Dossier IBE 2016

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DOSSIER IBE ANNO III - 2016



EDITT ORIALE

di Massimo Fucci

VIVERE DEL CAMBIAMENTO… non è più un’opzione

I

l successo, o addirittura la sopravvivenza, esige continua innovazione e capacità di gestire efficacemente il cambiamento continuo. Tutto questo indipendentemente dai settori e dai mercati specifici in cui un’azienda si trova ad operare. In passato i cambiamenti erano scanditi da ere o generazioni di: modelli di business, modelli organizzativi, architetture di sistemi informatici di supporto. L’esperienza acquisita e maturata nell’affrontare questi cambiamenti come eventi puntuali e localizzati era la base per pianificare e affrontare quelli successivi. Queste fasi di cambiamento potevano essere considerate passi Massimo Fucci di transizione tra una situazione stabile e la successiva. Tutto questo è uno scenario che è scomparso. Tutto più semplice o più complicato? Oggi la durata di una fase che possa considerarsi stabile è oramai inferiore, nelle azien-

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de, al tempo di attuazione del cambiamento e tende inesorabilmente a diminuire, e il fenomeno è del tutto generale. L’osservazione del cambiamento fornisce un’indicazione chiara: sempre più soluzioni, metodi, architetture ICT e tecnologie abilitanti evolvono non linearmente ma esponenzialmente o più che esponenzialmente, avvicinandoci al raggiungimento del punto di singolarità. Tutto ciò mostra chiaramente che il futuro non può essere affrontato efficacemente se ci si basa solo sulle esperienze passate. Il cambiamento inizia dal comprendere che va affrontato con una logica diversa rispetto a prima e soprattutto che la variazione è continua e sistematica. Una sfida non da poco per il management… Buon cambiamento a tutti. Massimo Fucci

Dossier | Industry Big Event 2016


SOMMARIO

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PERCHÈ PARTECIPARE

Decidere nell’era del cambiamento EDITTORIALE esponenziale Vivere del cambiamento...non è più un’opzione

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14 12 POLITECNICO DI MILANO Oggi 4.0, ma domani?

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DELOITTE Innovazione sostenibile: esiste una ricetta?

18 CISCO L’opportunità della Digitalizzazione per l’industria Italiana

20 SIEMENS PLM SOFTWARE Aziende manifatturiere e digital transformation: quale futuro


GMDE

BECKHOFF L’automazione PC-based al centro della Smart Factory

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Multicanalità per integrare i canali in una esperienza di interazione più ampia

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POLIHUB MIND MERCATIS

EUROTECH Vivere del cambiamento

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Dalla Fabbrica 4.0 fino al Cloud: il governo e la valorizzazione dei dati prodotti e raccolti

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Dossier

Il ruolo delle Start-Up nell’era dell’Open Digital Innovation

POLITECNICO DI MILANO

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Singolare la Singolarità!

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SIEMENS PLM SOFTWARE

INDUSTRY

BIG EVENT DECIDERE NELL’ERA DEL CAMBIAMENTO ESPONENZIALE

L’11 novembre torna Industry Big Event - nella sua terza edizione, un’iniziativa pensata espressamente per mettere a confronto e in contatto i protagonisti dell’innovazione, le aziende e le persone. Il tema è quello del cambiamento come focus centrale e ineludibile che da stepwise è diventato continuo e a velocità crescente. Una discontinuità che impone di avere e gestire efficacemente metodi e strumenti per affrontare il mercato in modo sistematico ed efficace. Questo per supportare un processo d’innovazione che deve investire in modo integrato: Business Models, Management, Prodotti, Processi, Architetture applicative. Una sfida per le aziende che intendono continuare a competere con successo, che deve vedere l’integrazione tra Cultura, Visione e Tecnologie Abilitanti.

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N

ella storica sede del Politecnico di Milano, in via Ampere, 2, manager e aziende si confronteranno sulla necessità, nel mercato globale, di una continua innovazione e della capacità di gestire efficacemente il cambiamento continuo. Tutto questo indipendentemente dai settori e mercati specifici.

In passato i cambiamenti erano scanditi da ere o generazioni di modelli organizzativi, architetture di sistemi informatici di supporto, modelli di business. L’esperienza acquisita e maturata nell’affrontare questi cambiamenti come eventi puntuali e localizzati era la base per pianificare e affrontare quelli successivi. Comunque queste fasi di cambiamento potevano essere considerate passi di transizione tra una situazione stabile e la successiva. Oggi la durata di una fase che possa considerarsi stabile è oramai inferiore, nelle aziende, al tempo di attuazione del cambiamento e tende inesorabilmente a diminuire, ed il fenomeno è del tutto generale. L’osservazione del cambiamento ci ha portato a comprendere che sempre più soluzioni, metodi, architetture ICT e tecnologie abilitanti evolvono non linearmente ma esponenzialmente o più che esponenzialmente, avvicinandoci al raggiungimento del punto di singolarità. Tutto ciò mostra chiaramente che il futuro non può essere affrontato efficacemente se ci si basa solo sulle esperienze passate.

Dossier

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Roberto Siagri

PENTACONSULTING

President & CEO, Eurotech

Massimo Fucci

CEO, Pentaconsulting

Il mondo cambia. Cambiano le esigenze, le aspettative, le capacità di spesa. Di contro, le aziende che vogliono continuare a competere con successo, debbono cambiare, nell’ordine: cultura aziendale, processo di sviluppo, tecnologie e infrastrutture abilitanti… il tutto mantenendo l’operatività.

BECKHOFF AUTOMATION

IBE ha nel suo DNA una duplice natura… stressare l’importanza del cambiamento continuo ed il suo impatto nel quotidiano di oggi stesso. Una linea di tendenza in cui cultura, collaborazione e integrazione non sono più un di cui, ma rappresentano il fattore critico di successo sul quale si gioca la capacità di competere delle aziende. Un fatto non solo tecnologico, ma sempre di più di cultura aziendale e di management. Alcuni fatti recenti ne sono la prova provata. Un contesto in cui apprendere, condividere e pensare.

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L’Internet delle cose (IoT) è la manifestazione che la materia prima di questa nuova era è costituita dai dati, che sono la nuova fonte d’innovazione e possono dare un nuovo slancio di competitività e sostenibilità alle imprese. Per poter cogliere a pieno i vantaggi di questa trasformazione digitale, le organizzazioni avranno bisogno di raccogliere i dati provenienti dal mondo operativo (mondo OT) in cui i dati vengono generati e connetterli al mondo IT, ovvero ladove i dati verranno usati.

EUROTECH

Il perchè partecipare a IBE, è scandito dai protagonisti...

La nostra strategia IoT, basata sui “building blocks”, riduce i rischi diventando uno strumento complementare che rafforza l’agilità e l’efficienza di un’organizzazione a diversi livelli. Questo consente ai clienti di concentrarsi sul loro business senza dover diventare esperti di hardware, software, comunicazioni o scalabilità dell’infrastruttura. Il tema dell’Industry 4.0 è per noi un fattore fondamentale per consentire alle aziende di evolvere in un mondo estremamente competitivo, motivo per cui abbiamo deciso di prendere parte all’Industry Big Event.

Duilio Perna

Sales Manager, Beckhoff Automation Siamo lieti di partecipare al Big Event anche quest’anno. Beckhoff crede di contribuire proficuamente alla discussione, portando il proprio pensiero e i fatti generati sull’innovazione in corso nel mondo del manufacturing. Il nostro obiettivo pertanto sarà quello di condividere la visione di Beckhoff sul tema dell’Industry 4.0, le esperienze maturate e gli sviluppi perseguiti per indirizzare gli operatori del mondo dell’automazione verso la prospettiva reale della fabbrica intelligente. Vogliamo parlare al management

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delle società presenti all’evento, per offrire i benefici derivanti dall’adozione della tecnologia di automazione basata su PC nel contesto della fabbrica intelligente. Saremo inoltre interessati ad ascoltare le tendenze che società di altri settori portano in questo dinamico contesto, in modo da verificare l’organicità e lo stato di avanzamento dell’innovazione tecnologica degli svariati comparti che concorrono alla globale progressione della quarta rivoluzione industriale in Italia.


