Outdoor Life web-magazine - 01

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OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE NATURA.AMBIENTE.ESCURSIONISMO.MOUNTAINBIKE



MI AFFASCINA

il gesto sportivo, la tecnica dei materiali, la ricerca del limite... ...ma ancor di più, mi affascina l’ambiente in cui questi si esprimono,

LA POTENZA DELLA NATURA



EDITORIALE

Noi di Outdoor Life web-magazine siamo presuntuosi. Molto. Perché ci siamo imposti di percorrere sentieri poco battuti e recuperare lo spirito ancestrale dell'escursionismo. Per noi piedi e ruote sono solo strumenti per esplorare, scoprire, stupirci e gioire. Strumenti per riavvicinarci silenziosi e sostenibili alla natura e all'ambiente. Pertanto se cerchi imprese alpinistiche, gare, report di gare di MTB, downhill o ancora peggio test di qualsiasi materiale tecnico o bicicletta, sei capitato sul magazine sbagliato. Perché qui si radunano e si incontrano solo persone normali e presuntuose che amano l’escursionismo vecchio stile. Ecco perché in questo primo numero abbiamo deciso di invecchiare tutte le foto.



SOMMARIO 08

SIAMO TUTTI ESPERTI DI METEO

L’escursionista e le previsioni meteo: rapporto d’amore e odio!

10

IL GPS: UN NUOVO STRUMENTO SOCIAL!

12

CERCO CERVI IN VALSOLDA

22

SAN PIETRO E LE CASOTE

34 38

I siti di tracce GPS, social network per le attività outdoor Sulle orme del cervo seguendo i bramiti d’amore Vicino nello spazio, lontano nel tempo

LA SEGNALETICA LUNGO I SENTIERI

L’importanza di una segnaletica universalmente riconosciuta

A CHI SPETTA LA PRECEDENZA SUI SENTIERI?

Piedi, zampe o ruote: chi per primo?

40

BIANCO NATALE

52

L’EFFETTO DOPANTE DEL CINGHIALE

64

Ecco come smaltire i bagordi della tavola e la sonnolenza post-prandiale Un’esperienza da raccontare agli amici quando il simposio si spegne

IMPREVISTI IN MTB

La vignetta di Paolo Deandrea



Redazione

SIAMO TUTTI ESPERTI DI METEO L’escursionista e le previsioni meteo: rapporto d’amore e odio! "Chissà che tempo farà il weekend prossimo..." Di solito cominciamo a chiedercelo il lunedì saltando da un sito di previsioni meteo all'altro. Ognuno ha il suo preferito, vuoi per la grafica, la semplicità d'utilizzo, vuoi perché sembra essere sempre il più positivo, quello che dà più speranza, quello secondo il quale al massimo c'è una nuvoletta con una goccia. Spesso, quando il lunedì vediamo che per il weekend è previsto sole, siamo più disposti a credere che sarà effettivamente così, mentre quando è prevista pioggia pensiamo che la scienza della previsione meteo non sia una scienza esatta ma basata sulla statistica pertanto

suscettibile d'errore. C'è anche chi diventa, all'interno di un gruppo, l'esperto meteo, forse perché ha azzeccato due previsioni in passato o forse perché ha l'osso sacro che, rotto in gioventù, invia segnali dolorosi al cambio della pressione atmosferica. Alla fine succede che, dopo aver guardato centinaia di siti di previsioni per tutta la settimana, la domenica mattina ti svegli, guardi fuori e se piove magari parti lo stesso oppure, se c'è un sole scintillante, torni a letto. Si chiama umore. Disposizione dell'animo.



