Anno VIII n°40 - Dicembre 2018/Gennaio 2019 - Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione gratuita
Pad - Magazine
Siemens PLM Software Il futuro della Connected Engineering
Jan Leuridan, Vice President Simulation & Test di Siemens PLM Software, racconta le nuove tendenze che si stanno imponendo nell’ambito dell’ingegnerizzazione dei sistemi. A livello di simulazione si va verso una sintesi di modelli provenienti da differenti domini fisici: meccanico, elettrico e applicazioni software. 1
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n° 40 Dicembre 2018/Gennaio 2019
Anno VIII Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it Content Manager Piero MacrĂŹ piero.macri@pentaconsulting.it Stampa Caudiprint srl Via Appia, 133 81028 Santa Maria a Vico (CE) www.caudiprint.it Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano pentaconsulting@pentaconsulting.it Tel. 02 92958990
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Edittoriale
2019, verso l’impresa 5.0 e oltre, facendo leverage sui metodi e sulle persone
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Massimo Fucci
l ministro Calenda ha raggiunto la pattuglia degli ex. A suo merito il fatto di avere avviato un Piano che ha smosso la cultura dell’innovazione e del cambiamento, facendo leva su di un argomento comprensibile anche al meno illuminato dei responsabili/proprietari di azienda: il denaro. Tra l’altro denaro vero, buono e sicuro perché trattenuto alla fonte dall’azienda. Nessun rischio di non tenersi la prebenda, a meno di falso eclatante. Ora, entrando ed uscendo da un discreto numero di aziende, più di qualcosa si è effettivamente mosso.
Ma come al solito non basta per poter continuare a competere con successo. Certo, ho forse implementato una raccolta dati diretta veloce e massiva come non mai. Ma cosa me ne faccio? Come la uso pro bono azienda? Ci si dimentica che Innovazione e Cambiamento devono essere uno stato continuo che deve essere alimentato, governato e sviluppato dalla cultura di azienda a tutti i livelli: proprietà, management, collaboratori. Le aziende sono piene di tecnologie ed applicazioni: il gestionale, il CRM, la progettazione dei prodotti, la produzione, il magazzino, la logistica. Ciascun reparto li governa bene singolarmente, peccato che il vettore del loro contributo sia sostanzialmente disallineato con il resto dell’azienda. CHE FARE? Ancora una volta non esiste la bacchetta magica ma tanto lavoro in continuo sulla cultura aziendale e nella messa a punto di ambienti collaborativi basati su metodo, comunicazione efficace ed energia positiva. Tre ingredienti che fanno la differenza e ci permettono di andare, con successo, oltre l’impresa 5.0. Ancora una volta per aspera ad astra, perché lavorare sulle persone è un’attività complessa e di medio lungo periodo.
Buon 2019 a tutte le aziende e a tutti in azienda! 4
Pentaconsulting ABC 4.0 una piattaforma integrata costituita da Consulenza, Metodi, Servizi, Innovazione e Formazione sul campo, a supporto dello sviluppo di:
La PIATTAFORMA ABC 4.0 L’infrastruttura logica e operativa di Pentaconsulting è rappresentata dalla Piattaforma ABC 4.0, una piattaforma integrata che è stata implementata utilizzando la metodologia MIND-UP e le best practice che Pentaconsulting ha definito nel corso della sua più che ventennale attività. La Piattaforma ABC 4.0 abilita l’erogazione implementazione di Consulenza, Metodi, Servizi, Innovazione e Formazione sul campo a supporto dello sviluppo dell’Azienda, del Business e delle Competenze. L’obiettivo è produrre risultati concreti in termini di valorizzazione delle attività di marketing e vendita, migliorando l’efficacia operativa delle organizzazioni e delle persone.
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Sommario
Edittoriale 2019, verso l’impresa 5.0 e oltre facendo leverage sui metodi e sulle persone
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Cover Story Siemens PLM Software Sviluppo prodotto, il futuro è la Connected engineering
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Schneider Electric Levian: gestione dell’energia connessa e integrata
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Beckhoff Automation Wind, Water, Oil & Gas ed Energy targati PC-based
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Sviluppo Prodotto Progettare il Valore: la nuova sfida dello sviluppo prodotto
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Moog Persone, processi e tecnologia abilitante. Gli ingredienti per un futuro 4.0
Altair Engineering 6
Cambio di paradigma nello sviluppo prodotti Promuovere il design innovativo con la simulazione
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Sommario
Channel to Watch Siemens PLM Software Per una digitalizzazione al servizio delle PMI
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MSC Software MSC Software, simulazione come parte integrante del processo
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Autodesk Universo Autodesk, l’AutoCAD per definizione
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Autonomous car Autonomous car, il futuribile mercato dell’auto e la visione di Siemens PLM
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Ansys Ansys, l’attenzione converge sulle soluzioni integrate e multifisiche 51
Altair Enginnering Più competenze, risorse e opportunità per la rete indiretta di Altair
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Siemens PLM Software
Sviluppo prodotto, il futuro è la Connected Engineering
Jan Leuridan, Vice President Simulation & Test di Siemens PLM Software, racconta le nuove tendenze che si stanno imponendo nell’ambito dell’ingegnerizzazione dei sistemi. A livello di simulazione si va verso una sintesi di modelli provenienti da differenti domini: meccanico, elettrico e software.
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Cover Story
Jan Leuridan, Vice President Simulation & Test di Siemens PLM Software
Qual è il ruolo di Siemens PLM Software nel contesto di trasformazione dello sviluppo prodotto? Sviluppiamo soluzioni che aiutano le aziende del manifatturiero discreto che appartengono a settori industriali diversi, dall’automotive all’aerospaziale, al marine, dal machinery al consumer product &retail, al medicale, dall’energy all’electronics & semiconductor a realizzare prodottivi innovativi. Le aziende sono consapevoli del fatto che per rendere sostenibile il proprio futuro vi è la necessità di introdurre una massiva innovazione. Un esempio è l’autonomous car che necessita di modelli di business basati sulla mobilità,
ma in tutti i settori per essere competitivi è vitale cambiare integrando nei prodotti nuovi elementi. In quale modo è possibile introdurre innovazione con successo? Ritengo che oggi vi siano un numero di opportunità incredibili e Siemens PLM Software (www.siemens.it/plm) è nella condizione di aiutare le aziende a individuare il percorso più corretto per compiere una maggiore digitalizzazione, che non è fine a sé stessa, ma orientata alla creazione di un valore tangibile. Un progetto che deve essere basato sulla collaborazione sistematica con i nostri partner e clienti, poiché 9
Siemens PLM Software
è dal know-how e dall’esperienza delle rispettive componenti che possono essere generate soluzioni coerenti con le sfide con cui ci si confronta sul mercato. L’innovazione non è un qualcosa che appartiene al futuro o al passato, è un qualcosa che si costruisce giorno per giorno rispondendo alle richieste delle aziende in modo unico e originale. Obiettivo è dare modo alle aziende di sviluppare una capacità di differenziazione che possa favorire il potenziale competitivo. Quali sono le priorità per sostenere questa evoluzione? Per sostenere questa evoluzione è fondamentale continuare a investire nella simulazione, nella progettazione dell’automazione elettrica e nel software. La direzione è chiara: costru10
ire una base solida di mercato CAD e PLM per un’espansione del portfolio verso sistemi meccatronici, in grado di gestire sia la componente funzionale che geometrica. Questo è il modo che permetterà di portare all’interno delle aziende soluzioni smart in grado di integrare le diversi fisiche. Fondamentale è inoltre avere una relazione diretta e costante con i clienti, poiché sono loro a indirizzare i nostri sviluppi. Si deve sapere ascoltare e si deve essere organizzati per farlo. Significa avere le risorse sul territorio per supportare i clienti e mantenere un flusso di discussione continuo, lavorando su casi reali. Nell’ambito della simulazione, una cosa che ci distingue dalla competizione è che forniamo servizi di ingegnerizzazione. Possiamo essere coinvolti su questa tipologia di progetti e
Cover Story lavorare insieme per introdurre nuove modalità di processo, permettendo ai clienti di acquisire una posizione competitiva da un punto di vista dell’ingegnerizzazione. Quale consapevolezza esiste all’interno delle aziende?
tenere presenti per riuscire ad evolvere in modo efficiente. Il primo punto, come accennato in precedenza, è l’interazione con il cliente; il secondo sono gli investimenti in Ricerca & sviluppo, in quanto è l’attività che permette di gestire nuove esigenze nel momento in cui queste tendono ad emergere; terzo punto, essere bravi nel mettere a punto soluzioni che, integrando la tecnologia, possano realmente essere utili e creare valore per il cliente. Occorre perciò che tutta l’organizzazione nel suo complesso possa trarre vantaggio dall’utilizzo.
I nostri clienti parlano ormai di connected engineering, di aggregazione a livello meccanico, elettrico e software poiché è in questa direzione che si possono realizzare processi di sviluppo prodotto integrato, altrimenti si rimane vincolati a tutte le limitazioni Esiste un gap tecche comporta una L’innovazione non è un nologico e d’innologica di processo qualcosa che appartiene vazione nell’inparallela, con l’imdustria europea? al futuro o al passato, possibilità di testaNo, non credo re funzionalmente è un qualcosa che si proprio. Le azienun oggetto in tutte costruisce giorno per giorno de sono ben conle sue diverse intesapevoli del fatto razioni fisiche. La rispondendo alle richieste che non si partecitendenza è quella delle aziende in modo unico pa al trend dell’edi andare verso e originale lettrificazione si una ingegnerizzacorre il rischio di zione di prodotto essere marginabasata su modelli di sistema onnicomprensivi. Last but lizzati. Un discorso che vale per tutte not least: quando si tratta di traslare le tipologie di aziende, grandi, piccole la tecnologia in un prodotto software e medie. Queste ultime stanno divenserve anche riuscire a confrontarsi con tando sempre più competitive e coni possibili contesti di business e non tribuiscono a risolvere problematiche soltanto limitarsi a quelli strettamente legate a business emergenti, come per tecnologici. Sapere per esempio come esempio l’autononous car. Spesso si rendere disponibile il tutto in un con- tratta di startup che vengono poi acquisite dalle grandi aziende che tendotesto cloud e software as a service. no poi a gestire queste attività in buQuali sono i punti chiave per essere siness unit separate per fare in modo competitivi come fornitore? che possano essere autonome e libere Ci sono essenzialmente tre aspetti da di esplorare nuovi metodi e soluzioni.
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Siemens PLM Software
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Digital Twin, se ne discute tanto. Di cosa si tratta?
Da un punto di vista più operativo, che significa?
