Anno 4 - Maggio 2014 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita
S mpresa magazine
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• Speciale SPS
• ICT/CAD CAE e automazione, quale integrazione
• SportelloImpresa: a supporto I della ripresa
AUTOMAZIONE INDUSTRIALE
Conoscere e capire i concetti base per scegliere ed utilizzare meglio L’automazione industriale tocca oggi tutte le aziende, siano esse impegnate nella progettazione o produzione di macchine o impianti, nella gestione di impianti di pubblica utilità o nella commercializzazione di beni di E quindi qualsiasi tipo. E’ indispensabile possedere le basi necessarie per comprendere i temi fondamentali dell’automazione, per saper scegliere/utilizzare consapevolmente i prodotti o le soluzioni ottimali per le proprie esigenze. Formandoplus® ha messo a punto un percorso formativo composto da cinque giornate che seguono una sequenza logica di apprendimento. Le giornate possono essere seguite tutte o singolarmente, in base alle proprie necessità, perché sono concepite come moduli autonomi ed integrati.
GLI ARGOMENTI DEL CORSO Le basi dell'automazione industriale - Concetti tecnologie e componenti fondamentali I controllori industriali: PLC, PAC, PC - Caratteristiche e componenti Bus di campo e reti industriali - Come far dialogare efficacemente più apparecchiature Identificazione automatica - Componenti, applicazioni, vantaggi La supervisione degli impianti di produzione - L’automazione industriale al massimo livello
A richiesta possono essere individuati altri argomenti, da aggiungere al percorso base per ottenere un quadro formativo più completo.
Tutti i corsi di formazione possono essere preceduti dalla verifica dei bisogni formativi e seguiti da un percorso di verifica, supporto e Coaching.
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SOMMARIO
Anno 4 - Maggio 2014 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita
Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano Tel. 02 92958990 - fax 02 700595960
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EdiTToriale
REDAZIONE Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it
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Speciale SPS A Parma si torna a parlare di automazione
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Smart Factory, una realtà consolidata per Beckhoff
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Industry 4.0, la fabbrica è integrata e anche intelligente
Direttore Tecnico Valerio Alessandroni valerio@alessandroni.net Segreteria di redazione Arianna Bertotto arianna.bertotto@pentaconsulting.it Art Director e Grafica Ivan Roman ivanroman@ivanroman.it Stampa C&M print s.a.s. Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI) Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009
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The Innovative Family: know-how, innovazione, affidabilità, sicurezza
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HMS Industial Networks: connettere velocemente ed efficacemente
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Elettrovalvole e isole di valvole: innovazione e affidabilità al servizio del cliente
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Un’offerta completa di strumentazione per ogni settore industriale
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Advanced Technologies: ricerca e innovazione per la visione artificiale
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Automac: il punto d’incontro tra la meccatronica e il futuro
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Misumi: efficienza, qualità e risparmio per l’automazione industriale
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Image S: innovazione nel mondo della visione industriale
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SICK: colazione da Sick, informali ma informati
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FOCUS SportelloImpresa a supporto della ripresa
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Approfondimento tecnico Convertitori buck-boost per applicazioni micropower e internet of things (Linear)
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ICT CAD/CAE e automazione, quale integrazione?
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Box: Siemens PLM Software, tecnhomatix Jack
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Storie di successo Noesim
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Company to Watch Innovazione e rapidità come ricetta per il successo (Vipa)
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Speciale EventI BIG BANG: evolution or disruption
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TPA: condividere esperienze per vincere le sfide del futuro
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Esperti di innovazione, qualità e sostenibilità (SMC)
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BI-MU: la vetrina per l’intero settore dell’industria manifatturiera
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ELETTRONICA Le nuove frontiere della tecnologia elettromeccanica
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AUTOMAZIONE Applicazioni della visione artificiale in campo industriale
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la mela mor sicata conquista le aziende e le applica zioni per gli uffi ci tecnici Edi
oriale
Le applicazioni stanno migrando dai PC, verso tablet e Smartphones, un’opportunità che per Apple inizia a essere presa in considerazione.
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nizialmente i dispositivi Apple non hanno avuto un gran successo nelle aziende, poiché molte business applications venivano sviluppate solo per Windows, quindi non compatibili con Mac. L’espansione del Web-based software ha aiutato a superare questi limiti. L’aumento ed il perfezionamento delle apps, inoltre, ha favorito Apple. Secondo l’istituto di ricerca Forrester Research (www.forrester.com), Apple ha guadagnato l’8% del mercato globale sulla vendita di PC e tablet e prevede che la percentuale di vendita salirà fino all’11% nel 2015. Alle motivazioni note: funzionalità, semplicità d’uso, prestazioni e design, si è aggiunto il fatto che le grandi aziende – finalmente – hanno tolto la loro barriera all’ingresso di Apple. Soluzioni considerate un prodotto buono per grafici, freelance, agenzie di marketing, ma non per il loro lavoro quotidiano. Diversi gli esempi in cui la mela morsicata ha conquistato le aziende. Da qualche anno Cisco Systems Inc. ha lasciato i propri collaboratori liberi di comprare il proprio telefono o tablet, accollandosi i costi del servizio wireless. IPhone e iPad rappresentano circa i tre quarti dei più di 70.000 cellulari mantenuti dal dipartimento tecnico ed un quarto dei PC - circa 35.000 - sono MacBook Apple. Cisco ha aperto anche un app store per i propri dipendenti comprendente circa 60 programmi che permettono di inviare messaggi in maniera istantanea e fare conferenze Web tramite iPhone o tablet. LG&E e KU Energy LLC, il più grande operatore elettrico del Kentucky, ha introdotto l’utilizzo di iPad con un’applicazione che – grazie al global-position System dell’iPad - aiuta l’attività di perlustrazione del servizio tecnico in elicottero. Gli operatori possono localizzare eventuali problemi sul territorio e selezionare da un menu preimpostato la tipologia di guasto (esempio: un palo danneggiato) ed attivare direttamente la squadra di intervento. Salesforce.com Inc. – leader nel mercato CRM - ha dichiarato che la maggior parte delle applicazioni scaricate sono quelle compatibili con i dispositivi Apple. SAP ha distribuito circa 27.000 Iphone e 25.000 Ipad ai suoi dipendenti sparsi in tutto il mondo, eccetera. Tutti i grandi produttori di software CAD e PDM hanno una loro app su iPad o ne consentono l’uso come client sicuro e intelligente. Apple, sfruttando l’onda emozionale, ha facilitato i collegamenti tra iPhone e iPad ed i sistemi informatici aziendali nel rispetto dei migliori criteri di sicurezza. Un aspetto, quest’ultimo, ben presente all’interno del nuovo sistema operativo Mac - Mavericks – che oltretutto include un sistema di criptaggio potenziato per rispondere alle esigenze di riservatezza che dati richiesti dalle aziende. Aspettiamo le mele morsicate anche nell’ambito dell’automazione industriale. Massimo Fucci
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Speciale SPS Di Elisa Maranzana
A Parma
si torna a parlare di automazione Al via la quarta edizione di SPS IPC Drives Italia, importante punto di riferimento per il settore dell’automazione industriale. In programma dal 20 al 22 maggio a Parma, la fiera si conferma come agorà di confronto e di informazione, diventando palcoscenico di prodotti e soluzioni in ambito di automazione.
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on una formula rinnovata, un padiglione in più e il numero degli espositori in costante crescita, torna presso il quartiere fieristico di Parma la quarta edizione di SPS IPC Drives Italia (www.spsitalia.it), importante manifestazione che negli anni è stata assunta – de facto – a punto di riferimento per il settore dell’automazione industriale. Merito del successo riscosso va in parte attribuito alla fiera madre tedesca, come ci fa notare Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia (www.messefrankfurt.it), ente organizzatore dell’evento. “I nostri espositori – ci spiega infatti – hanno apprezzato fin da subito il concept già ampiamente collaudato a Norimberga e riadattato al mercato italiano, che sostanzialmente si basa su una chiara focalizzazione verticale sul tema dell’automazione. Oltre a questo, abbiamo un livello di visitatori che è assolutamente trasversale per quanto riguarda tutti i
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target di riferimento”. Parte del merito, però, va anche attribuita a una riscoperta del settore manifatturiero nel nostro paese, che viene visto come il comparto trainante dell’esportazione e quindi del commercio mondiale, che, a sua volta, è il motore della crescita. Questa focalizzazione sull’industria manifatturiera non può che essere un driver positivo anche per il comparto dell’automazione e il fatto che SPS Italia abbia raggiunto un così grande successo in pochi anni di vita ne è la prova. Un dato più che positivo, quindi, che sembra dare ragione a Messe Frankfurt che già da tempo aveva individuato nel mercato italiano dell’automazione industriale un grosso potenziale. “Da qualche anno – ci racconta ancora Wich – stiamo portando avanti una serie di attività di promozione collaterali alla fiera come convegni, seminari, collaborazioni con istituti di ricerca e università e così via, anche con l’obiettivo di portare alla luce quelli che sono i temi principali che stanno alla base del comparto dell’automazione industriale (risparmio energeti-
co, efficienza, eccetera). Stiamo quindi di fatto costruendo un sistema che va oltre l’ambito fieristico proprio per coinvolgere e promuovere il settore”. In calendario dal 20 al 22 maggio, SPS IPC Drives Italia compie quindi il quarto anno di vita, portandosi dietro un curriculum costellato di numeri di successo. Solo la passata edizione, infatti, aveva visto la partecipazione di oltre 18mila visitatori e 518 espositori, evidente segnale del valore che questa fiera si porta appresso. Ma i risultati raggiunti da SPS non devono essere valutati solo in termini quantitativi, ma anche (e soprattutto) in termini qualitativi. “Fin dalla prima edizione della manifestazione – continua infatti Wich – abbiamo coinvolto i principali player del settore che oggi continuano a fornirci un supporto consulenziale e di partnership. Ogni nuovo progetto o idea di sviluppo vengono infatti discussi e portati avanti in collaborazione con il nostro consiglio di consulenza costituito, appunto, dalle aziende leader del settore, proprio con l’obiettivo di creare un sistema che faccia sì che la fiera rispecchi le esigenze del mercato”. E con presupposti di questo genere, le premesse per una buona riuscita dell’evento ci sono tutte. Tanto che gli organizzatori hanno deciso addirittura di rinnovare il layout della manifestazione aggiungendo un secondo padiglione. “Per migliorare l’opportunità di visita in fiera – ci spiega Francesca Selva, vice president marketing and events di Messe Frankfurt Italia – i due padiglioni sono collegati da un’area di ‘open bar lounge’ in modo da agevolare il passaggio da uno spazio all’altro. Rispetto alle passate edizioni, inoltre, ci saranno più aree riposo e zone ristoro”.
Un’edizione ricca di appuntamenti SPS IPC Drives Italia è una fiera di soluzioni e non solo di prodotti, e questo grazie anche alla presenza di tutti i principali fornitori di componenti e sistemi per l’automazione. Agorà di confronto e di informazione, la manifestazione offre ai visitatori aree espositive dedicate alle Università, ai centri di ricerca, alle start-up e agli integratori di sistemi, tutti ambiti interessanti sia per i costruttori di macchine, sia per gli utilizzatori finali. L’area ‘System Integrator on Demand’, in particolare, nasce con l’obiettivo di mettere a disposizione dei visitatori nuove idee applicative e risposte reali alle esigenze produttive dei principali settori industriali, dal packaging all’automotive, dalla ceramica alla lavorazione del metallo, dall’alimentare al legno. ‘Automazione 4.0: Innovazione e competitività per l’industria italiana’ è il titolo dell’evento che caratterizzerà la prima giornata di fiera, offrendo la possibilità di analizzare più nel dettaglio l’andamento del mercato italiano dell’automazione e nello specifico del manufacturing, grazie alla presenza di tutti i maggiori attori di questo comparto. Proprio con l’edizione di quest’anno partirà infine anche l’operazione ‘Doppio Fil Rouge’, che vedrà la partecipazione di end user dei settori food e pharma & beauty che avranno l’occasione di confrontarsi con gli operatori dell’automazione industriale in occasione di due tavole rotonde in programma rispettivamente per il 21 e per il 22 maggio. L’evento in ambito food sarà organizzato in collaborazione con Cibus Tec-Food Pack e vedrà tornare i rappresentanti delle aziende della passata edizione; quello invece dedicato al pharma & beauty potrà contare sulla partecipazione di realtà di primo piano del settore, come l’Erbolario e Novartis. Non ci resta che darci appuntamento in fiera, dove anche NewSImpresa sarà presente con il proprio stand al Pad.3 Stand A033.
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Speciale SPS
Smart factory, una realtà consolidata per Beckhoff Le sfide che il mondo produttivo si trova a fronteggiare al giorno d’oggi sono sempre più complesse, per cui è necessario rispondere alle richieste di personalizzazione e miglioramento in ambito di efficienza e affidabilità che il mercato oggi impone. Questa è la strategia adottata da Beckhoff nel definire e sviluppare le tecnologie ed i prodotti a catalogo rivolti a soluzioni di controllo e automazione.
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ome fare per rendere la fabbrica e i relativi processi non solo integrati, ma pienamente intelligenti secondo la visione tipica del concetto Industry 4.0? E’ questa la domanda che OEM ed end-user spesso si pongono ed è su questa risposta che Beckhoff (www.beckhoff.it), azienda tedesca che realizza sistemi aperti per automazione con tecnologia di controllo basata su PC, concentra i suoi sforzi. Beckhoff intende infatti dimostrare come tutte le tecnologie di base, le funzioni e i servizi per l’Industry 4.0 siano già oggi realtà, ponendo l’accento su come i confini tra i livelli di campo e quelli gestionali, tra l’automazione di fabbrica e le infrastrutture IT si
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stiano facendo sempre più sfumati in un unicum senza soluzione di continuità, mediante l’utilizzo sempre più integrato e flessibile di hardware e protocolli di comunicazione standard. L’automazione “intelligente” è la sola e unica risposta per far fronte a queste richieste e, grazie ai nuovi sistemi, alle soluzioni proposte dall’azienda, la fabbrica del futuro sarà ancora più flessibile e integrata di quanto già non lo sia. “Le novità che presenteremo sono tutte all’insegna del concetto della smart factory – spiega Paolo Costi, Area Sales Manager di Beckhoff – in questo contesto, un posto di indubbio rilievo è rappresentato dai nuovi Panel PC CP32xx, concepiti per utilizzi in applicazioni particolarmente gravose, perciò dotati di caratteristiche di robustezza ed elevata protezione, ma allo stesso tempo sempre più performanti come capacità di calcolo,
Beckhoff Automation grafica e comunicazione grazie soprattutto all’utilizzo delle nuove CPU multi-core di ultima generazione Intel Core i3, i5 e i7.” Novità importanti riguardano anche la piattaforma software TwinCAT3, l’ambiente di sviluppo che si propone come soluzione universale per lo sviluppo di sistemi di Paolo Costi controllo PC-based, è ora ampliato con nuovi moduli e funzionalità che consentono di svolgere attività di ingegneria e sviluppare applicazioni in modo ancora più efficace e smart. TwinCAT 3 è pienamente integrato con Visual Studio, con tutti gli evidenti benefici derivanti dalla libertà di scelta del linguaggio di programmazione e dalla possibilità di operare in un ambiente di sviluppo modulare. Non solo, nella piattaforma di TwinCAT 3 ha fatto il suo ingresso il nuovo modulo PLC HMI Web, grazie al quale è possibile sviluppare applicazioni di visualizzazione web-based. “Anche la parte azionamenti vede l’introduzione di alcune novità – continua Paolo Costi - come ad esempio i nuovi servomotori AM811x e AM801x, dotati di encoder assoluto con risoluzione 15 bit e tecnologia One Cable per l’impiego in spazi limitati. In grado di gestire potenze da 50 a 250 W, sono disponibili in tre diverse misure e dispongono di funzione di frenatura a magneti
permanenti senza gioco.” Se utilizzati con i terminali EtherCAT della serie EL72xx, altra novità che presenteremo, i nuovi servomotori si configurano quale soluzione universale estremamente competitiva dal punto di vista sia dei costi sia delle prestazioni. In particolare, il terminale EL7211 è stato progettato per favorire la realizzazione di piccoli sistemi di azionamento ad elevate prestazioni fino a 4 A - 50 Vcc. In sintesi, le tecnologie e i sistemi di controllo messi a punto da Beckhoff rappresentano un “toolbox” ideale - peraltro in costante sviluppo - che consente di implementare soluzioni secondo i concetti fondamentali definiti da Industry 4.0: completa interconnessione tra i vari livelli, comunicazione standard e affidabile, apertura verso il mondo web, intelligenza di processo, efficienza ed ergonomia. Uno dei presupposti basilari per la realizzazione della “fabbrica intelligente” è il raggiungimento della perfetta integrazione orizzontale e verticale; è l’integrazione tra i vari dispositivi installati sul campo (orizzontale) e tra i dispositivi del campo con le infrastrutture IT di livello superiore (verticale). La ricerca e sviluppo di Beckhoff si sta muovendo proprio in questa direzione e tutti i nuovi prodotti presenti a SPS IPC Drives Italia 2014 rispondono a questa necessità. Come insegna la storia di Beckhoff, da sempre precursore di tecnologia, prodotti e soluzioni che definiscono nuove vie nel campo dell’automazione e controllo; le nuove soluzioni introdotte costituiscono una pietra miliare nella tabella di marcia che porta alla vera fabbrica intelligente.
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Speciale SPS
INDUSTRY 4.0, la fabbrica è integrata e anche intelligente Per Beckhoff il PC-based control è la base della smart factory, l’architettura attraverso cui i mondi dell’IT e dell’automazione convergono per rendere la fabbrica del futuro sempre più flessibile e intelligente.