Lorenzo Bassi

IL GPS: UN NUOVO STRUMENTO SOCIAL! I siti di tracce GPS, social network per le attività outdoor Da piccolo uscivo dal cancello e andavo in stradina a giocare con i miei amici; costruivamo la capanna nel bosco là dove ora ci sono 3 villette uguali. Andavamo a rubare le pannocchie nel campo di margòn (mais) del Bepi (pace all'anima sua) là dove ora ci sono 3 villette uguali. In stradina facevamo le prime gare con le bici: mi ricordo che avevano appena posato i tubi della fognatura e l'asfalto rimase con una lunga cicatrice di terra per mesi. Ecco, proprio lungo quella cicatrice, noi raccoglievamo la terra a mani nude a formare delle cunette, rincorsa e via... uno, due, tre salti finché la Graziella non si dissaldava là dove c'era il cardine per piegarla. Quante sberle da mio padre (per la bici), quante da mia madre (per i pantaloni rotti sulle ginocchia e non per le ginocchia rotte...), quante inutili ore mio zio passava a saldare. Allora, per noi che crescevamo guardando Sandokan e Orzowei, una capanna era molto "social" così come lo era, forse ancor di più, scappare dal Bepi che ci inseguiva col bastone. “Social” era vivere, da mattina a sera, con i nostri soci di giochi.

Oggi il significato di social, filtrato da anni di incredibili soluzioni tecnologiche, è cambiato: non si socializza più in stradina ma sulla rete dove i social network sono padroni. Lo scambio di informazioni, idee e, perché no, insulti, divenuto sensibilmente più veloce ed immediato non avviene più in stradina ma... ma... chissà! Un sistema così costruito ci spinge inevitabilemente ad estremi assurdi come chattare con il collega che sta seduto di fronte a te, con tua moglie che si trova al piano di sotto, con il gatto che hai in braccio (se vi è capitata quest'ultima cosa siete ad uno stadio terminale). In questo narcotizzante sistema esiste un canale social che paradossalmente inverte la tendenza: quello dello scambio delle tracce GPS di percorsi per escursioni trekking e mountainbike. Infatti, scambiarsi tracce GPS e condividere informazioni ed esperienze escursionistiche, implica quasi certamente alzare il culo dalla sedia, spegnere il computer e ritornare all'aria aperta per assaporare il suono, il profumo e la purezza della natura.



testi e fotografie il Monko

CERCO CERVI IN VALSOLDA

Sulle orme del cervo seguendo i bramiti d’amore


Io cammino. Dicono che faccia molto bene al corpo e alla mente ma non lo faccio per questo, so già essere così. Io cammino lentamente e se è necessario, mi fermo: guardo, annuso, sfioro, ascolto e assaggio. Lo faccio perché mi piace. Vedo un sentiero e lo percorro fino alla fine curioso. Cerco e mi sorprendo. A volte mi spingo lontano al punto tale che mi maledico e voglio solo una cosa: tornare. I piedi pulsano nello scarpone e non vedo l'ora di massaggiarmeli, semimorti e maleodoranti. Sono orgoglioso dei miei scarponi fetenti che consumano l'aria dell'abitacolo dell'auto o della carrozza verso casa. Perché? Perché io cammino. È la natura di essere umano che lo impone, altrimenti sarei nato albero. Consumo i piedi. Anche quella volta in cui la mia Lorelei mi mandò a fare in culo, ci andai a piedi. Camminai fino ad arrivare lontano da lei a tal punto che volevo una sola cosa: tornare. Peccato solo che una volta tornato, lei non ci fosse veramente più. Da allora sono single, ciò nonostante, io ancora cammino. Perché? Perché mi piace sentire il silenzio del bosco sibilarmi nelle orecchie e lo scricchiolare delle foglie secche del faggio. Amo fermarmi e tendere l'orecchio quando percepisco un rumore estraneo e sporgermi: l'ho visto, oggi l'ho visto il selvatico cervo che sparisce correndo. Con il suo immenso palco corre via maschio a riempire la notte di bramiti d'amore. Ah Lorelei... se almeno una volta fossi venuta con me!