CEO, Mind-Mercatis In un contesto in cui tutto cambia, dove il mondo dell’internet 2.0 si evolve con il modello della Fabbrica 4.0, è fondamentale avere dei momenti di riflessione e confronto sul mondo tecnologico che cambia intorno a noi. Ecco quindi che partecipare a IBE 2016 diventa l’occasione d’incontro e condivisione tra noi tutti che siamo coinvolti dal cambiamento organizzativo e tecnologico che ci pervade. Partecipare è quindi un momento di riflessione per tutti, ma sarà anche occasione per noi di condividere come sia oggi sempre più possibile orchestrare il cambiamento tecnologico e organizzativo garantendo la Governance delle decisioni e strategie aziendali.

CEFRIEL

Perchè chi oggi già vive il cambiamento sta già pensando ad un’ulteriore salto d’innovazione, ovvero al modello di Azienda 5.0. Ci vediamo ad IBE 2016.

Alfonso Fuggetta

AD e Direttore Scientifico di CEFRIEL – Politecnico di Milano Le innovazioni che stiamo vivendo non sono una moda del momento. Sono qui per restare e stanno già avendo un impatto che sta profondamente e radicalmente cambiando il posizionamento competitivo delle imprese. Tutto il settore del manifatturiero è coinvolto in questa rivoluzione e non può più attendere o tergiversare. È necessaria una azione decisa e intensa per mantenere alto (e anzi incrementare) il livello competitivo delle nostre imprese. Quest’incontro è un’occasione per discutere questi problemi nel concreto di esperienze aziendali e attingendo alle conoscenze e al know-how di centri di ricerca e innovazione che operano nel nostro territorio. Una occasione da non perdere per affrontare al meglio le sfide poste per il futuro delle nostre imprese.

Marco Maiocchi

Docente di Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano La velocità con cui il mondo si continua a modificare è sorprendentemente elevata. Di più, non si tratta di velocità di cambiamento, ma di accelerazione. Oggi, chi governa un’impresa, deve avere la consapevolezza non di ciò che oggi si fa e che è possibile fare, ma deve presentire quello che succederà, ed essere pronto ad adeguarsi, o, meglio ancora, a precedere. E i cambiamenti non sono banalmente tecnologici: quelli comportano ripercussioni in tutti i settori della vita, che sono in grado di modificare comportamenti di individui e masse, di organizzazioni aziendali e di società intere. Dobbiamo aspettarci trasformazioni nella produzione, nella finanza, nei consumi, nei rapporti con le forze del lavoro, con le leggi di stati, che continuano a essere indipendenti e autonomi, a dispetto di una totale permeabilità a incontrollabili fenomeni economici e finanziari abilitati dalle reti.

OPIFICIO DI DISEGNO INDUSTRIALE POTENZIALE

MIND MERCATIS Simone Avogadro

Cosa può aiutare a preparare il futuro? La consapevolezza del doverlo fare e la capacità di intraprendere un dibattito continuo su scenari e sul ruolo dell’impresa nella nostra società in continua trasformazione. Non bastano informazioni e conoscenze tecniche sulle future novità, ma è necessaria una preparazione culturale al cambiamento. Non corsi, ma riflessioni. Per questo ritengo importante, e diverso, partecipare a questo nuovo passo compiuto da Industry Big Event.

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GMDE Carlo Caporizzi

CEO & Shareholder at GMDE

Se il vostro business è determinato dalla condivisione di ogni informazione sui vostri prodotti, ben sapete che questa va fatta nel minor tempo possibile e coerentemente fra tutti i canali di interazione con i consumatori. I clienti cercano informazioni sui prodotti ovunque, aderendo anche ai social network e scaricando applicazioni su dispositivi mobili.

in maniera continuativa, progettando nuovi flussi organizzativi e adottando strumenti per massimizzare il proprio bacino di clienti.A IBE trovate alcune risposte per gestire il cambiamento in atto, ma soprattutto per guidarlo anche attraverso le evoluzioni future in cui cloud e pay per use saranno due elementi caratterizzanti dei nuovi modelli di business epocale che le dovrebbe coinvolgere. Forse prima di correre a scegliere qualcosa o qualcuno, prima di decidere sarebbe sensato ed utile capire cosa e perché tutto sta cambiando e a velocità crescente.

I contenuti devono essere gestiti in modalità multimediale affinché possano essere distribuiti e fruibili su canali multimodali,

Questo è l’obiettivo del nostro incontro: Decidere nell’era del cambiamento esponenziale.

Umberto Cugini

Politecnico di Milano

Da qualche tempo siamo tutti bersagliati da articoli, interviste, convegni, dichiarazioni riguardanti: Industria 4.0, quarta rivoluzione industriale, Smart Manufacturing, IoT, Digital Factory, Digital Manufacturing etc. etc. Ovviamente i comunicatori di tutto questo sono consulenti, vendors, accademici, politici, intermediatori vari per accedere a potenziali finanziamenti, per partecipare a cluster, gruppi di approfondimento, cordate varie. La caratteristica comune della comunicazione, di questi eventi è la presentazione di metodi e strumenti per affrontare e risolvere l’incombente problema che, guarda caso, i proponenti hanno a disposizione e di cui sono esperti, e quindi l’urgenza di adeguarsi e di far partire progetti. Il target di tutto ciò sono le industrie grandi, piccole e medie che sembrano essere totalmente all’oscuro di questo cambiamento epocale che le dovrebbe coinvolgere. Forse, prima di correre a scegliere qualcosa o qualcuno, prima di decidere sarebbe sensato ed utile capire cosa e perché tutto sta cambiando e a velocità crescente. Questo è l’obiettivo del nostro incontro: Decidere nell’era del cambiamento esponenziale.

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DELOITTE

POLITECNICO DI MILANO

In un ambito in cui tutto cambia velocemente, anche la capacità di comunicare delle aziende deve cambiare alla stessa velocità.

Francesco Iervolino Partner, Strategy & Innovation di Deloitte Il periodo di forte spinta innovativa che stiamo vivendo richiede un’attenta riflessione su come l’innovazione sta influenzando i diversi business oggi e come li influenzerà nei prossimi anni. L’Industry Big Event è un’importante occasione per assistere allo stimolante confronto tra esperti di innovazione, rappresentanti dell’ecosistema milanese, che illustreranno la loro visione strategica in merito agli effetti sociali ed economici dello sviluppo tecnologico in atto. Nell’ambito dell’innovazione, Deloitte ha da tempo assunto il ruolo di connettore tra start up tecnologiche e grandi aziende alla ricerca di soluzioni innovative per competere in un contesto in continua evoluzione. Con il programma Officine Innovazione, Deloitte si posiziona tra i primari player nell’ambito della gestione di questi cambiamenti il cui potenziale potrà sicuramente portare enormi vantaggi. D’altro canto occorrerà prestare la massima attenzione ad eventuali rischi connessi alla sostenibilità ambientale, industriale e alla cyber security.


Collaboration Architecture e Customers Business Outcomes Leader, Cisco Italia

CISCO SYSTEMS

Michele Dalmazzoni

AGENDA IBE 2016 09.00 Registrazione partecipanti, welcome coffee 09.30 Saluti e apertura lavori – E. Gatti, Direttore Generale Fondazione Politecnico di Milano IL CONTESTO 09.40 Oggi 4.0, ma domani? (U. Cugini –

Il cambiamento è diventato un imperativo per ogni azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni. Gestirlo al meglio implica una profonda revisione di metodologie e processi di business, oltre che l’adozione del digitale come leva di trasformazione e innovazione.