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omunicazione totale e intelligenza. Secondo la strategia di Beckhoff (www.beckhoff.it), sono questi in sintesi i punti fondamentali di Industry 4.0, il progetto teso a rendere la fabbrica del futuro sempre più smart, ovvero in grado di produrre in maniera più flessibile, efficiente e sostenibile. Componente fondamentale di questo approccio è la tecnologia di controllo che, attraverso la crescente convergen-
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za tra i mondi dell’Information Technology e dell’automazione, ha già consentito di raggiungere importanti sviluppi in termini di integrazione sia orizzontale sia verticale. E’ facile comprendere come la smart factory, nell’ottica del concetto Industry 4.0, non possa prescindere dall’utilizzo di hardware e protocolli di comunicazione standard, che consentano di ottenere le migliori performance in termini di integrazione e operatività. In questo senso, il PC-based control è dunque una delle tecnologie, se non addirittura, “la” tecnologia cardine intorno alla quale è possibile implementare la fabbrica intelligen-
Beckhoff Automation
te. Grazie alla sua offerta basata su piattaforma PC standard, l’utilizzo di protocolli di comunicazione come ADS (Automation Device Specification) ed EtherCAT, e i servizi offerti dalle specifiche OPC UA (OPC Unified Architecture), Beckhoff è in grado di offrire tutto quanto serve per implementare soluzioni di controllo capaci di rispondere operativamente non solo alle specifiche esigenze dei vari settori applicativi, ma anche di integrarsi in maniera totale nell’architettura di fabbrica: orizzontalmente con gli altri sistemi di controllo in campo (anche già esistenti), verticalmente verso i livelli superiori di pianificazione e controllo della produzione (MES, ERP, architetture distribuite ecc.). Intelligenza di processo significa innanzitutto affidabilità di comunicazione, dal sensore alle architetture cloud, così come la possibilità di interfacciare gli impianti con moduli m2m capaci di sfruttare al meglio la tecnologia IoT, Internet of Things. In un simile scenario, le varie componenti di un processo, ad esempio un sistema pick-and-place basato su tecnologia Beckhoff XTS (eXtended Transport System), ma anche gli stessi sistemi di controllo, divengono utenti internet e comunicano tra loro in maniera aperta -ma sicura- utilizzando servizi cloud via Internet. Nell’architettura di sistema della fabbrica intelligente la “nuvola”, dunque, è laddove si trovano le informazioni sullo stato del processo, i consumi energetici o, come precedentemente accennato, lo stato di una stazione pick-and-place XTS; insomma, è il luogo dove tutti questi dati vengono immagazzinati, analizzati e poi resi disponibili all’operatore attraverso strumenti di interfacciamento uomo macchina sempre più evoluti. L’operatore può contare su strumenti web based, addirittura con la possibilità di utilizzare la nuovissima tecnologia offerta dai Google Glass, per interagire con l’impianto, ma anche, grazie al fatto di poter sempre contare sui classici strumenti di acquisizione dati, storicizzazione e condition monitoring, di intervenire con operazioni di manutenzione remota e telediagnostica avanzata. La disponibilità di moduli e strumenti per il monitoraggio e la gestione dell’energia consente soluzioni produttive più sostenibili
e –perché no? – anche più smart, grazie al supporto dell’RFID quale tecnologia abilitante per soluzioni di identificazione e tracking intelligente, anch’esse in grado di comunicare direttamente con i relativi controllori attraverso interfacce m2m che “parlano” in IoT attraverso interfaccia OPC UA. In questo modo un sistema di movimentazione o una stazione di pick-and-place basata su tecnologia XTS diviene un tassello pienamente integrato della fabbrica intelligente, in grado di rispondere in maniera flessibile ed efficace a qualsiasi tipo di variazione possa provenire dai livelli di pianificazione e controllo, fin’anche per gestire lotti di produzione composti addirittura da una singola unità ciascuno. Impossibile? Ricordiamo che XTS (eXtended Transport System) è un sistema di azionamento meccatronico modularmente componibile, il cui sviluppo è stato concepito proprio sulla base del concetto di smart factory che fa del PC-based control e della comunicazione standard (EtherCAT) le tecnologie abilitanti. La grande caratteristica di XTS è la possibilità di pilotare “n” carrelli indipendentemente l’uno dall’altro, ciascuno con proprie rampe di accelerazione/decelerazione e velocità indipendenti fino a 4 m/s. Ciò consente quindi a XTS di svolgere contemporaneamente compiti diversificati e, quindi, di gestire anche, come detto precedentemente, lotti unitari. Un tassello fondamentale dei sistemi Beckhoff-based è rappresentato inoltre da TwinCAT3, la piattaforma software messa a punto per soddisfare le necessità di engineering e sviluppo che, anch’essa, sfrutta le potenzialità dell’architettura PC standard in abbinata alle funzionalità di apertura e comunicazione offerte dal mondo IT. Oltre al nuovo TwinCAT Kinematic Transformation, un set di funzionalità attraverso il quale è possibile sviluppare e simulare applicazioni robot-based, ora TwinCAT si è ulteriormente ampliato con il sistema di visualizzazione TwniCAT PLC HMI Web, dotato di nuove feature che consentono a sviluppatori da un lato e utenti dall’altro di sfruttare le caratteristiche dell’approccio web-based per essere più efficienti, veloci e flessibili.
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Speciale SPS Wenglor Sensoric
The Innovative Family: know-how, innovazione, affidabilità, sicurezza Un nuovo logo, un nuovo motto: “Innovative family”, per continuare ad essere innovativi. Questa è la vision che spinge Wenglor Sensoric, che in occasione di SPS 2014 mette in campo nuovi prodotti frutto delle sinergie delle tre entità che costituiscono il nuovo know-how aziendale.
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el mercato dell’automazione troviamo un protagonista che da 30 anni sviluppa, produce, e distribuisce prodotti estremamente innovativi per la rilevazione senza contatto di oggetti: Wenglor Sensoric (www.wenglor.com). L’azienda, grazie ad un nutrito portafoglio di offerta, è diventata una tra i più importanti fornitori internazionali di sistemi e sensori industriali, tanto da estendere il proprio mercato in più di 45 paesi in tutto il mondo. “La celebrazione di 30 anni di storia ci aiuterà a capire la nostra identità, per renderci consapevoli di ciò che significa essere un’azienda innovativa e guardare con orgoglio quello che abbiamo realizzato – spiega Elio Bolsi, General Manager di Wenglor Sensoric - abbiamo più di 730 dipendenti in 23 paesi in tutto il mondo, quattro siti di produzione e quattro centri R&D. Il nostro know-how viene da tre diverse imprese: Wenglor Sensoric GmbH, Wenglor FluidGmbH e MEL Mikroelektronik GmbH. Questa configurazione ci permetterà di sviluppare prodotti non solo nel campo dei sensori ottici, ma anche nei settori dei sistemi di visione e dell’Industrial Comunication.” Molte le novità che Wenglor Sensoric presenta in occasione della fiera parmense, tra cui la nuova Smart Camera WEQUBE; un prodotto innovativo che, grazie a una piattaforma potente e multifunzionale, combina numerose funzioni. Il concetto di software modulare e intelligente offre la massima flessibilità sia per le attività di elaborazione delle immagini, sia per la lettura di codici a barre 1D/2D. Perfetta usabilità, eccellente qualità dell’immagine, tecnologia multicore e multicomunicazione flessibile sono i punti di forza che differenziano la Smart Camera WEQUBE; grazie a soluzioni uniche come la MICRO SD card e il teach+, il prodotto risulta efficiente sia per gli OEM che per gli EndUser, in termini di assistenza e messa in funzione con tempi ridotti di Start up o di fermo macchina. Soluzioni come laser 2D/3D, laser con lettura ad alte frequenze di scansione e precisione, garantiscono applicazioni quasi impensate fino ad oggi e la gamma completa di lettori di bar code fissi o portatili
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You need. weQube.
weQube è la risposta perfetta alle vostre esigenze industriali: la nuova Smart Camera di wenglor combina innumerevoli funzionalitĂ in una sola piattaforma efficiente. Grazie al concetto di software modulare, weQube si adatta sempre ad ogni nuova situazione. Basta scegliere il pacchetto software desiderato e potete utilizzare weQube per l‘elaborazione delle immagini, la scansione, o entrambe. Provate voi stessi e vi convincerete di come weQube faciliti i vostri processi.
Maggiori informazioni sul sito web www.wenglor.com/weQube
weQube.
The smart came camera.
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Speciale SPS Wenglor Sensoric Wenglor non dimentica l’importanza di rinnovare il proprio portfolio di offerta nel campo dei sistemi di sicurezza; il completamento della gamma relativa alla sicurezza comprende soluzioni innovative come le barriere senza zona cieca, finalizzate a rendere la macchina o l’impianto totalmente sicuro, senza ingombri ulteriori da proteggere come con le classiche barriere. Per garantire ai clienti una soluzione completa a 360° nella protezione e sicurezza, Wenglor fornisce anche interruttori di arresto per emergenza, relè di sicurezza, interruttori di sicurezza RFID, meccanismi di ritenuta di sicurezza e, per finire, interruttori di consenso JOG. “Nell’industria moderna – afferma Elio Bolsi - le misurazioni di portata sono essenziali nel controllo dei processi. Per questo Wenglor Fluid fornisce soluzioni per i sensori di flusso con molteplici vantaggi: il display a bordo su tutti i sensori, sia in versione Inox IP69K che standard, un interfacciamento uomo/macchina immediato e con tempi di risposta e precisione di analisi del processo quasi immediato per migliorare le performance dell’impianto, custodie in acciaio inox IP69K con display a bordo, regolazione con Teach in, uscite analogiche 0-10V o 4-20m, uscite digitali e componenti accessori.” Elio Bolsi
1D/2D porteranno Wenglor ad essere un player di primo livello per soluzioni nell’ambito dell’automazione industriale. Inoltre, la proposta aziendale si è ampliata con prodotti specializzati nel riconoscimento di oggetti bidimensionali e tridimensionali: i prodotti MEL Mikroelektronik GmbH, azienda conosciuta come fornitore di successo di prodotti high-tech soprattutto per la notevole esperienza nel campo dell’elettronica di misurazione.
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Nel settore Industrial Communication l’azienda è considerata il primo costruttore mondiale di sensori ottici con a bordo sia il protocollo Profinet, sia Ethercat; una tecnologia, quest’ultima, che porta alla massima efficienza macchine ed impianti, sia in termini di velocità che di diagnostica. Con il rafforzamento della propria offerta Wenglor intende fornire ai propri clienti soluzioni innovative e di qualità, in cui si concentra tutto il know how aziendale con un occhio particolare a sicurezza e prestazioni.
Speciale SPS HMS Industrial Networks
HMS Industrial Networks: connettere velocemente ed efficacemente Collegare i dispositivi a qualsiasi rete, ridurre il time-to-market e ottimizzare i costi di sviluppo: questi gli obiettivi di HMS, fornitore leader di tecnologia per la connettività in rete di dispositivi industriali e per il controllo da remoto, che, in occasione di SPS 2014, presenta una nuova suite di soluzioni dedicate all’interconnettività.
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olte sono le problematiche che i vari produttori di sistemi e dispositivi d’automazione affrontano quotidianamente per poter mettere a disposizione prodotti sempre più performanti e multi connettivi, HMS Industrial Networks (www.anybus.it) offre - tramite le sue linee di prodotto Anybus, IXXAT e Netbiter - una risposta a queste esigenze sviluppando e producendo soluzioni in grado di collegare i sistemi e i dispositivi d’automazione con le principali reti industriali.
Tra le novità, HMS Industrial Networks introduce il nuovo Netbiter EasyConnect EC350, il primo gateway della nuova generazione di dispositivi EasyConnect facenti parte della famiglia dei prodotti Netbiter che facilita la gestione e il controllo remoto dei dispositivi industriali. EC350 può essere collegato ai dispositivi industriali grazie ai protocolli di comunicazione Modbus (rete seriale o Ethernet), SNMP, EtherNet/IP o I/O, ed è in grado di inviare i dati al server centrale Netbiter Argos, basato su cloud, via Ethernet o via rete dati cellulare. “Mentre le versioni precedenti dei Netbiter EasyConnect potevano comunicare via GSM/GPRS – spiega Paolo Sartori, Direttore della filiale italiana e Direttore Commerciale & Marketing di HMS
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Un’unica soluzione per tutte le reti!
Connettetevi a tutte le reti industriali con Anybus! Con l’integrazione di Anybus chip, brick o module nei vostri dispositivi, sarete in grado di connettervi alle principali reti industriali, presenti sul mercato internazionale. Le soluzioni Anybus si faranno carico degli aggiornamenti delle reti, dei software e delle certificazioni.
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HMS Industrial Networks srl V.le Colleoni, 15 (Palazzo Orione, 2) 20864 Agrate Brianza (MB) Tel.: +39 039 5966227 - Fax: +39 039 5966231 - Email: it-sales@hms-networks.com www.anybus.it - www.ixxat.com - www.netbiter.com
Speciale SPS HMS Industrial Networks
di connettività di rete su un chip da integrare nel proprio progetto di PCB, ideale per piccoli dispositivi con volumi elevati. HMS presenta, inoltre, le nuove soluzioni a marchio IXXAT, società del gruppo HMS. “IXXAT Econ 100 è un moderno Controller Master embedded con comunicazione per reti EtherCAT, Industrial Networks - il nuovo Netbiter EC350 è in grado di comuCANopen e Powerlink – chiarisce Paolo Sartori - Econ 100 è nicare anche in 3G, quindi fornisce maggiori prestazioni rispetto una piattaforma universale basata su un potentissimo SoC con al GPRS e nel contempo è aumentato il campo di copertura. 2 x ARM Cortex A9 + FPGA con sistema operativo Linux, che Inoltre, Netbiter EC350 supporta la pratica funzionalità di Remonella versione standard è già dotata di quattro porte Ethernet, te Access che permette di stabilire una connessione sicura da due porte CAN e due porte USB. Sia che venga utilizzata senza remoto con il proprio dispositivo e di configurarlo e gestirlo da modifiche, sia che venga adattata alle specifiche esigenze del qualsiasi luogo.” cliente, si tratta della scelta ottimale per numerose applicazioni Le novità di HMS Industrial Networks proseguono con la in campo industriale, in termini di prestazioni, flessibilità e rinnovata gamma dei moduli embedded Anybus costo.” Con l’offerta IXXAT Safe, HMS mette invece a CompactCom serie 40, soluzioni complete adatte disposizione un ampio portafoglio di soluzioni per per la connettività in rete dei drive (azionamencomunicazioni di sicurezza, tramite stack di prototi motori). Il prodotto Anybus CompactCom è collo e moduli di I/O safety, da integrare al proprio composto da soluzioni pronte all’uso in termini di dispositivo. Elemento importante dell’offerta IXXAT interfacce di comunicazione per i fieldbus e le reti Safe è il nuovo modulo IXXAT Safe T100, una soluEthernet industriali, che permettono di scegliere zione completa per la semplice e veloce integrail formato e le prestazioni. Anybus CompactCom zione degli I/O di sicurezza che utilizza un protocollo rende i dispositivi d’automazione ‘neutrali’ o reti indi comunicazione sicuro. Paolo Sartori dipendenti, quindi permette di utilizzare le soluzioni dei Oggi, molti dei principali produttori di dispositivi d’auclienti in nuovi mercati o settori, senza apportare modifiche tomazione a livello mondiale sfruttano le soluzioni Anybus ai propri dispositivi. Ne consegue che il time to market di realize IXXAT per la connettività di rete. In HMS lavorano alcuni tra zazione di nuove reti è estremamente ridotto, per cui i risparmi i maggiori esperti al mondo in reti industriali, che si assicurano sono notevoli. sempre soluzioni di connettività aggiornati secondo gli standard ‘Nella gamma’ aggiunge Sartori - è possibile scegliere il livello e certificazioni di rete più recenti. di prestazioni: serie 30 o 40. La serie 30 CompactCom, basata sul processore di rete Anybus NP30, è perfetta se si necessita di una soluzione di connettività per applicazioni generiche (come pompe, elevatori, nastri trasportatori, ecc.). La serie 40 CompactCom, basata sul processore di rete Anybus NP40, è la scelta giusta se l’obiettivo è produrre dispositivi d’automazione ad alte prestazioni e per applicazioni real-time. In generale, i processori di rete Anybus NP30 e NP40 costituiscono il nucleo fondamentale delle soluzioni di connettività Anybus; essi funzionano da complemento per il microprocessore liberandolo dai compiti di comunicazione.” La proposta di HMS comprende anche diversi livelli di integrazione, adattabili alle singole esigenze: MODULE, un modulo di comunicazione completo e intercambiabile; BRICK, la stessa funzionalità multi-rete del modulo, ma ideale per chi dispone di uno spazio limitato o se vi è la necessità di aggiungere connettori di rete sul dispositivo; ed infine CHIP, una soluzione completa
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Speciale SPS C
Elettrovalvole e isole di valvole: innovazione e affidabilità al servizio del cliente
Il mercato delle elettrovalvole e delle isole di valvole è in continua evoluzione. Protagonista indiscussa è una realtà italiana: Camozzi. Un’azienda che continua a rinnovarsi e innovare la propria offerta grazie ad una particolare attenzione alle esigenze di mercato ed all’affidabilità nel tempo dei propri prodotti.
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Camozzi
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’offerta 2014 di Camozzi (www.camozzi.com) è il risultato di strategie mirate alla creazione di una forte sinergia tra i diversi know-how aziendali e le complesse richieste del mercato. Attraverso la specializzazione dei Product Manager e la competenza settoriale dei Business Development Manager, Camozzi ha sviluppato una serie di prodotti e soluzioni che rispondono alle esigenze dei clienti in termini di qualità e prestazioni. Il portfolio di prodotti Camozzi include un’ampia gamma di prodotti personalizzati, in grado di soddisfare le esigenze espresse dal mercato. L’offerta dell’azienda vede la presenza di prodotti che operano con la tecnologia Profibus: le isole di valvole Serie Y, che rappresentano una soluzione estremamente flessibile e versatile, le isole di valvole Serie H, compatte e affidabili, e il nodo Seriale CX2, integrabile con diverse isole di valvole. “Studiare e realizzare soluzioni che portino valore aggiunto ai clienti è la nostra missione – spiega Juri Migliorati, Product Manager Elettronica di Camozzi - attraverso la competenza dei nostri tecnici e l’esperienza di tutti i nostri collaboratori sviluppiamo ogni anno prodotti e soluzioni che rispondono alle esigenze dei clienti in termini di qualità e prestazioni.” L’isola di valvole Serie H - disponibile nelle versioni Multipolare, Seriale o Individuale - può essere impiegata in svariate applicazioni grazie all’elevato numero di possibili configurazioni. L’elettronica le consente di interfacciarsi con i protocolli Profibus-Dp; CANOpen e DeviceNet e di gestire fino ad un massimo di 64 uscite (bobine e segnali elettrici) e 64 ingressi. Il corpo dell’isola di valvole Serie Y, invece, è in grado di svolgere sia la funzione di sottobase, sia quella di elemento contenitore per le valvole; questo consente di ridurre il numero di componenti e i punti di collegamento, pneumatici e elettrici, con evidente risparmio sai in termini di componenti, sia di gestibilità sistematica ed applicativa.