Partenza: Dasio (CO) Arrivo: Dasio (CO) Distanza totale: 12,2km Altitudine massima: 1626 m Altitudine minima: 611m Totale salita: 1640 m Totale discesa: 1640 m DifficoltĂ : EE

ALPE SERTE

DASIO


ALPE FIORINA Visualizza il percorso sul tuo smartphone

ALPE PESSINA 2000 1500 1000 0

2

4

6

8

10

12km



testi e fotografie Mara Frediani

Vicino nello spazio lontano nel tempo

SAN PIETRO E LE CASOTE


Così vicino nello spazio, così lontano nel tempo. A questo pensiamo mentre risaliamo la mulattiera che da Civate porta a San Pietro al monte. Appena là sotto scorre veloce e puzzolente il traffico che si infila nel tunnel del Monte Barro verso Lecco e la Valtellina, mentre qui, appena dentro il bosco, l’aria lentamente si pulisce e si percepisce la Storia. Il selciato della mulattiera incute rispetto al solo pensiero di quante

persone nel corso dei secoli siano passate di qui faticando un poco per giungere alla Basilica di San Pietro al monte e all’Oratorio di San Benedetto. La stupenda abbazia benedettina, adagiata su un terrazzo di tappeto erboso, domina il Lago di Annone e da qui la vista spazia dalle Grigne, al Resegone, al Monte Barro fin giù verso la pianura lontana. Probabilmente da quattordici secoli, se è


vero che fu voluta da Desiderio, ultimo re dei Longobardi e intitolata all’Apostolo Pietro come era usanza del tempo. Ne avevo sentito spesso parlare ma, dopo essermela finalmente trovata davanti, devo dire mai con il necessario entusiasmo. Perché il complesso architettonico, pur non essendo imponente, emana fascino tale per cui viene ritenuto uno degli edifici romanici più importanti della

Lombardia. La mia soddisfazione di aver colmato una lacuna così profonda fa da contraltare al dispiacere di aver atteso così tanto per farlo. Ancora una volta, mi sento colpevole di aver trascurato l’esplorazione del mio giardino.







LE CASOTE

Le "casote" erano edifici rurali che fungevano da ricoveri notturni durante la stagione della fienagione e che permettevano ai contadini di riposare in un luogo comodo e asciutto evitando cosĂŹ di scendere a valle tutte le sere. Erano inoltre utilizzati anche come ripostiglio per gli attrezzi agricoli. Sono tipiche dei gruppi montani che ruotano attorno

al Monte Cornizzolo dove se ne contano circa centoventi. Erano realizzate in pietra a secco utilizzando massi erratici trovati in loco oppure blocchi di calcare squadrati allo scopo; il tutto era coperto da una volta autoportante assemblata con maestria e ricoperta con zolle d'erba e terra per evitare infiltrazioni d'acqua.


Partenza: Civate (LC) Arrivo: Civate (LC) Distanza totale: 5,5 km Altitudine massima: 759 m Altitudine minima: 250 m Totale salita: 608 m Totale discesa: 608 m DifficoltĂ : E

SAN PIETRO AL MONTE

1000 750 500 0

1

2

3

4

5km


Visualizza il percorso sul tuo smartphone

LOC. TRE CASOTTE

CIVATE



Redazione

LA SEGNALETICA LUNGO I SENTIERI L’importanza di una segnaletica universalmente riconosciuta Su Outdoor Life web-magazine parleremo spesso di segnaletica sulla rete escursionistica. Infatti, premesso che preparare l’uscita a tavolino e portare con sè la cartina dei sentieri rimangono accortezze imprescindibili, una segnaletica verticale e orizzontale ben fatta può aiutare l’escursionista nei momenti di smarrimento. Nella maggior parte dei casi però, lungo i sentieri o non c’è assolutamente nulla, oppure si trova di tutto: frecce segnaletiche di ogni tipo, segni di vernice su sassi e piante dai colori più esotici, bolli di agronomi e forestali che indicano le piante da tagliare... Districarsi in una situazione simile non è sempre facile, soprattutto per gli escursionisti meno esperti. Il problema della sovrabbondanza scriteriata di segnaletica che genera confusione invece che certezza non è di facile risoluzione: spesso la marcatura dei sentieri è opera volontaria di persone che utilizzano vernice che in quel momento hanno a dispozione. Oppure gli enti locali tracciano volontariamente percorsi tematici con colori appositi perché ritenuti più riconoscibili. Si toccano

