NewSimpresa Magazine - Marzo 2014

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Anno 4 - Marzo 2014 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita

S mpresa

magazine

New

SportelloImpresa

• Speciale MECSPE 2014

• ICT

ERP-PLM, che fare?

Una risposta su misura alle esigenze delle aziende

• Automazione

Dispositivi e sistemi HMI/Scada I


Serie

www.smcitalia.it

KQ2

Leggeri & compatti. Nuovi raccordi miniaturizzati Serie KQ2 • Dimensioni ulteriormente ridotte per utilizzo in spazi ristretti • Ampia gamma: 50 modelli da Ø2 a Ø16 mm con varie filettature • Forza per l’inserimento e tenuta del tubo ridotta del 30%

II

SMC Italia S.p.A. Sede: Via Garibaldi, 62 - 20061 Carugate (MI) Unità Produttiva: Località Recocce - 67061 Carsoli (AQ)

Tel. 02 9271.1 - Fax 02 9271365 Tel. 0863 904.1 - Fax 0863 904316

www.smcitalia.it mailbox@smcitalia.it


SOMMARIO

Anno 4 - Marzo 2014 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita

Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano Tel. 02 92958990 - fax 02 700595960 REDAZIONE Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it

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EdiTToriale

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SportelloImpresa: la nuova iniziativa di Pentaconsulting

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COMPANY TO WATCH Sick: creatività e indipendenza al servizio dell’automazione

Direttore Tecnico Valerio Alessandroni valerio@alessandroni.net Segreteria di redazione Arianna Bertotto arianna.bertotto@pentaconsulting.it Art Director e Grafica Ivan Roman ivanroman@ivanroman.it Stampa C&M print s.a.s. Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI) Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009

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ICT ERP, PLM: ieri, oggi, domani

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Softech: formule innovative per tecnologie altamente performanti

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Da Siemens PLM Software condivisione, sicurezza e integrazione

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ERP e PLM: la ragione e l’innovazione

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DALLA RETE Bitcoin: la cybermoneta il cui utilizzo sembra crescere esponenzialmente

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automazione Dispositivi e sistemi HMI/Scada

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Progea: la nuova generazione HMI è servita

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intervista Linear Technology: focus su Automotive ed Industrial

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elettronica L’elettronica per la comunicazione su fieldbus e reti

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HMS Industrial Networks: un altro passo avanti nel controllo remoto dei dispositivi industriali

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Componenti modulari di periferia: un sistema completo

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SPECIALE BI-MU Work in progress per BI-MU/SFORTEC 2014

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formazione tecnologica La formazione tecnologica qualificata come leva strategica per la competitività aziendale

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speciale mecspe MECSPE...si fa in sette

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Riflettori puntati su Misumi

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Storie di successo A.T.S.: ingegno, concretezza e affidabilità nell’automazione

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innovazioni Ergonomia e videogiochi: risorse low-cost per l’azienda

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newsimpres a.it si rinnova Edi

oriale

Restyling, maggiore fruibilità e non solo, per la testata online NewsImpresa.it, che si conferma un importante punto di riferimento per chi, a vario titolo e livello, opera nei settori ICT-PLM, automazione industriale, elettronica e non solo.

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ato quasi 10 anni fa, NewSImpresa.it è diventato ben presto un vero e proprio punto di riferimento per addetti ai lavori, opinion leader e curiosi dei settori ICT, automazione industriale, elettronica e non solo. La testata NewSImpresa.it si rinnova. Con una media di 50mila visualizzazioni di pagina al mese e oltre 300mila visitatori unici all’anno, il portale deve il suo successo, oltre che alla qualità dei contenuti pubblicati, a una attenta e costante attività di SEO (Search Engine Optimization): circa la metà del traffico infatti proviene infatti dai motori di ricerca. La nuova versione in onda dal 1 marzo si distingue dalla precedente per una grafica ancora più professionale che riprende i nuovi colori istituzionali del logo e, soprattutto, la navigazione molto più fruibile e intuitiva grazie a un attento studio di usabilità effettuato sul campo, con l’aiuto fornito da un campione di utenti selezionati pazienti e proattivi. In termini di fruibilità delle informazioni una particolare attenzione è stata dedicata alla home page che ora è il vero centro nevralgico del portale da cui è possibile accedere facilmente a tutti contenuti suddivisi per area tematica e tipologia di approfondimento. Il navigatore, a colpo d’occhio, è in grado di individuare le news più recenti e gli argomenti trattati per area di interesse. Un’esperienza di lettura più veloce, intuitiva e fluida è resa possibile grazie a una intelligente organizzazione dei contenuti suddivisi nelle tre aree tematiche principali – ICT, automazione industriale ed elettronica – e a seconda della tipologia di approfondimento: servizi giornalistici, interviste, dossier, focus, news e corner fiere. Due sezioni specifiche sono dedicate alle iniziative EventImpresa – nata con l’obiettivo di favorire il dialogo costruttivo tra aziende-fornitori-mondo della ricerca, attraverso i temi di innovazione, progettazione, simulazione, produzione, gestione dei dati di prodotto – e ClubImprese, sviluppata per quelle realtà che intendono comunicare in modo efficace il valore della propria offerta al mercato di riferimento, attraverso una comunicazione costante e multicanale. Gli associati ClubImprese sono presenti con il proprio logo in tutte le pagine del portale e nel box dedicato, appena sopra il menu di navigazione. La home page vede una nuova organizzazione dei contenuti, completamente rivoluzionata rispetto alla precedente: sotto al menu compaiono tre blocchi all’interno dei quali scorrono le ultime dieci news pubblicate in ciascuno dei tre ambiti principali del portale. Immediatamente più sotto – tra le versioni flip-online di SoluzionImpresa DOSSIER e NewSImpresa MAGAZINE, disponibili gratuitamente alla consultazione dai principali dispositivi (pc, tablet e smartphone) – trova spazio il box con le anteprime dei cinque articoli più importanti prodotti alla data,

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per poi lasciare spazio, ancora più sotto, all’anteprima dei tre servizi giornalistici più recenti. Maggiore attenzione viene data anche alla community del portale, a cui viene dedicata buona parte della terza colonna della home page. Qui infatti è possibile trovare i collegamenti all’alter ego di NewSImpresa sui social network Facebook e Google+, seguiti da un form rivolto a tutti gli utenti che vogliono pubblicare gratuitamente una notizia. La terza colonna si chiude con il media center, un’area riservata a reportage, video-interviste, filmati di prodotto. La promozione di prodotti, servizi, eventi e iniziative degli inserzionisti viene garantita negli spazi riservati ai banner pubblicitari: l’area ad alta visibilità presente in qualsiasi pagina del portale è posizionata in corrispondenza della testata superiore. Per massimizzarne l’efficacia e attirare l’attenzione dei visitatori, i banner collocati nella colonna di destra possono essere correlati all’articolo o alla sezione specifica visualizzati in quel momento. Novità... last minute: l’accesso a SportelloImpresa, una nuova iniziativa a supporto delle PMI (e non solo) con la quale interagire 24 ore 24, 7 giorni su 7… a costo zero.

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ocollo

valenti

a dispoo non entità à potenntratto

SportelloImpresa Ancora una volta l’obiettivo è quello di supportare le aziende che intendono continuare ad evolversi nella scelta di tecnologie e soluzioni all’avanguardia. Il differenziatore: l’intelligenza e le sue applicazioni PARTNER Ì ASE nei diversi domini.

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VERIF

na sfida tutta italiana, per uno dei mercati che ci vede protagonisti di rilievo. In Europa l’Italia occupa il secondo posto nel settore dell’automazione industriale. Un mercato che necessitava di una manifestazione di riferimento quindi Associazioni come UCIMU (www.ucimu.it) e AIdAM (www.aidam.it) ne hanno correttamente individuato l’importanza ed hanno profuso tutto il loro impegno per riempire di contenuti la manifestazione. Per comprendere meglio attività, target ed aspettative abbiamo chiesto ad Alfredo Mariotti, Direttore di MECHA-TRONIKA (www.mechatronika.it) di fornirci alcune indicazioni.

Come si preannuncia l’edizione di MECHA-TRONIKA 2013?

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ICA AC C PROTO ETTAZIONE COLLO

RICHIESTA AZIENDE UTENTI MODULO

SPORTELLOIMPRESA:

FASE 5

La forte instabilità economica cui è sottoposta l’intera area Euro rende complesso il contesto cui si trovano ad operare le imFEEDBACKad RATING prese, non solo italiane. D’altra parte per un settore elevata propensione all’export quale quello cui è dedicato MECHATRONIKA, i risultati possono essere comunque positivi. E in effetti, ZIENDE italiana UTENTI prefei mercati stranieri continuano a premiare A l’offerta rendola a quella dei concorrenti stranieri per la forte personalizzazione delle soluzioni. Palcoscenico di queste tecnologie, ove meccanica elettronica e informatica si sommano in “unicum”, è MECHA-TRONIKA. La mostra, alla sua prima edizione quest’anno, risponde all’esigenza delle migliaia di imprese che in Italia producono tecnologia d’avanguardia e che finora non avevano una mostra di riferimento nel proprio territorio. La percezione che abbiamo noi organizzatori nell’ascoltare le numerose imprese che hanno aderito alla manifestazione è di soddisfazione per questo progetto che può essere strumento per il rilancio della domanda italiana. A differenza di altre MECHA-TRONIKA ha scelto di combinare conoscenze e discipline diverse, una rassegna di soluzioni intelligenti applicabili alla totalità dei settori industriali. MECHA-TRONIKA è il primo evento pensato per tutte le imprese manifatturiere e per tutti gli stakeholder e permetterà di attivare contatti e consolidare la propria visibilità all’interno di un panorama di espositori e visitatori vasto e trasversale

RICHIESTA

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PARTNERSÌ

CHIUSURA LAVORI

o sviluppo delle aziende non solo richiede una serie di competenze in continua evoluzione ma anche la loro integrazione in tempo reale. Per trovare una risposta ai temi quotidiani e di prospettiva (in merito alle aree di competenza) è possibile fare leva sull’iniziativa SportelloImpresa. Uno sportello aperto 24 ore al giorno 7 giorni su 7, al quale si accede via internet

FASE 4

ad un’ampia gamma di comparti produttivi: dall’automotive all’aerospace, dall’elettronica al biomedicale, dal packaging al food. Tutti settori accomunati da un’ambizioso obiettivo: costruire fabbriche del futuro più intelligenti, competitive e pulite.

PRATI

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Quali i temi caldi che verranno affrontati? Gli organizzatori della manifestazione, EFIM-ENTE FIERE ITALIANE MACCHINE e FIERA MILANO con la collaborazione e il patrocinio dei rappresentanti ufficiali dei settori in mostra: AIDAM, associaZIENDE UTENTI zione italiana di automazione meccatronica;AASSODEL, associazione nazionale fornitori di elettronica, GISI, associazione imprese

SVILUPPO

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• Provata esperienza nel dominio di intervento • Descrizione dei servizi offerti • Condizioni di fornitura trasparenti • Tracciabilità dell’operato C ERTIFICAZIONE DEI P ARTNER Ì • Conversione in corso d’opera in S forniture equivalenti SportelloImpresa certifica i PartnerSì tramite il protocollo E2B (Etica nel Business) che prevede: Macroaree di competenza • Provata esperienza nel dominio di intervento • Organizzazione – Sviluppo Aziendale • Descrizione dei servizi offerti • Contrattualistica – Legislazione del lavoro • Condizioni di fornitura trasparenti • Amministrazione - Finanza e controllo • Tracciabilità dell’operato • Qualità – Sicurezza - Ambiente • Conversione in corso d’opera in forniture equivalenti • Sviluppo vendite • Architetture – Applicazioni e strumenti IT • Brevetti – Proprietà intellettuale • Produzione Macroaree di competenza Altre in fase di definizione • Organizzazione – Sviluppo Aziendale

Una risposta su misura alle esigenze delle aziende

• Contrattualistica – Legislazione del lavoro • Amministrazione - Finanza e controllo • Qualità – Sicurezza - Ambiente • Sviluppo vendite • Architetture – Applicazioni e strumenti IT Macroaree di intellettuale competenza • Brevetti – Proprietà Organizzazione – Sviluppo Aziendale • Produzione Contrattualistica – Legislazione del lavoro • Altre in fase di definizione • Amministrazione - Finanza e controllo R ICERCA F ONDI -F- INANZIAMENTI • Qualità – Sicurezza Ambiente Diverse le opportunità di finanziamento messe a dispo• Sviluppo vendite da Enti nazionali edeeuropei. UnIT percorso non •sizione Architetture – Applicazioni strumenti per –leProprietà singole aziende che necessitano di entità •facile Brevetti intellettuale •specializzate Produzione in grado di individuare l’opportunità potenpercorribile al meglio. Un servizio a contratto •zialmente Altre in fase di definizione sviluppato dai PartnerSì.

FASE 2

PARTNERSÌ

RICERCA FONDI-FINANZIAMENTI Diverse le opportunità di finanziamento messe a disposizione da Enti nazionali ed europei. Un percorso non facile per le singole aziende che necessitano di entità specializzate in grado di individuare l’opportunità potenzialmente percorribile al meglio. Un servizio a contratto sviluppato dai PartnerSì.

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RICERCA FONDI-FINANZIAMENTI

Diverse le opportunità di finanziamento messe a disposizione da Enti nazionali ed europei. Un percorso non facile per le singole aziende che necessitano di entità specializzate in grado di individuare l’opportunità potenzialmente percorribile al meglio. Un servizio a contratto sviluppato dai PartnerSì.

RISPOSTA / PROPOSTA

AZIENDE UTENTI VALIDAZIONE VERIFICA

MAIL / CALL A DOMANDA...

RISPONDE

CA FIN ANZI

digitando: www.SportelloImpresa.info L’interazione è semplice, basta compilare uno specifico modulo di richiesta. SportelloImpresa provvederà in tempi certi a fornire una risposta. Per la richiesta e la risposta non è previsto alcun onere economico. SportelloImpresa a valle della risposta provvederà, se gradito, a creare un contatto diretto con il potenziale PartnerSì di riferimento specifico alla richiesta effettuata.

FASE 3 PRIMA VERIF IC FINAN ZIABIL A ITÀ

VERIFICA FONDI

PARTNERSÌ

AZIENDE UTENTI

CONTATTO DIRETTO

ABILIT

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PARTNERSÌ

O COMMESSA

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company to watch Di Elisa Maranzana

sick

creatività e indipendenza al servizio dell’automazione L’azienda tedesca con filiale italiana a Vimodrone si racconta partendo da quelle che sono state le sue origini, fino ad arrivare alla struttura aziendale di oggi in cui sono operative tre divisioni: automazione di fabbrica, automazione di processo e automazione per la logistica.

