Rivista di informazione e approfondimenti di mercato
SImpresa
MAGAZINE
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Anno 1 Maggio 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 2/2011
CAE:
Simulare per competere
Safety & Security quando ci devono essere
Domotica:
Monitoraggio e controllo mai cosi’ semplici
Industrial Ethernet:
?
la via maestra
5
Come posso gestire tutte le attivitĂ di automazione da una singola schermata?
Vi aspettiamo a SPS/IPC/DRIVES ITALIA presso lo stand G042/048 H048/042 Padiglione 5
Totally Integrated Automation Portal - la struttura che massimizza la vostra efficienza di engineering. Siemens, produttore leader a livello mondiale di tecnologia di automazione, ha lanciato il Totally Integrated Automation Portal. Questa innovativa struttura di engineering è il primo software di automazione del settore con un singolo ambiente di engineering e un singolo progetto software per qualsiasi attività di automazione. Una volta acquisito ed implementato, TIA Portal ottimizza le operazioni di fabbrica, delle macchine e dei processi, garantendovi una maggiore efficienza e un vantaggio competitivo. www.siemens.it/tia-portal
Answers for industry.
SOMMARIO Numero 2 - maggio 2011
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Editore Pentaconsulting Srl Piazza Caiazzo, 2 20124 Milano Tel. 02 92958990 - fax 02 700595960 REDAZIONE Direttore Responsabile Massimo Fucci massimo.fucci@pentaconsulting.it
EdiTToriale ICT- pLM - speciale cae
4
il cae fattore critico di successo per continuare a competere
4 14
idee ed esperienze per lo sviluppo di prodotti innovativi
Ufficio Traffico Arianna Bertotto arianna.bertotto@pentaconsulting.it
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Ugitech Ottimizza il Processo di Colata Continua
Art Director Ivan Roman ivanroman@ivanroman.it
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progettazione di carri per i trasporti eccezionali
Direttore Tecnico Valerio Alessandroni valerio@alessandroni.net
Hanno collaborato a questo numero Marinella Croci, Mauro Galano, Paolo Fiorani, Daniele Vizziello
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Stampa C&M print s.a.s. Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI)
Un progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro da parte del team di progettisti SKYLINE
20
italkrane cad 3d e pdm per rimanere leader
Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009
24 Il codice QR: leghiamo online e offline Un Codice QR (Quick Response Code) è un codice a barre a matrice bidimensionale, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici. Il codice QR è stato sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave allo scopo di tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche di Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un normale codice a barre, è stato in seguito utilizzato per la gestione delle scorte da diverse industrie. In pratica, utilizzando uno smarphone di ultima generazione (come uno degli ultimi Nokia o un iPhone, ad esempio) è possibile inquadrare nella fotocamera il codice QR e, dopo pochi attimi, navigare online all’indirizzo web che è stato inserito all’interno del codice. Per fare questo è sufficiente scaricare sul proprio device una delle applicazioni gratuite che possono essere trovate sui rispettivi store. Al momento, i codici QR sono una soluzione molto efficace per trasformare una comunicazione offline (un articolo o una pagina pubblicitaria, ad esempio) in un contenuto fruibile direttamente sul proprio telefonino dotato di accesso a Internet. Grazie ai codici QR che inseriremo, potrete quindi accedere online ad eventuali pagine di approfondimento dei temi trattati. La cosa più interessante è che oggi chiunque può generare gratuitamente i propri codici QR e, grazie alle numerose possibilità offerte dal web 2.0, può utilizzarli per effettuare azioni marketing-oriented perfettamente tracciabili e valutabili nel corso del tempo. Il sito a cui potete connettervi con il vostro dispositivo portatile per scaricare automaticamente il software di gestione dei QRcode è: http://i-nigma.mobi/ inquadra e accedi al sito www.newsimpresa.it
siemens industry software Passione e competenza
automazione safety & security 26
la sicurezza un ‘must’ per i sistemi di automazione
28
28
phoenix contact soluzioni modulari per Safety & Security
32
Safety
&
Security secondo
Schneider Electric: un’opportunita’ per le aziende
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MAppe mentali
36
rockwell automation sicurezza delle macchine a partire dalla progettazione
42
To watch industrial ethernet 38
ethernet industriale
39
Rockwell Automation punta su Ethernet/IP, senza perdere di vista DeviceNet e ControlNet
40
advantech le strategie vincenti di un global player
46 42
la ethernet di beckhoff si chiama EtherCat
elettronica - Domotica e Building Automation
ERRAGTA CORRIGE: Nel sommario del numero 2 è stato indicato a pg. 18 il titolo errato dell’articolo ivi presente. “Lo SCADA HMI di Successo: il vostro” a cura di Paolo Fiorani. Ci scusiamo con Progea e con i lettori.
44
la chiave del risparmio energetico
46
La vision Progea su domotica e Building Automation
news: pagg. 22 - 23 - 31 - 49
1
Edi
oriale
il valore del valore
I
l dualismo ‘onda materia’, tanto caro al profes-
Così facendo il manager in questione nega, di fatto, il
sor Fontanesi (mi scuso con il magnifico Retto-
riconoscimento del valore del fornitore e del potenziale
re di non aver utilizzato l’attuale titolo, ma per
ritorno per l’azienda in merito all’acquisizione del bene.
esigenze giornalistiche, in questo caso, anche
Egli dimentica così almeno un paio di situazioni; la prima
se momentaneamente, ho dovuto riportare le
- una legge economica fondamentale - che nessuna
lancette del tempo al 1977, anno in cui seguivo
impresa (neanche quella del fornitore) può rimanere
le sue lezioni di Fisica2), sembra aver permea-
aperta e svilupparsi se non genera utili. Gli utili del forni-
to il management di buona parte delle nostre
tore - guarda il caso - servono anche a garantire la sua
aziende manifatturiere. Non essendo mia in-
potenziale possibilità di operare per continuare a miglio-
tenzione rimanere ermetico passo tosto a dare
rare con costanza e nel tempo il proprio prodotto servizio.
spiegazione di cotanta affermazione: prendiamo il mana-
Il manager dimentica, poi, le regole della ‘correttezza
ger d’azienda e seguiamolo dapprima nel suo criterio di
professionale’ e della serietà del fornitore. Ma quale affi-
scelta di un prodotto di suo uso personale o familiare. Egli
dabilità è lecito aspettarsi da chi offre un bene servizio a
si documenta, si informa, scarta l’oggetto dal costo entri
100 e conclude una fornitura a 40-50? Delle due l’una: o
level e punta su una situazione di valore. Procede all’ac-
era ‘disonesto in prima battuta’, oppure è nella con-
quisto e, guardando il conto (lo scontrino o la fattura),
dizione di prendere comunque tutto ad ogni costo. In
commenta a mezza voce fra sé e sé, si certo ha un suo
entrambi i casi è decisamente difficile che quel fornitore
costo ma vista la qualità dei componenti, l’affidabilità del
sia portatore di valore.
marchio e della sua assistenza è senza ombra di dubbio
Non tutti i manager sono così, molti si interessano dell’an-
un buon acquisto. Spesso, a sottolineare di essere nel giu-
damento e delle prospettive dell’azienda fornitrice e
sto, fa appello al vecchio detto che recita il “chi più spen-
sono disposti - entro certi limiti - ad un esborso economi-
de meno spende”.
co che possa fungere da elemento catalizzatore di un
Ora prendiamo lo stesso manager,riportiamolo in azienda
sistema integrato clente-fornitore al fine di generare e
e seguiamo il suo iter decisionale nell’acquisto di un pro-
trasferire valore. Quanto vale un pronto intervento o un
dotto servizio per l’azienda. In questo caso avviene una
idea di un fornitore all’insorgere di un problema con un
curiosa trasformazione, il bene da acquistare prevede
cliente o, peggio, con il proprio mercato?
la manovra del risparmio per il risparmio, poco importa
Siamo sicuri che un’ottica quantomeno di medio termine
se il fornitore è consolidato, di fascia entry level oppure
tesa a dare continuità, valore e capacità complessiva di
innovativo ad elevato valore potenziale. Sembra che sia
continuare a competere alla fine non ponga l’azienda in
assolutamente ininfluente se al prezzo strappato corri-
una situazione vincente?
sponde l’acquisto di un bene che dà un basso contribu-
Bene, al management la scelta se rimanere onda-
to al valore del prodotto aziendale e quindi all’azienda.
materia o virare verso un ottica di valore sapendo che
Difficilmente ci si imbarca in un nuovo fornitore. Quindi si
la strada è comunque lunga e complessa, ma essendo
porta con sé incertezze che potrebbero sovrascrivere in
coscienti che una buona ricetta culinaria, oltre che di un
un attimo le eventuali opportunità - la tendenza è quella
buon cuoco, necessita di ingredienti di ottima qualità.
di soppesare ed esprimere dubbi, nonché - anche se si
Barra a dritta e rotta sul Valore del valore... Per continua-
ravvisano situazioni di valore - di richiedere un trattamen-
re a competere non ci sono altre strade.
to economico estremamente inferiore a quanto propo-
Buon lavoro a tutti.
sto, fornendo come paragone l’attuale fornitore.
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Massimo Fucci
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ICT - PLM Di Massimo Fucci
IL CAE fattore critico di successo per continuare a competere
I
n un mercato caratterizzato da una competizione sempre più serrata, le aziende manifatturiere devono concentrarsi sul ciclo di sviluppo prodotto, al fine di renderlo più efficiente in tutte le sue fasi. È ormai opinione consolidata che per incrementare i benefici delle tecnologie CAx (Computer Aided) acquisite, va posta maggiore attenzione alla fase iniziale di sviluppo del progetto. L’obiettivo è di realizzare un buon prodotto direttamente al primo rilascio, in modo da riuscire, dove possibile, a eliminare oppure a ridurre al minimo la realizzazione di un prototipo fisico. In questo caso la simulazione, e quindi le applicazioni CAE (Computer Aided Engineering), rappresentano un vero e proprio fattore critico di successo.