poi degli estremi ridicoli nelle zone di confine Stato-Stato dove due frecce segnaletiche di colori differenti, una di uno Stato, una dell’altro, poste sul medesimo palo, indicano le stesse mete ma con tempi di percorrenza diversi... Evidente è quindi la necessità di uniformare la segnaletica lungo la rete escursionistica non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo (mondiale?) così come si è fatto con il codice della strada. In Italia da qualche anno si sta imponendo la segnaletica messa a punto dal Club Alpino Italiano che, con le sue sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, riesce a sorpassare le barriere locali e imporre l’utilizzo di una segnaletica univoca. Tutto ciò è stato legittimato recentemente dall’intesa CAI - FEDERPARCHI che prevede l’utilizzo della segnaletica CAI nei Parchi italiani. Un primo passo importante verso un regolamento universale al quale ci auguriamo si adegueranno tutti gli enti territoriali e associazioni che si occupano di sentieri. Perché l’escursionista, con il bianco e rosso del CAI, possa sentirsi sempre più sicuro!





Redazione

A CHI SPETTA LA PRECEDENZA SUI SENTIERI? Piedi, zampe o ruote: chi per primo? Spesso, lungo il sentiero, capita di incontrare altri escursionisti: a piedi, in bici o anche a cavallo. Chi ha la precedenza? Siccome non vi è nessun "codice sentieristico" pari al "codice della strada" a definire norme comportamentali universali, sta sempre al senso civico dei singoli escursionisti, di solito più sviluppato di quello degli automobilisti, trovare un accordo rapido e il più delle volte tacito. Noi di Outdoor Life web-magazine assumiamo una norma comportamentale molto semplice. La precedenza assoluta spetta all'escursionista a piedi perché i piedi sono stati il primo mezzo di locomozione. Pertanto bikers ed escursionisti a cavallo, di fronte ad un escursionista a piedi, dovranno fermarsi e lasciarlo passare. La seconda precedenza spetta all'escursionista a cavallo perché, dopo i piedi, il quadrupede erbivoro equino è stato il primo mezzo di locomozione esterno al corpo umano. Pertanto il biker, incontrato l'escursionista a cavallo, dovrà farsi da

parte e cedere strada (sentiero...); questo anche per evitare di spaventare con manovre improvvise e azzardate l'animale che se è protagonista del detto "matto come un cavallo" qualcosa di vero sotto ci sarà. Per ultimo passa il biker: perché la bici è un mezzo di locomozione giovanissimo rispetto agli altri due e lo è ancora di più come mezzo per la frequentazione di sentieri. Ricordiamo qui infatti che, se i piedi hanno milioni di anni e il cavallo accompagna l'uomo da qualche migliaio, la bici frequenta i sentieri da solo 30 anni... Questo articolo, evidentemente un po’ ironico, va però inserito in un discorso molto più ampio e serio legato al mondo della rete escursionistica in generale che, soprattuto in Italia, risente di un vuoto legislativo e normativo piuttosto ampio. Tutto ciò a discapito della gestione dei sentieri che si basa su iniziative locali, il più delle volte su spinta volontaristica, non sempre adeguate.


BIANCO NATALE

Ecco come smaltire i bagordi della tavola e la sonnolenza post-prandiale


testi e fotografie Lorenzo Bassi


Dunque, si comincia con gli antipasti: decresce veloce il panettone gastronomico, strati burrosi ripieni di salmone, acciughe e altro che non si distingue. Girano inoltre sulla tavola anche vassoi di affettati, dal salame al prosciutto crudo, dalla coppa fino al culatello. E poi salse, salsine e salsette. Si passa poi al primo, ravioli di carne

immersi nel brodo di cappone, con una spruzzata di parmigiano. Doppia razione. Secondo di carne, roast beef, come da tradizione in casa mia; contorno di insalata (che nessuno tocca perchĂŠ troppo sana). Doppia razione. Si passa poi direttamente al dolce, noci in pasta di mandorle avvolte


in un velo di zucchero caramellato; non resisto e me ne ingollo 8 forse 9 (anche perché con in giro mio nipote, adolescente in rapida crescita fisica e lenta cerebrale, il vassoio si svuota alla velocità della luce). E una fettina di strudel di mele della mamma non lo vuoi mangiare? Chiudo con il caffè. Sono circa le quattordici e trenta. Ho

due possibilità: agonizzare tutto il pomeriggio sul divano cullato dal calore del caminetto fino a sera, quando il mal di testa si impossesserà di me, oppure prendere la bici e andare a smaltire i bagordi della tavola e la sonnolenza postprandiale pedalando e arrancando nella neve. Voi cosa avreste fatto?








