in Inserto omaggio allegato al numero odierno di Giornale di Olgiate
APRILE 2019
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Ăˆ arrivata l’ora di rimettere mano a giardini e balconi
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Aprile 2019
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Sommario
Realizzato da Edizioni Vero Finito di stampare Aprile 2019
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Inserto omaggio alle testate Netweek
2 Salone del mobile
All’insegna dell’ecosostenibile
32 Casa fresca
Ventilatore o condizionatore?
Bagno: legno e pietra come in Spa
I mille fiori di primavera
42 Piccola manutenzione Come pulire gli split a misura di salute
28 Elettrodomestici Lava e asciuga, ma salva spazio
40 Esterni Ecco gli ombrelloni su misura per stare al fresco
46 Fai da te Il decoupage rinnova la casa
18 Arredamento
36 Giardino
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Salone del mobile
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Nel nome
di Leonardo
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Salone del mobile Nume tutelare di questa edizione è stato Da Vinci, per la celebrazione dei 500 anni dalla scomparsa. Protagonista l’acqua, elemento base del suo ingegno
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alone del Mobile che ha reso omaggio al nostro genio nazionale, Leonardo Da Vinci, auello appena “rappresentato” a Milano. I 500 anni dalla sua scomparsa sono stati celebrati anche così, sotto la Madonnina che poco distante custodisce l’Ultima Cena. Nella città che fu trasformata dalla sua presenza in capitale dell’arte e delle scoperte scientifiche, Leonardi fa capolino anche dalle novità del settore dei mobili e dei complementi d’arredo.
All’insegna del genio CREATIVO Sono state dedicate proprio a lui le due installazioni visitabili sia in città che in Fiera, definite dagli esperti del settore come “esperienze dal forte impatto emotivo e culturale”. In centro, si è stati a stretto contatto con un elemento che Leonardo ha osservato, studiato, sperimentato e rappresentato in ogni sua forma d’arte: l’acqua. Si chiama infatti Aqua. La visione di Leonardo, l’installazione che dal 5 al 14 aprile, all’interno della Conca dell’Incoronata, ha ospitato una vera e propria “camera delle meraviglie”. Non è certo un caso la scelta della location: a quest’anti-
ca conca di navigazione Leonardo dedicò parte dei suoi studi. Aqua. La visione di Leonardo è un’opera ideata da Marco Balich, uno spazio al cui interno ci si è sentiti come alberi, radicati al Rinascimento, ma con la chioma protesa verso il futuro. Un percorso in cui il passato è diventato l’avvenire e lo ha fatto attraverso vere e proprie proiezioni della Milano “che sarà”. In Fiera, invece, abbiamo avuto in regalo un vero e proprio show di immagini, musica, cinema e teatro, portato in scena dall’installazione DESIGNO. La cultura del design italiano prima e dopo Leonardo. Uno spazio di 400 metri quadri ideato da Davide Rampello e disegnato dall’architetto Alessandro Colombo in cui la cultura del progetto ha fatto da anello tra i creativi italiani e Leonardo, il nostro designer ante litteram. L’osservatore ha vissuto l’esperienza del racconto attraverso una scenografia monumentale ispirata ai vent’anni che il Maestro trascorse a Milano, allora come oggi, una città dinamica ed in pieno fervore creativo. Attraverso queste installazioni, l’acqua e la cultura del progetto divengono risorsa naturale e progetto creativo, le due identità a cui mira il design contemporaneo.
Si apre definitivamente la strada ai materiali sostenibili
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ià in architettura, con il Bosco verticale di Boeri Studio, proprio a Milano, si è aperta la strada all’utilizzo di materiali sostenibili, visti non più come parte integrante di un progetto, ma come vera identità dello stesso.
Evento eco-friendly
Come ogni anno, l’eco dell’evento si è fatto sentire anche per le vie centrali della città dove, con il Fuorisalone, la “Brera da bere” si trasformerà in una “Brera da fare”. Gli appassionati del settore hanno vissuto esperienze legate al design, e ai mondi trasversali della moda e musica.
Il tema che quest’anno propone chiari riferimenti, ispirazioni ed omaggi a Leonardo, ha la speranza di offrire un nuovo punto di partenza per i giovani talenti. Una chiave di lettura che ripropone l’opera d’arte totale in armonia con il contesto urbano, per un risultato ecofriendly.
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Salone del mobile Il Fuorisalone ha fatto furore svelando luoghi inaccessibili e nascosti
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ono stati oltre 150 gli eventi nel circuito Brera Design District, nella settimana compresa tra l’8 e il 14 aprile. Si è andati dal “supereroe della sostenibilità” in piazza XXV Aprile progettato da Giò Forma, all’installazione immersiva di Moooi, che da zona Tortona si è spostata in via Moscova negli spazi della Mediateca Santa Teresa. E poi Fantini e Bisazza con l’apertura dei nuovi showroom, il progetto Hidden Rooms di Salvatori (con lavori di John Pawson, Piero Lissoni e Elisa Ossino in via Solferino 11), Unifor al Palazzo di Brera con un progetto di Ron Gilad, L’Objet Haas Brothers da Dilmos, Carlo Ratti all’Orto Botanico e Artemest (con TED) che allestirà un’intera casa in via Randaccio così come The Socialite Family che ha occupato non più solo una stanza, ma un intero appartemento in via Palermo.
L’Albergo diurno di P.ta Venzezia Cristina Celestino ha realizzato, infatti, il nuovo allestimento del Brera Design Apartment, l’appartamento di via Palermo che due anni fa aveva ospitato il progetto The Visit di Studiopepe. Attingendo all’immaginario degli Anni 60 e 70 e al lavoro di designer come Cini Boeri e Joe Colombo, la progettista ha dato una rilettura contemporanea della moquette, che è stata uti-
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lizzata per rivestire pareti e pavimento grazie alla collaborazione con Besana Carpet Lab. Lo spazio al terzo piano del civico 1 vedrà alternarsi durante tutto l’anno una serie di format tra cui i talks mensili a cura di Casa Canvas, la “coffee room” di Casamenu, i “Design Date” della giornalista Laura Traldi, i workshop sul digital con i Simple Flair e gli appuntamenti tra design e cucina dello chef Andrea Vigna. Anche il distretto di Porta Venezia si è illuminato con numerose installazioni ed eventi dedicati, grazie al format Porta Venezia In Design. Un circuito “a tre”: showroom, negozi e aziende che hanno esposto le novità di design e arte. Obiettivo raggiunto con la valorizzazione di luoghi visibili, oppure nascosti: aziende del settore design e arredo, studi di architettura e laboratori. Senza dimenticare la cultura, grazie all’eredità Liberty in zona e alla possibilità di svelare spazi inaccessibili per anni, come l’Albergo Diurno Venezia.
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Salone del mobile
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iovani, creativi e con tanta voglia di emergere e comunicare attraverso il loro personalissimo design. Questa la generazione di talenti che il SaloneSatellite, giunto alla ventiduesima edizione, ha prodotto negli ultimi ventun anni: una vera e propria ventata di freschezza che ha rivitalizzato con successo l’estetica e le funzioni del prodotto d’arredo. Oggi, molti di loro possono già vantare numerose collaborazioni con le migliori aziende di design che se li contendono per guardare, insieme, al futuro. Il SaloneSatellite, insommma, riconferma questa sua vocazione di talent scout e il desiderio di avviare conversazioni, riflessioni.
Esiste anche una versione GIOVANE Sono stati i protagonisti distribuiti su circa 3.000 metri quadri nei padiglioni 22- 24 del quartiere Fiera Milano a Rho con ingresso libero al pubblico da Cargo 5. Quest’anno, la Manifestazione ha posto l’attenzione anche sul rapporto tra progetto e alimentazione e, con lo slogan ”FOOD as a DESIGN OBJECT”, si è unita al coro di voci che sollecita un’ormai necessaria rivoluzione alimentare globale in cui design, tecnologia e tradizione manuale si possano combinare per affrontare le sfide del futuro: dal cambiamento climatico che influenza il food
system a ogni livello, alla scarsità di risorse e all’indispensabile diversificazione nella produzione e nel consumo degli alimenti. Oggi, infatti, siamo costretti a ripensare ai metodi di produzione alimentare, imballaggio, distribuzione, consumo e smaltimento.
Alla caccia del SaloneSatellite AWARD L’auspicio è che ai giovani protagonisti del SaloneSatellite, provenienti da tutto il mondo, lo slogan abbia potuto sollecitare risposte e soluzioni sotto forma di visioni avanguardistiche, idee, progetti e contributi originali. Con l’idea di creare un ipotetico percorso tra sperimentazione e memoria: non solo nuove forme di posate, stoviglie o ambienti cucina, inediti modi di mangiare, ma anche nuovi strumenti di produzione. Presenza concreta ma simbolica della tematica in omaggio alla città di Milano è stata la michetta, realizzata con 5 grani provenienti dai 5 continenti a dare forma alla speranza di un futuro fatto di rinnovata prosperità, salute e integrazione a tavola. L’iniziativa del SaloneSatellite si è svolta in collaborazione con Pane Quotidiano, l’Associazione non profit nata nel capoluogo lombardo nel 1898 per assicurare cibo ogni giorno ai più bisognosi. Il 10 e il 12 aprile la speciale michetta è stata distribuita nelle diverse sedi dall’organiz-
A DE-SIGNO il legame tra il Rinascimento e il mondo di oggi
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E-SIGNO. La cultura del design italiano prima e dopo Leonardo, è stato un suggestivo racconto del genio vinciano e del suo rapporto con il design italiano contemporaneo. All’epoca in cui il genio visse a Milano, la città era, come oggi, estremamente dinamica: le botteghe di arti e mestieri erano fucine di creatività e saper fare mentre discipline come ingegneria e architettura raggiungevano livelli avanzatissimi. È perciò
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la cultura del progetto il vero legame tra l’ingegno di Leonardo e il mondo dei progettisti italiani. DE-SIGNO è stata un’installazione immersiva che ha coniugato in modo coinvolgente ed emozionante i linguaggi del cinema e della scenografia teatrale. Al suo interno, infatti, ha ospitato uno show di immagini e musica in cui si è narrata la progettualità di Leonardo e l’industriosità del Rinascimento.
