32 di Fiba Europe Cup mentre in campionato si punta senza mezzi termini alla qualificazione ai playoff dopo un paio di annate complicate per il basket varesino. L’ultima considerazione sono i complimenti per Eric Lombardi, scelto fra i migliori otto da votare per partecipare alla gara delle schiacciate al prossimo All Star Game del 10 gennaio a Trento. C’è da mettere la propria preferenza su www.allstargameitalia.com: non aspettate oltre.

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Natale di solidarietà di Saverio Melegari

Intervista a coach Vincenzo Esposito

«Questa squadra ha un’anima» di Elisa Pacini Vincenzo Esposito lo ha detto dall’inizio della stagione: «questa squadra ha qualcosa di speciale dentro». Frase pronunciata quando ancora la sua Tesi Group non aveva dato prova sul campo di essere una delle rivelazioni del campionato. Dopo un terzo della stagione, la convinzione del tecnico biancorosso si è rafforzata e non solo per i risultati. Anzi tra vittorie positivamente sorprendenti, qualche gara sottotono e code polemiche, Esposito ripete uno dei suoi tanti “mantra” che fanno di lui un personaggio molto carismatico anche fuori dal campo. «Il miglior complimento che mi hanno fatto degli amici scout americani che sono venuti a vedere qualche partita, come per esempio quella con Reggio Emilia - dice il coach della Tesi Group - è che questa squadra ha un’anima. Altrimenti non si esce da un timeout sul -9 nei minuti finali, contro Reggio Emilia che ha praticamente due squadre in una, e si riapre la gara». Un’anima che continua a fare del collettivo la propria forza con individualità diverse che vengono fuori a seconda delle partite. Certo ci sono dei punti di riferimento, come i più giovani della pattuglia biancorossa d’Oltreoceano con quell’Alex Kirk esploso da subito e un Wayne Blackshear sempre più protagonista. «Blackshear ha potenzialità incredibili - continua Esposito - alcune le ha messe in mostra, altre ancora no e lavoriamo perché riesca a farlo. Sta crescendo in difesa, dove ha una costanza importante ma deve migliorare nelle scelte offensive. Nel girone di ritorno vedremo un altro Blackshear». Fin dall’inizio del campionato, nel pieno della partenza veloce della Tesi Group, Esposito aveva rimandato i primi bilanci alla fine del girone d’andata. Bilanci che possono proiettare Pistoia verso obiettivi insperati all’inizio dell’anno. Ad oggi però Esposito ripete come una filastrocca quel «ci dobbiamo salvare e prima lo facciamo meglio è, perché non mi fido di questo campionato», che evidenzia il contorno mutevole in cui si muove una squadra come Pistoia. Tanti club sono già tornati sul mercato, impreziosendo di nomi importanti roster già di caratura. El Diablo, che finora ha infiammato anche davanti ai microfoni, con valutazioni mai banali sulla propria squadra e sul campionato, guarda avanti con serenità. «Ho una squadra intelligente - chiude il tecnico pistoiese che non ha un leader proprio, un unico giocatore di riferimento. Il leader della squadra è l’anima che questo gruppo ha». E l’anima non si compra al mercato.

Sarà un Natale diverso dal solito quello del 2015 per la Giorgio Tesi Group. Perché al centro di questo periodo di festa, oltre alle partite da vedere e da giocare al PalaCarrara, ci sarà la cura di donare qualcosa a chi ne ha più bisogno rappresentata dall’iniziativa “Natale: basket e solidarietà”. Già in questi giorni, di fronte all’ingresso della tribuna centrale, l’azienda Giorgio Tesi Group ha donato un albero che avrà delle decorazioni davvero particolari: le palline di Natale, infatti, vedranno al proprio interno i volti del Pistoia Basket, dallo staff tecnico alla squadra, passando per i dirigenti e tutti coloro che ruotano intorno al mondo biancorosso. Ognuno di loro scriverà un messaggio di auguri e si potranno lasciare beni di prima necessità da donare all’associazione “Un raggio di speranza in stazione Onlus” che oramai da quasi due anni è stata avvicinata sia da Fondazione Giorgio Tesi Group che Pistoia Basket con numerose iniziative che hanno coinvolto anche i giocatori biancorossi trasformatisi in camerieri d’eccezione per distribuire pasti ai senzatetto. «Daremo la possibilità a tutti i bambini che lo vorranno – spiega il general manager del Pistoia Basket, Giacomo Galanda – di lasciare sotto l’albero un messaggio di auguri natalizio, ma ovviamente tutti siamo chiamati a dare il meglio di noi stessi e donare qualche euro per i senzatetto oppure semplicemente portando qualcosa di utile per chi non ha niente: coperte, pasta, sapone e quant’altro. E’ un gesto importante e confidiamo nel cuore dei nostri tifosi». La raccolta si effettua in questo match contro Varese: chi vorrà contribuire nei giorni successivi, potrà contattare direttamente l’associazione.