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ensare in modo indipendente, pensare in modo creativo. È questo il motto di Sick (www.sick.it), azienda tedesca con filiale italiane a Vimodrone (provincia di Milano) e Torino specializzata nella produzione di sensori, fotocellule e prodotti dedicati all’automazione industriale e di processo, e caratterizzata da un percorso che parte da lontano. Sembra infatti essere passato parecchio tempo ormai da quando nel 1946 Erwin Sick, che amava definirsi inventore ancor prima che imprenditore, aveva deciso di fondare l’azienda in Germania ponendo come condizione assoluta che non sarebbero mai state ideate e realizzate tecnologie per applicazioni militari. Poi ci fu l’invenzione della prima barriera ottica di sicurezza, del primo sistema per il controllo dei gas combustibili, del primo lettore di codici 2D ad alta velocità e molto altro. Tutte ‘creazioni’ che hanno portato l’azienda a essere la realtà di successo di oggi. Un successo che le ha permesso di generare un miliardo di euro di fatturato, risultato importante che si aggiunge al curriculum di un’azienda che ha una presenza in oltre 80 Paesi del mondo con 50 filiali e numerose agenzie e uffici vendite, per un totale di oltre 6300 dipendenti. “Ma non finisce qui” spiega con soddisfazione il managing director della filiale italiana di Sick Giovanni Gatto. “Sappiamo di avere le carte in regola per crescere ancora di più e infatti il nostro prossimo obiettivo è Sick 2.0, ossia far crescere il Gruppo fino a registrare due miliardi di euro di fatturato entro il 2020”. E su come raggiungere questo ambizioso traguardo, Sick ha le idee chiare. “Puntiamo sostanzialmente all’ottimizzazione delle economie di scala – aggiunge Gatto – al fine di rendere accessibili prodotti di alta qualità a prezzi contenuti, e al mantenimento di un alto livello di servizio, da sempre tratto distintivo dell’azienda”. Punto di forza di Sick sembra, essere, prima di tutto, il fatto di riuscire a instaurare fin da subito un buon rapporto con i propri clienti, per capirne le esigenze, studiare la struttura e i sistemi di produzione già implementati, proporre una soluzione completa personalizzata capace di soddisfare qualsiasi requisito e offrire un servizio post-vendita con supporto tecnico specializzato.

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Sick questo settore non ha conosciuto battute d’arresto – ci spiega Alberto Garatti, commercial director dell’azienda – e ancora oggi continua a investire molto in ricerca e sviluppo per offrire continuamente soluzioni all’avanguardia. I nostri prodotti vengono utilizzati in qualsiasi settore dell’automazione automatica perché i sensori di prossimità e distanza, anche per fluidi, possono essere usati in modo trasversale in diverse applicazioni, non solo con funzione di ispezione, posizionamento e controllo, ma anche per garantire la sicurezza degli operatori che lavorano nella filiera”.

Vale la pena, in un contesto come questo, dare uno sguardo più da vicino all’azienda per capire com’è strutturata, qual è l’offerta, quali sono i principali mercati di interesse e quali le applicazioni. L’offerta di Sick è molto ampia e va a coprire diverse aree di applicazione. Si va dai sensori e sistemi per la misurazione di dimensioni, contorni, volumi, distanze velocità e livelli di riempimento e così via, fino ad arrivare ai sensori progettati per rilevare la presenza di oggetti di ogni tipo e dimensione e per il controllo qualità. L’azienda tedesca realizza inoltre sensori per l’identificazione di codici a barre, codici 2d o tecnologia RFID; strumenti per posizionamento, orientamento, formato e navigazione; e soluzioni di controllo. Si passa poi alla progettazione e produzione di prodotti dedicati alla protezione degli accessi e di aree pericolose e alla realizzazione di componenti e soluzioni di sistema complete per l’analisi di gas e polveri, l’analisi dei flussi e la misurazione di livello. In ultimo l’azienda offre servizi di assistenza e riparazione. Sick opera sostanzialmente in tre mercati, a ciascuno dei quali corrisponde una diversa divisione dell’azienda in modo da riuscire a seguire meglio il cliente: automazione di fabbrica, automazione di processo e automazione per la logistica. Il primo mercato sviluppato da Sick è stato quello dell’automazione di fabbrica che, da oltre 40 anni, sviluppa soluzioni per l’identificazione automatica e il controllo qualità. “La crescita di

Per l’automazione di processo Sick propone sistemi di misura di portata per identificare i volumi di gas in ingresso e le emissioni rilasciate nell’ambiente così come impongono le autorità. In un contesto come questo il monitoraggio dei gas è particolarmente importante anche per le aziende stesse che si trovano a dover garantire un ambiente di lavoro sicuro e consentire di ottimizzare le risorse, innalzando la produttività e il livello della qualità del lavoro. “Sick è l’unica azienda al mondo – ci spiega il sales manager process automation Alessandro Canciani – a costruire analizzatori fiscali a misura ultrasonica in situ, estrattivi a caldo e a freddo e per la misurazione di polvere e portata. Questo viene fatto in Europa, grazie a particolari partnership strette con i migliori produttori che ne garantiscono la massima affidabilità”. Ultima nata in casa Sick è infine la divisione relativa all’automazione per la logistica, in grado di soddisfare le esigenze di tre diversi mercati: intralogistica, trasporto e movimentazione, automazione e sicurezza degli edifici. “Dopo un’attenta analisi del contesto operativo – conclude Marco Colella, sales manager logistics automation dell’azienda – Sick propone delle soluzioni complete per l’identificazione e la movimentazioni di merci, la gestione e il monitoraggio del traffico e delle persone, e avanzati sistemi outdoor e indoor anti-avvicinamento e antintrusione ideali per la protezione di aziende e musei. Con l’esplosione dell’e-commerce, inoltre, oggi più che mai è estremamente importante che le merci arrivino a destinazione con la massima precisione e nel minor tempo possibile e per questo sviluppiamo soluzioni semplici ma efficaci, capaci di smistare correttamente ogni tipo di merce, dalla più piccola busta al pallet, accelerando i tempi di produzione e limitando al massimo il rischio di errore”.

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ICT ERP Di Massimo Fucci

erp, plm

ieri, oggi, domani

I sistemi informativi aziendali rappresentano non solo lo strumento a supporto dei processi di pianificazione, monitoraggio e controllo delle attività di un’azienda. Ma, nella loro ultima accezione, sono assimilabili al sistema nervoso delle aziende, un mezzo grazie al quale, comunicare, collaborare ed ovviamente decidere. La sfida tra ERP e PLM si deve risolvere in un onorevole pareggio in cui l’integrazione tecnologica e culturale rimane il percorso che facilita il successo delle aziende.

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T ERP-PLM che fare?

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ICT ERP

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e aziende manifatturiere si sono trovate (molte si trovano ancora ....) ad affrontare e risolvere alcune rigidità aziendali dovute ad una cultura che ha stentato ad evolversi o – meglio – a virare nella giusta direzione per consentire lo sviluppo ed il mantenimento della competitività aziendale. Un tema di natura antica legato sia alla struttura padronale delle nostre PMI, sia alle logiche di gestione del potere all’interno delle aziende che sono dimensioni indipendenti. Se a ciò si aggiunge la natura del rapporto di lavoro intra dipartimentale tra personale tecnico, quello amministrativo e quello di vendita che, il più delle volte, è guidato da una distribuzione mutua di responsabilità in merito a ciò che rende difficile operare. Allora ben si capisce perché la convivenza tra soluzioni ERP – definibile come il Sistema Informativo Gestionale – e soluzioni PLM – definibile come il Sistema informativo tecnico – non abbia avuto natali e vita semplice. In oltre un ventennio di convivenza tra ERP e PLM molti passi in avanti sono stati compiuti, un percorso che ha avuto diversi fattori di stimolo concomitanti e sinergici. Il primo, il più importante, riguarda la variazione della cultura aziendale spinta sia da fattori endemici (obiettivi condivisi, processi collaborativi e nuove regole) sia, soprattutto, dal mercato che richiede tempi di risposta, prodotti e servizi sempre di maggior livello a costi compatibili con il valore percepito/predefinito dal mercato di riferimento. Un obiettivo raggiungibile da aziende capaci di investire in metodi, processi e strumenti atti, da un lato, a comprendere le esigenze del mercato target con un certo anticipo, e, dall’altro,

a sviluppare e mettere a regime una modalità operativa in cui innovazione ed eliminazione dei costi nascosti (o meglio i costi non rilevati…) rappresentano due obbiettivi primari da perseguire con continuità. “Nel posizionare una soluzione rispetto all’altra – ci racconta Edoardo de Coster, technical account manager della filiale italiana di Autodesk Inc (www.autodesk.com/www. autodesk.it) – si potrebbe cadere nella problematica relativa a quale delle due sia meglio utilizzare e questa a mio parere è una questione più legata alle scelte e alla tipologia di organizzazione aziendale più che alla soluzione in sé”. Una linea di demarcazione, quindi, che, secondo de Coster, è dettata dalla tipologia di organizzazione aziendale che può essere engineering oriented o business oriented. In breve: quanto più i prodotti sono complessi, tanto più è necessario un sistema mirato alla progettazione e all’innovazione tecnica (PLM), quando invece i prodotti sono meno complessi, ma realizzati in grandi volumi, è utile avere un sistema che ottimizzi le risorse

Focus Formule innovative per tecnologie altamente performanti Softech si propone sul mercato come partner certificato di Aras, una soluzione PLM particolarmente innovativa sia dal punto di vista tecnologico sia da quello commerciale. Oltre alla piattaforma applicativa in sé infatti, chi sottoscrive un contratto di subscription ha diritto a una serie di servizi aggiuntivi come formazione, assistenza, fino al porting completo dei dati nelle nuove versioni.

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Dante Cislaghi

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na gestione efficace del ciclo di vita del prodotto consente a più attori di lavorare sinergicamente, ottimizzando così le varie fasi del processo. Per fare in modo però che questa collaborazione sia estesa a tutti i livelli coinvolti e che si abbia un controllo completo sugli iter produttivi, è fondamentale che la soluzione PLM uti-

lizzata sia facilmente integrabile con il sistema ERP presente in azienda. Un obiettivo, questo, verso il quale si sta orientando anche Softech (www.softech.com), azienda che ha sviluppato una notevole esperienza nella gestione dei dati di prodotto. “Al momento la nostra proposta è fondamentalmente strutturata su due elementi importanti – ci spiega Dante Cislaghi, direttore generale della filiale italiana dell’azienda – da un lato abbiamo un prodotto che offriamo in maniera


T ERP-PLM che fare? finanziarie necessarie a produrli (ERP). La soluzione PLM di Autodesk è già predisposta per essere integrata con una soluzione ERP grazie alla piattaforma middleware Jitterbit. Inoltre i recenti accordi con NetSuite (tra le principali soluzioni ERP cloud-based) permettono ad Autodesk di fornire ai propri clienti una soluzione integrata PLM-ERP completamente basata su cloud. Deve quindi essere messo in atto un percorso serrato che veda l’integrazione tra le soluzioni ERP e quelle PLM, un’ambiente in cui dati, processi ed informazioni sono trasversali, trasparenti ed univoci. In un sistema sicuro che tenga conto dei diversi workflow aziendali, delle responsabilità e dei permessi per interagire con l’infrastruttura informatica e le relative applicazioni. “Le soluzioni per il PLM oggi – ci spiega Stefano Gori, direttore tecnico di Engineering PLM Solutions – non sono più solo strumenti fondamentali per l’ottimizzazione dei processi di gestione del ciclo di vita del prodotto, ma devono abilitare e supportare la collaborazione a livello enterprise per introdurre logiche di miglioramento continuo già in fase di ideazione del prodotto”. Da almeno un triennio RuleDesigner ha inglobato moduli funzionali integrati per la gestione del ciclo di vita del prodotto, delle relazioni con il cliente, di progetti e commesse, workflow e documenti. La piattaforma è inoltre dotata di un configuratore in grado di pilotarne ogni singola entità al fine di ottenere la massima automazione nei processi e workflow aziendali. Sono molteplici gli scenari in cui risulta strategico l’utilizzo congiunto delle soluzioni di gestione dati e automazione processi. Tra questi possiamo citare la configurazione di prodotto con design automation e gestione dati tecnici (PDM), la configurazione di offerte commerciali complesse con gestione dei

tradizionale, Product Center PLM, e dall’altro una tecnologia, PLM Aras Innovator, particolarmente innovativa sia dal punto di vista tecnologico sia per il modello di proposizione commerciale”. Product Center PLM è una soluzione in grado di centralizzare e interconnettere tutte le informazioni-prodotto, di favorire la collaborazione e sfruttare la creatività di un team esteso. Si può inoltre connettere facilmente con gli altri sistemi aziendali, eliminando così costosi processi di reinserimento e aggiornamento dati, nonché la manutenzione di archivi ridondanti e delle informazioni relative al prodotto. Ma ciò su cui l’azienda si sta concentrando maggiormente in questo momento è, appunto, Aras Innovator, una soluzione per il PLM sviluppata dall’americana Aras di cui Softech è partner certificato. “Questa piattaforma – continua Cislaghi – è basata su una architettura nativa web orientata ai servizi (SOA) che garantisce facilità di integrazione con altri sistemi, ed è implementata con tecnologie allo stato dell’arte che consentono un’elevata configurabilità mediante l’utilizzo di strumenti interattivi”. Grazie alla sua combinazione unica di

dati CRM e salesforce automation, la gestione di progetti e commesse con automazione dei workflow, la generazione di cataloghi con pubblicazione automatica in portale ricambi, la gestione del service con attività di intervento e configurazione processi collegati. In tale contesto alla soluzione PLM verrà affidata la missione di gestire il ciclo di vita dei prodotti: dalla fase di definizione delle funzionalità ed esigenze, alla progettazione e simulazione nonché la generazione delle configurazioni di prodotto e le relative distinte materiali (BOM). Questi ultimi due elementi costituiscono lo strumento di comunicazione sia con l’ufficio acquisti per l’approvvigionamento dei materiali e componenti e l’emissione degli ordini di lavorazione esterne; sia con la produzione, per la corretta realizzazione dei prodotti, sia con la logistica per la gestione dei ricambi.

diverse tecnologie, il framework di Aras consente la creazione di applicativi scalabili che si installano velocemente e si adattano facilmente ai crescenti bisogni aziendali. “La particolarità di questa soluzione – aggiunge Cislaghi – è che non viene venduta, ma fornita tramite contratto di utilizzo (subscription). Questo significa che chi decide di aderire a questa formula ha diritto a una serie di servizi aggiuntivi come formazione, assistenza, fino al porting completo dei dati nelle nuove versioni. Il tutto compreso nel canone annuale erogato. Un punto di forza, questo, che non è da sottovalutare, soprattutto se si pensa agli oneri da sostenere quando ci si trova a dover migrare ad una release successiva di una soluzione tradizionale per il PLM”. Aras Innovator è un prodotto facilmente integrabile con i diversi sistemi ERP presenti sul mercato come Microsoft Dynamics, SAP, Oracle, Infor. “Nel caso specifico dell’integrazione con l’ERP – aggiunge Cislaghi – anche noi ci appoggiamo alle soluzioni che vengono sviluppate e rese disponibili da terze parti”.