za Se na co sc (P e gi (ID le Be Pa St G lit se te gi sy se m pr da a
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zazione. Come di consueto, un prestigioso Comitato di Selezione, composto da personalità di rilievo internazionale nel mondo del design, della progettazione e della comunicazione, ovvero i designer Stephen Burks, Francesco Faccin e Francesca Lanzavecchia; Emiliana Martinelli (Presidente Martinelli Luce), Giuliano Mosconi (Presidente e AD Tecno e Zanotta), Monica Pedrali (CEO Pedrali); i giornalisti Loredana Mascheroni (Domus), Veronica Orsi (IDFM) e Norman Kietzmann (designjournalist.com); il gallerista e talent scout Jean Blanchaert; l’architetto Ricardo Bello Dias; il docente e critico del design Beppe Finessi; Patrizia Malfatti, Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa Salone del Mobile.Milano e presieduto da Marva Griffin Wilshire, Fondatrice e Curatrice del SaloneSatellite, ha visionato le proposte di tanti nuovi designer. La selezione è sempre molto competitiva per mantenere integra l’alta reputazione del SaloneSatellite, che “laurea” giovani promettenti, destinati al mercato e al design star system. Per il 2019, è stata particolarmente scrupolosa e severa e il Comitato di Selezione ha ritenuto di escludere molti dei candidati, spronandoli a riproporsi in futuro con proposte più accurate. I nuovi talenti selezionati sono andati ad affiancarsi ai designer che hanno già partecipato a edizioni passate (tre è il limite massimo di partecipazio-
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Salone del mobile ne), ai vincitori delle edizioni del 2018 del SaloneSatellite Moscow e del SaloneSatellite Shanghai, e alle scuole e università di settore italiane ed estere. È proseguito, inoltre, giunto ormai alla sua decima edizione, il SaloneSatellite Award, ulteriore passo per facilitare il contatto tra domanda e offerta, tra imprenditori e designer, tra creatività e produzione. Anche ai partecipanti al concorso è stato trasmesso il tema di quest’anno, ma con piena libertà di aderirvi o meno per lo sviluppo del prototipo da candidare. Il Premio è stato assegnato da una Giuria internazionale di protagonisti del mondo del design, presieduta fin dalla prima edizione da Paola Antonelli (Senior Curator per l’Architettura e il Design del MoMA e curatrice della XXII Triennale di Milano), che ha scelto i 3 migliori prodotti presentati. Tutto questo a significare un Salone del Mobile tutt’altro che ancorato a sepolcri imbiancati, che sprona a dare il loro meglio designer giovani alla scoperta della loro cifra stilistica. Grande affluenza a questa “costola”, infatti, da parte degli studenti delle facoltà di settore, interessati a capire dove sta andando il loro mondo. Verso un’atttudine sempre più eco-compatibile, è la risposta, a poco più di un mese dalla grande manifestazione mondiale per riflettere sui cambiamenti climatici e il loro impatto sulla vita di tutti noi.
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Salone del mobile Workplace 3.0: quando l’ufficio diventa comodo come casa propria
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tornata dopo due anni, come di consueto, Workplace 3.0, la biennale dedicata all’ufficio, questa volta con un format nuovo, in linea dal punto di vista espositivo con l’evoluzione del “sistema ufficio” dettata dai canoni che stanno cambiando profondamente l’idea dell’ambiente di lavoro e la sua funzionalità.
Mobili per coworking e dintorni Cinquantadue sono state le aziende espositrici, presenti in maniera diffusa nei padiglioni del Salone, con un percorso misto, come lo è del resto la produzione di molte aziende, che sottolinea i cambiamenti in atto, i nuovi concept della sperimentazione progettuale che interpreta e spesso anticipa la trasformazione sociale dell’area di lavoro, divenuta sempre di più spazio flessibile, permeabile e dinamica, aperta alla condivisione professionale, alla mobilità, alla contaminazione con altre attività quotidiane. Basti pensare agli spazi condivisi di coworking, che spesso prevedono una cucina per la pausa pranzo e momenti di convivialità. Un percorso di visita, quello di Workplace 3.0, che ha consentito in questo modo di aver una visione completa dei cambiamenti degli spazi, la loro organizzazione, le nuove idee, le proposte per i progetti di fornitura, le aree di accoglienza e di lavoro. Si sta affermando la contaminazione tra office, home interiors e public space. Le strutture rigide e gerarchi-
che in stile Fantozzi, con il “grande capo” in un ufficio lussuoso e i “sottoposti” alloggiati nel sottoscala o giù di lì sono ormai relegati alla commedia dell’arte, appartengono al passato. Si afferma invece il dinamismo declinato con arredi smart, trasformabili, adattabili in tempo reale a esigenze diverse. L’area di lavoro ha bisogno di oggetti versatili, resistenti e funzionali per il lavoro ma, al tempo stesso, tanto belli da poter essere utilizzati come soluzioni domestiche o decorative. Anche perché si sta affermando il lavoro a casa, via computer, dunque molti nuclei familiari hanno l’esigenza di adattare gli spazi domestici in maniera tale da ricavarne un ambiente ufficio che poche ore dopo potrebbe trasformarsi in sala da pranzo, o addirittura in zona notte. Via libera, allora, alla sedia che aiuta la schiena quando si trascorrono ore davanti allo schermo, che più tardi ci accoglierà mentre pranziamo.
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iunto alla sua trentesima edizione, il Salone Internazionale dell’Illuminazione, Euroluce, si riconferma la fiera internazionale di riferimento del mondo della luce con più di 420 espositori, di cui la metà estera, tra i migliori brand del settore. Protagonisti ancora una volta l’innovazione e la cultura di progetto. La vasta offerta merceologica spazia dalle novità in fatto di apparecchi per l’illuminazione da esterni, da interni, industriali, per spettacoli ed eventi, per il settore ospedaliero, per usi speciali a quelle in fatto di sistemi di illuminazione e domotica, sorgenti luminose e software per le tecnologie della luce. Euroluce non è solo il luogo di incontro e di business per eccellenza, ma anche la manifestazione all’avanguardia nel campo dell’eco-sostenibilità e del risparmio energetico declinati sia nel settore decorativo sia in quello illuminotecnico.
Ogni 2 anni, c’è anche EUROLUCE Quest’anno, è stata un’edizione dove si è sentito parlare ancora di più di software per le tecnologie della luce, non soltanto in chiave di performance, ma come strumento per le soluzioni di decorazione degli ambienti. Un’evoluzione che come sempre riguarderà non soltanto il mondo degli interni residenziali, ma anche l‘outdoor, il mondo
del contract e quello dell’ufficio. Si conferma in generale la sfida del settore alla ricerca di efficienza energetica, sostenibilità e riduzione dei costi, sarà quindi giusto aggiornare il vocabolario di riferimento con termini come Smart, IoT ready, Digital Light, Tunable White e White Changeable. Gli sviluppi tecnologici nel mondo dell’illuminazione hanno fatto enormi salti nell’ultimo decennio. Per questo tra una biennale di Euroluce e l’altra, si ha sempre la sensazione che siano passati più di due anni. Basta andare a vedere le novità per capire che le nuove applicazioni non solo permettono di sviluppare applicazioni prima impossibili, ma anche l’estetica che guida i nuovi progetti sembra seguire le nuove possibilità progettuali. Parallelamente a una riduzione degli ingombri, soprattutto grazie alle nuove fonti luminosi come led e oled, ha infatti stimolato un’idea di decorazione dal sapore minimal. Si punta molto sulla forza grafica dei progetti, su forme essenziali
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Salone del mobile e geometriche, su superfici che si fanno trasparenti, delicate o giocate sui riflessi dei materiali preziosi.
Trionfa il LED Questo 2019 non è l’anno di un’unica tendenza protagonista, ma di un mix di stili e mode. Da quello classico a quello moderno, dal vintage allo shabby, dal contemporaneo all’etnico, dallo scandinavo all’arabo. Insieme ai complementi d’arredo, l’illuminazione interni è complice di ambienti di design unici e originali. Ma attenzione. Non si tratta di mera estetica e buon gusto, non solo colori, forme e modelli. Si parla molto anche di attenzione per l’ambiente e innovazione. Le lampade design più in voga sono quelle a LED e quelle basate sulla tecnologia smart. I dettagli dorati sono un vero e proprio must have. Ben si prestano a riempire spazi vuoti o donare un tocco di eleganza e raffinatezza all’ambiente interno. Una soluzione originale, progettata per enfatizzare la luce, riscaldare e rendere magico l’am-
biente. I riflessi luminosi della parte dorata fanno da cornice ad atmosfere accoglienti e intime, ricche di sentimento e calore. Le lampade nero e oro, con linee e forme senza tempo, trovano armonia con diversi stili di arredamento, da quello classico a quello moderno, senza dimenticare il vintage. Perfette nel living, in salotto o in camera, donano classe e finezza senza eguali. Innovazione, passi avanti e modernità: le tendenze illuminazione 2019 sono l’espressione non solo del design, ma anche della tecnologia. Bassi consumi abbinati a linee semplici e contemporanee, ben si adattano ad ambienti di design familiari e professionali. Potrai scegliere pannelli LED o lampade a sospensione. I LED consentono di avere un design unico, ineguagliabile all’illuminazione tradizionale. Versatili e perfettamente integrabili con tutte le forme, non hanno alcuna limitazione tecnica. Al contrario, vantano la possibilità di progettare e sviluppare sempre nuove e diverse idee di design. La tecnologia LED non è semplicemente estetica, ma anche funzionalità e praticità. Le tendenze arredamento 2019 vertono sulle strisce LED per armadi, vetrinette, studi, scale. Comode per illuminare di sera o di notte e dalle dimensioni discrete, possono essere utilizzate anche come elemento decorativo. Le ultime tendenze LED sono al primo posto in fatto di originalità, personalizzazione, stile.
Oggi si accende tutto con una App nello smartphone
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na casa “smart” è quella dove regnano tecnologia e innovazione, praticità e comodità. Ecco perché si fanno sempre più strada strada tutti i sistemi intelligenti che consentono di inviare input e comandi comodamente dal proprio smartphone tramite app o telecomando dedicato. Tutte impostazioni personalizzabili e facilmente programmabili a seconda delle proprie necessità. Non bisogna neppure temere operazioni complicate e
passaggi da esperto professionista del settore. Impostare e gestire il sistema di illuminazione smart è davvero molto semplice. Proprio come usare il classico telecomando della televisione o il cellulare. L’unico requisito necessario è avere una rete WiFi a disposizione. Illuminazione oggi non è più sinonimo di luce e basta. Illuminazione è esperienza, sentimento, emozione e la possibilità di creare ambienti e atmosfere in base ai propri gusti.
