In cucina con nonna ANNA Martesana

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Anno I | Numero 2 | Dicembre 2021

nonna ANNA in cucina con

S P E C I A L E N AT A L E

Inserto omaggio allegato al numero odierno di La Gazzetta della Martesana, La Gazzetta dell’Adda

È tempodi Feste

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Sommario

La tavola delle feste

Mise en place, colori e oggetti Così la magia è servita

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I menù della tradizione La ricetta della deliziosa seupa à la vapelenentse

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Lasagne al ragù Un grande classico

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20 Rotolini al salmone con peperoni, olive e robiola

Nel solco della tradizione: il brodo di carne

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21 Gustosi primi piatti, pesce grande protagonista

I menù delle feste, Capodanno

22 Il cotechino, un secondo tradizionale per salutare il nuovo anno

I menù delle feste, la Vigilia Spiedini panati di gamberi e patate

Tortelli e capitone per una cena originale

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Dolci

25 Le prelibatezze della tradizione

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I menù delle feste, il Natale

I consigli

Agnolotti piemontesi per un pranzo da re

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29 Per un Natale più sereno pianificare è essenziale

La Lombardia servita a tavola: il rinomato cappone ripieno

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30 Calendario dell'avvento con la pasta biscotto

Cavatelli alle cime di rapa

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31 Tronchetto di Natale Buono, d'effetto e facile da realizzare

I menù delle feste, Santo Stefano Pennette allo spumante

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Secondo piatto sfizioso, il polpettone di carne

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Croccanti, saporiti e prelibati: finocchi al forno, delizia da gustare

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Cin cin

32 Un brindisi gustoso per il nuovo anno

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La tavola delle feste 2

Decorazioni natalizie

Mise en place, colori, oggetti: così la magia... è servita a tavola Non basta una tovaglia rossa: il segreto è dosare i diversi elementi partendo dalla tradizione, per rievocare lo spirito che da anni riunisce famiglie e amici. Spazio alla fantasia

La cura dei dettagli è fondamentale quando si parla di decorare la tavola in occasione delle feste di fine anno: inutile negarlo, cene e veglioni assumono tutto un altro sapore se si consumano avvolti da una vera e propria atmosfera natalizia. No, non basta soltanto una tovaglia rossa con riporti dorati: tutto si gioca su combinazioni di colori, abbinamenti e oggetti. Attenzione però a non abbondare: il segreto è trovare la giusta proporzione. Mixare con sapienza i diversi elementi contribuirà a creare uno stile magico e unico.

i consigli

Un ottimo punto di partenza è senza dubbio la tradizione: piccoli oggetti e dettagli che raccontano la storia della famiglia, rievocando uno spirito che da anni si rinnova e riunisce i componenti a tavola, spesso dopo molti mesi trascorsi lontano. Da qui si comincia con la mise en place, che dev'essere impeccabile: tovagliolo al centro, magari con un segnaposto personalizzato per ogni membro; forchetta a sinistra, coltello a destra, bicchiere a un centimetro dalla punta del coltello. Tornando ai colori: il rosso è certamente la nuance delle feste per eccellenza, ma attenzione agli abbinamenti. A seconda delle tonalità delle pareti e dell'arredo, se si vuole creare continuità si può optare per una sfumatura diversa, magari limitando il rosso e l'oro alle decorazioni. Un suggerimento controcorrente, in tal senso, porta a colori delicati o pastello, da abbinare all'argento di qualche oggetto tipicamente natalizio, per una tavola più giovane. Se l'ambiente circostante lo permette, si può osare anche con tocchi di verde acido, viola o arancione; mentre per gli amanti del classico, si va sul sicuro con la tavola di Natale bianca e rossa: non passa mai di moda, è delicata, difficilmente stona con altre nuance. Dopo aver pensato all'aspet-


LA TAVOLA DELLE FESTE

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QUESTIONE DI DETTAGLI Un centrotavola fai da te per impreziosire l'ambiente

to cromatico, si arriva al "design" della tavola. In questo caso il consiglio è di procedere con uno stile minimalista. Meglio limitarsi a posate essenziali, centrotavola non troppo ingombranti, poche decorazioni a scelta: dai Una regola classici elementi nanon scritta: talizi come le pigne ai non esagerare: rametti d'abete, ai più pochi oggetti, audaci accessori marini se avrete la posma curati sibilità di festeggiare il Natale in una località marittima. Generalmente si tende a dare continuità tra tavola e albero di Natale, l'altro grande protagonista delle nostre stanze: un segreto non così segreto è decorare la tavola con addobbi che si ritrovano anche appesi all'albero. Un'idea molto originale porta all'utilizzo di piantine, specialmente se la tavola è molto grande. Dimentichiamo qualcosa? Beh, le luci: c'è chi ne è talmente innamorato da non limitarsi a riempire l'albero e le pareti. Metterle a tavola? Basta che non ingombrino: si possono usare per esaltare il centrotavola.

Il rosso è il colore della tradizione per eccellenza, ma sono possibili diversi accostamenti cromatici per esaltare l'ambiente circostante

Come valorizzare ulteriormente la propria tavola di Natale, in modo da fare un figurone con i propri ospiti? Creando un centrotavola vintage, da poter realizzare anche in autonomia e in poco tempo. Si può ad esempio puntare sul legno, materiale caldo per eccellenza, ideale per creare un'atmosfera più intima e rilassante. Questa soluzione può essere arricchita con decori tipici della tradizione: pigne, rami e bacche. Elementi da ritrovare poi anche a tavola, come segnaposto. Un altro centrotavola molto particolare si può creare rispolverando le vecchie palline di Natale e inserendole in vasi di cristallo di varie dimensioni: questi addobbi si possono "dislocare" anche sul resto della tavola o legare anche ai bicchieri, magari in pendant con l'albero di Natale e abbinati alla tovaglia.

Segnaposti, candele, sedie: la creatività è d'obbligo Qualcuno ha detto segnaposto? Si può creare in autonomia con le vecchie palline di Natale. Bisogna assicurarsi che siano ancora munite di filo; agganciatevi poi un cartoncino con il nome dell'invitato. Oppure personalizzatele e legatele al gambo dei bicchieri da vino, con un colore diverso per ogni persona. Un altro grande classico della tavola sono le candele, le principali artefici della magica atmosfera natalizia. I portacandele, poi, sono accessori ideali per decorare la tavola e abbinarsi ai colori delle tovaglie. L'ultimo tocco? Le sedie. Non bisogna dimenticarle, ma decorarle aggiungendo cuscini natalizi o coprendo lo schienale con alcuni nastri.


