Anno VII n°35 - Aprile-Maggio 2017 - Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione gratuita
PAD - MAGAZINE
s p ec ial e ib e 2 0 1 7
additive ma n u fac t u ri n g
i n d u s t ri a l i o t
Co m u n ica re re e co m prende
Struttu ra re e gestire ni presentazio di lavoro
Organ izzare e sv ilu ppare contenuti
Corso Mappe Mentali
Esporre idee
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n° 35 Aprile/Maggio 2017 Anno VII Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita DIRETTORE RESPONSABILE Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it
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NewSimpresa Magazine#35 | Aprile/Maggio 2017
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EDITT ORIALE a cura di Massimo Fucci
Integrazione tra OT e IT, un déjà vu…. Se non si presta attenzione alla cultura aziendale I miei capelli sono virati inevrascrisse (ci salvò) il dover sorabilmente verso il grigio, ammettere che culturalmenpochi credono alla mia batte il modello prospettato tuta: sto diventando nero, non avrebbe avuto alcuna vedete che vi è qualche tracpossibilità di successo: cacia di risveglio. Buona parte tene e posizioni di comodo, della mia vita professionale processi rigidi, attenzione al è trascorsa a supporto delle cambiamento solo a paroaziende manifatturiere che le e poi… il mercato andava ho continuato ad informare bene per fatti suoi. Ora, dopo (e talvolta mettere in guardia) il 2008, il mercato (in generasu quali metodi e tecnologie le) non ha dato grandi soddiapprofondire e adottare, afsfazioni a chi ha operato per Massimo Fucci finchè risultassero compeinerzia, i macro-cambiamenti titive nell’ambito dell’intero e le esigenze hanno subito processo di sviluppo prodotto. In questo un’accelerazione impensabile. Le tecnopercorso, ho attraversato la (breve) era del logie, i materiali, i dispositivi, le infrastrutCIM (Computer-Aided Manufacturing), una ture hanno raggiunto livelli di integrazione vision spettacolare in cui - guarda caso - i e convergenza totali che non possono più processi di OT e IT erano visti come parte fungere da alibi a chi non intende vivere del di un’unica infrastruttura… 20/25 anni fa le cambiamento. Perché in questo caso, non tecnologie software e applicative, nonché i si tratta di un miglioramento rispetto a situadispositivi hardware, non consentivano una zioni precedenti… ma di continuare a rimasemplice realizzazione dell’ambiente CIM. nere sul mercato… magari in modalità molto In quel caso, l’inefficienza tecnologica sodiverse…
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YOUR INTERNATIONAL
MULTIMEDIA
BUSINESS
COMMUNICATION
SOMMARIO 02
EDITTORIALE Integrazione tra OT e IT, un déjà vu…. Se non si presta attenzione alla cultura aziendale
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COVER STORY BECKHOFF AUTOMATION
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Moduli EtherCAT per la tecnologia di misurazione: estremamente precisi, veloci e robusti PC-based philosophy di Beckhoff: la rivoluzione nell’automazione industriale in ambito di tecnologie 4.0
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IBE INNOVAZIONE: FOCUS SUL MODELLO DI BUSINESS
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PENTACONSULTING
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OMRON IPC OMRON: IOT E INNOVAZIONE CON DUE CUORI SINCRONI
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SCHNEIDER ELECTRIC
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SPS 2017: il laboratorio di esperienze di Schneider Electric per lo Smart Manufacturing
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eoi tecne SOLUZIONI PER LA DOSATURA CONTROLLATA DEI FLUIDI
GENERARE, TRASFERIRE VALORE
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CASE STUDY SAVIO MACCHINE TESSILI SAVIO PARALLELIZZA LE ATTIVITÀ DI PROGETTO PER ABBATTERE I TEMPI DI SVILUPPO CON TEAMCENTER
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MATHWORKS MATHWORKS A SPS 2017: ANALISI DEI DATI E SIMULAZIONE DEI SISTEMI DINAMICI
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EFFICIENZA ENERGETICA E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE NELLE NUOVE SOLUZIONI ELETTROIDROSTATICHE DI MOOG
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MOOG
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sick
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SICK SENSOR INTELLIGENCE OLTREPASSA INDUSTRY 4.0
qs infor
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QSINFOR: SOLUZIONI PERSONALIZZATE A SUPPORTO DELLA CAPACITÀ DI COMPETERE DELLE AZIENDE MANIFATTURIERE
MESSE FRANKFURT
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Evoluzione IoT e digitalizzazione 4.0 nelle soluzioni di Telecontrollo
INTERVISTA JAN LEURIDAN SIEMENS
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SIMCENTER: IL PORTFOLIO CAE A SUPPORTO DELLA CAPACITÀ DI COMPETERE
PANASONIC COMPUTER PRODUCT SOLUTIONS
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TOUGHBOOK E TOUGHPAD: LA RISPOSTA DI PANASONIC ALLE ESIGENZE DI CONNETTIVITÀ, CONTINUITÀ D’ESERCIZIO E TCO CONTENUTO
gmde
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OMNICHANNEL: SICUREZZA, INTEGRAZIONE E MULTICANALITÀ. UN ASSET VINCENTE PER LA COMPETIZIONE
alascom
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ALASCOM, CONOSCENZA E INNOVAZIONE A SUPPORTO DI PROGETTI DI INDUSTRIAL IOT
altair ENGINEERING
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA E NUOVI METODI DI PRODUZIONE PER RENDERE POSSIBILE IL LIGHTWEIGHT DESIGN
PLM E DIGITAL PRODUCT
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PERCHè LA DISTRUPTION DELL’ADDITIVE MANUFACTURING NON èNEL MANUFACTURING
HMS INDUSTRIAL NETWORKS Anybus Wireless: prestazioni e benefici nelle comunicazioni senza fili
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B E C K H O F F A U T O M AT I O N
MODULI E THERCAT PER LA TECNOLOGIA DI MISURAZIONE: ESTREMAMENTE PRECISI, VELOCI E ROBUSTI COVER STORY Il portafoglio delle soluzioni Beckhoff si è ampliato con una nuova famiglia di moduli, grazie ai quali è possibile implementare applicazioni di misura direttamente integrate nell’architettura di automazione e controllo. Questa tecnologia introduce un nuovo modo di concepire le applicazioni di misura e consente di implementare architetture di controllo ad elevate prestazioni già integrate delle necessarie funzionalità di Condition Monitoring.
O
ggi la tecnologia di misurazione ad alta precisione diventa un importante prerequisito per rimanere competitivi e per questo si richiedono sempre di più macchine e impianti che implementino monitoraggio delle condizioni operative e manutenzione predittiva con tempi ciclo molto brevi. Beckhoff ora offre una soluzione efficiente e integrata nel sistema I/O EtherCAT. Il portafoglio attuale di Beckhoff, composto da terminali analogici standard (12/16 bit), tri-fase e Condition Monitoring, si arricchisce con una nuova serie ad alta velocità e precisione: la serie di moduli ELM3000. Queste caratteristiche aprono un nuovo modo di concepire le applicazioni di misura grazie alla sinergia con il resto dell’offerta Beckhoff, dove sviluppatori e utenti possono implementare architetture di controllo ad elevate prestazioni già integrate delle necessarie funzionalità di Condition Monitoring. La serie di moduli ELM3000, grazie alle potenzialità di EtherCAT e alla flessibilità dell’architettura PC-based, consente di portare la tecnologia della misurazione
di fascia alta in tutte le applicazioni di automazione e controllo con la stessa filosofia di scalabilità, modularità e performance che contraddistingue tutte le soluzioni Beckhoff. I nuovi moduli della famiglia ELM3000 sono compatti e sono all’interno di un involucro robusto che, oltre a fungere da schermo per i disturbi esterni, agisce da elemento di dissipazione del calore per mantenere un livello di stabilità della misura quanto più accurato possibile. Liberamente combinabili con gli altri 500 e più terminali EtherCAT attualmente disponibili, i nuovi moduli di misura ELM3000 offrono ampia flessibilità di impiego, disponendo di versioni con connettori di tipo LEMO, BNC e Push In. Al momento la famiglia è costituita di 11 moduli che, grazie al supporto di tutti i più diffusi tipi di sensori e TwinCAT come piattaforma software, consentono di soddisfare un’ampia gamma di necessità: dalle tensioni di misura da 20 mV a 30V a correnti di +/-20 mA, ingressi IEPE, dalle termocoppie e RTD (PT100/1000) fino a estensimetri, celle di carico e potenziometri. I canali sono completamente configurabili via software e, oltre a supportare funzionalità di sincroniz-
La nuova generazione di I/O Beckhoff ad alta precisione per la tecnologia di misurazione.
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Moduli EtherCAT per la tecnologia di misurazione/ estremamente precisi, veloci e robusti.
zazione via clock distribuiti, dispongono del cosiddetto “ExtendedRange”, caratteristica che consente di effettuare le misurazioni sul 107% dello specifico intervallo di misura nominale. Beckhoff garantisce un’accuratezza di misura pari a 100 ppm a 23 °C, con una sincronizzazione molto spinta (< 1µs) e una frequenza di campionamento che può arrivare fino a 50.000 campioni/s. Dal punto di vista tecnico, i nuovi moduli di misura Beckhoff dischiudono senz’altro opportunità ancora inesplorate in ambito di architetture PC-based in termini di accuratezza e precisione di misura, di tempi ciclo e sincronizzazione, ma anche a livello di costi. Rappresentano infatti una valida alternativa ai dispositivi dedicati che normalmente sono impiegati nelle tradizionali applicazioni di automazione e che ora, invece, possono essere direttamente integrati nel sistema di controllo, eliminando tutti i gap di piattaforma o tecnologia. La famiglia ELM3000 si compone di una serie di moduli con i quali è possibile coprire le varie esigenze in termini di applicazione e precisione della misura: è possibile scegliere dispositivi con profondità dati da 12 a 24 bit e frequenze di campionamento fino a 50 kHz. Utilizzare un canale di ingresso a 24 bit significa disporre di una risoluzione di misura fino a 256 volte migliore di quella offerta dai 16 bit normalmente adoperati. Tale valore, se per molti sistemi rimane solo
un limite teorico a cui tendere, nel sistema Beckhoff è assolutamente reale, grazie alle prestazioni offerte dal bus di comunicazione EtherCAT. I 100 Mbit/s che lo caratterizzano rendono infatti disponibile una banda sufficientemente larga che consente di trasmettere centinaia di canali a 24 bit a frequenze anche superiori a 10.000 campioni/s. Stabilità e certezza della misurazione sono mantenute grazie all’ottima schermatura dalle interferenze ottenuta mediante l’housing metallico, l’insensibilità della circuiteria alle vibrazioni e l’ulteriore schermatura dei cavi analogici che portano i segnali. L’elevata qualità del sincronismo (< 1µs) consente inoltre di mantenere imprecisioni delle misurazioni su valori estremamente bassi. La famiglia di prodotti di misura è direttamente integrata in TwinCAT. Questa piattaforma universale include strumenti ad alte prestazioni per la rappresentazione grafica dei segnali. Oltre alle funzioni convenzionali come trigger, chart synchronization e cursor, TwinCAT Scope View offre il supporto multi-core per utilizzare al meglio la potenza di calcolo del corrispondente sistema per la visualizzazione di segnali ad alta frequenza, inclusi i valori di sovracampionamento. Nello spirito di Industria 4.0 e IoT, i dati acquisiti possono essere archiviati e analizzati centralmente anche appoggiandosi a servizi cloud-based e sfruttando le funzionalità di comunicazione (MQTT, AMQP, OPC UA) che TwinCAT già implementa.
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B E C K H O F F A U T O M AT I O N
PC-BASED PHILOSOPHY DI BECKHOFF: LA RIVOLUZIONE NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE IN AMBITO DI TECNOLOGIE 4.0 Da sempre fautrice della ‘PC-based philosophy’, Beckhoff Automation propone una serie di novità indirizzate a rafforzare il suo ruolo di leadership in ambito di tecnologie 4.0. Flessibilità, intelligenza, integrazione e comunicazione sono i concetti chiave su cui si basa la PC-based Automation.
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o sviluppo costante di soluzioni e prodotti innovativi con tecnologia di controllo basata su PC ha gettato le basi per il continuo successo di Beckhoff che dispone di tutte le tecnologie necessarie per implementare soluzioni in linea con i concetti e gli obiettivi relativi a Industria 4.0. Le potenzialità della PC-based Automation consentono di realizzare soluzioni in grado di offrire non solo prestazioni avanzate, ma anche modalità di implementazione sempre più semplici, in quanto basate su standard. A dimostrarlo, le ultime evoluzioni del portfolio d’offerta di Beckhoff. “Uno degli ostacoli che spesso ci si trova a dover superare - afferma Duilio Perna, Sales Manager di Beckhoff Italia - è rappresentato dall’interoperabilità tra i vari dispositivi interconnessi, che il più delle volte sono caratterizzati da architetture e protocolli di comunicazione differenti. È quindi chiaro che l’adozione di tecnologie quanto più standard e aperte costituisce un elemento abilitante per il raggiungimento di risultati concreti ed efficaci in ottica Industria 4.0.” Beckhoff ha ampliato la sua piattaforma di sviluppo TwinCAT 3 con una gamma di soluzioni espressamente dedicate al mondo della comunicazione IoT, con particolare riguardo al cloud. Il modulo IoT di TwinCAT supporta tutti i più diffusi protocolli mediante i quali è possibile comunicare con i servizi cloud ed effettuare il push di messaggi verso dispositivi smart. “In realtà, tutto ciò è reso possibile grazie ai servizi offerti da cinque moduli TwinCAT - spiega Duilio Perna - che consentono di
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TwinCAT 3 IoT
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COVER STORY
L’IPC ultracompatto C6015/ il più piccolo IPC da quadro elettrico
per integrare sorgenti, prodotti e servizi provenienti da terze parti - sottolinea Perna - è certamente molto importante. In ottica di configurabilità, ottimizzazione e flessibilità dell’intero sistema non va dimenticato il ruolo chiave giocato dal software. È proprio in quest’ottica che Beckhoff ha puntato molto sullo sviluppo di soluzioni dedicate al mondo dell’IoT, tra cui per esempio quelle per il cloud”. I nuovi dispositivi della famiglia CX2000 sfruttano processori Intel Xeon D con CPU da 4, 8 e 12 core, consentendo controlli dall’elevata potenza di calcolo in un design molto compatto. Il supporto multi core è ottimizzato dal software di automazione TwinCAT 3 che consente la distribuzione di task di controllo attraverso i rispettivi core della CPU, gestendo nel modo più opportuno il carico di elaborazione, al fine di trarre le massime prestazioni del processore. La separazione della RAM della GPU dalla RAM della CPU assicura il mantenimento delle performance anche in quelle applicazioni che sono caratterizzate da un elevato contenuto di grafica. “L’attenzione per i dettagli che Beckhoff pone per i suoi prodotti - conclude Perna - è evidente anche in queste novità che ampliano la famiglia dei controllori CX.”
