inSalute Asti n.Giugno 2019

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Inserto omaggio allegato al numero odierno di La nuova Provincia | GIUGNO 2019

in

sole

Baciati dal In vacanza L’imprevisto è dietro l’angolo

Erboristeria Figli dei fiori e delle erbe

Sport Mantenersi in forma con tre allenamenti


convenzioni A.S.L - i.n.A.i.L. Servizio A domiciLio

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IN SALUTE

Sommario Baciati dal sole

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I benefici del trekking

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Bimbi all’ombra

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Estate da nonni

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L’imprevisto è dietro l’angolo

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Incubo Alzheimer

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Morsi e punture

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In vacanza con Fido

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Niente dieta fai-da-te

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Sale? Poco o niente, grazie

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Occhi da proteggere

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Figli dei fiori

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Cosmetici green

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Alimenti giusti per vivere bene

Vacanze di corsa

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Il gelato, non solo un dessert 37

Quanto è difficile dormire bene

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Stare bene? Facile come bere un bicchiere d’acqua

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Occhio al cibo

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Piante «spazzine», aria più sana in casa

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Il dentista dei bambini

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Rimettersi in forma per l’estate Mantenersi tonici con tre allenamenti

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Editore: Dmedia Group spa Via Campi 29/L | Merate (LC) Finito di stampare: Giugno 2019 Stampa: Puntoweb srl Via Variante di Cancelleria 2 | Ariccia (RM) Pubblicità: Publi iN Via Campi 29/L | Merate (LC) Tel 039.99891 Inserto omaggio alle testate Netweek

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IN VACANZA

Baciati dal sole Breve guida alla corretta protezione dai raggi dell’astro amico La crema solare più efficace si sceglie in base al proprio fototipo

U

n grazie sincero a Coco Chanel che nel 1923, rientrata a Parigi da una vacanza a Juan Les Pins, fece sfoggio per la prima volta di una bella abbronzatura. La sua pelle dorata piacque talmente tanto all’opinione pubblica che, in breve, quella della tintarella divenne una tendenza imitata da tutti coloro che avevano la fortuna di poter andare in vacanza. Una moda destinata a durare nel tempo se ancora oggi persiste, nella percezione comune, la credenza che la pelle indorata dal sole sia sinonimo di bellezza, benessere e buona salute... Vero, anche perché ben prima di Coco Chanel, già nel 1903, il dottor Niels Ryberg Finsen

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vinse il premio Nobel in medicina grazie alla scoperta della fototerapia per la cura di patologie all’epoca gravi come il rachitismo e il lupus. In sostanza, basta esporsi al sole per trarre giovamento e guarire da questi mali. Ma anche falso, perché negli anni si è scoperto che una smodata esposizione ai raggi dell’astro amico può causare malattie mortali come i tumori della pelle, e dolorosissime, come piaghe e scottature, complice anche il buco nell’ozono individuato nel 1985 da un satellite della Nasa. L’ozono è il benefico gas formato dall’unione di tre atomi di ossigeno che, avvolgendo il pianeta, fa da scudo ai raggi ultravioletti cattivi (UVB), causa di queste

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IN VACANZA

patologie. Il buco nell’ozono, evidentemente, diminuisce la capacità di trattenere e assorbiFototipo 1: capelli biondo-rossi e carnagione biancolatte o molto chiara con efelidi. Occhi chiari re gli UVB dell’atmosfera, lasciando che queSpf consigliato: 50+, molto elevato ste perfide radiazioni arrivino a terra in maggior quantità rispetto al consueto. Fototipo 2: E allora ecco svilupparsi il mercato delle creCapelli biondo dorato fino al castano chiaro, carnagione chiara me solari protettive, con cui cospargere la e occhi chiari pelle quando si permane molte ore all’aperto, Spf consigliato: 50+ o comunque molto elevato soprattutto quando alla maglietta si sostituisce la canottiera e ci si mette in costume sulla Fototipo 3: Capelli scuri e carnagione normale spiaggia. Spf consigliato: alto/medio alto La domanda che sorge spontanea a questo punto è: quale crema solare scegliere per la Fototipo 4: propria pelle? La risposta degli esperti è la Capelli scuri e carnagione tendente allo scuro seguente: una crema che rispetti il proprio Spf consigliato: alto/medio fototipo, classificazione utilizzata in dermatologia in base alla quantità e qualità di meFototipo 5: lanina presente nella pelle di ogni persona. Capelli scuri e carnagione bruna/olivastra. Occhi scuri Più il fototipo è basso, più sarà richiesto un Spf consigliato: medio gradiente di protezione solare (SPF) elevato. Fototipo 6: Capelli scuri e carnagione scura. Occhi scuri Per scoprire qual è il fototipo di appartenenza Spf consigliato: Medio / Basso è sempre meglio rivolgersi al dermatologo.  

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Ritorno di denaro ad ogni acquisto

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Fab, modello virtuoso di sanità integrativa LE SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO NEL SISTEMA DEL WELFARE Secondo l’Istat, nel 2050 gli over 90 in Italia saranno oltre 1 milione, a fronte di circa 55 milioni di abitanti. L’aumento dell’aspettativa di vita porta con sé sfide legate alla gestione delle cronicità e all’esigenza di una maggiore richiesta di assistenza sanitaria che gli attori del welfare non possono ignorare. Ciò che oggi viene sintetizzato nel termine welfare era nell’Ottocento un concetto complesso, che racchiudeva principi come solidarietà, mutualità e sussidiarietà: valori che avevano dato vita alle società di mutuo soccorso, fondamentali in un momento in cui ancora non si parlava della sanità pubblica, che arriverà solo nel 1978 per gestire la fase acuta. Quarant’anni dopo, il SSN, primo pilastro della tutela della salute, gestisce le cronicità, tentando di coniugare principi di equità e solidarietà nell’accesso alle cure con la sostenibilità economica del sistema pubblico. È qui che entrano in gioco gli altri due pilastri: la previdenza complementare e la sanità integrativa. Il contesto socio economico ci dice che esiste un fabbisogno di strumenti integrativi, ma anche di valori come solidarietà, mutualità e sussidiarietà. «Noi ci ritroviamo in tutti quei principi storici, ma attuali», spiega Marcella Borsani, Presidente della Società di Mutuo Soccorso Fondo Assistenza e Benessere, attiva dal 2011. Realtà in continua evoluzione, forte di una base associativa di oltre 37 mila Soci in costante crescita, Fab fonda la sua attività su un modello retail: si rivolge direttamente a famiglie e privati con strumenti di sanità integrativa offerti attraverso autorevoli Soci Sostenitori quali banche e fondazioni bancarie, tra cui il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, presente capillarmente in Piemonte e diffusamente il Lombardia, Liguria e Veneto con le filiali di Banca di Asti. «I nostri Piani Mutualistici - precisa la Presidente - rivolti a single e famiglie, indipendentemente dal numero e dall’età dei componenti, sono volti al benessere dei nostri Soci sia quando sono in sa-

UNO DEI CAMPER DELLA SALUTE DELLA SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO FAB NEL CORSO DI UNA GIORNATA DI PREVENZIONE GRATUITA

lute, con percorsi di prevenzione ed educazione ai corretti stili di vita, sia quando affrontano una fase di cura, con presa in carico diretta, centri e medici convenzionati, rimborso delle spese, sussidi in caso di perdita dell’autosufficienza, anche in presenza di patologie pregresse e fino ad 85 anni». Fab è anche sinonimo di ricerca, svolta dal Comitato Tecnico Scientifico, e di attenzione al sociale, con attività gratuite di prevenzione erogate sui Camper della Salute e con progetti per i più giovani, come Benessere in Gioco, grazie al quale i bambini delle scuole primarie di Asti svolgono un’ora in più di educazione fisica a settimana. Perché i bambini di oggi sono coloro che dovranno gestire l’invecchiamento della popolazione nel futuro, pensando alla sanità integrativa del futuro, attraverso una logica

di servizio alla persona che tenga conto di home clinic, device e telemedicina. Una visione che ha portato a scelte ambiziose, come l’acquisto di un immobile che diverrà un centro polifunzionale di eccellenza dell’astigiano. «Occorre però uno sforzo comune perché i tre pilastri collaborino e si integrino - conclude Borsani - perché il welfare è come un orologio, formato da cassa, meccanismo e lancette, cioè sanità pubblica, previdenza complementare e sanità integrativa, tutti necessari alla sostenibilità del sistema, nel presente e nel futuro». Un futuro nel quale Fab vuole essere aggregatore di un modello di sanità integrativa rodato, da mettere a disposizione della collettività: «per farlo occorre allargare sempre più la base associativa, è questa la grande sfida».

Info: www.fondoassistenzaebenessere.it

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IN VACANZA

Bimbi all’ombra

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In estate esposizione graduale al sole e tanta crema protettiva

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Lo sapevi che... Quest’estate il quantitivo di raggi ultravioletti che colpirà la superficie terrestre sarà inferiore rispetto al solito per effetto del fenomeno del «minimo solare», con sole privo o quasi di macchie solari. La pelle, soprattutto quella più delicata, ringrazia

oglia di vacanze con il bebè? Ci sono regole ferree da rispettare per fare in modo che la sua pelle delicata non subisca danni durante l’estate. In primo luogo assolutamente da evitare, sotto l’anno d’età, l’esposizione diretta al sole. Superata la boa dei 12 mesi è possibile iniziare un’eposizione limitata, protetta e graduale, evitando però molto accuratamente il sole nelle ore centrali della giornata, cioè tra le 11 e le 17. Il cielo è nuvolo e si pensa sia possibile concedersi un po’ di tempo in più alla spiaggia? L’importante è non dimenticare che i temibili raggi ultravioletti tagliano le nuvole come lame nel burro e quindi possono provocare danni alla pelle anche quando il sole non splende nel cielo. La crema solare ad alta protezione deve essere applicata spesso durante la giornata. Se deve essere attivata nel piccolo la vitamina D, in accordo con il pediatra si potrà, dopo qualche giorno, utilizzare una crema dall’Spf medio. La crema va applicata in modo uniforme sul corpo prima di esporre il piccolo al sole e deve essere riapplicata ogni due ore anche se il bambino sta sotto l’ombrellone. Il fatto di avere il corpo cosparso di crema non autorizza a prolungare i tempi di esposizione diretta al sole e, tantomeno, a esporre

il bimbo all’astro amico senza gradualità. Infine, fare sempre indossare al bebè indumenti protettivi come magliette e cappellini, oltreché occhiali da sole a protezione dei suoi occhi ancora tanto delicati.