In buona sostanza possiamo considerare il digital twin come una metafora dello sviluppo prodotto complesso che integra diverse fisiche, tipicamente meccanica ed elettrica. L’intento è dare una rappresentazione del prodotto non solo attraverso una prospettiva geometrica, ma includendo tutte le diverse caratteristiche del prodotto. Il digital twin si può quindi intendere come rappresentazione unificata di più sistemi a supporto di tutte le attività del ciclo di vita del prodotto e di processo. Nella logica di processo digital twin sono definibili più modelli, ciascuno dei quali deve poter essere utilizzato collaborativamente dai differenti stakeholder, ovvero dalle persone che si occupano dei singoli comportamenti del prodotto, in modo da avere un modello di comportamento integrato.
Significa rappresentare una vista globale in grado di rappresentare tutti i differenti parametri funzionali e di performance. Ciascuna persona responsabile per la propria parte sviluppa modelli – elettrici, meccanici e software – che devono essere congruenti e condivisibili. Quando per esempio si implementa un software di controllo si deve verificare che il software faccia effettivamente e correttamente quello per cui è stato predisposto testandolo in un ambiente ibrido meccani-elettrico in modo da avere una rappresentazione perfetta del sistema che si va a controllare. E’ un approccio fondamentalmente diverso dal passato, quando ciascuno sviluppava modelli di simulazione pensati per essere utilizzati esclusivamente per singole simulazioni.
Cover Story
Siete quindi già in grado di supportare simulazioni multifisiche? In molte aree siamo già in grado di fare connected engineering per prodotti complessi. A livello di sistema ciò significa essere capaci di fare sintesi di modelli che arrivano da differenti domini fisici. Questo è esattamente ciò su cui ci stiamo focalizzando: rendere sempre più sofisticate le capacità di creare modelli in differenti aree
fisiche, ma anche riuscire a fare in modo che una molteplicità di modelli possano essere aggregati in modo da fare multifisica, gestendo software, dimensione elettrica e meccanica. Per far sì che progetti e processi di questo tipo abbiano successo le aziende devono intervenire trasformando la propria organizzazione, definendo e individuando competenze, processi e tecnologia. 13
Schneider Electric
L’interfaccia augmented operator sviluppata da Levian
Levian: gestione dell’energia connessa e integrata Connettività e realtà aumentata per la cabina MT-BT di un nuovo stabilimento produttivo con le soluzioni EcoStruxure Power di Schneider Electric 14
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ridgeport è un’azienda attiva dal 1945 con sede principale a Bolgare (BG), che opera nella produzione di valvole per diversi mercati: automotive, antincendio, HVAC, meccatronica e oggi conta circa ottanta dipendenti, servendo clienti in trenta paesi. Levian è la società del gruppo che serve il mercato dell’antincendio, per la quale di recente è stato realizzato un nuovo stabilimento produttivo sito a Bolgare. Bridgeport, che è cliente Schneider Electric (www.schneider-electric.it) per le soluzioni di distribuzione elettrica da molti anni, ha rinnovato la sua scelta di collaborazione per realizzare i sistemi necessari in questo nuovo impianto: la cabina di trasformazione MTBT, con componenti e soluzioni digitali, ma anche alcuni sistemi di gestione di edificio legati all’illuminazione naturale dello stabilimento e all’illuminazione elettrica di uffici e reception. Levian ha manifestato l’esigenza di realizzare i nuovi sistemi adottando le tecnologie più innovative. In particolare per quanto riguarda la distribuzione elettrica si richiedeva di avere a disposizione strumenti per il monitoraggio in tempo reale dei parametri elettrici di tutto l’impianto MT-BT, strumenti per la gestione dei consumi. In risposta a questi bisogni il partner che ha realizzato il progetto ha proposto la piattaforma EcoStruxure Power di Schneider Electric, in grado di integrare tutte le funzionalità richieste su una piattaforma e architettura di
Case Study sistema aperta, interoperabile e basata sull’IoT. Inoltre è stato deciso di sfruttare le potenzialità digitali della piattaforma per sviluppare anche un progetto pilota che prevede di applicare la realtà aumentata per offrire agli operatori strumenti innovativi per interagire con le apparecchiature della cabina MT-BT. La cabina MT-BT realizzata per Levian è una cabina con connessione in Media tensione a 15kV con una potenza installata di 400kVA, equipaggiata con uno scomparto di media tensione tipo AT7-B, un trasformatore in resina tipo Trihal e un quadro di bassa tensione Prisma P. Tutti i principali componenti elettrici della cabina sono dotati di apparecchiature comunicanti e i dati generati sono raccolti e concentrati sul gateway COMX’ 510 che è in grado di renderli disponibili sul proprio web server in modo facile e intuitivo oltre che di comunicarli verso dispositivi esterni in Modbus TCP/IP. La piattaforma EcoStruxure Power si distingue per la scelta di adottare protocolli di comunicazione standard come Ethernet e per la disponibilità di architetture testate e validate, già predisposte per lo scambio dei dati. Questa apertura ha consentito di scalare immediatamente l’architettura per abilitare l’utilizzo della realtà aumentata utilizzando il software EcoStruxure Augmented Operator Advisor: a livello di hardware, è stato sufficiente installare un server e posizionare un access point Wi-Fi in cabina per consentire la comunicazione tra macchinari e il tablet dato in dotazione all’operatore. 15
Schneider Electric schemi di impianto, procedure di collaudo etc, e naturalmente di monitorare, gestire in modo più efficiente e rapido l’impianto stesso.
La persona così dispone, di fatto, di una versione digitale dell’intero progetto e può visualizzare in tempo reale dati, parametri e altri fattori chiave impostati dal cliente, ottenendo uno strumento che permette di interagire con maggiore sicurezza fisica con l’impianto, non avendo la necessità di aprire la cabina e intervenire manualmente, di conservare e poter consultare in modo digitalizzato tutti i materiali e documenti relativi alla cabina quali
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Questa prima sperimentazione riguarda in specifico la cabina MT-BT ma dal momento che anche tutti i componenti dell’impianto di distribuzione in bassa tensione sono connessi e intelligenti (gamma iQuadro di Schneider Electric) tutto è pronto se si deciderà in futuro di attivare questi strumenti innovativi di interazione uomo macchina e di gestione in modo più esteso. Infine, per rispondere alle esigenze di gestione dell’edificio manifestate dal cliente, è stato implementato un Building Management System Schneider Electric che consente la supervisione meccanica di apertura e chiusura delle finestre che danno luce al capannone e la gestione dell’illuminazione in uffici e reception: il tutto è visualizzabile con un’interfaccia standard in grado di dialogare con tutti i sistemi già installati.
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Il Team di Beckhoff durante l’evento dedicato alle soluzioni per i nuovi mercati
Wind, Water, Oil & Gas ed Energy targati PC-based Le soluzioni Beckhoff si basano sulla tecnologia di controllo PC-based che, configurata nel modo piĂš opportuno per il settore del processo e della generazione di energia, offre risposte di ottimizzazione e innovazione. Ne parliamo con Duilio Perna, Managing Director di Beckhoff Italia.
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Solution to Watch
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eckhoff (www.beckhoff.it) ha realizzato il 21 novembre scorso presso Palazzo Montemartini a Roma un evento dedicato all’automazione di processo, coinvolgendo i protagonisti dei mercati Water, Wind, Oil & Gas ed Energy. L’evento ha riscosso grande successo e interesse. Tra gli oltre 100 partecipanti, erano presenti system integrator, installatori, utilities e costruttori di impianti che hanno potuto approfondire l’offerta innovativa di Beckhoff in questi mercati. Oltre al personale di Beckhoff Italia hanno preso parte attivamente anche i responsabili di mercato provenienti dall’headquarter, portando la loro esperienza internazionale di soluzioni con le quali differenziarsi, capitalizzando un fattore tecnologico competitivo per diventare un interlocutore di riferimento anche in questo settore. Il valore aggiunto è stato apportato dai casi applicativi presentati da system integrator in ambito di water treatment, energy, oil & gas e cyber security, tutto in ottica 4.0.
trasferire sul mercato tutti i benefici della piattaforma olistica PC-based che porta benefici in termini di affidabilità, sicurezza e riduzione costi”.
L’offerta PC-based per il mercato di processo
Come spiega Perna, l’interesse verso questo tipo di industry è in larga parte motivato dall’apertura di queste aziende verso un percorso di digitalizzazione. “Il contributo che possiamo dare è implementare processi di data collection da una pluralità di sensori, che prevede poi comunicazione multiprotocollo verso piattaforme IoT dedicate in cloud, e infine, con opportune analytics, la generazione di informazioni di valore a singoli profili di utenza. Dall’altra parte con la nostra offerta di terminali I/O a sicurezza intrinseca e di PC per ambienti a rischio di esplo-
“Per noi significa rafforzare l’esperienza ed il know-how già maturati nel settore del processo, delle infrastrutture per la generazione dell’energia e trattamento delle acque, partendo dalla solidità costruita nel settore delle macchine da produzione industriale, dove siamo riusciti a diventare un protagonista indiscusso dell’automazione”, afferma Duilio Perna, Managing Director di Beckhoff Italia. Passo dopo passo ci stiamo mobilitando per organizzare una struttura in grado di 20
Il punto di forza di Beckhoff è la tecnologia di interfaccia verso il campo, hardware e software che possono operare come concentratori in modo affidabile, assicurando scalabilità, modularità e indirizzamento di una pluralità di ambienti diversi, grazie alla possibilità di supportare svariati protocolli di comunicazione in utilizzo presso gli impianti. La raccolta di dati dal campo realizzata nella piattaforma TwinCAT - che incorpora una logica in grado di integrarsi in qualsiasi ambiente infrastrutturale - apre le porte all’ingegnerizzazione di una varietà indefinita di processi, soprattutto guardando ad implementazioni che possono essere innescate dall’affermazione dell’IoT. Dal controllo remoto alla manutenzione predittiva, dal monitoraggio della sicurezza di impianti critici all’ottimizzazione dei processi di qualità.