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MENù DELLE FESTE | VIGILIA

Le portate principali

I tortelli e il capitone per una cena originale e ricca di storia un mix di sapori

Il condimento per eccellenza è il burro fuso aromatizzato con la salvia. Spesso si accompagna con il soffritto di cipolla e la salsiccia di maiale

I tortelli alla zucca sono molto comuni nelle tavole della Vigilia. La ragione è legata al precetto religioso che vietava il consumo della carne il giorno prima del Natale, ma si spiega anche con le ristrettezze economiche delle famiglie povere che, impossibilitate ad acquistare la carne, sceglievano un ripieno decisamente più economico come quello della zucca. Sarà proprio la corte dei Gonzaga a riabilitare un prodotto a km zero e a introdurlo anche nei contesti fastosi dei banchetti. Nel Mantovano e nel Cremonese, dove il piatto trae le sue origini, i tortelli alla zucca vantano un gioco di equilibri perfetto tra il sapore dolce dell'ortaggio, il salato del formaggio grana, il dolce-amaro degli amaretti e il piccante della mostarda. A Piacenza, invece, sono tipici i tortelli di zucca e ricotta. La ricetta mantovana è forse quella più semplice da riproporre a casa. Per ottenere il piatto perfetto è necessario partire da un'ottima materia prima: la zucca mantovana, oppure delica, ricca di gusto e poco acquosa, ideale per arrivare alla cremosità tipica del ripieno. La sfoglia all'uovo dovrebbe I Gonzaga essere ritagliata a forma di quadrato, per rispettare la di Mantova tradizione. Lo spessore deve furono tra i essere da sottile a medio. primi a vedere Nelle altre declinazioni rele potenzialità gionali, invece, la forma del della zucca tortello può essere a cappellaccio, rotonda, rettangolare, a mezza luna oppure ritorta. Amaretti e mostarda completano il ripieno, secondo la tradizione mantovana, che va chiuso con delicatezza nell'abbraccio di pasta.

L'origine La nascita del tortello di zucca è intrecciata con la storia delle grandi famiglie dell’epoca delle signorie. Dagli Estensi di Ferrara ai Gonzaga di Mantova passando per i Farnese di Parma e Piacenza, fino ad arrivare ai Pallavicino di Parma e ai Visconti di Reggio Emilia: tutti assaggiarono la pasta dal ripieno dolce. La zucca fece la sua comparsa in Europa nel Rinascimento grazie alla scoperta dell'America.


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Il capitone campano Molto amato dall’imperatore Federico II di Svevia, il capitone ha anche un ruolo storico: venne infatti inserito nel menù del pranzo che si tenne durante l’assemblea plenaria dei funzionari regi, il "Colloquium generale", nel 1240. Piatto tipico della cucina napoletana, il capitone, secondo la tradizione, scoraggia il male e la sfortuna, da sempre emblematica-

mente sintetizzati nella figura del serpente. Per questo il pesce della famiglia delle anguilla è un vero must della tavola natalizia campana ma anche pugliese. L’animale, che può sopravvivere sia in acque dolci sia in acque salmastre, restando nel luogo scelto fino a oltre i 50 anni, e che riesce a resistere fuori dall’acqua per circa 48 ore, viene proposto in ricette tradizionali con diversi metodi di cottura, come la frittura. In questo caso, il pesce viene tagliato in tranci di circa dieci centimetri e viene infarinato da entrambi i lati per poi passare alla frittura nell'olio. I pezzi vengono poi lasciati asciugare sulla carta assorbente, insaporiti con foglie di alloro e serviti caldissimi. Nel caso in cui il capitone fritto dovesse avanzare, può essere cucinato come capitone alla scapece: bisogna solo preparare una marinata di olio, aceto, aglio e menta, un mix che conserva perfettamente anche gli ortaggi fritti. La variante del capitone in umido prevede invece circa due ore e mezza per la preparazione tra la cottura e l'ammollo dell'animale nell'aceto. Si può cuocere anche in forno, sempre tagliandolo a pezzi e stendendolo su un letto di alloro per 45 minuti a 180°.

Tradizione vuole che il capitone venga acquistato vivo al mercato del pesce il giorno prima della Vigilia. Il pesce deve essere cucinato e mangiato nella stessa giornata



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MENù DELLE FESTE | CAPODANNO

una tradizione

CONTORNI PER STUPIRE

il cotechino

Lenticchie agli aromi: buone e portafortuna Facendo parte dei legumi con tutta la ricchezza di proteine e fibre, le lenticchie possono essere una valida alternativa di secondo piatto, perfetta per i commensali che non mangiano carne. Sono, per tradizione, l'accompagnamento ideale per il cotechino ma possono essere consumate anche in deliziose zuppe invernali. Per prepararle aromatizzate, è necessario disporre di bacche di ginepro, foglie di alloro e chiodi di garofano. Si comincia con il soffriggere gli aromi e la cipolla, arricchendo il tutto con dadini di pancetta (per una ricetta non vegetariana), si aggiungono poi le lenticchie secche già ammollate e si lascia insaporire. Si sfuma con il vino rosso e si procede la cottura mettendo di tanto in tanto un mestolo di brodo per circa 45-60 minuti. Si aggiusta infine di sale e pepe, e il contorno è pronto.

tempo

15 minuti

cottura

150 minuti

ingredienti • • • • • • • •

1 cotechino di 600 g 400 g di lenticchie 1 cipolla 2 coste di sedano 20 g di burro 2 cucchiai d'olio sale q.b. pepe q.b.

preparazione Avvolgere il cotechino nell'alluminio, praticare dei fori con una forchetta e poi immergerlo in acqua fredda, lasciandolo sobbollire per due ore. In un'altra pentola, sempre in acqua fredda, porre le lenticchie, mezza cipolla, una costa di sedano e un pizzico di sale. Portare a ebollizione e far cuocere a fuoco basso per circa un'ora. Tritare la cipolla e il sedano rimasti e rosolarli in un tegame con l'olio e il burro, aggiungendo le lenticchie e regolando di sale e pepe. Spellare il cotechino ancora caldo e tagliarlo a fette, infine servire sopra le lenticchie.

portate

4 persone

difficoltà bassa

Il consiglio Tante varianti per piatti da gustare Esistono molti modi per dare una svolta a una specialità della tradizione come il cotechino. Può essere inserito in una vellutata di patate al tartufo, oppure accompagnato con verze, gnocchetti di patate, lenticchie. Sfiziose anche le selezioni di primi: tra queste i bucatini con ragù di cotechino e noci o il pasticcio di verze e castagne.

La bontà tutta francese delle patate duchessa Il contorno più saporito e versatile di sempre: le patate. Per cambiare e non riproporre le seppure buonissime patate al forno, la ricetta di origine francese è un'opzione originale e molto decorativa. La preparazione è semplice: dopo aver cotto le patate, si riducono in purea con un passaverdure, si aggiunge al composto il burro e si unisce parmigiano, sale, pepe, noce moscata e due tuorli. Si trasferisce il tutto in una tasca da pasticciere con bocchetta a stella. Su una teglia foderata con carta da forno, si vanno a spremere dei piccoli ciuffetti di purea del diametro massimo di 5 cm. Si lasciano in forno preriscaldato per 15 minuti a 200° e poi si servono ben caldi.