Politecnico di Milano)

Per affrontare il cambiamento è importante analizzarne tutte le sfaccettature, aprirsi alle esperienze di chi ha già “sperimentato” e comprendere la portata delle tecnologie che abilitano la trasformazione. L’agenda dell’evento è ricca, ben diversificata e costruita per affrontare tutti gli aspetti di cui un’azienda deve tenere conto: dall’analisi del contesto, alle esperienze concrete, sino ad arrivare alle tecnologie disponibili e alla loro implementazione per la realizzazione dell’impresa 4.0.

10.20 L’opportunità della Digitalizzazione per

10.00 Innovazione sostenibile: esiste una ricetta? (F. Iervolino –Deloitte) ENABLING TECHNOLOGIES PANEL l’Industria Italiana: Innovazione di Business Model e Ottimizzazione delle Operation abilitate dal digitale (M. Dalmazzoni – Cisco) 10.40 Aziende manifatturiere e digital transformation: quale futuro (L. Cipollini- Siemens PLM Software) 11.00 L’automazione PC-based al centro della Smart Factory (D. Perna – Beckhoff) 11.20 Multicanalità per integrare i canali in un’esperienza di interazione più ampia (C. Caporizzi – GMDE)

SIEMENS PLM SOFTWARE

BUSINESS CASE 11.40 Un caso di eccellenza del Made in Italy (A. Fuggetta – Cefriel) 12.00 Vivere del cambiamento (R. Siagri – Eurotech) 12.20 Dalla Fabbrica 4.0 fino al Cloud: il governo e la valorizzazione dei dati prodotti e raccolti (S. Avogadro – Mind Mercatis)

Gian Luca Sacco

RICERCA APPLICATA

EMEA Marketing Director, Siemens PLM Software

12.40 La Fondazione a supporto dell’Innovazione

IBE 2016, terza edizione dell’Industry Big Event, costituisce un momento di riflessione in cui pensare al cambiamento e alle risposte necessarie da fornire in termini di cultura aziendale e di infrastrutture abilitanti.

IL FUTURO

Oggi le aziende debbono comprendere che la governance del processo di sviluppo dei prodotti è alla base di ogni successo. La risposta risiede negli ambienti integrati e collaborativi, in grado anche di simulare in tutte le fasi il comportamento reale dei prodotti. IBE si propone di fornire risposte a coloro che si interrogano su come strutturarsi per rimanere competitivi nel tempo.

(S. Mainetti – PoliHub)

13.00 Singolare la Singolarità (M. Maiocchi – Opificio di Disegno Industriale Potenziale) 13.30 Dibattito interattivo (M.Fucci) Chiusura lavori e business lunch

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IL CONTESTO

Oggi 4.0, ma domani?

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IL CONTESTO

Umberto Cugini Politecnico di Milano

SIAMO DA TEMPO INONDATI DA ARTICOLI, CONVEGNI, DICHIARAZIONI, INTERVISTE RIGUARDANTI: INDUSTRIA 4.0, QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, SMART MANUFACTURING, IOT, DIGITAL FACTORY, DIGITAL MANUFACTURING, BIG DATA, ETC.

C

oloro che organizzano, comunicano, condividono tutto questo sono: consulenti, vendors, accademici, politici, esperti ed intermediatori vari per partecipare a cluster, gruppi di approfondimento, cordate varie per accedere a potenziali finanziamenti. Il target di tutti questi eventi sono ovviamente le industrie: grandi, piccole e medie che, concentrate a capire come reagire ad un mercato globale che cambia repentinamente, non sembrano così frenetiche e focalizzate sul problema 4.0, anzi sembrano quasi all’oscuro di questo cambiamento epocale che le dovrebbe coinvolgere. La caratteristica comune di questi eventi, di tutta questa comunicazione, è la presentazione di roadmap e programmi in essere in altri Paesi e la proposta di metodi e strumenti per affrontare e risolvere l’incombente problema anche da noi.

Ovviamente i proponenti/organizzatori hanno a disposizione strategie, tecnologie abilitanti, metodi e strumenti di cui sono esperti, e quindi le proposte e l’urgenza di adeguarsi e di far partire progetti, ricorda molto il solito processo di technology push già visto e vissuto in passato alla luce delle keywords dell’epoca ( CAD, CIM, PLM). Forse prima di correre a scegliere qualcosa o qualcuno, prima di decidere sarebbe sensato e utile capire cosa e soprattutto perché tutto sta cambiando a velocità crescente. Quale è la motivazione e la ragione principale alla radice di questi cambiamenti continui che evolvono in modo esponenziale. Poiché la nostra percezione del tempo e quindi dei cambiamenti “a misura d’uomo” è lineare (giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno),

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affrontare situazioni in cui, per ogni unità di tempo che si aggiunge, il risultato più che raddoppia, richiede una profonda e articolata riflessione. Non più basata sulla sola “tradizionale” esperienza passata. Bisogna prendere atto che domani e dopodomani non saranno un ieri o l’altroieri incrementati. In tutto: mercati, modelli di business, leader di mercato, organizzazioni, competenze necessarie, strumenti e metodologie abilitanti, opportunità e rischi. La presentazione, in linea con l’obiettivo del nostro incontro “Decidere nell’era del cambiamento esponenziale” è dunque focalizzata a definire questo quadro attuale, evidenziandone gli elementi caratterizzanti, a presentare le possibili visioni e a ragionare su qualche esperienza nazionale, cercando di definire il contesto per le successive testimonianze portate dalle varie componenti coinvolte e interessate.

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Innovazione sostenibile: esiste una ricetta?

di Francesco Iervolino Partner, Strategy & Innovation, Deloitte

Gli ultimi anni hanno visto una notevole crescita dell’innovazione a tutti i livelli del sistema economico-sociale: dall’ingerenza sempre più spinta della tecnologia digitale nella vita privata di tutti i giorni, alla trasformazione radicale dell’ecosistema di intere industrie per mano di aziende disruptive quali, ad esempio, Uber ed Airbnb. “Innovare” è la parola d’ordine dell’ultimo decennio: dopo un calo post-crisi, negli Stati Uniti il numero di startup è tornato ad aumentare negli ultimi due anni, e gli investimenti in R&D continuano a crescere.

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nnovare” è anche diventato più semplice e veloce: con la recente crescita esponenziale della potenza di calcolo, l’aumento della quantità di dati prodotti e analizzabili, l’incremento dei device interconnessi e la drastica riduzione del costo delle tecnologie,

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l’innovazione ha trovato un terreno fertile per generare prodotti, aziende e sistemi senza precedenti. Così semplice e veloce che gli esperti del settore prevedono che il 2045 sarà l’anno in cui il progresso tecnologico supererà la nostra capacità di comprenderlo: sarà il momento della “singolarità tecnologica”.


In tale contesto internet e social network continuano ad abbattere le barriere geografiche e aumentare l’accesso all’informazione online: negli ultimi due anni, il numero di utenti attivi sul web è passato da 2,9mld a 3,2mld (+10,3% rispetto al 2014), mentre quello di utenti attivi sui social è aumentato da 1,9mld a 2,0mld (+5% rispetto al 2014). Sono i “Millennial”, la generazione che comprende le persone tra i 18 e i 34 anni – la popolazione più attiva sul web: negli Stati Uniti, si stima che trascorrono più del 60% del tempo online e circa il 50% di essi preferisce informarsi su Facebook rispetto ai media tradizionali.

perché interviene su alcuni ambiti trascurandone altri più semplici ma fondamentali. È quindi necessaria una ricetta per l’innovazione che si confronti con i bisogni delle persone in maniera seria e rigorosa, e che sia capace di rendere le innovazioni sostenibili da un punto di vista economico, sociale e ambientale.

