Newsimpresa Magazine - Luglio/Settembre 2016

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Anno VI - Luglio-Settembre 2016 - Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione gratuita

www.industrybigevent.it

PL M - AL M

SPECIALE ROBO T

S I MU L A Z I O N E

A U T O MA Z I O N E I N TE LLI G E N TE


Decidere nell’era del cambiamento esponenziale INDUSTRY BIG EVENT 3ª EDIZIONE 11 novembre - Politecnico di Milano, Piazza Leonardo Da Vinci Una sfida che deve vedere l’integrazione tra cultura, vision e tecnologie abilitanti

Il cambiamento, come focus centrale e ineludibile: da stepwise è diventato continuo e a velocità crescente. Una discontinuità che impone di avere e gestire efficacemente metodi e strumenti per affrontare il mercato in modo sistematico ed efficace. Questo per supportare un processo d’innovazione che deve investire in modo integrato: Business Models, Management, Prodotti, Processi, Architetture applicative. Una sfida per le aziende che intendono continuare a competere con successo, che deve vedere l’integrazione tra Cultura, Visione e Tecnologie Abilitanti.


Luglio/Settembre #03 Anno VI Supplemento a www.newsimpresa.it diffusione gratuita EDITORE Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano pentaconsulting@pentaconsulting.it Tel. 02 92958990 DIRETTORE RESPONSABILE Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it SEGRETERIA DI REDAZIONE Giovanna Di Nolfo contributieditoriali@newsimpresa.it

HANNO CONTRIBUITO Marco Gamba, Stefano Casazza, Maurizio Sperati, Jan Kaempfer, Paolo Rocco, Andrea Bonarini, Pavel Goncharov, Paolo Sartori, Marco Maiocchi, Duilio Perna, Michele Dalmazzoni, Umberto Cugini, Simone Avogadro, Alfonso Fuggetta, Roberto Siagri, Gian Luca Sacco Nomi e marchi citati sono di proprietĂ dei legittimi proprietari e soggetti ad autorizzazione per il loro utilizzo

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Studio.IoG STAMPA C&M Print Via Sardegna, 13 20060 Vignate (MI) www.cmprint.it


EDITT ORIALE

di Massimo Fucci

Service Manufacturing,

la CINA guarda lontano...

e l’Italia?

V

ediamo se l’opportunità Service Manufacturing sarà gestita diversamente dalle nostre aziende e dalle politiche economiche ed industriali del nostro (bel) paese, rispetto a quanto occorso in merito alla “gridata novità” della Additive Manufacturing, in cui altri paesi hanno investito da anni e noi siamo saliti su un ultimo vagone, peraltro già molto affollato. Nel frattempo il ministero cinese dell’Industry e Technology Information, in accordo con la commissione per lo sviluppo e le riforme ha già rilasciato un piano d’azione a supporto delle imprese per promuovere la via Cinese al service-oriented manufacturing che è parte integrante del programma “Made in Massimo Fucci China 2025” (MiC2025) che ha come obbiettivo il miglioramento dell’efficienza e della qualità del sistema manifatturiero cinese. Ma cosa si intende per service-oriented manufacturing? Ad oggi le aziende sono maggiormente orientate

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al product-based manufacturing. Vale a dire che si progettano e realizzano prodotti che prevedono il solo business della vendita (o noleggio) del prodotto realizzato. Service oriented manufacturing prevede la progettazione e la realizzazione di prodotti integrati con servizi in un’unica soluzione. Un nuovo modello di business, che sposta la strategia verso l’alto, e rafforza la capacità di competere dell’azienda. Da un lato si favoriscono le sinergie e la collaborazione tra diversi operatori, dall’altro il prodotto/servizio ben si colloca sia nell’evoluzione delle architetture e infrastrutture informatiche, sia nell’adozione di modelli pay-peruse sempre più personalizzati. Il governo Cinese conta di mettere a regime Il service-oriented manufacturing entro il 2018. E noi? Il comparto delle macchine utensili? Gil incentivi nazionali/regionali? Buona competizione a tutti.

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SO M MA RI O     MAGAZINE #3

EDITTORIALE

04 Service Manufacturing, la Cina guarda lontano... e

l’Italia?

SPECIALE ROBOT

08 I robot collaborativi: nuovi compagni di lavoro nella

fabbrica intelligente

12 Robot mobili autonomi: applicazioni e tecnologie CASE HISTORY

16 Con la soluzione di Siemens PLM Software, Tecno-

fer può simulare e valutare virtualmente i competitor SOLUTION TO WATCH

19 Sistemi di assemblaggio automatico smart: riconfi-

gurabilità e tracciabilità

» p.10

» p.28

CASE HISTORY

20 Altivar Process per la massima efficienza: il caso

Leali Steel

PRODUCT TO WATCH

23 IXXAT CAN@net NT 200: il gateway multifunziona-

le CAN-per-Ethernet

24 Eplan: progettare e costruire quadri elettrici nell’era

Industry 4.0

INTERVISTA

26 Altair: simulazione e Engineering Intelligence, la

scelta vincente per il successo di un prodotto

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Nel 2014 sono stati venduti circa 229,000 robot industriali nel mondo, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente, di gran lunga l’incremento percentuale più elevato mai registrato. Per il futuro gli analisti prevedono una crescita del mercato globale della robotica industriale a doppia cifra.


DIGITAL PRODUCTS

28 Panasonic: perché non lasciarsi ingannare dall’este-

tica di un device EVENTI

32 M&MT, il primo Business Event dedicato a Motion e

Mechatronics

» p.26

PLM - DIGITAL PRODUCTS

34 PLM/ALM: simulazione virtuale in condizioni reali

d’uso, su tutti i domini per realizzare prodotti affidabili e di successo INTERVISTA

38 Simcenter: l’analisi predittiva è il futuro della simula-

zione » p.16

» p. 38

COMMUNITY

42 Open Innovation di Regione Lombardia tra i progetti

finalisti di Regiostars 2016 EVENTI

44 Industry Big Event: decidere nell’era del cambia-

mento esponenziale VALUE4M

50 HMS: accesso sicuro e costante ai dati di campo

tramite l’estensione ThingWorx per Netbiter Argos

50 Omron: presente a Electronica 2016 con innovativi

progetti nel campo dei sensori » p.20

» p.08

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SPECIALE ROBOT

I robot

nuovi comp

fabbric

di Paolo Rocco - Politecni Dipartimento di Elettronica

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SPECIALE ROBOT

t collaborativi:

pa g n i d i l av o r o n e l l a

ca intelligente

ico di Milano a, Informazione e Bioingegneria

L’industria manifatturiera è oggi percorsa da innovazioni che stanno cambiando profondamente i connotati dei sistemi produttivi: Industria 4.0, Fabbrica Intelligente, Internet delle Cose, sono termini ormai di uso comune. Fanno riferimento a fabbriche in cui l’informazione è completamente digitalizzata, tutte le macchine sono connesse in rete e dialogano tra loro, con i livelli più alti della produzione e con il magazzino. Sistemi produttivi flessibili e adattabili alle mutevoli esigenze del mercato, in grado di seguire personalizzazioni di prodotto sempre più spinte, sono ormai essenziali nell’industria manifatturiera. Non c’è dubbio che in questo scenario così dinamico i robot siano una pedina fondamentale: in virtù del loro progetto meccanico e della loro programmabilità, i robot industriali sono infatti particolarmente versatili e adatti allo svolgimento di grandi varietà di compiti.

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G

li ultimi dati pubblicati dall’International Federation of Robotics, maggiore organizzazione internazionale di settore, emerge un quadro economico della robotica industriale estremamente dinamico e in forte crescita. Nel 2014 sono stati infatti venduti circa 229,000 robot industriali nel mondo, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente, di gran lunga l’incremento percentuale più elevato mai registrato. Il valore del mercato mondiale della robotica, in termini di puro costo dei robot, è stimato intorno ai 10.7 miliardi di dollari, ma tenendo conto anche dei costi associati a software, periferiche e ingegnerizzazione dell’applicazione robotica, il valore sale a circa 32 miliardi di dollari. Per il futuro gli analisti prevedono una crescita del mercato globale della robotica industriale a doppia cifra (almeno 15% per il 2015, di cui saranno resi noti a breve i dati, e per il triennio a seguire). È peraltro noto che l’utilizzo tradizionale dei robot industriali prevede una rigida separazione degli spazi tra robot e personale. I robot infatti sono tenuti in ambienti inaccessibili all’operatore umano e separati da questo per mezzo di infrastrutture fisiche (cancellate o barriere ottiche). Oggi emerge invece con sempre maggiore definizione la consapevolezza dei vantaggi che si avrebbero da una stretta collaborazione tra uomo e robot. Operazioni ripetitive e facili da automatizzare rimarrebbero in questo scenario di competenza del robot, mentre operazioni troppo complesse per essere eseguite in autonomia dalla macchina potrebbero essere eseguite dall’operatore umano. Si tratta quindi di far coesistere nello stesso ambiente di lavoro, e in certa misura di far cooperare, uomo e robot nella produzione di un bene. Non sfugge naturalmente che per garantire la collaborazione con operatori umani è imprescindibile il tema della sicurezza. Il sistema robotico deve infatti soddisfare determinati requisiti di sicurezza, prima di poter essere impiegato in operazioni collaborative. Esistono in proposito alcune norme e specifiche tecniche, accomunate dalla richiesta che la velocità del robot sia ridotta, fino ad annullarsi, in dipendenza dalla distanza tra robot e uomo. Nella specifica tecnica ISO

Robot collaborativo LBR iiwa di KUKA TS/15066, di recente emanazione, si prevede tuttavia la possibilità per il robot di continuare nella sua operatività, anche in situazioni di estrema vicinanza con l’operatore, purché le forze in gioco e la possibile energia trasferita durante un urto accidentale siano mantenute al di sotto di determinate soglie. Le case produttrici hanno declinato i requisiti di sicurezza e capacità di collaborazione dei robot di nuova generazione in vari modi. Anzitutto i robot collaborativi (talvolta denominati cobots, ossia “collaborative robots”) sono più leggeri, privi di spigoli, talvolta coperti da imbottiture che attutiscono gli effetti di eventuali impatti. I robot sono anche spesso dotati di capacità di percezione dell’ambiente: sono infatti in grado di riconoscere la presenza di ostacoli e interrompere l’operazione in corso in caso di pericolo di collisione, oppure di fermarsi in caso di avvenuta collisione, per evitare lo schiacciamento della parte in contatto. Altra caratteristica che accomuna i robot di nuova generazione è la facilità di programmazione, grazie a interfacce intuitive basate su applicazioni pre-programmate o addirittura mediante interazione fisica con l’operatore che guida manualmente il braccio robotico. Infine alcuni robot collaborativi hanno una configurazione a due braccia simile a quella umana. La capacità di questi nuovi manipolatori di eseguire con destrezza operazioni bimanuali apre la strada a innumerevoli nuove applicazioni, in particolare nell’assemblaggio di componenti elettronici.

Robot collaborativo a due bracci YuMi di ABB 10


SPECIALE ROBOT

Il mercato della robotica collaborativa costituisce oggi ancora una nicchia (quantificabile in qualche punto percentuale) del mercato complessivo della robotica industriale. Tuttavia gli investimenti di ricerca e sviluppo dispiegati dai maggiori player internazionali della robotica industriale, diversi dei quali hanno già a catalogo robot industriali certificati per l’uso in applicazioni di robotica collaborativa, fanno ritenere che il mercato sia destinato a crescere più che proporzionalmente rispetto al mercato complessivo della robotica industriale.

Rimane naturalmente aperta la questione che da sempre accompagna il progresso industriale e l’automazione di fabbrica in particolare, ossia se il robot collaborativo toglierà ulteriormente posti di lavoro. Su questo, come è noto, il dibattito tra gli economisti è aperto e trascende largamente il mondo della robotica, estendendosi con connotati simili a tutti quei settori dei servizi in cui l’automazione dei processi è più spinta. Certamente alcune mansioni lavorative saranno rimpiazzate dal robot ma molte nuove figure lavorative saranno create. Ci saranno figure professionali di profilo diverso, con livello di istruzione o comunque

Di rilievo è poi la circostanza che la robotica collaborativa costituisca una soluzione di specifico interesse per le Paolo Rocco è professore ordinario di Automatica al PoliPMI. La facilità di programtecnico di Milano, dove è titolare di insegnamenti di controlli mazione e di messa in serautomatici e robotica industriale. È Coordinatore del Corso di vizio abbatte infatti i costi di Studio in Ingegneria dell’Automazione e membro del Consiinvestimento iniziale, mentre glio Direttivo di ANIPLA e di SIDRA. A livello internazionale, è Senior Member di IEEE, Senior Editor delle IEEE Robola possibilità di lavorare a tics and Automation Letters e Associate Editor della rivista stretto contatto con l’uomo Mechatronics. È stato ed è correntemente titolare di diversi riduce sensibilmente l’area progetti di ricerca a livello europeo e nazionale e di contratti di lavoro della cella robotizdi ricerca con aziende. Il gruppo di ricerca in cui opera, MERzata, evitando anche i costi LIN, è attivo nei campi della meccatronica e della robotica infrastrutturali dei disposiindustriale. tivi di sicurezza (cancellate o barriere ottiche). Il ritorno di investimento nell’acquisto di un robot collaborativo è quindi decisamente supe- di formazione professionale differente, in grado di proriore rispetto a quello di un robot tradizionale. È lecito grammare o supervisionare l’operato dei robot. I robot quindi aspettarsi un crescente interesse per questa saranno in grado nel futuro di compiere operazioni fino nuova tecnologia da parte delle PMI, in particolare di ad oggi impensabili, alcune in stretta collaborazione quelle che si sono finora tenute lontane dalla robotica con l’uomo, e ci sarà sempre più bisogno di persoper via degli ingenti investimenti infrastrutturali e di inte- nale qualificato in grado di concepirle e integrarle, così grazione oggi richiesti. Per dimensioni, costi, facilità come di personale di fabbrica adeguatamente formato di integrazione, facilità di programmazione, il robot in grado di condurle. Si può anche dire che dal punto collaborativo per queste aziende potrebbe essere di vista sociale, l’impresa che non innova e non investe in automazione fa solo apparentemente il bene della la soluzione di automazione ideale. società in termini di sostenibilità del mercato del lavoro. In regimi di libero mercato caratterizzati dalla concorrenza sempre più spinta, tali imprese infatti difficilmente riescono a restare sul mercato. Come tutti i processi di innovazione rilevanti, anche quello della fabbrica intelligente e quindi della nuova robotica industriale è sostanzialmente inarrestabile e irreversibile: le società più avvedute devono saperne cogliere le potenzialità, per la crescita dell’economia e di conseguenza della capacità di occupazione. La rivoluzione della robotica collaborativa è quindi avviata. Il futuro prossimo ci dirà quali sono le aziende che ne trarranno i maggiori benefici.