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L’uso efficace della simulazione digitale consente ai progettisti di comprendere, prevedere e migliorare la fruibilità dei prodotti direttamente in maniera digitale. La simulazione consente di studiare diverse alternative di realizzazione e, pertanto, di ridurre i costi diretti associati ai prototipi fisici. Un’analisi dell’offerta CAE nel mercato italiano realizzata, da Pentaconsulting (www.pentaconsulting.it), mostra la presenza dei tradizionali fornitori di soluzioni CAD affiancati dai produttori di codici di calcolo e di moduli applicativi verticali sia in modalità stand alone, e/o come plug-in di applicazioni CAD. Lo studio ha evidenziato una crescita a due cifre anno su anno delle soluzioni CAE: un valore ancora ben lungi dal poter essere considerato saturo; le licenze installate, inoltre, non vengono
speciale CAE
COMSOL
ancora sfruttate nel pieno delle loro funzionalità. La situazione evidenziata è frutto di una serie di circostanze ascrivibili al 50% all’azienda utilizzatrice e al 50% al fornitore della soluzione CAE. L’azienda utilizzatrice troppo spesso non pianifica una corretta introduzione di nuovi strumenti, in quanto si è consolidata l’abitudine di non programmare una fase di formazione e addestramento all’uso. Purtroppo si pensa, sbagliando, che il periodo di formazione sia tempo perso, poiché viene sottratto a quello dedicato all’attività di progettazione, anche se, in realtà, facendo bene i conti, fa risparmiare tempo e contemporaneamente incrementa la qualità di quanto realizzato. Anche il fornitore non è immune da ‘colpe’ poiché in genere è un rivenditore con buone competenze nella messa a regime di soluzioni CAD, ma nella maggior parte dei casi non è adeguatamente preparato all’implementazione di applicazioni CAE, nel senso che difficilmente uno ‘strutturista’ è presente tra i collaboratori del rivenditore. Al massimo si supportano le funzionalità del programma, non la metodologia di simulazione e verifica. Le aziende utenti dovrebbero, quindi, utilizzare come criterio di scelta del fornitore anche la professionalità tecnica in merito alla fornitura CAE. Le best practice per un utilizzo efficace di una soluzione CAE recitano che il progettista stesso deve essere in grado di padroneggiare di per sé, metodi e software per la simulazione. Solo se si supera una certa soglia di criticità (parti per motore di aereo, per impianti nucleari ecc.), deve essere effettuata
anche una verifica con l’esperto del settore specifico. Il mercato offre una vasta gamma di soluzioni in grado di soddisfare le diverse esigenze di calcolo e simulazione necessarie alla realizzazione di prodotti: dall’analisi meccanica di resistenza e sforzo, alla mappatura della distribuzione termica di una scheda e/o di un apparato per comprenderne gli ambiti di funzionamento, oppure alla verifica di cinematismi. Il gruppo di fornitori vede la presenza di brand che hanno una matrice storica di software-editor nei diversi ambiti che gravitano all’interno del processo di sviluppo prodotto e aziende specializzate nel calcolo e nella simulazione. Il tutto in un contesto in cui le applicazioni spaziano dall’ambito strutturale a quello tecnico, fino ad arrivare a comprendere il cosiddetto ambiente ‘multifisico’. In quest’ottica l’architettura modulare di Comsol Multiphysics permette la modellazione mediante moduli dedicati ad aspetti fisici specifici, strumenti di modellazione ausiliari (librerie di materiali, ottimizzazione e analisi di sensitività), interfacce a prodotti CAD (connettività bidirezionale con Pro/Engineer, Autodesk Inventor, SolidWorks e Matlab), solutori ed elementi finiti formulati per studi specifici. Gli ambiti d’ uso del software sono molteplici e tra le diverse discipline coinvolte si possono citare acustica, ingegneria chimica, geomeccanica, flussi in mezzi porosi, elettromagnetismo in bassa e alta frequenza, fluidodinamica, trasporto di calore (per conduzione, convezione e irraggiamento), meccanica strutturale e tutte le loro combinazioni lineari. Uno dei benefici principali dell’architettura modulare proposta da Comsol, che interessa tanto i progettisti-analisti quanto i di-
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ICT - PLM rettori tecnici è la modularità di adozione. Infatti chi è interessato sia ai moduli per l’analisi strutturale sia ai moduli per l’analisi termica può iniziare con un investimento contenuto utilizzando, e quindi acquistando, quello tra i due che al momento rappresenta la priorità e, in seguito, procedere con l’acquisto di altri moduli e l’ampliamento dell’attività di modellazione tipicamente svolta. “In Valerio Marra, Marketing Manager, COMSOL questo contesto COMSOL Multiphysics sottolinea Valerio Marra, Marketing Manager, Comsol (www.it.comsol.com) - è l’ambiente di modellazione e di simulazione degli elementi finiti che, all’interno dello stesso applicativo, permette agli utenti la creazione della geometria, della griglia di calcolo, l’impostazione delle fisiche presenti nel modello, la sua soluzione e il post-processing dei risultati. Funzionalità che consentono di includere diversi aspetti fisici in un unico modello”. Anche per Dassault Systémes l’approccio Multifisico rappresenta la massima espressione della disciplina di simulazione, dedicata anche ad aziende strutturate per conoscenza e tipologia di prodotto. “La nostra offerta per il mercato CAE –afferma Gianluca Gonella, PLM Channel Europe South Managing Director - Dassault Systèmes Italia (www.3ds.com) - è da sempre contraddistinta da una grande granularità delle soluzioni, un approccio modulare destinato a diverse tipologie di utenze: dal calcolo ad elementi finiti per componenti ed assemblaggi destinato a progettisti che non siano specificatamente degli esperti di analisi strutturale sino alla soluzione di problematiche in ambito
speciale CAE Multifisico per le aziende che considerano la simulazione realistica un tassello fondamentale per la realizzazione di prodotti innovativi e competitivi. La seconda peculiarità dell’offerta Dassault Systèmes è l’integrazione delle varie tipologie di analisi (lineare, non lineare, termica, dinamica) con il progetto. In questo modo si è sicuri che alla modifica di una parte dello stesso si Gianluca Gonella, PLM Channel Europe South Managing Director modificano automaticaDassault Systèmes Italia mente le verifiche ad esso associate”. Le soluzioni V6R 2011 per Simulia comprendono sia la linea di prodotti Design Isight, Structure Thermal e Structure Plus, sia prodotti per la gestione del ciclo di vita della simulazione, come Scenario Definition. Structure Plus, in particolare, integra le tecnologie Abaqus e può essere considerato come un’estensione diretta delle funzionalità di progettazione contenute in Catia V6. Scenario Definition, invece, basato sull’infrastruttura Enovia V6 che offre l’accesso immediato alle informazioni generate/necessarie al processo di analisi, simulazione e Simulation Review, un’estensione delle funzionalità di 3D live per la ricerca e la navigazione in 3D di tutte le simulazioni effettuate su di un componente, ma anche su di un intero insieme. Tra le caratteristiche di un buon software per la simulazione ci sono la robustezza dei solutori, la capacità di accoppiare più fisiche, il numero di modelli implementati. Le prestazioni del software sono ovviamente fondamentali per poter davvero basare lo sviluppo di prodotto sul CAE, ma spesso si tralascia
DASSAULT SYSÉMES
DASSAULT SYSTÉMES
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Soluzioni di Dassault Systèmes per
macchine e impianti industriali
Soluzioni innovative che ruotano attornox alle esigenze del cliente Esplorate nuove frontiere nello sviluppo dei prodotti. Le nostre soluzioni PLM favoriscono la collaborazione fra le diverse attività di ingegnerizzazione e agevolano l’integrazione dei sistemi, all’interno e all’esterno dell’azienda. Un passo avanti fondamentale per rispondere ancor più efficacemente alle richieste dei vostri clienti.
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ICT - PLM un aspetto fondamentale che è la capacità del software stesso di aumentare la produttività dell’azienda e delle persone più qualificate al suo interno. “Una prima valutazione – afferma Paolo Colombo Responsabile Marketing di Ansys in Italia (www.ansys. com) – riguarda il costo del personale che si occupa di simulazione. Per gestire questi software, è necessario un utente preparato, Paolo Colombo Responsabile Marketing di Ansys in Italia quasi sempre un ingegnere che conosce le basi del calcolo strutturale, fluidodinamico o elettromagnetico. Ovviamente le conoscenze possono essere più o meno profonde a seconda dell’applicazione che si analizza, ma la risorsa tecnica non è un giovane inesperto e di conseguenza rappresenta per l’azienda un investimento il cui costo, nel tempo, incide ben oltre quello del software e dell’hardware”. Per questo ANSYS Workbench intende velocizzare il più possibile le operazioni di setup, lasciando così all’ ingegnere più tempo per lavorare sui risultati dell’analisi, la fase in cui porta il grande valore aggiunto delle sue competenze. “Diverse le situazioni in cui si richiede esperienza ed una soluzione CAE flessibile - stigmatizza l’Ing. Francesco Palloni, Business Development Manager di SmartCAE (www.smartcae. com) – prendiamo il caso di Puro srl, azienda che ci ha interpellato per trovare una soluzione al problema della simulazione del processo di sterilizzazione all’interno di un reattore con lampade a ultravioletti. Da una collaborazione che ha coinvolto anche il l’Ing. Francesco Palloni, Business gruppo di lavoro dell’UniDevelopment Manager di SmartCAE versità di Parma che si occupa di impianti industriali, guidato dal Prof. Roberto Montanari, è nato il software UVdose: un ambiente che consente l’accoppiamento tra la simulazione fluidodinamica CFD e il calcolo dell’effetto sterilizzante dei raggi ultravioletti, per il quale SmartCAE ha sviluppato un opportuno codice di calcolo mediante ray-tracing”. Puro srl ha ora a disposizione uno strumento per prevedere in ambiente virtuale le prestazioni del proprio prodotto. Questo approccio ‘CAE-driven’ ha consentito al cliente una decisa riduzione dei tempi di sviluppo del prodotto e la possibilità di mettere in produzione soltanto quei reattori che siano in grado
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di soddisfare i requisiti di progetto. Gli strumenti dedicati alla simulazione sono parte integrante dell’offerta di prodotti/moduli a corredo dell’offerta MCAD, di PTC. “Con l’annuncio di Creo – evidenzia Fabrizio Ferro Director, Technical Sales & Business Development (www.ptc.com) - si è fatto un passo avanti per quanto riguarda la disponibilità delle funzionalità di simulazione, non solo nell’ambito dell’offerta ex Pro/Engineer (ora Creo Elements/Pro, ma anche nell’ambito dell’offerta ex CoCreate (ora Creo Elements/Direct). Questo rappresenta uno dei tanti ambiti nei quali le due soluzioni, una volta separate, stanno convergendo. Da Fabrizio Ferro Director, Technical oggi quindi esiste la possiSales & Business Development bilità di effettuare calcoli strutturali sia utilizzando modelli Creo Elements/Direct sia modelli Creo Elements/Pro”. In questo modo anche gli utenti che usano questo paradigma di modellazione saranno in grado di beneficiare delle funzionalità di simulazione strutturale e termica abbinate al generatore di mesh a elementi geometrici proprio di Mechanica. La sfida di proporsi sul mercato con prodotti che possano coadiuvare l’eccellenza delle prestazioni con costi competitivi non può essere intrapresa senza un’efficiente ed efficace ingegneria aziendale. “La progettazione deve essere in grado di prevedere le performance del prodotto, mediando tra requisiti spesso in conflitto tra loro - Gian Luca Sacco, Marketing Director South Europe di Siemens Industry Software (www.plm. automation.siemens.com) la soluzione CAE di NX è un tutt’uno con l’ambiente di progettazione CAD, aspetto molto importante sia per quelle che sono le funzionalità disponibili, sia perché elimina il gap storicamente presente tra team diversi dell’azienda”. La gestione delle modifiche funzionali alle analisi è esempio di come una Gian Luca Sacco, Marketing soluzione integrata possa Director South Europe di Siemens ridurre i tempi di progetIndustry Software tazione migliorando la qualità dei prodotti. I tool CAE tradizionali –in genere- non riescono a gestire modifiche CAD, specie su geometrie complesse; spesso quindi gli
speciale CAE
Siemens PLM Software, un’offerta a differenti livelli in grado di soddisfare le diverse esigenze di simulazione e verifica, indipendentemente dalla dimensione dell’azienda e dal settore in cui opera. Le applicazioni di simulazione dei prodotti NX includono la simulazione dinamica, l’analisi lineare, la valutazione delle prestazioni a livello di sistema e l’analisi di risposta in frequenza, la durata a fatica, la fluidodinamica e l’analisi strutturale in ambito multi-fisico per una simulazione completa delle prestazioni funzionali. Una gamma completa di funzionalità lineari e non lineari. Per risolvere sia problemi di natura statica, sia problemi di carattere dinamico. Il software NX Nastran fa parte della suite NX, la soluzione integrata di progettazione, produzione e ingegnerizzazione a computer (CAD/CAM/CAE) di Siemens PLM Software. Femap, disponibile stand-alone è indipendente dal CAD e al contempo sfrutta il kernel di modellazione software Siemens Parasolid, o insieme a NX Nastran, in questo caso corredato da moduli aggiuntivi. Solid Edge Simulation è una soluzione di simulazione incapsulata nel sistema 3D CAD Solid Edge che offre una procedura guidata per l’analisi dei componenti in lamiera, solidi e assiemi.
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ICT - PLM
speciale CAE
PTC
SIEMENS
analisti sono costretti a rimandare le modifiche ai progettisti con conseguente aumento dei tempi. “La tecnologia sincrona di NX - continua Sacco - consente di apportare modifiche CAD direttamente nelle zone interessate. L’integrazione poi garantisce l’automatico aggiornamento di tutto il modello FEM (Mesh, Carichi e Vincoli) permettendo notevoli riduzioni dei tempi per la valutazione di soluzioni alternative”. L’ambiente di progettazione e analisi di NX ha già dimostrato di poter ridurre drasticamente il tempo impiegato dai tecnici per validare le prestazioni del prodotto nelle varie fasi di evoluzione del progetto. “La nuova release di NX - conclude Sacco - fornisce ulteriori funzionalità in tre direzioni: una migliore integrazione con la progettazione del prodotto, un ulteriore consolidamento del solutore multifisico e nuove soluzioni che mettono in relazione i diversi modelli di simulazione digitali con i dati misurati in fase di test”.