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Dolci 25

IL TORRONE Le nobili origini del dolce per le nozze di Sforza e Visconti

i dolci della tradizione

Pandoro e panettone sono tipici delle feste natalizie

Panettone e pandoro non possono mancare sulle tavole degli italiani durante le feste natalizie. La tradizione del panettone affonda le sue radici fin nel Medioevo, quando si era soliti festeggiare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. Ecco allora che uvetta e canditi sono diventati gli ingredineti celebri di questo dolce così caratteristico. Tipico della tradizione milanese, il panettone divide i suoi estimatori tra i puristi che lo vogliono assolutamente con i canditi e chi invece lo preferisce senza. Rivale indiscusso non può essere altro che il pandoro: di origine veronese, con la classica forma di una piramide tronca a otto punte, è sicuramente il più amato dai bambini. A differenza del panettone, si offre anche in diverse varianti: in molti infatti lo farciscono con creme al mascarpone o di vario genere, arricchendolo con frutta fresca e aggiungendo allo zucchero a velo anche della polvere di cacao.

Il nome del Pandoro deriva dalla lingua veneta "pan de oro", in omaggio all'antica abitudine dei ricchi veneziani di impreziosire il pane con foglie d'oro

Per gli amanti del cioccolato, le feste natalizie vogliono dire una cosa sola: torrone! Amato da grandi e bambini, questo dolce accontenta tutti i palati: cioccolato fondente, al latte, bianco, classico con le nocciole ma anche con i pistacchi, con i cereali, e chi più ne ha più ne metta. La storia della specialità ha diversi secoli alle proprie spalle. Leggenda narra infatti che le sue origini siano legate - a detta dei cremonesi - al matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti avvenuto nel XV secolo: il dolce sarebbe nato proprio per celebrare la loro unione. Il nome "torrone" deriverebbe dalla forma del campanile del Duomo di Cremona che all'epoca era chiamato "Torrione". C'è da dire che anche i francesi ne contendono la paternità, così come arabi e cinesi. Qualunque sia la sua origine, sta sempre bene sotto l'albero.

La variante siciliana Il nome è lo stesso, ma la composizione è tutta un'altra cosa. È il torrone siciliano, un dolce croccante alle mandorle, tipico del periodo di Natale. In questa specialità, lo zucchero caramellato avvolge deliziose mandorle tostate al profumo di agrumi. Sapori e fragranze tipiche di un luogo incantato si ritrovano assaporando questo dolce così identificativo della Sicilia. Gli ingredienti sono appena tre: mandorle, zucchero e gocce di limone o, in alternativa, di arancia, ma c'è anche chi lo arricchisce con miele o semi di sesamo. Le origini sono quelle della cultura araba che tanto ha influenzato l'isola, e i sapori sono quelli degli agrumi tipici del Sud Italia. Una variante golosa del torrone tradizionale che, a sua volta, si presta a contaminazioni e variazioni sul tema.


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tradizioni regionali

secca, uvetta, cannella e canditi. Il nome di questo dolce deriva dal tedesco e vuol dire "raramente", perché lo Zelten si faceva, appunto, raramente: una volta all'anno, solo a Natale.

L'Italia è ricca di tradizioni. Anche in ambito culinario questa abbondanza si riflette nelle riParrozzo, cette regionali che contraddiCalzoncelli, stinguono le festività dell'anBossolà no. A Natale dunque c'è spazio e Zelten per affiancare ai dolci classici, gli struffoli campani anche quelli della tradizione. In Abruzzo c'è il Parrozzo, un In Campania, sulle tavole del dolce dalla forma semisferica che giorno di Natale, non possono prende origine dal cosiddetto "pane mancare gli struffoli, palline di pasta rozzo": all'impasto di granoturco, si aggiundolce, fritte e poi intinte nel miele, decorate gono mandorle e una copertura di cioccolato con frutta candita e zuccherini colorati. Per fondente. In Lombardia, tra i dolci natalizi, prepararli per 6 persone bisogna innanzitutto spicca la Bossolà, una ciambella soffice e vasetacciare 450 g di farina con un pizzico di saporosa di origine bresciana: è un simbolo di le, aggiungendo 3 uova, 3 cucchiai di zucchebuon auspicio che rimanda all'idea della rinaro semolato e 90 g di burro. Lavorare quindi scita. La Basilicata invece trova nei Calzoncell'impasto a lungo, avvolgerlo in una pellicola li la sua tipica prelibatezza natalizia: tegolini e metterlo a riposare un'ora in frigo. Trasfordi pasta sfoglia realizzati con farina di grano, mare l'impasto in un cilindro, tagliandolo in chiusi a fagottino e ripieni di crema di ceci o piccoli pezzi. Scaldare un litro d'olio di semi castagne. Una volta fritti, si ricoprono di zucin una padella a bordi alti e friggere gli strufchero a velo o miele. In Trentino Alto Adige infoli con una schiumarola. Scaldare 300 ml di vece si mangia lo Zelten, una specialità tipica miele d'acacia in padella, quindi aggiungere sudtirolese che prevede una torta con frutta le palline colorate.

In Liguria

La tradizione ligure presenta tra i suoi piatti tradizionali natalizi il rinomato pandolce genovese, conosciuto persino presso i Paesi anglosassoni con il nome di Genoa Cake. Si tratta di un impasto lievitato più o meno alto e poi arricchito con canditi, uvetta e pinoli. Se la versione cinquecentesca originaria prevedeva una lievitazione naturale, e quindi un volume maggiore, oggi è invece molto diffusa la variante schiacciata.

Il panforte

Tra le delizie gastronomiche toscane, non si può non citare il celebre Panforte di Siena, un dolce natalizio a base di noci, mandorle, zucchero, farina e canditi di vario genere. Il più caratteristico è il candito nero di popone, ovvero il melone nero toscano. Il nome di questo dolce ha origini antiche, risale al X secolo quando veniva preparato il panmelato, una focaccia con acqua e farina a cui venivano aggiunte miele e frutta secca. Un'altra particolarità è il colore: può essere bianco se con lo zucchero a velo o nero se ricoperto di spezie.


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Un dolce cammino

Calendario dell'avvento con la pasta biscotto verso la vigilia Per i più piccoli, un'idea divertente è preparare un calendario dell'avvento con i biscotti. Angioletti, fiocchi di neve, alberelli e stelline accompagneranno i bimbi nei 24 giorni di dicembre che precedono il giorno di Natale. Per i nostri 24 biscotti servono 200 g di zucchero a velo, 500 g di farina, 4 tuorli, 250 g di burro e un baccello di vaniglia, mentre per la decorazione è necessario il colorante alimentare, la pasta da zucchero e altre decorazioni alimentari. La preparazione è semplice: prima di tutto realizzare la sabbiatura con il mixer (farina setacciata, un pizzico di sale e burro freddo), poi posizionarla su un piano di lavoro e aggiungere zucchero a velo, semini di vaniglia e, una volta creata la

Questi biscotti durano una settimana, quindi per arrivare a 24 giorni il consiglio è di prepararne 6/7 alla volta, congelando gli altri senza copertura

Ecco come realizzare i 24 dolcetti da scartare ogni giorno con i bimbi fino a Natale. Divertenti, colorati e allegri, sono facili da fare e simpatici da decorare fontana, i tuorli al centro. L'impasto ottenuto va in frigo per mezz'ora, per poi stenderlo e realizzare i biscotti con gli stampini. Prima di passarli in forno, i biscotti hanno bisogno di un'altra mezz'ora in frigo, quindi in forno statico preriscaldato a 170° per 10 minuti o in forno ventilato a 150° per 6-8 minuti. Una volta raffreddati si passa alla decorazione.