Beckhoff Automation sione possiamo migliorare l’architettura di automazione degli impianti in performance e semplificazione con i vantaggi derivanti dalla apertura della piattaforma PC-based. Abbiamo la tecnologia che può soddisfare la realizzazione di progetti anche complessi, aggiunge Perna. Sono convinto che se continuiamo a sostenere la nostra attività con il massimo impegno, saremo in grado di poter dare ai nostri partner delle vere opportunità di business e conseguire ottimi risultati da parte di tutti gli stakeholder. Le soluzioni che si stanno predisponendo sono dedicate, in particolare, a integratori che operano su commessa sviluppando anche upgrade di impianti o parti di esso. Il punto di forza è avere una piattaforma tecnologica molto trasversale ed aperta”. I punti di forza di Beckhoff per la parte bassa di campo risiedono soprattutto nel mettere a disposizione una piattaforma integrata PC-PLC di ottima qualità e grandi prestazioni, realizzata al
meglio dal punto di vista costruttivo per poter essere utilizzata nei più diversi ambienti industriali. Gli ultimi modelli sono tutti estremamente compatti e senza ventilazione. Hanno la possibilità di essere programmati facilmente grazie a un ambiente di sviluppo semplice e sono integrabili con tantissime funzioni e protocolli di comunicazione, tra cui l’MQTT. “Poter disporre di un PC che integra tecnologia PLC garantisce una flessibilità estrema. Due ambienti in un unico oggetto, un qualcosa che pochi sono riusciti a fare”. La tecnologia di controllo PC-based di Beckhoff racchiude in un’unica piattaforma HW e SW le proprietà necessarie alla realizzazione di infrastruttura di automazione e comunicazione intelligente. Si tratta di un PC industriale con un unico ambiente di sviluppo e di esecuzione del programma, TwinCAT, che gestisce in contesto deterministico varie funzioni tra cui: logica, motion control, comunicazione, HMI, safety, tecnologia di misurazione, condition
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Solution to Watch monitoring, power monitoring, visione, data collection, IoT e analytics. Nell’ industria di processo sono sempre più richieste soluzioni di automazione innovative che riducono i costi. L’adozione di un sistema universale per l’automazione industriale e di processo offre elevate potenzialità di ottimizzazione. Con l’integrazione di protocolli e interfacce specifiche del mondo del processo e grazie ad una gamma estesa di prodotti per zone a rischio di esplosione, la tecnologia di controllo PC-based soddisfa esattamente questa esigenza. Pertanto l’integrazione completa della funzionalità HART sia nel sistema I/O che in TwinCAT assicura una semplice progettazione e messa in servizio. I nuovi terminali EtherCAT della serie ELX a entrate/uscite di sicurezza intrinseca e dal design compatto, consentono la
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connessione diretta dei dispositivi di campo nella zona a rischio di esplosione 0, 1 e 2. Il PC-based Control di Beckhoff combina l’automazione e la tecnologia di processo con tutti i vantaggi della diagnostica integrata direttamente nel sistema EtherCAT. Oltre ai terminali EtherCAT della serie ELX con interfacce a sicurezza intrinseca, il portafoglio comprende i nuovi Control Panel e i Panel PC della serie CPX per l’impiego in Zona 2/22. Il SW di automazione TwinCAT supporta la gestione di oltre 400 tipologie di terminali I/O e comunica verso il mondo cloud mediante l’uso di protocolli standardizzati come MQTT, AMQP e OPC UA. In questo modo viene realizzata l’integrazione orizzontale e verticale di ambienti industriali, requisito fondamentale per ottenere l’interoperabilità del contesto operativo di riferimento.
Politecnico di Milano
Progettare il Valore: la nuova sfida dello sviluppo prodotto
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Umberto Cugini Professore Emerito di Progettazione e Ingegneria Industriale presso il Politecnico di Milano
n un mercato globale che evolve dinamicamente e sempre più rapidamente, passando dal paradigma del possesso e quindi dell’acquisizione a quello dell’uso e/o della disponibilità, cambiano, e in modo non marginale, le specifiche dei nuovi beni strumentali per chi deve progettarli e poi produrli. Affittare e/o avere la disponibilità temporanea a termine di un bene strumentale necessario per generare altre fonti di profitto implica requisiti tecnici ed economici di questo bene del tutto diversi rispetto a quando il bene deve essere acquistato. I requisiti tecnici ovvero il target per la progettazione, nel caso del settore B2B, è sempre stato unicamente di tipo tecnico prestazionale con un limite di costo da non superare nell’ottica di una ottimizzazione del rapporto prestazione/costo. La disponibilità del bene strumentale passa dall’acqui-
sizione (come investimento che poi deve essere ammortizzato nel suo ciclo di vita) e quindi è un costo diretto in capo al singolo prodotto progettato e poi prodotto. Quindi l’innovazione che è condizionata dalla disponibilità di nuovi mezzi di produzione è affrontabile solo attraverso la capacità d’investimento iniziale e la robustezza finanziaria che permetta questi investimenti. Del resto la vita dei prodotti, sia nel mercato B2C che in quello B2B, continua a diminuire e quindi il rischio e l’esposizione finanziaria assunti nelle fasi di investimento aumentano. In questa situazione la progettazione dei nuovi prodotti diventa un imperativo ed il risultato tende sempre più rapidamente ad essere binario. Progettare il valore è quindi il nuovo mantra per gli Uffici Tecnici. Valore che nel caso di prodotti per il mercato B2B è legato all’eccellenza funzionale misurabile in modo quantitativo, quindi legato ad un valore di mercato presumibile e affidabile, ma che per il mercato consumer è essenzialmente un Valore Percepito tutto virtuale, quindi molto, se non del tutto, dipendente da aspetti sempre meno legati alle funzionalità tecniche e quindi ai costi di progettazione e produzione. 23
CMI Industries, un futuro 4.0 con MOOG A confronto con Franco Comoli, presidente di CMI Industries, azienda con più di trent’anni di storia alle spalle e una gran voglia di continuare a essere sul mercato interpretando un ruolo da protagonista nell’industria del confezionamento. Il valore strategico della partnership con MOOG e l’utilizzo dell’’Unità di Potenza Elettroidrostatica EPU 24
Moog
Franco Comoli Presidente di CMI Industries
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ffinché il termine Industria 4.0 non sia puro e semplice vaporware non c’è niente di meglio che confrontarsi con gli imprenditori, contestualizzando e individuando cosa realmente si celi dietro la prospettiva di questa nuova dimensione di automazione totalizzante. Per Franco Comoli, Presidente di CMI Industries, azienda italiana di respiro internazionale di primissimo piano nel settore del confezionamento, parlare di Industria 4.0 significa parlare di regole e metodi per realizzare processi end-to-end digitali, con l’obiettivo di aumento di produttività e controllo dei costi, un’esigenza, quest’ultima, che per CMI appare irrinunciabile in quanto requisito fondante per poter lavorare in modo profittevole su commesse ad alta personalizzazione. Il viaggio 4.0 “Flessibilità di progettualità e di configurazione delle macchine sono per noi elementi di grande competitività, che si possono ottenere solo avendo visibilità su ogni singolo costo della produzione”, dice Comoli. “Tutta l’attività deve essere costantemente monitorata in modo da avere assoluta certezza dei costi complessivi, una condizione che ci permette di assicurare il corret-
to posizionamento dell’offerta e una migliore capacità di contrattazione con il cliente”. “Ci stiamo muovendo in questa direzione già da tempo, ma vediamo che sono ancora poche le aziende italiane che sono al passo con il nuovo paradigma Industria 4.0. Lo stanno facendo le grandi aziende mentre le PMI, tranne eccezioni, sono un po’ in mezzo al guado”. Vi sono Paesi dove regole e metodi 4.0 sono già diventati la discriminante d’acquisto? “Certo. Posso citare come esempio quello un’azienda asiatica per conto della quale l’estate scorsa abbiamo completato la fornitura di quattro impianti per il riempimento di idropitture. Un’azienda 4.0 a tutto tondo, dove è stata raggiunta la completa digitalizzazione di tutta la fase di ciclo del prodotto. In contesti di questo tipo significa poter introdurre soluzioni 4.0 con il preciso obiettivo di rendere più efficiente l’intera catena di produzione del valore e una conseguente riduzione dei costi”. Innovazione e partnership Dalla discussione con Comoli emerge come la tecnologia possa essere una formidabile leva di innovazione, ma che in assenza di controllo il suo potenziale innovativo possa essere vanificato. “Mettere in azienda un motore che permette di andare più veloci non significa poi molto se la tecnologia non viene compresa e valorizzata dalle persone. Sono queste ultime che fanno sì che la tecnologia sia elemento abilitante l’innovazione di processo”. Il messaggio è chiaro: la tecnologia 25
Moog non deve mai essere vissuta in modo passivo, altrimenti non si possono generare veri cambiamenti e valore per l’impresa. Le persone devono porsi nei confronti della tecnologia con uno spirito critico e pro-attivo in modo tale che sia la tecnologia al servizio dell’azienda e non viceversa. Come dice Comoli, “La tecnologia cambia le persone, ma le persone possono cambiare la tecnologia”. La partnership con MOOG Per traguardare obiettivi di nuova competitività ed efficienza, è inoltre indispensabile e strategico saper individuare le partnership in grado di portare valore aggiunto alle modalità di produzione. E’ in questo senso che deve essere letta la collaborazione con MOOG (www.moog.it), società che ha permesso a CMI di ridisegnare alcuni metodi di progettazione/costruzione cercando di rendere più compatte alcune parti di macchine migliorando al tempo stesso standard tecnici e di efficienza. “L’Unità di Potenza Elettroidrostatica EPU di MOOG (vedi riquadro) – afferma Comoli - supporta l’esigenza di migliorare l’efficienza con miglioramento delle performance anche in termini di riduzione di costo, risolvendo, al tempo stesso, le esigenze di lavorazione che vengono sollevate in un ambiente di produzione asettico. Grazie all’adozione di una soluzione oleodinamica in sostituzione di una tradizionale di tipo elettromeccanica, siamo riusciti a soddisfare tutte le nostre aspettative ”. La partnership CMI-MOOG interpreta
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il concetto di “open innovation”, ovvero l’approccio strategico e culturale in base al quale le aziende, per creare maggiore valore e competere meglio sul mercato, scelgono di ricorrere a una vera sinergia tra risorse interne ed esterne. Questo processo consente infatti un più rapido time to market, ovvero un tempo minore per passare dalla fase di ideazione del prodotto o servizio o alla sua immissione sul mercato. Produttività La produttività di un’azienda appare direttamente proporzionale alla densità di innovazione che si è capaci di introdurre trasversalmente a tutta l’organizzazione e riguarda persone, processi e tecnologia abilitante. E’ quanto testimonia la storia di CMI, che per riuscire a traguardare obiettivi di produttività ha messo in gioco l’intera organizzazione, cercando di proiettare la propria evoluzione in un’ottica di cambiamento continuo. Un qualcosa, il cambiamento, che non si può improvvisare, che non può essere una via di fuga o un semplice escamotage, ma che deve essere inteso come parte integrante della cultura aziendale. Altrettanto importante è l’organizzazione. La tecnologia introdotta in un modello organizzativo debole si può rivelare un boomerang. “Io credo in un modello organizzativo altamente specializzato, dice Comoli, dove in ciascuna area tutto è pensato per ottenere il massimo valore. Una volta definito il modello sono le persone che possono fare la vera differenza, a tutti i livelli”.
