NewSImpresa Magazine 39

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Anno VIII n°39 - Ottobre 2018 - Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione gratuita

Solution to Watch

Pad - Magazine

Modellazione e simulazione nell’era del mondo digitale


Beckhoff Automation

Pentaconsulting ABC 4.0 una piattaforma integrata costituita da Consulenza, Metodi, Servizi, Innovazione e Formazione sul campo, a supporto dello sviluppo di Azienda, Business e Competenze

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n° 39 Ottobre 2018

Anno VIII Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita

Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it

Content Manager Piero MacrĂŹ piero.macri@pentaconsulting.it

Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano pentaconsulting@pentaconsulting.it Tel. 02 92958990

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Edittoriale

I decimali contano, ma i 5 Fondamentali ancora di più Massimo Fucci I decimali sono diventati il terreno di scontro del dibattiito politico e condizionano il futuro del sistema europeo, il macro sistema economico mondiale e, ovviamente, i numeri dell’economia del nostro paese. Le decisioni, quali che siano, determineranno un susseguirsi di cause ed effetti che avranno un impatto significativo sull’andamento delle aziende, le quali poco o nulla possono fare per influire o modificare questi fenomeni, che passano letteralmente sopra le loro teste. Eppure, pur essendo frustrante, le aziende che intendono continuare a competere con successo, è bene che rivolgano i propri sforzi e gli investimenti verso i fondamentali. In quest’ottica, il piano Industry 4.0 - di Calendiana memoria - ha avuto e continua a produrre i suoi effetti benefici. Essenzialmente per due motivi: da un lato ha avuto il coraggio di mettere in campo soldi veri; dall’altro ha suscitato l’interesse di chi doveva prendere le decisioni. Le persone operative illuminate avevano infatti già intuito e messo in opera percorsi che andavano verso la misurabilità e l’integrazione dei pro2

cessi e delle attività di realizzazione dei prodotti, affrontando peraltro contesti spesso non favorevoli senza nemmeno poter godere dell’appoggio palese delle figure apicali. Ecco, quindi, i fondamentali su cui puntare: Processi, Misurabilità, Integrazione. Un trittico d’oro, paragonabile ad illustri pale d’altare del 1400 di toscana memoria. Vanno quindi evitati atteggiamenti che portano ad affermazioni: “noi abbiamo già tutto, siamo a posto, siamo i migliori a correre in formula uno... “ poiché significa non rendersi conto che, per affrontare il viaggio della trasformazione digitale, serve avere con sé un bagaglio a mano contenente tutto quanto possa aiutare a VIVERE DEL CAMBIAMENTO. Quest’ultimo rappresenta, per l’appunto, il quarto fondamentale. Infine, last but non least, il quinto fondamentale, ovvero la collaborazione orizzontale e verticale all’interno delle aziende, che implica metodo e considerazione/ valorizzazione giusta delle persone. Pokerissimo! Questa è la sfida. Non trattasi di sola tecnologia, ma cultura etc etc.. Ma questo, per chi mi segue da anni è un concetto chiaro. Per i vecchi e i nuovi lettori sono a disposizione per approfondimenti, considerazioni, commenti.


MATLAB PARLA

MACHINE LEARNING Con MATLAB puoi usare tecniche di clustering, regressione, classificazione e deep learning per costruire modelli predittivi e metterli in produzione.

@2016 The MathWorks, Inc

it.mathworks.com/machinelearning


Sommario

Matwhorks Modellazione e simulazione nell’era del mondo digitale

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UCIMU Machinery, nel 2017 l’Italia cresce del 9,6%. Consumo interno a doppia cifra, bene le esportazioni

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Beckhoff Automation

Visiosuite: la soluzione software Umbra Control per il building 4.0, ottimizzata dalla tecnologia Beckhoff

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Tech Economy Produttività, la tecnologia non basta

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HMS Industrial Networks Collega i tuoi dispositivi via Wireless con le soluzioni di connettività di HMS

Focus L’affermazione della robotica e le nuove (dis)occupazioni

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Sommario

Siemens PLM Software L’analisi predittiva in ingegneria non è solo big data

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Schneider Electric Mecal accelera l’innovazione di macchine e servizi offerti ai clienti con EcoStruxure

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Argomenti Industrial IoT, la nuova corsa all’oro

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Tech Econmy L’affermazione del modello Real-Time to Market

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Altair Engineering Altair, la simulazione come parte integrante del ciclo di sviluppo prodotto

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MathWorks

MathWorks Modellazione e simulazione

nell’era del mondo digitale MATLAB e Simulink, modellazione matematica e simulazione d’avanguardia per la nuova frontiera dell’automazione basata su logiche di intelligenza artificiale. Intervista a Fabrizio Sara, Country Manager per l’Italia, e ad Alessandro Tarchini, Educational Marketing per EMEA e referente del progetto Arduino. 6


Cover Story

Fabrizio Sara Country Manager per l’Italia

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ell’ambito scientifico e ingegneristico MathWorks è diventato l’alleato naturale per tutti coloro, in primis ingegneri e scienziati, che in tutto il mondo hanno necessità di utilizzare soluzioni per la modellazione matematica e la simulazione. In questo scenario le soluzioni MathWorks sono rappresentate dai due fondamenti tecnologici che la società ha sviluppato nel corso del tempo ovvero MATLAB e Simulink. Una realtà,

quella di MathWorks, che vanta più di 4 mila dipendenti a livello globale, con un core business, storicamente rappresentato dal mercato automotive e aerospace, che sta oggi rapidamente estendendosi a tutti quei settori interessati a introdurre un nuovo livello di automazione di sistemi e macchinari, grazie all’implementazione di logiche di machine e deep learning in uno scenario di big data analytics. Per MathWorks significa dare alle aziende e alle organizzazioni scientifiche la possibilità di sviluppare capacità algoritmica in grado di tradurre in realtà le crescenti opportunità che si vanno definendo con l’affermazione dell’Internet of Things, traendo vantaggio dal numero esponenziale di dati che “oggetti” dotati di sensori rendono progressivamente disponibili. Ma non solo, l’utilizzo combinato di MATLAB e Simulink, diventa un elemento di primaria importanza in tutti quei contesti 7


MATLAB e Simulink per la manutenzione predittiva

applicativi dove la logica algoritmica viene implementata per gestire tutte le variabili che sottendono, per esempio, alla gestione del rischio finanziario, dando la possibilità di avere soluzioni in grado di ottimizzare i processi decisionali. Come ci si può rendere conto, il target di mercato di MathWorks, una volta confinato all’interno di specifici settori di industry, sta via via ampliandosi fino a inglobare mercati del tutto inediti poiché il paradigma di cambiamento introdotto dall’Industry 4.0 abilita scenari una volta inimmaginabili. Un percorso, quello intrapreso in questi ultimi anni, che è anche saldamente ancorato al mondo universitario, dove MATLAB è una risorsa accessibile a migliaia di studenti e docenti di facoltà ingegneristiche. Una presenza e un ruolo, quello in ambito universitario, che la società ha voluto rendere più efficace siglando un accordo con Arduino (vedi riquadro) in base al quale nel kit di sviluppo ingegneristico di quest’ultima si rendono disponibili MATLAB e Simulink per affrontare le nuove sfide della programmazione.

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“L’automotive è il settore di industry in cui storicamente si sono imposte le nostre soluzioni, racconta Fabrizio Sara, Country Manager di Matworks Italia, basti pensare che in una qualsiasi automobile non esiste una funzione che non sia stata implementata utilizzando MATLAB. Altrettanto vale per l’industria aerospaziale. Ora la nostra offerta si sta rapidamente estendendo a tutti quei settori che vivono una profonda trasformazione dei mercati, trasformazione che necessita di una rivisitazione dei processi esistenti, di nuovi modelli di business e di una rinnovata operatività improntata al paradigma digitale e all’implicita domanda di una maggiore autonomia funzionale dei sistemi fisici e logici”. In qualsivoglia contesto, MathWorks mette a disposizione soluzioni all’avanguardia per quanto riguarda modellazione matematica e simulazione. “Significa – spiega il Country Manager - avere capacità di mettere a punto una logica di controllo dove è implicita l’implementazione di una modellazio-


Cover Story ne matematica in grado di interagire con la logica di comportamento del sistema fisico di riferimento, in modo da avere la possibilità di controllarlo in maniera appropriata”. Si va da applicazioni molto semplici che possono essere implementate su hardware di basso costo fino ad applicazioni estremamente complesse. “In questo caso – come sottolinea Sara – è sufficiente pensare a tutto ciò che oggi è riferibile alla guida autonoma, una delle applicazioni di nuova generazione che in questi ultimissimi anni ha conosciuto un’accelerazione impressionante, sulla quale tutte le più importanti case automobilistiche stanno investendo ingenti risorse finanziarie in quanto rappresenta la sfida più grande per riuscire a essere protagonisti di un futuro ormai prossimo”. La conoscenza acquisita in gran parte nel settore auto si sta oggi trasferendo nell’ambito dell’automazione

industriale. “In generale il concetto da cui muove l’utilizzo delle nostre applicazioni è dato dall’acquisizione delle più disparate serie di dati che possano permettere, attraverso una opportuna modellazione matematica, di controllare il sistema/macchinario di riferimento. Significa, in buona sostanza, avere a disposizione i dati per interpretare l’ambiente circostante e sviluppare algoritmi che possano determinare le reazioni più appropriate in virtù delle variabili in gioco”. Due le macro aree applicative su cui si concentrano gran parte degli sviluppi. “Da una parte la manutenzione predittiva, che attraverso opportune logiche di machine learning consente di ottimizzare la pianificazione dei guasti e dei pezzi di ricambio evitando possibili fermi macchina. Dall’altra tutta la questione della sicurezza, si pensi per esempio alla gestione di tutte le parti in movimento all’interno di un ambien-

MATLAB e Simulink per il nuovo Arduino Engineering Kit

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MathWorks

Distribuire algoritmi nei sistemi di produzione

te di produzione e del necessario controllo che si deve esercitare su di esse per salvaguardare la sicurezza degli operatori. Un tema - commenta Sara di estrema attualità basti pensare alla più recente evoluzione della robotica, sempre più attenta alla creazione di sistemi cobot, ovvero robot non più isolati nella propria gabbia di produzione, ma inseriti in contesti collaborativi uomo-macchina”. “Stiamo di fatto assistendo all’esplosione di un interesse generalizzato verso tutto ciò che riguarda le tecnologie che consentono di realizzare sistemi autonomi. E’ un fenomeno del tutto nuovo che solleva di anno in anno un interesse via via sempre maggiore. Fino a qualche anno fa era impensabile che le aziende si confrontassero su questi temi, oggi ci accorgiamo invece che esiste un interesse reale. Per noi, sembrerà un po’ paradossale, la vera difficoltà consiste nel tenere il passo 10

con la velocità esponenziale con cui si sta muovendo il mercato e la relativa domanda. Non esiste più un perimetro esclusivo all’interno del quale utilizzare potenti modelli matematici e di simulazione. Il confine applicativo conclude Sara - è del tutto virtuale e si espande a velocità impressionante a una nuova molteplicità di aree di settori e attività”.

