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Edizione di BergamoPost
Aut. Tribunale di Bergamo 9/2016
P.I. 30/09/2016
Direttore responsabile: Andrea RossettiBergamo 31/05/2024
Editore: Media(iN) srl - Merate (LC)
Stampa: Cattaneo Paolo Grafiche srl Annone B.za (Lecco)
Pubblicità: Publi (iN) - Bergamo Tel. 039/9989.1
Si ringraziano per il supporto fotografico Atalanta.it, Marco Cerescioli e Michele Maraviglia
Due date tatuate sul cuore, perché noi siamo l’Atalanta
Ormai sono tatuate, quelle due date. 22 maggio 2024, 31 maggio 2024. Inchiostro sul cuore, eterno e inamovibile. Certezze, ancore nei giorni futuri di mare in tempesta. Questione di fede, di amore. Perché il tifo, in fondo, è questo: una storia di fede e amore.
La notte di Dublino e quella dei cinquantamila e più che hanno invaso Bergamo per accompagnare il pullman scoperto dell’Atalanta tra le strade della città non finiranno mai. La storia l’hanno scritta i giocatori sul campo e Gasperini in panchina; Lookman che fa tripletta e Djimsiti e de Roon che alzano la coppa dell’Europa League al cielo. Tutto quello che è venuto dopo, invece, è di più: è leggenda. Qualcosa di talmente grande da non sembrare vero, fatti talmente incredibili e fantastici da meritarsi una dignità oltre il reale. Se vogliamo, un’iperbole della storia.
di Andrea RossettiEcco, quel che è successo all’Atalanta, ma soprattutto a Bergamo e ai bergamaschi, è proprio questo: qualcosa di talmente grande da superare la storia ed entrare nella leggenda.
Tante parole sono state dette e scritte sull’incredibile stagione 2023/2024 della Dea. Anche per questo noi di PrimaBergamo, nell’ormai immancabile e abituale - si tratta dell’ottava edizione - magazine da collezione in cui ripercorriamo insieme le emozioni vissute negli ultimi mesi, abbiamo deciso di lasciare più spazio alle immagini che alle parole. Ma il motivo è anche che risulta difficile riuscire a descrivere la gioia, l’esaltazione, l’estasi che ci hanno regalato i nerazzurri.
Il 22 maggio e il 31 maggio 2024 rappresentano soltanto lo zenit di un viaggio incredibile in cui una squadra di calcio ha preso per mano e guidato decine di migliaia di persone in mondi emotivi finora inesplorati. Come scrive Nick Hornby in quel capolavoro contemporaneo che è Febbre a 90’, il calcio è un contesto in cui “guardare” diventa “fare”. Tifare è faticoso, è un atto spesso corrosivo, certamente energivoro. Per questo ha ragione lo scrittore britannico a dire che, nel momento del trionfo, il piacere non è vero che si irradia dai giocatori verso l’esterno «fino ad arrivare ormai smorzato e fiacco a quelli come noi in cima alle gradinate». La gioia che proviamo in queste occasioni non nasce dalla celebrazione delle fortune altrui, ma dalla celebrazione delle nostre. «Io sono parte del club, come il club è una parte di me», dice Hornby. Ovvero, Bergamo è l’Atalanta e l’Atalanta è Bergamo. Un dogma, per chi ama e tifa la Dea. La vittoria di Dublino è tanto di Ademola, di Teun e di Gian Piero, quanto di ognuno di quei cinquantamila e passa che hanno invaso le strade della città le notti del 22 e del 31 maggio 2024, e di altre migliaia di persone che non hanno potuto esserci fisicamente ma c’erano con la testa e con il cuore. Noi siamo l’Atalanta. Noi siamo leggenda.
Per capire il Fenomeno Atalanta, bisogna partire dal Fattore Percassi
La straordinaria stagione dell’Atalanta non è stata né il frutto del caso né di una fortunata congiuntura astrale. Semmai, il risultato di un lavoro che affonda le radici in quel 4 giugno 2010, quando Antonio Percassi tornò al vertice della società e la trovò in Serie B, gettando le basi della sua ascesa, destinata a diventare irresistibile dal 2016 in poi, l’anno in cui a Bergamo arrivò il signore di Grugliasco che ha cambiato la storia.