Robot collaborativo di Universal Robots 11


SPECIALE ROBOT

robot MOBILI AUTONOMI applicazioni e tecnologie di Andrea Bonarini - AI and Robotics Lab Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria Politecnico di Milano

Negli ultimi anni, gli avanzamenti tecnologici hanno reso possibile lo sviluppo di robot mobili autonomi affidabili che possano essere applicati in diversi settori, dalla logistica, alla pulizia, alla sorveglianza, all’agricoltura, ed ogni giorno nascono nuove applicazioni e si sviluppano nuove tecnologie. Un fenomeno che interessa il mondo dei robot per varie applicazioni: industriali, assistenza ai disabili e nel campo della sicurezza. Un nuovo mondo in cui il robot si costruisce in modello del mondo circostante.

Particolare di una macchina confezionatrice

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SPECIALE ROBOT

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l mondo dei robot, sarà sempre più caratterizzato dai costrutti “autonomi”. Cosa si intende per robot mobile autonomo? Si tratta di macchine dotate di ruote, per la maggior parte azionate da motori elettrici, alimentati da batterie che garantiscono operatività almeno su ciclo giornaliero. L’autonomia viene resa possibile dalla presenza di sensori e sistemi di elaborazione dati a bordo, per lo più dedicati a fornire una posizione del robot nel suo ambiente (auto-localizzazione) e a permetterne la relazione con oggetti dell’ambiente circostante, quali persone, oggetti, e strutture. Tra i sensori utilizzati abbiamo sensori di distanza (laser, sonar, infrarossi, camere 3-D), telecamere, sensori termici, sensori di campo magnetico, sensori di posizione quali GPS e sensori in grado di rilevare la posizione rispetto a riferimenti radio o luminosi. In generale, proprio per le intrinseche caratteristiche di ogni sensore, che non gli permettono di rilevare correttamente i dati necessari in ogni condizione ambientale, si tende a creare ridondanza tra i sensori, integrandone i dati sugli elaboratori di bordo.

in grado di reagire all’istante alla situazione, o deliberativo, cioè in grado di ragionare e pianificare le attività da svolgere, viene programmato sui computer a bordo del robot, consentendone una piena autonomia In diversi casi, soprattutto quando si tratta di coordinare più robot, questi sono collegati via radio (WI-FI o altro) ad un elaboratore centrale che ne guida le attività, e anche a un operatore che può monitorare da remoto l’attività dei robot. Una categoria in forte sviluppo è relativa alla logistica. I magazzini completamente automatizzati e la movimentazione automatica di pezzi sono una realtà da diverso tempo, ma tipicamente richiedono un attrezzaggio più o meno impegnativo in termini di costo e di realizzazione. Inoltre, la gestione è necessariamente rigida e i percorsi sono predefiniti. Robot autonomi possono svolgere gli stessi compiti affrontando anche situazioni impreviste, quali la presenza di persone nel raggio d’azione del robot, e permettendo anche una allocazione dei materiali dina-

Grazie alle informazioni ricavate dai sensori Andrea Bonarini e seguendo una logica per l’esecuProfessore Ordinario presso il zione del compito, Dipartimento di Elettronica e Infori robot sono programmati per svolmazione del Politecnico di Milano, gerlo autonomaCoordinatore del Laboratorio di mente, senza l’inIntelligenza Artificiale e Robotica tervento umano. de Politecnico di Milano (AIRLab) Diversamente dal tipico robot industriale che lavora in un ambiente perfettamente noto e strutturato, i robot autonomi sono pro- mica, che segua logiche di ottimizzazione grammati per costruirsi un modello del e opportunità non legate ad una strutturamondo circostante contenente le infor- zione prefissata del magazzino. Inoltre, per mazioni necessarie che permettano loro le operazioni di scarico e carico del matedi prendere delle decisioni per raggiun- riale è necessario interagire con ambienti gere l’obiettivo finale. Anche il sistema di non strutturati, ed un robot autonomo può presa delle decisioni, sia esso reattivo, cioè farsi carico di queste operazioni, ad esempio

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1 1. Robot all’opera nell’ispezione e raccolta dei pomodori

scaricando un container, o caricandolo in modo ottimizzato. In maniera analoga, si possono avere robot che si occupano autonomamente di caricare a bordo parti (ad esempio parti di oggetti da montare) li trasportano alla stazione di montaggio e alimentano una linea di produzione. In questo caso, può esser richiesta una gestione più avanzata di dati sensoriali (tipicamente immagini) per il riconoscimento e la presa delle parti, e per il rilascio in opportune zone di carico. Un altro settore in forte espansione riguarda la sorveglianza. Impianti fissi con telecamere e sistemi di rilevazione possono essere in parte sostituiti o comunque affiancati da robot mobili in grado di effettuare autonomamente delle ronde e riportare situazioni sospette, identificate tramite analisi automatica dei dati sensoriali, a operatori che possono intervenire direttamente o prendere il controllo del robot per verificare la reale pericolosità della situazione o addirittura effettuare l’intervento. La sorveglianza può essere orientata ad intrusioni, o anche al monitoraggio di incendi o perdite di gas o liquidi o emissioni elettromagnetiche e radioattive, e la presenza di un robot al posto di un operatore umano permette di salvaguardare lo stato di salute di quest’ultimo che può operare remotamente. In modo del tutto analogo, abbiamo

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robot di ispezione, che possono effettuare ispezioni accurate di zone pericolose o disagevoli, ad esempio condotti di scarico e strutture fatiscenti, e fornire dati utili a operatori remoti. In questo caso, l’autonomia del robot e la sua possibilità di auto-localizzarsi può permettere una scansione completa e accurata di tutta la parte di impianto o di territorio da ispezionare. Duilio Perna Un altro settore che si va rapidamente popolando di robot mobili autonomi è quello agricolo, in cui viene lasciato al robot, eventualmente monitorato, il compito di svolgere un lavoro ripetitivo sul campo. In questo caso, spesso si ha a disposizione un segnale GPS che, con opportuni accorgimenti ed elaborazioni, può permettere di giungere a una risoluzione utile per la localizzazione del robot con la necessaria precisione. Sono comunque necessari sensori di distanza a bordo del robot per gestire l’interazione con il mondo circostante. Inoltre, in diversi casi, si robotizzano veicoli tipici di questo settore, ad esempio trattori, che offrono una meccanica già adatta al tipo di terreno su cui operare, spesso sconnesso. In quest’area abbiamo robot per la semina e il raccolto, robot per il trattamento delle colture, robot per la lavorazione della terra, robot per la raccolta automatica della frutta. Questi ultimi, studiati di concerto con l’organizzazione del frutteto, si avvalgono in taluni


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casi anche di analisi di immagine per verificare lo stato di maturazione del frutto e la sua localizzazione, al fine di deciderne ed eseguire la raccolta. In diversi casi si hanno vere e proprie flotte di robot che eseguono il lavoro in parallelo, soprattutto quando le colture sono estese. In questi casi un coordinamento centrale viene spesso preferito ad un coordinamento distribuito sui singoli robot, pur richiedendo un’attività aggiuntiva di elaborazione. Anche in agricoltura ci si può avvalere di robot per il monitoraggio e l’ispezione, in quest’ultimo caso orientata principalmente allo stato della coltura e all’individuazione di eventuali infestanti. Per le applicazioni agricole è opportuno ricordare la diffusione anche di robot autonomi volanti (droni) in grado di distribuire trattamenti chimici o effettuare ispezioni senza appoggiare direttamente sul terreno, lasciando quindi intatte le colture. Si tratta di piccoli velivoli ad ala, o

anche, per le ispezioni, di multicotteri che hanno il vantaggio di una maggiore manovrabilità a fronte di una minore portata di carico utile. Anche nel caso di questi robot, un’opportuna dotazione sensoriale è necessaria per poter garantire una copertura accurata della zona da visitare. In conclusione, pur essendo presenti sul mercato diversi prodotti nelle aree presentate, date le diverse esigenze degli utenti finali e la relativamente scarsa diffusione dei produttori, in genere di piccole dimensioni, il mercato si muove andando spesso a richiedere soluzioni specifiche ad aziende e centri universitari in grado di soddisfare le richieste. Il settore è in forte espansione, con previsioni di crescita esponenziale, rispetto alla crescita lineare prevista per la robotica industriale tradizionale. Questo è principalmente dovuto alle nuove possibilità che la tecnologia mette a disposizione ed alla identificazione di nicchie applicative prima difficilmente immaginabili.

2. Robot all’opera in un magazzino automatico 3. Robot da sorveglianza. Sono riconoscibili tra le ruote un sensore di distanza laser, appena sopra delle telecamere e in cima al palo una telecamera direzionabile e sensori sonar di distanza.

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SIEMENS PLM SOFTWARE

Con la soluzione di Siemens PLM Software, Tecnofer può simulare e validare virtualmente i componenti critici dei macchinari

CASE HISTORY                                                a cura della Redazione

L’utilizzo sempre più massiccio delle materie plastiche in tutti i settori, ma soprattutto negli imballaggi di uso comune, determina una produzione di rifiuti sempre più imponente e di difficile, se non impossibile, smaltimento con i sistemi tradizionali come le discariche.

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in dal 1976, anno di fondazione, l’azienda Tecnofer ha colto l’importanza e la necessità di trovare soluzioni tecnologiche in grado di ridurre drasticamente il quantitativo di scarti inviati alle discariche. Nascono così i primi impianti automatici di riciclaggio della plastica con il marchio Tecnofer, destinati inizialmente al mercato italiano e successivamente esportati in tutto il mondo. Con oltre 1.000 clienti in più di 60 Paesi nel mondo, Tecnofer può vantare un posto di leadership in questo settore in continua evoluzione, che richiede una costante ricerca tecnologica e soprattutto grande passione e dedizione. La mission di Tecnofer prevede lo studio e la realizzazione di macchinari sempre al passo con le continue variazioni che intervengono nelle famiglie polimeriche e nei prodotti derivati introdotti sul mercato. L’innovazione di prodotto è senza dubbio una delle sfide storiche che le aziende devono costantemente perseguire per restare competitive sul mercato. In particolar modo in quest’epoca si assiste a un’accelerazione nella ricerca di nuove tipologie di materiali per rispondere alle richieste sempre più esigenti dei vari settori industriali quali il design, l’automobilistico, l’alimentare, il packaging, l’elettronico, l’edilizio e il biomedicale. Ogni rifiuto/scarto industriale è di conseguenza unico per caratteristiche chimico fisiche e contaminazioni. Grazie alla tecnologia Tecnofer e alla capacità di accompagnare il cliente in ogni fase del progetto, ogni impianto di riciclaggio è realizzato su misura coniugando qualità e flessibilità, perseguite grazie a un’offerta basata su soluzioni “chiavi in mano”. Alla luce di queste prerogative l’azienda è cresciuta investendo

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nelle migliori professionalità e implementando continuamente i macchinari proposti, conquistando così la fiducia di numerosissime aziende di fama internazionale. “La nostra azienda investe buona parte dei profitti nell’attività di Ricerca & Sviluppo e nei cervelli. Puntiamo su persone che hanno idee ed il coraggio di metterle in pratica, senza timore di sbagliare.” dice Vito Garbellini, fondatore e presidente della società. “Il risultato è un flusso continuo di innovazioni che per il cliente finale hanno un impatto determinante per incrementare la redditività dell’impianto acquistato, mentre per Tecnofer tutto ciò si traduce nella continua crescita aziendale e nel consolidamento di una leadership eccellente.”