gestire la comunicazione MQTT (TF6701), le funzioni IoT (TF6710), l’agente dati IoT (TF6720 ), la comunicazione IoT (TF6730) e la comunicazione dedicata agli smart device (TF6735).” TwinCAT 3 IoT è configurabile in modo semplice e rapido. Può essere utilizzato indifferentemente con un PC industriale, ad esempio un C6015, o un embedded PC, come il CX2072, consentendo al sistema in cui si trova integrato di mantenere una connessione continua con il mondo dell’IoS (Internet of Services) e dei relativi servizi fruibili in modalità cloud. Utilizzato in sinergia con TwinCAT 3 Analytics, TwinCAT 3 IoT è in grado di fungere da base per la creazione di applicazioni di manutenzione predittiva, così come di ottimizzazione delle soluzioni di controllo, per esempio riducendo al minimo i tempi di ciclo o i picchi di assorbimento energetico. Il nuovo PC industriale C6015 può essere utilizzato universalmente per compiti di automazione, visualizzazione, comunicazione e per applicazioni basate su EtherCAT. Compatto e flessibile, apre nuove aree di applicazione per la tecnologia IPC, in particolare in quei casi con pronunciati vincoli di costi e di ingombri. Il C6015, fanless e con un robusto housing in alluminio, è dotato di processore Intel Atom e CPU da 4 core; è in grado di operare in un range di temperatura estesa fino a 55°C, assicurando un’elevata resistenza a colpi e vibrazioni. Al tempo stesso offre la massima flessibilità in riferimento alle diverse opzioni di installazione: il suo montaggio può essere sia a parete sia su guida DIN, sia in posizione orizzontale che verticale. “Disporre di un’infrastruttura hardwaCon il nuovo PC integrato CX20100, su guida DIN re aperta e capace di comunicare è disponibile la potenza di calcolo Many-Core avvalendosi dei principali standard
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EVENTI
INNOVAZIONE: FOCUS SUL MODELLO DI BUSINESS IBE - 16 Novembre 2017, la quarta edizione si presenta. Un’opportunità unica di comprendere, condividere, verificare e riflettere. Un evento rivolto a chi vuole avere la governance dell’Innovazione. Una sede unica il POLIHUB Start up District & Incubator della Fondazione del Politecnico di Milano
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e Aziende che intendono competere con successo in un contesto fortemente competitivo hanno un’unica strada da percorrere: innovare, e con continuità. Ma Innovare come? Su quali elementi appoggiarsi per attivare il processo? Con quale logica? Quali impatti prevedere? L’Industry Big Event (IBE) si è sempre focalizzato su questi temi. In questa quarta edizione intende definire gli scenari e le relative condizioni al contorno, ed indicare percorsi che possano portare a delineare una strategia di successo. Nata dalla collaborazione tra il Centro di competenza sulla Innovazione Sistematica della Fondazione del Politecnico di Milano e Pentaconsulting, l’iniziativa IBE, ha come obiettivo dichiarato la diffusione della cultura del cambiamento a tutti i livelli aziendali, indipendentemente dallo specifico mercato di riferimento per ogni azienda. L’obiettivo è fornire ai partecipanti elementi di riflessione e presupposti per giungere ad un’azione concreta nel proprio ambito operativo. Il Format, supportato dal riconoscimento dei partecipanti (circa 300) delle passate edizioni, non cambia: un percorso espositivo che affronta I problemi orientato a completezza e congruità, con contributi coordinati di relatori eterogenei per background, competenze ed esperienze. L’edizione IBE di quest’anno, prosegue un percorso logico (un filo conduttore) iniziato nel 2014 con la trattazione di “Continuity vs Disruption”, continuato con “Exponential vs Linear Evolution (2015) e “Decidere nell’era del cambiamento” (2016). L’edizione IBE 2017 si focalizzerà su “Innovazione: dal prodotto al modello di business”. L’ elemento di continuità rimane sempre il
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cambiamento nei suoi aspetti culturali e strutturali assolutamente essenziali ed operativi, per continuare a competere con successo. Il Cambiamento è uno stato strutturale in cui operare. E’ la concretezza che deve guidare strategie ed implementazione. Una volta si pensava che dovesse rappresentare i prodotti, poi i processi, poi le persone. La nuova edizione di IBE si inquadra sul modello di business in relazione a cambiamenti epocali (esempio l’uso verso il possesso, l’integrazione delle tecnologie) che sono una tendenza acclarata che necessita di continuare a comprendere ma soprattutto una continua opera nel quotidiano della vita lavorativa delle aziende. In questo percorso siamo aiutati dai relatori che non a caso afferiscono a diverse Aree di competenza e di Business (Università, Centri di Innovazione, Osservatori Internazionali, Operatori di Business, Aziende). Quest’anno la sede è il POLIHUB Sturtup District & Incubator della Fondazione del Politecnico di Milano che grazie all’accordo con l’università di Shangai è diventato il Centro di Innovazione più grande al mondo. In sintesi IBE si propone di sfatare l’atteggiamento culturale in cui tutti si dichiarano (a parole) favorevoli al cambiamento in generale, ma poi quando ci si accorge che il cambiamento interessa anche NOI stessi e la nostra azienda... con tutte le difficoltà del caso (personali ed aziendali) allora la velocità di implementazione (sigh!) decelera improvvisamente.
IBE - 16 Novembre 2017 - Save the date
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IBE 2017: :
INDUSTRY
BIG EVENT
Innovazione lo dal prodotto al model ss di busine
IBE 2016
Decidere n del camb ellâ&#x20AC;&#x2122;era iamento
IBE 2015:
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IBE 2014
Continuit y
VS Disru
ption
P E N TA C O N S U LT I N G
GENERARE, TRASFERIRE
E CAPITALIZZARE
VALORE
NON HO ABBASTANZA TEMPO PER FARE TUTTO QUELLO CHE DEVO FARE OGGI LE INFORMAZIONI NON SONO ABBASTANZA STRUTTURATE PER PRENDERE UNA DECISIONE/RISOLVERE UN PROBLEMA NON SI RIESCE A METTERE IN AUGE UN SISTEMA SEMPLICE PER COLLABORARE TRA TEAM
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hi si riconosce? Quante volte ci si è soffermati su queste riflessioni o similari. Quante sere si torna a casa con in testa il numero di “cose non fatte”, senza riuscire a rendersi conto di quante sono state le attività svolte, andate a buon fine. Certo la vita da manager non è semplice, anzi… negli ultimi tempi la qualità della vita lavorativa sembra essersi decisamente deteriorata. Cosa possiamo fare? Si perché se non si fa nulla, non solo la situazione non cambia ma… inevitabilmente peggiora. Da questa considerazione autoctona e dall’esperienza maturata in oltre 35 anni di esperienza sul campo sia come manager sia a supporto dei manager, è nata in Pentaconsulting, la metodologia Mind Up. Un modus operandi che supporta il management nella conduzione strutturata delle attività che facilitano il raggiungimento degli obiettivi. Una metodologia basata sulle Mappe Mentali, che aiuta il manager ad affrontare, risolvere e governare l’intricato ecosistema delle innumerevoli attività nel quotidiano. Un occhio fisso ai risultati di breve, medio e lungo periodo.
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Un approccio innovativo di supporto alla governance ed una guida per non perdere di vista gli obiettivi. Mind Up è un percorso mirato, costruito a partire da tessere predefinite, adattabili dinamicamente ad ogni singola realtà aziendale, indipendentemente dalla dimensione e dal mercato di riferimento. Unico ingrediente di base necessario: la volontà del cambiamento. Una panacea? Certo che NO, ma si sono ottenuti risultati importanti in diversi ambiti: dalla gestione del personale, alla conduzione delle trattative commerciali, all’efficacia delle azioni di marketing, nel problem solving, nella cattura e gestione del Know-how d’azienda e, non ultimo, nella gestione di commesse. In sintesi, i benefici di Mind Up si possono riassumere in: un miglioramento delle capacità di raggiungere gli obiettivi ed una drastica riduzione dei costi nascosti (o meglio non contabilizzati), con un benefico impatto sulla capacità di operare e di gestire le dinamiche del cambiamento continuo e dei mercati in cui si opera.
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OMRON
IPC OMRON : IOT
E INNOVAZIONE CON DUE CUORI SINCRONI PRODUCT TO WATCH
Omron ha recentemente lanciato la sua nuova linea di PC industriali, disponibili nelle diverse esecuzioni all-in-one oppure box PC e monitor. Si tratta di un prodotto che va oltre il classico IPC. Un differenziatore che genera benefici in grado di migliorare la continuità di esercizio e di ridurre i costi
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el mercato delle applicazioni rivolte alla automazione industriale è necessario puntare alla produzione innovativa utilizzando l’Internet of Things, i big data e la robotica nei luoghi di produzione, per cui si sta incrementando la diffusione delle soluzioni di automazione con architettura PC based. In quest’ottica Omron ha cambiato completamente la prospettiva introducendo, nel nuovo Sysmac IPC due cuori: un PC industriale e un machine controller. Per capire meglio come queste due entità sono in relazione tra loro, consideriamo, a titolo di esempio, l’evoluzione avvenuta nel mondo dell’automobile.
“Ci troviamo di fronte ad un concetto di integrazione che amplia e innova l’automazione tradizionale - afferma Roberto Zenoni, Product & Industry Marketing Manager PLC, HMI & Software di Omron Italia - Infatti il nuovo prodotto rende disponibile tutta la libertà offerta da una piattaforma PC con un sistema operativo aperto e standard, unita all’affidabilità di un controllore tradizionale che può gestire in toto questa apertura. Un concetto innovativo riconosciuto e premiato con il Red Dot Award 2016”. La ricerca e sviluppo di Omron ha cercato la massima flessibilità. Infatti è possibile avere il solo IPC oppure il
Roberto Zenoni, Product & Industry Marketing Manager PLC, HMI & Software di Omron Italia
controllore più IPC in due configurazioni: box PC con pannello operatore touch separato, oppure nella soluzione all-in-one. Inoltre sono possibili diversi livelli di prestazioni a seconda del processore installato. Alcuni parametri oggettivi mostrano chiaramente il livello di affidabilità di questi nuovi PC: l’intervallo di temperatura di utilizzo va da 0 a 55°C, la vita operativa delle ventole di raffreddamento (ove necessarie) è di 8 anni. Le memorie SSD di tipo SLC garantiscono una lunga vita operativa. “Un altro aspetto interessante del progetto - continua Zenoni - è il semplice accesso a tutte le parti che potrebbero richiedere manutenzione: ventole, batteria per back-up delle memorie ritentive del controllore, slot di memoria eccetera. Inoltre, l’assenza di cavi di collegamento interni tra le varie parti è un’ulteriore garanzia di affidabilità”. L’innovazione è anche nella modalità di raffreddamento studiata con un concetto di separazione fisica dell’elemento dissipatore dall’elettronica. Una ventilazione naturale permette di avere su processori Celeron e I5 la configurazione senza ventole. La necessità di raffreddamento forzato attraverso le ventole è limi-
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OMRON
tata a PC con processori I7. Anche questo accresce l’affidabilità. Questo IPC è parte della soluzione di Omron per fornire tutti gli strumenti per una completa digitalizzazione della macchina verso l’IoT. La centralità del controllo si esprime attraverso tre funzioni presenti sul controllore Sysmac integrato: la prima permette di ottenere lo stato del sistema operativo, la seconda di riavviare il sistema operativo, la terza di farne lo Shutdown. Durante queste funzioni il controllore Sysmac continua a funzionare senza interrompere in alcun modo il controllo della macchina; riprendiamo il concetto di centralità del controllo in cui la parte Windows è a servizio del controllore senza influenzarne in alcun modo il suo funzionamento. Il PC Windows ha il ruolo di elemento aggiuntivo di funzionalità e non di controllore parallelo che può influenzare il corretto svolgimento delle operazioni di controllo. “L’integrazione verticale per la raccolta delle informazioni della macchina - conclude Zenoni - avviene sui dispositivi intelligenti attraverso la rete EtherCAT e, per il così detto ultimo metro (sui sensori o dispositivi non dotati di interfaccia EtherCAT), attraverso la co-
IPC municazione I/O link. Tutti i dati raccolti possono essere inviati ad un database direttamente attraverso le CPU NJ SQL o attraverso l’utilizzo di software dedicati sul Sysmac IPC”. Ancora una volta l’impegno e gli investimenti in ricerca e sviluppo, che in Omron IAB rappresentano il 5.3% del fatturato, fanno si che si possano realizzare prodotti innovativi in grado di fornire una risposta concreta alle esigenze degli integratori e degli utenti finali. Una soluzione che ha evidenti benefici in termini di affidabilità e flessibilità in grado di impattare su tempi e costi di realizzazione dei prodotti e su quella parte - a volte trascurata - di costi di esercizio nel tempo.
IPC Active Cooling
L'incontro che cambierĂ il gioco
Scopri come l'incontro tra automazione e intelligenza artificiale cambierĂ il paradigma produttivo. Alla prossima SPS Italia ti mostreremo come cambieranno i giochi per i produttori di beni. Dimostreremo come le tecnologie di rilevamento e controllo tipiche dell'automazione possano, grazie al contributo dell'intelligenza artificiale, abilitare l'innovazione della produzione secondo i parametri di Industry 4.0. Omron Electronics Spa +39 2 32681 info.it@eu.omron.com industrial.omron.it
Vieni a trovarci a SPS Italia, 23 - 25 maggio 2017, per scoprire come cambierĂ il gioco. Pad. 6, stand C30 - D36
SCHNEIDER ELECTRIC
SPS 2017: IL LABORATORIO DI
ESPERIENZE DI SCHNEIDER ELECTRIC PER LO SMART MANUFACTURING PRODUCT TO WATCH
L’integrazione fra tecnologie IT e OT è nel DNA di Schneider Electric. Una sinergia che genera efficienze operative e di processo industriale che creano nuovi servizi e modelli di business. L’interconnessione tra Cloud e Cyber Security trasversale dal singolo componente alla rete, rappresenta una condizione di vantaggio per l’automazione in processi di Smart Manufacturing
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el mercato dell’automazione industriale, il portfolio d’offerta di Schneider Electric consente alle aziende manifatturiere di sfruttare pienamente le opportunità aperte dall’integrazione fra tecnologie IT e OT. “La digitalizzazione è la più potente arma a nostra disposizione per competere e, allo stesso tempo, perseguire uno sviluppo sostenibile, basato sulla voglia di ottenere una sempre maggior efficienza energetica - spiega Massimo Merli, Vice Presidente della Business Unit Industry di Schneider Electric - L’evoluzione verso l’Industria 4.0 si realizza ancora più efficacemente se utilizziamo la connettività per mettere in relazione, in modo pervasivo, tutti i sistemi che intervengono negli ambienti industriali, al fine di ottenere efficienza, operativa, produttività, risparmio di costi, creazione di nuovi servizi e modelli di business”. SPS 2017 di Schneider Electric è un “laboratorio di esperienze” in cui toccare con mano le potenzialità dello Smart Manufacturing, attraverso prodotti innovativi, servizi, piattaforme e la presentazione di casi d’uso reali.