La decorazione Dividere in tre il panetto di pasta di zucchero: una parte rimarrà bianca, nella seconda si aggiunge il colorante rosso e nell'ultima un po' di giallo e blu per ottenere il verde. Con il bianco si può ritagliare il fiocco di neve, con il verde gli alberelli, con il rosso fiocchi e regali. Un po' di colla alimentare sui biscotti e il gioco è fatto.


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DOLCETTI FATTI IN CASA Per rendere uniche le feste ci sono le formine natalizie

tronchetto di natale Dolce tipico della tradizione natalizia francese, il tronchetto Buono, di Natale riprende la forma d'effetto del ceppo di legno, simbolo particolarmente caro ai Paee facile da si del Nord Europa. Si tratta realizzare di un rotolo soffice di pasta in casa biscotto farcito con una crema ganache al cioccolato e accompagnato da una divertente guarnizione di scagliette di cioccolato fondente che, oltre a dare un gusto sfizioso al dolce, riproducono anche l'aspetto del ceppo di legno con le sue nervature e "scaglie" di corteccia. Il procedimento per realizzarlo è semplice: prima si crea la pasta biscotto con farina, zucchero, sale, uova, un baccello di vaniglia e un pizzico di miele. Una volta sfornata, si ricopre di ganache al cioccolato (panna e cioccolato fondente), poi si arrotola con della pellicola e si fa rassodare in frigo. Per la decorazione serve temperare il cioccolato, trasferirlo sulla carta da forno, stenderlo e farlo raffreddare. Si possono quindi creare le scaglie, che andranno distribuite sul tronchetto coperto di ganache.

Una spolverata di zucchero a velo, oltre ad addolcire il palato dei commensali, crea anche quell'effetto neve particolarmente adatto nel periodo natalizio

Se è vero che i biscotti al pan di zenzero sono la scelta più rappresentativa durante il periodo natalizio, è altrettanto vero che in cucina ci si può sbizzarrire con le forme per renderli unici. Le formine sono il più valido alleato per tematizzare questi dolcetti. L'omino di pan di zenzero da decorare è un grande classico, così come l'alberello natalizio e l'alce. Ma i più fantasiosi possono sbizzarrirsi con qualsiasi soluzione: fiocchi di neve, stelle, cuori e animaletti di ogni tipo. Le formine per i biscotti sono ormai disponibili in tutte le forme e dimensioni. Ecco allora che sulle tavole potrebbero finire dei pinguini o delle mucche natalizie, paperelle e pesciolini intrusi speciali, ma anche fiori, gattini e chi più ne ha più ne metta. La parola d'ordine è una solo: lasciare spazio alla creatività.

Biscotti di pan di zenzero Se si pensa al Natale, il biscotto più rappresentativo è indubbiamente quello al pan di zenzero. Particolarmente amati nel mondo anglosassone, i Gingerbread hanno però origini nordeuropee. La forma più classica è l'omino di pan di zenzero decorato con la ghiaccia reale, reso famoso - se ancora ce ne fosse bisogno - dal film "Shrek", in cui interpreta un ruolo piuttosto divertente. Tornando alle tavole delle feste, è facile trovare questi biscotti nelle forme che richiamano la magia del Natale e quindi renne, alberelli, stelline e calzette. Oltre a essere in grado di conquistare qualsiasi palato, i dolcetti sono anche un'ottima idea per un pensierino natalizio: un omino di pan di zenzero regala un pizzico di magia e rappresenta in pieno lo spirito di questo tempo.


Cin cin 32

Lo Sforzato di Valtellina vanta il primato come primo passito rosso secco ad aver ottenuto in Italia la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), nel lontano 2003

Vini valtellinesi

Un brindisi gustoso per il nuovo anno Bottiglie speciali per ogni pietanza Per chiudere in bellezza anche questo lungo anno e dare il benvenuto al prossimo, non può mancare un calice di buon vino. E quale migliore scelta di una selezione di vini valtellinesi che accompagnino ogni pietanza del cenone di Capodanno? La Valtellina è terra di vigneti sin dall'antichità, e la varietà di uva più coltivata è la Nebbiolo, che costituisce la base di ogni vino prodotto nella zona. La peculiarità di queste uve risiede nella loro versatilità: a seconda degli uvaggi a queste abbinati, e alla lunghezza del periodo di essiccazione, la gamma di vini che ne risulta è davvero ampia. Vista la presenza delle specialità valtellinesi nel menù di fine anno, l'ideale è accompagnare i piatti con uno dei rossi che hanno reso così famosa la regione.

Tra le soluzioni più pregiate con cui salutare l'anno passato e accogliere quello futuro c'è il nobile Sforzato di Valtellina da accompagnare a piatti tipici Tra questi, il Valtellina Superiore si adatta perfettamente agli antipasti a base di salumi e formaggi stagionati nostrani, mentre per la portata principale non può mancare il vino più nobile della valle: lo Sforzato di Valtellina, dal profumo intenso, è ottimo abbinato a carni succose e saporite.

Per il dolce

Per un tocco dolce a fine pasto, o in previsione dell'augurale brindisi di mezzanotte, si può optare per un calice di Moscato rosa, ormai prodotto di tendenza del territorio valtellinese. Da accompagnare a dolci secchi, invece, è perfetto un sorso della storica Grappa della Valtellina, icona territoriale di rinomata fama.


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Guida ai ristoranti

Samsara – Volta Rossa Cucina vegana e vegetariana Situato nella splendida cornice del Parco Increa, in una villa padronale di fine ‘600, Villa Tizzoni, Samsara nasce nel 1980 da un’idea controcorrente: primo ristorante di cucina vegetariana in Brianza. Una scelta di gusto, di creatività, di qualità, con lo scopo di mangiare bene e in modo salutare. Il Samsara è riconosciuto dall’AVI, Associazione Vegetariana Italiana. Nella bellissima cantina seicentesca di Villa Tizzoni, proprio sotto il Samsara, la Volta Rossa nasce inizialmente come sala da tè e birreria, diventando nel 2001, un’enoteca con cucina, caratterizzata da una pregiata selezione di vini ed un ricco e intrigante menu che comprende piatti vegetariani, vegani e tradizionali. Immersi in un ambiente particolare, è possibile prendere un aperitivo, cenare e passare un piacevole dopocena. La formula alimentare del Samsara permette di gustare piatti preparati con prodotti tipici della cucina mediterranea, ma anche di sperimentare alimenti propri della cucina vegetariana e vegana come il tofu, il seitan, il mopur, il tempeh e il lupino. Le verdure utilizzate vengono scelte secondo la disponibilità stagionale e spesso è possibile gustare vegetali, legumi e cereali poco usati nella tradizione italiana come la patata rossa, il topinambur, la quinoa e l’amaranto. La cucina vegetariana e vegana di Samsara è ricca di fibre e aromatizzata con spezie, scelte per garantire una buona digestione e per favorire un senso di leggerezza nell’assunzione del cibo. Caratteristiche importanti sono anche un’ottima scelta di buoni dolci fatti in casa, tra cui una selezione di dolci vegani e la presenza di pane artigianale cotto a legna, con farina bio e senza lieviti aggiunti.