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ICT

In realtà, le nuove soluzioni PLM si sono arricchite di funzioni integrate in grado di supportare ottimamente l’intero processo produttivo. L’intima relazione tra definizione di prodotto/processo e la possibilità di simulare e validare il processo produttivo attraverso dati 3D e risorse utilizzate ha portato in area PLM alcuni aspetti un tempo indirizzati tipicamente dall’ERP. Questo approccio ha di fatto modificato il processo di comunicazione della BoM PLM all’ERP. “I vantaggi che derivano da una buona integrazione tra soluzioni per il PLM e ERP sono significativi – afferma Guido Porro, managing director euroMed di Dassault Systèmes (www.3ds.com/it) - almeno quando si tratta di soddisfare due tradizionali scenari: da un lato la presa in carico automatica da parte dell’ERP della/e BoMs PLM (liste materiali), e dall’altro la visibilità sul magazzino da parte della soluzione PLM in maniera tale da favorire il riutilizzo delle parti. I vantaggi a cui mi riferisco sono da un lato una riduzione di tempi e costi impiegati per il reinserimento dei dati e per rendere congruenti le BOMs gestite nei due sistemi (più del 70 per cento), e dall’altro maggior reimpiego di parti già presenti in magazzini e conseguente riduzione dei costi di magazzino (più del 15 per cento)”. Ed è proprio in questa direzione che si stanno muovendo buona parte dei player di questo settore. Fermo restando i ruoli fondamentali di PLM ed ERP nel governo rispettivamente della intellectual property e della physical property, le aziende richiedono sempre più nuovi scenari di integrazione PLM-ERP oltre a quelli più tradizionali descritti. Ed è facile immaginare che tali richieste derivino proprio dalla necessità di effettuare le verifiche di qualità e di costo del progetto allo stadio più precoce possibile. Oggi le aziende fornitrici di soluzioni per il PLM e ERP sono impegnate a implementare architetture ‘aperte’ che consentano di attuare gli scenari di integrazione richiesti dal cliente. Dassault Systèmes ha investito molto su questo aspetto, creando un’architettura di scambio dati open, basata su V6 Event Bus, un componente chiave dell’architettura V6 che ha il compito di garantire la piena integrazione fra i diversi applicativi, consentendo in particolare lo scambio bidirezionale dei dati della struttura di prodotto con le relative rappresentazioni 3D e 2D fra ENOVIA e gli altri applicativi V6. Per fornire risposte adeguate i produttori di software ERP e PLM si sono adoperati per sviluppare internamente o tramite terze parti moduli d’interfaccia - a differenti livelli e complessità- con le soluzioni più diffuse nel mercato. “La validità di una soluzione per il PLM – ci ha spiegato Fabrizio Ferro, technical director di PTC Italy (http://it.ptc.com) – è rappresentata dalla capacità di gestione delle informazioni di prodotto a partire dalle fasi di impostazione (gestione requisiti e studi) fino ad arrivare a tematiche legate ai cicli produttivi creati valorizzando le informazioni provenienti dalla progettazione e parallelizzando il lavoro di tutti coloro che contribuiscono allo sviluppo del prodotto”. Una soluzione per il PLM estesa copre tutti quei processi e attività legati al supporto in servizio del

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prodotto e quindi si spinge oltre l’ambito del prodotto virtuale per arrivare a quello del prodotto fisico. In mezzo, a volte con un confine variabile, si trovano quei processi e quelle attività tipiche di un ERP con le quali occorre integrarsi. – la soluzione PLM di PTC – fin dagli albori, è stato scelto in molti casi come ‘integratore’ di informazioni residenti in sistemi diversi che vanno dalla semplice esposizione o raccolta di dati, attraverso file di interscambio, all’integrazione attraverso middleware commerciali.

L’integrazione di Windchill con il middleware Tibco consente di interfacciarsi con Oracle e SAP. Ma la novità assoluta è del 2014, anno in cui vedrà la luce un progetto di integrazione nuovo che costituirà il layer di comunicazione tra tutte le soluzione PTC, ma anche verso l’esterno. Le architetture CLOUD sono quindi in grado di facilitare sia la federazione, sia l’integrazione dei dati prodotti e gestiti da differenti applicazioni. Anche l’accessibilità e l’interoperabilità via web con applicazioni e dati rappresentano un’altra tessera importante del puzzle che porta alla definizione della messa in opera di ambienti collaborativi integrati. Una modalità operativa che – oramai è dimostrato da un nutrito campione di aziende di riferimento – rappresenta un vero e proprio fattore critico di successo. A tutto ciò va aggiunta la presenza di applicazioni ERP e PLM web native che semplificano la vita delle aziende – soprattutto PMI – che, delegando all’esterno, non richiedono di ulteriori figure professionali IT dedicate e non si debbono fare carico di attività di manutenzione e sicurezza dell’infrastruttura IT in uso. Un fattore frenante che la stessa tecnologia che lo ha generato, lo ha brillantemente risolto trasformandolo in un fattore differenziante che funge da elemento catalizzatore del cambiamento o meglio della capacità di vivere del cambiamento delle aziende. L’integrazione del Sistema Informativo tecnico (PLM) con il Sistema informativo gestionale (ERP) per la costituzione del Sistema Informativo Aziendale (SIA) è un’esigenza irrinunciabile per le aziende che intendono continuare a competere con successo, indipendentemente dalla dimensione e mercato in cui si opera.


Siemens PLM Software

siemens plm software condivisione, sicurezza e integrazione

Teamcenter, fiore all’occhiello dell’offerta Siemens PLM Software, si conferma la soluzione PLM end to end più diffusa al mondo. Un ecosistema nel quale le funzionalità sono state testate sul campo e che ha risolto i problemi di integrazione con i diversi sistemi ERP disponibili sul mercato.

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e soluzioni di product lifecycle management (PLM) permettono di abbattere le barriere tra i diversi archivi di informazioni dipartimentali, spesso generati da applicazioni incompatibili tra loro. In questo modo il PLM consente la fruibilità corretta e sicura delle informazioni ad ogni persona che svolge un ruolo nel ciclo di vita del prodotto. Le soluzioni per il PLM per la loro natura sono distribuite e aperte – ci spiega Gian Luca Sacco, marketing director south & central Europe di Siemens Industry Software (www.plm.automation. siemens.com/it) – ragion per cui in molte realtà aziendali i sistemi ERP, CRM e SCM sono messi in comunicazione tra loro sfruttando la presenza del sistema PLM.

L’integrazione delle applicazioni aziendali basate sugli standard consente di interrogare l’ambiente PLM e i sistemi ERP, SCM e CRM a esso collegati. “È possibile rendere disponibile agli utenti interessati un numero virtualmente illimitato di informazioni in tempo reale – continua Sacco – la nostra soluzione PLM, a tal proposito, offre ampissime possibilità di integrazione delle applicazioni ed è in grado di soddisfare le esigenze di interconnessione anche delle filiere più complesse. Teamcenter si integra con il mondo ERP di SAP tramite un modulo standard fornito da Siemens che consente sia il trasferimento bidirezionale dei dati (anagrafiche, EBOM, MBOM,...), sia l’integrazione a livello di processi (change management, process routing, ecc.)”. Un ambiente in cui PLM ed ERP costituiscono una infrastruttu-

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ICT

ra integrata a supporto dei processi di sviluppo prodotto e di manufacturing. “Nel caso di ambienti SAP (ma non solo) – evidenzia Sacco – è inoltre possibile una virtualizzazione nel PLM di informazioni ERP: i dati ERP sono ‘usati’ nel PLM, ma senza che essi debbano essere persistenti in questo ambiente”. Un modulo specifico di Teamcenter mette a disposizione una serie di workflow handlers specifici (gestione di attività codificate) per l’integrazione con SAP che permettono di modellare nel PLM processi che incapsulino transazioni verso il mondo ERP in modo del tutto trasparente all’utente. Il modulo di integrazione con SAP supporta sia la modalità BAPI che NetWeaver XI/PI e ha ottenuto la certificazione da parte di SAP. Teamcenter rappresenta una fonte unica, organizzata e protetta per la conoscenza di processo e di ingegnerizzazione dei

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prodotti, grazie alla quale è possibile interagire sia con i dati geometrici e tecnici creati nella fase di progettazione e simulazione anche con sistemi eterogenei in ambito CAD, CAM e CAE sia con i processi di gestione dei documenti sincronizzandoli con il processo di sviluppo dei prodotti e mantenendo il contenuto e la documentazione aggiornati con le relative modifiche. Teamcenter offre un ambiente in cui i vari team di progetto possono collaborare come fossero un’unica entità operativa sulla stessa base dati indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Questa soluzione consente di migliorare i tempi, la qualità e quindi la produttività delle attività di sviluppo svolte dai diversi team. In un contesto in cui tutte le attività svolte dall’ingegnere di prodotto – a tutti i livelli – trovano un riscontro in tempo reale all’interno degli ambienti ERP aziendali.


Siemens PLM Software

teamcenter 9 architettura a supporto della collaborazione aziendale La nuova versione di Teamcenter 9, il più diffuso PDM/PLM al mondo, aiuta le aziende a prendere decisioni più efficaci e, quindi, realizzare prodotti migliori. La nuova release punta su ingegneria dei sistemi, gestione dei contenuti, gestione del ciclo di vita dei servizi e gestione degli utenti in base alle fasi del processo.

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differenza delle tradizionali soluzioni per ingegneria dei sistemi che utilizzano strumenti separati per la modellazione dei sistemi, la documentazione delle interfacce e quella dei requisiti, Teamcenter propone un approccio integrato allo sviluppo del prodotto che è guidato dai sistemi e gestito dall’interno dell’ambiente stesso di Teamcenter. In questo modo si favorisce l’eliminazione dei problemi di integrazione dovuti alla mancanza di correlazione fra i requisiti e l’implementazione fisica. Teamcenter 9 accelera il processo di sviluppo dei prodotti e garantisce che tutti i reparti e le discipline utilizzino dati di prodotto sincronizzati, in funzione delle loro attività e dei permessi di interazione con il ‘sistema informativo tecnico’ dell’azienda. Inoltre, nelle versioni 9 sono migliorate le integrazioni con l’ambiente software di Microsoft (Outlook, Word, Excel, Visio), l’ambiente MATLAB e l Simulink.

Gestione dei contenuti L’integrazione avanzata della gestione dei contenuti permette di creare la documentazione di prodotto parallelamente al processo di progettazione. La gestione dei contenuti di Teamcenter supporta documentazione basata sulle configurazioni che riutilizzano parti comuni di testo, grafica e metadati. Inoltre l’integrazione ancora più stretta con l’applicativo Rapid Author di Cortona3D consente la creazione di documenti in cui le illustrazioni restano legate dinamicamente ai relativi dati di progetto. Teamcenter 9 supporta anche la versione più aggiornata dello standard S1000D, utilizzato per la documentazione nell’industria aerospaziale e nella pubblica amministrazione, e dell’architettura DITA (Darwin Information Typing Architecture). Gestione del ciclo di vita del servizio di manutenzione

Un nuovo modulo di programmazione ed esecuzione degli interventi di assistenza che consente alle aziende di controllare più efficacemente i costi attraverso una definizione e una programmazione efficiente dei servizi. Teamcenter 9 traccia e registra l’esecuzione delle attività di servizio di manutenzione, mantenendo una storia precisa delle risorse e degli interventi di servizio.

Gestione degli utenti in base alle fasi di processo Lo sviluppo di prodotto richiede il coinvolgimento di diversi utenti, che sempre più spesso operano in differenti aree geografiche, hanno diverse esigenze , operano in differenti discipline, ma devono accedere ai dati PLM corretti in base alla mansione da svolgere. Con Teamcenter 9 è più facile personalizzare l’interazione con i dati di ciascun utente, mediante la definizione di fogli di stile che snelliscono i processi. Ora il layout può essere facilmente personalizzato in modo che sia molto più facile per gli utenti accedere a informazioni relative ad attività specifiche.

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ICT ERP Di Caterina Rizzi

erp e plm: la ragione e l’innovazione

Due soluzioni nate in periodi diversi, con obiettivi differenti. Oggi agiscono in modalità complementare: il PLM gestisce la proprietà intellettuale dell’azienda mentre l’ERP quella fisica. Entrambe le soluzioni richiedono spesso delle personalizzazioni e loro aree di competenza possono sovrapporsi.

plm

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ra che il PLM è emerso come una soluzione aziendale per rispondere alle esigenze del mercato e supportare il processo d‘innovazione, è importante capire come s’integra con le altre soluzioni aziendali, in primis i sistemi ERP. I sistemi PLM ed ERP nascono in momenti differenti e con obiettivi diversi. Il primo a svilupparsi, intorno agli anni ’60, è l’ERP (con il nome MRP ed in seguito MRP II) con lo scopo di gestire la produzione, la pianificazione dei fabbisogni dell’azienda e la capacità produttiva. A circa vent’anni di distanza, appaiono sul mercato i sistemi PDM con l’obiettivo di gestire i disegni tecnici in forma di file CAD. Mentre i sistemi ERP,

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ERP evolvendosi, iniziano ad offrire alcune funzionalità tipiche del settore ingegneristico, i sistemi PDM evolvono nei sistemi PLM ed iniziano ad agire come gestori delle informazioni di prodotto lungo tutto il ciclo di vita. Di fatto, questi due mondi, nati da discipline ed ambienti diversi, si stanno sempre più avvicinando. Per esempio i sistemi PLM stanno dimostrando la loro efficacia anche al di fuori del mondo tecnico in cui sono nati; mentre i sistemi ERP che utilizzano dati generati e gestiti da un sistema PLM, stanno ampliando la loro offerta integrando funzionalità tipiche di una soluzione PLM. Ma qual è la differenza tra i due sistemi e come si integrano? I sistemi ERP e PLM hanno funzionalità distinte che, se utilizzati in modo integrato, permettono all’azienda di avere un controllo completo sui propri processi produttivi.


T ERP-PLM che fare?

Il PLM gestisce in modo efficiente la mole (sempre maggiore) di dati di prodotto generati durante la progettazione e la produzione facilitando la comunicazione tra le varie funzioni ingegneristiche, sempre più spesso geograficamente distribuite. I dati di prodotto e l’evoluzione dello stesso sono disponibili in tempo reale con gli opportuni livelli di accesso e sicurezza non solo al personale aziendale ma anche a fornitori e clienti. L’ERP si occupa della gestione globale delle risorse di un’impresa mettendo a disposizione una serie di strumenti per la contabilità, la logistica, la produzione, le risorse umane, etc. I sistemi ERP, non includono le funzionalità necessarie per gestire la complessità e la natura dinamica dei dati di prodotto nè permetteno di avere un controllo sull’evoluzione del processo di sviluppo e del prodotto stesso. Le sue soluzioni aziendali non sono intercambiabili. Il PLM permette di mantenere il controllo del processo di sviluppo prodotto, la gestione ed evoluzione dei dati del prodotto lungo tutto il ciclo di vita dello stesso: racconta la storia di un prodotto e dei suoi dati. Il sistema ERP viene invece utilizzato per gestire le risorse produttive e finanziare, tra le altre attività commerciali ed utilizza coerentemente I dati di prodotto forniti dal PLM. Sono due soluzioni complementari: il “PLM gestisce la proprietà intellettuale dell’azienda mentre l’ERP quella fisica”. Entrambe le soluzioni richiedono spesso delle personalizzazioni e loro aree di competenza possono sovrapporsi. Alcuni sistemi permettono una completa integrazione tra i due, altri possono essere in grado di svolgere tutte le funzioni necessarie senza integrazione. Bisogna però sottolineare che, se utilizzati insieme ed opportunamente integrati, permettono all’azienda di avere controllo completo sui propri processi di produzione e utilizzare appieno i vantaggi offerti dalle due soluzioni.