Bandiera verde: il mare a misura di bambino Quale località balneare scegliere per le vacanze con i bambini? Sono 140 i comuni italiani insigniti della ‘Bandiera verde’ dei pediatri 2019. Ad aver ottenuto il riconoscimento sono le stazioni balneari con caratteristiche ben definite: acqua limpida e bassa vicino a riva, spiaggia in sabbia per giocare con palette e secchielli, presenza di bagnini e scialuppe di salvataggio, aree gioco, presenza di fasciatoi e luoghi dove allattare; presenza di gelaterie, bar e ristoranti a breve distanza. Prima nella speciale graduatoria delle bandiere verdi è la Calabria con 18 località turistiche, seconde a parimerito sono la Sicilia e la Sardegna (16 bandiere). La Puglia è quarta con 13 località, seguono Marche e Toscana entrambe con 11 stazioni balneari. Le regioni con 10 bandiere sono invece Abruzzo, Campania, Emilia Romagna e Lazio. Infine, il Veneto conta sei località a misura di bimbo.

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IN VACANZA

L’imprevisto è dietro l’ Al mare o in montagna, in aereo oppure in auto: i disagi si possono affrontare senza rovinarsi le vacanze Ma serve sapere che cosa fare

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li imprevisti sono dietro l’angolo. E se durante la vita di tutti i giorni siamo preparati a fronteggiarli, potremmo non esserlo quando siamo in vacanza. Ma che cosa ci può succedere al mare? Oppure in montagna? E come affrontare tali eventi legati alla nostra salute? Cerchiamo di fare chiarezza.

al cibo, quindi si ripartirà con riso bianco, patate bollite, ecc. In questo caso è meglio prevenire… Se il problema riguarda invece gola e testa servono i tradizionali farmaci utilizzati a casa: risulta decisivo preparare un kit da viaggio di medicinali ben fornito. Problemi legati al viaggio

Mal di… gola, pancia, testa Pronti, via: vacanza! E allora spazio a bevande gassate e gelate, cibi elaborati, grassi e mangiati a tutte le ore del giorno e della notte. Ecco, il nostro corpo potrebbe non essere d’accordo, facendocelo capire con scariche di diarrea, stomaco in disordine e persino qualche linea di febbre. Che fare? Stop per 6-8 ore 66

In quanti hanno mai sofferto di jet-lag? Beh, si può cercare di combatterlo anche una volta atterrati. Per esempio bevendo molta acqua oppure consumando pasti leggeri per i primi giorni dopo l’arrivo. E l’attività fisica aiuta, dando una mano all’organismo ad adeguarsi più velocemente ai nuovi orari. C’è anche qualcuno che soffre di mal d’auto:


IN VACANZA

o l’angolo

Slogature&fratture

per combattere la cinetosi è bene sedersi davanti, tenere il finestrino leggermente abbassato e dotarsi in farmacia di bracciali anti-nausea. Provate anche ad assumere una piccola quantità di zenzero, sotto forma di biscotto o di caramella.

Purtroppo può succedere sia al mare, magari mentre si gioca a beach volley, sia in montagna, durante una passeggiata. In caso di slogatura della caviglia (la cosiddetta «storta») serve mantenere l’articolazione interessata a riposo ed effettuare il prima possibile impacchi con il ghiaccio. In caso di fratture invece vale quanto appena descritto, con la doverosa aggiunta di recarsi il prima possibile in pronto soccorso.

Ferite da corallo

Attenzione al sole

Attenzione alle ferite da corallo: in genere questi tagli sono piccoli e sembrano innocui. Tuttavia possono infettarsi facilmente e creare problemi maggiori. Perciò è bene detergere subito la ferita con acqua di mare e sapone, per poi sciacquare il tutto con acqua dolce. In caso di prurito è utilizzabile una pomata a base di cortisone (il farmacista saprà consigliarvi).

Grande classico, le scottature. Sia al mare che in montagna, che cosa fare se la pelle si arrossa troppo? Subito una bella doccia fredda, quindi asciugate con cura la parte scottata. Nei giorni seguenti servirà proteggere dal sole la zona interessata, coprendola con gli indumenti. E ovviamente applicare creme lenitive e idratanti. Tenete a portata di mano eventuali antinfiammatori nel caso compaia un eritema.

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IN VACANZA

Morsi e punture Attenzione ad api, vespe, calabroni e zecche

Se colpiti da meduse o vipere è fondamentale mantenere la calma

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Lo sapevi che... L’urina non funziona contro le «punture» delle meduse. Si tratta infatti di una leggenda da smentire dato che la sua composizione varia in base all’alimentazione

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l mare serve fare attenzione alle meduse, in montagna e in campagna occhio invece alle vipere. Allarme rosso? No, ma è fondamentale non farsi prendere dal panico. Iniziamo con le meduse: a recarci problemi sono i loro tentacoli, contenenti veleno. Questo può essere più o meno urticante per l’uomo. La nostra prima reazione deve essere uscire immediatamente dall’acqua. Quindi servirà lavare la zona del corpo colpita (in cui avvertiamo dolore, bruciore e vediamo la pelle arrossarsi) con acqua di mare per pulire la pelle e diluire la tossina. Inoltre è bene rimuovere eventuali filamenti dei tentacoli con una pinzetta. Da evitare assolutamente: premere la pelle, «raschiare» la zona ferita con una tessera rigida, sfregare con della sabbia, applicare ghiaccio,

L’estate è anche il loro periodo: gli insetti infatti pullulano nell’aria e può capitare di essere punti. Se la puntura è di ape, vespa o calabrone è importante estrarre il pungiglione con delle pinzette sterilizzate e di conseguenza disinfettare la zona colpita. Applicando del ghiaccio si riduce il prurito e si rallentano l’effetto e l’assorbimento del veleno. Serve chiamare il dottore o recarsi al pronto soccorso? Generalmente no, ma attenzione se si viene punti a occhi o bocca, se si è allergici, se si notano sintomi «particolari» che vanno oltre al dolore e al prurito. Attenzione anche alle zecche (soprattutto in montagna e nei prati): il loro morso è indolore, non è pericoloso ma può veicolare infezioni. Se ci si accorge di essere stati morsi è bene recarsi dal medico o al PS, per effettuare una corretta rimozione dell’insetto: attenzione non va schiacciato, non cercate di rimuoverlo in autonomia.

applicare ammoniaca e alcool. Discorso completamente diverso per il morso della vipera: se ne vedete una (solitamente lunga 70-80 cm) restate fermi. Quindi battete a terra con un bastone per avvisarla della vostra presenza: molto probabilmente se ne andrà, dato che non è un animale aggressivo. In caso di morso servirà chiamare immediatamente l’ospedale o il centro antiveleni più vicini, recandosi subito al pronto soccorso. La ferita va poi abbondantemente lavata e disinfettata con acqua ossigenata, fasciando l’arto colpito con una garza sterile (ed esercitando una certa pressione, senza esagerare). Ricordatevi di rimuovere braccialetti, orologi e anelli dall’arto colpito, dato che potrebbe gonfiarsi.


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L’OTTICO

Occhi da proteggere

Non facciamoci prendere dalla moda considerando solo l’estetica È importante trovare l’occhiale da sole che faccia al caso nostro

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li antenati degli occhiali da sole affondano le proprie radici addirittura nella preistoria, quando gli Inuit dell’Artico indossavano maschere di avorio per bloccare i raggi del sole riflessi dalla neve. L’evoluzione ci ha portato a risultati straordinari, ossia i moderni occhiali, utilizzati tutto l’anno e in particolare durante la stagione estiva. Abbiamo a disposizione potenti mezzi, perciò è meglio evitare occhiali con lenti di materiali scadenti: i nostri occhi vanno coccolati. E per iniziare è bene dunque affidarsi esclusivamente a lenti marcate CE: così facendo si avrà la certezza di indossare un accessorio che rispetta gli standard di sicurezza della Comunità Euro-

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pea. Attenzione anche a non cadere nella tentazione di concentrarsi esclusivamente sull’estetica, e quindi su una montatura incline ai nostri gusti: tanto meglio se gli occhiali sono cool e alla moda, ma ciò che è davvero importante è la loro funzione. Ossia quella di proteggere l’occhio dai dannosi raggi UV. Si tratta infatti di uno strumento protettivo. E la qualità dipende dal materiale con cui sono fabbricati, dal filtro delle lenti e persino dal colore. Un altro argomento da affrontare è proprio quello legato al colore delle lenti. Di sicuro vi sarete accorti che ne esistono di diverse tipologie: grigie, blu, gialle, rosse, verdi oppure marroni. Bene, le differenze

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L’OTTICO

non sono solo estetiche, dal momento che ad ogni colorazione corrisponde una situazione più o meno adatta. Lenti gialle per esempio sono da preferire per chi pratica sport all’aria aperta (vedi mountain bike o sci di fondo) e permettono un’ottima visione anche dove la luce è troppa o troppo poca. Le lenti grigie sono indicate per proteggere dai riflessi della luce (acqua, neve), mentre le rosse bloccano i raggi UV, facendosi preferire da chi guida abitualmente per lungo tempo. Le più versatili sono le marroni, ottimali in qualsiasi situazione, le verdi invece e le blu si inseriscono nella scia delle grigie. Le prime, perfette per un uso quotidiano, riescono anche a rendere più luminose le zone d’ombra, mentre le seconde riescono anche a ridurre il bagliore della luce riflessa da nebbia. Esiste un mondo sconfinato legato agli occhiali da sole: il vostro ottico di fiducia saprà guidarvi nella scelta corretta, consigliandovi la soluzione più indicata per la vostra salute.

Classificazione degli occhiali da sole • Categoria 0 (80-100%)*: Lenti minimamente oscurate e fotocromatiche allo stato più chiaro, da utilizzare in luoghi chiusi o in condizioni di cielo coperto. • Categoria 1 (43-79%): Lenti leggermente oscurate, da usare con luce solare attenuata. • Categoria 2 (18-42%): Lenti mediamente oscurate, da utilizzare in condizioni di luce solare media. • Categoria 3 (8-17%): Lenti scure e fotocromatiche allo stato più scuro, da usare in presenza di luce solare intensa. • Categoria 4 (3-7%): Lenti scurissime, adatte per condizioni di luce solare estremamente intensa (alta montagna, mare, neve, ghiacciaio, nelle ore centrali della giornata). * Percentuale di luce trasmessa

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L’OTTICO

Lenti a contatto: buone pratiche da seguire E se abitualmente si portano le lenti a contatto? Serve praticare ancora più attenzione. In primis, se le vostre vacanze sono al mare, sappiate che è meglio non addormentarsi mentre le si porta, soprattutto se vi trovate in spiaggia. Inoltre è meglio evitare (e questo vale per chiunque) che la sabbia finisca negli occhi. Ricordatevi di portare con voi le lacrime artificiali senza conservanti, usare un col-

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Lo sapevi che... L’iride è composta da uno strato più superficiale e da un secondo che protegge la retina: perciò gli occhi scuri non sono meno sensibili ai raggi UV rispetto a quelli chiari

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lirio è importante quando le temperature schizzano verso l’alto per evitare che l’occhio si secchi troppo. Sconsigliato è poi fare il bagno, sia al mare che in piscina, indossando le lenti. Vi siete scordati di toglierle? Poco male, però è bene gettare via le lenti che stavate portando. Di conseguenza si deduce che in condizioni «vacanziere» è probabilmente meglio utilizzare le lenti monouso giornaliere. Il vostro ottico saprà senz’altro consigliarvi sul loro corretto utilizzo.

