New Demo Magazine - Ottobre 2013

Page 1

IL NUOVO MENSILE DI INFORMAZIONE GRATUITA / n. 24 OTTOBRE 2013

 Focus On

SIRIA. LO SPETTRO DI UNA GUERRA GLOBALE Il punto di vista di Pino Scaccia, giornalista e cronista di guerra inviato del TG1

 People

SOGNO AZZURRO

Il brindisino Marco Esposito nello staff della nazionale all'Eurobasket 2013

 Outside

SALENTO FUN PARK

La Mesagne creativa

FLAVIA

Sfoglia Demo Magazine sul tuo smartphone

PENNETTA “La passione per lo sport mi ha portato lontano”





Sommario

#24

IN QUESTO NUMERO

Focus On

Pagina 8 / Interview

16

PAG

FLAVIA PENNETTA. LA PASSIONE PER LO SPORT MI HA PORTATO LONTANO

Pagina 12 / Focus On SIRI, LO SPETTRO DI UNA GUERRA GLOBALE

PER UN PUGNO DI TANICHE

La corsa Shell(erata) al petrolio

IL SOGNO AZZURRO Il brindisino Marco Esposito nello staff dell'Eurobasket 2013 People

31

PAG

Pagina 23 / Sicurezza Stradale COME FUNZIONA UN PNEUMATICO INVERNALE?

Pagina 37 / People RINO GAETANO, IL FIGLIO UNICO DELLA MUSICA ITALIANA

Pagina 38 / Libere Riflessioni BAMBINI, POESIE E VIDEOGAMES E… PARLIAMO TANTO DI ME

Pagina 40 / Contemporary D'IO, STRATEGIE DEL PROCESSO CREATIVO

Pagina 44 / Society L'UNIVERSO CONDOMINIO, INSIEME PER INFORMARE

IL VIAGGIO DELLA VITA

La nascita di un bambino

Sport

42

PAG

Leggi il nuovo Demo Magazine anche su www.issuu.com/newdemomagazine



Fuori dalle righe

Editoriale di Agnese Poci / Direttore DemoMagazine

C

arissime lettrici e carissimi lettori di Demo Mag, voglio ancora una volta ringraziarvi per l'attenzione che riponete verso la rivista, sebbene siate tutti impegnati tra mille cose da fare. Ogni vostro suggerimento è per noi spunto di riflessione per crescere ed andare sempre più incontro alle vostre esigenze. Leggere è da sempre una mia passione e in un periodo in cui questo sembra rappresentare un lusso per molti, anche un periodico a distribuzione gratuita deve farsi veicolo di conoscenza ed informazione. Per questo motivo in questo numero abbiamo il piacere e l'onore di ospitare, fra le nostre pagine, il giornalista e già cronista di guerra Pino Scaccia, che ha accettato di entrare a far parte della nostra redazione, in continua crescita. Attraverso le sue parole conosceremo nel dettaglio la delicata situazione che vive la Siria in questo momento: uno sguardo attento, quello di Scaccia, che personalmente non smetterò mai di ringraziare. All'interno di questo numero, troverete un interessante articolo di Antonio Scoditti sulle trivellazioni nell'Adriatico e le riflessioni di Valeria Morleo a conclusione dell'evento “Estate rosa”, che ha toccato numerose località della Puglia, per promuovere l'inserimento economico delle donne nel tessuto sociale. Cristina Mignogna, invece, ha raccolto le impressioni a caldo di Marco Esposito, brindisino doc che ha accompagnato come membro dello staff la Nazionale di pallacanestro ai Campionati Europei in Slovenia. Con Federico Micelli, invece, l'attenzione si sposta sui buoni esempi di crescita sviluppati dai giovani: occhi puntati, quindi, sul Salento Fun Park, che a Mesagne rappresenta ormai una consolidata realtà che continua a creare spazi di aggregazione per i giovani. Alle consuete pagine dedicate a Cinescript, alle libere riflessioni di Ferdinando Sallustio, alla salute con Ivaldo Penta, alla rubrica di arte curata da Alessandro Passaro, ecco che in questo numero compaiono “Storie di Artisti”, spazio dedicato ai più grandi cantautori della musica italiana ed internazionale, e “Regole e Leggi”, rubrica curata dalla Dott.ssa Maria Concetta Volpe e dall'Avv. Paola Campana, sorridenti new entries che daranno i loro consigli a chi, spesso, si imbatte in delicate questioni condominiali. La Cover story di questo numero è dedicata alla bellissima e grintosa Flavia Pennetta, tennista brindisina ormai punto di riferimento per giovanissime atlete che, come lei da piccola, sognano di entrare a far parte delle maggiori stelle dello sport mondiale. Buona lettura!

DEMO MAGAZINE

7


INTERVIEW

8

DEMO MAGAZINE


INTERVIEW

"La passione per lo sport mi ha portato lontano"

FLAVIA di Agnese Poci

É

partita dalla sua città natale, Brindisi, per solcare i campi da gioco di ogni angolo del pianeta. Sacca in spalla e racchetta accordata, Flavia Pennetta è una delle sportive italiane più apprezzate ed acclamate sul suolo italico e a livello internazionale. Bandiera indiscussa della Brindisi che si impegna e dà ottimi risultati, Flavia Pennetta ha risposto alle nostre domande, nelle pause del torneo in cui sta gareggiando a Singapore, che il prossimo anno ospiterà il WTA Championship. La tennista brindisina, quindi, racconta ai lettori di Demo Magazine i suoi esordi in questo appassionante sport, compresi i momenti bui della sua carriera. Senza tralasciare, però, il suo essere donna, attenta al mondo che la circonda: una sportiva, Flavia, che ha prestato il suo volto a numerose campagne di sensibilizzazione: dall'Avis all'Airc, la sua attenzione è sempre stata alta verso le tematiche che legano lo sport ad uno stile di vita sano.

DEMO MAGAZINE

9



INTERVIEW

Flavia, i tuoi esordi nel mondo del tennis sono intrecciati alla storia del tennis brindisino. La stoffa della sportiva è emersa già negli anni dei tornei giovanili. «Nella mia famiglia tutti hanno giocato a tennis, quindi era naturale che prendessi in mano la racchetta anch’io. Comunque, sono da sempre una sportiva: nella mia vita ho fatto danza, pallacanestro e pallavolo con la scuola, atletica, sci, nuoto, più o meno di tutto. Ma devo ammettere che il tennis era la cosa che mi riusciva meglio e che mi piaceva più fare». Dal 2000 risulti nella categoria dei professionisti. A soli 18 anni hai dovuto sfidare nuovi limiti e guardare verso nuovi traguardi. Con quale spirito? «Da piccola ho viaggiato molto con i miei genitori, per cui l’idea di star lontano da casa non mi ha mai spaventata. Ho imparato da subito a confrontarmi con i miei coetanei che avevano fatto le mie stesse scelte, ma è stata la passione per questo sport che mi ha portato tanto lontano, più di quanto avrei mai immaginato». Nella tua carriera, come in quella di ogni sportivo, si sono alternati momenti positivi a fasi poco brillanti. Come si superano avversità del genere? «Le difficoltà che incontra uno sportivo non sono diverse da quelle che affronta una qualsiasi persona nella propria vita. Per crescere e migliorarti, devi sempre guardare avanti e trovare dentro di te la forza di superare le difficoltà, le delusioni, i malanni in cui puoi incorrere. L’affetto della famiglia e degli amici poi, in particolar modo, è fondamentale». Gli ultimi 5 anni sono stati, per il tuo percorso formativo e sportivo, molto importanti. In molte occasioni, hai conquistato vittorie prestigiose anche grazie alle tue colleghe. Com'è il rapporto tra le tenniste azzurre? «Il momento più speciale della mia carriera è stato nell’agosto del 2009, quando sono entrata nelle prime 10 giocatrici al mondo, ma ho tanti momenti belli che ricordo con gioia, come le vittorie di Fed Cup 2006, 2009, 2010. Far parte di una squadra, per noi tennisti, è una esperienza particolare: non giocare più solo per se stessi ma per un gruppo ti rende più forte. Le mie compagne di squadra sono soprattutto amiche fuori dal campo: con Roberta Vinci e Francesca Schiavone ho condiviso gli anni più importanti dell’a-

dolescenza al centro federale di Roma, Sara (Errani, NdR) l’ho conosciuta quando sono arrivata a Barcellona e anche con lei c’è stata una intesa immediata. C’è massimo rispetto reciproco e tanto affetto». Quale consideri come campo più nelle tue corde e qual'è il torneo che vorresti vincere a tutti i costi? «Non c’è una superficie che prediligo, riesco a trovare i giusti meccanismi su tutti, per mia fortuna. E se devo scegliere un torneo da vincere, sono indecisa tra Roma e New York». Nel 2007 sei stata insignita del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Sono molte le sportive in erba che scelgono di seguire le tue orme nello sport. Qual è il tuo consiglio a tutte le giovanissime atlete che si avvicinano al tennis? «Non credo di essere all’altezza di dare consigli. Forse l’unico suggerimento che posso dare è di non bruciare troppo le tappe: fate un passo dopo l’altro con consapevolezza, datevi il tempo per crescere e formare la vostra personalità».

Sei una donna e una sportiva ammirata dalle donne per la sua freschezza e per il suo impegno, che sa mantenere la sua femminilità sul campo e fuori. Quali sono i vezzi, prettamente femminili, cui non sai rinunciare? «Assolutamente non posso rinunciare alle mie scarpe col tacco! Al momento, ho poche occasioni per indossarle, ma intanto le metto da parte». Il tennis ti porta a stare sempre in giro per il mondo, ma ti lascia il tempo di avere cura dei rapporti "a due"? «Diciamo che non è facilissimo». Flavia, in conclusione della nostra intervista, è questa la vita che sognavi da bambina? «Come ho già detto, io mi sono avvicinata a questo sport con molta naturalezza e ho imparato ad amarlo e capirlo con il tempo. Nella mia cameretta troneggiava il poster di Monica Seles e da bambina volevo essere come lei... A conti fatti direi di sì, credo che il mio sogno si sia avverato».  Un ringraziamento particolare alla famiglia Pennetta e a Ludovica Anelli

"mi sono avvicinata a questo sport con molta naturalezza e ho imparato ad amarlo e capirlo con il tempo. Nella mia cameretta troneggiava il poster di Monica Seles e da bambina volevo essere come lei..."