MATLAB e ThingSpeak, una piattaforma per l’IoT


Cover Story

Il progetto Arduino “La collaborazione con Arduino - spiega Alessandro Alessandro Tarchini Educational Marketing per EMEA e referente del progetto

Tarchini, Educational Marketing per EMEA e referente del progetto - è nata dalla volontà di mettere a disposizione di docenti, studenti e hobbisti un kit hardware/software che consentisse di acquisire a basso costo tutte le componenti abilitanti lo sviluppo di applicazioni di controllo dei sistemi. È per noi un modo

per semplificare e rendere accessibile una tecnologia a un pubblico ampio e diversificato, creando l’opportunità di una metodologia didattica che possa ridurre il gap teorico/pratico di cui soffrono molte università. In altre parole dare agli studenti la possibilità di mettere in pratica concetti teorici, di programmazione, di sviluppo di logiche di controllo e algoritmiche sfruttando tutte le potenzialità che derivano da strumenti come MATLAB e Simulink associate alla tecnologia open source di Arduino”. La scheda open source-hardware di Arduino consente la creazione semplificata di prototipi per progetti interattivi, basati su microcontrollori, dove è previsto l’uso di sensori di vario tipo. Arduino è infatti una scheda che mette in correlazione degli stimoli che possono derivare da fonti tra le più disparate, captati e trasmessi da sensori, i quali vengono poi associati a un output. Le fonti di input possono comprendere luce, grado di umidità, movimenti, suoni, accensione/spegnimento di pulsanti o altro, e il sistema le traduce in azioni secondo le istruzioni che sono state codificate e impartite. MATLAB e Simulink consentono di affrontare varie sfide della progettazione Arduino. I prodotti supportano due flussi di lavoro primari: lettura, scrittura e analisi di dati da sensori; sviluppo di algoritmi che vengono eseguiti autonomamente sul dispositivo Arduino. Il pacchetto di supporto MATLAB per Arduino consente di scrivere programmi MATLAB che leggono e scrivono i dati sul dispositivo Arduino e su dispositivi collegati quali motor shield Adafruit, dispositivi I2C e SPI. Poiché MATLAB è un linguaggio interpretato ad alto livello, programmare con esso è più facile che con C/C++ e altri linguaggi compilati; inoltre, permette di vedere immediatamente i risultati dalle istruzioni di I/O senza rendere necessaria alcuna compilazione. MATLAB include migliaia di funzioni integrate di matematica, ingegneria e rappresentazione grafica per analizzare e visualizzare rapidamente i dati raccolti dal dispositivo Arduino. Il pacchetto di supporto Simulink per Arduino consente di sviluppare algoritmi in Simulink, un ambiente di diagrammi a blocchi per modellare sistemi dinamici e sviluppare algoritmi, e di eseguirli autonomamente sul tuo dispositivo Arduino. Il pacchetto di supporto estende Simulink con blocchi per configurare sensori Arduino e poi leggere e scrivere dati da essi. Dopo aver creato il modello Simulink, è possibile procedere alla simulazione, regolare i parametri dell’algoritmo fino a ottimizzarlo e poi scaricare l’algoritmo per eseguirlo autonomamente sul dispositivo. Il blocco MATLAB Function, permette di integrare il codice MATLAB nel modello Simulink.

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Machinery, nel 2017 l’Italia cresce del 9,6%. Consumo interno a doppia cifra, bene le esportazioni Nel 2017 la produzione mondiale di macchine utensili è cresciuta, del 6,4%, a quasi 75.100 milioni di euro. In questo contesto, secondo dati Ucimu, l’Italia si è distinta per l’ottima performance rafforzando il quarto posto tra i costruttori mondiali e il volume delle esportazioni, secondo solo a Germania e Giappone. di Piero Macrì 12


UCIMU Le importazioni sono aumentate del 13,2%, attestandosi a 1.764 milioni; la quota di mercato coperta da macchinari stranieri è risultata pari al 39,5%. Ottime le performance nel primo semestre dell’anno, deboli come consuetudine, i risultati del terzo e quarto trimestre.

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a produzione italiana di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 6.085 milioni di euro, registrando un aumento del 9,6% rispetto al 2016 (8,7% in termini reali). Il consumo è cresciuto del 15,7% a 4.464 milioni grazie soprattutto all’ottimo andamento delle consegne sul mercato interno cresciute del 17,4%, a 2.700 milioni. Dopo un 2016 negativo, tornano a crescere le esportazioni attestandosi a 3.385 milioni di euro, il 4,1% in più rispetto all’anno precedente (+ 3,3% in termini reali), assicurando nuovamente all’Italia il terzo posto tra gli esportatori, alle spalle di Germania e Giappone.

La Cina conferma la propria leadership mondiale. Il Gigante asiatico è risultato il primo costruttore (21.705 milioni di euro, +2,9%) e il maggior consumatore (26.529 milioni, +5,2%), ben distanziando tutti gli altri paesi. La quota di consumo soddisfatta dalle importazioni è salita al 29%, per un valore di 7.737 milioni (+14%). L’export è aumentato, del 9,2%, a 2.912 milioni, nonostante l’incremento, la Cina è scesa al quinto posto della classifica mondiale degli esportatori. Al secondo posto della classifica, la Germania con una crescita di 6,6% a 11.840 milioni. Grazie alla ripresa delle vendite oltreconfine, cresciute dell’8,5% a 8.467 milioni di euro, la Germania si è confermata al vertice della classifica export. L’incremento della domanda interna, salita a 6.025 milioni, è valso al paese il terzo posto nella graduatoria di consumo. Il mercato tedesco è risultato terzo anche per assorbimento di macchine dall’estero: il rapporto import su consumo si è attestato al 44% e il valore delle importazioni è stato di 2.652 milioni di euro. Con un incremento della produzione del 4,9%, a 10.521 milioni di euro, il Giappone, nel 2017, è risultato terzo tra i produttori.

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Scenario

Grazie al forte aumento delle vendite all’estero, cresciute dell’11,1% a 6.932 milioni, il Paese del Sol Levante ha rafforzato il secondo posto tra gli esportatori. Quarto nella classifica mondiale di consumo, il Giappone, nel 2017, ha registrato un calo della domanda scesa, del 6,4%, a 4.301 milioni. Sempre molto ridotta la penetrazione delle macchine straniere: solo 713 milioni, pari al 17% del mercato. Le esportazioni Nel 2017, le esportazioni italiane di sole macchine utensili sono salite, del 3,4%, a 3.165 milioni di euro. L’andamento trimestrale è stato positivo per tutto l’anno. Dopo un aumento moderato nei primi due trimestri (+2,7% e +2,6%), il terzo trimestre ha registrato un picco (+9,3%) a cui è seguita, nell’ultima parte dell’anno, una 14

sostanziale stabilità delle vendite (solo +0,1%). Tuttavia, nel 2017 le quote italiane nei principali mercati mondiali sono generalmente calate. Secondo Ucimu ciò è dovuto al fatto che la crescita del nostro export è stata inferiore all’incremento del consumo mondiale. Ma il dato non va sottovalutato, poiché significa che il mercato estero presenta opportunità che sono state soltanto parzialmente soddisfatte dalla produzione italiana. In Cina, la quota italiana sul totale venduto si è attestata a 1,3%, lo stesso livello del 2016. Negli Stati Uniti i costruttori italiani hanno soddisfatto il 4,7% della domanda, perdendo quasi un punto rispetto all’anno precedente. È diminuita dello 0,7% la quota italiana sul mercato tedesco, risultata pari al


UCIMU

5,7% del consumo locale. Di contro, i costruttori italiani hanno guadagnato spazio in Brasile, dove hanno coperto il 5,8% del mercato, con un incremento di oltre un punto. In India le macchine italiane sono arrivate a soddisfare solo il 2,7% della domanda, perdendo quindi 1,3 punti rispetto al 2016. Sul mercato russo, una volta tradizionale sbocco per le nostre esportazioni, la quota italiana è rimasta stabile al 6,4%.

struttori, risultato reso possibile dalla crescita dell’attività manifatturiera nei paesi dell’area.

L’Unione Europea resta la prima area di destinazione delle vendite italiane ma la quota di export assorbita dall’area si è ridotta, passando dal 48,7% del 2008, al 45,9% del 2017. Perde peso anche l’Europa al di fuori della UE, dal 12,2% all’8,9%.

Nel 2017, l’export in Unione Europea è aumentato, del 2,4%, a 1.451 milioni di euro. Come nel 2016, primo mercato comunitario, e mondiale, è stata la Germania (343 milioni, -9,1%), seguita da Francia (213 milioni, -5,1%), Polonia (162 milioni, +17,8%), Spagna (134 milioni, +15,3%) e Regno Unito (77 milioni -6,1%) che ha registrano un nuovo calo dopo la pessima performance dell’anno scorso. Hanno messo a segno un deciso incremento le vendite nel resto del continente europeo, +10,3%,

Nel periodo considerato, è stata rilevata una forte ripresa della quota dell’America settentrionale, che dal 9,5% del 2008, ha acquisito, nel 2017, il 15,4% del totale esportato dai co-

È aumentata, in modo meno marcato, la quota di export destinata all’Asia, passata dal 19,8% del 2008, al 22,8%; in calo, invece, la quota assorbita dall’America del Sud, passata dal 5,2% del 2008, al 2,3% del 2017. Stabile il peso dell’Africa (al 3,4%).