Ma su tutto, sopra tutto, ci sono loro, Antonio e Luca. Padre e figlio, l’Atalanta ce l’hanno nel Dna e non è un modo di dire: li abbiamo visti esultare, abbracciarsi, piangere di gioia stravolti dall’emozione, orgogliosi per avere regalato alla nostra gente bergamasca una felicità indicibile, senza limiti e confini, in notti di gloria e di euforia che nessuno dimenticherà mai.
di Xavier Jacobelli
Antonio, Capitan Futuro ante litteram prima che un brutto infortunio lo constringa al ritiro a 25 anni. Inizia così l’altra carriera che lo porta a diventare uno dei più affermati imprenditori italiani, a capo del Gruppo che porta il suo nome. In questa cavalcata europea, Percassi, signore descritto come tetragono ai propri sentimenti, gelosamente custoditi, ha pianto tre volte. A Liverpool, a Marsiglia, a Dublino. E il suo inchino ai tifosi ad Anfield resterà nella memoria.
I bergamaschi apprezzano chi parla con i fatti. Il nuovo Gewiss Stadium sarà la Bombonera della Serie A con 25 mila posti, il museo, bar e ristoranti. Una spesa complessiva di 100 milioni, «un investimento che resterà per sempre il nostro dono a Bergamo e ai bergamaschi». Brillano gli occhi di Luca Percassi, 43 anni, figlio di Antonio, amministratore delegato da quel 2010, autentico regista e indefesso stakanovista dell’Età dell’Oro.
Nella storia dell’Atalanta tutto si tiene, nel nome dei padri e dei figli. Luca, come il papà, è calcisticamente cresciuto a Zingonia. Oggi è uno dei più bravi dirigenti del calcio italiano. Ha firmato l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio; i botti di mercato (l’ultimo si chiama Lookman: pagato 9 milioni due anni fa, oggi ne vale almeno il quintuplo; per non dire di Koopmeiners). E ancora: otto bilanci consecutivi in utile; il varo della seconda squadra che, costruita in meno di un mese nell’estate 2023 con la supervisione del direttore generale Umberto Marino e il lavoro del direttore sportivo Fabio Gatti, sotto la guida di Francesco Modesto è arrivata sino ai play-off nazionali di Serie C; la partnership con Stephen Pagliuca, presidente di Bain Capital, comproprietario dei Boston Celtics, che a Dublino impazzisce.
Ecco, per capire il Fenomeno Atalanta, bisogna partire dal Fattore Percassi. Il resto è storia.
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BERGAMOIl segreto è il lavoro. Soprattutto nei momenti difficili
Ho visto dal vivo 55 partite su 56 dell’Atalanta più bella di sempre. La Dea 2023/24 l’ho seguita praticamente ovunque, solo un’indisposizione non mi ha permesso di essere a Lecce (avrei rischiato Dublino…), ma posso dire che ci sono stato sempre.
Quando il direttore mi ha chiesto un pezzo di campo, un pezzo dalla prima linea, il punto di vista di chi ha sentito sulla pelle vittorie e sconfitte, trionfi e delusioni (pochissime) di questa incredibile annata, mi sono chiesto come potessi trasmettere qualcosa di nuovo a chi legge. Non è stato semplice, ma alla fine ho scelto: i momenti difficili.
di Fabio Gennari
Dicono che nelle situazioni più complicate ci sono sempre e solo due strade. Una ti porta alla resa: alzi le mani e smetti di provarci. L’altra è quella che ti fa rialzare la testa anche quando tutto sembra nero. Buio. Finito. Siamo bergamaschi, sappiamo bene che dopo la tempesta più brutta splende sempre il sole e da queste parti siamo consapevoli di quanto il lavoro, il sudore, la voglia di farcela ti permettono di uscire da ogni difficoltà. Di superare ogni ostacolo.
L’Atalanta che ha vinto a Lisbona aveva perso a Frosinone, quella che ha superato all’ultimo respiro il Milan aveva ceduto di schianto per 3-0 sul campo del Torino. E ancora: la Dea del 3-0 ad Anfield, quattro giorni prima aveva perso a Cagliari. Quella che ha illuminato di nerazzurro il cielo sopra Dublino, una settimana prima non era quasi scesa in campo contro la Juventus, in finale di Coppa Italia. Dai gradoni, nelle stazioni o in aeroporto, le chiacchiere con i colleghi e amici che hanno accompagnato ogni viaggio erano sempre animate da emozioni contrastanti. La preoccupazione per un possibile tonfo era vera, palpabile, forte.