Al passo con le richieste del mercato Pronta a spegnere 40 candeline nel 2016, negli ultimi anni Tecnofer ha esteso l’applicazione del suo know-how verso nuove applicazioni tecnologiche per la valorizzazione di rifiuti in genere tra cui: scarto pulper cartiera, Tetra Pak, imballaggi alimentari

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SIEMENS PLM SOFTWARE

(separazione dell’imballaggio dal prodotto contenuto) e metalli leggeri.

dove diventa sempre più costoso depositare materiali non deperibili.”

“Il mercato chiede sempre nuove risposte e noi ci proponiamo come il sarto che confeziona un vestito su misura,” dice Garbellini. “Cogliamo le esigenze del cliente e sviluppiamo il progetto in base alla sua disponibilità di investimento, tenendo conto dei quantitativi di scarti disponibili, della loro provenienza, composizione e contaminazione”.

Competenze interne

Il tipico cliente di Tecnofer è un’azienda privata che dispone di quantitativi rilevanti di scarti plastici, produce granulo e, spesso, è essa stessa produttrice di manufatti, con l’esigenza di affrancarsi dal settore petrolchimico per l’approvvigionamento di materia prima. “Tra i nostri clienti annoveriamo ditte di fama internazionale in grado di autoprodurre poli-

La realizzazione di un nuovo impianto comincia con l’attività dei tecnici commerciali che Tecnofer “alleva” con cura al proprio interno. Figure qualificate con competenze specifiche che interagiscono con il cliente per raccogliere tutte le sue esigenze e trasferirle all’ufficio tecnico. “I nostri impianti sono completamente costruiti internamente, come pure la meccanica fine e l’automazione degli stessi,” spiega Riccardo Campion, responsabile di progettazione. Particolare attenzione viene dedicata al controllo elettronico degli impianti con l’obiettivo di implementare la gestione automatizzata degli stessi a favore della qualità, dell’affidabilità e della sicurezza delle macchine. Questi obiettivi avanzati sono sempre più spesso parte integrante del sistema di lavorazione e coinvolgono due aspetti: quello ecologico, dove le normative diventano sempre più restrittive, e quello economico relativo al rendimento degli impianti.

Da sempre Tecnofer si affida a Siemens per l’automazione dei propri impianti.

mero attingendo ai loro stessi scarti,” conferma Garbellini, “con volumi di plastica riciclata che possono arrivare a 120-140 mila tonnellate all’anno. A questi si aggiungono i raccoglitori di rifiuti solidi, che hanno individuato nella valorizzazione un valore aggiunto rispetto allo stoccaggio in discarica,

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“Siemens è un biglietto da visita importante per chi opera su scala globale, è garanzia di risoluzione di eventuali problemi in tempi rapidi,” afferma Campion. “Con i PLC e altri componenti di automazione di Siemens possiamo garantire la massima affidabilità ai clienti, senza blocchi che compromettano la produttività o fermi imprevisti oltre agli interventi di manutenzione programmata. I nostri impianti hanno un’automazione elevata, con controllo remoto tramite sistema VPN per monitorare i parametri operativi e intervenire a distanza se necessario, con conseguente riduzione dei costi e dei tempi di manutenzione e di intervento. L’operatore è agevolato nelle operazioni da un’interfaccia semplificata per la gestione dell’impianto, grazie

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SIEMENS PLM SOFTWARE

al quale l’addetto può supervisionare il funzionamento di tutta la linea da una postazione dedicata.”

Simulazione realistica Il “dialogo tecnologico” fra Tecnofer e Siemens non si limita all’automazione. Dopo anni di progettazione bidimensionale, i tecnici dell’azienda veneta hanno compreso la necessità di dare una svolta all’attività di progettazione. “Il valore aggiunto della modellazione in 3D è strategico per un’azienda che sviluppa impianti su misura,” sottolinea Campion. “La possibilità di modificare velocemente i progetti in corso d’opera ha ripercussioni positive sui costi.” Dopo un’attenta analisi dei vari pacchetti sul mercato, i responsabili di Tecnofer hanno assistito a una demo di Solid Edge proposta dal partner CCS Team e sono rimasti colpiti dall’efficienza e dalla versatilità del software CAD di Siemens. “Svolgendo un’attività continua di sviluppo di nuovi prodotti, la modellazione in 3D, a fronte di una fase di studio iniziale con tempi più lunghi, fornisce una visione finale completa e dettagliata dell’impianto, con risultati più precisi e affidabili che consentono di recuperare i tempi in produzione, prevenendo i difetti a valle,” osserva Campion. I progetti sviluppati con Solid Edge vengono poi trasferiti nell’ambiente

Simulation, uno strumento integrato per l’analisi a elementi finiti (FEA) con il quale i progettisti possono validare parti e assiemi senza uscire dall’ambiente di lavoro di Solid Edge. Sfruttando la modellazione a elementi finiti di Femap e la tecnologia del solutore NX Nastran, Solid Edge Simulation riduce il ricorso ai prototipi fisici, abbattendo sia i costi di materiali e collaudi, sia i tempi di progettazione. “I nostri macchinari contengono componenti critiche soggette a forti sollecitazioni,” racconta Campion. “Con Solid Edge Simulation possiamo individuare eventuali criticità prima di andare in produzione. L’analisi strutturale riguarda leve, pistoni e altri meccanismi a rischio di rottura, che possono essere ottimizzati a livello virtuale, con costi e tempi molto contenuti.”

Camminare insieme Con l’adozione di Solid Edge, il team di Tecnofer ha colto l’importanza strategica del lavoro di gruppo nella progettazione. “Solid Edge dimostra in maniera incontrovertibile come il 3D favorisca e incoraggi la collaborazione di tutto il team,” conferma Campion. “Lavorando gomito a gomito su un unico modello integrato di tutta la macchina, ogni addetto acquisisce maggiore consapevolezza del suo contributo e del ruolo di ciascun collega.” In quest’ottica Tecnofer ha adottato un approccio top-down alla progettazione in 3D, partendo dall’assieme dell’impianto completo e affidando a ogni progettista

la realizzazione in dettaglio della parte di sua competenza. Gli assiemi sono tipicamente grandi, con 50-60 macchine per ogni impianto, ciascuna delle quali può contenere fino a seimila parti. “Con l’arrivo di Solid Edge abbiamo cambiato approccio e mentalità,” osserva Campion. Un altro punto di forza del programma è la sua duttilità nel creare immagini che possono essere sfruttate per azioni di marketing o pubblicitarie. Altrettanta versatilità e collaborazione è stata trovata da Tecnofer nel partner CCS Team, che si è occupato della formazione iniziale dei tecnici e ha poi garantito un servizio costante, rispondendo a richieste telefoniche pressoché quotidiane nella prima fase dell’implementazione, con la capacità di adeguare la risposta al livello di conoscenza e competenza degli addetti di Tecnofer. “La scelta di Solid Edge è stata determinata anche dal fatto di aver trovato in CCS Team un partner più che un semplice fornitore,” sottolinea Marinella Garbellini, Financial & Contractual Department. “Come tutti i partner tecnologici da noi selezionati, anche CCS Team ha risorse qualificate dal punto di vista tecnico. Il concetto del lavoro di squadra si estende anche a loro: è importante che un prodotto sia valorizzato e supportato da persone competenti, che sappiano come applicarlo al meglio in ogni contesto e indicare come ottenere i maggiori benefici.


SIEMENS PLM SA OU FTW OM AR AC E

Sistemi di assemblaggio automatico smart: riconfigurabilità e Tracciabilità

SOLUTION TO WATCH

a cura della Redazione

Il settore dell’automazione industriale è cambiato profondamente negli ultimi decenni, se in passato era caratterizzato da lenti sviluppi, oggi - grazie agli innumerevoli progressi compiuti in ambito tecnologico – è sempre più dinamico e in via d’evoluzione. Il più grande cambiamento dell’ultimo decennio deriva dall’introduzione della meccatronica, una disciplina dell’ingegneria dell’automazione basata sull’interazione di tre discipline – meccanica, elettronica e informatica – che nasce con l’obiettivo di automatizzare i sistemi di produzione semplificando il lavoro umano. Grazie all’introduzione della meccatronica, i produttori di macchinari possono realizzare impianti e soluzioni che assecondano le esigenze del mercato e sono più flessibili rispetto al passato.

L

e moderne esigenze produttive richiedono sempre più sistemi di produzione personalizzati, flessibili e rapidamente riconfigurabili in base alle esigenze e le richieste di produzione provenienti dal mercato.

Inoltre la qualità deve essere elevata e costante, ragion per cui la produzione e i collaudi non possono più essere semplicemente affidati ad operatori condizionando in questo modo il risultato finale su basi soggettive. L’adozione di sistemi di collaudo automatici consente di avere un processo totalmente oggettivo e in grado di garantire la qualità della produzione. In questo ambito Automac (www.automacsrl.it) realizza impianti flessibili di assemblaggio smart in grado di essere riconfigurati in tempi brevi, anche completamente in automatico, in base alle esigenze/richieste del mercato.

Un modus operandi basato su una piena e totale collaborazione con il cliente, una sinergia che trova le sue origini già agli inizi del processo di sviluppo prodotto da assemblare, cioè durante la fase di concettualizzazione e design. Diversi i settori target, tra i quali si sottolineano le realizzazioni effettuate nel settore degli accessori per mobili, nell’automotive, negli accessori per infissi in alluminio e nel settore elettromeccanico. L’esperienza ha insegnato che la rapida riconfigurabilità degli impianti non può essere fine a se stessa,

questa comporta anche l’utilizzo di tecnologie innovative per una gestione completa della produzione che va dall’ordine alla consegna del prodotto al consumatore. In questo contesto nasce e si sviluppa l’esigenza di sistemi di tracciabilità del prodotto finale. La tracciabilità va sviluppata parallelamente allo studio della riconfigurabilità dei sistemi produttivi al fine di garantire in qualsiasi momento del processo produttivo, la conoscenza delle attrezzature in uso, lo stato del processo, la produzione in corso e quindi la quantità e la qualità stessa. Tracciabilità e archiviazione dei dati che consentono di conoscere la “storia del processo produttivo” di un prodotto, garantendone l’assoluta qualità. In sintesi, i sistemi smart per l’assemblaggio automatico, devono essere caratterizzati da riconfigurabilità e tracciabilità in linea con l’innovazione che nel settore, caratteristiche che non si improvvisano, ma sono frutto di continuo lavoro, esperienza e voglia di innovazione.

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SCHNEIDER ELECTRIC

ALTIVAR PROCESS

PER LA MASSIMA EFFICIENZA:

IL CASO LEALI STEEL     CASE HISTORY                                    a cura della Redazione

Leali Steel, azienda leader nella produzione dell’acciaio, ha scelto le soluzioni di automazione industriale Schneider Electric per rinnovare il quadro di controllo delle pompe di raffreddamento, negli impianti di fusione e colata continua dello stabilimento produttivo di Borgo Valsugana.

I

l sistema di raffreddamento del forno e della colata di un’acciaieria è altamente critico e richiede un consistente dispendio di energia. Leali Steel, azienda leader nella produzione dell’acciaio, quando ha deciso di sostituire il quadro di conMarco Gamba trollo del suo sistema di pompaggio, ha espresso a Schneider Electric (www.schneider-electric.it), la necessità di ottenere una soluzione completa in grado di garantire efficienza energetica e performance, che potesse essere installata e messa in opera in tempi brevi. “Il sistema di raffreddamento del forno e della colata di un’acciaieria - spiega Marco Gamba, Smart Manufacturing Project Manager di Schneider Electric - consuma moltissima energia e comporta elevati costi di fermo. Per questo motivo, nel sostituire il quadro di controllo precedente, ormai obsoleto, l’azienda cliente ha richiesto una soluzione completa, in grado di garantire efficienza energetica ed alte performance, che potesse essere installata e resa operativa in massimo tre settimane (il massimo fermo impianto concesso) lavorando con un unico fornitore”. Schneider Electric ha soddisfatto tutte queste richieste con l’intervento integrato dei suoi team dedicati ad automazione di processo ed efficienza energetica, supportati da partner specializzati. “Il sistema di alimentazione e controllo pompe - prosegue Gamba

- è stato realizzato con quadri di comando che utilizzano dodici variatori di velocità Altivar Process (gamma Altivar 600) da 55 a 160 kW: prodotti espressamente dedicati al trattamento dei fluidi. Si tratta di variatori con un concept innovativo, service oriented, che possono espletare molto più delle funzioni di controllo del motore e dell’applicazione, offrendo servizi a valore aggiunto che permettono di ottimizzare i processi e il business”. Altivar Process ATV 600 è una gamma di variatori di velocità dedicata al trattamento fluidi che comprende prodotti adatti ad ogni tipo di motore trifase, asincrono e sincrono, a partire da 0,75 kW fino a 800 kW. La gamma punta al miglioramento della gestione del ciclo di vita degli asset e dei consumi energetici. Inoltre, grazie all’integrazione di algoritmi di manutenzione predittiva, è possibile ottenere una riduzione dei tempi di fermo impianto anche fino al 20%. “Questo è possibile - prosegue Gamba grazie all’integrazione nativa della comunicazione Ethernet, che consente un accesso continuo e in real time all’inverter, integrabilità immediata con i

Gamma prodotti Altivar Process

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S C H N E I DQuadri E R diEcontrollo LECT R I C Electric Schneider nell’impianto Leali Steeel di Borgo Valsugana

sistemi di automazione e la possibilità di avere il controllo del dispositivo nel quadro dell’intero processo di cui fa parte, in un’ottica più ampia di asset management. Un web server integrato permette di ottenere e gestire informazioni e realizzare attività di analisi e programmazione”. Fra le caratteristiche innovative si possono citare gli accorgimenti per ridurre gli sprechi, come una funzione start & stop che riduce il consumo durante lo stand by, oppure le funzioni di controllo e monitoraggio dei processi integrate nell’inverter, che consentono, ad esempio, di individuare derive di efficienza del motore

o del carico che possono essere spia di potenziali problemi, in ottica di prevenzione. Per quanto riguarda le funzionalità di asset management, Altivar Process può generare QR Code sul display del variatore per accedere, via dispositivi mobili, a informazioni di manutenzione e supporto; è possibile inoltre impostare fino a quattro QR personalizzati, associandoli ad esempio a cartelle online, dalle quali reperire la documentazione della macchina o dell’impianto. “Nel caso di Leali Steel - conclude Gamba - i quadri sono stati realizzati interamente con componenti Schneider Electric: oltre ai

Interno di uno degli elementi della soluzione di controllo

variatori sono state fornite la carpenteria, l’interfaccia HMI evoluta con una soluzione Magelis GTU con schermo da 15 pollici e i Power Meter installati su ogni pompa per controllare l’assorbimento di energia. I quadri possono essere supervisionati e gestiti da remoto dalla control room dell’impianto, grazie alla funzionalità del software Vijeo Designer Runtime. A completamento della soluzione, Schneider Electric ha anche coordinato lo sviluppo di alcune specifiche richieste del cliente, come la realizzazione di un sistema di deflusso dell’aria calda, realizzato ad hoc per i quadri installati”.