Vade retro raggi UV! Oltre agli occhiali da sole c’è di più: ecco le precauzioni per proteggere la vista

anto più ci piace, quanto più dobbiamo stare attenti. Il sole che riscalda le nostre vite è anche causa di problemi: o meglio sono i raggi UV che ci danneggiano. Va ricordato che non sono solo gli occhi a soffrire ma più in generale è tutto l’apparato visivo a risultare sensibile all’esposizione ai raggi ultravioletti. Le palpebre per esempio sono soggette a scottature. Ma torniamo agli occhi: come detto nelle pagine precedenti è nostra premura dotarci di occhiali da sole, ma esistono anche altre precauzioni che si possono prendere,

specialmente d’estate. Per esempio è una buona abitudine quella di indossare un cappellino (ma anche un cappello a tesa larga) per proteggersi ulteriormente. E inoltre può essere utile, dopo un certo lasso di tempo, ripararsi dal sole, concedendosi una sosta all’ombra. Ricordate poi di non guardare mai direttamente il sole: gli occhiali da sole non bastano e in caso di eclissi è bene dotarsi di appositi filtri. Attenzione anche alle giornate nuvolose: nonostante ci possa sembrare che le protezioni siano utili, bisogna comunque fare attenzione, dato che la schermatura delle nuvole è quasi inesistente. Altro consiglio utile è quello di ridurre l’esposizione al sole nelle ore in cui è più alto, ossia dalle 10 del mattino alle 16 (e questo vale particolarmente per bambini e anziani). Concludiamo con l’alimentazione: le verdure a foglia verde e frutti ricchi di antiossidanti, vitamina A, C ed E aiuteranno i nostri occhi a mantenersi in buona salute.


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Dott. Salvatore Ragusa Specialista in Otorinolaringoiatria Patologia Cervico - Facciale Idrologia Medica Responsabile Otorino Clinica Villa Igea Riceve ad Asti, Nizza Monferrato e Agliano terme su appuntamento cell. 348.650.60.09

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Figli dei fiori …e delle erbe. Tisane dimagranti e rilassanti per ritrovare entusiasmo e gioia di vivere

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rbe amiche di tutti coloro che in questo periodo hanno bisogno di benessere e relax. L’alleato giusto per integrare percorsi di dimagrimento in vista della prova costume e per ritrovare entusiasmo e voglia di vivere, oltre alla propria serenità, quando per mille motivi ci si lascia travolgere dallo stress, finendo spesso vittima di attacchi di ansia. Tisane amiche della linea Le piante drenanti e depurative hanno spesso

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l’effetto di velocizzare la perdita di peso e dei centimetri di troppo. Tra le erbe più comuni utilizzate a scopo dimagrante ci sono la gramigna dalle proprietà depurative, il tarassaco dall’ottimo effetto diuretico, i fiori di arancio efficaci contro la fame nervosa, il ginepro che depura i reni, la spirea olmaria ricca di acido salicilico e il ginko biloba che permette di migliorare la circolazione del sangue. Il modo migliore per assumere queste erbe senza perderne i principi attivi benefici è quello di consumarle sotto forma di tisana.

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ERBORISTERIA

Tisane amiche del relax

Come preparare una tisana (o infuso)

Ecco le erbe che meglio di altre favoriscono il rilassamento di mente e corpo. La camomilla ha proprietà sedative e calmanti ed è anche utile in caso di diabete; la valeriana è perfetta contro ansia, insonnia e persino tachicardia; la verbena si utilizza per contrastare la depressione ma è anche un ottimo digestivo; la passiflora ha un’azione calmante dei disturbi della sfera nervosa; il tiglio è indicato contro l’insonnia, il mal di testa e lo stress; la melissa è antispasmodica; la malva è una pianta perfetta per la cura di tutti i mali; il biancospino è noto come pianta del cuore dalla proprietà cardioprotettiva e capace di attenuare l’ipertensione di origine nervosa. Anche in questo caso i principi attivi delle erbe si preservano meglio preparando con esse una buona tisana.

L’infusione in acqua - solitamente un padellino, o mezzo litro - è perfetta per estrarre dalle erbe i principi attivi senza perderne le proprietà. Non bisogna fare altro che portare l’acqua a ebollizione, farla raffreddare affinché non sia più bollente, ma solo calda, quindi mettere in ammollo fiori e foglie della pianta per circa 5 minuti. Fatto questo, filtrare ed, eventualmente, dolcificare a piacere.

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Lo sapevi che... Le tisane rilassanti potrebbero interagire con farmaci sedativi, rendendo difficile il risveglio e producendo un certo intorpidimento per tutto il giorno. Meglio evitarne l’assunzione in contemporanea

Fico d’India, il frutto da trattare con i guanti

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riginario del Messico, il fico d’India (il frutto della Opuntia ficus-indica L.) è ricco di vitamina C e B3 (niacina), di sali minerali come potassio, calcio e fosforo, nonché di fibre. Per questo, il consumo del frutto maturo è indicato in caso di stitichezza. Efficace anche per tutti coloro che desiderano mantenere il peso forma, tra le sue proprietà vanta la capacità di tenere sotto controllo la glicemia, stimola la diuresi, depura il fegato, protegge lo stomaco, calma la tosse e, dulcis in fundo, dona energia. La maturazione avviene nel mese di settembre: meglio consumarlo crudo, magari in macedonia. Le sue spine minuscole sono molto fastidiose, per maneggiarlo è indispensabile utilizzare guanti di gomma, per sbucciarlo è bene infilzarlo e tenerlo fermo con la forchetta, quindi inciderlo per la linea longitudinale, infine srotolarlo.

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Cosmetici green Sempre più richiesti, sono efficaci su viso e corpo

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uali sono i cosmetici naturali oggi più diffusi? Prima di tutto maracuja e noce brasiliana che sono ricchi di principi attivi grazie ai quali la pelle ritrova il proprio naturale turgore. In particolare, l’olio di maracuja stimola la produzione di collagene ed elastina, mentre l’olio di noce brasiliana accresce gli strati lipidici nelle profondità dell’epidermide. L’olio di lavanda, pianta dalle proprietà rilassanti, è invece perfetto per un massaggio corpo detossinante, mentre la calendula – regina dei prodotti emollienti e calmanti – è un perfetto componente di creme per le mani, soprattutto quando la loro pelle è particolarmente screpolata. Proprietà antirughe ben evidenti sono quelle dell’olio essenziale di rosa mosqueta, mentre l’aloe vera idrata, nutre, lenisce e ripara la pelle. Per questo è utilizzata in molte creme di bellezza. Per essere veramente «green», i cosmetici devono essere privi di materie prime di sintesi, come i derivati dal petrolio, siliconi, tensioattivi e conservanti come i parabeni. Nei laboratori più evoluti si preparano con componenti naturali o di origine naturale come fitoestratti, oli vegetali, oli essenziali che nell’arco dell’ultimo decennio hanno perfezionato texture e prestazioni.

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• fitoestratti • oli vegetali • oli essenziali • • • •

derivati dal petrolio siliconi tensioattivi parabeni

Natura e bio, la nuova frontiera Si è chiusa a marzo l’edizione 2019 del Cosmoprof (fiera di riferimento mondiale della cosmetica) dalla quale è emersa sempre più chiara ed evidente la tendenza ad acquistare cosmetici naturali. Un dato di fatto, confermato anche da un’indagine realizzata dalla digital company Friendz sul rapporto delle donne con il mondo beauty. Ne è emerso che si acquistano sempre più cosmetici delicati, naturali, di qualità e bio. È infatti proprio la tipologia di ingredienti (21,5%), al secondo posto dopo il risultato promesso (23,8%), ad essere al centro dell’importanza nella fase di acquisto di un cosmetico. Segue il prezzo (16,4%), l’esperienza di amici e familiari (9,5%), le recensioni scritte da altri utenti su siti web di settore (8,4%), la marca (7,1%) e le recensioni di un beauty blogger (6,6%). Più in dettaglio il 31% di coloro che valutano l’acquisto di un cosmetico in base agli ingredienti, ha dichiarato che cerca di evitare quelli con ingredienti nocivi, il 27,9% preferisce cosmetici privi di siliconi e parabeni, il 23,7% sceglie cosmetici naturali, il 14,4% quelli biologici e il 2,2% quelli vegani.

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IN FORMA

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Alcuni consigli sull’attività fisica da svolgere durante la villeggiatura

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na volta arrivati al tanto agognato periodo di vacanza si corre un grosso rischio. Ossia sprecare quanto di buono fatto a livello di alimentazione nei primi sei mesi dell’anno. Rinunce, cene saltate, pranzi leggeri, allenamenti sotto la pioggia e sforzi fisici: nel giro di poco tempo tutto va a farsi benedire, in nome del relax e della libertà tipici del periodo vacanziero. Tuttavia c’è un ma, che corrisponde a fare attenzione a ciò che si mangia e all’attività fisica anche durante le vacanze. Per qualcuno potrà sembrare una tortura, ma per altri sicuramente no. E può anche rivelarsi una piacevole

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scoperta: l’introduzione di nuove abitudini da portare poi nella vita di tutti i giorni. Il punto focale è l’addio momentaneo alla nostra routine quotidiana: con tempo e cura si è riusciti a costruire tutto ciò che occorre per far star bene il nostro organismo. Basta un giorno di vacanza e tutto viene spazzato via. Ora: il consiglio è quello di non trascurare l’attività fisica, ma di continuare a coltivarla, magari non con la stessa intensità. Molto, ovviamente, dipende dalla meta scelta, ma una cosa è certa: ormai tantissimi alberghi mettono a disposizione del cliente una palestra o un centro fitness, perciò


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IN FORMA perché non approfittarne? Se l’idea di chiudervi in una struttura coperta non vi esalta, sappiate che il jogging si può praticare ovunque: in città, in campagna, sulla spiaggia (a proposito, datevi al beach volley e a tutti i giochi da praticare in riva al mare). Basta solo un paio di sneaker… Consiglio: evitate di rimandare l’attività fisica alla sera, perché sicuramente sarete più stanchi rispetto al mattino e perché probabilmente in vacanza potreste essere impegnati in qualche attività divertente (aperitivi, cene, spettacoli, ecc.). Di conseguenza potrebbe tornare utile svegliarsi un po’ prima al mattino per andare a correre, per fare stretching, per fare esercizi nel vostro appartamento o nella stanza d’albergo. Discorso completamente diverso se la vostra vacanza è montana: ci penserà il trekking a mantenervi in forma. In generale serve muoversi, senza che ciò sia fonte di stress e preoccupazione: per divertirvi potreste introdurre una sfida sul numero di passi fatti in un giorno con i vostri compagni di vacanza…

5 consigli per il fitness • Sfruttate le palestre di alberghi e resort

Quando il fitness si fa in aereo!