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Scenario

per un valore di 282 milioni. Nel dettaglio, l’export è cresciuto in Russia (89 milioni, +16,8%), è rimasto invariato in Turchia (87,5 milioni, -0,2%), è calato in Svizzera (55,2 milioni, -4%). Le vendite in America Settentrionale sono diminuite, del 2,9%, a 487 milioni. Nel 2017, gli Stati Uniti sono stati il terzo mercato di sbocco dell’offerta italiana di settore, con 318 milioni (-9,8%); le esportazioni di made by Italians sono calate anche in Canada (47,7 milioni, -5,1%). In decisa controtendenza il risultato in Messico: +22,6% per 122 milioni. In calo anche le vendite in America del Sud, che ha ridotto gli acquisti dall’Italia del 5,1%, per un valore di 72,9 milioni di euro. Protagonista negativa, nel 2017, è stata l’Argentina, che ha importato macchine utensili italiane per 13,8 milioni (-25,7%). In crescita l’export diretto in Brasile (40,3 milioni, +11,2%), Colombia (4 milioni, +77,1%), Ecuador (3,1 milioni, +63,1%). L’export in Asia, secondo mercato di sbocco del made by Italians, è aumentato, del 6,7%, a 721 milioni. Del totale espor16

tato nell’area, la parte più consistente è stata destinata all’Asia Orientale, che ha acquistato macchine utensili italiane per 437 milioni di euro, l’8,2% in più rispetto al 2016. Nel dettaglio, sono tornate a crescere le vendite in Cina (+8,2%, 342 milioni), Giappone (+71,1%, 28,9 milioni), Taiwan (+15,6%, 21,7 milioni). Al contrario, sono diminuite le consegne in Corea del Sud (-18,1%, per 33,7 milioni). In Asia meridionale le esportazioni sono diminuite, del 19,8%, a 63,7 milioni di euro; il calo registrato nell’area è stato determinato dalla negativa performance delle vendite in India (-23,1%), scese a 53,9 milioni. Prosegue la crescita delle vendite nell’area ASEAN, che hanno guadagnato il 24%, raggiungendo il valore di 108 milioni. Al primo posto la Malesia (31,7 milioni, +5,6%), seguita da Vietnam (21 milioni, + 672,5%) e Indonesia (19,3 milioni, +130%). Il Medio Oriente ha incrementato gli acquisti di macchine utensili italiane,


UCIMU

del 6,3%, a 112 milioni. Sono cresciute le esportazioni negli Emirati Arabi Uniti (+4,8%, 26,1 milioni), in Israele (+23%, 23,8 milioni) e in Iran (+89,5%, 13,2 milioni). Stazionarie le consegne in Arabia Saudita (-0,8%, 23,8 milioni). Sono cresciute anche le vendite in Oceania (+24,1%), attestatesi a

42,1milioni. L’export diretto in Africa è aumentato, del 7%, a 109 milioni: ha fatto da traino il buon andamento delle vendite in Algeria (41,8 milioni, +8%), Sud Africa (15,4 milioni, +20,8%) e Marocco (12,9 milioni, +27,4%); è stato negativo, invece, il dato dell’Egitto (-19,8%). 17


Visiosuite: la soluzione software Umbra Control per il building 4.0, ottimizzata dalla tecnologia Beckhoff L’integrazione dei sistemi nel settore building non è solo una necessitĂ , ma un vero e proprio dovere imprenditoriale per adeguarsi a quel nuovo modello di business richiesto da un mercato in piena trasformazione digitale. Edifici intelligenti, con sottosistemi interconnessi e adattivi, sono la chiave per una gestione efficiente e automatizzata in cui gli sprechi sono ridotti e i vantaggi amplificati.

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Case Study

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cato, Visiosuite consente di integrare dispositivi di ogni genere e natura, indipendentemente dal produttore o protocollo di comunicazione utilizzati. Inoltre Umbra Control ha trovato un valido sostegno in Beckhoff anche per l’implementazione delle funzionalità interattive cloud-oriented (OPCUA, MQTT, AMQP) che caratterizzano Visiosuite. UN’ARCHITETTURA INNOVATIVA PER GRANDI VANTAGGI DI GESTIONE Grazie alla forte flessibilità dei sistemi Beckhoff e all’elasticità del software Visiosuite nel modulare la propria architettura, Umbra Control ha realizzato soluzioni di Building Automation personalizzate in base alle esigenze del contesto in cui si inseriscono. In 20

un edificio, ad esempio, i sistemi tecnologici presentano delle logiche di funzionamento gestite a livello centralizzato da un’intelligenza superiore e localmente da una serie di room controller. Come soggetto di intelligenza superiore, Visiosuite si avvale del nuovo IPC Beckhoff C6015, un pc industriale che si distingue per le sue caratteristiche di compattezza e grande potenza di calcolo. Per quanto riguarda la connettività tra controllore e dispositivo di campo, la scelta dipende dalla topologia degli edifici e dalle situazioni in cui ci si trova ad operare, con la possibilità di progettare reti. L’utilizzo dell’IPC Beckhoff garantisce inoltre un altro beneficio, e cioè il fatto di diventare anche host del software Visiosuite, consenten-


Beckhoff Automation

do di racchiudere in un unico oggetto l’intera soluzione con grandi vantaggi in termini di gestione, performance e manutenzione.

che, reso intelligente, reagisce in autonomia agli eventi che accadono.

INTERFACCE INNOVATIVE E UP-TODATE: DA SMART APP AD ASSISTENCOME UN EDIFICIO DIVENTA SMART TE VOCALE CON VISIOSUITE E BECKHOFF AUTO- Le caratteristiche di modularità e flesMATION sibilità delle soluzioni Beckhoff si riVisiosuite non è solo centralizzazione trovano in Visiosuite, che diviene un e integrazione, ma è anche un grande prodotto adatto a scenari eterogenei collettore di dati. Andando a comuni- anche per la molteplicità di interfacce care con i vari sistemi di un edificio, client messe a disposizione: applicasi raccolgono nuzione web con acmerose informacesso multi profilo, zioni che possono mappe navigabili essere analizzate da qualsiasi dicon diverse finalità: spositivo grazie al diagnostica dell’edimotore di grafica ficio, comprensione vettoriale impledelle soglie critiche, mentato, APP morilevazione di evenbile per Android e tuali anomalie per Ios. Non solo user IPC ultra-compatto C6015 di Beckhoff realizzare manuinterface standard, tenzione predittiva. Una dimostra- ma anche strumenti evoluti basati su zione di data analysis si può avere, ad ambiente cloud che sfruttano i vantagesempio, presso un qualsiasi museo in gi della rete in termini di performance cui Visiosuite si trovi a gestire centina- e utilizzo. Assistente Chat Bot e assiia di sensori di temperatura e umidità stente vocale sono il migliore esemper la tutela del patrimonio artistico pio di questa applicazione: una piattaesposto. In questo caso viene analizza- forma virtuale dove gli assistenti fanno ta una grande mole di serie temporali da ponte interattivo tra gli utenti e il attraverso algoritmi che definiscono sistema. Umbra Control ha concentrasoglie di allarme portate all’attenzione to particolarmente le proprie energie dell’operatore attraverso notifiche real nello sviluppo dell’assistente vocale, time. Si realizza così il cosiddetto IoT, prima con Alexa di Amazon, passando Internet of Things: Internet, connes- per Siri HomePod di Apple, arrivando sione, che collega e monitora Things, a Google Home. Applicazione pionerioggetti. Gli oggetti sono sensori, gran- stica e innovativa anche nei confronti dezze di campo, che producono infor- di Beckhoff Automation che, con Visiomazioni acquisite da Visiosuite. Dalla suite, integra per la prima volta l’assisinergia con Beckhoff, Visiosuite rende stenza vocale, ma che già sta pensandavvero il building smart: è l’edificio do a una libreria dedicata al voice. 21


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Produttività, la tecnologia non basta Siamo nel pieno di una rivoluzione tecnologica. La progressione dell’innovazione ha reso disponibili nuovi fattori abilitanti una rinnovata competitività. Eppure tutto ciò non si è ancora tradotto in un aumento generalizzato della produttività. di Piero Macrì 23


Tech Economy

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li studi del Fondo Monetario Internazionale evidenziano come negli ultimi dieci anni gli indici di produttività siano peggiorati, un fenomeno che ha interessato e interessa, sia le economie avanzate sia le economie emergenti. E’ una tendenza che ha subito un’accelerazione a partire dal 2008, anno in cui si è innescata la crisi finanziaria globale, ma che comunque si era iniziata ad evidenziare già nel precedente decennio. Un processo che secondo gli analisti è del tutto coerente con le dinamiche che pre-

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cedono e seguono i fenomeni recessivi più intensi. Dai dati forniti dall’OCSE, vedi grafico, ci si accorge come nella gran parte dei Paesi, l’indice di produttività sia arretrato rispetto ai livelli pre-crisi e come l’Italia sia in assoluto il Paese meno virtuoso. In questo periodo domanda e investimenti hanno subito un drammatico rallentamento che ha interessato l’intera economia del pianeta seppur con differenze profonde che si sono imposte all’interno delle diverse aree geografiche. Storicamente è crescita della produttività a determinare i maggiori e concreti benefici. Si pensi per esempio che


Tech Economy

a un lavoratore americano sono oggi sufficienti solo 17 settimane di lavoro per compensare quanto guadagnato in un anno di lavoro nel 1915.Senza crescita di produttività questo elevamento economico non sarebbe stato possibile. E’ il fattore tecnologico ad essere stato decisivo nell’accelerazione di questo processo, fattore che viene oggi reso più dirompente dall’affermazione mainstream dell’intelligenza artificiale che potenzialmente sottende acquisizione di efficienza e competitività. Il fatto che l’indice di produttività sia in stand-by – negli ultimi dieci anni l’FMI stima che nelle economie avanzate la perdita sia stata del 5% di – non è quindi di buon auspicio. Quali sono gli i macro elementi che influscono negativamente nell’acqusizione di nuova produttività?