DEMO MAGAZINE

11


FOCUS ON

12

DEMO MAGAZINE


FOCUS ON

Pino Scaccia Giornalista, cronista di guerra, inviato del Tg1

N

on è facile parlare della Siria, cioè è complicato capire cosa stia realmente succedendo. Sulla Siria ho molti dubbi, da sempre, specie dopo aver seguito sul campo la rivolta libica. Partiamo da un dato di fatto: nessuno mette in dubbio che il regime di Assad stia perpetrando da anni un autentico eccidio, tuttavia la situazione non è così chiara come le roboanti dichiarazioni americane vorrebbero far credere. Personalmente starò sempre dalla parte degli attivisti siriani, di questo popolo che ha tutto il diritto di liquidare una dittatura sanguinaria. E credo anche che il mondo abbia il dovere di aiutarli. Ma fra gli oppositori ci sono molte parti e bisognerebbe cominciare a distinguere: ci sono appunto gli attivisti (e sono commoventi), ma ci sono anche i ribelli provenienti da mondi molto diversi e ci sono soprattutto i terroristi, cioè brigate che si ispirano direttamente ad al Qaeda. Intorno alla strage, che da anni insanguina il Paese, ci sono poi quelli che soffiano sul fuoco, sono i soliti e sono ben noti, a cominciare da

al Jazeera che ormai s’infila dentro tutte le rivolte, appoggiata stavolta anche dall’Arabia Saudita oltre che dal solito Israele che coglie ogni occasione per incitare alla guerra contro l’Iran. Tutto già visto purtroppo, in Libia e poi in Egitto soprattutto. Credo che Domenico Quirico sia stato un testimone eccellente. Appena sbarcato in Italia, dopo la liberazione, ha detto: “Sono stato cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono cattivi”. Poi ha spiegato che non si tratta più di una “rivoluzione laica” ma ci sono ormai forti connotati religiosi. Insomma stiamo sfiorando la “guerra santa” con gli occidentali però paradossalmente a braccetto con una parte di islamici. E’ talmente confusa (e grave) la situazione, che adesso i ribelli rapiscono pure i preti anti regime. Padre Paolo Dall’Oglio anzi è qualcosa di più. Da trent’anni si sta battendo per il dialogo interreligioso, tentando la strada dell’avvicinamento fra cristiani e musulmani. A dar retta alle frammentarie notizie che spezzano l’ormai lungo silenzio sarebbe in mano allo “Stato Islamico dell’Iraq”, una struttura strettamente legata ad al Qaeda.

SIRIA. LO SPETTRO DI UNA GUERRA… GLOBALE Il punto di vista di Pino Scaccia

DEMO MAGAZINE

13



FOCUS ON

Allora c’è qualcosa che non va. Chi sono i “cattivi”? L’unica certezza è che non ci sono i “buoni”, come in tutte le guerre sporche dove si cercano di nobilitare (con interventi “umanitari”) scontri di interessi. Sicuramente, come dicevo, c’è qualcosa che non funziona nelle alleanze, con gli Stati Uniti che si appoggiano ai sauditi, noti finanziatori del network del terrore, e all’emiro del Qatar la cui aspirazione da tempo è quella di diventare il leader del Grande Islam, proprio scalzando gli ayatollah iraniani. E adesso, toh, arriva la “pistola fumante”, cioè l’attacco con le armi chimiche. “Gas”, una parolina maledetta e magica capace di scatenare (e giustificare) ogni reazione. Dobbiamo ricordare che l’occupazione dell’Iraq (che ancora dura dopo dieci anni) è partita con la stessa scusa? Speravamo tutti che Obama fosse diverso da Bush ma si sta drammaticamente riproponendo l’asse con gli inglesi, oltre che con i francesi già protagonisti a Bengasi, per intervenire “subito e duramente” anche senza l’approvazione del consiglio di sicurezza dell’Onu, ovvero in grave violazione del diritto internazionale. In Iraq le armi chimiche non le hanno mai trovate, in Siria non ci sono prove. Ma tutto il mondo spinge emotivamente per la punizione di qualcosa che non è stato dimostrato. Ogni giorno arrivano documenti assolutamente contrastanti: alcuni danno per certa la responsabilità di Assad, altri “provano” che sono stati i ribelli a tendere il tranello. La manipolazione più clamorosa è arrivata nientemeno che dalla

Bbc che ha lanciato una foto drammatica ricevuta (dice) da attivisti siriani. Si tratta di una distesa di cadaveri, tra cui molti bambini, come prova del terribile attacco con le armi chimiche dell’esercito del regime. Fa il giro del mondo e diventa quasi quella “pistola fumante”

che giustificherebbe una “lezione” a Damasco: Obama la presenta addirittura al congresso indicandola come “crimine dell’umanità”. Ma quella foto è un falso. Non c’entra la Siria, non c’entra Hula, non c’entra Assad, è un’immagine vecchia e lontana sia cronologicamente che geograficamente. E’ stata scattata dal fotografo italiano Marco di Lauro addirittura dieci anni fa, il 27 marzo 2003, in Iraq in una cittadina (Mujayyib) a quaranta chilometri da Baghdad. Non solo: ci si mette pure la Cnn a mandare in onda alcuni filmati di cadaveri intossicati, specificando onestamente però che non è in grado di garantire la provenienza. Sono stati gli stessi militari americani a frenare con alcune clamorose contestazioni sui social network, mentre neppure la metà dei cittadini statunitensi – secondo un sondaggio recente - ha voglia di un altro conflitto. Capisco l’opinione pubblica, sotto choc per le terribili immagini, ma non dimentichiamo che sicuramente un attacco diretto a Damasco darebbe vita a una guerra globale. Forse l’ultima di questo pianeta. 

DEMO MAGAZINE

15


FOCUS ON

LA CORSA SHELL(ERATA) AL PETROLIO

PER UN PUGNO DI TANICHE di Antonio Scoditti

L

’Italia é un Paese a forte rischio sismico. Sebbene trivellazioni ed estrazione del petrolio, oltre che molto inquinanti, siano sfavorite dalla conformazione morfogeologica del nostro suolo e molto pericolose, le multinazionali straniere continuano a perforare il territorio. Sembra che al Governo non importi nulla della nostra salute, visto che non viene calcolato l’alto rischio che l’attività di estrazione del petrolio comporta per la popolazione 16

DEMO MAGAZINE

Italiana. La cosa più indecente é che nessun Italiano ha da guadagnarci. Praticamente il 100% dei profitti va alle multinazionali petrolifere. Le royalties per l’Italia sono bassissime e poco lucrose. E allora perché non si pone un freno a tutto ciò? LE CIFRE Secondo l’ultimo dossier, redatto da Goletta Verde, l’oro nero nel mare e del sottosuolo Italiano occupa 24mila chilometri quadrati di superficie, un’area grande come la Sardegna. Una continua crescita favorita da una scellerata strategia energetica nazionale, formata da norme

poco ortodosse che puntano al rilancio della estrazione di idrocarburi. L’articolo 35 del Decreto Sviluppo, ad esempio, ha riaperto la strada alle attività petrolifere anche nelle aree sotto costa e di maggior pregio. Nel 2013, in Italia, si sono estratti 5,9 milioni di tonnellate di petrolio, il 2,8% in più rispetto all’anno precedente, di cui 473mila in mare. Il contributo maggiore viene dalla Basilicata con oltre il 75% delle estrazioni. In mare, invece, le zone petrolifere più attive sono l’Adriatico centro meridionale e il canale di Sicilia, dove ci sono 10 piattaforme attive. La multinazionale più presente nel territorio Italiano è


FOCUS ON

la Shell, che continua a richiedere nuovi permessi per saggi e trivellazioni in nuove zone. NUOVE FRONTIERE Per avere un’idea della sprezzante indifferenza di questi colossi nei confronti della natura vi riportiamo la vicenda che vede implicata la Shell. La Shell, colosso petrolifero Anglo-Olandese , ha avuto il consenso e il “coraggio” di richiedere e ottenere di ricercare petrolio per il biennio 2012-2013 in aree di estremo pregio naturalistico, forse in uno degli ultimi santuari della biodiversità ancora non in-

taccato dall’uomo. Stiamo parlando del Circolo Polare Artico nel mare di Beaufort, proprio di fronte alla costa dell’Alaska, nell’Arctic National Wildlife Refuge, rifugio naturale per più della metà della popolazione residua di orsi polari nel mondo. Ma grazie a Greenpeace che ha portato avanti la sua campagna internazionale “Save the Arctic”, volta a proteggere il prezioso ecosistema artico dalle trivellazioni, la Shell ha deciso di fermare, per tutto il 2013, le ricerche petrolifere ed inoltre , è stata chiamata al risarcimento per 2 milioni di dollari, perchè rea di non aver rispettato le norme sull’inquinamen-

to. Questa scelta è maturata anche per i molti dubbi che hanno accompagnato la Shell in questo tipo di esplorazioni, proprio perché i luoghi sono lontani e impervi, dove un anche un banale incidente porterebbe ad un disastro ambientale di proporzioni catastrofiche. Nonostante i numeri sia in Italia che in alcune zone del mondo dimostrino l’assoluta insensatezza nel continuare a puntare sul petrolio, che cosa si continua a fare? Si risponde con un attacco senza precedenti alle risorse paesaggistiche e marine favorendo solo l’interesse di pochi e sempre degli stessi, le multinazionali del petrolio. DEMO MAGAZINE