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e state per affrontare un viaggio intercontinentale, transoceanico o comunque se pensate di trascorrere parecchio tempo a bordo di un aereo, ecco alcuni suggerimenti che fanno al caso vostro. Durante la fase di volo è importante non scordarsi dei

• Dedicatevi alla corsa (in città, sulla spiaggia…) • Alzatevi un’ora prima per esercizi e stretching • Datevi allo sport nelle località di mare (beach volley, ecc.) • Non rimandate l’attività fisica alle ore serali

propri muscoli: tradotto significa che per il nostro corpo non è proprio il massimo adagiarsi sulla poltrona e rialzarsi soltanto dodici ore dopo, una volta atterrati. Che fare allora? Dato lo spazio limitato e la necessità di movimento dei muscoli è bene alzarsi in piedi ad intervalli regolari, «esibendosi» in ripetute passeggiate lungo il corridoio in cabina. Potrebbe anche essere utile mettere in atto alcuni esercizi di stretching, anche questi ad intervalli regolari (e tutto ciò vale soprattutto per chi è conscio di soffrire di problemi di circolazione). Per chi non è avvezzo ai viaggi oltre oceano niente paura: di norma gli aerei che compiono tali tragitti offrono uno spazio maggiore rispetto alle compagnie low cost che siamo abituati a prendere. Anche il cibo ha un ruolo determinante: da privilegiare sono piatti leggeri, facilmente digeribili e assimilabili, ma soprattutto spazio all’acqua. L’idratazione in volo è molto importante, di conseguenza attenzione anche a non esagerare con l’alcool.

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IN FORMA

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Quanto è difficile dormire bene...

ormire tanto in vacanza non ci farà recuperare del sonno perduto durante l’anno. Va detto però che ci farà stare un po’ meglio. E allora nell’ottica del mantenersi in forma assume particolare valore il sonno. A metterci i bastoni fra le ruote ci sono però una serie di fattori che possono portare alla cosiddetta «insonnia situazionale»: coricarsi in una camera nuova, in un letto dove non si è mai dormito, in un luogo che non conosciamo e magari in camera con qualcuno con cui non siamo soliti dormire. Ecco, il nostro cervello e di conseguenza il nostro corpo hanno bisogno di un po’ di tempo per adattarsi all’insolita situazione.

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Possiamo aiutarli creando le condizioni ottimali per il riposo: come il silenzio (quindi chiedete all’hotel una camera situata in un piano alto e lontana da fonti di rumore), verificando prima di coricarsi il cuscino (ed eventualmente spendere tempo per procurarsene uno più idoneo), non andando a dormire subito dopo l’aver cenato. Attenzione inoltre alla temperatura: se possibile, regolatela in modo tale che sia piacevole addormentarsi. Lo stesso vale per le luci, studiate bene le varie combinazioni possibili per l’illuminazione pre-sonno: il relax parte da lì. Ah, in valigia mettete anche dei tappi di lattice: non si sa mai!

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IN FORMA

Rimettersi in forma per l’estate R imettersi in forma per l’estate: un imperativo che ogni anno, puntualmente, torna ad assillarci. Ma non è detto che l’impegno (e lo sforzo) per riuscirci sia tanto faticoso. Innanzitutto, è consigliabile anche durante i mesi invernali non starsene sempre ad impigrire oziando. In questo modo, alla ripresa dell’attività fisica, non ci si ritroverà totalmente… atrofizzati. Ricominciare a far movimento con moderazione è certo un consiglio sempre azzeccato. Vediamo dunque qualche tipo di allenamento. Fra i corsi più gettonati ci sono sicuramente quelli in palestra e che propongono differenti necessità di sforzo e di “resa” in dispendio calorico.

GAG Ovvero Glutei Addominali Gambe: è indicato per la parte inferiore del corpo. E’ molto adatto per le donne che vogliono «bruciare» grasso in determinati punti per riacquistare forme sode e piacevoli. Ecco alcuni facili esercizi: affondi frontali (in piedi, portare una gamba avanti e appoggiarsi a essa, poi ritornare lentamente in posizione eretta e rifare lo stesso con l’altra gamba); Squat (posizione eretta con braccia lungo i fianchi, piegare le gambe portando il corpo verso il basso e poi lentamente tornare in piedi); quindi addominali (sia bassi sia alti). ZUMBA E’ una disciplina costruita miscelando ritmi musicali caraibici a movimenti tipici del fitness e della ginnastica. Per cui, quando si parla di Zumba si fa riferimento ad un mix di ballo e fitness. Grazie a questa miscela esplosiva, lo Zumba consente di allenare tutti i muscoli del corpo e stimola il

sistema cardiovascolare. Per di più, è divertente! I movimenti sono adatti a tutti e si imparano subito (sono piuttosto semplici). Si consiglia abbigliamento colorato e vivace. SPINNING Nato come preparazione in luoghi chiusi per il ciclismo su strada oggi è una disciplina a se stante. Si pratica a varie velocità di pedalata, con sottofondo musicale appropriato (solitamente dance molto ritmata) che accompagna la pedalata. Lezioni faticose da circa 50 minuti. TABATA Dal nome dello studioso giapponese che inventò il metodo negli Anni 90. Si tratta di un sistema di ripetizione, non di un esercizio. Ossia: ciascuno sceglie gli esercizi che più piacciono e nei quali riesce meglio, da fare come prescrive il metodo. Così: 20 secondi di prestazione ultra-intensa (che vuol dire... cuore in gola), seguiti da un recupero di 10 secondi, in un ciclo ripetuto più volte la cui durata totale deve raggiungere i 4 minuti. Infine, ecco quante calorie si bruciano (in media) con ciascuno di questi metodi. Gag 350 Kcal./h., Tabata 600 Kcal/h, Zumba 600 Kcal./h., Spinning 750 Kcal./h. Attenzione però: un’ora di corsa «seria» (abbastanza veloce) all’aperto senza fermarsi riesce a bruciare fino a 900 Kcal.

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SPORT

Più che lo sforzo e la quantità di sedute servono assiduità e un pizzico di cocciutaggine. L’obiettivo? Due corse da 10 km e una nuotata la settimana

Mantenersi tonici con tre allenamenti C orsa e nuoto: due discipline abbastanza semplici da praticare che consentono di tonificare al meglio il proprio corpo. Se poi questi due sport (anche a livello amatoriale) vengono coniugati insieme, è il massimo. Prima di tutto è opportuno recarsi dal medico per richiedere il certificato di idoneità sportiva. Diciamo che per ottenere buoni risultati (e visibili fin da subito) bisognerebbe concentrarsi su tre allenamenti alla settimana. Non consecutivi nei giorni, però, visto che i muscoli e le articolazioni devono avere il tempo (circa 48 ore) per riposare e “crescere” bruciando i grassi. Quindi tre allenamenti con almeno un giorno di stop fra uno e l’altro. Per convenienza si po-

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trebbe scegliere di andare a correre due volte e dedicare al nuoto una sola seduta, visto che la piscina si paga mentre la corsa è gratis. Iniziare con giudizio è sempre un buon consiglio. Chi non ha mai fatto una sgambata oppure arriva da mesi e mesi di “letargo invernale” non si preoccupi: la forma fisica arriva molto in fretta se si è assidui nella pratica sportiva. Per cominciare correre lentamente per 5 km le prime due o tre settimane, senza badare al tempo impiegato. Dopo un mesetto che si corre su questa distanza, e si fatica sudando parecchio, si può pensare di aggiungere chilometraggio (il tempo impiegato resti un contorno da non considerare almeno per il momento). Arriva-

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SPORT

re nel giro di due o tre mesi a correre (lentamente) una decina di chilometri è già un ottimo risultato. A questo punto, raggiunta la soglia dei fatidici 10K, si può cominciare a guardare il cronometro. Torneremo su questo punto. Nel frattempo alternare alla corsa le nuotate in piscina: anche qui cominciare senza fretta, con una quindicina di vasche (corte, da 25 m.) alternando gli stili che più piacciono. L’obiettivo è arrivare a nuotare almeno 40 vasche senza fermarsi ma è già un target importante. All’inizio, pur di arrivare a 40 vasche, concedersi anche più pause per riprender fiato. Quindi, una volta riusciti nel proprio intento, cominciare a “spingere” un po’. Nella corsa diciamo che un buon podista dovrebbe saper correre al ritmo di un chilometro in 4 minuti e 30”. Tuttavia, se non ci si riesce non è un pro-

blema: l’importante è continuare nell’attività ponendosi l’obiettivo. Assumere sempre liquidi durante l’attività fisica. La disidratazione consiste in una perdita dell’1% o più del peso corporeo a seguito di perdita di liquidi. Uno studio condotto dalla Ball State University ha mostrato un calo del 7% in termini di velocità nei runners disidratati di appena il 2% -3%. Meglio bere molta acqua, quindi, durante il giorno anche se non si ha sete. Alla fine dello sforzo, si possono assumere prodotti rigorosamente non-dopanti venduti comunemente nei negozi di articoli sportivi (Enervit, Polase, Gatorade). Evitare l’assunzione di creatina e aminoacidi ramificati: le dosi giuste sono già contenute negli alimenti di una dieta sana ed equilibrata (carne, pasta, riso, frutta e verdura).

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SPORT

Vacanze? Meglio lunghe Studi medici e scientifici recenti asseriscono che le vacanze più sono lunghe e più sono riposanti. L’uovo di Colombo? La scoperta dell’acqua calda? Forse, ma c’è chi continua a pensare che sia meglio «staccare» più spesso e per pochi giorni piuttosto che concedersi ferie lunghe. Invece risultano più proficue due settimane di fila rispetto a due settimane staccate. Durante i primi giorni di stop lavorativo, infatti, le nostre abitudini e il nostro bioritmo rimangono «settati» sul lavoro anche se non stiamo in ufficio o in fabbrica. Dal terzo o quarto giorno in poi la mente si libera completamente e inizia il vero riposo. Ovvio che se, a questo punto, mancano solo due giorni al rientro... è cessato lo scopo. Fra i consigli utili, va ricordato di «scollegarsi» da mail e computer, come pure di evitare l’uso dello smartphone per contatti di lavoro. Insomma... relax e riposo alla fin fine dipendono solo da noi!

