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Leclerc deve tenere aperto il sogno

Monza accoglie ancora una volta speranzosa la Formula 1. Per l’Autodromo Nazionale è un periodo speciale, contenente una ricorrenza da festeggiare che gli ricorda di avere esattamente un secolo di vita. Cento stagioni fra alti e bassi, problemi e successi, per comporre cento pagine di un volume che non è ancora arrivato all’indice, quell’elenco che a volte, chissà perché, si trova in fondo al libro quasi a testimoniare che non c’è più nulla da dire, non esistono più parole da scrivere. Per Monza invece, almeno fino a prova contraria, di giornate da vivere, gare da organizzare, campioni da osannare, ce ne saranno per un po’ di tempo. Però, giusto per riportarci al senso di questo Speciale sul Gran Premio d’Italia nell’Anno del Signore 2022, dell’Autodromo di Monza e della sua inimitabile storia ne tratteremo fra un paio di settimane con un apposito inserto. Per cui, ora torniamo a questo imminente fine settimana dalla connotazione mondiale.

Il Campionato che arriva a Monza direttamente dal Benelux, dove in queste domeniche i venti piloti ritenuti i migliori al mondo (non sempre è vero…) si sono sfidati sui tracciati di Spa-Francorchamps in Belgio e Zandvoort in Olanda, è ancora lontano dall’avere un dominatore unico, l’uomo che a metà stagione ha già chiuso i giochi e annichilito la concorrenza. Qualcuno potrebbe pensare che invece esista, e si chiami Max Verstappen. Ci sta pensarlo, non fosse altro per la maturità dimostrata quando sulla sua monoposto hanno finalmente applicato l’adesivo con il numero 1 di Campione del mondo. Ma gli stessi convinti oggi di una sua certa riconquista del titolo se rileggessero bene a fondo come sono andate le cose, almeno fino alla sosta estiva, si renderebbero conto che non sarà comunque facile per l’Olandese Volante cantare vittoria a fine anno. Questo perché se dodici mesi fa con lui c’era un fuoriclasse che rispondeva al nome di Lewis Hamilton a darsele contro su tutte le piste della Terra, e proprio a Monza abbiamo visto che la frase non è solo un eufemismo, ora la rivalità con chi potrebbe portargli lo scettro di Campione del mondo è meno sentita ma non

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Il bis italiano

All’inizio degli anni Ottanta era cominciato il fortunato periodo per l’Italia di ospitare due gran premi nello stesso Campionato. Fino al 2006 generalmente Imola apriva la stagione europea in primavera, e Monza la chiudeva a metà settembre. In questo 2022, al di là dell’anno passato condizionato dall’emergenza pandemica, l’accoppiata è tornata in vita e tutti speriamo che si possa ripetere per tanto tempo. Inutile illuderci perché i messaggi che arrivano dai padroni del vapore di Liberty Media dicono che gli stessi potrebbero ribaltare la situazione in un amen. Noi comunque, pur essendo di parte, facciamo il tifo per tutte e due.

meno intensa, più agonistica che muscolare e verbale della precedente.

Ci riferiamo, inutile nasconderlo con lunghi giri di parole, a Charles Leclerc come l’unico che ha le possibilità, e se vogliamo anche le qualità, per fermare la cavalcata vincente numero 2 di SuperMax. Il monegasco, è vero, è incappato in più giornate dove qualcosa girava comunque storto che non in tanto sospirate domeniche di festa completa. A volte c’ha messo del suo a mandare all’aria piani gioiosi, a volte ci ha pensato la squadra a fargli girare gli zebedei, cosa che peraltro in tempi passati ha già riguardato ex ferraristi come Schumacher, Alonso e Vettel. Tre nomi non scelti a caso, sia perché sono tra i cinque piloti con il maggior numero di vittorie in Rosso, ma soprattutto sono gente che il titolo non l’ha vinto solo una volta, magari per caso più che per merito.