Il menu cambia molto spesso seguendo la stagionalità degli ingredienti, per la maggior parte di provenienza da coltivazioni biologiche. La cucina cerca di rintracciare prodotti di qualità a “filiera corta” sostenendo il commercio equo-solidale. Il caffè, per esempio, è bio ed equo-solidale. La pasta, oltre che bio, è trafilata al bronzo ed essicata senza escursioni termiche, ma è possibile gustare anche pasta fresca. Altre caratteristiche fondamentali sono l’esclusione di fritture e l’assenza di grassi: unici condimenti sono l’olio extra vergine d’oliva bio e il soiu (salsa di soia).

Info Samsara – Volta Rossa Via Increa 70 20861 Brugherio Tel. 039 878406 info@samsara-voltarossa.com www.samsara-voltarossa.com


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Lupo di Mare Ottima cucina a base di pesce, sempre fresco e di prima qualità. Il menù è vario, notevole è l’attenzione e la cura nella scelta della materia prima. A cominciare dagli antipasti con il “Piatto misto dell’ostricaro”: varietà di crudo gamberi rossi, scampi, ostriche e frutti di mare. Da non perdere, il misto di frutti di mare gratinato, unico nel gusto, oppure la crudité personalizzata e i ricci di mare. Per continuare, con i primi piatti: pasta all’astice, paccheri ai frutti di mare, calamarata, primi con crostacei e vongole, fino alla paella di pesce, ricca e saporita. Come secondi, lo chef consiglia un ottimo fritto del Lupo di Mare, crostacei alla catalana o alla griglia e tante varietà di pescato, la grigliata mista di pesce. Da non perdere i menù speciali nel week end. Ottima anche la pizza, cotta nel forno a legna. Per concludere, meritano un assaggio i dolci di produzione propria. Il Lupo di Mare si presta a ospitare pranzi di lavoro durante la settimana con menù dedicato, cene aziendali, banchetti per festeggiare compleanni, anniversari, cerimonie e anche matrimoni. Per gli sposi, tutto viene curato nei minimi dettagli, dal menù all’allestimento degli spazi. Il ristorante organizza anche serate a tema dedicate a piatti speciali (su prenotazione). Citiamo la serata catalana con paella di pesce e crema catalana, o la serata crudité con degustazione di carpacci, tartare e frutti di mare. Tutti i piatti sono disponibili anche da asporto.

Menù di Natale 2021

Lupo di Mare propone menù particolari per tutte le principali feste, per questo Natale prevede antipasto “Grand Delizia del Lupo di Mare” con capasanta gratinata, capasanta con zucchine, frittella di Gianchetti, tentacoli di polpo gratinato, gamberone gratinato e spiedino di seppia del mediterraneo gratinato. Il primo piatto sarà la millesfoglie del Lupo di Mare con ragù di gamberi viola di Gallipoli. Per secondo, filetto di rombo e gamberone reale con cuore di carciofo, olive e pomodorini. Si conclude con il tradizionale pandoro con crema al mascarpone e coulis di fragole. Possibilità di asporto.

Info Lupo di Mare Via Angelo Barzago 14, Bussero Tel. 02.95330769 lupodimarebussero@gmail.com Chiusura: lunedì pranzo e cena, martedì pranzo


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Ristorante Cantarana Un’esperienza plurisensoriale: al Ristorante Cantarana conoscono a meraviglia il territorio e ne portano profumi e sapori in cucina, presentando un menù fatto di risotti, fritture, ricette di carne e di pesce di acqua dolce. Immancabili i funghi porcini, le verdure fresche di stagione, gli ortaggi. E poi la selvaggina, le rane, le lumache, i pesciolini. Da provare i funghi: in umido, trifolati, con la polenta oppure crudi come antipasto, costituiscono l’elemento principe di molte ricette del ristorante. E poi primi piatti di pasta fresca, tanti secondi piatti di terra, ossobuco, tagliate e entrecôte, oppure carne con polenta e formaggi freschi o stagionati. Una cucina tipicamente lombarda, composta di specialità dalla lunga cottura a da una altrettanto longeva tradizione, che non ha subito contaminazioni nel corso dei secoli. Per chi ama il pesce, la cucina è anche orientata su specialità di lago e fiume, come il risotto al pesce persico e trota ai ferri, ma anche grigliate e fritture miste di mare. Denominatore comune è la qualità degli ingredienti, che per la maggior parte provengono da colture locali. In cantina si trovano vini piemontesi e lombardi, ma anche provenienti da altre regioni italiane, quali il Trentino. Per gli amanti dei distillati, grappe invecchiate per coronare il fine pasto. Ristorante dal sapore antico, ha una sala con camino settecentesco che scalda le giornate più fredde. C’è una sala banchetti con un centinaio di posti e una terrazza estiva dove trascorrere momenti di relax sotto un fitto pergolato, cullati dal rumore (e dalla vista) del fiume Adda. I coperti sono 150, il prezzo medio 35-50 euro bevande incluse. Si organizzano banchetti fino a un centinaio di persone con menù personalizzato.

Risotti indimenticabili

Il Ristorante Cantarana è specializzato nella preparazione di squisiti risotti, diventando di fatto anche una risotteria a tutti gli effetti. I risotti, proposti in tantissime varianti per accontentare tutti i gusti, rappresentano l’espressione più autentica della tipicità lombarda, e vengono serviti in una sala interna rustica o sotto il pergolato esterno. Lo chef consiglia il risotto con filetti di pesce persico e con l’ossobuco. Oppure ai funghi, al gorgonzola, con le quaglie e con salsiccia. La loro preparazione richiede passione e pazienza. Mantecati al punto giusto, esaltano il sapore degli ingredienti.