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Salone del mobile
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Design competition Expo Dubai 2020
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egione Lombardia è stata protagonista durante il Salone del Mobile non solo in qualità di ospitante di eventi collaterali a quelli in Fiera o nei vari spazi del Fuorisalone, ma anche perché, come ha spiegato l’assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda Lara Magoni in una nota sul sito ufficiale regionale: “Regione Lombardia crede molto nel design come mezzo attrattivo per il territorio. Tra gli obiettivi del mio assessorato c’è la valorizzazione della creatività dei giovani designer” E proprio nella settimana del Salone del Mobile, Regione Lombardia ha presentato al pubblico i 20 progetti vincitori del bando Design Competition Expo Dubai 2010, che saranno protagonisti appunto a Dubai, per partecipare a un’importantissima competizione di settore. Obiettivo del bando, che ha visto numerosi aspiranti tra studenti di architettura e design, è stata l’individuazione di idee progettuali presentate da giovani insieme alle imprese interessate a realizzarne il prototipo, sul tema “Connecting spaces”, declinate in: Innovative Crafting, inteso come oggetti di design per connettere gli spazi che richiamano la tradizione italiana dell’artigianato interpretato in maniera innovativa; Digital Connecting space, inteso come spazi connessi attraverso il digitale; IoT, nuove tecnologie di domotica applicate al design e information design; Design for human connection, inteso come strutture temporanee per connettere le persone (esempio: per il ristoro, per la preghiera, per i bambini, per stare in un microclima controllato).
Per tutte le idee progettuali è stato richiesto di collegarsi alle tematiche di Expo Dubai 2020 Sustainability, Mobility e Opportunity e di porre l’accento sull’innovazione di prodotto e di processo. Tali tematiche sono coerenti altresì con il tema scelto da Padiglione Italia a Expo Dubai 2020, Creatività, Connessione e Conoscenza, che intende sottolineare la capacità del sapere italiano di creare innovazione attraverso la competenza e la bellezza, combinando arte e scienza, tradizione e tecnologia, creatività e bellezza, quale base di dialogo a livello globale. Che dire? Non resta che fare un grande in bocca la lupo ai designer nostrani, sperando possano mantenere viva una tradizione d’eccellenza.
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ume tutelare Leonardi Da Vinci e l’acqua, elemento naturale per ecellenza, lo abbiamo già detto: il Salone del Mobile 2019 è stato promotore di un tema sempre più sentito, ovvero produrre oggetti che rispettino l’ambiente e la salute di chi li utilizza. Sempre più mobili vengono realizzati con materie plastiche e metalli riciclati, i materiali riciclati richiedono meno lavorazione e meno risorse e aiutano a sostenere il mercato. Quando acquistate mobili, ad esempio,state lontani dai “pezzi inseparabili”: ricordate che se non possono essere smontati, probabilmente non possono neanche essere riparati. Un buon arredamento eco-compatibile dovrebbe prestarsi facilmente a riparazioni, smontaggio e riciclaggio.
Come scegliere MOBILI ECOSOSTENIBILI Uno degli aspetti più importanti dei prodotti ecologici è la loro longevità, e se un prodotto è bello robusto sicuramente si riduce le possibilità che finisca nella discarica a breve. Quando comprate un mobile e lo posizionate nella vostra casa, sappiate che potrebbe rilasciare sostanze nocive nell’aria, chiamate COV (composti organici volatili). I COV sono stati collegati a problematiche neonatali, disturbi endocrini e cancro, tutti dovremmo essere consape-
voli delle sostanze chimiche che abbiamo in casa, soprattutto se ci sono bambini e animali domestici. Per cercare di ovviare a questa problematica, possiamo cominciare con l’acquistare solo mobili verniciati con colori atossici. Addirittura alcuni complementi destinati alle camere dei bambini vengono verniciati con tinte a base di acqua
PLASTICA? Sì, ma riciclata Esistono modi ecosostenibili per raccogliere il legno, come accade nel caso del legname riciclato. Molti designer d’interni si stanno dedicando al legno di recupero proveniente da mobili vecchi o da scarti di fabbriche che producono altro. Alcuni legni recuperati provengono da tronchi recuperati dal fondale dei fiumi andati a fondo mentre venivano fatti galleggiare a valle verso la segheria. Se amiamo l’effetto del legno, possiamo utilizzare in alternativa il bambù, che non è affatto un albero, ma un’erba. Il bambù ha una crescita incredibilmente rapida, il che rende facile mantenere foreste di bambù ed inoltre può essere lavorato e modellato per svariati usi. Uno degli elementi da valutare è l’utilizzo di legni provenienti da foreste certificate. In questo caso i legni riportano la sigla FSC (Forest Stewardship Council): essa indica che si tratta di foreste gestite in maniera corretta e respon-
Arredare casa con i PALLET: due idee da imitare subito
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on i bancali è facile trovare soluzioni ludiche e trasformare il salotto in un ambiente anticonvenzionale. Il primo passo è creare una zona relax pensando al divano come una piattaforma da realizzare in legno e morbidi cuscini. Completa con un materasso da appoggiare sopra al pallet: rivestito di un tessuto colorato
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sarà perfetto, originale e comodo. Le fessure dei bancali sono molto pratiche perché offrono uno spazio dove riporre libri, riviste e oggetti.
Tavoli e ripiani per la cucina Un altro possibile utilizzo dei bancali riguarda tavoli e piani da lavoro. Dal tavolo alla cucina potrai inventare il supporto per una cucina a isola o realizzare un tavolo con i pallet sfruttando al massimo lo spazio disponibile: usa la parte laterale per i barattoli delle spezie, da tenere a portata di mano per condire i tuoi piatti.
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Salone del mobile sabile. Questo tipo di gestione garantisce il taglio degli alberi con ritmi rispettosi della loro naturale ricrescita, programma rimboschimenti mirati, tutela la biodiversità e la conservazione dell’ecosistema, mira a garantire i diritti dei lavoratori e delle popolazioni del luogo. Nella ricerca dell’ecosostenibilità si è scoperto di poter usare anche materiali fino ad oggi insospettabili come il cartone che, opportunamente trattato, può diventare rigido come il marmo ed essere utilizzato per realizzare mobili stabili e sicuri. Per apparecchi di illuminazione e arredi con luci, come le cucine, è preferibile utilizzare lampade a LED, con le quali si può ottenere un consumo inferiore dell’80% rispetto alle lampadine tradizionali e una durata 10 volte superiore. Ovviamente tra gli elettrodomestici scegliere sempre quelli in classe energetica ad alta efficienza, per ridurre i consumi. Molte aziende fanno dell’ecosostenibilità il proprio modus operandi nel ciclo produttivo. Oltre a impiegare materiali e finiture come quelli descritti, utilizzano unicamente imballi provenienti da riciclo e si sono dotate di sistemi ad alta efficienza di energia proveniente da fonti rinnovabili per sviluppare la loro produzione. Acquistando da queste aziende si può essere sicuri non solo di mettere a casa propria un mobile che non creerà danni alla salute, ma anche che per costruirlo si sono ridotti al
minimo i danni sull’ambiente in generale. Al di là di quello che è possibile trovare in commercio, il modo migliore per assicurare la sostenibilità del proprio arredamento è quello di realizzarlo direttamente con prodotti di recupero. Ad esempio è possibile costruire tavoli e tavolini utilizzando i pallet, i comuni bancali in legno per il trasporto delle merci, oppure riutilizzare bottiglie di plastica o lattine per creative lampade o complementi d’arredo. Ci si può affidare alla propria personale creatività o prendere spunto dalle tante idee che si trovano in Rete. Scegliere arredi ecosostenibili significa non solo prediligere l’impiego di materiali naturali e evitare pericolose sostanze chimiche, ma anche scegliere mobili realizzati con prodotti di recupero o che, a loro volta, siano facilmente riciclabili al termine del proprio ciclo di vita. Bando, quindi, alla plastica che ha fatto il suo tempo dopo il boom degli anni Sessanta. A meno che si tratti di plastica riuciclata: attraverso lo stampaggio rotazionale, queste plastiche vengono schiacciate e compattate trasformandosi così in oggetti multicolori. La forma a poliedro irregolare con superfici piane è una scelta estetica ma così si risparmia anche energia durante il processo di trasformazione. Inoltre questi oggetti non solo sono di lunga durata, ma anche alla fine del loro ciclo di vita possono essere schiacciati e nuovamente riciclati.
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Salone del mobile Le scrivanie del futuro sembrano uscite dalla fantascienza
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l Salone del Mobile 2019 sono comparse anche le scrivanie del futuro. Che trasformano la vita di chi lavora creando uno spazio costruito intorno ai nuovi parametri di benessere e di equilibrio, per dare vita a un ambiente lavorativo altamente personalizzato. La scrivania, però, come sappiamo bene non riguarda solo l’ambiente di lavoro. è elemento indispensabile in ogni casa, anche per i figli che studiano, ad esempio.
Con mille optional, anche il letto Sbirciando le ultime novità, la ricerca dell’equilibrio e dell’armonia tra materia e design, estetica e funzione, tecnologia e artigianato danno così vita vita a un oggetto di design in cui il “made in Italy” è protagonista: un approccio all’interior design che passa attraverso lo studio attento dell’ergonomia, la selezione di materie prime eccellenti e la sensibilità verso l’ambiente. Il risultato è una collezione di scrivanie libere da ogni convenzione, create per abbattere le distanze fra individui e facilitare il lavoro in “sharing”, forme sinuose e non costrette che trasmettono continuità e flusso
vitale, affinché anche l’arredo d’ufficio possa essere interpretato e vissuto liberamente dalla persona che ne fa uso. Si scoprono così scrivanie che potrebbero tranquillamente comparire in un film di fantascienza. Qualche esempio? Per la pausa caffè, ce n’è una che propone un’area colazione che comprende tostapane e dispositivo scaldavivande, macchina del caffè e perfino sottotazza con riscaldamento a induzione. Non manca poi un frigobar perfetto per bere qualcosa di fresco quando fa caldo, così come un ventilatore per l’estate e un termosifone per l’inverno. Per gli sportivi o per chi deve scaricare lo stress da lavoro, sotto la scrivania è posizionata una cyclette (i pedali) che consentono di “percorrere” chilometri e chilometri mentre si sta seduti al computer. Per gli amanti dei fiori, invece, è stata progettata una fioriera auto-innaffiante. Infine, per chi vorrebbe sempre schiacciare un pisolino dopo pranzo, è disponibile un letto. Ci sono, inoltre, una serie di optional utili per tutti: una spia “non disturbare”, un cassetto di riorganizzazione che funge da caricatore wireless e una cassettiera per l’archiviazione protetta da password.
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Arredamento
Il bagno?