La maggior parte delle integrazioni PLM-ERP sfruttano la struttura di prodotto come legante. Una condivisione ed un trasferimento di tipo bidirezionale dei dati di prodotto tra i due sistemi rappresenta un’ottima strategia di integrazione. In questo caso, i due ambienti si scambiano reciprocamente le informazioni in modo tale da ottimizzarne la gestione: le competenze sono assegnate in modo tale da raggiungere il massimo grado di efficienza. Ad esempio, la configurazione di prodotto è delegata al sistema PLM/PDM che, attraverso meccanismi di comunicazione, si occupa della sincronizzazione con il sistema ERP. Da questo punto in avanti, si utilizzando le procedure tipiche del sistema ERP organizzando le informazioni prodotte durante il ciclo di vita attraverso il sistema PLM. Questa soluzione implica una certa complessità e richiede dei meccanismi di sincronizzazione per garantite della consistenza dei dati all’interno dei due ambienti. Tuttavia non esiste una strategia d’integrazione valida per ogni azienda. Molto dipende dalla storia, del core business e delle dimensioni dell’impresa. Ogni azienda deve adottare le soluzioni che meglio si adattano al suo core business, valutando i processi, le procedure e gli obiettivi. Nella definizione della stragegia di integrazione, un’azienda deve però avere una visione globale dei propri processi, cioè deve mappare i propri processi interni e mettere in atto una serie di attività di analisi e revisione degli stessi. Conoscere e sapere gestire i processi aziendali è un fattore chiave per l’integrazione delle due soluzioni in quanto è fondamentale stabilire il loro ruolo, le aree di competenza, chi gestisce cosa e come. Qundi PLM e ERP possono convivere tranquillamente e la loro integrazione permette di ottente un vantaggio competitivo e favorire l’adozione di nuove strategie aziendali, quali il Lean Manufacturing.

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dalla rete Di Elisa Maranzana

Bitcoin:

la cybermoneta il cui utilizzo sembra crescere esponenzialmente Ăˆ ormai sbarcata anche in Italia la nuova moneta virtuale creata nel 2009 da un anonimo conosciuto come Satoshi Nakamoto. Il bitcoin non viene regolato da alcun ente centrale, nĂŠ tantomeno emesso da una banca. Utilizza invece un database distribuito su un network di nodi che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per validarle e renderle sicure.

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S

empre più spesso ormai si sente parlare di bitcoin, la moneta virtuale creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. E anche se all’inizio poteva sembrare l’ennesima trovata degli aficionados del web, oggi si sta affermando sempre di più, spopolando in primis tra i nuovi esperti in campo scientifico/tecnologico/digitale (come geek e nerd), ma arrivando a colpire e convincere anche piccoli imprenditori, appassionati di informatica e non e commercianti che intravedono nuove opportunità. Ma di fatto che cos’è il bitcoin? Come funziona? Dove si usa? Quanto vale? A differenza della stragrande maggioranza delle valute tradizionali, il bitcoin non viene regolato da alcun ente centrale, né tantomeno emesso da una banca e per questo nessuno può controllarne il valore. Utilizza invece un database distribuito su un network di nodi (e quindi di pc) che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per validare e rendere sicure le transazioni. O, in altre parole, per implementare le caratteristiche più importanti come il fatto di consentire unicamente al legittimo proprietario di spendere bitcoin, e di poterlo fare una volta sola. E, per chi avesse dubbi sulla affidabilità di questa valuta, possiamo dire che i bitcoin sono assolutamente legali, ma il loro utilizzo non è del tutto privo di rischi. Il loro valore intanto è in continua oscillazione, basti pensare che tra la fine del 2012 e gli ultimi mesi del 2013 il loro valore è passato dai 13 dollari agli oltre 1000, per poi scendere ancora. E questo, di fatto, non può che alimentare la paura di bolle e speculazioni e portare a una eventualità di crollo della valutazione dei bitcoin. C’è da considerare inoltre che, trattandosi di un territorio ancora poco battuto, non è detto che i soggetti che vi operano siano del tutto affidabili: è possibile infatti imbattersi in truffe vere e proprie, o in nuove imprese che, nonostante possano essere nate con i migliori propositi, rischiano di non avere fondi e risorse per dare continuità ai propri progetti. Dato per assunto, quindi, che si tratta di un ambito in continuo divenire e che pertanto si debbano prestare tutte le attenzioni del caso, chi decide di entrare nel mondo dei bitcoin deve, prima di tutto, aprire un borsellino virtuale ubicato su un semplice pc oppure attivare un conto corrente usando un servizio come Blockchain.info. In entrambi i casi si tratta di un indirizzo alfanumerico di 33 caratteri che comincia sempre per 1, senza il quale non è possibile utilizzare i bitcoin, perché, di fatto funge da

punto d’invio o ricezione per tutti i pagamenti. È proprio fornendo questo codice, infatti, che è possibile acquistare la moneta virtuale previo, ovviamente, pagamento in valuta corrente (euro, dollari, e così via). Ma passiamo ora alle transazioni vere e proprie. I trasferimenti sono definiti come un cambio di proprietà della valuta, e vengono effettuati senza la necessità di un ente esterno che debba fare da supervisore tra le parti. I bitcoin, infatti, contengono la chiave pubblica del loro proprietario, vale a dire l’indirizzo alfanumerico. Quando un utente trasferisce bitcoin a un altro utente rinuncia alla sua proprietà e le monete virtuali in questione conterranno la chiave pubblica del nuovo proprietario, oltre che naturalmente la sua chiave privata. La transazione poi avviene attraverso una rete peer-to-peer, costituita in altre parole da un network di nodi che validano le firme crittografiche e l’ammontare delle cifre coinvolte prima di accettarla. Tutte le transazioni sono pubbliche e memorizzate in un database distribuito che viene utilizzato per confermarle e impedire la possibilità di spendere due volte la stessa moneta. Ma dove comprare con i bitcoin? Com’è facile immaginare, sul fronte tecnologico i negozi online non mancano. E un esempio è Bitcoinstore.com dove è possibile acquistare pc, tablet, tv, batterie e tutto ciò, in sostanza, che è hi-tech, pagando solo ed esclusivamente in bitcoin. È possibile inoltre acquistare da noti e.commerce come Amazon e eBay, ma in questo caso lo si fa appoggiandosi ad alcuni intermediari. Contrariamente a quanto si possa pensare, inoltre, sono moltissimi ormai gli enti, le organizzazioni e le associazioni che accettano donazioni in bitcoin. L’utilizzo di questa moneta virtuale in Cina cresce esponenzialmente e in USA il Congresso discute addirittura la possibilità di renderla una moneta virtuale ufficiale. Alla fine dello scorso anno in Italia è nata la prima associazione nazionale senza scopo di lucro, Bitcoin Foundation Italia (www. bitcoin-italia.org), dedicata proprio alla promozione dei bitcoin, e legata alla fondazione internazionale. In particolare i suoi obiettivi sono quello di favorire la diffusione di bitcoin e/o di altre monete matematiche, promuovere la formazione al loro utilizzo e sviluppo, ma anche quellO di promuovere iniziative di ricerca e sviluppo a esse dedicate. Bitcoin Foundation Italia si occupa inoltre di promuovere iniziative di tutela e difesa di idee, progetti, prodotti, programmi, licenze, algoritmi, iniziative che hanno come oggetto i bitcoin e di organizzare organizzare convegni, manifestazioni, corsi di formazione e altri eventi, a livello nazionale e internazionale, che siano funzionali al perseguimento di queste finalità.

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automazione Di Valerio Alessandroni

dispositivi e sistemi hmi/SCADA

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Dispositivi e sistemi HMI/SCADA

Il sistema Scada (Supervisory Control And Data Acquisition) consente la supervisione di un impianto industriale, residenziale o di pubblica utilità , mettendo a disposizione dell’operatore sia i dati provenienti dall’impianto stesso, sia una serie di funzioni ausiliarie.

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automazione

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sistemi HMI/Scada da semplici visualizzatori di informazioni e processi sono diventati parte integrante dell’automazione di fabbrica. Assistiamo, oggi, ad una crescente complessità sia dei macchinari industriali, sia delle applicazioni di automazione. Una situazione che richiede una sempre maggiore precisione e affidabilità nelle operazioni di controllo e, quindi, un miglioramento tecnologico dei sistemi HMI/Scada. Oggi lo Scada ha tipicamente una struttura modulare, poiché offre un insieme di funzioni che possono o meno essere effettivamente presenti o utilizzate. Oltre a un database contenente i valori correnti delle grandezze di interesse nella gestione dell’impianto e ad altre informazioni quali gli eventuali range ammissibili per tali grandezze, il sistema deve essere necessariamente completato sia dai dispositivi per l’acquisizione dei dati dall’impianto, sia da un’adeguata interfaccia con l’operatore (HMI –Human Machine Interface). Tipicamente lo Scada offre non solo funzioni di visualizzazione dell’impianto, ma anche moduli dedicati alla gestione degli allarmi, in modo da facilitare la ricerca di eventuali guasti; in alcuni casi lo Scada può anche essere configurato per reagire automaticamente a determinati

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allarmi attivando apposite procedure di sicurezza. Altre funzioni importanti che possono essere presenti nel sistema Scada sono legate al fatto che in molti impianti la programmazione di cicli di lavorazione particolari, o la tempistica delle operazioni di manutenzione ordinaria sono ancora gestite dall’operatore: lo Scada può comunque contenere moduli tali da guidare gli operatori durante le necessarie attività di manutenzione. Inoltre, lo Scada può contenere moduli dedicati alla memorizzazione periodica o aperiodica dei dati significativi, che possono essere successivamente elaborati. Allo stesso modo, il sistema Scada può eseguire controlli statistici sul processo. Infine, attraverso tecniche di intelligenza artificiale, lo Scada può imparare a reagire in presenza di determinate situazioni a partire dalle impostazioni iniziali e dalla correlazione tra le azioni eseguite e i risultati ottenuti in precedenza. Per esempio, Invensys ha recentemente introdotto Wonderware InTouch 2014 e Wonderware System Platform 2014. Con l’aggiunta di nuove funzionalità, il nuovo software promette di migliorare il grado di consapevolezza dell’operatore, ottimizzare le performance e ridurre al minimo le interruzioni durante le fasi di avvio, funzionamento e shutdown. Wonderware InTouch


Focus 2014 e Wonderware System Platform 2014 forniscono nuove funzionalità per la gestione degli allarmi, la rappresentazione dei colori, la presentazione delle informazioni e la navigazione da una finestra all’altra, con l’obiettivo di massimizzare le prestazioni dell’utilizzatore. I primi sistemi Scada erano fortemente personalizzati. Solo successivamente l’esperienza raccolta è stata messa a disposizione di settori diversi da quello originale. Oggi, al contrario, i fornitori di Scada offrono sistemi più general-purpose, con serie di moduli software specifici che forniscono le capacità richieste nei vari settori. Molti degli attuali sistemi Scada, inoltre, si integrano nel sistema informativo aziendale. Questi sistemi, quindi, non vengono più considerati semplici strumenti operativi, ma importanti sorgenti di informazioni provenienti dal campo. Ne è un esempio PcVue (www. pcvuesolutions.com), prodotto creato da ARC Informatique, aperto e indipendente, non legato a fornitori di hardware e di conseguenza in grado di interfacciarsi con un vasto numero di dispositivi e rispondere a normative dei settori più disparati. Si tratta di una soluzione totalmente integrata che raccoglie i più recenti progressi in ambito di software SCADA per il monitoraggio e il controllo multistazione. La soluzione proposta da PcVue è stata implementata con l’aggiunta di nuovi protocolli di comunicazione a oggetti (IEC-60870-5-104, IEC-61850 & DNP3) per la distribuzione elettrica e il building management system. I vantaggi sono evidenti anche in ambiente di sviluppo poiché la soluzione consente di effettuare modifiche anche in runtime senza arrestare l’applicazione. Inoltre, funzioni evolute, quali la distribuzione client/server e la ridondanza, sono implementabili con pochi click nella configurazione standard e in maniera del tutto trasparente allo sviluppatore, pur permettendo al bisogno una notevole capacità di adattamento su progetti più complessi. E ancora, il sistema PlantPAx di Rockwell Automation è stato concepito per riunire le migliori caratteristiche del controllo distribuito (DCS) e del mondo Scada/PLC. Esso combina infatti il cosiddetto ‘approccio di sistema’ di un DCS e la flessibilità di un PLC per costituire un sistema adatto a diversi tipi di applicazioni. PlantPAx è basato sull’Architettura Integrata, una vera e propria architettura a livello di impianto concepita per rispondere alle esigenze di una serie di discipline tra cui il processo continuo, il processo batch, il controllo discreto, motion e azionamenti, la sicurezza delle macchine

IL PUNTO

Progea: la nuova generazione HMI è servita Innovare e investire sono alla base della capacità di competere, un processo che genera nuovi prodotti che rappresentano un vero e proprio salto generazionale; prodotti dotati di nuove funzionalità che consentono modelli operativi altrimenti non possibili. Questo è il caso di Movicon 11 e Automation Platform.NExT di Progea.

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a necessità sempre crescente, soprattutto degli ultimi anni, di migliorare la produttività, riducendo i fermo macchina, ha fatto sì che i sistemi HMI/Scada acquisissero una sempre maggiore importanza. Ne sa qualcosa Progea (www.progea. com), azienda presente sul mercato da oltre vent’anni e specializzata nella produzione di software industriali. Marco Ceriani “La nostra attuale proposta – Marco Ceriani, marketing and communication manager di Progea – include due i prodotti che svolgono le funzioni di interfaccia uomo macchina: Movicon 11 e Automation Platform.NExT”. Movicon 11, in particolare, è l’affidabile tecnologia HMI/SCADA, basata su XML e presente sul mercato con oltre 80mila applicazioni installate in tutto il mondo. “Totalmente flessibile – continua Ceriani – offre un completo e potente set di funzionalità che consente di progettare e distribuire progetti che vanno dai semplici HMI basati su WinCE fino ai più moderni sistemi di supervisione SCADA basati su Windows 7/8 ed ambienti Servers. Inoltre sono supportate anche le funzioni multi touch. Movicon 11 è quindi una piattaforma completa che offre l’affidabilità necessaria anche nelle applicazioni più complesse”. Al fianco di Movicon 11, Progea propone Automation Platform.NExT, una nuova architettura software pensata per costituire la base dei moderni sistemi d’automazione. “Si tratta sostanzialmente di una piattaforma modulare con tecnologia plug in – continua Ceriani – pensata per rendere le architetture software industriali più aperte e scalabili, integrando moduli funzionali in grado di gestire efficacemente tutte le esigenze di impresa, dalla supervisione al controllo, passando per i moduli Historian, MES e di analisi industriale”. Progea ha creato quindi una nuova generazione di prodotto in grado di integrare il modello di comunicazione basato sulla tecnologia OPC UA, con un nuovo framework industriale e nuovi concetti di interattività multi-touch e Kinect. Il nuovo prodotto introduce un salto generazionale nell’interfaccia utente, utilizzando le nuove tecnologie WPF e XAML, includendo librerie grafiche basate su modelli 3D. “Automation Platform.NExT – aggiunge Ceriani – utilizza la tecnologia Virtual File System per connettersi liberamente ai database relazionali, operare in ambienti di cloud computing o utilizzare file XML su disco fisico per l’archiviazione dei dati di processo o dei progetti. Massima apertura, massima scelta per l’utenza”. Con Movicon 11 si possono quindi realizzare progetti e architetture da classico SCADA con il vantaggio della flessibilità d’uso a partire dalle interfacce in campo, pannelli operatore, fino alle configurazioni distribuite client/server, web e ridondate. Automation Platform, che include le più innovative tecnologie di interfacciamento, è invece principalmente dedicata al livello di analisi dei dati, fornendo le informazioni per ogni livello aziendale, gestendone il flusso dal sensore alla business intelligence, con la possibilità di sfruttare le nuove piattaforme di archiviazione cloud e le nuove tecnologie web. “In questo modo – conclude Ceriani – è possibile risolvere anche le esigenze di informazione a supporto delle decisioni dei responsabili di produzione, di manutenzione, degli energy manager, della direzione di stabilimento e del management in genere”.