Moog Competenze In un mondo iper-tecnologico, che viaggia a super velocità, le aziende devono acquisire e/o formare high skill worker con competenze modulate, verso il basso e verso l’alto, per soddisfare il nuovo modo di produrre. C’è spazio per tutti. Mai però avere la presunzione di essere arrivati. Si deve sempre tenere presente che il cambiamento è l’unica certezza. Una delle sostanziali differenze rispetto al passato è data, infatti, da una maggiore volatilità delle competenze, che nascono, si sviluppano e muoiono con cicli molto più brevi rispetto al passato. Per quanto si continui ad affermare che la new wave tecnologica sia destinata a ridurre il numero di occupati ovunque e comunque, la realtà ci dice che serviranno competenze qualificate oltre l’ordinario sia nella parte più alta sia nella parte più bassa dei processi. E’ quanto accaduto e accade in CMI, alla costante ricerca di risorse altamente specializzate, sia nella progettazione sia nel montaggio e nel collaudo. Guardando a quella che è stata la
storia dell’azienda non è mai venuto meno l’importanza del ruolo delle persone. Anche oggi in un’epoca di automazione avanzata sono le persone a determinare la creazione di valore. “Apprezzo le persone propositive, che si mettono in gioco. Nel momento in cui esprimono un atteggiamento collaborativo vuol dire che si pongono come parte attiva nella trasformazione dell’operatività quotidiana, vuol dire avere persone con cui è possibile creare un futuro”. Italiana con vocazione internazionale Più e più volte sono state fatte valutazioni in merito a una delocalizzazione di parte dell’azienda, ma alla fine si è sempre deciso di mantenere tutta la produzione sul territorio dove è iniziata la storia di CMI, ormai più di cinquant’anni fa. “Ancora adesso sono convinto che le più belle idee nascono in Italia e che il Made in Italy sia un elemento distintivo di valore e competitività. Un esempio? Un partner cinese che ci ha chiesto di poter affiancare il
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Moog nostro nome al loro, convinti del fatto che avere un brand associato a un marchio italiano possa dare un vantaggio differenziante e competitivo”. Pur continuando ad avere un’ottima presenza sul mercato italiano, CMI continua a investire per estendere e consolidare il proprio business sui mercati esteri: Europa, Africa, Turchia, Israele, Iran, Australia, Stati Uniti, Cina. Su tutti questi fronti sono state consolidate posizioni e avviato opportunità. “Siamo nella condizione di poter crescere ulteriormente. Lo spazio esiste, i fondamentali anche”. Miglioramento come innovazione continua Dalla storia di CMI emerge una verità, semplice e allo stesso complessa.
Quale? Che il miglioramento è la somma di micro-innovazioni giornaliere; che per avere successo bisogna saper esercitare al meglio il ruolo di imprenditore; che occorre saper guardare con curiosità e positività all’emergere di nuove tecnologie e circondarsi di persone che possano realmente contribuire a dare forma al cambiamento. Non ultimo, che bisogna sapere riconoscere i propri limiti, ed essere disposti e lasciare spazio a chi può aiutare a definire e mettere in esecuzione un percorso di crescita. Nasce proprio da quest’ultima esigenza l’ingresso in CMI di nuovi soci italiani, una scelta finalizzata al consolidamento e apertura verso nuove opportunità di mercato che permettono a un’azienda di carattere famigliare di progettare un futuro sostenibile.
L’utilizzo dell’Unità Elettroidrostatica di Potenza EPU di MOOG La soluzione progettuale adottata in CMI ha consentito di sostituire una soluzione motion elettromeccanica con una di tipo oleodinamico migliorandone le performance complessive. I criteri di realizzazione della macchina di CMI che utilizza la tecnologia EPU sono stati valutati basandosi sulle reali esigenze dei clienti: ambiente secco e controllato, umidità controllata e quindi tutti quegli accorgimenti che possono mantenere l’ambiente inalterato, alla giusta temperatura, senza intaccare chimicamente il prodotto. La scelta di installare il sistema di attuazione ibrido di MOOG ha apportato alla produzione di CMI una serie di vantaggi, tra questi: Una massiccia riduzione di utilizzo del fluido del 95% rispetto ai sistemi tradizionali, il che presenta benefici in termini di consumi e, quindi, anche di sostenibilità. Il controllo retro-azionato in posizione del cilindro ad elevata precisione: +/- 0.1 mm ed in velocità e pressione per migliorare il prodotto e l’efficienza produttiva.
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Moog Una rumorosità sensibilmente ridotta, sia in valore assoluto sia durante il processo, grazie alla possibilità di lavorare non in continuo e all’eliminazione del rumore dei chiavistelli di blocco. Sarà infatti possibile regolare con limite di coppia il motore col fine di muove i chiavistelli in battuta evitando rumori dovuti alla battuta meccanica. Uno sviluppo di calore molto limitato che si traduce in un indice di rendimento pari all’82% - contro il 40% registrato con altri sistemi. La possibilità di parametrizzazione dei cambi ricetta in maniera immediata. La collaborazione diretta per lo sviluppo sia software sia hardware della gestione del sistema. Le caratteristiche innovative dell’unità EPU possono, infine, essere riassunte nei seguenti punti: Prodotto derivato da applicazioni aerospaziali, quindi con contenuti innovativi dedicato all’ambiente industriale. Il circuito idraulico chiuso che costituisce il funzionamento dell’Unità Elettroidrostatica di Potenza risponde pienamente all’esigenza del cliente di mantenere inalterato l’ambiente di lavoro dal punto di vista chimico-fisico. La possibilità di utilizzare un fluido non tossico e per ambienti farmaceutici è un ulteriore plus del prodotto. L’alta efficienza energetica ancora una volta va nella direzione dell’esigenza del cliente. La rumorosità ridotta rispetto a prodotti analoghi permette di evitare rumori molesti e ridurre la dose giornaliera di rumore che il personale si deve sorbire.
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Altair Engineering
Altair Inspire, come promuovere il design innovativo con la simulazione L’adozione di un approccio di progettazione basato sulla simulazione, in cui la simulazione viene utilizzata in modalità end-to-end, offre ampi spazi per l’innovazione e crea una piattaforma interfunzionale per designer, progettisti ed esperti in simulazione, oltre che per gli specialisti della produzione. 30
Solution to Watch
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el mondo della progettazione si sta evidenziando una sempre più ampia frammentarietà applicativa. Per rispondere a esigenze sempre più complesse, designer, ingegneri ed esperti in produzione hanno dovuto acquisire una molteplicità di competenze specialistiche. Un fenomeno, che se da una parte ha contribuito a generare innovazione nei differenti comparti, dall’altra ha portato a una visione sempre più limitata delle singole attività. In molti settori, alle persone che si occupano di progettazione e produzione si richiede oggi una capacità collaborativa poiché viene meno l’interesse verso una integrazione verticale e prevale l’esigenza di mettere in atto un approccio cross-industry che vede coinvolte sia risorse interne che esterne al perimetro d’impresa in modo da esprimere un valore end-to-end in termini di value chain e supply chain. La progettazione collaborativa assume quindi una rilevanza straordinaria, soprattutto nella fase di concept iniziale poiché i progettisti hanno l’esigenza di interagire con gli ingegneri e questi ultimi, per garantire la fattibilità del progetto, devono a loro volta, e in modo sostanziale, interagire con gli esperti in produzione. Il problema di un approccio tradizionale e frammentato alla progettazione non è più sostenibile poiché limita la diffusione di preziose informazioni tra tutte le persone coinvolte in fase progettuale e di produzione. In questo caso, infatti, succede
spesso che i problemi di produzione dettagliati vengano esaminati in una fase troppo tardiva, dopo il trasferimento dei concetti al reparto progettazione, impedendo di sfruttare tutto il potenziale in termini di prestazioni e contenimento dei costi. In un approccio di progettazione a compartimenti stagni, le modifiche per soddisfare i requisiti di produzione possono essere considerate solo a posteriori, incrementando i costi di implementazione. Proprio per questo, spesso i prodotti risultanti da tale processo costituiscono solo una soluzione di compromesso e non sempre raggiungono gli obiettivi attesi. In genere, nell’ambito della progettazione di un prodotto si presta la massima attenzione affinché i prodotti rispettino tutta una serie di condizioni, in particolare: Devono essere efficienti in termini di peso, materiale e costo; Devono essere avanzati e fail-safe; Non devono presentare difetti, per limitare gli scarti di produzione. Per raggiungere tali obiettivi è fondamentale cooperare a stretto contatto durante la fase di progettazione iniziale, o almeno conoscere a fondo tutti i processi successivi. Imparando a conoscere fin dall’inizio le opportunità offerte dai requisiti e le limitazioni intrinseche delle altre discipline, è possibile ottenere performance di gran lunga superiori. 31
Altair Engineering Nuove soluzioni: sfruttare la simulazione come strumento di progettazione In aggiunta alle problematiche di sviluppo sopra descritte, tempistiche sempre più ristrette, nuovi requisiti di legge e una maggiore attenzione all’ambiente da parte dei clienti stanno aumentando ulteriormente la pressione sui reparti di sviluppo. Per rispondere adeguatamente a queste crescenti esigenze di efficienza, le aziende devono aumentare la propria capacità di innovazione, adattando al nuovo ambiente sia i processi che gli strumenti di sviluppo. Per rendere possibile un cambio di paradigma nella progettazione, adeguato alla flessibilità che oggi si tende a richiedere, esistono piattaforme software innovative, come Altair Inspire, che abilitano la definizione di processi integrati per uno sviluppo continuo e interattivo tra le diverse componenti che devono necessariamente interagire nelle diverse fasi di lavorazione. Questa nuova tecnologia offre un vantaggio unico poiché permette di utilizzare la simulazione come strumento di progettazione sin dalla fase iniziale del processo di sviluppo. Altair (www.altairengineering.it) Inspire permette agli ingegneri di produrre bozze di progettazione in tempi più brevi, assicurando fin dall’inizio la disponibilità delle funzioni richieste e la fattibilità produttiva. In un singolo ambiente software è quindi possibile associare la creazione e la valutazione dei modelli a una simulazione semplice, rapida e affidabile per tutta una serie di processi previsti nell’ambito delle applicazioni industriali. 32
Esempio di applicazione - Nuova console per attuatore: pressofusione o stampa? Per dimostrare in che modo la piattaforma Altair Inspire consente di accelerare il processo di sviluppo, viene qui illustrata la progettazione di una console per attuatore. Tradizionalmente lo sviluppo inizia con un modello CAD, che viene valutato e migliorato nel corso di varie iterazioni fra i reparti di design e progettazione, finché non si ottiene un modello convalidato, di cui è necessario verificare la fattibilità di produzione in un passaggio successivo. Se si progetta la stessa console per attuatore con Altair Inspire, è possibile effettuare velocemente gli studi di ottimizzazione della topologia, identificando la forma più efficiente dal punto di vista strutturale prima ancora di iniziare ad abbozzare la geometria. A tale scopo, è innanzitutto necessario definire lo spazio di progettazione, i carichi, gli obiettivi di progettazione generali, come la massima rigidità o l’utilizzo minimo di materiale, e infine i vincoli di produzione già noti. Il modulo Motion di Altair Inspire consente di progettare la cinematica e può essere utilizzato anche per determinare i carichi dinamici in condizioni di movimento. Con questi input è possibile identificare la forma ottimale, che utilizza la quantità minima di materiale per raggiungere gli obiettivi di prestazioni richiesti. Poiché il valore dell’ottimizzazione della topologia si misura sempre in termini di fattibilità industriale, con un prodotto software come Altair Inspire è fondamentale essere in grado di considerare una vasta gamma