Spazio green
Nell’arredo di questo ambiente cosÏ intimo, via libera a pietra e legno, che richiamano le atmosfere di una spa tutta per noi
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n ambiente caldo, intimo, dove, non solo metaforicamente, ci si spoglia della propria maschera sociale. Anche questo è il bagno. I materiali, i colori e la luce sono dunque elementi fondamentali per la progettazione di questo ambiente. L’arredo bagno del 2019 tra le varie proposte vede due evergreen: legno e pietra. Legni naturali e pietra daranno infatti al nostro bagno un tocco più green e naturale. Per gli amanti di questa tendenza, l’arredo prevede il rivestimento delle pareti con la pietra, mentre la pavimentazione viene realizzata in legno o con la stessa pietra delle pareti. Legno e pietra non tramontano mai: la tendenza al naturale continua a essere sentita perché questi materiali riescono a ricreare atmosfere più vicine all’uomo, regalando una sensazione di comfort e di calore. Richiamano inoltre i materiali usati nelle Spa e quindi donano la sensazione di essere in un ambiente rilassante.
Le piastrelle sono di nuovo trendy Altro vantaggio di questo stile per l’arredo bagno del 2019 riguarda le proprietà antibatteriche dei materiali: in un bagno non è assolutamente da sottovalutare la salubrità dell’ambiente. A questo proposito, va ricordato che è fondamentale riflettere sempre sulla facilità di puizia dei
Arredamento materiali scelto per questo ambiente così delicato. Tornano di moda, garda caso, le classiche piastrelle con fuga. Sono state le regine incontrastate dei bagni negli anni ’70 e oggi tornano alla ribalta. Quest’anno, le troviamo in una veste “più sbarazzina”: il mercato propone forme esagonali, o il classico rettangolare, sia in verticale che in orizzontale. Possiamo scegliere colori basic, neutri, ma anche tonalità pastello, azzurro e verde. Quando parliamo di piastrelle non possiamo non parlare del dettaglio delle fughe, connessione tra le piastrelle che creano il design delle grandi superfici, che siano pareti o pavimenti. Tra le tendenze dell’arredo bagno del 2019 le piastrelle vedono le fughe messe decisamente in evidenza, per scelta di design, ma anche, come abbiamo ricordato prima, per motivi pratici e funzionali. La scelta viene fatta dunque sia perché sono tornate a essere trendy, che per pulirle facilmente senza problemi di manutenzione. Le piastrelle, con la loro grande varietà di colori e forme, creano un ambiente dinamico esteticamente e rilassante, se si scelgono colori e composizioni giuste. Chi invece ha una vena più estrosa e osa scelte ardite, avrà a disposizione una gamma di disegni ormai infinita, che comprende persino gli eroi dei cartoni animati per il bagno di figli piccoli.
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Arredamento La tavolozza dei colori più “in” per arredare il nostro bagno
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empre viva la tendenza verso i colori pastello, rilassanti per la vista e lo spirito. Anche se le piastrelle dai colori classici come il grigio, il bianco e l’effetto marmo rimangono comunque le più utilizzate, altri colori si stanno facendo via via strada all’interno del bagno di casa, non solo per le piastrelle delle pareti o dei pavimenti, ma anche per gli arredi e i sanitari: molto in voga ora il verde salvia, il marsala e il rosa pastello.
Rubinetteria effetto industriale
Il settore della rubinetteria, invece, si colora di nero o di banco. Non più utilizzato solo come una delle tante cromature disponibili sul mercato, il nero ora è pensato proprio come colore raffinato di design. Utilizzato molto per lo stile industriale, è in realtà perfetto per tutti gli ambienti, in quanto colore di classe che non passa mai di moda. Rubinetti ma anche miscelatori, lavabi e dettagli dei mobili, sono realizzati con una rifinitura opaca che dà al bagno quel tocco un po’ industrial, un po’ chic. Per quanto riguarda i sanitari, invece, il tempo delle vasche idromassaggio giganti in stile Hollywood è finito. Oggi si opta per vasche realizzate in solid surface, materiale che permette di realizzare prodotti più sottili e meno ingombranti, in cui i meccanismi occupano meno spazio e sono più silenziosi. I sanitari realizzati in solid surface sono perfetti per qualunque tipo di bagno, anche per spazi più piccoli. Si possono trovare sul mercato in varie forme, ovali o rettangolari, possono essere da parete o freestanding e, grazie alle loro linee pulite ed essenziali donano un aspetto più contemporaneo all’ambiente. Il marmo è
un materiale che è stato fin troppo sottovalutato nel corso degli ultimi anni sul fronte bagno, salvo poi riscoprirsi in maniera piuttosto gradevole nei tempi a noi più recenti. Ebbene, nel corso del 2019 il marmo o l’effetto marmo tornano di grandissima attualità, nelle declinazioni estetiche più utili per poter personalizzare lo stile finale. Naturalmente, fate attenzione ad abbinare i giusti mobili e i giusti colori: il marmo richiede colori tenui e, magari, qualche metallo prezioso. In generale, l’arredo bagno vintage è una tendenza in fortissima crescita nel corso degli ultimi anni, e dovrebbe altresì consolidarsi nel corso del 2019. Dunque, via libera a tubi a vista, lavabi vintage, accessori dalle forme decò, in grado di caratterizzare le stanze da bagno in maniera sofisticata.
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Vasca o doccia?
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ontrapporre le tendenze, che si tratti di Milan o Inter oppure di treno o aereo, è un giochetto nazionale da sempre molto in voga, che non ha mai risparmiato neppure il bagno di casa. Si scontrano così inevitabilmente due “partiti” diversi: quello della vasca e quello della doccia.
La doccia si addice agli sportivi e agli anziani I fattori che possono influenzare la scelta verso la soluzione della doccia sono molteplici. Tra i più importanti, senza dubbio la praticità, visto che si tratta di un elemento facile da usare e veloce da pulire. Poi, la possibilità di risparmiare spazio, ovviamente tenendo conto di quello che si ha a disposizione. Si risparmia anche denaro, infatti l’acquisto di una doccia standard, senza grandi pretese di design, permette di spendere una cifra accessibile a tutti, scartando i modelli lussuosi o multisensoriali presenti sul mercato, che possono diventare dei veri e propri elementi di arredo. La doccia dunque è la miglior scelta nei casi in cui il bagno non ha un’ampia metratura. È ottima anche per chi ha una vita frenetica o per gli sportivi che si lavano più volte al giorno. In questi casi è sicuramente l’alternativa più comoda e funzionale. Lo stesso se si hanno degli anziani in casa, che hanno difficoltà di movimento:
la doccia è sicuramente l’elemento che consente di lavarli con più semplicità. Inoltre, l’ampia scelta di box doccia consente a tutti di trovare il modello perfetto per il proprio bagno, che vada a sposarsi armoniosamente con lo stile di arredo prescelto. La scelta può ricadere, invece, sulla vasca da bagno se si considerano altre motivazioni. Anche in questo caso, è bene tener conto degli spazi che si hanno a disposizione, visto che la vasca da bagno occupa chiaramente una metratura più elevata.
La vasca da bagno è il top per rilassarsi Nella scelta della vasca, ha un ruolo predominante il vantaggio di potersi concedere momenti di pace e relax immersi nell’acqua calda, soprattutto alla fine di una lunga e stressante giornata lavorativa, la praticità nel caso in cui si abbiano dei bambini piccoli, sia per la comodità di lavarli sia per il momento ludico che si può concedere loro. La vasca da bagno è la soluzione migliore anche nel caso in cui gli arredi siano in stile vittoriano, art decò o primi novecento: diventa un vero e proprio must per questa tipologia di stili. In questo caso, però, si tratterà però di una vasca da bagno con i piedini (freestanding) o comunque non ad incasso. Anche nel campo dei sanitari ci sono varie tendenze. Il colore è sempre più oggetto di
Come scegliere sanitari salvaspazio quando il bagno è mignon
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e il bagno è stretto e lungo, per guadagnare spazio conviene scegliere sanitari in ceramica dalle dimensioni compatte con una profondità inferiore ai 50 cm. Molte collezioni propongono anche modelli “mini” con una profondità di 48 cm, sia in versione da terra sia in quella sospesa. Se la forma del bagno invece non permette l’installazione di entrambi i sanitari sulla stessa parete l’uno di fianco all’altro, vaso
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e bidet si possono sistemare l’uno di fronte all’altro: anche in questo caso diventa indispensabile scegliere sanitari compatti e poco profondi. Scegliendo modelli sospesi e dalle forme ovali e stondate, si conferisce al bagno un senso di maggiore leggerezza. Per limitare l’antiestetico impatto di fori e viti, ci sono sistemi di fissaggio per i vasi sospesi che sfruttano per il montaggio del vaso e del sedile gli stessi fori.
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Vasca o doccia? sperimentazione da parte di idraulici, arredatori di interni e designer. A ben pensarci, quando ci viene in mente il colore legato al nostro bagno di casa, pensiamo subito al bianco. Questo non è casuale, perché nella maggior parte delle case i sanitari e i toni dei vari complementi di cui è composto il bagno sono per lo più bianchi. Il colore bianco rimanda a un senso di ordine, purezza e pulizia e le pubblicità ce lo ricordano continuamente. Il bianco nell’immaginario collettivo è diventato a tutti gli effetti il colore che identifica i locali del bagno. Ciò nonostante, se si abusa troppo di questo colore, la percezione che si può avere è quella di un ambiente troppo freddo e impersonale, quasi ospedaliero. Rivoluzionare il bagno con un tocco di colore può diventare la chiave di volta per ravvivare il nostro locale e renderlo più accogliente e personale. Su come il colore influenzi direttamente sul nostro benessere fisico e psicologico sono stati fatti numerosi studi. Se si scelgono toni delicati come il verde chiaro o ancora il blu, si percepirà un’atmosfera rilassante, capace di donare pace e serenità. Diversamente, se scegliamo toni accesi come il giallo, l’arancione e il rosso, si creerà l’effetto opposto. È bene quindi decidere con cura quale effetto vogliamo ottenere onde evitare l’impiego di colori che a lungo andare possano stancarci, risultare “faticosi”.
Nel momento dell’installazione dei sanitari colorati, non c’è niente di peggio che lasciarsi trasportare da sensazioni passeggere o ancora da superflue mode del momento. Il motivo è presto detto: proprio perché sono motivazioni passeggere, con il passare del tempo potrebbero lasciarci insoddisfatti dell’effetto finale. Secondo la cromoterapia, ad esempio, il blu rappresenta la pace interiore e l’armonia e agisce in modo terapeutico sul nostro corpo rilassando mente e corpo, calmando il nostro respiro e regolando la pressione. Il nostro corpo sarà in perfetto equilibrio con tutto l’ambiente, sia interno che esterno e il nostro benessere ne beneficerà totalmente. Il verde simboleggia l’armonia, la natura, l’equilibrio e la speranza: sembra agire a livello del sistema nervoso (solamente in base alla cromoterapia), calmando emicrania e patologie ai nervi; contribuisce a diffondere armonia e calma. Il giallo raffigura la parte intellettuale del cervello; secondo i cromatisti funge d’aiuto allo studio per favorire la concentrazione. Sembra essere in grado di infondere felicità, gioia e protezione; a livello gastrico, il giallo simboleggia l’eliminazione delle tossine. Il rosso è simbolo del fuoco, del sangue e dell’eccitazione sessuale: è collegato alla forza, alla vita e alla passione. Si ritiene che una parete dipinta di rosso faccia salire la pressione del sangue.