Info Ristorante Cantarana Via Cantarana, 234 Cassano d’Adda Tel. 0363.60059 cantarana@virgilio.it www.ristorantecantarana.it Chiuso lunedì pranzo e cena, domenica cena


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Azienda Agricola Il Ponticello

Il Ponticello nasce come azienda agricola, situata ad est della cittadina di Carugate, nei perimetri del Parco Molgora, in una superficie piana di 14.000 m2 di terra incontaminata. Immersa nella natura, la location comprende diverse strutture – di diverse dimensioni e di varie capienze - in cui è possibile organizzare eventi e feste, personalizzando al meglio ogni area secondo le proprie esigenze. Con allestimenti all’aperto per la bella stagione, oppure negli spazi coperti per quando fa freddo, è possibile organizzare qualsiasi cerimonia: matrimoni, battesimi, feste di laurea, compleanni. Molto suggestiva è “la cupola”, una tensostruttura riscaldata in inverno, in cui è possibile organizzare la propria festa al caldo, nell’atmosfera incontaminata e naturale del Ponticello. Utilizzabile da ottobre a maggio, al suo interno comprende un bancone da bar, una postazione per dj, casse per la musica, tavoli e sedie. C’è poi una serra, anch’essa coperta e riscaldata e attrezzata con bancone da bar e tutto ciò che serve per fare festa. Da maggio a settembre, è invece possibile sfruttare la serra estiva, con la possibilità di allestire i tavoli per buffet e le sedute sia all’interno che all’esterno, a seconda delle preferenze e del tempo atmosferico. Il terreno comprende diverse aree verdi in cui poter organizzare eventi, c’è una zona ristoro in cui è possibile servire piatti caldi, una zona griglia, tavoli e sedie. Lo spazio è completamente personalizzabile. Per ogni evento, l’Azienda Agricola Il Ponticello offre catering di alta qualità con menù personalizzati.

Menù personalizzabili

È possibile scegliere tra diversi menù, proposti per facilitare l’organizzazione, tutti modificabili e personalizzabili. Ad esempio, c’è il menù merenda con proposte dolci e salate, pensate anche per i più piccoli, oppure il menù grigliata. Ampia scelta per il menù aperitivo, con varie opzioni tra finger food e stuzzicheria fino al piatto caldo per chi desidera l’aperitivo “rinforzato”. I menù cerimonia sono completi di ogni portata, dall’aperitivo al dolce, con possibilità di prevedere isole tematiche a buffet oltre che il classico servizio al tavolo. C’è anche una proposta di menù festa, con “dopo cena”, drink e open bar.

Info Azienda Agricola Il Ponticello Via del Ginestrino 19 Carugate (MI) Tel. 342 054 5113 ilponticellocarugate@gmail.com www.ilponticellocarugate.it


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Il Buono della Pizza La vera pizza verace napoletana si può gustare a Segrate nella pizzeria da asporto “Il Buono della Pizza” grazie alla professionalità e alla passione di Vittorio Sirica, della moglie Angela e dello staff, tutto composto da napoletani doc. L’amore per la pizza napoletana e per la sua tradizione arriva da lontano: “Ho iniziato il mio percorso sin da piccolo nell’attività di famiglia, sin d’allora ho scoperto il mio grande amore per l’arte dell’impasto e per questo mestiere tanto antico quanto difficile. Con Il Buono della Pizza si realizza il sogno di trasferire tutta l’esperienza acquisita negli anni in questa attività di pizzeria e street food. I miei prodotti si legano profondamente alla tradizione napoletana tramandata dalla storia della mia famiglia” spiega Vittorio Sirica. Tutto è curato nei minimi dettagli: l’impasto della pizza è lievitato naturalmente, il forno a legna è di provenienza napoletana, così come gran parte degli ingredienti, tutti selezionati con cura e di provenienza campana, garantiti Made in Italy. Basterà guardare il menù per scorgere tante prelibatezze tipiche, dal caciocavallo ai pomodorini del Piennolo del Vesuvio, una varietà di pomodoro coltivata esclusivamente sulle pendici vulcaniche del Vesuvio. Da provare il panuozzo, anch’esso tradizionale della cucina campana: un pane pizza a forma di ciabatta, cotto nel forno a legna e farcito in modo gustoso, comodo da consumare anche come street food. Non possono mancare poi i dolci, fiore all’occhiello della cucina napoletana: la pastiera, la torta caprese e, naturalmente, i babà.

Lo street food

La pizzeria propone anche sfiziose specialità napoletane street food: parmigiana, frittata di maccheroni, gateau di patate napoletano, tutti sfornati dal forno a legna. C’è poi la cosiddetta “pizza a portafoglio”, altra preparazione tipica di Napoli, ovvero una pizza piegata in quattro per rendere la consumazione comoda e veloce. Infine, da non perdere, l’originale pizza fritta: un lievitato golosissimo della cucina napoletana a forma di mezza luna dorata dal ripieno filante di ricotta, salame e mozzarella!

Info Il buono della pizza Via Roma, 42 20090 Segrate (MI) Tel. 02.84249153 ilbuonodellapizza@gmail.com www.ilbuonodellapizza.it


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Ristorante Pizzeria L’aragosta

Il Ristorante Pizzeria L’Aragosta è un ambiente curato ed elegante dove trascorrere momenti di piacere, per lavoro o in famiglia. La cucina propone antipasti, primi e secondi piatti a base di pesce; una cura maniacale viene posta nelle materie prime, sempre fresche e di elevata qualità. Si possono gustare antipasti caldi e freddi di mare o di terra, primi piatti di pasta fresca con astice o con frutti di mare, risotti e pizze con svariati ingredienti. Lo chef propone ottime specialità a base di pesce selezionato e carni internazionali di provenienza controllata, prevalentemente argentine e italiane. Gli arrivi giornalieri di pesce fresco fanno sì che il cuoco riesca a a valorizzarlo di volta in volta nel modo migliore, offrendo sempre piatti gustosi e curati nei dettagli. Una buona selezione di vini italiani studiata per abbinarsi nel modo più corretto a ogni portata. La pizzeria propone pizze da consumarsi al tavolo o da asporto, sia a pranzo che a cena. Possibilità di take away anche per i piatti della cucina. In pausa pranzo, dal lunedì al venerdì, menù fisso con tre primi e tre secondi a scelta. Il locale è anche tabaccheria e ricevitoria. Si trasmettono le partite di serie A e nel week-end si organizzano serate con musica dal vivo. Il locale, dotato di tre sale dotate di impianto di climatizzazione, può accogliere fino a 100 commensali. La location è ideale sia per una cena tra amici che per un business lunch, ma è adatta anche per celebrare rinfreschi, pranzi di lavoro, cresime, battesimi, comunioni e matrimoni, con menù a base di pesce. Nel periodo estivo, i tavoli sono allestiti in giardino.

Specialità pesce

Lo chef è specializzato nella realizzazione di piatti a base di pesce, preparati solo con prodotti freschissimi e ingredienti di prima qualità. Specialità della casa è la Pentolaccia, un’abbondante e ricca pasta fresca ai frutti di mare, servita per due persone. Da provare anche gli spaghetti allo scoglio: piccoli trucchi ne esaltano il gusto.Il pescato, sempre fresco con approvvigionamenti giornalieri, viene proposto alla griglia o al cartoccio accompagnato da contorni di verdure fresche grigliate o saltate in padella.