Invecchiamento della popolazione – Il decremento di produttività è in parte ascrivibile all’invecchiamento della popolazione in quanto l’acquisizione e valorizzazione delle competenze è tanto più veloce, rapida ed efficiente quanto più giovane è il profilo anagrafico del singolo Paese. Contrazione del commercio globale – L’espansione del commercio rende implicita l’adozione e l’investimento in nuove tecnologie con l’obiettivo acquisire nuova efficienza dando allo stesso tempo impulso alla diffusione e condivisione delle stesse al di là dei confini nazionali. Viceversa, una politica tendenzialmente protezionista, produce gli effetti opposti.

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Tech Economy Persistenza di elementi associati alla crisi globale finanziaria

crescita area OCSE per il 2018/2019 stimata intorno al 2,5% contro una crescita globale del 5% circa. La crescita Assenza di fattori trainanti la com- economica globale registrata nel corso petitività del 2017, pari al 3,8%, è stata di mezzo punto percentuale superiore a quella In sintesi, l’aumento di produttività ap- del 2016 ovvero la più alta sinora regipare sempre più strettamente legato strata a partire dal 2011. Una crescita all’introduzione di innovazione e dif- che è stata in gran parte influenzata fusione delle tecnologie, ma è altresì dall’aumento del commercio globale, direttamente e proporzionalmente i cui volumi di scambio sono aumenostacolato dalla compresenza di più tati del 4,9%. Il calo della produttività fattori frenanti. Se non si eliminano genera inoltre distorsioni sul mercato questi ultimi, o quanoccupazionale. E’ dito meno, se non si è ventato un luogo coin grado di attenuare mune associare l’inL’interconnessione il disvalore generato troduzione di nuove delle economie ha da dalla conpresenza tecnologie – in prisempre assicurato di questi elementi mis Intelligenza Articondizionanti, non si ficiale, Automazione sviluppo e innovazione possono fare sostane Robotica – alla rinelle diverse aree ziali passai avanti in duzione dei posti di geografiche del mondo termini di incremenlavoro e alla contrato di produttività. zione salariale. Per quanto riguarda l’Italia condizioni negative continuano a persistere, riducendo il potenziale competitivo dell’industria nazionale. Secondo il Rapporto Globale sulla Competitività del Fondo Monetario l’Italia è al 43.mo posto su 184 paesi. Le politiche protezioniste che sembrano oggi destinate ad imporsi sulla scena globale certo non aiutano a migliorare il quadro generale. Seppur in presenza di un una tendenziale ripresa economica, avviata a partire dal 2016, gli analisti economici intravedono nel breve periodo, la possibilità per l’Europa di un’attenuazione del ritmo di crescita che si è evidenziato negli ultimi due anni con una 26

E’ una teoria semplificatoria poiché quanto sta avvenendo dimostra che il punto di maggiore criticità, conseguente l’introduzione di un livello superiore di intelligenza tecnologica e quindi di produttività, è piuttosto ascrivibile alla trasformazione del lavoro e alla domanda di nuove competenze. A questo riguardo appare chiaro che una delle leve per favorire questo sviluppo sia risposto nella capacità di mettere a punto un sistema di formazione adeguato. Ergo, investire nell’istruzione significa investire in un sostenibile futuro occupazionale. In questi vent’anni l’acquisizione e diffusione di


Tech Economy

competenze e tecnologia, fenomeno che ha conosciuto una crescita più intensa nei paesi emergenti, ha consentito di sperimentare incrementi di produttività straordinari, nettamente più alti di quelli registrati nelle economie avanzate, dove di fatto si è andata invece affermando una stagnazione della produttività. Accanto agli effetti

negativi della globalizzazione vi è da riscontrare come la crescita sia indissolubilmente legata alla diffusione di conoscenza e acquisizione di tecnologia. L’interconnessione delle economie, si dimostra, ancora una volta, la chiave interpretativa e strategica per assicurare un potenziale sviluppo delle economie. 27


HMS Industrial Networks

Collega i tuoi dispositivi via Wireless con le soluzioni di connettività di HMS

Nel campo dell’automazione le soluzioni wireless industriali, in quanto versatili ed efficienti, offrono nuove possibilità. Con Wireless LAN o Bluetooth, le costose canalette per i cavi vengono sostituite dalla moderna tecnologia wireless e le utenze mobile vengono integrate nella rete in modo semplice e sicuro. Le reti wireless permettono la realizzazione di sistemi di comando mobili che utilizzano dispositivi intelligenti standard come tablet o smartphone all’insegna del motto “Bring your own device” (BYOD). 28


Product to Watch Gamma completa delle potenti soluzioni wireless industriali di HMS

L’

espressione “Bring Your Own Device” rivela la tendenza all’uso di moderni dispositivi intelligenti quali tablet, smartphone ecc. per gestire e azionare le macchine, o per consultarne i dati diagnostici, servendosi dei browser in essi integrati o di speciali app. I moderni tablet e smartphone dispongono già di serie della tecnologia wireless e, grazie al browser integrato, offrono possibilità di visualizzazione analoghe a quelle delle interfacce uomo-macchina (HMI) classiche. I controlli classici come lo stato d’esercizio attuale della macchina, il numero di unità prodotte o i dati diagnostici non vengono più svolti mediante costosi HMI fissi bensì tramite il dispositivo intelligente, con una riduzione dei costi. Prima era necessario un costoso HMI fisso per ogni singola macchina del sistema, ora il tecnico può accedere direttamente a ogni singola macchina con il suo tablet o smartphone. Il collegamento tra il dispositivo intelligente e la rete di produzione avviene mediante il gateway wireless che, in queste applicazioni, fungono da access point.

HMS Industrial Networks ha appena rilasciato due nuovi Anybus WLAN Access Point - infrastrutturali a livello industriale per la connettività Wireless LAN a lungo raggio. Le soluzioni sono ideali per raccogliere i dati in modalità wireless da qualsiasi macchina o sistema, in particolar modo se utilizzano Anybus Wireless Bolt o Bridge. Con Anybus Wireless LAN Access Point gli utenti configurano l’infrastruttura wireless industriale per più client wireless. Sono disponibili due diverse versioni, una per applicazioni IP30 ed una per IP67 (esterna e resistente all’acqua), con le medesime caratteristiche in termini di portata e funzionalità. I WLAN Access Point si adattano perfettamente a qualsiasi architettura di automazione e consentono connessioni wireless ad alte prestazioni per diversi client wireless. In grado di supportare una connessione cablata Ethernet LAN fino a 1000 Mbit/s e connessioni wireless fino a 300 Mbit/s, il WLAN Access Point permette un’elevata velocità di trasmissione di dati per ogni client. La configurazione avviene grazie all’interfaccia web e le connessioni wireless sicure sono stabilite grazie al supporto di WEP/ WPA/WPA-PSK(TKI,AES)/WPA2/ WPA2-PSK(TKIP,AES)/802.1X. Le so29


HMS Industrial Networks

luzioni di connettività wireless, Anybus china ai servizi cloud. Il Wireless Bolt Wireless Bolt e Anybus Wireless Bridge può connettersi via wireless fino a 100 hanno registrato un crescente interes- metri di distanza tramite rete WLAN e se da parte degli utenti che grazie agli supporta anche Bluetooth o Bluetooth access point wireless robusti, di tipo in- Low Energy. Sul lato connesso, Anybus dustriale, sono in grado di accedere a Wireless Bolt è in grado di comunimolti client WLAN, su lunghe distanze. care con i dispositivi basati su seriale Gli Anybus WLAN Access Point consen- (RS232/485), CAN o Ethernet. Indipentono così agli utenti di includere, nelle dentemente dal metodo di comuniloro architetture di automazione, seg- cazione, il Bolt presenta il medesimo menti wireless stabili e sicuri. Con le so- connettore (2x9p Plug Connector) sia luzioni Anybus Wireless, gli utenti sono per la connettività che per la potenza. pronti per l’Industrial Internet of Thin- Il Bolt rende possibile il “Bring Your gs e per le esigenze di comunicazio- Own Device (BYOD)” ovvero il collegane del domani. Gli Access mento da tablet o smarPoint offrono connettività tphone con la macchina e wireless a tutti i disposipermette di utilizzarli come tivi industriali, ma sono un HMI. Con Anybus Wireparticolarmente adatti a less Bolt, HMS offre ai cocollegare le macchine ed i struttori di macchine così sistemi che comunicano in una robusta soluzione wimodalità wireless tramite reless, di tipo industriale, Anybus WLAN Access Point le soluzioni Anybus Wireper il montaggio a bordo less Bolt e Bridge di HMS. macchina. Anybus Wireless Bolt è un modo ulteriore che HMS ofAnybus Wireless Bolt è un access point fre ai propri clienti per realizzare l’IIoT, wireless progettato per essere mon- tramite soluzioni wireless robuste e tato su una macchina o su un quadro sicure, pronte a soddisfare le esigenze elettrico, in grado di fornire un colle- di connettività del futuro. gamento wireless tramite rete WLAN, Bluetooth o Bluetooth Low Energy. Il HMS Industrial Networks presenta ancollegamento permette di eseguire la che la nuova versione aggiornata del faconfigurazione mediante un norma- moso Anybus Wireless Bridge. Anybus le tablet o smartphone o di collegarsi Wireless Bridge II si basa sulla stessa ai servizi cloud. Anybus Wireless Bolt, tecnologia wireless di Anybus Wireless montato su una macchina o su un Bolt, rendendo entrambe le soluzioni quadro elettrico, è in grado di fornire in grado di comunicare in modo trauna solida interfaccia wireless, appar- sparente e creando soluzioni wireless tenente alla Classe IP67. Molto utile ancora più innovative. Anybus Wireper accedere alla configurazione di less Bridge II ha una maggiore capadispositivi, un altro tipico ambito ap- cità di collegamento via wireless, fino plicativo è quello di collegare una mac- a 400 metri ed è in grado di collegarsi 30


Product to Watch

sia tramite Bluetooth che via WLAN. È ideale per sostituire il cablaggio Ethernet in condizioni estreme e pericolose. Utilizzando Anybus Wireless Bridge II, gli ingegneri possono realizzare nuove infrastrutture di rete più performanti. Usato in sostituzione al cavo Ethernet (comunicazione punto-punto), il Wireless Bridge II può anche essere utilizzato come un access point per parecchi nodi tramite rete WLAN/Bluetooth, come smartphone o tablet. Il nuovo Anybus Wireless Bridge II ha una più potente antenna wireless integrata. La nuova versione è facilmente programmabile con il pulsante di configurazione o tramite la nuova interfaccia web integrata. Collegando i dispositivi industriali e le reti via wireless, Anybus Wireless Bridge II semplifica la vita agli integratori di sistema e agli ingegneri che necessitano di creare connessioni in aree pericolose, difficili da raggiun-

gere, o su installazioni in movimento, dove i cavi non sono ben accetti. Anybus Wireless Bridge II è una soluzione collaudata in grado di collegare le reti Ethernet industriali più note come PROFINET, EtherNet/IP, BACnet/ IP e Modbus TCP e fornisce agli utenti una connessione wireless affidabile che non necessita di manutenzione. Il modulo appartiene alla Classe di protezione IP65 ed è provvisto di due connettori M12 per l’alimentazione e per la connettività di rete. Oggi sul mercato ci sono molte soluzioni di connettività wireless, ma poche in grado di offrire connessioni affidabili e robuste, come viene invece richiesto in ambito industriale. Con le sue soluzioni wireless, HMS offre una connettività a più lungo raggio, una comunicazione wireless più affidabile ed una più facile procedura di set-up.