Juri Migliorati
Le isole di valvole Serie F, concepite per garantire affidabilità e alte prestazioni, combinano tecnologia e semplicità d’installazione e di manutenzione. Le boccole di connessione del tubo sono intercambiabili e conferiscono una maggiore flessibilità. Le valvole sono costruite in tecnopolimero allo scopo di ridurre al minimo il peso. E’ possibile realizzare isole fino ad un massimo di 24 bobine su 24 posizioni valvola. Camozzi dedica particolare attenzione anche alle elettrovalvole miniaturizzate. La microelettrovalvola a comando diretto Serie K8 ne è un esempio. Utilizzata per il controllo e il comando di attuatori o dispositivi di piccole dimensioni, è particolarmente indicata per applicazioni in settori come il Life Science, dove sono richieste soluzioni molto compatte e ad alte prestazioni. Inoltre, basso assorbimento e peso ridotto rendono questa soluzione idonea anche per la strumentazione portatile. “Uno degli obiettivi primari di Camozzi - spiega Migliorati – è contribuire al progresso sostenibile in tutti i settori in cui l’azienda opera, fornendo soluzioni innovative ed instaurando con i partner rapporti di lunga durata e di reciproca fiducia. In ognuna delle attività di cui ci occupiamo o che implementeremo in futuro, vogliamo essere scelti dai nostri clienti e dai nostri collaboratori per lo spirito innovativo, l’efficienza e la responsabilità sociale che contraddistinguono il nostro modo di fare business.” Camozzi è una realtà italiana con una spiccata vocazione internazionale che si traduce nella capacità di essere presenti in tutto il mondo per offrire al cliente non solo componenti affidabili ed in linea con le normative e gli standard dei differenti paesi, ma anche un servizio rapido ed efficace. Questo il profilo di Camozzi, azienda leader nella produzione di componenti pneumatici per l’automazione.
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Speciale SPS Endress + Hauser
Un’offerta completa di strumentazione per ogni settore industriale Per diventare leader nel mercato della strumentazione di misura e delle soluzioni d’automazione per l’industria di processo un’azienda deve poter fornire tecnologia avanzata, qualità e attenzione per il cliente. Tutti elementi che connotano Endress+Hauser, l’azienda tedesca che, in occasione di SPS 2014, presenta la sua nuova suite di prodotti.
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ra i maggiori fornitori di strumentazione, soluzioni e servizi per l’automazione industriale troviamo Endress+Hauser (www.it.endress.com), un’azienda che offre un’ampia gamma di prodotti per misure di processo e ha una forte presenza globale. Il portafoglio del produttore tedesco comprende dispositivi, sensori, misuratori, sistemi e servizi per misure di livello, pressione, portata, temperatura, per l’analisi dei fluidi e la registrazione dei dati. La sua offerta è rivolta a tutti i settori industriali, come l’industria chimica e farmaceutica, l’industria alimentare e delle bevande, la potabilizzazione e il trattamento delle acque reflue, la produzione di energia, l’industria cartaria, petrolchimica, off-shore, ecc. “A SPS 2014 intendiamo promuovere un messaggio di coerenza e completezza dell’offerta - afferma l’ing. Roberto Gusulfino, Direttore Marketing di Endress+Hauser - le soluzioni proposte sono progettate per risolvere compiti di misura, controllo e automazione per la produzione e la logistica dell’industria di processo,
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consentendo di monitorare e controllare i processi con affidabilità e assicurando un funzionamento economico, sicuro ed ecologico.” Fra i prodotti presentati, il nuovo misuratore di portata a precessione di vortici (Vortex) Prowirl 200 per liquidi, gas e vapore per applicazioni sia di processo che di utility, disponibile nei diametri da DN 15/1/2” a DN 300/12“ anche in versione ridotta. Prowirl 200 è in grado di rilevare anche la qualità del vapore. Nuovo anche Promag 200, un misuratore di portata elettromagnetico con collegamento two wire. Disponibile nei diametri da DN 2/1/12” a DN 200/10“ anche in versione ridotta, è dotato di certificazioni per area pericolosa (ATEX, FM, CSA); PED; SIL2 secondo IEC61508 (in preparazione) e igieniche EHEDG e 3A. La conducibilità minima è di 20 μS/cm. Il misuratore ha un ridotto consumo energetico ed è idoneo a tutte le applicazioni in tecnica 2 wire transmitter loop powered. “Promag 100 è invece un misuratore di portata elettromagnetico dal design compatto, disponibile nei diametri da DN 2/1/12”
Misurare la portata in modo affidabile.
Proline 100 Piattaforma per la misura di portata per applicazioni igieniche. Il monitoraggio dei processi industriali è oggi considerato indispensabile all’ottenimento della massima qualità del prodotto. Questo è il motivo per cui Endress+Hauser continua a fornire soluzioni di misura della portata specifiche per l’industria ed orientate ai requisiti tecnologici futuri. • • • • • • • • •
Misure multivariabili: portata massica, volumetrica, densità, temperatura, conducibilità Bassa rugosità delle parti bagnate < 0,38 µm Misuratori massici a tubo singolo elettrolucidato completamente drenabile, facile da pulire Disponibilità immediata dopo cicli di pulizia SIP/CIP Parti bagnate in acciaio 1.4435/316L (contenuto delta ferrite < 1%) Conforme alle normative ASME BPE, ISPE, FDA e 3-A Diametri nominali da DN 8 a DN 50 per i misuratori massici Diametri nominali da DN 2 a DN 150 per i misuratori magnetici Integrazione perfetta con tutti i sistemi di automazione: uscite Modbus RS 485, EtherNet/IP, 4...20 mA Hart/Impulsi
40 anni di Endress+Hauser Italia S.p.A. Visitateci a SPS/IPC/Drives 2014 Pad. 3 Stand G026 Endress+Hauser Italia SpA Società Unipersonale Via Donat Cattin 2/A 20063 Cernusco s/Naviglio MI
Tel. +39 02 92192 1 Fax +39 02 92107153 info@it.endress.com www.it.endress.com
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Speciale SPS Endress + Hauser
a DN 600/24” con elettrodi standard in acciaio inox 1.4435/316L, Alloy C-22, platino, tantalio e titanio. Caratterizzato da una protezione IP66/67 (IP69K opzionale) – spiega Roberto Gusulfino - è dotato di certificazioni per area pericolosa (ATEX, FM, CSA); PED; igieniche ASME BPE, EHEDG e 3A; ACS; NSF. La conducibilità minima è di 5 μS/cm. Tra i principali benefici la configurazione con web server, la facile integrazione con qualsiasi sistema di controllo, la precisione fino a 0,2 % v.i. e l’ampia scelta di segnali d’uscita.” Da segnalare anche Promass 100, un misuratore di portata Coriolis dal design compatto disponibile nei diametri da DN 1/1/24” a DN 350/14”, ha una classe di protezione IP66/67 (IP69K opzionale) e certificazioni per area pericolosa (ATEX, FM, CSA); PED; igieniche EHEDG e 3A. Configurabile con web server, è facilmente integrabile con qualsiasi sistema di controllo. Tra le caratteristiche, la precisione fino a 0,1 % v.i. e la taratura speciale PremiumCal fino a 0,05% v.i. t-mass T 150 è invece un misuratore di portata a dispersioni termica, adatto per tubazioni da DN 40/1 1/2” a DN 1000/40” con classe di protezione IP66/67 e parti bagnate in acciaio inox, Alloy C-22. Le certificazioni disponibili sono per area pericolosa (ATEX, IECEx, cCSAus); CRN; igieniche EHEDG e 3A. Il misuratore offre una sicurezza SIP fino a 130 °C (266 °F), rugosità parti bagnate 0,8 o 0,4μm e nessuna parte in movimento. La precisione è ± 5% v.f.s., mentre sono disponibili segnali d’uscita 4 … 20 mA con protocollo Hart+ e uscita digitale liberamente programmabile. Per le misure di livello di liquidi e solidi, l’azienda presenta i nuovi radar Micropilot FMR5X con range di livello
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0.. 20/70 m, temperatura da -196 a +450 °C e certificazioni per area esplosiva (ATEX, FM, CSA, ..) SIL2 , SIL3, NACE, WHG, ecc. “Si tratta dell’unico radar a spazio aperto sul mercato sviluppato secondo IEC61508 per il più alto livello di sicurezza, con idoneità fino a SIL3 in ridondanza omogenea - afferma l’ing. Gusufino - gli algoritmi dinamici ‘Multi Echo Tracking’ permettono di identificare e seguire separatamente ogni singolo eco in modo dinamico, con accuratezza +/- 2 mm”. Per la misura di pressione, Endress+Hauser introduce il nuovo trasmettitore di pressione differenziale elettronico Deltabar FMD71 con cella ceramica Ceraphire e il Deltabar FMD72 con cella metallica. Gli strumenti operano nel campo da 100 mbar a 40 bar e da -40 a +150°C e hanno certificazione per area esplosiva (ATEX, FM, CSA, ecc.). Essi eliminano i tradizionali problemi meccanici assicurando maggiore disponibilità e affidabilità di processo, oltre a offrire ridotti tempi di installazione, manutenzione, disponibilità e ricambi richiesti. Per la misura di temperatura, infine, sono disponibili i nuovi termometri a termoresistenza per applicazioni igieniche e sanitarie iTHERM TM401 / iTHERM TM411 con campo da -200 a +600°C e fino a 40 bar. Dotati di protezione fino a IP69K e certificazioni igieniche 3A, FDA, EHEDG, per area esplosiva (ATEX, FM, CSA, ecc.), SIL2, ecc. hanno attacchi igienici, materiali a contatto idonei e finiture superficiali certificate. “iTHERM QuickSens e StrongSens sono gli inserti più veloci e robusti al mondo - conclude Gusulfino - mentre iTHERM QuickNeck è il nuovo collo separabile con sgancio rapido e senza attrezzi per la taratura e iTHERM TA30R è la nuova testina terminale in acciaio inox con grado di protezione IP69K e accessibilità ottimale dei Roberto Gusulfino terminali”.
Speciale SPS
Advanced Technologies
Advanced Technologies: ricerca e innovazione per la visione artificiale Competenze specifiche, prodotti ed esperienza sono le peculiarità che debbono caratterizzare le aziende che operano nel mercato della visione industriale e dell’imaging scientifico. Solo con queste premesse è possibile abbattere i costi, grazie alla riduzione del tempo di sviluppo e di integrazione delle tecnologie in un sistema completo. In questo contesto, Advanced Technologies fornisce soluzioni efficaci che permettono la riduzione del time-to-market.
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l mercato delle soluzioni rivolte alla visione industriale è particolarmente effervescente in Italia, dove operano realtà che si sono contraddistinte per la propria capacità progettuale e la qualità del proprio portfolio di offerta. Questo è il caso di Advanced Technologies (www.adv-tech.it) che nasce nel 1998 come distributore di tecnologie per la visione artificiale, privilegiando da subito tecnologie innovative e di elevata affidabilità. Ad oggi, l’azienda vanta oltre 1.700 aziende clienti - nei settori della robotica, dell’automazione, del medical imaging, della sicurezza e dello sport - che hanno scelto di collaborare
con un fornitore che ha sempre creduto nella ricerca applicata. Advanced Technologies, infatti, ha sviluppato, in parallelo al settore della distribuzione, una divisione dedicata alla Ricerca e Sviluppo, divenuta oggi un’imprescindibile componente da affiancare al proprio portfolio prodotti. “La nostra vision – spiega Davide Nardelli, Sales & Managing Director di Advanced Technologies – si basa sull’idea che la complessità tecnologica dei processi industriali è spesso determinata non solo dalle applicazioni/problematiche da risolvere, ma anche dal livello evoluto delle prestazioni richieste. Il nostro supporto si traduce, quindi, in una maggiore efficacia delle solu-
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Speciale SPS
Advanced Technologies Davide Nardelli
zioni, tesa ad offrire diversi vantaggi alle aziende, ma soprattutto con l’obiettivo di abbattere i costi e il time to market”. Inoltre, la crescente richiesta delle aziende di poter gestire e valorizzare il proprio know-how ha indotto Advanced Technologies a diffondere in maniera più estesa la cultura della visione artificiale. “Alla fine di luglio 2012 – sottolinea Nardelli - nasce quindi At Vision Lab-Fondazione per la ricerca scientifica, una fondazione che intende catalizzare l’attenzione del mercato sugli investimenti nel settore della visione artificiale e dell’imaging scientifico. Obiettivo principale di AT Vision Lab è la formazione; nello specifico viene svolta attività di ricerca scientifica e tecnologica di base, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, diffondendo i risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione e il trasferimento di tecnologie, avvalendosi di corsi in aula, e-learning e collaborazioni con l’Università. La panoramica dei prodotti che possono essere visionati presso lo stand di Advanced Technologies a SPS (PAD 3 – STAND F046) comprende: le telecamere Basler ACE, caratterizzate dal rapporto qualità/prezzo, che forniscono immagini di qualità eccezionale che siano GigE, Camera Link o USB 3.0; i pc industriali di Matrox, con il nuovissimo 4-sight GPm, che incorpora l’ultima generazione di processori Intel Core e ha tutto quello che serve
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per gestire in maniera ottimale controlli multi-camera; i PC industriali Neousys, tra cui il nuovo Nuvo 3000, estremamente affidabile, che sopporta temperature di esercizio da -25 °C a 70°C ed è dotato di uno slot di espansione PCI Express brevettato. Sia i PC industriali di Matrox che Neousys garantiscono robustezza e durabilità anche in ambienti di utilizzo estremi. “Il prodotto di punta di questa edizione di SPS – continua Davide Nardelli - è la nuova release del tool per l’imaging Matrox Design Assistant 4.0, che permette di realizzare applicazioni di visione in pochi click, grazie all’interfaccia grafica a flow-chart. Matrox Design Assistant 4.0 è un ambiente di sviluppo integrato (IDE) che consente agli operatori di creare facilmente un diagramma di flusso e un’interfaccia utente delle applicazioni, sviluppando progetti di visione industriale in tempi record, senza la necessità di utilizzo dei linguaggi di programmazione convenzionali.” Essendo questo un ambiente di sviluppo flow-chart based, il vantaggio principale di questa soluzione è la sua semplicità di utilizzo: non è necessario avere competenze specifiche nei linguaggi di programmazione tradizionali, perciò è possibile creare facilmente sia il diagramma di flusso che l’interfaccia di elaborazione utente delle applicazioni. Tutto ciò si traduce in una notevole riduzione dei tempi di sviluppo dei progetti di visione industriale. Inoltre, Matrox Design Assistant 4.0 è disponibile sia per la smart camera Matrox Iris GT, sia per PC in abbinamento a telecamere GigE Vision o USB3 Vision. Per presentare le potenzialità di questa nuova versione del Matrox Design Assistant, durante lo svolgimento della manifestazione SPS i visitatori avranno la possibilità di assistere ai seminari che si terranno da Martedì 20 Maggio a Giovedì 22 Maggio dalle 10.00 alle 13.00 presso la Sala Fragola all’interno del PAD 2 della fiera. Per favorire la massima diffusione in merito a questo strumento di sviluppo, Advanced Technologies ha pianificato per il mese di giugno il Matrox Design Assistant 4.0 Italian Tour, un workshop itinerante che darà la possibilità ai partecipanti, non solo di apprendere, ma anche di operare sull’ambiente di sviluppo, installando sul proprio pc una versione demo del tool di casa Matrox. Il tour – in giugno - toccherà 9 città: Torino (16), Brescia (17), Milano (18), Firenze (19), Roma (20), Vicenza (24), Modena (25), Ancona (26) e Bari (27).
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Speciale SPS Di Elisa Maranzana
Automac: il punto d’incontro tra la meccatronica e il futuro Innovazione, internazionalizzazione, risorse umane e completa sinergia con il cliente sono elementi imprescindibili su cui si basa il modus operandi di Automac, azienda bergamasca leader del settore automotive, specializzata nel campo dei sistemi frenanti di auto e moto
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l comparto dell’automazione industriale è cambiato profondamente negli ultimi decenni; se in passato era caratterizzato da lenti sviluppi, oggi - grazie agli innumerevoli progressi compiuti in ambito tecnologico – è sempre più dinamico e in via d’evoluzione. Il più grande cambiamento dell’ultimo ventennio deriva dall’introduzione della meccatronica, una disciplina dell’ingegneria dell’automazione basata sull’interazione di tre discipline – meccanica, elettronica e informatica – che nasce con l’obiettivo di automatizzare i sistemi di produzione semplificando il lavoro umano. Grazie all’introduzione della meccatronica, i produttori di macchinari possono realizzare impianti e soluzioni che assecondano le esigenze del mercato e sono più flessibili rispetto al passato.
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All’interno di questo contesto emerge Automac (www.automacsrl.it), azienda bergamasca specializzata da circa vent’anni nella realizzazione di soluzioni per l’assemblaggio automatico. “Quando abbiamo iniziato a produrre macchine per l’assemblaggio – racconta Franco Perico, co-fondatore di Automac e vice-presidente dell’Associazione italiana di Automazione Meccatronica (AidAM, www.aidam.it) – ci veniva chiesto di realizzare impianti in grado di assemblare un unico determinato prodotto a grandi velocità. Oggi, invece, i clienti chiedono macchine sempre più flessibili, capaci di assemblare non più solo quel prodotto, ma anche una serie di varianti a esso legate. Un valido aiuto in questo campo lo abbiamo avuto da una disciplina come la meccatronica, che ci ha permesso di realizzare macchine sempre più flessibili e
Automac
facilmente riprogrammabili”. pensiamo debba passare dall’analisi iniziale - finalizzata a caGrazie alla sua capacità di assecondare le richieste del mercapire quali sono le effettive esigenze - fino ad arrivare al monto, Automac si è affermata e consolidata nel tempo, guadataggio e collaudo. Solo così si può raggiungere una sinergia a gnando la fama di costruttore di impianti di alta qualità, partiti 360 gradi, che si sviluppa in tutte le fasi del processo produttivo: nel settore degli accessori per mobili e diversificando in seguito analisi iniziale, proposta, progettazione, realizzazione, montagsoprattutto nel settore automotive, a cui si è aggiunto negli anni gio, collaudo, formazione e assistenza”. anche quello degli accessori per infissi in alluminio. “Quello che ci ha consentito di emergere nel panorama Sempre più spesso si dice che innovare e ‘fare rete’ sono le dell’automazione industriale – spiega Perico – è stata la nostra strade da percorrere per vincere la sfida della competitività capacità di specializzarci in determinati comparti, nell’ambito d’impresa, soprattutto a livello internazionale. La collaboraziodei quali potevamo offrire un valore aggiunto rispetto ai nostri ne con altre realtà del settore dell’automazione fa infatti parte competitor. Un’evoluzione che si è verificata principalmente nel anche del DNA di Automac che, insieme ad altre due imporsettore automotive, in particolar modo nel campo dei sistetanti aziende (Cosberg Spa e Cosvic Srl), ha creato una mi frenanti di auto e moto, dove siamo stati in grado di sorta di ecosistema basato su uno scambio continuo di differenziare la nostra produzione”. know-how, esperienza e capacità produttiva, con In seguito a proficue collaborazioni con aziende l’obiettivo di dare risposte innovative e concrete come il noto produttore di impianti frenanti Bremin termini di tempi e costi competitivi alle diverse bo, Automac si è affermata non solo come uno esigenze del mercato. dei leader in questo mercato, ma ha acquisito “Questa capacità di fare rete – spiega ancora l’esperienza e il know-how necessari per potersi Perico – è anche una delle chiavi necessarie per affacciare a mercati completamente diversi, riuscire a emergere a livello internazionale. Quello emergendo così da quello che è il livellamento del che conta nel mercato globale di oggi è proprio Franco Perico settore dell’automazione. la capacità di mettersi in gioco a 360 gradi, unendo know-how, competenze e forze”. Il successo di Automac deriva in buona parte da un modus operandi basato su una piena e totale collaborazione con il cliente; In conclusione, il vice-presidente di AidAM suggerisce la strateuna sinergia che trova le sue origini già agli inizi del processo di gia che, a parer suo, ogni azienda dovrebbe adottare. In primis sviluppo prodotto, cioè durante la fase di concettualizzazione e “fare innovazione”, cioè analisi di prodotti e tecnologie semdesign. pre nuovi, aggiornamento continuo e ricerca di spunti e idee “Consigliamo sempre ai nostri clienti – continua il co-fondatore ‘fuori dalle proprie mura’. In secondo luogo ampliare le proprie di Automac – di coinvolgerci già dall’ideazione di ciascun proprospettive verso l’internazionalizzazione, poiché ci sono mercati dotto. Questo perché capita spesso che le aziende si trovino a esteri molto interessanti (come ad esempio Serbia, Turchia, Maprogettare prodotti magari perfetti per la funzione che dovranrocco, Stati Uniti) che stanno investendo tantissimo in automano svolgere, ma difficili da assemblare e, conseguentemente, zione. Infine, investire nelle persone, perché sono la più grande molto più costosi da automatizzare a livello di produzione. Il risorsa di ogni azienda, ciò che può davvero fare la differenza nostro maggiore interesse è la soddisfazione del cliente, che nel panorama di oggi e di domani.