Le grandi vittorie ce le ricordiamo tutti, ma è la capacità di analizzare i momenti difficili, comprendere che solo con il lavoro puoi rialzare la testa, che ti fa andare avanti. «Non eravamo i più forti, siamo stati però i più bravi», ha detto mister Gasperini commentando il trionfo in Europa League. Quelle stesse parole valgono anche per la cavalcata in campionato e il quarto posto finale. Ma pure per quanto fatto in Coppa Italia, al netto di Roma.
Il privilegio di poter raccontare una stagione simile merita tanti grazie. A chi mi permette di fare questo splendido lavoro, a chi in famiglia mi sopporta e mi supporta anche quando viaggi e impegni tolgono tempo prezioso (Sara, Federica, Martina: siete uniche), ma anche a chi ogni giorno sceglie primabergamo.it per sapere cosa succede nel Mondo Atalanta. E poi al gruppo, allo staff, alla società nerazzurra: avete fatto qualcosa che ci resterà dentro, nel cuore. Per tutta la vita.
Il successo dell’Under 23, oltre ogni pronostico.
E trainato da un sogno
Al momento dell’annuncio della creazione di una seconda squadra atalantina, aleggiava una certa perplessità. Una rosa creata da zero, composta per lo più da giovani, molti al debutto assoluto tra i professionisti. Il timore era che l’Under 23 potesse trasformarsi in una “trappola” per questi ragazzi, un limbo senza concrete possibilità di sbocciare. Eppure, dopo questa straordinaria annata, possiamo affermare con assoluta certezza che è stato un trionfo sotto ogni punto di vista. La crescita individuale e collettiva di questi ragazzi è stata impressionante e vale, per la società, quanto un successo della prima squadra. Dirlo quest’anno, dopo tutte le gioie che ci hanno regalato Gasp e i suoi, pare blasfemo. Ma è così.
Partita dopo partita, abbiamo visto i giovani dell’U23 maturare e acquisire consapevolezza nei propri mezzi. Mister Modesto ha saputo valorizzare sia il talento dei singoli che quello dell’intero gruppo e, sebbene le difficoltà non siano mancate, sono sempre state affrontate a testa alta, a testimonianza del carattere di questo collettivo. Nonostante la rosa forse troppo ampia, a causa di alcuni infortuni è stato possibile dare spazio a tutti, compresi i ragazzi promossi dalla Primavera come Comi e Vlahovic, bravi a cogliere l’occasione dimostrando di essere all’altezza di un contesto professionistico.
L’inesperienza era forse l’ostacolo che più si temeva: in molti credevano che i ragazzi avrebbero faticato ad affrontare quelle partite in cui il talento, da solo, non basta. Eppure, col passare delle giornate, la squadra ha saputo crescere sotto ogni aspetto, acquisendo personalità, malizia e tutto ciò che solo il campo può insegnare. Il vivaio nerazzurro può essere fiero dei propri gioielli, capaci di brillare anche in un contesto nuovo e impegnativo come quello dell’Under 23.
Encomi vanno rivolti in particolare al direttore sportivo Fabio Gatti. I suoi innesti, specialmente quelli del mercato invernale, si sono rivelati i tasselli perfetti per completare un quadro già ideale, integrandosi alla perfezione nel collaudato gioco di Modesto. All’interno di questo contesto, persino elementi che sembravano essersi smarriti dopo esperienze opache in prestito hanno avuto modo di emergere e rilanciarsi.
E mentre questi promettenti talenti sgomitavano per mettersi in mostra, gli occhi vigili di Gasperini erano puntati su di loro. Tanti hanno ricevuto la fatidica chiamata in prima squadra, alcuni persino l’emozione dell’esordio in Europa. Perché serate come quella di Częstochowa rappresentano l’apice di un percorso portato avanti magistralmente dalla Dea a ogni livello del settore giovanile, dai Pulcini alla Primavera, fino alla nuova Under 23. Il sogno che si avvera: indossare la gloriosa maglia nerazzurra.