Connettiti via wireless con le soluzioni Anybus

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Gestione & Configurazione Wireless delle macchine

Connetti i sensori via wireless

Accesso wireless ai PLC

Utilizza il tuo Dispositivo

Anybus®

Wireless Bolt

TM

Access Point e Bridge industriale  Accesso mobile per la manutenzione,

il controllo e la configurazione

esclusivo di Tutto-in-Uno (IP67)

 Utilizzo vantaggioso dei propri dispositivi

(Tablet, Smartphone, ecc.) e dei comuni Browser ‒ BYOD

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HMS Industrial Networks s.r.l. V.le Colleoni, 15 (Palazzo Orione 2) 20864 Agrate Brianza (MB)

 Facilità di installazione grazie al concetto  Collegamento al dispositivo via Ethernet con

il supporto alle reti BACnet/IP, PROFINET, EtherNet/IP, Modbus TCP, TCP/IP e UDP

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L’affermazione della robotica e le nuove (dis)occupazioni In termini di vendite in volume per il 2017, IFR dichiara un venduto globale pari a 387mila unità per una crescita rispetto al 2016 dell’ordine del 31%, La crescita maggiore è stata registrata in Cina (+58%) per complessive 138mila unità, mentre Germania e Stati Uniti hanno evidenziato crescite rispettivamente dell’8% e del 6%. di Piero Macrì 33


L Focus

a domanda di automazione è in massima parte espressa dall’industria automobilistica, mercato naturale e storico della robotica di fabbrica. Circa un terzo del venduto globale appartiene a questo segmento, per l’esattezza 125mila unità sulle 385mila complessive sono state assoribite dal comparto di riferimento. La più alta crescita per segmento è stata però generata dall’industria dei metalli (+55%) e, a seguire, dall’elettronica ed elettrotecnica (+33%) e dal food (+19%). Secondo dati elaborati da International Federation of Robotics, nell’industria manifatturiera nel mondo sono attualmente installati 74 robot ogni 10mila lavoratori. La densità dei robot in rapporto al numero di lavorato-

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ri è quindi pari allo 0,74%. Il che non vuol dire che sia una tendenza destinata a crescere: è sicuramente destinato a crescere il numero complessivo di robot installati, quanto e come cambierà il loro volume installato rispetto alla forza lavoro complessiva è invece un’informazione alquanto complessa da ipotizzare. Entrare nel merito di una possibile analisi previsionale sull’evoluzione della dinamica occupazionale in relazione a nuove macchine intelligenti è davvero complicato. Se diamo credito alla proiezione ottimistica - ovvero che l’automazione è in grado di creare nuovi posti di lavoro poiché nel medio lungo periodo compensa la perdita causata da un’introduzione estensiva della robotica/automazione - il rapporto percentuale è destinato a rimanere invariato: aumentano


Focus

i robot, ma aumenta l’occupazione. In questo scenario l’automazione, infatti, sarebbe in grado di innescare una sorta di circolo virtuoso tale per cui più umani verrebbero liberati da attività ripetitive per entrare a far parte della schiera di coloro che sviluppano coordinano e gestiscono sistemi e processi che governano l’automazione. Se diamo invece per buona la tesi oscurantista, basata sull’equazione più robot uguale meno lavoratori, l’indice di densità dei robot è destinato inevitabilmente a crescere.

tecnologia robotica ovvero a quei Paesi associati alle economie avanzate. Ebbene, al primo posto troviamo la Corea del Sud, la cui industria manifatturiera appare di gran lunga la più automatizzata del pianeta, con una densità di robot in rapporto al numero di lavoratori pari al 6,3%. Segue Singapore con il 4,8%, dato quest’ultimo significativo, ma che a tutti gli effetti rappresenta di per sé una sorta di best practice, non correlabile per dimensioni e popolazione a economie di altri Paesi.

Ma per comprendere meglio l’andamento di questa dinamica occorre andare oltre la media di mercato, analizzando i dati in riferimento alle macroaree economiche – economie avanzate, emergenti o in via di sviluppo. A questo riguardo è utile guardare ai dati relativi ai maggiori utilizzatori di

Interessante è invece il dato della Germania, di gran lunga il Paese europeo, con la densità robotica più elevata di tutta l’area, equivalente a 309 robot per ogni 10mila lavoratori. Numeri che fanno della Germania il quarto Paese al mondo più automatizzato. Gli Stati Uniti, contrario di quan-

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Focus

to si potrebbe supporre non è affatto, quanto meno riguardo alla specificità della presenza dei robot, un paese straordinariamente più avanzato di altri paesi ad alto consumo tecnologico: con un indice di densità dell’1,89% gli USA hanno un mumero di robot installati pressoché identico a quello che evidenzia l’industria manifatturiera italiana, posizionata all’ottavo posto della classifica con un indice dell’1,85%. Un dato che dimostra la modernità che contraddistingue l’economia manifatturiera del nostro Paese. In Europa, tranne che per la Germania, meglio di noi solo Svezia e Danimarca. Sotto la media globale si posizionano invece paesi come la Gran Bretagna e la Cina, che rispettivamente esprimono un indice di densità dello 0,71% e dello 0,68%. Assolutamente fuori mercato la Russia il cui numero di robot installati è del tutto 36

insignificante ovvero 3 per ogni 10mila lavoratori, dato che evidenzia la scarsa rilevanza della produzione manifatturiera locale e allo stesso tempo la relativa arretratezza. E allora più robot e in linea generale più automazione comporta “automaticamente” una riduzione di posti di lavoro? Concentrandoci sul settore industriale e analizzando il


Focus

mercato tedesco – vale a dire quello che in Europa rappresenta il Paese dove negli anni si è espressa la maggiore automazione a livello di fabbricav – la risposta è sì, ed è una tendenza che verosimolmente potrebbe essere accentuata dall’introduzione dei robot. La risposta è nel grafico elaborata dalla Banca Mondiale riferito al tasso di occupazione nel settore industriale tedesco nel periodo 1991 – 2017. Ebbene, il numero di occupati nell’industria tedesca in questo lasso di tempo è sceso dal 40,8% all’attuale 27,2%. Quindi, sì, l’automazione riduce posti di lavoro. Affermazione tanto più vera se supportata dai dati relativi all’andamento della produzione manifatturiera tedesca registrato nello stesso periodo (vedi grafico Trading Economics), grafico da cui si evince che a fronte di una riduzione di posti lavoro di oltre 13 punti del settore manifatturiero percentuali il volume di produzione è rimasto pressoché invariato.

poiché le variabili in gioco sono molteplici, ma quanto successo negli ultimi vent’anni ci porta a dire che un più elevato tasso tecnologico, che comporta implicitamente un’automazione a tutti i livelli, non si traduce di per sé in una riduzione dei posti di lavoro complessivi. Questa tendenza si riflette, eventualmente ed esclusivamente, all’interno del singolo settore manifatturiero creando però presupposti per una crescita economica in grado di espandere, o quanto meno stabilizzare, il numero di lavoratori complessivi.

Ma attenzione. Nello stesso periodo il tasso di occupazione complessivo della Germania è aumentato di 2 punti percentuali. E’ in parte una forzatura, 37


Siemens PLM Software

L’analisi predittiva in ingegneria non è solo big data

L’analisi predittiva può essere sfruttata insieme alla simulazione per valutare diverse architetture nelle fasi iniziali di sviluppo del prodotto, per capire quale tipo di architettura sia più idoneo alle esigenze del cliente. Si possono creare simulazioni 3D e integrarle con questi modelli architetturali iniziali. Si possono quindi aggiungere i dati dei test e vedere come questi si rapportano alle simulazioni, per migliorare i modelli e aumentare l’affidabilità dei sistemi.

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Scenario

I Jan Larsson, Senior Marketing Director EMEA di Siemens PLM Software

big data vengono considerati “un giacimento” da esplorare per estrarre informazioni e poter fare previsioni. Siamo passati dall’osservare dati che raccontano ciò che è successo, a comprendere perché qualcosa è successo, fino a poter prevedere cosa accadrà in futuro. L’analisi predittiva in ingegneria unisce simulazioni fisiche e data mining, modellazione statistica e apprendimento automatico, individuando schemi all’interno dei dati per costruire modelli che mostrano come funzionano i sistemi dai quali sono stati raccolti i dati stessi. Grazie a questi modelli è possibile scoprire ciò che i dati in vostro possesso rivelano su informazioni che ancora non possedete. IoT e sensori stanno già trasformando i prodotti e, in questo contesto, estrarre informazioni dai prodotti è fondamentale per la loro manutenzione e per progettare i modelli successivi: ma non è questo l’unico aspetto dello sviluppo di prodotto nel quale l’analisi predittiva svolge un ruolo chiave. In molti settori non esistono più prodotti esclusivamente meccanici, bensì dispositivi complessi che uniscono componenti meccanici ed elettrici e che operano in ambienti sempre più complessi.