17



rubrica a cura di

Mesagne

COMPANY

LA MODERNIZZAZIONE NEL MONDO SANITARIO ASSISTENZIALE

L

a RSSA “Villa Bianca” è una residenza Socio Sanitaria Assistenziale, offre servizi socio-sanitari in regime residenziale 24 ore su 24 ed è gestita dalla Cooperativa Sociale O.S.A.( Operatori Sanitari Associati), società leader in Italia nel settore dei servizi socio sanitari e nell’assistenza alla persona che opera sin dal 1985. La RSSA Villa Bianca eroga prevalentemente servizi socio - assistenziali, prestazioni di rilievo sanitario e riabilitative per 87 posti letto destinati ad anziani non autosufficienti in età superiore ai 64 anni, con gravi deficit psico-fisici; persone affette da demenze senili, che non necessitano di prestazioni sanitarie complesse, ma richiedono un alto grado di assistenza alla persona con interventi di tipo riabilitativo a elevata integrazione socio-sanitaria; soggetti non in grado di condurre una vita autonoma, le cui patologie, non possono far prevedere che limitati livelli di recuperabilità dell'autonomia. La modernizzazione economica e sociale, la complessità delle

malattie che colpiscono le persone fragili e in modo particolare gli anziani, nel nostro Paese e d’Europa, hanno messo in crisi il modello familiare tradizionale, al punto che la famiglia non riesce più ad assicurare a livello domiciliare una cura e assistenza adeguata ai propri cari; lo dimostra il grande ricorso all’utilizzazione di ”badanti”, per lo più straniere, spesso irregolari, senza alcuna formazione professionale. Occorrono nuovi e diversi soggetti gestori di servizi sanitari e socio-assistenziali, la Coop. O.S.A. (Operatori Sanitari Associati), offre un servizio socio - assistenziale, fondato su rapporti di reciproca solidarietà, certezza e stabilità dei tempi di assistenza, competenza professionale e alta qualità organizzativa e gestionale. La forma cooperativa, il suo essere impresa sociale tra pubblico e privato, rappresenta un modello strategico che consente ai socio lavoratori, di vivere l’esperienza lavorativa con interesse in linea con i valori etico professionali; persone capaci di svolgere un lavoro solidale gratificante e sicuro. 

DEMO MAGAZINE

19



rubrica a cura di

SICUREZZA

Zona Ind. Mesagne

IMPIANTI ELETTRICI VERIFICHE DI LEGGE AI SENSI DEL D.P.R. 462

T

di Nevoso Ferdinando Responsabile Tecnico della Control s.r.l. di Mesagne

utti i datori di lavoro hanno per legge l'obbligo di richiedere e fare eseguire le verifiche periodiche e straordinarie per gli impianti elettrici di messa a terra, per le installazioni ed i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche. Le verifiche di legge degli impianti di terra, degli impianti elettrici nelle zone con pericolo d'esplosione e negli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche sono OBBLIGATORIE sin dal 1955 con l'entrata in vigore del DPR 457. Tale obbligatorietà è stata rafforzata con l’avvento del D. Lgs. 626/’94 e successivamente dal Testo Unico sulla sicurezza D. Lgs. 81/’08. Cosa è cambiato nel tempo? Il legislatore ha dato la possibilità, col D.P.R. 462/’01, analogamente ad altri settori (vedi il collaudo periodico degli autoveicoli, impianti di sollevamento

ed ascensori, etc.) di utilizzare anche un soggetto privato (necessariamente una società riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico che attui al proprio interno il sistema qualità UNI EN 17025); questo ha consentito che le suddette verifiche possano essere effettuate dal datore di lavoro senza grossi problemi di natura pratica (immaginiamo che un’attività non possa fermarsi praticamente mai se non nei periodi di manutenzione, oppure solo in determinati orari, oppure che abbia la necessità di avere il verbale in tempi strettissimi, etc.) e che fosse smaltito il vecchio arretrato costituito da milioni di pratiche rimaste inevase per lungo tempo, lasciando, così, i datori di lavoro nel dubbio della legittimità nell’esercire l’impianto. Ovviamente la facilitazione consentita al datore di lavoro nel poter scegliere tra chi far effettuare le verifiche comporta il venir meno di qualsiasi giu-

stificativo per ritardi e dimenticanze; le sanzioni sono infatti pesanti diventando penali in caso di malaugurato incidente. La periodicità delle verifiche è variabile: da due anni, per le attività elettricamente più a rischio (immaginiamo i cantieri, studi medici, luoghi a maggior rischio in caso di incendio, etc.)a cinque anni, per quelli con rischio normale (bar, uffici di piccole dimensioni, etc.). Attenzione, non vi è un limite di numero di dipendenti: un solo dipendente è sufficiente affinché scatti l'obbligo della verifica! Pertanto le verifiche possono essere effettuate o dall'ASL/ ARPA o dagli Organismi Abilitati dal Ministero dello Sviluppo Economico: la scelta è di pura comodità per il datore di lavoro. Nella nostra provincia da tempo è presente la Control s.r.l. (per cui risulta sufficiente inviare i propri dati per essere contattati (elettrico@controlcertificazione.it) ed espletare tutte le formalità di rito. 

DEMO MAGAZINE

21



rubrica a cura di

SICUREZZA STRADALE

Zona Ind. Mesagne

COME FUNZIONA UN PNEUMATICO INVERNALE?

R

di Redazione

icordatevelo! Per un pneumatico, l’inverno comincia a 7°C. Le condizioni di circolazione in inverno sono molto diverse (da strada asciutta, umida, bagnata, innevata), ma sempre e comunque su strada fredda. In inverno, un pneumatico estivo, ha prestazioni inferiori rispetto ad un pneumatico inverno e perciò equipaggiarsi di pneumatici invernali significa sicurezza. Oltre che per le condizioni d’utilizzo generalmente umide, in cui la scultura esercita il suo ruolo (tasso d’intaglio, forma ed orientamento della scultura, tipo di lamellizzazione), lo

pneumatico può incontrare delle condizioni estreme (neve profonda, neve compatta e ghiaccio). L’aderenza su questi suoli invernali necessita di un funzionamento diverso e preciso. Gli pneumatici invernali possiedono diverse caratteristiche che li differenziano da altri tipi di pneumatico:  gomma più morbida, che permette di avere una buona aderenza anche a basse temperature. Al contrario delle altre coperture, questi pneumatici hanno la particolarità di entrare più facilmente e velocemente in temperatura di esercizio e, mantenendo una elevata elasticità dei tasselli, permettono un attrito

sufficiente alla guida su fondi a bassa temperatura, che comunque dovrà essere sempre particolarmente attenta;  battistrada ricco di lamelle e caratterizzato da disegni specifici: l'aderenza su superfici innevate o fangose è ottenuta grazie al particolare disegno dei tasselli, molto più pronunciati del solito e muniti di speciali lamelle, le quali si riempiono di neve. Inoltre sono muniti di molti e profondi canali tra i vari tasselli, in modo da drenare una elevata quantità d'acqua. Questo pneumatico in caso di pioggia o neve è capace di drenare l'80% di acqua in più rispetto a quello normale. 

LE DIFFERENTI MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO SUI SUOLI INVERNALI L’effetto Cremagliera Il pneumatico forma un’impronta nella neve, dando inizio al fenomeno dell’ingranamento. Una scultura direzionale, con specifici tasselli di gomma ed un elevato tasso d’intaglio ,sono gli ingredienti dell’effetto cremagliera.

L’effetto Artiglio È dovuto all’azione delle lamelle che agiscono come migliaia di piccoli artigli che si aggrappano al suolo. Questo effetto sarà tanto più efficace quanto maggiore è il numero di lamelle e la loro lunghezza, nonché la loro forma specifica.

L’effetto Superficie al suolo Più la superficie di gomma a contatto con il suolo è grande, migliore è l’aderenza. Questo principio è particolarmente utile sui suoli ghiacciati.

L’effetto Materiali Riguarda la composizione della gomma che deve restare morbida ed efficace a temperature inferiori a 7°C. L’aggiunta di silice nella mescola assicura un’aderenza ottimale al suolo.

DEMO MAGAZINE

23



SOCIETY

rubrica a cura di

NOICONSUT

DALLA PARTE DEI CONSUMATORI

L

'onda di malcontento verso le cartelle di Equitalia prende la forma di un’ inchiesta per usura a carico della società a capitale pubblico (Agenzia delle Entrate-Inps) incaricata della riscossione tributi. Plus lavoro da parte delle associazioni dei consumatori chiamate a tutelare i diritti di cittadini, famiglie ed imprese, sempre più turbate e martoriate dall’agente della riscossione Equitalia. Tra queste associazioni, particolarmente attiva, è la Noiconsut Europa del presidente Antonio Pepe. Presidente, quali iniziative state perseguendo? La Noiconsut ha già favorito, con la promozione di una petizione popolare, l’allungamento delle rate che passeranno a stretto giro da 72 a 120 per permettere ai contribuenti di spalmare in più tempo il proprio debito, laddove sia esigibile. Con quale obiettivo? L’obiettivo dichiarato della petizione promossa dalla nostra associazione è quello di rapportare il debito del contribuente al proprio reddito netto, commisurando quindi la propria rata alla reale disponibilità economica. Dott. Pepe, perche’ la noiconsut ha pensato di proporre proprio questo tipo di risoluzione? Perché ci siamo resi conto che da parte delle persone c’è sempre stata la seria volontà di ripianare il debito contratto nei confronti di Equitalia, ma dovevano essere messe nelle condizioni di poterlo pianificare.E’ stata una battaglia importante. Presidente, “anatocismo” sembra essere la parola chiave che vi ha spinto verso questa iniziativa. Con il termine anatocismo (dal greco” anà” –di nuovo e “ tokòs”- interesse) si intende il calcolo di interessi su altri interessi. Anatocismo ed usura: su questi vizi la Noiconsut ha intrapreso con i suoi associati e professionisti convenzionati, una vera e propria battaglia. Alcuni rincari di Equitalia, infatti, han-

no superato la soglia degli interessi da usura indicata dalla Gazzetta Ufficiale. E dal punto di vista legislativo cosa puo’ dirci? Nelle innumerevoli cause intentate dalla Noiconsut per conto di privati ed imprese, anche a giudizio del pubblico ministero, ci sono elementi meritevoli di approfondimento - per chiarire in quale quadro si muove Equitalia e con che autonomia. Questo perché la Noiconsut è in grado di esaminare perfettamente i ruoli, verificare la legittimità in funzione

delle notifiche, effettuare perizie per la verifica di eventuali calcoli degli interessi anatocistici e oltre soglia usura, al fine di determinare il danno ed avviare le opportune iniziative di compensazione-sgravio. L’associazione, che ha come obiettivo la risoluzione di tutte le problematiche insorte al cittadino, è in grado di fornire consulenza mirata per ogni esigenza. La sede principale si trova a Martina Franca. Per info è possibile chiamare allo 080 4344740 o scrivere all’indirizzo noiconsut@gmail.com. 