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automazione Di Valerio Alessandroni

La nuova piattaforma software per tecnologie d’eccelenza Progea presenta Automation Platform.NExT ™ la nuova era della supervisione industriale. Automation Platform.NExT ™ è una architettura software pensata per costituire la base dei moderni sistemi d’automazione. E’ una piattaforma aperta e scalabile, basata su .NET e sulle più moderne tecnologie software, e basata su concetti modulari con tecnologia “plug in”, per rendere le architetture software industriali più aperte e scalabili, integrando moduli funzionali in grado di gestire efficacemente tutte le esigenze di impresa. I professionisti dell’automazione possono così disporre di una soluzione modulare ed aperta quale piattaforma per Supervisione, HMI, Controllo, Historian, MES ed Analisi industriale. Piattaforma 64 bit basata su WPF Framework .NET con tecnologia Plug-in Information Model basato su OPC UA Grafica 2D e 3D accelerata, basata su XAML Supporto Multitouch e Kinect Nuove librerie grafiche di eccezionale qualità Modulo Report Manager Linguaggio VB.NET integrato Modulo I/O Data Server SQL Server e provider DB con supporto Cloud DB Web Client su HTML5 e Silverlight- APP per Win8RT Sicurezza e performances ai massimi livelli

Provate la differenza. Preparatevi al futuro.

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Dispositivi e sistemi HMI/SCADA e del processo. L’anima di PlantPAx è un database unificato che ha anche un unico modello di sicurezza, semplificando la gestione dei profili utente. Tutti i dati generati nel sistema sono immediatamente accessibili a tutti i moduli software che li richiedono. Interessante anche la tendenza al downgrading: mentre i primi Scada erano destinati ad impianti complessi, l’offerta attuale vede anche soluzioni per applicazioni più semplici. Ne è un esempio Vijeo Look, lo Scada per piccole e medie applicazioni di supervisione proposto da Schneider Electric. Vijeo Look fornisce tutto quanto necessario all’acquisizione dei dati ed alla progettazione e visualizzazione di sinottici animati per il controllo di processo su PC. L’acquisizione dei dati in tempo reale è possibile attraverso il server di comunicazione OPC Factory Server (OFS) incluso nel prodotto. Parallelamente all’evoluzione dei sistemi Scada, anche le interfacce operatore stanno attraversando una fase di cambiamento. Esse devono non solo consentire l’accesso al database dello Scada, ma anche visualizzare i dati in un modo rappresentativo dello stato di funzionamento dell’impianto, tramite simboli e grafici normalmente disposti su una pagina principale e una o più pagine di dettaglio. In questo contesto Panasonic Electric Works mette a disposizione una gamma interfacce uomo-macchina piuttosto ampia, costituita da soluzioni che vanno dai 3” fino ad arrivare ai 15”. La proposta comprende pannelli operatore touch screen convenzionali – come la serie ultracompatta GT – e soluzioni PC embedded (serie GN) con sistema operativo Microsoft Windows CE 6.0 e runtime Movicon CE. Nel segmento dei pannelli operatore entry level Panasonic ha introdotto soluzioni HMI Tough in grado di operare in ambienti outdoor e che si contraddistinguono per la loro capacità di operare in ambienti con temperature da -20°C a 60°C e umidità relativa da 10% al 90% RH. SIMATIC WinCC di Siemens è parte integrante di un nuovo concetto di engineering integrato, che offre un ambiente unitario per la programmazione e la progettazione di soluzioni di comando, visualizzazione e azionamento. Questo Engineering Framework è una pietra miliare nello sviluppo del software e rappresenta l’ulteriore sviluppo coerente del concetto Totally Integrated Automation (TIA). WinCC è il software per tutte le applicazioni dalle più semplici soluzioni con Basic Panel fino alle applicazioni Scada su sistemi multistazione basati su PC. Per le applicazioni complesse è disponibile SIMATIC WinCC V7, mentre WinCC Open Architecture è per applicazioni anche non Windows. Gli HMI si ispirano sempre più spesso ai prodotti consumer come gli smartphone, i lettori mp3, ecc. dotati di grafica 3D,

capacità di navigazione e comandi basati su icone, per una maggiore intuitività e facilita d’uso. Nello stesso tempo la gamma di funzioni e la capacità di elaborazione e comunicazione delle interfacce operatore sono in costante aumento, tanto che si può ormai vedere una sovrapposizione fra gli HMI più evoluti e gli Scada più semplici. Per esempio, zenon di Copa-Data è un software HMI/Scada che viene utilizzato in molti settori per ottimizzare i processi produttivi ed aumentarne il dinamismo e l’ergonomia. Nel settore Energy & Infrastructure, esso assicura uno svolgimento regolare e controllato dei processi di produzione e distribuzione dell’energia, grazie a funzionalità come interblocchi sicuri, gestione a due mani e configurazione semplice tramite Wizard. Nell’industria farmaceutica, assicura il rispetto delle regolamentazioni perviste dalla normativa FDA 21 CFR Part 11 FDA 21 CFR Part 11 e fornisce speciali Wizard di configurazione nonché simboli predefiniti.

E così via. Anche la crescente necessità di migliorare la produttività, riducendo i fermo macchina, ha dato a i sistemi HMI/Scada un’importanza sempre maggiore. Un esempio significativo è la suite di prodotti Citect (EFA Automazione) costituita da CitectSCADA, CitectHMI, CitectFacilities e CitectHistorian. Essa offre soluzioni software che consentono di realizzare applicazioni sicure e che permettono di ottenere una reale riduzione dei costi in qualunque settore merceologico. Grazie a caratteristiche quali la ridondanza reale dei server integrata stile DCS, le capacità avanzate di networking e clustering e più di 100 driver inclusi nel sistema di sviluppo free of charge, CitectSCADA è molto utilizzato soprattutto nelle applicazioni di fascia elevata.

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intervista A cura della redazione

Linear Technology: focus su Automotive ed Industrial Linear Technology decide strategicamente di focalizzare la propria offerta di prodotti nei mercati automotive e industriale. Il risultato è un universo di oltre 7mila prodotti ed una assistenza tecnica alla clientela lungo tutto il processo di sviluppo del prodotto e una ricaduta anche su altri mercati.

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n un mercato in continuo fermento i prodotti innovativi rappresentano il vero vantaggio strategico. Linear Technology (www.linear.com), che nei suoi oltre trent’anni di attività si è affermata grazie all’impegno profuso nella progettazione di prodotti in grado di fornire un alto valore aggiunto. Un’azienda che, negli ultimi anni, ha deciso di focalizzare la propria offerta principalmente nei settori automotive e industriale. “A metà degli anni 2000 – ci racconta John Hamburger, Director of Marketing Communications, Linear Technology Corporation

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– Linear, ma anche altri protagonisti del mercato analogico registrarono una crescita significativa nei settori della telefonia cellulare full-featured e dei prodotti di consumo di fascia alta. Un buon successo che necessitava però di una decisione strategica. Dopo aver valutato attentamente la situazione, il management di Linear arrivò alla conclusione che tale crescita a causa dell’elevata dinamica dei prodotti sarebbe stata insostenibile nel lungo termine, per cui sarebbe stato opportuno focalizzare le risorse di progettazione in settori caratterizzati da cicli di vita dei prodotti più lunghi. Una considerazione strategica che ha portato ad una rinnovata focalizzazione di Linear verso i


Linear Technology settori automotive e industriale”. Per soddisfare le esigenze di questi due mercati, Linear ha sviluppato una serie di dispositivi progettati per garantire consumi estremamente bassi, in grado di operare a tensioni elevate ed in ambienti ostili. Tra le novità introdotte dall’azienda figurano soluzioni per la gestione dei sistemi di alimentazione digitali dotati di funzioni di controllo e monitoraggio dei consumi; convertitori analogici/digitali SAR precisissimi e a basso consumo; soluzioni Power Over Ethernet++ in grado di fornire fino a 90 watt di potenza; soluzioni µModule che combinano diverse funzioni analogiche in un unico package integrato; e, non ultimo, soluzioni per reti di sensori wireless in grado di operare in ambienti industriali particolarmente critici, garantendo un livello di affidabilità a livello di reti cablate. Nel mercato analogico i prodotti sono complessi, spesso sono caratterizzati da combinazioni tra funzioni analogiche e digitali, e richiedono un discreto supporto software e applicativo. “Per avere successo – ci spiega Hamburger – occorre disporre, a livello globale, di un team di field application engineer di grande esperienza, in grado di sviluppare sistemi complessi in modalità collaborativa, tra risorse che operano in sedi diverse. Ma non basta, è altresì necessario mettere disposizione dei clienti un’assistenza tecnica specializzata a supporto della progettazione, della produzione, e a supporto delle vendite”. La particolare focalizzazione su alcuni segmenti specifici del mercato e una maggiore centralità del cliente hanno sicuramente portato vantaggi anche a chi opera in altri segmenti di mercato con problematiche simili o assimilabili. Abbiamo così potuto cogliere diverse opportunità nel settore informatico per quanto riguarda l’alimentazione dei server e delle unità SSD. “In questo modo – continua Hamburger capitalizzando la nostra esperienza in materia di alimentazione e prodotti analogici di prestazioni elevate ed applicandola nelle diverse esigenze tipiche dei settori delle infrastrutture di networking e di comunicazione cellulare”. Quando Linear Technology dichiarò la propria scelta strategica di spostare il focus dai settori Telecom e Consumer ai settori Automotive e Industriale, la notizia fu accolta con un certo scetticismo e non poca incredulità. Il tempo ha però dimostrato che questa scelta non solo si è rivelata vincente, ma l’esperienza sviluppata è servita anche a generare prodotti in grado di soddisfare esigenze presenti in altri mercati. “I dati di mercato avvalorano questa tesi – evidenzia Hamburger – il segmento industriale del mercato analogico è infatti passato dal 6% di dieci anni fa al 21% di oggi. Inoltre, in questi ultimi quattro anni il mercato analogico automotive è passato dal 14% al 20%. Negli ultimi anni il fatturato di Linear Technology derivante dai segmenti automotive e industriale ha toccato quota 62%”. Per essere vincenti servono prodotti in grado di offrire valore aggiunto e innovazione: l’ambiente dei sistemi industriali e automotive richiede prodotti che siano precisi, affidabili e in grado di operare entro range di temperatura ampi, con una gestione termica efficiente. Questi segmenti stanno attraversando un ciclo di crescita e richiedono prodotti analogici innovativi per migliorare le prestazioni, aumentare l’efficienza e differenziare sempre più il mercato. “Prendiamo, ad esempio, le automobili moderne – aggiunge Hamburger –

che comprendono, tra l’altro, i veicoli ibridi/elettrici di nuova generazione, sistemi che hanno bisogno di una sofisticata gestione delle batterie, di sistemi di illuminazione a LED, sistemi di infotainment, nuovi sistemi di sterzatura e frenatura, centraline e periferiche per la gestione del motore. La nostra risposta è sublimata nella realizzazione di una famiglia di micromoduli completa in un package per semiconduttori, in grado di ridurre al minimo i tempi di progettazione e, nel contempo, di risolvere il problema della densità della scheda”. Oggi i prodotti vincenti richiedono consumi ridotti, prestazioni migliori e tempi di sviluppo sempre più brevi. “La sfida – conclude John Hamburger – viene raccolta dai prodotti PSM (Power System Management) digitali di Linear Technology che utilizzano software specifici, in grado di offrire funzioni di controllo e monitoraggio di consumi, tensioni, sequencing, margining e registro degli errori. In un universo strutturato di oltre 7mila prodotti analogici innovativi”.

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elettronica Di Valerio Alessandroni

L’elettronica per la comunicazione su fieldbus e reti

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Comunicazione fieldbus e reti

Ogni fieldbus o rete locale è soggetto a limiti che riguardano la sua estensione, il numero di nodi che possono essere connessi, la velocità con cui i dati possono essere trasmessi tra i nodi stessi e la quantità di traffico che può essere sostenuta. Se si vogliono superare questi limiti, ad esempio per collegare più nodi rispetto a quelli previsti dalle caratteristiche nominali, occorre installare un altro segmento di bus o rete, da collegare al primo: è il primo passo verso l’internetworking.

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elettronica

T

utti i sistemi di comunicazione utilizzati nel campo della produzione industriale o delle utility si basano su dispositivi elettronici. Dalle semplici interfacce RS-232 ai nodi dei sistemi fieldbus e ancora ai dispositivi che interconnettono segmenti di rete per creare architetture complesse: tutti questi sistemi utilizzano infatti componenti (normalmente circuiti integrati) sviluppati allo scopo. Esiste quindi un mercato molto ampio dell’elettronica per la comunicazione su fieldbus e reti, dato che la tendenza verso l’automazione distribuita (e, quindi, verso la comunicazione) è in forte espansione e che, senza un’elettronica adeguata, tale tendenza non può essere assecondata. Le ragioni che spingono a installare più bus o reti e a interconnetterli tra loro sono principalmente due: la prima è quella di aumentare l’estensione, la seconda è quella di ripartire il traffico quando la velocità di trasmissione diminuisce eccessivamente. Vediamo quindi quali sono i dispositivi utili allo scopo. Il ripetitore permette di aumentare la lunghezza di un bus o una rete locale amplificando il segnale che arriva da un segmento e che deve essere fatto proseguire sul segmento successivo. Esso provvede anche a rigenerare e risincronizzare il segnale restituendogli la sua forma originale. Il ripetitore, infine, non modifica il segnale in alcun modo, salvo filtrare gli eventuali disturbi. Uno hub rappresenta invece un concentratore, cioè un dispositivo che inoltra i dati in arrivo da una qualsiasi delle sue porte verso tutte le altre. Uno hub non ha bisogno di riconoscere la natura delle informazioni che lo attraversano, perché ritrasmette e rigenera semplicemente i segnali elettrici e non i dati. Più reti possono essere collegate tramite dispositivi chiamati ‘bridge’. Le reti da unire possono essere omogenee o

eterogenee. I bridge esaminano gli indirizzi dei dati per eseguire l’instradamento. Il loro utilizzo porta a un aumento della banda complessiva, grazie alla segmentazione della rete. Inoltre aumenta anche la portata geografica della rete e può migliorare l’aspetto della sicurezza. Lo switch collega tra loro diversi segmenti logici di una rete e consente il passaggio d’informazioni dall’uno all’altro, impedendo tuttavia che l’intero traffico presente su uno di essi si riversi negli altri e viceversa, come invece accadrebbe se la rete non disponesse di alcun filtro al proprio interno. Gli switch sono usati per aumentare le prestazioni di una rete grazie alla segmentazione della rete stessa. Per esempio, gli Switch SFNB industriali di Phoenix Contact offrono il vantaggio di una compatibilità industriale completa. Particolarmente economici, sono adatti soprattutto per piccole macchine e unità di monitoraggio via Ethernet. L’azienda offre anche gli switch SFN, con i quali è possibile ampliare rapidamente e con poca spesa le reti fino a livello del campo. Caratteristiche fondamentali sono la forma compatta della custodia, il numero variabile di porte, la versatilità delle soluzioni di connessione e le prestazioni fino a 1000 MBit/s su tutte le porte. Per incrementare la sicurezza della rete, è possibile inserire elementi Layer 1 Security, che proteggono da accessi non autorizzati. Il router è invece un dispositivo di rete che instrada pacchetti di dati tra reti diverse ed eterogenee. La funzione di instradamento è basata sugli indirizzi di Livello 3 (Network) del modello ISO/OSI, a differenza dello switch che instrada sulla base degli indirizzi di Livello 2 (Data Link). Per garantire la massima affidabilità e lo sfruttamento ottimale dei collegamenti in caso di reti complesse costituite da molte sottoreti diverse, i router si scambiano periodicamente informazioni su come raggiungere le varie reti che collegano l’una all’altra, che poi usano per ricavare

Focus Un altro passo avanti nel controllo remoto dei dispositivi industriali Il nuovo gateway Netbiter EasyConnect EC350 proposto da HMS Industrial Networks facilita ulteriormente la gestione e il controllo remoto dei dispositivi industriali, grazie a maggiori prestazioni di connettività e sicurezza.