I benefici del trekking Attività fisica e benessere: le passeggiate sono un vero toccasana

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lla ricerca del benessere psico-fisico, del wellness e dello star bene con se stessi… La salute passa anche da qui. Adesso che arriva la bella stagione non c’è niente di meglio che un’escursione o una gita in montagna. «Trekking» lo chiamano gli anglofoni, tanto per dare importanza a quella che per noi resta sempre una camminata (meglio se lunga). Per non rischiare l’improvvisazione, che può essere dannosa soprattutto per i neòfiti, è meglio però prendersi alcuni accorgimenti. Primo: preparare bene lo zaino la sera prima così da non avere fretta e distrazioni al mattino dopo. L’attrezzatura è fondamentale: non si può andare in montagna con le infradito, ma è sconsigliabile farlo anche con le scarpe da tennis. Meglio un robusto paio

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di scarponcini, sopra la caviglia per evitare distorsioni e brutte sorprese. Nello zaino vanno messi sempre cerotti, un coltello per ogni evenienza, acqua o té per dissetarsi (qualora non si incontri una fonte lungo il percorso), una salvietta e dei fazzoletti di carta, una maglia di ricambio (faticando si suda) e un piccolo spuntino (frutta secca o cioccolato). L’abbigliamento poi: i pantaloni lunghi e le calze lunghe sono fortemente consigliabili, così come un k-way in caso di pioggia; infine un copricapo (cappellino o bandana) risulta sempre molto utile. Ciò detto, non resta che mettersi in cammino. Conquistare una vetta è un’emozione indescrivibile: ci si sente bene, forti e capaci di qualunque cosa. Anche pronti per il ritorno.


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Estate da nonni

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estate ha il potere di riunire genitori e figli in qualche località turistica, solitamente al mare, per dare loro modo di trascorrere le vacanze insieme ricaricando le batterie dopo un anno di duro lavoro e fatica. Peccato che spesso al periodo di vacanza si accompagni un forte senso di rimorso perché qualcuno della famiglia in realtà non ha potuto aggregarsi: solitamente l’anziana nonna o nonno, che preferiscono restare a casa perché non vogliono cambiare le proprie abitudini, oppure perché non sopportano più le temperature troppo elevate del mare, o la condivisione degli spazi e così via. Come risolvere il problema? Le soluzioni sono a portata di mano. Se il nonno, per esempio, è autosufficiente per verificare che tutto vada bene e per fargli scambiare due chiacchiere con qualcuno durante il periodo di assenza può essere suf-

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ficiente affidarlo a un operatore di assistenza domiciliare. In molte città e paesi, accanto ai servizi a pagamento, sono disponibili anche i volontari di diverse associazioni. Maggiori certezze possono essere garantite dal ricorso a un servizio di badante 24 ore, utile però solo nel caso in cui la persona da assistere non sia autosufficiente. Attenzione, perché se a questo servizio si ricorre solo saltuariamente, sarebbe bene muoversi fin da ora per essere certi di trovare un operatore disponibile nelle date desiderate e non rischiare di restare “scoperti”. Infine, è sempre valida l’opzione di hotel per anziani, case di cura e RSA – Residenze Sanitarie Assistenziali – dove uno staff qualificato potrà prendersi cura del nonno che nel frattempo, se autosufficiente, avrà l’opportunità di trascorrere un gradevole periodo di vacanza circondato da ogni comfort.


ANNI D’ARGENTO

Assistenti domiciliari e strutture specializzate garantiscono servizi qualificati anche 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno Colf e badanti, ecco quanto costano Lo stipendio di colf e badanti deve rispettare i minimi retributivi 2019 previsti dal Contratto Nazionale di Lavoro. Nel dettaglio, una colf con meno di 12 mesi di esperienza impegnata per 54 ore settimanali costa 636,20 euro al mese, un addetto alla compagnia costa 751,88 euro al mese, un col generico polifunzionale costano 809,71. Un assistente a persona autosufficiente costa 867,55 euro, un assistente a persona non autosufficiente non formato 983,22 euro, mentre uno formato 1214,56+171,04 di indennità. Infine, il minimo retributivo per un addetto alla notte è pari a 668,01 euro.

? Lo sapevi che... La persona più longeva in Italia è stata Emma Morano, deceduta a Verbania il 15 aprile 2017 all’età di 117 anni e 137 giorni. Piemontese di Civiasco, era nata il 29 novembre 1899

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Incubo Alzheimer Molecole-killer per combatterlo

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arte dall’Università italiana (per la precisione dalla Bicocca di Milano) la prima grande crociata contro le malattie degenerative che attaccano il nostro sistema nervoso con l’arrivo della Terza età. L’obiettivo degli studiosi: scovare, isolare e brevettare molecole da trasformare in “farmaci spazzini” contro la grande famiglia di circa 30 malattie causate da un deposito anomalo e tossico di proteine che finiscono per soffocare gli organi in cui si accumulano. Fra queste, le disfunzioni più note sono l’Alzheimer e il Parkinson che colpiscono il cervello, ma con loro ce ne sono molte altre, non solo neurologiche. Possono interessare cuore, reni, fegato… trovarle è l’arduo compito dei ricercatori-scienziati Massimo Masserini e Francesca Re: “L’idea che abbiamo portato avanti è stata quella di sviluppare delle nano-particelle che presentano in superficie due strutture che funzionano come chiavi: una per così dire apre la porta passando la barrie-

Il morbo si può prevenire? Ecco come provarci 1 Cibi giusti: basilare l’alimentazione. Per una dieta anti-Alzheimer mangiare frutta secca, soprattutto noci; evitare il fegato; non cucinare in padelle di alluminio. 2 Mente attiva: esercitarsi e impegnarsi. Fare cruciverba e rebus, giocare a carte, ripassare gli studi di gioventù, apprendere una lingua straniera. 3 Niente ozio, il divano è un «nemico». Non trascorrere troppo tempo davanti alla tivù (modalità passiva) e preferire il computer (modalità interattiva); fare attività fisica. 4 Pet-terapy, gli animali come amici. Tenere un cane, occuparsene in modo costante, badare a pesci rossi e/o canarini, fare giardinaggio sono attività molto indicate.

ra encefalica che protegge il cervello,mentre l’altra colpisce il deposito di proteine sbagliate”. Poiché questi aggregati sono formati da tante copie della stressa proteina, che prese singolarmente sono solubili e innocue ma appiccicate in serie formano accumuli tossici, la nano-particella si mette in mezzo e scioglie i legami tra le proteine della placca, che così ritornano solubili e vengono eliminate naturalmente dal nostro corpo. Entro primavera dell’anno prossimo, e comunque per la fine del 2020 quindi, l’Università milanese conta di avere a disposizione una specie di mappa dell’arsenale disponibile con il quale colpire l’insorgenza delle malattie. Soprattutto l’Alzheimer, ma non solo...

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ANIMALI

In vacanza con Fido

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Bisogna accudire gli animali domestici anche nel periodo vacanziero, dedicando loro particolari attenzioni perché si è lontani da casa

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odere della compagnia di un animale domestico significa prendersene cura tutti i giorni. Se non si ha la possibilità o la voglia di affidarli ad amici o parenti, ciò significa anche portarli in vacanza, accudirli durante il nostro periodo di relax. E allora serve mettere in atto dei piccoli accorgimenti per far stare bene il nostro animale anche in un ambiente che non è quello in cui è abituato a vivere, lontano dunque dalla sua (dalla nostra) abitazione. Attenzione al caldo: sì, perché come per anziani e bambini, anche per gli animali domestici servono maggiori precauzioni durante l’estate, specialmente in caso di vacanze marittime. Che cosa rischiano con le elevate temperature? Il caldo eccessivo, abbinato ad alti tassi di umidità, può infatti favorire un colpo di calore o un colpo di sole. E come per noi esseri

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umani anche fra i cani e i gatti i più predisposti a queste problematiche sono i cuccioli, gli animali anziani, quelli obesi e quelli affetti già da malattie cardiocircolatorie e dell’apparato respiratorio. Da evitare dunque una prolungata esposizione diretta ai raggi solari: al di là di situazioni estreme e pericolose (cane legato ad una catena sotto il sole), vanno evitate anche lunghe passeggiate sotto il sole, in particolare nelle ore più roventi della giornata. Se proprio non è possibile farne a meno ricordatevi di fare corpose pause inframezzando il vostro tragitto. Va anche ricordato che i raggi del sole sono dannosi per la pelle di cani e gatti: possono portare alla formazione di ustioni con infiammazioni acute associate a prurito e dolore. Vietato lasciare gli animali in auto,

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ANIMALI

ANIMALI IN VACANZA: COME COMPORTARSI Cosa fare

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• Recarsi dal veterinario prima di partire • Fornirgli la giusta dose di acqua fresca • Portare i documenti necessari • Portare cibo/giochi/farmaci abituali • In spiaggia solo se sussistono condizioni favorevoli

• Esposizione prolungata al sole • Passeggiate troppo lunghe e senza soste • Lasciarli all’interno della vettura in sosta • Farli viaggiare con la testa fuori dal finestrino • Sottoporli a repentini sbalzi di temperatura

nemmeno con i finestrini un poco aperti e nemmeno con la vettura in sosta all’ombra. Di fondamentale importanza è l’acqua fresca: ogni «padrone» ha il dovere di assicurarsi che il proprio animale ne abbia sempre a disposizione, specialmente dopo l’esercizio fisico. E ora una domanda da un milione di dollari: è bene portare i cani in spiaggia? La risposta è sì, però questa opzione va valutata con se-

rietà. Andrà verificata la presenza o meno di una serie di condizioni favorevoli, come la ventilazione o l’ombra per esempio. L’ultimo consiglio anticipa la partenza: circa un paio di settimane prima è opportuno recarsi dal veterinario per far controllare lo stato di salute del vostro animale, segnalando la vostra meta di viaggio e chiedendo indicazioni di comportamento.

Dalla pensione per animali al pet-sitter

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i può scegliere di alloggiare in una struttura pet-friendly, per trascorrere le vacanze con il nostro animale domestico. Oppure è possibile lasciarlo in una pensione, dove lui o lei potranno passare a loro volta un «periodo di ferie» in compagnia di propri simili. Serve però accertarsi di determinati fattori: in primis che la pensione sia autorizzata e che abbia tutti i permessi necessari. Importante è poi capire di quanto personale dispone la pensione, in rapporto al numero di ospiti, quali sono i servizi di sicurezza e di pulizia, la presenza di eventuali impianti

di climatizzazione e di servizi di toelettatura. Inoltre è bene verificare di persona in quale gabbia sarà messo il proprio cane, le sue condizioni e dimensioni. Se vi piange il cuore all’idea di lasciare il vostro animale all’interno di una gabbia, l’alternativa alla pensione è il pet-sitter: ormai questa professione è parecchio diffusa e c’è una folta schiera di professionisti pronti a prendersi cura del vostro animale domestico. In questo modo il cane (o il gatto, ecc.) avrà a disposizione una casa o un giardino in cui muoversi liberamente. Allo stesso tempo potrà continuare a fare le sue passeggiate, a svolgere i suoi giochi senza limitazioni. E i «padroni» potranno conoscere prima il pet-sitter, in modo da capire a chi lasceranno l’amato animale.