DEMO MAGAZINE

25




OUTSIDE

O T N E L A S

28

DEMO MAGAZINE


OUTSIDE

di Federico Micelli

R

ivalutare il territorio, valorizzarlo, coinvolgere la popolazione e creare punti di interesse per i giovani. Frasi da campagna elettorale? Qualcosa di più: il Salento Fun Park sport e multilab di Mesagne. Da pattinodromo comunale abbandonato, a struttura polivalente attiva nell'ambito musicale, sportivo e culturale. Un progetto operativo ormai dal 2008, reso possibile dal bando che Bollenti Spiriti ogni anno promuove per dare spazio alle idee innovative dei giovani che, altrimenti, finirebbero nel dimenticatoio. Nato come un semplice skatepark, realtà già all'avanguardia rispetto allo standard del paese, ben presto negli anni ha allargato i propri orizzionti dedicandosi principalmente alle street arts, organizzando innumerevoli concerti, mostre fotografiche, tornei, giornate dedicate alla spray art, corsi di vario genere, sagre e interessandosi sempre di ciò che ai giovani piacerebbe fare e veder realizzare. Tanti nomi importanti della scena italiana sono stati invitati a suonare sul loro palco, così come writers di gran successo hanno lasciato la loro impronta sui muri del posto. Un’ampia struttura arricchita da rampe per skateboard, canestri e porte per lo street basket e soccer, pareti per arrampicata, tavoli da biliardo e tennis tavolo. Per i più pigri c'è la pineta con i suoi tavolini e gazebi, sotto i quali trovare un po' di relax accompagnandosi con una bibita da prendere nel chiosco interno. In sostanza "É un oasi", per definirla come ha fatto Moddi, rapper tarantino da anni sulla scena hip hop. Una realtà unica nel suo genere, che oltre ad essere il secondo skatepark più grande della Puglia, rappresenta il punto di ritrovo principale per ragazzi e ragazze che diversamente non saprebbero dove andare o come riempire i propri pomeriggi

e serate nel periodo primaverile-estivo. Ma il Salento Fun Park si dedica al coinvolgimento di tutte le fasce d'età: dal centro estivo per i più piccoli, fino alla "Sagra ti li puvirieddi", in cui musica folcloristica e piatti tipici della zona si fondono con le diverse generazioni di persone che amano condividere un momento dedicato alla tradizione nostrana che mai deve essere dimenticata. In questi anni il presidente dell'associazione affiliata all'Arci, Marcello Ostuni, assieme al suo team, si è impegnato molto nella promozione e nello sviluppo del progetto, partecipando ad ogni bando messo come sempre a disposizione da Bollenti Spiriti ed ha cercato di ottenere i finanziamenti necessari per potersi espandere e poter migliorare i servizi offerti. Nel 2012, arriva la vittoria dell' "Avviso pubblico per il sostegno alla gestione di spazi pubblici per la creatività giovanile”, che tradotto significa un notevole supporto economico grazie al quale entro i prossimi due mesi verrà realizzata un'importante struttura coperta di oltre cento metri quadri. Sarà un inverno pieno di novità quello del Salento Fun Park, che in queste settimane riuscirà a portare avanti e garantire le proprie attività ricreative anche nelle stagioni fredde. E' in programma inoltre la realizzazione di uno spazio palestra a basso costo, di una zona adibita all'affitto di attrezzature sportive e lo stanziamento di fondi per la nuovissima etichetta indipendente "CLOUDS RECORDS", uno dei nuovi laboratori dell'associazione il cui scopo è spingere i talenti artistici locali finanziando loro le spese di registrazione e realizzazione di progetti musicali. Il primo fra questi è "Sinceramente Vostro" di Onaf (Stefano Greco, classe 93), prodotto che testimonia l'attenzione e l'interesse che l'associazione sportiva e culturale ha verso le nuove generazioni. Una realtà diversa, distaccata dall'aria consumata che un paese senza idee innovative costringe a respirare. Un polmone verde della creatività e dell'iniziativa. Tutto questo è Salento Fun Park sport e multilab. 

DEMO MAGAZINE

29



PEOPLE

IL SOGNO AZZURRO

Il brindisino Marco Esposito nello staff dell'Eurobasket 2013 di Cristina Mignogna Marco Esposito ci racconta il suo di battesimo come video-analista agli Europei di pallacanestro. Dov’eri quando hai ricevuto la notizia che saresti partito per la Slovenia? Ero a casa, a Brindisi. Il telefono ha iniziato a suonare e mi sono svegliato. Era Claudio Silvestri, che mi confermava il mio inserimento nello staff della Nazionale. Credo di ave sorriso senza accorgermene! Ho chiamato mio fratello, ho condiviso con lui la notizia. Dopo poco sarei partito per Trieste. L’impatto con il viaggio, le tue aspettative. Le settimane prima della partenza sono state cariche di tensione, tanto che il giorno della partenza, a causa del mio brutto rapporto con le sveglie, mi hanno accompagnato in stazione. Non capita tutti i giorni di vestire la maglia azzurra per 22 giorni. Ho immaginato le facce delle persone che avrei incontrato, quello che avrei dovuto dire, l’attenzione e la cura che avrei dovuto mettere nel preparare il lavoro ed essere sempre all’altezza. Ho vissuto tra l’adrenalina e l’ansia del “so di non sapere”, consapevole di dover dare il 100% per me stesso e per rispondere positivamente alla fiducia riposta in me da Mario Fioretti, promotore della mia chiamata in Nazionale. Non capita tutti i giorni di stare a stretto contatto con Pianigiani. Abitudini difficili da modificare. La prima volta che ho incontrato Pianigiani dal vivo è stato due stagioni fa, a Torino, du-

rante le final eight: aveva la stanza sul mio stesso piano e quando l’ho visto mi sono bloccato. Oltre alla stima professionale, dopo quest’esperienza, è maturata anche la stima personale: non è facile gestire situazioni in cui si ha a che fare con tanta gente e tanto diversa, come è complicato trovare il modo per ristabilire l’equilibrio dopo le sconfitte o mantenerlo dopo le vittorie. A lui è venuto facile rapportarsi con noi, ha la capacità di mettere le persone a proprio agio. Per me è l’esempio di chi ce l’ha fatta in questo mondo e avere avuto l’opportunità di rubargli qualcosa mi ha fatto piacere. Raccontaci del gruppo. Com’è stato farne parte? Il gruppo è molto affiatato! Pensavo sarebbe stato difficile entrarvi ma la solarità e la simpatia che li contraddistingue è trascinante e non si può rimanerne immuni: eravamo tutti coetanei, quindi c’è stata molta tranquillità

nell’instaurare un rapporto. Che feedback hai ricevuto in quei giorni? Quando la televisione slovena mi ha inquadrato per qualche secondo durante una partita ho avuto la prova che i miei cari vecchi amici mi stavano seguendo. Ho cercato di essere il più presente possibile anche per loro e non farli preoccupare, ma gli orari di lavoro erano dilatati nel tempo e non è stato facile incastrare tutto. Quell’inquadratura ha risolto e svelato ogni dubbio, per fortuna! 22 giorni di sogno: molte soddisfazioni, ma… Non è giusto avere rimpianti, i giocatori hanno messo il cuore in ogni partita e hanno fatto di tutto per raggiungere un risultato, andando ben oltre le aspettative di chiunque, attirando tanta gente davanti alla tv. Ci hanno fatto sognare ed è stato straordinario crederci! A livello personale, nessun ma: devo ringraziare chi mi ha permesso di lavorare con la Federazione Italiana Pallacanestro, di fare di questo viaggio, l’esperienza più bella finora compiuta, sia in campo lavorativo che nella vita. Programmi per il futuro? Sono consapevole che l’Olimpia Milano mi abbia dato tanto in questi anni, sono cresciuto in questo club. Però, si vive di ambizione, vivo di nuovi stimoli, perché voglio farcela anch’io: chissà non arrivi, un giorno, la proposta per il posto di aiuto allenatore in Lega due o in Serie A. Intanto, spero di poter preparare la valigia per partire per i Mondiali.  DEMO MAGAZINE

31




ca riFOCUS ON

b Ru

Anche questo racconto, come molti pubblicati nella nostra rubrica “Piccole storie”, nasce da un esercizio assegnato durante una lezione dei corsi di scrittura creativa di Cine Script. L’intento narrativo era scrivere un racconto di genere e l’autrice, per allietarci, ha scelto la commedia. Seguiteci tutti i mesi su Demo e sulla pagina Facebook “Cine Script – l’accademia di Cinema e Scrittura Creativa” dove troverete informazioni su tutti i nostri corsi. Buona lettura. Anna Rita Pinto Direttrice corsi Cine Script e docente di scrittura narrativa e sceneggiatura