Francesca Selva


HMS INDUSTRIAL NETWORKS

IXXAT CAN@NET NT 200: IL GATEWAY MULTIFUNZIONALE

CAN-PER-ETHERNET PRODUCT TO WATCH

a cura della Redazione

HMS Industrial Networks, fornitore leader di tecnologia di connettività di rete per dispositivi industriali e controllo da remoto, presenta il nuovo IXXAT CAN@ net NT 200, un gateway CAN-per-Ethernet, che consente agli utenti di collegare le reti CAN ed Ethernet.

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er le aziende che operano nel settore dell’automazione, la comunicazione delle reti (sicura e in real time) è ormai un elemento imprescindibile. Per questo, HMS Industrial Networks (www.ixxat.com) ha aggiunto alle soluzioni IXXAT il nuovo CAN@ net NT, che grazie alle sue due modalità di funzionamento può essere utilizzato sia come bridge CAN-Ethernet-CAN che come gateway CAN-per-Ethernet. Dotato di due interfacce CAN, supporta una gamma ancora più ampia di applicazioni rispetto al noto CAN@net II. “Una delle caratteristiche principali di CAN@net NT - spiega Paolo Sartori, Direttore filiale italiana - Direttore Commerciale & Marketing - è la capacità di separare le reti CAN (Controller Area Network) che operano su vaste aree. CAN@net NT accoppia le reti CAN tramite l’architettura di rete Ethernet, permettendo alle infrastrutture esistenti di utilizzarla. Tale segmentazione aumenta anche l’affidabilità e la stabilità di tutto l’impianto”.

tempi di fermo macchina in maniera significativa”. Oltre alla funzionalità come bridge, in Paolo Sartori grado di collegare due reti CAN via Ethernet, CAN@net NT 200 può anche accedere direttamente da Windows, Linux, VxWorks o QNX, così come da sistemi embedded, utilizzando un semplice protocollo ASCII su protocollo standard TCP/IP. CAN@net NT supporta tutti i baud rate CAN da 5 kbit fino a 1 Mbit, così come l’uso simultaneo di 11 e 29 bit identificatori. Il protocollo basato sulla rete TCP/IP assicura che nessun messaggio CAN venga perso quando viene trasmesso su protocollo di rete Ethernet. La configurazione del dispositivo avviene facilmente tramite il tool di configurazione Windows.

Progettato per elevate prestazioni in ambienti ostici, un’altra applicazione comune per CAN@net NT è l’accesso remoto alle reti CAN via Ethernet, per esempio, negli impianti eolici o nel settore manifatturiero. “Questa soluzione - prosegue Sartori - permette al personale tecnico di accedere agli impianti di tutto il mondo, semplificando il controllo, l’intervento tecnico ed il monitoraggio degli impianti basati su CAN, riducendo i costi ed i

CAN@net NT (ora in un alloggio di colore nero) permette agli utenti di collegarsi alle reti CAN ed Ethernet

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EPLAN SOFTWARE & SERVICE

progettare e costruire quadri elettrici nell’era industry 4.0

PRODUCT TO WATCH                                                a cura della Redazione

Nell’era della “quarta rivoluzione industriale”, le tecnologie informatiche ed elettroniche non sono più solo un supporto per l’automazione dei processi produttivi, ma vanno integrate in oggetti, materiali, apparecchiature e ambienti che diventino sistemi intercomunicanti dotati di “intelligenza”. EPLAN ProPanel è la soluzione ideale per i costruttori di quadri e armadi elettrici che necessitano di automatizzare e accelerare i tempi di costruzione e abbattere drasticamente il numero di errori in fase di montaggio e assemblaggio.

A

bbattere i costi e migliorare la qualità sono due necessità imprescindibili per chi progetta e costruisce quadri elettrici. I costi vivi di un quadro, in termini di componenti e materiali non sono comprimibili, lo spazio di miglioramento è legato ad una progettazione di qualità, in grado di abbattere gli errori progettuali e automatizzare la fase di costruzione e assemblaggio. Inoltre, è diventato sempre più importante standardizzare la fase di assemblaggio e di cablaggio di un quadro elettrico. Due quadri uguali devono essere davvero uguali, non solo nella disposizione dei componenti ma anche nel sistema di cablaggio. La libera interpretazione del progetto da parte del singolo montatore/ cablatore sta diventando un problema sempre più sentito che genera delle non conformità da parte del committente ed espone i quadristi a dei costi sempre più elevati.

sistema elabora i percorsi ottimali per fili e conduttori, nonché le rispettive lunghezze. La funzionalità Copper permette di configurare e adattare all’ambiente di installazione i singoli sistemi busbar, comprese le barre in rame da piegare e le relative connessioni.

“Con EPLAN Pro Panel - spiega Stefano Casazza, Country Manager di Eplan Software & Service (www.eplan.it) - si possono progettare in 3D armadi elettrici, gruppi di controllo e sistemi per la fornitura elettrica. Il software offre funzioni di assemblaggio tridimensionale, progettazione di cablaggi 3D virtuali, nonché configurazione, modifica e regolazione di sistemi di alimentazione in rame. Per il cablaggio, EPLAN Pro Panel si avvale di un layout di montaggio in 3D”.

“L’integrazione con il software Rittal Therm - prosegue Casazza - permette al progettista di poter effettuare un’analisi termica e definire il corretto dimensionamento del sistema di raffreddamento. Tutti i dati necessari relativi alle forature, punzonature, angoli di piegatura e raggi sono forniti sotto forma di disegni e file di scambio per macchine a controllo numerico NC, una nuova dimensione per la progettazione, la fabbricazione e il montaggio”.

Inoltre, combinando le esatte coordinate di posizionamento del componente all’interno del layout di montaggio e le informazioni di connessione estrapolate dal circuito elettrico, è possibile cablare virtualmente l’armadio elettrico. Premendo un pulsante, il

Eplan pro panel, come tutte le soluzioni Eplan si può integrare con i maggiori sistemi PLM e con i sistemi gestionali, grazie alle funzionalità del software e alla sua integrazione nel ciclo di sviluppo aziendale.

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Stefano Casazza

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EPLAN Pro Panel “I benefici per i progettisti sono molteplici - aggiunge Casazza - l’analisi delle interferenze e delle collisioni, la gestione automatica delle dime di foratura, il corretto dimensionamento delle canaline e delle barre di rame, lo sviluppo automatico del sistema di cablaggio e interfaccia con le macchine tagliafili. A questi si aggiungono anche l’analisi termica e il dimensionamento del sistema di raffreddamento, la documentazione completa di tutto il progetto costruttivo e l’integrazione diretta con le pannellatrici Rittal”.

Smart Wiring Application

Infine, nel prossimo autunno Eplan amplierà il proprio portfolio d’offerta con il nuovo pacchetto Smart Wiring Application, una soluzione dedicata alla fase di cablaggio del quadro. “I cablatori - conclude Casazza - avranno informazioni chiare in ogni momento sulla situazione del cablaggio, quanto è stato fatto, quanto manca per finirlo e potranno valutare se e come fare potenziali modifiche. Queste informazioni saranno arricchite con la visualizzazione delle attrezzature, compresi i punti terminali e la posa dei cavi all’interno del quadro elettrico. Il software inoltre fornisce informazioni sul diametro del filo richiesto, il colore da utilizzare e il percorso, compreso il tipo di terminale da utilizzare. In questo modo ogni connessione e ogni fase di lavoro saranno chiaramente comprensibili e trasparenti”.

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A LTA I R E N G I N E E R I N G

Simulazione e Engineering Intelligence, la scelta vincente per il successo di un prdotto

INTERVISTA                                   a cura della Redazione

Il successo di un prodotto dipende da molti fattori, e prodotti molto diversi tra loro ne hanno in comune molti: costo, sostenibilità prodotto/processo, affidabilità, prestazioni, qualità. Tempismo. Il prodotto giusto - funzionalità, aspetto, emozioni - deve arrivare sul mercato nel momento giusto. Oggi grazie alle applicazioni di simulazione ad alte prestazioni e alle soluzioni di engineering intelligence è possibile accelerare il percorso per ottenere il prodotto con i requisiti attesi: costo, peso, affidabilità, robustezza, performance, nei tempi giusti o magari in anticipo rispetto alla concorrenza, con rischi ridotti. Il successo del prodotto, insomma.

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ramai é assodato, per la stragrande maggioranza dei prodotti, nuovi o frutto di revisioni, la marcia in più vene data dal processo di realizzazione che vede la fase di simulazione anticipare/affiancare quella di progettaMaurizio Sperati zione. Una delle società pioniere della cosiddetta Engineering Innovation parla italiano: Altair (www.altairengineering.it) che da tempo sviluppa sue tecnologie software avanzate in grado di abilitare le aziende a sostenere le dinamiche del loro modello di business sui singoli prodotti. Abbiamo chiesto a Maurizio Sperati, Country Sales Director Italy di Altair, di fornirci le sue considerazioni in merito ai benefici che le aziende si possono aspettare se riescono a cambiare radicalmente il modo in cui progettano i loro prodotti e prendono decisioni. Continuare a fare le stesse cose, nello stesso modo, non porta benefici,

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poiché tutto cambia... mercato ed esigenze dei clienti comprese. Il portfolio d’offerta HyperWorks rappresenta una delle più estese suite di software di simulazione al mondo, con programmi integrati e connessi tra loro. Partendo dalle simulazioni di concept design topologico (nel 1992 Altair già sviluppava i primi algoritmi per le ottimizzazioni topologiche che oggi servono tanto anche alle Tecnologie di additive manufacturing), passando per la simulazione di sistemi, al calcolo scientifico distribuito e il cloud computing, é possibile simulare la vita del prodotto virtuale, ovvero creare i prototipi digitali dei prodotti per anticipare quasi ogni tipo di problema, dal peso, al costo alle prestazioni fino, addirittura, alle omologazioni. Tutto questo non è confinato alle sole aziende grandi e strutturate che ‘se lo possono permettere’, ma oggi è possibile per chiunque. Il vero costo semmai è quello della conoscenza: come usare bene tutti questi strumenti? Di nuovo siamo al cospetto di un’azienda di ingegneria che sviluppa software, non di una comune


Motore Renault Powertrain (3) Bicicletta Rolo Bikes (2) Lavatrice MABE (1)

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softwarehouse. Altair é in grado di supportare le aziende clienti nel percorso di conoscenza. Fin dall’università: si perché molte università e molti studenti studiano e usano HyperWorks, visto che tutte le più grandi aziende mondiali lo usano. Oggi, dopo aver operato con aziende di alta tecnologia elitaria, Altair si sta interessando delle esigenze dei ‘più piccoli’, per i quali ci proponiamo come il partner tecnologico in grado di fornire la più consona piattaforma di sviluppo prodotto. Innovare vuol dire fare bene prima e con meno rischi - ciò che le aziende hanno sempre fatto. La via é indicata dall’intelligente adozione di una cultura orientata all’ innovazione strutturata assistita dai calcolatori come é già accaduto in numerose aziende di successo.