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ANIMALI

In viaggio con gli amici a 4 zampe Un check-up dal veterinario, documenti e «bagagli» per i vostri pet

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Lo sapevi che... L’abbandono è un reato punito dal Codice penale: «chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 €»

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rendersi cura dei nostri animali significa anche far sì che il loro viaggio sia confortevole. Non basta pensare alla sistemazione durante le vacanze, ma anche agli spostamenti: perché il luogo di villeggiatura bisogna raggiungerlo, in auto, in aereo, in treno oppure via nave (in questo caso attenzione al mal di mare). Dopo un check-up dal veterinario sarete pronti per partire, ma non bisogna scordarsi di portare con sé i documenti necessari. Ossia libretto sani-

Per chi sceglie di volare Volete viaggiare in aereo senza rinunciare alla compagnia del vostro animale domestico? No problem, parecchie compagnie aeree permettono il trasporto dei nostri amici. Non esistono però regole comuni e ciascun operatore può decidere se e come farli volare. Generalmente cani, gatti e altri animali di piccola taglia, con un peso inferiore ai 10 kg sono ammessi in cabi-

tario debitamente compilato e aggiornato dal proprio veterinario, passaporto (per chi viaggia fuori dai confini italiani), documenti e certificati richiesti dal paese in cui ci si sta recando. Altro memo importante riguarda il «bagaglio» dell’animale: cibo e farmaci abituali, giochi preferiti, indumenti familiari, guinzaglio, museruola, sacchetti igienici e lettiera. Serve ricordarsi di tenere a digiuno l’animale almeno due ore prima di iniziare il viaggio, quindi calcolate bene i tempi. Una volta iniziata l’avventura è fondamentale tenere a portata di mano dell’acqua fresca, inoltre è bene assicurarsi che il pet non sia esposto a repentini cambi di temperatura (occhio all’aria condizionata!). Nel caso in cui il viaggio sia in automobile fate attenzione ad osservare soste regolari, a non percorrere tragitti troppo lunghi senza stop, ad evitare le ore più calde e guidare il più dolcemente possibile, tralasciando accelerazioni e frenate non necessarie. Per ridurre eventuali paure o stress potrebbe anche essere utile associare il viaggio ad un’attività piacevole come un gioco.

na, nel trasportino e infilati sotto al sedile. Abituateli in precedenza ad entrarci e sceglietene uno delle dimensioni giuste, né troppo grande né troppo piccolo, in cui possa comunque mantenere una posizione comoda. Gli animali più grossi dovranno necessariamente viaggiare in stiva pressurizzata. In questo caso è bene consultare un veterinario per eventuali calmanti da somministrargli.


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ALIMENTAZIONE

Niente dieta fai-da-te Meglio affidarsi a professionisti

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eglio le diete fai-da-te o affidarsi ad un esperto del settore? Il dilemma si pone, ma è sempre meglio tener presente che affidarsi a professionisti è di solito la scelta migliore. Per chi vuol perdere peso o raggiungere il proprio peso-forma ci sono alcune dritte da seguire, prima fra tutte l’importanza delle figure professionali di ciascun settore. Il nutrizionista è un biologo regolarmente iscritto all’albo, specializzato in nutrizione umana che può stilare diete per soggetti senza patologie, ma non può effettuare diagnosi o prescrivere farmaci. Il suo compito principale è quello di educare a un’alimentazione sana e programmare menù per asili, scuole, ristoranti, mense. Esperto

di educazione e informazione alimentare, è in grado di analizzare i bisogni degli individui per calcolare una dieta corretta in base alle attività svolte. Per diventare nutrizionista occorre la laurea in Scienze biologiche o in Farmacia; in più è consigliata una specializzazione in Scienza dell’alimentazione. «Nutrizionista» è in Italia un titolo ancora oggetto di discussione. Attualmente esso è associato al laureato che può svolgere la professione di nutrizionista. In Italia si distinguono tre principali categorie professionali che si occupano di alimentazione: dietologo, dietista o nutrizionista a seconda dell’albo professionale cui sono iscritti e al luogo di lavoro in cui svolgono le loro mansioni.

La «ricetta» mediterranea Parola d’ordine: dieta mediterranea. Cosa vuol dire: niente di che, anzi! La cosa più facile del mondo: mangiare in modo equilibrato frutta, verdura, pasta, pesce e carne (poca carne). Tutto qua. Si tratta di un regime alimentare sano ed equilibrato consigliato a qualsiasi età. Pare che i benefici maggiori siano riscontrabili per quanto riguarda la prevenzione delle patologie cardiache e cardiovascolari. Una teoria confermata dai ricercatori dell’Università di Exeter (Inghilterra) che hanno fatto una importante scoperta a livello genetico: la dieta mediterranea rallenta l’invecchiamento del Dna. Per circa 10 anni i ricercatori guidati dal professor David Llewelly hanno monitorato lo stato di salute di circa 5.000 persone concludendo che chi segue la famosa dieta mediterranea aiuta il proprio Dna a restare giovane e sano. L’acqua poi è sempre raccomandata come alimento essenziale da bere in piccole quantità durante tutta la giornata (almeno due litri al dì).

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ALIMENTAZIONE

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hi tiene alla propria salute, al controllo della pressione sanguigna e al giusto apporto organolettico per le cellule del corpo lo sappia fin da subito: il sale va consumato con (molta) moderazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, supportata da un’accurata ed esaustiva ricerca scientifica, ha di recente indicato la soglia che sarebbe meglio non superare: meno di 5 grammi di sale al giorno. Questa quantità, già di per sé allarmante e poco percorribile (5 grammi sono pochissimi nell’arco di un’intera giornata) è attualmente quasi impossibile da rispettare. Ma chi vuol bene al proprio corpo deve rassegnarsi a qualche sacrificio, come mangiare anche un po’ insipido (e alla fine ci si abitua bene). I bene-

fici di una dieta iposodica sono molteplici, legati soprattutto alla diminuzione di sintomi da pressione troppo elevata, che possono portare all’insorgere di patologie gravi. Per questo motivo, molti dietologi raccomandano ai propri pazienti di ridurre o addirittura eliminare il sale dalle proprie ricette. Quest’anno, inoltre, si è deciso di affiancare l’analogo invito a ridurre il consumo di zuccheri. I danni prodotti dall’abuso di sale e di zuccheri si verificano già a partire dall’infanzia e ciò deve indurre a contenere l’abuso dell’una e dell’altra sostanza. Una responsabilità educativa condivisa in pari misura dalle famiglie, dalla scuola e dai medici.

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Alimenti giusti per vivere bene L’

Lo sapevi che... La sorprendente conclusione di uno studio scientifico che ha coinvolto 130 ricercatori di 40 Paesi diversi: mangiar male uccide più del fumo e dell’ipertensione

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uomo è ciò che mangia. Lo teorizzava già il filosofo tedesco Ludovico Feuerbach nel 1800 ponendo le basi del materialismo storico. Oggi questo assioma è dimostrato in un altro campo, quello della scienza medica e della dietologia. Mangiare male uccide più di cattive abitudini come il fumo, e anche più della pressione alta. E’ questa la conclusione di uno studio realizzato da oltre 130 scienziati di quasi 40 Paesi del mondo, coordinati dall’Università di Washington (Usa). Alimentazione e patologie croniche Secondo gli autori, una morte su cinque è riconducibile a un’alimentazione scorretta. Lo studio si è concentrato sui legami fra alimentazione e patologie croniche come malattie cardiovascolari e diabete, indipendentemente dall’associazione tra queste condizioni e l’eccesso di peso. Emerge che un regime alimentare sbagliato è stato responsabile nel 2017 di 11 milioni di morti (contro gli 8 milioni di decessi associati al tabacco e i 10 milioni da ipertensione), pari addirittura al 22% delle morti registrate fra gli adulti. “C’è un bisogno urgente di cambiamenti a vari stadi del ciclo di produzione alimentare - ammoniscono i ricercatori - dalla coltivazione alla

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lavorazione, dall’imballaggio al marketing”. Tra le varie zone del pianeta, è stato il Nordafrica a riportare il più alto tasso di decessi legati all’alimentazione, mentre all’estremo opposto c’è il Giappone. “L’adozione di diete che privilegiano cibi a base di soia, fagioli e altre proteine vegetali potranno avere importanti benefici per la salute sia umana sia dell’ambiente”, sostengono i ricercatori di Harvard. Mentre sale, zuccheri e grassi sono stati al centro del dibattito negli ultimi anni (ormai si sa che è meglio evitare cibi troppo grassi e moderarsi con i dolci), l’analisi indica che i fattori dietetici più a rischio di morte sono un alto apporto di sodio (troppo sale), ma anche il basso consumo di cereali, frutta, verdura e noci. Legumi, verdure e poca carne Quindi secondo questa ricerca scientifica nella nostra dieta dovremmo prevedere un grosso apporto di legumi e verdure, poca carne limitando i condimenti (poco olio e zero burro), privilegiando il consumo di cereali e frutta secca; carboidrati (pasta e pane) nella giusta misura. I dolci? Saltuariamente e in piccole quantità. Associando a questo régime un elevato consumo di acqua naturale e l’astinenza da alcoolici si può ben dire di aver dato una svolta positiva alle proprie abitudini alimentari.

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ALIMENTAZIONE

Il gelato, non solo un dessert

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l gelato è un dolce, buonissimo e gradito a tutti, ma non solo. Chi considera coni e coppette solo alla stregua di semplici dessert ha sbagliato a capire: un bel cono generoso può tranquillamente sostituire il pranzo (anche se magari si arriverà all’ora di cena con un certo… languorino). In Italia il 66% dei consumi riguarda il gelato artigianale e nel nostro Paese sono attive ben 39mila gelaterie (compresi bar e pasticcerie che vendono anche gelato). Sono circa 150mila poi le persone che lavorano nel settore. Inoltre, negli ultimi anni ha preso piede anche una modalità di apertura tipo «franchising» che ha permesso il fiorire di gelaterie un po’ in ogni dove. Ma, visto anche il gran numero di punti vendita, come possiamo distinguere il gelato «buono» da quello un po’... di

I gusti preferiti Quali sono i gusti più gettonati in assoluto nelle gelaterie italiane? Il podio delle preferenze è composto dall’accoppiata classica panna&cioccolato (35% delle ordinazioni), seguita dall’accoppiata nocciola&pistacchio (30%) con al terzo posto stracciatella&tiramisù (24%). Le altre coppie seguono di poco e mischiando i gusti si arriva a percentuali molto vicine a queste tre. Infine, emerge anche che solo il 30% preferisce gelati alla frutta o i sorbetti: la stragrande maggioranza assapora più volentieri i gusti alla crema (anche pistacchio e nocciola però).

corsa? Ecco pochi consigli da tener presente: 1 - Guardiamoci sempre in giro quando entriamo in gelateria. Se vediamo quelle montagne di gelato che strabordano fuori dalle vaschette, vuol dire che qualcosa non va. Quindi niente vaschette strabordanti. 2 - Occhio al colore, che deve essere naturale. Il problema delle colorazioni artificiali riguarda principalmente i gusti di frutta. Quindi giallo fluo per il limone, rosa shock per la fragola, verde brillante per il kiwi sono artificiali. In realtà al naturale il gusto banana è bianco, il kiwi un verdino molle e la fragola rosa pallido. 3 - Assaggiamo. Può sembrare strano ma il gelato non deve essere troppo freddo, né troppo pastoso. Non deve dare quindi in bocca sensazione di un gelo fastidioso né essere difficile da deglutire. 4 - Quando il gelato è industriale tende a perdere le sue qualità, anche se è ben fatto; la presenza di cristalli d’acqua (piccoli ghiacciolini) può essere indice di gelato non fresco. 5 - Il gelato di qualità non fa venire sete. A volte si ha la necessità di bere dopo aver mangiato il gelato, che invece dovrebbe essere rinfrescante e quasi dissetante. Detto questo… buon gelato a tutti!

