Newsimpresa Magazine - Gennaio/Marzo 2016

Page 1

Anno VI - Gennaio-Marzo 2016 - Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione gratuita

COVER STORY Intervista a Jan Leuridan, Senior Vice President responsabile delle soluzioni di simulazione e test di Siemens PLM Software (divisione Siemens Digital Factory) e CEO di Siemens Industry Software NV.

AU T O M AZ IO NE Motion & Control: dove siamo

DIGITAL P RODU CTS CAD-CAE: l’ambiente integrato

E L E T T RO N I C A & E N E RGI A Cybersecurity per le aziende

SPECIALE Pneumatica & Oleodinamica


L’innovazione

...è aperta

Tre community dedicate al mondo dell’innovazione digitale Iscriviti gratuitamente e partecipa anche tu.

Open Innovation ti aspetta sul portale www.openinnovation.regione.lombardia.it

III


Gennaio/Marzo #01 Anno VI Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita EDITORE Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano pentaconsulting@pentaconsulting.it Tel. 02 92958990 DIRETTORE RESPONSABILE Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it SEGRETERIA DI REDAZIONE Giovanna Di Nolfo contributieditoriali@newsimpresa.it HANNO CONTRIBUITO Jan Leuridan, Marco Maggi, Donald Wich, Marco Ghirardello, Valerio Alessandroni, Ivan Omodei, Raffaele Balzan, Domenico Di Monte, Fabio Bottarelli, Stefano Casazza, Alessandro Goi, Edoardo Pobbiati, Umberto Cugini, Giuseppe Donanzan, Franco Perico, Sophie, Borgne, Emiliano Massa, Elio Bolsi, Paolo Sartori, Federico Golla

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Studio.IoG STAMPA C&M Print Via Sardegna, 13 20060 Vignate (MI) www.cmprint.it


EDITT ORIALE

di Massimo Fucci

IOT, Industry 4.0, Big Data Cloud, Digital Innovation, Smart Factory, Smart Product: in tecnologia non si compete, se non ci si muove anche lungo l’asse della cultura

Q

uando si parla a suon di sigle – qualcuno potrebbe erroneamente pensare a quel vostro latinorum di Manzoniana memoria – non ci si deve soffermare sulla traduzione letterale dei termini (tra l’altro sono tutti - ahinoi! – inglesismi, ma prepariamoci, a breve, ai cinesismi, ben lontani dalle chinoiserie che ingentilirono, ai tempi, diverse forme d’arte, ceramica compresa). Ci si deve focalizzare sui contenuti e, soprattutto, su quale impatto ci si debba aspettare/proporre all’interno dell’azienda. I contenuti stessi indicano una serie di temi fondamentali per le aziende manifatturiere, che richiedono un certo impegno culturale, tecnologico, organizzativo.

I processi di progettazione e produzione sono spesso basati sull’esperienza (abbiamo sempre fatto così); basterebbe chiedersi: ho visibilità in tempo reale dei processi di progettazione e produzione? Quanto, le competenze e le esperienze umane presenti in azienda, mi aiutano a prendere decisioni? Da cosa dipende la qualità dei miei prodotti e quanto eventuali errori sono determinati dall’inadeguatezza dei processi, degli strumenti, della capacità di raccogliere e leggere i dati correlati? Quanto è imputabile alle persone?

Massimo Fucci

Diverse le attività da sviluppare e governare: aggregare e gestire un certo volume di dati (in realtà, molti di più di quanto il management non IT possa immaginare), renderli fruibili all’interno dell’organizzazione e, sostanzialmente, utilizzare la “digital technology” come un fattore chiave, per migliorare e aumentare la capacità dell’azienda nel rispondere alle esigenze di mercato, a tempi e costi compatibili con i margini aziendali.

aziendale.

Il paradigma di fondo è riuscire a mettere a disposizione delle persone (preparate e motivate) le informazioni in tempo reale, in modo da rendere la realizzazione dei prodotti agile e reattiva ai problemi che, naturalmente, si propongono in ogni azienda del mondo. Difficile?

Ma quali sono le domande da porsi per affrontare un percorso d’innovazione?

4

Anche nell’azienda più tecnologicamente avanzata il fattore umano è un elemento insostituibile, bisogna solo permettergli di lavorare “al meglio”, mettendo processi, tecnologie abilitanti a pari merito (importanza) con la formazione e la comunicazione

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


SIEMENS PLM SOFTWARE

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

5


SO M MA RI O     MAGAZINE #1           EDITTORIALE

04 OT, Industry 4.0, Big Data Cloud, Digital Innovation, Smart Factory, Smart Product: in tecnologia non si compete, se non ci si muove anche lungo l’asse della cultura COVER STORY

08 Quando la simulazione prende forma 10 Siemens PLM Software amplia il proprio portfolio

con la simulazione e il testing SPECIALE FIERE

13 SPS IPC Drives Sesta edizione, proiezione del

futuro

COMPANY TO WATCH

16 Fanuc: l’automazione si tinge di giallo MOTION & CONTROL: DOVE SIAMO

18 Motion Control, una summa di tecnologie avanzate 22 Motion control targato Beckhoff SPECIALE PNEUMAICA E OLEODINAMICA

24 Assofluid: verso la Fabbrica 4.0 per creare in modo

intelligente prodotti intelligenti 26 Camozzi: approccio multitecnologico all’automazione industriale 28 Eplan: obiettivo progettazione fluidica CASE HISTORY

30 Tecnofirma e SMC: l’eccellenza come modus ope-

randi

NEWS

33 Mathworks: MATLAB per il Data Analytics

6

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016

» p.08

L’auspicio è che in Italia si comprenda che l’innovazione è realmente il motore del successo in qualsiasi settore e che, per puntare su questo, bisogna necessariamente investire nella formazione costante delle persone e nella crescita delle competenze, perché non vi è tecnologia più evoluta e complessa della mente umana.


CAD-CAE: L’AMBIENTE SI FA INTEGRATO

34 Il ruolo della simulazione sublima nel concetto di

simulation-based design, ovvero l’escalation della simulazione 37 Con COMSOL la simulazione è accessibile a tutti 38 Prisma Tech: Moldflow, l’innovazione del processo di stampaggio ad iniezione 40 Yamaha Motor Racing: team e tecnologia per vincere » p.38

SOLUTION TO WATCH

44 Automac: efficienza produttiva, riconfigurabilità,

migliore qualità

CYBERSECURITY ALLEATA DEL VALORE AZIENDALE

46 Cyber security: la nuova frontiera della sicurezza

» p.28

» p.24

aziendale 50 Schneider Electric: infrastrutture network nativamente sicure 52 Forcepoint: un nuovo approccio alle sfide della cybersecurity PRODUCT TO WATCH

54 Wenglor: con weQube serie 2016 l’elaborazione di

immagini è sempre più smart 57 I nuovi EtherNet/IP Linking Devices di HMS MERCATO

58 SIEMENS: buoni i risultati consolidati 2015, focus

su tre mercati D.A.E.

CONSULENZA DI DIREZIONE

60 Sistema informativo di Mercato, Comunicazione

e Sales Academy, il ciclo virtuoso per l’efficacia delle vendite nel tempo » p.22

» p.16

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

7


SIEMENS PLM SOFTWARE

QUA NDO LA SIMULAZIONE P RENDE FORMA     COVER STORY                                    a cura della Redazione

Jan Leuridan

O

gni mercato è caratterizzato dalla presenza di soluzioni software a supporto delle differenti attività delle aziende. In particolare, per quelle manifatturiere, rivestono importanza strategica le soluzioni software a supporto del ciclo di sviluppo dei prodotti. La simulazione è parte integrante e strategica di

questo processo. In questo settore applicativo, poche sono le persone che possono vantare contributi che rappresentano pietre miliari che hanno guidato gli sviluppi per la realizzazione di tali funzionalità. Una di queste persone è il prof. Jan Leuridan, che ha dedicato buona parte della sua vita al mondo della simulazione. Fondatore di LMS, società nata nell’ambiente dell’Università di Leuven (Belgio), azienda pioniera e leader nel campo della simulazione e, ora, CEO di Siemens Industry Software NV. Di seguito, quanto scaturito dalla nostra intervista. Volutamente il testo è stato lasciato in inglese, per sua chiara esposizione. Come si evince, vengono presi in considerazione tutti gli elementi importanti e portanti del portfolio integrato (olistico) della simulazione in grado di supportare il concetto di smart product. Un argomento che vedrà proiettati verso metodologie e soluzioni software sempre più in grado di operare sul modello reale in modalità predittiva… Questo è il futuro molto prossimo.

Realizzare prodotti migliori fin dalla prima fase di progettazione è l’obiettivo di ogni azienda. Riduce costi, time to market e supporta una migliore gestione del tempo. Un risultato che ormai passa dalla completa integrazione della simulazione all’interno del processo di sviluppo prodotto.

Why is offering an holistic simulation approach for product development becoming increasingly important for Siemens PLM Software? Having a comprehensive simulation portfolio, including 1D and 3D (CAE) simulation solutions, is essential for manufacturers to manage the development complexity of tomorrow’s smart products. Those include, besides mechanics, also ever more software, electronics and controls. Individual parameters can have conflicting influence on different functional performance requirements. To design the best possible prod uct effectively, all behavioral aspects have to be optimized simultaneously across multiple domains. That requires constant verification and validation from the concept phase on, to final prototype sign-off. An holistic offering, that enables closed-loop simulation throughout the entire

8

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


SIEMENS PLM SOFTWARE

development cycle, is the only way to deal with those challenges. This should include 1D system simulation and 3D simulation, as well as a strong coupling between both. And it should be completed with performant physical testing to increase modeling realism, and of course for final prototype sign-off. Siemens PLM Software was enriched by LMS simulation and testing solutions. How do you handle the integration between those products? It’s important to mention that an holistic portfolio as just described, perfectly complements the Siemens PLM solutions portfolio, covering all stages of product design, to product manufacturing, and product servicing. Smart products will include predictive functionalities based on system models, adapt to their operational environment, feed information back to design, and more. From this perspective, simulation is more than turning an idea into a product. It’s an essential part of the digital thread through the entire value creation chain, from requirements definition, and product in use. When it comes to integrating LMS solutions within the existing Siemens PLM Software offering, our joint teams focus on three areas. First of all, we are converging our combined 3D simulation offering (LMS Virtual.Lab, LMS Samtech, NX CAE) in the NX platform. Secondly, we are enabling Siemens PLM’s offering for System Driven Product Development with system simulation, with an initial focus on enabling LMS Imagine. Lab in context of enterprise systems engineering workflows,

Smart systems require the creation of a digital twin of the actual product. That remains in-sync, undergoes the same parameter changes and adapts to changes in the operational environment. leveraging the “requirements modeling” and “system architecture modeling” capabilities available in Teamcenter. Through such systems engineering workflows, we can provide unique traceability between requirements, functional analysis, and system performance verification. It’s what we call ‘closedloop systems-driven product development’. And third, working together, we are advancing capabilities for simulation model management in Teamcenter. The market of simulation is in constant growth and evolution, what are the next steps we should expect? Whereas at the moment simulation primarily provides tools for verification and validation, it should evolve into a more

Scadas XS

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

9


SIEMENS PLM SOFTWARE

DR. JAN LEURIDAN

Senior Vice President, Simulation and Test Solutions

Jan Leuridan è il Senior Vice President responsabile delle soluzioni di simulazione e test di Siemens PLM Software (divisione Siemens Digital Factory). È anche CEO di Siemens Industry Software NV. Nel 1984, entra in LMS International come Direttore Ricerca e Sviluppo e viene successivamente nominato direttore tecnico dell’azienda. Dal 1987, fa parte del Consiglio di Amministrazione della Società. Nel 2013, a seguito dell’acquisizione di LMS da parte di Siemens, Leuridan assume il ruolo che attualmente ricopre alla guida del segmento di Simulazione e Test Solutions all’interno di Siemens PLM Software, in cui viene sviluppato e gestito il portafoglio di prodotti LMS. Jan Leuridan è laureato in ingegneria presso l’Università di Leuven. Ha inoltre conseguito un Master (M.Sc.) e un Dottorato di Ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale all’Università di Cincinnati. Attualmente risiede a Leuven, in Belgio.

predictive role, both during development and product use, as an enabler of built-in predictive functionality. To allow this, simulation needs to gain realism and performance. New methods that combine various simulation and testing technologies should

10

enable predictive engineering analytics during development. And a strong underlying data management structure should allow a closed-loop systems-driven approach that spans the entire product lifecycle.

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


SIEMENS PLM SOFTWARE

S IEM EN S PL M SOFT WARE AMPLIA IL PROPRIO PORTFOLIO CON LA SIMULAZIONE E IL TESTING

L’offerta Siemens, con l’integrazione di LMS, può finalmente definirsi completa e coprire tutte le fasi di sviluppo del prodotto, dal dimensionamento e il concept design, alla progettazione CAD e alla simulazione CAE fino alla gestione dei dati. Simulazione meccatronica e testing, in particolare, sono i due nuovi tasselli che arricchiscono l’offerta di Siemens PLM Software. a cura della Redazione

I

l settore manifatturiero è alla continua ricerca di soluzioni software a supporto del ciclo di sviluppo prodotto che siano in grado di consentire una riduzione significativa del time to market. Un obiettivo che non solo abbassa i costi di realizzazione di nuovi prodotti, ma impatta significativamente sul market share conquistabile dalla singola azienda. In questo ambito i produttori di soluzioni software stanno tutti percorrendo la strada dell’espansione e nel contempo, integrazione del proprio portfolio d’offerta. Uno dei protagonisti di questo mercato è Siemens PLM Software, che ha messo in atto, da tempo, una strategia di acquisizioni e integrazione.

“ Le nostre soluzioni – afferma Marco Maggi, Sales director Italy and MEA, LMS Solutions di Siemens Industry Software - sono adottate in tutti i settori industriali e nel mondo della ricerca. Oggi ci sono aziende italiane anche di piccole e medie dimensioni che per restare competitive sanno di dover necessariamente Marco Maggi fare innovazione e sfruttare il vantaggio competitivo per fronteggiare, tramite la simulazione, situazioni fondamentali per le fasi di certificazione e/o di utilizzo”. Le soluzioni LMS rappresentano un unicum integrato di simulazione e sperimentazione che permette di affrontare tempestivamente le criticità di un progetto. Ad esempio, gli utenti che devono affrontare temi relativi alla stress analysis, l’affidabilità, la vibro-acustica e l’efficienza energetica, grazie alle funzionalità presenti nelle soluzioni LMS, possono confrontare in ogni fase di sviluppo del prodotto - sia esso un componente o un macchinario completo - il modello virtuale con quello reale. “Ipotizziamo il mondo dell’auto - spiega Maggi - le soluzioni LMS sono utilizzate per il testing e la simulazione meccatronica. Servono a rendere le automobili più sicure e affidabili, rispondendo a esigenze di prestazioni senza compromessi

sul comfort. Se pensiamo ad un’auto, il piacere della guida è dato dal comfort e dalle prestazioni, due aspetti che spesso sono antagonisti in quanto la velocità genera vibrazioni e rumore che impattano negativamente sul comfort. Bene, ecco che le funzionalità integrate nella nostra suite facilitano la ricerca di un punto d’incontro”. Analogamente, nel mercato Machinery, quando si richiede che un macchinario di produzione operi a velocità sempre maggiore per aumentare la produttività, non bisogna perdere di vista aspetti quali la precisione di lavorazione e la sicurezza negli ambienti di lavoro. Occorre, quindi, limitare vibrazioni e rumore, mantenendo la stessa velocità e pressione. Nell’apparente situazione di antitesi è diventato essenziale nello sviluppo dei prodotti, confrontare il modello virtuale con quello sperimentale. I tool di testing di LMS consentono di fare prove sperimentali in una fase iniziale della progettazione, per validare il modello virtuale tramite misure su prototipo, pur rimanendo fondamentale il collaudo finale del progetto e la possibilità di effettuare interventi di service sul campo. “Lo sviluppo delle soluzioni LMS - aggiunge Maggi - è guidato dal cliente, ascoltiamo le sue necessità e realizziamo tool che servono per sviluppare i suoi prodotti. Ci occupiamo anche degli aspetti di manutenzione e supporto in modo che il cliente possa concentrarsi sul proprio core business”. Poter disporre di un modello virtuale validato consente all’ingegnere di concentrarsi sul progetto a cui sta lavorando. Inoltre, la riduzione del numero di prototipi e delle fasi di testing consente un notevole abbattimento di costi e tempi. “È una scommessa - conclude Maggi - che siamo pronti ad affrontare, poiché da anni lavoriamo sulla simulazione e sull’integrazione della meccanica con l’elettronica”.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

11



SPS IPC DRIVES

SPS IPC D RIVES, SESTA EDIZIONE, P ROIEZIONE DEL FUTURO

SPECIALE FIERE                                    a cura della Redazione

L

a sesta edizione di SPS IPC Drives Italia (www.spsitalia.it) riunisce tutto il mondo dell’automazione industriale, dai produttori ai fornitori alle associazioni e crea un ponte con OEM e utilizzatori finali. “Abbiamo superato l’area espositiva dello scorso anno - segnala Donald Wich, AD Messe Frankfurt Italia - e i padiglioni son pressoché esauriti a prova della solidità e autorevolezza dell’evento.