I

l controllo da remoto è un ambito in cui stanno nascendo in maniera esponenziale tecnologie sempre più complesse che interessano diversi settori: dalla domotica all’automotive, dall’elettronica all’informatica, fino ovviamente all’automazione industriale. Uno dei protagonisti di questo comparto è HMS Industrial Networks (www.anybus.it) che ha recentemente presentato Netbiter EasyConnect EC350, il primo gateway della nuova generazione di Netbiter, in grado di collegarsi ai dispositivi industriali grazie ai protocolli di comunicazione Modbus (rete seriale o Ethernet), SNMP, EtherNet/IP o I/O e di inviare i dati al server centrale Netbiter Argos, basato su cloud, via

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Ethernet o via rete cellulare. “Netbiter – ci ha spiegato Henrik Arleving, responsabile della linea prodotto, remote management di HMS – è una delle soluzioni più innovative presenti sul mercato per la gestione da remoto. Per sviluppare Netbiter EC350 ci siamo affidati alla nostra lunga esperienza, per cui è nato un dispositivo dotato di maggiore connettività e con prestazioni tali da poter essere annoverato tra le soluzioni più versatili e potenti sul mercato per il controllo remoto”. Il quantum leap effettuato riguarda la connettività wireless che ora è passata di livello da GSM/GPRS, a comunicazioni in 3G.


Comunicazione fieldbus e reti e aggiornare delle tabelle di instradamento interne utilizzate quando si devono smistare i dati in arrivo. Belden ha recentemente presentato il router industriale EAGLE One, che ha arricchito il suo portafoglio di soluzioni per la sicurezza. Basa sulla tecnologia della famiglia EAGLE, esso offre una combinazione di funzionalità per la sicurezza dei dati nell’automazione industriale, rafforzando i sistemi nel caso di problemi di rete e attacchi informatici, migliorando la sicurezza, l’affidabilità e le prestazioni. EAGLE One unisce molte caratteristiche chiave, tra cui la capacità di resistere alle più severe condizioni ambientali, in particolare nelle zone che si occupano di materiali esplosivi e pericolosi. Un ulteriore opzione è Sew Eurodrive, la cui offerta di dispositivi per la connessione ai bus di campo si articola in due macrogruppi: interfacce fieldbus e gateway. Le interfacce fieldbus sono direttamente inglobate all’interno dei nostri controller, e ne rendono possibile l’integrazione nelle reti fieldbus più diffuse in ambito industriale: Profibus, Profinet, Profisafe, Interbus, Ethernet/IP, Devicenet, EtherCAT, CAN. Per alcune famiglie di controller decentralizzati (Movifit Basic, Movimot, Movigear) è disponibile anche l’interfaccia di connessione alle reti AS-I. I gateway Sew Eurodrive, invece, consentono la gestione delle comunicazioni fieldbus e offrono una serie di servizi aggiuntivi che il mercato sembra apprezzare particolarmente. Il gateway, infine, è il servizio di inoltro dei pacchetti verso un bus o una rete di tipo diverso; il dispositivo hardware che porta a termine questo compito è tipicamente un router. Nelle reti più semplici è presente un solo gateway che inoltra tutto il traffico diretto verso la seconda rete. Nel caso di più sottoreti, ognuna

“Questo tipo di comunicazione – precisa Arleving – fornisce maggiori prestazioni rispetto al GPRS e aumenta il campo di copertura, poiché diventa possibile installare il gateway anche quando il 3G è la sola rete disponibile. Il EC350 supporta 5 diverse bande in 3G, è la soluzione ideale per il mercato globale, è quindi in grado di stabilire una connessione sicura da remoto con ogni dispositivo e di configurarlo e gestirlo da qualsiasi luogo, utilizzando le opportune applicazioni software”. Collegando il Netbiter EC350 a un PLC, per esempio, è possibile eseguire il debug remoto o programmare il PLC da qualsiasi posizione, utilizzando lo stesso software di configurazione PLC. Da un punto di vista tecnico, il nuovo gateway ha un processore 20 volte più potente rispetto ai moduli precedenti e una capacità di memoria estesa in grado di supportare fino a 512 MB Flash e 1024 MB di RAM. Due interfacce Ethernet completamente separate (WAN e LAN) rendono inoltre possibile un collegamento sicuro con i dispositivi di campo. Questo nuovo modulo è inoltre dotato di sei LED di stato che hanno il compito di

fornire dettagliate informazioni diagnostiche. “Grazie al ricevitore GPS integrato – conclude Arleving – Netbiter EC350 è particolarmente adatto per le applicazioni di gestione delle flotte mobili e i numerosi I/O analogici e digitali già integrati nel gateway Netbiter permettono una gestione diretta dei segnali provenienti dai sensori in campo”.

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elettronica

fa riferimento ad un gateway che si occupa di instradare il traffico dati verso le altre sottoreti o reindirizzarlo ad altri gateway. Per esempio, i nuovi Anybus X-gateway di HMS Industrial Networks consentono la comunicazione tra le diverse reti industriali e PROFINET IRT. Essi sono in grado di connettere PROFIBUS e CANopen alla rete PROFINET IRT in fibra ottica, e ControlNet, EtherNet/IP e DeviceNet a PROFINET IRT con cablaggio in rame. Gli X-gateway consentono ai proprietari degli impianti e ai costruttori di macchine di passare alla rete PROFINET senza apportare modifiche ai loro dispositivi. Un altro esempio è rappresentato dai Gateway ZB-Connection di 4-noks (Elsist), dei dispositivi coordinatori per la rete ZigBee che hanno una funzione attiva nella creazione della stessa e nel mantenere il traffico radio tra i vari dispositivi presenti. I gateway sono collegabili ad un PC usando le interfacce standard Modbus (RS485, RS232, USB, Ethernet). Tra le funzioni svolte, la conversione da protocollo Modbus/RTU a ZigBee, la memorizzazione locale dei dati dei sensori a batteria e il bridge trasparente verso altri dispositivi Modbus. Festo propone il prodotto CPX-CM-HPP, un gateway che permette di integrare fino a 4 attuatori elettrici, ideale per integrare fino a 8 applicazioni ad asse singolo nel sistema CPX (punto-punto, asincrono) su Fieldbus/Ethernet. I principali vantaggi sono la messa in servizio più rapida e la riduzione dei tempi di fermo. Da segnalare inoltre i moduli driver CPX per SIMATIC PCS 7, che permettono la semplice integrazione di unità di valvole e terminali elettrici nel sistema di controllo Siemens.

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In un contesto come questo anche Wago si è da sempre contraddistinta nello sviluppo di nuove tecnologie e nella ricerca di soluzioni all’avanguardia sia nel settore dell’automazione, sia nel campo delle connessioni. In particolare nell’ambito dell’I/O distribuito, l’azienda è presente sul mercato con Wago-I/O-System 750, un sistema modulare indipendente dal bus di campo, ideale per applicazioni quali automazione di macchina, building automation, controllo di processo e telecontrollo. Per il bordo macchina, invece, l’azienda propone Speedway 767, una gamma di soluzioni che si integra perfettamente ai prodotti I/O modulari di classe IP20 e IP67. Si tratta sostanzialmente di un sistema con una concezione modulare avanzata che è altamente flessibile e rivoluzionario per quanto riguarda, ad esempio, le caratteristiche di tempistica sul bus.Oggi, il mercato si sta fortemente orientando a utilizzare pochi tipi di fieldbus e reti industriali. Alcuni standard molto promettenti (come il WorldFIP) sono pressoché scomparsi, mentre i vari settori applicativi hanno ormai compiuto le loro scelte. Così il mondo del processo ha scelto Foundation Fieldbus o Profibus PA, il mondo automotive ha scelto CANbus o LIN, il mondo della building automation utilizza molto spesso BACnet, ZigBee o LonWorks, ecc. La tendenza presso i produttori di elettronica è quella di offrire componenti specializzati per ciascuno di questi standard.


Comunicazione fieldbus e reti

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elettronica B A cura della redazione

Componenti modulari di periferia: un sistema completo Gestione delle piÚ svariate tipologie di segnali e interfacciamento verso i principali bus di campo diffusi nel mondo dell’automazione: sono queste le caratteristiche peculiari del sistema di periferia decentralizzata Beckhoff. Grazie allo standard EtherCAT, i sistemi di comunicazione in ambito industriale consentono oggi prestazioni superiori a qualunque altra soluzione.

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Beckhoff

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’introduzione dei bus di campo e delle unità modulari decentralizzate per la gestione dei segnali di ingresso e uscita ha rappresentato una svolta epocale nelle tecnologie di comunicazione in ambito industriale. Un’innovazione che ha consentito di ridurre i costi di cablaggio e di messa in servizio, incrementando flessibilità di configurazione e potenzialità di diagnostica. Di tale rivoluzione Beckhoff (www.beckhoff.it) è stato iniziatore e rappresenta ancora oggi uno dei principali protagonisti. “L’ampio portafoglio dei nostri prodotti – ci spiega Pierluigi Olivari, managing director di Beckhoff – permette ai sistemi controllo di gestire, attraverso i principali bus di campo attualmente utilizzati (RS-485, Modbus, PROFIBUS, CANopen, DeviceNet, PROFINET, Ethernet/ IP), dati tradizionali come ingressi e uscite digitali o tensioni e correnti analogiche, insieme a informazioni più specifiche, quali quelle associate ad analizzatori di reti trifase, porte seriali, interfacce encoder”. Il costante aumento della quantità di segnali richiesti dai sistemi di controllo ha portato alla progressiva affermazione della tecnologia Ethernet anche a livello di bus di campo. Con EtherCAT, Beckhoff propone una soluzione all’avanguardia, dove il bus di campo raggiunge il singolo terminale di ingresso o uscita senza la necessità di conversioni di protocollo intermedie, con una notevole riduzione dei tempi-ciclo di acquisizione delle informazioni. Il principio dei Distributed Clock permette di sincronizzare i nodi di una rete EtherCAT con una precisione inferiore a 100 ns: ciò consente di compensare ritardi di propagazione del segnale ed eventuali disallineamenti dei riferimenti temporali interni a ciascun nodo. La tecnologia XFC (eXtreme Fast Control), basata sui Distributed Clock, consente di trasmettere all’interno di un unico ciclo EtherCAT un numero elevato di campioni di un certo segnale (Oversampling), oppure di associare al valore di un segnale un accurato riferimento di tempo (Timestamp). In questo modo il sistema di controllo è in

grado di raggiungere risoluzioni temporali ben maggiori rispetto a quelle dei tempi-ciclo propri delle unità di controllo. Sfruttando l’ampia banda di comunicazione resa disponibile da EtherCAT, la soluzione TwinSAFE di Beckhoff consente infine di scambiare dati di sicurezza oltre che segnali standard utilizzando il bus di campo come unico canale di comunicazione. Grazie all’approccio blackchannel, PLC di sicurezza e terminali di ingresso e uscita sicuri - certificati per livello di sicurezza SIL3 - possono essere liberamente distribuiti all’interno di una rete EtherCAT standard: si semplifica così notevolmente il cablaggio, unificando al contempo l’ambiente di configurazione e di programmazione che risulta lo stesso per l’applicazione standard e per la logica di sicurezza. In particolare “con i moduli EtherCAT della serie EQ in acciaio inossidabile – continua Olivari – abbiamo ampliato la gamma di sistemi I/O con grado di protezione IP 69K. Questi prodotti consentono di registrare, analizzare e gestire processi e segnali direttamente nella macchina e, grazie alle elevate prestazioni EtherCAT, in settori dove le condizioni igieniche richieste sono severe, possono essere soddisfatti tutti i requisiti del cosiddetto ‘Hygienic Design’”. L’alloggiamento infatti, che comprende tutti i raccordi a vite installati a filo e senza bordi di disturbo, sono interamente in acciaio inossidabile e i moduli I/O distribuiti sono montati sulla macchina o sull’impianto tramite supporti montanti, in modo da evitare cavità e giunti indesiderati nei quali si possono accumulare impurità, mentre così risulta più semplice ed efficace la pulizia degli apparecchi. I moduli box in acciaio inossidabile con alloggiamento ermetico conforme alla classe di protezione IP 69K garantiscono la massima resistenza alla corrosione e alla penetrazione di umidità, e possono essere puliti con getti ad alta pressione. La serie di box EtherCAT EQxxxx è predisposta per campi di temperatura da -25 a +60 °C (temperatura di immagazzinamento da -40 a +85 °C) e pertanto può essere utilizzata anche in zone climatiche dalle temperature estreme. Grazie all’interfaccia EtherCAT integrata, i moduli possono essere collegati direttamente a una rete EtherCAT senza un Coupler Box aggiuntivo. Le elevate prestazioni EtherCAT rimangono quindi invariate per ogni modulo. Ciascun box è una stazione EtherCAT al 100% e uno slave EtherCAT indipendente, che può essere collegato direttamente tramite un cavo Ethernet 100BASETX a qualsiasi altro dispositivo EtherCAT. I moduli box EtherCAT della serie EQxxxx coprono uno spettro di requisiti completo relativo ai segnali I/O. “In linea generale – conclude Olivari – il portafoglio di prodotti Beckhoff offre una soluzione completa e performante, in grado di gestire i più diversi segnali standard insieme a dati di sicurezza, con prestazioni - in termini di determinismo e tempi-ciclo raggiungibili - che rappresentano lo stato dell’arte dell’automazione industriale. Tutti gli apparecchi rispondono ai restrittivi requisiti dell’”Hygienic Design” e sono ottimizzati per l’impiego nell’industria dei generi alimentari e delle bevande, nell’industria farmaceutica e negli impianti di imballaggio”.