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Biancheria
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ciascun bagno, il suo corredo. Sarebbe folle scegliere tonalità accese o fluo per gli asciugamani dove troneggia una vasca retrò con i “piedini”. Ecco perché occorre sempre valutare con calma prima di comprare oggetti che ci appaiono quasi banali come l’accappatoio o i tappetini da bagno. Partiamo dunque proprio da questi: ne esistono molti modelli, quelli che utimamente nocntrano più i gusti generali sono in cotone e ciniglia.
Lino e tela grezza, eco-sostenibili Quelli in ciniglia sono molto più resistenti nel tempo, a differenza di quelli in cotone. La scelta del tappeto giusto per il bagno va fatta sempre insieme agli altri elementi d’arredo, il colore può essere in tono con la biancheria da bagno oppure in netto contrasto creando un elemento di distacco all’occhio che in caso di bagno piccolo dona maggiore profondità. I set di biancheria da bagno sono di solito composti da asciugamani viso, asciugamani per il bidet e teli da bagno. Se avete un bagno con colori freddi e volete movimentarlo un po’, potete osare con colori a contrasto. Il tessuto in genere più utilizzato è il cotone, ma ultimamente anche la microfibra sta avendo molto successo, visti i brevi tempi di asciugatura.
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Se amate invece le nuove tendenze di arredo casa tendente al supporto della natura e all’eco sostenibilità potete scegliere tessuti grezzi, come il lino e la tela. E perché non lasciarvi tentare dalla stagionalità, per esempio utilizzando a Natale un set di asciugamani di colore oro o rosso, o in estate stessuti più freschi come i già citati lino e tela? Oppure potete sfoggiare asciugamani con decorazioni e ricami caratteristici per dare un’aria più romantica alla stanza. Al momento dell’acquisto è importante controllare l’etichetta, soprattutto per verificare che il cotone sia puro al 100%, elemento indicatore di qualità. Gli asciugamani in cotone si possono lavare in lavatrice a 60 °C, evitando di aggiungere troppo ammorbidente, perché nel tempo si riduce la loro capacità di assorbimento dell’acqua. Non occorre necessariamente stirarli, basta stenderli e una volta asciutti, riporli ben piegati. Oltre alla biancheria, una stanza da bagno si connota anche per i suoi accessori. Portasapone, sgabelli, contenitori danno al locale una persoalità ben definita, e se un tempo certi bagno parevano ripostigli, con oggetti accatasatati a caso, oggi non è più così. Si chiamano accessori, ma sono elementi fondamentali nell’arredo bagno. Non completano soltanto l’estetica di un ambiente, ma lo rendono pratico e funzionale.Le ultime tendenze propongono accessori bagno dalle linee
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Accessori minimal, spesso compatti e multi uso. Le aziende accontentano però tutti i gusti, con un’ampia offerta di accessori bagno, complementi, specchi e contenitori. Talvolta sono offerti in tandem con i sanitari, ma il bello è sentirsi liberi di mixare, sperimentare nuovi accostamenti e sfruttare la versatilità di ogni oggetto.
Meglio materiali che si igienizzino bene Elemento fodamentale per una corretta valutazione, come sempre, lo spazio. Non solo perché “prendere le misure” è d’obbligo, ma anche perché il bagno è una delle stanze più vissute e lo spazio deve essere necessariamente ottimizzato. Negli ambienti più ampi gli accessori servono ad arredare, a renderli ancora più accoglienti e gradevoli. Da considerare insieme allo spazio c’è la funzionalità. Per quanto sia ovvio che gli accessori bagno debbano essere funzionali, non è scontato che effettivamente lo siano. Entrano infatti in gioco diversi fattori: come i materiali, le forme, l’installazione. Gli accessori bagno perfetti assolvono alla loro funzione e moltiplicano le possibilità di utilizzo. Gli ambienti più grandi, vissuti da tutta la famiglia, si possono arredare con accessori pratici e versatili. Gli sgabelli possono essere utilizzati anche come porta riviste o porta asciugamani (per chi desidera tenere le
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spugne ben in vista).Sempre più spesso i tradizionali “scopini”, in versione piantana “, ospitano anche il porta rotolo o il porta asciugamani. I porta asciugamani a libera installazione, che si possono spostare liberamente, sono dei veri e propri elementi d’arredo. Ricordiamoci anche che in bagno l’igiene è fondamentale e nella scelta degli accessori bagno è meglio prediligere forme e materiali che consentono di igienizzare facilmente, frequentemente e in profondità, evitare cattivi odori e la formazione di spiacevoli muffe. Questo vale principalmente per porta spazzolini, porta saponi e per lo scopino dove si crea un ristagno d’acqua. l fattore budget è imprescindibile, e.il ventaglio di possibilità è oggi quasi infinito, perché le aziende produttrici sono tante. Attenzione, però, perché spesso valutando solo il costo degli oggetti e il risparmio ci si dimentica di tutti gli altri importanti fattori. Accessori bagno di scadente qualità, infatti, possono alterarsi facilmente a contatto con l’acqua, ma anche favorire la riproduzione di muffe. Spesso si prediligono accessori dallo stile “neutro”, magari in acciaio lucido o spazzolato dalle forme tradizionali, ma sempre più frequentemente si preferisce spezzare completamente con lo stile e l’arredo del bagno scegliendo colori sgargianti, materiali e forme innovativi.
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Arredamento Specchio, specchio delle mie brame: come scegliere il più adatto
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o specchio di un bagno è come il quadro centrale nel salotto. Importantissimo nel carattterizzare lo spazio, e anche per amplifiralo, nel caso abbia spazi minimi. Se invece avete a disposizione molto spazio, potete puntare su una soluzione di design moderna e inusuale: che ne dite di uno specchio sospeso sopra il lavabo con un’intelaiatura in metallo? Questa scelta è particolarmente indicata per bagni di grandi dimensioni, dove è possibile scegliere un arredo con doppio lavabo o addirittura due singoli mobili bagno.
C’è anche quello Bluetooth Al contrario, avete un bagno molto piccino? In questo caso scegliete uno specchio cromo-lucido, da abbinare a pareti in bianco o in grigio chiaro: questa semplice accortezza renderà l’intera stanza più spaziosa, grazie all’effetto del riflesso. Per il bagno di dimensioni ridotte un altro consiglio è la scelta di uno specchio contenitore: avrete in questo modo maggiore spazio per prodotti e accessori, ottimizzando quindi l’area a disposizione. Uno specchio semplice è in alternativa più indicato qualora ci fossero già pensili e cassetti, o nel caso si ricerchi uno stile minimal ed essenziale. L’armadietto con specchio è un modello molto pratico, che ha la funzione di un normale specchio e permette anche di sistemare diversi oggetti alla stregua di un mobile per il bagno. Di solito l’armadietto con specchio ha due o tre ante e diversi ripiani. Molti modelli sono illuminati e dotati di una presa a bassa tensione. Lo specchio adesivo è molto sempli-
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ce da installare : basta applicare la striscia adesiva su una superficie liscia e farvi aderire lo specchio. Quando lo si stacca occorre prestare attenzione per non rovinare il rivestimento della parete. Se però è posizionato su delle piastrelle non c’è alcun problema. Lo specchio già illuminato ha un sistema di luci che non getta zone d’ombra sul viso, molto utile per radersi o truccarsi. Per una maggior omogeneità di illuminazione puoi scegliere i modelli a LED. Infine, riseravto ai veri patiti per la tecnologia, oggi esistono anche alcunispecchi che hanno una connessione Bluetooth e degli altoparlanti integrati che permettono di ascoltare la musica mentre ci si trucca o mentre ci si rade la barba.
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e lavasciuga fino a pochi anni fa erano appannaggio di alcune pioniere. Oggi, invece, sono molto più comuni, grazie all’innegabile vantaggio di offrire una soluzione veloce quando si fa il bucato. Infatti, hanno il vantaggio di riunire in un solo apparecchio due funzioni distinte, permettendo quindi non solo di lavare e ma anche di asciugare i capi rapidamente, in modo uniforme e delicato, a prescindere dalle condizioni meteorologiche senza l’utilizzo di voluminosi stendibiancheria. Sono dunque apparecchi molto pratici perché con l’ingombro di una normale lavatrice risolvono più funzioni, anche se possono asciugare solo tre quarti di carico di lavaggio alla volta. Si possono scegliere diversi programmi per poter trattare i differenti tipi di tessuti, anche camicette e abiti di viscosa o altre fibre artificiali senza che si rovinino, asciugandoli con diversi livelli di umidità finale: da quello “pronto stiro”, che lascia la biancheria un po’ più umida, a quello “asciutto armadio”, che è adatta per quei capi che non necessitano di stiratura.
Rendono molto più semplice la stiratura In alcuni apparecchi si può persino regolare l’impostazione della fase antipiega per raffreddare i tessuti negli ultimi minuti del ciclo, impedendo, che si formino grandi
pieghe. Un programma completo di asciugatura dura circa un’ora e mezzo, ma il tempo è variabile e dipende da molti fattori. In ogni caso viene sempre consigliato di introdurre nell’apparecchio capi centrifugati ad almeno 800 giri, per evitare tempi troppo lunghi con conseguenti consumi elevati. Celare questi apparecchi può rivelarsi complicato perché sono ingombranti e necessitano di un’adeguata installazione tecnica. Eppure, esplorando le potenzialità spesso insospettabili delle nostre abitazioni, è possibile trovare soluzioni semplici da realizzare per togliere dalla vista, ma non dalla portata, la lavabiancheria. Per esempio, possono essere mimetizzate all’interno di un armadio attrezzato. Al giorno d’oggi, si può avvertire la necessità di rendere più discreta la presenza della lavatrice persino in un locale lavanderia o in bagno. Se in questi ambienti sono presenti armadi su misura, alti fino al soffitto, potrete tranquillamente decidere di sfruttarli per nascondere l’elettrodomestico al loro interno: basterà, infatti, che abbiano una profondità adeguata e siano dotati di prese di corrente e attacchi per l’acqua. Una soluzione d’arredo ideale che, oltretutto, vi consentirà di riporre con ordine i prodotti per la cura della casa e la biancheria pulita una volta che l’avrete lavata asciugata e stirata.