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Massimo Merli, Vice Presidente della Business Unit Industry Schneider Electric
“Lo Smart Manufacturing - spiega Merli - è un nuovo modo di concepire la produzione industriale: più flessibile efficiente e intelligente, abilitato nel nostro caso dalla scelta di integrare la connettività Ethernet, aperta e nativa, in tutta la nostra offerta. É il punto d’arrivo di un percorso strutturato che deve essere ritagliato sulle caratteristiche specifiche di ogni azienda. Per noi innovare l’automazione significa ottenere efficienze operative e di processo che abbiano impatti significativi sul business. Un risultato che vede l’integrazione dell’am-
Il nuovo ePAC M580 High End, controller per le applicazioni dell’Industrial Internet of Things con funzionalità Hot Stand By
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SCHNEIDER ELECTRIC biente di produzione con piattaforme di Data Analytics, sistemi di monitoraggio, piattaforme per la creazione ed erogazione di applicazioni e servizi. Una serie di nuove opportunità che Schneider Electric mette a disposizione anche in modalità Cloud sicura, grazie all’implementazione di un concetto di Cybersecurity trasversale, che va dal singolo componente alla rete”. Altivar 340: inverter della gamma Altivar Machine pensato per l’applicazione in macchine smart
A SPS 2017 per l’ambito di controllo industriale, troviamo nello stand di Schneider Electric una serie di novità tra cui ePAC M580 High End “Hot Stand by”: è molto più semplice di un PLC e ricorre alla tecnologia Ethernet integrata, direttamente nel cuore delle soluzioni per il comando e controllo dei processi industriali. C’è poi una gamma di soluzioni SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition) come ClearSCADA, CitectSCADA, Telemetria ScadaPac 57xx. Inoltre è presente l’innovativo software HMI (Human Machine Interface) che utilizza la realtà aumentata Vijeo 360. L’offerta “Tesensors”, con innovativi Safety Switch RFID contactless, lettori RFID con output digitale e badge management integrato (XGS), i primi sensori ultrasonici al mondo certificati E2, nuovi trasmettitori di pressione dedicati alle apparecchiature mobili (XMEP); per la connettività: il primo Switch Industrial Cloud Connected. Non mancheranno, infine, le novità Harmony per una migliore interazione con il pannello di comando e l’ottimizzazione delle macchine con timer e potenziometri. ATV 340 è un variatore di velocità Altivar Machine progettato specificamente per rispondere alle nuove esigenze poste dalla progettazione, garantendo un’installazione facilitata, un eccezionale livello di controllo applicazione, funzionalità di automazione evolute e di facile integrazione. In questo modo gli OEM (Original Equipement Manufacturer) possono offrire ai loro clienti macchine di qualità ancora più alta, riducendo tempi di consegna e costi. ATV 340 è adatto ad applicazioni che richiedono un rapido controllo dinamico, ha tempi di redazione più rapidi, un’ingegneria informatica semplificata con la connettività Ethernet multiprotocollo integrata, la certificazione di Cyber-Security Achilles Level 2 e la conformità alle normative EN ISO 1384901 e EN 62061, una produttività sostenibile. Il variatore di velocità Altivar Machine ATV340 è adatto ad una grande varietà di settori industriali ed applicazioni quali packaging, movimentazione e lavorazione materiali, sollevamento. Vijeo 360: soluzione software per sviluppare interfacce HMI che utilizzano la Realtà Aumentata
EOI TECNE
SOLUZIONI PER LA DOSATURA CONTROLLATA DEI FLUIDI PRODUCT TO WATCH La dosatura controllata dei fluidi richiede la presenza di prodotti specializzati, sia hardware che software, ma anche un know how specifico propri di pochi operatori. Eoi Tecne è uno dei protagonisti del settore. In diversi contesti industriali, le soluzioni di dosatura dei fluidi hanno raggiunto una notevole importanza E.O.I. Tecne srl è stata tra le prime aziende a proporre sistemi per la dosatura controllata dei fluidi, esigenza che ha acquisito spazi sempre più ampi negli impianti di produzione. EOI Tecne fornisce da 1973 apparecchiature destinate a un’ampia gamma di settori industriali. L’azienda milanese ha accumulato in questi decenni un vero patrimonio di esperienza nel comparto dei sistemi per distribuzione di ViscoMT-XS fluidi industriali, oltre che in quello per il prelievo dai fusti dei miscelatori, dosatori per resine bicomponenti e dei robot cartesiani fino a 5 assi. La sua attività oggi comprende anche la fornitura di adesivi acrilici ad alta tecnologia per l’industria, cianoacrilati, sigillanti, resine bicomponenti, guarnizioni liquide e adesivi UV fotopolimerizzabili destinati a molti settori industriali. La distribuzione controllata di fluidi è realizzata con valvole di dosatura a tempo o volumetriche, con centraline di comando pneumatiche o elettroniche, serbatoi, pompe, controlli di flusso e accessori per ogni tipo di fluido e di produzione. I fluidi impiegati nell’industria sono innumerevoli e di varia natura. Ci sono gli adesivi, i cianoacrilati, UV, frenafiletti, sigillanti, inchiostri, oli, grassi, resine, vernici e altri ancora, senza considerare i prodotti chimici, farmaceutici e alimentari. Il
sistema di distribuzione deve soddisfare le necessità dei prodotti e dell’applicazione. L’obbiettivo è aumentare il tasso di efficienza disponibile negli impianti, offrendo sistemi in grado di ridurre i tempi di produzione, minimizzando o azzerando gli scarti. I sistemi di dosatura sono indispensabili anche nelle lavorazioni automatiche con robot o linee di assemblaggio ma anche nelle lavorazioni manuali. Nella produzione tecnologicamente avanzata, e caratterizzata da un alto grado di automazione, sigillare, lubrificare e incollare adeguatamente sono fattori fondamentali per garantire processi corretti e senza problemi. L’area di attività di EOI Tecne si può definire una nicchia legata al dosaggio in piccole quantità. Molto spesso il cliente non ha ancora esperienza diretta di questi sistemi ed è alla ricerca di una soluzione. Nella maggior parte dei casi, E.O.I. Tecne realizza per i clienti tutto il progetto, dallo studio di fattibilità alla fornitura di un sistema completo che risolve le sue esigenze.
Eco-Pen dosatore a vite eccentrica
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IL PORTFOLIO PRODOTTI Sistemi Viscotec e Preeflow. La risposta ideale alle necessità di applicazione e dosatura semiautomatica e completamente automatica di fluidi, con erogazione costante, indipendente dalla temperatura e dalla viscosità; applicazione delicata di fluidi contenenti cariche solide; stabilità rispetto alle pressioni di alimentazione; scelta di dimensione per volume da 0,05 a 3.750 ml ciclo ed esente da pulsazioni. Il cuore del sistema sono rotore e statore, che formano camere chiuse. Quando il rotore gira, queste camere si spostano come se fossero sospinte da un pistone senza fine dall’ ingresso del fluido all’erogazione. Tramite un inverter, la rotazione può aumentare o diminuire per variare la quantità di fluido richiesto. Questo movimento lento e continuo, garantisce notevole precisione, e non provoca effetti di emulsionamento e trafilatura tipici di altri sistemi. Sistema di prelievo di fluidi da fusti MT-XS Le pompe Viscotec possono essere utilizzate anche per il prelievo di prodotti direttamente da fusti originali. Oltre che dalla pompa, il sistema è costituito dal dispositivo di sollevamento e guida, dal piatto premente e dal controllo della pressione di erogazione. Il funzionamento è semplice: la pompa viene alzata per mezzo del dispositivo di sollevamento, il fusto viene posto al di sotto e fissato. Quindi, la pompa con il piatto premente viene fatta scendere sul fusto fino a quando il piatto si appoggia al fluido. Il fusto viene disaerato tramite un’apposita valvola montata sul piatto. Seguendo lo svuotamento del fusto, la pompa con il piatto premente si abbassa senza esercitare pressione, mentre la pompa aspira il fluido. Tale metodo senza pressione, garantisce che il fluido non sfugga lateralmente al piatto lungo le pareti del fusto: quando quest’ultimo viene svuotato fino a
contenere una quantità minima di fluido, la pompa si arresta automaticamente grazie a un interruttore di livello e viene estratta per mezzo del sistema di sollevamento. Sistemi di mescolamento e deareazione ViscoTreat La Viscotec propone un sistema per l’omogeneizzazione e degasaggio dei fluidi prima della dosatura ViscoTreat per per garantire la massima deareazione del fluido affidabilità dell’erogazione, utile anche per garantire la continuità di lavoro senza interruzioni per il cambio fusto. Applicazioni I materiali fluidi impiegati nell’industria sono moltissimi ed ognuno ha le proprie caratteristiche: il sistema di dosatura, per funzionare meglio, deve rispettarne le esigenze. Con le migliaia di applicazioni effettuate, E.O.I. Tecne ha acquisito l’esperienza e il know how per far coincidere le particolarità del fluido con le necessità del prodotto o del risultato da ottenere. E i settori di applicazione dei prodotti dell’azienda sono i più diversi: elettronico, automobilistico, cosmetico, farmaceutico, alimentare, chimico. Robot per dosatura JR3000 a 3-4-5 assi interpolati I robot a 3-4-5 assi interpolati della Janome di Tokio di cui E.O.I. Tecne è distributrice in esclusiva, sono il completamento ai sistemi di dosatura. Ai robot da tavolo, si è aggiunta la nuova serie JR3000 ora anche in versione gantry con area di lavoro da 200x200 a 600x600mm e l’assistenza di una telecamera.
Robot JR3303 nuova serie
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Unâ&#x20AC;&#x2122;offerta completa di sistemi e componenti per la dosatura e il trasferimento di qualsiasi fluido o pasta
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C A S E S T U D Y S AV I O M A C C H I N E T E S S I L I
SAVIO PARALLELIZZA LE ATTIVITÀ DI PROGETTO PER ABBATTERE I TEMPI DI SVILUPPO CON TEAMCENTER CASE STUDY Il costruttore di macchine tessili riduce costantemente i tempi del ciclo di sviluppo dei prodotti grazie all’adozione di Teamcenter e Solid Edge.
U
Evoluzione continua n modello di evoluzione continua, che affonda le sue radici nel 1911. Quella di Savio Macchine Tessili SpA è una storia lunga oltre un secolo, nata dalle capacità di Marcello Savio e caratterizzata poi da diversi passaggi di proprietà, dalla famiglia Savio all’ente statale ENI, al gruppo Itema, fino al fondo Alpha, che nel 2011 ha rilevato il 100% delle quote dell’azienda e delle sue controllate. In seguito alle numerose acquisizioni, oggi l’attività del gruppo è suddivisa nei rami principali del Tessile e dell’Elettronica & Componenti. Nel ramo Tessile, Savio si occupa di roccatrici, ritorcitoi, filatoi a rotore e roccatrici per voluminizzazione, Mesdan produce apparecchi per la giunzione dei filati e strumenti per il laboratorio tessile.
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Nel ramo Elettronica & Componenti, Loepfe fornisce stribbie per roccatrici e filatoi, Eutron schede elettroniche, BMSvision sistemi di controllo per la produzione, SedoTreepoint sistemi di controllo per la tintoria. Efficienza organizzativa Savio è da sempre un’azienda ben strutturata, come racconta Roberto Badiali, R&D Director. “Fin dal mio arrivo nel 1980 trovai già implementato tutto quello che si studiava all’università relativamente ai processi di progettazione e produzione. Già negli anni ’50 l’azienda aveva studiato e assimilato i metodi produttivi di grandi realtà come Olivetti, Necchi e Alfa Romeo, allo scopo di avere un sistema organizzativo il più avanzato possibile, dopodiché ha continuato lungo la
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C A S E S T U D Y S AV I O M A C C H I N E T E S S I L I
gue una prima progettazione che, oltre alle verifiche dei nuovi concetti, analisi a elementi finiti (FEA) e prove di laboratorio, porta a realizzare simulatori e prototipi che vengono provati in-field per almeno sei mesi. I risultati ottenuti permettono correzioni e messa a punto dei disegni per arrivare poi a una preserie e a una serie definitiva. Oggi la progettazione di tipo meccatronico consente possibilità di modifiche in corso d’opera sconosciute 30 anni fa.
stessa strada facendo a sua volta da riferimento per le numerose aziende della zona.” L’ambito in cui opera Savio (progettazione, produzione, vendita e assistenza di macchine tessili in tutto il mondo) è estremamente competitivo, perché esistono solo due concorrenti molto agguerriti, un’azienda tedesca e una giapponese. “Le roccatrici sono sempre state macchine complesse da mettere a punto, sia 30 anni fa quando la progettazione era tipicamente meccanica, sia oggi che è sostanzialmente meccatronica,” spiega Badiali. “Oggi sviluppiamo unità che richiedono come una volta molta sperimentazione e una messa a punto accurata per poter funzionare 24 ore su 24, in ambienti difficili, polverosi, umidi e caldi, con temperature nelle sale che possono salire fino a 48 gradi e disuniformità nell’alimentazione di energia, con forti sbalzi di tensione.” Le macchine sono tipicamente macchine operatrici, quindi devono essere molto versatili e facili da regolare, perché devono potere lavorare indifferentemente sia filati finissimi e delicati, sia filati più grossi e grezzi. Le macchine fabbricate da Savio hanno generalmente una testata di comando a cui sono collegate numerose unità operatrici tutte uguali, delle quali l’azienda produce circa 120 mila unità all’anno. Queste unità richiedono robustezza, insensibilità alle variazioni ambientali e all’accumulo di polvere, facilità di pulizia e manutenzione, e devono essere utilizzate da personale con scarsa formazione. “Per questo motivo i nostri quadri di comando hanno interfacce in tutte le lingue e, soprattutto, molte icone e immagini,” dice Badiali.
Il cliente trova normalmente tutte le risposte alle sue esigenze nella gamma di offerta di Savio, oltre all’assistenza per redigere i piani di lavoro, per definire il numero di unità necessarie e gli ingombri in fabbrica. “Le richieste di personalizzazione sono state via via incorporate nelle parti di produzione, così che i progettisti del nostro ufficio tecnico intervengono solo nel caso in cui ne siano richieste di nuove,” sottolinea Badiali. “Ma attualmente il 95% delle parti delle nostre macchine è standard. Le macchine quindi abbisognano solo di essere configurate secondo le esigenze del cliente.” Strumenti per migliorare Il ciclo di produzione attuale di Savio dura cinque settimane (rispetto ai tre mesi di una volta), dall’ordine all’inizio della fase di montaggio, che richiede un’ulteriore settimana. L’obiettivo è stato raggiunto grazie al lavoro di standardizzazione delle parti, supportato da strumenti tecnologici adeguati, fra cui progettazione al computer e gestione dei dati di prodotto. “Fin dal 1985 abbiamo implementato strumenti CAD e PDM idonei alle nostre esigenze di costruttori di macchine meccaniche,” racconta Badiali. “A noi serve una soluzione flessibile, per poter gestire le parti che costituiscono le nostre macchine, quali lamiere, plastica, pressofusioni, getti in ghisa, torneria, minuteria, componentistica, pistoni, elettrovalvole...”.
Il ciclo di sviluppo delle macchine parte da specifiche di base già ben definite, frutto della raccolta continua di dati e informazioni ricavate da diverse fonti; si ese-
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Nel 2010, in seguito alla dismissione del pacchetto CAD/PDM in uso, la direzione di Savio ha avviato una valutazione degli strumenti migliori disponibili sul mercato. Come riferisce Badiali, l’obiettivo era individuare “un CAD flessibile in grado di lavorare sia con il sistema parametrico classico sia con un approccio senza storia, abbinato a un PLM di buon livello sul quale replicare il nostro sistema di organizzazione dei processi e dei flussi.”
Le esigenze di Savio sono piuttosto articolate, con distinte base composte mediamente da 13 mila componenti (che coprono tutte le alternative e gli opzionali della macchina), mentre una singola macchina configurata ne utilizza circa 5000.