Solution to Watch di condizioni al contorno tipiche dei metodi di fabbricazione più comuni. In seguito, per caricare i risultati della forma specifica è necessario eseguire un’analisi a elementi finiti per valutare la struttura in oggetto. Tutte queste operazioni, oltre a metodi di ottimizzazione aggiuntivi quali ottimizzazione topografica e parametri, sono disponibili all’interno di Altair Inspire. Uno sguardo alla produzione La produzione deve tenere necessariamente in conto tutta una serie di vincoli fisici. L’esempio seguente mostra il processo di simulazione di progettazione e produzione dell’attuatore, utilizzando un metodo di fusione a letto di polvere metallica e pressofusione con uno stampo a cera persa realizzato con una stampante 3D. Nel caso della stampa 3D del componente, è possibile utilizzare Altair Inspire per determinare la direzione di stampa ottimale al fine di evitare le
strutture di supporto non necessarie. Se il progettista sceglie la pressofusione come metodo di produzione preferenziale, può valutare la producibilità con Inspire Cast e ottimizzare il componente in modo da evitare la formazione di cavità e porosità. Un importante vantaggio è dato dal fatto che tutti i passaggi - dalla determinazione del carico all’identificazione del concetto, fino alla realizzazione geometrica con lo scopo di salvaguardare le meccaniche strutturali e la produzione - possono essere eseguiti in un singolo ambiente, evitando scomode iterazioni fra i reparti di progettazione e produzione. Inoltre, Inspire Cast può essere utilizzato anche alla fine della fase di progettazione per simulare con precisione il processo di riempimento e solidificazione, consentendo di scegliere il metodo di produzione più efficiente. Al tempo stesso, il consumo di energia e materiale viene ridotto e l’in-
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Altair Engineering tero processo risulta molto più veloce. Nel caso dell’esempio, il componente è stato sia stampato in 3D, sia pressofuso tramite uno stampo a cera persa realizzato con una stampante 3D. In entrambi i casi è stato possibile sfruttare la massima libertà di progettazione garantita dalla stampa 3D e, grazie all’ottimizzazione della topologia, ottenere un design efficiente in termini di struttura e utilizzo dei materiali, tenendo conto anche dei vincoli di fabbricabilità fin dalla fase di concept iniziale. Competere puntando su flessibilità e innovazione La modifica dei processi di sviluppo esistenti richiede in genere tempo e fatica. Tuttavia, l’uso della simulazione come strumento di progettazione fin dalle prime fasi del processo di sviluppo offre la possibilità di definire processi molto più veloci, flessibili e soprattutto
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economici, permettendo di sviluppare prodotti più competitivi. Altair Inspire supporta questo approccio offrendo varie discipline di simulazione e considerando diversi vincoli di produzione in una singola piattaforma software facile da usare.L’adozione di un approccio di progettazione basato sulla simulazione, in cui la simulazione viene utilizzata in modalità end-to-end, offre ampi spazi per l’innovazione e crea una piattaforma interfunzionale per designer, progettisti ed esperti in simulazione, oltre che per gli specialisti della produzione. Altair Inspire permette di realizzare un concetto di design tramite una procedura passo passo, tenendo conto al tempo stesso di tutte le specifiche. Il design così ottenuto è già ottimizzato e convalidato in termini di struttura, cinematica e metodo di produzione desiderato, il tutto tramite una singola piattaforma software.
Introducing the Future of Simulation-Driven Design
Visit the Altair Booth at Formnext 2018 Hall 3.1, Booth F70
Introducing the Altair Inspire™ platform. The Altair Inspire platform is an intuitive and powerful software technology platform that enables simulation-driven design throughout the entire product development process from concept to creation.
Be Inspired at altair.com/InspirePlatform
Beckhoff Automation
Per una digitalizzazione al servizio delle PMI Giampaolo Prada, responsabile della rete di vendita indiretta di Siemens PLM Software, spiega il valore e la proposizione d’offerta rivolta al mercato delle piccole e medie aziende italiane. Risultati, Obiettivi e Programmi per accelerare la modernizzazione e delle imprese. 36
Siemens PLM Software
Giampaolo Prada Responsabile della rete di vendita indiretta di Siemens PLM Software
In uno scenario caratterizzato da una straordinaria accelerazione tecnologica e dalla pressante necessità di allineare il business alla dinamica di trasformazione globale, il modello di go to market dei fornitori IT deve essere costantemente ottimizzato e adattato in modo da preservarne la competitività e l’efficienza. Una sfida che riguarda tutte le organizzazioni, indipendentemente dal contesto di industry che si vuole indirizzare. Un percorso in partnership Di quelle che sono diventate oggi le esigenze delle PMI italiane ne è pienamente consapevole Siemens PLM Software (www.siemens.it/plm) azienda leader a livello mondiale nella fornitura di applicazioni e soluzioni per la gestione dello sviluppo prodotto e il manufacturing operation management - che negli ultimi dieci anni ha investito significativamente per dotarsi delle competenze necessarie per iniziare a percorrere, insieme ai propri partner, una strada improntata all’integrazione di diverse tecnologie, volta alla digitalizzazione delle imprese. Per Giampaolo Prada, responsabile della rete di vendita indiretta di Siemens PLM Software, la sfida si traduce nella capacità di mettere a punto una strategia che consenta al proprio ecosistema di partner di trarre vantag-
gio dal valore espresso da una nuova generazione di software e dalla capacità di integrare più elementi applicativi e infrastrutturali. L’obiettivo è la digitalizzazione dei processi, che può portare maggior efficienza, competitività, produttività e, nell’insieme, un nuovo valore alle imprese. Obiettivo PMI L’indiretta, canale privilegiato per indirizzare le esigenze delle piccole e medie imprese, ha in Italia un’importanza di primissimo piano in quanto il tratto comune che ci caratterizza è l’elevato numero di aziende che fanno riferimento a questa classe imprenditoriale. L’Italia, in definitiva, è sinonimo di PMI. Ma se nel passato questa peculiarità veniva considerata un valore aggiunto, con la progressiva affermazione della globalizzazione la dimensione PMI si è andata esponendo a nuove vulnerabilità. Di fatto, per le aziende diventa sempre più complesso riuscire a essere impermeabili alle discontinuità che fattori economici e tecnologici tendono a introdurre con incredibile frequenza. Eppure, il cambiamento che si è venuto a determinare, se da una parte può virtualmente essere vissuto come una minaccia, dall’altra solleva opportunità una volta inimmaginabili. Tra queste, in primo luogo, la possibilità da parte delle PMI di accedere a un valore tecnologico che una volta era appannaggio esclusivo solo delle grandi aziende. Come dire? La globalizzazione e la digitalizzazione hanno in qualche modo democratizzato l’accesso alla tecnologia. Analogamente, questo fenomeno si traduce in opportunità per tutti coloro che operano sul fronte dell’offer37
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ta. “I fornitori di tecnologie sono nella condizione di pensare a soluzioni che travalichino il tradizionale perimetro di utilizzo delle soluzioni tradizionali, definendo modalità di processo o di business innovative”, dice Prada. Accelerare il processo di modernizzazione delle PMI diventa, quindi, l’esercizio sul quale viene messa in discussione la capacità dei fornitori di dare risposte all’altezza delle attuali sfide di modernizzazione. L’evoluzione di Siemens La dinamica evolutiva che ha caratterizzato l’ultimo periodo di Siemens è frutto di una strategia i cui fondamenti sono basati sulla ricerca di una crescita sostenibile. Due le fonti di generazione di nuove opportunità: da una parte il consolidamento del core business attraverso una crescita organica, dall’altra l’estensione del portafoglio d’offerta attraverso una politica di acquisizioni mirate. Infine, la capacità organizzativa di sviluppare competenze 38
coerenti con la nuova offerta e, non ultimo, essere sul mercato nel modo più integrato e coordinato possibile. I risultati di questo percorso delineato negli anni non si sono fatti attendere. Negli ultimi 5 anni il volume dell’indiretta ha evidenziato un tasso di crescita medio annuo a doppia cifra, per un aumento complessivo di circa il 100% del giro d’affari, incrementando la propria quota di contribuzione al fatturato complessivo dell’azienda. Obiettivo dei prossimi 5 anni è arrivare a crescere di almeno un altro 10% in termini di contribuzione al fatturato. Afferma Prada: “In valore assoluto andremo a incrementare i nostri valori poiché siamo in presenza di un mercato in continua espansione tanto è vero che la crescita stimata anno su anno è sempre in un range a doppia cifra”. In questo contesto, importante è definire gli ambiti di pertinenza di ciascuna componente, che devono essere intesi in modo dinamico e flessibile.
Siemens PLM Software Volumi e programmi L’indiretta è focalizzata sullo stesso portafoglio prodotti della diretta, ad eccezione del software Solid Edge, prodotto veicolato unicamente dal canale. “Solid Edge rappresenta il nostro core business e genera la maggior parte dei ricavi. A seguire, sempre in ambito CAD, la soluzione NX che presenta opportunità di crescita di grande interesse”. In prospettiva, le acquisizioni e fusioni effettuate negli ultimissimi anni permetteranno a Siemens di diversificare il fatturato, andando a incrementare quote di mercato in una molteplicità di settori di industry: non solo il machinery, da sempre core business di riferimento, ma anche automotive, consumer products ed elettronica-semiconduttori, quest’ultimo grazie alla recente acquisizione di Mentor Graphics. “Interessante – aggiunge Prada - è l’affermazione di un modello che vede l’integrazione di differenti discipline, progettazione meccanica elettrica ed elettronica, ovvero l’affermazione del paradigma emergente della meccatronica”. Gli obiettivi di sviluppo definiti dal software provider evidenziano una crescente complessità di portafoglio sulla quale si deve essere capaci di avviare un programma di formazione adeguato. Siemens offre ai partner la possibilità di creare competenze specifiche che permettano loro di distinguersi per settore di industry o linee di prodotto. E’ questo il senso dello Smart Expert Program. Le iniziative
che Siemens ha messo in moto hanno l’obiettivo di sviluppare competenze irrinunciabili in un futuro ormai molto prossimo, come per esempio quelle legate alla simulazione, propedeutica al design generativo e alla messa in esecuzione di modelli di progettazione digitali collaborativi. Perché il tutto possa essere accelerato si sono avviati programmi che tendono a incentivare la collaborazione tra partner, in modo che specifiche conoscenze possano essere traslate trasversalmente a tutti i soggetti attivi sul mercato. Opportunità di crescita E’ innegabile, la logica di business per i partner dell’indiretta è cambiata radicalmente rispetto al passato. L’estensione del portafoglio di offerta permette oggi al canale di Siemens PLM Software - suddiviso in Silver, Gold e Platinum partner - di sviluppare competenze più estese, confrontandosi con i clienti anche in termini di soluzioni end-to-end, preservando al contempo obiettivi di ricavi sempre interessanti, grazie anche alla possibilità di acquisire il business della manutenzione su cui possono scontare una marginalità più elevata. “E’ in questo modo - conclude Prada - che si spiega l’alto grado di fidelizzazione che siamo riusciti a instaurare nel nostro ecosistema. L’età media della relazione con gli attuali partner è compresa tra gli 8 e i 16 anni: evidentemente continuano ad avere fiducia nelle nostre soluzioni nonché validi motivi per essere al nostro fianco con lo scopo di supportare la crescita delle imprese in ottica di digitalizzazione”.