Donald Wich

Anche quest’anno a Parma dal 24 al 26 maggio torna SPS IPC Drives Italia, la fiera che riunisce fornitori e produttori del mondo dell’automazione industriale, punto di riferimento per il panorama italiano.

Quest’anno abbiamo attivato collaborazioni di assoluto prestigio: la mattina del primo giorno avremo l’opportunità di dialogare con Cisco per entrare a fondo nell’universo di possibilità dell’Internet of Things con la presentazione di IoE Talks: la fabbrica in digitale. Mentre il secondo giorno, con il patrocinio di ANIE Automazione, presenteremo assieme ad un partner di prestigio come Roland Berger uno studio relativo al mercato italiano sul tema del 4.0 per i settori automotive, cyber security, elettromeccanica, food e pharma&beauty dal titolo Osservatorio Industry 4.0: la nuova frontiera della competitività industriale.” Quest’anno, il focus della manifestazione verte sull’Industria 4.0 che vede il passaggio dalla potenza all’atto, presentando tangibili case history capaci di accendere

NewSimpresa Magazine

l’entusiasmo dei visitatori e spingerli ad imboccare la via dell’innovazione tecnologica con sempre maggiore convinzione. “È il nuovo progetto Know how 4.0 spiega Wich – un’area dimostrativa che si svilupperà nel padiglione 4 in cui innovazione e tradizione si legano per creare una visione 4.0. L’area, realizzata in collaborazione con il Prof. Giambattista Gruosso del Politecnico di Milano, si ripropone di portare la fabbrica intelligente in fiera con isole di lavoro reali e virtuali affiancate da contenuti multimediali in cui concetti quali l’innovazione di processo/prodotto, la computerizzazione, l’uso di tecnologie abilitanti, dell’elettronica e dell’IT, saranno coniugati e dimostrati praticamente sotto gli occhi dei visitatori”. Seguendo le esigenze del mercato sono stati mantenuti i tre Fil Rouge dell’anno scorso con Automotive, Pharma&Beauty e Food&Beverage a cui si affiancano i convegni scientifici riguardanti i Big Data e la Progettazione meccatronica e robotica con esperti che si confronteranno sui trend del mercato e sui possibili scenari connessi. “Sempre attenti ai continui cambiamenti che l’evoluzione industriale porta con sé prosegue Wich - ci siamo convinti che il format fieristico rimanga il miglior medium

| Gennaio/Marzo 2016

13


SPS IPC DRIVES

Quest’anno, il focus della manifestazione verte sull’Industria 4.0 che vede il passaggio dalla potenza all’atto, presentando tangibili case history capaci di accendere l’entusiasmo dei visitatori e spingerli ad imboccare la via dell’innovazione tecnologica con sempre maggiore convinzione.

per condividere esperienze e intrecciare relazioni. Forti della nostra storia aziendale che va avanti con successo da oltre 700 anni, la fiera per noi è vero momento di incontro e dialogo, tensione tra domanda e offerta che si conclude in una soluzione vantaggiosa, in un clima di condivisione delle conoscenze teso a far circolare una nuova cultura di impresa e nuovi modelli di business e di relazione. La nostra attenzione è sempre rivolta agli operatori in visita e al modo più efficace per permettergli di godere della fiera: per questo abbiamo deciso di proseguire col progetto Over 300 km che già l’anno scorso aveva permesso ai visitatori provenienti da lontano di visitare con calma la fiera in due giorni grazie a delle convenienti convenzioni e benefit”. Le aspettative in merito al mercato di riferimento sono buone. Secondo i dati di preconsuntivo presentati da ANIE Automazione, nel primo semestre 2015 il comparto è cresciuto del 9,5% e il 2015 dovrebbe chiudere con un confortante +7% complessivo. Particolarmente interessanti i valori di crescita fatti registrare da alcuni segmenti merceologici: Azionamenti +6%, Encoder rotativi +14,8%, PLC +12,2%, HMI IPC Scada +12%, motori brushless +11,4%, I/O +10,5%. “Proprio con ANIE Automazione, una delle maggiori organizzazioni di categoria di Confindustria - conclude Wich - abbiamo intrecciato da tempo ormai una proficua collaborazione che si sta rivelando fruttifera in termini di risultati e diffusione delle conoscenze come possono testimoniare i vari forum che siamo riusciti a organizzare per il territorio nazionale: basti pensare a Forum Telecontrollo, Forum Meccatronica e ultimo in ordine di tempo, il FIMI, Forum per l’Internazionalizzazione del Made in Italy”.

14

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


Un unico fornitore - infinite opportunitĂ

WWW.FANUC.EU


FA N U C

FANUC: L’AUTOMAZIONE SI TINGE DI GIALLO

COMPANY TO WATCH                                    a cura della Redazione

Le aziende che operano nel settore dell’automazione dei processi di produzione sono costantemente alla ricerca di nuove soluzioni, sempre più personalizzate e flessibili, che consentano di aumentare la produttività e diminuire i costi delle aziende manifatturiere. FANUC, da più di 60 anni in questo settore, ha continuato a sviluppare prodotti e soluzioni, costruendo un ampio portfolio d’offerta, composto da macchine CNC, robot, robomachines e sistemi laser.

L

a sfida nel mercato manifatturiero industriale si vince se si riesce ad ottimizzare l’intero processo di produzione. Bisogna operare all’insegna della precisione, della flessibilità e della massima qualità. Un obiettivo ambizioso, anche frutto della cultura aziendale.

Marco Ghirardello

In questo ambito, la cultura giapponese rappresenta un sicuro punto di riferimento. Non è certo un caso che la sede principale di FANUC (www.fanuc.eu/it) si trovi proprio in Giappone, alle pendici del Monte Fuji. Una vera e propria città dell’automazione, caratterizzata da una notevole capacità produttiva: ogni mese vengono prodotti fino a 30.000 CNC, 250.000 motori asse e mandrino, 5.000 robot e 5.000 robomachines. Per raggiungere questi numeri vengono impiegati oltre 2.000 robot, che lavorano ininterrottamente, 24 ore su 24. Gli impianti di produzione, nelle fabbriche FANUC, sono tra i

16

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016

più automatizzati al mondo. Cultura, esperienza e risultati, a conferma della predisposizione alla valorizzazione e all’utilizzo di soluzioni per l’automazione dei diversi processi di produzione. “Un vantaggio competitivo - esordisce Marco Ghirardello, General Manager Italia e Vice Presidente Fanuc Europe - di cui beneficiano anche i clienti. Visto il know-how, trovare in Fanuc chi comprenda e risolva i problemi da affrontare è relativamente semplice. La produzione ha luogo esclusivamente nella sede in Giappone, anche se la nostra azienda è presente in tutto il mondo”. Dal 2014, FANUC Italia include le tre divisioni operative di CNC, Robot e Robomachines. I settori nei quali opera FANUC sono molteplici: dall’aerospaziale all’automobilistico, dall’alimentare al medicale, dal packaging alla gioielleria.


FA N U C

Dal robot più piccolo al più robusto al mondo, Con oltre 100 modelli, FANUC offre la più ampia gamma di robot al mondo

“Il cuore della macchina utensile - evidenzia Ghirardello - è costituito dal controllo numerico, i CNC FANUC governano le operazioni di lavorazione meccanica con affidabilità, a costi estremamente contenuti e consentono di aumentare la produttività; sono facili da utilizzare e da programmare, grazie alla presenza di un’interfaccia HMI a icone, richiedendo pertanto meno formazione”. La gamma di robot industriali è tra le più estese al mondo, con oltre 100 modelli, capaci di coprire diverse applicazioni e settori. Il portfolio d’offerta vede la presenza del robot più grande al mondo, con portata fino a 2300kg ,in grado di movimentare con estrema facilità un’intera automobile. Oltre ai robot di manipolazione, a completare la gamma FANUC anche robot per applicazioni di packaging e pallettizzazione, saldatura, verniciatura, alimentare e camera bianca.

“I benefici generati dall’utilizzo dei prodotti FANUC sono molteplici – conclude Ghirardello. Ad esempio, un gruppo partner che produce stozzatrici, affilatrici e brocciatrici, grazie all’utilizzo di soluzioni di controllo (modelli Oi Mate-MODEL D e Oi-MODEL D), è in grado di eseguire lavorazioni che richiedono il movimento simultaneo e l’interpolazione di più assi. Il grado di affidabilità, precisione e programmabilità, richiesti dalla complessità delle nuove lavorazioni introdotte, sarebbero stati impossibili da eseguire con i tradizionali controlli elettronici. Un altro esempio è dato dall’esperienza sviluppata nel settore dei prodotti di lusso, (Robodrill) per la fresatura delle casse degli orologi. In questo caso, flessibilità e semplicità di configurazione e di utilizzo, lo rendono particolarmente adatto all’alta produzione. In ultimo, non meno importante, l’automazione in grado di legare tutti i prodotti FANUC garantendo efficienza, continuità produttiva e riduzione dei costi, anche con produzioni molto variabili.”

“FANUC - continua Ghirardello - offre soluzioni dedicate per la verniciatura, per la saldatura ad arco, per pallettizzazione, o versioni top-mount, per compattare sempre più la linea”. La proposta tecnologica dell’azienda si completa con le macchine Robodrill, un efficiente centro di fresatura, foratura e maschiatura CNC compatto, robusto e affidabile; Robocut, una macchina per l’elettroerosione a filo, che non solo garantisce incredibile precisione, ma riduce notevolmente i tempi di attrezzaggio; infine Roboshot, la prima macchina per lo stampaggio a iniezione 100% elettrica, che garantisce maggiore pulizia, eccezionale risparmio energetico e migliore ripetibilità del prodotto.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

17


MOTION CONTROL UNA SUMMA DI TECNOLOGIE AVANZATE “Non tutti conoscono il controllo vettoriale, ma le nuove generazioni di motion controller facilitano l’accesso a funzioni complesse, senza richiedere particolari conoscenze preliminari.” di Valerio Alessandroni

l

l motion control è utilizzato per controllare organi in movimento in numerose applicazioni, dal packaging, alle macchine utensili, alla movimentazione delle merci, alla robotica. Motori, controllori e azionamenti sono i principali componenti di questo settore, che richiede tolleranze dimensionali precise, materiali magnetici a forze elevate e metodi di progettazione avanzati.

il mercato globale del motion control è in forte crescita e dovrebbe passare dai 14,79 miliardi di dollari, nel 2014, a circa 22 miliardi di dollari, nel 2020, con un CAGR del 6,87%, dilazionato nei sei anni.

multidisciplinari, in grado di gestire logica real-time, motion e controllo di processo, integrati con un sistema HMI. Una soluzione unica, adattabile ad ogni settore, che si traduce nei PAC (Programmable Automation Controller). Per la funzione del Motion Control vengono utilizzati fieldbus specializzati, come Sercos o EtherCat, oppure profili specifici come Profidrive. La direttiva sull’efficienza energetica, che introduce una classificazione di efficienza dei motori, non ha avviato un movimento verso azionamenti più efficienti, ma ha accelerato un sostanziale progresso in questo campo.

La crescita del mercato dell’automazione e l’integrazione delle funzioni di sicurezza negli azionamenti, sono due dei fattori di spinta, nell’espansione di questo settore, mentre gli elevati costi di produzione e la complessità delle macchine di motion control sono alcuni dei fattori frenanti. La sfida è, quindi, quella di progettare macchine compatte, meno costose e affidabili. Sempre secondo Research and Markets, il comparto applicativo dei macchinari è quello che attualmente ha il maggior peso nel mercato complessivo del motion control, seguito dalle applicazioni nel comparto semiconduttori ed elettronica, che fra il 2015 e il 2020 dovrebbe crescere con un CAGR del 10,10%. La tipologia dell’applicazione, la tecnologia fieldbus e l’architettura distribuita, o centralizzata, sono alcuni degli elementi base per la valutazione del tipo di piattaforma da utilizzare. La spinta del mercato converge comunque verso una soluzione unica, più facilmente gestibile e basata su standard aperti. A ciò si aggiunge la tendenza ad avere controllori

18

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


MOTION CONTROL: DOVE SIAMO

UNO SGUARDO AL MERCATO Così, come lo spettro applicativo del motion control abbraccia innumerevoli comparti, anche l’offerta, in questo ambito, è molto ampia e diversificata. Per esempio: Nord Drivesystems ha espanso la sua ultima serie di motoriduttori elicoidali in linea snelli, con l’aggiunta di una nuova unità, più piccola, per coppie in uscita fino a 50 Nm. Oggi, le nuove unità elicoidali in linea, a elevata efficienza, completano, quindi, l’assortimento di motoriduttori a vite senza fine, che è già disponibile per piccoli carichi. I motoriduttori hanno un’elevata resilienza e possono sopportare grandi forze sull’albero d’uscita. La tolleranza del 275%, ai sovraccarichi a breve termine, lascia un tempo sufficiente per l’intervento della protezione motore. Le nuove unità sono disponibili per rapporti di riduzione da 3,58 a 61,88. Da parte sua, Portescap ha introdotto un nuovo componente nella sua piattaforma di minimotori Ultra ECTM, il motore brushless 22ECT, specificamente progettato per erogare una coppia ultra elevata in dimensioni compatte. Grazie a una tecnologia unica degli avvolgimenti e a un

nuovo progetto multipolare del rotore, il 22ECT è stato sviluppato per essere uno dei motori brushless senza cave più avanzati e dalle prestazioni più elevate nella sua classe. Il 22ECT è stato specificamente ottimizzato per un’elevata coppia continua, a velocità medio-basse, massimizzando la potenza fra 10 K e 20 K giri/min.