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Speciale BIMu A cura della redazione

Work in progress per BI-MU/SFORTEC 2014 Dopo il successo della passata edizione, torna la manifestazione internazionale dedicata all’industria delle macchine utensili, dei sistemi di produzione, dei robot, e di tutte le tecnologie annesse. BI-MU/SHFORTEC si svolgerà dal 30 settembre al 4 ottobre 2014 a Fieramilano.

E

ntrano nel vivo i lavori per la prossima edizione di BI-MU/SFORTEC (www.bimu.it e www.sfortec. it) – una delle più qualificate e storiche manifestazioni internazionali dedicate all’industria delle macchine utensili, dei sistemi di produzione, dei robot, e di tutte le tecnologie annesse – promossa da UCIMU-Sistemi per produrre (www.ucimu.it) – l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione – e organizzata da EFIM-Ente Fiere Italiane Macchine. Il cuore dell’evento sarà ancora una volta BI-MU, biennale della

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macchina utensile che quest’anno compirà ventinove anni, a cui si affiancherà SFORTEC, salone dedicato alla subfornitura tecnica e ai servizi all’industria. Per favorire l’incontro tra domanda e offerta in ambito di sistemi di produzione è previsto un ciclo di incontri B2B tra espositori italiani ed imprese utenti. Come sempre BI-MU si arricchirà di numerosi eventi: accanto alla rassegna convegnistica di ‘Quality Bridge’ sarà presente il ‘Mondo della finitura delle superfici’ un’esposizione


dedicata all’offerta dei costruttori di impianti di finitura, a cui si aggiungerà ‘Pianeta giovani’, uno spazio dedicato ai giovani interessati a comprendere contenuti e caratteristiche dei sistemi di produzione.

& Cultura di Impresa di UCIMU-Sistemi per produrre, infatti, hanno evidenziato nel 2013 una situazione di stazionarietà dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione.

I lavori sono partiti a pieno ritmo e i pronostici per BI-MU/ SFORTEC 2014 sono sicuramente positivi, anche perché la manifestazione nel 2012 aveva fatto registrare una presenza di 58.875 visitatori provenienti da 77 Paesi. Da una analisi dei dati di presenza dei visitatori diffusa dagli organizzatori al termine della passata è emersa una copertura uniforme di tutti i principali comparti industriali: il 20,7% settore macchine utensili, il 16,2% automotive, il 5,4% aeronautica e aerospaziale, il 5,2% energia, il 4,1% alimentare, il 4% imballaggio.

Lo scorso anno la produzione si è infatti attestata a 4.780 milioni di euro, segnando un calo dell’1% rispetto al 2012, mentre le esportazioni si sono confermate, ancora una volta, traino dell’andamento di settore. Stabili a 3.615 milioni di euro, -0,2% rispetto al 2012, hanno assorbito infatti il 75,6% del totale prodotto dai costruttori italiani.

Positivi anche i dati sul fronte espositori. Per un totale di 90mila metri quadrati di area espositiva e 3mila macchine esposte per un valore pari a 466 milioni di euro, grazie alla partecipazione di 1.160 imprese, di cui il 45% straniere. Secondo quanto emerso dal sondaggio condotto alla fine dell’evento del 2012, il 20,8% dei visitatori operava nell’area tecnica, il 15,8% nell’area produzione, l’11,6% era impiegato nell’area commercial, il 7,3% in quella acquisti ed il 12,1% occupava un ruolo di vertice in azienda. I dati di preconsuntivo relativi al 2013 elaborati dal Centro Studi

Le previsioni, invece, fanno ben sperare per il 2014 che dovrebbe segnare la definitiva inversione di tendenza del mercato italiano che si spera possa tornare a crescere. In particolare la produzione dovrebbe arrivare a quota 5 milioni di euro, mentre ci si augura che le esportazioni registrino un nuovo record attestandosi a 3.780 milioni di euro. “Il dato che appare più evidente – ha commentato il presidente di UCIMU Luigi Galdabini – è, senza ogni dubbio, la ripresa del consumo domestico che dopo anni di immobilità sembra ripartire, seppur lentamente . L’auspicio è che BI-MU/SFORTEC stimoli ulteriormente la ripresa che dovrebbe avvantaggiarsi anche dell’entrata in vigore della Nuova Legge Sabatini”.

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Formazione tecnologica Di Valerio Alessandroni

La formazione tecnologica qualificata come leva strategica per la competitività aziendale Per soddisfare le esigenze di una maggiore consapevolezza tecnologica previste da Horizon 2020 e, più in generale, richieste dal mercato, qualche azienda si rimbocca le maniche e si rassegna a investire i primi mesi (o anni) delle vite lavorative dei neo-assunti formandoli secondo le proprie necessità. È proprio in questo contesto in cui si trova l’iniziativa FormandoPlus Academy che, rivolgendosi al settore dell’automazione industriale, è in grado di coniugare formazione e consulenza in un binomio che punta alla creazione di valore.

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ono state recentemente rese note le proposte di decisione del Consiglio e del Parlamento Europeo relative al programma quadro di ricerca e innovazione della UE – ‘Horizon 2020’ – che entrerà in vigore il primo gennaio 2014 e che resterà attivo sino a dicembre 2020.

Promuovere la ricerca e la competenza tecnologica europee Horizon 2020 è finalizzato all’eliminazione della frammentazione presente nella programmazione della ricerca e della conoscenza tecnologica europea. È previsto un bilancio

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indicativo di quasi 80 miliardi di euro distribuiti attraverso 7 anni, con un aumento del 46 per cento rispetto al Programma Quadro corrente (FP7). L’obiettivo è quello di affrontare le principali sfide sociali e le iniziative faro identificate nella Strategia Europa 2020, che ha definito la ricerca e l’innovazione quali elementi centrali per perseguire gli obiettivi di una crescita sostenibile, intelligente e solidale. Il programma sarà centrato su tre obiettivi strategici a sostegno delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico, dimostrazione e innovazione. Per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico le linee guida di Horizon 2020 sottolineano come l’automazione tocchi oggi


tutte le imprese, siano esse impegnate nella progettazione o produzione di macchine o impianti, nella gestione di impianti di pubblica utilità o nella commercializzazione di beni. Per essere competitivi (per sopravvivere, potremmo dire) è quindi indispensabile possedere le basi necessarie per comprendere il linguaggio dell’automazione, conoscerne le parti fondamentali e sapere scegliere consapevolmente i prodotti o le soluzioni ottimali per le proprie esigenze. D’altra parte per riuscire a generare valore è necessario essere competenti nelle tematiche che vengono trattate quotidianamente nell’attività lavorativa. Inoltre tutti i diretti interessati sono consapevoli che il momento formativo non si può esaurire all’inizio della propria carriera professionale: in ambito tecnico gli esami non finiscono mai e non si smette mai di apprendere, perché tecnologie e applicazioni continuano a evolvere e anche una piccola criticità nella gestione della conoscenza rischia di compromettere la capacità di dominare adeguatamente temi di fondamentale importanza lavorativa. Oltretutto la tecnologia elettronica, informatica e dell’automazione, ormai entrata in ogni settore civile e industriale, tocca oggi tutte le imprese, siano esse impegnate nella progettazione, nella produzione manifatturiera, nella gestione di processi continui, nella conduzione di impianti di pubblica utilità o nella commercializzazione di beni di qualsiasi tipo. È quindi indispensabile possedere le basi necessarie per comprendere i linguaggi della tecnologia e conoscere le parti più importanti di un sistema elettronico, di automazione o informatico in modo da sapere scegliere consapevolmente i prodotti o le soluzioni ottimali per le proprie esigenze. Solo una corretta conoscenza, infatti, permette di evitare errori di valutazione e, soprattutto, di selezionare la soluzione più efficace per il problema che si deve risolvere.

rivolgersi a chi ha fatto della formazione l’oggetto della propria competenza professionale. Una risposta professionale si trova nell’iniziativa Formandoplus Academy, (www.formandoplus.it) dedicata alla formazione e allo sviluppo del personale, ha infatti messo a punto una proposta formativa modulare dedicata all’automazione industriale. Essa si sviluppa in un ventaglio di interventi che, attraverso un approccio interattivo, permettono di coprire gli aspetti fondamentali delle principali tecnologie. In particolare sono previsti cinque corsi base di una giornata, che possono essere seguiti secondo una logica di apprendimento sequenziale o a percorso libero: essi sono infatti strutturati in modo da potere essere frequentati tutti in serie o singolarmente, in base alle proprie necessità. Oltre agli argomenti previsti a calendario, a richiesta possono anche essere individuati altri temi, da aggiungere al percorso base per un quadro formativo più completo. I partecipanti possono quindi apprendere i concetti di base dell’automazione industriale: come affrontare un progetto di automazione, come selezionare e programmare un PLC o un bus di campo, come gestire un sistema di identificazione automatica e così via.

Corsi di automazione industriale

L’iniziativa Formandoplus Academy si posiziona come un punto di riferimento nel mondo dell’automazione industriale, attraverso attività di consulenza e percorsi articolati in cui, oltre alle attività di sviluppo e formazione, si aggiungono attività di consulenza pre corso e di coaching post corso. Lo scopo è quello di fondere esperienze di progettazione e management, per fornire al cliente un servizio qualificato e al passo con l’evoluzione tecnologica.

pensati per affrontare problemi concreti Per soddisfare le esigenze di maggiore consapevolezza tecnologica previste da Horizon 2020 e, più in generale, richieste dal mercato, qualche azienda si rimbocca le maniche e si rassegna a investire i primi mesi (o anni) delle vite lavorative dei neo-assunti formandoli secondo le proprie necessità. Altre aziende hanno invece scoperto che è più produttivo

Un sistema automatizzato ha bisogni di diversi livelli di formazione e addestramento: per il personale che deve utilizzarlo, per chi deve manutenerlo e per chi deve ampliarlo e svilupparlo ulteriormente. In fase di offerta del piano formativo viene quindi concordato con il cliente il corretto livello di training, che dipende dalle esigenze del cliente stesso, e dall’esperienza e familiarità che il cliente ha con i sistemi di automazione. Si può andare quindi dalla formazione specifica sul prodotto alla formazione approfondita che mette il cliente in condizioni di modificare e implementare nuove funzionalità nel sistema o nell’impianto.

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speciale mec-spe Di Elisa Maranzana

mecspe... Si fa in sette

MECSPE 2014, in calendario dal 27 al 29 marzo 2014 a Parma, offre al visitatore un panorama generico di aziende che operano in tutta la filiera del manifatturiero. Un evento che parte da numeri di tutto rispetto – oltre mille espositori, oltre 28.000 visitatori – con l’obbiettivo di conseguire risultati ancora più ambiziosi.

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ECSPE (www.senaf.it/MECSPE/117), fiera di riferimento per l’industria manifatturiera, è nata e si è sviluppata con l’obiettivo di diventare un importante punto d’incontro tra tecnologie per produrre e filiere industriali. La manifestazione sarà costituita da sette saloni che si svolgeranno in contemporanea: Macchine e utensili (macchine utensili, utensili e attrezzature), Eurostampi (stampi e stampaggio), Plastixexpo (lavorazione delle materie plastiche), Subfornitura (salone dedicato alle lavorazioni in conto terzi), Motek Italy (automazione, robotica e trasmissioni di potenza), Control Italy (metrologia e qualità), Logistica (sistemi per la gestione della logistica, macchine e attrezzature). Ai sette saloni si aggiungeranno formule espositive innovative quali viali tematici, piazze dell’eccellenza e isole di lavorazione.

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Obiettivo della manifestazione è quello di mantenere il trend di crescita delle edizioni passate. E per dare un’idea di quello che è stato l’evento negli anni scorsi, ricordiamo che la passata edizione MECSPE 2013 aveva chiuso con 1.023 espositori e 28.307 visitatori (con una crescita maggiore del 3 per cento rispetto all’anno precedente). Per quanto concerne il 2014, i dati sembrano confermare la tendenza alla crescita. “Il trend di crescita è costante – afferma Maruska Sabato, project manager della manifestazione – proprio perché la formula della manifestazione si basa su contenuti di innovazione tangibili e accessibili alle diverse industrie manifatturiere, siano esse produttrici, fornitrici di primo livello o aziende di subfornitura. Ogni edizione è caratterizzata da una costante attenzione nella ricerca e nello sviluppo di temi che determinano gli orientamenti dell’industria manifatturiera, facendola diventare dunque un appuntamento imprescindibile per i visitatori e naturalmente per gli espositori”.


Intervista

Nel programma dell’edizione 2014 di MECSPE sembra proprio che le novità non manchino. A partire da la ‘Fabbrica digitale – oltre l’automazione’, un’iniziativa speciale che costituisce il cuore della manifestazione di quest’anno. “La Fabbrica digitale è un modello di produzione che già stanno adottando le grandi aziende per migliorare la propria capacità di competere – sottolinea Maruska Sabato – e la manifestazione vuole trasferire questo concetto alle piccole medie imprese di qualsiasi settore che dovranno necessariamente attrezzarsi per

poter continuare a giocare un ruolo vincente all’interno del mondo produttivo”. Nel cuore della Fabbrica digitale troviamo l’intelligenza umana che dovrà sovraintendere da un lato, ad una ‘intelligenza artificiale’ in grado di digitalizzare il progetto del pezzo, analizzare la commessa e fare le relative valutazioni, e dall’altro una serie di unità produttive intelligenti che, recepito l’ordine, produrranno dal vivo il pezzo. Per ogni settore della manifestazione è prevista almeno una novità a tema correlato. Il ‘Quartiere della Ricerca e dell’Innovazione’, una sezione dedicata a favorire l’incontro tra il mondo industriale e il monto della ricerca (spin off universitari e start up); la ‘Piazza delle Microlavorazioni’, un’area dimostrativa sulla tecnologia delle microlavorazioni oggi di interessante rilievo data la tendenza sia del mondo della ricerca, sia del mondo industriale alla miniaturizzazione dei dispositivi e dei componenti e alla produzione di pezzi ad alta precisione con elevati vincoli geometrici. La ‘Piazza della progettazione e del design’ in questa edizione di MECSPE tratterà il tema del ‘Fare metallico’, con l’obiettivo di dare spazio a tutte quelle innovazioni nell’ambito delle materie plastiche, concepite con il fine di sostituire i metalli per aspetto, performance e costi. La ‘Piazza del Motorsport’ alla quale partecipa la nota casa automobilistica parmense Dallara Automobili. MECSPE 2014 si svilupperà quindi a 360 gradi, andando a coprire tutti gli ambiti dell’industria manifatturiera: le lavorazioni per conto terzi in diverse specializzazioni (Subfornitura – Eurostampi – Plastixexpo), i fornitori di Macchine Utensili, di soluzioni per la metrologia (Control Italy), l’automazione (Motek Italy) e la Logistica. Un panorama con ampie e diverse prospettive.

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speciale mec-spe A cura della redazione

Riflettori puntati su MISUMI Con un’esperienza positiva alle spalle, Misumi rinnova la sua partecipazione a MECSPE, fiera di riferimento per l’industria manifatturiera italiana, e, all’edizione di quest’anno, si presenterà ospitando un pool di sette aziende denominato ‘Fare Automation’. Un’opportunità per Misumi per presentare la formula ‘Total Cost Saving’.