Info Ristorante Pizzeria L’aragosta Via Trieste 133, Gorgonzola Tel. 02.9513188 info@ristorantearagosta.eu www.ristorantearagosta.eu


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Guida ai ristoranti

Isola dei sapori La cucina propone menù di carne o di pesce, personalizzabile per comitive o eventi. I piatti sono vari e adatti a tutti i palati: dai taglieri ai risotti, dagli antipasti di mare al fritto misto, dagli arrosti alla parmigiana di verdure. A chi ama la carne lo chef consiglia la fiorentina per due persone o il maxi hamburger di scottona da 300 g. Chi preferisce il pesce, potrà assaggiare il fritto misto, uno dei grandi piatti della tradizione italiana, tra i più amati ed apprezzati da tutti. Ampia scelta di pizze, realizzate solo con ingredienti di prima scelta, e si può scegliere tra più di 50 proposte diverse, ognuna adatta a gusti e stagioni. Disponibili pizze anche senza lievito e con impasto di soia ad alta digeribilità. Pasta e pizza sono disponibili anche senza glutine. Dal martedì al venerdì a pranzo, menù fisso di lavoro a 11€ comprensivo di primo, secondo, contorno, acqua o bibita. Le sale sono ampie e si organizzano serate a tema, eventi, karaoke. Tutti i venerdì e sabato sera musica dal vivo per mangiare divertendosi. Su richiesta, il Ristorante Pizzeria L’Isola dei Sapori è il locale ideale per gustare la cucina tipica siciliana. La serata viene organizzata su prenotazione: i titolari sono originari di Catania e vi faranno provare tutte le prelibatezze culinarie di una terra unica! Dalla pasta alla norma agli arancini, dalle fritture al pesce spada arrostito sulla carbonella, sarde a beccafico.. L’Isola dei Sapori conta 100 coperti al chiuso e 100 all’aperto e può quindi ospitare feste, cerimonie, pranzi di lavoro, cene aziendali, compleanni: buon cibo, buon vino e buona compagnia! Menù speciali a Natale, Capodanno, San Valentino, Festa della donna, Pasqua, ferragosto…In accordo con lo chef, il menù - sia a base di carne che di pesce - può essere personalizzato. Chi preferisce gustare i piatti comodamente a casa propria ha la possibilità di acquistare le portate d’asporto.

Natale 2021: divertimento assicurato

Il menù di Natale 2021 prevede: antipasti con tagliere di culatello di Parma; bufaline e gnocco fritto; insalata russa; patè di prosciutto cotto; antipasto misto mare della casa. I primi: paccheri con pesto di pistacchi gamberetti e scampi; risotto con porcini e zafferano. I secondi: filetto al pepe verde; gamberoni al cognac; filetto di branzino in crosta su letto di humus di ceci; tortino di verdure di patate sablè. Per concludere; mandaranci, panettone con crema di mascarpone, spumante, vino della casa, acqua e bibite, al costo di 50 euro a persona. Ottimo cibo e divertimento assicurato anche per i più piccoli: i bambini non si annoieranno, perché c’è un’area esterna riservata con giochi sicuri e certificati.

Info Ristorante Pizzeria Isola dei Sapori Via Delle Regioni, 22 - Segrate Tel. 02.2136578 Cell. 347.6864276. info@isoladeisaporisegrate.it, www.isoladeisaporisegrate.it Chiuso il lunedì


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FuoriOrario Il nome FuoriOrario deriva da un “Fuori Orario” già esistente che qualche anno fa si frequentava, un locale alquanto bizzarro e originale per l’arredamento e tutte le sue componenti in genere, un importante punto d’incontro delle serate migliori. FuoriOrario offre una vasta scelta di soluzioni gastronomiche, per deliziare il palato in qualunque situazione, dalla colazione fino a notte. I più amati del menù sono gli hamburger e le pizze. Per i primi, carni scelte di alta qualità provenienti da tutto il mondo: carne chianina e angus. Il pane per l’hamburger è fatto in casa. Da provare anche il pulled pork proposto in alcune gustose varianti. Il menù propone poi oltre 100 pizze, cotte nel forno a legna e realizzate con farine 100% naturali e mozzarella Km 0 ottenuta solo con latte locale. Impasti anche con farina di kamut e integrale. Ampia scelta di birre speciali, spillate senza l’aggiunta di anidride carbonica grazie al sistema DraughtMaster. Ampio spazio è dedicato ai prodotti Gluten Free: pizze, hamburger, birre e primi piatti. Il locale aderisce al network AFC (Alimentazione Fuori Casa) promosso da AIC, l’associazione italiana celiachia. Al FuoriOrario è possibile vedere tutte le partite della tua squadra del cuore grazie a un ampio maxi schermo. Il ristorante propone inoltre serate alternative e sempre nuove, alla ricerca del divertimento con particolari serate anche a tema. Delivery e possibilità di asporto tutti i giorni, sia a pranzo che a cena.

Aperitivi e cocktail

Da non perdere, l’aperitivo, variegato e sostanzioso. Si consiglia di provare lo gnocco fritto con salumi e gli stuzzichini proposti per “apericena”. Il locale propone un’ampia lista di cocktail, alcolici e non, da gustare accompagnati con le migliori sfiziosità della cucina. I cocktail sono disponibili anche in modalità delivery, preparati al momento e serviti in bottiglia da asporto. Anche un’ampia selezione di birre è disponibile da asporto.

Info FuoriOrario Via Giuseppe Mazzini, 44 Trezzo sull’Adda (MI) Tel. 02 9096 4712 info@fuoriorario.org www.fuoriorario.org Chiuso domenica a pranzo


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Osteria Cascina Bianca con Orto e Giardino

Sulla rinnovata Strada Antica di Cassano, nel Comune di Vignate sorge il complesso rurale Cascina Bianca, ricco di storia e un tempo fortificato, come mostrano i resti ancora visibili di una torre viscontea. Quello che un tempo era il fabbricato è stato completamente ristrutturato nel rispetto della tipologia originaria. La gestione è affidata da più di 30 anni alla famiglia Tobia, che oltre alla buona cucina offre una cordialità con pochi eguali. Da provare, il menu degustazione sia di carne sia di pesce. Lo chef consiglia: culatello al Prosecco, casoncelli alla Cascina fatti in casa, trippa alla paesana, gnocchi di patate, varietà di risotti, foiade ai funghi porcini o ragù di cinghiale, selvaggina in salmi, guanciale con polenta, stracotto d’asino, rombo chiodato, tomowok alla griglia, cosciotto di maialino con pancetta crokcalamaro ripeno con polenta della Cascina. Dal servizio di caffetteria fino ad eventi più esclusivi, la struttura propone nel suo complesso diverse soluzioni con la possibilità di personalizzare eventi aziendali e cerimonie in ogni momento. La parte interna ha una sala con focolare, intima e indisturbata; e una sala polifunzionale, che può ospitare fino a quattrocento persone. Le sale sono l’ideale per incontri raffinati, per ritrovi di lavoro e per ogni tipo di ricorrenza. I vari menù sono personalizzati a seconda delle esigenze. Ci sono piatti per celiaci, vegetariani e vegani. Proposte speciali per Vigilia di Natale, Natale, Capodanno e per tutte le principali ricorrenze. La cantina conta su una buona selezione di vini italiani. I cani di piccola taglia sono ammessi solo su richiesta.