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Le aziende operanti nel settore dei prodotti di consumo, in particolare, hanno necessità di sviluppare prodotti in un arco di tempo sempre più ristretto; inoltre devono operare in un mondo in cui la progettazione di prodotti in materiale plastico risulta molto più complessa rispetto a quelle in metallo, poichè bisogna tenere in considerazione diversi fenomeni che ne influenzano le proprietà. In funzione del processo di trasformazione, ad esempio, si possono indurre stress sul materiale, riducendone la soglia di resistenza. Per gestire in maniera ottimale entrambi gli ambienti, le versioni 2012 del software Autodesk (www.autodesk.it) per la progettazione e l’ingegneria 3D dedicati al settore manifatturiero, ora includono la nuova Autodesk Product Design Suite sviluppata per agevolare l’implementazione delle soluzioni per la progettazione, la simulazione e la
SIEMENS
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ICT - PLM
visualizzazione. La gamma di soluzioni proposte da Autodesk per il Digital Prototyping consente alle aziende di progettare e realizzare prodotti di buona qualità, ma con una particolare attenzione rivolta alla eco-sostenibilità. “L’integrazione fra le funzionalità di progettazione meccanica 3D offerte da Autodesk Inventor e i software Autodesk nel campo della visualizzazione e della simulazione permette di affrontare e risolvere problematiche più complesse - sottolinea Robert Buzz Kross, senior vice president, Manufacturing Industry Group di Autodesk – Infatti i nostri clienti hanno la necessità di realizzare prodotti di qualità in modo più efficiente, con l’adozione delle nuove suite il processo di implementazione del workflow per il Digital Prototyping viene notevolmente semplificato”. In quest’ottica, l’offerta Autodesk in ambito CAE viene sì aggiornata ma anche asservita a una logica di integrazione; sono stati inseriti inoltre una serie di miglioramenti delle funzionalità software. In particolare, Autodesk Simulation Robert Buzz Kross, senior vice presi2012, precedentemente dent, Manufacturing Industry Group noto come Autodesk Algor di Autodesk
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Simulation, presenta una nuova interfaccia utente e una completa integrazione con Autodesk Vault, con nuove funzionalità per la gestione delle revisioni. Autodesk Moldflow 2012 introduce la simulazione in tempo reale dello stampaggio a iniezione, consentendo di valutare in una frazione di secondo rispetto ai tempi richiesti da una simulazione standard, le diverse alternative di progettazione delle parti in plastica; il tutto in un ambiente integrato con la suite Inventor che ora è in grado di evidenziare e controllare i risultati della simulazione effettuata con MoldFlow. Un ulteriore contributo alla produttività in generale, viene fornito dalla possibilità di rilasciare contenuti in formati standard o standard de facto, come il DWG che rappresenta una comoda ipotesi di interscambio dati e la generazione dei report a seguito delle attività di analisi e simulazione in formato RTF, affinché possano essere riutilizzati direttamente dagli utenti con un qualsiasi programma di gestione testi. Le soluzioni CAE storicamente sono state adottate dalle aziende dei settori aeronautico e automobilistico e destinate a un uso da parte di esperti strutturisti; nel tempo sono diventate comuni e accessibili ad aziende di tutte le dimensioni e a progettisti che non vantino un background specifico nel calcolo ad elementi finiti. La semplicità dell’interfaccia delle applicazioni e il ridimensionamento dei costi fanno sì che queste soluzioni possano essere disponibili per un mercato più ampio ed eterogeneo. E’ oramai riconosciuto che la simulazione in un ambiente collaborativo è fondamentale per ridurre il time-to-market e massimizzare le esperienze pregresse. Prodotti di successo possono essere lanciati in tempi ridotti anche grazie all’uso intensivo di queste discipline. E’ noto che i
speciale CAE software CAE commerciali sono in grado di affrontare problemi generali. E’ altrettanto noto che ogni cliente cerca nel software CAE la soluzione al proprio problema specifico. Quando il software non è in grado di adempiere completamente al compito previsto, occorre sviluppare delle personalizzazioni. Le personalizzazioni possono diventare veri e propri moduli di analisi ‘customer-driven’ sviluppati su specifica del singolo cliente e resi disponibili come plug-in o moduli esterni. In conclusione, progettare e simulare sono oramai fasi inscindibili per le aziende che intendono continuare a competere.
DASSAULT SYSTÉMES
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ICT - PLM Di Massimo Fucci
CAD 3d, cae, idee ed esperienze per lo sviluppo di prodotti innovativi Skyline interpreta il CAE come lo strumento che, unito all’idea ed agli applicativi CAD 3D, potenzia enormemente la progettazione in maniera tale da ridurre a zero la prototipazione fisica, diminuendo quindi notevolmente costi e tempi di produzione
I
n un contesto in cui l’idea e la sua capacità di realizzazione rappresentano il valore aggiunto delle aziende che intendono continuare a competere con successo nel proprio mercato di riferimento, la sinergia tra CAD 3D e CAE gioca un ruolo fondamentale. Le modalità in cui i due strumenti si integrano e la capacità del progettista sono chiamate a risolvere problemi di forte contrasto: una struttura leggera ma resistente, corta ma estensibile, utilizzabile da -10 a +50 gradi centigradi, di valore ma ad un prezzo accettato del mercato. “È chiaro - sottolinea l’Ing. Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline - come, per riuscire a centrare obiettivi così importanti, siano necessari strumenti software estremamente raffinati come FEMAP e NX-Nastran di Siemens Industry Software che consentono alle aziende di ridurre molto il time to market, di incrementarne qualità dei risultati e, nel contempo di contenere i costi”. L’azienda ha scelto di concentrare le proprie attività di calcolo sulle strutture di carpenteria saldata sottoposte alle più svariate situazioni di carico (accelerazioni, pressioni, forze distribuite o concentrate) e di vincolo, nonchè sulla simulazione di corpi a contatto con l’utilizzo di contatti lineari e non lineari per scandagliare nel profondo la risposta strutturale . “La coesistenza in un unico modello di diversi tipi di elementi – aggiunge Bozza - quali quelli di superficie Plate, quelli lineari Beam e quelli tridimensionali Solid, permettono lo studio approfondito delle strutture di carpenteria con l’analisi di zone con lavorazioni di macchina anche complesse o con zone caratterizzate da saldature particolarmente sollecitate. Inoltre, il pacchetto di solutori FEMAP ci ha permesso di completare le nostre esperienze con lo
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Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline
studio di strutture soggette a sollecitazioni variabili nel tempo e/o a sollecitazioni nel campo delle frequenze”. Il valore di queste esperienze è accresciuto da progetti corredati da calcoli rivolti a risolvere situazioni in cui vi siano condizioni di non linearità dei materiali. “In particolare – continua Bozza – la nostra esperienza ci sta dirigendo a valutare l’ipotesi di uscire dal campo elastico del ma-
speciale - CAE INTERVISTA
teriale per studiarne il campo plastico, come ad esempio lo studio di una deformazione importante ed irreversibile, a seguito di urti di diverse entità i cui danni vanno confrontati con quanto definito dalle eventuali norme per l’omologazione: un obiettivo raggiungibile solo con una progettazione avanzata supportata adeguatamente dagli strumenti FEM con cui analizzare le varie soluzioni costruttive, risparmiando i tempi e i costi della prototipazione fisica e della riprogettazione. Tutti i calcoli eseguiti vengono sistemizzati ed inseriti in un modello di documentazione estremamente curata – frutto di un lavoro continuo ed incrementale grazie alle diverse esperienze – che risulta leggibile non solo agli addetti ai lavori ma anche, e soprattutto, dai clienti ai quali i calcoli stessi sono destinati.” “In definitiva conclude Bozza, l’utilizzo degli strumenti CAE a supporto della progettazione, in Skyline è orientato da una strategia focalizzata sull’ applicazione. Il calcolo FEM è quindi asservito alla progettazione esecutiva, al fine di rendere immediatamente fruibili i risultati ottenuti; non a caso sono considerate come ‘situazioni quotidiane’ il giusto posizionamento delle nervature nelle strutture saldate, la corretta definizione delle tolleranze di accoppiamento foro-perno, la definizione del disegno più opportuno delle varie
strutture e la loro massima leggerezza, nel rispetto sempre dei coefficienti di sicurezza”. “Alcuni plus citati – conclude Bozza possono sembrare banali, in quanto a prima vista non altisonanti o di ordinaria amministrazione, nulla di più sbagliato. Infatti nella mia lunga esperienza di progettazione delle strutture in carpenteria mai avrei mai immaginato quanto fosse possibile ottimizzare una struttura solo con il disegno e con l’analisi dei contatti. In particolare un accoppiamento foro-perno con carico di 2.000 tonnellate diretto orizzontalmente che evidenziava il massimo delle sollecitazioni sul foro, non sull’asse orizzontale, come sarebbe logico aspettarsi, ma su quello verticale. Lunghe indagini secondo regole ed esperienze consolidate che hanno richiesto la riesecuzione di diversi e complessi calcoli, non hanno portato ad un risultato applicabile. Poi l’intuizione: non è che il poco gioco fa sì che il perno molto rigido non permetta la dilatazione del foro e si generino grandi tensioni? Per cui, da subito aumento del gioco, avvio della simulazione CAE con i contatti, problema risolto! In 35 anni di onorata carriera non ero mai riuscito a vedere con tale chiarezza il problema e poterne definire la soluzione corretta”. Ancora una volta le sinergie tra idee, esperienze e strumenti consentono quel ‘quid’ che alla fine fa la differenza tra un progetto ed un buon progetto di successo.
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ICT - PLM Di Christian Deville-Cavellin, Ugitech S.A., Ugine, Francia
Ugitech
Ottimizza
il Processo di Colata Continua Il risultato è stato ottenuto utilizzando Comsol Multiphysics
Il taglio della billetta può avvenire solo dopo che la sua parte centrale è completamente solidificata.
U
no degli obiettivi principali dell’ottimizzazione in ambito industriale è la velocità di processo. Per Ugitech S.A., produttore di acciaio inossidabile francese, questo significa far procedere la sua colata continua il più velocemente possibile, mantenendo inalterata la qualità del prodotto. Questo risultato deve essere raggiunto congiuntamente al rispetto della sicurezza degli operatori e dell’impianto: il taglio prematuro in pezzi del semilavorato quadrato in uscita dallo stampo può provocare la fuoriuscita dal suo interno di quasi 1,5 tonnellate di acciaio liquido che si riverserà nelle sezioni inferiori delle macchine di colata continua provocando danni di grave entità. Mediante la modellazione, Ugitech sta ottimizzando temperatura e velocità di processo per gli oltre 150 tipi di acciaio che produce.
Il prImo a formarsI è un guscIo dI accIaIo solIdIfIcato Nel nostro processo di fusione l’acciaio fuso entra in uno stampo di rame, a sezione circolare e rastremato, che è raffreddato intensamente da un circuito esterno ad acqua. In questa fase si forma un guscio di acciaio solidificato che resiste alla
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Figura 1: Processo di colata. Il metallo liquido entra nello stampo raffreddato ad acqua dove il raffreddamento e la solidificazione avvengono per convezione e conduzione. Quando il guscio solido (detto anche pelle) si è formato, il suo raffreddamento è fatto mediante una serie di spray ad acqua per poi avvenire naturalmente per irraggiamento. La lunghezza del pozzo di metallo liquido all’interno della billetta è una variabile molto importante del processo poiché il semilavorato può essere tagliato solo da questo punto in poi. Nella figura è anche visibile il campo di temperatura.
speciale CAE
storie di successo
Figura 2: Il modello viene utilizzato anche per esaminare lo sviluppo del gap di aria (sinistra), il flusso di calore (centro) e la temperatura (destra) all’interno del semilavorato. Il gap di aria influenza non solo, come ci si aspetterebbe, il flusso di calore e quindi il raffreddamento del semilavorato, ma anche, e in maniera significativa, la qualità della superficie.
pressione ferrostatica esercitata dal metallo fuso che scorre all’interno della billetta. All’uscita dallo stampo sono posti tre serie di raffreddatori spray ad acqua che favoriscono la crescita del guscio mentre alcuni rulli evitano che si rigonfi. In seguito la billetta si raffredda per irraggiamento (Figura 1). Uno degli aspetti investigati è la solidificazione precoce che può portare a crack, fenomeni segregativi in prossimità della pelle, depressioni e segnatura superficiale dovuta allo stampo (che oscilla verticalmente al fine di agevolarne l’effetto lubrificante). Il raffreddamento del guscio ne comporta il ritiro e quindi la formazione di gap di aria in alcuni punti (Figura 2). La posizione dei gap influenza grandemente la qualità del prodotto finale, il controllo della sua entità rappresenta quindi un processo piuttosto delicato. Se il gap cresce troppo rapidamente la rimozione di calore dalla corrispettiva parte di guscio diviene insufficiente, la pelle solida rimane sottile e l’insorgenza di difetti nel prodotto è inevitabile. Se invece il gap è troppo sottile l’intercapedine tra stampo e billetta assume una conicità tale da far insorgere un attrito che in fase di estrazione di quest’ultima può rompere la parte di guscio già fuoriuscita dallo stampo. Solo grazie alla modellazione multifisica ci è stato possibile capire cosa accade all’interno del semilavorato durante il suo passaggio attraverso ® le macchine di colata. L’uso di Comsol Multiphysics e dei suoi moduli Heat Transfer e Structural Mechanics ci ha permesso di calcolare la deformazione del guscio durante il processo di
solidificazione; la modellazione e validazione dei risultati ottenuti con i dati sperimentali ha richiesto all’incirca 6 mesi di lavoro.
condIzIonI dI contatto e cambIamentI dI fase Il modello è sostanzialmente costituito da due parti. La prima è di puro trasporto di calore e permette la determinazione delle temperature a fasi presenti nel semilavorato. La seconda riguarda la parte termomeccanica e ha l’obiettivo di consentire una comprensione maggiore dei fenomeni che avvengono all’interfaccia stampo/billetta e spiegare, e quindi correggere, la presenza di alcuni difetti superficiali del semilavorato (Figura 2). Le difficoltà principali nell’impostazione di questo modello vengono dalla forte non linearità delle condizioni di contatto tra lo stampo e la billetta. Inoltre ci sono anche i cambiamenti di fase dell’acciaio per i quali sono necessari il reperimento dei dati termofisici per ogni tipo che vogliamo simulare e il relativo inserimento nei modelli. Ad esempio con l’applicativo reso disponibile da Comsol, possiamo descrivere la conducibilità termica mediante un polinomio del terz’ordine, la cui determinazione si basa su anni di raccolta di dati sperimentali, che però nell’intervallo di temperatura critico per il tipo di analisi può essere integrato con una tabella contenente da 40 a 100 punti noti, dei quali lasciamo all’applicativo Comsol l’interpolazione. L’articolo completo è scaricabile all’indirizzo http://www.comsol.it/papers/4917/
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ICT - PLM A cura della redazione
progettazione di carri
per i trasporti eccezionali Un progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro da parte del team di progettisti SKYLINE
La progettazione di carri per trasporti eccezionali di elevatissima capacità (20-25 metri) rimane il settore principe nel quale vengono messe a frutto tutte le esperienze maturate da Skyline nell’ambito della progettazione meccanica e del calcolo FEM. In questa interessante verticalizzazione tutto è portato al limite anche in un ottica di contrasto
È
fondamentale riuscire a realizzare carri con peso relativamente basso (la TARA, nei detti di targa): vanno quindi utilizzati acciai ad elevatissimo limite di snervamento, pur con l’attenzione costante alla sicurezza ed alla affidabilità, così come è fondamentale contenere al massimo le dimensioni. Il progetto di un intero carro ferroviario per trasporti eccezionali è un banco di prova particolarmente impegnativo infatti, solo le ruote, i respingenti e i ganci di trazione vengono acquistati sul mercato mentre, per tutto il resto è necessaria una progettazione meccanica specifica, la verifica ed il calcolo FEM di ogni singolo componente, dalle viti ai perni, dalle ralle semisferiche, a tutte le strutture portanti, ai cilindri idraulici. L’impresa è di per se complessa, poiché per trasporti al limite è assolutamente necessario che il carro disponga della possibilità -in corsa- di spostare e sollevare il carico trasportato, di valori superiori a mezzo metro per parte.