Tale forte spinta innovativa che stiamo vivendo richiede dunque un’attenta riflessione su come l’innovazione possa migliorare la nostra qualità della vita. È necessario comprendere non solo cosa favorisca l’innovazione, ma anche quali siano le sue effettive e concrete ripercussioni sul nostro benessere individuale, su quello di aziende e organizzazioni, e infine sul sistema sociale in generale.

2. Comprendere la natura e l’ambizione dell’innovazione, per poter indirizzare in maniera efficace la spinta innovativa verso i bisogni identificati in precedenza, e non verso futurismi poco utili;

Sebbene vi siano infatti innegabili benefici conseguenti all’innovazione – dal miglioramento delle condizioni di salute alle democratizzazione dell’informazione tramite internet – è fondamentale riconoscere i rischi insiti nel processo innovativo e cautelarsi rispetto alle sue limitazioni. Solo affrontando i rischi dell’innovazione – dal cyberbullismo alla startup bubble – se ne può catturare il meglio, ottenendo un vero miglioramento del sistema economico, sociale e ambientale.

Francesco Iervolino

Ma se è vero che l’innovazione non potremo “fermarla” è anche vero che dovremo cercare di comprenderla, sperimentando sul campo ed educando i leader di oggi affinché possano indirizzare il progresso verso le grandi sfide che avranno un impatto sul futuro dell’umanità nei prossimi 30 anni. Nell’ambito delle ricerche condotte, Deloitte ha verificato sul campo attraverso un sondaggio demoscopico internazionale, in collaborazione con Euromedia Research, che più di un cittadino su tre a livello europeo (37%) ritiene che l’innovazione sia un’occasione persa, anche

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Tale ricetta deve raggiungere tre obiettivi fondamentali: 1. Capire i bisogni a cui rispondere – quelli reali ma anche quelli nascosti – al fine di focalizzarsi laddove vi è un effettivo percepito di necessità;

3. Definire l’approccio da adottare, affinché si possa sostenere l’ambizione dell’innovazione in maniera strutturata e rigorosa, trasformando le idee innovative in prodotti e servizi pronti per il mercato-. L’approccio adottato da Deloitte è strutturato su tre fasi: 1. Generation: fase a supporto della stimolazione e generazione di idee attraverso specifiche metodologie; 2. Acceleration: fase di accelerazione che ha l’obiettivo di modellare le idee su uno scenario di business reale e di generare quindi un business case; 3. Enrichment: fase di arricchimento durante la generazione e l’accelerazione delle idee tramite piattaforme di Idea management e di innovation ecosystem scouting. Solo identificando i bisogni a cui rispondere, comprendendo le ambizioni dell’innovazione e sviluppando un approccio che riesca a sostenerle riusciremo a combinare innovazione e benessere in maniera vincente. È questa, in sintesi, la ricetta per un’innovazione sostenibile, che sappia rispondere ai rischi e alle perplessità dello sviluppo per impattare positivamente il nostro benessere.

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YOUR MULTIMEDIA

BUSINESS COMMUNICATION

www.newsimpresa.it Interno di uno degli elementi della soluzione di controllo


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L’opportunità della Digitalizzazione per l’Industria Italiana:

Innovazione di Business Model e Ottimizzazione delle Operation abilitate dal digitale

di Michele Dalmazzoni Collaboration Architecture e Customers Business Outcomes Leader Cisco Italia

Cisco Italia ha avviato, nel gennaio 2016, il piano Digitaliani, un impegno che l’azienda ha voluto prendere in collaborazione con il Governo, per accelerare la digitalizzazione nel nostro paese, affrontando gli snodi chiave per la sua trasformazione digitale: le competenze, lo sviluppo dell’ecosistema di innovazione, la digitalizzazione nei settori produttivi chiave del Made in Italy e nella Pubblica Amministrazione, la trasformazione per le infrastrutture strategiche quali possono essere trasporti e utility.

Particolare di una macchina confezionatrice

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L’

azienda sta lavorando concretamente in ciascuno di questi ambiti, per affiancare imprese, governi e persone in un nuovo scenario che emerge con forza dall’evoluzione delle tecnologie: la trasformazione digitale. È uno scenario in cui l’interconnessione di persone, processi, dati e oggetti che già oggi conosciamo raggiungerà livelli senza precedenti, aprendo possibilità inesplorate di innovazione e trasformazione dei processi aziendali, delle comunità in cui viviamo, dell’educazione, degli strumenti per affrontare le sfide economiche, sociali ed ambientali.

graduale delle tecnologie abilitanti. Competenze di rete (Cisco si identifica con la storia e l’evoluzione del networking e ha un’offerta di soluzioni specificatamente sviluppata per il networking industriale), capacità di portare la digitalizzazione a livello globale nelle industrie (smartfactory e integrazione di altre tecnologie di eccellenza che la società propone, come ad esempio la collaboration) e approccio di partnership con i nomi più importanti del mondo dell’automazione industriale hanno permesso a Cisco Italia di portare a termine con successo alcuni progetti con aziende italiane quali Inpeco, Marcegaglia, La Marzocco. Perché la trasformazione digitale abbia effetti positivi e tangibili è necessario uno sguardo d’insieme, dando priorità alla centralità ed alla creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo del capitale

Cisco (www.cisco. com/c/it_it) lavora concretamente per fare sì che le aziende italiane trovino un loro percorso specifico verso la digitalizzazione – inclusa quella dei processi produttivi – che tenga conto, senza però aderirvi passivamente, dei modelli che hanno avuto successo in altri paesi. Grazie al digitale, le aziende italiane di ogni dimensione hanno l’opportunità di proiettare la loro eccellenza su mercati più ampi e anche l’eccellenza artigianale può recuperare spazi importanti in un mondo in cui la produzione su piccola scala e la personalizzazione sono ulteriormente facilitate dalla tecnologia.

umano e delle competenze. Per questo motivo, nell’ambito del programma Digitaliani, Cisco ha siglato un accordo con il MIUR che la vedrà impegnata, nei prossimi tre anni, nella formazione di studenti su tematiche quali, ad esempio, Internet of Things e Cybersecurity.

L’approccio che Cisco ha adottato con successo con alcuni clienti italiani che hanno intrapreso la via della digital transformation è personalizzato: una volta analizzate le esigenze di business, è stata creata una roadmap che ha consentito l’adozione

L’obiettivo di Cisco è di creare un circolo virtuoso in cui collabora con istituzioni, enti accademici, aziende tradizionali, start up, acceleratori per creare innovazione e trasformare il Paese grazie al digitale.

Dossier

Michele Dalmazzoni

Ciò è possibile grazie all’avvento di Reti sempre più intelligenti, aperte e capaci di assorbire la complessità tecnologica generata dall’interconnessione di decine miliardi di elementi – garantendo allo stesso tempo sicurezza, flessibilità e accesso.

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Aziende manifatturiere e digital transformation: quale futuro di Leonardo Cipollini Business Development Director at Siemens PLM Software

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a competizione sui mercati globali richiede una ottimizzazione dei costi, un incremento continuo della qualità dei propri prodotti, l’efficienza del processo produttivo ed agilità nel rispondere alle richieste dei clienti e del mercato. Per indirizzare tali obiettivi è necessario ripensare il proprio modello di business adeguandolo ai nuovi scenari in modo da permettere all’azienda non solo di restare competitiva ma anche di poter cogliere ogni nuova opportunità che questi scenari potranno offrire. Questo processo di trasformazione può essere accompagnato e supportato da un processo di digitalizzazione aziendale e da un’ottimizzazione dei processi e degli strumenti che concorrono allo sviluppo, la fabbricazione e la commercializzazione dei propri prodotti. L’elemento chiave e fulcro di questo cambiamento è l’adozione di specifiche strategie in grado di portare alla completa digitalizzazione delle diverse informazioni che descrivono sia il prodotto che il processo produttivo e ad un approccio basato su modelli virtuali che consentano una veloce messa a punto e validazione digitale degli stessi. Questo permette di arrivare ad una concreta riduzione del time-to-market che non vada a discapito dei costi e della qualità del prodotto.