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Speciale SPS M
MISUMI: efficienza, qualità e risparmio per l’automazione industriale Prodotti di alta qualità, prezzi bassi e tempi di consegna rapidi sono fondamentali per aumentare la produttività e creare vantaggi competitivi per i clienti. Basandosi su questi principi, MISUMI ha delineato il proprio portfolio di prodotti nel settore dell’automazione industriale e della costruzione di macchine speciali.
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ndustria automobilistica, elettrica ed elettronica, semiconduttori, tecnologia medica e imballaggio; diversi i rami dell’industria in cui trovano applicazione i prodotti di MISUMI Group Inc (www.misumi-europe.com), azienda giapponese con pluriennale esperienza nella fornitura di componenti meccanici per macchine speciali e per l’automazione industriale. In occasione della quarta edizione della manifestazione, MISUMI ha deciso di partecipare a SPS Italia con uno stand ben più ampio rispetto agli allestimenti abituali, a testimonianza del fatto che l’azienda sta crescendo in maniera esponenziale, diventando una solida realtà anche nel contesto italiano. Grazie al boom di soddisfazione della clientela, MISUMI ha guadagnato quote di mercato nel mercato dell’automazione
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industriale e sta ampliando il proprio raggio d’azione proprio grazie al ‘passaparola’ dei clienti. Una referenza che nasce dall’esperienza sul campo di chi quotidianamente deve ottenere qualità e servizi efficienti, in tempi stretti e, nel contempo, mantenere costi contenuti. “Il punto di forza di MISUMI è la vasta gamma di componenti configurabili e scaricabili in svariati formati: 2D o 3D, vettoriali, pdf o immagini. Grazie alla piattaforma WOS (Web Ordering System) - spiega Stefano Casazza, direttore della filiale Italiana di Misumi - il cliente può richiedere quotazioni in tempo reale e ottenere i tempi di consegna certi dei prodotti. Inoltre, la piattaforma permette al cliente abituale di creare un archivio storico di quotazioni e di ordini, velocizzando e semplificando il processo di ordine.”
Misumi Stefano Casazza
Ad SPS 2014 oltre a prodotti specifici legati a packaging e assemblaggio, l’azienda presenta un Pick & Place, una macchina completamente realizzata con componenti MISUMI, ma progettata e assemblata da Phizero, in collaborazione con le altre aziende facenti parte del pool “Fare Automation”. Questo pick & place è un esempio di prodotto finito semplice, ma decisamente innovativo – continua il direttore dell’azienda - all’interno della macchina non esiste un solo elemento meccanico o strutturale che non sia stato realizzato con componenti MISUMI.” Con questo prodotto l’azienda spera di attirare l’attenzione del visitatore affascinato dal dinamismo generato da una ventina di cubetti che compongono e scompongono velocemente, all’interno della macchina, la mascotte italiana di MISUMI: un robot. Alle spalle della macchina è posizionato un monitor su cui viene trasmesso un video che spiega dettagliatamente le singole fasi di progettazione 3D, mostrando l’assemblaggio e la realizzazione della macchina stessa. Purtroppo, dal video non si evince il tempo reale intercorso tra le varie fasi di processo, dalla progettazione alla quotazione, dall’ordine alla consegna dei vari componenti (tutti configurati a misura); l’azienda – ben consapevole
dell’importanza di tempistiche ridotte – assicura però prestazioni in tempi record. In questo delicato momento economico, MISUMI si impegna nel ricercare soluzioni valide dal punto di vista qualitativo, ma, al tempo stesso, anche economicamente vantaggiose; la strategia dell’azienda punta, infatti, sul TCS (Total Cost Saving), la formula di risparmio che coinvolge l’intera filiera di approvvigionamento permettendo a MISUMI di offrire ai propri clienti un risparmio di tempo pari al 40%, che si traduce anche in un risparmio di costi. “Novità di SPS 2014 sarà, inoltre, un reading corner – conclude Casazza - dove il potenziale cliente può soffermarsi per sfogliare in tranquillità le pagine del catalogo cartaceo di MISUMI e scegliere tra la vasta gamma di prodotti che comprendono componenti standard, commerciali e su disegno”. Prodotti di qualità, affidabilità, efficienza e velocità nei tempi di consegna e risposte precise e puntuali per tutte le esigenze rendono, quindi, MISUMI il miglior partner “su misura” nel mercato dell’automazione industriale.
Attuatori serie LX
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Speciale SPS Image S
Image S: innovazione nel mondo della visione industriale La telecamera 3D Ensenso N10/N20, il software HALCON 11, i sensori Gocator 3300 e il sistema di visione BOA: queste le soluzioni di visione industriale presentate dai tecnici qualificati di Image S in occasione di SPS Italia 2014. “Parlare la lingua del cliente” dando prova di velocità, semplicità ed efficienza: così l’azienda comense ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel mercato dei prodotti per image processing.
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ll’appuntamento presso il quartiere fieristico di Parma, dal 20 al 22 maggio, è presente anche Image S (www.imagessrl.com), azienda italiana leader nel mercato italiano della fornitura di prodotti per la visione industriale. L’azienda punta al pragmatismo delle soluzioni; infatti, presso lo stand di oltre 100 metri quadrati, i visitatori potranno assistere a diverse dimostrazioni pratiche che illustreranno le innovative funzionalità dei prodotti proposti dall’azienda; tre dimostrazioni vedono la presenza di robot (Denso, ABB e Kawasaki) per evidenziare le potenzialità delle soluzioni di visione nelle applicazioni di automazione e robotica. Tra le principali novità proposte vi è la telecamera 3D in stereovisione Ensenso N20 di IDS Imaging innovativa e compatta, che funziona secondo il principio della “stereovisione con proiezione di un ‘pattern’ predeterminato”. Questa telecamera è provvista di due sensori CMOS global shutter e un proiettore di pattern; il vantaggio principale del pattern è che funziona anche in applicazioni con più telecamere ed è ideale per catturare superfici non strutturate. Infatti, l’utilizzo contemporaneo di molte telecamere permette di catturare una scena operando simultaneamente da diversi punti di vista, in modo da eliminare le parti non riconosciute e ampliare il campo di visione, il tutto a vantaggio del livello di precisione. Il modello N20, rispetto al precedente, è dotato di interfaccia GE, telecamere con maggiore risoluzione e velocità. “HALCON 11 – spiega Marco Diani, presidente e co-fondatore di Image S - è l’ultima release del software HALCON di MVTec Software che, grazie alla gamma completa di strumenti di visione 3D, facilita la realizzazione di applicazioni di misura tridimensionale.” Identificazione basata su singoli campioni, riconoscimento della scrittura, confronto di superfici 3D e processing di oggetti 3D sono solo alcune delle funzionalità innovative rese possibili dall’ultima versione di HALCON; a queste peculiarità si aggiungono la stereovisione (anche per acquisizioni da più telecamere) fotometrica migliorata, la lettura di codici AZTEC e Micro QR, la selezione automatica delle caratteristiche per la classificazione
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Speciale SPS Image S
e gli algoritmi più veloci resi possibili da un esteso supporto su GPU che viene gestita in maniera automatica senza intervento dell’utente. Nel mercato della visione artificiale anche i sensori hanno un ruolo rilevante, per questo Image S tra i prodotti proposti annovera anche Gocator 3300 di LMI Technologies, la prima famiglia di sensori 3D intelligenti che unisce acquisizione di nuvole di punti 3D e strumenti di misura in un unico sistema per impieghi industriali. Facili da impostare, veloci da integrare e altamente affidabili, i sensori Gocator forniscono misure tridimensionali senza contatto ad alta risoluzione con velocità fino a 5Hz. Gocator 3300 è ideale per misurare le dimensioni di diversi elementi e caratteristiche quali fori, asole, perni, distanze e allineamenti ed, inoltre, offre grande facilità d’uso: il server web integrato in Gocator consente una configurazione semplice e intuitiva tramite browser. Allo stand è possibile vedere all’opera anche il sistema di visione all-in-one BOA200 di Teledyne Dalsa, una delle prime telecamere intelligenti in grado di integrare diversi motori di elaborazione delle immagini consentendo di ottimizzare gli algoritmi tramite un DSP dedicato, gestire gli applicativi tramite CPU autonoma e coordinare la rete di sensori tramite FPGA (Field Programmable Gate Array). “L’ultima versione – spiega Marco Diani - ha una velocità quadrupla rispetto al BOA Standard e garantisce all’utilizzatore la massima flessibilità, grazie alla custodia robusta e facile da montare, ai dispositivi integrati per lo scambio dei dati con gli altri componenti della linea di produzione e ai costi di implementazione ridotti.” BOA è anche la prima telecamera intelligente
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con software che può essere facilmente configurato attraverso un normale browser: nessun software da installare e nessun problema di gestione delle versioni. Marco Diani
Speciale SPS
Sick
SPS: colazione da Sick, informali ma informati Indipendenza, innovazione e leadership sono principi della mission di Sick S.p.A, azienda che opera nel campo dell’automazione di fabbrica, di logistica e di processi, laddove offre soluzioni applicative per uso industriale con l’obiettivo di creare la base perfetta per il controllo affidabile ed efficiente dei processi.
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el panorama mondiale dei produttori di sensori per applicazioni industriali, spicca il nome di SICK S.p.A. (www.sick.it), filiale italiana di SICK AG, azienda di rilievo mondiale nella produzione di sensori. In occasione della quarta edizione della manifestazione, Sick S.p.A. è nuovamente presente in veste di espositore a SPS IPC Drives Italia (PAD.3 – Stand C002) con nuove soluzioni dedicate ai mondi dell’Automazione Industriale, di Processo e Logistica. “Torniamo a SPS con grandi aspettative – dichiara l’ing. Giovanni Gatto, Managing Director di Sick S.p.A. - SPS Italia
cresce sempre più e in questi quattro anni i visitatori interessati alle nostre soluzioni sono aumentati sia qualitativamente che numericamente, motivo per cui ci presentiamo con uno stand più ampio in cui è possibile vedere, oltre ad alcuni dei nostri prodotti di punta come il sensore per il rilevamento di oggetti tra loro adiacenti in flussi di processo Deltapac, il flussimetro laser Bukscan LMS511 e RFU630, il dispositivo compatto con antenna integrata per la lettura e scrittura dei TAG UHF e numerose novità in anteprima”. Il portfolio d’offerta rivolto all’Automazione Industriale è stato ampliato con l’inserimento di nuovi prodotti: il sensore di prossimità capacitivo CQ4 per il rilevamento di oggetti metallici e
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IN TEMPI INCERTI LA SICUREZZA DELLA PRODUZIONE È ANCORA PIÙ IMPORTANTE. SICK espone presso il Pad. 03 Stand C002
Quando l’obiettivo è la produttività degli impianti industriali, i tecnici non si affidano al proprio istinto, ma ricorrono alle soluzioni offerte dai sensori SICK, che garantiscono processi senza intoppi, evitano costose avarie e fermi macchina, riducono i tempi di collaudo e prevengono incidenti e danni alle persone. Tutto ciò in ogni settore dell’automazione industriale. Grazie a barriere fotoelettriche, sensori di prossimità, per i fluidi, di distanza, ottici, scanner, dispositivi di protezione optoelettronici e ai servizi SICK, quando si tratta della sicurezza della produzione, tutto il mondo ricorre allo spirito innovativo ed ingegneristico SICK. Noi la troviamo una scelta intelligente.
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Speciale SPS
non metallici nei settori packaging, cosmetico, farmaceutico, food&beverage e per l’industria dei componenti elettronici; l’encoder incrementale DBS60 per la misurazione della velocità di rotazione e per il retroazionamento dei motori asincroni; infine, la barriera di sicurezza DeTec2 caratterizzata dall’assenza di zone cieche, regolazione automatica della distanza di lavoro, messa in servizio senza bisogno di configurazione (il sensore lavora solo in modalità di protezione) e interpretazione immediata dei codici di diagnostica.
Sick
650. TiM350 è il più recente laser scanner compatto, dedicato al mondo dell’intralogistica, specialmente per applicazioni outdoor. La funzione teach-in di autoapprendimento, l’ampio angolo di scansione e le elevate capacità di rilevamento anche su superfici nere, lo rendono la soluzione ideale per: il distanziamento e il monitoraggio di navette su monorotaie sospese, la prevenzione di collisioni e la rilevazione di fuori sagoma o carichi sospesi in sistemi di movimentazione. Lector 650 è invece il lettore di codici a barre 1D e 2D compatto ed estremamente affidabile per letture di codici con velocità di movimento fino a 6m/s, e distanze di lettura comprese tra 40 e 1500mm.
Per il motion control viene presentato un nuovissimo encoder AHS/AHM36, che rappresenta una rivoluzione negli encoder assoluti programmabili da 36mm, anche impiegato nei veicoli industriali e speciali, nel confeAll’interno dello stand SICK sono inolzionamento, nella logistica, nella building tre presenti alcuni tavoli applicativi che automation e nel settore medicale; disponimostrano il funzionamento del già citato bile nelle versioni monogiro (AHS36) o multigiro Lector 650, ma anche di G10 Q-Lock, il sen(AHM36), ad albero maschio o albero cavo sore fotoelettrico con sensor range fino a 40m, per garantire la massima flessibilità di montaggio. sensore retro-riflessivo, alta immunità alla luce Inoltre, sia il connettore sia il cavo di uscita possono ambientale e installazione in appena 10 secondi Giovanni Gatto essere ruotati per una semplice installazione, anche in e W2S-2, il primo mini-sensore fotoelettrico di distanza presenza di poco spazio. Questi encoder – infine - possono lavocon autocollimazione e tecnologia PinPoint LED 2.0 capace di rare in un ampio range di temperature, soddisfacendo i gradi di vedere il nero più nero, ma anche oggetti trasparenti. protezione IP66 e IP67. “Per meglio rispondere alle domande e alle curiosità dei Dedicato all’Automazione di Processo, invece, l’analizzatore visitatori di SPS – conclude Gatto - SICK lancia una nuova TRANSIC100LP, specifico per la misurazione della concentrazioiniziativa: Colazione da SICK. Registrandosi sul sito (www.sick.it) ne di ossigeno in gas di processo umidi o aggressivi grazie alla sarà possibile prenotare gratuitamente, tra le ore 9:30 e le ore tecnologia a diodo laser sintonizzabile, mentre per l’Automa11:30, una colazione con i tecnici SICK per farsi illustrare tutte le zione Logistica saranno presenti due prodotti: TiM350 e Lector soluzioni esposte.”
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Focus Di Massimo Fucci
SportelloImpresa a supporto della ripresa Sviluppare le vendite, individuare nuovi mercati e modelli di business, gestire situazioni di concordato, valutare nuovi e vecchi contratti di lavoro, preservare la privacy in azienda, brevettare e proteggere la proprietà intellettuale sono gli obiettivi realizzabili che potrebbero essere finanziati grazie ai fondi che le istituzioni mettono a disposizione. Questa, in sintesi, la nuova iniziativa Sportelloimpresa.
C
ambiare il segno! Questa è la vision di SportelloImpresa, che si rivolge alle aziende che intendono impegnarsi nel cambiamento perché vogliono tornare a competere con successo nel mercato. Una serie di servizi - singoli o integrati atti a supportare il cambiamento e la crescita, erogati da una serie di entità che si sono aggregate sotto l’insegna dei PartnerSì. Un pool di aziende che ha maturato una notevole esperienza nei propri settori di competenza e ha deciso di operare nel rispetto delle regole di trasparenza e di etica nel business: contratti di fornitura chiari e trasparenti, condizioni generali di fornitura esplicite, tracciabilità dell’operato e disponibilità alla conversione in corso d’opera dei servizi per perseguire nuovi obiettivi, generati dalle mutate condizioni al contorno ed un piano di miglioramento continuo. Questo il protocollo E2B che i PartnerSì si impegnano a rispettare. Come utilizzare i servizi di SportelloImpresa? L’interazione inizialmente avviene utilizzando il portale web www.SportelloImpresa.biz una modalità semplice, diretta e poco dispendiosa in termini di tempo. L’azienda, individuata una sua esigenza, apre una “pratica” postandola a Sportel-
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loImpresa, cioè fornisce i pochi dati atti ad identificare l’azienda richiedente e la tipologia di richiesta; a tutte viene fornita una prima risposta in merito a percorsi e relativi investimenti. Se il feedback è positivo, allora si passa alla fase 2, nella quale avviene il contatto diretto tra azienda richiedente e PartnerSì (le richieste ovviamente debbono essere relative alle aree di competenza esposte nel portale). Una volta stabilito il contatto diretto, il prosieguo dipende dal percorso che azienda utente e PartnerSì saranno in grado di sviluppare. Per ogni percorso individuato è possibile richiedere un supporto per la ricerca di fondi per finanziare le operazioni. Con estrema chiarezza, l’eventuale individuazione di fondi e la loro erogazione non debbono costituire il prerequisito per effettuare l’intervento, semmai possono rappresentare il giusto ponte tra un intervento di minima ed una sua ragionevole espansione. In termini pratici, o vi è l’esigenza e la volontà di perseguire un percorso atto a risolverla, oppure il tutto rimane un puro e mero esercizio. Questo, però, va contro il principio, la vision e l’operatività di SportelloImpresa e certamente non aiuta lo sviluppo delle imprese.