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iascun cliente sceglie la propria configurazione compilando moduli che prevedono 40 tipi di scelta. L’azienda produce otto tipologie principali di macchine per le quali, considerando le macrocategorie e le sottocategorie, attualmente esistono oltre 30 diversi configuratori. Migrazione riuscita Nella fase di software selection, i responsabili di Savio hanno incontrato diversi fornitori, facendo cadere la scelta finale su Prime Team e Tech Value, specializzate nello sviluppo di soluzioni ad alto valore aggiunto in termini di tecnologia e consulenza. Gli staff di Prime Team e Tech Value, con esperienza pluridecennale nel settore del CAD e del PLM, hanno proposto le soluzioni di Siemens PLM Software, Solid Edge per la progettazione in 3D e Teamcenter per la gestione del ciclo di vita delle macchine, e un progetto molto accurato, come racconta Badiali. “Prime Team e Tech Value hanno presentato e sviluppato il progetto correttamente, rispettando le nostre aspettative in termini di implementazione, migrazione e startup.” Con l’adozione di Solid Edge, Savio ha migrato tutto il proprio patrimonio progettuale 3D e 2D all’interno di Solid Edge e Teamcenter. “Con il software precedente eravamo limitati ad alcune tipologie di assiemi perché il prodotto non reggeva la complessità delle nostre macchine,” ricorda Badiali. “Con l’aiuto prezioso
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di Prime Team e Tech Value abbiamo convertito 450 mila file dal pacchetto 3D precedente a Solid Edge, che ha dimostrato fin dall’inizio di avere prestazioni adeguate per gestire i nostri assiemi.” Il passo successivo è stato lo sviluppo di macroassiemi di parti di macchina, per poi arricchire questi assiemi non solo con parti per le quali esiste un disegno, ma anche con parti della distinta base (BOM) prive di disegno, operazione finora impossibile. “I nostri progettisti devono poter lavorare in un unico ambiente, senza dovere accedere all’ERP,” dice Badiali. Gestione di grandi assiemi e componenti flessibili Daniele Vecchies, Responsabile Gestione Tecnica di Savio, illustra i numerosi vantaggi offerti da Solid Edge oltre la gestione snella di grandi assiemi. “Solid Edge è molto versatile nel coprire tutte le nostre necessità,” dice Vecchies. “La Synchronous Technology agevola la fase di recupero degli assiemi importati dal database storico, accumulato in oltre 15 anni di progettazione su CAD 3D. Con Solid Edge abbiamo a disposizione molti più comandi di modellazione e funzioni, oltre a un pacchetto lamiera molto avanzato.” “Pur utilizzando Solid Edge da poco tempo, si percepisce una netta differenza rispetto alla soluzione precedente,” osserva Vecchies. “Apprezziamo in modo particolare la gestione di parti flessibili visualizzabili in diverse posizioni, che ci permette di gestire elemen-
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ti come molle, pistoni, cilindri, O-ring, perni ribaditi o boccole a cianfrinare, sia standard da catalogo sia di nostra produzione. Con Solid Edge possiamo disegnare un’unica parte flessibile e poi integrare diverse varianti di deformazione che possono essere attivate e disattivate facilmente nel modello 3D.” Prezioso per i tecnici di Savio anche il FEA integrato per l’analisi delle vibrazioni su pezzi singoli, uno strumento utile e vantaggioso perché facilmente utilizzabile anche da parte di progettisti senza competenze specifiche di analisi a elementi finiti. PLM per tutti Analogo percorso è stato fatto con l’implementazione graduale di Teamcenter, nel quale è stata trasferita tutta la struttura della macchina, completa dei disegni. In una seconda fase verranno inseriti anche i codici senza disegno. “Un altro beneficio importante deriva dall’utilizzo di Teamcenter per la gestione di strutture configurabili,” aggiunge Badiali. “I nostri progettisti possono costruire assiemi con parti variabili per ottenere dall’item master diverse configurazioni e le relative distinte possibili, visualizzandole in modalità grafica in modo molto semplice e intuitivo.” Oggi Teamcenter si interfaccia direttamente con il sistema gestionale (ERP) di Savio, effettuando una procedura giornaliera di allineamento dei dati. Oltre a coprire le 35 licenze CAD, il PLM di Siemens Industry Software è stato portato anche al di fuori dell’ufficio tecnico, con licenze nelle aree di produzione, industrializzazione prodotto, metodi e qualità. “Il workflow della modifica tecnica non può più essere confinato all’interno del solo ufficio tecnico,” spiega Badiali. “Inoltre, per ridurre ulteriormente la documentazione cartacea, vogliamo consentire la visualizzazione delle
parti e degli assiemi in 3D anche in produzione.” Teamcenter è stato implementato senza alcuna personalizzazione, a differenza del PLM precedente che costringeva Savio a un lavoro oneroso per riportare in ogni nuova versione tutte le customizzazioni effettuate sul software. “Abbiamo individuato le procedure più efficienti per adattare i nostri processi e sistemi al software fornito,” conferma Badiali. “Teamcenter risponde molto bene e non costringe l’utente a richiedere customizzazioni, essendo sufficiente configurare l’applicazione.” Teamcenter fornisce anche funzioni di classificatore, che agevolano la ricerca dei particolari di maggior utilizzo come molle o distanziali. Oltre alla classificazione per tipologia di componente, Savio ha identificato un centinaio di parametri geometrici sui quali è possibile effettuare le ricerche, ad esempio il numero di spire di una molla. Piani ambiziosi In prospettiva, tutti gli enti coinvolti nella validazione del prodotto avranno accesso a Teamcenter. Con le tecnologie di Siemens Industry Software, Savio punta a parallelizzare le attività di progetto, finora gestite in maniera seriale, per ridurre ulteriormente il ciclo di sviluppo dalle attuali cinque a tre settimane. “In futuro, se si renderà necessario, potremo facilmente collegare filiali e sedi distaccate,” conclude Badiali. “La scelta di un marchio come Siemens è stata fatta anche in quest’ottica, per poter contare su un partner internazionale e un pacchetto di soluzioni diffuso in molte grandi aziende. La dimensione globale è indubbiamente uno dei punti di forza di Siemens.”
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MATLAB Live Editor, per creare, modificare ed eseguire codici MATLAB
MATHWORKS A SPS 2017: ANALISI DEI DATI E SIMULAZIONE DEI SISTEMI DINAMICI COMPANY TO WATCH MathWorks sarà nuovamente presente a SPS/IPC/Drives Italia 2017, la fiera italiana dell’automazione in programma a Parma dal 23 al 25 maggio, con una postazione demo presso lo stand di B&R Automation. Esiste infatti una profonda integrazione dell’ambiente di sviluppo Automation Studio con MATLAB e Simulink, per facilitare lo sviluppo di algoritmi di controllo su piattaforme PLC e l’analisi dei dati dal campo. La demo presentata riguarderà il controllo della tensione di un film plastico in Simulink.
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M AT H W O R K S
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utto il mercato dell’automazione industriale, ha come motivo portante: Industry 4.0. L’importante ecosistema costituito da produttori di componenti e di tecnologie, da sviluppatori ed integratori di soluzioni e da utilizzatori finali, è interessato da un processo di innovazione continua. In tale contesto, l’analisi dei dati e la simulazione intelligente assumono un’importanza fondamentale. Il portfolio d’offerta sviluppato negli anni da MathWorks, mette in grado i produttori di impianti e macchinari di affrontare le sfide connesse con l’Industry 4.0 ed accogliere le nuove richieste del mercato globalizzato. In questo momento è necessario rispondere a tre sfide principali: maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse; riduzione del time-to-market (con cicli di produzione più brevi, prodotti più complessi e grandi quantità di dati da elaborare) ed aumento della flessibilità dei sistemi (customizzazione della produzione di massa, mercati volatili ed alta produttività). Il tutto conduce i produttori di impianti e macchine, a sviluppare applicazioni embedded che si integrano con sistemi meccanici ed elettronici per il controllo, l’elaborazione del segnale, etc. Focalizzandosi sulle tematiche dell’Industry 4.0 e dell’Internet of Things, MathWorks ha sviluppato soluzioni che vanno principalmente in due direzioni: l’analisi dei dati e la simulazione di sistemi dinamici. Diversi i benefici per gli utilizzatori dei prodotti. Nel campo dell’analisi dati, MATLAB consente di sviluppare algoritmi per analizzare i dati sulla produzione e sui macchinari: ad esempio, offre soluzioni in ambiti come Predictive Maintenance o Health Monitoring. Nel campo della simulazione, Simulink consente di testare il comportamento della macchina senza la necessità di costruire un prototipo fisico, semplicemente attraverso la simulazione virtuale. Permette inoltre la generazione automatica di codice per tutte le piattaforme di automazione più diffuse, sviluppate dai singoli brand operativi nell’automazione industriale e non solo, aiutando a risparmiare tempo e costi durante lo sviluppo delle applicazioni.
Robust Control Toolbox per analizzare la performance del Sistema di controllo
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MATLAB PARLA
MACHINE LEARNING Con MATLAB puoi usare tecniche di clustering, regressione, classificazione e deep learning per costruire modelli predittivi e metterli in produzione.
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MOOG
EFFICIENZA ENERGETICA E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE NELLE NUOVE SOLUZIONI ELETTROIDROSTATICHE DI MOOG PRODUCT TO WATCH Tecnologia elettroidraulica ed elettromeccanica unite per una soluzione intelligente e decentralizzata a risparmio energetico: EHA, il nuovo Attuatore Elettro-Idrostatico di Moog. Una soluzione innovativa per la massima produttività, risparmio energetico e riduzione del Total Cost of Ownership (TCO). Idraulico o elettromeccanico? Qual è la tecnologia di attuazione più indicata? Oggi è possibile risolvere il dilemma mediante una soluzione innovativa: l’Attuatore Elettro-Idrostatico (EHA) realizzato da Moog, un sistema ibrido che unisce i vantaggi della tecnologia elettromeccanica e elettroidraulica. EHA associa infatti i benefici della tecnologia elettroidraulica - robustezza ed alta affidabilità, resistenza alle alte forze, disponibilità dell’opzione “fail safe”, assenza di giochi
Attuatore Elettro-Idrostatico, unità motore-pompa Un sistema ibrido che unisce i vantaggi della tecnologia elettromeccanica e elettroidraulica
Gabriella Poletti Amministratore Delegato Moog Italiana s.r.l
meccanici - con quelli della tecnologia elettromeccanica, ovvero elevata efficienza energetica, pulizia, basse emissioni di rumore, assenza di centrale idraulica e semplicità di installazione e collaudo. Si tratta di una soluzione facilmente integrabile nei sistemi esistenti e coniuga il software, il controller e le parti elettriche ed idrauliche, eliminando i componenti pneumatici o idraulici ausiliari. L’Attuatore Elettro-Idrostatico è costituito da un convertitore di frequenza, un servomotore, una pompa a pistoni radiali, un cilindro idraulico e sensori per la regolazione degli assi. Tutti i componenti sono integrati nel gruppo attuatore, rendendolo completamente autonomo. Non ha tubazioni idrauliche e questo permette di ridurre considerevolmente i costi e incrementare l’affidabilità e non necessita di convertitori meccanici o di altri meccanismi. Nell’EHA la trasmissione idrostatica connette il motore elettrico e il cilindro idraulico eliminando le problematiche associate ai grippaggi. Il motore si muove e controlla direttamente l’avanzamento e il ritorno del cilindro, fornendo solo l’energia necessaria. L’unità motore-pompa è in gra-
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MOOG
do di operare in 2 o 4 quadranti e ha un’interfaccia meccanica che assicura la diretta connessione ai cilindri idraulici o ai blocchi valvole. L’attuazione elettro-idrostatica permette un miglioramento della produttività grazie ad una drastica riduzione dei fermi macchina ed un aumento significativo dell’efficienza energetica. A tal proposito, i test condotti dall’Università di Dresda, hanno confermato il risparmio di ca. il 30% di energia nell’applicazione su una pressa per stampaggio profondo lamiere. Inoltre, garantisce un utilizzo limitato di fluido idraulico e un numero ridotto di componenti, diminuendo gli spazi di ingombro degli impianti. Il risultato è una manutenzione semplice e veloce, una riduzione del Total Cost of Ownership (TCO) ed un’attenzione particolare all’ambiente. L’EHA può essere utilizzato in un’ampia gamma di applicazioni, tra cui le macchine per stampaggio a iniezione e pressofusione, le presse per la formatura metalli, gli oscillatori di colata continua, le turbine a gas e a vapore e nel controllo del passo delle turbine eoliche. “Dove sono richieste le migliori performance di motion control e la massima flessibilità di progettazioAbbinando i prodotti della sua vasta gamma, Moog è in grado di ne - afferma Gabriella Poletti Ammifornire una complete solution concepita per assicurare ai clienti nistratore Delegato Moog Italiana performance superiori ed un’affidabilità senza pari s.r.l - Moog offre collaborazione, creatività e soluzioni tecnologiche all’avanguardia, affidabili e personalizzate.” In dettaglio, infatti, Moog è il fornitore d’eccellenza per i clienti che richiedono configurazioni su misura per le loro applicazioni. “I nostri ingegneri - conclude Gabriella Poletti - lavorano a stretto contatto con i costruttori di macchine e, grazie ad un approccio technologically neutral, basato sul giusto mix di tecnologie elettriche, idrauliche e ibride creano sempre il sistema più idoneo a soddisfare ogni specifica esigenza, abbinando in un’unica e completa soluzione diversi prodotti della nostra vasta gamma.” Efficienza, elevata produttività, sicurezza, flessibilità, riduzione dei costi di esercizio e dei consumi energetici: sono queste le caratteristiche chiave della Total Solution Moog che trova largo impiego in numerose applicazioni industriali come il soffiaggio e lo stampaggio delle materie plastiche, la formatura dei metalli, la robotica, il tessile, la generazione di energia, la simulazione e la Formula 1.
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Moog Italiana s.r.l. Tel. +39-0332-421111 Email: service.italy@moog.com www.moog.it
moogglobalsupport.com moogglobalsupport.com moogglobalsupport.com moogglobalsupport.com mooglobalsupport.com
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SICK
SICK SENSOR INTELLIGENCE OLTREPASSA INDUSTRY 4.0 PRODUCT TO WATCH Sensori tecnologicamente all’avanguardia, sistemi completi di sensoristica in ambienti di lavoro sicuri e la presenza di AppSpace che consentirà un dialogo diretto tra sensori e gli strati più alti dell’architettura di rete in ottica Industry 4.0. Ora tutto è più semplice per gli utenti di SICK Costantino Ghigliotti, Sales Manager Factory Automation
Smart Sensor: La capacità di comunicazione degli smart sensor di SICK offre maggiore trasparenza e nuove possibilità nel controllo qualità e nell’ottimizzazione dei processi produttivi. Ciò è possibile perché l’intelligenza di queste soluzioni consente di analizzare i dati acquisiti e di preelaborarli in modo che ai sistemi di livello superiore vengano trasmesse solamente le informazioni effettivamente utili e necessarie.