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opo l’esperienza positiva del 2012 torna anche quest’anno a MECSPE in veste di espositore Misumi (www.misumi-europe. com), l’azienda giapponese specializzata da oltre cinquant’anni nella fornitura di componenti meccanici di precisione per i comparti di automazione industriale e meccatronica. “Fortunatamente – esordisce Stefano Casazza, direttore della filiale Italiana di Misumi – stiamo attraversando un periodo particolarmente positivo, lo dimostra il trend di crescita che la nostra azienda sta registrando in Italia. Questo ci permette, quindi, di incrementare la nostra partecipazione sul mercato e negli eventi di settore”. “La scelta di partecipare proprio a MECSPE è anche di tipo strategico. La manifestazione avrà luogo in una città con una posizione interessante – ci spiega, infatti, Casazza – Parma è situata in una zona baricentrica sia per il nord Italia, sia per il centro. Non solo, quest’area, com’è risaputo, vede la nutrita presenza delle realtà che operano in ambito di packaging e assemblaggio, due settori che per noi sono estremamente importanti e di assoluto riferimento”. Com’è noto, la manifestazione è una somma di ben sette saloni concomitanti: Macchine e utensili, Eurostampi, Plastixexpo, Subfornitura, Motek Italy, Control Italy, Logistica. “Il nostro stand – continua Casazza – sarà nel cuore della sezione di MECSPE dedicata alla subfornitura e questo per noi è fondamentale proprio perché saremo a diretto contatto con quelle tipologie di aziende incuriosite dalla nostra offerta tanto innovativa quanto interessante. È anche vero, però, che questa fiera, per sua natura, può permetterci di incontrare player che operano in tutta la filiera dell’industria manifatturiera, toccando quindi anche comparti trasversali rispetto al nostro mercato di riferimento attuale”. Quest’anno Misumi si presenterà a MECSPE con uno stand che ospiterà al suo fianco un pool di sette aziende denominato ‘Fare Automation’. “Molte di queste realtà – spiega con orgoglio Casazza – sono clienti e/o testimonial Misumi e, proprio in virtù del rapporto

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di fiducia reciproco che abbiamo instaurato nel corso delle varie collaborazioni, abbiamo preso la decisione di presentarci ciascuno con la propria identità sia per MISUMI che per Fare Automation ma affiancati, praticamente sotto lo stesso tetto”. In questo delicato momento economico, in cui il fattore risparmio è in buona parte dei casi determinante per la sopravvivenza stessa delle aziende, Misumi ha deciso di incentrare la comunicazione proprio sui suoi punti di forza, riassumibili nel concetto di ‘Total Cost Saving’ (TCS): un obiettivo di molte delle aziende che visiteranno MECSPE


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clienti possono ordinare senza quantitativi minimi obbligatori. Oggi sono circa 23mila gli articoli in pronta consegna che il magazzino europeo mette a disposizione del mercato. Per tutti gli altri articoli ci sono comunque tempi di consegna veloci e soprattutto certi. MECSPE sarà per Misumi la prima importante occasione per mettere in mostra una ‘macchina’ in movimento completamente realizzata con componenti dell’azienda. “Progettata e assemblata dal Team ‘Fare Automation’ – conclude Casazza – questa macchina è un esempio di prodotto finito pick&place semplice, ma decisamente innovativo” così come Misumi.

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proprio nell’ottica di ricercare soluzioni valide dal punto di vista qualitativo, ma, al tempo stesso, anche economicamente vantaggiose. “Total Cost Saving è una formula di risparmio che coinvolge l’intera filiera di approvvigionamento – spiega Casazza - che consente a Misumi di offrire ai propri clienti prodotti di qualità che permettono di risparmiare fino al 40% di tempo. Un risparmio così tangibile in termini di tempo si riflette inevitabilmente sui costi”. Sul portale Misumi-europe.com è presente un’ampia e articolata offerta di prodotti di alta qualità, e, attraverso la piattaforma WOS (Web Ordering System) di e-commerce, i

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STORIE di successo

A.T.S.: ingegno, concretezza e affidabilità nell’automazione Nasce come ufficio tecnico, si evolve e diventa un’azienda di tutto rispetto nel mercato. A.T.S., nata per seguire il mercato automotive, ora segue aziende di livello internazionale grazie alla qualità ed affidabilità dei propri prodotti.

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.T.S. (www.atsautomation.it), una importante realtà italiana in grado di operare con successo nel proprio mercato, è nata nei primi anni ’80 nella provincia torinese come un ufficio tecnico, diventando a breve una vera industria. Il contesto economico è ideale, negli stessi anni in Italia si comincia a parlare seriamente di automazione ed è questo il settore principe di A.T.S. “Siamo costruttori di macchine automatiche specializzati nell’automazione per l’assemblaggio ed il collaudo – ci spiegano Daniele Torchio, responsabile tecnico e socio di A.T.S., Giorgio Vietti, responsabile amministrativo, Pierfranco Cena,

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responsabile commerciale e Giovanni Audisio, responsabile software – siamo partiti come una piccola realtà, la nostra prima sede è stata a Rivoli”. Tempo ed impegno hanno dato ragione ad A.T.S. che è cresciuta e nel 2009 ha cambiato sede spostandosi ad Orbassano. Una realtà, questa, in cui oltre agli uffici amministrativo, acquisti e commerciale, si sono ampliati il magazzino, l’area per il montaggio e l’impiantizzazione, l’officina con le macchine di lavorazione, i centri di lavoro e le elettroerosioni a filo e a tuffo. “Il nostro punto di forza è proprio l’organizzazione: A.T.S. ha sempre seguito le fasi di creazione delle proprie macchine dal contatto col cliente, alla consegna del prodotto, fino all’assistenza – continua Torchio – Grande rilevanza ha la


progettazione customizzata: basti pensare che su un organico totale di venti persone, cinque sono dedicate a questo ambito”. Un’attenzione rivolta al cliente che, assieme alla qualità dei macchinari realizzati, è il vero plus dell’azienda. A.T.S. ha inoltre creato una rete di collaborazioni con fornitori fidati che consentono di far fronte al crescere delle commesse mantenendo invariata l’altissima qualità del lavoro, come dimostrano tangibilmente le richieste di adattamenti su macchinari realizzati oltre 10 anni fa e tutt’ora in funzione. “A.T.S. è, com’è naturale nella nostra regione, il Piemonte, cresciuta nell’automotive per poi entrare nel metalmeccanico, office automation e medicale. In quest’ultimo settore annoveriamo clienti per i quali abbiamo progettato e realizzato macchine che si occupano del collaudo dei peacemaker così come della realizzazione dei palloncini impiegati nell’angioplastica – assume Torchio – tanto per fare degli esempi”. Interessante è come A.T.S. si sia guadagnata la fiducia di clienti importanti ed internazionali come Tyco, Bitron, Valeo, TRW, Pierburg ed ancora Piaggio, Olsa e Giobert. “Abbiamo sempre iniziato a lavorare in un contesto italiano realizzando commesse per le sedi italiane. La macchina realizzata, per ragioni del cliente, a volte si trova ad essere spostata in una consociata europea. In questo caso l’affidabilità dimostrata è il miglior veicolo a lavorare direttamente con la sede interessata”. Un passaggio questo che potrebbe sembrare scontato

ma che lo diventa solo a fronte della già citata qualità di prodotti e servizi garantita da A.T.S.: conferma ne è il fatto che attualmente il 60% del fatturato deriva dall’estero “Siamo presenti nell’Europa dell’est, in Turchia, in Cina ed abbiamo realizzazioni in Messico e Brasile”. Questa crescita ed espansione verso l’estero è frutto anche della collaborazione e del rapporto con i nostri fornitori. “In particolare con SMC Italia (www.smcitalia.it) – prosegue Torchio – abbiamo realizzato, tra le altre, una macchina dedicata a un cliente spagnolo per il montaggio e collaudo di valvole del circuito idraulico per il settore automotive in grado di fare controlli meccanici, elettrici e di conformità prodotto. Tutta la strumentazione di collaudo è stata creata in A.T.S. e su questo banco sono montati tredici assi SMC”. La stessa soluzione si è rivelata perfetta per le richieste di un altro importante cliente A.T.S., Tyco. Grazie alla loro versatilità di utilizzo siamo riusciti a far fronte alle esigenze di riadattamento che questo macchinario deve soddisfare. Una macchina di inserzione contatti in connettori che opera su ben ventuno assi Serie LE, un’apparecchiatura che a regime lavora su cicli da 600 colpi/minuto ed effettua il controllo conformità grazie a due telecamere alla medesima velocità. “Per noi SMC – conclude Torchio – è un fornitore storico per il trattamento aria, pinze e raccordi. Abbiamo sempre utilizzato i prodotti standard mentre ad oggi ciò che più ci interessa è la versatilità ed anche in questo caso SMC ed i suoi tecnici ci affiancano attivamente con consulenze sempre mirate”.

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innovazioni Di Daniele Regazzoni e Caterina Rizzi (Dipertimento di Ingenieria, Università di Bergamo)

Ergonomia e videogiochi: risorse low-cost per l’azienda Il mercato delle consolle per i videogiochi è in continua evoluzione. Da tempo ormai però l’obiettivo dichiarato tra gli sviluppatori è quello di rendere invisibile l’interfaccia e di far agire il giocatore in modo realistico. Oggi queste tecnologie iniziano a essere utilizzate anche in ambito industriale.

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sabilità, interfaccia utente, relazione uomo macchina non sono temi cari solo a chi in azienda si occupa di sviluppo prodotto, ma anche e molto di più ai grandi marchi che si occupano di videogiochi. In questi ultimi anni, infatti, le modalità di interazione tra giocatore e consolle si sono evolute molto più rapidamente di quanto non abbiano fatto sistemi analoghi nell’industria. Risultato? Una volta messa da parte la naturale diffidenza iniziale ci si trova nella vantaggiosa condizione di poter sfruttare dispositivi robusti, affidabili e a basso costo pensati per un mercato estremamente competitivo. In una manciata di anni si è passati da interfacce con consistenza fisica come tastiere, mouse, joystick e gamepad di varie forme

e complicazioni a dispositivi con grandi schermi sensibili al tocco capaci di emulare tastiere di ogni tipo. In aggiunta hanno fatto la loro comparsa accelerometri e giroscopi 3D che ci hanno abituato anche nei dispositivi portatili a usare il movimento e l’inclinazione come informazioni di input e una varietà notevole di applicazioni hanno riempito tablet e smartphone. Ma l’evoluzione non si è fermata. Tra gli sviluppatori di consolle per i videogiochi l’obiettivo dichiarato da tempo è quello di rendere invisibile l’interfaccia e di far agire il giocatore in modo realistico, intuitivo e coinvolgente. I primi passi in questo senso non si sono tramutati in successi commerciali fino all’arrivo, nel lontano 2006, della Nintendo Wii che ha venduto 22 milioni di consolle in 24 mesi dalla data di rilascio. Il segreto del successo è nella semplicità d’uso basata sulla tracciatura della posizione del

Figura 1. Un operatore al lavoro: a sinistra la mappa di profondità ottenuta con un sensore Kinect, al centro il suo scheletro semplificato e a destra il modello virtuale del suo corpo.

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Figura 2. Sistema di Mocap allestito presso il Laboratorio V&K dell’Università di Bergamo.

Figura 3. Esempio di tracking dei movimenti di un manutentore su un impianto industriale.

Wii remote, il “telecomando” che tenuto in mano permette di emulare il gesto di interesse per l’azione del videogioco, sia essa sportiva o di controllo di un menu. Sony risponde nel 2010 con un sistema analogo per la PlayStation basato su telecamera PSEye e telecomando PS Move grazie ai quali è possibile sapere la posizione della mano del giocatore in ogni istante. La successiva innovazione, questa volta targata Microsoft, è il dispositivo Kinect che associato alla consolle Xbox360 permette di liberarsi definitivamente di sistemi di controllo fisici perché il sistema è in grado di leggere la posizione del corpo e interpretare i gesti che vengono fatti come comandi di input per la consolle. Qual è l’interesse di tanta tecnologia in ambito industriale? Ci è voluto qualche anno dalla data di rilascio dei diversi sistemi perché delle applicazioni lontane dal mondo dell’intrattenimento iniziassero a essere sviluppate. Ma oggi gli esempi accademici e le applicazioni reali non mancano. L’utilizzo geniale del Wiimote proposto da Johnny Lee ha permesso di sviluppare applicazioni come lavagne interattive e schermi 3D a pochi decine di euro di costo (http://www. youtube.com/watch?v=QgKCrGvShZs). Ma l’avvento del Kinect e il supporto di Microsoft con il kit per sviluppatori hanno aperto la via per il Motion Capture (MoCap) a basso costo. Infatti, il sensore di profondità a infrarossi, insieme alla normale telecamera, permette di acquisire nel tempo la posizione del corpo umano suddiviso in segmenti corporei collegati da giunti. Seppure con alcune limitazioni questo sistema permette di fare lo stesso tipo di acquisizioni che fino a pochi anni fa erano solo appannaggio dell’industria cinematografica o delle sole realtà industriali con grandi capacità di investimento perché basate su sistemi di altissime performance e costi (es. Vicon, www.vicon.com). Oggi, invece, siamo nelle condizioni in cui è possibile acquisire il movimento di una persona che svolge una qualsiasi attività per poi analizzarla, ad esempio, per valutare l’ergonomia di un prodotto. Presso il Laboratorio V&K (Virtualization and Knowledge) del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Bergamo sono

stati allestiti due sistemi di MoCap ottico uno costituito da sei telecamere PS Eye e l’altro da due sensori Kinect (Figura 2). Grazie a questi sistemi sono state condotte numerose indagini con lo scopo di sviluppare un metodo e degli strumenti pratici per validare prodotti con cui operatori di varia natura interagiscono. Oltre ai sistemi di MoCap vengono utilizzati diversi sistemi di modellazione del corpo umano al fine di poter simulare varianti delle situazioni acquisite e di stimare gli indici standard per l’ergonomia sul lavoro come NIOSH e OWAS. Con un protocollo di acquisizione e verifica ben definito si è dimostrato come sia possibile a costi molto contenuti dotarsi di un sistema che permette in automatico di capire se, ad esempio, una postazione di lavoro è corretta o se l’operatore rischia di incorrere in problemi muscoloscheletrici. In altri casi è possibile capire come certe attività vengono svolte nella pratica dagli operatori o dagli utenti finali per poter prendere misure correttive. In questo ambito una lunga collaborazione con un’azienda che si occupa di produrre e commercializzare frigoriferi commerciali ha portato a determinare non solo come vengono utilizzati i banchi da clienti, operatori che li riempiono e manutentori, ma anche a definire una serie di linee guida per la progettazione della futura generazione di banchi frigoriferi. Sapere gestire l’interazione del prodotto col corpo umano tenendo conto delle variazioni intrinseche a una popolazione di utenti permette di anticipare la valutazione ergonomica al momento dello sviluppo di un nuovo concept risparmiando tempo e risorse. Esistono altre interessanti applicazioni industriali del Kinect: viene applicato a sistemi di movimentazione automatica come controllo di prossimità di ostacoli, oppure può essere utilizzato per la scansione 3D di oggetti, di persone e di interni. Le potenzialità della tecnologia che deriva dai videogiochi non sono ancora state recepite e sfruttate appieno anche se esistono numerose pubblicazioni scientifiche che ne attestano le performance tecniche.

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