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FEBBRAIO 2019
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Tutte le agevolazioni per acquistare mobili e grandi elettrodomestici
W i colori! Dal blu al caramello, ecco le tendenze piĂš in voga per il 2019
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Febbraio 2019
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2 Arredamento
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22 Muri e d’intorni
tutti i colori del 2019
zona giorno 26 sicurezza divani e poltrone una casa a prova di ladri tende e tendaggi vasi e piante da 30 piccola manutenzione interno 14 illuminazione bravi aggiustatutto 16 pavimenti 34 fai-da-te 18 grandi elettrodomestici e agevolazioni fiscali all by myself
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Zona giorno
Il living:
passaporto della casa
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Ăˆ il luogo dove si ricevono gli amici, che caratterizza la personalitĂ della nostra abitazione. Per questo merita attenzione e cura. Ecco come scegliere al meglio quello che ci rispecchia di piĂš 2
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Arredamento
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a televisione ha proposto in questo periodo uno spot tormentone nel quale un celebre chef ci invita a casa sua, cominciando proprio dal suo “living”, che nel mondo anglosassone significa “zona giorno”, quella del salotto e in generale della zona aperta agli amici e alla socialità, stanze da letto e bagni esclusi. Sempre più spesso, la cucina viene invece inglobata in questo insieme, creando il cosiddetto open space, spazio aperto privo di divisori. Secondo la definizione inglese un open space è infatti “una zona senza nessuna o poche pareti divisorie tra le varie parti”. In genere, si riferisce alle principali aree living della casa, vale a dire cucina, soggiorno e sala da pranzo, e presuppone un concetto di casa aperto e fluido, con poche pareti interne e un minor numero di stanze indipendenti a favore di un unico ambiente.
In tutta Europa, viva l’open space Il concetto di open space per la zona living ha avuto fulgore iniziale soprattutto all’estero. In Germania è stata una richiesta comune e si riferisce in generale a soggiorni, sale da pranzo e cucine; per quanto riguarda studi e camere da letto si preferiscono invece stanze più piccole e separate. La zona giorno open space è estremamente diffusa anche nel Regno Unito, perché sembra adattarsi
perfettamente all’odierno stile di vita della maggior parte delle persone, in particolare le famiglie. C’è stato un netto calo della popolarità della sala da pranzo formale e ciò è indubbiamente legato con l’ascesa della zona giorno a pianta aperta. In Inghilterra, dove oggigiorno ogni centimetro in più è un lusso, gli architetti sono spesso chiamati ad “aprire” piccole case vittoriane o georgiane abbattendo le pareti interne, unendo le stanze e creando ambienti luminosi, ariosi e condivisi. Così come altre scelte progettuali, la pianta aperta ha un impatto sul modo in cui gli abitanti della casa utilizzano lo spazio e interagiscono tra loro. L’architetto inglese Anthony Clarke dice: «La maggior parte dei nostri clienti ama l’idea di vivere le proprie case in un modo più condiviso e unito. Principalmente, permette di diventare più socievoli e incoraggia il dialogo con gli altri abitanti». La zona giorno a pianta aperta, oltretutto, viene privilegiata perché è una scelta ideale anche per piccoli appartamenti. Abbattere i muri è una soluzione comune per aumentare la sensazione di spazio. L’architetto tedesco Bernhard Kurz spiega: «Nelle zone connotate da un mercato immobiliare altamente competitivo, si cerca maggiormente di ottimizzare gli appartamenti di piccole dimensioni, in quanto appunto vi è meno spazio e i prezzi sono più alti».
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Arredamento Anche l’open space, però, i criqasdcfv ha alcunidfvb svantaggi. tà Vediamoli insieme
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vviamasdfvb onostante viSandio siano od forti tat vantaggi iuscilit endi endile-gna gati augait a questo ad dolessis tipo di nulla scelta,augiamco augiamcoesistononum ad ero euis nim elismod ming anchedunt degli elementi diinibh dubbio e alcune el ulputepensano veleniam,che velit tatie mopersone siaadiamcore una tendenza delutat. stinata a fermarsi. Uno dei problemi più Em “sentiti”, num èaliquat proprioam il caso dolore di modolor usare questo sum dovolorem cabolo,inè ut quello er sectem della cucina zzrilisim e dei augait suoi ut odori. ing Gli sgradevoli odori di cucina eniscin eu feuisim et volobor ercipisis dolore La cucina a vista è sì di gran moda, ma se la velessi. famiglia luptat è numerosa la utilizza di frequenVelismo pratieefeugait velenibh eugiate, potrebbe essere scomoda, perché tie con ver sim nostionse eugait non gli et, odori secte si diffondono in tutta ea la casa in inverno è feuisi eu feu feugueril feuis enullam vel erveramente cip exerat. difficile sbarazzarsene. Una cucina separata ètatinit, un must per molte famiglie, Tumsandrerci sustrud modolesto conperché spesso qualcuno cucina ancheilquando sequat amet, vel ute volenisl eliquat eugiat tutti dormono o studiano e quindi si exero ha la nenullam am, consenim quiscilis nibh docessità diea chiudere le porte potertat. utilizlessectet feu facincip ea per commod Ut zare laore frullatori e mixer o affettare i cibi adit veliquisl ullamco nsequam velitcon loil coltello senza disturbare. Per tutto il resto, rem velesequisi. pranzo, film, hobby, riposoIgniametue e chiacchiere può Lore erat wis et prat. dolore inveceinessere molto appagante averenim un unidunt hendit loreratem dolenis quico ambiente perzzriuscilis facilitare la comunisis nullamc aperto onsenim nisit iure cazioneconum tra i membri della ismolore famiglia. dolore Un unico digna nit eraesen ex ambiente soggiorno-cucina è bello equissequis luminoso ea feugueratem atumsan eniam, e sembrainmolto piùquat grande, ma spesso non dolorem venisim ing etum iure comè così fantastico quando la cucina è sporca my nonsequ atissecte eraessecte dit laore doe gli ospiti hanno sotto gli occhi il in desolante lorer ip etueriu sciduiscipis exerit henibh spettacolo.nisit L’ideale un’ampia cucina, eugueros utemsarebbe ip ex etum doloborerat nella quale poter mangiare giorno con lorpera estrud duipit lummy ogni nos nis dolorem la famiglia, e anche unprat salotto una sala da at lorper amconseniat lumenulput iriure pranzo ospiti e amici. Inoltre, se dunt at,per corricevere augait prat. la vostra cucinaduip noneuipis è grande, diventeràiureanSum vel dolum am, volorper cora più piccola l’unione,ulputat dato che la pareet accum nisim ilcon ullumsan vullandre te dovefacipis potevate posizionare vostri armadi digna dunt at wisi teti lortionsed ero o un frigo sparirà. dignim veliquat ilisi.La verità è che viviamo
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in uneugiamet mondo globale e vediamo diversitetipi di volorem eugait landre feum Ecte abitazioni televisione, in particolare inisl il ute in veliquisit luptat, volobor iritquelluple americane e britanniche, così come esempi tat illaore venis adiat alit velit nos nullaore di stanze più accessibili, come quelle esposte do eu faccumsan ver illa feugait lam, veniam, nei negozi di inisis mobiliadigna all’ingrosso, cheacil stanno summolorem faccum iure trasformando di casa a wis cui alit eravamo eliquis num et,l’idea sustincilit alit veliabituati. in vullaore Italia? Anche la acincil maggioranza sci eu feuiEet, eniamet dolore degli italiani (ben il 67% dei rispondenti a feugait, commy nullummolore vercipit praun sondaggio merito) stata conquistata tinc iliquatue in conum quisè nulput lan volore da questa tendenza. ogninullam modo, vel c’è ercip semvullumsan ese ril ea In feuis pre una via mezzo e molti escogitato exerat.ril eadifeuis nullam velhanno ercip exerat. soluzioni interessanti ai problemi sollevati Tumsandrerci tatinit, sustrud modolesto condagli open space. Ad esempio, l’opzione ideale sequat amet, vel ute volenisl eliquat il eugiat potrebbeam, essere flessibile, con lanibh possibilità di nullam consenim quiscilis exero doaprire o chiudere gli spaziea adibiti ad usi diffelessectet ea feu facincip commod tat. Ut renti,laore a seconda delle esigenze del momento. adit veliquisl ullamco nsequam
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uali sono le ultime tendenze in fatto di living? Di seguito, ne elenchiamo alcune, che potrebbero fornirvi spunti interressanti. Ad esempio, il colore: rosso. È uno dei trend più forti che arrivano dalle passerelle e colonizza anche il mondo dell’arredamento e del design. Il rosso, barocco, scandinavo, modernissimo o country, è un colore must che proprio non può mancare declinato su arredi imbottiti, sedie, finiture, pareti o anche solo piccoli accessori.
Coloniale, minimal o classico. A ciascuno il suo Altro elemento di richiamo moderno: l’ottone. La casa moderna elegge l’ottone a metallo “prezioso” del cuore. Opaco, più discreto e raffinato, con un tocco maschile che non guasta, è perfetto per accessori, luci e complementi, ma bellissimo anche usato con coraggio su ampie superfici. Non è per tutti, ma comunque si fa ammirare. Che sia rustico, scandinavo, minimalista o mediterraneo, lo stile di arredamento del soggiorno dipende unicamente dal carattere dei residenti. Per questo motivo è importante analizzare bene cosa si preferisce e cosa invece non si può proprio sopportare. Non dimenticate che è possibile unire una serie di stili e temi diversi, cercando di
venire ad un compromesso tra le mille idee di arredo per il soggiorno che di giorno vi faranno cambiare idea. In questo caso, al fine di ottenere un ambiente perfettamente equilibrato per il salotto, ma anche per il resto dell’abitazione, sarebbe opportuno contattare un interior designer. Sempre attuale, scusateci l’apparente paradosso, lo stile rétro. Preparatevi a saccheggiare mercatini e negozi di modernariato, o magari semplicemente a recuperare quella vecchia credenza della nonna che non avete mai voluto vedere. Il marmo è uno dei materiali più amati delle
L’eclettico
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e vi annoiate facilmente con le solite idee per arredare il soggiorno, allora non possiamo che consigliarvi uno stile eclettico: colori, forme, superfici, decorazioni, tutto ciò che si trova in salotto, a partire dai mobili, deve avere un potenziale creativo e una certa energia. Un soggiorno eclettico potrebbe fare al caso vostro solo se non avete un’avversione naturale per le incongruenze di forme e colori, infatti, in questo
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stile, si tende ad eccedere e a mescolare stili che apparentemente non hanno molto in comune. Può capitare così che un tappeto in stile africano si trovi sotto una chaise lounge degli anni Sessanta e cosí via. Si tratta di uno stile molto adatto ai viaggiatori che magari si portano a casa ogni volta un souvenir diverso, che potrà così diventare complemento d’arrendo per raccontare la personalità di chi abita la casa.