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Si può facilmente comprendere quale attenzione si debba porre nella progettazione e nel dimensionamento di strutture in grado di sopportare le sollecitazioni dovute a spostamenti dinamici così consistenti di carichi di 500 o più tonnellate. Il risultato si ottiene solo se il progettista oltre che alla parte meccanica è in grado di progettare l’impianto oleodinamico di
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bordo. Un insieme costituito da motori diesel, pompe idrauliche, distributori, valvole e cilindri, in grado spostare, sia trasversalmente che verticalmente il carico trasportato. Le competenze tecniche e le profonde conoscenze delle norme di progettazione e dell’utilizzo dello strumento FEM non portano sicuramente alla realizzazione di un progetto efficiente se non sono completate da un altro prezioso ingrediente quale la conoscenza delle difficoltà e dei problemi che si incontrano nell’esecuzione dei trasporti eccezionali. Infatti, i carri in questione vengono realizzati per trasportare carichi pesanti centinaia di tonnellate, lunghi 20-25 metri e larghi più di 4 metri e ci si gioca la possibilità di eseguire il trasporto per pochi millimetri o per pochi chili, ragion per cui solo grazie ad un mix di competenze tecniche e di esperienze vissute si possono concepire e realizzare carri realmente performanti e in grado di soddisfare le effettive necessità del trasportatore. “La nostra abilità nella progettazione di carri per il trasporto eccezionale – rileva l’ingegner Bozza, in qualità di responsabile del gruppo di progettazione in SKILINE – è frutto di una serie di esperienze iniziate fin dal 1976, anno in cui abbiamo iniziato a sviluppare progetti di attrezzature per trasporti eccezionali di ogni tipo, dalla ferrovia alla strada al fiume, e si è concretizzato poi nel tempo con la progettazione di interi carri ferroviari”. In questo settore SKYLINE ha progettato per il mercato USA il più grosso carro ferroviario per trasporti eccezionali mai realizzato al mondo - Il ‘Bolero’ - lungo a pieno carico quasi 90 metri e con portata utile di 1.000 tonnellate, capace di spostare in corsa ben 600 mm trasversalmente e 550 mm verticalmente
storie di successo
una massa di 1.300 tonnellate (1000 di carico utile e 300 di tara). “Il Bolero è proprio un carro particolare – ci spiega l’Ing. Bozza – caratterizzato da una elevata modularità, pensata e progettata al fine di consentire la trasformazione della sua configurazione da 28 a 44 assi, in soli tre giorni di lavoro in cui si sostituiscono pochissime strutture”. Un progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro da parte del team di progettisti SKYLINE, sviluppato interamente in 3D e nel quale ogni lamiera di ogni componente è stata verificata e calcolata tramite FEM. Skyline ha presentato il Bolero al Premio Odysseus 2010, vincendo il primo premio Odysseus, un riconoscimento ideato nel 2008 da Confindustria Bergamo e destinato alle piccole e medie imprese che si distinguono per le particolari caratteristiche di innovazione di progetti, prodotti e servizi. “Considerando il settore in cui SKYLINE opera è chiaro come nella partecipazione al Premio Odysseus - continua l’ingegner Bozza - l’ambizione fosse quella di vincere il premio Innovazione e Ricerca, poiché per noi risultava essere il più prestigioso; il riconoscimento ottenuto premia non solo il singolo progetto ma anche tutto quello che c’è dietro”, ossia premia ciò che ha reso possibile la realizzazione del progetto. L’esperienza specifica nel settore dei trasporti eccezionali, la grande professionalità maturata nella progettazione meccanica e nel calcolo a elementi finiti, il rigoroso metodo di lavoro ed il prezioso supporto degli strumenti software di Siemens Industry Software (cad 3D Solid Edge, FEM FEMAP PLM Teamcenter). Diverse quindi le componenti che hanno reso possibile lo sviluppo di un progetto così impegnativo e rendono possibile affrontare ogni giorno sfide sempre più ardue.
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ICT - PLM Di Massimo Fucci
italkrane:
cad 3d e pdm per rimanere leader In ogni mercato, la capacità di competere va continuamente alimentata, poichè fare gli stessi prodotti, nel medesimo modo, nel medio-lungo periodo pone l’azienda in una situazione di rischio. Un concetto chiaro ad Italkrane, una realtà italiana che opera con successo nel mercato del sollevamento. La ricetta: intuizione ed innovazione dei processi di sviluppo prodotto
L
’Italia continua ad essere un paese a due velocità, da un lato Aziende che mostrano un po’ il fiato e vedono perdere la loro capacità di competere, dall’altro lato Aziende che continuano ad eccellere nel proprio mercato di riferimento. Al secondo gruppo appartiene Italkrane (www.italkrane.it), un’azienda che opera con successo nel mercato delle soluzioni per il sollevamento e che si è fatta conoscere anche nel mercato estero per la qualità e la particolarità delle soluzioni proposte. Fondata nel 1962 da Enzo Banfi e Giovanni Penati con lo scopo di progettare, produrre e commercializzare apparecchi di sollevamento e trasporto ad ampio utilizzo, con dimensioni e capacità di carico per ogni
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tipologia di materiale, è un’azienda lombarda che occupa indubbiamente una posizione di riferimento nel settore delle Gru a ponte ed a cavalletto e dei paranchi a fune ed a catena. “Un’attività che ci ha visto protagonisti fin dall’inizio- afferma con soddisfazione Paolo Cavandoli, Direttore tecnico dell’Azienda- nella nostra storia abbiamo costruito gru con capacità di carico fino a 320 tonnellate e paranchi in grado di sollevare ben 32 tonnellate. Questo è il nostro miglior biglietto da visita in cui si sintetizza tutta l’esperienza, la professionalità e la qualità che mettiamo in ogni singolo prodotto che andiamo a consegnare”. Il mercato del sollevamento in cui si muove Italkrane è essenzialmente quello del “su misura”, ogni prodotto viene sostanzialmente realizzato ad hoc- su commessa- con specifiche definite
speciale CAE
con il committente. “Una situazione che apparentemente non consente economie di scala- continua Cavandoli- ma vista la dinamica del mercato in cui operiamo, al fine di mantenere il livello di competitività raggiunto, ci siamo focalizzati su un percorso di miglioramento continuo del ciclo di sviluppo e realizzazione dei nostri prodotti”. In italkrane, da tempo, è stata adottata la soluzione CAD Inventor di Autodesk (www.autodesk.it) per la progettazione 3D, la verifica e la simulazione di ogni singolo prodotto. Una soluzione fornita e supportata da Negroni Key Engineering (www.negroni. it) azienda che ha maturato esperienza e competenza per la messa in opera di soluzioni rivolte al miglioramento dell’intero ciclo di sviluppo prodotto (PLM). “La progettazione 3D- sottolinea Cavandoli- ci ha consentito di continuare ad essere competitivi grazie al miglioramento della qualità e alla riduzione dei tempi di realizzazione. Il nostro progettista, lavorando in 3D, è in grado di effettuare da subito una verifica degli ingombri, del peso e dell’accessibilità delle parti. Per noi queste verifiche - ante realizzazione- sono fondamentali, in quanto ci garantiscono una qualità del prodotto e una fluidità nelle fasi di montaggio e smontaggio ed in quella dell’assistenza e manutenzione post vendita. In particolare il 3D ci ha particolarmente aiutato nel settore in cui siamo veramente unici. Le nostre soluzioni, infatti, rispondono alla Direttiva Europea ATEX 94/9CE, relativa ai prodotti destinati ad essere impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive (contraddistinte dal marchio Ex), per cui sono in grado di poter operare anche in ambienti a rischio come gli impianti petrolchimici”. Un ambiente di progetto in cui le funzionalità di Inventor Professional ben supportano tutte le fasi di sviluppo delle soluzioni ad hoc necessarie per soddisfare le specifiche delle singole commesse. “A tal proposito- ribadisce Cavandoli- va ricordato che la nostra tendenza è quella di progettare e di costruirci tutto in casa o, come ci piace definire, nelle immediate vicinanze: alcuni componenti che ci danno un vero e proprio vantaggio competitivo (pulsantiere,freni, fine corsa ecc.) sono realizzati da Ariet, un’azienda parte del nostro gruppo e che si trova nello stesso insediamento industriale di Italkrane: dobbiamo solo attraversare un cortile. Altri prodotti e/o lavorazioni specifiche sono effettuate da una rete di subfornitori selezionati e qualificati nel tempo, dei quali ci è nota la qualità di quanto viene realizzato e con i quali si è consolidato un rapporto di esclusiva de facto”. La costruzione e la gestione di questo micro-sistema di impresa
storie di successo
a rete costituisce uno dei punti di forza della strategia operativa di Italkrane. “Le nostre soluzioni- commenta Cavandoli- sono particolarmente apprezzate proprio per la qualità finale di tutto l’insieme e non solo dei singoli componenti, anche se alcune singole parti- come ad esempio i sistemi di sollevamento in esecuzione antideflagrante pilotati da convertitori statici di frequenza (inverter)- possono comunque essere considerati come lo stato dell’arte di quello specifico prodotto: tutto ciò rappresenta una barriera all’ingresso per i nostri concorrenti”. Operare con successo nel mercato dell’Engineering Petrolchimico, impone buone capacità sia progettuali che di gestione delle risorse, quali i materiali e le singole componenti, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e del mantenimento elevato della qualità di quanto viene prodotto. “In quest’ottica- conclude Cavandoli- abbiamo pianificato un progetto PDM- già in essere- che ci permetta di ottenere un’ottimizzazione dell’utilizzo delle parti delle lavorazioni, una migliore integrazione con la produzione e la filiera esterna, una connessione diretta con il sistema gestionale dell’Azienda e, non ultimo, una migliore gestione del post vendita. L’obiettivo è ambizioso, il nostro intento è di inserire la soluzione PDM in tutta l’Azienda, in maniera tale da mettere a disposizione delle diverse funzioni aziendali una cinghia di trasmissione che opera su informazioni uniche e congrue per sviluppare e consegnare nei tempi e nei costi predefiniti per ogni singola commessa. Il progetto PDM ha visto l’introduzione della soluzione Productstream professional di Autodesk che, con il supporto attivo di Negroni Key Engineering viene messa a regime. Ora siamo già in grado di ottimizzare parti e materiali, a partire dalla fase di progettazione. Ora i nostri progettisti debbono andare a verificare cosa è stato già sviluppato per altre commesse e come ottimizzare, nel pieno rispetto della qualità, l’utilizzo ed il riutilizzo dei singoli componenti. Il PDM, inoltre, ci facilita la comunicazione con l’ufficio acquisti ed i subfornitori: la lista delle parti unica viene passata direttamente alla soluzione gestionale”. Ancora una volta una buona intuizione ha fatto crescere un’azienda. Ma nel mercato questo non è più sufficiente per continuare a competere con successo: la buona idea va supportata da processi efficaci ed integrati, in grado di garantire l’eliminazione dei costi nascosti ed il mantenimento di qualità, tempi e costi a livelli tali da essere considerati un valore da parte di chi acquista. Italkrane ha imboccato la strada giusta!