Siemens PLM Software (www.plm.automation.siemens.com/it_it) è una business unit della divisione Siemens Digital Factory ed è leader mondiale nella fornitura di software, sistemi e servizi per la gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM, Product Lifecycle Management) e la gestione delle attività produttive (MOM, Manufacturing Operations Management). Grazie al proprio “Smart Innovation Portfolio” Siemens PLM Software è in grado di supportare al meglio il processo di innovazione dei propri clienti con soluzioni end-to-end dallo sviluppo prodotto alla fabbricazione per arrivare sino al service. In questa sessione Siemens PLM Software tratterà del tema della digitalizzazione aziendale a supporto dei processi di innovazione che abbracciano trasversalmente le diverse fasi di ideazione, sviluppo, ingegnerizzazione e realizzazione del prodotto.

L’adozione estesa di tecniche di digitalizzazione consente una reale integrazione e collaborazione tra i reparti interni all’azienda e tra l’azienda ed il mondo esterno e costituisce di fatto un elemento abilitante verso un approccio Industry 4.0.

Leonardo Cipollini

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E N A B L I N G T E C H N O L O G I E S PA N E L

L’AUTOMAZIONE PC-based al centro della smart factory di Duilio Perna Sales Manager, Beckhoff Italia

Duilio Perna

Non importa che Industry 4.0 sia una vera rivoluzione o semplicemente l’evoluzione delle tecnologie informatiche e di automazione, quello che è sicuro è che si tratta di un’opportunità importante che, cambiando radicalmente le condizioni esistenti, offrirà benefici ai costruttori di macchine e agli utenti finali. Ascoltare i bisogni dei clienti è un fattore critico di successo, ma questa predisposizione va abbinata all’attenzione per le nuove tecnologie. Questo mix conduce a nuove idee e innovazioni che generano rivoluzionari cambiamenti. L’innovazione portata dalla quarta rivoluzione industriale sarà frutto dei nuovi sviluppi e dei bisogni espressi dal mercato. Cerchiamo di analizzare i punti nodali.

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L’

essenza del modello Industry 4.0 è la convergenza del mondo IT con quello dell’automazione.

Di questo paradigma Beckhoff (www.beckhoff.it) è stata pioniere, essendo la prima azienda a proporre nel mercato negli anni ‘80 la tecnologia di controllo basata su PC, la piattaforma che nativamente offre i connettori per la comunicazione e l’integrazione con il mondo gestionale e il cloud. L’obiettivo dell’Industry 4.0 è aiutare le aziende ad acquisire maggiore competitività. Ciò, in particolare per le imprese italiane, sarà il risultato dell’azione congiunta volta ad aumentare l’internazionalizzazione delle aziende e la loro digitalizzazione. Beckhoff offre gli strumenti agli imprenditori per creare siti produttivi intelligenti in linea con i principi dell’Industry 4.0. L’obiettivo della smart factory è migliorare la performance in termini di produttività, qualità ed efficienza, riducendo il costo del ciclo di vita degli impianti, introducendo alta flessibilità e personalizzazione nella produzione. Sulla base dell’esperienza acquisita nel campo, v’è l’esigenza di usare informazioni utili per ottimizzare la progettazione delle stesse macchine e per minimizzare i rischi del fermo macchina, adottando strategie efficaci di manutenzione predittiva. Questi bisogni trovano fondamento e supporto nelle tecnologie innovative

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quali Internet of Things, Internet of Services, Big Data, che permettono di accumulare, trasferire, gestire ed elaborare un’enorme volume di dati, al fine di aiutare il management a prendere decisioni di business basate su scelte informate. Siamo nella fase iniziale di un nuovo percorso di innovazione tecnologica che si consoliderà nei decenni futuri: questa rivoluzione entrerà nel vivo il giorno in cui le macchine intelligenti costituiranno lo standard industriale e saranno ampiamente diffuse. I fattori cruciali per il successo dell’implementazione della strategia 4.0 sono l’interoperabilità e la interconnessione. Nel futuro la piramide dell’automazione industriale, nel modo cui l’abbiamo vista fino ad oggi, muterà profondamente e si trasformerà in un grande rete di oggetti interconnessi con capacità di calcolo, di controllo e di comunicazione: sarà possibile la comunicazione bi-direzionale tra controlli e sistemi gestionali utilizzando protocolli di comunicazione standardizzati e aperti che contengono anche gli strumenti per la crittografia. Sistemi di business analytics beneficeranno quindi della possibilità di ricevere la conoscenza granulare della produzione delle macchine nell’impianto. Si otterrà, grazie alla interconnessione tra mondo IT e sistema di

automazione, trasparenza e chiarezza nel ciclo dei processi, gestione dati che diventano informazioni e monitoraggio proattivo. Nella visione della fabbrica intelligente sarà facile comunicare dal sensore al cloud. I dati provenienti da sensori e controlli saranno integrati nei processi di manutenzione e service. Analitiche predittive mitigheranno il rischio di imprevisti guasti, e saranno le macchine a richiedere ciò di cui hanno bisogno per ottimizzare la performance. La quantità di dati resa disponibile si presterà ad essere letta, elaborata e scambiata tra diversi attori nel corso del ciclo di vita delle macchine della smart factory: l’operatore, il costruttore della macchina, il manutentore e il fornitore degli equipaggiamenti elettronici e meccanici. Beckhoff indirizza gli utenti nel costruire l’infrastruttura appropriata per l’implementazione della smart factory, facendo leva sulla esperienza maturata in numerose applicazioni e mercati, sull’innovazione tecnologica unita ad una offerta ready-to-use, che arricchisce le macchine di produzione e gli impianti di funzionalità intelligenti capaci di creare immagini di processo, condurre analisi di grandi dati, riconoscimento di pattern, condition e power monitoring.

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Multicanalità

per integrare i canali in

un’esperienza di interazione più ampia di Carlo Caporizzi CEO & Shareholder di GMDE

GMDE è un’azienda nata grazie all’unione di quattro esperti del settore dell’editoria. Negli anni ha aumentato le sue competenze sia nell’ambito dei sistemi editoriali che in quello della stampa e prestampa ed è riuscita così a conquistare la fiducia dei maggiori editori italiani di quotidiani, periodici e libri, clienti importanti fra cui RCS, LaStampa, il Sole24ore, Mondadori, Libero, Editoriale Domus, Il Fatto e molti altri ancora. Negli ultimi anni seguendo una politica di differenziazione e espansione nei diversi mercati ha esteso il suo interesse anche verso il mercato dell’Industry, mercato in cui le soluzioni che negli anni sono state proposte al publishing possono trovare nuova applicazione, riuscendo così a fornire i suoi servizi a molte aziende tra cui Gruppo Percassi/Kiko, Seat Pagine Gialle e MSC Crociere. Oggi GMDE, grazie ad una team di esperti qualificati in ogni settore del publishing è in grado di fornire assistenza in tutto il territorio nazionale.