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Siemens PLM Software

Questo comporta la necessità di progettare sistemi diversi e definire come questi interagiscono fra loro e con il mondo esterno. Da un lato bisogna gestire comandi elettromeccanici, dall’altro prevedere un design che tenga conto delle esigenze di raffreddamento dell’elettronica. In futuro, tutto ciò dovrà essere modellato all’interno di un sistema più grande. Ad esempio, i sistemi di controllo di un veicolo cominceranno a dialogare con altri veicoli e con le infrastrutture di gestione del traffico presenti lungo il tragitto. A causa di questa crescente complessità, i test in fase di ingegnerizzazione vengono accompagnati sempre più spesso, e in alcuni casi rimpiazzati, da simulazioni che abbracciano più sistemi e che tengono conto di numerosi parametri fisici necessari per modellare i vari sistemi. Questo approccio è efficace anche in fase di progettazione e di test. La struttura fisica del prodotto o la collocazione del prodotto finito possono spesso rendere impossibile la raccolta di dati da un sensore fisico per verificare le prestazioni del prodotto. In questi casi un sensore virtuale simulato può generare informazioni aggiuntive a quelle raccolte dal dispositivo fisico e aumentare l’utilità del test. Inoltre, le esigenze di resistenza, efficienza dei consumi o semplicemente maggiore efficienza in produzione possono portare all’introduzione di nuovi tipi di materiali e nuove tecniche produttive, invece di continuare ad affidarsi ai metodi già noti e consolidati. Le aziende che vantano decenni 40

di esperienza con materiali tradizionali come acciaio e alluminio devono imparare a lavorare con nuovi materiali, ricorrendo spesso alla produzione additiva o a lavorazioni combinate additive e sottrattive (ad asportazione). Questo significa tornare a effettuare prove fisiche e correlare queste prove alle simulazioni per capire fenomeni basilari come il comportamento dei materiali in un determinato intervallo di temperature e l’impatto sulla progettazione del sistema. Per rispondere a tutte queste sfide, le aziende dovranno integrare metodi di collaudo e metodi di simulazione, oltre a ricorrere in misura crescente alla simulazione e, ancor più, alla gestione dei dati, in modo da aumentare la velocità con cui sbrigano il lavoro di progettazione e ingegnerizzazione. Dovranno andare ben oltre la tracciabilità di requisiti, dati CAD e risultati dei test: i sistemi per la gestione dei dati dell’ufficio tecnico dovranno immagazzinare tutto il lavoro di ingegneria, incluse simulazioni e verifiche, e integrare i dati di prove, sensori e prestazioni. Questo diventa ancora più importante con l’esplosione della personalizzazione di massa, che rende impossibile testare tutte le versioni e varianti di un prodotto in tutte i potenziali contesti ambientali. Bisogna invece essere in grado di sfruttare le simulazioni per ottenere una più ampia copertura di tutte le varianti e gli scenari di utilizzo. In questo modo si può risalire a qualsiasi punto del ciclo di sviluppo e dimostrare che un componente è stato verificato con


Scenario

tutti i sistemi idonei e richiesti, scavando nella miniera di dati per vedere che cosa può aver causato un guasto e utilizzando l’analisi predittiva per prevedere come i prodotti si comporteranno in futuro. L’approccio matematico dell’analisi dei big data è certamente utile. Ma quando si applica l’analisi predittiva all’area ingegneristica, serve un approccio che combini i dati dei test e i dati delle simulazioni fisiche in un unico database (non un solo tipo di parametri fisici, bensì diversi tipi). Gli ingegneri possono così disporre di grandi quantità di dati di prove e simulazioni e sfruttarli per creare metriche delle prestazioni. L’analisi predittiva in ingegneria comprende anche l’esplorazione efficiente dello spazio progettuale effet-

tuando molteplici simulazioni con diversi parametri e analizzando i dati ricavati in modo intelligente, per capire i parametri chiave e le loro interazioni reciproche. È così possibile ottimizzare un progetto per ottenere prestazioni robuste, insensibili a eventuali cambiamenti dell’ambiente circostante. L’analisi predittiva può persino “entrare” nei prodotti, passando dal rilevamento delle condizioni alla loro previsione. I freni antibloccaggio, ad esempio, sono dotati di sensori che percepiscono quando l’auto comincia a slittare. In futuro, sistemi di controllo sofisticati potrebbero sfruttare telecamere a bordo per rilevare che un veicolo si sta avvicinando a una curva troppo velocemente per le condizioni della strada dovute alla pioggia, pre-

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Siemens PLM Software

vedendone lo sbandamento e quindi intervenendo prima che accada, in modo che l’auto possa affrontare la curva in sicurezza. La quantità e la varietà dei dati disponibili consentono di effettuare analisi avanzate, ma la quantità di dati ha anche uno svantaggio: gli ingegneri rischiano di essere subissati di informazioni se non rendono i big data gestibili. Il numero di sensori installati in ogni genere di prodotti è destinato ad aumentare. La lettura dei dati di un motore aereo o le misure effettuate su un’auto su una pista di collaudo creano già enormi set di dati, troppo grandi per essere utilizzati nella loro forma grezza nelle simulazioni, perché l’elaborazione richiederebbe troppo tempo. Questa grande quantità di dati richiede un’analisi intelligente per condensare i flussi di dati che possano confluire in modo utile in una simulazione. L’analisi predittiva è già oggi preziosa in ingegneria. Può essere sfruttata insieme alla simulazione per valutare diverse architetture nelle fasi iniziali di sviluppo del prodotto, per capire quale tipo di architettura sia più idoneo alle esigenze del cliente. Si possono creare simulazioni 3D e integrarle con questi modelli architetturali iniziali. Si possono quindi aggiungere i dati dei test e vedere come questi si rapportano alle simulazioni, per migliorare i modelli e aumentare l’affidabilità dei sistemi. Con l’evoluzione degli strumenti software, sarà possibile simulare nuovi tipi di parametri fisici per aumentare la precisione dei modelli, simulare sistemi di gran42

di dimensioni e modelli più complessi e sfruttare i vantaggi di più strumenti analitici. Ulteriori benefici derivano dall’integrazione dell’analisi in altri strumenti. Raccogliendo le informazioni di queste simulazioni in un sistema informativo centrale, anche i team di lavoro esterni all’ufficio tecnico possono capire le scelte architetturali e sfruttare le informazioni per i loro processi. Combinando i dati provenienti dai dispositivi con le informazioni sugli interventi in garanzia e sulla soddisfazione dei clienti, si può sfruttare l’analisi dei big data per capire il significato di diversi fattori nella progettazione di un dispositivo che, in ultima analisi, incidono sul successo commerciale. Facendo tutto questo in un ambiente PLM, si possono integrare diverse tipologie di dati in modo più connesso; man mano che i modelli, le simulazioni e i risultati dei test vengono aggiornati e arrivano nuove informazioni sul cliente, l’analisi può tenere conto di questi elementi per dare un quadro aggiornato della situazione. Molte aziende sfruttano oggi una o più di queste opportunità. Per ottenere il massimo dall’analisi predittiva in ingegneria, è necessario però avere una visione più olistica. Se si riuniscono tutte le fonti di informazioni in un sistema più integrato nel quale si possono applicare tecnologie nuove ed emergenti, oltre agli strumenti già a vostra disposizione, si ricaverà un maggior valore e sarà possibile progettare con più sicurezza prodotti che operano con prestazioni adeguate in ambienti complessi.


Un’occasione imperdibile per valorizzare l’offerta di Robotica & Sistemi di visione per il mondo industriale! atuita

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Schneider Electric

Mecal accelera l’innovazione di macchine e servizi offerti ai clienti con EcoStruxure La tecnologia di realtà aumentata con EcoStruxure Augmented Operator Advisor e la piattaforma in cloud: elementi chiave per ridurre i fermi macchina e il time to market e ottenere più competitività.

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M

ecal nasce nel 1978 come azienda specializzata nella realizzazione di macchine foratrici e punzonatrici del profilato estruso d’alluminio, destinato al settore finestre e serramenti. Negli anni, grazie all’impegno e alla capacità imprenditoriale del fondatore Ennio Cavezzale e della famiglia Meschini, Mecal ha ampliato la sua attività; oggi il core business dell’impresa è rappresentato dalla produzione di sistemi e macchine a controllo numerico per il taglio di lavorazione di alluminio, pvc, leghe leggere, acciaio e di macchine per la fresatura di materiali compositi, destinati alle applicazioni più disparate - dall’edilizia al navale, dall’automotive al ferroviario e aeronautico, sino ad applicazioni in ambito illuminazione e arredamento.

Case Study

Oggi Mecal conta quasi 200 dipendenti e collaboratori, servendo clienti in tutto il mondo, ed opera in uno stabilimento sito a Frascarolo (PV) che presto sarà ampliato, raggiungendo un’estensione di ben 52.000 mq. Si tratta di un’azienda che fa dell’innovazione tecnologica degli impianti di produzione e delle macchine prodotte il suo punto di forza. La capacità di progettare e sviluppare internamente tutta la propria gamma di offerta, ottenuta con investimenti importanti sul ciclo completo di produzione, la distingue dai suoi concorrenti. L’ultima frontiera per l’innovazione tecnologica delle macchine è rappresentata dalla digitalizzazione: l’integrazione fra i diversi componenti di macchina e i più recenti strumenti dell’information technology consente, infatti, di realizzare prodotti capaci di rispondere anche alle esigenze più complesse degli utenti finali; la dispo-

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Schneider Electric

nibilità di dati e connettività permette di offrire servizi e soluzioni in grado di garantire un continuo miglioramento delle performance, massima disponibilità della macchina, più sicurezza ed efficienza per gli operatori. Nell’ambito della digitalizzazione industriale, Schneider Electric propone EcoStruxure, una piattaforma completa, basata su prodotti connessi, sistemi di controllo, applicazioni software e servizi disponibili anche in cloud; le caratteristiche innovative di questa offerta sono il fattore chiave nella collaborazione tra Mecal e Schneider Electric. I 2 modelli di punta della produzione Mecal nel settore del taglio – le macchine TDC622 e FE400 - rivolte in particolare rispettivamente al taglio del profilato in alluminio per l’industria e dell’acciaio e caratterizzate da numerosi brevetti, sono oggi ancora più innovative grazie anche alle soluzioni di motion control, di supervisione e interfacciamento uomo macchina im-