Secondo stime recenti di Research and Markets, il mercato globale del motion control è in forte crescita e dovrebbe passare dai 14,79 miliardi di dollari, nel 2014, a circa 22 miliardi di dollari, nel 2020, con un CAGR del 6,87%, dilazionato nei sei anni. Parallelamente, ACS Motion Control ha ampliato la sua linea di servoazionamenti PWM (modulazione a larghezza d’impulso) NanoPWM, con un nuovo azionamento EtherCAT a due assi. La serie di moduli di servoazionamento EtherCAT NPMPM offre prestazioni di motion che, in precedenza, potevano essere ottenute solo utilizzando azionamenti lineari, ma senza gli svantaggi di questi ultimi. Gli azionamenti NPMPM sono notevolmente più piccoli, molto più efficienti, producono

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

19


MOTION CONTROL: DOVE SIAMO

una minore dissipazione termica, hanno una protezione migliore sono più economici. Bonfiglioli Riduttori ha annunciato una nuova serie di inverter di frequenza, la soluzione in armadio: ACU 8. Progettata con un’ampia gamma di opzioni, come funzioni PLC e sensori di feedback, la ACU 8 può essere integrata, in modo flessibile, in qualsiasi processo di automazione, utilizzando il metodomodo di controllo standard o protocolli di comunicazione su bus. NSK ha sviluppato una nuova serie di viti a sfere standard, pienamente conformi alla norma DIN69051-5. Le applicazioni potenziali di queste viti a sfere sono molto ampie e comprendono macchine utensili, apparecchiature di produzione automotive e apparecchiature di produzione nel campo dei semiconduttori. Nel contesto del motion control, le logiche di automazione sono talvolta molto complesse. Per questo, le proposte ABB puntano sulla facilità di integrazione tra le famiglie di prodotti,

intesa a livello di connettività e funzionalità, con apparecchiature e sistemi, in grado di integrarsi in una infrastruttura IT preesistente. Tra queste, la piattaforma Servodrive MotiFlex e180 con comunicazione EtherCat integrata, scheda encoder universale integrata, con secondo ingresso encoder ed encoder di uscita simulata, che si caratterizza per le elevate performance dinamiche, con sovraccarico sino al 300%, sicurezza STO integrata e funzioni tecnologiche motion control scalabili. L’ultima versione presenta il nuovo modulo encoder, per la gestione del protocollo Hiperface DSL ‘Full Digital’, che permette di integrare, in un singolo cavo, i segnali di feedback e di potenza, consentendo così riduzione dei costi e dei tempi di installazione. Può essere fornita con servomotori serie BSM e serie SDM. Con l’introduzione del nuovo azionamento standalone Lexium LXM52, nell’architettura PacDrive3, Schneider Electric integra la sua offerta di automazione. Gli azionamenti LXM52 sono ideali, in abbinamento ai controller PacDrive3 LMC101 C e 201 C, per una maggiore scalabilità nelle applicazioni,


MOTION CONTROL: DOVE SIAMO

con un numero limitato di assi. I drive serie LXM 52, che comunicano attraverso il bus Sercos III, uniscono tutte le caratteristiche di un servoasse: elettronica, power supply e filtro di linea, ma dispongono anche di I/O digitali integrati. I dispositivi sono prodotti in cinque grandezze differenti, da 1,5 a 24 A di corrente nominale e da 6 e 72 A di corrente di picco e si possono utilizzare con la maggior parte dei motori PacDrive serie SH3. Tutte le taglie hanno grado di protezione IP 20 e sono conformi alle normative di sicurezza (IEC 61508:2010, EN/ISO 13849-1:2008), fino alla categoria SIL 3 PLe, grazie al doppio Inverter Enable a bordo. L’assortimento di servoazionamenti Rockwell Automation comprende una vasta gamma di prodotti che, grazie alle loro dimensioni e caratteristiche, consentono di utilizzare un gran numero di applicazioni. Dagli inverter monoasse, agli inverter modulari multiasse, l’azienda offre soluzioni, appositamente studiate, per semplificare la progettazione e, al contempo, aumentare la produttività delle macchine. Gli inverter con controllo assi integrato si inseriscono perfettamente nella piattaforma Logix, per una configurabilità di facile utilizzo e plug-and-play.

Sono disponibili diverse opzioni di rete e un’ampia gamma di funzioni di sicurezza. Infine, i500 è il nome della nuova serie di inverter Lenze, che combina alta efficienza e dimensioni compatte con una notevole semplicità di utilizzo. Infatti, i500 è progettato in modo così semplice che può essere messo in servizio, senza necessità di conoscenza pregressa. È sufficiente usare uno smartphone con tecnologia NFC, scaricare i parametri del motore, tramite l’applicazione Lenze e importare nell’inverter i500 attraverso la rete LAN wireless. Con questo procedimento, Lenze sta collegando il tradizionale campo della tecnologia di azionamento a velocità controllata con il nuovo potenziale di Industry 4.0. Quando l’inverter ha i dati del motore, si può passare a una modalità più efficiente, ad esempio per regolare la corrente di magnetizzazione di un carico parziale.


B E C K H O F F AU TO M AT I O N

MOTION CONTROL TARGATO BECKHOFF

MOTION CONTROL: DOVE SIAMO

Oltre 200 macchine installate in cinque continenti, alcune delle quali, nonostante abbiano superato la soglia dei 70 milioni di pezzi, continuano a lavorare a ritmi serrati per assemblare e collaudare rubinetti gas per cucine e piani cottura. Sono questi i numeri che meglio inquadrano Beocom, il ultimo progetto è una macchina transfer per la lavorazione meccanica di piccoli particolari completamente equipaggiata con CPU, I/O e motion targato Beckhoff.

C

ina, Egitto, Turchia, Taipei. E poi ancora Nord America, Sud America, Est Europa. Non c’è azienda del settore ‘bianco’ che non conosca Twins, marchio che da oltre vent’anni identifica le macchine di assemblaggio e collaudo prodotte da Beocom. Le recenti opportunità che si sono dischiuse in ambito di componentistica gas destinata al settore del bianco, hanno portato l’azienda ad ampliare ulteriormente la gamma delle proprie soluzioni, mediante la realizzazione di macchine per il montaggio di piani cottura e cucine a gas.

Macchine più veloci grazie al PC «In media, l’assemblaggio di un rubinetto gas comporta un tempo ciclo di 2 secondi. Ciò significa che su un turno di otto ore si producono circa 14mila pezzi, che salgono a oltre 40mila sull’intera giornata», afferma Ivan Omodei, co-fondatore nel 1995 di Beocom insieme a Franco Borsi. Il segreto di tanta precisione risale a circa vent’anni fa, quando nacque il marchio Twins. «In quegli anni abbiano iniziato a progettare le prime macchine di collaudo dotate di due stazioni gemelle con l’innovativa caratteristica di riuscire a gestire il carico e lo scarico dei pezzi nelle due stazioni in maniera indipendente», ci spiega Omodei.

22

«Per ottenere questo risultato ci siamo svincolati dalle piattaforme PLC del tempo e abbiamo iniziato a ragionare sul fatto che, attrezzando opportunamente la macchina e utilizzando un’architettura standard basata su PC, riuscivamo a gestire i cicli in maniera più efficace ma soprattutto indipendente da una logica master di tipo sequenziale”.

Architettura standard, know-how proprietario Il progetto della nuova macchina si indirizza in primis ai clienti che già operano con Beocom nel settore della rubinetteria gas. Si tratta di un transfer per la lavorazione meccanica di pezzi di piccole dimensioni - fresatura, taglio, tornitura, foratura, filettatura, maschiatura ecc. - quali quelli che, ad esempio, normalmente si trovano proprio all’interno dei rubinetti gas. «Il transfer utilizza il principio della tavola rotante controllata elettronicamente, per il quale abbiamo maturato un solido knowhow con le macchine di assemblaggio e collaudo funzionale. Nel caso specifico, la macchina è stata progettata e attrezzata per la realizzazione dei coni che si trovano all’interno dei rubinetti gas», afferma Omodei. L’architettura di controllo del transfer si basa su una CPU Beckhoff CX2030 che, oltre a monitorare un migliaio di punti di I/O, gestisce

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016

A sinistra il titolare Ivan Omodei accanto all’ultimo progettonato e a destra Raffaele Balzan, Area Sales Manager di Beckhoff Italia


Uno dei motori One Cable di Beckhoff tra i tanti utilizzati nelle applicazioni di Beocom

di tutte le funzionalità macchina garantisce le massime prestazioni, poiché assicura la perfetta integrazione di tutte le componenti. Il terzo motivo è l’evidente vantaggio in termini di performance. Un’unica dorsale di comunicazione costituita da EtherCAT consente di gestire tutti i segnali provenienti dalle migliaia di punti che si trovano distribuiti a bordo macchina senza ricorrere a convertitori, condizionatori o sistemi di pre-elaborazione. I segnali viaggiano quindi in maniera veloce e consistente, consentendo alla CPU centrale di effettuare l’intero controllo della macchina in modo integrato ed efficace. il movimento sincronizzato di 31 assi, azionati mediante motori One Cable della serie AM8000. Tutta la periferia (sensori, trasduttori, attuatori) è collegata in rete EtherCAT, alla quale sono connessi anche i vari sensori di temperatura, vibrazione ecc. che Beocom ha installato per ottenere la completa telemetria della macchina. Al quadro centrale, che raccoglie i collegamenti ai sensori e attuatori periferici, a loro volta connessi a una serie di moduli EtherCAT Box in esecuzione IP 67 distribuiti lungo la macchina, si affianca un’interfaccia HMI full graphics basata su software proprietario, costituita da un monitor multi-touch Beckhoff CP3915 da 15” montato su braccio mobile.

«La precedente soluzione, che si basava su un software commerciale e schede di acquisizione dati di vari fornitori, non offriva più le necessarie garanzie di velocità e precisione di controllo: abbiamo quindi deciso di valutare una soluzione alternativa, senza però abbandonare la strada dell’architettura PC» spiega Omodei, che prosegue: «La prima macchina implementata con CPU e I/O Beckhoff risale al 2011.

È interessante sottolineare come, benché l’infrastruttura di controllo si basi su architettura standard PC, tutto il know-how sia proprietario Beocom: l’esecuzione di tutte le operazioni avviene infatti attraverso soluzioni software ad hoc sviluppate dai tecnici dell’azienda, che sono caratterizzate da funzionalità uniche al momento non disponibili con i controlli numerici in commercio.

Una serie di buoni motivi per scegliere Beckhoff Tre sono i motivi che fondamentalmente hanno portato Beocom a fare una scelta di campo nei confronti di Beckhoff. Il primo è la teleassistenza. Nonostante l’azienda disponga di personale tecnico locale in alcune delle aree di maggiore interesse commerciale, la possibilità di gestire in modo estremamente flessibile e strutturato le richieste di assistenza è un fattore di fondamentale importanza per un’azienda che ha un parco macchine installato in tutto il mondo. Il secondo punto è il controllo centralizzato di tutte le funzioni macchina. Le linee di assemblaggio e collaudo integrano normalmente numerosi sottosistemi, ciascuno specializzato nell’esecuzione di un determinato compito. La gestione centralizzata

Il quadro di controllo composto da prodotti Beckhoff L’esperienza si è dimostrata ampiamente positiva e gli ulteriori riscontri successivamente ottenuti ci hanno portato, alla fine del 2013, ad integrare nell’architettura di controllo le soluzioni di azionamento elettrico Beckhoff basate su motori sia sincroni che lineari, di fatto affidandoci ad un unico fornitore di automazione con il quale abbiamo stretto un rapporto di vera e propria partnership tecnologica».

Valvole per rubinetti a gas che Beckhoff produce

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

23


S P E C I A L E P N E U M AT I C A & O L E O D I N A M I C A

ASSOFLUID:

VE RS O LA FA B B RI CA 4.0 P E R C REA R E IN MODO I N TELLI GEN TE

PRODOTTI INTELLIGENTI

IL PUNTO

L’associazione italiana dei Costruttori e Operatori del Settore Oleoidraulico e Pneumatico Assofluid, sovraintende uno dei comparti principali dell’industria manifatturiera italiana. Il suo presidente, l’Ing. Domenico Di Monte, ci fa il punto sulla situazione in merito al 2015, indicando l’innovazione come strumento per creare vero valore aggiunto e per restare competitivi sul mercato.

a cura della Redazione

P

residente Di Monte, si è appena chiuso il 2015 che, per molti settori, ha visto segnali di ripresa. Vale anche per il settore della potenza fluida che lei rappresenta? E quali sono le prospettive per il 2016?

2016, l’anno che, per certi versi, rappresenterà, in qualche modo, il bivio per quelle aziende che vogliono realmente rappresentare l’avanguardia tecnologica italiana e confrontarsi con i concorrenti tedeschi, su quegli aspetti innovativi che vengono attualmente sintetizzati nella definizione di “industria 4.0”.

In effetti, il 2015 è stato, in generale, un anno positivo per i settori della meccanica italiana, in particolare, il nostro comparto ha segnato un incremento importante, per quanto riguarda la pneumatica, con una crescita sia del fatturato +7,1% (import + 9.6, export +0.8) sia del mercato nazionale +8.5%. L’oleoidraulica ha vissuto invece momenti altalenanti, dopo tre trimestri in positivo, sulla scia dell’incremento del mercato nazionale registrato nel 2014 (+2.8% rispetto al 2013), nell’ultimo trimestre 2015 ha segnato una battuta di arresto, che ha portato ad una chiusura dell’anno negativa, con un -2.8% del fatturato e -1.4% del mercato nazionale.

Ecco appunto, si parla tanto di industria 4.0, quali sono, a suo avviso, i trend tecnologici che caratterizzano il settore del Fluid Power e come si colloca l’industria italiana rispetto ai concorrenti esteri?

Par quanto riguarda la pneumatica, i dati del 2015 hanno essenzialmente confermato una inversione di tendenza che, dopo il 2013, ha visto una crescita contenuta ma costante, sia del mercato interno, che delle esportazioni. Molte aziende hanno continuato ad investire in tecnologia e in organizzazione, al fine di presidiare in modo più efficace alcune aree in sviluppo (come l’est Europa), o di aumentare la propria competitività in quei settori che hanno registrato una crescita, dal packaging al legno. Ing. Domenico Di Monte

24

È proprio in virtù di questi dati che ho fiducia nel

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016

In primo luogo va detto che parlare di industria 4.0 significa utilizzare un termine coniato dai tedeschi pochi anni fa (precisamente nel 2011), ma che in realtà rappresenta soluzioni tecnologiche di cui si parla già da molto più tempo e che diverse aziende italiane hanno già implementato, senza che nessuno avesse dato un nome a questo fenomeno. Ciò che hanno intelligentemente fatto i tedeschi è stato battezzare un trend, che rappresenta sicuramente un’importante evoluzione del sistema produttivo e, allo stesso tempo, cercare di favorirne la diffusione, attraverso lo sviluppo culturale su tali aspetti e la promozione di strumenti che ne agevolassero l’implementazione nel tessuto industriale. Il tutto facendo sistema, grazie al supporto del governo e delle associazioni settoriali. Non poco direi. Per quanto riguarda la tecnologia: sono molti gli aspetti che hanno a che fare con questa definizione: “creare in modo intelligente prodotti intelligenti”, fare in modo che macchine e


S P E C I A L E P N E U M AT I C A & O L E O D I N A M I C A

Indice congiunturale Pneumatica (chiusura 2015)

prodotti gestiscano autonomamente una quantità potenzialmente infinita di informazioni (Big data), per ottimizzare le operazioni produttive e gestionali e per aumentare dunque l’efficienza dei processi, sfruttando l’Internet of Thing (IoT). Quest’ambito è chiaramente molto interessante per tutti i settori che hanno a che fare con l’automazione e con i sistemi meccatronici, basti pensare alla manutenzione predittiva, agevolata da sensoristica integrata nei componenti e nei sistemi, all’ottimizzazione dei consumi energetici, grazie a sistemi che autoregolano il funzionamento degli impianti o dei singoli prodotti, in relazione alle effettive necessità. Tutto ciò si traduce nella possibilità di aumentare notevolmente la flessibilità degli impianti, rispondendo alla sempre crescente richiesta di customizzazione dei clienti, considerando il sistema nel suo complesso, il cosiddetto CPPS – Cyber Physical Production System. Allo stesso tempo, fornire prodotti che sono in grado di comunicare le modalità di utilizzo alla casa madre, permette di affiancare costantemente il cliente per ottimizzare l’applicazione, offrendo un servizio di cui il prodotto è solo uno dei fattori. Stiamo parlando del concetto di “product as a service”, ovvero passare dalla valutazione delle performance di prodotto a quella di servizi legati ad obiettivi misurabili (aumentare l’efficienza di un macchinario/applicazione, suggerire l’utilizzo corretto di un prodotto per renderlo più performante etc). Insomma, poter gestire dati relativi ai prodotti, durante il loro utilizzo, rappresenta una grande opportunità, sia per il cliente, che per il fornitore, poiché moltiplica le possibilità di innovare e fornire valore aggiunto, non solo attraverso il prodotto, ma attraverso il know-how, dato dall’esperienza e dalla competenza sull’impiego del prodotto stesso. È proprio su questo punto che l’Italia è sempre stata all’avanguardia a livello mondiale. Ricordiamo che siamo tra i primi tre Paesi al mondo, per quanto riguarda la realizzazione di macchine utensili, e ci sono settori dove siamo leader indiscussi, perché siamo stati in grado di concepire, in primis, il “metodo” per lavorare e, in seguito, di tradurlo in soluzioni meccatroniche, applicando le varie tecnologie (basti pensare a settori come la lavorazione del marmo, del legno, l’agricoltura, il packaging etc). Questi macchinari utilizzano componenti pneumatici, idraulici o elettrici, spesso made in Italy, e la sfida è proprio quella di realizzarli, in modo che possano rispondere ai requisiti di cui sopra. È innegabile che la dimensione, spesso ridotta delle aziende italiane, rispetto alle realtà tedesche, possa rappresentare un limite per gli investimenti in tecnologia. Come possono,