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DIETA

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Stare bene? Facile, come b Il prezioso liquido è fondamentale per la salute Occorre assumerne il giusto quantitativo

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lla nascita i neonati sono fatti per l’80% d’acqua, in età adulta la percentuale nel corpo cala e si attesta intorno al 60%. E’ evidente allora come, in ogni momento della nostra vita, l’organismo debba sempre disporre di una riserva del prezioso liquido da sfruttare a seconda delle esigenze. Una riserva che si reintegra attraverso l’alimentazione, cioè bevendo il giusto ogni giorno. Di quanta acqua abbiamo bisogno? Più si pratica attività fisica e più il clima intorno a noi si scalda, più il nostro corpo necessita di acqua prevalentemente per tenere costante la temperatura corporea. Anche in alta montagna aumenta il consumo del liquido da parte del corpo. Non solo, l’acqua è anche utile per

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eliminare le scorie accumulatesi negli organi (fegato, reni) nel tempo ed è importante per garantire lo sviluppo muscolare in soggetti che praticano attività fisica. Grazie a essa i tessuti mantengono forma e rigidità, si genera liquido sinoviale che lubrifica le articolazioni, mentre occhi, naso e orecchie restano umidi. Quanta acqua bere Ma quanta acqua bere per stare bene? Gli esperti sostengono che il quantitativo corretto è compreso tra 1,2 e 2 litri al giorno. Attenzione però a ciò che si beve. Le bibite zuccherate, per esempio dovrebbero essere evitate perché determinano un picco


DIETA

glicemico, facendo nascere un falso senso di sazietà che a lungo andare determina cattive abitudini alimentari. Si tratta di un processo dannoso soprattutto per i bambini. Da evitare anche l’acqua troppo fredda durante i pasti perché, oltre a dolori e crampi allo stomaco, può anche dare luogo a problemi digestivi.

te, l’acqua gassata può però creare problemi a chi soffre di gastrite e reflusso gastroesofageo, nonché da chi soffre di ulcere gastriche. L’anidride carbonica con cui si addiziona l’acqua per ottenere le bollicine in sé non fa male, può però determinare gonfiore di stomaco e pancia che a lungo andare diventano fastidiosi.

Acqua gassata, fa bene o fa male?

Bere molto fa bene?

Certo, le bollicine che solleticano il palato bevendo fanno sempre piacere, ma l’acqua gassata fa bene o male alla salute? La risposta è tanto semplice da sembrare banale: si può bere, senza dubbio, ma senza esagerare. In generale ben tollerata da chi è in piena salu-

In realtà bisogna bere il giusto. Esagerando si può rallentare la digestione in quanto si diluiscono i succhi gastrici. Non solo, troppa acqua può provocare un aumento della pressione arteriosa i cui effetti sono notoriamente molto negativi a livello cardiovascolare.

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Lo sapevi che... L’idratazione corretta è alla base del benessere, soprattutto dopo i 55 anni

e bere un bicchiere d’acqua

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Attenzione alle calorie

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e bibite zuccherate tipo Cola contengono circa 150 kcal a lattina; stesse calorie circa si trovano in aranciate e gassose. Sono di poco inferiori, invece, quelle contenute nel tè freddo confezionato. Per quanto riguarda i succhi di frutta, le loro calorie variano dalle 25 kcal alle 60 kcal per 100 ml (mezzo bicchiere). Maggiori, invece, sono le calorie dei nettari di frutta che possono raggiungere anche le 250 a bicchiere! I succhi di frutta inoltre sono anche nutrienti perché contengono sali minerali e vitamine, ma attenzione a non sostituirli completamente alla frutta. Più elevate, infine, sono le calorie di tutte le bevande alcooliche che andrebbero consumate con moderazione e solo saltuariamente e non come sostitutivi dell’acqua. Un bicchiere di vino da pasto ha circa 125 kcal, una lattina di birra circa 100 kcal che salgono a 170 se la birra è a doppio malto.

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Occhio al cibo

DIETA

Il ruolo dell’alimentazione è decisivo: tanta acqua e no agli eccessi

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alimentazione incide tantissimo sulle nostre condizioni fisiche. E molto spesso accade che in vacanza ci si lasci un po’ andare: pasti pesanti e a orari sregolati, cibi grassi, bevande zuccherate, eccesso di alcool e di dolci potrebbero essere all’ordine del giorno. D’altronde come resistere al richiamo enogastronomico delle terre che si vanno a visitare? In ogni caso ci sono dei piccoli accorgimenti che possono aiutarci. Per esempio serve ricordarsi di fare sempre la colazione e più in generale di non saltare mai i pasti. Meglio quindi iniziare la giornata con qualcosa di leggero e sano (come per esempio la frutta). Un’altra costante che ci deve accompagnare perennemente è l’acqua: idratarsi costantemente è fondamentale, anche con succhi di frutta, the o tisane. Gli spuntini invece non sono da evitare: anzi, ben vengano, purché si tratti di frutta, verdura, yogurt e gelato (senza strafare e meglio se artigianale). Certo è che essendo in vacanza qualche sfizio ce lo si può pur concedere: attenzione però a non esagerare con i fritti o con altri piatti zeppi di condimenti. In generale al ristorante vale le regola del piatto unico: avete a disposizione una sola scelta, perciò godetevi un’esperienza culinaria di qualità. Per la serie: meglio puntare sulla qualità che sulla quantità. Se invece trascorrerete un periodo vacanziero in appartamento attenzione alla spesa: scegliete bene le materie prime e pianificate i vostri pasti, in modo tale da non restare sorpresi e cadere in fallo.

5 consigli per l’alimentazione • Non trascurate la colazione (meglio se a base di frutta) • Bevete tanta acqua (ma anche the, tisane, succhi di frutta) • Al ristorante vale la «regola del piatto unico» • Se cucinate voi scegliete materie prime di qualità • Concedetevi pure degli sfizi, ma programmate i pasti

La salute passa dall’agriturismo Ormai quella di organizzare la vacanza in base al cibo è sempre più una tendenza. In particolare sono i giovani a voler sperimentare quella particolare cucina, quel ristorante o prelibatezze da street food. Altro trend che già da qualche tempo si muove a gonfie vele è quello delle vacanze in agriturismo. Località di mare, di montagna o di campagna ormai offrono questo tipo di esperienza, a stretto contatto con la natura. E allora potrebbe essere proprio la soluzione giusta per una villeggiatura all’insegna della salute, dove poter consumare frutta e verdura di stagione, alimenti biologici e a chilometro zero, compresi carne, pesce, formaggio e uova. Quiete e relax faranno il resto, compresi gli ampi spazi solitamente disponibili per svolgere indisturbati attività fisica di qualsiasi tipo, all’aria aperta.

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Lo sapevi che... Condividere i piatti ci aiuta a scoprire al meglio la cucina locale, senza però eccedere nell’alimentazione, specialmente se si tratta di pietanze molto caloriche

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ECOLOGIA E BENESSERE

Piante «spazzine», aria p

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Secondo la NASA, poste in camera da letto, possono anche migliorare la qualità del sonno

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a maggior parte del nostro tempo lo trascorriamo in ambienti chiusi (abitazioni, uffici, negozi) dove spesso per garantire un elevato standard di pulizia e igiene vengono usati in dosi elevate prodotti chimici sotto forma di detergenti e detersivi per pulire, vernici per trattare mobili, deodoranti per ambienti. Queste sostanze, associate a una scarsa ventilazione, a un alto tasso di umidità e a temperature elevate sono tra i maggiori responsabili dell’insorgenza del fenomeno detto “Sick Building Symdrome” (Sindrome da Edificio Malato), termine che viene usato per descrivere situazioni di malessere e fastidi come: mal di testa, nausea, vertigini, fiacchezza, difficoltà a concentrarsi, irritazione a occhi, naso o gola, tosse secca o pruriginosa.

Pitture ecologiche Per cercare di ridurre i fenomeni di degrado degli ambienti chiusi una soluzione semplice e alla portata di tutti c’è: tinteggiare le pareti con “pitture ecologiche”. Esse hanno la capacità di assorbire l’anidride carbonica presente negli ambienti e di catturare e neutralizzare i principali agenti inquinanti presenti quali: Formaldeide, Acetaldeide, Hexaldeide. Gli agenti nocivi, vengono trasformati in sostanze innocue sfruttando le reazioni chimiche innescate da particolari “nano particelle” presenti nelle pitture sotto l’azione dei raggi solari ma anche a contatto con luce solare indiretta e persino con luce artificiale. Questo processo, noto come fotocatalisi, che in


ECOLOGIA E BENESSERE

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natura viene realizzato dalle piante con la fotosintesi clorofilliana, rappresenta una tra le più importanti innovazioni nella lotta quotidiana all’inquinamento. Ultimamente sono stati messi in commercio anche prodotti dove il processo di purificazione non avviene per fotocatalisi, sono pitture anti-inquinamento innovative e particolarmente indicate per le stanze dove soggiornano i bambini in quanto con la loro azione di pulizia dell’aria permettono di ridurre il rischio di allergie e irritazioni infantili. Le pitture ecologiche inoltre possiedono ottime proprietà di traspirabilità e coerenza, sono ecoattive ed autopulenti. Inoltre la trasformazione degli inquinanti in sostanze idrosolubili o minerali inerti, impedisce che le stesse permangano sui muri ed alterino i

colori, garantendo per molto tempo l’aspetto originale dei manufatti. Ulteriore comportamento positivo delle pitture fotocatalitiche è quello legato all’igiene degli ambienti in cui sono applicate: poichè impediscono l’azione di batteri, muffe, funghi ed alghe non permettono, di riflesso, neanche la formazione di odori sgradevoli dovuti al proliferare di questi fattori indesiderati. Piante da interno, valore aggiunto per il benessere Un’altra soluzione, forse più semplice e alla portata di tutti è circondarsi di piante da interno che esercitano un’azione purificante per l’aria. Tra le più comuni e diffuse citiamo: la dracena, il potos, la gerbera, il ficus, l’aloe,

I principali biocontaminanti

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uffe, funghi, alghe e germi sono all’origine di un vastissimo numero di infezioni e infiammazioni. Il loro sviluppo negli ambienti residenziali è condizionato da due fattori principali: il tasso di umidità e la temperatura. Le fonti di emissione di microrganismi sono davvero numerose, tra queste citiamo: • l’uomo e gli animali domestici che producono peli e squame e che favoriscono la proliferazione degli acari; • le piante e i fiori; • i sistemi di riscaldamento dell’acqua, l’aria condizionata, gli umidificatori e i frigoriferi che possono essere contaminati da microbi; • le superfici umide (muri, mobili, indumenti) che possono sviluppare muffe e batteri; • moquette, tappeti, tessuti e materassi: sono i luoghi prediletti dagli acari.