Se deve succedere di Francesca D’Abramo “No e no! Quale parte della parola non ti è chiara?”, esordì Ovidio. “Ma dai, sei mio amico o no?”, rispose lei tutta gattona. “Certo. Ma fatti accompagnare da quel salame in giacca e cravatta che già immagino ti metterà addosso le sue manine con manicure”, replicò lui. “Ma è il nostro primo incontro da soli: voglio essere perfetta. Perché non vuoi aiutarmi?”, continuò lei. “Non insistere Quando dico no, è no!”, concluse Ovidio perentorio. Centro estetico “La Pupsche”, ore 17:57. Nella sala d’aspetto Ovidio e Paoletta. Eh sì, la nonna di Ovidio lo diceva sempre: quando una cosa deve andare va e quando non deve andare, non va. Inutile darsi pena, è tutto scritto: chi siamo noi, sciocchi mortali, per opporci alla Provvidenza? Paoletta poi, senza scomodare l’Altissimo, aveva argomenti cui per Ovidio non era facile resistere, tipo gli occhioni un po’ lucidi, la vocina gentile piena di pathos e quei modi da pulcino bagnato. In paese tutti credevano che i due fossero fidanzati, ma lo erano stati davvero solo per un certo periodo, in quarta elementare. Ora erano amici o almeno così si dichiaravano. Ma chi può veramente dire quali sentimenti si annidano nel cuore di alcuni “amici”? “Sembra la sala d’aspetto di un cardiochirurgo, invece devi solo farti strappare due peli! Che poi non vedo tutta sta necessità!”, disse Ovidio a Paoletta mentre lei, sorridente, già si accingeva verso una cabina dai colori spaziali. A lui non rimase che sedersi e aspettare in quella saletta che era tutto un luccichio. Beh, un tantino sembrava fuori luogo quel giovanotto con pantaloni rattoppati e barbaccia incolta. Una signora altezzosa seduta vicino sembrava essersene accorta: “è un piacere vedere che anche gli uomini curano la propria immagine…”. “Ma che vuoi vecchia bagascia, pensa a te che più di un intervento estetico avresti bisogno di un intervento divino!” pensò Ovidio, ma lo tenne per sé e preferì un più semplice: “certo, certo…” condito da un gran bel sorriso, falso quanto il naso di plastica modello francese della signora. “Dottore, si accomodi, abbiamo il trattamento S. Super Clean gratuito riservato ai nuovi clienti.” Una super truccatissima estetista si rivolgeva proprio ad Ovidio, possibile? Lui era l’unico maschio nella sala e dottore lo era, ingegnere per la precisione, almeno sulla carta, ma quella che voleva? Certo, che quella gnoccona gli volesse offrire qualcosa lo gratificava, magari appellava tutti “dottore” o semplicemente si sbagliava con qualcun altro. “Io veramente….”, rispose lui. “E’ già tutto pronto, mi segua”, lo interruppe lei. Così, quasi senza accorgersene o avere idea di cosa gli volesse fare la bella estetista, Ovidio si ritrovò in una cabina, avvolto da un profumo intenso di zucchero filato, disteso sul lettino. “Si spogli pure, cominciamo subito.” Cavolo, stava proprio per fare un trattamento estetico maschile, lui: uomo rude, ragazzo del popolo. Di cosa si trattasse e che significasse quel “S. Super Clean” 34

DEMO MAGAZINE

importava poco: la femmina borghese ammiccava tutta, ammiccava con le ciglia sventolanti e le ammiccavano pure le poppe da dentro il camice. “Mi sa che ho fatto colpo: passa già ai fatti - pensò Ovidio sentendosi un gladiatore ma sì, l’uomo duro piace, l’ho sempre detto io. Che poi perché penso ancora a Paoletta… è solo un’amica, facesse quel che vuole”. A gambe larghe sul lettino e con i gioielli al vento Ovidio rivalutava la situazione, mentre quel gran pezzo di gnocca armeggiava qui e lì con oggetti sexy, il cui uso gli era del tutto ignoto. Musica di sottofondo, dolcissimo odore di miele… che aveva da perdere? Forse si trattava di un massaggio thailandese? “Allora procedo con lo scroty-clean, okay?”, lo distolse lei dai pensieri. “Si baby, vai pure - accennò lui sottovoce e già mezzo sognante - questa me la godo…”. Un dolce calore proprio lì, sulle bolitas, gli impedì di tradurre quella parola insolita appena sentita: “scroty”. Non fece in tempo ad associarla al suo omologo italiano, che ci fu un sonoro “straaaaaaap”! “Aaaah! Madonna, che è!”, urlò lui. “Dottore, stia calmo, la ceretta scrotale ha sempre un primo impatto un po’ impetuoso, poi migliora…”. Dolore, dolore: che dolore! Inutile spiegarle che non voleva il trattamento, che stava morendo di dolore e che non gli importava se c’era la promozione gratuita. Quella, imperterrita, dura come le sue tette finte e con la determinazione di una SS, rispondeva senza neanche ascoltarlo: “Ah-ah, sì certo, naturalmente…” e intanto strap, straaaap, continuava alla grande. Quando una cosa deve succedere, succede e basta! La nonna Isa lo diceva sempre. In qualche parte del grande libro del Destino era scritto che i suoi gemelli del piano di sotto quel giorno sarebbero diventati lisci e lucenti. E così fu. Certo, magari erano un tantino congestionati, però così bianchi! “Ehi Ovidio, che dolce sei stato ad aspettarmi - disse Paoletta tutta felice finito il suo trattamento - che faccia hai però…”. Ovidio non rispose. Ancora paonazzo di dolore camminava a gambe larghe e con le braghe mezze calate per evitare l’effetto cartavetra dei jeans. Seguì il racconto dei fatti tra le risate di lei. Ma tu guarda la Provvidenza che strane vie cerca per operare: Ovidio, lacrimoso e maledicente, quella sera rimase sul divano di Paoletta a lamentarsi, una gamba sul bracciolo e l’altra sul cuscino, mentre lei ancora rideva immaginando la scena. Però rimase con lui, a casa, a fare su e già dalla cucina con delle bagnole fresche da applicare nella zona congestionata. “Oh, sì, continua così, dammi sollievo…”, sussurrava Ovidio. E Paoletta, amorevole: “Quanto sei scemo. Dai, dai, metti su questo!”. Niente appuntamento con il figlio di papà quella sera per Paoletta e non se ne fece nulla neanche in quella dopo e neanche nelle successive. Nonna Isa lo diceva sempre…


I racconti di Piccole Storie di Cine Script sono protetti e di proprietà degli Autori. Ne è vietata la riproduzione totale o parziale per mezzo stampa o in altre forme, anche di rappresentazione teatrale o filmica, se non previo consenso dell'Autore stesso. Per informazioni: annaritapinto@cinescript.it

Cine Script Via Eugenio Santacesarea, 14 • Mesagne (BR) 0831.1792991 • 328.2069017 www.cinescript.it • infocorsi@cinescript.it facebook: cinescript

DEMO MAGAZINE

35



STORIE DI ARTISTI

di Davide Petiti

S

alvatore “Rino” Gaetano è stato un cantautore italiano, considerato dai critici " il figlio unico" della canzone italiana. Gaetano, ricordato per la sua voce graffiante, spontanea e per l' assurda ironia dei suoi testi apparentemente disimpegnati e privi di senso, nacque il 29 ottobre 1950. In casa tutti lo chiamavano Salvatorino e da qui derivò il suo nome d'arte. Frequentava, da piccolo, il seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni, dove strinse un forte legame con padre Renato Simeoni, dal quale venne ricordato così:« Non è che disprezzasse lo studio perché anche lui ne sentiva l'importanza, però aveva anche dei momenti di grande assenza, ma non vuoto. Era molto difficile trovare Rino in situazioni di "vuoto", era sempre mentalmente occupato. C'erano dei gusti all'interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo tenevano occupato. Era un ragazzo molto sognante.» Rino cominciò a suonare il basso e a comporre testi e canzoni, avvicinandosi pian piano al Folkstudio, locale romano in cui subito si distinse dagli altri cantanti per la forte ironia presente nei suoi brani e per il suo modo di cantare e di criticare, che tuttavia non vennero apprezzati da tutti. Negli anni successivi, lo stesso Rino ammise« Già quando cantavo al Folkstudio ero al centro di certe discussioni! Molti non volevano che io facessi i miei pezzi perché, dicevano, sembrava che volessi prendere in giro tutti.» Dopo il diploma, Rino fece un accordo col padre: aveva ancora un ultimo anno per tentare di emergere nel mondo della musica, altrimenti si sarebbe dovuto "accontentare" di fare il banchiere. Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It e incise un primo 45 giri con l'etichetta Produttori Associati, contenente "Jacqueline" e "La ballata di Renzo", ma il disco non venne mai stampato. "La ballata di Renzo" è un brano di denuncia sociale scritto da Rino nel 1970, contenente parole profetiche sulla sua morte, avvenuta più di dieci anni dopo. Lo stesso brano, prodotto e pubblicato dallo stesso artista, fu intitolato "Quando Renzo morì io ero al bar" e racconta la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze simili a quelle del

RINO GAETANO

IL FIGLIO UNICO DELLA MUSICA ITALIANA

cantautore: « La strada era buia, s'andò al S. Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario, si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero.» La vita di Rino Gaetano si interruppe il 2 giugno 1981, all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale. Già a gennaio ci fu un misterioso preavviso: un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Rino contro il guardrail, ma il cantante rimase incredibilmente illeso a differenza della sua auto, completamente distrutta. Ciononostante, Rino acquistò una nuova Volvo 343 grigio metallizzato. Il 2 giugno, verso le tre di notte, dopo una serata nei locali, Rino stava tornando a casa solo a bordo della sua vettura quando, alle 3.55, percorrendo via Nomentana, cadde con la testa sul volante e invase la corsia opposta,nei pressi dell'incrocio di via Carlo Fea, L'impatto con un camion fu inevitabile. Rino arrivò al Policlinico in coma. Nel Policlinico non c'era posto e il

medico di turno, il dottor Novelli, tentò invano di contattare altri ospedali dotati di reparto di traumatologia cranica, tra cui il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri. Purtroppo gli ospedali non avevano posto, e così alle 6 del mattino avvenne il decesso. Al tragico avvenimento seguirono molte polemiche per via del mancato ricovero e venne anche aperta un'inchiesta. Secondo la canzone, Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar. Nel testo, quasi premonitore, vengono citati ben tre ospedali che nella sua ultima notte, hanno rifiutato Gaetano. Quella di Rino è solo una delle tante storie di grandi artisti. A 63 anni dalla sua nascita non ci resta che ricordare il figlio unico della canzone italiana nel suo cielo sempre più blu.  DEMO MAGAZINE