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Arredamento ultime stagioni e si conferma il vero “oggetto del desiderio” di appassionati e addetti ai lavori. In particolare è riscoperto come piano di appoggio per tavoli grandi e scenografici. Chiaro, scuro, uniforme o venato, a ognuno il suo. Il velluto è il vero tessuto principe della casa del prossimo anno e cosa c’è di meglio di una bella seduta imbottita per goderne il lussuoso fascino? Non abbiate paura di osare con forme e colori: se è di velluto, anche l’arredo più eccentrico è ammesso. Gli stili più amati sono tanti, e questo rende più facile trovare nei negozi gli accessori adatti ai gusti di ciascuno. Ad esempio, per arredare un soggiorno in stile coloniale è bene utilizzare tessuti morbidi, colori crema e mobili classici per creare un ambiente genuino e accogliente. L’elemento più importante di questo stile d’arredo è senza dubbio il legno: che sia un tavolino, un armadio a muro o una credenza, il legno è il materiale principe per i mobili in soggiorno con questo stile. Come dovrebbe essere? Dipinto di bianco, poco trattato, che lascia trapelare più di qualche imperfezione. Per uno stile minimal, al contrario, ci vorranno linee pulite e colori semplici. I soggiorni minimal si distinguono per il detto “less is more”, “meno è meglio”, che si traduce con un arredamento essenziale, si mantiene solo il necessario: il divano, la parete attrezzata
e poco altro. Le rifiniture del soggiorno sono importanti: le superfici sono lisce e continue con resina di cemento e vetro preferiti ad altri materiali. Le decorazioni? Quasi non esistono. Il colore migliore? Il bianco o il grigio. Chi va sul classico, eviterà i forti contrasti come il bianco e il nero. Le cromie saranno tendenzialmente calde, mentre gli arredi spesso di noce massello o di altri tipi di legno scuro, anche se non esiste una regola fissa.
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Bè arredare Il rustico
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e dovessimo descrivere un soggiorno in importante utilizzare con parsimonia cromie stile rustico con tre aggettivi, sarebbero: calde e arredi di design. Abbiamo parlato di romantico, accogliente e genuino. I mobili in vecchie fattorie o di fienili non a caso. Lo stile stile rustico creano un’atmosfera speciale, se rustico in ambito metropolitano è infatti ad poi la nostra abitazione può vantare travi in altissimo rischio kitsch. Lasciare un’arteria legno e pareti con mattoni a vista allora non trafficata e ritrovarsi tutto d’un tratto in un sarà difficile creare ambiente simile a un soggiorno perun saloon è decisafettamente in linea mente spiazzante. con questo stile. In Valutate magari Cucciago (Co) Via Cantù angolo via Navedano 2 questi fienili o fatsolo piccoli dettatorie riconvertite Telefono 031 787241 - Telefax 031 725162 gli, se abitate in adinfo@borghiarredare.it uso abitativo è una grande città. Borghi Mobili Srl - www.borghiarredare.info
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on occorre essere Homer Simpson, il celebre papà color giallino della famiglia di cartoni animati, pigro e amante della birra davanti alla Tv, per ammettere che il divano è tra i complementi d’arredo più amati. Complice di memorabili dormite, spesso più rilassanti di quelle che facciamo a letto, è fondamentale. Innanzitutto, è bene valutare la grandezza dell’ambiente soggiorno, poiché le dimensioni del divano dovranno essere proporzionate a quelle della stanza, in modo da non apparire inadeguato e ostacolare il passaggio delle persone. Altro elemento importante è l’uso a cui dovrà rispondere: per il relax davanti alla televisione, lettura e conversazione, se servirà aggiungere un posto letto.Se vi sono dei bambini bisognerà tener conto che il divano sia resistente alle sollecitazioni e alle macchie, se in famiglia c’è una persona anziana o qualcuno con problemi di mal di schiena, si opterà per un divano comodo con seduta ergonomica.
Uwsdcfv qwsdCColori e materiali: attenti alla scelta Un divano morbido e grande risulterà più adatto per il relax, mentre un divano formale potrà essere un po’ più rigido e di dimensioni più contenute. Anche il colore riveste la sua importanza: un divano scuro apparirà più grande e imponente, mentre un divano chiaro renderà gli spazi più ampi e ariosi. Di conseguenza sarà fondamentale la forma, la scelta dei tessuti e dei materiali che lo compongono. Queste scelte sono altamente personali e vanno fatte in funzio-
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ne dei propri gusti e preferenze. Un divano in pelle è più durevole nel tempo e bello da vedere, ma in estate può risultare fastidioso a contatto con la pelle. Il divano in microfibra è di facile manutenzione, ma non tutti lo amano. In ogni caso i divani per salotto si possono facilmente coprire con un copridivano per modificarne l’aspetto e il rivestimento, scegliendo le tinte che di volta in volta si armonizzano meglio con l’arredamento.
Componibile, divanetto, pouf o “letto” Nel decidere qual è il modello di divano più adatto alle proprie esigenze occorrerà scegliere tra divano classico o moderno, divano componibile, divanetto, divano in pelle o in tessuto, divano con poltrona, pouf e quale tavolino abbinare. Un divano che duri nel tempo deve avere una struttura in legno massello e non in truciolare, in modo da garantire una solidità con il passare degli anni. L’imbottitura per divani può essere realizzata con diversi materiali, solitamente si predilige il poliuretano espanso per la sua resistenza alla deformazione, in alternativa viene utilizzata la gommapiuma o il lattice in fiocchi di silicone. I divani comodi che rappresentano la scelta migliore sono quelli in grado di soddisfare le nostre esigenze di comfort, spesso frutto di una sapiente combinazione di materiali differenti: piuma d’oca con inserto in espanso oppure poliuretano espanso a livelli differenziati. Ampia scelta risiede nella vastità dei tessuti da rivestimento: dalla pelle alle varie stoffe fino
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Arredamento xxx xx alle fibre sintetiche. Si possono utilizzare tessuti naturali come il cotone, la seta, il lino e la lana, lavabili ad acqua in lavatrice o a secco in lavanderie specializzate. I tessuti sintetici, come accade per i divani in microfibra sono molto più resistenti, ma non altrettanto traspiranti. Il divano in pelle resta senza dubbio il materiale che invecchia meglio e resta gradevole nel tempo. Tutti abbiamo voglia di tanto in tanto di qualche novità in casa, di un’aria di freschezza che possa darci l’impressione di cambiare casa, di viaggiare, senza però spostarsi dalla propria abitazione. Per un cambiamento in casa però, specialmente nel salotto, si è costretti spesso a dover spendere cifre non irrisorie acquistando un nuovo divano, un tappeto, delle tende, o dei mobili vintage. Ma non sempre comprare dei nuovi arredi è la soluzione giusta per donare un tocco di novità alla vostra casa, a volte basta cambiare piccoli dettagli affinché tutto sembri diverso e per farlo il modo più semplice da cui iniziare è quello di acquistare dei nuovi cuscini: colorati, a fiori, con forme particolari, per ogni stile e gusto esiste un cuscino adatto. Comprare dei cuscini nuovi può dare un tocco di freschezza al vostro salotto e rendere il divano come nuovo. Basta solo saper scegliere che tipo di cuscino abbinare allo stile del vostro divano o del vostro arredamento per
ottenere il senso di novità che desiderate. In quest’articolo potrete trovare tutta una serie di consigli per i migliori abbinamenti da fare. Non abbiate paura di osare con il colore o con le fantasie: spesso in casa mischiare stili diversi può terrorizzare, sembra sempre di non essere all’altezza di certe sfide ma con i giusti suggerimenti potrete trovare i cuscini adatti a valorizzare i vostri arredi. Colore, fantasia, forme varie, non fanno altro che ravvivare l’aspetto di una stanza. Non temete dunque di osare con gli abbinamenti ma senza esagerare. Per alcuni riuscire a vedere quali tinte o disegni scegliere per il proprio divano o da accostare meglio all’arredamento della casa, sicuramente non è semplice. Per un buon abbinamento cuscino-divano si consiglia sempre di scegliere almeno tre differenti fantasie di cuscini. Usare una sola fantasia, fosse anche la tinta unita, rende il divano piuttosto monotono; due cuscini sono un po’ troppo formali; tre è il punto di partenza, i più coraggiosi o esperti potranno anche sbizzarrirsi con maggiori accostamenti ma sempre in numero dispari. Per dare un tocco di novità al vostro divano giocate sulle forme e le dimensioni dei cuscini. Fino a quando la tavolozza di colori rimane nella stessa famiglia cromatica, utilizzate cuscini differenti tra loro per rendere lo spazio più allgero e confortevole.