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ECOLOGIA E BENESSERE

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Lo sapevi che... Tra le principali fonti di inquinamento indoor c’è anche l’attività di cottura dei cibi che produce un aumento della concentrazione nell’ambiente di ossido e biossido di azoto (NO e NO2), anidride carbonica (CO2) e monossido di carbonio (CO)

l’anturio, la lingua di suocera e lo spatifillo. Esse sono utili per la salute e il benessere dell’uomo in quanto oltre alla loro funzione ornamentale riescono ad assorbire e ridurre l’inquinamento domestico in maniera naturale. Avere una casa piena di piante è dunque un valore aggiunto per il benessere. Verso la fine degli anni ‘80 la NASA condusse uno studio approfondito (Clean Air Study) sulla capacità delle piante da interno di purificare l’aria. Dalla ricerca emerse un risultato molto interessante: le piante non solo sono in grado attraverso la fotosintesi clorofilliana di assorbire anidride carbonica e di rilasciare ossigeno, ma molte di esse riescono a eliminare tossine e agenti inquinanti. Perfino importanti allergologi, consigliano di tenere in casa almeno una pianta ogni 9 mq di superficie, questo significa che in un normale appartamento da città, si dovrebbe

averne circa una decina per migliorare la salubrità dell’aria. In un ambiente caldo umido come il bagno si consigliano piante tropicali più o meno grandi e orchidee per ridurre gli effetti nocivi dei detersivi, in cucina invece è perfetto il clorofito, magari appeso in un cestello, perché assorbe in grandi quantità l’ossido di carbonio oppure il pothos aureo, un vero e proprio “spazzino” dello smog. In ambienti molto riscaldati e secchi è consigliabile invece la sanseveria o “pianta della nonna”, facile da mantenere e interessante se inserita per esempio in un contenitore originale o in grandi gruppi. Un’altra evidenza riportata dallo studio della NASA è che alcune delle piante antinquinamento, contrariamente a quanto si pensa, possono benissimo essere collocate nelle camere da letto perchè aiutano a migliorare la qualità del sonno. È il caso della gardenia, dell’aloe vera, della pianta ragno, della dracena “Janet Craig” e della lavanda. In ufficio meno stress con “il verde” Il verde fa bene anche nei luoghi di lavoro perché aumenta la qualità della vita e la produttività dei lavoratori. Da recenti studi è emerso che inserire piante in ufficio, aumenta la capacità di apprendimento, abbassa i livelli di stress fisiologico e migliora l’attenzione e il benessere personale generale. Il “falangio” è la pianta migliore per ridurre lo stress da lavoro grazie ad un efficacie filtraggio dell’aria. Si tratta di una pianta originaria dell’Africa Meridionale adatta ad essere coltivata in ambienti chiusi e può essere facilmente posizionata su scaffali alti o in vasi pensili da appendere al soffitto. Anche la melissa è particolarmente indicata in quanto ha la capacità di migliorare l’umore grazie all’aromaterapia e agli olii essenziali presenti nelle sue foglie. È molto resistente e non richiede particolari cure.

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ODONTOIATRIA

Si chiama pedodontista e accompagna i più piccoli nel primo approccio

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Il dentista dei bambini L ? Lo sapevi che... Purtroppo, sempre più spesso la prima visita è anticipata intorno ai 3–4 anni a causa di carie molto profonde e già dolorose a carico dei molaretti da latte

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a pedodonzia è quella branca della odontoiatria moderna che si occupa di curare i problemi di salute a denti e bocca dei bambini dai 3 anni in su. Ecco alcune tra le domande più frequenti che mamma e papà pongono al pedodontista. A che età di solito è consigliabile una prima visita? Normalmente i genitori dovrebbero portare per la prima volta bambini dal dentista intorno ai 5 anni per fargli prendere confidenza con gli strumenti utilizzati (la poltrona, lo specchietto, lo specillo) e man mano mantenere visite costanti ogni 6 mesi durante tutto l’arco della permuta dai denti da latte ai denti permanenti, ossia fino circa ai 12 anni.

E’ possibile gestire un paziente molto piccolo?

Sì, con le stesse tecniche degli adulti e la stessa anestesia a dosaggio più basso. L’unico grosso ostacolo è la collaborazione del paziente che riflette molto lo stato d’animo del genitore. Se quest’ultimo è ansioso, lo sarà anche il piccolo paziente. Durante la prima visita bisogna solo far conoscere gli strumenti e prendere conoscenza del problema. Solo in seconda seduta, si intraprenderà un approccio terapeutico al piccolo da parte del dentista. Cos’è la sedazione cosciente? Consiste in una sedazione ottenuta tramite

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ODONTOIATRIA

una miscela di ossigeno e protossido d’azoto che viene inalata dal paziente. E’ sicura perché la macchina non può erogare una percentuale di ossigeno inferiore al 30% (nell’aria è presente per il 21% ), è totalmente reversibile tanto che in pochi minuti viene smaltita attraverso la respirazione. Il protossido di azoto, agisce sul cervello e rende i cinque sensi meno ricettivi, generando una forte sensazione di tranquillità e benessere, con una amnesia retroattiva. Quali consigli dare ai genitori? Prima di tutto iniziare a lavare i denti appena spuntano con piccoli spazzolini come se fosse un gioco. Limitare il più possibile l’assunzione di zuccheri (per esempio, caramelle) che possono provocare subito gravi stati cariosi come la «carie da biberon» con la perdita precoce di tutti i denti; assumere fluoro dai primi mesi secondo le direttive del pediatra; sottoporre

Qualche consiglio... • Iniziare a lavare i denti appena spuntano • Effettuare fluoroprofilassi e sigillature • Evitare zuccheri e caramelle • Prima visita verso i 5 anni • Visite di controllo ogni 6 mesi i bambini a controlli periodici dal pediatra e poi da un esperto pedodonzista per permettere quella cosa che è ancora sottovalutata: la prevenzione, attraverso la fluoro profilassi e le sigillature.

ODONTOIATRIA PEDIATRICA, LA PAROLA ALL’ESPERTA L’odontoiatria pediatrica o pedodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della prevenzione e della cura dei denti e del cavo orale dei bambini. È estremamente importante che l’approccio sia assolutamente atraumatico per i piccoli pazienti. È altrettanto importante sensibilizzare l‘intera famiglia (genitori, fratelli, nonni o baby sitter) affinché, tramiti consigli alimentari, comportamentali e corrette manovre igieniche, si possa seguire la crescita dei bambini; l’odontoiatra che si dedica alla cura dei denti dei piccoli pazienti deve avere un approccio particolare, in un ambiente sereno ed allegro, in modo che il bimbo viva l’espe-

in modo che il bambino possa distrarsi e al tempo stesso fidarsi dell’operatore. Inoltre abbiamo la possibilità di effettuare le manovre odontoiatriche anche in sedazione cosciente in modo da ridurre l’ansia e avere la massima collaborazione.

BISOGNA CURARE I DENTI DA LATTE?

A sinistra la Dottoressa Simonetta Carzino e, a destra, la Dottoressa Federica Porro, Pedodontista

rienza come un momento positivo. La poltrona dentistica é attrezzata con video che trasmettono cartoni animati

In passato si pensava che non fosse necessario curare i denti da latte perché destinati a cadere. Al contrario è estremamente importante curare i denti decidui sia per insegnare al bambino fin da piccolo ad aver cura di se sia per evitare infezioni a carico del cavo orale.

Ancora più importante è effettuare PREVENZIONE attraverso l’utilizzo di periodiche sedute di fluoro e di lacche che sigillano i solchi. Inoltre la presenza dei denti da latte permette una corretta masticazione e previene l‘insorgenza di malocclusioni dovute alla mancanza di spazio per i denti definitivi; infatti quando un dente da latte viene distrutto da un processo carioso o estratto, i denti adiacenti si spostano, con la conseguente perdita dello spazio necessario all’eruzione ed al corretto posizionamento del dente definitivo corrispondente. Ciò comporta l’insorgenza dell’affollamento degli elementi dentari definitivi.

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ODONTOIATRIA

Lavare i denti 3 volte al giorno La pulizia dei denti va eseguita a casa mediamente 3 volte al giorno, dopo ciascun pasto. Almeno ogni 6 mesi è opportuno recarsi dal dentista per una pulizia professionale, che a differenza di quella domiciliare rimuove il tartaro inevitabilmente accumulatosi tra denti e gengive. Già pochi minuti dopo lo spazzolamento, i denti cominciano a ricoprirsi di una pellicola, composta da uno strato di mucoproteine saliva-

ri. Tale strato viene rapidamente colonizzato dai microorganismi presenti nel cavo orale tra cui streptococchi (gruppi mutans, salivarius, mitis del quale fanno parte anche oralis, sanguinis e gordonii), spirilli, lactobacilli, actinomiceti. Tali batteri si depositano sui denti costituendo la cosiddetta placca batterica che, trascorso un periodo di 8 ore, comincia a solidificarsi e non può più essere rimossa con lo spazzolino.

Apparecchio, denti dritti Intorno ai 7 anni è consigliabile la visita dal dentista che sistemerà eventuali mal posizionamenti

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ortodonzia è riservata prevalentemente a bambini e agli adolescenti. E’ la branca dell’odontoiatria che si dedica alla diagnosi, prevenzione e trattamento delle malformazioni dentali e facciali e alla loro correzione: la pratica ortodontica prevede lo studio, l’applicazione di apparecchiature fisse o mobili e il controllo delle stesse. Sono trattamenti di fondamentale importanza perché i denti posizionati in maniera scorretta possono creare problemi a vari livelli. In primo luogo rendono meno efficace una buona igiene orale provocando la decalcificazione dei denti e problemi di infiammazione alle gengive. Possono inoltre insorgere come conseguenze anche problemi ai muscoli coinvolti nella masticazione. Infine, denti malposizionati rendono meno piacevole il sorriso. Il momento ideale per iniziare il trattamento ortodontico varia molto e dipende dal tipo e dalla gravità del problema. Per questo motivo è importante

effettuare una prima visita mentre i denti definitivi sono in fase di crescita. I dentisti raccomandano che un bambino venga visitato da un ortodontista tra i sei e sette anni; a quest’età i denti definitivi stanno iniziando ad erompere e le strutture ossee hanno ancora un notevole potenziale di crescita. L’ortodontista oggi può ricorrere ad apparecchi tradizionali con attacchi e fili metallici, oppure, in alcuni casi, a mascherine invisibili in silicone. Grazie a esse, portare l’apparecchio è più sopportabile soprattutto dal punto di vista psicologico.


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