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MSC Software
MSC Software, simulazione come parte integrante del processo La capacità di soddisfare una domanda diversificata e multidisciplinare pone gli operatori del settore di fronte alla sfida di approntare un ecosistema di partner in grado di supportare le aziende in un percorso d’innovazione. Intervista a Massimo Montenegro, country manager MSC Software Italia 40
Channel to Watch
Massimo Montenegro Country manager MSC Software Italia
L
a tecnologia di MSC Software (www.mscsoftware.com) è usata da importanti aziende per analisi strutturali lineari e non-lineari, analisi acustica, interazione fluido-struttura, multi-fisica, ottimizzazione, fatica e durabilità, dinamica multi-body, controllistica, ingegnebria dei materiali, tecnologie additive. Con il prodotto storico MSC Nastran, è stata un pioniere dal 1963 delle tecnologie che oggi le aziende utilizzano per creare il proprio prodotto virtuale. Settori storici sono rappresentati dall’aerospaziale - non dimentichiamo che Nastran è nato in NASA – e dall’automotive. Obiettivo è cercare di estendere in Italia la propria presenza sull’oil & gas e sulle energie rinnovabili. Il cambiamento Dall’intervista con Massimo Montenegro, country manager MSC Software Italia, emerge come il mercato interessato sia oggetto di forti cambiamenti. “Non si parla più di puro prodotto software di simulazione, ma di processo. E’ in questa direzione che il mondo CAE sta andando. Per le software house è importante uscire dal concetto di commodity e offrire qualcosa di più esteso e di valore”. L’obiettivo di MSC Software è implementare soluzioni integrate che possano abilitare l’integrazione di sistema. Una tendenza che
viene accelerata dall’affermazione di Industry 4.0 e dalla nuova dimensione della fabbrica intelligente. Lo sviluppo prodotto viene quindi inteso come sviluppo continuo e costante che non coinvolge più unicamente la sola ingegnerizzazione. Viene dato per acquisito il fatto che la simulazione sia un elemento essenziale già dalle fasi iniziali della progettazione poiché serve ad evitare errori e test sbagliati. “La sfida – dice Montenegro - consiste oggi nel vedere la simulazione come parte integrante di tutto il processo di sviluppo prodotto, in una logica end-to-end”. L’ecosistema di partner Udine, Roma, Genova e Torino. MSC Software può contare su un ecosistema di partner altamente qualificato in grado di intercettare la domanda su un ampio territorio geografico. Nonostante il focus primario dell’indiretta sia il mondo delle PMI non esiste una vera e propria discriminante riguardo all’acquisizione dei deal. Se esistono le condizioni, in termini di competenze e capacità progettuale, il partner può essere coinvolto per soddisfare richieste che emergono all’interno di specifici dipartimenti di clienti strategici. Non esistono criteri ex ante che ripartiscano competenze e responsabilità. Vale poi sempre l’esperienza pregressa e quindi le relazioni che ciascun partner ha sviluppato nel tempo. Questi ultimi sono poi allo stesso tempo una risorsa che serve per prendere in carico picchi di domanda della vendita diretta. In definitiva l’ecosistema di relazioni di MSC Software serve a complementare e rendere più solida 41
MSC Software
ed efficiente la capacità di risposta nei confronti di una domanda eterogenea e diversificata. Competenze diversificate Strategica in questo momento è la capacità di creare un sistema differenziato di competenze in quelle aree che rappresentano la nuova frontiera della simulazione. “Il mondo sta evolvendo, servono partner generalisti e partner specifici che possano operare su tecnologie e nuove discipline in un’ottica di integrazione.” Il core business, da sempre rappresentato dalla fisica strutturale, integra ora analisi acustica, fluidodinamica e ingegneria dei materiali. Si va verso una logica multifisica e multidisciplinare in grado di gestire sistemi complessi. Una nuova domanda sta nascendo dall’affermazione della manifattura additiva. “Vi sono molti progetti finanziati, quasi tutte le Università stanno creando centri di competenza in par42
tnership con aziende del territorio. Il nostro obiettivo è integrare la simulazione nei processi additivi, soprattutto nella produzione metallica. Significa saper comprendere le interazioni che deve avere il manufatto, individuare i punti di sostegno corretti e identificare le deformazioni e le tensioni residue per poi andarle a vagliare con macchine di misura”. Integrazione, integrazione e ancora integrazione. E’ in questo contesto che va quindi letto il recente acquisto di MSC Software da parte di Hexagon, società leader nell’ambito della metrologia. Una disciplina, quest’ultima che verrà nel tempo integrata a livello di processo. Dimensioni e sviluppi futuri Il volume generato dall’indiretta vanta un tasso medio di crescita annuo di circa il 7% e rappresenta un fatturato compreso tra il 35% e il 40% del fatturato complessivo. Un giro d’affari consistente, che viene creato interamente dai sette partner attualmente
Channel to Watch presenti sul territorio. Obiettivo per il 2019 è portare a bordo altri due operatori con competenze in ambito verticale, soprattutto nella fluidodinamica. “La capacità di creare una rete di partner con competenze diversificate è un processo che necessita di tempi abbastanza lunghi. Occorre riuscire a trovare realtà aperte all’innovazione, che abbiano capacità tecniche e conoscenza commerciale e voglia di investire”. Per riuscire a individuare nuove risorse, che possano essere integrate in rete, per MSC Software è necessa-
rio cercare di includere realtà che non abbiano ancora vincoli con la concorrenza e possano quindi guardare alla tecnologia MSC Software come vera opportunità per proiettarsi versa una nuova dimensione di sviluppo. Come partner generalisti, candidati ideali possono essere soggetti CAD con un installato importante. MSC Software, quindi, come un universo in espansione, che guarda con interesse sia a un ampliamento delle proprie competenze organiche che delle competenze e risorse sul territorio.
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Autodesk
Universo Autodesk, l’AutoCAD per definizione Un modello di vendita basato da sempre sulla rete indiretta che genera circa il 90% del volumi complessivi. Cosa è cambiato e come cambia l’ecosistema partner del protagonista storico del software di progettazione. Intervista a Emanuel Arnaboldi, Senior Regional Manager Channel Sales Italy & Iberia and Country Leader di Autodesk Italia 44
Channel to Watch Offerta e struttura Emanuel Arnaboldi responsabile della vendita indiretta di Autodesk Italia
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La progettazione ha subito una grandissima evoluzione negli ultimi anni. Il software non solo aiuta a documentare, ma aiuta a trovare delle soluzioni. Un esempio è il design generativo. In base ai requisiti quali peso, resistenza, costo, è possibile inserire qualsiasi tipo di complessità ottenendo una serie di opzioni di forma alternative rispettando i vincoli che sono stati impostati. Naturalmente il software generativo non sarebbe possibile senza altre evoluzioni che si sono compiute all’interno della stampa 3D poiché si ha a che fare con forme geometriche che possono essere realizzate solo con metodologie di produzione additiva”. E’ con questa affermazione che inizia la nostra conversazione con Emanuel Arnaboldi, responsabile della vendita indiretta di Autodesk Italia. Sempre più aziende stanno iniziando a progettare in questo modo. La stampa 3D non è più solo prototipo. Le stampanti che sono oggi in circolazione permettono di fare anche produzione. Da una produzione a volume - il maggior numero di oggetti, tutti con le stesse caratteristiche – si passa a una produzione che cerca di massimizzare la customizzazione al minor prezzo possibile. Si possono produrre oggetti di ogni genere e differenziarli non solo per colore, ma per caratteristiche.
Abbiamo ormai più di 100 prodotti a listino che indirizzano i diversi segmenti di mercato. Sono incluse ogni tipo di soluzioni, anche di simulazione multifisica. Negli anni si è andati poi a proporre un portafoglio di prodotti in cloud che fanno riferimento alla famiglia 360. Questi ultimi generano un volume di fatturato ridotto rispetto al business complessivo, ma l’interesse nei confronti di questa offerta cresce di anno in anno. E’ un segmento di offerta importante su cui Autodesk continua a investire anche se per le aziende significa confrontarsi con problemi nuovi che riguardano l’allocazione di infrastruttura server e la sicurezza dei dati. In Autodesk (www.autodesk.it) il 90% circa delle vendite è movimentato dall’indiretta. Storicamente è stato così e continua a essere così. Il mercato è suddiviso per tipologia di clienti. “Al vertice le grandi aziende con un account management di riferimento, un numero di clienti non superiore ai 10. Possono acquistare tramite canale, ma normalmente acquistano direttamente. Al di sotto di questi abbiamo il midmarket tutto trainato dal canale. Il tutto è diviso per aree verticali: Architettura, AEC (Engineering Architetturale e delle Costruzioni) e infine il Manufacturing”. L’ecosistema conta circa 50 rivenditori, ma sono i 4 Platinum e i 5 Gold a fare il mercato. Da soli indirizzano circa il 70% del fatturato. (Platinum: Graitec, Man & Machine Software, Negroni Key Engineering, One Team - Gold: Orienta 45
Autodesk
Trum, Prisma Tech, Progetto Cad, Qs Infor, Systema). Tutti questi rivenditori hanno una buona copertura territoriale e sono in grado di seguire i clienti più o meno in ogni Regione d’Italia. Praticamente tutti hanno specializzazioni nei diversi mercati anche se diversamente strutturati in termini di dimensione. Volumi e fatturato La crescita del volume di fatturato è in linea con gli obiettivi che la corporate ha definito nell’ultimo periodo, indicativamente attorno a un growth rate del 20% annuo e sostanzialmente suddivisa equamente tra i tre diversi midmarket. In termini di iniziative che riguardano lo sviluppo del business le azioni sono prevalentemente dedicate a portare la base installata ancora legata alle licenze perpetue, in particolare quella riferibile ad LT AutoCAD , verso i prodotti a noleggio, basati su canoni a durata variabile; nello steso tempo portare in emersione la componente di mercato non compliant. Nei confronti dei clienti vengono fatte periodicamente delle promozioni offrendo il prodotto di ultima generazione a un prezzo scontato. Sono ormai due anni che non è più possibile acquistare una 46
licenza perpetua. A chi lo aveva fatto in passato si offrono due opzioni: continuare con manutenzione ordinaria oppure passare al modello subscription. E’ stato un cambiamento molto significativo, che ha comportato una diversa gestione del modello di vendita. L’iniziale riduzione di fatturato determinata dal passaggio dall’una all’altra logica di vendita è stata via via compensata dalla progressione del passaggio alla subscription e oggi si è tornati in piena crescita. Al canale sono stati forniti i tool che pemettevano loro di simulare la conversione dall’uno all’altro modello, e capire che tipo di volume di business a noleggio fosse necessario per compensare nel tempo la riduzione di fatturato e procedere verso una nuova crescita. “Essere partner di Autodesk – conclude Arnaboldi - significa fare investimenti molto forti, in termini di competenze, persone e training. Proprio per questo di fronte a piani di sviluppo importanti sono previste azioni di co-finanziamento. L’investimento si ripaga anche grazie alla componente di servizio che implica customizzazione, formazione e training”.
