neo-Eubios 73/ Settembre 2020

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VALUTAZIONE DEL COMFORT ADATTIVO IN UN EDIFICIO RESIDENZIALE IN ASSENZA DI CLIMATIZZAZIONE ESTIVA a cura di * Maria Cristina Azzolino, Gabriele Piccablotto, Andrea Gruppo, Beatrice Piccirillo.

Introduzione L’obiettivo principale di questo articolo consiste nel valutare le condizioni di benessere termico in un edificio residenziale privo di impianto di climatizzazione estiva, secondo il modello di comfort adattivo definito dalla norma UNI EN 15251:2008. L’edificio è stato oggetto di una campagna di misurazioni per valutare sperimentalmente le prestazioni dell’involucro opaco (misurazione della trasmittanza termica con metodo termoflussimetrico) e le condizioni termoigrometriche interne durante il periodo estivo. I risultati di misura acquisiti con le attività sperimentali sono stati successivamente impiegati come dati di ingresso e di confronto per la simulazione del comportamento termico estivo dell’edificio secondo il modello di calcolo dinamico implementato nel software ICARO, sviluppato da ANIT in conformità alla norma UNI EN ISO 52016-1:2018. La modellazione dell’involucro edilizio è stata condotta con i software PAN, ICARO e APOLLO, messi a punto da ANIT rispettivamente per l’analisi termica delle strutture opache, dei ponti termici, dell’involucro trasparente e relative schermature.

climi caldi, quindi, raggiunge più facilmente una condizione di acclimatazione se può agire, oppure ha la sensazione di poterlo fare, su elementi o sistemi di controllo in grado di modificare il microclima interno (p.e. apertura di serramenti, ventilazione localizzata). Il concetto di acclimatazione dell’individuo è anche legato al fatto che il modello del comfort adattivo definisce la “temperatura di comfort” in relazione all’andamento “storico” delle condizioni climatiche esterne, in quanto non si limita al valore di temperatura esterna di un solo specifico giorno ma considera la media ponderata dei valori di temperatura esterna che si sono verificati almeno nelle ultime due settimane precedenti al giorno di analisi (running mean temperature). L’algoritmo di calcolo della temperatura di comfort, mettendo in relazione la temperatura operante di un ambiente non climatizzato con le condizioni climatiche medie esterne, consente di definire uno o più “fasce di comfort” basate sulla sensazione di accettabilità da parte dell’utenza. La UNI EN 15251 individua tre fasce o classi di comfort (elevato, medio, scarso) a cui corrispondono scostamenti tra temperatura di comfort e temperatura operante rispettivamente di ±2 °C, ±3 °C e ±4 °C. Nell’analisi di comfort adattivo, la rappresentazione grafica più diffusa prevede la sovrapposizione delle temperature operanti simulate in regime dinamico orario (oppure misurate) alla fascia di comfort definita secondo la UNI EN 15251. I campioni orari, rappresentati come punti nel grafico, se compresi nella fascia di comfort significano ore di benessere termico; quelli esterni alla fascia rappresentano ore di discomfort percepite come calde (o fredde) in relazione all’acclimatazione dell’utente con le condizioni climatiche esterne.

Il modello di comfort adattivo Per le valutazioni di benessere termico si è utilizzato il parametro della temperatura operante unitamente al modello adattivo riportato dalla norma UNI EN 15251, che definisce un intervallo di comfort in funzione della temperatura esterna dell’aria. Il modello del comfort adattivo (adaptive comfort model) si basa sull’assunto che l’occupante di un ambiente non climatizzato tende ad adattarsi se può operare liberamente sul controllo del microclima in base alle proprie abitudini. Un individuo posto in un ambiente senza impianto di raffrescamento in periodi o in

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