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SICK
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olte sono le aziende che sono partite per l’Industry 4.0. Fra queste, alcune sono andate ‘oltre’ per questa realtà; la decentralizzazione e la collaborazione fra sistemi è già un dato di fatto. SICK S.p.A., filiale italiana del Gruppo SICK, pianifica la gestione aziendale in base ai concetti di Industry 4.0. “Per SICK Industry 4.0 è già una realtà - spiega Costantino Ghigliotti, Sales Manager Factory Automation - Con circa 40.000 componenti ad alta tecnologia a catalogo e un know-how che deriva da oltre 70 anni di attività nella produzione e fornitura di soluzioni per oltre 40 settori industriali, SICK ha da sempre puntato sulla sensoristica per guidare i propri clienti verso una trasparenza della Supply Chain del prodotto necessaria per lo sviluppo della Smart Factory”. Dai singoli componenti sensoristici, che trasformano in segnali misurabili le variazioni che interessano un fenomeno da osservare, a sistemi completi con soluzioni sempre più avanzate. Per i propri sensori SICK ha sviluppato AppSpace, rivolta a quelle realtà con capacità di sviluppo software. Si tratta di un ecosistema composto da AppStudio, un ambiente di sviluppo per la creazione di applicazioni in cui già si trova un’ampia gamma di sensori programmabili per l’elaborazione immagini, l’identificazione e la misura, a cui si aggiunge HALCON, la nota libreria per l’elaborazione di immagini, arricchita da svariati algoritmi sviluppati da SICK. L’ambiente comprende anche il modulo ViewBuilder per la creazione grafica di interfacce utente. “SICK si presenta sul mercato anche nelle vesti di fornitore di sistemi completi – enfatizza C. Ghigliotti. Ad esempio il Pin Inspector: è stato progettato per il controllo qualità e sfrutta le potenzialità della telecamera streaming Ranger per verificare il corretto posizionamento dei pin sui circuiti stampati prima che questi vengano pressati. In base alla loro altezza, inoltre, il dispositivo è in grado di capire se i pin sono stati saldati al circuito in modo corretto. Oppure, altro esempio, il sistema PLB per la localizzazione di oggetti posti alla rinfusa, in cui la telecamera 3D, di cui è dotato il sistema - spiega C. Ghigliotti -, acquisisce immagini in alta qualità indipendentemente dai movimenti esterni e dalle variazioni di contrasto e colore.” PLB utilizza i modelli CAD tridimensionali per localizzare all’interno della nuvola di punti l’oggetto, anche in presenza di scenari complessi. Il software incluso gestisce la completa rotazione 3D dei pezzi
e la loro sovrapposizione per personalizzare ogni applicazione. Grazie all’investimento annuale pari all’11% del fatturato in Ricerca e Sviluppo, SICK propone diversi sensori intelligenti con soluzioni sempre più avanzate. In particolare, il TriSpector1000 è il primo sensore di visione 3D che si configura in modo semplice e permette di effettuare ispezioni direttamente a bordo della camera del sensore, senza necessità di programmazione. Acquisisce le immagini tridimensionali degli oggetti in movimento sulla linea di produzione e in questo modo diventa il sensore ideale per applicazioni di controllo qualità nel settore dei beni di consumo e imballaggio. Allo stesso tempo, Visionary-T è un sensore che sfrutta l’innovativa tecnologia Snapshot 3D, cioè cattura lo stato di un oggetto in un determinato momento. Sulla base della misurazione del tempo di propagazione della luce, Visionary-T fornisce informazioni di profondità in tempo reale, comunicando i dati grezzi 3D o informazioni già elaborate a seconda delle esigenze applicative. Una soluzione particolarmente indicata per l’intralogistica, la robotica e i veicoli industriali. “Nella visione generale dell’azienda si vuole garantire ambienti di lavoro sicuri e Industry 4.0 - conclude C. Ghigliotti - che significa anche e soprattutto sicurezza nel lavoro.” Con il servizio SICK SafetyPLUS, l’azienda affianca i propri clienti sia in fase di progettazione sia in quella di realizzazione/integrazione di soluzioni di sicurezza certificate in impianti ex novo oppure già sviluppati e in uso.
Visionary-T sfrutta la tecnologia Snapshot 3D e, sulla base della misurazione del tempo di propagazione della luce, fornisce informazioni di profondità in tempo reale per ogni pixel.
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Ti aspettiamo! PAD. 3 – Stand B004-C004 Parma 23–25 maggio 2017
DRIVING YOUR INDUSTRY 4WARD.
L’automazione industriale si evolve molto rapidamente. SICK, azienda leader per l’innovazione e precursore nello sviluppo della tecnologia dei sensori, offre oggi soluzioni adatte alle esigenze future. Con sensori intelligenti in grado di rilevare dati e analizzarli in tempo reale che si adattano all’ambiente e comunicano in rete, garantendo sempre massima flessibilità ed elevata qualità. Intelligenza interconnessa per processi efficienti ed interazione sicura tra uomo e macchina. Noi la troviamo una scelta intelligente. www.sick.com
QS INFOR
QSINFOR: SOLUZIONI PERSONALIZZATE
A SUPPORTO DELLA CAPACITÀ DI COMPETERE DELLE AZIENDE MANIFATTURIERE SOLUTION TO WATCH Per competere è necessario differenziarsi. Per fare ciò, bisogna pensare fuori dagli schemi ed operare con un ragionato anticipo. Nel mondo delle soluzioni rivolte al ciclo di realizzazione dei prodotti (CAD e PDM), è necessario personalizzare i prodotti per soddisfare le esigenze del cliente. Un’esigenza che porta a scegliere un fornitore in grado di dare consulenza, capacità realizzative, formazione ed assistenza evolutiva. Pier Angelo Donati, Amministratore di QSInfor
Autodesk product design collection
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’industria meccanica italiana si distingue nel mondo e compete per eccellere nel realizzare ciò che non è standard. Per soddisfare le esigenze del mercato, è necessario inventarsi nuovi metodi di lavoro cercando alternative, rischiando e ragionando fuori dagli schemi. Capire le sfide del mercato è fondamentale per trovare soluzioni rapide in un mondo che si sta evolvendo molto velocemente e che ha visto importanti cambiamenti in pochissimi anni. “Questo è il nostro mercato di riferimento - afferma convinto Pier Angelo Donati, Amministratore di
QSInfor - per cui ci siamo specializzati nel supportare l’innovazione tecnologica in grado di dare una risposta puntuale alle richieste dei nostri clienti. Siamo talmente certi [convinti] dell’importanza di innovare, da adottare un detto di Albert Einstein come nostra bandiera: “Imagination is more than knowledge”.” Ma se innovare è ora, cosa spinge a fare di più per conquistare clienti? Sul fronte dei prodotti e delle soluzioni, in QSInfor, il metodo si fonda su una storia di successo consolidata e sulla ricerca continua. A partire dalla progettazione 2D, elaborata negli anni novanta, con il software Top 2D che permetteva di lavorare per parti su AutoCAD e con il software Data&Drawings cioè il PDM per AutoCAD. Negli ultimi dieci anni, poi, si è passati alla progettazione 3D di Inventor. Ora che sta crescendo sempre più l’era Internet of things, i dispositivi connessi saranno centinaia di migliaia. Vista l’importanza delle architetture Cloud, in QSInfor si sta già operando con Fusion360 di Autodesk in maniera tale da poter gestire soluzioni 3D CAD, CAM, CAE integrate nell’intero processo di svi-
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QS INFOR luppo del prodotto. Il tutto, in un’unica piattaforma cloud-based. “L’anno 2017 - prosegue Donati - riteniamo che possa essere una svolta per lo sviluppo di personalizzazioni per i nostri clienti in cui saranno utilizzati anche Nastran In-CAD per l’analisi degli elementi finiti, Navisworks per la parte di project review e le nuove tecnologie di Inventor Professional, una ulteriore possibilità per i nostri clienti e per la nostra struttura interna di sviluppo: otto persone che lavorano quotidianamente sul personalizzato. Questo ci permette di distinguerci e di fare la differenza, anche in merito ai benefici: i nostri clienti riducono i loro tempi di realizzazione di prodotto mediamente di un 25-30%. Il nostro miglior biglietto da visita”. Autodesk AutoCAD
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SInfor S.R.L è stata fondata nel 1994 da Pier Angelo Donati e Massimiliano Marenghi, tuttora titolare. È una Software House italiana indipendente che opera nel mondo CAD e PDM. L’azienda lavora sul territorio con due sedi operative: una a Parma ed una a Verona e ha all’attivo più di 2000 clienti su tutto il territorio nazionale, con un organico di 30 persone. QSInfor sviluppa soluzioni software ed integrazioni/ interfacce con i sistemi informativi aziendali operando in diversi ambienti CAD: AutoCAD, AutoCAD LT, Inventor, BricsCAD e Solidworks. Il modus operandi di QSInfor nasce dalla consulenza grazie ad un reparto commerciale che è in grado di capire le necessità dell’azienda e di contestualizzare le richieste del potenziale cliente in base al settore di appartenenza. Solo dopo un’attenta analisi viene proposta la soluzione; e dopo la vendita del prodotto entra in azione il Reparto tecnico, il cuore pulsante del post vendita. Oltre 15 persone sono impegnate giornalmente a supportare i clienti, tramite assistenza tecnica telefonica, consulenza via connessione remota e corsi di formazione in grado di soddisfare ogni livello di conoscenza CAD. Il mercato di riferimento di QSInfor, è costituito dall’industria meccanica. In particolare, tra i clienti ci sono aziende nel settore del packaging, dell’imbottigliamento e del food processing.
MESSE FRANKFURT
EVOLUZIONE IOT E DIGITALIZZAZIONE 4.0 NELLE SOLUZIONI DI TELECONTROLLO IN EVIDENZA La mostra-convegno che il Gruppo Telecontrollo Automazione e Supervisione delle Reti di ANIE Automazione, Il Forum Telecontrollo - Reti di pubblica utilità, giunge alla sua 15esima edizione. La portata della trasformazione e il rimettere in gioco tutto, saranno i nuovi differenziatori dell’evento
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l Forum Telecontrollo è divenuto un format di successo e in costante crescita, che si caratterizza per l’elevato livello tecnico. L’incontro di tutti gli operatori del settore con i fornitori di nuove tecnologie applicate al mondo Smart City, all’industria e alle reti di pubblica utilità per il settore idrico, gas ed elettrico. Organizzato da Messe Frankfurt Italia, punterà quest’anno i fari sul tema della digitalizzazione e dell’IoT il 24 e 25 ottobre al Palazzo della Gran Guardia di Verona.
“L’edizione 2017 del Forum rispetterà la tradizione nella forma, con un programma strutturato su due giorni ricchi di convegni e seminari e un’area espositiva nella quale i visitatori potranno interagire con le principali aziende del settore, ma sarà innovativa nei contenuti”, ha spiegato Marco Vecchio, Segretario di ANIE Automazione e ANIE Energia. “Il Telecontrollo può essere definito un antesignano dell’IoT: i sensori raccolgono sul campo le informazioni, che vengono poi utilizzate dai cosiddetti ‘analytics’ per fare monitoraggio e controllo non solo per le reti di pubblica utilità, ma anche per l’industria”. Interamente dedicato alle tecnologie per il monitoraggio e il controllo delle reti di pubblica utilità, delle città e dell’industria, mostrerà l’ulteriore passo del processo evolutivo nelle reti di pubblica utilità. Alcuni dei settori di applicazione delle tecnologie del telecontrollo, vantano una consolidata esperienza e sono stati precursori nei processi di trasformazione. Dunque, queste
realtà sanno bene che le nuove tecnologie e soluzioni digitali, sono il fattore abilitante e il catalizzatore per accelerare la rivoluzione nel modo in cui lavoreremo e vivremo. Disporre di macchine basate su intelligenza artificiale che, alimentate da tante informazioni, possono autoregolarsi e fornire risposte utili per decidere ed agire. “La digitalizzazione impone un’attenta riflessione e un ripensamento delle strategie delle aziende”, aggiunge Antonio De Bellis, Presidente del Gruppo Telecontrollo, Automazione e Supervisione delle Reti di ANIE Automazione. “Quest’anno a Verona guarderemo oltre i problemi quotidiani e getteremo le basi per un percorso a lungo termine”.
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S I E M E N S I N D U S T RY S O F T WA R E
SIMCENTER: IL PORTFOLIO CAE A SUPPORTO DELLA CAPACITÀ DI COMPETERE INTERVISTA
JAN LEURIDAN - Senior Vice President Responsabile delle soluzioni di simulazione test di Siemens PLM Software (divisione Siemens Digital Factory) e CEO di Siemens Industry Software NV
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La simulazione ed il test dei prodotti, ha assunto nel tempo sempre più importanza all’interno del ciclo di sviluppo. Le aziende più smart lo hanno già compreso e sono riuscite a posizionare la fase di simulazione prima ed in parallelo, alla progettazione. In realtà sono diversi i domini in cui si deve applicare la simulazione ed il test, per ognuno dei quali è necessaria una specifica applicazione. In quest’ambito, Siemens PLM Software, grazie anche ad una intelligente politica di acquisizione, è riuscita a generare un portfolio d’offerta in grado di fornire risposta alle più diverse esigenze dei progettisti, indipendentemente dalla tipologia di prodotto che deve essere trattata. Nell’ambito delle tecnologie/applicazioni computer aided, la simulazione ed il test sono oramai diventate strategiche ed indispensabili per riuscire a generare prodotti di qualità ed affidabili a costi che possano consentire adeguati margini. Un percorso che può essere affrontato anche dalle PMI, poiché i valori economici sono oramai compatibili con i loro budget. Per fornire una più ampia informazione in merito all’offerta ed alle strategie, abbiamo intervistato Jan Leuridan, il massimo esperto della simulazione ed il test, in Siemens PLM Software.
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S I E M E N S I N D U S T RY S O F T WA R E The world of CAE has changed, what are the drivers of change? 1- What’s the strategy of Simcenter portfolio? As you are aware, the Siemens Simcenter portfolio covers a wide range of solutions in 1D simulation, 3D and CFD simulation, Testing, Design Exploration, and Data Management. In each area we have very strong products that our customers have relied on for many years to drive innovation and performance in their products or services. Therefore, the first part of our strategy is to ensure that each of these individual products remain best-of-class in their own right. Many of the specialists using our products rightfully expect this from us. Hence you will see in the coming years a continued focus to ensure that our products are evolving at a very high pace. Second part of our strategy is to develop and streamline workflows that leverage potential synergies between the different components in the Simcenter portfolio. With the increase of smart systems the need to combine different domains is getting more prominent. Easy multidiscipline/multiphysics simulation are often at the heart of those synergies The third pillar of the strategy is to ensure that our solutions are an integral part of the broader Siemens digitalization strategy, where our simulation and testing solutions are used to build performance digital twins that can help companies to make critical design decision. This strategy has an important component related to data management, and another component related to systems engineering, where people want to create a consistent process flow from requirements definition, over functional architecture towards the full physical design all the aspects related to the verification and validation of those designs.
bined with intelligent reporting and data analytics, to develop digital twins that can predict the behavior of products across all performance attributes, throughout the product lifecycle. It includes both the tactics and tools that manufacturers can leverage to evolve traditional design verification and validation into a predictive role in support of System Driven Product Development. The ultimate goal of implementing a predictive engineering analytics strategy is to deliver innovations for complex products faster and with greater confidence. By implementing a predictive engineering analytics strategy, engineering organizations will be able to • Deliver multi-fidelity digital twins - simulation and test models - that are as close to reality as possible for each stage of the development • Cover all critical system performance characteristics to be addressed by integrating different simulation disciplines and physics • Evolve models over time to remain in-sync with the product and its operating environment • Apply analytics and multi-discipline design exploration to discover better designs, faster and with more confidence 3 - What will be the next step in the CAE frontier? We can look at this from different angles. As you know, Siemens has acquired recently Mentor Graphics, reflecting one of the major next steps at the CAE frontier. Until now the worlds of MDA and EDA (Electronic Design Automation) has largely been separated. With the increase of smart systems the need for those 2 area’s to grow towards each-other is increasing. We might see a lot of customer benefits appearing in this process. It’s exciting to see that Siemens will be at the forefront of this.
