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Non è bello vedere il nome WILLIAMS dietro tutti gli altri

Per la Cenerentola attuale della Formula 1 c’è stato un periodo, fra l’altro nemmeno breve, in cui vestiva i panni della Principessa. Tempi lontani, pieni di vittorie e titoli. Tempi quando il tutto era saldamente in mano a Sir Frank Williams, quel piccolo grande uomo che ci ha lasciati nel novembre scorso, quando oramai il team che continuava ancora a portare il suo nome era già finito in mani americane. Ecco, forse questo bisognerebbe fare, cambiargli il nome. Renderebbe giustizia ad uno dei più famosi Costruttori della Formula 1. Basterebbe, come detto, mettere al posto della scritta Williams magari l’anonima sigla del fondo che ne detiene la proprietà. Intanto, almeno in pista, i due piloti fanno quello che possono. Il canadese Nicolas Latifi, che detiene anche alcune delle azioni del capitale societario, non è ancora riuscito a incidere e per lui Monza fino ad oggi ha voluto dire essere il primo dei piloti fuori dai punti nelle uniche due volte che ha corso il gran premio.

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Il thailandese nato e cresciuto a Londra Alexander Albon invece, almeno quando ha corso con la Red Bull, qualcosa di buono ha fatto vedere, ad esempio sfiorando la Q3 in Austria e andando a punti in due occasioni prima della sosta. Ora, dopo un anno di esilio nel DTM, torna a Monza dove lo scorso anno con la Ferrari 488 marchiata Red Bull è salito sul podio in gara1, cercando di riconquistare la fiducia del team austriaco che lo ha fatto entrare in Formula 1 ma che difficilmente in futuro lo rimetterà al volante di una delle migliori monoposto del Mondiale.

In alto e a lato, Alexander Albon

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