Indice congiunturale Oleoidraulica (chiusura 2015)

le PMI italiane, rimanere competitive? Sicuramente è più semplice investire in tecnologia per una grande azienda ma, a mio avviso, ci sono due aspetti che rendono questa “evoluzione” particolarmente interessante per tutte le aziende, indipendentemente dalla dimensione. Da un lato, i costi legati al reperimento dei dati, grazie a sensoristica e software dedicati, stanno costantemente diminuendo e sono decisamente accessibili; oggi è relativamente semplice reperire ogni tipo di dato e, soprattutto, implementare questi sistemi step by step, in altre parole: si può pensare a soluzioni modulari che possono essere implementate, rapidamente, a piccoli passi, con tempi di ritorno sugli investimenti molto brevi. Dall’altro, proprio in virtù di questa facilità nel reperimento dei dati, la vera innovazione sta nella modalità con cui questi vengono utilizzati e nelle azioni/processi che la lettura e l’interpretazione di questi dati forniscono. Un sistema i cui algoritmi sono frutto della mente umana, che resta e resterà per molto tempo il vero fattore critico di successo. L’evidenza di queste considerazioni sta nel numero crescente di start-up nascenti, in relazione a questi temi. L’auspicio è che in Italia si comprenda che l’innovazione è realmente il motore del successo in qualsiasi settore e che, per puntare su questo, bisogna necessariamente investire nella formazione costante delle persone e nella crescita delle competenze, perché non vi è tecnologia più evoluta e complessa della mente umana. Domenico Di Monte è nato a Montichiari (BS) il 13 aprile 1978, sposato, con due figlie, laurea in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli studi di Brescia. Entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Assofluid nel 2011 (Associazione Italiana dei Costruttori ed Operatori del Settore Oleoidraulico e Pneumatico), a Giugno 2014 è stato eletto Presidente dell’Associazione stessa. Dal 2007 è Marketing Manager presso Camozzi Spa, azienda italiana leader nel settore dell’automazione pneumatica. Precedentemente ha lavorato come consulente direzionale nell’area Strategia e Marketing di ITM Consulenza e come Area Manager Italia presso A&T Europe. Membro del consiglio direttivo di Federmacchine, dal 2013 ricopre inoltre la carica di Vice Presidente del CETOP (Comitato Europeo delle Trasmissioni Oleoidrauliche e Pneumatiche - federazione europea che raggruppa le associazioni nazionali del settore Fluid Power) con delega alla Commissione Economica. Parallelamente all’attività aziendale, dal 2006 al 2014 ha collaborato con l’Università degli studi di Bergamo come docente di Marketing Industriale nell’ambito del Master in “Marketing Management per l’Impresa Internazionale”.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

25


CAMOZZI

CAMOZZI: APPROCCIO MULTI ALL’AUTOMAZIONE INDUSTRI

SPECIALE PNEUMATICA & OLEODINAMICA

Nel settore dell’automazione industriale, ogni applicazione presenta requisiti differenti e molto specifici. Per poter soddisfare il maggior numero di clienti possibili, Camozzi ha ampliato il proprio portafoglio d’offerta tecnologica, creando C_Electrics, la nuova divisione che si occupa di sviluppare l’attuazione elettrica, proponendo soluzioni che includono cilindri ed assi elettromeccanici, con relativi motori e componenti accessori, combinati in portali configurabili, in modo da garantire la massima flessibilità per l’utente.

P

oter offrire tutte le tecnologie e poterle - se necessario - combinare, ottimizzando i singoli movimenti e le prestazioni richieste, nell’ambito di un’applicazione industriale, rappresenta il vantaggio competitivo che Camozzi (www.camozzi.com) è in grado di proporre ai propri clienti.

assi elettromeccanici con relativi motori, azionamenti, software e componenti accessori”.

Fanno parte del portfolio d’offerta i cilindri elettromeccanici serie 6E, attuatori meccanici lineari a stelo, in cui il moto rotatorio, generato da un motore, è convertito in un movimento lineare, tramite l’utilizzo di una vite a ricircolo di sfere. Disponibile in 4 taglie: 32, 40, 50 e 63, la Serie 6E ha le dimensioni basate La possibilità di controllare velocità, accelerasullo standard ISO 15552 ed è quindi possizione, posizione in relazione al carico da moviIng. Fabio Bottarelli bile l’utilizzo degli accessori di fissaggio utilizmentare, alle distanze da percorrere, alla precizati per i cilindri pneumatici. Per ogni taglia è sione richiesta, ottimizzando i costi e fornendo possibile scegliere tra più passi vite: 5, 10, 16, 20 e 25 mm. Le una soluzione facile da installare e gestire, è il risultato della corse standard proposte partono da 100 mm e arrivano, per le combinazione di tecnologie e competenze che Camozzi mette a taglie più grandi, fino a 1200 mm. disposizione dei propri partner, con l’obiettivo di fornire la soluzione dal più alto valore aggiunto. “I cilindri sono muniti di un magnete – spiega Bottarelli - che rende possibile l’utilizzo di sensori a scomparsa esterni, grazie ai quali si “L’approccio multitecnologico - sottolinea Fabio Bottarelli, possono eseguire funzioni di homing o letture di extracorsa. Sulla Product Manager Actuation & Handling - ovvero la capatestata anteriore è presente un foro di compensazione della prescità di avere nel proprio portfolio d’offerta diversi tipi di tecnosione che fa sì che, quando il cilindro viene sottoposto ad elevate logie, combinabili tra loro per ottimizzare le prestazioni, è uno dinamiche, non si vengano a creare pressioni negative o sovrapdei maggiori punti di forza del Gruppo Camozzi. Nel settore pressioni nella parte interna. Tale foro, nella versione standard, dell’automazione industriale, ogni applicazione presenta requiè protetto da un apposito silenziatore, che è in grado di garantire siti differenti e molto specifici. Proprio per poter soddisfare tutti i un grado di protezione IP 40, conforme allo standard IEC 60529”. clienti, abbiamo ampliato la nostra offerta tecnologica, creando C_Electrics, la nuova divisione che si occupa di sviluppare l’atLaddove l’ambiente di lavoro risulti essere aggressivo, o laddove tuazione elettrica, proponendo soluzioni che includono cilindri ed

26

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


CAMOZZI

ITECNOLOGICO IALE

a cura della Redazione

non debba essere contaminato con l’aria di scarico, l’utilizzatore finale può sostituire il silenziatore con una connessione opzionale, che permette lo scarico delle sovrappressioni fuori dalla zona di lavoro, proteggendo così sia l’ambiente che il cilindro. “A completamento dell’offerta - aggiunge Bottarelli - sono stati realizzati specifici kit di interfaccia, con i quali è possibile abbinare al cilindro sia motori Brushless e Stepper Camozzi, che altri motori presenti in commercio, eseguendo tale collegamento sia in linea, che rinviato in parallelo”.

1

Le soluzioni tecniche e la qualità dei componenti utilizzati garantiscono prestazioni elevate in termini di precisione, ripetibilità di posizionamento e gioco assiale. I cilindri elettromeccanici serie 6E sono stati realizzati ponendo particolare attenzione al design, ne è un esempio il nuovo profilo, nel quale è stato integrato il sistema di antirotazione dello stelo, e alla scelta dei materiali: tutti conformi alla direttiva ROHS. “In Camozzi – conclude Bottarelli - partiamo dal presupposto che non esista una tecnologia per l’attuazione che sia in assoluto migliore dell’altra. La nostra convinzione è che ogni applicazione abbia requisiti differenti, che possono essere soddisfatti al meglio, grazie all’impiego di una specifica tecnologia: pneumatica, proporzionale o elettrica”.

2

3

Fig.1: Cilindro elettromeccanico Serie 6E con motore rinviato in parallelo Fig.2: L’approccio multi tecnologico che integra pneumatica, attuazione elettrica e tecnologia proporzionale consente di offrire la soluzione migliore per ogni applicazione

La gamma a disposizione, le elevate precisioni e la semplicità di montaggio fanno sì che la Serie 6E sia la soluzione ideale per svariate applicazioni, in cui è richiesto il controllo della posizione e/o della dinamica di movimento, come ad esempio Pick & Place, sorting, pallettizzazione, tensionamento, pressatura e sollevamento.

Fig.3: Vista del cilindro Serie 6E selezionato

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

27


EPLAN

EPLAN: OBIETTIVO PROGETTAZIONE FLUIDICA

SPECIALE PNEUMATICA & OLEODINAMICA                                                a cura della Redazione

Stefano Casazza

Per i produttori di macchine e impianti, la progettazione fluidica riveste un ruolo sempre più importante. Fino a qualche tempo fa la progettazione di questi schemi veniva affidata ai progettisti meccanici oppure a quelli elettrici. Oggi si sta affermando la figura del progettista fluidico. In quest’ottica Eplan ha studiato un pacchetto dedicato alla progettazione fluidica completamente integrato nella Piattaforma Eplan.

L’

ottimizzazione di un processo produttivo deve essere caratterizzata da una serie di abilitatori di soluzioni basate su software di progettazione per la meccatronica e l’implementazione di soluzioni su misura in ambito CAD, PDM, PLM e ERP. In un’ottica di ambienti integrati, Eplan (www.eplan.it) amplia il portfolio d’offerta introducendo Eplan Fluid, che innesta l’ingegneria fluidica tra tutte le altre discipline ingegneristiche. In questo modo i vari domini di progettazione possono essere trattati in parallelo, velocizzando l’intero processo di ingegnerizzazione.

EPLAN Fluid: gruppo di controllo fluidico

28

“Rispetto ai sistemi tradizionali senza una struttura di progetto - sottolinea Stefano Casazza, Country Manager EPLAN Italy - Eplan Fluid include funzioni logiche esclusive e processi automatici che accelerano i tempi della progettazione. Le autoconnessioni creano tutti i collegamenti fluidici automaticamente, con la possibilità di assegnare caratteristiche logiche ed effettuarne una pre-valutazione. È possibile avere sempre tutti i componenti in vista, comprese le piccole parti come connettori, flessibili e tubi. Una volta che i dispositivi sono stati collegati, la loro associazione rimane, anche se i singoli simboli vengono spostati. Ciò migliora notevolmente la sicurezza, soprattutto quando sono in uso numerosi collegamenti”.

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


EPLAN

Lo schema di circuito fluidico, la distinta dei materiali e la rappresentazione 3D sono direttamente collegati tra loro. I file di simboli separati in base ai diversi rami dell’ingegneria fluidica assicurano la trasparenza e facilitano il lavoro. La definizione delle specifiche tecniche quali il diametro, la pressione operativa, il rateo di flusso o l’area di controllo nella gestione delle parti semplifica il lavoro di selezione dei componenti. Il software genera i report in automatico in base a questi dati chiave. congruità del progetto”. “Eplan Fluid - prosegue Casazza – è stato pensato per supportare la gestione di progetti internazionali grazie alla presenza di un dizionario che contiene la terminologia specialistica delle ISO 5598, e può essere anche ampliato individualmente o secondo specifiche aziendali”. In questo modo, il sistema garantisce che il progetto sia secondo la normativa ISO 1219 in vigore. Se opportuno, i codici articolo e i tag di dispositivo possono essere assegnati automaticamente in conformità alla norma. Se lo standard dovesse cambiare, i simboli referenziati ne permettono comunque una efficiente conversione. “I benefici derivanti dall’utilizzo di Eplan Fluid - aggiunge Casazza - sono sia quantitativi legati al grosso risparmio di tempo, che qualitativi legati ad una maggiore qualità della documentazione tecnica e della standardizzazione dei prodotti e dei fornitori di componentistica. Inoltre grazie a Eplan Data Portal, il nostro servizio web che mette a disposizione dei progettisti i componenti di vari produttori in un formato già pronto per essere utilizzato in tutto il portfolio Eplan, la progettazione e le metodiche in corso d’opera richiedono pochissimo tempo e garantiscono la

EPLAN Experience – Your Gateway to Greater Efficiency The new era in engineering has started EPLAN Software & Service srl Via A. Grandi, 21 - 20090 Vimodrone (MI) - Tel. +39.022504812 www.eplan.it - www.eplanexperience.it - info@eplan.it

Tubing

Da Eplan Data Portal è possibile accedere direttamente al configuratore del produttore (i pacchi di valvole Festo, piuttosto che i cilindri Metalwork, ad esempio) per scegliere i prodotti corretti ed importarli in Eplan con un semplice click, completi di codice e rappresentazione grafica 2D/3D. È inoltre possibile creare delle macro per combinare i diversi simboli o gestire varianti ed opzioni; oppure salvare circuiti parziali completi. “L’azienda Opem, ad esempio - conclude Casazza - utilizza con successo Eplan Fluid per ottimizzare le criticità date dalla personalizzazione spinta dell’impianto. La realizzazione di macchine automatiche per il confezionamento capsule (attuale corebusiness dell’azienda) comprende linee in grado di processare da 70 fino a 1.500-2.000 pezzi al minuto. Un range ampio che denota complessità ed esigenze tecnologiche diverse sotto tutti i punti di vista. L’ufficio tecnico di Opem, da molti anni utilizzatore di software Eplan per la parte di progettazione elettrica, ha adottato circa due anni fa Eplan Fluid, soddisfacendo al meglio l’esigenza non solo di una maggior rapidità di gestione di tutte le fasi del progetto, ma anche di totale rispondenza normativa”.


SMC

TECNOFIRMA E SMC: L’ECCELLENZA COME MODUS OPERANDI

CASE HISTORY                                                a cura della Redazione

“Noi siamo ciò che continuamente facciamo. L’eccellenza quindi non è un atto, ma un’abitudine” questo uno dei leitmotiv preso in prestito da Aristotele che accompagna Tecnofirma S.p.A., azienda di Monza leader nel trattamento delle superfici metalliche e plastiche che ha fatto di customizzazione totale, affidabilità e ricerca costante i suoi punti di forza.

“L

a nostra realtà ha oltre 60 anni di storia” ci spiega il Dott. Alessandro Goi, Presidente di Tecnofirma S.p.A. “l’azienda è nata nel 1949 come Roto Finish Italiana su licenza della Roto Finish Kalamazoo Mich. americana. L’intento era d’introdurre sul mercato nazionale le lavorazioni sulla sbavatura e pulitura in massa dei metalli”. Negli anni Sessanta la tecnologia è man mano progredita e abbiamo ampliato la produzione con l’introduzione di lavaggio e verniciatura. In seguito alla nascita di una divisione impianti la ragione sociale dell’azienda è divenuta Tecnofinish”. Tecnofirma nasce ufficialmente nel 1985: “Abbiamo deciso di concentrarci definitivamente su lavaggio e verniciatura, una scelta vincente. Nel 1998 è nata la holding TT Tecnofirma Team. Siamo orgogliosi di poter dire che siamo una realtà 100% italiana” continua Goi.

cliente fu la Bialetti Caffettiere. Cinque anni dopo è stato realizzato il primo impianto a ciclo continuo per verniciatura a polveri, siamo orgogliosi di poter dire che è tutt’ora in funzione, a distanza di ben 45 anni. È della fine degli anni 90 invece l’introduzione dell’alta pressione negli impianti di lavaggio, da 300 a 1000 bar, e siamo stati la prima azienda del settore a certificarsi ISO 9001 nel 1992” racconta il Presidente Goi. Tecnofirma è una realtà che guarda al mondo come mercato di riferimento: il 60% del fatturato è infatti dato dall’export dove Stati Uniti, Europa, Brasile e Asia rappresentano aree di estremo interesse tanto che in Cina è presente una società, sempre parte della holding, che produce per il mercato cinese. “I nostri impianti sono rinomati per essere estremamente affidabili e realizzati seguendo le precise indicazioni del cliente. Ogni commessa prevede pro- gettazioni sfidanti, il mercato dell’auto-

“I rami di attività sono principalmente tre: lavaggio, verniciatura e dai primi anni 2000 impregnazione dei motori elettrici. La segmentazione delle nostre attività e la specializzazione del nostro lavoro ci hanno permesso una crescita costante, abbiamo affrontato la crisi senza subire particolari cali e uscendone indenni. Se nel 1985 fatturavamo 8 miliardi di lire, oggi ci attestiamo sui 25 milioni di Euro”. I passi fondamentali che hanno contribuito a fare di Tecnofirma ciò che è oggi sono davvero molti. “Nel 1965 siamo stati i primi a sostituire la trielina con soluzioni ad acqua nel lavaggio dei casalinghi, il nostro primo

30

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


SMC

motive in particolare è in continua evoluzione e per starne al passo la ricerca è fondamentale” spiega Edoardo Pobbiati, Direttore Operativo di Tecnofirma S.p.A..

commerciali tecnici e di ricerca e sviluppo. La produzione è invece dislocata in realtà sempre possedute dalla holding, per un totale di circa 250 dipendenti.