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Arredamento Guida alla scelta della tenda perfetta
L
a scelta del tendaggio giusto deve comportare una valutazione dell’ambiente a 360°. Che sia per la cucina piuttosto che per il bagno, anzitutto bisogna considerare l’ampiezza degli infissi per scegliere il modello più adatto. Un esempio: se si dispone di finestre di piccole dimensioni, la tipologia di tendaggio più utilizzata è la tenda a rullo, oltre che quella classica con bastone. In questo caso, infatti, sono da evitare le tende a tutta lunghezza che rimpicciolirebbero l’ambiente. Ovviamente gioca sempre un ruolo importante la propria fantasia: sono tante le opportunità di rendere originale un ambiente con i tendaggi. Le nuove tendenze raccomandano di non vedere la tenda solo nella sua veste più tradizionale, ma anzi di usarla reinventandola e trasformandola. Per esempio, potrebbe sostituire abilmente un muro dando maggiore flessibilità all’ambiente creando soluzioni funzionali e adattabili ai diversi spazi. Imbattibili in questo senso le tende moderne a soffietto. Altro trend è il grande ritorno del lino (che non era mai davvero passato di moda). Perfetto per ambienti avvolti dal sole, che ne esalta la trama del tessuto e allo stesso tempo illumina l’ambiente. Gli animi romantici troveranno sicuramente pane per i loro denti. Infatti, la ritrovata passione per il retrò chic ha riportato alla luce un tipo di tendaggio che potevamo considerare perduto: il pizzo. Questo genere di tendaggio è molto elegante, raffinato: dimenticate però quello della nonna. Oggi, nonostante si prenda sempre spunto dal passato, si dà anche uno sguardo al futu-
ro per creare oggetti di interesse comune. Per scegliere il colore dei tendaggi, ci sono sempre tre possibilità: optare per una tonalità più chiara rispetto al colore principale della stanza, così da non appesantirla troppo; dirigersi su un colore che è più scuro rispetto alla tinta della stanza, per valorizzare proprio la tenda in quanto complemento d’arredo; oppure osare un colore brillante, per creare una stanza di design. Ad esempio, è originale e accattivante la scelta del 3D: si parte da una fotografia, magari scattata durante una vacanza particolarmente significativa, e la si fa stampare sulla propria tenda dai negozi specializzati. È una scelta che si adatta bene al soggiorno, meno alla camera da letto.
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Arredamento
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er un soggiorno colorato e accogliente, in stile campagnolo, il tocco di verde ideale è dato da fiori recisi e piccole piante da fiore in vaso, da distribuire in abbondanza sui davanzali delle finestre e su tavoli o tavolini. Violetta africana, Clivia, Gardenia, Amaryllis, bulbose sono solo alcuni esempi, tra cui scegliere in base ai vostri colori preferiti. Giocate anche con i vasi: vecchie tazze o teiere, barattoli in vetro per conserve, vecchi mortai, i classici vasi in terracotta. Chi ama le soluzioni semplici ma fantasiose, che non lasciano spazio alla noia, si divertirà con un assortimento di cactacee, da scegliere tra decine di forme, grandezze, portamenti e colori. Le succulente possono venire facilmente inserite in qualsiasi stile di living, sia in composizioni rigorosamente geometriche che con insiemi di vasi e vasetti in cotto o pietra, adatti a un ambiente più rilassato. Nella scelta, preferite le varietà senza spine se in casa ci sono animali o bambini.
Le cactacee si adattano ad ogni ambiente... ma attenti ai bambini! Seppur estremamente diverse nell’aspetto, le varietà di cactacee vanno d’accordo con il giardiniere poco esperto nel trattamento da riservare loro: terriccio specifico per succulente, molto ben drenato, addizionato con un paio di manciate di sabbia; innaffiature parche, esclusivamente a terriccio secco, solo appena più frequenti d’estate, quando non è raro che spunti qualche fiore; infine, tenetele alla luce, ma rigorosamente lontane da spifferi e correnti d’aria. La cura e la manutenzione non è certo la stessa per tutte le piante da interno, ogni pianta infatti ha i suoi specifici bisogni. Nonostante questo ci sono alcune norme che valgono per tutte le piante. Prima di tutto, la collocazione. Le piante da interno hanno bisogno per crescere di molta luce. Nonostante questo è sempre consigliabile evitare l’esposizione diretta ai raggi del sole o quantomeno limitarla a poche ore durante l’arco della giornata. Molte persone credono di poter ovviare a questo problema spostando le piante a seconda di come la luce entra nell’ambiente. Niente di più sbagliato, spostare troppo di frequente le piante da interno è controproducente. Come riuscire a trovare la giusta luce? Solitamente la posizione migliore è vicino ad una finestra che sia in possesso però di una tenda in modo che i raggi del sole vengano adeguatamente filtrati. La maggior parte delle
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Arredamento piante adatte per crescere nei nostri appartamenti sono di origine tropicale. Proprio per questo è molto importante presentare attenzione alla temperatura presente nella stanza in cui si è deciso di inserirle. La temperatura ideale va da un minimo di 12°C ad un massimo di 15°C.
Il trend dei vasi in terracotta che danno un’aria “shabby chic” La scelta dei vasi per le piante è un’operazione da non sottovalutare, questo perché non contano solo le qualità estetiche del vaso, ma è molto importante che ad ogni pianta sia associato il vaso che meglio la contiene. Ci sono due filoni di pensiero: chi sceglie le piante e, in base a quelle, sceglie il vaso successivamente; chi invece preferisce fare i conti con lo spazio disponibile, identifica i vasi che si possano adattare al meglio, e sceglie delle piante adatte ai vasi a disposizione. Sicuramente il primo approccio può andar bene a chi non ha problemi di spazio e può collocare piante di ogni forma e dimensione sia in casa che all’esterno, il secondo invece è un metodo che ben si adatta a chi ha una metratura ridotta e deve ottimizzare gli spazi. I vasi in pvc sono pratici da usare ma hanno lo svantaggio di non essere porosi e dunque di non lasciar traspirare le radici. Se deciderai di usare questi vasi fai
attenzione a non annaffiare troppo le piante, per evitare che le radici marciscano. Lava sempre i vasi in plastica prima di metterli via e prima di usarli, puoi usare acqua e detergente, in questo modo ridurrai la possibilità che si sviluppino batteri all’interno del contenitore in plastica. I vasi in coccio, o terracotta, sono un grande classico dei giardini italiani, l’aspetto rustico li ha riportati in voga in questi tempi per l’arredamento dei giardini shabby chic: vasi in coccio usati e scheggiati diventano oggi elementi indispensabili per l’arredamento da esterni shabby, magari riverniciati con tinte ad acqua con colori tenui. Ma il coccio è il materiale ideale anche per l’arredamento rustico, da campagna toscana o umbra. I vasi in argilla hanno il vantaggio di essere porosi, questo vuol dire che permettono alle radici e al terreno di traspirare. Il coccio ti segnala infatti se hai esagerato con l’annaffiatura della tua pianta diventando scuro. Proprio per questa capacità traspirante l’acqua si asciuga rapidamente, è dunque meglio collocare questi vasi in zone ombreggiate durante il giorno. Se stai pensando ad un vaso in terracotta per una pianta che rimarrà all’esterno tutto l’anno, assicurati che sia un vaso con caratteristica antigelo, altrimenti potrebbe rompersi a causa delle basse temperature.
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Arredamento Trasformarsi in direttori della fotografia per dare luce alla casa
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olto spesso l’importanza dell’illuminazione nella casa non è valutata con il giusto rigore. In teoria, per dare luce alla nostra vita domestica nel modo giusto bisognerebbe trasformarsi in... direttori della fotografia. Se ci riflettiamo bene, infatti, capiamo che l’abitazione non è poi così dissimile da un set, che può essere valorizzato o danneggiato a seconda di come vengono posizionate le luci. Ecco, quindi, alcuni consigli utili per il nostro living. In sala da pranzo, evitare nel modo più assoluto un impianto con la sola luce indiretta, soprattutto se si tratta di una stanza di grandi dimensioni, perché la luce si disperde e non permette di illuminare a sufficienza il tavolo. Evitare anche spot orientati sul piano provenienti da zone limitrofe al tavolo, perché troppo spesso causa di abbagliamenti molesti. No alla luce colorata sul tavolo: falsa la percezione dei piatti, evitare inoltre livelli di illuminamento eccessivi e, se possibile, sospensioni troppo basse che impediscono di vedere chi ci sta di fronte. Fra le soluzioni possibili è consigliabile utilizzare una lampada a sospensione posta al centro del piano posizionata a una giusta altezza (una luce di tipo diretto), che illumini con chiarezza tutto ciò che si trova appoggiato sopra. Il soggiorno è il luogo in cui si trascorrono i momenti di relax e in cui si ricevono gli ospiti. Sono quindi da evitare sia i livelli di illuminazione troppo alti, sia quelli troppo bassi, così come spot orientati verso il divano, che possono abbagliare e prediligere piuttosto applique a emissione diretta/indiretta, tipo cubi o fasce che
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creano una luce più morbida e d’atmosfera. In spazi caratterizzati da tanti colori differenti, è bene inoltre evitare le luci multicolor, che potrebbero creare ulteriore confusione cromatica, privilegiando le tonalità neutre, mentre in ambienti arredati con tonalità chiare, per esempio, dove è predominante il bianco, è opportuno creare situazioni di ombra/luce per spezzare la monotonia del “non colore” e conferire carattere all’ambiente. Nel caso di una cucina aperta sul soggiorno si avrà cura di pensare alla sua illuminazione come integrazione di quella esistente (e preferibilmente diffusa) dell’open space. Faretti sulle superfici da lavoro/fornelli accompagneranno altre luci dirette come quella sul tavolo da pranzo.
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a parola parquet comprende vari e diversi tipi di rivestimento per pavimenti e, nonostante il pensiero comune voglia il pavimento di parquet in legno, non è detto che lo sia sempre. Di solito i rivestimenti in parquet comprendono quattro tipologie di pavimenti, ovvero il massello, il prefinito e l’impiallacciato detto anche impellicciato, e il laminato. Le prime tre tipologie sono completamente realizzate in legno, mentre la quarta vuole che il rivestimento preveda la copertura del listello di legno con uno strato di plastica. Il tipo di parquet più tipico e diffuso nelle abitazioni è comunque quello massello, che è composto solo da legno, nella maggior parte dei casi disponibile in commercio allo stato grezzo, ovvero pronto da levigare e da lucidare. È il tipo migliore e per questo costa anche più delle altre tipologie di parquet.
turale, mentre possono essere visti come svantaggi della messa in posa del parquet il tempo che si impiega per la stessa posa, per la levigazione e la lucidatura e i costi per eseguire tutto il processo. Il legno parquet prefinito è detto così perché si tratta di un parquet già levigato e verniciato per cui è già pronto per essere posato. È composto da uno strato di legno nobile in superficie ed è supportato da uno strato di legno povero; in generale, si contraddistingue per la sua grande stabilità dovuta alla particolare composizione dei listelli: i grandi sbalzi di temperatura e di umidità che in genere causano l’instabilità delle fibre del legno vengono neutralizzati proprio dalla presenza dei due strati di legno e di supporto, e a volte anche da un terzo strato di legno nobile per il prodotto finito.