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Ad esempio, per Mabe, produttore di elettrodomestici, la qualità ed il design dei propri prodotti è di primaria importanza. I prodotti devono essere estremamente robusti e aventi un design accattivante, e devono altresì arrivare al cliente in perfette condizioni. Gli imballaggi degli apparecchi devono essere perciò ben progettati al fine di proteggere gli stessi da cadute, urti e danni accidentali, e non devono avere materiale in eccesso perché ciò comporterebbe costi significativamente più elevati. Grazie all’uso della suite HyperWorks é stato possibile simulare gli effetti della distribuzione degli eventi ambientali su una lavatrice ed

un’asciugatrice ed effettuarne un’ottimizzazione al fine di migliorare la protezione del prodotto riducendo i costi del materiale e del peso. Anche Rolo Bikes è ricorsa ai servizi d’ingegneria offerti da Altair (Altair ProductDesign), grazie alla sua familiarità nell’uso della suite HyperWorks e la sua esperienza nell’utilizzo di tecniche CAE per ottimizzare strutture in fibra di carbonio, è stato ottimizzato un nuovo telaio bicicletta con l’obiettivo di raggiungere il titolo mondiale di performance per peso, rigidezza e comfort. Inoltre, il team ha anche avuto il compito di sviluppare un processo di testing virtuale efficiente e poco costoso per analizzare le performance dei futuri telai di Rolo ed altre altre aziende partner. Infine Renault Powertrain voleva diminuire ulteriormente il peso ed incrementare le performance dei motori esistenti e di quelli in fase di sviluppo riprogettando i componenti chiave per usare la minor quantità di materiale possibile. Un obbiettivo raggiunto grazie all’Altair Product Design che ha fornito un indispensabile contributo per lo sviluppo dei processi e metodi di ottimizzazione applicati ai componenti ed ai sotto-sistemi. In sintesi,realizzare un prodotto, una macchina o un macchinario, più robusto, più leggero, più sostenibile, che usa meno energia, che costa meno, con materiali innovativi, più performante, più veloce, più economico, in meno tempo… Sono tutti i benefici indispensabili per un impresa di successo.

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PA N A S O N I C I TA L I A

PERCHè non lasciarsi ingannare dall’estetica di un device

DIGITAL PRODUCTS                                                a cura della Redazione

Il fattore estetico ha un fascino particolare in tutti gli oggetti di utilizzo comune. Non fanno eccezione i PC da utilizzare in ambiente business. Il criterio di acquisto di questi dispositivi dovrebbe però tener conto delle condizioni d’uso, della sicurezza, della continuità di esercizio e, non ultimo, del reale total cost of ownership.

Abbiamo chiesto a Jan Kaempfer, General Manager of Marketing di Panasonic Computer Product Solutions di fornirci le sue considerazioni in merito.

È

attualmente in corso una battaglia nel mondo dei dispositivi: mentre il fenomeno della consumerizzazione è ormai un dato di fatto, i player tradizionali del settore PC e laptop si trovano a competere per la propria quota di mercato con player che affermano di poter trasferire l’esperienza effettuata con i device consumer verso gli utenti dei device business. Come diretta conseguenza, i decision maker del mondo business si trovano spesso in difficoltà di fronte a una differenziazione poco chiara tra dispositivi consumer e professionali, per cui è difficile scegliere quale sia il migliore per la propria organizzazione. Ad esempio, la prima domanda che sorge spontanea è relativa a se ci sia davvero bisogno di un device rugged, che può rivelarsi più costoso rispetto a uno consumer.

Jan Kaempfer

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Per molti, oggi non esiste più una chiara differenza tra consumer e business,

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specialmente con l’avvento del BYOD. Fino a non molto tempo fa era facile distinguere un dispositivo consumer da uno business o rugged: i primi, lisci, leggeri ed esteticamente belli, venivano sfruttati per utilizzo personale ed entertainment, per controllare e-mail, navigare in internet, usare applicazioni web-based o streaming. I dispositivi business/rugged erano completamente diversi: disegnati per un utilizzo business, principalmente in ambienti difficili che richiedevano una struttura più durevole e robusta, erano dotati di caratteristiche che rispondessero alle necessità di lavoratori sul campo e tecnici di servizio. La loro funzione principale era quella di raccogliere dati in luoghi o situazioni in cui era molto probabile che cadessero o venissero danneggiati; dovevano inoltre essere in grado di resistere alla polvere e ai residui presenti in ambienti come magazzini, cantieri o luoghi difficili come gli impianti di trivellazione. Estremamente funzionali, non


erano caratterizzati da un design lineare o leggero, e non erano particolarmente piacevoli alla vista. La consumerizzazione dell’IT ha accelerato una trasformazione profonda, aumentando la domanda di dispositivi consumer che siano allo stesso tempo rugged e robusti. Ora ci aspettiamo device più sottili, più leggeri e più veloci; ci siamo innamorati delle linee pulite dei device consumer e degli smartphone e dei tablet con tantissime funzionalità, e abbiamo decine di migliaia di app a portata di dita che ci permettono di fare qualsiasi cosa: da pianificare una vacanza a pagare le bollette.

In un periodo di 5 anni, il costo totale di possesso di un dispositivo consumer è del 50% più alto rispetto a uno rugged, e in questo arco di tempo molti utenti sostituiscono il loro device consumer due o tre volte, spendendo molto di più di quanto avevano originariamente previsto.

Detto questo, considerando una prospettiva business, viene richiesto che i device abbiano porte multiple, un’adeguata autonomia della batteria, che siano trasportabili ovunque ci si sposti e che funzionino in tutte le condizioni atmosferiche: tutti fattori importanti nella scelta di un dispositivo, soprattutto se si opera in contesti sfidanti.

La ricerca VDC dimostra inoltre che un guasto medio causa circa 80 minuti di interruzione delle attività lavorative: non si tratta quindi solo di considerare costi di riparazione e sostituzione, ma di oreuomo perse. Utilizzando un device rugged che riduce al minimo i momenti di inattività, la produttività aumenta, e la forza lavoro è più efficiente perché in grado di svolgere le proprie attività in maniera più veloce.

Tenendo presente tutto ciò, ecco alcune considerazioni da valutare al momento di scegliere il prossimo dispositivo:

Sicurezza

Tasso di guasto dei dispositivi consumer Panasonic Toughpad FZ-G1

uno rugged. Secondo uno studio VDC Research del 2013, i dispositivi non rugged hanno il 100% di probabilità di guasto in più rispetto a quelli rugged. Il ciclo di vita di un dispositivo consumer è misurato in mesi, mentre quello di uno rugged in anni.

Un dispositivo mobile consumer non è pensato per resistere tanto quanto

I dispositivi consumer sono dotati di funzioni di sicurezza integrate, ma non a livello enterprise come un device business, e con l’avvento del BYOD le aziende espongono le proprie reti a qualsiasi tipo di rischio: accedere ai dati

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PA N A S O N I C I TA L I A

Parallelamente, la tendenza a scegliere il migliore design va a scapito dell’usabilità. Ad esempio, sui device più recenti (e sottili), le porte VGA e USB vengono generalmente eliminate a favore del design. Le aziende le richiedono ancora per molte attività quotidiane, come ad esempio per presentazioni e per la connessione alla rete, e disporre di questo tipo di connessione può essere fondamentale per un business worker mobile. Elia Lupi aziendali da un dispositivo che potrebbe anche essere usato per scaricare video, caricare foto e navigare su internet in maniera distratta potrebbe compromettere la rete aziendale. Un device rugged è progettato per l’uso business, e dispone di feature di sicurezza che rispettano severe linee guida ed evitano danni al dispositivo. Alla luce di recenti episodi di hacking, avvenuti nell’ultimo anno, la sicurezza è una priorità per la maggior parte delle imprese, specialmente quelle che gestiscono dati sensibili. Scegliendo dispositivi che rispettino le più severe procedure di compliance, le aziende possono essere sicure del fatto che i loro sistemi siano al sicuro da questo tipo di attacchi.

Comodità In passato, i dispositivi consumer superavano quelli ruggedised in fatto di comodità ed estetica. Mettendo a confronto i due tipi di prodotto, il design, lo schermo touch e l’ampia scelta in fatto di applicazioni dei modelli consumer facevano sembrare quelli rugged lenti e superati. Ma tutto ciò è cambiato: molti dei dispositivi rugged attuali hanno lo stesso look and feel di smartphone e tablet consumer, che in un confronto li rende molto più simili. Inoltre, molti device rugged sono inoltre compatibili con Android o Windows, facilitando il trasferimento di dati tra i sistemi operativi.

“È quindi evidente che i dispositivi business rugged rappresentano oggi un’opzione moderna e pratica, per i lavoratori mobili in qualsiasi settore. Progettati per proteggere componenti fondamentali come display, hard disk e tastiera (che subiscono i danni maggiori sui notebook tradizionali), i modelli business rugged consentono ai professionisti di proseguire le proprie attività anche in movimento senza doversi preoccupare di danni o guasti a PC o tablet”. Pertanto, la prossima volta che si considera l’adozione di un device business, non facciamoci irretire dalle caratteristiche di un elegante dispositivo consumer: il rischio di doverne sostituire uno dopo l’altro, anno dopo anno, è elevato. Certo, può costare meno inizialmente, ma presto si scopre che si tratta di un falso risparmio. “Per i decision maker del mondo business è ora più che mai fondamentale valutare attentamente i prodotti presenti sul mercato, così da effettuare la scelta giusta in base alle esigenze della propria organizzazione,” conclude Elia Lupi, General Manager Italy and Central Eastern Europe di Panasonic Computer Product Solutions Europe. “Non fermarsi all’apparenza e concentrarsi su caratteristiche come resistenza, sicurezza dei dati, opzioni di connettività e autonomia - effettivamente rilevanti per i lavoratori mobili - è l’unico modo per ottenere i massimi risultati in termini di produttività ed efficienza”.

Panasonic Toughbook CF-20

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YOUR MULTIMEDIA

BUSINESS COMMUNICATION

www.newsimpresa.it


EVENTI

M&MT, IL PRIMO BUSINESS-EVENT DEDICATO A MOTION E MECHATRONICS

EVENTI

Da un’idea di Hannover Fairs International, Ucimu-Sistemi per produrre e Fiera Milano nasce M&MT, manifestazione espositiva BtoB trasversale a tutti i settori manifatturieri progettata per essere luogo di incontro, scambio di conoscenza, sviluppo di nuovi progetti di ricerca e creazione di collaborazioni commerciali tra operatori del mondo della meccatronica, automazione, embedded, oleodinamica e pneumatica, misura e controllo, tecnologie ICT, in una sola parola: Industry 4.0.

I

n scena dal 4 al 6 ottobre 2017 a fieramilano Rho, M&MT è progettata secondo un layout che si ispira alla tipica piazza italiana, con grandi spazi lasciati alla convivialità e all’incontro di espositori e visitatori, e una disposizione snella e uniforme degli stand espositivi tutti intorno ad essa. Dal motion system alla meccatronica, dall’automazione industriale all’embedded electronics, dalle soluzioni di oleodinamica e pneumatica alla robotica e ai sistemi di controllo, la competitività del prodotto manifatturiero è funzione delle svariate intelligenze che permettono di gestire in termini integrati e avanzati la catena di processo industriale. Di queste intelligenze M&MT si fa espressione per garantire a offerta e domanda la più qualificata occasione di confronto. Con M&MT nasce anche un nuovo modo di “fare fiera”. Infatti, M&MT è la prima mostra in cui l’espositore non deve pensare al dettaglio relativo al proprio stand, all’allestimento e alla movimentazione dei prodotti, non deve occuparsi dell’aggiornamento del

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catalogo online e dell’accesso wi-fi, non si deve preoccupare del parcheggio auto e del servizio di ristorazione, né per il suo staff né per i clienti che deciderà di invitare. Perché tutto è incluso e curato dagli organizzatori. Ma c’è molto di più dietro l’innovativo format ideato dagli organizzatori di M&MT: le metrature degli stand sono standard e a scelta tra cinque “taglie” (S, M, L, XL, XXL) secondo l’esigenza dell’espositore. Un’idea che permette una ragionata distribuzione degli spazi semplificando la visita e il confronto degli operatori in fiera. Inoltre, tutte le formule di adesione sono all-inclusive e comprendono numerosi servizi per espositori e visitatori: dalla tessera ingresso al parcheggio riservato, dall’accesso all’open bar e ristorante alla partecipazione libera ai convegni, all’utilizzo della piattaforma matchmaking per fissare i propri incontri di business prima dell’inizio dell’evento. Informazioni sempre aggiornate su mmt-italia.it; twitter: @motionmecha; facebook: motionmecha


Motion system / Mechatronics / Automation / Embedded electronics / Hydraulics and pneumatics / Robotics / Controls

mmt-italia.it

4 - 6 / 10 / 2017

I N N O V AT I O N

FEELS AT HOME

M&MT, il primo business-event dedicato a Motion e Mechatronics, si presenta con un format completamente inedito: gli stand sono standard con metrature a scelta tra cinque “taglie” (S, M, L, XL, XXL) e le formule di adesione sono tutte “all-inclusive”. Scopri i costi di partecipazione:

UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE

SEDE: fieramilano Rho, ingresso dalle porte Est, Ovest e Sud PERIODO DI SVOLGIMENTO: da mercoledì 4 a venerdì 6 ottobre 2017 ORARIO: dalle 10.00 alle 18.00

INGRESSO: gratuito con preregistrazione CATALOGO M&MT: disponibile in fiera PER INFORMAZIONI: tel. +39 02 70 633 292; info@mmt-italia.it


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PLM/ALM

simu la zione virtu a le i n co n d i z i o n i reali d’u s o, s u t u t t i i domini p e r re a lizza r e p ro d o t t i af f i dab i li e d i s u cces s o. Il processo di sviluppo prodotto ha avuto un’accelerazione notevole nella direzione della governance dei sistemi e delle discipline coinvolte. L’integrazione e la collaborazione non sono più un di cui, ma rappresentano il fattore critico di successo sul quale si gioca la capacità di competere delle aziende. Un fatto non solo tecnologico, ma sempre di più di cultura aziendale e di management. Alcuni fatti recenti ne sono lo prova provata. di Massimo Fucci

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ell’era dei dispositivi interconnessi sempre più leggeri e più piccoli, la capacità di racchiudere tutti gli elementi elettronici e meccanici - garantendone la funzionalità nel tempo - nel minor spazio possibile è uno dei requisiti alla base di una progettazione efficace ed orientata allo sviluppo del business. Un esempio importante di una cattiva gestione del processo di sviluppo prodotto è occorso proprio in questo recente periodo ad uno dei protagonisti più importanti del mercato degli smartphone e, ironia della sorte, su un prodotto di punta. Il danno di immagine, ma anche quello economico, è stato ingente. Infatti, dopo aver solleticato il mercato ed effettuato il piano e le spese di lancio… consegnati i primi esemplari, è stata avviata la campagna di ritiro. Nel frattempo, il diretto concorrente è uscito con il modello nuovo e con lo stesso numero di serie, il 7.