“Annoveriamo tra i nostri clienti soggetti di primo piano quali Gruppo FCA, Renault, Volkswagen, Fiat Industrials, Marelli, Automotive Lighting.

I progetti per il futuro non mancano, un campo che Tecnofirma sta sviluppando è quello degli impianti per ibridi, nuove sfide per una realtà concreta e creativa allo stesso tempo.

“In quest’ottica di ricerca costante dell’eccellenza collaboriamo con SMC Italia da molti anni, in particolare negli ultimi 4 anni il rapporto si è intensificato. Spesso è il cliente stesso a chiedere soluzioni particolari, nel caso della gestione della trasmissione tramite profinet abbiamo decisamente implementato il rapporto commerciale con SMC”. La connessione su Bus di campo profinet è in origine più costosa ma permette un rientro dell’investimento immediato grazie alla riduzione della manodopera, alla flessibilità della progettazione e all’assenza di un ulteriore surplus di costi dato dalla sostituzione del PLC. “Gli i mpianti così realizzati hanno una buona affidabilità. Il vantaggio dato dall’utilizzo del profinet si riflette sulla parte pneumatica perché è possibile dividere l’impianto in diverse zone, il che genera una più semplice manutenzione e gestione generale” spiega Pobbiati. “La collaborazione con SMC è efficiente: si lavora a stretto contatto con i tecnici e gli ingegneri, le risposte in termini di soddisfazione delle nostre richieste sono sempre veloci e anche nell’emergenza si è sempre arrivati a una soluzione funzionale”. “Come Tecnofirma lavoriamo sempre sul filo del rasoio, i tempi di consegna sono sempre più brevi e i nostri clienti sempre più esigenti: in SMC abbiamo trovato un fornitore in grado di stare al passo con le nostre logiche, che sono poi le leggi del mercato di oggi. Stiamo attualmente portando a termine una commessa importante, per questo progetto specifico SMC è stata per noi fondamentale” continua Pobbiati. Importante quindi il dialogo diretto, la confidenza e sincerità reciproca che stanno alla base di un rapporto di successo. “SMC ci permette di adottare soluzioni alternative in corso d’opera che ci consentono di non incorrere in difficoltà con il nostro cliente. Come componentistica e prodotti utilizziamo gruppi di trattamento aria, valvole e cilindri, raccorderia, insomma un panorama completo” conclude Pobbiati. Tecnofirma conta ad oggi un organico di 60 persone nella sede di Monza dove si concentrano gli uffici amministrativi,

Fig. 01 Manifold di valvole SY con nodo seriale EX600 e sotto avviatore progressivo serie EAV + valvola di sicurezza doppia serie VP744 Fig. 02 - 03 Manifold di valvole SY con nodo seriale EX600

01

02

03

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

31


www.smcitalia.it

Special Products SMC Spesso le macchine per essere perfette necessitano di prodotti speciali.

Prodotti che SMC progetta con te, sviluppa al fianco del tuo team: siamo co-designer, effettuiamo i test, costruiamo e customizziamo ogni particolare per creare la soluzione più adatta alla tua applicazione, per garantirti un reale vantaggio competitivo.

SMC Italia S.p.A. Sede: Via Garibaldi, 63 - 20061 Carugate (MI) • Tel. 02 9271.1 - Fax 02 9271365 UnitàProduttiva: Località Recocce - 67061 Carsoli (AQ) • Tel 0863 904.1 - Fax 0863 904316 www.smcitalia.it mailbox@smcitalia.it


NEWS

MATLAB per il Data Analytics

M

ATLAB® di MathWorks fornisce strumenti per acquisire, analizzare e visualizzare i dati, consentendo di ottenere una conoscenza approfondita dei dati in una frazione del tempo che sarebbe necessario utilizzando fogli di calcolo o linguaggi di programmazione tradizionali.

La progettazione model-based sta trasformando il modo in cui ingegneri e scienziati lavorano spostando le attività di progettazione dal laboratorio e sul campo, al desktop. MATLAB viene utilizzato per costruire sistemi di analisi avanzati, da quelli per la manutenzione predittiva e la telematica a quelli di assistenza alla guida e di analisi dei sensori. Questo linguaggio fornisce un supporto nativo per sensori, immagini, video, telemetria, formati binari ed altri formati real-time. Ha Funzionalità MapReduce per Hadoop e interfacce a database ODBC/JDBC. Ha a disposizione una vasta gamma di algoritmi per statistica e machine learning, elabora rapidamente grandi set di dati, e infine, si integra in sistemi enterprise e cloud, e supporta l’hardware embedded real-time. Con MATLAB e i suoi tool per l’analisi dati si possono eseguire analisi particolarmente approfondite dei propri dati in una frazione del tempo richiesto utilizzando fogli di calcolo o linguaggi di programmazione tradizionali quali C, C++, o Visual Basic.

15 GIUGNO 2016 presso

KM ROSSO

MOLDFLOW USER MEETING

Ospiti: i responsabili di sviluppo prodotto Hanno van Raalte e Franco Costa


IL RUOLO DELLA SIMULAZIONE SUBLIMA NEL CONCETTO DI

SIMULATION BASED DESIGN

OVVERO L’ESCALATION DELLA SIMULAZIONE Una rivoluzione più che copernicana, che è stata resa possibile dall’incremento delle funzionalità del software, ma che è stata spinta dall’evoluzione delle esigenze dei mercati. di Umberto Cugini, Professore Associato, Politecnico di Milano

C’

era una volta il CAE … quando c’era il CAD… e si riferiva alle analisi che venivano effettuate, a valle di una soluzione progettuale, come verifica della sua consistenza e validità. Era, ed è rimasta, un’attività di specialisti che, partendo dalla geometria della soluzione, sotto analisi, costruivano dei modelli FEM per la FEA (Finite Element Analysis), discretizzati sulla base delle risorse computazionali disponibili e/o accessibili (in termini di memoria e potenza di calcolo). La simulazione CAE, per quanto riguarda sforzi e deformazioni, è stata, era, ed è utilizzata usualmente come verifica di una soluzione progettuale, ideata e/o proposta dal progettista, sia a livello di architettura strutturale, che di forma potenzialmente definitiva, sulla base di soluzioni simili già validate e collaudate sperimentalmente e/o della sua esperienza pregressa. Questa soluzione era, ed è, quindi, concepita alla luce dei due cardini di base della progettazione meccanica. Il primo riguarda la scelta aprioristica del materiale, sulla base delle caratteristiche chimico-fisiche ritenute ottimali (o meno peggio) per i vincoli dati (tra cui, in prima battuta, il costo). Il secondo, la morfologia, dettata e/o vincolata dalle possibilità di lavorazione di detto materiale. Questa forma era poi, eventualmente, il punto di partenza per un’ottimizzazione locale, essenzialmente di spessori e dimensioni, della morfologia già definita.

34

Tutto questo, con l’interazione di più persone (il/i progettisti con il/gli analisti), una serie di trasformazione di modelli (CAD e FEM per le singole analisi) e quindi tempi lunghi di attraversamento, non solo dovuti al calcolo e costi relativi. Quindi questo tipo di analisi viene fatta solo per punti e/o casi critici e in risposta a tempi o obblighi formali, dettati da norme di qualificazione o sicurezza. Oggi, o, per essere più precisi, da almeno una ventina di anni, sono disponibili metodiche e relativi strumenti software di supporto che li implementano (che ovviamente, in tutto questo tempo, sono diventati molto più performanti e meno costosi), che impattano in modo molto significativo su tutto il tradizionale processo di progettazione e verifica, in termini di tempi, costi, ma soprattutto qualità del risultato. Risultato che prevede l’ottimizzazione topologica, la Simulazione/Modellazione Multiphysics e la Modellazione Funzionale, FMU, Modelica. L’Ottimizzazione Topologica (TO - Topology Optimization) è un metodo di ottimizzazione del posizionamento della massa di materiale nello spazio disponibile, che soddisfa maggiormente gli obiettivi di resistenza meccanica, rispettando i vincoli di posizione e forma dei carichi applicati. Questa tecnica capovolge completamente l’approccio tradizionale, in quanto, definito il problema, in termini di vincoli dimensionali e il/gli obiettivi del progetto, genera automaticamente la soluzione ottimale, in termini di distribuzione geografica del materiale e sua densità. Le forme che ne derivano sono ovviamente molto “organiche” e non in

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


C A D - C A E : L ’ A M B I E N T E S I FA I N T E G R AT O

linea con i vincoli della normale produzione per asportazione di truciolo o per deformazione, e principalmente per questa ragione sono state prese poco in considerazione, ma con la crescente disponibilità di tecniche di fabbricazione, puramente additive o ibride, questo non appare più un problema. La Modellazione e Simulazione MultiPhysics è una tecnica di modellazione e simulazione ad elementi finiti, che permette di definire e simulare, in modo unico e univoco, fenomeni e processi fisici in cui i singoli aspetti del problema (comportamento meccanico, termico, magnetico, fluidodinamico) siano intimamente interconnessi. In questo modo si possono evitare i lunghi e spesso problematici interfacciamenti di due o più simulazioni monophysics, che vanno in parallelo scambiandosi dati ad ogni step di simulazione. La Modellazione Funzionale è un’attività tipica del system engineering, che permette di modellare processi, con funzioni matematiche e logiche. Tipicamente, questi processi vengono descritti (e quindi modellati) con una modalità grafica, che permette agli esperti di rappresentare le relazioni funzionali tra le entità atomiche del linguaggio (specifico del mondo simulativo in essere) e sono usati in tutti i settori industriali (meccanico, impiantistico, elettrico, automatico chimico energetico). Tutti questi modelli (0D o 1D, come spesso vengono definiti, perché rappresentano nel piano di un disegno schematico il grafo delle relazioni fisiche, logiche, informative che rappresentano il funzionamento del sistema al suo livello globale più alto) hanno in comune il fatto che sono trascrivibili in modo formale, per effettuare le simulazioni in sistemi di equazioni. Il problema è che ogni sistema, essendo monophysic, solitamente analizza in dettaglio un solo aspetto fisico del processo. Un FMU (Functional Mock Up) è un sistema di sistemi monophysics, che permette di modellare e simulare ad alto livello, in modo integrato, complessi processi, che caratterizzano il comportamento di sofisticati sistemi tecnici, fatti di sottosistemi basati su tecnologie differenti (impianti, aerei, satelliti, automobili). Questa integrazione è resa possibile dalla disponibilità di uno standard di interfaccia (Modelica), da tempo definito e continuamente sviluppato ed ampliato.

La simulazione CAE è utilizzata usualmente come verifica di una soluzione progettuale, ideata e/o proposta dal progettista, sia a livello di architettura strutturale, che di forma potenzialmente definitiva, sulla base di soluzioni simili già validate e collaudate sperimentalmente e/o della sua esperienza pregressa.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

35


Simulation based

DESIGN

Tutti questi metodi ed i relativi strumenti software indicati hanno una caratteristica in comune: permettono di modellare il problema, con i suoi constraints ed i suoi obiettivi, arrivando, attraverso un’integrata ed automatica sequenza, ad una soluzione, o meglio, ad una proposta di soluzione ottimale del problema, alla luce degli obiettivi e dei vincoli assegnati. Di più, questo approccio alla progettazione permette di esplorare, simulandone le performance, un grande numero di potenziali soluzioni, variando vincoli ed obiettivi che, contrariamente a quanto si assume nell’approccio tradizionale (per semplificare il processo progettuale basato su euristiche e best practices), non sono necessariamente fissi e invariabili. Questo porta ad acquisire una conoscenza approfondita e ampia in tempi ridotti, permettendo di ampliare il campo dei problemi e delle situazioni che si possono affrontare. Se, alla luce di quanto detto, guardiamo al mercato dei vendors di sistemi, in supporto al processo di sviluppo prodotto, possiamo fare alcune considerazioni e previsioni. I vari vendors, nel mercato dei sistemi di supporto alla progettazione, erano all’origine (una cinquantina di anni fa) una moltitudine parcellizzata per singole funzioni/attività: di disegno, di modellazione di superfici, di modellazione 3D, di analisi sforzi e deformazioni in campo lineare o in campo non lineare, di analisi cinematica e dinamica, di analisi fluidodinamica, di process planning, di part program per macchine CN, etc. Con l’evoluzione, si è arrivati ad avere a disposizione varie famiglie di fornitori di sistemi: CAD, CAPP, CAM, FEM, FD. Oggi, i pochi fornitori globali rimasti a valle di integrazioni ed acquisizioni (che si possono rapidamente

36

contare su una mano), offrono collezioni di singoli software, più o meno efficientemente integrati in suites o sistemi orientati a macrosettori applicativi (la meccanica, l’automazione, l’automotive, l’aerospace, l’impiantistica, l’architettura), comprensivi di aggregati, per i vari tipi di simulazione, ma sempre nell’ottica del vecchio, immutato processo che prevede la sequenza: progetto > simulazioni > pianificazione processi di produzione. I metodi e gli strumenti suindicati permettono di cambiare, rendendolo più efficiente ed efficace, il processo, portando la simulazione alla fase iniziale di sviluppo del concept, poiché permette di modellare, analizzare e simulare il problema e di arrivare a proporre delle soluzioni ottimali, su cui far intervenire il progettista. Sul lato degli utenti questo, ovviamente, può cambiare in modo anche drastico organizzazioni, ruoli e performance e quindi non può essere considerato come una semplice evoluzione migliorativa incrementale. Ma anche dal lato dei vendors, potremmo aspettarci cambiamenti non incrementali, con nuovi sistemi integrati, che partono e sono interamente basati sulla simulazione integrata e multiphysics, messi in campo da specialisti della simulazione.

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


COMSOL

Con COMSOL la simulazione è accessibile a tutti

PRODUCT TO WATCH                                                a cura della Redazione

La simulazione è un potente strumento di analisi, utilizzato ormai ampiamente dalle aziende per la progettazione e la ricerca di nuovi prodotti. In quest’ambito, COMSOL ha sviluppato COMSOL Multiphysics, la piattaforma software basata su metodi numerici avanzati e finalizzata alla modellazione e alla simulazione di problemi basati sulla fisica.

C

OMSOL Multiphysics è un software integrato per la modellazione e la simulazione di qualsiasi sistema fisico e per la costruzione di app. Un suo particolare punto di forza è la capacità di modellare e simulare fenomeni accoppiati o multifisici. I suoi prodotti aggiuntivi ampliano la piattaforma di simulazione per applicazioni in campo elettrico, meccanico, fluidodinamico e chimico. Inoltre, gli strumenti di interfacciamento consentono di integrare le simulazioni realizzate in COMSOL Multiphysics con tutti i principali software di calcolo tecnico e strumenti CAD e CAE presenti sul mercato. L’Application Builder permette agli utenti del software di costruire, sulla base dei propri modelli, app dotate di una interfaccia intuitiva che può essere utilizzata da chiunque, persino da coloro che non hanno esperienze precedenti di simulazione. COMSOL Server rende quindi possibile la distribuzione delle app, permettendo a team di progettazione, dipartimenti di produzione e non solo, di condividerle all’interno della propria organizzazione e con clienti in tutto il mondo, usando un client nativo Windows o un web browser.

condividere il proprio lavoro con gli altri reparti, dai dipartimenti di progettazione e sviluppo a quelli di produzione e collaudo. I benefici sono notevoli. I tecnici e i progettisti dell’azienda svedese Peab Asfalt, per esempio, usano le app delle simulazioni realizzate con il software COMSOL Multiphysics per testare in modo rapido ed efficiente le proprietà dell’asfalto. Cypress Semiconductor, azienda leader nella produzione di touchscreen e sistemi embedded, ha potenziato i reparti R&D, Vendite e Assistenza Clienti grazie all’uso di app. In Italia, BE CAE & Test, Consulente Certificato COMSOL e azienda fornitrice di servizi di consulenza basati su prototipazione virtuale e test sperimentali, sfrutta le app per offrire ai clienti un servizio più flessibile e una maggiore autonomia di intervento.