PALLACANESTRO

VARESE

5 – Roko Ukic (playmaker, 196 cm, 82 kg, Cro, 1984) Giocatore di straordinario talento e carisma, è uno dei migliori interpreti del ruolo dell’intero campionato. Nazionale croato, nella sua lunga e vittoriosa carriera ha giocato in alcuni dei più grandi club d’Europa, come Saski Baskonia, Barcellona, Panathinaikos e Fenerbahce. Già in Italia nella stagione 2007/08 con la maglia di Roma, ha giocato anche per un anno e mezzo in NBA, collezionando complessivamente 85 presenze fra Toronto e Milwaukee. Ottimo tiratore da 3 e buon assist-man, viaggia finora a oltre 13 punti di media a gara.

10 – Daniele Cavaliero (play/guardia, 188 cm, 83 kg, Ita, 1984) Uno dei giocatori italiani dotati di maggior talento offensivo, è giunto ormai alla sua diciassettesima stagione consecutiva in serie A, campionato nel quale ha totalizzato complessivamente oltre 450 presenze. Cresciuto a Trieste, con i giuliani ha esordito fra i professionisti nell’ormai lontano 1999. In carriera ha vestito i colori di Milano, Roseto, Fortitudo, Avellino, Montegranaro e Pesaro.

30 – Rihard Kuksiks (guardia/ala, 198 cm, 95 kg, Lat, 1988) Giunto in Italia all’inizio del mese di novembre, si è subito messo in luce come un giocatore di grande sostanza. Lettone di nascita, ha completato la sua formazione giovanile all’Arizona State University, tornando in Europa nel 2011 per esordire fra i professionisti con la casacca di Valencia. Oltre a quelle spagnole (dopo Valencia è infatti passato a San Sebastian), in carriera vanta esperienze anche in Ucraina, Lettonia, Russia e Romania.

1 – Mouhammad Faye (ala/centro, 208 cm, 98 kg, Sen, 1985) Perno della Nazionale senegalese, è all’esordio nel campionato italiano, dopo aver girovagato in Europa soprattutto fra Francia (Tolone) e Grecia (Kallithea, Eleusi, Rethymno). Giocatore dai grandi mezzi atletici, dominante sotto i tabelloni ma allo stesso tempo dotato di un’ottima mano da oltre l’arco, è stato in questa prima parte di campionato un vero e proprio fattore: i suoi numeri finora parlano infatti di quasi 14 punti e 10 rimbalzi di media a partita.

0 – Brandon Davies (centro, 208 cm, 109 kg, Usa, 1991) Prodotto di Brigham Young University, ha esordito in NBA nel 2013 con Philadelphia. Passato nell’estate 2014 a Brooklyn, dopo sole sette partite rescinde il proprio contratto e approda in Francia, allo Chalon, con cui chiude la stagione a 9.1 punti e 4.5 rimbalzi di media a gara.

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2 – Maalik Wayns (playmaker, 188 cm, 91 kg, Usa, 1991) Dopo la carriera universitaria nella prestigiosa Villanova University (con cui arriva alle Final4 NCAA nel 2009), viene scelto nel Draft 2012 da Philadelphia. Nel corso della stagione passa poi in D-League nelle fila dei Rio Grande Valley Vipers, poi, nel 2013/14, è a Los Angeles, sponda Clippers, per tornare però quasi subito a Rio Grande, con cui conclude la stagione. Nell’estate 2014 sbarca in Europa, a Kaunas, ma dopo pochi mesi lo ritroviamo in D-League, stavolta a Delaware. Conclude la stagione nel campionato portoricano, a Manatì. Giocatore di sicuro talento, ma piuttosto imprevedibile, dopo la prima giornata ha dovuto saltare quattro partite a causa di un infortunio al ginocchio.