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plementate con soluzioni Schneider Electric. La manutenzione remota e il monitoraggio, l’accesso ai dati delle macchine direttamente nel cloud, la realtà aumentata, sono alcuni dei benefici introdotti da EcoStruxure. Un altro fattore importante per Mecal nella scelta di un partner come Schneider Electric, è la sua presenza a livello internazionale, che garantisce il supporto in loco in qualsiasi mercato, consentendo di offrire a dealer e clienti finali la presenza, l’affidabilità e l’eccellenza da loro richieste. “Abbiamo individuato nella realtà aumentata la tecnologia abilitante chiave per ridurre al minimo i fermi macchina e il nostro time to market. Unita alla disponibilità di un’infrastruttura cloud sicura e potente, questo ci consente oggi di fornire ai nostri tecnici presso i rivenditori e ai clienti in tutto il mondo soluzioni di service, manutenzione, training - di fatto 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Possiamo proporre soluzioni complete di


virtual commissioning senza le quali non avremmo la competitività che oggi abbiamo, per affrontare le sfide di un mercato globale” spiega l’Ing. Alessandro Vergine, in staff al dipartimento software di Mecal. EcoStruxure Augmented Operator Advisor: realtà aumentata per efficienza e capacità di servizio aumentata Mecal ha integrato nelle sue macchine di punta EcoStruxure Augmented Operator Advisor: una soluzione di Schneider Electric capace di mettere a disposizione in tempo reale informazioni rilevate nella macchina, ovunque e in qualsiasi momento, direttamente su device mobili quali i tablet. L’applicazione viene personalizzata per le esigenze specifiche di ogni costruttore di macchina e migliora l’efficienza operativa attraverso l’utilizzo della realtà aumentata. Gli operatori possono sovraimporre dati e oggetti virtuali a macchine, quadri di automazione, linee e impianti su cui lavorano, con la pos-

sibilità di interagire virtualmente con essi. Innumerevoli punti di interesse possono essere impostati per ottenere dati in tempo reale, documenti tecnici, diagrammi, immagini, video; anche le parti nascoste della macchina possono essere monitorate virtualmente senza accedere fisicamente ad essa, fattore che offre una maggiore sicurezza all’utente in molti contesti. L’operatore che si trovi sul posto ad assistere un cliente finale con questi strumenti può accedere a contenuti, guide, informazioni “passo passo”, che lo possono aiutare a risolvere con più rapidità i problemi rilevati sulla macchina. Infine, dati disponibili all’operatore alimentano anche un flusso di informazioni che viene raccolto e conservato su una piattaforma cloud accessibile al costruttore di macchine per realizzare un monitoraggio da remoto della sua base installata ovunque essa si trovi, per operazioni di diagnostica e per l’attivazione di interventi di manutenzione in ottica preventiva.

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Industrial IoT, la nuova corsa all’oro I fornitori di tecnologia stanno rapidamente implementando nuovi modelli di business e piattaforme IoT per rispondere adeguatamente a quanto richiesto dalla nuova dimensione iperconnessa. L’esempio del cambio paradigmatico introdotto da General Electric. di Umberto Cugini, Politecnico di Milano 48


Argomenti valore di 11 trilioni di $. Di questi ben il 70% si ipotizza possa essere associato al mercato industriale). Stiamo parlando di dispositivi dotati oltre che di funzionalità intrinseche specifiche, anche di sensoristica sempre più sofisticata, miniaturizzata, digitale, che misura alcune caratteristiche del contesto (temperatura, pressione, umidità, posizione, campo magnetico, …) e che integra la capacità di interconnessione autonoma a Internet. Tutto questo contribuisce a realizzare una rete globale, sempre più fitta e precisa, capace di misurare e monitorare il contesto globale sviluppando capacità di comunicazione autonoma.

L’

ultimo tormentone tecnologico di cui andiamo disquisire in questo articolo è l’IoT. A dire il vero, poichè facciamo riferimento alla declinazione IoT per il settore industriale, è più corretto parlare di IIoT o Industrial Internet of Things, cioè una dimensione costituita da miliardi di dispositivi smart ( McKinsey prevede che per il 2025 il mercato globale dell’IoT possa raggiungere un

Big Data Lo scenario appena descritto implica, nel brevissimo periodo, che la grande popolazione globale sia connessa attraverso “Smart Device”, che sentono, misurano, decidono e trasmettono Big Data, ovvero enormi quantità di dati che vengono condivisi con altri dispositivi. E’ uno scenario che evidenzia la crescita esponenziale di “oggetti” che hanno, e sempre più avranno, la capacità di recepire, memorizzare, connettere, correlare e sintetizzare informazioni che possono essere utilizzate per fare valutazioni, prendere decisioni ed eventualmente, ma autonomamente, attivare processi e azioni. Nulla di sensazionale o sconvolgente. In fondo, è quello a cui ormai siamo abituati quando avviamo la nostra auto con la chiave “virtuale” o quando, usando smartphone o tablet, vediamo sulla mappa dove siamo e cosa c’è intorno di disponibile, non solo come contesto statico, ma con in49


Argomenti formazioni che arrivano da negozi, che ci dicono dove sono e cosa vogliono offrire.

ticipo varianti non previste a priori.

L’esempio di General Electric Una storia evolutiva esemplare e di priLa corsa all’oro mo piano è quella di General Electric In virtù della rapidissima diffusione, e della sua Divisione Digital PREDIX. evoluzione e disponibilità di smartpho- GE L’icona centenaria delle grandi ne (più di 3 miliardi in uso oggi, cioè holding industriali, basata e orientata più del 50% della popolazione mondia- alla produzione di beni industriali e le), della interconnessione in mobilità consumer, nel 2011 ha istituito al suo e della progressiva affermazione dell’I- interno la GE Software ovvero una IoT, l’infrastruttura di comunicazione “predictive diagnostics and analytics soè destinata a crescere in modo espo- lution company” con l’obiettivo di comnenziale. Di fronte a questo scenario mercializzare software e competenze risulta quindi ovvio che tutti i fornitori interne per la gestione di grossi asset industriali nei settori di componenti e gli di competenza delle integratori di sistemi sue divisioni princicomplessi, così come L’Industrial IoT diventa pali. Nel 2013 lancia i fornitori di sensori la leva tecnologica Predix Platform, un e attuatori cruciali di “asset and operations detti sistemi (come attraverso la quale optimization softwaad esempio i forniinterpetare nuovi re platform” e inizia tori di robotica per modelli di business a stringere partnerimpianti), cerchino ship formando pridi entrare in questo ma un Industrial Infuturibile mercato. ternet Consortium Tutti hanno realizzato internamente sistemi software per e in seguito la GE Digital Alliance oltre progettare, simulare e gestire soluzio- a partnership specifiche con Microsoft, ni integrate. Coerentemente con la Huawei, Schindeler, Apple. Tutto quelogica di sviluppo che si va afferman- sto per cooperare con fornitori attuado, cercano perciò di entrare in que- li – e/o futuri competitor - e definire sto mercato modificando o cambiando e gestire standard di comunicazione totalmente il loro modello di business. e interconnessione di sistemi e sottosistemi in vista di integrazioni globali L’obiettivo è trasformare questi loro si- mirate a una gestione ottimizzata in stemi in piattaforme, offrendo a terzi tempo reale. Ancora, nel 2015 crea GE (siano essi produttori, proprietari e/o Digital e in un annuncio il CEO Jeff Imutilizzatori di sistemi o asset comples- melt dice, facendo un certo scalpore: si) servizi di gestione e controllo per “If you went to bed last night as an inl’ottimizzazione d’uso, la manutenzio- dustrial company, you’re going to wake ne preventiva e l’implementazione di up this morning as a software and Digital Twin in grado di simulare in an- analytics company”. Infine, nel 2016 50


Argomenti GE Digital rende disponibile a terzi la Predix general platform. Oggi Predix viene presentato come “a comprehensive Industrial Internet of the Things (IIoT)”, una piattaforma orientata alla costruzione di sistemi di controllo real time di grandi asset industriali attorno al loro Digital Twin.

un uso in proprio di apparecchiature molto costose, poiché questo implicherebbe avere al proprio interno la responsabilità e le competenze per un uso efficace e ottimale delle stesse.

E’ un cambio di paradigma: vuol dire esternalizzare la soluzione di un problema o l’espletamento continuativo Modello di business di una funzione che però implica anCambiano quindi molte cose. Innan- che la non acquisizione delle informazitutto il business model: GE non è zioni e delle competenze tecniche sulpiù soltanto produttore di complessi lo sviluppo di tecnologie specifiche del asset, tecnologicamente all’avanguar- settore di competenza. Perdita d’infordia, da vendere ai clienti, ma diventa mazione che diventa un plus per il nuovo fornitore di fornitore di servizi servizi e soluzioni, e/o soluzioni con la La corsa verso che ha inoltre il vanpresa in carico deltaggio – fornendo e la gestione globale. lo sviluppo di gestendo la piattaL’esempio paradigpiattaforme IoT forma cioè il transimatico è quello dei dedicate, innesca una to di grandi quantità motori aereonautici. nuova, straordinaria, di dati ed il contatto GE nel 2016 lancia competizione diretto con l’utilizzail programma Truetore finale – di poter Choice Product Sutecnologica acquisire informazioite basato non sulla ni globali uniche sulvendita dei motori, ma su un servizio completo di lea- la potenzialità del mercato di utilizzo e sing, manutenzione, supporto, in la sua evoluzione. funzione di un costo di ownership Essendo ampiamente clonabile e scadefinito con il cliente. labile, la Piattaforma diventa, infine, Questo radicale cambiamento di un’opportunità per indirizzare moltismodello di business è rapidamente simi mercati tradizionali in cui gli attori seguito dai competitor e rivoluziona principali hanno da sempre focalizzail mercato aereonautico. Ma sta mi- to la loro attenzione nel mantenere il grando anche in altri settori: quello loro parco clienti con innovazioni indelle macchine utensili, dell’impianti- crementali, principalmente tecniche o stica… E non è una ovvia estensione tecnologiche. La diffusione esponendell’affitto di macchine per l’edilizia o ziale di IIoT e la logica di Piattaforl’agricoltura per applicazioni e usi che ma e/o fornitura di servizi o solusono limitati nel tempo e/o unici. Non zioni offrono perciò un’opportunità è nemmeno un affitto temporaneo per irripetibile. 51