2 - In the previous interview you mentioned a predictive simulation, can you give us a definition and the associated benefits?
More directly related to the Simcenter portfolio, we see this increase availability of usage data as a major opportunity for Simulation. To make sense of the usage data, you might rely on statistical tools, but the main benefit will be realized by combining the information from the simulation models with usage data.
We define Predictive Engineering Analytics as the application of multi-discipline simulation and test, com-
In such model based data analytics approach, that usage data will of course feed-back towards develop-
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ment, but we will also see that simulation models will continue having value after the development cycle. Such models might even reside in the cloud or become part of the final product as some kind of digital twin. Two other points from a process perspective:
it difficult for many smaller companies to adopt simulation practices. Such as, lack of trained people, software being too hard to use, only occasional need which made it difficult to justify investments etc. These are what is now changing and why these smaller companies must look at CAE seriously.
Increasing importance on integrating CAD and CAE. Siemens is at the forefront of this trend since both NX CAD and Simcenter 3D are built on the NX platform and facilitate tight collaboration between designers and analysts.
While larger companies are moving aggressively towards a simulation driven design, smaller companies might not need to go fully to that extend, but expecting to be able to survive by using a design, then build and validate approach is not possible any longer.
Increasing need for simulation and test to managed as an integral part of an organizationâ&#x20AC;&#x2122;s PLM strategy. So, CAE tools will need to seamlessly integrate with PLM. Of course, Siemens has been offering this capability for many years due to our strength in PLM and in CAE.
Even the smaller companies are now fully using 3D CAD packages, so moving towards simulation should be a nature extension. The main reason why they are reluctant to invest in simulation is often because they need highly specialized people and that the software tools are difficult to use.
4 - The manufacturing world is full of small and medium-sized companies, Why have they to invest in CAE applications?
Today, our tools are evolving in such way that many of the regular simulations now are in reach for designers. Structural stress analysis, kinematic & dynamic analysis and even some of the more advanced simulations
The benefits that simulation offers apply equally to small and medium-sized companies, namely, lowering the cost of prototypes, enabling more design alternatives to be evaluated, improving product quality, reducing engineering cycle times etc. But there have been hurdles in the past that have made
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Another major aspect for smaller companies are the budgetary restrictions. Concepts like tokens, software lease, cloud-based solutions have also drastically changed that aspect.
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TOUGHBOOK E TOUGHPAD: LA RISPOSTA DI
PANASONIC ALLE ESIGENZE DI CONNETTIVITÀ, CONTINUITÀ D’ESERCIZIO E TCO CONTENUTO SOLUTION TO WATCH
Francesca Marinoni, Regional Marketing Manager per l’Italia di Panasonic Computer Product Solutions
I
Gli ambienti industriali necessitano di apparecchiature adeguate, in grado di garantire la continuità di esercizio e nello stesso tempo un Total Cost of Ownership contenuto. In questi contesti, strumenti come PC e tablet tradizionali non riescono a fornire le giuste risposte e, anche se caratterizzati da un prezzo d’acquisto più contenuto, hanno un TCO più elevato dei corrispondenti dispositivi pensati e sviluppati appositamente per essere utilizzati in questi ambienti. Panasonic mette a disposizione delle aziende una risposta concreta: le linee di tablet Toughpad e le famiglie di notebook Toughbook.
l tema è ormai noto: implementare Pc e tablet all’interno di ambienti industriali in maniera tale da soddisfare i criteri di affidabilità, utilizzabilità e TCO contenuti. Visti i tempi in cui la riduzione dei costi sembra essere un parametro di riferimento per buona parte delle aziende, sembrerebbe più conveniente adottare gli stessi tablet e PC che si usano in ambiente office anche all’interno di fabbriche. Il risparmio visibile però, si ha solo all’atto dell’acquisto poiché se vengono adottati specifici prodotti pensati e sviluppati per ambienti industriali, si avranno tutta una serie di vantaggi in più: una maggiore connettività, la capacità di operare in ambienti polverosi e con temperature estreme ed una continuità di esercizio molto più elevata. Per questo è importante sottolineare gli aspetti fondamentali a cui prestare attenzione nella scelta di dispositivi mobili per utilizzo professionale, come peso, autonomia della batteria, visibilità dello schermo, robustezza, aggiornamento tecnologico e opzioni di connettività. Tutto
ciò porta ad un TCO più conveniente per i così detti prodotti “rugged”. “Panasonic Computer Product Solutions offre soluzioni all’avanguardia che assicurano un aumento dell’efficienza e della produttività - racconta Francesca Marinoni, Regional Marketing Manager per l’Italia di Panasonic Computer Product Solutions - permettendo a chi li utilizza di accedere a dati e applicazioni negli ambienti più difficili. I nostri prodotti rugged, notebook Toughbook e tablet Toughpad, offrono elevati standard qualitativi. Tutti i modelli Toughbook e
Toughbook CF-33
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PA N A S O N I C C O M P U T E R P R O D U C T S O L U T I O N S Toughpad integrano inoltre le tecnologie più avanzate e vantano, tra le principali caratteristiche, la resistenza e la leggerezza, oltre a un’autonomia prolungata della batteria e a una lunga durata nel tempo”. La linea Toughbook comprende prodotti dotati di diverse caratteristiche di resistenza e adatti a molteplici settori e applicazioni: modelli fully rugged (i più robusti) che garantiscono lunga durata e affidabilità, e semi rugged, un perfetto mix tra resistenza e design accattivante; senza dimenticare i Toughbook business rugged, realizzati per assicurare un’elevata protezione dei componenti più a rischio (display, disco fisso e tastiera). La gamma Toughpad, invece, è composta da tablet fully rugged di diverse dimensioni (da 4.7’’ a 12.5’’), e da modelli business rugged con display da 20’’ e risoluzione 4K. I Toughpad sono più resistenti dei comuni tablet in commercio: i modelli fully rugged sono, infatti, conformi allo standard MIL-STD-810G per le cadute e alle specifiche IP per la resistenza a polvere e acqua. Tutte le soluzioni Toughbook e Toughpad sono inoltre corredate da un’ampia gamma di accessori e periferiche, tra cui soluzioni docking specializzate, per adattarsi ai più disparati ambienti di lavoro e all’utilizzo a bordo di veicoli. Panasonic è da sempre consapevole del fatto che gli ambienti di lavoro industriali richiedano prodotti informatici affidabili, e per questo progetta i suoi dispositivi affinché possano affrontare anche le applicazioni più impegnative, costruendone internamente tutti i componenti e assicurando pertanto un controllo qualità ineguagliabile. “In particolare - sottolinea Francesca Ma-
rinoni - scegliere un prodotto Panasonic Toughbook significa decidere di proteggere i propri dati e puntare su affidabilità, durata e sicurezza”. Una qualità che si raggiunge solo dopo i rigorosi test - di resistenza alle cadute, ai liquidi, alle vibrazioni, alle polveri - che vengono condotti sulla gamma Toughbook e Toughpad. In particolare, i modelli fully rugged sono in grado di resistere a cadute da fino a 1,8 metri, nonché a temperature estremamente basse o elevate, umidità, polvere, sporco, pressione atmosferica e vibrazioni. I prodotti Toughbook e Toughpad sono dotati di molteplici porte e interfacce, in grado di assicurare il funzionamento con varie periferiche e di rendere la vita professionale più facile. Senza dimenticare che la compatibilità nel lungo termine di accessori e periferiche, la durata della garanzia standard e il livello di servizio post vendita, contribuiscono a prolungare la vita utile delle soluzioni IT, migliorando il TCO e limitando le spese d’acquisto di nuove apparecchiature. Un prodotto professionale realizzato in tale ottica porta sostanziali miglioramenti alla produttività ed una riduzione del costo per le aziende. “L’adozione di un approccio che contempli i diversi fattori legati al TCO prima dell’acquisto dei dispositivi mobili garantisce ad un’azienda significativi vantaggi economici nel lungo periodo - conclude Francesca Marinoni -. Forti della nostra esperienza continuiamo a impegnarci nell’ascoltare le esigenze dei clienti e nello sviluppare soluzioni che possano migliorare la produttività e ridurre i costi”.
Toughbook CF-20
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PA N A S O N I C C O M P U T E R P R O D U C T S O L U T I O N S
Panasonic Toughbook CF-20
Il Toughbook CF-20 è in grado di assicurare massima resistenza grazie alla scocca in magnesio certificata IP65, ma è estremamente maneggevole, con un peso di soli 1,76kg in modalità notebook. È dotato di Windows 10 Pro e di processore Intel Core m5-6Y57 vPro e offre un’ampia serie di interfacce business, accompagnata da opzioni personalizzabili, mentre il display da 10,1’’ WUXGA con multi-touch capacitivo a 10 dita è adatto anche a chi utilizza i guanti. Dotato di schermo da 12’’ con rapporto d’aspetto di 3:2, il Toughbook CF-33 è invece l’ultimo arrivato nella gamma Panasonic, di cui eredita la grande resistenza, grazie alla scocca in magnesio, alla certificazione IP65 e alla capacità di sopportare cadute da un massimo di 120cm. Il Toughbook CF-33 dispone di processore di ultima generazione Intel Core i5-5300U vPro e di sistema operativo Windows 10 Pro, ed è disponibile in due modelli: CF-33 laptop detachable 2-in-1 (tablet con tastiera) o CF-33 solo tablet, entrambi dotati di un’ampia varietà di interfacce business con molteplici opzioni di personalizzazione. Il Toughpad FZ-G1 è un tablet fully rugged dotato di schermo IPSα WUXGA da 10,1” di nuova generazione, collaudato per resistere ad acqua e polvere (IP65) e a cadute da un’altezza massima di 180cm. Il Toughpad FZ-G1 è dotato di processore Intel Core i5-6300U vPro e di sistema operativo Windows 10 Pro e dispone delle più recenti funzionalità di comunicazione, mentre la presenza di una porta con configurazione flessibile (seriale, LAN, micro SD o USB 2.0) consente agli utenti di disporre delle funzionalità business di cui necessitano in un form factor leggero e compatto. Toughbook CF-D1, con display HD IPS LED anti-riflesso da 13,3’’, è progettato per facilitare l’uso di programmi di diagnostica, la lettura di dati telematici e la visualizzazione di diagrammi. Il CF-D1 è dotato di tutte le caratteristiche rugged tipiche dei Toughbook: ha un indice di protezione IP65 contro le infiltrazioni d’acqua e polvere, e resiste a cadute da un’altezza di 90cm. Grazie al processore Intel Core i5-6300U vPro offre performance migliori con un minore consumo di energia rispetto ai competitor della sua categoria, e dispone di sistema operativo Windows 10 Pro.
Panasonic Toughbook CF-D1
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GMDE
OMNICHANNEL: SICUREZZA, INTEGRAZIONE E MULTICANALITÀ. UN ASSET VINCENTE PER LA COMPETIZIONE SOLUTION TO WATCH
Carlo Caporizzi, CEO & Shareholder di GMDE
Il tema da affrontare è la gestione integrata delle informazioni e dei canali in cui devono essere veicolate. La soluzione non risiede nel “fai da te” informatico, ma necessita di specialisti per garantire il buon risultato nel tempo. Un vantaggio competitivo viene da quelle realtà che da tempo realizzano soluzioni per l’editoria.
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iviamo nella civiltà dell’informazione, la quale rappresenta la vera materia prima che accomuna tutte le aziende al di la della loro dimensione e della loro mission. In questo contesto, i dati non solo aumentano di giorno in giorno in termini di volumi, ma cambiano con una dinamica sempre più veloce e si indirizzano verso canali multimodali e mul-
timediali. Sorge quindi il problema di una gestione integrata, sicura e congrua nei diversi contesti delle immagini, delle didascalie e dei contenuti associati. Un cambiamento notevole che deve essere supportato dalla revisione dei processi e delle tecnologie abilitanti e quindi, delle modalità operative delle persone. Inoltre, recuperare dati, informazioni e materiali
“il posizionamento del connettore Omnichannel Information Management nella logica di strutturazione del dato per la pubblicazione multicanale”
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GMDE
“i benefici portati dall’Omnichannel Information Management relativi ai contenuti digitali e ai processi aziendali”
è diventato molto più complesso, in quanto sono innumerevoli le fonti da cui attingere. Anche la comunicazione aziendale è sottoposta ad una serie di operazioni iterative al fine di raggiungere un buon risultato. Il passaggio di materiali promozionali fra persone e/o sistemi che gestiscono output diversi, molto spesso si perde nei meandri di FTP, mail, chiavette USB. Ma non solo: i materiali devono essere riadattati in base al canale di comunicazione in cui saranno poi immessi. In sintesi, al fine di poter ben gestire questa nuova problematica, ogni azienda manifatturiera deve imparare ad operare come una casa editrice multimediale. Come spesso accade, alcune aziende applicano l’arte del “fai da te” informatico interno, oppure richiedono l’intervento da parte dei fornitori tradizionali. Queste due strade difficilmente portano a risultati tangibili e duraturi, poiché questo è un settore da professionisti specializzati in cui possono giocare un ruolo differenziatore le aziende che da anni sono fornitrici di prodotti, soluzioni e servizi al mercato editoriale. Questo è il caso di GMDE, che già operativa nel mondo editoriale, ha capito che la prima risposta a questi temi è quella di operare in maniera pianificata e strutturata. La risposta di GMDE è condensata nella piattaforma denominata Omnichannel Information Management, costituita da una serie di connettori configurati in grado di gestire le informazioni nei diversi formati e di mettere in comunicazione il sistema gestionale con qualsiasi altro canale configurato, come ad esempio il sito web. L’Omnichannel Information Management è altresì integrabile all’interno dei flussi aziendali, per-
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mette di controllare il passaggio di informazioni ed è predisposto per rispondere alle esigenze future. Oltretutto, l’Omnichannel Information Management è operativo sia in cloud che on premise: in entrambe le architetture, interpreta e struttura i dati e le informazioni e le rende disponibili per un utilizzo su canali differenti. Omnichannel Information Management comprende il DAM di GMDE, l’archivio digitale in cui ogni contenuto viene reso disponibile per i workflow aziendali. Le informazioni di prodotto generate dai sistemi PLM, possono essere arricchite con: immagini del prodotto stesso, video di installazione e testi descrittivi più complessi con le loro eventuali traduzioni. Una volta creato questo insieme di contenuti, l’Omnichannel Information Management è in grado, secondo regole dettate dall’ufficio marketing, di trattare cosa e dove pubblicare i contenuti realizzati. Come ad esempio, l’invio di dati ai programmi di impaginazione grafica presenti in azienda, rendendo ancora più fluida e veloce la produzione di cataloghi e di listini prezzi e riducendo inoltre la possibilità di riportare un dato errato in pagina (dato importante dei benefici legati alla produzione automatizzata è la riduzione di oltre il 70% del tempo di impaginazione). Grazie alla centralizzazione e strutturazione dei dati si ottiene un notevole risparmio di tempo quantificabile nella riduzione del 18% della durata dell’intero processo e si evitano tutti i problemi di varia natura legati alla coerenza del dato pubblicato sui diversi canali (web, app, catalogo, brochure e quant’altro).
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Come aggiornare in modo unificato tutti i canali di interazione con i clienti, la rete commerciale e di assistenza senza dimenticare la carta stampata, il web e il mobile?