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ict - plm Disponibile, presso VMware, VMware View 4.6, con accesso remoto ottimizzato VMware, azienda impegnata nella virtualizzazione e nell’infrastruttura cloud, ha annunciato la disponibilità di VMware View 4.6 con accesso remoto ottimizzato tramite il supporto di PCoIP da parte di VMware View Security Server. VMware View è una soluzione desktop virtuale completa che permette alle aziende di migliorare i livelli di sicurezza e di ridurre i costi operativi, semplificando al contempo l’amministrazione e la gestione dei desktop grazie a un’architettura moderna dedicata all’end-user computing. Il supporto di PCoIP, implementato all’interno di VMware View Security Server, rende semplice e sicura la connessione da remoto con un desktop utente con relativa autenticazione, eliminando il bisogno di disporre di reti VPN SSL di classe enterprise e offrendo ai clienti una maggiore possibilità di scelta all’avvio di una sessione end-to-end basata su protocollo PCoIP. Ne deriva un ambiente operativo di virtualizzazione desktop altamente integrato ed economicamente conveniente in grado di fornire un sistema di autenticazione semplice per tutti gli utenti remoti.
IBM presenta una nuova piattaforma software per il cloud computing dedicata al B2B
In occasione dell’evento Pulse 2011 di Las Vegas, IBM ha presentato tecnologie innovative che rafforzano la sua leadership nell’ambito del cloud computing, grazie a un nuovo software in grado di accellerare la trasformazione di un intero data center in tempi brevissimi per soddisfare velocemente le necessità di business. Il nuovo software di virtualizzazione IBM - disponibile come programma beta aperto – consente alle organizzazioni di realizzare rapidamente un ambiente cloud gestendolo con grande semplicità. Il software si caratterizza per l’ineguagliabilità delle funzioni di provisioning e di scheduling dinamico dei server. IBM ha annunciato, inoltre, tre novità rivoluzionarie per la gestione degli ambienti virtuali: nuove funzionalità di Tivoli Provisioning Manager 7.2, per aiutare le organizzazioni a gestire meglio e con più facilità le risorse di calcolo virtuali; tecnologie che forniscono una piattaforma di gestione centralizzata per ambienti cloud ibridi, sia per il rilascio on-premise che off-premise; integrazioni ed espansioni a IBM Tivoli Storage Manager for Virtual Environments, che soddisfa ora le esigenze di backup e recovery, protezione database e applicazioni online, disaster recovery, riduzione dei dati archiviati, gestione degli spazi, archiviazione e recupero.
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News Annunciato il nuovo iMac di Apple, con processori quad-core, grafica e tecnologia I/O Thunderbolt di ultima generazione
Apple ha annunciato l’aggiornamento della linea di all-in-one iMac, che includono ora processori quad-core di ultima generazione, una grafica potente, rivoluzionaria tecnologia I/O Thunderbolt ad alta velocità e una nuova videocamera FaceTime HD. A partire da €1.149, il nuovo iMac è fino al 70% più veloce, mentre i nuovi processori grafici offrono prestazioni fino a tre volte superiori rispetto alla generazione precedente. Il nuovo iMac include, infatti, processori Intel Core i5 quad-core, con l’opzione per i clienti di scegliere processori Core i7 opzionali fino a 3,4GHz. Questi processori di ultima generazione presentano un controller della memoria integrato, per un’esperienza incredibilmente reattiva e un potente e innovativo motore multimediale, per codifica e decodifica video ad alte prestazioni. Nel costante impegno di Apple per la tutela dell’ambiente, la linea di desktop Apple è leader nel design eco-compatibile. iMac risponde ai severi requisiti Energy Star 5.2 e ha ottenuto la certificazione EPEAT Gold. Gli schermi retroilluminati LED sono privi di mercurio e realizzati in vetro privo di arsenico. L’iMac usa cavi e componenti privi di PVC, non contiene ritardanti di fiamma bromurati e garantisce un design del sistema e dell’imballaggio a comprovata efficienza di materiali.
Alteon VA e vDirect Plug-in
Due nuovi componenti per la Virtual Application Delivery Infrastructure di Radware Radware, fornitore leader di soluzioni intelligenti integrate di application delivery per reti business-smart, annuncia la nuova fase della strategia Virtual Application Delivery Infrastructure: l’introduzione di Alteon VA, un ADC soft, e vDirect, il primo application delivery controller (ADC) gestionale, orchestration plug-in, entrambi destinati ad integrarsi con l’infrastruttura virtualizzata VMware. La strategia VADI è un’architettura che trasforma le risorse di elaborazione, i servizi di application delivery e di virtualizzazione nell’infrastruttura VADA totalmente integrata, agile e scalabile. Gli utilizzatori delle soluzioni di virtualizzazione VMware-based acquisteranno con ALteon VA e vDirect livelli massimi di efficienza e flessibilità. Alteon VA (Virtual Appliance) è un dispositivo ADC virtuale che gira su infrastruttura server virtuale di VMware, e conferisce la medesima funzionalità ai dispositivi Alteon ADC fisici, ossia bilanciamento volumi, capacità di livello 7, accelerazione delle applicazioni. vDirect fornisce tutti gli elementi e le interfacce gestionali richieste dal VMware Orchestration System per approvvigionare, decommissionare, configurare e monitorare le risorse dei vADC e tutte le risorse di elaborazione di un data center virtuale (ADC-VX, Alteon VA, ADC dedicati).
news Dalle aziende Modulo SPM Power Selector Control Techniques Il Modulo SPM Power Selector di Control Techniques può potenzialmente concorrere alla riduzione dei costi generali del sistema di controllo, incrementando la flessibilità dell’operatività, le possibilità di ridondanza aggiuntiva a costi contenuti, fino a migliorare le prestazioni in termini di efficienza con sensibile risparmio energetico. Esso assicura una maggiore flessibilità nei sistemi implementati con convertitori Unidrive SPM di Control Techniques; consente inoltre la connessione automatica di moduli Unidrive SPM in un sistema di convertitori in parallelo. Infine, ricalibra dinamicamente la capacità dell’inverter attraverso il controllo dello stato attivo e stand by dei moduli inverter, abilitando l’inverter ad operare con massime prestazioni al di sopra di una ampia gamma di coppia/potenza. Il Modulo SPM Power Selector consente di progettare un sistema tollerante al guasto,
EFA Automazione e la teleassistenza AInternet, il web e le comunicazioni wireless hanno spalancato le porte a innumerevoli servizi (raccolta dati, gestione allarmi, diagnostica preventiva, accesso a webcam e a servizi VoIP) che affiancano la normale e tradizionale operatività di teleassistenza (accesso a PLC, pannelli operatori e PC). Queste nuove tecnologie hanno tuttavia aumentato la dose di rischio, di complicazione e confusione dovuta a innumerevoli proposte di mercato. Il servizio software Talk2M, proposto da EFA Automazione, fa chiarezza in questo scenario e offre una soluzione semplice, economica ed efficace per effettuare la teleassistenza di macchine o impianti governati da PLC. La piattaforma eWON consente infatti di dotare ogni macchina di teleassistenza via Internet, senza essere esperti informatici, e senza dover coinvolgere i responsabili EDP dei clienti finali. Inoltre, questa piattaforma consente di migliorare il proprio business del service permettendo di realizzare raccolta dati, diagnostica e gestione dell’installato.
L’analizzatore di liquidi Yokogawa supporta due sensori
che può continuare ad operare con un ridotto numero di moduli disponibili, eliminando la necessità di ridondanza in alcune applicazioni critiche. Esegue inoltre una commutazione dinamica tra il controllo di differenti gruppi di motori con differenti caratteristiche, riducendo il costo e la taglia del sistema inverter, laddove gruppi di motori non necessitano di operare contemporaneamente.
Encoder rotante di sicurezza RVK58S Pepperl+Fuchs Le società che progettano macchine e impianti utilizzano sempre di più componenti a prova di guasto per soddisfare i requisiti di sicurezza specificati nell’attuale versione della Direttiva Macchine 2006/42/EC. L’encoder rotante seno/coseno di sicurezza RVK58S Pepperl+Fuchs permette di rilevare anche la posizione rotorica del motor con un elevato livello di precisione. L’encoder a elevata risoluzione, contenuto in una custodia di 58 mm, ha 1024 incrementi per giro ed è dotato di un concetto di sicurezza funzionale, insieme a un traccia di posizione assoluta. Il condizionamento del segnale è gestito da uno speciale Asic, che si occupa anche della diagnostica interna. Se si verifica una violazione, l’elettronica dell´encoder mette le uscite in uno stato ad alta impedenza, in modo che il controllore possa rilevare immediatamente il malfunzionamento per mezzo della sua funzione di rilevamento del circuito aperto. Con questa caratteristica, il nuovo encoder rotante semplifica considerevolmente lo sviluppo di macchine sicure. L’encoder rotante seno/coseno è già certificato ed è attualmente in corso presso il TÜV, la certificazione della traccia addizionale di posizione assoluta. Quando tale certificazione verrà rilasciata, l’apparecchio sarà approvato per l’uso in prodotti di azionamento rispondenti a requisiti di sicurezza fino a SIL3/PLe usando un solo encoder.
Il nuovo Yokogawa FLXA21 è l’ultima generazione di analizzatori di liquidi dell’azienda, progettati per misure on-line continue in impianti industriali. Lo strumento è un analizzatore modulare a 2 fili che supporta l’uso di un massimo di due sensori e può essere configurato in modo flessibile per misurare diverse proprietà dei liquidi, inclusi pH/ORP, conduttività di contatto, conduttività induttiva e ossigeno disciolto. Il FLXA21 incorpora anche una serie di caratteristiche avanzate, tra cui un touch screen per facilità d’uso, autodiagnostica dei sensori, stima dei tempi di manutenzione, visualizzazione in 12 lingue e una serie di interfacce di comunicazione. La possibilità di supportare fino a due sensori dello stesso tipo contribuisce a ridurre i costi di installazione e manutenzione e a risparmiare spazio, oltre a permettere la configurazione di un sistema di backup altamente affidabile in grado di assicurare misure senza interruzioni anche durante la manutenzione.
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ICT - plm Di Massimo Fucci
Siemens Industry Software
Passione e competenza Sono ciò che occorre per uno sviluppo delle aziende solido e duraturo. Ce ne parla Gian Luca Sacco di South Europe Siemens Industry Software
I
Il mercato delle soluzioni rivolte al ciclo di vita dei prodotti vede la presenza di protagonisti che hanno puntato sia sulla crescita della funzionalità della soluzione proposta, sia sulla buona relazione - di lunga durata - con i propri clienti, in un’ ottica di comprensione, proposizione e supporto del cambiamento e dell’innovazione necessaria al processo di sviluppo e realizzazione dei prodotti. In questo ambito,Siemens Industry Software gioca un ruolo primario sia per la posizione di mercato raggiunta, sia per la cultura aziendale rivolta al soddisfacimento delle esigenze dei propri clienti. In una situazione economica in cui le capacità di competere delle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione e settore di attività, sono messe a dura prova, si conferma come fat-
Gian Luca Sacco, Marketing Director South Europe di Siemens Industry Software
tore critico di successo la capacità di costruire e mantenere nel tempo una buona relazione con i clienti. Un obiettivo che si raggiunge solo se sono presenti due fondamentali ingredienti: una strategia in grado di sviluppare l’offerta in termini di funzionalità necessaria e la capacità di implementarla adeguatamente nel contesto dinamico dell’operatività aziendale. Importante è, infine, la capacità di sviluppare una buona relazione con gli utenti, dimostrando loro di generare benefici e, al contempo, consentire il raggiungimento degli obiettivi concordati. In quest’ottica si è mossa e continua a muoversi Siemens Industry Software. Un ‘modus operandi’ che ha consentito all’azienda di diventare uno dei protagonisti del mercato PLM e in alcuni settori, come l’automotive, di diventare leader indiscusso. Abbiamo intervistato Gian Luca Sacco - Direttore Marketing
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INTERVISTA
una risorsa. Il nostro ‘mantra’ è chiaro e semplice: il cliente deve raggiungere i suoi obiettivi, poiché ci sentiamo responsabili del suo successo e facciamo in modo che questo scaturisca operando con la stessa passione e competenza a qualsiasi livello dell’azienda. L’obiettivo condiviso da tutti è, infatti, il successo dei nostri clienti. Ciascuna partnership è stata da noi costruita con pazienza e attenzione, puntando a generare rapporti solidi e duraturi con i nostri clienti. Ritengo che questa sia un’importante garanzia, sia per noi, in quanto fonte di un business solido e duraturo, ma anche per chi si rivolge a noi, che trova un partner di fatto che mette al centro delle proprie strategie l’azienda utente. A quali aspetti debbono badare i responsabili di azienda nell’approntare una strategia di introduzione e sviluppo di Sud Europa - in merito alle strategie e al posizionamento dell’azienda, sia rispetto ai grandi utenti sia rispetto alle PMI, due mercati che vengono seguiti dalle aziende in modalità differenti. Quali le strategie Siemens Industry Software nel mercato Italiano? Oggi, per poter crescere, è necessario continuare a innovare il prodotto, soprattutto in un contesto altamente competitivo com’è quello attuale. E’ fondamentale, dunque, ottenere una capacità di gestione sempre maggiore delle risorse e dei processi in tutte le fasi: sviluppo, produzione e manutenzione dei prodotti. In Italia molte aziende hanno messo in atto una strategia più mirata alla riduzione dei costi e alla sopravvivenza piuttosto che all’innovazione sistematica e questo, unito alla stagnazione dei consumi e degli investimenti e allo scarso impegno nella ricerca e sviluppo, ha portato a un sistema industriale che, salvo rare eccezioni, subisce la concorrenza internazionale e vede nella globalizzazione un nemico piuttosto che
una soluzione PLM? Non sempre le aziende sono capaci di gestire il cambiamento indotto da soluzioni che danno la possibilità di gestire il processo di evoluzione della conoscenza in tutta l’azienda estesa. Tutte le volte che il cambiamento indotto dall’introduzione di una nuova tecnologia in azienda non è stato gestito nella maniera corretta, l’adozione di una metodologia di lavoro più moderna è stata ritardata. Nell’approntare una strategia di introduzione e sviluppo di una soluzione PLM le aziende dovranno considerare due fattori fondamentali: la solidità della soluzione in termini di vastità del portafoglio (per garantire l’estendibilità futura ad aree oggi non considerate parte del progetto) e di diffusione (per beneficiare dell’esperienza maturata da altre aziende in contesti simili) unitamente alla solidità dell’azienda che sarà scelta come partner. E’ importante garantire la massima visibilità nel tempo agli investimenti effettuati. È il PLM una strategia rivolta solo alle grandi Aziende? Se no, come affrontate le questioni riguardanti le PMI? È il prodotto che stabilisce il successo di un’azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni. Ma il singolo prodotto non può garantirne la permanenza sul mercato. Sarebbe meglio dire che è la capacità di sviluppare una serie di prodotti vincenti che accresce il valore di un’azienda e la mantiene competitiva sul mercato. Le PMI affrontano problemi solo apparentemente molto diversi da quelli della grandi aziende, per cui le nostre soluzioni sono state realizzate partendo da fondamenta comuni ed estremamente solide, testate e garantite da milioni di installazioni nel mondo, ma adattate per renderle fruibili in maniera molto rapida dalle piccole e medie imprese. Questo è il concetto alla base del nostro portafoglio Velocity Series: una suite completa di soluzioni pensata appositamente per le PMI, portata sul mercato da una rete di partner certificati che garantiscono professionalità e offrono valore aggiunto alle imprese.