37


LIBERE RIFLESSIONI

BAMBINI, POESIE E VIDEOGAMES

38

DEMO MAGAZINE


LIBERE RIFLESSIONI

(E…PARLIAMO TANTO DI ME) di Ferdinando Sallustio

“U

n giornalista di Tele Lecco/grazie ai servizi da salamelecco/ giunse alla capitale / per far telegiornale… ”(Alberto Figliolia e Clirim Muca) Questa è una delle composizioni raccolte in “Cieli bambini”, antologia della poesia italiana per ragazzi a cura di Livio Sossi, professore di Storia della letteratura per l’infanzia all’Università di Udine, stampata dall’editrice SECOP di Corato (366 pagine, 18.50 Euro. Copertina di Massimiliano di Lauro). La casa editrice SECOP, guidata da Peppino Piacente, è attenta al mondo “incantato” della letteratura per l’infanzia. Con competenza e maestria, il prof. Sossi ha raccolto esempi di poesia intimistica, religiosa, sociale, di denuncia, filastrocche, ninne nanne, proverbi, ballate, conte, girotondi, alfabetieri, giochi linguistici, nonsense, scioglilingua, canzoni, poesie d’amore, haiku, limerick, aforismi, sperimentazioni poetiche, calligrammi e poesia visiva. Il grande scrittore e sceneggiatore di molti film di De Sica, Cesare Zavattini, ci ha lasciato una bellissima citazione: “LA CULTURA E’ CREAZIONE DI VITA” e ha scritto il libro: “Parliamo tanto di me”: rievoco questo titolo perché, stranamente, anch’io, con le mie filastrocche, sono inserito in quest’antologia. 160 sono gli autori raccolti nel libro: oltre a Gianni Rodari, Dino Buzzati, Alda Merini, Edoardo Sanguineti, Alfonso Gatto, Sergio Endrigo, Angelo Branduardi, Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè, Roberto Piumini e Guido Quarzo, ci sono dodici autori pugliesi: la mesagnese Donatella Farella, Anna Baccelliere (Grumo Appula), Anna Bosco (Altamura), Rosa Dattolico (Bitonto) Angela Deleo (Corato), Nicola De Matteo (Palese), Daniele Giancane (Bari), Oronzo Liuzzi (fasanese di Corato), Gino Locaputo (Conversano), Cosimo Rodia (Carosino), e Giorgio Saponaro (Bari). “Cieli bambini” viene dal titolo di un

libro del poeta Alessandro Riccioni. “I cieli”, scrive Sossi, “sono spazi interiori, quelli delle emozioni, della ricerca del sé, del senso della nostra esistenza. E sono spazi esteriori, che il poeta racconta guardando al nostro mondo, a ciò che ci circonda: le migrazioni, il rapporto uomo-natura, il consumismo, le guerre”. Per pubblicare questo libro, oltre a 160 autori ed un curatore, occorre un bravo editore, come Peppino Piacente, che prescrive il volume contro “l’adultismo precoce”: “Se un bambino è la caricatura di un adulto e non vive la sua infanzia al galoppo di una scopa, passando ore su Facebook o al cellulare, è necessario l'intervento di un genitore o un parente prossimo che legga per lui almeno una pagina al giorno di questa favolosa Antologia poetica. A trarne beneficio non sarà solo il bambino, che ritornerà ad essere un bambino felice, ma sarà anche il fortunato adulto a cui spunterà per magia un "orecchio acerbo" di rodariana memoria.” Il pensiero, per netto contrasto, va alla violenza e alla criminalità del nuovo “GTA V”, costato ben 265 milioni di dollari! Ecco cosa scrive Jaime D’Alessandro, sul sito de “L’Espresso”: “Al Tokyo Game Show le tendenze in atto da almeno un paio di anni sono sembrate sempre più chiare, così come le zone d’ombra. Si vendono sempre meno giochi, ma sono i più violenti: da Gta V a Call of Duty, da Assassin’s Creed a Last of Us e Bioshock. I budget per queste mega produzioni per console, marketing incluso, supera i 200 milioni di dollari. In pochi hanno spalle così larghe da reggere costi simili. Tutti parlano dei giochi indipendenti, quelli pubblicati su Xbox Live e PlayStation Network, come della nuova frontiera per chi ha progetti originali e diversi, ma costano comunque fra uno e tre milioni di dollari e impiegano mesi se non anni a realizzare margini di guadagno. Soprattutto se escono su una sola piattaforma. Tutto questo denaro non è certo…un gioco. 

DEMO MAGAZINE

39


CONTEMPORARY

di Alessandro Passaro

C

D'

ol termine “D'io” vorrei evidenziare che non esiste percezione e realizzazione dei progetti divini di evoluzione delle anime, senza la ripresa di un contatto profondo col proprio Io. Partiamo dalla fisica quantistica, che orienta le sue ricerche sul potenziale vibrazionale dell'uomo verso la sua capacità di desiderare invece che continuare a guardare il cosmo. E' stato provato che, durante uno sguardo intenso e desideroso di connessione con l'altro, il cervello produce un picco di luce. L'interconnessione è una condizione in cui lo scambio reale d'informazioni raggiunge possibilità infinite. É anche per questo che le nuove tecnologie ci vengono negate, perché la nostra chiusura mentale che è stata funzionale negli ultimi 2000 anni, oggi è un serio problema. Sarebbe come mettere in mano un computer ad un Homo Erectus. D'altro canto, è chiaro come sia semplice, fare dell'assenza di educazione ai mezzi un potere di controllo. Se la scienza, nonostante il suo essere scienza maschile, perché utilizza il raziocinio, ci ha condotto fino al linguaggio della materia che recita la sua unicità mostrando la stessa essenza divina di tutto, non si può dire la stessa cosa dell'influenza del maschile nella religione. Tutte le religioni sono di natura maschile, predisposte a strutturare, controllare e a spiegare l'infinito emotivo di cui la donna ne è l'oggettificazione in terra. Il cristianesimo, per esempio, ha tradotto il concetto che nella Bibbia spiega come la donna sia stata creata dalla costola di un uomo. Ma questo non vuol dire che è una piccola parte dell'uomo, messa in terra per soddisfarlo e confermare la fonte da cui lei nasce, l'uomo. Cattive traduzioni che accadono anche nelle culture orientali ed islamiche. Alle donne viene negato di apparire e di essere. In realtà la donna è una co-

40

DEMO MAGAZINE

STRATEGIE DEL PR


CONTEMPORARY

'IO

ROCESSO CREATIVO

stola dell'uomo perché contiene l'uomo ma è una creatura più raffinata, più vicina al Divino: infatti nella scala di evoluzione verso la luce, nei 7 chakra equivalenti ai sette giorni in cui Dio ha creato il mondo, la donna compare tra il sesto e il settimo chakra, un attimo prima che si compia la perfezione. Nessuna critica alla Chiesa, ma la riflessione sul femminile, per una società maschile come la nostra, è fondamentale per trovare un equilibrio con la speranza di percepire altro di sé. Comprenderemmo che un pensiero d'amore cavalca le onde elettromagnetiche fino a Dio se solo si avesse fiducia nel presente che si sta vivendo. Il senso di colpa nutrito dal concetto religioso di peccato (dal greco, lontano dal centro) non fa altro che alimentare personalità distorte: il peccato è un 'oggettificazione di una scelta primordiale di Dio sulla terra. Perdere la sua perfezione e la sua centralità attraverso il progetto dell'uomo, il passaggio dall'Uno che si scinde nello Zero, dove lo Zero è la scelta di essere nulla come inizio del progetto verso lo spazio tempo, la materia e l'uomo, ma anche come conferma di poter essere tutto. Il peccato o decentramento è la scelta compassionevole di Dio che decide di condividere il potenziale d'amore infinito nel progetto dell'uomo affinché l'uomo possa ricongiungersi con quella coscienza di luce, attraverso il suo cammino esistenziale nella vita. Questo è il processo creativo, questo è Dio, una sperimentazione di crisi con l'obiettivo di fare meglio, una risposta d'amore ad una nuova esigenza, un allontanarsi dal centro per comprendere le infinite strade per tornare a casa. Perdersi nell'amore per imparare l'amore, perdere il personaggio mentale solo per esserlo senza limiti. Dio, luce che investe il suo potenziale sonoro nello spazio-tempo e nell'uomo affinché possano risuonare le infinite melodie capaci di essere contenute in quel primordiale e unico silenzio di luce e coscienza d'amore che è Dio. 

DEMO MAGAZINE

41


SALUTE

IL VIAGGIO DELLA VITA

La nascita di un bambino

Intervista al Dott. Ivaldo Penta, che ci racconta gravidanza e nascita di un bambino, passando per l’aborto, le differenze culturali tra Paesi diversi e il ruolo dei papà. di Redazione Dottore, cos'è la gravidanza? «Nei mammiferi, la gestazione è il periodo di vita del nuovo essere vivente e si compie in simbiosi con la madre ed all'interno di essa. Durante questo periodo si formano e maturano gli organi e le funzioni del nuovo animale. Perché ciò avvenga, si modifica la fisiologia materna durante la gestazione. A livello del sistema nervoso centrale si modificano le produzioni di sostanze chimiche: ad esempio, aumenta la produzione di alcuni neuromediatori, come la serotonina. Il sistema nervoso centrale della donna si adatta allo sviluppo del nuovo essere vivente. È 42

DEMO MAGAZINE

rilevante la produzione di endorfine, mediatori chimici che aumentano la tolleranza al dolore». Cosa succede alla nascita? «Per il bambino la nascita è un periodo critico dello sviluppopoiché, nel grembo materno, ha acquisito funzioni importanti e fondamentali, come una capacità iniziale di discriminazione uditiva. Solo la maturazione del sistema visivo inizia invece con la nascita, com'è comprensibile, al contrario, il livello di stimolazione visiva, durante la gestazione, è virtualmente nullo». La nascita è un percorso di sviluppo che inizia con il concepimento. Quindi, sin dal concepimento è un work in progress. «Esattamente. Tenga conto che la maturazione degli organi dei mammiferi avviene successivamente alla nascita, in specie nel sistema nervoso centrale».