Sportelloimpresa
Al fine di informare correttamente e con continuità le aziende sui servizi ottenibili dai PartnerSì di SportelloImpresa, sono già stati pianificati: un programma di comunicazione tramite portale, newsletter e magazine disponibili con il canale NewSImpresa; una serie di incontri tematici organizzati da EventImpresa e delle giornate di studio-formazione in merito ai diversi temi da affrontare. Il tutto in un contesto interattivo in cui le aziende giocano un ruolo da protagonista. L’iniziativa è pronta, i PartnerSì allertati... ora non Vi rimane che postare le Vostre richieste. Cambiamo il segno Buon lavoro
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approfondimento tecnico
Linear Technogy
Convertitori buck-boost per applicazioni micropower e Internet of Things La vasta diffusione dei sensori wireless per l’’Internet of Things’ ha spinto la domanda di convertitori di corrente piccoli ed efficienti, adatti per dispositivi a basso consumo quando non sono attivati. Due nuovi dispositivi sono stati progettati per soddisfare tale necessità, come spiega in questa intervista Dave Salerno di Linear Technology Corporation.
G
li LTC3129 e LTC3129-1 di Linear Technology Corporation (www.linear.com) sono due convertitori c.c./c.c. di tipo buckboost monolitici, con un range di tensioni di ingresso compreso tra 2,42V e 15V. L’LTC3129 ha un range di tensioni d’uscita da 1,4V a 15,75V,mentre l’LTC3129-1 offre tensioni da 1,8V a 15V per le otto uscite programmabili da pin. Entrambi possono fornire una corrente di uscita minima di 200mA nella modalità buck. “I sensori a basso consumo possono sfruttare la corrente nulla dei due dispositivi quando sono disattivati e una corrente di riposo su Vin di appena 1,3µA durante il funzionamento Burst Mode - afferma Dave Salerno, Design Section Leader e Power Products di Linear Technology - queste caratteristiche li rendono ideali per applicazioni µPower e di ‘energy harvesting’ in cui è importante raggiungere un rendimento elevato in presenza di carichi estremamente bassi”. Tra le altre caratteristiche, una frequenza operativa fissa di 1,2MHz, il controllo in current mode, la compensazione del loop interno, il funzionamento Burst Mode automatico o in modalità PWM a basso rumore e l’uscita ‘power good’. Il circuito illustrato nella fig. 1 sfrutta la capacità dei due dispositivi di attivarsi e funzionare da una fonte di alimentazione di soli 7,5 µW, consentendo di utilizzare da celle solari di piccole
Figura 1. Convertitore a energia solare da 3,3V che funziona con l’illuminazione interna
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Figura 2. Convertitore a energia solare con batteria a bottone di riserva
dimensioni con livelli di illuminazione interna inferiori a 200 lux. Ciò permette di realizzare applicazioni come i sensori wireless alimentati da luce interna. “Per poter realizzare questo avviamento a bassa corrente - sottolinea Dave Salerno - l’LTC3129 e l’LTC3129-1 consumano appena due µA, purché vengano soddisfatte alcune condizioni di tensione sui pin RUN, VIN e VCC”. In molte applicazioni a energia solare, la batteria di backup fornisce l’alimentazione quando l’energia del sole non è sufficiente. Nella fig. 2 è illustrata un’applicazione in cui al convertitore dell’esempio precedente sono stati aggiunti una batteria al litio primaria e alcuni componenti esterni per fornire un’alimentazione di riserva all’uscita nel caso in cui la fonte luminosa non sia in grado di garantire l’energia necessaria a mantenere VOUT. Nell’esempio precedente la batteria di backup era posizionata sull’uscita. “Il vantaggio, nel caso delle applicazioni con carichi
Figura 3. Convertitore da 5V a più ingressi
Convertitori buck-boost sincrono da 15V, IQ = 1,3mA MPPC
SW1 A A
daa 1,9V V a 15V
VIN
SW2
WSN Mote
VOUT
LTC3129
da 1,4V a 15,75V
GND
SUP CAPER
IQ = 1,3µA
LITHIUM THIONYL CHLORIDE
Soluzioni di alimentazione flessibili per applicazioni sotto il watt Il convertitore LTC®3129 è l’ultima generazione della nostra sempre più ampia famiglia di convertitori buck-boost monolitici dall’ampio range di tensioni in ingresso. Il suo range di tensioni in ingresso, compreso tra 1,9V e 15V, lo rende ideale per una vasta gamma di fonti di alimentazione – dalle batterie multicella ai pannelli solari. La topologia buck-boost ad induttore singolo consente un’uscita costante programmabile, compresa in un range che va da 1,4V a 15,75V. Il convertitore LTC3129 è l’ideale per applicazioni always-on alimentate a batteria potendo offrire un’architettura con tipologia di commutazione PWM da 1,2MHz a bassissimo rumore, una corrente di riposo da 1,3µA e una soluzione compatta dall’ingombro ridotto.
Caratteristiche
• Range tensione di uscita: da 1,4V a 15,75V
• Corrente di uscita da 200mA in modalità buck • IQ = 1,3µA • PWM da 1,2MHz a bassissimo rumore
PERDITA DI POTENZA VIN = 2,5V VIN = 3,6V VIN = 5V VIN = 15V
• Controllo del punto di corrente massimo programmabile (MPPC) • LTC3129-1: 8 uscite costanti selezionabili dall’utente
Linear Technology Italy Srl +39-039-5965080
www.linear.com/product/LTC3129 Tel.: +39-039-596 50 80 Fax: +39-039-596 50 90
EFFICIENZA
EFFICIENZA (%)
0,01
0,1 CORRENTE DI USCITA (mA)
0,1
0,01
PERDITA DI POTENZA (mW)
• Range di tensione di ingresso: da 1,9V a 15V
Info e campioni gratuiti
Efficienza rispetto a perdita di potenza per 5VOUT
video.linear.com/182 , LT, LTC, LTM, Linear Technology e il logo Linear sono marchi registrati di Linear Technology Corporation. Tutti gli altri marchi sono di proprietà dei rispettivi titolari.
Distributori Arrow Electronics Farnell Digi-Key
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approfondimento tecnico
Linear Technogy
Figura 4. Rendimento vs VIN e carico del convertitore da 5V della figura 3 bassi è che la batteria non viene esposta a ‘burst’ di corrente d’ingresso relativamente alti all’avvio del convertitore - spiega Salerno - tale evento causa una significativa caduta di tensione della batteria e una dissipazione di potenza che, ne riducono la durata”. Lo svantaggio di posizionare la batteria sull’uscita del convertitore è la necessità di adattare la tensione della batteria alla tensione di uscita desiderata; inoltre, la curva di scarica deve essere relativamente piatta per mantenere una regolazione adeguata di VOUT. La batteria al litio da 3V soddisfa entrambe queste condizioni. La batteria di backup sul lato di entrata del convertitore consente di avere una tensione diversa da quella di uscita desiderata. In genere la batteria al litio cloruro di tionile, usata sul lato
Figura 5. Risposta ai transienti della linea del convertitore da 5V della figura 3
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di ingresso, è più adatta per applicazioni di lunga durata. Può essere configurata con diodo OR-ing con la cella solare o accesa e spenta con gli interruttori MOSFET, come illustrato nella fig. 2. La capacità dell’LTC3129-1 di funzionare con efficienza in un ampio range di carichi e tensioni di ingresso, con un numero ridotto di componenti, è illustrata nella fig. 3. In questo esempio l’uscita, che è stata programmata a 5V mediante i pin VS1–VS3, può essere alimentata da un ingresso USB da 5V, diversi tipi di batterie o un adattatore con valori compresi tra 3V e 15V. La bassa IQ (1,3µA) dell’LTC3129-1 nella modalità sleep, in combinazione con un partitore di feedback interno ad alta resistenza, consente di mantenere un rendimento elevato in un ampio range di carichi (fig. 4). Con una corrente di carico di appena 100µA, il rendimento è dell’80% in quasi tutto il range VIN. La risposta allo step di linea (VIN suddiviso in incrementi da 5V a 12V) è indicato nella fig. 5, dove VOUT è misurato in presenza sia di carichi elevati che di carichi bassi. Con un carico di 200mA, il dispositivo funziona nella modalità PWM, e l’overshoot di VOUT è di soli 150mV (3%). Con un carico di 10mA, il dispositivo funziona in Burst Mode, con un ripple del burst di 100mVPK-PK (2%) e un overshoot di VOUT inferiore a 100mV a seguito dello step di linea. Infine, l’LTC3129 e l’LTC3129-1 comprendono un circuito MPPC che consente al convertitore di portare VIN a una tensione minima sotto carico impostata dall’utente. La regolazione di VIN mantiene un trasferimento di alimentazione ottimale nelle applicazioni che utilizzano celle solari a corrente elevata o altre fonti con una resistenza interna elevata.
ict - Cad/Cae e automazione, quale integrazione
cad/cae e automazione, quale integrazione? Una volta un prodotto doveva rispondere alle sole leggi della meccanica; oggi anche l’elettronica, l’automazione e il software giocano un ruolo altrettanto fondamentale. La progettazione, la simulazione e i dati di prodotto generati nelle diverse discipline devono essere integrati, altrimenti il prodotto finale potrebbe non avere le caratteristiche per diventare un successo di mercato e/o garantire gli opportuni margini.
I
n un contesto in cui l’integrazione dei dati e delle informazioni giocano un ruolo fondamentale – pur rimanendo nel solo dominio della cosiddetta informatica tecnica - permangono situazioni in uno stato embrionale che non consentono l’ottimizzazione di funzionalità, tempi e costi delle diverse fasi del processo di sviluppo prodotto. Tuttavia, progettare (CAD) è un’attività che da tempo va di pari passo con simulare (CAE). O meglio, la simulazione - per i prodotti innovativi, di successo e con margine per le aziende - è diventata una parte integrante del processo di progettazione. I due acronimi sono rimasti distinti perché individuano due tipologie di applicazioni che hanno finalità e funzionalità diverse. Due tecnologie software che, storicamente, si sono presentate al mercato con l’obiettivo di soddisfare due
figure professionali distinte e contigue: il progettista e lo strutturista (il simulatore). Il processo era seriale: il progettista realizzava e mandava il progetto allo strutturista, il quale simulava e dava una sua certificazione sul rispetto delle regole della fisica, delle normative (se esistenti) e/o delle regole aziendali. Oggi i programmi applicativi e la conoscenza dei progettisti si sono evoluti di pari passo: da un lato le applicazioni software sono sempre più performanti ed adeguate alle crescenti esigenze di sviluppare prodotti “buoni fin dalla prima realizzazione fisica”, la cosiddetta serie zero; dall’altro il progettista – tranne per casi particolari o per normative aziendali - è in grado di alternare sessioni di progettazione e di simulazione, rendendo più veloce ed efficace l’intero processo. L’ingegnerizzazione dei prodotti assistita da calcolatore (Computer-aided engineering o CAE) si riferisce all’uso di appli-
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ict - Cad/Cae e automazione, quale integrazione s Di Massimo Fucci
cazioni software per simulare le prestazioni di un prodotto al fine di realizzare la miglior soluzione per le esigenze dei potenziali destinatari, ma anche la scelta dei materiali in termini di quantità e qualità, il processo produttivo e i costi industriali di realizzazione del prodotto. Un tipico processo CAE per la parte meccanica si articola in diverse fasi: pre-processing, soluzione e post-processing. Nella fase di pre-processing si modellano la geometria e le proprietà fisiche del prodotto da realizzare, oltre alle condizioni ambientali, sotto forma di carichi applicati e vincoli. Il modello viene poi risolto utilizzando una formulazione matematica adeguata e infine, nella fase di post-processing, i risultati vengono visualizzati per la revisione. Gli applicativi CAE oramai supportano un’ampia gamma di attività e fenomeni, fra cui: analisi delle sollecitazioni e analisi dinamica su componenti e assiemi mediante analisi a elementi finiti (FEA); analisi fluido-termica mediante fluidodinamica computazionale (CFD); analisi del rumore; analisi cinematica e dinamica dei meccanismi; simulazione di eventi meccanici; analisi dei sistemi di controllo; simulazione del sottosistema elettrico e simulazione dell’automazione e dell’interazione meccatronica. La risposta ad alcuni problemi complessi può richiedere la simulazione di diversi fenomeni per poter riprodurre la fisica sottostante e, quindi, fornire una giusta risposta. Gli applicativi CAE in grado di gestire questi problemi vengono spesso definiti come soluzioni multifisiche. In questo caso, il miglior risultato si ottiene quando è possibile simulare gli effetti generati dalle diverse fisiche analizzate in un sistema integrato e non solo singolarmente. Il CAE offre vantaggi, quali la riduzione dei costi e dei tempi di
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sviluppo dei prodotti e un miglioramento della qualità e della resistenza alla fatica (durability) dei prodotti stessi. Le scelte di progetto possono essere compiute in base all’impatto di ogni decisione sulle prestazioni. I progetti possono essere valutati e perfezionati mediante simulazioni a computer, ma anche tramite collaudi su prototipi fisici, risparmiando tempo e denaro. Diversi i benefici associati ad un ambiente CAD/CAE: la risoluzione precoce dei problemi – che riduce drasticamente i costi legati al ciclo di vita del prodotto – e la possibilità di comprendere le implicazioni delle scelte sul prodotto fin dalle prime fasi di progettazione. Inoltre, la gestione integrata dei dati e dei processi CAE permette a tutto il team di progetto di sfruttare efficacemente le informazioni disponibili sulle prestazioni del prodotto e di contribuire al suo miglioramento; ad esempio, riduce al minimo - in caso di commessa ad hoc - il rischio di contestazioni da parte dell’utente finale. Non tutte le aree di simulazione sono state oggetto di sviluppo di applicazioni software adeguate sia per il singolo fenomeno indagato, sia per la verifica del loro impatto e della loro correlazione con le altre aree di simulazione indagate. Una delle aree che ha avuto maggior sviluppo è la Fluidodinamica Computazionale (brevemente detta CFD, Computational Fluid Dynamics), ormai largamente utilizzata nel campo dell’industria e della ricerca per tutte le problematiche che coinvolgono l’azione di fluidi (forze aerodinamiche, motori, pompe, impianti chimici, comfort ambientale, ecc.). L’approccio tipico
siemens PLM software
Tecnomatix Jack Jack è il software di modellazione e simulazione umana, disponibile all’interno di Tecnomatix, la soluzione di digital manufacturing di Siemens PLM Software.
J
ack interviene nelle prime fasi di progettazione e pianificazione della produzione, consentendo di migliorare la sicurezza, l’efficienza e il comfort dell’ambiente di lavoro con modelli umani digitali. Dotato infatti di figure umane scalabili, precise dal punto di vista antropometrico e biomeccanico, Jack è una suite completa di strumenti di analisi ergonomica, metodi posturali per simulare rapidamente le condizioni in cui vengono svolte le attività lavorative, finestre di visione oculare e strumenti di analisi del campo visivo. Inoltre consente di creare filmati e acquisire schermate adatte alla documentazione e alle presentazioni delle analisi.