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22 maggio 2024 SIAMO LEGGENDA
Lo storico cammino in Europa League
CLASSIFICA MINUTI GIOCATI
Juan Musso: 1.158’ (12 presenze su 13)
Berat Djimsiti: 1.117’ (12 presenze su 13)
Marten de Roon: 1.030’ (11 presenze su 13)
Teun Koopmeiners: 984’ (12 presenze su 13)
Ederson: 978’ (12 presenze su 13)
Matteo Ruggeri: 930’ (10 presenze su 13)
Davide Zappacosta: 768’ (11 presenze su 13)
Ademola Lookman: 757’ (11 presenze su 13)
CLASSIFICA MARCATORI
Sead Kolasinac: 736’ (9 presenze su 13)
Gianluca Scamacca: 729’ (11 presenze su 13)
Charles De Ketelaere: 645’ (11 presenze su 13)
Isak Hien: 526’ (6 presenze su 13)
Giorgio Scalvini: 513’ (8 presenze su 13)
Mario Pasalic: 483’ (11 presenze su 13)
Aleksey Miranchuk: 441’ (10 presenze su 13
Emil Holm: 334’ (7 presenze su 13)
1-1
Atalanta-Marsiglia 3-0 FINALE Atalanta-Bayer Leverkusen 3-0
Rafael Toloi: 323’ (5 presenze su 13)
Hans Hateboer: 313’ (7 presenze su 13)
Luis Muriel: 287’ (5 presenze su 13)
Mitchel Bakker: 169’ (5 presenze su 13)
GANDINO
VENERDÌ 5 LUGLIO 2024 ORE 20.30
LA CORSA DELLE UOVA
UNICA E INIMITABILE A SEGUIRE: UOVA SODE, FRITTATA E NOTTE BIANCA
Girone di qualificazione
ATALANTA 2
RAKOW 0
21 settembre 2024
Girone di qualificazione
RAKOW 0
ATALANTA 4
14 dicembre 2024
Girone di qualificazione
STURM GRAZ 2
2 26 ottobre 2023
Girone di qualificazione
1
STURM GRAZ 0 9 novembre 2023
Party Planner
RISULTATI
OTTAVI Atalanta-Sassuolo 3-1
QUARTI Milan-Atalanta 1-2
SEMIFINALI Fiorentina-Atalanta 1-0
Atalanta-Fiorentina 4-1
FINALE Atalanta-Juventus 0-1
CLASSIFICA MARCATORI
Teun Koopmeiners: 3
Charles De Ketelaere: 2
Mario Pasalic: 1
Aleksey Miranchuk: 1
Gianluca Scamacca: 1
Ademola Lookman: 1
CLASSIFICA MINUTI GIOCATI
Berat Djimsiti: 450’ (5 partite su 5)
Ederson: 384’ (5 partite su 5)
Marten de Roon: 377’ (5 partite su 5)
Teun Koopmeiners: 372’ (5 partite su 5)
Marco Carnesecchi: 360’ (4 partite su 5)
Sead Kolasinac: 331’ (4 partite su 5)
Matteo Ruggeri: 318’ (4 partite su 5)
Charles De Ketelaere: 287’ (4 partite su 5)
Aleksey Miranchuk: 269’ (5 partite su 5)
Emil Holm: 269’ (3 partite su 5)
Mario Pasalic: 246’ (5 partite su 5)
Isak Hien: 243’ (4 partite su 5)
Davide Zappacosta: 235’ (4 partite su 5)
Giorgio Scalvini: 191’ (3 partite su 5)
Ademola Lookman: 188’ (3 partite su 5)
Gianluca Scamacca: 162’ (4 partite su 5)
Juan Musso: 90’ (1 partita su 5)
La prima stagione dell’Atalanta U23
I sei talenti dell’U23
I ragazzi che più hanno brillato nella prima stagione in Serie C
Manu Emmanuel Gyabuaa
NATO IL: 21 settembre 2001
NAZIONALITÀ: Italia-Ghana
POSIZIONE: centrocampista
Vanja Vlahovic
NATO IL: 23 marzo 2004
NAZIONALITÀ: Serbia
POSIZIONE: attaccante
Moustapha Cisse
NATO IL: 14 settembre 2003
NAZIONALITÀ: Guinea
POSIZIONE: attaccante
Paolo Vismara
NATO IL: 28 marzo 2003
NAZIONALITÀ: Italia
POSIZIONE: portiere
Leonardo Mendicino
NATO IL: 25 giugno 2006
NAZIONALITÀ: Italia
POSIZIONE: centrocampista
Marco Palestra
NATO IL: 3 marzo 2005
NAZIONALITÀ: Italia
POSIZIONE: terzino destro