Il PARQUET prefinito ha costi inferiori
Il legno parquet impiallacciato rispetto al prefinito si caratterizza per la presenza di un ulteriore strato di legno pregiato molto fine di circa 1 mm. L’aspetto di questo tipo di parquet è praticamente uguale a quello prefinito per cui per differenziarli bisogna controllarne lo spessore misurando lo strato del legno. Le principali diversità tra i due tipi consistono prima di tutto nel prezzo, che è decisamente più basso, nel ridotto potere isolante e nella durevolez-
Il legno parquet tradizionale ha una durata maggiore nel tempo perché è possibile levigarlo diverse volte per farlo tornare nuovo, ma questo risultato dipende molto anche dallo strato di legno disponibile, e infatti si consiglia di levigarlo ogni dieci anni dato che la levigatura va a diminuire lo spessore dei listelli di almeno 1 mm. Altra importante caratteristica del parquet è l’essere un isolante na-
tutti i vantaggi della PORCELLANA
Come si protegge il legno?
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i tratta di un materiale e di un tipo di rivestimento molto pregiato e costoso, quindi la cura dev’essere particolarmente precisa e meticolosa. Oltre a pulire il legno parquet normalmente, è possibile che in caso di danni, graffi o rigature del legno, possa essere più utile intervenire in uno dei modi seguenti: ricorrendo alla rilamatura, ossia una sorta di rilevigatura integrale del legno che
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si può eseguire dopo dieci o quindici anni: si tratta di un intervento che il massello sopporta fino a otto volte, mentre il tipo prefinito solo fino a tre volte; usando la stuccatura per rimediare alle eventuali fessure che il tempo può aver prodotto sul legno parquet, per cui è necessario usare resine e polveri di legno ad hoc; in casi di danni di lieve consistenza si può ricorrere alla riverniciatura.
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Arredamento za ancora minore, dato che i parquet impiallacciati non vengono levigati per cui, per poter durare di più, vengono usati supporti speciali e verniciature. Molti, però, preferiscono la comodità del pavimento in ceramica. Quando pensiamo a un pavimento in ceramica per la nostra casa difficilmente sappiamo che questo termine deriva dal greco “keramikos”, che in realtà, indica l’argilla e tutti gli oggetti realizzati usandola come materiale primario; essi vengono lavorati a freddo e poi cotti nei forni appositi. Oggi la ceramica è ancora uno dei materiali più diffusi e ricercati grazie alle sue qualità di resistenza ed estetiche, dato che è facile trovare e combinare tra loro diverse ceramiche all’interno anche di uno stesso tipo di arredamento o ambiente. La terracotta viene creata semplicemente usando dell’argilla comune, per cui dopo averla cotta, diventa del caratteristico color rosso che la contraddistingue rispetto agli altri tipi di cottura. Il tipo di terracotta che, invece, viene usato per rivestire il pavimento in ceramica degli ambienti di casa, soprattutto quando si vuole creare uno spazio più rustico e intimo, viene ulteriormente ricoperto di materiale vetroso che gli fa assumere un aspetto liscio e brillante. Diversa la lavorazione della maiolica, molto famosa in alcune parti del nostro stivale, perché viene ricavata dall’argilla di cava che successivamente
viene smaltata. Per ottenere una buona maiolica, questa dev’essere cotta due volte, ovvero si cuoce prima l’argilla e in secondo luogo il rivestimento dello smalto. Ancora diverso il modo di lavorare il gres: si tratta infatti di una pasta argillosa a cui vengono incorporate delle specifiche sostanze che hanno la funzione di renderla più resistente. Il gres, per essere usato nella pavimentazione, deve prima essere sottoposto a un trattamento di vetrificazione per diventare lucido e idoneo a essere usato come lastra da pavimento; infine la porcellana rappresenta un tipo di materiale molto pregiato perché si tratta di un impasto di ceramica macinata molto fine che permette di rendere praticamente inesistente l’assorbimento dell’acqua. Detto questo, le qualità peculiari della ceramica sono principalmente la sua natura ostile e resistente alle alte temperature, la robustezza, l’inerzia chimica e la conducibilità sia termica che elettrica. Il gres porcellanato si ottiene dalla lavorazione di argille naturali greificanti mischiate con argille artificiali, in modo da realizzare un prodotto quasi interamente vetrificato, impermeabile e dalle elevate peculiarità meccaniche. Il gres porcellanato si trova in diversi formati, dai più piccoli di 5×10 o 10×10 a quelli normali 20×20, 30×30 e 40×40 fino al formato più grande di 60×60 e 60×120 cm.
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a scelta degli elettrodomestici, si sa, è un grande nodo da sciogliere per chi compra casa o la ristruttura o semplicemente deve cambiare qualche componente. È bene sapere che per questo tipo di acquisto sono previste delle agevolazioni, inoltre si tratta di un acquisto da non improvvisare. Molto importante è avere le idee ben chiare su cosa si desidera avere in casa, quali sono i vostri bisogni primari in fatto di cucina e quali sono le vostre necessità in termini di risparmio energetico.
Primo step: la cucina Per la cucina, molto importante è servirsi dell’aiuto di un esperto nel campo degli elettrodomestici per poter scegliere al meglio forno, lavastoviglie e altro. Qualunque sia lo stile della vostra cucina, così come la tipologia, la scelta degli elettrodomestici è importante, poiché si tratta di un acquisto duraturo nel corso degli anni. Essenziale è anche l’aspetto riguardante il consumo energetico poiché saranno proprio questi apparecchi che provocheranno un’incidenza nei consumi complessivi della casa. Una delle prime valutazioni da fare riguarda la scelta del posizionamento. Esistono elettrodomestici da incasso o a libera installazione o, meglio detti, free standing. Gli elettrodomestici da incasso non hanno una struttura propria. Sono comunque uguali a tutti gli altri mobili della vostra cucina e non potranno essere spostati in alcun modo, solo sostituiti. Gli elettrodomestici free standing, invece, potranno essere spostati in base alle vostre esigenze nel corso del tempo. A volte, quando si acquista la cucina presso un qualunque mobilificio è possibile trovare la combinazione mobile ed elettrodomestico già incluso. Non pensate, però, che si tratta sempre di un affare. Il ricarico su questi elettrodomestici è più alto e potreste risparmiare dei soldi acquistando questi apparecchi in un negozio di elettronica dedicato. Ultima valutazione importante, oltre quella relativa al prezzo, è anche la classe energetica dell’elettrodomestico, poiché sarà proprio questa a incidere sui consumi in bolletta.
Forno, frigorifero e lavastoviglie Sappiamo che nella categoria dei grandi elettrodomestici rientrano il piano cottura e la cappa, che sono praticamente imprescindibili. Poi ci sono il forno, il frigorifero e il freezer adatti a conservare i cibi, la lavastoviglie che permette un lavaggio dei piatti e pentole rapido, la lava-
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trice che potrà essere dislocata anche in un altro ambiente della casa e il televisore, adatto per l’intrattenimento se la cucina è posta in un open space oppure in una stanza dedicata. La cottura dei cibi è essenziale, per cui il piano cottura in cucina è imprescindibile. In commercio ne esistono molti tipi che vengono distinti in base al materiale utile per la realizzazione e per l’alimentazione che permette il funzionamento dell’apparecchio. Abbiamo l’alimentazione a gas, a induzione, vetroceramica e combinati. Il piano cottura a gas è quello più diffuso sul mercato e sono molto semplici da utilizzare. Questi hanno delle valvole che permettono la fuoriuscita del gas, provocando la fiamma. In questo modo sarà possibile eseguire una corretta cottura dei cibi, utilizzando i vari tipi di fornelli che potranno essere alti oppure moderati. Il piano cottura a induzione invece, batte quelli in vetroceramica per efficienza. Questi hanno una tempistica di riscaldamento ridotta rispetto ai normali piani a gas o in vetroceramica. Sono classificabili come elettrodomestici a risparmio energetico perché ottimizzano il consumo di energia elettrica e non prevedono l’utilizzo di gas. Come il piano in vetroceramica possiede una superficie in vetro temperato. Questo elettrodomestico è molto facile da pulire e distribuisce in maniera uniforme il calore, permettendo un riscaldamento efficace. In ultimo vi sono i piani combinati che prevedono dei fornelli a gas ma anche a induzione. È necessario capire con quale modalità di cottura si preferisce preparare i cibi con il miglior risultato. Il forno è un elettrodomestico che può essere ubicato ovunque lungo la cucina. Una delle
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tradizionali posizioni è proprio quella relativa al piano cottura. Questo veniva posto sotto, poiché i vecchi forni a gas necessitavano di un tubo di alimentazione del combustibile collegato anche al piano cottura. Oggi i forni elettrici, invece, necessitano di un solo attacco alla presa di corrente. Vi sono forni di misure standard oppure altri più grandi. La scelta dipende dal vostro utilizzo e quindi anche dalla frequenza. Tenete d’occhio anche gli acces-
sori dati in dotazione con l’elettrodomestico, oltre che alla robustezza della struttura e al numero di ripiani. La cappa invece è il principale sistema dedicato all’aerazione dei fumi e vapori provenienti dalla cucina. Vi sono diverse tipologie che riciclano l’aria buttandola fuori dall’ambiente, aspiranti e filtranti. La struttura nella parte inferiore è uguale, poiché in questa zona viene raccolta l’aria e vi è il passaggio alla parte superiore. Quest’ultima è diversa poiché nella zona finale vi è un tubo che convoglia l’aria esternamente se optiamo per una cappa aspirante. Il frigorifero è la scelta più difficile da compiere. Bisogna scegliere in questo caso tra modelli ad incasso o a libera installazione. In questi casi è bene fare un calcolo preciso per poterlo posizionare al meglio nella cucina. Il modello più usuale è quello comprensivo di congelatore. È bene assicurarsi che vi siano due motori distinti con una regolamentazione della temperatura separata. La grandezza anche è essenziale per la scelta. Questa viene misurata in litri. È necessario valutare quanti abitanti vi sono in casa e con che frequenza si cucina. In questo modo si potrà scegliere la capacità più adatta ai propri bisogni. La lavastoviglie è presente ormai in tutte le case. La si sceglie tenendo conto delle esigenze di tutta la famiglia. È molto importante anche il fattore relativo alla rumorosità.