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empre per nascondere la presenza di una lavasciuga e preservare così l’aspetto più “glamour” del vostro bagno, se abitate una mansarda potete sfruttare lo spiovente del tetto. Tutti i metri quadrati di una casa sono preziosi, anche quelli che, in un primo momento, possono sembrare inutilizzabili. I sottotetti fanno parte di questi spazi difficili da sfruttare. Eppure, a ben guardare, una lavatrice può trovarvi la sua collocazione ideale, a patto di creare una nicchia di dimensioni adatte, richiudibile con uno sportello o una tenda, proprio come quella che si vede in foto. Un consiglio: visto che si tratta di soluzioni su misura, si può pensare anche di creare alcuni armadietti e ripiani ai due lati della nicchia, così da aumentare la superficie a disposizione e ricavare ulteriore spazio.
Le lavatrici SALVASPAZIO Le lavatrici salvaspazio si definiscono tali in quanto vantano una profondità inferiore rispetto ai modelli standard. Se questi ultimi sono in genere profondi intorno ai 60 cm, una mini lavatrice parte dai 33 cm e non supera i 45 cm. Le altre misure (altezza e larghezza), invece, restano più o meno inalterate. Ci sono altre differenze da segnalare? La capacità di carico di una lavatrice slim può arrivare
ad un massimo di 9 Kg, quindi non si raggiungono le capienze extralarge delle lava-biancheria tradizionali che possono contenere anche 13-15 Kg di bucato. Dal punto di vista delle funzionalità e delle prestazioni (ad esempio, la velocità della centrifuga, i programmi di lavaggio o l’efficienza energetica) le lavatrici di piccole dimensioni eguagliano in tutto e per tutto le loro “sorelle maggiori”. La decisione per l’acquisto di un modello salvaspazio a carica frontale con il classico oblò o a carica dall’alto dipende non soltanto dallo spazio disponibile, ma anche dall’abitudine. Per quelli con oblò è sempre necessario calcolare anche lo spazio per aprire lo sportello ed estrarre il bucato, ma questo tipo di apparecchi ha il vantaggio che si può utilizzare il piano come appoggio. Nelle lavatrici a carica dall’alto invece, che sono più alte dei modelli a carica frontale, non si può sfruttare il top dell’apparecchio, ma dal punto di vista ergonomico hanno il vantaggio che non è necessario piegarsi per estrarre il bucato: il cestello si allinea automaticamente a fine lavaggio in posizione d’apertura. La lavatrice slim non è per definizione una lavatrice economica, proprio perché prevede un’analisi ben precisa delle dimensioni, a partire dall’ingombro del cestello a quello del motore, per non parlare della disposizione delle parti interne e della componente tecnologi-
Anche la lavastoviglie si fa piccola piccola
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e è vero che spesso in bagno abbiamo la necessità di rispsrmiare spazio e ci affidiamo alle lavatrici slim, è anche vero che lo stesso problema si pone in cucina, con la lavastoviglie, senza contare che i single o le coppie senza figli non hanno quasi mai molti piatti da lavare. Ecco perché sono comparse
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sul mercato lavastoviglie da appoggio, oppure da incasso o freestanding, dalla larghezza e dalla profondità ridotte rispetto a modelli standard, che solitamente hanno un’impronta in pianta di 60 x 60 cm ed un’altezza che si aggira sugli 80 cm. I modelli slim nascondono sotto il loro minuto aspetto potenzialità dalle grandi prestazioni: hanno alta efficienza energetica e consumi ridotti, hanno numerosi programmi di funzionamento, in base al carico e al tipo di stoviglie inserite. Nulla dunque da invidiare, quindi, ai modelli dalle classiche dimensioni.
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Elettrodomestici canecessaria per realizzare tutto questo. I prezzi, quindi, possono essere anche alti, ma è tutto spazio guadagnato. Ad ogni modo, vi consigliamo di dare sempre un occhio alle offerte disponibili sulle lavatrici slim prima di scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze di lavaggio del bucato
Come risparmiare ENERGIA e SOLDI E veniamo al risparmio energetico, non meno importante di quello dello spazio: l’uso razionale dell’elettricità a casa evitando gli sprechi non solo contribuisce a salvaguardare l’ambiente, ma permette di risparmiare anche denaro. Per diminuire il consumo di energia occorre pensarci sin dall’acquisto degli elettrodomestici, privilegiando quelli a basso consumo. In una famiglia fornita della maggior parte di elettrodomestici di uso frequente, si calcola che il il 25% del consumo di energia a casa viene utilizzato per la produzione di acqua calda e illuminazione, e quindi il 75% è generato dagli elettrodomestici. Non tutti gli elettrodomestici con funzione analoghe consumano energia allo stesso modo. Per semplificare il confronto tra di loro, una direttiva dell’Unione Europea dall’anno 1992 stabilisce un’etichettatura per indicare l’efficienza energetica di ogni apparecchio. Così, vengono classificati secondo una
“Classe di Consumo Energetico”, ossia una scala riferita a valore medi europei che va dalla lettera “A” (bassi consumi) a “G” (alti consumi). Nel 2010 l’etichettatura energetica è stata ampliata con altre tre nuove classi che si aggiungono alla classe A: A+, A++ e A+++. La differenza tra queste è notevole: un apparecchio A++ consuma fino al 50% di energia in meno rispetto a uno A. L’etichetta di classe energetica della lavatrice non contiene solamente l’indicazione della efficienza energetica, ma anche della qualità del lavaggio e dell’efficacia dell’asciugatura. Tutte queste informazioni vengono fornite utilizzando scale individuale, sempre dalla A alla G. La Classe di efficienza energetica rappresenta l’energia consumata (in kWh) per ogni kg di bucato; la Classe di efficacia del lavaggio invece definisce l’indice di performance del lavaggio, e la Classe di efficacia dell’asciugatura si riferisce alla percentuale di acqua presente dopo il ciclo di centrifuga. Inoltre, sempre nella stessa etichettatura, sarà segnato il Consumo di acqua in litri (per ogni ciclo di lavaggio) e la Rumorosità. Al momento dell’acquisto della lavatrice è meglio se date preferenza ai modelli con velocità di centrifuga regolabile, partenza ritardata, impostando l’inizio del ciclo alle ore notturne se avete una tariffa bioraria, e allacciamento diretto all’acqua calda.
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Casa fresca
Via col vento Con l’arrivo della primavera è giusto cominciare a pensare a come sconfiggere l’afa che ci attende in estate. Anche il “vecchio” ventilatore è una buona alternativa al classico condizionatore
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Casa fresca
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e devi climatizzare più ambienti o grandi locali, è consigliabile puntare alla massima efficienza e alla maggiore silenziosità possibili con il condizionatore fisso. Richiede sì l’installazione da parte di un tecnico specializzato, ma dal momento che il compressore è separato dall’unità che eroga l’aria (il cosiddetto “split”) e viene posizionato all’esterno dell’abitazione, il suo funzionamento risulta particolarmente silenzioso e lo scambio di calore molto efficace. Se il locale da climatizzare è uno, va bene la soluzione “monosplit”; se invece i locali da climatizzare sono più di uno, è possibile (e consigliabile) optare per una soluzione “multisplit”, che associa ad un unico compressore più unità di erogazione dell’aria. Se non puoi montare il compressore all’esterno (su un terrazzo o appeso alla finestra), esistono anche soluzione senza unità esterna.
Ci sono anche alternative allo split Se devi climatizzare piccoli ambienti singoli (fino a 40 m²), desideri spostare il condizionatore da una stanza all’altra, o vuoi evitare i fastidi dell’installazione, la scelta migliore consiste in un apparecchio portatile. Si tratta di un dispositivo su ruote, generalmente meno potente e più rumoroso rispetto a un’unità fissa (il compressore qui
è incorporato nell’unità erogante), ma comunque molto efficace. Può essere dotato di un serbatoio interno per il recupero dell’acqua di condensa, ma alcuni modelli la smaltiscono direttamente usandola come elemento refrigerante. Richiede inoltre una via d’uscita per l’aria calda estratta dagli ambienti,che può essere costituita da un foro praticato nella finestra del locale, o anche da un’anta socchiusa della stessa da cui far fuoriuscire il tubo di scarico. La potenza di un climatizzatore, ovvero la sua capacità di rinfrescamento, si misura in BTU/h e deve essere congruente con le dimensioni dell’ambiente che si desidera climatizzare. Si tratta probabilmente del secondo criterio più importante nella scelta del condizionatore, dal momento che ne determina l’effettiva efficacia in relazione alle proprie esigenze. Per ottenere la potenza necessaria alla climatizzazione di un determinato ambiente, è sufficiente moltiplicarne il volume per 100. Una stanza di 4 metri di lunghezza, 3 di altezza e 5 di larghezza, richiederà un condizionatore capace, approssimativamente, di 6.000 BTU/h. Le caratteristiche dei locali e il loro posizionamento possono però influire sull’attendibilità di questo calcolo, per esempio quando si tratta di ambienti caratterizzati da un forte irraggiamento solare, oppure a seconda dell’esposizione al sole.
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IL PRIMO CIRCUITO DI MEDIA LOCALI IN ITALIA
Casa fresca Scegliete bene e non state mai troppo vicini all’aria ventilata
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cegliere il ventilatore giusto non è difficile come potrebbe sembrare, basta aver chiari i requisiti da considerare, che sono molti: le dimensioni delle pale, il diametro del ventilatore, il numero di velocità di aerazione, la portata massima (espressa in m3/h), la rumorosità (espressa in Db), l’orientabilità (espresso in gradi). Inoltre occorre prestare attenzione ad altri fattori. Ad esempio, la stabilità: verificate che il supporto garantisca una buona stabilità al ventilatore anche quando è in movimento. I marchi di sicurezza: gli apparecchi devono riportare la marchiatura CE, controllate che ci sia anche la certificazione IMQ. La sicurezza: i ventilatori, a eccezione di quelli da soffitto, devono essere dotati di una griglia di protezione che impedisca l’accesso diretto alle pale. Se riuscite ad inserire un dito nella griglia, il prodotto non è a norma. In alcuni modelli la griglia è apribile per consentire la pulizia. Le dimensioni e peso: quando non serve più, il ventilatore si può richiudere e posizionare in cantina, soffitta, o in un armadio.
flusso d’aria differente, adatto ad ambienti e situazioni diverse fra loro. Il ventilatore a soffitto è la tipologia di ventilatori che fornisce il flusso d’aria più uniforme. È adatto ai grandi ambienti ed è spesso dotato di plafoniera con lampada e di telecomando, per essere azionato a distanza. I ventilatori a terra, a piantana o a torre, sono pensati per aerare grandi ambienti senza ricorrere a lavori elettrici o murari, come può accadere per il ventilatore a soffitto. I ventilatori da terra offrono aerazione soltanto dall’altezza in cui si trovano le pale, che nella tipologia ad asta si può regolare, i ventilatori a torre invece riescono ad aerare uno spazio più grande. I ventilatori da appoggio sono pensati per un’aerazione più contenuta.