Ora il colosso in questione ha la capacità di porre rimedio ad un evidente errore di processo occorso nella fase di simulazione a diversi stadi, in particolare ante e post progettazione. Inutile dare la colpa al subfornitore di batterie, potrebbe essere il capro espiatorio su cui far convergere ogni responsabilità. Per evitare errori simili che generano costi senza ricavi e flessione temporanea di quote di mercato, in futuro l’attenzione dovrebbe essere rivolta a comprendere a che punto si è con l’integrazione tra le varie applicazioni che compongono la soluzione PLM e verificare le fasi di test sul modello virtuale in condizioni reali di utilizzo, a componenti attivi e in tutti i domini coinvolti: meccanico, elettrico, termico, elettromagnetico etc, etc. Un passo indietro potrebbe aiutarci a comprendere. In passato - e se non è passato per la nostra azienda… urge attenta riflessione con immediato invito all’azione - la collaborazione tra MCAD (tutto quanto riguarda il dominio Meccanico) ed ECAD (tutto quanto riguarda il dominio elettrico ed elettronico) era un semplice problema di comunicazione: un formato di file neutro che consentisse a ogni disciplina di trasmettere il proprio modo di comportamento all’altra. Un formato come l’IDF (Intermediate Data Format), che è supportato dalla maggior parte dei software standard di settore da entrambi i lati, rimuove le barriere di comunicazione tra le discipline MCAD ed ECAD. Ma, visto che siamo entrati nell’era dell’IoT il livello di sofisticazione raggiunta dai prodotti non è più una condizione sufficiente, ma solo necessaria. Non solo, il calore generato dai circuiti interni è un problema rilevante. La soluzione più comune per eliminare punti caldi è quella di isolare il componente che genera calore o distribuire il calore su una zona più ampia. Le aziende debbono essere in grado di governare anche questo

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dominio in termini di simulazione virtuale sul comportamento reale, anche perché molti dei dispositivi sono commercializzati come gadget indossabili che fungono anche come accessori di moda. Dato che sono di solito in stretto contatto con la pelle di chi li usa, un errore di simulazione dell’intero sistema ha una buona probabilità di generare un pessimo impatto sulla salute e quindi sul business dell’azienda interessata. L’aspetto dell’oggetto consumer è una componente fondamentale che scatena il processo emozionale di acquisto. Gli oggetti sono graziosi e con forme accattivanti. Per rispondere a questa esigenza, l’industria delle schede a circuito stampato (PCB ), ha messo a punto tecnologie per la produzione di schede flessibili progettate con substrati in plastica pieghevoli che meglio si adattano a curvature strette che caratterizzano forme particolari. Gli addetti ai lavori si riferiscono a loro come “schede origami”. Le aziende produttrici di fotocamere digitali e di cellulari sono diventate maestre nello sviluppo di schede origami. Questi dispositivi hanno raggiunto livelli di miniaturizzazione impensabili.

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Attenzione, e qui viene il punto, i requisiti particolari di queste schede impattano la progettazione hardware, ma anche quella software, introducendo la richiesta di nuove funzionalità per la soluzione di nuovi problemi, come le regioni di piegatura. Le schede flessibili richiedono un approccio tridimensionale, con la possibilità di visualizzare e simulare le schede nel loro stato sia appiattito che piegato. Nella maggior parte dei dispositivi collegabili, il software rappresenta una componente invisibile - specialmente nei dispositivi dell’IoT in cui le operazioni gestite via software rappresentano in gran parte il funzionamento di un prodotto. Nel corso degli anni, le società di software PLM (Product Lifecycle Management) hanno dovuto includere le funzioni di gestione del software ALM (application lifecycle management) come parte integrante del flusso di lavoro di progettazione. Molti sviluppatori di software MCAD hanno stabilito partnership con alcuni produttori di software ECAD per sviluppare insieme un collegamento tra le discipline di progettazione meccanica ed elettrica/elettronica, supportando le necessità, provenienti da

entrambe le discipline. Un ambiente di lavoro integrato di maggiore collaborazione e di strumenti che possano gestire un flusso di lavoro bidirezionale la condivisione dei dati. Una rivoluzione tecnologica rispetto al precedente modo di fare le cose. Oltre alla tecnologia, anche i conflitti di responsabilità tendono a contribuire alla tensione tra le due discipline (MCAD ed ECAD). Infatti, la maggior parte dei conflitti derivano da chi debba avere la responsabilità su quali dati e sulle priorità. Un conflitto endemico nel processo di sviluppo prodotto, in quanto le applicazioni MCAD definiscono la forma del prodotto che inficia i componenti elettronici interni, che sono ad appannaggio dell’ ECAD. L’ unica soluzione che fornisce un risultato è l’unificazione tra la progettazione elettrica/meccanica e quella meccanica, in maniera tale che in modalità collaborativa, ed in tempo reale, si possano rivedere le scelte progettuali in entrambe le discipline. E, questo, non è un fatto meramente tecnologico ma di cultura aziendale che richiede un intervento anche a livello di management.

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SIEMENS PLM SOFTWARE

Simcenter:

l’analisi predittiva è il futuro della simulazione  INTERVISTA

a cura della Redazione

È in atto una rivoluzione nell’impostazione ed esecuzione dei processi di simulazione analisi 3D. I prodotti composti prevalentemente da parti meccaniche si stanno trasformando in sistemi intelligenti che integrano funzioni meccaniche, elettroniche, software o sistemi di controllo. I vecchi materiali sono sostituiti da materiali misti ed emergono nuovi metodi di produzione, come ad esempio la produzione additiva (additive manufacturing). I prodotti diventano sempre più personalizzati e specifici da ordinare; divengono un sistema di sistemi basati sul paradigma dell’’Internet of Things’. Per affrontare queste sfide ingegneristiche in un ambiente altamente competitivo, senza compromettere la durata, la qualità e il costo, l’ingegneria e l’analisi di prodotto devono evolvere.

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egli ultimi 20 anni, il processo di simulazione e analisi 3D è cambiato passando da calcoli segmentati a una validazione e verifica integrata multidisciplinare in grado di spiegare il comportamento dei prodotti in un ambiente virtuale, riducendo l’impegno di test fisici ed esperimenti. Tuttavia, il paradigma isolato di simulazione ha dimostrato come sia limitato rispetto alle future e moderne sfide industriali. La futura generazione di simulazione e analisi in grado di affrontare le sfide è il Digital Twin che consente la Predictive Engineering Analytics (PEA). L’analisi di progettazione predittiva (PEA), infatti, permette di passare dalla verifica alla previsione, grazie ad una serie di fattori abilitativi importanti, quali: la disponibilità di modelli multifedeltà in grado di ben rappresentare il prodotto reale ad ogni stadio del suo sviluppo; la capacità di integrazione delle diverse discipline di simulazione; l’aggiornamento dei propri modelli operativi nel tempo in sincronia con l’evoluzione dello sviluppo del prodotto e del suo ambiente operativo; la possibilità di analisi combinate interattive per stimolare nuove idee e soluzioni funzionali e strutturali diverse. Il concetto di Digital Twin, in realtà, non solo comprende simulazione, test e analisi dati a livello di sistema e in modalità gestita,

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ma introduce anche interfacce senza soluzione di continuità tra le diverse discipline e gli aspetti sempre più complessi del com- Pavel Goncharov portamento reale dei prodotti. Questo nuovo approccio alla simulazione permette alle soluzioni di evolversi attraverso la collaborazione continua, tra team di progettisti e discipline cross-funzionali. Inoltre, promuove la pianificazione adattiva e facilita la compressione dei tempi di realizzazione e il miglioramento continuo del processo di progettazione. In definitiva è una risposta rapida e flessibile alla necessità di vivere del cambiamento. Per saperne di più riguardo a Digital Twin e Predictive Engineering Analytics, abbiamo chiesto a Pavel Goncharov, 3D CAE Portfolio and Business Development Manager, EMEA di Siemens PLM Software (www.plm.automation.siemens.com/it_it), quali siano i benefici di Simcenter, la suite avanzata di software di simulazione e soluzioni di test che aiuterà le aziende ad affrontare le sfide dell’ingegneria moderna per prodotti sempre più complessi.

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Simcenter: esperienza e servizi di ingegneria Simcenter: variable intake Simcenter: funzionalità di fluidodinamica computazionale (CFD) STAR-CCM+

“La Predictive Engineering Analytics è molto di più di un mero risolutore ad elementi finiti. È l’unione di applicazioni per la simulazione multi-disciplinare, funzionalità di analisi dei dati e capacità di fornire una reportistica intelligente – ci spiega Pavel Goncharov. Un’analisi di progettazione predittiva aiuta a sviluppare il modello digital twin, uno strumento che consente di prevedere e definire il comportamento dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. La PEA va a influire sia sulle modalità sia sugli strumenti per evolversi dalla tradizionale verifica e validazione del progetto, ad un modalità predittiva a sostegno di uno sviluppo prodotto system driven. La Predictive Engineering Analytics segna quindi una nuova era nella verifica dei prodotti prima della fase di progettazione effettiva e durante la fase di progettazione stessa. In questo modo si incrementano le probabilità di realizzare velocemente le innovazioni per prodotti di nuova generazione. In questa direzione Siemens mette a disposizione una varietà di soluzioni e di competenze in grado di supportare le aziende in questa transizione”.

“La simulazione come parte organica del processo di progettazione e l’utilizzo sempre maggiore di simulazione e analisi fanno parte di una tendenza globale - prosegue Goncharov. Simcenter 3D, il nostro portfolio d’offerta specifico, consente di passare dalla simulazione CAD integrata di facile accesso ad un’analisi multi-fisica completa. Ciò è importante, non solo perché garantisce che la giusta tecnologia di simulazione sia disponibile a supporto del lavoro di progettazione, ma perché consente inoltre ai progettisti esperti CAE di formare gli utenti, di costruire strumenti e best practice che automatizzano i flussi di lavoro di progettazione. La costruzione di un ambiente integrato orientato alla simulazione è il risultato di una serie d’investimenti che

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FOCUS EVENTI

IBE 2015

SIEMENS PLM SOFTWARE

Stefano Casazza, Country Manager Eplan Software & Service Siamo all’inizio della quarta rivoluzione industriale. posizionano Siemens PLM Software come leader nell’offerta Sta cambiando il mercato, di un ambiente CAE multi-disciplinare realmente integrato. stanno cambiando le fab- Le aziende che adottano Simcenter possono beneficiare in modo briche, stanno cambiando i significativo dal suo utilizzo sfruttando una serie di fattori: la presistemi produttivi, internet è presente (modellatore ovunque e in 3D tuttead senza di una forte geometry foundation le cose.technology; Questi cambiamenti elevata robustezza) e della syncronous l’integrastanno avvenendo, zione di più discipline di simulazione in una singola spesso inconsapevolmente, tutti i giorni piattaforma; l’utilizzo della co-simulazione sotto i nostri occhi e alla velocità della luce…o quasi. Ritengo tra metodi 1D e 3D e, infine, l’integraquesto incontro di respiro internazionale, una importante occasiozione nativa con Teamcenter”. ne per incontrare e dialogare con i vendor, con l’Università e con altri clienti e fornitori che già si sono mossi o si stanno muovendo “I clienti di Siemens PLM per indirizzare le scelte del loro futuro.