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hi ristruttura casa anche quest’anno può scaricare dalle tasse le spese per i mobili e gli elettrodomestici comprati per arredarla. Scatta la detrazione Irpef al 50% su pezzi di arredamento e grandi elettrodomestici almeno di classe A+ (A per i forni) destinati all’immobile in cui si svolgono lavori di ristrutturazione, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo. La manutenzione ordinaria dà diritto al bonus soltanto se è svolta sulle parti comuni condominiali: niente incentivi, dunque, quando nelle singole abitazioni sono tinteggiate le pareti o i soffitti, sostituiti i pavimenti, gli infissi esterni o i sanitari, rifatti gli intonaci interni. L’incentivo è invece garantito in caso di realizzazione degli infissi esterni e dei servizi igienici, sostituzione dei tramezzi interni e apertura di nuove porte e finestre. Ma anche di costruzione di recinzioni, muri di cinta e cancellate. E di trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda. ll bonus va calcolato su di un importo massimo di 10 mila euro che riguarda solo l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, comprese le spese di trasporto e montaggio: non conta dunque il valore della ristrutturazione edilizia realizzata. Necessari pagamenti tracciabili come bonifico bancario o postale, carta di credito o bancomat: conta la data della transazione e non dell’addebito. Il beneficio fiscale è spalmato in dieci anni con quote di pari importo. E risulta legato al singolo immobile: chi esegue interventi su più abitazioni ottiene più volte l’incentivo. Quali mobili si possono comprare
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col bonus? Dai letti agli armadi, dai tavoli ai divani, dalle scrivanie alle credenze. E ancora: librerie, poltrone, sedie, cassettiere, materassi, comodini e apparecchi d’illuminazione. Fra gli elettrodomestici agevolabili rientrano frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori, ventilatori e condizionatori.
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Tutti i colori d
C’è chi osa tinte fortissime, come il rosso pompeiano o l’arancio, e chi non si Vediamo insieme quali sono le tendenze più attuali, per spunti interessanti e
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e tendenze colori arredamento 2019 sono tinte pulite e sfumate che ritroviamo spesso intorno a noi e non hanno quasi mai un effetto energizzante o irritante. Si tratta di nuance per lo più equilibrate, di colori neutri e smorzati, che si adattano a tutti gli stili. Vale la pena capire se possono fare o meno per la vostra casa. Fortunatamente la palette dell’autunno inverno 20182019 è molto versatile.
In armonia con la natura I colori che si trovano negli arredi e complementi nel 2019 si possono definire in sintonia con la natura: mutuano dai paesaggi di laghi, foreste, terre lontane. Sono abbinamenti di colori che, in definitiva, risultano sempre attuali, perché fanno parte della palette più comune e più
richiesta dal mercato. Queste tinte derivano e trasferiscono concetti di spiritualità, riflessione, meditazione, relax.
Il ritorno del blu Da tenere d’occhio il colore blu. Da sempre è il colore preferito dai più per gli interni, ma per il prossimo anno si arricchisce di sfumature differenti. Di super tendenza anche i pattern nelle tonalità dell’azzurro in tutte le sfumature, dal cielo allo zaffiro: un blu medio più caldo del denim, ma più morbido del blu navy. ll blu del 2019 si abbina benissimo con marmi, legni caldi e colori caramello e cammello. Sono tutte tinte che non passeranno presto di moda perché fanno parte della palette di interni più elegante e senza tempo che si possa desiderare.
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discosterebbe mai dal non colore per eccellenza: il bianco. idee rivoluzionarie Una foresta in casa E veniamo a un altro colore freddo di grande tendenza: il verde. Attenzione, non più un verde qualunque, bensì il verde foresta, scuro, veronese, inglese. Insieme al verde salvia. I verdi acidi o chiari a quanto pare non sono più di moda. ll verde scuro dà un fortissimo senso di raffinatezza ed eleganza ad arredi, tappezzerie e pareti.
Tinte che si ispirano al cibo Altra tendenza 2019: bronzeo color cammello, oro ricco e un tocco di albicocca. Questi colori caldi si ispirano al mondo del food. Un bronzeo color cammello si affaccia negli arredi e nei complementi, accostato a un verde profondo, un grigio metallico, un rosso Burgundi e il nero caviale.
Una palette raffinata che parla un linguaggio universale, adatta a qualsiasi prodotto. Queste tonalità sono, senza dubbio, riservate a quelli che vogliono osare e che non hanno paura di dare alla propria abitazione un tocco inconfondibile e forte.
Caramello o ruggine per i più classici Se invece siete decisamente tipi più classici e puntate su colorazioni che non passino mai di moda, su ever green, per così dire, allora considerate colori più universali e sicuri come i terracotta, i ruggine o i caramello. Il colore fungo mushroom è una new entry molto interessante. Queste nuance si abbinano ai legni chiari e ai bianchi, per cui sono più versatili nel caso abbiate una casa già arredata e voleste cambiare colore per darle un tocco nuovo senza stravolgerla.
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e per la vostra casa volete vernici senza alcuna tossicità, imparate a guardare sempre attentamente le etichette dei prodotti che scegliete. Con alcune conoscenze basilari che di seguito vi segnaliamo, potrete scegliere con cognizione di causa la tintura che meglio si adatta alle vostre esigenze. Davanti allo scaffale di pitture naturali da interni, osservate attentamente cosa è scritto sulle confezioni proprio come fate per ingredienti, origini e scadenze di alimenti, alla ricerca della dicitura “zero VOC” o “senza CVO”. La sigla, infatti, indica i Composti Organici Volatili, cioè derivati da reazioni fotochimiche che evaporano a temperature normali ed esalano sostanze nocive. Sulle norme europee che regolano le etichettature c’è ancora un po’ di confusione. Tuttavia, se trovate il marchio Ecolabel, rilasciato dall’Unione Europea alle aziende che hanno richiesto i requisiti per la sua concessione, siete già a buon punto nello scegliere le pitture ecologiche garantite. Costano un po’ di più, certo, ma l’aria di casa sarà fresca e leggera. Seguite sempre i consigli dei nonni, che in materia di rimedi naturali, si sa, sono autorità inossidabili. Per esempio, non dovete scegliere per forza tinte impermeabili per le pareti, perché i vecchi saggi vi direbbero che “vanno fatte respirare!”. Tuttavia, verificate sempre la situazione dei muri: se sono obsoleti e danneggiati dall’umidità, a questo punto potrete scegliere un’idropittura naturale meno traspirante. Potrebbe essere comunque una soluzione buona per un’imbiancatura amica della salute. Altra ottima
idea affidarsi alle mani degli esperti, a un bioarchitetto o imbianchino per preventivi o pareri professionali per un’imbiancatura ecofriendly. Potrebbero suggerirvi, ad esempio, vernici foto-catalitiche basate su un processo che richiama la più conosciuta fotosintesi clorofilliana. Queste pitture ecologiche per interni si attivano trasformando alcune sostanze nocive che si formano in casa per mutarle in essenze molto meno tossiche. Hanno la stessa resa e copertura omogenea in fase di applicazione rispetto ad una vernice chimica; sono inodori e, quindi, possono essere perfino applicate anche con finestre chiuse, consentendo di soggiornare nell’ambiente trattato poco dopo l’applicazione.
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a prova di ladri Ecco come proteggere la nostra abitazione dalle visite dei “soliti ignoti” . I sistemi d’allarme più moderni ci regalano una vita serena
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rutta notizia per i settentrionali: secondo i dati Censis e i dati Istat, la zona d’Italia più ambita dai ladri è il Nord-Ovest, precisamente nelle province di Milano (19.214 reati) e Torino (16.207) in pole position, seguite dalla provincia di Roma (15.779). Le abitazioni private sono più “battute” dai malviventi rispetto ai negozi e agli uffici pubblici, che hanno solitamente le telecamere e sistemi di sicurezza installati.
Porte blindate, vetri antisfondamento Per fortuna, la tecnologia moderna, se ben utilizzata, ci protegge dalle visite sgradite. Ma innanzitutto è bene ricoradre che per quanto possa sembrare paradossale a volte siamo noi stessi a favorire l’ingresso dei ladri nelle nostre case, con ingenuità che si possono evitare. Sembra incredibile, ma molte volte è particolarmente semplice aprire la porta di ingresso, perché non è chiusa bene o non lo è affatto. Oppure è altrettanto semplice, per il ladro, passare da una finestra rotta o da un balcone lasciato aperto. Più raramente, chi si introduce in appartamenti e villette è costretto a usare la forza o gli appositi strumenti come leve, tenaglie e piede di porco. Anche in questo caso però, siamo stati noi a permettere il furto, perché la nostra porta non è blindata oppure non ha una serratura sicura,
o ancora abbiamo dimenticato le chiavi nella toppa o le abbiamo nascoste nella cassetta delle lettere o sotto il vaso in giardino, alla mercé di ogni sguardo. Del resto si sa: i ladri, prima del colpo, studiano la vittima e le sue abitudini. Oltre ad alzare la soglia di attenzione, esistono sistemi e prodotti affidabili e di qualità che proteggono la nostra casa. La scelta dipende dalle esigenze e dal tipo di abitazione. In ogni caso ecco alcune soluzioni utili, che conviene sempre considerare, separatamente o tutte insieme: porta blindata all’ingresso, porte secondarie e del garage sicure e anti-scasso. Per la serratura: installare un cilindro o una rosetta di sicurezza. Tapparelle blindate, sprange sulle persiane, inferriate, vetri antisfondamento. Antifurti, collegati con i numeri di emergenza. Videocitofoni. Sembrerà superfluo ricordarlo, ma non lo si fa mai abbastanza: l’assicurazione contro il furto ci protegge nel caso, nonostante ogni accorgimento, si sia stati sfortunati. Infatti, sebbene le assicurazioni non arrivino a coprire l’intero danno, abbiamo la possibilità, se lo desideriamo, di scegliere la polizza assicurativa dai massimali più alti. Non è solo il valore della refurtiva rubata che dobbiamo considerare: anche i danni a porte, finestre e mobili possono costarci davvero cari, se non siamo coperti.