Tecnomatix Jack consente la riduzione dei costi di prodotto, un miglioramento del processo di produzione e dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse, incorpora la conformità agli standard ergonomici nella progettazione dei processi produttivi e riduce i costi delle modifiche, grazie alla rilevazione tempestiva di problemi di fattibilità e di prestazioni del personale. Per maggiori informazioni, visita la sezione dedicata a Tecnomatix disponibile sul sito www.siemens.it/plm. E’ possibile richiedere poi la versione di prova di Tecnomatix Jack, valida 30 giorni, collegandosi a www.plm.automation.siemens.com/it_it/products/tecnomatix/free-trial/free-jack.shtml
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ict - Cad/Cae e automazione, quale integrazione
richiede di discretizzare il dominio fluido in celle elementari così da ottenere una griglia di calcolo (anche detta mesh), sulla quale applicare dei metodi di risoluzione iterativi al fine di risolvere le equazioni che regolano il fenomeno da analizzare. Una delle aree che ad oggi ha generato risposte autocentranti è quella della simulazione rivolta all’automazione ed all’integrazione tra meccanica, elettronica e, non ultimo, il software di sistema. Diverse le soluzioni che operano secondo una spinta di verticalizzazione; pochi e timidi i tentativi di colloquiare ed interagire con l’immenso patrimonio di simulazione meccanica (ed affine) presente sul mercato. In questo caso le risorse tecniche rimangono distinte. In alcuni casi gli esperti dell’automazione e del software operano all’esterno dell’azienda, realtà in cui diventa complicato cogliere tutte le opportunità ed i vantaggi dell’integrazione. Diversificata l’offerta caratterizzata da prodotti e soluzioni che sostanzialmente sono ad appannaggio di 3 gruppi di fornitori: i software editors del comparto rivolto al ciclo di sviluppo prodotti che negli anni, grazie ad un sapiente mix di sviluppi frutto della propria ricerca e sviluppo e di una politica di acquisizioni, hanno in genere realizzato un portafoglio di offerta completo; le aziende specializzate in codici di calcolo ed ambienti di simulazione che hanno compreso la valenza dell’integrazione con i diversi prodotti CAD e forniscono piattaforme agevoli; i produttori di prodotti verticali e di nicchia atti a risolvere esigenze specifiche che, il più delle volte, operano come elementi a sé stanti non integrati. In questo scenario PTC Creo (it.ptc.com) offre una vasta gamma di soluzioni CAE che consentono ai progettisti e agli analisti CAE di convalidare vari aspetti del prodotto utilizzando direttamente la geometria CAD 3D nella simulazione. Diversi i pacchetti disponibili: PTC Creo Simulation Extension, PTC Creo Advanced Simulation Extension, PTC Creo Tolerance Analysis Extension, PTC Creo Behavioral Modeling Extension, PTC Creo Mechanism Dynamics Extension, PTC Creo Manikin Analysis Extension, PTC Creo Spark Analysis Extension, PTC Creo Fatigue Advisor,
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PTC Creo Plastic Advisor. SIMULIA di Dassault Systèmes (www.3ds.com/it) mette a disposizione funzionalità per la simulazione realistica dei progetti all’interno dell’ambiente di progettazione CATIA. I progettisti possono così utilizzare l’interfaccia a loro familiare di CATIA ed eseguire l’analisi direttamente sul modello master di CATIA. Poiché non servono trasferimenti o conversioni delle geometrie, si evita qualsiasi problema di integrità dei dati. La funzionalità generativa della suite di prodotti CATIA per l’analisi consente una veloce esecuzione delle iterazioni per l’analisi del progetto, dalle parti più semplici agli assiemi più complessi. Il software sfrutta l’architettura knowledge-based di CATIA, che facilita l’ottimizzazione dei progetti in base alle specifiche di prestazione dei prodotti e ai risultati dell’analisi. Autodesk (www.autodesk.it) mette a disposizione i software di simulazione (termo-fluidodinamica, strutturale e stampaggio plastica) inseriti nella suite Autodesk Simulation 360, che comprende: Autodesk Simulation CFD (termo-fluidodinamica) e Autodesk Simulation Mechanical (strutturale); è inoltre disponibile una versione che aggiunge a questi Autodesk Simulation Moldflow (stampaggio e progettazione stampi e parti in plastica). Le aziende possono scegliere tra: software sul proprio desktop: licenze fisiche, perpetue, flottanti o stand-alone. La soluzione ideale per un uso intensivo e continuativo della simulazione; software su Cloud: tramite abbonamento annuale con simulazioni CFD + FEM limitate/illimitate da lanciare sul Cloud di Autodesk; soluzione ibrida (desktop + Cloud) con licenze CFD e FEM su desktop in forma di abbonamento annuale e simulazioni limitate su Cloud. Clienti in diversi settori industriali usano le soluzioni di MSC Software (www.mscsoftware.com) il portfolio di offerta dell’azienda consente analisi lineari e non-lineari a elementi finiti, analisi acustica, interazione fluido-struttura, multi-fisica, ottimizzazione, fatica e durabilità, dinamica multi-body e simulazione di sistemi di controllo. Le soluzioni multidisciplinari di MSC
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ict - Cad/Cae e automazione, quale integrazione
permettono di eseguire analisi accoppiate come: dinamica dei sistemi-strutturale-controllistica, termica-meccanica, multi-fisica, interazione fluido-struttura, propagazione dei danneggiamenti. Grazie a MSC Nastran, l’azienda è diventata un pioniere delle tecnologie per analizzare e prevedere sollecitazioni e deformazioni o per compiere analisi di vibrazione e dinamica, acustiche e termiche, per sostenere le aziende che ritengono i dati ed i processi di simulazione un elemento fondamentale del proprio know-how. MSC Software ha inoltre sviluppato SimManager, una piattaforma dedicata al Simulation Process and Data Management, che permette di effettuare simulazioni complete ed efficienti, ottenendo il meglio da tutte le risorse. COMSOL Multiphysics (www.comsol.it) ha l’obbiettivo di mettere a disposizione un vero e proprio lab on desktop, con cui è possibile sia effettuare simulazioni che coinvolgono singole fisiche - come con uno strumento di simulazione tradizionale - sia combinare fisiche e applicazioni diverse (nel caso specifico, meccanica ed elettronica) tramite un’unica interfaccia integrata. Il flusso di lavoro è identico per qualsiasi. L’architettura modulare di COMSOL Multiphysics permette la specializzazione delle sue capacità di modellazione mediante l’implementazione di moduli dedicati a specifiche applicazioni, utilizzabili singolarmente oppure accoppiabili in base alle necessità dell’utente: grazie a questi strumenti è possibile per esempio effettuare analisi di tipo termo-elettro-strutturale, ma anche termofluidodinamico, acustico, chimico, termico, MEMS ecc. Siemens PLM Software (www.plm.automation.siemens.com) propone un’offerta CAD-CAE orientata verso la totale integrazione e la completa copertura delle possibili casistiche di simulazione: dalla strutturale (statica, dinamica, lineare e non) alla risposta in frequenza, dall’analisi a fatica fino all’analisi acustica. Molti strumenti CAD offrono soluzioni cinematiche che aiutano i progettisti nell’ottimizzazione del percorso meccanico per il controllo delle interferenze. Tuttavia, la cinematica da sola non offre tutte
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le informazioni fondamentali necessarie, perciò il portafoglio di offerta Siemens fornisce funzionalità di simulazione dinamica multi-body che vanno oltre la semplice cinematica. Il range completo di soluzioni per le simulazioni cinematiche e dinamiche multi-body di corpi rigidi e flessibili, unitamente alle analisi fluidodinamiche e termiche costituiscono un set di strumenti utili per le aziende che intendono affrontare la problematica della prototipazione virtuale dei prodotti industriali ricavandone benefici in termini di cost saving. Ma la vera colonna portante nel panorama soluzioni CAD-CAE è il gestore dei dati provenienti dalle analisi CAE: Teamcenter Simulation. La struttura scalabile di Teamcenter semplifica la configurazione e l’avvio delle applicazioni CAE e consente di indirizzare la mole di dati al corrispettivo prodotto che li ha generati garantendone la distribuzione attraverso i vari reparti aziendali. L’accesso protetto e globale ai dati di simulazione nell’ambito del sistema di gestione del ciclo di vita del prodotto (PLM) permette di condividere le informazioni e di collaborare con maggiore efficienza. La standardizzazione dei flussi di lavoro necessari per l’avvio, il monitoraggio, la revisione e l’approvazione dei prototipi digitali garantisce programmi più efficaci; in questo modo tutti i membri dei team possono visualizzare in modo interattivo risultati di analisi strutturali, fluidodinamiche e cinematiche senza dover ricorrere a strumenti complessi. In conclusione, le prestazioni del prodotto sono un elemento fondamentale per il successo di molti bravi produttori. La capacità di un prodotto di soddisfare i requisiti funzionali influisce sui profitti, i costi, il time-to-market, la qualità e, in ultimo, sulla capacità dell’azienda di avere successo in un mercato competitivo. Le aziende non possono più permettersi di trascorrere troppo tempo sulla progettazione dei prodotti per assicurarsi che soddisfino i requisiti delle prestazioni o di verificarli utilizzando più prototipi fisici. Inoltre, poiché i prodotti diventano sempre più complessi, le comuni regole di progettazione e i calcoli manuali non sono più sufficienti a fornire una previsione precisa delle prestazioni del prodotto nel mondo reale.
Vi invita al LANCIO di
GiovedĂŹ 10 luglio 2014 Confermare la Vostra partecipazione a info@firstsolution.it Indicando i dati sotto riportati ( per info sulla location contattare tel. 340.350 6997)
Nome e Cognome: Azienda: E-mail: N. Partecipanti:
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STORIE di successo N Siemens PLM Software
noesim srl Con la tecnologia CAE di Femap e NX Nastran, Noesim offre consulenza avanzata al settore aerospaziale per la progettazione di componenti strutturali, attrezzature di produzione ed equipaggiamenti per la manutenzione a terra.
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oesim nasce nel 2005 dall’esigenza di consolidare le conoscenze e le competenze ingegneristiche e manageriali maturate dai fondatori presso importanti aziende italiane, mettendole a disposizione delle imprese che puntano al successo attraverso l’innovazione e la competitività. In particolare, la società di progettazione e ingegneria con sede a Cesate, poco distante da Milano, ha il proprio core business nel settore aerospaziale, partendo dal quale ha poi esteso il proprio servizio ad altri comparti che richiedono competenze e strumenti di simulazione CAE sia in fase di progettazione che di verifica finale.
Idee chiare L’organizzazione di Noesim è stata impostata fin dall’inizio su basi molto chiare, con un accurato lavoro di definizione delle esigenze operative e degli strumenti che sarebbero stati necessari. “Lavoravamo da anni nell’industria aerospaziale e conoscevamo bene le necessità delle aziende in questo settore,” dice Guglielmo Barbiani, co-fondatore della società. “In primo luogo, esistono consuetudini e standard non codificati fra cui, ad esempio, l’utilizzo di Nastran come solutore. A questo si aggiungeva per noi la necessità di dotarci di uno strumento CAE in grado di interfacciarsi con i diversi pacchetti CAD utilizzati dai nostri clienti”. Per creare un’organizzazione efficiente e competitiva, Noesim ha sviluppato standard e procedure interne indipendenti dai processi dei propri clienti, acquisendo al proprio interno competenze e strumenti software per affrontare problematiche in più discipline: non solo analisi strutturale, sia statica sia dinamica, ma anche materiali compositi, analisi cinematiche, fluidodinamiche e di scambio termico. “Un altro aspetto fondamentale per noi è la qualità,” sottolinea Franco Belloni, titolare di Team3D, partner di Noesim, “intesa come livello di realismo delle simulazioni CAE. Storicamente i codici FEM e l’analisi CAE sono pensati per risolvere problemi lineari, ma nella realtà esistono diverse non linearità, dai problemi di contatto a quelle dei materiali e delle grandi deformazioni. Cercavamo quindi un software che potesse dare alle nostre simulazioni il massimo grado di realismo, consentendoci di spaziare in tutta la gamma di analisi possibili, non solo limitatamente a un ambito.”
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Integrazione e codifica dei processi La scelta di Noesim a favore di Femap è stata determinata da due fattori ulteriori: il costo dell’applicativo proposto da Siemens, in termini non solo di investimento iniziale, ma anche di costi di gestione (TCO) e di formazione del personale, e la possibilità di integrazione con le procedure successive di sviluppo della simulazione. Oltre all’acquisizione delle geometrie CAD, il processo di Noesim prevede anche l’elaborazione dei dati dei calcoli con programmi ad hoc o fogli Excel, pertanto lo strumento CAE prescelto doveva consentire un’integrazione agevole con altri software e moduli add-on sviluppati dalla stessa Noesim. “Nell’ottica di possibili sviluppi e necessità future,” prosegue Belloni, “cercavamo inoltre uno strumento che ci consentisse di strutturare l’accesso ai dati CAE dei progetti, delle simulazioni e delle verifiche svolte per i nostri clienti in processi ben definiti e codificati. Diversamente dal CAD, dove si hanno normalmente procedure e workflow consolidati di sviluppo, verifica e approvazione
Noesim
delle attività o del lavoro svolto e tutti i disegnatori seguono un percorso predefinito, nel CAE il processo è ancora affidato in larga misura ai singoli individui. In quest’ottica, era per noi utile e interessante il fatto che l’offerta di Siemens PLM Software comprendesse anche un applicativo di gestione evoluto come Teamcenter.” “A quel punto la scelta era semplice,” riepiloga Barbiani, “perché con un investimento accessibile potevamo acquisire il nome Nastran, uno strumento nativo Windows che consentiva l’integrazione con altri applicativi per lo sviluppo dell’analisi a valle, un solutore flessibile per vari settori, l’integrazione multiCAD, un pre-post processore FEM che ha la possibilità di interfacciarsi con i clienti che hanno solutori diversi da Nastran.”
Sviluppo costante Noesim ha adottato Femap nel 2006, trovando nella proposta di Siemens PLM Software idee e programmi precisi per lo sviluppo futuro dell’applicativo. “Nell’ottica di avere uno strumento che permettesse simulazioni sempre più realistiche, apprezziamo la chiarezza del percorso di evoluzione del software e il suo costante aggiornamento con nuove funzionalità, come le simulazioni dei contatti, il precarico dei bulloni o la gestione della geometria CAD in modo flessibile e avanzato,” dice Belloni. “Un esempio concreto riguarda la riduzione dei pesi, dove Siemens ha implementato in Femap strumenti che permettono di affrontare interventi di ottimizzazione strutturale e alleggerimento delle parti. In particolare, il modulo di Design Optimization permette già in fase di progettazione di individuare la soluzione ideale a livello di forma, poste le condizioni di carico, vincoli e materiali.” Generalmente, Noesim riceve dal cliente un modello CAD, che viene ripulito da feature e dettagli non utili ai fini dell’analisi successiva. Si passa quindi alla realizzazione della mesh e all’applicazione di carichi, vincoli e proprietà dei materiali, procedendo poi all’analisi e alla valutazione dei risultati con la produzione di un report di calcolo finale, che può andare da una semplice nota a una relazione dettagliata da sottoporre a un ente certificatore. Oltre a questa attività di semplice verifica del comportamento funzionale di un prodotto sviluppato dal cliente, Noesim fornisce anche due tipologie di servizi di supporto più avanzati, come spiega Belloni. “Il nostro intervento può cominciare già nella fase di sviluppo del prodotto. Con l’acquisizione delle geometrie CAD che il cliente ha realizzato in fase di progettazione preliminare, realizziamo un modello FEM che permette di fare le valutazioni ingegneristiche utili a fornire al cliente un feedback accurato circa le modifiche necessarie. L’iterazione fra il modello FEM e la nuova geometria CAD richiede necessariamente uno strumento efficiente come Femap, che consente di aggiornare anziché ripetere alcune operazioni, e un solutore di qualità come NX Nastran, che permette di minimizzare il gap fra simulazione e comportamento reale delle strutture, abbattendo i costi di prototipazione per il cliente.” La terza attività riguarda lo sviluppo di metodologie, soprattutto al di fuori del settore aerospaziale, dove le aziende vogliono capire come utilizzare gli strumenti CAE per risolvere in modo
più standardizzato le problematiche relative ai loro prodotti. “Un esempio è lo studio che abbiamo svolto su un coperchio per un recipiente in pressione,” racconta Barbiani. “Il cliente ha imparato ad applicare il metodo per ottenere la riduzione dei pesi a parità di resistenza, oltre a inserire le analisi nel processo di sviluppo del prodotto. Così facendo, le risorse dedicate alla progettazione del prodotto possono applicare e utilizzare direttamente le metodologie di analisi, pur non avendo esperienze specifiche e competenze avanzate. Si tratta quindi di un servizio di consulenza finalizzato a rendere autonomo il cliente.”
Benefici ad ampio spettro È proprio nello sviluppo di metodologie che Femap si è dimostrato più utile ed efficace, grazie alle ampie possibilità di configurazione e personalizzazione. “Femap può essere personalizzato e arricchito con strumenti per automatizzare tutto il processo di generazione del modello, analisi, calcolo e gestione dei dati,” spiega Belloni. “Risulta molto comodo sviluppare programmi per l’estrazione e la gestione dei dati, anche per una realtà piccola come la nostra e quindi standardizzata sui pacchetti Microsoft. Femap è nativo Windows e genera documenti in forma di tabella di Excel, già strutturati, senza alcuna importazione o formattazione. Questo significa riduzione dei tempi, ma anche certezza sulla correttezza del dato, perché vengono eliminati i passaggi manuali soggetti a errore. Il fatto che Femap sia nativo Windows consente infine di sfruttare al meglio le risorse hardware, senza bisogno di macchine estremamente potenti per analizzare modelli complessi con centinaia di parti.” Per le stesse ragioni, il CAE di Siemens PLM Software risulta facile da apprendere e intuitivo nell’uso, grazie a un’interfaccia familiare, organizzabile e gestibile. “I comandi si trovano rapidamente,” conferma Barbiani. “Femap è semplice da usare anche per chi non ha mai utilizzato uno strumento CAE. Questo aspetto è apprezzato dai neofiti e dagli studenti che, tramite una convenzione con il Politecnico di Milano, svolgono presso di noi periodi di tirocinio di 2-3 mesi, durante i quali possono concentrarsi sulle problematiche ingegneristiche piuttosto che imparare semplicemente a utilizzare il software. Normalmente restano stupiti dalla potenza e dalla versatilità di Femap rispetto ad altri strumenti che hanno in università.”
Da cliente a partner Noesim può contare sul supporto tecnico e commerciale di Team3D, il Partner di Siemens PLM Software che segue l’azienda di Cesate fin dalla prima implementazione di Femap. “Nel corso degli anni, il nostro rapporto si è evoluto e Noesim è diventato un vero e proprio partner,” racconta Antonio Martinelli, Sales Director di Team3D, “perché il loro know-how ci permette di offrire una consulenza avanzata ad altri clienti. Citando ad esempio un cliente con problemi di rottura su uno stampo: grazie alle competenze di Noesim e ai nostri strumenti FEM, abbiamo subito capito le problematiche a livello di raffreddamento e abbiamo individuato una soluzione adeguata.”
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company to watch V Di Elisa Maranzana
Innovazione e rapidità come ricetta per il successo Nel 1998 Vipa ha fatto il suo ingresso nel mercato italiano mettendo a disposizione dei clienti un’offerta completa che comprende PLC, HMI, Bus di Campo e soluzioni per il motion control. Tecnologie innovative e capacità di rispondere in tempi rapidi alle esigenze del mercato sono i punti di forza che hanno permesso a Vipa Italia di continuare a competere con successo.
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progressi in ambito tecnico e scientifico degli ultimi anni hanno dato il via ad un’epoca caratterizzata da una intensa proliferazione di tecnologie e sistemi diversi che si trovano a dover coesistere all’interno dei processi industriali. Un ambito in cui è sempre più sentita la necessità di poter contare su una system integration affidabile, che consenta alle imprese di continuare a operare in maniera efficiente. Allo stesso modo sono sempre di più gli impianti e le apparecchiature che vengono progettati con l’obiettivo di poter essere connessi facilmente con altri, per arrivare a creare un unico sistema completo, integrato e ricco di funzionalità. Un ambito in cui da quasi trent’anni opera la tedesca Vipa GmbH (www.vipa.com), nata a Erlangen nel 1985 come System Integrator per sistemi di automazione industriale e affermatasi successivamente sul mercato internazionale come produttore di sistemi completi e non solo di componenti. Uno
Luigi Bernardelli
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specialista che nel corso degli anni è riuscito a guadagnarsi una importante fetta di mercato esportando e prestando supporto in oltre 60 Paesi nel mondo, grazie a una rete capillare che copre tutti i continenti. Sedici anni fa Vipa ha aperto anche una filiale in Italia, con una sede a San Zeno Naviglio, in provincia di Brescia che comprende gli uffici commerciali, il magazzino e l’ufficio tecnico. Era il 1998, infatti, quando Wolfgang Seel, fondatore e attuale presidente di Vipa GmbH, e Luigi Bernardelli, CEO di Vipa Italia (www.vipaitalia.it), si incontrarono con l’intento di creare una struttura capillare per il mercato italiano, capace di fornire un supporto rapido e diretto, grazie anche a un magazzino efficiente e in grado di garantire tempi di consegna veloci. Oggi la struttura si avvale di una trentina di agenti plurimandatari che coprono l’intero territorio nazionale. “Vipa Italia – ci spiega Luigi Bernardelli – mette a disposizione del mercato un’ampia offerta di prodotti, caratterizzata da compatibilità software e alta qualità, in grado di trovare applicazione in svariati settori, dal food al packaging, dall’energia ai trasporti. Proponiamo ai nostri clienti sistemi PLC, bus di campo, componenti per sistemi SIMATIC S5 e S7 di Siemens, ASIC Profichip per bus di campo, interfacce HMI-Touch Panel, connettori EasyConn”. Velocità di esecuzione delle applicazioni e completezza della gamma sono quindi tra i principali punti di forza di Vipa Italia che, a seguito dell’acquisizione da parte di Yaskawa
Vipa
(www.yaskawa.eu.com) avvenuta lo scorso anno, ha potuto ampliare ulteriormente la propria gamma di prodotti aggiungendo soluzioni per il motion control. SPEED7 è l’elemento che rende davvero innovativa l’offerta di Vipa. Si tratta di una tecnologia sviluppata dall’azienda che viene considerata particolarmente all’avanguardia nel mondo PLC poiché consente un miglioramento di tutti gli indici di performance. “SPEED7 – precisa Bernardelli – è la sola open source technology sul mercato che consente di effettuare il processo di istruzione in Step7 di Siemens in codice nativo senza la necessità di interpretare il linguaggio. Grazie a questa tecnologia, Vipa può essere considerata fra i leader in ambito PLC”. Oltre alla gamma di prodotti, Vipa si distingue nel panorama italiano per il ridottissimo time to market. “Una volta identificata l’esigenza del mercato – continua Bernardelli – siamo in grado di trovare la soluzione adeguata in modo molto rapido ed
efficiente e di proporla immediatamente ai nostri clienti, che sono messi in grado di fornire risposte in tempi ristretti ai propri clienti. Abbiamo investito nei tempi di consegna per far fronte al periodo di crisi con il quale le aziende debbono comunque far i conti. È anche grazie alle nostre soluzioni, infatti, che alcune aziende italiane sono riuscite a distinguersi a livello internazionale per la capacità di ideare macchine e impianti caratterizzati da prestazioni molto elevate in tempi relativamente brevi.” A seguito dell’acquisizione da parte di Yaskawa, il patrimonio tecnologico e di prodotti di Vipa Italia si è arricchito, portando l’azienda allo sviluppo e alla distribuzione di soluzioni in grado di integrare motion, comando e visualizzazione. Uno dei miglioramenti associati è lo sviluppo di un’innovativa piattaforma software comune chiamata SPEED7 Studio, che sarà disponibile entro la fine del 2014.