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ALASCOM, CONOSCENZA E INNOVAZIONE A SUPPORTO DI PROGETTI DI INDUSTRIAL IOT SOLUTION TO WATCH
Il concetto di Internet of Things (IoT) rischia di rimanere astratto se non adeguatamente contestualizzato. Data la vastità del perimetro di definizione di questo trend tecnologico, Alascom ha scelto di caratterizzarlo concretamente partendo dal desiderio di digitalizzare e interconnettere sistemi e macchinari manifestato dai propri clienti, ricercando nuovi modi di generare valore economico attraverso nuovi servizi/prodotti, nuovi modi di produrre, la riduzione dei costi ed il miglioramento delle operations.
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’Internet of Things si conferma al centro nello sviluppo digitale in Italia con un mercato che ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro nel 2016, il 40% in più rispetto all’anno precedente, spinto sia dalle applicazioni consolidate che sfruttano la connettività cellulare (1,7 miliardi di euro, +36%) sia da quelle che utilizzano altre tecnologie (1,1 miliardi di euro, +47%). L’Industrial IoT è un ambito in cui è atteso un crescente dinamismo nel 2017 per il processo di innovazione dei sistemi produttivi legato al paradigma dell’Industria 4.0. “Sebbene diversi casi di successo legati all’IoT siano riportati in letteratura - ci racconta Marco Scuri, Amministratore Unico di Alascom - molte aziende si dimostrano decisamente caute rispetto alla retorica associata alla tecnologia. Per superare questa iniziale diffidenza, è necessario sperimentare l’IoT nel contesto aziendale reale. A tal fine, Alascom punta a rendere concreto il concetto astratto di Internet of Things, adottando un approccio ‘agile’ caratterizzato da ‘sprint’ di sviluppo che durano 3-4 settimane. Alascom intende favorire questa fase iniziale di sperimentazione con politiche di sconto, modalità di pagamento flessibile e programmi di co-investimento al fine di fornire la massima flessibilità al cliente.”
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La soluzione Alascom “end-to-end” per l’IoT e l’Industry 4.0 Molte delle competenze richieste per la digitalizzazione di sistemi produttivi e macchinari trascende il tradizionale perimetro della funzione IT e genera un impatto per le funzioni primarie della catena del valore. Allo stesso modo, le funzioni primarie, tradizionalmente orientante verso la cosiddetta Operations Technology (OT), non sempre possiedono al proprio interno tutte le competenze digitali necessarie a guidare la trasformazione in essere. “Alascom - continua Scuri - punta a colmare questo gap tra information IT ed OT, supportando il cliente sull’intero spettro architetturale dell’IoT: dall’hardware alla raccolta e analisi dei dati, fino alle applicazioni e loro utilizzo nei processi aziendali.” In particolare le competenze di Alascom si articolano sui vari livelli necessari a comprendere e realizzare soluzioni efficaci in ambito Industrial IoT. Livello dei Device Fisici. Gli specialisti di Ricerca e Sviluppo e gli ingegneri di Alascom si occupano di analizzare le necessità dei clienti e di selezionare la tecnologia hardware più indicata in termini di sensoristica, estrazione dei dati e interconnessione. Partico-
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Proposizione End-to-end di Alascom per l’IIoT e l’Industry 4.0
lare importanza è data alla “digitalizzazione” di sistemi legacy precedentemente chiusi e/o disconnessi. Livello Connettività. Dato il panorama fortemente eterogeneo di protocolli e standard alla base dell’IoT e dell’Industry 4.0, abilitare l’interconnessione tra sistemi di nuova e vecchia generazione risulta essere un compito complesso, che richiede esperienza in diverse aree tecnologiche. Un esempio è l’integrazione delle comunicazioni basate su canali fisici legacy e standard di comunicazione fieldbus (es. Modbus, Profibus, MPI, Ethercat, etc.) con tecnologie di comunicazione basata su canali fisici moderni e protocolli basati su IP sia a livello di trasporto che ai livelli superiori. Livello di Elaborazione “Edge”. I paradigmi di “Edge/Fog Computing” puntano a muovere l’elaborazione dei dati il più possibile vicino alle sorgenti dei dati stessi. Questo tipo di architettura si rende utile per effettuare operazioni di filtraggio, ripulitura e aggregazione dati, laddove questi vengano prodotti in gran quantità e ad alte frequenze. In particolare, i sistemi Edge si prestano ad elaborazioni in presenza di vincoli real-time. Livello di accumulo e normalizzazione dei dati. La raccolta dei dati digitali da sistemi tradizionalmente disconnessi o analogici rappresenta una delle finalità principali dell’IoT. L’accumulo dei dati può avvenire secondo formati diversi, attraverso canali di comunicazione più o meno affidabili e con frequenze più o meno alte. Una volta raccolti i dati, questi necessitano di essere normalizzati al fine di combinarli con altre fonti ed infine elaborarli. Livello applicativo. I dati raccolti devono essere integrati nella più ampia infrastruttura informativa dell’azienda e devono poter inter-operare con i sistemi esistenti, quali ERP, CRM, MES, etc. L’integrazione con sistemi e infrastrutture esistenti rientra nel core business di Alascom. Particolare rilievo viene assunto dall’analisi dei dati, con sistemi e soluzioni di data
analytics e machine learning che permettono di estrarre nuovi indizi dalla massa di dati raccolti. Livello dell’organizzazione e processi aziendali. Per favorire un’efficace trasferimento tecnologico nell’organizzazione, Alascom eroga attività formative e di consulenza finalizzate a rendere operativo il cambiamento tecnologico generato dagli interventi di trasformazione digitale sui sistemi produttivi. Livello trasversale di sicurezza dei sistemi e delle informazioni. Minacce per la sicurezza delle informazioni e dei sistemi possono emergere ad ogni livello dello stack architetturale dell’Internet of Things. Tali minacce possono comportare conseguenze gravissime per la riservatezza delle informazioni sensibili dell’azienda, così come per i sistemi fisici di produzione. Gli esperti di sicurezza di rete e di sistema di Alascom valutano le potenziali vulnerabilità ai diversi livelli, disegnando e implementando soluzioni di sicurezza end-to-end. Livello di manutenzione e gestione dell’infrastruttura IoT e Industry 4.0. L’infrastruttura risultante dagli interventi di trasformazione digitale necessita di costante manutenzione ed evoluzione. Alascom supporta il cliente in questa fase sia con un servizio sul campo, tramite l’invio di personale specializzato, sia tramite supporto in remoto secondo livelli di SLA crescenti. “Nel prossimo futuro l’Industrial IoT ha davanti a sé due importanti direzioni di sviluppo - conclude Marco Scuri - le competenze necessarie per analizzare e gestire e rendere fruibili in pratica i dati raccolti sul campo e, non meno importante, implementare un modello di business che consenta la gestione di un portfolio di servizi a valore abilitati dall’IoT, ad esempio macchinari/prodotti gestiti da remoto o ceduti secondo un modello di pricing basato sulle ore di funzionamento/parametri orientati all’uso, secondo un processo di servitizzazione che appare oramai irreversibile”.
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ALASCOM
Alascom (www.alascom.it) opera da oltre 20 anni come system integrator e fornitore di servizi di consulenza tecnica nel settore ICT, con particolare focus sulle reti di telecomunicazione e tecnologie IP. In questo ambito, l’offerta di Alascom comprende servizi after-market, quali la gestione in outsourcing dell’amministrazione sia di rete che di sistema ed il network operations center (NOC). L’azienda opera sull’intero territorio nazionale Italiano ma ha una presenza anche internazionale: Africa, Medio Oriente e Sud-Est Asiatico. Nell’arco di oltre un ventennio di attività, Alascom ha potuto operare su clienti di primaria importanza in vari settori di business, tra i quali oil & gas, industria alimentare e manifatturiera, servizi finanziari, provider di telecomunicazione, amministrazioni pubbliche. Alascom è soprattutto un’azienda di persone che investe continuamente in formazione e certificazione del proprio personale e che ha sviluppato nei consulenti senior, un’esperienza pluridecennale in progettazione e disegno di architetture di telecomunicazioni. Anticipando il trend di radicale e pervasiva trasformazione digitale, l’azienda ha intrapreso una significativa politica di investimento in tecnologie ad alto impatto di innovazione, espandendo la propria offerta nelle aree dell’Internet of Things (IoT). Un dominio in cui Alascom ha strutturato un programma per diventare un solution provider di riferimento, in grado di attuare un progetto end to end partendo dalla sensoristica fino trasporto con varie tecnologie di TLC, e sviluppando applicazioni in ambito data analytics, come risposta alle specifiche esigenze. La competenza in ambito cyber security permette alla società di completare l’offerta rispondendo ad una delle esigenze più critiche del deployment di soluzioni IOT.
Trasformazione digitale di macchinari e sistemi industriali
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To make a better coffee Driving synergy through the Internet of Everything Servizi di trasformazione digitale per la IIOT e lâ&#x20AC;&#x2122;Industry 4.0 Approccio agile per risultati rapidi Fino al 30% di riduzione del Total Cost of Ownership
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OTTIMIZZAZIONE TOPOLOGICA E NUOVI METODI DI PRODUZIONE PER RENDERE POSSIBILE IL LIGHTWEIGHT DESIGN SOLUTION TO WATCH Le lezioni si imparano sul campo. L’esperienza di Maurizio Sperati - Country Manager di Altair in Italia - al servizio di chi deve affrontare temi importanti, relativi al processo di sviluppo prodotto o che sono affrontabili con successo grazie alle tecnologie disponibili… certo ci va la volontà di attuare il cambiamento, non solo di parlare. (M.Fucci) Di Maurizio Sperati Mi è capitato molto spesso di sentirmi dire: “Abbiamo sempre fatto così, ha sempre funzionato. Perché cambiare?”. Cambiare non vuol dire necessariamente affrontare un viaggio nell’ignoto. Magari vuol dire migliorare. Ecco, cambiare in meglio è ciò che spesso viene richiesto per continuare a primeggiare sul mercato. Sì, perché la competizione funziona così. Oggi primeggio, domani, se non faccio ricerca, rischio di perdere. Perché la competizione produce vincitori e sconfitti. Altrimenti che competizione sarebbe? Il connubio tra costi di produzione, prestazioni del prodotto, posizionamento sul mercato e reputazione producono il successo di una azienda. I costi di produzione sono una conseguenza dei processi scelti. I processi divengono il vincolo di progettazione. Le prestazioni sono il risultato. E il posizionamento, ovvero la percezione di qualità del marchio da parte del cliente (per semplificare), una conseguenza delle prestazioni di tutti i prodotti venduti nel tempo da quell’azienda. Ora, i margini di miglioramento offerti dalle nuove tecnologie e dal sapere tecnico moderno sono enormi. E la scoperta di questi “margini” diviene appetibile, perché i costi della tecnologia sono praticamente crollati e con le tecnologie di calcolo avanzato di Altair è possibile scoprire facilmente come trovare alternative migliori. Tra le tante cose fattibili, basti pensare anche solo al peso dei componenti. Con una catena “cinematica” di componenti in movimento, collegati tra loro, avere delle masse più basse può significare permettersi di avere delle velocità di operazione più elevate a parità
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di potenza, oppure avere un consumo energetico più contenuto a parità di velocità di operazione. O ancora avere maggiore carico disponibile e una maggiore “durevolezza”, ovvero vita a fatica. Ci sono tanti risvolti nel reingegnerizzare i componenti, che spesso por-
La qualità del servizio, la disponibilità dei ricambi e la longevità dei prodotti sono criteri d’acquisto fondamentali.
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tano a migliorare la marginalità del prodotto. Ridurne il costo aumentando le prestazioni. Ecco, fare innovazione spesso significa proprio questo: fare meglio quello che si faceva prima, sfruttando le opportunità offerte dai tempi moderni. L’unica discriminante è: faccio innovazione perché mi muovo in anticipo e domino il mercato, o sono costretto a farla a posteriori perché qualcuno ha fatto meglio di me (e io nel frattempo ho perso quote di mercato)? La mia risposta alla domanda iniziale è proprio questa…. Il caso che segue, sviluppato in campo agricolo, è un esempio. Ma ne possiamo fare molti altri con complessità anche maggiori. Più un prodotto è complesso e maggiori possono essere i benefici. Credetemi. Innovazione nel settore agricolo: il caso Amazone Amazone sviluppa e produce tecnologie agricole innovative caratterizzate da elevati standard qualitativi, finalizzate a implementare e supportare metodi di coltivazione più moderni ed economici. Le macchine agricole sono sottoposte a condizioni d’uso molto gravose ed estremamente variabili. Non solo la qualità del servizio e la disponibilità dei ricambi, quindi, ma anche la longevità dei prodotti è un criterio d’acquisto fondamentale. Nuovi metodi di produzione per una maggiore longevità e convenienza Nell’ultimo decennio, le macchine agricole e i relativi componenti hanno dato prova di un’efficienza sempre più elevata. Aumentando la copertura del suolo grazie, ad esempio, a volumi di produzione più consistenti, unità di taglio più grandi o serbatoi di capacità superiore, la produttività ha registrato considerevoli miglioramenti. E se da un lato le attrezzature devono comunque essere abbastanza robuste da resistere a condizioni d’esercizio proibitive, le novità apportate a livello di design non devono incidere sul prezzo del prodotto finale. “Per ottimizzare la struttura abbiamo usato Altair solidThinking Inspire - afferma Sebastian Kluge di Amazone -. Grazie alla struttura dei getti modellata sul carico, il fattore di durata è aumentato di 2,5 punti, mentre il peso si è ridotto dell’8%. La nuova versione del componente delle sospensioni è già operativa e ha permesso ad Amazone di tagliare i costi di produzione di un terzo.”
Modello CAE della struttura saldata originaria
Da questo punto di vista, i nuovi processi di sviluppo e di produzione possono davvero fare la differenza. Oltre a risparmiare risorse e materiali in fase di produzione ricorrendo a un design strutturale specifico per ciascun carico, è possibile migliorare la durata e il peso del prodotto a costo zero per l’utente finale applicando un processo di sviluppo mirato, orientato alla produzione e ottimizzato. In un recente progetto, Amazone ha ottimizzato un componente delle sospensioni di un’unità di aratura per valutare l’usura e la resistenza del materiale. L’unità in questione era l’erpice a dischi compatto trainato Catros-2TS, tirato da un trattore e utilizzabile in varie configurazioni. Alleggerire questo componente comporta anche un ulteriore vantaggio. Con sospensioni più leggere, infatti, gli agricoltori possono scegliere fra un ventaglio molto più ampio di attrezzi complementari. Ad esempio, è possibile montare un rullo più pesante per procedere a un riconsolidamento intensivo del terreno senza superare il carico massimo consentito sull’assale. Dalla saldatura alla fusione In origine, l’erpice Catros-2TS era formato da una struttura saldata abbastanza complessa del peso di 245 kg, con un totale di 16,5 m di saldature continue per giuntare le singole parti, una quantità tale da rendere la produzione troppo dispendiosa in termini di tempo e costi. Ogni anno ne venivano prodotte circa 350 unità. Per raggiungere il doppio obiettivo di ottimizzare il processo di produzione del componente e aumentarne la longevità, gli ingegneri Amazone non solo si sono concentrati sul design dell’elemento, ma hanno anche preso in considerazione i potenziali vantaggi che un nuovo metodo di produzione, con l’apporto dell’ottimizzazione topologica, avrebbe potuto offrire.