Alcuni trucchetti per non farsi sorprendere
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are, e farsi dare i recapiti da un vicino di casa: è sempre utile in caso di aiuto reciproco. Non fare sapere a tutti di essere single o di vivere soli. Nella segreteria telefonica, ad esempio, è sempre meglio registrare un messaggio al plurale (“ Non siamo in casa”). Durante le assenze di qualche ora, meglio lasciare accesa una luce o la televisione o lo stereo: i rumori scoraggiano sempre i ladri.
Non scrivere mai l’indirizzo e il numero civico sulle chiavi di scorta da dare alle persone di fiducia: se il ladro entra in casa loro, poi verrà a trovare anche noi. Durante le assenze lunghe e le vacanze meglio non farsi prendere dalla smania di troppa “pubblicità”, comunicando sui vari social dove siamo diretti o dove ci si trova. Vietati, insomma, messaggi tipo: “Parigi, sto arrivando!”
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Sicurezza ddddd Parola d’ordine: sostituire il vecchiume e modernizzarsi
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e si desidera vivere sereni e non ritrovarsi in cronaca nera, purtroppo è necessario non fare economia per quanto concerne gli strumenti di protezione della nostra casa. Questo significherà per forza apportare cambiamenti. Ricordatevi sempre che di primo acchito avrete una resistenza psicologica all’idea di investire in antifurti, ma in caso contrario, se decideste di non fare nulla e la vostra casa fosse visitata dai ladri, vivreste uno choc che tutti gli sfortunati raccontano come orribile. Quindi, sostutuire i vecchi vetri ed installare quelli con protezione antisfondamento; se è vero che possono rompere anche questi insistendo per ore, è altrettanto vero che i tempi sono lunghissimi e il rumore da fare è proprio tanto. Inoltre la fatica è tale e tanta che molti malviventi rinunciano dopo i primi 10 minuti di accanimento. Altro cambiamento inevitabile: sostituire i vecchi infissi con dispositivi speciali anti intrusione
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nascosti all’interno del serramento: i malintenzionati rimarranno spiazzati da un equipaggiamento straordinario e molto probabilmente saranno impreparati per fronteggiare l’imprevisto. E veniamo alla porta, ancora oggi punto dolente di molte abitazioni: chi più spende, meno spende: installate porte blindate di classe 4 o superiori, provvedendo anche al rifacimento del telaio e alternando dispositivi elettronici a quelli meccanici: il tempo per far debellare entrambi i sistemi, specie quando controtelaio e telaio sono bene incassati nel cemento, è enorme, per cui è facile che il ladro abbandoni il tentativo di effrazione. Oggi sicurezza fa rima anche con tecnologia. Quest’ultima ha reso molto più difficile la vita dei ladri, per nostra fortuna. Installate dunque dispositivi automatici e domotici di illuminazione e sorveglianza sonora: in questo modo, il malintenzionato sarà sorpreso quando noterà presenze non meglio identificate ed inaspettate nell’abitazione. Integrate tutti i sistemi con il kit per smartphone: in tal modo eviterete allarmi inutili e potrete sorvegliare meglio gli ambienti interni ed esterni tutto il giorno. Oltre a dialogare meglio con le forze dell’ordine nel caso vi trovaste a fornire i particolari nel corso di una telefonata di pronto intervento.
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aggiustatutto Ecco come effettuare alcune riparazioni di routine nella nostra casa, dal tetto alle fondamenta
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era una casa molto carina senza soffitto, senza cucina, recitava una celebre canzoncina per bambini. Ma al di là dell’aspetto fiabesco, la casa, si sa, è il luogo più prezioso, dove poter trovare riparo e protezione e vivere i momenti più belli con la propria famiglia. E come tutte le cose importanti, anche questa merita le dovute attenzioni ed è fondamentale prestargli le giuste cure. Se abitate in un condominio, tutti i piccoli lavoretti di manutenzione dovrebbero essere gestiti dall’amministratore, quindi non sarà vostro compito occuparvene. Se invece avete una casa indipendente vi consigliamo di tenere bene a mente questi piccoli accorgimenti per assicurare lunga vita alla vostra casetta. Partiamo dal tetto: per avere una casa sicura è importante controllare periodicamente le condizioni del tetto per scongiurare problemi di infiltrazioni e altri spiacevoli danni. Sarebbe buona norma eseguire una manutenzione ordinaria con cadenza annuale per controllare l’integrità delle tegole e provvedere alla pulizia di foglie e detriti che si accumulano sulla copertura e nelle grondaie. Ogni
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5 anni è comunque consigliato richiedere l’intervento di un tecnico per un’analisi più approfondita. Se avete un camino non trascurate la canna fumaria che dovrebbe essere ripulita dalla fuliggine almeno ad anni alterni per scongiurare il pericolo di incendio ed evitare spiacevoli incidenti domestici.
Balconi e terrazzi Balconi e terrazzi: ricordate di controllare anche terrazzi e balconi, e se presentano segni di degrado, intervenite subito perché eventuali danni possono causarne anche il cedimento. Il problema ricorrente è la comparsa di macchie di umidità o nei casi più gravi di pericolose crepe. Se la casa ha più di 10 anni di vita, tenete monitorata la pavimentazione dei balconi ed eseguite regolarmente lavori di manutenzione ordinaria per evitare le infiltrazioni d’acqua che, se trascurate, causeranno danni strutturali in futuro. Per impermeabilizzare le eventuali crepe non usate lo stucco. In commercio esistono speciali prodotti che garantiscono risultati a lunga durata. Rivolgetevi ad
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Facciata e pareti interne La facciata: per quanto riguarda la facciata esterna è fondamentale che non arrivi a uno stato di degrado importante. Se notate delle crepe sospette, intervenite subito piuttosto che aspettare che i danni peggiorino, facendo lievitare i costi di riparazione. Una volta l’anno vi consigliamo di fare una verifica e se notate delle spaccature, richiedete l’intervento di un tecnico specializzato che procederà all’analisi della struttura con apposita strumentazione. Da controllare in modo particolare sono le pareti esposte a Nord, verso le fonti di vibrazione, e quelle di fronte alle strade molto trafficate perché sono quelle più soggette a rischi. Se notate delle piccole crepe, non è subito il caso di allarmarsi. Le fessurazioni lievi seguono il profilo di travi e pilastri e solitamente sono dovute al movimento meccanico della casa. Vanno monitorate nel tempo e se presentano il distacco dell’intonaco, dovranno essere sigillate per evitare danni più gravi in futuro. Se invece la vostra facciata presenta delle macchie di
umidità, conviene rivolgersi direttamente a imprese specializzate, senza ricorrere al fai-da-te. Le pareti interne: anche le pareti interne possono manifestare infiltrazioni d’acqua. Chi ha avuto a che fare con questo problema sa bene quanto sia fastidioso, soprattutto perché è davvero difficile individuare l’origine della perdita. Quindi, se avvistate delle macchie, intervenite immediatamente, non aspettate che la situazione peggiori. L’altro problema che purtroppo spesso affligge le pareti interne della casa è la muffa. L’antiestetica presenza di quelle terribili macchie nere sui muri può dipendere da una cattiva coibentazione o anche da una sbagliata areazione del locale. Spesso si sottovaluta l’importanza di arieggiare gli ambienti ma è un passaggio fondamentale soprattutto se abbiamo installato serramenti altamente isolanti che sigillano ermeticamente l’ambiente. La casa ha bisogno di respirare e il vapore acqueo prodotto deve fuoriuscire per evitare che si depositi sulle pareti. Una volta con i vecchi e inefficienti serramenti si aveva un ricircolo d’aria naturale dovuto agli “spifferi” ma, ora che questi sono stati debellati dai serramenti di nuova generazione, non è più così. Quindi è fondamentale prendere la buona abitudine di aprire le finestre, bastano anche pochi minuti due volte al giorno ma questa semplice operazione vi eviterà tanti problemi.
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nche i vari impianti di casa necessitano di tanto in tanto di piccole riparazioni. Quelli di riscaldamento e raffreddamento richiedono manutenzioni annuali, imposte dalla legge. La caldaia e i condizionatori devono essere quindi controllati e verificati ogni anno da un tecnico specializzato. Questo non solo vi eviterà multe salate, ma potrà migliorarvi la qualità della vita.
Pulire i filtri del condizionatore In particolare per quello che riguarda gli impianti di condizionamento, è importantissimo far pulire i filtri e cambiarli all’occorrenza perché tutto quello che esce da essi viene respirato e, se non sono puliti a dovere, a lungo andare potrebbero manifestarsi problemi di asma e allergie. Quindi non vi resta che armarvi di pazienza e rimboccarvi le maniche, sono solo piccoli lavoretti che, se eseguiti regolarmente, vi garantiranno la giusta protezione e sicurezza, non solo per la vostra casa ma per tutta la vostra famiglia. L’operazione di pulizia del filtro dell’aria non è
molto complessa e può essere effettuata anche fai-da-te, avendo cura di lavare il filtro con acqua e sapone neutro e disinfettandolo con uno spray germicida prima di rimontarlo. È conveniente non far asciugare il filtro all’aria aperta perché potrebbe sporcarsi nuovamente. A questa è da preferire l’asciugatura mediante l’utilizzo di un compressore ad aria. Oltre al filtro, si consiglia di pulire con un panno umido anche la parte interna del condizionatore, sede di polveri e pulviscoli. Successivamente al lavaggio si procede con il rimontaggio del filtro del condizionatore e del suo accurato fissaggio ai sistemi bloccanti. A questo punto si prosegue con la pulizia delle canalizzazioni e delle bocchette di emissione. Infine, si pulisce tutta la struttura esterna utilizzando un panno leggermente umido, si asciuga e il condizionatore è pronto per essere utilizzato durante le stagioni più calde dell’anno. Le operazioni di pulizia dei filtri condizionatori devono essere fatte almeno una volta l’anno e possono essere effettuate da chiunque, basta avere alcuni strumenti adatti.