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AUtomazione - safety & security Di Valerio Alessandroni
La sicurezza:
un ‘must’ per i sistemi di automazione
Q
L’innovazione tecnologica permette oggi di scegliere soluzioni di automazione sicure e affidabili
uando si parla di safety e security nell’automazione occorre distinguere tra sicurezza di funzionamento (intesa soprattutto come incolumità degli operatori) e sicurezza dei dati: nel primo caso si parla di safety, nel secondo di security. Nel caso delle architetture di automazione distribuita, ad esempio, l’aspetto di safety può essere soddisfatto con reti ad hoc (i cosiddetti ‘bus di sicurezza’), oppure con particolari soluzioni, come la ridondanza. L’aspetto di security è in generale più complesso, come
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dimostrano frequenti notizie di cronaca (violazione di reti bancarie, blocco di reti informatiche a causa di azioni di spamming, ecc.). E’ tuttavia possibile ridurre nettamente la vulnerabilità di un sistema distribuito rendendolo inaccessibile o limitatamente accessibile dall’esterno, segmentando la rete, utilizzando dei firewall, ecc. Tornando alla safety, ormai è noto che gli standard relativi alla sicurezza di funzionamento di macchine e impianti industriali devono tenere conto anche degli sviluppi dell’automazione. Per garantire sia la sicurezza che la produttività di macchine e impianti, anche i sistemi di controllo della sicurezza devono quindi utilizzare tecnologie complesse e programmabili. Benché siano stati validi per molti anni, gli standard dei sistemi di controllo della sicurezza, quali EN 954- 1 (ISO
13849-1: 1999), risultano oggi troppo semplici per restare al passo con la tecnologia.
DUE NUOVI STANDARD
classificazione basata su cinque ‘Livelli di Prestazione’ (a, b, c, d, e). In alcune circostanze potrebbe essere possibile utilizzare standard alternativi, come EN (IEC) 62061. Tuttavia, la maggior parte dei progettisti passerà alla norma EN ISO 13849-1 poiché questo standard è stato redatto appositamente per fornire un percorso di transizione a coloro che progettano sistemi in base alle categorie dello standard EN 954-1. Questo nuovo standard copre tutte le tecnologie dei sistemi di controllo (elettrica, meccanica, pneumatica e idraulica) e può essere utilizzato per un intero sistema o per un sottosistema. Nei prossimi anni, la norma EN ISO 13849-1 è quindi destinata a diventare lo standard più diffuso per i sistemi di sicurezza delle macchine. Lo strumento Sistema automatizza il calcolo del Livello di Prestazione raggiunto dalle parti di un sistema di controllo della macchina correlate alla sicurezza nell’ambito dello standard EN ISO 13849-1.
In particolare, oggi esistono due nuovi standard per i sistemi di controllo della sicurezza di macchine e impianti: gli EN ISO 13849-1:2008 e IEC/EN 62061. Entrambi possono essere utilizzati per dimostrare la conformità alla Direttiva Macchine europea ed entrambi presentano nuove classificazioni dei sistemi: EN ISO 13849-1 utilizza i cosiddetti PL (Performance Level) mentre IEC/ EN 62061 utilizza i SIL (Safety Integrity Level). Le classificazioni PL e SIL possono essere considerate delle varianti dello stesso tema ed è possibile scegliere di utilizzare lo standard più adatto alla propria applicazione. In generale, se si ha dimestichezza con l’utilizzo delle Categorie dello standard EN 954-1 e si utilizzano funzioni di sicurezza convenzionali, lo standard EN ISO 13849-1 (PL) è probabilmente la scelta più adatta. Se, invece, viene specificamente richiesto l’utilizzo delle classificazioni SIL o se l’applicazione utilizza complesse funzionalità di sicurezza multiconUNA GAMMA COMPLETA PER LA SICUREZZA dizionali, lo standard EN/IEC 62061 è più adatto. Lo standard Alle aziende citate più in dettaglio nelle pagine seguenti, si EN ISO 13849-1 copre tutte le tecnologie, mentre lo standard aggiunge Sick. La sua offerta si distingue per la completezza di EN/IEC 62061 riguarda solo i sistemi gamma, che comprende sia dispositivi di elettrici. bordo macchina quali pulsanti di emerI settori di maggiore utilizzo E’ comunque opportuno esaminare genza, micro di sicurezza, barriere ottiche dei nostri prodotti di sicurezza e laser scanner di sicurezza, sia dispositivi entrambi gli standard per comprenderne i requisiti e le implicazioni. Si da quadro, partendo dal semplice modulo sono piuttosto diversificati: può subito notare che entrambi gli a relè per arrivare a configuratori e reti di dalla movimentazione standard richiedono alcuni calcoli sicurezza. basati sui dati di affidabilità che doall’imballaggio, dall’industria vrebbero essere forniti dai produttori dei “I settori di maggiore utilizzo dei nostri proautomobilistica a quella componenti di sicurezza, ma l’utilizzo dotti di sicurezza sono piuttosto diversificati: di strumenti software semplifica questa dalla movimentazione all’imballaggio, pesante, laddove esiste la attività. Ad esempio, in Germania il Bgia dall’industria automobilistica a quella necessità di proteggere fornisce uno strumento di calcolo compesante, laddove esiste la necessità di pleto per EN ISO 13849-1 denominato l’operatore della macchina/ proteggere l’operatore della macchina/ Sistema, disponibile gratuitamente sul impianto dal rischio di infortunio”, afferimpianto dal rischio di infortunio ma Fabrizio Castelli, Product Manager sito web Bgia. Infine, è importante sottolineare che Sistemi di Sicurezza Industriale presso Fabrizio Castelli, Product Manager Sistemi di la EN 954-1 non sarà più una norma di Sick. “La nostra azienda ha ‘inventato’ Sicurezza Industriale presso Sick. riferimento della Direttiva Macchine. La le barriere ottiche, le cosiddette barriere data prevista per questo passaggio, il immateriali. Ciò significa essere sempre 29 dicembre 2009, è stata prorogata al 31 dicembre 2012. Queattenti alle esigenze del mercato, creando dispositivi che non sta proroga, comunque, non esime dal considerare con cautela siano invasivi nei confronti delle macchine sui quali vengono i cambiamenti che ne derivano. Il passaggio è inevitabile e installati, ma che aiutino chi opera sulla macchina ad ottecontinuare a lavorare secondo la norma EN 954-1 può essere nere ottime prestazioni nell’operatività, senza sacrificare la considerato negativamente dai clienti. sicurezza. Inoltre, i 60 anni di esperienza nel settore, ci hanno consentito di migliorare continuamente l’offerta con dispositiCALCOLO DEL LIVELLO DI PRESTAZIONE vi facili da installare ed utilizzare”. Per molti anni, il modo più comune per classificare i sistemi di Castelli cita un noto costruttore di AGV (carrelli a guida autosicurezza dei macchinari è stato quello di usare le categorie matica), che ha adottato i laser scanner di sicurezza Sick per della norma EN 954-1 ‘Parti dei sistemi di comando legate alla proteggere le persone da eventuali ‘scontri’ con il carrello e un sicurezza’. Come detto, questo standard sarà ritirato e non poconfiguratore di sicurezza in grado di gestire, tramite una seriale, trà più essere utilizzato per dimostrare la conformità alla Direttiva i laser scanner e tutti gli altri dispositivi di sicurezza. Questo ha Macchine europea. La EN 954-1 verrà sostituita da una nuova comportato un risparmio notevole nel collegamento dei vari norma già pubblicata e disponibile: EN ISO 13849-1:2008 o ‘Sicudispositivi, una maggiore velocità del carrello, con incremento rezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla della produzione e la possibilità di avere una diagnostica in grasicurezza’. Questo standard fornisce un percorso di transizione do di fornire le informazioni relative allo stato di funzionamento dalle precedenti cinque ‘Categorie’ (B, 1, 2, 3, 4) alla nuova dei dispositivi, riducendo al minimo i tempi di fermo macchina.
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AUtomazione - safety & security Di Valerio Alessandroni
Phoenix Contact:
soluzioni modulari per Safety & Security La famiglia di moduli di sicurezza configurabili PSR-Trisafe di Phoenix Contact è stata recentemente completata con una nuova soluzione di tipo modulare destinata ad affiancarsi alla già sperimentata soluzione ‘stand-alone’ PSR-Trisafe-S rezza ma che possono agevolmente essere convertiti in ulteriori 4 ingressi digitali tramite software. Sempre via T-BUS, il sistema può essere collegato anche ad un opportuno gateway, rendendo in questo modo possibile l’inserimento del sistema in una rete e permettendo quindi il trasferimento dello stato degli I/O di sistema su di un bus di campo superiore, del quale il gateway viene a costituire un nodo di rete. Ogni prodotto (sia esso un modulo base, oppure un’espansione) è commercializzato in abbinamento con un elemento modulare T-BUS adatto per il suo collegamento agli altri moduli necessari per il corretto funzionamento del sistema. La logica di sicurezza gestita dal sistema PSR-Trisafe può essere progettata e programmata tramite un normale PC attraverso l’uso del software di sicurezza PSR-Safeconf nella sua nuova versione 2.7, già disponibile per un libero download dal sito www.phoenixcontact.it Grazie all’intuitivo software di configurazione grafica Safeconf con funzione ‘drag&drop’, non sono richieste competenze specifiche per la programmazione: bastano infatti pochi click per configurare il modulo. La parola a Raffaele Esposito, Safety Project Manager di Phoenix Contact
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I modulo master PSR-Trisafe-M rappresenta il cuore del sistema PSR-Trisafe di Phoenix Contact. In una larghezza di soli 67,5 mm esso racchiude 20 ingressi digitali di sicurezza, 4 uscite digitali di sicurezza (ognuna certificata Cat. 4, PL e, SIL3) e 4 uscite digitali di segnalazione. Il modulo, caratterizzato da alimentazioni separate per ingressi e uscite e dalla possibilità di sezionare in uscita anche la polarità pari a 0V, dispone di segnali triggerati. PSR-Trisafe-M è dotato inoltre di una memory stick estraibile e di morsetti estraibili codificati con tecnica di connessione a vite o a molla. Il fissaggio di PSR-Trisafe-M su un sistema T-BUS ne amplia portata e funzionalità. Diviene infatti possibile in questo modo collegare il master a più moduli di espansione contatti, ognuno dei quali prevede a bordo di 8 ingressi digitali fissi più 4 punti digitali che, di default, sono configurati come 4 uscite di sicu-
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Ingegner Esposito, quali sono le caratteristiche peculiari/differenzianti dell’offerta Phoenix Contact e quali le strategie e anche sviluppi dell’azienda? In che modo vengono soddisfatte le crescenti richieste di Safety and Security del settore? L’offerta di Phoenix Contact per le applicazioni in ambito automazione industriale è estremamente corposa, andandosi ad articolare su più di 30.000 articoli, suddivisi in 12 linee di prodotto e 7 cataloghi. La copertura di ogni possibile esigenza in ambito connessione (in senso lato), protezione da sovratensione, interfacciamento e gestione di segnali, alimentazione e automazione (controllo, gestione e visualizzazione) è completa e articolata. Non fanno eccezione i prodotti specificatamente dedicati a ‘Safety & Security’. In ambito ‘Safety’ sono infatti disponibili varie famiglie di prodotto in grado di coprire con un’ottima scalabilità tutte le esigenze di gestione di segnali di sicurezza in applicazioni dalle più semplici alle più complesse: un’ampia famiglia di moduli di sicurezza di tipo elettromeccanico monofunzione (famiglia PSR), moduli di sicurezza configurabili in versione stand-alone o modulare (famiglia Trisafe), un’innovativa soluzione per gestione su base seriale di segnali sicuri in bus di campo di tipo standard (SafetyBridge Technology), fino a un vero e proprio bus di campo di sicurezza (Profisafe o Interbus Safety).