L’affermazione del modello Real-Time to Market La globalità delle connessioni è proiettata verso un’ecosistema neuronale in grado di attivare funzioni tecno-vegetative che permettono di mettere in esecuzione funzioni associate al paradigma del Real Time to Market. di Piero Macrì

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T

ime to Market ovvero il tempo che intercorre dall’ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione. E’ un’espressione che raramente si sente usare nelle innumerevoli discussioni che hanno come oggetto la trasformazione digitale. Eppure è proprio il Time to Market che nel corso di questi anni ha condizionato i fondamentali dell’evoluzione tecnologica a supporto della trasformazione digitale. In ogni suo ambito. La velocità che caratterizza il mercato e i consumi necessita di Real Time to Market. Se guardiamo a tutto a quanto è andato affermarsi nell’ultimo decennio ci si può facilmente rendere conto che lo scenario di cui stiamo parlando sta assumendo contorni sempre più definiti. Real Time to Market è il cloud, conglomerato infrastrutturale che funziona da acceleratore della velocità del business, e Real Time to Market è lo sviluppo software in chiave DevOps, in virtù del fatto che applicazioni e software devono essere ora concepiti secondo un flusso continuo. Proiettato in una dimensione Real Time to Market è lo sviluppo prodotto che grazie al modello digital twin permette la coesistenza e interdipendenza tra prodotto e fisico e virtuale. La stessa Internet of Things ovvero connettività a un numero infinito di

Tech Economy oggetti sensor-based prefigura modelli di business as a service Real Time to Market. Infine, l’intelligenza artificiale – emblema del futuribile scenario dell’automazione estrema, in particolare nell’ambito del machine learning, che sottintende la capacità di apprendimento automatico – si sta indubbiamente distinguendo per essere la modalità attraverso la quale traslare servizi secondo un profilo Real Time to Market. Da un punto di vista infrastrutturale si stanno mettendo a punto tutti quei tasselli che abilitano il paradigma Real Time to Market rendendo disponibile interconnessione always on a persone e cose, creando i presupposti affinchè i cambiamenti che si verificano nel mondo reale possano essere analizzati, interpretati e utilizzati – sfruttando nuova intelligenza algoritmica – per aggiornare lo stato del prodotto/oggetto di riferimento in Real-Time to Market. La globalità delle connessioni è proiettata verso un’ecosistema neuronale in grado di attivare funzioni tecno-vegetative che permettono di mettere in esecuzione funzioni associate al paradigma del Real Time to Market. La sfida delle sfide è avere la capacità per mettere in relazione le diverse componenti che abilitano il puzzle Real-Time. In altre parole essere capaci di integrare un numero variabile e teoricamente infinito di risorse in grado di dare vita a ecosistemi autonomi con capacità resilienti e adattative. 53


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Altair Engineering

Altair, la simulazione come parte integrante del ciclo di sviluppo prodotto Come re-interpretare la dimensione ingegneristica introducendo un nuovo paradigma di progettazione incentrato sulla simulazione, garantendo alle imprese la capacitĂ di gestire lo sviluppo prodotto in una logica real-time endto-end. 55


I

Company to Watch n un’era dominata dalla tecno- software che possano assicurare alle logia, la capacità di introdurre aziende di continuare a essere protainnovazione si afferma sempre goniste all’interno del mercato in cui si più come elemento imprescin- esplica la propria attività. La visione di dibile per assicurare alle azien- Altair è coerente con le sfide che devode sostenibilità e crescita del no sostenere le aziende industriale per business. In altre parole, in uno sostenere e incrementare il proprio scenario globale caratterizzato vantaggio competitivo. E’ essenziale rida uno sviluppo esponenziale della uscire a fare leva sulle opportunità che tecnologia il cambiamento diventa una nascono dalla disponibilità e creatività costante. Per le persone e per le orga- introdotta da nuova tecnologia, a tutti nizzazioni le pressioni che vengono in- i livelli, sostenendo la capacità di innonescate dalle dinamiche evolutive dei vazione delle imprese in modo pragmercati determinamatico, assicurando no la necessità di vaun percorso di crelutare, selezionare e scita reale. In uno scenario globale integrare modelli caratterizzato da uno di progettazione Un partner in busisviluppo esponenziale e sviluppo capaci ness 4.0 di incrementare il della tecnologia il Per Altair il valore vantaggio compedelle persone ricambiamento diventa titivo. mane, sempre e una costante comunque, il fatUna visione motore qualificante derna della progetper qualsiasi impletazione E’ in questo contesto che si inserisce mentazione di tecnologia e progetti di la visione di Altair, azienda cha ha sa- nuova generazione. Le competenze, in puto re-interpretare la dimensione in- momenti di grande cambiamento, cogegneristica introducendo un nuovo stituiscono infatti la premessa per reaparadigma di progettazione incen- lizzare un futuro sostenibile. trato sulla simulazione, garantendo alle imprese la capacità di aggiornare “Le industrie – sottolineano in Altair lo sviluppo prodotto in una logica re- – hanno bisogno di partner in grado essere parte integrante del camal-time end-to-end. biamento, sostenendo azioni mirate Per Altair è di fondamentale impor- a garantire un vantaggio competitivo”. tanza perseguire obiettivi di aumento Nell’ambito dello sviluppo prodotto della produttività e generazione di l’emergente affermazione del paradignuove idee che possano contribuire ma 4.0, che sottende una complessiva ad ottimizzare e rendere più efficienti ulteriore digitalizzazione dell’impresa, processi esistenti così come sperimen- pone in primo piano la capacità di actarne di nuovi introducendo elementi quisire competenze in dimensioni

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Altair Engineering ingegneristiche di nuova generazione, come ad esempio il 3D printing e la manifattura additiva. Non bisogna poi trascurare tutte le potenzialità insite nell’affermazione estensiva dell’IOT, che determina la capacità di estrarre dati, informazioni e conoscenza da tutto ciò che può essere equipaggiato con sensori evoluti.In questo contesto – per una società innovativa come Altair – si ampliano a dismisura le opportunità che derivano dall’analisi dei dati e dalla possibilità da parte dell’industria di acquisire una cultura di progettazione dove la simulazione non è più un’opzione o un’attività complementare, ma una logica che diven-

ta parte integrante dell’intero ciclo di sviluppo prodotto. Per continuare ad essere interlocutore privilegiato all’interno dei processi di progettazione e produzione industriali ed essere considerata un vero protagonista nell’evoluzione industriale delle imprese, Altair è consapevole che occorre, comunque e sempre, essere in grado di interpretare le singole esigenze, poiché anche all’interno di uno stesso settore, le imprese presentano caratteristiche e processi macro molto simili, ma allo stesso evidenziano una implicita diversità. Occorre perciò essere in grado di comprendere le reali esigenze e prevedere lo sviluppo di soluzioni che siano

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Company to Watch

compatibili con la struttura industriale di riferimento. “Non dimentichiamoci – affermano gli esperti di Altair – che lo scopo dell’IoT e del Digital Twin sono la comprensione e il miglioramento del prodotto e del servizio, non sono mai fini a sé stessi”.

de siano consapevoli del fatto che la simulazione è oggi un qualcosa che va oltre i meri aspetti di disegno e validazione e che debba essere applicata nella sua più ampia accezione. Altair Inspire, come semplificare la complessità

La simulazione come costante progettuale

Last but not least, obiettivo di Altair è semplificare la complessità della pro“Molta parte del processo di progetta- gettazione estendendone l’utilizzo a zione e ciclo di vita del prodotto è or- un pubblico più ampio. E’ in questo mai trainato dalla tecnologia di simu- senso che va letto l’annuncio della dilazione – afferma Uwe Schramm, CTO sponibilità di una piattaforma come Altair Inspire, un at Altair – Il nostro insieme di tool e sosoftware non serluzioni che permetve soltanto a proLa simulazione non è più te alle imprese del gettare il prodotto, mondo manifattuun’opzione o un’attività ma aiuta a ottiriero di trarre piemizzare i processi complementare, ma una no vantaggio dalla di produzione e lo logica che diventa parte simulazione per stesso prodotto fiintrodurre innovanale. Svolge anche integrante dell’intero zione e ottimizzauna sua funzione in ciclo di sviluppo prodotto zione all’interno di ambito operation, tutte le fasi della semplificando e renprogettazione, acdendo più efficienti i processi decisionali”. Un’affermazione celerando così la capacità di introdurre coerente con i profondi mutamenti e implementare rapidamente tecnoloche stanno caratterizzando la proget- gia innovativa che permette di ridurre il time to market. tazione. Sebbene sia ancora vero che la simulazione si identifichi più come strumento di progettazione e non di pura validazione, si continuano a sottovalutare le potenzialità che soluzioni di questo tipo possono fornire all’ambiente di produzione e di operation coerentemente a obiettivi di ottimizzazione generale dei processi ad essi associati. E’ ormai indispensabile che le azien58

La nuova piattaforma – affermano in Altair – integra soluzioni di simulazione per la progettazione generativa, l’analisi ingegneristica e la capacità produttiva all’interno di un unico framework, rendendo accessibile la logica di simulazione anche a coloro che, in ambito di progettazione o ingegneristico, hanno ancora poca o nulla familiarità con questa tecnologia.


Industry Big Event 16 NOVEMBRE 2018

P r o g e t ta r e i l va l o r e p e r c e p i t o Politecnico di Milano – Aula Magna (Piazza Leonardo da Vinci 32)

Il prossimo 16 novembre, presso l’ Aula Magna del Politecnico di Milano (Piazza Leonardo da Vinci 32), si svolgerà la quinta edizione di IBE 2018, l’evento promosso da Pentaconsulting dedicato alla capacità di generare/ progettare valore a supporto di una rinnovata competitività in un mondo globalizzato. IBE 2018 rappresenta un’opportunità unica per condividere esperienze e riflettere su come affrontare la sfida dell’integrazione tra cultura d’impresa, visione, modelli di business e tecnologie abilitanti.

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