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Speciale Eventi
Big Event
Di Umberto Cugini - Massimo Fucci
BIG BANG:
Evolution or disruption “Vivere del cambiamento” era il leitmotif che ha caratterizzato, alcuni anni orsono, le aziende che hanno continuato a competere con successo.
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l cambiamento non si riferiva solo a variazioni incrementali dello status quo, ma contemplava la mutazione del modus operandi. Questo fenomeno ha caratterizzato discipline e tecnologie relativamente recenti (elettronica ed informatica) e sta ora interessando il mondo della meccanica e quindi l’intero processo di sviluppo prodotti. Una sfida da comprendere e affrontare che viene trattata nel BIG EVENT di EventImpresa. Nell’era della Constant Innovation i vecchi paradigmi dello sviluppo prodotto sembrano tutti saltare di fronte al Big Bang generato dalla rapida evoluzione e disponibilità sul mercato delle Exponential Technologies, cioè tutta la tecnologia sofisticata, in grandi volumi, a basso costo ed alta integrabilità, che si rende disponibile grazie all’avverarsi della previsione fatta nel 1965 da Gordon Moore (uno dei fondatori di INTEL) che il processing power dei semiconduttori, a parità di prezzo, sarebbe raddoppiata ogni 12/24 mesi. Questa previsione, nota come la legge di Moore, si sta rigorosamente avverando ogni anno da quasi 50 anni, e non sembra essere giunta al suo capolinea, autorizzando così previsioni a breve di smartness inclusa in ogni minuscolo sensore, attuatore, componente che permetterà di ideare e rapidamente assemblare sistemi sempre più sofisticati ma sempre a basso costo ed in tempi molto rapidi. Questo è quanto sostengono Larry Downes e Paul Nunes nel loro recentissimo libro “ BIG BANG Disruption” (Penguin, 2014) Tutto questo riguarda il mondo diretto dell’ICT e dintorni, ma sembra interessare solo marginalmente quanto attiene al mondo della meccanica. Ma siamo proprio sicuri che anche in questo mondo tradizionalmente conservatore e caratterizzato da innovazioni incrementali non certo esasperate in modo esponenziale da locali leggi di Moore, non ci sia qualcosa di simile? In realtà anche il mondo della meccanica sta per fronteggiare una sua BIG BANG Disruption. E questo grazie all’inizio della diffusione sul mercato delle tecnologie di Multimaterial Additive Manufacturing (MAM) che cambiano drasticamente le regole del gioco della produzione e quindi della progettazione di componenti ed apparati meccanici.
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Con l’avvento del MAM possono scomparire, per quanto riguarda la forma, i vincoli stringenti della fabbricabilità ( per deformazione o per asportazione di materiale ) ed inoltre non si è più limitati alla uniformità del materiale poiché questa nuova tecnologia permette di variare il materiale e quindi le caratteristiche meccaniche localmente. Siamo quindi di fronte ad un cambiamento che richiede di riconsiderare in modo abbastanza radicale e non in modo incrementale, sia i metodi che gli strumenti per progettare. Poter immaginare e quindi progettare componenti meccanici senza i vincoli stringenti sulla forma dettati dalla fabbricabilità con i processi tecnologici attuali e potendo variare localmente, sulla base delle esigenze progettuali, le caratteristiche meccaniche locali, cambia il modo di progettare e quindi esige nuovi strumenti di supporto, in particolare implica un rapporto diverso tra le fasi di modellazione, simulazione ed ottimizzazione. Il supporto informatico alla progettazione, che alcuni vendors definiscono come “Digital Prototyping” nasce con i primi sistemi CAD basati su modellatori geometrici 3D volumetrici e/o per superfici agli inizi degli anni ’80. Quindi è più di 30 anni che il mondo della meccanica è sollecitato, supportato dalla tecnologia, che via via è diventata sempre più completa, affidabile ed economica, a cambiare approccio cioè a concentrarsi sulla formalizzazione e razionalizzazione del processo logico di progettazione invece che utilizzare la tecnologia 3D come semplice supporto per la produzione della documentazione finale del progetto, siano essi i tradizionali disegni tecnici o i più sofisticati e moderni modelli 3D. Esiste da tempo la tecnologia per produrre, con gli ovvi vantaggi che ne conseguono, “Prototipi Virtuali” che sempre virtualmente si possono testare ed in certi casi usare e quindi ottimizzare. Il cambiamento radicale del metodo di progettazione dovrà portare ad un ripensamento e ad una diversa interazione tra i singoli moduli già esistenti di modellazione, simulazione ed ottimizzazione ed ovviamente questo avrà un impatto non banale sull’ intero processo del ciclo di vita dei prodotti ( PLM ) nel quale tutto questo è gestito.
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Data e luogo:
Contatti:
www.eventimpresa.it
25 settembre 2014 - ore 9.00 Politecnico di Milano Via La Masa, 1/Milano
Segreteria Organizzativa: Arianna Bertotto 02/95958990
Il punto critico in questo cambiamento non è certo la mancangement e collaboratori sono costretti – pena l’uscita di scenaza della tecnologia di base, che esiste ed è affidabile da tempo ad un ripensamento ed alla razionalizzazione del processo che e nemmeno nell’infrastruttura IT che oramai mette a disposiziogestire proattivamente l’opporData e luogo: ne possa fare uso invece cheContatti: Iscrizione Online: ne “architetture per tutte le teste e tutte le tasche” , nonché tunità offerta dal cambiamento epocale sulla possibilità di 25 settembre 2014 ore 9.00 Segreteria Organizzativa: www.eventimpresa.it software applicativi in grado di operare velocementePolitecnico nella fabbricare. di Milano Arianna Bertotto progettazione, nella simulazione e nella 3D-Experience Digitale Con queste premesse si sta preparando il BIG EVENT di EvenVia La Masa, 1/Milano 02/95958990 ed immersiva. timpresa. Un’ opportunità per comprendere, confrontarsi e farsi Ancora una volta il punto critico sta nel fattore umano: manaascoltare.
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Speciale Eventi Di Elisa Maranzana
TPA: Condividere esperienze per vincere le sfide del futuro TPA Italia è la nuova piattaforma fieristica B2B a cadenza biennale dedicata ai sistemi di azionamento, trasmissione di potenza e fluidotecnica. La sua prima edizione ha visto la presenza dei più importanti player di settore.
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ollaborare, innovare e competere. Questo il messaggio portante lanciato da TPA Italia (www.tpa-italia.com/it) - la nuova piattaforma fieristica B2B - che si è svolta dal 6 al 9 maggio a Milano. Un progetto coraggioso e ambizioso nato dall’unione delle competenze di Hannover Messe e Fiera Milano e da una forte volontà di innovazione, declinata in ogni aspetto della manifestazione, dalle aree espositive a quelle dedicate ai convegni.
nerale della filiale italiana di Deutsche Messe – non ha voluto essere semplicemente un momento di incontro tra domanda e offerta, bensì una vera e propria piazza, dove incontrare altre realtà con cui collaborare e gettare solide basi su cui costruire un futuro. Le imprese, infatti, migliorano le proprie capacità di competere se si applicano finalmente nuovi (vecchi) concetti: cooperazione, impegno reciproco, gioco di squadra e in un certo senso dal superamento del concetto di concorrenza, poiché sono unite tra loro nel perseguire obiettivi comuni: promuovere se stesse, il settore e al tempo stesso operare per fare il sistema paese.”
TPA Italia ha offerto un alto livello di visibilità a tutte quelle realtà che intendono operare sui mercati esteri, oltre che mantenere la propria presenza in quello nazionale. Un obiettivo facilitato se le aziende imparano a fare rete. “Questa fiera – ci spiega infatti Andreas Züge, Direttore Ge-
Per poter collaborare in maniera efficace sono necessari buoni presupposti ed il contesto adatto. Chi organizza fiere deve infatti essere particolarmente sensibile a quelle che sono le necessità di chi espone. “Oggi gli espositori valutano attentamente i contenuti tematici e di approfondi-
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Speciale TPA - SMC Italia
mento di una manifestazione, oltre che il programma degli eventi – continua Andreas Züge – vogliono sapere in anticipo l’affluenza prevista, quali saranno i visitatori e le loro profilazioni”. Proprio per questi motivi Hannover Messe ha deciso di coinvolgere attivamente - durante i mesi che hanno preceduto l’evento - non solo gli espositori, ma anche esperti e analisti del mercato provenienti da associazioni di categoria, università, enti di ricerca, rilevazione e analisi dei dati. Una metodologia, questa, che ha generato aspettative alle realtà che hanno deciso di aderire a questa nuova formula fieristica. Centro nevralgico di TPA Italia è stata un’area espositiva, in cui hanno trovato spazio le Solution Hub, tre aree tematiche dedicate ciascuna a un settore specifico: Advanced Automation, Mobile Hydraulics, e Industrial. Obiettivo di questi spazi, particolarmente apprezzati dagli operatori del settore, è stato proprio quello di diventare centri nodali e parte integrante di un concetto d’interazione, interscambio e networking tra le eccellenze del mondo industriale e quelle rappresentate da alcuni dei più importanti enti e laboratori di ricerca nazionali e internazionalmente riconosciuti. Presso ogni Solution Hub, infatti, sono stati posizionati 8 showcase a disposizione delle aziende per la presentazione di video e di casi applicativi in uso presso le realtà industriali. Buoni i commenti a caldo degli espositori che abbiamo incontrato durante i primi momenti della manifestazione. Domenico di Monte, Marketing Manager di Camozzi. “L’Italia è il secondo mercato europeo e il quinto a livello mondiale per quanto riguarda il comparto della pneumatica e deve avere una fiera di riferimento. Siamo fiduciosi del fatto che questa manifestazione
possa riacquistare il valore che aveva in parte perso negli ultimi anni, passando in secondo piano rispetto ad altri eventi internazionali. Sicuramente il nuovo ingresso gestionale di Hannover Messe ha portato ad un cambio di marcia e questa è una delle ragioni che ci hanno portato a riprovare a partecipare a questa fiera”. Assolutamente positive anche le impressioni a caldo di Angelo Colombo, General Manager di Elettrotec. “Sono molto impressionato da questa organizzazione – ha commentato – si percepisce nettamente il cambiamento, a livello di ordine negli spazi, di attenzione per i clienti e di organizzazione generale della fiera. Sono anche positivamente colpito dall’affluenza dei visitatori che, per essere i primi momenti della manifestazione, pensavo sarebbe stata molto più scarsa. Speriamo veramente che TPA Italia possa essere un punto di svolta per l’economia italiana”. La manifestazione ha infatti raggiunto oltre 7.500 presenze, di cui il 26% stranieri da 61 paesi. Una grande partecipazione che ha interessato sia la parte espositiva - rappresentata da 160 espositori in rappresentanza di oltre 200 aziende di 17 paesi diversi - sia il ricco programma di convegni e workshop proposti. Qui costruttori di macchine, end user, delegazioni estere provenienti da vari paesi e rappresentanti della stampa, nazionale ed internazionale, hanno trovato un’occasione per aggiornarsi e informarsi sulle più nuove tecnologie e soluzioni d’avanguardia che aiutano a mantenere quel vantaggio competitivo che permette all’Italia di posizionarsi ai primi posti delle classifiche europee e mondiali. Forte di questa esperienza, TPA ITALIA rilancia l’appuntamento per il 2016 con la promessa di continuare nel tempo a rafforzare la collaborazione con le aziende e le sinergie con un mercato caratterizzato da una variabilità e dinamicità crescenti.
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Speciale Eventi Di Elisa Maranzana
Esperti di innovazione, qualità e sostenibilità Con quasi quarant’anni di esperienza, SMC Italia si affaccia sul mercato con una strategia che mette al primo posto innovazione e qualità dei prodotti; l’azienda sceglie TPA Italia come vetrina per il suo portfolio di offerta, recentemente rinnovato in linea con la politica societaria basata su sostenibilità ambientale e risparmio energetico.
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nnovazione continua, investimenti in ricerca e sviluppo, operatori e tecnici qualificati, qualità dell’offerta e una particolare attenzione in tema di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. Tutti fattori imprescindibili che costituiscono il DNA di SMC Italia (www.smcitalia. it), consociata della multinazionale giapponese SMC Corporation, azienda specializzata nella produzione di componenti pneumatici per l’automazione industriale. Il range di prodotti offerti comprende: trattamento aria, valvole,
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cilindri, raccordi e tubi, ma anche componenti per il vuoto, valvole e dispositivi per il controllo dei fluidi, attuatori elettrici, posizionatori E/P, essiccatori – termo controllori e filtrazione industriale. Quest’anno SMC ha deciso di partecipare alla prima edizione di TPA Italia, la nuova piattaforma fieristica B2B dedicata ai sistemi di azionamento, trasmissione di potenza e fluidotecnica; scelta che si integra perfettamente nel processo di crescita iniziato circa quarant’anni fa e che, nel tempo, ha portato l’azienda a
Speciale TPA - SMC Italia
Walter Severgnini
raggiungere una posizione di leadership a livello internazionale. Presente sul mercato italiano dal 1977 con una sede centrale a Carugate - in provincia di Milano - e uno stabilimento produttivo a Carsoli (L’Aquila), l’azienda opera oggi sul nostro territorio con una struttura composta da oltre 300 collaboratori altamente qualificati in grado di garantire un servizio di elevata qualità ai clienti. “Siamo più che mai consapevoli che, nel contesto attuale – afferma Walter Severgnini, Business Development Manager SMC Italia – qualità, innovazione e un servizio di alto livello sono le caratteristiche fondamentali che ogni azienda deve avere per essere vincente sul mercato”. Plus di SMC Italia sono, infatti, da un lato uno staff composto da tecnici competenti e da una rete di vendita capillare, dall’altro un impegno costante profuso nella ricerca di soluzioni personalizzate in grado di risolvere in toto le problematiche di ciascun cliente. “Ogni giorno – aggiunge Severgnini – lavoriamo per garantire un reale vantaggio competitivo alle aziende che scelgono di rivolgersi a noi, offrendo prodotti leggeri, funzionali, miniaturizzati, a basso consumo energetico e realizzati senza elementi inquinanti quali cadmio, piombo e mercurio”. In un momento come questo, infatti, è essenziale che ogni azienda tenga in dovuta considerazione il fattore sostenibilità, argomento che SMC sembra avere molto a cuore. “Siamo consci del fatto – continua Severgnini – che una corretta
gestione delle energie riduce gli sprechi e offre, ad esempio, una diminuzione dell’utilizzo di aria compressa fino al 50 per cento. A questo proposito, abbiamo creato un sistema diagnostico per il rilevamento delle perdite di aria compressa - l’ALDS - esposto in occasione di TPA Italia sia presso il nostro stand, sia all’interno della solution hub dedicata all’automazione”. L’azienda impiega le proprie energie al fine di fornire non solo prodotti di alto livello, ma anche un servizio completo, creando un rapporto sinergico di fiducia e cooperazione col cliente. TPA Italia ha offerto a SMC Italia un’occasione per fornire una panoramica della propria offerta, proprio nel corso di un processo di rinnovamento dei prodotti, in linea con la politica aziendale di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. La manifestazione, infatti, ha abbracciato quasi tutti i settori industriali e di riflesso anche tutti quelli che sono i mercati di rifermento di SMC. “TPA Italia – conclude Severgnini – è stata una interessante vetrina per presentare la nostra ormai collaudata gamma di attuatori elettrici della serie LE, ampliata con le ultime versioni rilasciate di cui fanno parte il modello a profilo ribassato e il modello LEM Multi-position a programmazione semplificata con l’apposito controller. A questa linea di prodotti si aggiunge inoltre la pinza elettrica LEH, montata direttamente su un robot Denso di K.L.A.IN.robotics, con l’obiettivo di mostrare ai visitatori della manifestazione come lavora il componente accoppiato al robot antropomorfo in una tipica applicazione di Pick&Place funzionante”.
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www.smcitalia.it
Speciale Eventi
BI-MU
BI-MU:
la vetrina per l’intero settore dell’industria manifatturiera Dal 30 settembre al 4 ottobre 2014 nel quartiere espositivo di fieramilano si tiene BI-MU, una delle più qualificate e storiche manifestazioni internazionali dedicate all’industria delle macchine utensili, dei sistemi di produzione, dei robot e di tutte le tecnologie annesse. In occasione della ventinovesima edizione della manifestazione, abbiamo intervistato Alfredo Mariotti, direttore di UCIMU, l’associazione dei costruttori italiani specializzati nel settore.