Intervista
semplice configurazione delle apparecchiature Con il software Safeconf è possibile definire il funzionamento di PSR-Trisafe in modo rapido ed efficace. Anziché procedere a complesse operazioni di programmazione, le funzioni e i componenti necessari possono essere trascinati con il mouse nell’editor di cablaggio e lì interconnessi. Diviene così possibile realizzare e testare un progetto e trasferirlo in un modulo di sicurezza in soli tre passi:
Anche in ambito ‘Security’ esistono soluzioni a crescente livello di complessità e che possono prevedere la semplice segregazione di porte RJ45 di accesso alla rete o l’impedimento della disconnessione dei cavi dalla rete tramite opportuna accessoristica, l’uso di Managed Switch Ethernet (Port-Security, Broadcast Limiter, reti virtuali Vlan, ecc.) fino all’uso di router, eventualmente anche con firewall e/o supporto reti virtuali VPN integrato (famiglia mGuard). In quali settori viene maggiormente utilizzata la vostra proposta? Perché e con quali benefici, soprattutto in termini di Safety & Security? I mercati di riferimento per Phoenix Contact sono molteplici: elettronica, automazione industriale, fotovoltaico, eolico, trasporti, infrastrutture, trattamento delle acque, processo, distribuzione dell’energia, costruttori di macchine, costruttori di dispositivi elettronici e così via. Mentre le soluzioni di Security trovano riscontro in tutte quelle applicazioni in cui una rete di comunicazione industriale possa risultare accessibile a operatori non autorizzati sia da locale sia da remoto, per la Safety le applicazioni classiche sono quelle legate a quegli ambienti ove macchine o impianti devono essere dotati di opportune misure protettive per la riduzione al di sotto dei limiti accettabili di rischio per operatori o ambiente. I vantaggi nell’utilizzo di prodotti industriali sono da ricercare nella protezione dei propri dati sensibili, nella difesa della propria rete da attacchi esterni (sabotaggio, modifiche pericolose, …) e nella rispondenza cosciente ai requisiti normativogiuridici per quel che riguarda la Sicurezza industriale. Può segnalarci un’applicazione significativa? Un’applicazione che evidenzia in modo ottimale i vantaggi ottenuti in ambito sia Safety che Security ha previsto l’utilizzo di SafetyBridge Technology integrata in una rete Profinet superiore presso una linea di assemblaggio di componenti meccanici per l’industria automobilistica destinata al mercato brasiliano. Grazie alle caratteristiche tipiche di questa tecnologia è stato possibile gestire la rete Profinet con un nostro master standard della famiglia ILC (non un PLC di sicurezza) andando nel contempo a disporre della diagnostica di tutti gli I/O di sicurezza, integrata in quella della rete Profinet direttamente via bus.
Passo 1: Selezione e configurazione delle funzioni di sicurezza Per le funzioni di sicurezza sono disponibili moduli di tipo intuitivo, che possono essere trascinati nell’area di cablaggio con il mouse e lì collegati. Non sono presenti finestre aggiuntive o sottomenu, che richiedono l’inserimento di ulteriori dati. Ciò consente di mantenere estremamente chiara la logica di sicurezza. Passo 2: Collegamento hardware mediante drag&drop Anche il collegamento dell’hardware con la logica di sicurezza avviene in modo rapido e senza complicazioni. Il modulo di sicurezza con i suoi morsetti di collegamento è rappresentato nella finestra di selezione dei moduli. Ciò consente di trascinare i relativi ingressi e le uscite mediante Drag& Drop nell’area di cablaggio dove vengono collegati ai moduli di sicurezza. Passo 3: Controllo delle funzioni di sicurezza e trasferimento Qualsiasi modifica può essere convalidata in ufficio prima della sua implementazione, grazie alla possibilità di gestire una simulazione del progetto direttamente sul PC di programmazione senza che allo stesso sia collegato il modulo di sicurezza, per poter valutare la correttezza e la rispondenza del progetto alle specifiche iniziali. Dopo il controllo, la configurazione viene poi trasferita a bordo della memory stick del PSR-Trisafe-M che si collega al PC attraverso un cavo standard USB/mini USB. Per evitare modifiche indesiderate dei dati, il trasferimento deve essere confermato manualmente sul modulo. La configurazione a questo punto è attiva e può essere avviata.
Fondamentale è stato inoltre la possibilità di un collegamento wireless tra alcuni nodi di rete (per il trasferimento via Bluetooth anche dei segnali di sicurezza). L’uso di router con firewall e gestione di reti virtuali VPN integrati ha consentito la predisposizione di un accesso sicuro da remoto per teleassistenza. Ulteriori router con funzionalità firewall hanno anche consentito di limitare l’accesso da locale ai nodi di rete deputati alla gestione delle funzioni di Safety.
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AUtomazione - safety & security
News
B&R: safety certificata nel drive I servoazionamenti safe della serie ACOPOSmulti di B&R possono essere facilmente integrati in reti su base Powerlink via openSAFETY e utilizzati per controllare il motore in tempo reale. Questo permette a B&R di ridurre i tempi di reazione degli errori di un fattore 10 e nel contempo la conseguente energia di massimo impatto di un fattore pari a 100, rispetto ai tradizionali circuiti di sicurezza. Integrando la tecnologia safety nei propri azionamenti e nei motori, B&R ha ridefinito come vengono calcolate le distanze di fermata e le energie di impatto. Il circuito safety SafeMC, installato su tutte le unità ACOPOSmulti, controlla automaticamente qualsiasi reazione del motore relativamente ai comandi che arrivano dall’azionamento. Questo grazie a encoder ad alta risoluzione ad alta
precisione, completamente digitali e sicuri, montati direttamente sull’albero motore di tutti i servo motori sincroni di B&R e certificati secondo la EN ISO 13849. L’elettronica è integrata direttamente nel drive per evitare un addizionale tempo di risposta. Uno dei maggiori vantaggi nell’utilizzare la ‘Tecnologia Safety Integrata’ di B&R è l’eliminazione dei cablaggi ridondanti e dei moduli di controllo esterni della componente safety. I dati vengono trasferiti attraverso un cablaggio virtuale utilizzando il bus del sistema con un protocollo safe intrinseco, chiamato openSAFETY, che consente una semplice comunicazione dati con il sistema di controllo. Le soluzioni di automazione B&R fanno questo utilizzando il bus Powerlink.
Nuovo volantino radio di Heidenhain
Da Pilz camme elettroniche di sicurezza per presse meccaniche
Più grande è la macchina, più utile risulta il nuovo volantino radio HR 550 FS, in quanto l’operatore può posizionarsi in prossimità dell‘utensile e avere perfettamente sotto controllo il processo in qualsiasi momento. L‘acronimo ‘FS’ sta per Functional Safety (sicurezza funzionale) e il volantino è pertanto conforme a questi nuovi requisiti di sicurezza. Gli altri consueti elementi di sicurezza, quali tasto di arresto d‘emergenza e tasti di consenso, sono presenti anch‘essi sul volantino HR 550 FS, come pure i tasti degli assi evidenziati mediante colore e il display a sei righe, che segnala importati stati macchina e, oltre a informazioni generali, anche l‘intensità del segnale radio. E se ci si allontana troppo? Con il chiaro allarme a vibrazione l‘allontanamento viene segnalato in tempo utile. Il volantino dispone inoltre di cinque softkey per poter essere adattato alle diverse procedure di lavoro specifiche. Tali softkey possono essere configurati con funzioni speciali, visualizzate di volta in volta sul display. Il costruttore della macchina può inoltre configurare con funzioni speciali anche i sei tasti funzione illuminabili con LED. I pittogrammi delle denominazioni degli assi e dei tasti funzione sono intercambiabili. Nella versione con index meccanico è possibile regolare il percorso di traslazione per ogni passo.
Il sistema di automazione PSS 4000 Pilz rappresenta la soluzione ottimale per un controllo completo delle presse meccaniche. Il dispositivo a camme elettroniche di sicurezza è composto da: • il sistema di sicurezza PSS universal PLC • moduli presse (compreso modulo CamController) • uno speciale trasduttore rotativo Pilz • Il nuovo dispositivo a camme elettroniche di sicurezza sostituisce il tradizionale pacco camme meccaniche. I vantaggi in breve: camma di sicurezza per arresto al PMS all’aumentare del numero di giri e compensazione extracorsa • misurazione continua dell’extracorsa con limiti impostabili di avviso e allarme per la riduzione al minimo dei tempi di fermo macchina • visualizzazione dell’altezza della corsa grazie al rilevamento dell’angolo elettrico • elevata protezione contro manipolazioni • soluzione di sicurezza certificata secondo EN 692
Mitsubishi Electric: Melsec WS Safety Controller I controllori di sicurezza Melsec WS di Mitsubishi Electric offrono una conveniente soluzione quando si tratta di dotare singole macchine o piccoli sistemi di dispositivi di sicurezza. Le dimensioni compatte del modulo consentono un facile montaggio, senza costi accessori, nella maggior parte degli armadi elettrici. La configurazione basata su grafici è rapida, il software presenta
un’interfaccia intuitiva, la programmazione, i test funzionali e di programma sono semplificati grazie ai moduli di sicurezza funzionali. Se integrato in applicazioni complesse, WS può essere ampliato con moduli I/O supplementari. Tramite collegamento ad una rete Ethernet o CC-Link è inoltre possibile collegare il WS facilmente a sistemi PLC convenzionali.