Software, che hanno scelto Simcenter conclude Marco Spada, Training Goncharov Specialist Beckhoff riconoscono Automation una serie di Per Beckhoff Automation vantaggi i concetti che stanno alla nell’utilizzo base della prossima rivodi questa luzione industriale, leggasi piattaforma “Industry 4.0”, costituiscono di simulala logica conseguenza della zione. In convergenza di tecnologie dei settori dell’informatica particolare, e della comunicazione con fra tutti, va l’automazione dei processi s e g n a manifatturieri lata la ridu- che hanno costruito il successo dell’azienda negli ultimi 30 anni. La produzione e la logistica industriale subiranno zione dei nell’immediato futuro cambiamenti radicali, che da un lato tempi di prene incrementeranno enormemente la complessità, e dall’altro parazione del renderanno le Smart Factories più flessibili, sicure ed efficienti, e model l o d el quindi più competitive; tali cambiamenti muteranno profonda70%, che mente ancheconl’interazione tra uomo e macchina, in virtù della sente di ridurre i comunicazione integrata tra tutti i componenti ed i livelli del costi totali di sviluppo processo produttivo. Beckhoff è entrata a far parte del consorziosoprattutto, tecnologico OWL” composto da imprese, università, e, la“it’s realizzaistituti di di prodotti ricerca con ed organizzazioni che collaborano per accezione carattelerare il processo ristiche vincenti di al innovazione, termine del assumendo un ruolo guida in progetti di ricerca correlati come “Scientific Automation” ed primo ciclo di progettazione. Il tutto “Extreme Fast Automation”. grazie alla possibilità di ridurre le iterazioni Per queste ragioni, Beckhoff ritiene fondamentale dare il proprio di progettazione-analisi mediante l’interscambio contributo all’Industry Big Event. veloce ed integrato di progettazione tra diverse discipline/ progettisti, il riutilizzo delle best practice CAE, la convalida e il tracciamento in tempo reale delle prestazioni a seconda dei requisiti di prodotto da realizzare”. La strategia di Siemens PLM Software in ambito CAE parte da lontano, una volta definito una valida piattaforma geometrica 3D per lo sviluppo dei prodotti (Parasolid - NX-SolidEdge) e un ambiente operativo robusto e diffuso (ad oggi il maggior

Umberto Cugini, Politecnico di Milano Gli psicologi ci dicono che normalmente abbiamo un approccio mentale di previnumero di posti di lavoro attivi) persione la gestione dei dati di prodi tipo proporzionale. dotto (Teamcenter) si trattava di rafforzare l’offerta in merito Ossia: se sappiamo che alla una simulazione con applicazioni integrate ed integrabili nell’ecosigrandezza, fisica o non, prostema del portfolio già abbondantemente La strada duce uncospicuo. dato effetto, siamo più breve passava per una politicanormalmente intelligente diportati acquisizioni ad assumere che ci sia una relazione mirate. lineare tra questi due dati. Su questa l’acquisto base solitamente Nel 2013 viene perfezionato di LMS basiamo le nostre previsioni intuitive. leader mondiale nella forInternational, Ray Kurzweil, nel suo libro “The singularity is near”, basato sulla nitura di software di test e simulasistematica osservazione della “exponential growth” ci mostra zione per le industrie manifattucome i processi evolutivi che più impattano e caratterizzano il riere. Nel 2016 l’acquisizione nostro presente, ed ancor più il nostro prossimo futuro, evolvono di hanno CD-Adapco, in modo almeno esponenziale poiché superato società il punto rivolta al mercato della di Singolarità in cui vige la sua “Law of Accelerating Return”. simulazione con Questo cambia totalmente il contesto e quindi il modo di soluguarzioni le che coprono dare ai processi di innovazione e per affrontare previsioni in modo più affidabile. una vasta gamma Prendiamo coscienza di questo fatto; l’incontro IBE può essere di discipline ingel’occasione. gneristiche, tra

cui dinamica fluida (CFD), Mauro Faccin, Euromed meccanica dei Director, Services Business solidi (CSM), Partner Dassault Systemes trasferimento Il confronto tra operatori diaccademia calore, dinadel mercato, e mica paraziende è sempredelle un momento di crescita ticelle,culturale flusso e di confronto dei professionale. reagenti, Perchè uneevento l e t t rcome ochiquesto che vede coinvolti e mica, acustica i principali attori (aziende, reologia.

vendor di tecnologia e accademia) può essere di In conclusione, oggi stimolo a intraprendere iniziative di evoluzione del nostro modo il portfolio di Simcenter di pensare per affrontare con meno paura il cambiamento consente l’adozione delle necessario.

best practice nel campo dell’innovazione e fa leva su: un ambiente di simulazione moderno per l’analisi collaborativa multi-disciplinare e multi-fisica, gestito con una chiara tracciabilità di requisiti, rappresentazioni fisiche, modelli di sistema, configurazioni, costi, materiali, convalida di simulazioni e progetti; la disponibilità di una gamma completa di soluzioni per la simulazione (1D, 3D), comprese le soluzioni di test e di meccatronica di livello. Uno strumento unico in grado di effettuare tutte le operazioni di verifica e convalida in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione al collaudo fisico fino all’utilizzo di quanto realizzato.

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L’innovazione

...è aperta

Tre community dedicate al mondo dell’innovazione digitale Iscriviti gratuitamente e partecipa anche tu.

Open Innovation ti aspetta sul portale www.openinnovation.regione.lombardia.it

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COMMUNITIES

collaborativo funzionale all’innovazione aziendale che sfrutta le potenzialità della rete per permettere alle imprese di innovarsi velocemente.

OPEN INNOVATION DI regione lombardia tra i progetti finalisti

di Regiostars 2016

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l progetto Open Innovation di Regione Lombardia, sviluppato con il contributo di Lombardia Informatica, è stato selezionato tra i finalisti di Regiostars Awards 2016, il concorso lanciato dalla Direzione per la politica regionale e urbana della Commissione Europea per premiare e dare risalto a progetti caratterizzati da innovazione e originalità e che possano pertanto essere d’ispirazione per le altre regioni dell’Unione Europea. Open Innovation è una piattaforma di Regione Lombardia che contiene aggiornamenti costanti dalla Direzione Generale Università, Ricerca e Open Innovation della Regione e che funge da strumento “collaborativo open source” con l’effetto di facilitare la partecipazione, la collaborazione e la condivisione di progetti innovativi. Si rivolge prevalentemente agli attori del processo di innovazione nelle imprese, nei centri di ricerca, nella società ed è pensato per rispondere alle sfide strategiche per la crescita e la competitività, per supportare la progettualità in ambito R&I e per favorire lo sviluppo di ecosistemi di innovazione aperta. Open Innovation nasce infatti con lo scopo di proporre un nuovo modello di policy per l’innovazione regionale, all’interno dell’obiettivo specifico 1.2 dell’Asse 1 del POR FESR 20072013: “Rafforzare la capacità di governance per migliorare la competitività del sistema lombardo della conoscenza. Intensificare, semplificare e innovare le relazioni tra gli attori del sistema”. Si basa su un nuovo approccio di tipo

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Lo sviluppo della piattaforma, che sarà disponibile per gli utenti a partire da Gennaio 2017, è stato accompagnato da parte di Lombardia Informatica da attività di sensibilizzazione informando e coinvolgendo aziende su territorio - da attività di accompagnamento e tutoraggio agli utenti del sistema e infine da attività di monitoraggio, raccolta dati e valutazione. Pentaconsulting Srl ha contribuito alla realizzazione di questo progetto con ben tre Communities. La prima, nell’ambito della macrotematica dei sistemi di produzione evolutivi e adattativi, è denominata “Metodi, soluzioni e tecnologia ICT per la realizzazione di sistemi di collaborazione nello sviluppo e gestione di prodotti e servizi”; il secondo soggetto si colloca nella macrotematica di digitalizzazione, rilievo 3d e realtà virtuale e l’argomento viene affrontato dal gruppo con la Community “Integrazione reale/virtuale nel processo di sviluppo prodotto”. 
Il terzo soggetto è incluso nella macrotematica moda e design e il titolo della Community è stato declinato in “Cloud, modelli e architetture IT per lo sviluppo del mercato”. La cerimonia di premiazione si terrà a Bruxelles l’11 ottobre 2016, dove verranno consegnati la medaglia e il certificato Regiostar 2016 da parte del Commissario Europeo alle Politiche Regionali, Corina Cretu e del Presidente del Comitato Europeo Delle Regioni, Markku Markkula. Per scoprire l’elenco di tutti i finalisti visitare il sito http://ec.europa.eu/ regional_policy/en/regio-stars-awards/. Per maggiori informazioni è disponibile il sito www.openinnovation.regione.lombardia.it

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INDUSTRY

BIG EVENT Decidere nell’era del cambiamento esponenziale

L’11 novembre torna Industry Big Event - nella sua terza edizione, un’iniziativa pensata espressamente per mettere a confronto e in contatto i protagonisti dell’innovazione, le aziende e le persone. Il tema è quello del cambiamento come focus centrale e ineludibile che da stepwise è diventato continuo e a velocità crescente. Una discontinuità che impone di avere e gestire efficacemente metodi e strumenti per affrontare il mercato in modo sistematico ed efficace. Questo per supportare un processo d’innovazione che deve investire in modo integrato: Business Models, Management, Prodotti, Processi, Architetture applicative. Una sfida per le aziende che intendono continuare a competere con successo, che deve vedere l’integrazione tra Cultura, Visione e Tecnologie Abilitanti.

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ella storica sede del Politecnico di Milano, in Piazza Leonardo da Vinci, manager e aziende si confronteranno sulla necessità, nel mercato globale, di una continua innovazione e della capacità di gestire efficacemente il cambiamento continuo. Tutto questo indipendentemente dai settori e mercati specifici. In passato i cambiamenti erano scanditi da ere o generazioni di modelli organizzativi, architetture di sistemi informatici di supporto, modelli di business. L’esperienza acquisita e maturata nell’affrontare questi cambiamenti come eventi puntuali e localizzati era la base per pianificare e affrontare quelli successivi. Comunque queste fasi di cambiamento potevano essere considerate passi di transizione tra una situazione stabile e la successiva. Oggi la durata di una fase che possa considerarsi stabile è oramai inferiore, nelle aziende, al tempo di attuazione del cambiamento e tende inesorabilmente a diminuire, ed il fenomeno è del tutto generale. L’osservazione del cambiamento ci ha portato a comprendere che sempre più soluzioni, metodi, architetture ICT e tecnologie abilitanti evolvono non linearmente ma esponenzialmente o più che esponenzialmente, avvicinandoci al raggiungimento del punto di singolarità. Tutto ciò mostra chiaramente che il futuro non può essere affrontato efficacemente se ci si basa solo sulle esperienze passate.

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Roberto Siagri

PENTACONSULTING

President & CEO, Eurotech

Massimo Fucci

CEO, Pentaconsulting

Il mondo cambia. Cambiano le esigenze, le aspettative, le capacità di spesa. Di contro, le aziende che vogliono continuare a competere con successo, debbono cambiare, nell’ordine: cultura aziendale, processo di sviluppo, tecnologie e infrastrutture abilitanti… il tutto mantenendo l’operatività.

BECKHOFF AUTOMATION

IBE ha nel suo DNA una duplice natura… stressare l’importanza del cambiamento continuo ed il suo impatto nel quotidiano di oggi stesso. Una linea di tendenza in cui cultura, collaborazione e integrazione non sono più un di cui, ma rappresentano il fattore critico di successo sul quale si gioca la capacità di competere delle aziende. Un fatto non solo tecnologico, ma sempre di più di cultura aziendale e di management. Alcuni fatti recenti ne sono la prova provata. Un contesto in cui apprendere, condividere e pensare.

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L’Internet delle cose (IoT) è la manifestazione che la materia prima di questa nuova era è costituita dai dati, che sono la nuova fonte d’innovazione e possono dare un nuovo slancio di competitività e sostenibilità alle imprese. Per poter cogliere a pieno i vantaggi di questa trasformazione digitale, le organizzazioni avranno bisogno di raccogliere i dati provenienti dal mondo operativo (mondo OT) in cui i dati vengono generati e connetterli al mondo IT, ovvero ladove i dati verranno usati.

EUROTECH

Il perchè parteciapare a IBE, è scandito dai protagonisti...

La nostra strategia IoT, basata sui “building blocks”, riduce i rischi diventando uno strumento complementare che rafforza l’agilità e l’efficienza di un’organizzazione a diversi livelli. Questo consente ai clienti di concentrarsi sul loro business senza dover diventare esperti di hardware, software, comunicazioni o scalabilità dell’infrastruttura. Il tema dell’Industry 4.0 è per noi un fattore fondamentale per consentire alle aziende di evolvere in un mondo estremamente competitivo, motivo per cui abbiamo deciso di prendere parte all’Industry Big Event.

Duilio Perna

Sales Manager, Beckhoff Automation Siamo lieti di partecipare al Big Event anche quest’anno. Beckhoff crede di contribuire proficuamente alla discussione, portando il proprio pensiero e i fatti generati sull’innovazione in corso nel mondo del manufacturing. Il nostro obiettivo pertanto sarà quello di condividere la visione di Beckhoff sul tema dell’Industrie 4.0, le esperienze maturate e gli sviluppi perseguiti per indirizzare gli operatori del mondo dell’automazione verso la prospettiva reale della fabbrica intelligente. Vogliamo parlare al management

delle società presenti all’evento, per offrire i benefici derivanti dall’adozione della tecnologia di automazione basata su PC nel contesto della fabbrica intelligente. Saremo inoltre interessati ad ascoltare le tendenze che società di altri settori portano in questo dinamico contesto, in modo da verificare l’organicità e lo stato di avanzamento dell’innovazione tecnologica degli svariati comparti che concorrono alla globale progressione della quarta rivoluzione industriale in Italia.