Ora, non è automatico che il principino monegasco riesca a ripetere le gesta vittoriose di questi tre solo perché corre con la Ferrari. Anzi, proprio l’esser stato iscritto agli ultimi due Mondiali agli ordini della Scuderia con sede a Maranello non l’ha aiutato. Colpe non sue hanno gettato un’ombra immeritevole sui risultati di uno dei migliori piloti in circolazione. Per cui, per chiudere il paragrafo Leclerc, ci piace immaginare che in queste due stagioni abbia corso in un altro campionato, che si sia eclissato per non far sbiadire un talento cristallino. E questo ciò che pensano i tifosi della Nazionale italiana da corsa, che il tutto sia rimasto fermo alla domenica di settembre, in questo caso Anno del Signore 2019, quando per l’ultima volta un uomo in Rosso si è alzato più in alto di tutti sul cielo di Monza.

Detto del paragrafo Leclerc, il capitolo Ferrari ne contiene un altro, altrettanto degno d’attenzione. Carlos Sainz junior, dopo una stagione condizionata da una monoposto in difficoltà, in questi mesi ha dimostrato di non esser considerato solo lo scudiero di comodo. I tempi sul giro secco, le prestazioni in gara, se vogliamo anche l’attitudine a fare squadra, ci hanno presentato un pilota diverso, più forte della nomea che lo ha portato in Ferrari come “raccomandato”, come se a Maranello oggi abbiano bisogno di un uomo scelto da altri. Lo spagnolo invece sta scardinando questo pregiudizio, cercando di far capire che lui le qualità per far puntare gli allibratori sul suo nome le ha ben chiare e che quindi lo capiscano anche gli altri. Per fare un paragone con il calcio lui si sente più importante della “seconda punta”, chiamata a segnare nel caso la prima non ci riesca. Certo le prossime gare potrebbero metterlo nella condizione di doverla fare suo malgrado, a tutto vantaggio della rincorsa di Leclerc al titolo iridato. Ma questo non sminuirebbe in ogni caso il suo valore.

Toccati i tre nomi che a nostro parere hanno la maggioranza degli exit poll per la vittoria nel Gran Premio d’Italia, non vanno dimenticati gli altri, non fosse altro che lo stesso ricordo delle ultime tre edizioni ci hanno lasciato in eredità altrettante vittorie di candidati che poco prima di scattare verso la prima variante non erano certo in testa ai sondaggi. Quindi non sottovalutiamo il secondo pilota Red Bull, questa sì che è una gerarchia ben definita, perché Sergio Pérez se ne ha l’occasione la sfrutta e sale di un gradino quello stesso podio che lo ha visto secondo ben dieci anni fa. A nostro avviso è l’unico a poter sfidare apertamente i tre dell’Ave Maria (Verstappen, Leclerc e Sainz jr.) per portarsi a casa la coppa monzese. Qualcuno, giustamente, potrebbe sollevare il dubbio che anche la Mercedes ha i titoli per sfidare quasi alla pari il duo Red Bull-Ferrari. Non sarebbe corretto in effetti ritenere i piloti di Toto Wolff dei semplici outsider sullo Stradale di Monza che possano ritrovarsi la vittoria in mano, com’è successo nelle ultime due occasioni, senza colpo ferire. Però, oltre a non aver vinto ancora nessuna gran premio (stiamo scrivendo prima di quello olandese, ndr), a conti fatti non c’è mai stata occasione in cui comunque lo meritassero nonostante il gran numero di podi conquistati. All’interno degli altri quattordici piloti sparsi equamente nelle restanti sette squadre può annidarsi il vincitore di Monza 2022, e nel caso ci farebbe piacere per un certo verso perché è sempre stimolante raccontare di quando il piccolo Davide ha battuto il gigante Golia. Ma la storia delle corse di queste storie ne mette in campo una ogni tanto e, proprio perché siamo a Monza, dopo due anni i tifosi Ferrari vorrebbero che tornasse a vincere uno dei favoriti. Purché vesta di Rosso.

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