La versione 5.2 di COMSOL Multiphysics e di COMSOL Server introduce nuove funzionalità, una maggiore stabilità, robustezza e rapidità di esecuzione. Con questa release, COMSOL incoraggia ulteriormente la collaborazione all’interno delle organizzazioni, offrendo agli esperti di simulazione nuovi strumenti per

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

37


PRISMA TECH

Prisma Tech: Moldflow,

l’innovazione del processo di stampaggio ad iniezione

CAD CAE: L’AMBIENTE SI FA INTEGRATO                                                a cura della Redazione

“T Giuseppe Donanzan

Il futuro delle aziende manifatturiere dipenderà in gran parte dalla loro abilità nel rivedere metodologie e tecnologie rivolte allo sviluppo di nuovi prodotti. Prisma Tech, uno dei principali partner Europei di Autodesk per il settore manifatturiero, si è specializzata nelle soluzioni tecnologiche innovative di Autodesk per lo sviluppo di nuove piattaforme di prodotto nelle fasi di design, progettazione, simulazione e gestione dei processi.

38

he-future-of-making-things”, ovvero il futuro di fare le cose, prevede che i prodotti siano concepiti dai designers secondo logiche di estrema configurabilità e che l’engineering adotti la simulazione sin dalle prime fasi di progettazione, sia dei componenti che dei processi produttivi, con l’obiettivo di garantire la qualità totale. Il “design configurabile” porterà alla organizzazione di fabbriche flessibili, per far fronte ad una richiesta sempre più elevata di personalizzazione dei prodotti che saranno anche sempre più intelligenti e connessi. “Le nostre soluzioni - spiega Giuseppe Donanzan, Amministratore Delegato di Prisma TECH (www.prisma-tech.it) - supportano in toto lo sviluppo delle nuove piattaforme di prodotto. In particolare alcune competenze, come la simulazione dei processi di iniezione di stampaggio delle materie plastiche, sono continuamente in evoluzione e la nostra azienda collabora attivamente con il centro di ricerca e sviluppo di Autodesk Moldflow, e con le più importanti aziende manifatturiere italiane del comparto”. Il processo di stampaggio ad iniezione di polimeri (termoplastici o termoindurenti) presenta numerose variabili, tra le quali la scelta del materiale, del punto di iniezione, dei parametri di processo (tempo di iniezione, post-pressione, tempo di raffreddamento) che risultano fondamentali per la qualità del prodotto finale. In un mercato che richiede tempi di progettazione stringenti e pesi sempre più

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


PRISMA TECH

contenuti diventa fondamentale poter simulare un processo così complesso tramite un software CAE. “Autodesk Moldflow - prosegue Donanzan - consente di simulare l’intero processo di stampaggio utilizzando solo il modello CAD del componente plastico. In questo modo si possono prevedere fin dalle primissime fasi di progettazione tutte quelle potenziali difettosità che, se scoperte in fase di preparazione stampo, generano costose modifiche e ritardi di produzione”. La simulazione di flusso è ormai diventata uno standard richiesto dal settore automotive, biomedicale, elettrodomestico, consumer product. Con tempi e margini sempre più stretti è indispensabile il “make it right at first time!”. Oltre ai processi standard si possono valutare le nuove tecnologie quali heat & cool (acqua, vapore, cartucce, induzione), sovrastampaggio su inserti compositi, inietto-compressione, stampaggio microcellulare, per capire i reali benefici prima di affrontare importanti investimenti e differenziarsi dalla concorrenza.

l’appuntamento con lo user meeting Moldflow che Prisma Tech organizzerà il 15 Giugno 2016 al Kilometro Rosso di Bergamo per scoprire le novità della release 2017 e i nuovi trend del mercato dello stampaggio ad iniezione”.

Design configurabile significa fabbriche flessibili, per far fronte ad una richiesta sempre più elevata di personalizzazione dei prodotti che saranno anche sempre più intelligenti e connessi.

“Per Inglass-HRS flow – spiega Moreno Carvani, FLEXflow product manager - è fondamentale poter simulare la riduzione di difetti estetici e cali di pressione tramite questa nuova tecnologia. Il mondo dello stampaggio ad iniezione è in continua evoluzione e diventa sempre più necessario poter testare i nuovi processi tramite simulazioni CAE nelle prime fasi di sviluppo prodotto.” I benefici dell’utilizzo di soluzioni Autodesk sono molteplici. Ad esempio, per fornire rapidamente parti in plastica di alta qualità a costi competitivi, Primera Plastics si affida al software Moldflow. L’utilizzo della soluzione Autodesk consente all’azienda di elaborare preventivi più accurati per i potenziali clienti e di ottimizzare la progettazione di stampi a iniezione prima della fase di produzione. Nell’ambito dei servizi di analisi delle parti in plastica stampate a iniezione, invece, Rheomold utilizza le funzionalità di Moldflow per convalidare i prodotti, la progettazione di stampi e i processi di stampaggio dei propri clienti, offrendo soluzioni specialistiche per le applicazioni del settore automobilistico, ad esempio per le parti in plastica degli interni, degli esterni e del sistema di propulsione. “Autodesk continua ad investire in R&D per poter seguire, o spesso anticipare, quelle che sono le nuove tecnologie più richieste dal mercato – conclude Donanzan. Anche quest’anno si rinnova

Autodesk Moldflow

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

39


YA M A H A M O T O R R A C I N G

YAMAHA MOTOR RACING TEAM E TECNOLOGIA PER VINCERE

CAD-CAE L’AMBIENTE SI FA INTEGRATO

di Massimo Fucci

La MotoGP ha la capacità di generare grande entusiasmo, anche nei confronti di chi non è un motociclista praticante. Il fascino dei motori, della velocità, della competizione, attira un pubblico vasto che, da qualche tempo, è evoluto in tifoseria.

40

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


YA M A H A M O T O R R A C I N G

MARCO RIVA GENERAL MANAGER OPERATIONS DI YMR

L’

esito, in una gara di MotoGP, è il risultato di una serie di fattori, alcuni imprevedibili: il tempo, le dinamiche in pista, l’errore e la fortuna. Altri, invece, dipendono dal buon lavoro effettuato a monte: il connubio motopilota, la moto e il pilota.

Tre variabili che necessitano di una fase di preparazione accurata, che vede la presenza di un team di persone specializzate e di strumenti tecnologicamente all’avanguardia. Se concentriamo la nostra attenzione sulla moto e sul connubio moto-pilota (non perché il pilota non sia importante, ma anzi, richiederebbe una lunga trattazione), ci si rende conto che la messa a punto delle moto, gara per gara, pilota per pilota, è la strada che ogni team-corsa deve continuamente affrontare.

Una delle migliori realtà mondiali, in questo ambito, è senza alcun dubbio Yamaha Motor Racing (YMR), con sede a Gerno di Lesmo, a due passi dall’autodromo di Monza. Complice anche l’aria di motori, che da tempo impregna il luogo, tanto da generare cromosomi dediti alla velocità, il centro può essere considerato un’eccellenza, in termini di innovazione e risultati. “Il nostro comparto – afferma Marco Riva, General Manager Operations di YMR – è orientato alla continua innovazione, una condizione basilare, se si vuole rispondere continue sfide. Per noi, i centesimi di secondo sono importanti, ma è anche importante il binomio pilota/set-up della moto, per ogni specifica gara.” È proprio dal team YMR di Gerno che, prima di ogni gara,

vengono assemblati, preparati e testati i motori che andranno ad equipaggiare le moto in gara. “Un’attività importante – spiega Riva – che oltre alla specifica preparazione dei nostri tecnici, necessita di un supporto software adeguato a rilevare dati reali del comportamento del motore”. Da circa 5 anni YMR ha adottato la suite di soluzioni LMS, che è parte integrante del portfolio di Siemens PLM Software, con cui è in grado di supportare i tecnici nella misura delle vibrazioni, nell’operatività sulle risonanze, nell’analisi delle deformazioni e nell’acquisizione dei dati, direttamente dalle centraline delle moto. “Una soluzione - sottolinea Riva - che consente a YMR di acquisire sia dati dal banco di laboratorio, sia dalle prove in pista, al fine di effettuare il corretto set-up, per ottimizzare il comportamento delle moto per la singola gara e per lo specifico pilota.” Oggi, in una gara di MotoGP, la differenza dei tempi tra piloti di rango è sempre più bassa. “Il risultato finale - conclude Riva - è frutto del copioso e continuo lavoro effettuato a monte e a valle di ogni gara, laddove l’acquisizione dei dati e la loro elaborazione rappresentano, insieme al giudizio dei piloti, la base di conoscenze su cui ideare le soluzioni. Non dimentichiamo che il tuning finale è tra la moto ed il pilota, un colloquio diretto, fatto di pathos e contatto fisico. È nostra opinione che utilizzare la tecnologia e l’esperienza, al fine di comprendere questa simbiosi, significhi dare la miglior preparazione alla moto e al suo pilota.”

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

41


SIEMENS PLM SOFTWARE


SIEMENS PLM SOFTWARE


AUTOMAC

AUTOMAC: efficienza produttiva, ri

SOLUTIONS TO WATCH

Flessibilità e necessità di poter riconfigurare in tempi brevi gli impianti di assemblaggio, sono esigenze sempre più presenti per le aziende che vogliono restare competitive. Per questa ragione Automac, realtà all’avanguardia che opera nel campo delle soluzioni di Meccatronica per l’automazione, dei processi di assemblaggio e dei test di prodotti industriali, ha ideato un impianto speciale semiautomatico per l’assemblaggio di corpi serratura.

44

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


AUTOMAC

iconfigurabilità, migliore qualità

N

a cura della Redazione

el mercato degli accessori per serramenti (cerniere, chiusure, serrature, giunzioni), per rimanere competitivi - vista la molteplicità di varianti da produrre - sono diventati necessari impianti di assemblaggio, taratura e test automatici caratterizzati da una elevata riconfigurabilità in tempi brevi, in base al modello da processare. Automac (www.automacsrl.it) ha sviluppato una linea flessibile a pallet liberi, composta da una postazione manuale e da sei stazioni automatiche che, senza alcun intervento manuale di set-up, consente il processo di diversi modelli da assemblare, semplicemente impostando il codice prodotto sull’apposito pannello operatore con una cadenza produttiva di 180 pz./ora. L’architettura prevede l’utilizzo di pallet su cui è stato posizionato, nel caso di assemblaggio di una serratura, uno stativo universale, in grado di accogliere i diversi modelli di corpo serratura da processare.

Il pallet trasporta poi il corpo serratura nelle varie stazioni automatiche per il posizionamento dei componenti, in funzione del codice prodotto. Un robot scara Denso asservito con autodistributori circolari - posiziona sul corpo serratura diversi componenti selezionati, in base al codice prodotto impostato. Un’unità di avvitatura autoalimentata, montata su asse elettrico, esegue l’avvitatura delle viti che trattengono il frontale sul corpo serratura. Due unità di ribaditura, anch’esse montate su assi controllati, eseguono poi la ribaditura dei diversi componenti assemblati, sempre in funzione del codice prodotto.

Al termine dell’assemblaggio, lo scarico è eseguito automaticamente su nastro trasportatore motorizzato per l’invio alla successiva unità di completamento.

La postazione manuale prevede l’intervento dell’operatore solo per il carico sul pallet del corpo serratura. Difatti, mediante apposito pannello, una volta impostato il codice prodotto da realizzare, le diverse prestazioni automatiche lungo la linea si autoconfigurano. Inoltre, sempre tramite il pannello operatore, si visualizzano tutti i parametri di produttività e rendimento della macchina, oltre alla diagnostica relativa alle singole unità. La configurazione dell’impianto in linea consente poi un facile accesso per tutte le operazioni di manutenzione e di intervento da parte dell’operatore, riducendo così i tempi di fermo linea e consentendo in questo modo un’alta efficienza produttiva. L’impianto è stato concepito in modo da essere facilmente riconfigurato, anche nel caso si dovessero processare nuovi modelli di corpi serratura, infatti, sostituendo semplicemente lo stativo presente sul pallet, la linea è in grado di processare anche future varianti di prodotto, con tempi di set-up ridotti al minimo. In questo impianto Automac ha inserito tutte le caratteristiche oggi richieste per gli impianti di assemblaggio e test automatico: efficienza produttiva, riconfigurabilità facile e veloce, semplicità d’uso e di manutenzione, riduzione di tempi e costo di realizzazione, riduzione degli scarti.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

45


CYBERSECURITY: LA NUOVA FRONTIERA DELLA

SICUREZZA AZIENDALE Nel mondo produttivo e in quello dei servizi si è assistito alla digitalizzazione delle operazioni. In ogni dove, ormai esiste un nodo IP connesso in rete ad altri nodi. Un ambiente a rischio di attacchi cyber in grado di recare grave danno all’operatività delle aziende. Organismi internazionali comunicano e rilasciano dati che danno il senso di quanto sia allarmante. Il rimedio: considerare la cybersecurity come un asset al quale non può rinunciare. a cura della Redazione

I

n un mercato digitale, tutti devono essere in grado di operare in modalità aperta e connessa. Per continuare a crescere, un’azienda ha bisogno che i dati circolino in maniera sicura sia fuori che dentro i tradizionali perimetri di rete. Lo scambio di dati tra l’azienda, i suoi clienti, i fornitori, il personale è ormai sempre più frequente, continuo e costante. Connettività, digitalizzazione, innovazione sono importanti fattori di crescita, ma allo stesso tempo, espongono le aziende a tutta una serie di rischi dall’esterno. La sicurezza informatica non va dunque considerata un costo superfluo, ma, al contrario, una precondizione indispensabile per consentire la continuità operativa di ogni azienda.

Il mondo manifatturiero è in evoluzione e si deve approcciare cum grano salis alla cosiddetta Internet delle Cose (Internet of Things), un ambito in cui convergono la miniaturizzazione e specializzazione dei dispositivi digitali e l’interazione sempre più massiccia tra questi oggetti “intelligenti e connessi”. La gestione di dispositivi IoT, incluso l’aggiornamento del software alla base del loro funzionamento, diventa fondamentale per la sicurezza del sistema e di tutto ciò che a esso è correlato. Le infrastrutture di rete e le intranet sono cresciute e si sono

46

estese aggiungendo sempre più dispositivi, funzionalità e tecnologie; l’architettura digitale di un’azienda di una certa dimensione è solitamente molto complessa. È quindi necessaria una visione d’insieme degli eventi per capire dove concentrare l’attenzione e stabilire in tempo reale le priorità per la Cyber Defense. Per quanto riguarda il quadro normativo italiano, fin dagli anni novanta è stato introdotto il cosiddetto crimine informatico, al fine di rendere perseguibili i reati commessi sulla rete. Negli anni duemila c’è stata una sempre più crescente consapevolezza, da parte delle autorità, dei rischi derivanti dalla minaccia cibernetica e della necessità di dotarsi di strumenti adeguati per affrontarla. A partire dal 2011, l’Italia ha cominciato ad adeguare il quadro normativo nazionale alle nuove esigenze di cybersecurity, sempre più rilevanti al fine di proteggere la sicurezza e la crescita economica del paese. Il 2013 ha segnato una svolta nella trattazione italiana della cybersecurity, introducendo importanti documenti nel quadro normativo nazionale. Inoltre, nello stesso anno, il centro di ricerca di Cyber Intelligence and Information Security (CIS) dell’Università La Sapienza di Roma ha elaborato il documento: 2013 Italian Report on Cyber Security: Critical Infrastructure and Other Sensitive Sectors Readiness, in collaborazione con