Fissi o mobili, da terra, da soffitto I ventilatori fissi possono essere a pale da soffitto, con prezzi a partire da 35 euro; mentre quelli mobili possono essere: da terra a piantana (prezzi a partire da 20 euro) da terra a torre (da 25 euro), da tavolo (a partire da 15 euro). Infine esistono anche i ventilatori senza pale, ma sono costosi, maggiormente rumorosi e consumano di più, pertanto li sconsigliamo. Ogni tipologia di ventilatore fornisce un
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Giardino
Ăˆ primavera svegliatevi piantine Mai come in questa bellissima stagione il giardino ci dona infinite soddisfazioni, con fioriture ed esplosione di mille colori
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Giardino
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primavera, svegliatevi bambine, cantavano i nostri nonni. Anche la natura si risveglia, regalandoci un tripudio di bellezza. Se abbiamo la fortuna di avere un giardino, apprezzeremo ancora di più i doni di questa bellissima stagione, a patto di averne cura. Addio foglie morte e piante secche: anche per quest’anno l’inverno è passato e ora vi rastrelliamo dal giardino. Per eliminare le infestanti, basterà una leggera rastrellatura. Se notiamo foglie malate, con funghi o spore fungine che possono essere facilmente trasportate dal vento, eliminiamole subito, o il caldo che arriverà permetterà una rapida propagazione della malattia in tutto il giardino. Contro gli insetti? Un po’ di olio bianco, o composti a base di rame e zolfo, i più innocui e concessi anche nell’agricoltura biologica. E se è necessario, tagliamo e curiamo il manto erboso.
Azalea, begonia, dalia, geranio Per finire di preparare il terreno, possiamo concimarlo smuovendolo un poco con una zappa. E innaffiare se la fine dell’inverno è stata scarsa di piogge. Man mano che andremo avanti con i mesi e con il caldo, la concimatura dovrà farsi più frequente (ogni 2-3 settimane circa ad aprile e ogni 10 giorni circa a maggio). E così l’innaffiatura,
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da regolare sempre in base alla piovosità. Fine invernoinizio primavera in giardino fa rima con potatura. Qualche taglio qua e là, ma non indiscriminato! Benissimo potare – e con vigore – le piante con fioritura estiva sui rami nuovi, come le rose, ma se abbiamo nel nostro giardino piante che fioriscono sui rami vecchi, dovremo aspettare a potarle dopo la fioritura, solitamente primaverile, e accorciare soltanto. Solitamente in questo periodo non si potano gli arbusti. Così azalee, camelie e rododendri: limitiamoci a dare una spuntata a eventuali rami troppo lunghi, dopo la fioritura. Per i travasi e i trapianti, è maggio il mese migliore. Quest’inverno non abbiamo messo a dimora i bulbi che fioriranno in primavera? Niente paura: a marzo non è troppo tardi. Quindi provvediamo il prima possibile. Una volta che il clima si sarà decisamente scaldato e non si presentino più gelate notturne, e ancor meglio verso aprile e maggio, possiamo procedere anche con la messa a dimora dei bulbi a fioritura estiva: begonie, gladioli, ornitogalli. Tra le attività che ci renderanno più fieri, ecco la semina dei fiori estivi. Azalea, begonia, callia, dalia, geranio, giglio, girasole, iris, mughetto, passiflora, petunia, rododendro, e chi più ne ha più ne metta! Meglio non seminare a giugno, invece, se non varietà a crescita rapida di margherite, calendule e simili.
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Giardino Per fare un bel prato, dobbiamo imparare a conoscere il terreno
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cco qualche consiglio per avere un prato verde in giardino. Per prima cosa, occorre tenere presente quali sono i principali fattori ambientali del luogo dove vogliamo coltivare il nostro prato verde: tipologia del suolo (compatto o soffice), tipologia del terreno (acido, basico o neutro), presenza di un impianto di irrigazione, esposizione al sole/ombra, vento, grado di umidità e temperatura.
Acido o basico? Le cartine tornasole ci aiutano Una volta scelta la dimensione e il momento giusti, possiamo procedere nella realizzazione del nostro prato verde. La prima cosa da fare è preparare il terreno per la semina. La conoscenza delle caratteristiche del terreno è fondamentale per capire cosa fare per ottenere un terreno fertile e pronto ad accogliere la semina dell’erba. Le caratteristiche fisico-chimiche del terreno possono essere modificate solo prima della semina, per questo è importante far fare delle analisi chimico fisiche in laboratori specializzati per individuare il ph del vostro terreno di base. Se non volete far fare delle ana-
lisi in laboratorio, un sistema più semplice ed economico, ma meno preciso è quello delle cartine tornasole. Ecco il procedimento: mescolate per almeno 5 minuti in un contenitore, un bicchiere di terreno con 2 bicchieri e mezzo di acqua deionizzata; filtrate con un setaccio a maglie strettissime o con una carta filtro come quella usata per il caffè; immergete la cartina tornasole nel liquido ben filtrato, attendete pochi minuti e osservate la colorazione ottenuta; confrontare la colorazione assunta dalla cartina, con quella delle scala di colori presente sulla confezione, se i colori saranno tendenti al rosso, il valore del pH è basso e il terreno è acido, mentre se i colori vanno dal verde al blu scuro, il valore del pH è alto e il terreno è basico. Se dalle analisi risulta un terreno piuttosto acido (con pH inferiore o uguale a 5), è necessario aumentare il pH e renderlo basico. Per farlo si può aggiungere al terreno elementi semplici come cenere di legna o carbonato di calcio. Se invece avete il problema opposto, ovvero il vostro terreno è basico e ha un pH superiore a 7, per abbassarlo si può aggiungere del compost al terreno, a base di fondi di caffè.
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Esterno
L’ombrellone
È tempo di arredare il nostro spazio verde con elementi che lo rendano più gradevole quando le giornate saranno molto calde. Ecco come scegliere al meglio
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ono in tanti a preferire un ombrellone da giardino a un gazebo, e il motivo principale risiede in questioni di spazio: i gazebi vengono utilizzati più spesso in giardini molto ampi, dove c’è bisogno di un’area d’ombra di una certa grandezza. Ma se il tuo giardino è di dimensioni contenute o non hai molto spazio da poter dedicare a un ombrellone, ma non vuoi rinunciare a un po’ di frescura, esistono vari modelli che possono fare al caso tuo.
Catturare l’agognata OMBRA Innanzitutto, una prima distinzione: esistono ombrelloni da giardino con palo centrale, decentrato o a banana e possiamo fare una scelta mirata in base ai vantaggi di ognuno di essi. Inoltre, gli ombrelloni da giardino possono essere di varie forme e dimensioni, ovvero rotondi, quadrati o rettangolari, con diversi tipi di telo o mecca-
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nismi di apertura: classico, a manovella o a doppia carrucola, per rendere il più agevole possibile la manovra di apertura e chiusura dell’ombrellone. La differenza la fanno anche i materiali, in quanto alcuni modelli possono essere in alluminio o in legno, a seconda dei gusti e della necessità di rendere l’ombrellone il più stabile possibile, o facilmente riposizionabile. Una variante interessante che si adatta facilmente a diversi contesti è quella degli ombrelloni con base girevole. Rappresentano una novità e aggiungono maggiore flessibilità nell’utilizzo dell’ombrellone. In molte occasioni infatti, spostare di qualche centimetro la zona d’ombra diventa una necessità importante e la base girevole è un prezioso alleato in questo. Una grande comodità per chi vuole vivere gli spazi all’aperto anche nelle ore serali è quella dell’integrazione di luci Led. In alcuni modelli queste sono già presenti, in altri è possibile aggiungerle come accessori e risolvere
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Esterno
su misura
in modo elegante e funzionale il problema dell’illuminazione all’aperto. Come scegliere l’ombrellone giusto? Un fattore determinante nella scelta dell’ombrellone è certamente lo spazio che hai a disposizione nel tuo giardino. Se hai poco spazio da dedicare all’ombrellone, il tipo con supporto centrale è ciò che ti serve, di una grandezza media e di forma rotonda o quadrata, che possa proiettare ombra su almeno un paio di sedie e magari su un tavolino. Si tratta della soluzione solida, poiché il piede centrale riesce a tenere ben ferma l’intera struttura e non si rischiano crolli “fantozziani”. Se, invece, puoi usufruire di qualche metro da dedicare alla struttura per creare l’ombra, potresti optare per un ombrellone dalle dimensioni più ampie: ne esistono di varie misure, ma tra i più gettonati c’è l’ombrellone giardino 3×3 e l’ombrellone giardino 3×4. Si tratta di installazioni molto capienti, che quindi necessitano di svariati metri da poter occupare, ma col vantaggio di ottenere un’area fresca e una zona d’ombra molto più grande. Gli ombrelloni da giardino rotondi o quadrati e con palo centrale sono quelli più
adatti per rinfrescare un angolo del terrazzo, oppure un giardino che non è molto spazioso, mentre l’ombrellone giardino decentrato e rettangolare è più adatto per giardini più grandi o per zone pranzo di ristoranti, alberghi o bar. In tal caso, la scelta dell’ombrellone a braccio laterale si rivela essere perfetta anche in aree particolarmente ventose, dal momento che l’intera struttura è retta da un supporto laterale che tiene ferma la calotta da una struttura esterna, e non dall’interno. Puoi scegliere il tuo ombrellone per esterni anche tenendo presente il materiale con cui è fabbricato, scegliendo tra alluminio e legno a seconda delle necessità, del budget a disposizione o del tempo da dedicarvi successivamente. È risaputo, infatti, che gli ombrelloni in alluminio sono più leggeri, ma resistenti alle intemperie e non necessitano di manutenzione, mentre quelli con lo scheletro in legno, seppur robusti e adatti ad arredo giardino in legno, hanno bisogno di cure annuali per tenere il legno curato e al riparo da muffe o deformazioni causate dal tempo e dagli agenti atmosferici.