CUNARDO Partenza: Brinzio (VA) Arrivo: Brinzio (VA) Distanza totale: 20 km Altitudine massima: 658 m Altitudine minima: 277 m Totale salita: 688 m Totale discesa: 688 m MASCIAGO BEDERO VALCUVIA RANCIO VALCUVIA

BRINZIO


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VALGANNA 800 600 400 0

5

10

15

20km



testi e fotografie Lorenzo Bassi

L’EFFETTO DOPANTE DEL CINGHIALE Un’esperienza da raccontare agli amici quando il simposio tende a spegnersi


“Ma chi me l’ha fatto fare!?? Me ne stavo lì bello spaparanzato sotto l’ombrellone a guardarmi un po’ di bikini e relativo contenuto… sotto l’ombrellone, ad ascoltarmi l'ultimo dei The Mess Hall… e invece… 'sta salita non finisce più… e poi in 'sta vegetazione così folta e bassa non circola un filo d’aria… ma quando finisce 'sta salita?” Così pensava il Biker K verso le 7 di sera dopo aver percorso circa 40km nell’entroterra maremmano. Era partito in piena afa alle 2 del pomeriggio da Punta Ala, direzione Scarlino, scollinamento e salita per Tirli. Da qui salita fino alle antenne e poi giù in picchiata su Castiglione della Pescaia. E poi il rientro: dalle Rocchette un’ultima salitella e poi giù di nuovo su Punta Ala. Ecco, il Biker K era proprio su quest’ultima salitella che si stava maledicendo. "Ho finito anche l’acqua porcocazzo… no, adesso scendo e spingo, non ce la faccio più… ma chi me l’ha fatto fare? Adesso dopo quel tornante, scendo e spingo… 'sta tagliafuoco maledetta, “cessa” la chiamano qui… dopo quel tornante cesso io…” Così delirava il Biker K dopo quasi 5 ore di pedale sterrato e natiche piatte. Fu proprio nel momento in cui svoltò il tornante, esattamente nel momento in cui allentò la presa su manubrio e pedali per scendere dalla bici, fu proprio in quei due secondi lì che si bloccò con un piede per terra e una gamba per aria nell’atto di smontare dalla sella. Improvviso comparve un rumore di foglie secche sempre più




intenso ed incisivo finchè esplose in un ferale, cavernicolo e mostruoso rutto senza fine. Il mostro iniziò a correre verso il Biker K accelerando con il solo ed unico obiettivo di centrare, abbattere e demolire. Il Biker K terrorizzato montò in sella alla velocità della luce urlando a più non posso: “NOOOOOOOO, TI PREGO NOOOOOOOO!!!!!! BUONOOOO, STAI BUOOOOOOOOOOOOONOOOOOOO!!!” Pedalò fortissimo dando fondo ad energie sconosciute aggrappandosi e stritolando il manubrio; davanti a sé scorreva il powerpoint della sua vita, dietro di sé correva invece il re della macchia mediterranea, il più grosso, il più sadico e forse anche il più incazzato. Il Biker K si mangiò quell’ultima salita come fosse una discesa. Il Biker K, quel pomeriggio, scoprì l’effetto dopante del cinghiale.






Partenza: Punta Ala (GR) Arrivo: Punta Ala (GR) Distanza totale: 55km Altitudine massima: 587 m Altitudine minima: 0 m Totale salita: 1575 m Totale discesa: 1541 m

PUNTA ALA

750 500 250 0

10

20

30

40

50km


PIAN D’ALMA TIRLI

ROCCHETTE

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA

Visualizza il percorso sul tuo smartphone



Paolo Deandrea



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OUTDOOR LIFE WEB-MAGAZINE a cura di Naturtecnica Idee e soluzioni per la valorizzazione del territorio via Brunico 11 - 20126 www.naturtecnica.com


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