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


C Y B E R S E C U R I T Y A L L E ATA D E L VA L O R E A Z I E N DA L E

il Dipartimento Informazione per la Sicurezza (DIS) dal quale si evince una scarsa consapevolezza di quanto, potenzialmente si possa già essere obiettivi sensibili ad attacchi cyber che potrebbero causare notevoli perdite in termini economici e tecnologici. Per poter definire meglio il quadro nazionale il Rapporto propone anche un indice di cybersecurity readiness composto da quattro indicatori: l’indice di consapevolezza, l’indice delle politiche adottate, l’indice delle capacità di difesa e l’indice di indipendenza dall’esterno. I risultati mostrano come le aziende di servizi siano meglio preparate, rispetto agli altri settori, mentre la Pubblica Amministrazione resta il fanalino di coda. Per quanto riguarda il 2016, il Rapporto CLUSIT sulla cybersecurity evidenzia che il crimine informatico continua la sua inesorabile crescita, il numero di attacchi registrato è il più alto dell’ultimo quinquennio, circa 1.012 nel 2015 (contro gli 873 del 2014). Una crescita del 30% nel 2015, rispetto all’anno precedente, delle attività riconducibili al crimine informatico in Italia. Il rapporto segnala inoltre un incremento significativo degli attacchi ai servizi online e Cloud +81% rispetto al 2014, così come in aumento sono gli attacchi alle piattaforme di blogging e gaming che registrano un +79% rispetto all’anno precedente. Tra i settori che hanno registrato il maggior numero di attacchi, l’Automotive (+67%) e la Ricerca ed Educazione (+50%), tutti riconducibili per lo più ad attività di spionaggio. Una delle soluzioni per contenere il rischio di “invasione” è la cosiddetta Cyber Resilience, ovvero la costante analisi della capacità di resistenza di fronte alle minacce e la tensione nel cercare di recuperare lo status quo precedente all’evento emergenziale, adattandosi alla nuova condizione e trovando eventualmente modalità alternative di comportamento, di operatività e di funzionamento del business. A questo proposito, i membri del CRO Forum, un gruppo di ricerca che riunisce i Chief Risk Officer di grandi imprese multinazionali, hanno individuato quattro pilastri su cui una struttura di Cyber Resilience dovrebbe fondarsi. Il primo è la preparazione, ovvero una fase che prevede l’individuazione degli asset fondamentali dell’impresa, la capacità di affrontare diversi livelli di rischio, lo stabilire un corretto risk appetite e l’integrazione del risk management nella struttura aziendale. Il secondo pilastro è la protezione, per raggiungere la quale è necessario garantire l’immediatezza della reazione ad un evento avverso e fare in modo che sia uno schema solido e ripetibile, condurre attente valutazioni delle minacce, potenziare la gestione sinistri e promuovere l’educazione e la

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

47


C Y B E R S E C U R I T Y A L L E ATA D E L VA L O R E A Z I E N DA L E

formazione del personale, se possibile anche con esercizi di simulazione. La terza fase è quella di analisi, promuovendo lo sviluppo e l’aggiornamento continuo delle capacità di monitoraggio e rilevamento di anomalie e minacce. A cui segue la fase di sviluppo, attraverso la creazione di un database completo degli incidenti, una “memoria storica” dell’azienda che sia da supporto all’attività formativa e consenta di affrontare con maggiore esperienza gli accadimenti futuri. Anche il comparto assicurativo sta maturando specifici prodotti assicurativi legati alla cybersecurity. Le imprese devono essere in grado di gestire i rischi: pesarli, mitigarli ed eventualmente trasferirli. Aiutare le aziende nella valutazione dei rischi è in genere un’attività per consulenti, più o meno specializzati. Un caso a parte è il rischio legato alla sicurezza digitale delle informazioni, che può rovinosamente influire sul futuro e la sopravvivenza stessa dell’azienda, per cui la capacità di capire, valutare e rimediare a questi rischi diventa cruciale. A questo proposito, il Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI, ha presentato il Framework Nazionale per la Cybersecurity pensato e realizzato per aiutare le aziende nella valutazione del rischio cyber. Il Framework spiega come affrontare la cybersecurity con un approccio omogeneo, per ridurre

i rischi legati alle minacce. Il documento è basato su un altro strumento metodologico, il “Framework for Improving Critical Infrastructure Cybersecurity” emanato dal NIST (che opera per la prevenzione dei rischi alle infrastrutture critiche), ma ampliato e attualizzato per il contesto italiano, per rappresentare una guida per la Piccola Media Impresa italiana volta a incrementare il livello di awareness sulla cyber security con raccomandazioni per il top management. Frutto di mesi di lavoro di un team di esperti e accademici, il documento è stato poi oggetto di consultazione pubblica per un ulteriore raffinamento, correzione di eventuali errori e integrazione di suggerimenti e migliorie. Il risultato è un documento condiviso con tutta la comunità di security italiana. I principali obiettivi del Framework sono semplificare, aumentare la consapevolezza e tutelare il patrimonio dell’azienda. Una qualsiasi PMI anche alle “prime armi” in materia di sicurezza può quindi implementare il framework autonomamente seguendo tabelle e relative linee guida di implementazione strutturate per categorie ad alta priorità. Senza bisogno di specifico background, si può valutare il livello di rischio esistente, avviando le decisioni per abbassare il livello di rischio fino al limite accettabile e

Tra i settori che hanno registrato il maggior numero di attacchi, l’Automotive (+67%) e la Ricerca ed Educazione (+50%), tutti riconducibili per lo più ad attività di spionaggio.

48

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


C Y B E R S E C U R I T Y A L L E ATA D E L VA L O R E A Z I E N DA L E

contemporaneamente decidendo per il rafforzamento delle difese in azienda rispettando il profilo di rischio target. Sicuramente nella fase di lavoro dedicato alla protezione saranno necessari skill specifici di risk management e di security che devono essere erogati da esperti del settore. Gli studi di settore, hanno altresì rilevato che la maggior parte degli attacchi a danno dei sistemi informatici viene effettuata grazie a una componente di fattore umano, sia questa consapevole o inconsapevole. In entrambi i casi è comunque decisiva per portare a termine un attacco con successo. Anche un soggetto apparentemente marginale all’interno di un’organizzazione ma non dotato di adeguate protezioni di sicurezza, può essere utilizzato come base per portare attacchi al cuore dell’organizzazione stessa. Una volta sferrato l’attacco, può iniziare un pericoloso effetto domino in grado di interessare anche le organizzazioni collegate, anche se dotate di difese evolute. Le soluzioni tecnologiche, quindi, non possono da sole assicurare l’impenetrabilità di un sistema. Innanzitutto le organizzazioni devono definire e istituzionalizzare al loro interno una cultura della sicurezza informatica, in modo tale che siano scongiurati comportamenti, consapevoli o inconsapevoli, comunque inappropriati per la sicurezza. In conclusione, il cyber crimine sarà uno degli elementi che interesseranno nel tempo le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni. Ogni azienda deve intraprendere la strada che la porti in ambiti più sicuri, pena l’interruzione delle attività e gravi ripercussioni nella capacità operativa.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

49


SCHNEIDER ELECTRIC

Schneider Electric:

infrastrutture network

nativamente sicure

CYBERSECURITY ALLEATA DEL VALORE AZIENDALE                                              a cura della Redazione

Sophie Borgne

P

La cyber security è una delle fondamenta su cui costruire un’industria connessa e pronta al futuro: non c’è azienda manifatturiera che già oggi non si sia confrontata con qualche problema legato alla sicurezza. Schneider Electric propone una cyber security integrata nativamente grazie a soluzioni come ConneXium e Modicon M580 High End – Achille Level II.

er sfruttare al meglio e con fiducia l’innovazione legata all’Industrial Internet of Things, al cloud e alla connettività bisogna garantirsi integrità e protezione tenendo conto che ci sono buone probabilità che una rete industriale tradizionale possa essere attaccata o danneggiata a causa di un attacco di tipo cyber. Schneider Electric (www.schneider-electric.it) ha sempre considerato la sicurezza dei sistemi come un elemento di fondamentale importanza, le cyber minacce cambiano rapidamente, e di conseguenza, anche il focus dell’azienda si deve concentrare non solo sulle funzionalità chiave come prestazioni, affidabilità, facilità d’uso, facilità di integrazione, ma anche sulla sicurezza del proprio ambiente informatico e dei dispositivi da esso dipendenti. “Quando oggi si parla di Industria 4.0 come lo scenario fondamentale per la competitività e il futuro delle nostre imprese sottolinea Sophie Borgne, Marketing Director, Business Unit

50

Industry di Schneider Electric - dobbiamo parlare sempre contemporaneamente, di sicurezza, di privacy e di protezione dell’integrità dei dati. Maggiore è il numero di device, reti, ambienti che andremo a connettere, più possiamo immaginare modelli di business e di operatività efficienti e produttivi, in grado di rispondere alle continue innovazioni delle esigenze di mercato. Tutto questo può vanificarsi se si trascura il fattore sicurezza” La proposta di Schneider Electric prevede una cybersecurity integrata nativamente in tutti i device, le soluzioni, le architetture: la sicurezza informatica va affrontata in profondità senza dimenticare alcun elemento della “catena”, dal terminale alla macchina, dall’impianto al processo. “Anche se la maggior parte di incidenti di cybersecurity sono frutto di errori umani - prosegue Borgne - noi come fornitori di tecnologia, proviamo a minimizzare questo rischio non solo of-

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


SCHNEIDER ELECTRIC

Firewall Connexium

frendo prodotti nativamente sicuri, ma anche offrendo architetture sicure - TVDA (Tested, Validated, Documented Architectures), e un servizio di consulenza con un team di esperti di cyber security. A testimoniare i benefici derivati dall’utilizzo delle nostre soluzioni, ci sono alcuni numeri che testimoniano il valore di quanto offriamo. A livello mondiale, 20 delle aziende top nel settore Oil&Gas, 10 delle utility elettriche più grandi, 3 dei quattro “giant cloud provider”, il 40% degli ospedali più importanti, usano le soluzioni Schneider Electric. Un risultato raggiunto perché la cyber security fa parte del nostro DNA già da anni”. Esistono procedure più a rischio di altre, come quelle di application recovery, che sono in gran parte dipendenti dall’errore umano, o dall’uso prolungato di software non aggiornati. “Per permettere ai nostri clienti di essere sempre protetti al meglio - spiega Borgne - mettiamo a disposizione continui aggiornamenti del firmware e del software ed effettuiamo un continuo monitoraggio dello scenario delle minacce così da potere rafforzare la prevenzione. Nel nostro portfolio d’offerta, una delle soluzioni è rappresentata da ConneXium, una famiglia di soluzioni di infrastruttura per il networking industriale che include anche una gamma di Firewall Ethernet Industrial Grade”. Specifici per reti industriali, sistemi di automazione, sistemi SCADA e controllo di processo, questi Firewall si caratterizzano per un’ampia gamma di tool che creano “zone sicure” nell’ambiente di automazione industriale secondo le esigenze dell’utente. Progettati per permettere o negare la comunicazione fra i device connes-

si verso la rete esterna e i device connessi alla rete interna, possono regolare il traffico sulla base di regole predefinite che permettono di comunicare solo secondo le modalità autorizzate. Sono adatti sia a sistemi di nuova creazione sia all’integrazione in sistemi esistenti sottoposti a upgrade di sicurezza e indicati in particolare per applicazione in settori quali Oil&Gas, Water – Wastewater, Food & Beverage, Energia. “Un altro prodotto efficace - conclude Borgne - è Modicon M580 High End – Achille Level II. Si tratta di un nuovo modello di ePAC – controller che integra nativamente una backbone e le funzionalità Ethernet necessarie per ambienti industriali interconnessi. M580’ High End è ancora più performante: processori ridondanti, ethernet nativo e multiple funzioni di cybersecurity embedded permettono di modernizzare le applicazioni garantendo performance e disponibilità molto elevate”. Tra le caratteristiche, una velocità da 100 Mbps end-to-end, un tempo di risposta fino a 10 volte più veloce di soluzioni tradizionali, una capacità di memoria fino a 8 volte maggiore con memoria da 64MB; per la sicurezza, si affianca alla certificazione Achilles Level 2 l’adozione di protocollo di comunicazione IPsec, accesso password criptato, una stretta supervisione dell’integrità firmware e software.

ePAC M580 High End di Schneider Electric certificato Achille Level II

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

51



FORCEPOINT

FORCEPOINT: UN NUOVO APPROCCIO ALLE SFIDE DELLA CYBERSECURITY

CYBERSECURITY ALLEATA DEL VALORE AZIENDALE                                              a cura della Redazione

I

Emiliano Massa

Oggi la Cybersecurity è un argomento discusso sempre più anche nei board aziendali, poichè ritenuta critica per la sopravvivenza dell’azienda stessa e la salvaguarda del suo patrimonio informativo. Proprio per questo, il sistema 4D Security di Forcepoint punta sulla riduzione del rischio e sulla gestione rapida ed efficace delle minacce.

dati sono al centro del business di molte aziende e l’approccio di Forcepoint (www.forcepoint.com/it) è proprio quello di consentire alle aziende di perseguire i propri obiettivi di business, abbracciando in modo sicuro tecnologie trasformative - cloud, mobilità, Internet of Things (IoT), e altre - attraverso una piattaforma cloud-centrica unificata che tuteli utenti, reti e dati, eliminando le inefficienze normalmente presenti nella gestione di una serie di prodotti di sicurezza separati.

E DEF ND

La soluzione di DLP di Forcepoint, che include TRITON AP-DATA Discover, TRITON AP-DATA Gateway e TRITON AP-ENDPOINT DLP, è una parte fondamentale dell’architettura Forcepoint TRITON APX e fornisce alle aziende soluzioni adattabili, difese in tempo reale e informazioni predittive sulle minacce attraverso l’intero ciclo di attacco.

DETECT

DEFEAT

“Proprio in questo punto si inserisce la nostra vision, denominata 4D Security: Difendere (Defend), Rilevare (Detect), Decidere (Decide) e Sconfiggere (Defeat) – afferma Emiliano Massa, Sr. Director Sales Southern Europe di Forcepoint. Solo se le violazioni vengono identificate rapidamente i Security Manager sono in grado di reagire e decidere quali azioni sono necessarie per tornare altrettanto rapidamente alla normalità con un processo di bonifica efficace”.

Forcepoint, che propone tecnologie di DTP che non necessitano di attività di Data Classification e che integra funzionalità di DLP già all’interno delle proprie soluzioni di Web ed Email protection, è considerato un valido aiuto per poter cominciare a portare tali soluzioni all’interno della propria struttura”.

D E CID E

In particolare, le soluzioni di Data Loss Prevention (DLP) e Data Theft Protection (DTP) mirano a salvaguardare proprio i dati aziendali, siano essi critici per il business, sensibili o finanziari, agevolando anche la compliance normativa. “Oggi i Security Manager sono concordi nel definire come prioritarie le tecnologie di DLP - prosegue Massa - in particolare laddove si gestiscano dati finanziari o sensibili. L’approccio di

Forcepoint TRITON AP-DATA viene utilizzato da aziende private e organizzazioni pubbliche in tutto il mondo, per proteggere la proprietà intellettuale, i dati dei clienti e soddisfare i requisiti di conformità alle normative.

Tra le principali caratteristiche della soluzione, il DLP per le piattaforme di Collaboration Cloud, le funzionalità di rilevamento Insider Threat, la protezione IP per la forza lavoro mobile, l’applicazione delle policy di DLP su sistemi Microsoft Windows 10 e Apple OS X. Inoltre, Forcepoint ha recentemente messo a punto l’integrazione tra SureView Insider Threat, una soluzione di analisi del comportamento dell’utente che identifica i dipendenti ad alto rischio sulla base delle loro attività, e TRITON AP-DATA.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

53


WENGLOR

WENGLOR: CON weQUBE SERIE 2016

L’ELABORAZIONE DI IMMAGINI È SEMPRE PIÚ SMART

PRODUCT TO WATCH                                                a cura della Redazione

Elio Bolsi

54

La Smart Camera weQube combina caratteristiche tecniche all’avanguardia con il concetto di software intelligente. Tale sviluppo ha rivoluzionato il portfolio d’offerta Wenglor nel segmento dell’elaborazione delle immagini, feature ormai essenziale per tutti i sistemi industriali che seguano i dettami di “Industry 4.0”.

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


L’

innovazione è parte integrante della mission di Wenglor Sensoric (www.wenglor.com). Dalle tecnologie intelligenti per sensori, ai sistemi di sicurezza fino ai sistemi di elaborazione d’immagini, l’azienda continua a implementare nuove idee. “Nel rinnovato portfolio d’offerta – spiega Elio Bolsi, General Manager Wenglor Sensoric Italia - spicca la nuova piattaforma weQube serie 2016, un sostanziale upgrade della Smart Camera weQube. Questa piattaforma combina numerose funzioni, e si basa su un’architettura multicore dotata di software modulare e intelligente che consente la massima flessibilità per la realizzazione di applicazioni per l’elaborazione delle immagini e la lettura di codici a barre 1D/2D ed il riconoscimento ottico dei caratteri (OCR)”. La nuova opzione C-mount, consente di montare le lenti ottimali per la specifica attività, direttamente sulla Smart Camera. Inoltre, tutte le varianti di prodotto gestiscono due protocolli di comunicazione, PROFINET e EtherNet/IP, che possono essere selezionati tramite il Software di gestione. La gamma WeQube rappresenta una soluzione adatta alle diverse esigenze in funzione del rapporto al prezzo/prestazioni definito dal budget di progetto. Infatti è possibile selezionare autofocus o C-mount, chip di immagini a colore o monocromatico, tre tipi di luce selezionabili, diverse interfacce di comunicazione e molto altro. “Uno dei vantaggi del nuovo hardware del weQube con attacco filettato standard - prosegue Bolsi - è la compatibilità con tutte le lenti C-mount disponibili in commercio. La grande varietà di ottiche utilizzabili permette un adattamento preciso e nitido dell’immagine anche a distanza. Wenglor offre ai clienti una selezione di lenti adeguate, disponibili per diverse lunghezze focali”.