55 – Ramon Galloway (guardia, 191 cm, 82 kg, Usa, 1991) Reduce da una stagione piuttosto positiva a Tortona (A2 Silver), è un giocatore ancora in attesa di far vedere il suo reale potenziale. In carriera, dopo l’esperienza universitaria vissuta fra South Carolina e La Salle, ha giocato in Bosnia e in Germania.

21 – Giancarlo Ferrero (guardia/ala, 194 cm, 92 kg, Ita, 1988) Già diverse volte avversario di Pistoia ai tempi della sua lunga esperienza a Casale Monferrato (società nella quale è cresciuto e con cui ha esordito in serie A nel 2011/12), è un giocatore di grande umiltà e duttilità, arrivato in estate a Varese dopo due stagioni positive a Trapani, in A2 Gold.

43 – Mychel Thompson (guardia/ala, 201 cm, 98 kg, Usa/Bah, 1988) All’esordio in Europa, dopo una carriera vissuta quasi tutta in D-League, è fratello di Klay, campione NBA 2015 con Golden State. Giocatore dotato di sicuro talento offensivo, ha però incontrato diverse difficoltà nel suo processo di ambientamento in Italia, finendo presto ai margini delle rotazioni di coach Moretti.

12 – Luca Campani (ala/centro, 208 cm, 98 kg, Ita, 1990) Dopo due buone stagioni a Montegranaro e una a Cremona, ha, a 25 anni, l’occasione di misurarsi in un club che punta decisamente ai playoff. Centro moderno, piuttosto dinamico e dotato di una buona mano, coach Moretti lo utilizza per oltre 20 minuti a gara, che lui ripaga finora con 7 punti e 5 rimbalzi di media.

8 – Lorenzo Molinaro (ala/centro, 204 cm, 102 kg, Ita, 1992) Giocatore di sicure prospettive, cresciuto a Udine, ha già alle spalle una discreta esperienza nelle minors, avendo giocato a Treviglio, Trento (con cui ha conquistato la promozione in serie A) ed Agropoli. E’ all’esordio in serie A.


Intervista al Coach Paolo Moretti

Con coach Paolo Moretti è troppo facile partire dalle emozioni: che effetto farà rientrare al PalaCarrara? “Beh, semplicemente sarà come è normale che sia: un vortice di emozioni, sensazioni, ricordi e di brividi sulla pelle”… Sono passati quasi sette anni da quel gennaio 2009 quando, per la prima volta ti sedesti sulla panchina biancorossa: quello di Moretti e di Pistoia è stato davvero un percorso di crescita comune... “Effettivamente sì: quando arrivai a Pistoia la società si trovava all’ultimo posto in LegaDue, in uno dei momenti più difficili dopo la rinascita seguita alla cessione del titolo dell’allora Olimpia a fine anni Novanta. Poi da lì è stato un percorso di crescita veramente straordinario e sinceramente non immaginabile”. Fra i tanti, ti chiedo di ricordare i tre momenti che anche volendo non potresti mai riuscire a dimenticare di quei sei anni e oltre a Pistoia... “Eh, sarebbero forse tremila o trentamila di momenti belli da ricordare. Sinceramente ho paura di dimenticarmene qualcuno che possa offuscare gli altri o non rendere merito ad alcuni dei protagonisti di questi anni. Dovendo sceglierne solo tre, direi la vittoria del campionato di LegaDue, e quindi gara-5 con Brescia in casa, la serie playoff l’anno successivo con Milano e la morte di mio padre, avvenuta pochi giorni prima di una splendida vittoria a Pistoia (contro Cantù): sono stati tre momenti che a livello di forza delle emozioni meritano di stare sopra gli altri, pur non volendo dimenticarne altri mille che sono al pari di questi e che lo stesso sarebbe importante ricordare”. Oggi, da avversario, che idea ti sei fatto di questa Giorgio Tesi Group e quale pensi possa essere il suo ruolo all’interno del campionato? “Sono talmente preso e concentrato nel mio quotidiano che Pistoia per me in questo momento è una squadra che troveremo sul nostro cammino e che quindi dovremo cercare di affrontare e di battere, nella consapevolezza che sta sopra di noi in classifica e che perciò fino a oggi ha fatto meglio di noi. Dovremo affrontarla con grande rispetto e sapendo di dover fare una partita straordinaria”. In chiusura, ovviamente, anche una domanda sulla tua Varese: dopo i tanti infortuni di inizio stagione e i cambi in corsa, a che punto è il processo di crescita della squadra? “Il processo di crescita è in un momento di pausa di riflessione: per noi lo snodo sarà il 23 dicembre, quando capiremo come costruire l’assetto definitivo che ci porterà poi alla fine della stagione. Siamo in una fase, almeno fino alla partita con Cremona in casa, in cui dovremo resistere, in attesa di essere apposto per lo sprint finale che dovrà portarci da inizio gennaio fino alla fine della regular season”.