Autonomous car, il futuribile mercato dell’auto e la visione di Siemens PLM L’incedere della trasformazione digitale fa da catalizzatore della trasformazione dell’industria dell’Automotive. L’auto di oggi e quella del futuro faranno sempre più riferimento a piattaforme di piattaforme, un ecosistema che favorirà l’accelerazione dello sviluppo di nuove modalità di progettazione e produzione delle macchine. Cosa bolle in pentola in casa Siemens PLM? Quali i possibili scenari che si vanno configurando?
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Autonomous car
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iamo al cospetto di una rivoluzione senza precedenti, che mette in discussione le regole e lo status quo dei mercati. Le aziende manifatturiere si stanno rendendo conto che la trasformazione lineare non è più vera: le previsioni e i cambiamenti incrementali non hanno più un effetto reale sulla capacità di competere nel breve-medio termine e le discontinuità (disruption) si possono affrontare e risolvere solo con comportamenti non lineari. Anche l’automobile sta vivendo una profonda fase di cambiamento e, sebbene le linee di sviluppo perseguite dai diversi operatori tradizionali siano parzialmente diverse, si evidenzia per tutti l’affermazione di piattaforme digitali, destinate a diventare le fondamenta del new deal dell’automotive. Un’evoluzione che crea le premesse per una rinnovata competizione tra aziende incumbent, newcomer e operatori non convenzionali. Il futuro dell’auto Il terreno di scontro attuale è nell’ambito della propulsione ibrida, in particolare su quella elettrica e sui sistemi di ausilio alla guida. Ma se questo è il presente – la sequenza dei saloni internazionali ci darà il polso dello sviluppo in questa direzione – nel breve termine, una delle sfide più interessanti è, senza dubbio, la realizzazione di auto a guida autonoma. Sta di fatto emergendo una sorta di ecosistema convergente contrassegnato da alleanze, le più diverse, tra operatori del settore e fornitori di tecnologia. Un processo complesso e impegnativo il cui obiettivo è la realizzazione di una connected
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car ovvero un oggetto che, al pari di un robot dotato di sistemi di visione, interfacce heptic e vocali, può interagire con l’ambiente circostante assumendo decisioni autonome in termini di movimento, direzione, velocità, accelerazione e frenata. Sull’autonomous car si gioca il futuro del mercato dell’auto, ma anche il presente e il futuro più prossimo. La Formula Uno ce lo ha insegnato: tecnologie, dispositivi e sottosistemi, a mano a mano che vengono realizzati e testati, vengono direttamente inseriti nei modelli che vengono via via immessi in commercio. Verosimilmente – come già successo in altri settori – nel corso dei prossimi 30 anni i protagonisti del settore non saranno gli stessi di oggi e il cambiamento favorirà un nuovo assetto della produzione globale, andando a modificare la stessa cultura di progettazione. Tra i protagonisti di questo cambiamento un posto di rilievo va assegnato a Siemens PLM, le cui soluzioni sono già ampiamente utilizzate nell’industria automotive. Grazie alla vision definita dal management, alla messa in opera di una campagna acquisti intelligente e mirata, alla capacità di sviluppare e integrare piattaforme, il portfolio d’offerta di Siemens PLM sta evolvendo per essere coerente con i fondamenti progettuali che sono richiesti nell’ambito della creazione di nuovi futuribili modelli Smart Car. La visione di Siemens PLM In un mercato, come quello automotive, la cui direzione va verso un mondo di prodotti intelligenti e connessi,
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Siemens PLM è in prima linea nel rendere più efficiente la mobilità e i trasporti nel loro complesso. Questo posizionamento - va sottolineato - non è frutto di improvvisazioni, ma deriva da un percorso che ha visto una progressiva convergenza tra cultura, visione, investimenti economici, conoscenza e capacità di governare ambienti complessi e che si avvale di un continuo feedback da parte dei clienti finali, fornitori e utilizzatori. La sfida consiste nel mettere a punto tecnologia e processi coerenti con il paradigma della connected car. In questo caso, nel processo di produzione diventerà sempre più strategica la capacità di integrare la simulazione attraverso l’intero ciclo di sviluppo prodotto, accelerando l’adozione di modelli di sviluppo digital twin. Una vera e propria fusione, tra modello digitale e il corrispondente prodotto reale, in grado di ridurre il time to market grazie alla possibilità di simulare, definire e realizzare prodotti con le giuste caratteristiche per essere ben accetto dal mercato.
tori trainanti questa trasformazione derivano in massima parte dalla disponibilità di infrastrutture di comunicazione in grado di abilitare la movimentazione di dati che vengono generati da una sensoristica sempre più sofisticata e diffusa e dalla capacità di utilizzare logica di intelligenza artificiale: tecniche di machine learning e deep learning, attraverso opportune modellazioni matematiche, consentono infatti l’elaborazione di algoritmi per sviluppare capacità decisionali autonome in merito a movimento e direzionalità. In definitiva, sta emergendo un nuovo ecosistema, piattaforma di piattaforme, che vede la convergenza di una molteplicità di tecnologie, da quella di base, fornita da sensori e microprocessori, a quella dell’infrastrutture di rete ed elaborativa, vedi cloud in tutte le sue possibili futuribili declinazioni, basti pensare a tutto ciò che è riferibile all’edge computing, fino a tutto il software che ruota attorno al paradigma dell’IoT.
I driver tecnologici
Non si arriverà in tempi rapidi ad avere macchine ad avanzata autonomia,
Dal punto di vista tecnologico i fat-
Un work in progress
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Autonomus car ma è una strada ormai senza ritorno, il cui percorso promette davvero cambiamenti sostanziali. Sarà un percorso molto graduale. Gli esperti che hanno determinato la scala di autonomia a 6 livelli – da 0 a 5, in cui il 5 rappresenta l’obiettivo ultimo, ovvero la possibilità di produrre macchine in grado di funzionare autonomamente in qualsiasi condizione ambientale – affermano che attualmente i modelli più evoluti si posizionano tra il livello 1 e il livello 2. Non solo, secondo un recente documento del Center for Automotive Research, sarà soltanto dal 2030 che si inizierà a vedere una diffusione sostanziale di smart car, anno in cui si presume possa innescarsi un vero circolo virtuoso che dovrebbe tradursi in una crescita al raddoppio ogni due anni. Anche gli spazi interni verranno configurati in modo sempre più diverso, basta guardare all’ambiente interno della nuova TESLA entry level (Parigi ottobre 2018), uno spazio assolutamente minimalista
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(di estrazione DANESE) e precursore di una concezione che porta all’eliminazione del posto di guida così come è stato finora concepito. In ambito di progettazione, come ha sottolineato Siemens PLM all’incontro annuale con gli ADVISOR di mercato, si stanno già affermando tutta una serie di applicazioni, piattaforme e modalità operative che da un lato rappresentano le fondamenta per la produzione di una nuova generazione di automobili, e dall’altro rappresentano l’innovazione che viene introdotta nelle autovetture a mano a mano che vengono commercializzate.In sintesi, il risultato finale (l’autonomous car), sarà caratterizzato da tanti risultati intermedi che potranno essere colti solo grazie alla collaborazione diretta tra fornitori e produttori e dalla volontà comune di condividere una stessa visione ovvero essere in grado di generare ambienti collaborativi multidimensionali e, soprattutto, essere in grado di governare in toto la parte di propria competenza.