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uello che ha portato GMDE (www.gmde.it/) alla consapevolezza della sua forza è stato il riconoscimento anno dopo anno da parte dei numerosi cliente di saper scegliere fra il pacchetto di soluzioni proposte dai partner quella giusta per riuscire ad aiutare ogni cliente che ha deciso di affidarsi a lei. Una volta stabilito il contatto con il cliente e ascoltato le sue esigenze, GMDE è in grado di individuare quali soluzioni proporre, come integrarle sia fra loro che con i sistemi esistenti per poter giungere al risultato finale richiesto dall’utente. Le soluzioni dei partner GMDE infatti sono tutte modulabili, personalizzabili e integrabili tra loro e con sistemi già esistenti presso le realtà dei clienti. I servizi offerti vanno dall’analisi del flusso di lavoro esistente, allo studio di fattibilità da discutere prima della realizzazione,

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per poi passare all’installazione e alla customizzazione delle soluzioni proposte fino alla formazione del personale e all’assistenza sia locale che remota. In un ambito in cui la veloce evoluzione nell’era digitale deve essere affrontata con la conoscenza di nuove soluzioni e nuovi prodotti, GMDE è il team giusto a cui affidarsi per aver un partner attento alle esigenze del mercato e che per questo è sempre alla continua ricerca e sviluppo di soluzioni innovative. Nell’era digitale, la nostra era, il tempo e la connettività sono due valori che determinano il vero successo: le soluzioni proposte sono sviluppate proprio per ridurre al minimo il tempo di intervento, evitando prima di tutto quel caos che è la comunicazione effettuata con mezzi non adatti e molto spesso non integrati tra

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Carlo Caporizzi


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loro, mantenendo alta la connessione sia fra le figure interne all’azienda che con i clienti destinatari della comunicazione di prodotto. L’idea di GMDE è quella di far conoscere e comprendere l’importanza di sistemi basati sul dato strutturato, per poi riuscire ad ottenere il massimo dal dato stesso. Per capire cos’è il dato strutturato è sufficiente immaginare un qualsiasi tipo di prodotto che può essere inserito all’interno di una banca dati come se fosse un contenitore. Dentro questo contenitore possono trovare posto tutte quelle informazioni strettamente collegare al prodotto stesso come ad esempio le immagini di prodotto, le schede tecniche, i dati di stoccaggio. Tutta questa struttura dati, se configurata nel modo corretto, cioè prevedendo le tipologie di utilizzo finale, può essere un grande tesoro per le aziende e per la loro comunicazione. Le soluzioni GMDE aiutano le aziende nella creazione ottimale di questa struttura per arrivare a facilitare la comunicazione di ogni informazione di prodotto su qualsiasi tipo di piattaforma e tutto questo riducendo innanzitutto la possibilità di errore (versioni di immagine o dati di prodotto sono infatti mantenute in un’unica posizione) e, secondo, ma non meno importante, abbattendo il time to market poiché le informazioni di prodotto in cloud sono

disponibili sempre e ovunque per gli utenti che possono accedere alla banca dati, secondo il proprio profilo di utilizzo. GMDE può inoltre essere utile alle aziende che stanno per affrontare la conversione al digitale, e di conseguenza si trovano a dover modificare le loro modalità di comunicazione, aiutandole a strutturare i propri database per sfruttarne il massimo delle potenzialità future. Implementando workflow aziendali che coinvolgano sia le figure interne che quelle esterne, a cui tante aziende si rivolgono per la creazione di contenuti digitali, siano essi immagini, video o presentazioni. GMDE è in grado di proporre tutto questo grazie all’esperienza maturata in anni di applicazione nel settore della publishing a ogni livello, dove la comunicazione e l’interesse dell’utente finale sono l’obiettivo da raggiungere: dall’ingestion delle immagini di prodotto (di cui viene mantenuta ogni versione), alla compilazione dei metadati (che facilita all’interno di un archivio la ricerca delle immagini stesse) fino a soluzioni in grado di permettere anche a chi non ha conoscenze informatiche di poter comunicare le novità di prodotti e i cataloghi aziendali su qualsiasi tipologia di dispositivo mobile. Grazie a GMDE, l’unico limite che un cliente si trova ad affrontare è esclusivamente la propria creatività.


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BUSINESS CASE

Vivere del cambiamento di Roberto Siagri President & CEO, Eurotech

Per vivere il cambiamento è necessario comprendere i meta trend e il loro impatto sui modelli di business. Il meta trend dominante nell’era della Internet of Things e dell’Industria 4.0 è la centralità dei dati e attorno a questo nuovo petrolio ruoteranno i modi di fare impresa dei prossimi decenni. I dati assumono un notevole valore strategico perché sono la materia prima da cui partire per incrementare l’efficienza produttiva, sviluppare nuovi prodotti e implementare o migliorare i servizi ad essi collegati. Le tecnologie vanno quindi viste come il mezzo per entrare in questo meta trend e questo tipo di lucidità strategica è importante per guidare le scelte degli investimenti, in termini di cosa scegliere e che passo tenere.

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importante tenere sotto controllo il livello di stress e di rischio a cui si sottopone l’impresa nel corso dell’innovazione. Ecco quindi che serve un approccio graduale, che parte dalla comprensione dei gradi di libertà della propria azienda e che si traduce nell’adozione di tecnologie IoT modulari e future proof.

n tutti i processi di cambiamento e innovazione esistono infatti due pericoli che minacciano l’esistenza stessa dell’impresa: il primo pericolo è la morte per fossilizzazione, che deriva da una insufficiente spinta verso il nuovo e che è il risultato di scelte errate di componenti tecnologici non aperti al futuro oppure di un passo troppo lento nella trasformazione dei paradigmi esistenti; il secondo pericolo è la morte per disintegrazione, che deriva invece da uno slancio in avanti troppo repentino verso il nuovo, che non tiene conto dell’inerzia intrinseca dei processi esistenti e che confonde l’adozione di nuove tecnologie con l’adozione di nuovi modi di fare business.

Un’impresa esistente con un business consolidato non può infatti comportarsi come una start-up, ma può attivare percorsi evolutivi che ne replichino lo spirito ponendo attenzione a compartimentare questi percorsi affinchè non invadano tutta l’organizzazione prima che questa sia pronta.

Per abbracciare il cambiamento in modo sicuro serve un giusto bilanciamento tra il comprendere per fare e il fare per comprendere. Non ci si può aspettare di aver capito tutto, perché gestire l’innovazione è come guidare un’auto da corsa: se hai tutto sotto controllo stai andando troppo piano. D’altro canto è

Infatti, non è necessario ridisegnare la fabbrica o stravolgere la progettazione delle macchine per ottenere quei benefici di efficienza e continuità operativa che l’IoT porta con sé. Dal punto di vista operativo, ogni macchina, oggetto o linea di produzione esistente può diventare “intelligente” mediante l’applicazione di

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BUSINESS CASE

sensori e dispositivi che raccolgono i dati per consentirne l’attivazione e l’assistenza da remoto, il controllo in tempo reale, la previsione dei guasti, e l’ottimizzazione dei tempi di produzione. Si parla di “trasformazione digitale” che nell’industria ha preso il nome di quarta rivoluzione industriale. Questa rivoluzione nasce dalla disponibilità in tempo reale dei dati delle macchine o delle linee di produzione e dei dati provenienti dai prodotti stessi una volta installati ed in uso presso i clienti. Per poter cogliere a pieno i vantaggi di questa trasformazione digitale, le organizzazioni avranno bisogno di raccogliere i dati provenienti dal mondo operativo (mondo OT) in cui i dati vengono generati e connetterli al mondo IT, ovvero là da dove i dati verranno usati. La strategia IoT di Eurotech, basata su “building blocks” hardware e software sviluppati secondo gli standard di mercato e con protocolli aperti e standardizzati, riduce i rischi diventando

uno strumento complementare che rafforza l’agilità e l’efficienza di un’organizzazione a diversi livelli. Questo consente alle aziende di concentrarsi sul loro business, senza dover acquisire specifiche conoscenze di hardware, software, comunicazioni o scalabilità dell’infrastruttura, evitando di stanziare grandi investimenti. Per ridurre il rischio ex ante più che una completa pianificazione serve introdurre flessibilità e resilienza nei nuovi progetti innovativi, attraverso l’uso di standard aperti e l’implementazione di soluzioni modulari con interfacce tra i building blocks del sistema che usano standard di mercato: si parla di Loosley Coupled Layered Containerized Architecture, ovvero di un’architettura IoT che scompone il problema in livelli, interconnessi ma debolmente accoppiati affinché si possa facilmente sostituire la tecnologia o il dettaglio implementativo di un livello senza dover mettere in discussione gli altri livelli o l’architettura complessiva.