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Precedenti

Cancellare l’amara sconfitta dello scorso maggio di Saverio Melegari Per una estate intera negli occhi dei quasi 3.000 abbonati del Pistoia Basket, e di tutti i tifosi biancorossi in genere, era rimasta quella partita. 3 maggio 2015, Giorgio Tesi Group – Openjobmetis Varese: 87-103. Lì finirono i sogni di agguantare, per il secondo anno consecutivo, i playoff di Serie A, si chiuse anzitempo (dopo diversi campionati) la stagione del Pistoia Basket e, ma nessuno poteva saperlo, avrebbe anche visto la sua fine il ciclo più vincente della storia del basket cittadino. Un ko che provocò anche fischi e malumore fra gli appassionati, visto che Pistoia andò a sbattere contro una Varese che non aveva più niente da chiedere al campionato e che si presentò in via Fermi con lo schema più semplice che un allenatore possa mettere in campo: 40 minuti di zona. Fu così che Attilio Caja imbrigliò Paolo Moretti, con i giocatori sul parquet che mai riuscirono a trovare soluzioni alternative. E così, già alla fine del primo quarto, Varese avanti di 12 punti che all’intervallo diventano 23 con ben 58 punti subiti da Pistoia: match in archivio e chiusura di stagione con una delle più brutte partite casalinghe di sempre. Il bilancio complessivo di precedenti con Varese è comunque in

parità, visto che nel campionato 2013/14 la Tesi Group si impose per 89-76 dopo un match da equilibrio assoluto per 30’ poi rotto dall’ottimo ultimo quarto, 28-16, dei pistoiesi. Una grande serata, fra le prime di quella stagione, per Brad Wanamaker con 17 punti e 6 assist, coadiuvato da un super Deron Washington (21 punti) e dal solito JJ Johnson (19) mentre era sempre il periodo delle voci di “taglio” per Ed Daniel che, dalla domenica successiva quel match, iniziò poi a decollare. Alla terza sfida, quindi, o da una parte o dall’altra la parità si spezzerà con la Tesi Group che vorrà provare a far valere nuovamente il fattore PalaCarrara dopo che è saltato nell’ultima sfida con Reggio Emilia. Sul grande ex, beh, c’è poco da dire. Le emozioni saranno infinite nel rivedere Paolo Moretti al PalaCarrara da avversario, un qualcosa al quale né lui né il pubblico pistoiese è abituato visto che prima del suo “settennato” biancorosso non aveva mai messo piede, da allenatore, in via Fermi. Per lui grandi feste prima della palla a due e la voglia comunque di fare al meglio in questa partita che non sarà sicuramente come tutte le altre.


Rubrica “Volto Nuovo”