Ansys
Ansys, l’attenzione converge sulle soluzioni integrate e multifisiche Solo in una partita di calcio si può essere ammoniti o espulsi per simulazione. Nell’industria, la simulazione è diventata invece una necessità ovvero un processo funzionale, e strettamente integrato, al ciclo di sviluppo. Nel mercato manifatturiero nessuno può contraddire i vantaggi della simulazione. Intervista a Luca Scardaoni, Responsabile Rete Indiretta di Ansys
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Luca scardaoni Responsabile Rete Indiretta di Ansys
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o sappiamo, e ce ne accorgiamo ogni giorno che passa: il modello di sviluppo prodotto sta cambiando rapidamente. Si stanno affermando modalità che prevedono una simulazione pervasiva dalle fasi iniziali del progetto per arrivare poi alla definizione della forma funzionale, alla progettazione di dettaglio ed alla gestione del ciclo di vita del prodotto. Ampiamente utilizzata a livello di fisica strutturale, la simulazione è ora diffusa anche in altri domini fisici – dalla fluidodinamica all’elettromagnetismo – in un’evoluzione coerente con il nascente paradigma
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della meccatronica e della produzione di prodotti complessi dove gli effetti che si manifestano in un dominio fisico incidono anche sul comportamento di altre fisiche, rendendo la comprensione del comportamento multifisico una delle sfide più importanti da superare per poter prevedere con precisione le prestazioni di un prodotto. Non solo, l’affermazione dell’IOT e della sensoristica diffusa sta ora diventando la leva per la realizzazione di ambienti digital twin dove il corrispondente virtuale dell’oggetto fisico è in grado di simulare le alterazioni che possono essere rilevate nel contesto di utilizzo reale, abilitando così la possibilità di un’innovazione real time del prodotto, garantendo ottimizzazioni continue delle performance e della qualità. Il cambiamento “Si aprono spazi e opportunità una volta inimmaginabili, afferma Luca Scar-
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daoni, Responsabile Rete Indiretta di Ansys, società leader nell’engineering simulation. Società molto piccole – con meno di 50 addetti - che non hanno mai fatto simulazione ne avvertono ora la necessità. In alcuni casi, non essendo organizzate a sufficienza, ed essendo prive degli skill appropriati, in passato si sono spesso appoggiate a studi di progettazione, mentre oggi assistiamo alla volontà di gran parte di queste aziende di portare al proprio interno queste competenze, poiché la simulazione è vissuta come parte integrante del processo complessivo. Sono in definitiva organizzazioni che ritengono che il know-how sulla simulazione sia strategico, cost effective e che sia quindi più opportuno interna-
lizzarlo. Da parte delle aziende è chiara l’esigenza di dotarsi di tecnologia che possa supportare la progettazione di un manufatto che costi il giusto, funzioni bene, soddisfi le performance previste e che non sia esposto a rotture o malfunzionamenti che possano comportare il ritiro dal mercato. La simulazione come parte integrante del processo di ingegnerizzazione evita alle aziende di sovradimensionare o sottodimensionare la fisica strutturale, rendendo più efficiente la gestione dei costi e ottimizzando al contempo le prestazioni. “Ci sono ambiti dove non si può più fare un prototipo, vedere se va bene per poi eventualmente procedere a modifiche che servono a produrre un altro prototipo. E’ un modo 53
Ansys di produrre che è diventato troppo costoso nonché time consuming. La capacità di integrare all’analisi strutturale quella fluidodinamica, elettromagnetica ed altre permette poi di verificare il comportamento del manufatto in una condizione sempre più vicina al contesto di utilizzo reale. La simulazione – dice Scardaoni - permette di trovare risposte che servono a modificare al meglio il prodotto, sia dal punto di vista strutturale che funzionale”. L’ecosistema Ansys La rete indiretta di Ansys, tranne eccezioni, è prevalentemente focalizzata sulle PMI. L’obiettivo complessivo di Ansys (www.ansys.com) è riuscire a formulare soluzioni integrate che permettano alle aziende di mettere alla prova il prodotto in tutte le sue interazioni a livello di sistema complessivo in fase di progettazione. L’evoluzione della tecnologia e l’approccio da una modalità mono a una multifisica permette infatti di riuscire a gestire la produzione ottimizzata di prodotti complessi dove si intersecano fisiche diverse. Un contesto di utilizzo, quest’ultimo, dove Ansys ha focalizzato le proprie soluzioni. Tutte le grandi aziende manifatturiere sono ormai orientate a una simulazione multifisica, chi riesce a esprimere le migliori soluzioni in questo ambito può godere di un vantaggio davvero strategico. L’obiettivo è quello di rispondere al meglio alle domande che ci vengono poste dalle aziende. L’asticella è sempre più alta e i clienti si dimostrano sempre più demanding in termini di performance, accuratezza dei risultati 54
e ottimizzazioni di prodotto aderenti alla realtà”. Le nuove frontiere Il digital twin è la prossima sfida, ma per attualizzarlo occorre mettere a punto un ambiente completamente digitale. Tutto deve essere in 3D e simulabile. Ci sono già oggi delle best practice, ma non è certo un mercato di massa. Si può dire che la curiosità e l’interesse verso il digital twin è grande poiché promette risultati e applicabilità enormi. La gran parte delle aziende fa fatica ad applicare questa logica: esiste magari il know-how per la raccolta dei dati, ma il big data non si è ancora tradotto nella capacità di individuare utilizzi e benefici immediati. Il digital twin è molto presente ormai nella testa delle persone; quanto alla sua reale applicazione ce ne corre. Per lo meno in Italia. Diverso il discorso in altri Paesi, dove esistono un gran numero di progetti o addirittura si è già arrivati alla seconda generazione. La simulazione elettromagnetica sta trainando quella dell’embedded software, ambito molto importante e sempre più intrapreso dalle aziende. Ottima la progressione che Ansys ha registrato nell’ultimo periodo, anche nei momenti più difficili che si sono vissuti dal 2008 a oggi, crescita che ha influenzato positivamente sia vendita diretta che indiretta. Le performance di quest’ultima, che evidenzia un tasso di crescita medio annuo superiore alla media del mercato, sono in parte ascrivibili alla maggior copertura delle aziende sul territorio e alla capacità di acquisire lead sempre più importanti.
Altair Engineering
PiĂš competenze, risorse e opportunitĂ con la rete indiretta di Altair Gestione di processi nei domini piĂš diversi, capacitĂ di fornire alle aziende soluzioni tecnologicamente avanzate ma semplici da utilizzare che permettono di avere un approccio simulation-driven sin dalle prime fasi di studio e design del prodotto. I punti di forza della proposizione tecnologica di Altair distribuita dalla rete di vendita indiretta. Intervista a Paolo Masera, Direttore Vendita indiretta di Altair Italia.
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oftware di simulazione: cosa cambia, come cambia, cosa chiedono le aziende? «La tendenza che si sta imponendo evidenzia una domanda sempre più legata alla simulazione come asse portante dell’intero processo di sviluppo prodotto. Uno scenario che determina la necessità di confrontarsi con le aziende non più e soltanto come fornitore di prodotti ma come fornitore di soluzioni», afferma Paolo Masera, Direttore Vendita indiretta di Altair Italia. Per rispondere a questa crescente richiesta sono i due i diversi approcci con cui l’azienda ha deciso di relazionarsi con i clienti: da una parte un’offerta – Hyperworks - dedicata a chi deve fare simulazioni ingegneristiche dettagliate con una marcata connotazione specialistica (strutturali lineari, non-lineari, CFD, Multibody, Elettromagnetismo ad alte e basse frequenze, data science e Internet of Things); dall’altra una soluzione più semplice ma non meno potente, SolidThinking, dedicata a chi deve
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fare simulazioni estetiche, geometriche, funzionali o di processo. «Entrambe sono soluzioni allo stato dell’arte per quanto riguarda la user-interface, la qualità delle simulazioni multi-fisica e la correlazione con i dati sperimentali». In particolare, con la piattaforma SolidThinking, Altair intende rendere disponibile alle piccole e medie imprese italiane le soluzioni e le tecnologie di prototipazione virtuale fino ad oggi utilizzate principalmente dalle grandi eccellenze industriali, andando a integrare la simulazione in un ambiente convergente in modo da guidare lo sviluppo prodotto e processo verso obiettivi di ottimizzazione funzionale, di peso e di costo. Simulazione a partire dalla fase di studio e design del prodotto: Simulation Driven Design Mediante questa nuova piattaforma software, Altair permette la gestione trasparente e la condivisione di tutte le informazioni, rilevanti e in tempo reale, tra tutti gli attori coinvolti in fase
Altair Engineering
plesse legate alle differenti tecnologie produttive (casting, extrusion, metal forming, plastic molding, additive layer manufacturing), considerandone vincoli e opportunità produttive.
progettuale e di produzione, fornendo strumenti semplici e immediati per rendere più efficiente e strutturato il ciclo di sviluppo prodotto (infatti succede spesso che i problemi di produzione dettagliati vengano esaminati in una fase troppo tardiva con impatti negativi sui costi e i tempi di sviluppo). «In definitiva si tratta di permettere simulazioni di processo da parte dei progettisti sin dalle fasi di studio e design del prodotto, ovvero di un nuovo paradigma di progettazione che garantisce alle imprese la capacità di creare una metodologia di crescita organica allo sviluppo prodotto in una logica immediata dal foglio bianco alla messa in produzione». Integrazione in applicazioni di manufacturing engineering Sempre più il processo di progettazione e sviluppo prodotto è guidato dalle tecnologie di simulazione. SolidThinking aiuta a ottimizzare i processi di sviluppo prodotto tenendo conto delle varie tecnologie produttive in modo completamente trasparente all’utente. La piattaforma software utilizza, infatti, le tecnologie di simulazione più avanzate per fornire suggerimenti di forma (ottimizzazione topologica di sistema) in rapporto a fisiche anche molto com-
Risolvere le problematiche che vivono le aziende manifatturiere Le tipiche problematiche che le aziende si trovano ad affrontare sono: tempi e costi di sviluppo, costi di avviamento/ modifiche e scarsa competitività dei prodotti (prestazioni/costi). Altair è in grado di aiutare a risolvere questi problemi in maniera semplice e di rapida implementazione. La soluzione - combinando tra loro system modeling, generative design, prototipazione virtuale e processi manifatturieri - permette di ottimizzare tempi e costi di sviluppo grazie al parallelismo tra forma, prestazione e processo produttivo. Il tutto supportato da tecnologie di ottimizzazione topologica, machine learning, IoT e di edge computing. Questo nuovo paradigma permette alle aziende di affrontare in maniera strutturata ed efficiente le sfide competitive che vengono sollevate dal mercato globale. «Se il mercato automotive ed aerospace continuano a essere i principali fruitori di simulazioni numeriche – dice Masera - è proprio il comparto
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Channel to Watch manifatturiero ad essere il principale mercato di riferimento della rete indiretta, ed è in questo settore che vogliamo cercare competenze ed eccellenze, soprattutto nell’ambito di soluzioni di processo, per ampliare l’attuale numero di partner». Partner e non semplici fornitori «Per rispondere alla crescente richiesta di competenza e presenza capillare sul territorio stiamo operando un cambio generazionale importante del nostro canale di vendita indiretta, formando e qualificando i nostri rivenditori a cui non è più richiesto di essere semplici fornitori di tecnologia, ma di diventare consulenti capaci di capire le esigenze dei clienti e trarre benefici della competenza presente nella rete di specialisti, sviluppatori, partner e centri di eccellenza Altair in tutto il mondo». Un aspetto, quest’ultimo, che è oggi possibile grazie alle strategie avviate. «Le aziende che vogliamo coinvolgere in questo progetto devono avere conoscenze di dominio specifiche, capacità di supporto di primo livello e una forza commerciale attiva e capace di comprendere a fondo il business dei loro clienti». Punti di forza e obiettivi di sviluppo Uno dei principali benefici di Altair è un sistema di licensing basato sui token (brevettato da Altair fin dalla fine degli anni ‘90) che permette ai propri clienti accesso a tutto il portfolio di prodotti e soluzioni Altair, riducendo costi di sviluppo ed eliminando il complesso meccanismo delle licenze multiple, garantendo al contempo una grande flessibilità che arriva persino a ren58
dere disponibile l’hardware mediante la fruizione dei prodotti in modalità cloud. «Ulteriori punti di forza di Altair, una società, è bene sempre ricordarlo, fatta quasi integralmente da ingegneri che sviluppano prodotti per l’ingegneria e continuano a fornire servizi di ingegneria, sono oltre all’indiscussa e comprovata qualità dei nostri software, la capacità di capire le esigenze dei propri clienti e anticiparne le richieste mettendo a disposizione il know-how maturato negli oltre 30 anni di attività. Da rimarcare, inoltre, che l’offerta è in grado di permettere alle aziende un basso costo di avviamento ed è stata da concepita per fornire strumenti ad alto valore tecnologico e basso impatto finanziario. Tutto ciò permette un’adozione graduale e correlata alle capacità di crescita delle aziende clienti, supportata da un percorso formativo delle risorse aziendali mediante corsi di formazione tradizionali e metodologici». Uno degli ultimi esempi è il programma Elevate (www.altair.com/Elevate/) appena lanciato su scala mondiale, un’offerta dedicata ai nuovi clienti che possono così godere di forti agevolazioni nell’adozione del software. L’iniziativa fa seguito a quanto implementato lo scorso anno con il progetto StartUp. Altair - conclude Masera - è quindi pronta a giocare un ruolo rinnovato e importante nel panorama competitivo della media e piccola impresa industriale italiana, fornendo strumenti che coniugano semplicità e immediatezza di utilizzo con l’imprescindibile e per noi irrinunciabile eccellenza tecnica e tecnologica».
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