SALUTE

Quali sono le implicazioni etiche di queste evidenze scientifiche? «Sin dal concepimento è presente un essere vivente, in grado di svilupparsi secondo un piano prestabilito geneticamente. È evidente che il nuovo essere vivente va protetto e tutelato. Con l'aborto, invece, si sopprime una vita in sé, non una speranza di vita». Qual è la sua posizione sull'aborto? «Sono agnostico. Esistono delle convenzioni prodotte dalla cultura umana che consentono la soppressione di un essere vivente della propria specie. Per esempio nelle guerre o quando viene applicata la pena capitale. L'aborto è una di queste. Laddove esista un conflitto altrimenti irrisolvibile tra interessi del nascituro e della madre ovvero della coppia genitoriale e quando si ritiene che sia legittimo l'interesse della madre/ coppia genitoriale, che per esempio non può tollerare il carico emotivo e/o economico di un nuovo figlio, si ritiene che la posizione della madre/coppia genitoriale debba prevalere». Secondo Lei ciò è giusto o sbagliato? «Non lo so. Da qui la mia posizione agnostica. Quanto sia complesso il problema lo esprime la circostanza per cui in alcune nazioni l'aborto è consentito solo per motivi terapeutici, oppure vi sono nazioni, come l'Italia, in cui l'aborto è regolamentato ed è nella libera determinazione per gravi motivi della donna entro il terzo mese di gestazione».

Ciò avviene in culture assai diverse tra di loro? «Tutt'altro. La legislazione spagnola consente esclusivamente l'aborto terapeutico. Non credo che la cultura iberica sia tanto diversa da quella italiana. In linea di massima tutte le culture proteggono la donna nel periodo della gravidanza e in seguito, nel periodo in cui non solo la madre allatta il cucciolo umano, ma anche perché ella rappresenta nei primi mesi di vita, la fonte primaria di stimolazione affettiva, di crescita cognitiva e motoria per il bambino. Alcune culture ammettono maggior valore alla nascita di figli maschi, come in Cina. Tuttavia, il detto “auguri e figli maschi” appartiene alla nostra storia, italiana intendo, della cultura». Ed il ruolo del padre? «Varia. Si pensi all'enfasi psicologica sulla relazione madrebambino nel primo anno di vita. C'era chi pensava che la personalità del nuovo nato dovesse forgiarsi in questo periodo temporale e nella esclusiva relazione con la madre. Oggi sappiamo che anche i padri possono svolgere, allattamento al seno a parte, uguali funzioni cosiddette materne. È la ripartizione dei ruoli tradizionali maschili e femminili che ha condotto a ritenere che la funzione del padre nel primo anno di vita, anche in coppie stabili, fosse meno importante o marginale. Pur rare, ci sono alcune culture tradizionali in cui il ruolo del padre è accudire il bimbo piccolo».  DEMO MAGAZINE

43


SOCIETY

L'UNIVERSO CONDOMINIO, INSIEME PER INFORMARE

La soluzione alle spinose questioni condominiali di Redazione La famiglia di Demo Magazine si allarga. Da questo numero, la nostra redazione si fregia della presenza di due professioniste serie e competenti, pronte ad aiutare i cittadini alle prese con le beghe condominiali. La Dott.ssa Maria Concetta Volpe e l’Avv. Paola Campana collaborano attivamente da circa quattro anni nel fornire assistenza legale, tecnica e fiscale a chi vuole risolvere le spesso fastidiose questioni che si vivono all’interno di un condominio. Con serietà, onestà e trasparenza, 44

DEMO MAGAZINE

le professioniste affrontano e sviscerano i problemi dei cittadini che chiedono loro aiuto, tenendo sempre presente qual è l’obiettivo del cliente. Conosciamole. Perché due professioniste operanti in ambiti diversi decidono di collaborare? «In effetti, io sono un commercialista, mediatore e amministratore di condominio – replica la Dott.ssa Volpe- mentre l’Avv. Campana è un avvocato civilista con esperienza specifica maturata nel settore condominiale. Siamo partite dal presupposto che una persona sola non può fare tutto, per cui in più occasioni ci siamo ritrovate e, una volta conosciute professio-


SOCIETY

nalmente, abbiamo deciso che insieme potevamo rendere un servizio migliore, completo sotto ogni punto di vista. Insieme, contribuiamo alla risoluzione dei problemi dei clienti con più efficacia rispetto a quanto ognuna di noi possa fare come singolo professionista. Inoltre, alla nostra squadra si aggiunge il Rag. Gianni Volpe, anche lui amministratore, che completa il nostro organico con le sue competenze». Quali sono i servizi che offrite? «I servizi che offriamo sono molteplici e riguardano più settori. In ambito amministrativo ci occupiamo dei condomini fin dalla nascita curandone la redazione del regolamento (insieme di norme che disciplinano la vita tra condomini) e delle tabelle millesimali, (parametri precisi che individuano il valore proporzionale fra le singole proprietà e l’intero edificio) ci occupiamo della gestione ordinaria delle spese e di tutto quello che può succedere nella vita condominiale: liti, imprevisti, urgenze, gestione dei servizi comuni, ripartizione acqua, manutenzione del verde condominiale, la relazione con i fornitori, sia da un punto di vista legale, sia relazionale. In base alle necessità che emergono dalle richieste dei condomini, ci avvaliamo anche delle consulenze esterne di geometri, ingegneri, architetti, idraulici, elettricisti ecc.». E dal punto di vista fiscale e contabile? «Certamente nell'ambito dei servizi rientra anche l’aspetto fiscale che però spesso è considerato irrilevante, ma che in effetti risulta essere fondamentale in quanto riguarda la redazione del bilancio e la conseguente imputazione delle spese ordinarie ai condomini, ma anche di quelle straordinarie come la ristrutturazione delle parti comuni, i conseguenti sgravi fiscali e la redazione ed invio del modello 770. Da non sottovalutare inoltre che se un condomino mi chiede di redigergli il modello 730, modello Unico o il calcolo dell’Imu, io posso farlo, perché ho già i suoi dati». La sintonia tra la Dott.ssa Volpe e l’Avv. Campana si respira mentre una finisce le risposte dell’altra. Una forza, questa, che spesso determina una veloce risoluzione delle richieste da parte dei clienti che vivono situazioni sgradevoli all’interno delle loro abitazioni. Spesso si parla di condominio senza sapere bene cosa si stia dicendo. «Niente di più vero – risponde l’Avv. Paola Campana, che ha operato per anni nel settore condominiale a Roma, per poi fare ritorno nel suo paese d’origine, Mesagne. Il condominio nasce da quando l’unico proprietario vende anche uno solo degli appartamenti realizzati perché se ci sono due appartamenti e delle parti in comune, quello stabile già è da considerarsi condominio. La legge prevede l’obbligatorietà dell’amministratore? «Alla luce della riforma, l’amministratore di condominio è obbligatorio per un numero di condomini

superiore ad otto: al di sotto di questo limite, invece, l’impiego di un amministratore è da ritenersi a discrezione degli abitanti dello stabile. Sicuramente, in entrambi i casi, la sua presenza rappresenta la certezza di riuscire a risolvere i problemi che dovessero emergere nel tempo». E se un condomino volesse dare in locazione (affittare) il suo immobile? «Grande attenzione va posta anche nei contratti di locazione. Non basta comprare un modulo prestampato per stipulare un contratto di questo genere perché spesso emergono dei problemi che poi devono essere risolti dal professionista con un aggravio di costi. Per questo è consigliabile rivolgersi per tempo a chi ha le competenze giuste per definire in modo semplice e chiaro i termini di un contratto ed evitare un controproducente “fai da te”». Dott.ssa Volpe, perché si ha un’immagine quasi diabolica dell’amministratore di condominio? «Spesso si guarda all’amministratore come ad una persona che cura solo i propri interessi. In realtà, quando la persona è qualificata e opera in modo serio, a beneficiarne sono i condomini, perché si garantisce onestà nel lavoro e trasparenza nella gestione delle parti comuni del Condominio, nonché nella scelta e nel confronto dei servizi offerti dai fornitori e nel visionare insieme ai condomini la documentazione relativa all’esecuzione dei servizi stessi . Questo è il nostro impegno assoluto». Dal prossimo mese, la Dott.ssa Volpe e l’Avv. Campana si occuperanno di una rubrica per darvi consigli su come risolvere le piccole e grandi beghe condominiali che attanagliano la quotidianità di tanti condomini.  Scriveteci dei vostri problemi e fateci pure delle domande via mail a direttoredemo@gmail.com e leggerete i consigli di esperti seri, competenti e qualificati sulla vostra personale situazione.

DEMO MAGAZINE

45


EVENTS

ESTATE IN ROSA 2013

“Geneticamente uomo e donna sono identici. Non lo sono dal punto di vista epigenetico, di formazione cioè, perché lo sviluppo della donna è stato volontariamente bloccato”. Rita Levi Montalcini

di Valeria Morleo

I

l Camper Rosa è un progetto itinerante che si inserisce nell’ambito dell’Estate Rosa organizzata dalla Regione Puglia con eventi, workshop, convegni, spazi d’informazione e distribuzione di opuscoli informativi e gadget. Si tratta di un’organizzazione che si dipana su tutto il territorio regionale: protagoniste sono le donne, la loro forza e il loro ingegno. Il tour del Camper Rosa ha toccato la Puglia da Otranto a Foggia, riuscendo a rappresentare diverse istituzioni che vogliono creare un sistema di comunicazione e promozione dell'economia al femminile: tra i tanti, gli Assessorati al Welfare e all’Attuazione del Programma della Regione Puglia e numerosie associazioni locali.