Maggiori informazioni e livello di precisione più accurato, consentono da un lato, la gestione dell’ambiente limitrofo (esempio: stazioni di carico/scarico), dall’altro, migliorano il livello di qualità che deve caratterizzare di volta in volta il prodotto finito. Per ogni lavorazione posso decidere la tolleranza corretta.

Diversi i vantaggi relativi all’utilizzo di una piattaforma di tipo telecamera. Infatti, un sensore normale può determinare se una parte è presente in uno specifico luogo (localizzazione). L’elaborazione delle immagini, invece, permette di monitorare un’intera area della superficie di lavoro consentendo di acquisire un maggior numero di informazioni con un livello maggiore di precisione. Per questo, l’esigenza di tecnologie basate su telecamere, si manifesta sempre più frequentemente e la domanda è in costante aumento.

“Con weQubeOCR - conclude Bolsi - è possibile leggere i caratteri predefiniti OCR-B e OCR-A su più linee in una singola operazione di scansione. La funzione teach-in offre la possibilità aggiuntiva di utilizzare nuovi font, per adattarsi alle applicazioni specifiche. In aggiunta alle funzionalità per la lettura dei codici a barre, l’elaborazione delle immagini e il riconoscimento ottico dei caratteri, l’interfaccia utente per il software supporta dieci lingue”.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

55


weQube Series 2016

Prodotti Nuovi e Intelligenti di Wenglor La piattaforma weQube, oltre alla funzione Lettore a codici a barre, alla funzione di Image Processing, la Smart Camera weQube è stata implementata anche con la funzione OCR Reader(lettura di caratteri alfa numerici). La combinazione di queste 3 funzioni/moduli si possono avere anche nella versione C-Mount, ovvero weQubevision, weQubeDecode e weQubeOCR e weQube con raccordo filettato C-mont per le applicazioni piu diverse. Tutti i modelli a standard sono equipaggiati con i protocolli PROFINET e ETHERNET/IP da selezionare su richiesta. In questo modo Wenglor garantisce una grande flessibilità di soluzioni e dimostra che l‘automazione di fabbrica del futuro in termini di “Industry 4.0” e “Smart factory” nella sua gamma è già realtà.

wenglor sensoric italiana srl Via Fosse Ardeatine 4 20092 Cinisello Balsamo (Mi) ITALY

Phone +39 02/929562-00 info.it@wenglor.com


HMS INDUSTRIAL NETWORKS

I NUOVI ethernet/ip linking devices di hms

PRODUCT TO WATCH                                                a cura della Redazione

HMS Industrial Networks, fornitore leader di tecnologia di connettività di rete per dispositivi industriali e controllo da remoto, presenta importanti novità tecnologiche legate al mondo dell’Industrial Internet of Things, che consentono una facile integrazione e un’alta configurabilità.

L’

EtherNet/IP Linking Devices di HMS Industrial Networks

configurazione è eseguita totalmente all’interno di Studio 5000 interconnettività delle reti industriali, per le aziende e non occorre sviluppare logica di programma utente”. che operano nel settore dell’automazione, è ormai un elemento imprescindibile. HMS Industrial I nuovi EtherNet/IP Linking Devices, (disponibili nel secondo Networks (www.anybus.it) ha aggiunto al proprio trimestre del 2016), consentono quindi una facile integrazione portfolio d’offerta importanti novità, come i moduli dei PLC di Rockwell con altre reti industriali. Anybus SG-gateway, il cui ambito applicativo riguarda principalmente il controllo e la gestione da “I vantaggi sono molteplici - prosegue Sartori - rapremoto dei dispositivi elettrici nelle reti elettriche, presentano un’alternativa più conveniente rispetto ai la comunicazione tra le reti industriali e i protocolli moduli di connettività in-chassis (nel rack del PLC). energetici (IEC61850 e IEC60870-5-104). Fanno Inoltre le soluzioni EtherNet/IP Linking Devices parte del nuovo portfolio d’offerta anche i nuovi possono essere montati vicino alla macchina da gateway Anybus per PROFINET/PROFIBUS, connettere. Ovvero, è possibile stabilire la connettiche consentono una facile e veloce integrazione vità con un unico cavo Ethernet, invece di utilizzare dei dati aziendali, da PROFINET o PROFIBUS, Paolo Sartori cavi specifici per le diverse reti. I Linking Devices verso le applicazioni .NET, e le soluzioni Anybus supportano il Device Level Ring (DLR) di ODVA per Wireless Bolt, che permettono il collegamento di topologia ad anello”. macchine e dispositivi industriali via wireless, utilizzando le tecnologie Bluetooth e WLAN. Con i moduli Ethernet/IP Linking Devices, gli utenti accedono alla configurazione di rete PROFIBUS, Modbus-TCP e SERIALE, “Le novità non terminano qui – spiega Paolo Sartori, Direttore direttamente tramite il loro software Studio 5000 esistente. filiale italiana e Direttore Commerciale & Marketing - infatti, HMS lancerà sul mercato anche la nuova gamma di gateway “I Linking Devices - conclude Sartori - sono soluzioni stand-alone Linking Devices per EtherNet/IP, che consentiranno agli e non incidono sulle prestazioni dei PLC (tempo di ciclo del PLC), utenti di collegare qualsiasi dispositivo basato su rete seriale, anche in caso di grandi quantità di dati. Ciò è particolarmente rilePROFIBUS o Modbus-TCP, ai PLC ControlLogix o CompactLogix vante per le versioni PROFIBUS e Modbus-TCP, che consentono di Rockwell. I Linking Devices offrono un’integrazione unica un grande flusso di dati (fino a 4 KB di I/O in ogni direzione)”. con Studio5000 Logix Designer di Rockwell, dato che la

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

57


M E R C ATO

SIEMENS:

buoni i risultati

consolidati 2015, focus su tre

mercati D.A.E.

Siemens Italia chiude l’esercizio fiscale 2015. Tutti gli indicatori in crescita. Il fatturato fa segnare un + 2% e si attesta a 1.773 milioni di Euro. Ottimi i risultati ottenuti nel settore degli impianti eolici onshore. Ben 130 MW aggiudicati in un solo anno. Performance più che positiva per il business legato all’automazione industriale. Focus dell’azienda su tre mercati: Digitalizzazione, Automazione, Elettrificazione. Continua l’impegno sull’innovazione con l’attività dei centri di competenza e la collaborazione con le Università e le scuole professionali.

58

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


N E W S M E R C ATO

trasformeranno, ex concorrenti scompariranno e nuovi soggetti entreranno nel mercato. In questo scenario sempre più interconnesso e basato sull’IT, Siemens è ben posizionata, nonostante il perdurare nel Paese di un contesto di incertezza, causato anche da fenomeni globali come i prezzi delle materie prime e le tensioni geopolitiche”. Il buon risultato complessivo ha visto il buon contribuito dal business dalla maggior parte delle diverse Business Unit. In particolare, si è sviluppato il business nel mercato dello smart manufacturing e dell’industria di processo, con Digital Factory e Process Industries and Drives. A conferma del trend positivo del business dell’automazione industriale, dove Siemens è leader di mercato. “Le realtà industriali da decenni si sforzano di essere sempre più produttive veloci e flessibili - evidenzia Golla. In più, con il passare del tempo, continua a crescere la richiesta di prodotti sempre più personalizzati. Noi aiutiamo i nostri clienti ad essere più competitivi”.

C

om’è oramai consuetudine, i risultati dell’anno e le strategie di Siemens Italia vengono illustrati e commentati direttamente da Federico Golla, Presidente e Amministratore Delegato, in una conferenza stampa interessante ed interattiva.

L’ingegner Golla è preciso e pacato nell’esposizione, consapevole dei buoni risultati ottenuti e soprattutto delle condizioni al contorno in cui sono stati realizzati.

“Un più due per cento – sottolinea Golla - in altri anni sarebbe stato un risultato positivo, ma non di soddisfazione. Questo 2%, in virtù delle condizioni in cui ci siamo trovati ad operare, non solo è positivo ma è anche di soddisfazione. Il che ci consente di guardare al futuro con fiducia.” In termini di strategia la strada è segnata: dalle smart grid, agli edifici, fino alle fabbriche intelligenti, Siemens intende supportare i clienti lungo il percorso della digitalizzazione. “La trasformazione digitale si sta espandendo in ogni aspetto della nostra vita - spiega Golla - nei nostri settori di business, in quelli dei nostri clienti e fornitori. Proprio come Internet per i consumatori finali, il Web of Systems (il concetto di Internet of Things, esteso alle applicazioni industriali, secondo Siemens n.d.r.) accorcerà le catene del valore e, di conseguenza, cambierà profondamente interi modelli di business, in tutta l’arena competitiva. Le relazioni con i clienti e i fornitori si

Molto intensa sui temi dell’automazione industriale è stata l’attività didattica del polo di Piacenza del Politecnico di Milano con il TAC (Centro Tecnologico Macchine Utensili), dove, sono presenti laboratori di simulazione e test per clienti del comparto macchine utensili. Sul fronte della generazione da fonti rinnovabili, solo nell’eolico onshore, la Società, con la Divisione Wind Power and Renewables, ha ottenuto un importante risultato. Si tratta dell’aggiudicazione di tre impianti eolici nel sud Italia, con una capacità totale di 130 megawatt (MW). Sempre rimanendo nell’ambito dell’efficienza energetica, si è conclusa con successo la sperimentazione della smart grid a Expo 2015, dove Siemens ha avuto un ruolo strategico nell’ambito della Infrastruttura elettrica dell’esposizione e della regolazione del clima di oltre 50 padiglioni. Questo progetto ha rappresentato l’evoluzione dell’attività realizzata presso il Campus di Savona, primo esempio italiano e tra i primi in Europa di smart microgrid. L’esperienza maturata in Italia, nel campo delle soluzioni applicative per la gestione dell’infrastruttura di ricarica delle auto elettriche, che ha permesso a Siemens di aggiudicarsi il titolo di centro di competenza globale, è stata determinante per esportare l’innovativa piattaforma per la gestione della mobilità elettrica, per esempio negli Stati Uniti, in un progetto con un partner di rilevanza internazionale. “In termini di strategia - conclude Golla - abbiamo compreso che non si può essere dei leader in tutto, per cui abbiamo deciso di concentrarci su tre mercati: Digitalizzazione, Automazione, Elettrificazione. In cui vogliamo giocare il ruolo di protagonista”.

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

59


CONSULENZA DI DIREZIONE

Sistema informativo di MercAto,

Comunicazione

e Sales Academy, il ciclo virtuoso per l’efficacia delle vendite nel tempo

60

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


CONSULENZA DI DIREZIONE

Ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore in cui opera, deve fare in modo che i propri processi e le strutture di vendita si mantengano ad un livello di efficaciaefficienza tale da garantire il raggiungimento degli obiettivi di ricavo predefiniti. Nulla può essere lasciato al caso, ogni particolare deve essere considerato e soddisfatto, in maniera strutturata ed organizzata, secondo tempi e modalità sempre più stringenti. Un tema che richiede un approccio sistemico ed al contempo innovativo. Tre gli elementi chiave, strettamente integrati: le informazioni di mercato aggiornate e funzionali all’azione di vendita, la comunicazione per vendere ed il fattore umano.

A

d ogni fine di trimestre (Q per le multinazionali) ci si interroga sul perché non si è riusciti a raggiungere il budget di vendita previsto. Le paternali (o peggio) rivolte ai venditori – tranne in casi patologici – difficilmente possono essere considerate un rimedio che porti un risultato. Venditori ai quali, comunque, va riconosciuta una buona dose di responsabilità. Anche se, spesso, sono l’ultimo anello della catena, per cui meglio agire a più ampio spettro; se si intende ottenere risultati che siano duraturi nel tempo, è necessario affrontare un percorso di rinnovamento.

zione del processo di vendita e la capacità di conduzione delle vendite nonché l’integrazione spinta dei tre elementi.

Tutte le aziende hanno un minimo di sistema informativo di mercato, molte usano ancora strumenti basati su fogli Excel, altre hanno sistemi CRM-ERP caratterizzate da elevate funzionalità ed integrabilità. Ma la funzione e lo strumento non sono tutto. Mediamente, un problema le accomuna, i dati non sono recenti e spesso poco funzionali al supporto delle azioni di vendita in essere o da pianificare. Sistemi di questo genere purtroppo facilitano l’insorgere di malumori in cui il venditore si sente ‘declassato’ ad amministrativo e sempre più spesso il software stesso viene indicato come un orpello che frena le vendite.

Anche perché il rinnovamento non è una parola da cavalcare… ci deve vedere partecipi. Tre gli elementi da considerare: il sistema informativo di mercato (conoscere: chi, dove, quanti, quali, i contatti abilitanti le esigenze e i criteri di acquisto); la comunica- La risposta efficace è: l’approccio zione orientata alla vendita (al- strategico. meno un tracciamento di quanti e Una modalità che prevede – in funzione dei chi si è interessato); l’organizza- budget sostenibili – una campagna continua

NewSimpresa Magazine

| Gennaio/Marzo 2016

61


CONSULENZA DI DIREZIONE

di aggiornamento della banca dati utilizzando diverse fonti espressamente instradate: i venditori stessi, i risultati della comunicazione, l’attività mirata di strutture di servizi marketing (interna - esterna).

Un capitolo a parte riguarda la comunicazione. Stranamente e non si comprende il perché, le aziende che operano nel settore dei prodotti e delle soluzioni rivolti alle aziende manifatturiere, non misurano i ritorni della comunicazione utilizzando anche il numero delle aziende raggiunte, che hanno dato un segno d’interesse. Forse è un retaggio atavico proveniente dalla carta stampata, laddove questa funzionalità era in concreto inesistente (chi si ricorda delle vecchie cartoline di richiesta informazioni?). O, peggio, si è sempre fatto così. Ora le tecnologie digitali mettono a disposizione diverse modalità di contatto e di comunicazione blend che consentono di capire il reale grado di interesse di un potenziale interlocutore.

Nel funnel di vendita collocherei questi fra i suspect. Per passare a prospect/lead è comunque necessaria un’attività diretta da parte delle persone di vendita di ogni specifico brand. Ogni azienda ha i suoi criteri di qua62

lifica, ma, da un certo punto in poi, si riesce a vendere solo se si instaura una relazione. Questa è l’attività del venditore – o di chi sta esercitando un’azione di vendita – di nessun altro. Preparato il substrato su cui operare, l’attenzione si deve focalizzare sulle strutture di vendita: in termini di organizzazione del ciclo di vendita e di capacità di pianificare, monitorare e raggiungere i risultati definiti negli obiettivi.

Uno strumento che si è rivelato particolarmente adatto ad operare a monte ed a valle dei processi e dei metodi è quello delle Mappe Mentali. Un ausilio non nuovo (Ideate dallo Psicologo inglese Tony Buzan nel 1969) ma innovativo, che inserito nella cultura di Vendita fornisce risultati veramente interessanti. Le mappe sono un metodo di rappresentazione grafica-interconnessa del pensiero, della conoscenza, di attività e percorsi attuativi. Ciò, in sintonia con il naturale funzionamento della mente umana che ragiona per associazioni. Un metodo prorompente per strutturare informazioni e prendere decisioni e per organizzare un efficiente ciclo di vendita e migliorare l’efficacia dell’attività del venditore nelle diverse fasi: dallo scouting, allo sviluppo, alla chiusura della trattativa. Per maggiori informazioni: www.pentaconsulting.it

NewSImpresa Magazine | Gennaio/Marzo 2016


CORSO: MAPPE MENTALI

Organizzare e sviluppare contenuti, esporre idee, prendere decisioni, preparare e condurre riunioni, strutturare e gestire presentazioni di lavoro, comunicare e comprendere

www.pentaconsulting.it tel: 02.92958990



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.