Banchetti ed eventi

La struttura è specializzata per banchetti ed eventi sia privati che aziendali. Sale con focolare e giardini possono ospitare fino a trecento persone. Per eventi nuziali non si ospita più di una cerimonia al giorno. Il locale è climatizzato, il giardino è perfetto per i servizi fotografici, il parcheggio è ampio. La parte esterna, si anima nella bella stagione con il porticato, un’area barbecue, il giardino dei segreti e le diverse aree del parco, disponibili sia per eventi privati che in concessione.

Info Osteria Cascina Bianca con Orto e Giardino Via Cascina Bianca 1 (Campo Ricco) 20060 Vignate (MI) Tel. 02.9566355 info@cascinabianca.it www.cascinabianca.it


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Le ricette dei Nonni Luciana

Torta salata con melanzane e uova P

omodori, melanzane e uova: ingredienti facilissimi da reperire che vantano notevoli proprietà nutritive. Le uova sono ottimi serbatoi di proteine: ben 6 grammi ciascuno, fra albume e tuorlo, ideale quindi per chi consuma molto e usa i muscoli; inoltre contengono alte quantità di calcio e ferro. Occhio però al colesterolo: chi ne soffre deve limitare il consumo di uova a solo una / due volte la settimana. Le melanzane, per contro, risultano totalmente assenti di questa specifica mentre sono ricche di vitamina C e potassio (indicato per proteggere ossa e unghie, fortifica anche i capelli).

1.

2.

• 1 rotolo - Pasta sfoglia

Tempo: 45 min.

Lavare i pomodori, tagliarli in 4 fette e metterli in un colino; salarli e lasciarli sgocciolare finché avranno perso l’acqua. Passare i pomodori su una carta assorbente. Tagliare la melanzana a cubetti piccoli, salarla e metterla al sole per 10 minuti circa così da farle fare la sua acqua, farle poi asciugare su carta assorbente.

3.

Tagliare la mozzarella a pezzi piccoli e lasciarla sgocciolare in un colino per 10 minuti circa.

4.

In una terrina, aggiungere, i pomodori, le melanzane, la mozzarella, una spolverata di pepe nero, il basilico e mescolare bene (se si forma altra acqua, scolare). Aggiungere il rosso d’uovo, il formaggio grattugiato e ri-mescolare bene fino ad ottenere un composto umido e quasi compatto.

5.

A questo punto aprire il rotolo di pasta sfoglia e metterlo in una pirofila foderata con carta da forno. Posizionare sulla pasta il composto e livellarlo bene. Ripiegare i bordi della pasta sfoglia e inumidirla con un po’ di acqua fresca.

6.

Guarnire spargendo i semi di sesamo. Infornare a 200° per mezz’ora, quindi togliere la “torta” dal forno e lasciarla raffreddare e servire in tavola tiepida.

46 | RICETTE | PIATTO UNICO

Ingredienti • 1 - Melanzana grande • Olio extravergine d’oliva • 10 - Pomodorini freschi • 1 - Mozzarella

Porzioni: 4

• 1 ciuffetto - Basilico • 3 cucchiai - Formaggio grattugiato • 1 - Tuorlo • Semi di sesamo • 1 pizzico - Sale

Difficoltà:

Bassa

Costo:

Basso

• 1 pizzico - Pepe


Le ricette dei Nonni Franco

Biscotti alla valdostana

Ingredienti

M

andorle, nocciole e vaniglia: un trionfo alla piemontese. Questa frutta secca rappresenta una delle più famose eccellenze regionali e ce n’è ben donde. Le mandorle sono molto energetiche e di dura digestione: contengono magnesio (che aiuta in caso di stanchezza) e grassi “buoni” tipo Omega 3-6 in grado di allentare la pressione del colesterolo sul nostro sistema cardiocircolatorio. Discorso simile per le nocciole, più dolci però, che sono anche in grado di favorire il transito intestinale.

1.

• 200 gr. - Zucchero semolato

Tempo: 40 min.

Tritare le mandorle e le nocciole in un mixer, quindi aggiungere

• 65 gr. - Farina bianca tipo 00

tutto il composto con la farina, la vanillina e il restante

2.

Porzioni: 4

Continuare ad amalgamare il composto usando un cucchiaio di legno in modo delicato così da non “smontare” gli albumi. Ottenuta una pastella uniforme e densa, prendere un cucchiaio da minestra e sistemare abbondanti cucchiaiate (ben distanziate) su carta da forno.

3.

Difficoltà:

Media

Infornare a 180° per circa 12 minuti. La cottura è molto veloce: tenere d’occhio i biscotti in modo da non farli imbrunire troppo.

4.

Spegnere e togliere subito dal forno. e spolverare con un po’ di zucchero a velo.

47 | RICETTE | DOLCE

• 80 gr. - Nocciole tostate • 120 gr. - Albume

150 gr. di zucchero. Montare gli albumi a neve e mescolare

zucchero.

• 120 gr. - Mandorle pelate

Costo:

Basso

• 1 bustina - Vanillina


Le ricette dei Nonni Antonia

Banane al flambé

Ingredienti

Z

ucchero, arance e burro oltre alle banane: ingredienti “importanti” da non consumare in eccessiva quantità. Lo zucchero è il principale fornitore di calorie nell’alimentazione, ma bisogna stare attenti a non esagerare: troppo zucchero infatti crea problemi di chimica interna all’organismo e indebolisce la struttura ossea (anche i denti) perché sottrae calcio. Le arance forniscono grande apporto di vitamina C utilissima nei mesi invernali e quasi nessuna caloria: per questo l’unione con lo zucchero determina una specie di accoppiata virtuosa (lo zucchero ne ha troppe, l’arancia zero). Infine il burro, nemico di vene e arterie, se consumato in piccole quantità (come in questa ricetta) è di facile digestione e favorisce la crescita (molto indicato quindi per chi ha meno di 20 anni).

1.

Per la buona riuscita di questa ricetta è indispensabile che le banane siano grandi e non troppo mature, altrimenti il rischio è che si rompano nella «lavorazione».

2.

Far sciogliere il burro in un tegame anti-aderente a fiamma bassa, aggiungere lo zucchero e mescolare finché non sarà caramellato.

3.

Spremere l’arancia e versare il succo nel tegame, mescolare bene e spegnere il fuoco.

4.

Sbucciare le banane e tagliarle in due per il lungo; metterle nella padella ancora calda e girarle più volte per farle ricoprire completamente dalla glassa. Dopo qualche minuto riaccendere il fuoco a fiamma alta per pochi secondi, versare il liquore Cointreaue «incendiarlo» cosicché l’alcool evapori completamente. Lasciare che l’alcool bruci del tutto e quindi spegnere. Quest’operazione richiede una particolare destrezza ma non è difficile: basta fare attenzione; è però basilare per la buona riuscita della ricetta.

5.

Servirle tiepide con una pallina di gelato.

48 | RICETTE | DOLCE

• 4 - Banane

Tempo: 15 min.

• 100 gr. - Zucchero semolato • 1 - Arancia • 25 gr. - Burro • 1 bicchierino - Cointreau

Porzioni: 2

Difficoltà:

Bassa

Costo:

Medio


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