Come si preannuncia l’edizione 29 di BI-MU? La ventinovesima edizione della biennale italiana della macchina utensile - in scena dal 30 settembre al 4 ottobre 2014 riporta a Fieramilano il meglio della produzione internazionale di macchine utensile a asportazione e deformazione, robot, sistemi di automazione e tecnologie ausiliarie. BI-MU è una mostra che non ha certo bisogno di presentazioni: da circa sessant’anni è il palcoscenico privilegiato per comprendere verso quali orizzonti si muove il settore e ad ogni edizione si rinnova, presentando una rassegna sempre al passo coi tempi, delineata indagando i nuovi comparti dell’industria italiana di settore e i relativi campi di applicazione, con l’intento di interpretare le esigenze e le opportunità connesse alle ultime innovazioni industriali. Così, anche quest’anno, la mostra - fedele alla sua natura di anticipatrice e rilevatrice di nuove tendenze - oltre alle imprese costruttrici di macchine utensili e ai produttori di subfornitura tecnica e servizi per l’industria, che si ritroveranno nel tradizionale salone SFORTEC, apre a Start-up e Fab-Lab, moderne realtà produttive che realizzano stampanti 3D, taglierini laser, scanner tridimensionali. Vere palestre per progettisti e inventori che lavorano con le nuove tecnologie applicabili all’industria; queste realtà, che saranno ospitate nell’area rapid prototyping & 3d realizzata in collaborazione con CIS, sono laboratori di creatività, piccole evolute “botteghe” dove giovani ingegneri e moderni artigiani digitali trovano il loro centro di aggregazione, confronto e sperimentazione, luoghi in cui prendono vita innovativi progetti, realizzati con strumenti “open source” spesso anche condivisi in rete. Come organizzatori della mostra e rappresentanti di uno dei settori tecnologicamente più innovativi, siamo consapevoli che ci troviamo all’inizio di una “nuova rivoluzione industriale” che potrebbe avere ricadute anche sui nostri comparti, magari aprendo nuovi segmenti ad affiancare i tradizionali makers.
Quali i temi caldi che verranno affrontati? Come da tradizione, clou dell’evento sarà la rassegna delle più evolute tecnologie di produzione; come è stato nel 2012, quando la mostra ha accolto più di 3.000 macchine per un valore complessivo di 466 milioni di euro e quasi 59.000 visite. Alla mostra di macchine utensili, cui come detto si somma l’appuntamento con SFORTEC, specifico salone che offre un’ampia panoramica di subfornitura tecnica, saldatura, robotica, trattamento e finitura superfici, utensileria, componenti e accessori. L’evento del prossimo ottobre sarà ricco di proposte interessan-
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Speciale Eventi
BI-MU
Alfredo Mariotti
ti: oltre all’area rapid prototyping & 3d, gli operatori potrenno visitare IL MONDO DELLA FINITURA DELLE SUPERFICI, esposizione della più qualificata offerta dei costruttori di impianti di finitura e FOCUS MECHA-TRONIKA (organizzata in collaborazione con AIdAM e SIRI), area che nasce come “spin-off espositivo” della omonima manifestazione in scena a Milano nel 2013, per ospitare le “soluzioni intelligenti” capaci di ottimizzare la gestione di macchine e processi industriali. A queste iniziative si aggiungono quelle organizzate per valorizzare la presenza dei visitatori in mostra, come il classico appuntamento con la rassegna convegnistica di QUALITY BRIDGE e PIANETA GIOVANI, spazio dedicato agli studenti interessati a comprendere contenuti e caratteristiche del settore dei sistemi di produzione. PIANETA GIOVANI, area allestita all’interno di ogni edizione di BI-MU che, dal 1995 ad oggi ha offerto a migliaia di giovani l’opportunità di verificare direttamente l’altissimo contenuto professionale del lavoro svolto dagli addetti alla produzione di macchine utensili, quest’anno presenta i reali contorni del settore attraverso “un’isola” progettata per offrire un ideale percorso interattivo agli studenti in visita. Grazie alle attrezzature installate, i ragazzi potranno simulare tutte le fasi di realizzazione di un prodotto, dalla progettazione CAM e CAD e quella di simulazione a controllo numerico, a quella di verifica e controllo service. Oltre a questo percorso pratico e formativo gli studenti potranno provare l’esperienza tecno-sensoriale offerta dalla stanza di simulazione 3D, che mostrerà le evolute tecniche di realtà virtuale, e quella visivo-didattica offerta dalla mostra “Tra realtà e fumetto”, organizzata da UCIMU con la collaborazione di SIRI e del museo WOW-Spazio fumetto. L’area PIANETA GIOVANI, ospiterà inoltre la prima edizione del Campionato del tornitore e la cerimonia di consegna dei PREMI UCIMU. Banditi da oltre trentasette anni con l’obiettivo
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di promuovere la competitività dell’industria italiana derivante dall’evoluzione di prodotti, tecnologie di lavorazione e fattori abilitanti, collegati al settore della macchina utensile, i premi sono destinati agli studenti che hanno realizzato un elaborato di laurea in attinenza con il settore della macchina utensile. Ma le novità non finiscono qui: l’edizione 29 di BI-MU ospita una speciale mostra nel segno dell’eccellenza del manifatturiero made in Italy, con alcuni gioielli di tecnologia della celebre casa automobilistica Ferrari a guadagnare un ruolo primario nel contesto espositivo. I visitatori di BI-MU potranno ammirare diverse “opere” Ferrari: dalle favolose vetture anni ’70, come la splendida Dino 246 Gran Turismo, ai modelli di successo degli anni ’80, rappresentati dalla 328 Gran Turismo Spider e dalla celebre Testarossa, per arrivare alle supercar degli anni 2000, come l’avanguardistica 550 Maranello, considerata tutt’oggi uno dei modelli più belli e evoluti mai prodotto dalla casa del Cavallino rampante, auto che segnò il ritorno della Ferrari nel segmento delle berlinette sportive a motore anteriore. Un’occasione imperdibile per riscoprire il genio creativo e il savoir-faire produttivo che da sempre contraddistinguono il made in Italy nel mondo; Ferrari del resto è un’icona del Belpaese. La tradizione e il prestigio del marchio risplende in tutto il mondo, con la luce di una storia unica e irripetibile, fatta di trionfi e modelli divenuti icona. Lo spazio mira a raccontare il costante progresso tecnologico del marchio del cavallino, a testimonianza della capacità creativa e produttiva degli italiani, vero cuore pulsante della manifestazione. Quali le aspettative in merito al mercato di riferimento? Il 2014 sarà l’anno della ripresa per le industrie costruttrici di macchine utensili, robot e automazione; la produzione crescerà del 4,6%, arrivando a sfiorare i 5 miliardi di euro. Bene faranno anche le esportazioni, che risultano in crescita del 4,6% e registreranno un nuovo record attestandosi a 3,78 miliardi di euro, mentre resterà stabile il rapporto export/produzione che si confermerà pari a 75,6%. Dopo tre anni di calo, le consegne dei costruttori torneranno di segno positivo in virtù di un incremento del 4,7% e si attesteranno a 1,2 miliardi di euro, trainate dalla ripresa del consumo domestico che raggiungerà i 2,1 miliardi di euro, il 4,4% in più rispetto al 2013. Anche l’import beneficerà, seppur in misura minore, della ripresa della domanda espressa dagli utilizzatori italiani, salendo a quota 925 milioni di euro, in crescita del 3,9% rispetto al 2013.
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Elettronica Di Valerio Alessandroni
Le nuove frontiere della tecnologia elettromeccanica Il relè, il dispositivo elettromeccanico per eccellenza, è comandato da una corrente per influenzare le condizioni di un altro circuito. Robusto e affidabile, esso è ancora ampiamente utilizzato nelle applicazioni di automazione, nonostante l’avvento delle logiche di tipo elettronico.
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er molti anni, i quadri a relè hanno rappresentato la tecnologia più comune per realizzare quadri di controllo industriale. Questi componenti presentano infatti alcuni importanti vantaggi: sono dispositivi semplici e robusti, permettono di realizzare funzioni complesse, hanno un’ampia diffusione in tutto il mondo e sono facili da capire e da utilizzare. Ciò ne compensa ampiamente gli svantaggi, come il numero limitato di contatti, la ‘rigidità’ del cablaggio e la mancanza di capacità diagnostiche. In sostanza, il relè nasce come un interruttore che viene azionato elettromagneticamente. La definizione data dalle norme CEI aggiungono qualche elemento in più: “Il relè è un apparecchio destinato a provocare predeterminati cambiamenti di stato nei suoi circuiti elettrici di uscita, quando si verificano particolari
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condizioni di alimentazione nei suoi circuiti di entrata”. Oggi, il mercato offre una grande varietà di relè, le cui caratteristiche elettriche essenziali si possono ricondurre a caratteristiche elettriche dell’ingresso di comando: tensione, frequenza e corrente assorbita; capacità di commutazione dei contatti; corrente nominale massima, potere di interruzione; livello d’isolamento tra i due circuiti, solitamente dell’ordine di centinaia o migliaia di volt. Ai primi relè elettromeccanici si sono successivamente affiancati componenti basati sulla tecnologia elettronica. I vantaggi principali dei relè elettromagnetici sono un ottimo isolamento galvanico (che può essere superiore a 20 G), una dissipazione contenuta, una buona tenuta dei contatti nei casi di sovraccarico di breve durata e un’eccellente rigidità dielettrica, che può arrivare a 4.000 V c.a.. Persino la relativa lentezza dei relè elettromagnetici rispetto ai modelli statici ha spesso effetti
le nuove frontiere della tecnologia elettromeccanica
positivi, permettendo di salvaguardare questi dispositivi contro i guasti prodotti da microinterruzioni di corrente e impulsi parassiti, che sono invece dannosi per i relè statici. Inoltre, la frequenza di commutazione è elevata, non si hanno rimbalzi e la vita utile è praticamente illimitata. L’ampio spettro di prodotti presenti sul mercato non semplifica certo la scelta. Il criterio principale resta comunque quello del miglior compromesso tra le caratteristiche del modello adottato e la destinazione d’uso. Da questo punto di vista vanno tenuti presenti soprattutto i bisogni reali (non scegliendo né modelli troppo sofisticati - quindi costosi - se non sono strettamente indispensabili, ma neppure prodotti il cui uso è costantemente ‘al limite’ delle loro possibilità) e la manutenzione. Altrettanto importanti sono gli aspetti più strettamente tecnici. Per esempio, vi sono diversi elementi che influenzano l’ambiente in cui un relè è chiamato ad operare, a cominciare dai problemi posti dalle cariche elettriche: induttive, resistive, particolari (lampade ad incandescenza), per ciascuna delle quali è adatto un diverso tipo di relè. Tra le aziende presenti in questo segmento di mercato vi è Panasonic, che ha recentemente introdotto il relè bistabile DW-H. Esso può gestire spunti in corrente fino a 100A per 5 ms e ha una capacità di commutazione nominale di 16A/277Vc.c.. Finder ha invece introdotto nuovi relè di controllo tensione per reti monofase o trifase. I tipi 70.11, 70.31 e 70.41 permettono il controllo di sottotensione e sovratensione, sequenza fase, mancanza fase, asimmetria e mancanza neutro. I relè a stato solido Weidmueller sono offerti in diverse forme costruttive, dal morsetto componibile allo zoccolo innestabile su guida di supporto. Fornibili con tensioni nominali 5...230 V sul lato ingresso, commutano e amplificano senza contatto segnali digitali nella tecnica dell’automazione. Presso Siemens, infine, i nuovi relè di controllo Sirius 3UG aumentano la disponibilità e la produttività di impianti e macchine, proteggendoli da sovracorrente, errata sequenza delle fasi o sovratensione. I dispositivi offrono valori di soglia e modi di funzionamento liberamente parametrizzabili, forniscono chiare informazioni diagnostiche e possono correggere un’errata sequenza delle fasi. Il driver principale che condurrà l’evoluzione dei relè sarà dato
innanzitutto dalla semplicità, sia per quanto riguarda installazione che il funzionamento. In secondo luogo, manutenzione autodiagnostica e predittiva saranno le caratteristiche più avanzate ricercate dai clienti più esigenti. Infine, un’altra caratteristica che riscuoterà interesse nel prossimo futuro sarà certamente la possibilità di avere interfacce connesse che, grazie alla tecnologia ‘Internet of things’, renderà disponibili ovunque le informazioni raccolte dai relè.
Schneider Electric Schneider Electric offre una vasta gamma di relè elettromeccanici, dai relè di interfaccia (Zelio RSL/ RSB/ RXG ), ai relè miniatura (Zelio RXM), ai relè universali (Zelio RUM), fino a relè con potenza di 30A (Zelio RPM/ RPF). I relè Zelio vengono utilizzati come moltiplicatori di contatti di ingresso e di uscita o cicli di sistemi di controllo logico mediante collegamenti. Si tratta di una tecnologia ampiamente utilizzata per applicazioni nell’imballaggio, tessile, HVAC, pompaggio, alimentari e bevande, ecc. Zelio Relay - RXM relè miniatura è un dispositivo plug-in con caratteristiche uniche per il controllo di un sistema di automazione industriale. Facile da usare, è dotato di pulsante test bloccabile per verificare il funzionamento del relè, che semplifica la manutenzione. Moduli di protezione integrabili sono disponibili in base alle preferenze dei clienti. Gli attacchi push n’stay sopportano una forza di estrazione del cavo di 20 KG. Il relè offre inoltre protezioni affidabili per i cavi.
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automazione Di Valerio Alessandroni
Applicazioni della visione artificiale in campo industriale Nel mondo industriale, la visione artificiale è utilizzata in applicazioni come il controllo dell’assemblaggio di pezzi sulla linea di produzione, il rilevamento di difettosità, la verifica dimensionale, la guida di robot e la lettura ottica di caratteri e simboli.
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a visione artificiale è, in termini generali, l’insieme dei processi che mirano a creare un modello approssimato del mondo reale (3D) partendo da immagini bidimensionali (2D) riprese con una telecamera. Un sistema di visione artificiale è quindi costituito dall’integrazione di componenti ottiche, elettroniche e meccaniche che permettono di acquisire, registrare ed elaborare immagini sia nello spettro della luce visibile che al di fuori di essa. Il risultato dell’elaborazione è l’estrazione delle caratteristiche dell’immagine per finalità di controllo, classificazione, selezione, ecc. Dopo il 2000 con la maggiore integrazione dell’hardware e la
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conseguente riduzione degli spazi, si è affermata una categoria di sistemi di visione particolarmente compatti (smart-camera). Di fatto, essi non si differenziano qualitativamente rispetto ai sistemi basati su PC, offrendo unicamente una maggiore praticità. Più di recente sono comparsi i primi sistemi integrati di visione che sfruttano a pieno la sempre maggiore potenza dei PC utilizzando software ad alto livello. Questi sistemi di visione hanno un elevato livello di adattabilità agli eventi esterni che li rendono più affidabili e versatili. Sono anche più semplici da usare perché risolvono automaticamente alcune problematiche tipiche della visione artificiale, lasciando all’operatore il compito di configurare gli aspetti funzionali del sistema.
L’uso di questa tecnologia può offrire numerosi vantaggi, come costanza e ripetibilità nella qualità del prodotto, oggettivazione dei controlli qualitativi con la possibilità di predeterminare il rapporto qualità/scarti ottimale, riduzione dei costi di produzione, ecc. Come sottolinea Anie AssoAutomazione nel suo ultimo “Osservatorio dell’Industria Italiana dell’Automazione e Misura”, la crisi sta frenando il tasso di crescita del mercato della visione artificiale che, invece, avrebbe tutte le carte in regola per attraversare un fase espansiva. La visione industriale sta puntando su semplicità d’uso ed economicità per la gamma dei vision sensor. Il business in questo settore potrà crescere solo se verranno abbassate le barriere di complessità e di convenienza economica, rendendo il sistema di visione un’alternativa alla sensoristica tradizionale, almeno per le applicazioni più semplici. Per le applicazioni complesse continua lo sviluppo della visione 3D, realizzata con diverse tecnologie, e degli algoritmi software adatti a elaborare questo tipo di immagini. La visione artificiale è molto utilizzata anche in ambito Safety, mentre sono già disponibili dispositivi di protezione basati su visione artificiale utilizzati nel mercato automotive. Oggi, le prestazioni in termini di velocità, qualità delle immagini e precisione sono un fattore determinante per la diffusione della visione industriale nell’ambito del controllo di qualità e dell’analisi di eventi, mentre facilità di installazione e gestione flessibile sono criteri fondamentali per la scelta della telecamera. Le registrazioni ad alta velocità consentono un’analisi dettagliata dei processi più veloci in produzione, ricerca e sviluppo, ecc. e le telecamere digitali compatte ad alta velocità, con risoluzioni elevate e dimensioni minime, aprono nuove possibilità di applicazione nel controllo della qualità e nell’ottimizzazione dei processi. Tra i principali produttori di sistemi di visione presenti sul mercato italiano, troviamo la statunitense Cognex con i suoi sistemi compatti In-Sight. I sistemi di visione della bolognese Accutech permettono di automatizzare macchine e impianti, riducendo la percentuale di pezzi difettosi in uscita, monitorando costantemente l’assemblaggio del prodotto e garantendone la sua tracciabilità in tutte le fasi del processo. Basata a Mairano (Brescia), Tattile sviluppa e produce sistemi di visione utilizzati in ambiti applicativi diversificati: dai sistemi custom per applicazioni di controllo qualità, alle telecamere intelligenti per la lettura delle targhe, ai sistemi per la sicurezza in ambito ferroviario. Specialvideo, partecipata da Datalogic Automation, è invece
specializzata nella progettazione di sistemi di visione industriali per l’individuazione automatica di difetti, le misure senza contatto e la guida robot. Numerosi i produttori giapponesi, come Keyence e Omron. In particolare, il dispositivo serie IM di Keyence utilizza un´avanzata tecnologia di imaging, permettendo di eseguire misure veloci e precise. Si possono misurare fino a 99 dimensioni in pochi secondi con precisioni fino a 0,7 micron. Nell’ambito della ricca offerta Omron, la famiglia di sensori di visione FQ2 mette a disposizione funzionalità avanzate di ispezione, lettura e verifica dei codici. Con la possibilità di scegliere tra oltre 100 telecamere, il sensore FQ2 consente di soddisfare qualsiasi esigenza applicativa, fra le quali risoluzione elevata, lettura di codici, illuminazione integrata, ecc.
Nuove telecamere ad alta velocità
Image S ha introdotto la nuova famiglia di telecamere ad alta velocità EoSens CXP di Mikrotron, che offrono nuove opportunità per impieghi sofisticati. L’interfaccia CoaXPress ad alte prestazioni integrata nella telecamera per il trasferimento di dati in tempo reale raggiunge la velocità massima di 25 GBit/s su distanze fino a 100 m. Con una risoluzione massima rispettivamente di 3 Mpix, 4 MPix e 25 MPix, le nuove telecamere 3CXP, 4CXP e 25CXP offrono livelli di prestazioni ottimali con velocità (frame rate) massime rispettivamente di 560, 560 e 80 fotogrammi al secondo (fps). La risoluzione elevata consente di acquisire anche i dettagli più piccoli di componenti che viaggiano ad alta velocità.
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