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CEO, Mind-Mercatis

In un contesto in cui tutto cambia, dove il mondo dell’internet 2.0 si evolve con il modello della Fabbrica 4.0, è fondamentale avere dei momenti di riflessione e confronto sul mondo tecnologico che cambia intorno a noi. Ecco quindi che partecipare a IBE 2016 diventa l’occasione d’incontro e condivisione tra noi tutti che siamo coinvolti dal cambiamento organizzativo e tecnologico che ci pervade. Partecipare è quindi un momento di riflessione per tutti, ma sarà anche occasione per noi di condividere come sia oggi sempre più possibile orchestrare il cambiamento tecnologico e organizzativo garantendo la Governance delle decisioni e strategie aziendali.

CEFRIEL

Perchè chi oggi già vive il cambiamento sta già pensando ad un’ulteriore salto d’innovazione, ovvero al modello di Azienda 5.0. Ci vediamo ad IBE 2016.

Alfonso Fuggetta

AD e Direttore Scientifico di CEFRIEL – Politecnico di Milano Le innovazioni che stiamo vivendo non sono una moda del momento. Sono qui per restare e stanno già avendo un impatto che sta profondamente e radicalmente cambiando il posizionamento competitivo delle imprese. Tutto il settore del manifatturiero è coinvolto in questa rivoluzione e non può più attendere o tergiversare. È necessaria una azione decisa e intensa per mantenere alto (e anzi incrementare) il livello competitivo delle nostre imprese. Quest’incontro è un’occasione per discutere questi problemi nel concreto di esperienze aziendali e attingendo alle conoscenze e al know-how di centri di ricerca e innovazione che operano nel nostro territorio. Una occasione da non perdere per affrontare al meglio le sfide poste per il futuro delle nostre imprese.

Marco Maiocchi Docente di Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano La velocità con cui il mondo si continua a modificare è sorprendentemente elevata. Di più, non si tratta di velocità di cambiamento, ma di accelerazione. Oggi, chi governa un’impresa, deve avere la consapevolezza non di ciò che oggi si fa e che è possibile fare, ma deve presentire quello che succederà, ed essere pronto ad adeguarsi, o, meglio ancora, a precedere. E i cambiamenti non sono banalmente tecnologici: quelli comportano ripercussioni in tutti i settori della vita, che sono in grado di modificare comportamenti di individui e masse, di organizzazioni aziendali e di società intere. Dobbiamo aspettarci trasformazioni nella produzione, nella finanza, nei consumi, nei rapporti con le forze del lavoro, con le leggi di stati, che continuano a essere indipendenti e autonomi, a dispetto di una totale permeabilità a incontrollabili fenomeni economici e finanziari abilitati dalle reti. Cosa può aiutare a preparare il futuro? La consapevolezza del doverlo fare e la capacità di intraprendere un dibattito continuo su scenari e sul ruolo dell’impresa nella nostra società in continua trasformazione. Non bastano informazioni e conoscenze tecniche sulle future novità, ma è necessaria una preparazione culturale al cambiamento. Non corsi, ma riflessioni. Per questo ritengo importante, e diverso, partecipare a questo nuovo passo compiuto da Industry Big Event.

OPIFICIO DI DISEGNO INDUSTRIALE POTENZIALE

MIND MERCATIS Simone Avogadro


GMDE Carlo Caporizzi

CEO & Shareholder at GMDE

Se il vostro business è determinato dalla condivisione di ogni informazione sui vostri prodotti, ben sapete che questa va fatta nel minor tempo possibile e coerentemente fra tutti i canali di interazione con i consumatori. I clienti cercano informazioni sui prodotti ovunque, aderendo anche ai social network e scaricando applicazioni su dispositivi mobili.

in maniera continuativa, progettando nuovi flussi organizzativi e adottando strumenti per massimizzare il proprio bacino di clienti.A IBE trovate alcune risposte per gestire il cambiamento in atto, ma soprattutto per guidarlo anche attraverso le evoluzioni future in cui cloud e pay per use saranno due elementi caratterizzanti dei nuovi modelli di business epocale che le dovrebbe coinvolgere. Forse prima di correre a scegliere qualcosa o qualcuno, prima di decidere sarebbe sensato ed utile capire cosa e perché tutto sta cambiando e a velocità crescente.

I contenuti devono essere gestiti in modalità multimediale affinché possano essere distribuiti e fruibili su canali multimodali,

Questo è l’obiettivo del nostro incontro: Decidere nell’era del cambiamento esponenziale.

Umberto Cugini

Politecnico di Milano

Da qualche tempo siamo tutti bersagliati da articoli, interviste, convegni, dichiarazioni riguardanti: Industria 4.0, quarta rivoluzione industriale, Smart Manufacturing, IoT, Digital Factory, Digital Manufacturing etc. etc. Ovviamente i comunicatori di tutto questo sono consulenti, vendors, accademici, politici, intermediatori vari per accedere a potenziali finanziamenti, per partecipare a cluster, gruppi di approfondimento, cordate varie. La caratteristica comune della comunicazione, di questi eventi è la presentazione di metodi e strumenti per affrontare e risolvere l’incombente problema che, guarda caso, i proponenti hanno a disposizione e di cui sono esperti, e quindi l’urgenza di adeguarsi e di far partire progetti. Il target di tutto ciò sono le industrie grandi, piccole e medie che sembrano essere totalmente all’oscuro di questo cambiamento epocale che le dovrebbe coinvolgere. Forse, prima di correre a scegliere qualcosa o qualcuno, prima di decidere sarebbe sensato ed utile capire cosa e perché tutto sta cambiando e a velocità crescente. Questo è l’obiettivo del nostro incontro: Decidere nell’era del cambiamento esponenziale.

DELOITTE

POLITECNICO DI MILANO

In un ambito in cui tutto cambia velocemente, anche la capacità di comunicare delle aziende deve cambiare alla stessa velocità.

Francesco Iervolino

Partner, Strategy & Innovation di Deloitte

Il periodo di forte spinta innovativa che stiamo vivendo richiede un’attenta riflessione su come l’innovazione sta influenzando i diversi business oggi e come li influenzerà nei prossimi anni. L’Industry Big Event è un’importante occasione per assistere allo stimolante confronto tra esperti di innovazione, rappresentanti dell’ecosistema milanese, che illustreranno la loro visione strategica in merito agli effetti sociali ed economici dello sviluppo tecnologico in atto. Nell’ambito dell’innovazione, Deloitte ha da tempo assunto il ruolo di connettore tra start up tecnologiche e grandi aziende alla ricerca di soluzioni innovative per competere in un contesto in continua evoluzione. Con il programma Officine Innovazione, Deloitte si posiziona tra i primari player nell’ambito della gestione di questi cambiamenti il cui potenziale potrà sicuramente portare enormi vantaggi. D’altro canto occorrerà prestare la massima attenzione ad eventuali rischi connessi alla sostenibilità ambientale, industriale e alla cyber security.


Collaboration Architecture e Customers Business Outcomes Leader, Cisco Italia

CISCO SYSTEMS

Michele Dalmazzoni

Il cambiamento è diventato un imperativo per ogni azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni. Gestirlo al meglio implica una profonda revisione di metodologie e processi di business, oltre che l’adozione del digitale come leva di trasformazione e innovazione. Per affrontare il cambiamento è importante analizzarne tutte le sfaccettature, aprirsi alle esperienze di chi ha già “sperimentato” e comprendere la portata delle tecnologie che abilitano la trasformazione. L’agenda dell’evento è ricca, ben diversificata e costruita per affrontare tutti gli aspetti di cui un’azienda deve tenere conto: dall’analisi del contesto, alle esperienze concrete, sino ad arrivare alle tecnologie disponibili e alla loro implementazione per la realizzazione dell’impresa 4.0.

AGENDA IBE 2016 Benvenuto, Politecnico di Milano Agenda, considerazioni, suggerimenti (M. Fucci - Pentaconsulting) Il Contesto Modelli di business, attori e tecnologie abilitanti. (U. Cugini - Politecnico di Milano) Analisi sui Millennials (Deloitte )

SIEMENS INDUSTRY SOFTWARE

Enabling technologies Panel Panel (Siemens, Cisco, Beckhoff) Business Case Il caso Dainese (Cefriel) Vivere del cambiamento (Eurotech) Integrazione Cloud (Mind Mercatis) Sistemi di produzione e distribuzione multimediale (GMDE) Ricerca applicata La Fondazione a supporto dell’Innovazione: Polihub (Ing. Mainetti) Il futuro Le nuove opportunità (Opificio di Disegno Industriale Potenziale)

Gian Luca Sacco

EMEA Marketing Director, Siemens Industry Software IBE 2016, terza edizione dell’Industry Big Event, costituisce un momento di riflessione in cui pensare al cambiamento e alle risposte necessarie da fornire in termini di cultura aziendale e di infrastrutture abilitanti. Oggi le aziende debbono comprendere che la governance del processo di sviluppo dei prodotti è alla base di ogni successo. La risposta risiede negli ambienti integrati e collaborativi, in grado anche di simulare in tutte le fasi il comportamento reale dei prodotti. IBE si propone di fornire risposte a coloro che si interrogano su come strutturarsi per rimanere competitivi nel tempo.

Dibattito interattivo (M. Fucci) Business Lunch

REGISTRAZIONE Il numero di partecipanti è limitato da esigenze logistico-organizzative. La partecipazione all’evento - previa registrazione - è subordinata ad email di conferma da parte di EventImpresa. Per registrarsi online: http://eventimpresa.it/calendario-eventi


PILLOLE

Omron: presente a Electronica 2016 con innovativi progetti nel campo dei sensori

HMS: accesso sicuro e costante ai dati di campo tramite l’estensione ThingWorx per Netbiter Argos HMS Industrial Networks (www.anybus.it) ha aderito al partner program di ThingWorx Ready ed ora è in grado di rilasciare l’estensione per Netbiter, la soluzione per la gestione da remoto, che si collega alla piattaforma IoT di ThingWorx. L’estensione permette agli utenti di accedere ai dati che vengono registrati su Netbiter Argos o, in alternativa, vengono trasmessi dalle applicazioni di campo. “La nuova estensione ThingWorx per Netbiter – afferma Henrik Arleving, Responsabile Linea di Prodotto in HMS – garantirà l’accesso sicuro e costante ai dati di campo”. La soluzione supporta l’integrazione delle attuali applicazioni di Netbiter nella piattaforma ThingWorx, ma allo stesso tempo si rivolge principalmente agli OEM, ai costruttori di macchine e dispositivi, che necessitano di ricevere i dati dal campo per poter eseguire analisi, come la manutenzione predittiva. Per tali utenti di ThingWorx, i gateway Netbiter faranno da tramite per stabilire la connettività con le applicazioni di campo. Una volta scaricata dal marketplace di ThingWorx, gli utenti possono aprire l’estensione all’interno di ThingWorx e configurare la connessione dati con Netbiter Argos. I gateway Netbiter assicurano la disponibilità dei dati da qualsiasi tipo di dispositivo di campo, come i generatori di potenza o i sistemi di pompaggio, dopo aver effettuato una semplice procedura di mappatura dei dati su Netbiter Argos, utilizzando dei template standard. Gli utenti potranno beneficiare di tutte le funzionalità avanzate di ThingWorx, come gli algoritmi di apprendimento automatico e la realtà aumentata che diventano nuovi modi alternativi di lavorare, guadagnare e risparmiare denaro per gli OEM, il personale tecnico d’assistenza e gli utenti finali.

Un modulo di riconoscimento facciale ancora più veloce e potente e un precisissimo sensore elettronico per il rilevamento della polvere: sono queste due delle innovazioni che Omron Electronic Components Europe (www.components.omron.eu), azienda leader nei relè elettromeccanici per circuiti stampati e fornitore primario di componenti quali microinterruttori, relè MOSFET, DIP switch, fotomicrosensori e connettori, presenterà a Electronica 2016 dall’8 all’11 novembre. Nello spazio Omron (B1-575) sarà proposta anche una nuova famiglia di IC straordinariamente flessibili per il pilotaggio dei LED. Ma il pezzo forte dello stand di Omron a Electronica sarà una versione ancora più potente del modulo Human Vision Component, che consente di integrare facilmente in qualunque sistema embedded le funzionalità di riconoscimento facciale. Il modulo assicura maggiore affidabilità e tempi di reazione più brevi rispetto al modello preesistente. Tra le novità è compreso anche un sensore di polvere molto compatto capace di rilevare particelle che misurano solo un micron, in grado di gestire un flusso d’aria molto elevato - circa sei volte maggiore rispetto ai prodotti alternativi già sul mercato - assicurando una migliore reattività ai cambiamenti ambientali. A Monaco, Omron presenterà anche nuovi IC per il pilotaggio di LED che offrono un controllo dell’emissione luminosa straordinariamente preciso. Tra gli altri prodotti che saranno esposti allo stand, un sensore di luce a riflessione focalizzata Omron B5W in grado di rilevare gli oggetti in modo molto più affidabile rispetto ai normali fotosensori a riflessione, anche nel caso di superfici riflettenti, trasparenti, diffusive o nere, molto difficili da individuare.

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