46

DEMO MAGAZINE

In occasione dell'incontro svoltosi a Mesagne (Br), abbiamo intervistato l’Avv. Giuliana Grasso, vice presidente della locale Associazione Gruppo Pari Opportunità e con Marica Guglielmi, Presidente Associazione Ghenos della città messapica. Una giornata che vede le donne protagoniste tra mostre, tavole rotonde e workshop. Come e perchè nasce quest'idea? «Il perché di una giornata che vede protagoniste le donne è anche l’obiettivo dell’Estate Rosa 2013, ossia quello di contribuire alla costruzione e diffusione di culture differenti e plurali offrendo spazi e visibilità a idee e talenti femminili». La mostra "Donnità e imprenditorialità" sita presso le sale del Castello Normanno Svevo di Mesagne, ha messo in luce i lavori al femminile del nostro territorio. Quanto è importante valorizzare l'artigianato femminile? «La mostra “Donnità e imprenditorialità” - spiega l’Avv. Gras-


EVENTS

so Giuliana - vuole contribuire proprio alla valorizzazione delle abilità femminili nell’artigianato e, contemporaneamente, sottolineare come questo rappresenti una risorsa culturale ed economica del nostro territorio. La mostra è composta da circa 13 opere realizzate da donne artigiane, dal ricamo alla ceramica, all’arte orafa e all’artigianato artistico in generale, rappresentando un’occasione per evidenziare la differenza di genere della imprenditorialità femminile e del lavoro delle donne che con determinazione contribuiscono a rappresentare una forza dinamica dell’economia e del turismo locale». Cos'è il progetto Clac discusso durante la serata? «E’ un progetto che si articola in una serie di interventi e servizi per concordare tempi di vita e di lavoro in una dimensione di genere. Scopo del progetto è quello di favorire attraverso una cooperazione e collaborazione fra soggetti pubblici e privati, una reale e concreta politica delle pari opportunità. Poiché, come dimostrano i dati, è ancora sulle donne che grava in prevalenza il peso maggiore del lavoro di cura». In quale modo Labodif (Istituto di ricerca, formazione e comunicazione) supporta il progetto? Risponde Marica Guglielmi, che con le sue due fondatrici ha animato il Workshop “La scuola Labodif tra differenza e uguaglianza”. Gianna Mazzini regista-scrittrice di Massa Carrara e Giovanna Galletti economista milanese fondatrici di Labodif, hanno portato a Mesagne il pensiero della differenza. «La differenza tra uomini e donne non è solo biologica, culturale, storica. E’ qualcosa che viene prima, prima dei corpi, prima delle idee. E’ una differenza simbolica. É un

diverso modo di guardare il mondo. Diverso modo di agire e sentire». Gianna e Giovanna hanno parlato dei desideri delle donne e nel 2010 Labodif ha realizzato un’indagine sociale sui desideri delle donne pugliesi per conto della Regione Puglia. Secondo Gianna Mazzini e Giovanna Galletti «Il desiderio femminile è una cosa seria in grado di smuovere montagne, cambiare abitudini, rivoluzionare il mondo». Possiamo confermarlo l’incontro con Gianna e Giovanna ha “smosso e rivoluzionato” molte di noi. Quali potrebbero essere gli incentivi da parte di associazioni ed istituzioni che potrebbero agevolare questo tipo di iniziative? «Riteniamo in generale che le istituzioni dovrebbero abbandonare la logica adempitiva delle politiche di genere e pari opportunità e cominciare a pensare duale in termini di desideri e bisogni al femminile e maschile. Le donne per la prima volta a Mesagne hanno abitato spazi urbani per tessere relazioni e parlare di “donnità e imprenditorialità” e “soggettività femminile”». Ghenos e Gruppo Pari Opportunità sembrano essere cofondatori di "Estate Rosa". Qual è lo scopo finale di questo sodalizio? «Le Associazioni Ghenos e Gruppo Pari Opportunità con il patrocinio del Comune di Mesagne e il sostegno degli Uffici Cultura, Turismo e Spettacolo e Politiche e Solidarietà Sociali hanno aderito all’evento “Estate Rosa 2013” tappa del Tour Rosa della Regione Puglia, continuando in quell’incessante attività di promozione e tutela del lavoro, della salute, dei diritti delle donne” che già da anni è al centro degli obiettivi e delle iniziative promosse da entrambe le Associazioni». 

DEMO MAGAZINE

47




FREE PRESS

DEMO MAGAZINE LO PUOI TROVARE QUI: • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Brindisi • Carovigno • Ceglie M.ca • Ceglie M.ca • Ceglie M.ca • Ceglie M.ca • Ceglie M.ca • Cellino S. Marco • Erchie • Erchie • Francavilla F.na • Francavilla F.na • Francavilla F.na • Francavilla F.na • Latiano • Latiano • Latiano • Mesagne • Mesagne

Edicola Edicola Edicola La tua edicola Edicola Scardicchio Edicola Edicola Pinto Edicola stadio Fanuzzi Edicola Mancini Edicola Chirico Salvemini Bastioni Edicola Saponaro Edicola Gorgone Libreria Indipendenza Edicola Dealy News Editel Edicola Ligorio Punto Contabile Lo Scarabokkio Edicola Machiavelli Edicola Lombardo Edicola Becci Non solo Edicola Itta Edicola Edicola Carrassi Edicola Di Maggio Edicola Della Corte Edicola Edicola Rubino Edicola Santoro Pattyidea Tabacchi gusmano

Aereoporto Stazione C.Le Ospedale A. Perrino Via brandi Piazza sapri Viale del lavoro Via appia Zona stadio Via cappuccini Via Sant’ Angelo Carlo V Corso Roma Viale Aldo moro Viale Indipendenza Corso Umberto I Via Roma Piazza Plebiscito Viale Aldo Moro, 1 Via San Lorenzo Via Mercodante Via V. Emanuele II, 5 Via Roma Via Principe di Napoli Piazza Umberto I Via Castro Piazza Umberto I Palazzo Imperiali Piazza Bartolo Longo Piazza Umberto I Via Roma, 17 Via Marconi Via N.Bixio

• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

Mesagne Mesagne Mesagne Mesagne Mesagne Mesagne Mesagne Mesagne Oria Oria Oria Oria Ostuni Ostuni Ostuni Ostuni S. Pietro V.co S. Pietro V.co S. Vito dei N.ni S. Vito dei N.ni S. Vito dei N.ni San Pancrazio S. San Pancrazio S. Sandonaci Sandonaci Sandonaci Torre S.S. Martina Franca Martina Franca Martina Franca Martina Franca

Edicola ciribì Edit copy Edicola Cavaliere Edicola montanaro Edicola Vitale Il Quadrifoglio La carica dei 101 Edicola Mater Domini Edicola Marini Edicola Edicola Rosario Edicola Il Matitone Edicola Edicola Fusco Edicola Francioso Edicola Sallustio Edicola Stazione Edicola Caretto Edicola Lo Re Edicola La Civetta Edicola Semeraro Edicola Edicola Edicola Leo Edicola Montagna Edicola Beatrice Edicola Rosato Edicola Edicola Red Point Café Caffé Noir

Via castello 34 Via Marconi Via Gen. Falcone Via torre 135 Via Latiano c/o c.c. Auchan Via Sandonaci Via M.Materdona Via Lama Via Latiano Via Torre Via Roma Via Pola Piazza Libertà Via Sansone Via G. Di Vittorio, 49 c/o Stazione c/o Ospedale Via Oberdan, 3 Via Mesagne, 30 Via Mesagne, 84 Via San Pasquale Via per Avetrana Via Cellino, 96 Via Cellino, 70 Via Gramsci, 26 Via Galasso Via Diaz Via Piazza Zito Via Crispi Piazza Crispi

DEMO MAGAZINE VIENE ANCHE DISTRIBUITO IN 250 STUDI PROFESSIONALI (AVVOCATI,MEDICI,DENTISTI,ORTOPEDICI,INGEGNERI,ARCHITETTI) E IN 150 ATTIVITÀ COMMERCIALI DELLA PROVINCIA DI BRINDISI

HANNO COLLABORATO: Stefano Blasi Pietro Borrello Antonio Scoditti DEMO MAGAZINE • anno VIII • N. 24 OTTOBRE 2013 Periodico in distribuzione gratuita • Reg. Trib. di Brindisi n° 14/2005 Edito da: BEST IN PUGLIA SRL, via Roma, 93 Mesagne (Br) Direttore Editoriale: STEFANO BLASI Direttore Responsabile: AGNESE POCI Impaginazione: LUCA CRESCENZO Grafica Pubblicitaria: DANIELA DIPRESA Stampa: Mesagne Per la pubblicità su Demo Magazine Telefono 349.38.61.180 / 347.62.88.198 amministrazione@bestinpuglia.it Per informazioni, segnalazioni e suggerimenti direttoredemo@gmail.com

Valeria Morleo Alessandro Passaro Ferdinando Sallustio Federico Micelli

Cristina Mignogna IN COPERTINA Flavia Pennetta

se vuoi ricevere DEMO MAGAZINE gratuitamente presso la tua "sede professionale" contatta lo

0831.771207

o invia una email a:

nuovodemo@gmail.com Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni non si restituiscono anche se pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore, ad eccezione di brevi passaggi per recensioni. Gli autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dell’uso improprio delle informazioni contenute.

SS. 7 Appia, Zona P.I.P. • Mesagne (Br) • Telefono 0831.717111

50

DEMO MAGAZINE




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.