Ron Moore Forse non molti ad agosto hanno fatto i salti di gioia, al momento del suo ingaggio. Ron Moore, dopo Michele Antonutti, era il secondo giocatore avuto da Esposito a Caserta che il coach aveva richiesto fortemente per la sua nuova Giorgio Tesi Group: ma se per l’ex-capitano di Reggio Emilia la sfortunata stagione all’ombra della Reggia passava in secondo piano in confronto ai tanti anni vissuti da protagonista in serie A, beh, per il playmaker tascabile di Filadelfia i crediti da mettere sul banco non parevano essere poi troppi. Del resto, dopo l’esperienza a Siena College (non certamente uno dei più prestigiosi nella variegata galassia dell’NCAA), Ron aveva iniziato a girovagare per l’Europa dell’Est, in campionati non proprio di primissima fascia: Slovacchia, Polonia, Ungheria, Ucraina, con una precipitosa fuga da quest’ultimo Paese a causa del divampare della guerra civile nel 2014. L’anno e mezzo a Caserta, concluso con l’amara retrocessione dell’ultima stagione, aveva fatto credere a molti che il numero 25 sarebbe stato niente più che una discreta alternativa a capitan Filloy, nonostante coach Esposito (che lo conosceva meglio di chiunque altro) avesse fin da subito speso parole al miele per questo ragazzo 27enne semplice e sempre sorridente, dotato di un quoziente cestistico e di un altruismo decisamente sopra la media. Le prime prestazioni in biancorosso hanno chiarito che, effettivamente, El Diablo ci aveva visto lungo: Moore si è ritagliato uno spazio decisamente significativo (con 30.1 minuti di media a partita è il secondo giocatore più impiegato da coach Esposito dietro a Kirk che di minuti ne gioca 30.3), ma soprattutto ha colpito tutti non tanto nei numeri (oltre 8 punti e 6 assist a partita non sono comunque pochi) ma nell’atteggiamento, sempre positivo, solare, costruttivo. Il buon inizio di stagione di Pistoia, senza dubbio, ha fra i suoi maggiori protagonisti anche il soldatino Ron…


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Le Pink Girls orgoglio cittadino di Elisa Pacini Sono tornate a brillare con forza le “stelline” dei canestri pistoiesi, la parte rosa della basket city biancorossa che è ripartita con un nuovo progetto supportato dal Pistoia Basket. Ecco che la PgP, da Pallacanestro Giovanile Pistoia è diventata Pink Girls Pistoia e porta decine di bambine e ragazze sul parquet con il nuovo logo, quello delle stelline dell’Orsa appunto, rimandando all’animale simbolo della città. Senza scordarsi da dove è nata, cioè dall’impegno e la grinta di Paola Paoli che nel 2004 ha fondato la società, dando possibilità a bambini e soprattutto bambine di cimentarsi con il basket, la nuova PgP riparte con entusiasmo nella sua nuova vita. Una nuova vita fortemente supportata dal giemme del Pistoia Basket, Giacomo Galanda, che ha cercato di avvicinare la società a vocazione femminile alla casa madre biancorossa. «Quando Annalisa Breschi mi invitò ad un “Pink day” un anno fa a Quarrata – dice Galanda – mi trovai immerso tra tante ragazzine con la passione del basket e da lì iniziai a pensare che bisognava fare qualcosa per il basket femminile a Pistoia. Mi sono sentito insignito di questo incarico e ora siamo all’inizio di questa nuova avventura». Se Paola Paoli con la sua carriera da giocatrice di serie A rimane il simbolo in campo del basket femminile a Pistoia, che tra l’altro alla fine degli anni ’80 ha vissuto il suo ciclo d’oro con l’Etruria

promossa nella massima serie, l’icona del presente in quanto a pallacanestro rosa è sicuramente Annalisa Breschi. Entusiasmo inesauribile, allegria contagiosa per ogni evento sportivo che promuove o a cui partecipa (è nello staff tecnico dei camp di Gek Galanda), coach Breschi in questi anni ha collezionato importanti risultati come allenatrice anche fuori dalla provincia di Pistoia. Insieme a lei, a guidare le squadre del settore giovanile della PgP, ci sono altri “cavalli di razza” (definizione dello stesso Galanda) come Gianni Querci e Chiara Del Prete. «La nostra serie A – dice Querci, già responsabile minibasket del Pistoia Basket 2000 – non sono i risultati, ma l’impegno, la determinazione e la costanza ogni giorno in palestra. Da questo punto di vista, le nostre ragazze giocano in serie A. Vorremmo che ci fosse grande collegamento tra vivaio e prima squadra e il nostro obiettivo primario è non perdere nessuna ragazza per la strada». La serie C, sponsorizzata dal locale del centro Fermento Beer HouseLocal Food, ha visto al via del campionato una squadra formata da giocatrici esperte che, sotto canestro, sono negli anni diventate amiche. Anche dalla loro grinta, passerà la crescita delle ragazze del settore giovanile con il “super gruppo” formato dalle Under 18 e Under 16 (nella foto a corredo dell’articolo), l’Under 13 e tutto il settore minibasket.


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AVVICINATEVI ALLA BELLEZZA Il fregio dello Spedale del Ceppo Testi di Giovanni Capecchi Maria Cristina Masdea Valerio Tesi Grazia Tucci Foto di Nicolò Begliomini

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