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Piccola manutenzione
Freddo pronto per l’uso Prima dell’arrivo dell’estate, occorre pulire attentamente il nostro condizionatore, così da favorire un utilizzo corretto. Con pochi strumenti di uso comune è più facile di quanto si pensi 42
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Piccola manutenzione
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erché lasciarsi sorprendere dal caldo di giugno senza pensare già in primavera a preparare al meglio il nostro condizionatore? In realtà, la pulizia principale dei climatizzatori andrebbe già fatta a fine stagione, ovvero verso settembre/ottobre, per evitare che polvere e sporco si incrostino sull’apparecchio durante l’inverno. Se però non siete stati così solerti, fatela ora. Prima di fare qualsiasi operazione, assicuratevi innanzi tutto che il climatizzatore sia spento dall’interruttore elettrico dedicato, o in assenza da quello generale. Controllate che le griglie e i filtri siano puliti, in modo da garantire una buona qualità dell’aria fresca prodotta. Fate una pulizia profonda del motore esterno dell’impianto di condizionamento, soprattutto se è esposto a sole, pioggia e altre intemperie. In caso di utilizzo intenso, pulite il filtro una volta al mese: migliora la qualità dell’aria e diminuiscono i consumi. Fate controllare da un professionista una volta l’anno il livello del liquido refrigerante
Bastano i normali DETERGENTI Controllate periodicamente la stabilità dell’appoggio su cui è montato l’elemento esterno. Il motore esterno si può spazzolare prima con una scopa raccogli polvere, poi lavare bene con un panno umido e sapone. Il detergente
più indicato per questo tipo di sporco èuno sgrassatore universale. Se le grate da cui viene prelevata l’aria sono particolarmente sporche e otturate da polvere, foglie secche o altro, si può usare l’aspirapolvere per liberarle: è molto importante che il motore possa lavorare bene e senza ostacoli se si vuole mantenere l’impianto efficiente nel tempo. Con l’aiuto del libretto di istruzuioni, trovate i filtri del climatizzatore e sbloccali. I filtri sono delle semplici griglie di plastica, quindi è sufficiente lavarle in acqua tiepida con un po’ di sapone neutro, ma anche il detersivo per i piatti va benissimo. Asciugateli scrupolosamente prima di rimetterli al loro posto: prima con uno strofinaccio e poi lasciandoli asciugare bene all’aria su un ripiano pulito. I prodotti che si trovano in vendita con questa funzione sono di due tipi: disinfettanti veri e propri, che hanno un principio attivo indicato in etichetta e sono marchiati come “presidio medico chirurgico” proprio perché contengono un principio attivo biocida (ad es. il benzalconio cloruro). Oppure igienizzanti per climatizzatori, senza altre informazioni in etichetta riguardo agli ingredienti. Non contengono disinfettanti, ma solo alcol, solventi e profumi. Entrambi i prodotti, a dire il vero, sono più indicati per condizionatori molto grandi che si trovano in strutture come ospedali o case per anziani, che per le abitazioni.
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Niente panico! La legionellosi non si prende dagli split domestici
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a legionellosi, nota anche come malattia batterio, la legionella pneumophila, colpì 221 dei legionari, fu descritta per la prima persone e determinò 34 decessi. Ma all’epoca volta nel 1976. L’epidemia scoppiò all’interno nulla si sapeva di quel batterio, che fu isolato del Bellevue Stratford Hotel di Philadelfia, nell’impianto di condizionamento dell’hotel Viale Varese, 29 - 22070 BINAGO (CO) dov’era in corso il congresso annuale degli in cui i veterani avevano soggiornato. Tel. e Fax 031 942422 - www.gardenortoflor.com ex-combattenti. L’infezione, provocata da un
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Ma se avete in casa un impianto di condizionamento, niente panico! La legionella non si forma nei climatizzatori di casa perché non c’è ristagno di acqua o condensa sulle griglie di emissione dell’aria: il rischio è per i grandi impianti con torri di raffreddamento esterne.
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Piccola manutenzione La gioia delle pulizie di primavera (non stiamo scherzando...)
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vete mai sentito parlare della giapponese Marie Kondo, guru dell’economia domestica? Sulla piattafrorma Netflix è la reginetta della serie Facciamo ordine con Marie Kondo, dove la nostra aiuta diverse famiglie americane a mettere in ordine l’appartamento per migliorare la loro vita. Marie, shintoista di religione, crede che ogni cosa abbia un’anima e un’energia in grado di influenzare la nostra felicità.
Cambiamo le tende e i colori I segreti del metodo «KonMari» (battezzato così dalle iniziali del suo nome e cognome) sono racchiusi anche in due libri che hanno venduto oltre 8 milioni di copie nel mondo: Il magico potere del riordino e 96 lezioni di felicità», pubblicati in Italia da Vallardi. Tutti tesi a dimostrare che una casa ordinata è una casa dove si vive più felicemente. Mettiamoci dunque d’impegno e apprfittiamo della fatidiche pulizie di primavera per trovare armonia. La regola d’oro, tanto semplice quanto difficile da attuare, è: conserva solo le cose che ti fanno sentire un brivido di felicità, butta tutto il resto. Se devi
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decidere il destino di un vestito, ad esempio, prendilo tra le mani, accarezzalo, ascoltalo. Ti parla? Ti dice qualcosa di bello? No? Dunque, puoi disfartene senza indugio. Passando alla prosaicità, la bella stagione è il momento giusto per le pulizie di primavera in tutte quelle parti della casa che in inverno sono state trascurate a causa degli agenti atmosferici: i vetri esterni, le finestre e gli infissi. Armatevi di tergivetro, spugna e acqua calda con poche gocce di ammoniaca. Grazie alla temperatura mite e alle giornate soleggiate i vetri asciugheranno in un batter d’occhio. Durante l’inverno battiscopa e tappeti accumulano molto sporco e polvere: è giunta l’ora di armarsi di aspirapolvere e igienizzare anche i battiscopa. Fate particolare attenzione al tappeto dell’ingresso e a quello in soggiorno, valutate poi se sia il caso di portarli in cantina dopo averli ben aspirati, in attesa del prossimo inverno. Le pulizie di primavera sono anche il momento per fare il cambio delle tende, mettendo a lavare quelle invernali e facendo spazio a quelle più leggere, dai colori pastello o con fantasie accese.
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Fai da te
con il decoupage
Se volete ridar vita e smalto a un vecchio mobile, questa è una lavorazione che potrete imparare facilmente e che vi regalerà risultati davvero sorprendenti
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uante volte ci è capitato di osservare con invidia un mobiletto esposto nella vetrina di un negozio cosiddetto “shabby chic”? Sì, proprio quelli che vendono complementi d’arredo anche piccoli, ma rivisitati con pitture o lavorazioni che gli regalano una patina d’antan e spesso li rendono assai costosi. Ebbene, ottenere un risultato simile anche con il fai da te è tutt’altro che impossibile. Ad esempio, con la tecnica del decoupage.
Tecnica usata fin dal MEDIOEVO Quella del decoupage su legno è un’arte dalle origini molto antiche. Pare, infatti, che le prime forme di decoupage risalgano al Medioevo, quando i monaci amanuensi arricchivano con questa tecnica i loro manoscritti. In epoca moderna, il decoupage si è affermato nelle corti europee alla fine del Seicento, ispirandosi all’antica tecnica decorativa cinese. In questa guida pratica vi spieghiamo come
si fa, quali sono le tecniche più utilizzate e i materiali necessari per praticare il decoupage su legno. Con il termine ‘decoupage‘ (dal verbo francese découper, ‘ritagliare’) si indica una particolare tecnica decorativa che utilizza ritagli di carta stampata di varie forme, colori e dimensioni per finalità estetiche. Si tratta di una vera e propria “arte” che consiste nell’incollare i ritagli così realizzati su oggetti e arredi, principalmente per abbellirli e personalizzarli, ricoprendoli di vernice trasparente per garantirne maggiore durata. Quella su legno è una tecnica utilissima per migliorare l’estetica di oggetti, complementi, mobili e tutto quello che desideriamo personalizzare. Ed i materiali da cui prendere i ritagli possono essere diversi: stoffe, tessuti, carta, plastica così come i supporti (plastica, legno, terracotta, vetro, metallo, ecc). Il più diffuso e praticato è senz’altro eseguito su materiali cartacei. I risultati consentono di conferire un tocco originale alla casa.
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Fai da te Ecco gli strumenti per il decoupage e le istruzioni passo per passo
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er praticare il decoupage bisognerà partirea da alcuni strumenti di base: un oggetto di legno (grezzo, laccato o naturale), fogli di carta da decoupage (normale o di riso), forbici, colori e vernici acriliche, taglierino, colla vinilica, pennelli di varie dimensioni, vernici di finiture, spugne. Avrete bisogno di due forbici. Un paio normali per i ritagli grossolani e un paio di precisione per rifinire i contorni delle figure. Vi suggeriamo anche di procurarvi un taglierino e una matita per i particolari interni. La colla di riso o vinilica vi servirà per incollare al supporto i ritagli e isolarli dalle vernici di finitura che possono essere ad acqua o ad olio. Con le colle ad olio otterrete una colorazione ambrata, perfetta per le decorazioni classiche o per antichizzare.
Innanzitutto, carteggiare La prima cosa da fare è carteggiare il complemento d’arredo che volete lavorare, per eliminare eventuali tracce di laccatura o altre difformità. Infine, pulite la superficie con un panno umido e morbido. Se volete scurirla, dipingetela con il mordente per legno. Se invece volete cambiare il colore di base, stendete del colorante acrilico con un pennello piatto e assicuratevi che asciughi completamente prima di procede-
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re alla decorazione. Ecco le istruzioni passo per passo: Tagliate dei rettangoli di carta della misura idonea a ricoprire le varie parti dell’oggetto scelto. Componete il disegno procedendo su una parte per volta. Posizionate i motivi che preferite senza usare la colla Diluite della colla vinilica in un vasetto (3 parti di acqua e 1 di colla) e con un pennello morbido e pulito stendetela sia sul fronte che sul retro della sagoma di carta ritagliata che volete applicare. Incollate i ritagli e spennellate un altro po’ di colla sulla carta incollata. Distribuite bene e assicuratevi di togliere eventuali bolle d’aria stirando bene col pennello.Lasciate asciugare. Stendete della colla di finitura che proteggerà la decorazione nel corso del tempo dopo qualche ora, per rifinire il lavoro. In commercio esiste una quantità quasi infinita di tovaglioli di carta decorati con colori e motivi sempre diversi. Chi è alle prime armi, potrebbe trovare utile approcciarlo partendo proprio da questo materiale, oppure partire dalla carta da pacchi regalo, anch’essa con decorazioni utilizzabili.
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