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BUSINESS CASE

Dalla Fabbrica 4.0 fino al Cloud: il governo e la valorizzazione dei dati prodotti e raccolti di Simone Avogadro, CEO Mind-Mercatis

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a fabbrica 4.0 è frutto di un’evoluzione che vede nella massiccia informatizzazione il fulcro del cambiamento organizzativo.

Ma laddove si produce e manipola informazione, nasce subito l’esigenza di condividere, aggregare, fare circolare questa informazione. Al tempo stesso si vuole proteggere, controllare, evitare perdite e furti di questa informazione. Vogliamo in poche parole valorizzare l’informazione raccolta e prodotta e vogliamo governarne i flussi.

Simone Avogadro

L’avvento di IoT e dei suoi protocolli così come le evoluzioni sempre più rapide dei sistemi SCADA portano ad una esigenza di convergenza. Questa esigenza vede due attori principali in campo (in competizione o collaborazione degli scenari):

produttori di sistemi di fabbrica: che hanno il know how ed il governo dei sistemi già presenti produttori di sistemi di integrazione IT: che hanno il know how delle architetture e dei sistemi di raccolta e governo dei flussi dati.

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Dobbiamo allora domandarci se assisteremo ad uno scenario nel quale l’informatica ripeterà se stessa e verranno re-inventati per l’ennesima volta paradigmi e sistemi già esistenti (integrazione) oppure se assisteremo ad una convergenza di interessi e ad una relativa accelerazione dell’evoluzione tecnologica. A rendere ancora più sfidante lo scenario vi è la ormai consolidata pervasività dei sistemi cloud: un’ulteriore ‘mondo’ da integrare che offre anch’esso infinite opportunità. Proprio dal cloud arrivano oggi i sistemi di integrazione iPaaS, strumenti che rispondono primariamente all’esigenza di rapidità di cambiamento ed integrazione e che proprio per questo sono in prima fila per diventare il collante per rendere più rapida ed efficiente la migrazione verso la fabbrica 4.0. Queste classi di prodotto stanno in questo momento iniziando ad introdurre supporti ed adattatori per il mondo dell’IoT e della fabbrica 4.0, con il chiaro intento di andare a coprire le esigenze delle aziende di integrare la componente informativa della fabbrica 4.0 nel modo più rapido e flessibile.


BUSINESS CASE

La generazione e raccolta di dati è un lavoro in sé e dovrebbe essere un fattore di flessibilità e non di ingessamento della fabbrica 4.0. I modelli “tradizionali” che vedono la gestione dei flussi informativi relegata a mera attività di manutenzione non rispondono a questa esigenza sia perché troppo lenti sia perché proni alla perdita di controllo.

di integrazione di operare in modo rapido ed integrato sia con sistemi cloud che con sistemi on-premise. È necessario in una visione enterprise disporre di strumenti di integrazione capaci di governare in modo centralizzato più fabbriche ed impianti, fornendo una visione unica dei processi di raccolta e scambio dati all’interno dell’azienda.

È dunque necessario adottare degli strumenti dedicati e specializzati nell’integrazione così da velocizzare non solo l’adozione ma, soprattutto, nel tempo l’evoluzione ed il cambiamento dei sistemi.

La visione strategica di Mind-Mercatis (www.new.mindmercatis. com/) è quella che il governo dei sistemi informativi (siano essi tradizionali o Fabbrica 4.0) passi per il governo dell’integrazione tra i sistemi. Questo perché i processi aziendali sono un valore mentre i singoli sistemi (dai gestionali alle macchine a controllo numerico) debbono essere sostituibili.

Non si cada però nella tentazione di lasciare che questa vitale funzione venga “fagocitata” da uno o l’altro dei vendor dei singoli prodotti: si diverrebbe così schiavi degli stessi e si rischierebbe di barattare un’apparente semplicità con una difficoltà di governo ed evoluzione del sistema. L’informazione è uno dei nuovi beni di valore prodotti dall’industria 4.0 e quindi è bene prendere coscienza dell’esistenza di strumenti di gestione e controllo dei flussi informativi, così da poter individuare lo strumento più adatto al suo trattamento. In questo sarà inevitabile andare a selezionare lo strumento in funzione della mappa applicativa corrente e futura dell’azienda ed andare a mettere in risalto la capacità (o meno) degli strumenti

Per questo Mind-Mercatis ha sempre investito nelle tecnologie di integrazione (ad esempio Dell Boomi e Jitterbit che sono leader nel quadrante Gartner di iPaaS) e fornisce ai propri clienti un supporto sia in fase di assessment dei processi (avulso dalla tecnologia) che in fase di progettazione e realizzazione della propria tecnologia di integrazione. Forniamo ai nostri clienti il nostro know-how per governare il cambiamento tramite il governo dei processi e flussi informativi, usando sia know-how organizzativo che tecnologico, così da supportare in modo completo il cliente nelle delicate fasi di cambiamento che oggi la Fabbrica 4.0 sta portando.


IL Ruolo deLle

startup nell’Open

Digital innovation

Highlights dell’intervento “La Fondazione a supporto dell’Innovazione” di Stefano Mainetti

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R I C E R C A A P P L I C ATA

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l declino di grandi player del settore tecnologico, come Kodak e BlackBerry, è uno stimolo per porre più attenzione ed arricchire i tradizionali approcci all’innovazione. Basta una rapida ricerca in rete per scoprire di essere esposti alla concorrenza di una startup o una realtà più dinamica che lavora sulla stessa idea. Oggi è sempre più fondamentale far parte di ecosistemi naturalmente attenti all’innovazione. Il percorso tradizionale di innovazione per arrivare al lancio sul mercato è molto più lungo all’interno di una grande azienda, ed è paragonabile ad un imbuto che parte dalla ricerca e va avanti fino allo sviluppo dei prototipi. Si partiva dalla premessa che l’innovazione di successo avesse necessità di controllo; si assumevano i migliori talenti, si teneva all’interno dell’azienda tutta la proprietà intellettuale tramite i brevetti. La realtà di oggi non è però evoluta. L’approccio tradizionale all’innovazione ha dovuto tener conto di nuovi fattori, come la gestione della mobilità da aziende ad azienda dei “knowledge workers” e ricercatori che si portano via con loro un bagaglio di conoscenze non indifferente, la rigidità organica tipica delle grandi corporation specializzate nelle fasi esecutive, il crescere degli investimenti interni in Ricerca e Sviluppo.

innovazione delle aziende è stato quello di aprire il processo tradizionale a partner specializzati, quali Università e centri di ricerca, valorizzando le evidenti sinergie. Si sono avviate quindi importanti iniziative di trasferimento tecnologico fino a mettere a punto dei veri e propri centri di ricerca congiunti. Un secondo importante passo è di estendere il modello di innovazione, che diviene quindi sempre più aperto, anche a realtà quali gli incubatori di impresa e realtà dinamiche come le startup che si sono dimostrate modelli organizzativi agili, capaci di ideare e sperimentare innovazioni radicali. L’Open Innovation risponde quindi all’esigenza di superare gli evidenti limiti del modello di innovazione tradizionale. In questo contesto, La Fondazione Politecnico di Milano e l’incubatore universitario PoliHub (www.polihub.it/), hanno un ruolo chiave nel mettere a disposizione un ambiente positivo e adatto sia allo sviluppo di iniziative di ricerca congiunte e di trasferimento tecnologico, sia all’analisi e all’incontro con startup di interesse per l’innovazione delle imprese. Sempre in quest’ambito, possono inoltre essere attivati altri strumenti attuali di Open Innovation quali le Call4Ideas, le Call4Startups, gli Hackathon e la gestione di programmi specifici progettati sulle singole esigenze aziendali.

