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La vittoria rossa sarebbe il modo migliore per festeggiare i 100 anni di Monza

Nell’anno del suo Centenario (che troverà spazio da noi in un apposito Speciale in edicola fra due settimane) Monza torna a riconsegnare il proprio autodromo ai tifosi della Formula 1 dopo due anni, d’inferno il primo con l’assenza del pubblico, e di purgatorio il secondo con meno della metà dei posti disponibili occupati. Questa volta è diverso, ma il Centenario centra poco. Gli appassionati hanno fatto la fila, in Italia come negli altri impianti, per poter seguire dal vivo una Formula 1 che sta diventando ogni giorno sempre più attraente, soprattutto per le generazioni più giovani, quelle che addirittura non hanno idea di cosa sia stata l’era Schumacher.

Il Mondiale che sbarca in Brianza, al di là di come è andata nella trasferta in Benelux delle due settimane che la precedono, ci consegna una Ferrari pronta per tornare protagonista sulla pista di casa. Tre anni dopo la vittoria nel Gran Premio d’Italia Charles Leclerc può tentare il bis e togliere dalle favorite mani di Max Verstappen la sua prima coppa monzese. Sarà decisivo per il principino monegasco ottenere questo risultato che, oltre a incrementare il prestigio dell’ancor giovane carriera, gli lascerebbe aperte le chance di rincorrere l’olandese nella sfida finale al titolo di Campione del mondo. Per restare in tema di Campioni del mondo sarà un bel tuffo nel passato, per chi sarà a bordo pista, poter rivedere a cinquant’anni esatti da quel 10 settembre sfilare la Lotus nera con eleganti filetti d’oro nelle mani di Emerson Fittipaldi. Nel 1972 il brasiliano ha vinto insieme gran premio e titolo, e ora saluta con una parata al giorno un autodromo a lui tanto caro. Restiamo ancora in tema di ex piloti che a Monza hanno corso la gara più importante. Per PierLuigi Martini Monza è un luogo speciale, e confrontarsi con un pilota che aveva ancora tre pedali in macchina e il cambio manuale è sempre interessante, utile per capire i pensieri che passano nelal testa di un uomo che sfida uomini come lui a trecento all’ora. Ieri come oggi.

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