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Tecnologie di simulazione e di colata per ottimizzare il componente delle sospensioni Il primo passo è stato valutare l’aumento delle prestazioni a fronte della riduzione del peso realizzando il componente mediante un processo di fusione. Per farlo, gli ingegneri hanno eseguito un’ottimizzazione della topologia a monte. In più, Amazone ha applicato un processo di progettazione basato sulla simulazione per evitare di ripetere inutilmente alcune fasi di progettazione e ottenere il design finale più rapidamente. Tali compiti sono stati assolti dal solutore strutturale e strumento di ottimizzazione OptiStruct e da SolidThinking Inspire.
SolidThinking Inspire
Gli ingegneri si aspettavano numerosi vantaggi anche dal metodo di fusione. Innanzitutto, dal momento che il componente può essere colato in un solo pezzo e non richiede saldature, la produzione è molto più semplice e il processo meno soggetto a errori. Erano previsti inoltre una significativa riduzione
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dei costi e un potenziale miglioramento del processo di produzione, dato dal design strutturale ottimizzato con l’ausilio degli appositi strumenti. Per ottimizzare la struttura, gli ingegneri hanno usato solidThinking Inspire. Prima hanno definito l’ipotetico spazio di progettazione e le condizioni al contorno, fra cui i carichi, la rigidità richiesta e i limiti di produzione. Sono state tracciate anche le aree strutturali che non richiedevano modifiche, come i punti di supporto o i raccordi del cilindro. Poi, per ridurre il tempo di calcolo, è stato definito e applicato un piano di simmetria, che ha consentito di ottenere i risultati più rapidamente. A partire da tutti questi input, il software ha calcolato quanto materiale sarebbe servito e in quali punti doveva essere collocato per soddisfare, fra gli altri, i requisiti di resistenza strutturale. Per ottimizzare il risultato, successivamente è stato creato un progetto dettagliato, esaminato attraverso la funzione di analisi FE di OptiStruct. Rispetto alla struttura saldata, la versione ottenuta per fusione ha dimostrato una maggiore leggerezza e transizioni più fluide tra le varie parti, in favore di una rigidità più uniforme. Il carico complessivo del materiale fuso del nuovo design è risultato di gran lunga inferiore rispetto ai carichi delle saldature continue dell’assieme originario. Grazie alla struttura dei getti modellata sul carico, le prove fisiche successive alla produzione hanno dimostrato che il fattore di durata è aumentato di 2,5 punti, mentre il peso si è ridotto dell’8%. Attualmente, i tecnici Amazone stanno lavorando a un’ulteriore ottimizzazione della struttura fusa e del processo di produzione combinando l’ottimizzazione topologica e la stampa 3D. Altair ha già presentato un esempio di best practice di questo approccio. Il progetto verte sulla stampa tridimensionale di uno stampo in sabbia la cui struttura è ottimizzata e ispirata a forme naturali che rientrano perfettamente nei canoni di questa tecnica. Le operazioni di simulazione e ottimizzazione si sono già concluse, portando a un’ulteriore riduzione potenziale del peso dell’11% circa, mantenendo gli stessi livelli di durevolezza e rigidità della parte fusa. Il calcolo dei costi finali è ancora in corso e sarà un fattore determinante per Amazone per decidere se applicare o meno questo processo alla produzione in serie.
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Cos’hanno in comune una lavatrice, una bicicletta ed un motore?
Simulation-driven Innovation™ Da oltre trent’anni Altair offre soluzioni di simulation-driven design ai propri clienti, sviluppando ed implementando technologie di simulazione che permettono di creare prodotti più leggeri e ridurre costi di sviluppo, consumi ed emissioni nocive. Per scoprire come visita: www.altairhyperworks.com/hw2017 NewSimpresa Magazine
I N N OVAT I O N INTELLIGENCE®
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P L M & D I G I TA L P R O D U C T
PERCHÉ LA DISRUPTION DELL’ADDITIVE MANUFACTURING NON È NEL MANUFACTURING Il manufacturing, per logica, è un processo a valle della progettazione. Pensare di produrre utilizzando tecnologie additive, implica un cambiamento non banale nel processo di progettazione. Anticipare o aspettare? Questo è il (non) dilemma a cui il management deve essere in grado di rispondere di Umberto Cugini
S
iamo ormai da tempo subissati da articoli, conferenze, saggi, report sulla disruption generata dalla apparente e quasi improvvisa comparsa delle tecnologie di fabbricazione additiva, nel settore del Manufacturing, così importante e vitale a livello nazionale. Forse vale la pena ricordare che le tecniche additive per la produzione di oggetti esistono da più di 30 anni, tanto che i brevetti iniziali più rilevanti sono ormai scaduti da qualche anno e questo può spiegare il boom delle macchine a basso costo che stanno invadendo il mercato, per quanto concerne il 3D Printing. Nel settore industriale più orientato a parti metalliche questa “rivoluzione” avviene in mezzo ad obiezioni e distinguo su vari aspetti della “nuova” tecnologia, che non sono ritenuti ottimali (rispetto ai risultati ottenibili con le tecniche tradizionali di deformazione o asportazione) come stato superficiale (rugosità), precisione, dimensioni, qualità ed affidabilità del materiale (in termini metallurgici) e così via. Tutto nell’ottica di una ipotetica e del tutto fuorviante competizione/comparazione uno a uno su qualità e convenienza, rispetto alla manifattura/produzione con tecnologie tradizionali e facendo comparazioni con parti prodotte attraverso le due tecnologie. E’ ovvio che, da questo punto di vista, la convenien-
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za di adottare l’AM si veda solo nelle nicchie di mercato di piccole e piccolissime produzioni di parti, che richiedano attrezzature (tipicamente stampi) da ammortizzare sulla quantità della produzione, anche se bisogna mettere in conto una finitura per asportazione di truciolo per ottenere precisioni e qualità superficiale richieste. Ma l’enorme opportunità/vantaggio sta nella progettazione, non nella produzione. Si è aperto uno spazio enorme nel settore della progettazione, in modo particolare delle parti meccaniche. Perché scompaiono i due vincoli cardine alla base della progettazione meccanica, come metodo e come prassi: un materiale unico e omogeneo, per caratteristiche fisiche e chimiche, con proprietà e prestazioni sostanzialmente uniformi per ogni singolo pezzo; una forma/morfologia limitata e quindi dettata dalla modalità di produzione: per deformazione e/o per asportazione di truciolo. Tutto ciò è ormai talmente metabolizzato, da parte di progettisti e accademici che formano i futuri progettisti, da non prendere nemmeno in considerazione come oggi, alla luce delle tecnologie informatiche di supporto disponibili a livello commerciale (quindi ben oltre la fase di ricerca e sperimentazione), il modo di progettare possa cambiare e migliorare in modo sostanziale e immediato.
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Il paradigma tradizionale della progettazione meccanica si basa su un processo che parte da una definizione di specifiche, obiettivi da raggiungere, vincoli solo in parte formalizzati quantitativamente ed in modo coerente e completo, che vengono poi “interpretate” dal progettista, che sulla base della sua esperienza e delle sue conoscenze arriva a definire in termini essenzialmente di forma una o più possibili soluzioni, con l’ausilio di strumenti CAD, che di fatto generano un modello geometrico nominale della/delle soluzioni potenziali, punto di partenza di una serie di simulazioni atte a verificare le caratteristiche, le funzionalità ed il comportamento fisico a fronte di situazioni ritenute limite per garantirne la validità. Questo ciclo permette anche di applicare tecniche di ottimizzazione delle soluzioni, ma sempre riferendosi alla morfologia definita dal progettista, inizialmente modificata e/o migliorata, a seguito delle simulazioni di verifica. Ma questa forma è frutto dell’ “intuito”, da parte del progettista, accresciuto dalle esperienze pregresse. Possiamo osservare che tutte le varie generazioni di strumenti CAD (Computer Aided Design) aiutano nella fase di documentazione oggettiva del risultato, non tanto, o per nulla, nella fase di creazione della potenziale soluzione. Le tecniche di simulazione integrate con quelle di ottimizzazione, in particolare topologica, permettono invece di ribaltare il processo in modo molto più efficace, perché partendo dalla definizione delle specifiche, degli obiettivi e dei vincoli, generano possibili soluzioni ottimizzate la forma rispetto agli obiettivi specificati ed ai vincoli imposti. Quindi i nuovi sistemi di supporto alla
progettazione (detti “simulation based”) propongono soluzioni progettuali ottimali, basate sugli obiettivi e rispettose dei vincoli. Non prendendo in considerazione i forti vincoli imposti dalle limitazioni dei sistemi di produzione tradizionali, i risultati sono molto più “leggeri” e con forme molto “organiche”, non producibili con i sistemi di produzione tradizionali. Ma le tecniche di manifattura additiva si prestano benissimo alla produzione di queste forme. La facilità e la rapidità della soluzione progettuale, generata dalla simulazione a priori, permette al progettista di esplorare un range di soluzioni molto più ampio variando vincoli ed obiettivi, che nel processo attuale sono fissati a priori, sulla base di soluzioni precedentemente sperimentate, e quindi in genere scarsamente innovative. In questo modo, quindi, il progettista matura in tempi molto ridotti una esperienza progettuale molto più ampia ed articolata, amplificando il proprio bagaglio di esperienza e su basi scientificamente più solide. Ovviamente l’adozione di queste nuove procedure di progettazione ha un costo, che però non è da localizzare in acquisti di hardware e software ed in tempi di apprendimento, ma piuttosto nell’impostare ed attuare un cambiamento non marginale di metodo e di ruoli nella struttura deputata alla progettazione. Ma poiché questo sta avvenendo nelle industrie più innovative e concorrenti, portando ad incrementi sostanziali di performance, si è davanti ad un dilemma che si concretizza in una scelta strategica già nota: agire d’anticipo o aspettare e reagire? …sempre che poi ce ne sia la possibilità !
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HMS INDUSTRIAL NETWORKS
ANYBUS WIRELESS: PRESTAZIONI E BENEFICI NELLE COMUNICAZIONI SENZA FILI PRODUCT TO WATCH Il portfolio prodotti di HMS Industrial Networks si amplia con l’aggiunta di dispositivi wireless ad altissime prestazioni, pilotabili via smartphone ed in grado di operare in ambiente open. Una serie di dispositivi in grado di facilitare la realizzazione di soluzioni per l’automazione industriale.
N
el mondo dell’automazione industriale, le comunicazioni senza fili hanno via via assunto un ruolo sempre più importante, anche grazie all’impegno profuso da parte dei produttori di dispositivi, che hanno sviluppato sempre maggiori funzionalità. La velocità di trasferimento è quadruplicata, la miniaturizzazione ha generato dispositivi di dimensioni estremamente compatte, i consumi energetici si sono ridotti e, non ultimo, la loro programmabilità è stata resa molto più semplice. In quest’ottica, HMS Industrial Networks (www.anybus.it) rappresenta una realtà importante con la propria famiglia di prodotti Anybus, nella quale le funzionalità wireless sono state oggetto di un continuo lavoro, rivolto alla creazione di prodotti che rispondono alle più sofisticate esigenze degli integratori di sistemi e quindi degli utenti finali. “Vediamo una chiara tendenza del mercato industriale ad accettare sempre più la comunicazione wireless afferma Martin Falkman, Product Manager in HMS Industrial Networks - Ci sono molte soluzioni di connettività wireless oggi sul mercato, ma poche in grado di offrire connessioni affidabili e robuste, come viene invece richiesto in ambito industriale. Le soluzioni Anybus Wireless Ethernet sono le nostre soluzioni di punta da parecchi anni, con questa nuova versione
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Anybus Wireless Bolt di HMS Industrial Networks
offriamo una comunicazione wireless ancora più affidabile, una connettività a più lungo raggio ed una più facile procedura di set-up”. Il portfolio d’offerta prodotto da HMS Industrial Networks, comprende Anybus Wireless Bolt e Anybus Wireless Bridge II. Anybus Wireless Bolt è un access point wireless progettato per essere montato su una macchina o su un quadro elettrico, in grado di fornire una solida interfaccia wireless fino a 100 metri di distanza, appartenente alla Classe IP67 tramite rete WLAN, Bluetooth o Bluetooth Low Energy. Tale collegamento permette
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HMS INDUSTRIAL NETWORKS di eseguire la configurazione mediante un normale tablet o smartphone o di collegarsi ai servizi cloud, realizzando per davvero l’Industrial IoT. Il Bolt rende possibile il “Bring Your Own Device (BYOD)” ovvero il collegamento da tablet o smartphone con la macchina e permette di utilizzarli come un HMI. Il Wireless Bolt è in grado di comunicare con i dispositivi basati su seriale (RS232/485), CAN o Ethernet e presenta il medesimo connettore (2x9p Plug Connector) sia per la connettività che per la potenza. “Anybus Wireless Bolt - sottolinea Martin Falkman - è un ulteriore esempio di come HMS realizza concretamente l’IoT, offrendo ai propri clienti soluzioni wireless robuste e sicure, pronte a soddisfare le esigenze di connettività del futuro”. Anybus Wireless Bridge II è l’ultima novità introdotta da HMS Industrial Networks. In grado di collegarsi fino a 400 metri e di comunicare sia tramite Bluetooth che via WLAN, la seconda generazione di Anybus Wireless Bridge è ideale per sostituire il cablaggio Ethernet in condizioni estreme e pericolose, ma può anche essere utilizzato come un access point per diversi
nodi tramite rete WLAN/Bluetooth, come smartphone o tablet. Anybus Wireless Bridge II ha una maggiore capacità di collegarsi via wireless (fino a 400 metri). La nuova versione ha un involucro ancora più robusto ed è facilmente programmabile mediante il pulsante di configurazione o tramite la nuova interfaccia web integrata. Si basa sulla stessa tecnologia di Anybus Wireless Bolt, entrambi in grado di comunicare in modo trasparente. Collegando i dispositivi industriali e le reti via wireless, Anybus Wireless Bridge II semplifica la vita agli integratori di sistema e agli ingegneri nel settore dell’automazione, che necessitano di creare connessioni in aree difficili da raggiungere. Anybus Wireless Bridge II è una soluzione collaudata in grado di collegare le reti Ethernet industriali più note come PROFINET, EtherNet/IP, BACnet/IP, Modbus TCP e fornisce agli utenti una connessione wireless affidabile che non necessita di manutenzione. Infatti, il modulo appartiene alla Classe di protezione IP65 ed è provvisto di due connettori M12 per l’alimentazione e per la connettività di rete.
Anybus Wireless Bridge II
di HMS Industrial Networks
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Gestione & Configurazione Wireless delle macchine
Connetti i sensori via wireless
Accesso wireless ai PLC
Utilizza il tuo Dispositivo
Anybus®
Wireless Bolt
TM
Access Point e Bridge industriale Accesso mobile per la manutenzione,
il controllo e la configurazione
Facilità di installazione grazie al concetto
esclusivo di Tutto-in-Uno (IP67)
Utilizzo vantaggioso dei propri dispositivi
(Tablet, Smartphone, ecc.) e dei comuni Browser ‒ BYOD
Collegamento al dispositivo via Ethernet con
il supporto alle reti BACnet/IP, PROFINET, EtherNet/IP, Modbus TCP, TCP/IP e UDP
Vieni a trovarci a SPS Italia 2017: Padiglione 5 - Stand E012
HMS Industrial Networks s.r.l. V.le Colleoni, 15 (Palazzo Orione 2) 20864 Agrate Brianza (MB)
+39 039 5966227 · it-sales@hms-networks.com www.anybus.com · www.ixxat.com · www.ewon.biz
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