Un primo passo fondamentale per l’evoluzione delle modalità di

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IL FUTURO

Singolare la Singolarità! di Marco Maiocchi, Docente di Disegno Industriale, Politecnico di Milano

A

ncora una volta ci troviamo di fronte all’utopia, in senso proprio: la preconizzazione di un mondo che, attraverso un continuo (e fin d’ora percepibile e misurabile) sviluppo delle tecnologie, permetta la liberazione dell’uomo dal lavoro, dalla produzione, dalla fatica, addirittura dalla morte. Questa volta, però, la visione utopica non è guidata da immaginazione, ma da una descritta e documentata evidenza di fattibilità.

Ma, mentre per l’individuo meno dotato la fuga si proponeva come alternativa di salvezza, la fuga dal mercato è sintomo di rinuncia e morte.

Questa utopia non si sviluppa mediante una rivoluzione, ma attraverso un progressivo avvicinamento a quello stato, che passa, tra l’altro, per quello che viene correntemente indicato come Industry 4.0. La differenza verso altre visioni utopiche è che qui non si tratta di una scelta che cambi il mondo, ma di una costrizione per sopravvivere.

E, se non ci sono, ci piacerà il mondo che stiamo creando?

Da che mondo e mondo l’uomo ha costruito macchine per ridurre l’energia umana necessaria a compiere azioni e a produrre artefatti, e per amplificarla, e questa storia di homo faber si è intrecciata con una sublimazione delle componenti emozionali primitive, trasformando ad esempio l’aggressività in competizione economica, il controllo del territorio in controllo dei mercati, l’uccisione del potenziale nemico in occupazione di una posizione dominante.

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Quindi, che ci piaccia o no, la strada dettata dall’Industry 4.0 è un percorso obbligato, pena la nostra scomparsa. Ma davvero non ci sono alternative?

La presentazione osserva il fenomeno da questo punto di vista, e sostiene che la situazione caotica del mondo in cui viviamo (usando il termine ‘caotico’ come lo usa un fisico della complessità) ci nega a priori la possibilità di predire una direzione del futuro, e ancora peggio, di avere strumenti di governo per pilotare il mondo in una direzione


desiderabile. Due strade sono state imboccate, e sono ormai inevitabili, che portano a questo: la crescita dei saperi, con un’elevatissima specializzazione (che rivela l’intima natura di molti dettagli di una disciplina, ma impedisce una visione ampia onnicomprensiva), e la pervasività delle reti telematiche, che hanno azzerato spazio e tempo, rendendo tutti i fenomeni derivati da azioni umane incredibilmente correlati e intrecciati. I risultati degli ultimi vent’anni di questa corsa sono davanti a tutti: una crescita del divario tra ricchi e poveri (sia che lo vogliamo vedere in termini di disponibilità economica, sia che lo interpretiamo come capacità critica interpretativa, sia come cultura, e così via), un aumento delle necessità di successo a dispetto della progettualità, una diminuzione di imprenditori illuminati, una

fortissima instabilità dei mercati, una prevalenza della finanza sull’industria, un aumento di manager aggressivi quanto adeguati solo sul breve termine (ma in compenso, costosissimi), e così via. Forse il dibattito sulle nuove tecnologie, e l’adeguamento di un’impresa a quelle, in modo da aumentare la competitività e la ricchezza non sono il punto chiave: né da perseguire né da combattere. Il punto chiave è l’idea di società che vogliamo contribuire a costruire, ove ci sia una riduzione di conflitti nel piccolo (le discriminazioni locali) e nel grande (le guerre che ancora devastano l’intero pianeta). Chiariamoci quell’idea, prendiamoci le nostre piccole responsabilità, e organizziamoci per realizzare un nuovo Rinascimento.

Marco Maiocchi

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FOCUS EVENTI

IBE 2015 DOSSIER IBE 2016

Stefano Casazza, Country Umberto Cugini, Politecnico Manager Eplan Software & di Milano Service Gli psicologi ci dicono che Siamo all’inizio della quarnormalmente abbiamo un Novembre 2016 ta rivoluzione industriale. approccio mentale di previSta cambiando il mercato, sione di tipo proporzionale. stanno cambiando le fabOssia: se sappiamo che una briche, stanno cambiando Anno i grandezza, fisica o non, proVI sistemi produttivi, internet èa www.newsimpresa.it duce un dato effetto, siamo Supplemento presente ovunque e indiffusione tutte normalmente portati ad assugratuita le cose. Questi cambiamenti mere che ci sia una relazione stanno avvenendo, spesso inlineare tra questi due dati. EDITORE consapevolmente, tutti i giorni Su questa base solitamente Pentaconsulting Srl le nostre previsioni intuitive. sotto i nostri occhi e alla velocità della luce…o quasi. Ritengo basiamo questo incontro di respiro internazionale, una importante occasioRay Kurzweil, nel suo libro “The singularity is near”, basato sulla Piazza Caiazzo, 2 ne per incontrare e dialogare con i vendor, con l’Università e con sistematica osservazione della “exponential growth” ci mostra 20124 Milano altri clienti e fornitori che già si sono mossi o si stanno muovendo come i processi evolutivi che più impattano e caratterizzano il pentaconsulting@pentaconsulting.it per indirizzare le scelte del loro futuro. nostro presente, ed ancor più il nostro prossimo futuro, evolvono in modo almeno esponenziale poiché hanno superato il punto Tel. 02 92958990 di Singolarità in cui vige la sua “Law of Accelerating Return”. Questo cambia totalmente il contesto e quindi il modo di guarDIRETTORE RESPONSABILE Marco Spada, Training dare ai processi di innovazione e per affrontare le previsioni in Specialist Beckhoff Massimomodo Fuccipiù affidabile. Automation Prendiamo coscienza di questo fatto; l’incontro IBE può essere massimo.fucci@pentaconsulting.it Per Beckhoff Automation l’occasione. i concetti che stanno alla base della prossima rivoSEGRETERIA DI REDAZIONE luzione industriale, leggasi Mauro Faccin, Euromed Giovanna Di Nolfo “Industry 4.0”, costituiscono Director, Services Business contributieditoriali@newsimpresa.it la logica conseguenza della Partner Dassault Systemes convergenza di tecnologie Il confronto tra operatori dei settori dell’informatica del mercato, accademia e e della comunicazione con aziende è sempre un mol’automazione dei HANNO processi CONTRIBUITO mento di crescita culturale manifatturieri che hanno costruito il successo dell’azienda negli e di confronto professionale. ultimi 30 anni. La produzione e la logistica industriale subiranno Perchè un evento come Umberto Cugini, Francesco Iervolino, nell’immediato futuro cambiamenti radicali, che da un lato questo che vede coinvolti Michele Dalmazzoni, ne incrementeranno enormemente la complessità, e dall’altro i principali attori (aziende, renderanno le Smart Factories più flessibili, sicure ed efficienti,Cipollini, e vendor di tecnologia e Leonardo Duilio Perna, quindi più competitive; tali cambiamenti muteranno profondaaccademia) può essere di Carlo Caporizzi, Roberto Siagri, mente anche l’interazione tra uomo e macchina, in virtù della stimolo a intraprendere iniziative di evoluzione del nostro modo Stefano Mainetti, comunicazione integrata tra tutti i componentiSimone ed i livelliAvogadro, del di pensare per affrontare con meno paura il cambiamento processo produttivo. Beckhoff è entrata a far parte del consorMarco Maiocchi necessario. zio tecnologico “it’s OWL” composto da imprese, università, istituti di ricerca ed organizzazioni che collaborano per accelerare il processo di innovazione, assumendo un Nomi ruolo eguida in citati sono di proprietà dei marchi progetti di ricerca correlati come “Scientific Automation” edproprietari e soggetti ad legittimi autorizzazione per il loro utilizzo “Extreme Fast Automation”. Per queste ragioni, Beckhoff ritiene fondamentale dare il proprio contributo all’Industry Big Event.

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