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Evviva il fai-da-te, che non solo fa risparmiare denaro, ma impiega corpo e mente in un’attività piacevole. Ecco una serie di piccoli lavori alla portata di tutti
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Fai-da-te
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ita Pavone cantava esattamente quello che possiamo dire noi illustrando l’abc del fai-da-te: “Datemi un martello”. Proprio così. Il caro e vecchio martello è l’oggetto indipsensabile in una cassetta degli attrezzi che si rispetti. Infatti, per avvicinarsi ex novo al mondo del fai-da-te, bisogna prima conoscere gli strumenti che servono.
Primo: datemi un martello! E iniziamo proprio dal martello, forse il primo utensile della storia dell’umanità, che ha accompagnato la nostra evoluzione e contribuito alla nostra sopravvivenza. Proprio perché utilizzato da tanto tempo, il martello si declina oggi in svariate versioni in base ai diversi usi. Partendo quindi dalle nostre concrete esigenze, si dovrà acquistare il modello adatto, trovando la giusta combinazione delle tre parti che lo compongono: manico, testa o bocca (estremità per battere) e penna (destinata a operazioni complementari, come estrarre i chiodi). Il modello più utile resta quello da falegname. Ha testa larga per battere e lisciare, penna per estrarre i chiodi e manico medio. Con il manico in legno e la parte battente in acciaio, il baricentro risulta molto spostato verso l’alto: questo consente di battere i chiodi correttamente, cioè utilizzando quasi
esclusivamente la forza di gravità dell’attrezzo stesso, impugnando la parte terminale del manico. Dopo il martello, veniamo alle chiavi per serrare: soprattutto per i piccoli lavori d’idraulica occorre un set di chiavi dette comunemente “inglesi”. In metallo, hanno estremità chiamate anche bocche, fatte in modo diverso: a forchetta oppure ad anello (internamente a stella), o a becco di pappagallo. Sono vendute in serie da 5 a 28 mm, ma sono più spesso indicate con un numero. Bisogna avere almeno i numeri 8, 10, 13, 17 perché rappresentano le chiavi di utilizzo più frequente. Esistono anche in versione combinata, cioè con le due estremità di forma diversa. Anche in questo caso si può fare una scelta di pezzi singoli o preferire un kit completo. I costi variano in base alla qualità, oscillando indicativamente tra i 9 e i 12 euro di un singolo pezzo e i 50 minimo di un intero set. Poi, dobbiamo avere una brugola: questa chiave, di solito venduta in set con tipi di varia misura, si usa per allentare o serrare viti a testa cava esagonale, chiamate viti a brugola. La forma è quella di una barra in acciaio temperato, a sezione esagonale piegata a L o a T, in modo da applicare una forza (il termine tecnico è “coppia”) superiore a quella di un comune cacciavite. Una curiosità: il nome deriva da Egidio Brugola, fondatore delle omonime Officine di Lissone (Mb).
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roseguendo nel nostro viaggio verso il pianeta degli oggetti indispensabili al fai-da-te troviamo anche sua meastà il cacciavite. Serve per girare le viti, svitandole e avvitandole. È formato dal manico e dal gambo in tondino di acciaio solitamente temperato, la cui estremità termina con una punta di due forme principali: a taglio e a croce.
Sua maestà il cacciavite e un buon trapano A taglio (detto spaccato o dritto) per viti con spacco orizzontale, tradizionale. A croce (o a stella) per viti che hanno la testa con impronta incrociata. Per facilitare l’uso, il cacciavite può avere la punta magnetica che serve a trattenere le viti in acciaio e ne facilita l’inserimento nella loro sede o l’estrazione. Il gambo può essere di tre tipi: rigido, flessibile o intercambiabile (l’impugnatura è sempre la stessa, ma sostituendo il gambo si cambia il tipo di punta). L’ideale è avere vari tipi di punte a taglio e a stella. Una dotazione minima comprende: un giravite a taglio a base larga con gambo piuttosto lungo; uno stretto e corto; un modello a croce con impronta larga e gambo lungo; uno a impronta stretta e gambo corto. Possiamo consigliare l’aggiunta di un cacciavite da elettricista, con gambo isolato e cercafase, e di un modello a gambo extracorto,
risolutivo quando si lavora in poco spazio. Anche ai neofiti del bricolage, e alle donne, visto che oggi sono in molte ad amare il fai-da-te domestico, va consigliato l’acquisto del trapano; tuttalpiù si possono valutare le prestazioni in base al tipo di utilizzo. In ogni caso la scelta si deve indirizzare su un elettroutensile di qualità, anche nel caso lo si usi poco. Questo perché si traduce sia in maggiore sicurezza nell’utilizzo sia in una maggiore gamma di prestazioni che servono a facilitare ogni tipo d’intervento. E poi, quando si diventerà più esperti, non sarà necessario sostituire l’apparecchio, ma si potranno eventualmente aggiungere solo alcuni accessori. Il trapano, montate le adeguate punte, permette di forare qualsiasi materiale e può essere utile anche per avvitare o svitare. Sul mercato se ne trovano diversi tipi, ma la prima grande distinzione è tra modelli tradizionali a filo da collegare alla rete elettrica oppure a cordless, ossia senza fili perché a batteria ricaricabile. È preferibile acquistare apposite valigette con varie punte per trapano, quasi mai fornite assieme allo strumento e che bisogna acquistare a parte. Esistono set preconfezionati, in cui si trovano vari tipi di punte più inserti per avvitare o svitare. Si possono superare anche i 50 pezzi. I prezzi variano, ma non conviene comunque scendere sotto i 15 euro.
Un’idea semplice per cambiare aspetto alle pareti
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on l’inserimento di decori, fregi, profili o rosoni, è risaputo, si possono riproporzionare visivamente gli ambienti o renderli più eleganti e raffinati. Ma basta un intervento fai-da-te per ottenere lo stesso risultato, applicando alle pareti degli stickers. Arricchire un ambiente con profili e decori a rilievo permette anche di modificare l’effetto visivo dei volumi in modo facile e veloce perché si possono aggiungere
in qualsiasi momento, proprio con il fai-da-te. Spesso prêt à porter, si applicano e si tolgono con relativa facilità. Che puntino sul décor classico o sull’essenzialità, grazie al fatto che sono tridimensionali, le applicazioni in gesso o materiali sintetici hanno un forte impatto estetico, anche quando sono tono su tono. Offrendo appunto la possibilità di ridisegnare visivamente i volumi, in altezza, larghezza e profondità.
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Compravendite
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Buone notizie sul fronte immobiliare: l’Ordine dei Notai certifica che le case costano meno. Il mercato è più che mai vivace, con ottime possibilità per chi è in cerca della prima abitazione
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nno nuovo, casa nuova? Un augurio che decisamente nel 2019 sembra più che plausibile farsi l’un l’altro, visto che salgono le compravendite di immobili, e continua il calo dei prezzi. Il trend fa sì che gli appartamenti acquistati, in gran parte come prime case, siano per oltre la metà di fascia medio alta e un terzo di tipo economico. Aumentano anche le compravendite di immobili di valore intorno ad un milione di euro. E in parallelo sale anche l’importo dei mutui concessi. A fotografare il trend del mercato è l’indagine semestrale dell’Ordine dei Notai, sulla base delle compravendite effettuate da gennaio a giugno scorsi.
Si erogano più mutui, fino a 150mila euro Dall’indagine, che ci rivela una tendenza destinata ad aumentare in questo nuovo anno, emerge dunque che nel primo semestre 2018 sono state registrate 443.337 compravendite di immobili di qualsiasi genere. Tra queste 334.979 atti hanno riguardato i fabbricati che registrano un aumento del 10,72% rispetto allo scorso anno a fronte di una continua riduzione dei prezzi. Infatti, se già il 2017 aveva fatto segnare un calo del -17% sui valori medi delle vendite di fabbricati (da 147mila a 126.512 euro), tale calo si accentua di un ulteriore -5% nel primo
semestre 2018 (118.356 euro). Da registrare però anche l’aumento del +26,73% delle compravendite di valore superiore ai 900.000 euro. Crescono le prime case. Su 246.539 fabbricati abitativi per 177.212 è stata chiesta l’agevolazione prima casa, confermando il trend secondo cui oltre la metà delle abitazioni viene acquistata con le agevolazioni prima casa. Gli immobili per i quali sono state richieste maggiormente le agevolazioni sono quelli che risultano accatastati nella categoria A/2, ossia gli immobili di tipo civile, che sono risultati pari al 50% del campione; al secondo posto le abitazioni di tipo economico di categoria A/3, con il 30% del totale, mentre i villini (categoria A/7) costituiscono solo il 10% del campione. Gli atti per il 90,78% dei casi hanno visto come venditori soggetti privati, mentre scendono le compravendite effettuate da imprese attestate al 9,23%. Continua anche l’aumento delle donazioni di immobili per uso abitativo che fa segnare un più 4,6%, con operazioni effettuate soprattutto al Sud. Il trende del mercato si riflette anche sui mutui erogati. Nei primi sei mesi dell’anno sono state effettuate 193.102 nuove operazioni, con un aumento del 5,92% rispetto allo stesso semestre 2017. Sul fronte degli importi, si conferma la prevalenza dei finanziamenti fino a 150.000 euro.
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Compravendite Legge di bilancio: le novità nel settore immobiliare
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ra le tante novità introdotte dall’ultima legge di bilancio, ve ne sono alcune che impatteranno fortemente sul settore immobiliare. Una è la gradita semplificazione per le donazioni di immobili: nel decreto anti-burocrazia vi sono norme ad hoc “per favorire la circolazione degli immobili oggetto di donazione”. Le imposte previste saranno le stesse applicate alle successioni e varieranno in funzione del rapporto di parentela tra donante e beneficiario. In particolare, saranno del 4% per il coniuge e i parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente, per ciascun beneficiario, di 1 milione; del 6% per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente, per ciascun beneficiario, di 100mila euro. Poi, viene introdotta la cosiddetta “cedolare secca” anche per gli immobili commerciali. La manovra prevede una flat tax per gli affitti, con l’introduzione di una cedolare fissa del 21% sui nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali, come ad esempio i capannoni. L’estensione della cedolare secca alle locazioni commerciali è una misura da tempo sollecitata da Confedilizia e che dovrebbe rilanciare questo segmento soprattutto nelle aree di seconda fascia. Proroga degli ecobonus: l’ecobonus per le ristrutturazioni già fissato al 50% nella legge di Bilancio 2018, è stato prorogato al 31 dicembre 2019. Quello relativo all’efficienza energetica è stato anch’esso prorogato ma ridotto dal 65% al 50%. Sono state estese al 2019 le deduzioni per acquisti di elettrodomestici ed apparecchiature ad elevata classe energetica, così
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come lo sgravio al 36% per i giardini. Dismissioni immobiliari: nella tabella inserita a pagina 31 del documento programmatico di bilancio si legge che per il 2018 i ricavi da dismissioni immobiliari e privatizzazione ammonteranno a circa 600 milioni di euro, di cui 50 milioni di euro provenineti dalla vendita di beni immobili appartenenti alla Pubblica Amministrazione, 380 mln di euro da attività appartenente agli Enti locali e 170 milioni dai Fondi pensione. Gli obiettivi di privatizzazione 2009-2020 sono invece stati fissati a 640 mln e 600 mln di euro, rispettivamente. Valorizzazione dei beni pubblici attraverso la loro dismissione, oppure un efficientamento della gestione.
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Incentivi fiscali
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I bonus confermati Detrazioni Irpef ancora in vigore per ristrutturazioni, riqualificazione energetica e sistemazione del verde 42
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rorogati fino al 31 dicembre 2019 i bonus per ristrutturare la casa, coibentare l’edificio, rifare il giardino o realizzare un tetto verde. Sono stati infatti confermati senza modifiche gli sconti fiscali previsti per i lavori di recupero del patrimonio edilizio esistente, per gli interventi di riqualificazione energetica e per l’agevolazione denominata “Bonus Verde” che riguarda principalmente la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti. Nel dettaglio, ecco quali sono e in cosa consistono i vantaggi fiscali.
Bonus Ristrutturazioni Riguarda tutti i lavori di recupero dell’esistente (manutenzione straordinaria, restauro, ristrutturazione) effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni di edifici ad uso abitativo. Il bonus consiste in una detrazione Irpef pari al 50% dei costi sostenuti, fino ad un ammontare complessivo delle spese non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare. Le detrazioni sono da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. Rientrano nel “Bonus Ristrutturazioni” anche gli interventi destinati alla ricostruzione o al ripristino di edifici dan-
Incentivi fiscali neggiati a seguito di eventi calamitosi, quelli relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali e quelli finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche. È prevista la detrazione anche per i lavori di bonifica dall’amianto, di esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici e a prevenire il rischio di atti illeciti, per la cablatura degli edifici e per chi acquista fabbricati a uso abitativo ristrutturati.
Bonus risparmio energetico - Ecobonus Questa agevolazione riguarda tutti gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. Consiste in una detrazione Irpef o Ires pari a una percentuale variabile dal 50 al 65% dei costi sostenuti per singola unità immobiliare. Sono previste percentuali più elevate se gli interventi interessano le parti comuni dei fabbricati. Le spese ammesse in detrazione comprendono sia quelle relative all’intervento vero e proprio, sia quelle per le prestazioni professionali necessarie per acquisire la certificazione energetica richiesta. Gli interventi agevolabili si possono riassumere nelle seguenti categorie: • riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento • miglioramento termico dell’edificio
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Incentivi fiscali • installazione di pannelli solari • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Per quanto riguarda le spese relative all’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari, alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto, all’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da
biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro, la percentuale di detrazione è pari al 50%. Per tutti gli altri interventi invece il vantaggio aumenta fino al 65%.
Bonus Verde Consiste in una detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per: • la sistemazione a verde di aree scoperte private, di pertinenze o recinzioni • la realizzazione di impianti di irrigazione e di pozzi • la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili I lavori devono essere effettuati su edifici esistenti a uso abitativo. La detrazione, da ripartire in dieci quote annuali, va calcolata su un importo massimo dei lavori pari a 5.000 euro, quindi si potrà detrarre una cifra massima di 1.800 euro a immobile. Il “Bonus Verde” spetta anche per interventi sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare, pertanto il limite in questi casi va moltiplicato per il numero totale delle unità abitative presenti.
I lavori di ristrutturazione si comunicano all’ENEA
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al 21 novembre scorso se si vuole beneficiare del “Bonus Ristrutturazioni” è obbligatorio trasmettere all’ENEA le informazioni sui lavori effettuati relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia che comportano risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, analogamente a quanto già previsto per gli interventi di riqualifica-
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zione energetica. L’invio deve essere effettuato entro 90 giorni dalla data di fine lavori o di collaudo. Si devono trasmettere i dati anche nei casi di sostituzione di elettrodomestici di classe energetica A+ ad eccezione dei forni la cui classe minima è la A se collegati ad un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato a decorrere dal 1° gennaio 2017.
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chi spetta il bonus prima casa 2019? Vediamolo insieme: 1) Agevolazioni acquisto prima casa 2019, requisito della categoria catastale immobile: l’immobile non deve rientrare nelle categorie catastali A1, A8 e A9. In sede di stipula dell’atto di trasferimento dell’abitazione, il contribuente, oltre ad attestare la sussistenza dei requisiti e delle condizioni per usufruire dell’agevolazione, deve dichiarare anche la classificazione dell’immobile, in quanto solo alcune categorie catastali possono beneficiare dell’aliquota agevolata.
La casa nello stesso comune di residenza Pertanto, le sole categorie che beneficiano delle agevolazioni prima casa sono: A/2 (abitazioni di tipo civile); A/3 (abitazioni di tipo economico); A/4 (abitazioni di tipo popolare); A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare); A/6 (abitazioni di tipo rurale); A/7 (abitazioni in villini); A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi). 2) Agevolazioni acquisto prima casa 2019, la residenza: l’immobile per fruire delle agevolazioni prima casa
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deve trovarsi nello stesso Comune in cui il beneficiario delle agevolazioni stabilisce la residenza entro 18 mesi dall’acquisto. Spettano comunque le agevolazioni prima casa anche se: l’immobile si trova in un altro Comune dove però l’acquirente svolge una qualche attività, non per forza remunerativa, ma anche di studio o volontariato; l’acquirente è stato trasferito all’estero per ragioni di lavoro, nel Comune in cui ha sede l’attività dell’azienda per cui lavora; l’acquirente è un cittadino italiano che si è trasferito all’estero. In questo caso, la condizione di emigrato può essere dimostrata mediante il certificato di iscrizione all’AIRE o un’autocertificazione resa nell’atto di acquisto. 3) Per beneficiare e richiedere le agevolazioni prima casa, inoltre, l’acquirente deve dichiarare di non essere titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di un’altra abitazione ubicata nello stesso comune dove si trova l’immobile oggetto delle agevolazioni. Con la legge di stabilità 2016, questo requisito è però cambiato.
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Bonus casa Cosa è cambiato con la legge di stabilità
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ra, anche se titolari di altra casa nello stesso comune dove si trova lo stabile oggetto di agevolazioni, è possibile ottenere ugualmente il bonus prima casa, a patto che il vecchio immobile agevolato sia alienato entro un anno dalla data dell’atto. Nel caso in cui tale condizione non si realizzi, si renderanno applicabili le imposte ordinarie, gli interessi e la sanzione del 30% sulla differenza d’imposta. È bene ricordare, però, che i beneficiari del bonus prima casa
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2019 non hanno più diritto a fruire dell’agevolazione fiscale sull’acquisto della prima casa in caso di falsa dichiarazione se non si trasferisce la residenza nel comune in cui è situato l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto della casa, se si vende o si dona l’abitazione prima che siano passati almeno 5 anni dalla data di acquisto, a meno che, entro un anno, non si proceda al riacquisto di un altro immobile da adibire in tempi “ragionevoli” a propria abitazione principale.
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Bonus casa Imposta di registro, Iva, credito d’imposta, successione e donazione
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a quali sono le agevolazioni prima casa 2019? Imposta di registro: si applica quando si acquista l’immobile da un privato, oppure da un soggetto passivo Iva, per cui una società ad esempio, diversa dall’impresa costruttrice. La misura dell’imposta di registro da versare per l’acquisto della prima casa è pari al 2%. Trattandosi però di abitazioni, il contribuente può scegliere di far calcolare l’imposta sul valore catastale, cioè prezzo/ valore, e non sul valore di mercato. Il valore catastale viene determinato moltiplicando la rendita catastale (rivalutata del 5%) per i seguenti coefficienti: 110 per la prima casa e le relative pertinenze, 120 per i fabbricati (non prima casa) appartenenti ai gruppi catastali A e C (escluse le categorie A/10 e C/1). Le imposte ipotecarie e catastali sono dovute nella misura di 50 euro ciascuna. IVA: l’agevolazione prima casa, può essere fatta valere sconto l’Imposta sul valore aggiunto. Ciò si verifica quando l’immobile oggetto dell’agevolazione viene acquistato dalla società costruttrice. In questi casi, infatti, chi acquista ha la possibilità di fruire di un’aliquota Iva agevolata al 4%, da applicare sul prezzo di vendita della casa, e alle seguenti imposte
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agevolate: imposta ipotecaria fissa di 200 euro; imposta catastale fissa di 200 euro; imposta di registro fissa di 200 euro. Acquisti per successione e donazione: come chiarito dall’Agenzia delle entrate, nel caso in cui l’acquisto della prima casa avvenga per successione o donazione, sono previste delle agevolazioni prima casa, purché l’acquirente sia in possesso dei requisiti e le condizioni sopra elencate. In questo caso, pertanto, spetta un’agevolazione sulle imposte ipotecarie e catastali dovute, che consiste in una misura fissa di 200 euro per ciascuna imposta. Credito d’imposta: per chi vende e riacquista una prima casa, ha diritto al cd. credito d’imposta, che consiste nella possibilità di detrarre dall’imposta da pagare nuova quella già pagata per il vecchio immobile che ha beneficiato delle agevolazioni prima casa, a patto però che la vendita della vecchia casa avvenga entro 1 anno dall’atto di acquisto di quella nuova.
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