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AUtomazione - safety & security Di Valerio Alessandroni
Safety e Security secondo Schneider Electric: un’opportunita’ per le aziende
L’elemento distintivo dell’offerta di Schneider Electric è il fatto che essa è certificata da enti riconosciuti, che hanno lavorato con l’azienda già dalle fasi di progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo
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chneider Electric ha due approcci ben delineati alle problematiche di Safety e di Security. Ne abbiamo parlato con Massimo Daniele, Marketing Manager Plant Solutions - PLC Scada & Network presso Schneider Electric. NewsSImpresa: “Che cosa significa, per Schneider Electric, il termine Safety? In altri termini: quali sono le linee di prodotto o le versioni speciali che vengono proposte per soddisfare i requisiti di Safety su macchine e impianti in campo industriale?” Daniele: “Per Schneider, Safety vuol dire proteggere persone, ambiente, impianti e/o macchine in modo da rendere la sicurezza non solo una risposta a vincoli normativi o di legge ma un’opportunità per rendere l’azienda più Green e ottenere da essa un ROI, in termini finanziari, garantendo la continuità di produzione piuttosto che preservando le installazioni, e di
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responsabilità sociale. Le linee di prodotto che soddisfano questi requisiti e che aiutano i clienti a rispondere alle esigenze sono dedicate ma integrabili in architetture di automazione standard. Si tratta infatti di prodotti per i quali non è necessario un know-how specifico per la loro programmazione o messa in opera, in quanto si basano sugli stessi software che gestiscono i PLC e i device della parte processo o macchine. In particolare, nel processo ricordiamo la gamma PLC Quantum certificata TUV per applicazioni fino a SIL3, mentre per le applicazioni nel mondo macchine la gamma di prodotti Preventa”. NewSImpresa: “Quali sono gli elementi che Schneider Electric ritiene più distintivi della propria offerta in questo ambito?” Daniele: “L’elemento distintivo dell’offerta Safety di Schneider Electric è sicuramente il fatto che essa è certificata da enti riconosciuti come il TUV, che hanno lavorato con Schneider Electric
Intervista
già dalla progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo, permettendo alle aziende che utilizzano la nostra tecnologia di essere facilitate nel processo di certificazione della macchina o dell’impianto. Questo permette inoltre, a chi sviluppa applicazioni Safety, di poterlo fare ottimizzando gli investimenti in termini di conoscenza normativa e/o altro, grazie a software già certificati e/o guidati come Unity versione Safety per i PLC e le applicazioni del processo. Nel mondo macchine si è andati ancora oltre con l’approccio Safety Chain Solutions, che mette a disposizione del progettista l’intera ‘catena di sicurezza’ validata da parte dell’ente notificato TUV con il valore di Performance Level corrispondente. Le soluzioni certificate contengono tutte le informazioni per la corretta progettazione della funzione di sicurezza, le applicazioni tipiche, gli schemi di collegamento ed il calcolo del SIL (EN 62061) e del Performance Level (EN 13849-1). I parametri necessari per scegliere lo schema sono il Performance Level, il tipo di protezioni (carter mobili, barriere immateriali o tappeti), l’arresto d’emergenza libero o controllato, le tipologie di sensori e di azionamenti presenti sull’impianto e la specifica del cablaggio se tradizionale o bus di sicurezza. La Safety Chain Solutions, inclusa nella documentazione progettuale della macchina, permette un notevole risparmio economico e garantisce sempre la corretta rispondenza alla regola dell’arte con la certificazione della catena di sicurezza. NewSImpresa: “Qual è la valenza strategica che Schneider Electric associa al mercato Safety e in che modo intende affrontarne le sfide?” Daniele: “Il mercato della Safety nell’automazione è assolutamente strategico già oggi e sempre di più lo sarà domani. Le aziende che lavorano nel mercato dell’automazione hanno compreso che la Safety è un’opportunità per fare business rispondendo ad esigenze che per i clienti finali sono mandatarie, e sempre di più la possibilità di fornire architetture integrate che gestiscano l’automazione di processo o di macchina con la parte di sicurezza, è la risposta che il cliente si aspetta. In quest’ottica, Schneider Electric sta sviluppando la sua offerta di prodotti e soluzioni, per rendere sempre di più l’automazione che fa Safety una risposta ad alto valore aggiunto sia tecnologico che economico per il cliente, specializzando la sua offerta nei mercati del processo e delle macchine con prodotti ed architetture specifiche avendo, come comune denominatore la certificazione nativa del prodotto, la semplicità di progettazione, programmazione e utilizzo ed i bus di comunicazione
come unione delle varie tecnologie. In tal senso lo sviluppo sarà sempre di più indirizzato verso l’utilizzo di Ethernet”. NewSImpresa: “Come si configura, invece, l’offerta di Schneider Electric in ambito Security?” Daniele: “Da sempre leader nell’offerta di comando e segnalazione, dal 2010 in ambito Security e controllo accessi l’offerta di Schneider Electric si è arricchita tramite l’unione delle nostre competenze con quelle di Sagem Sicurezza (Gruppo Safran), leader mondiale delle tecnologie biometriche, per dare vita ad un’offerta unica in ambito protezione dell’ambiente industriale, il pulsante biometrico ‘Harmony’. La biometria integrata nel pulsante ‘Harmony’ permette di combinare comfort (nessuna chiave, badge o password a rischio perdita, dimenticanza, furto o copia) e un alto livello di protezione (unicità d’accesso per impronta digitale). Essa offre al settore industriale un guadagno di produttività, diminuendo i costi dovuti alla manutenzione e al funzionamento del sistema, ed evitando le operazioni non autorizzate”. NewSImpresa: “I temi Safety e Security vengono affrontati da Schneider Electric in modo congiunto o attraverso linee d’azione e/o linee di prodotto distinte?” Daniele: “Ad oggi i temi sono per Schneider Electric divisi, in quanto con Security si intende la sicurezza industriale come trattamento dei dati, la loro protezione all’interno dell’azienda e da attacchi esterni, piuttosto che il controllo accessi o l’operatività, mentre con Safety di cui abbiamo già parlato in dettaglio sopra, si intende la prevenzione del danno grave contro persone ambiente ed installazioni. La risposta di Schneider Electric si contraddistingue quindi con linee di prodotto separate ma sempre di più integrabili in architetture comuni, in modo da poter soddisfare entrambe le richieste in modo completo. In questi termini, la risposta alle richieste di Security è la gamma di prodotti Harmony (accessi) e Connexium (dati), comprendente non solo Switch ma anche Router, Firewall, Gateway con funzionalità integrate configurabili tramite semplice intevaccia web con pochi click del mouse o con la massima disponibilità per l’utente che necessita del massimo delle performance e quindi debba invece adattare questi oggetti ad architetture complesse. Questi prodotti posso essere integrati in architetture di automazione che gestiscono la Safety di processo (Modicon) e/o di macchine (Preventa) ed è una tendenza che ritroveremo sempre di più in futuro in quanto i due mondi avranno sempre di più punti di contatto, per cui, pur nascendo da esigenze diverse l’integrabilità dei prodotti e/o soluzioni sarà la chiave per oggi e soprattutto per il domani”.
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Etica - Competitività - Human Resources Organizzazione - Sicurezza del Lavoro
A cura di Echos2Value*
Mappe Mentali, la via piu’ breve per la messa a regime di ambienti collaborativi ed efficaci Tutti i contesti lavorativi sono attualmente caratterizzati da dinamismo e complessità, sempre più viene richiesta la capacità di operare – in parallelo – su problematiche diverse e su molteplici attività nel corso della stessa giornata. Ognuno è alla ricerca di strumenti e metodi che possano consentire una corretta gestione, tempi rapidi di risposta e semplicità ed efficacia nelle comunicazioni. La risposta a queste esigenze viene fornita dall’adozione delle Mappe Mentali, strumento non nuovo ma innovativo, che inserito nella cultura d’Azienda fornisce risultati estremamente interessanti
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’impiego delle Mappe Mentali per rappresentare le informazioni ha trovato crescente interesse e di utilizzo - in virtù della capacità di rappresentare concetti, contenuti ed attività nella loro dinamica, negli ambiti più diversi: Management, Sviluppo e chiusura delle trattative commerciali, Formazione, Gestione dei gruppi di lavoro, Sviluppo e distribuzione della conoscenza. I risultati sono legati alla capacità di stimolare la generazione e l’organizzazione di idee e concetti, favorendone una visione globale ed un’interpretazione oggettiva, permettendo la diffusione e condivisione della conoscenza. L’obiettivo è quello sia di arricchire il bagaglio culturale del Manager, che ha la responsabilità di risorse critiche quali le persone, il tempo e la conoscenza, con strumenti in grado di supportarlo nella gestione di tali variabili, contribuendo a potenziare le sue capacità nei processi di pianificazione ed organizzazione, di sviluppo ed innovazione, di gestione del cambiamento e la messa in opera del proprio ambiente collaborativo, sia quello dei collaboratori. Il metodo delle Mappe Mentali (ideato da Tony Buzan nel 1960) si basa sulla capacità propria della mente umana di associare idee e pensieri in maniera non lineare e permette di sfruttare al meglio la differenziazione funzionale dei due lobi cerebrali, facendoli operare in sinergia: le potenzialità latenti dell’emisfero destro del nostro cervello, (olistico, non lineare, creativo, intuitivo, immaginifico, non verbale, emotivo e figurato) e l’emisfero sinistro che invece elabora le informazioni con un approccio lineare, logico, razionale, analitico, quantitativo, verbale e che può essere stimolato mediante rappresentazioni di tipo testuale e verbale. Pertanto il metodo utilizzato permette di rappresentare le informazioni e le idee coinvolgendo sia le funzionalità logico-razionali sia quelle immaginifico-creative, in modo tale da migliorare i nostri risultati in diverse aree, da quella personale a quella professionale/aziendale. Dal punto di vista pratico ed operativo una Mappa Mentale è un diagramma nel quale si rappresentano i concetti in forma grafica: al centro vi è l’idea principale, mentre le informazioni di dettaglio e gli approfondimenti si dipartono dal centro verso l’esterno, legati secondo una geometria radiante, e costruiscono ulteriori legami. Le Mappe Mentali si caratterizzano, rispetto ad altre modalità di rappresentazione, per l’enfasi posta: sulla struttura gerarchicoassociativa delle informazioni, sull’uso di elementi di notevole impatto percettivo come i colori e le immagini, che stimolano
la creatività di chi le produce e catturano l’attenzione di chi le legge, sulla possibilità di limitare ad un unico foglio la visualizzazione completa di tutte le informazioni necessarie. Uno strumento particolarmente pratico, efficace e semplice da apprendere che aiuta a migliorare: la produttività individuale e di gruppo, per generare, far emergere e rappresentare le idee/ azioni delle diverse persone, enfatizzando i collegamenti logici, facilitando dialettica, confronto e condivisione; la gestione della conoscenza e la definizione di standard, per favorire la diffusione e circolarità delle informazioni e per predisporre standard aziendali in termini di formato e contenuti; il Problem Solving e Decision Making, per valutare e comparare varie opzioni, il Project Management, per definire gli obiettivi, strutturare le attività, allocare le risorse, assegnare i tempi, raccogliere le informazioni necessarie, monitorare lo stato avanzamento lavori ed i risultati ottenuti; per la progettazione e nella realizzazione di percorsi formativi interdisciplinari e nella valutazione delle competenze acquisite. Ma non solo… Una serie di verifiche effettuate sul campo in ambito del Progetto ECHOS2Value (www.echos2value.it) ha mostrato in primis che bastano 4/8 ore di corso per apprendere i fondamentali ed iniziare a produrre mappe da impiegare nello svolgimento delle attività quotidiane, con un impatto significativo in merito a produttività e soddisfazione personale.
* ECHOS2Value è un iniziativa di Pentaconsulting srl e Studio PJM
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AUtomazione - safety & security Di Valerio Alessandroni
rockwell automation: sicurezza delle macchine a partire dalla progettazione
I sistemi di sicurezza programmabili semplificano le procedure di servizio degli utilizzatori finali
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oberto Motta, Local Business Leader IA – Italian Region di Rockwell Automation descrive in questa intervista le strategie dell’azienda di Milwaukee per quanto riguarda Safety & Security.
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NewSImpresa: “Quali sono i capisaldi dell’offerta Rockwell Automation per la Security?” Motta: “Rockwell Automation basa la propria proposta in ambito Security sia su prodotti (Factory Talk Security) che su architetture di comunicazione di riferimento in collaborazione con Cisco. I prodotti si riferiscono sempre ad un modello di sicurezza a più livelli con lo scopo di: limitare l’accesso di utenti e computer alla programmazione di dispositivi di automazione, gestire l‘accesso alle applicazioni software di automazione e limitare l’accesso alle reti di automazione. Un esempio di gestione dell’accesso alle applicazioni è riferibile
Intervista
FACTORYTALK: UN’ARCHITETTURA ORIENTATA AI SERVIZI Lo scambio di informazioni in tempo reale tra la produzione e la restante parte di un’azienda è fondamentale per poter prendere decisioni volte a migliorare la tempestività di risposta, aumentare la produttività, ridurre i costi e assicurare la conformità alle normative. La suite integrata di applicazioni software modulari ad elevata scalabilità FactoryTalk consente di integrare in un impianto una serie di potenti tool. L’architettura orientata ai servizi rende possibile tutta una serie di attività quali la condivisione dei dati in un sistema distribuito, l’applicazione della ridondanza e della tolleranza agli errori tenendo traccia delle modifiche nel sistema, la semplificazione della progettazione dei sistemi di informazione e di automazione, la connettività tra più fornitori e l’amministrazione centralizzata delle funzioni chiave. L’architettura orientata ai servizi offre una grande flessibilità in quanto consente un’implementazione graduale, grazie all’utilizzo delle infrastrutture esistenti e la contemporanea applicazione delle tecnologie più recenti. Inoltre, permette di ridurre i costi di formazione poiché è basata su un set comune di servizi e attività condivisi. La piattaforma di servizi FactoryTalk include, in particolare, FactoryTalk Security, un’authority di protezione centralizzata per i componenti del sistema. Un unico punto di riferimento per la creazione, l’assegnazione dei diritti e il monitoraggio di tutti gli utenti del sistema che semplifica la conformità alle normative ed offre una soluzione di protezione più efficiente.
di riferimento di prodotti ideato per identificare , qualificare e commercializzare i prodotti di terze parti che si integrano con i prodotti e l’assistenza offerti da Rockwell Automation, n.d.r.) sono previste figure specificamente dedicate alla Security?” Motta: “Quella con Cisco è una forma di collaborazione che va oltre il programma Encompass, caratterizzandosi per la capacità di presentarsi sul mercato con un proposta ‘integrata’ ad alto valore aggiunto che va dalla disponibilità di sistemi VPN client e Firewall Cisco alla capacità di connettere i comparti automazione e IT senza compromettere la sicurezza informatica”.
SI AMPLIA LA FAMIGLIA STRATIX La famiglia di switch industriali Stratix 8000 AllenBradley è stata ampliata con un nuovo modello, denominato Stratix 8300, uno switch di livello 3 ricco di funzionalità. Il nuovo Stratix 8300 offre instradamento statico, dinamico, multicast e basato su criteri consentendo agli utenti la massima flessibilità nel creare architetture segmentate sicure per le applicazioni Ethernet industriali. Il sistema operativo Cisco Catalyst, costituito da un set di funzioni e da un’interfaccia utente, fornisce l’integrazione coerente con la rete aziendale tramite strumenti familiari ai professionisti IT ma anche informazioni di diagnostica generali provenienti dal sistema Architettura Integrata di Rockwell Automation utilizzando in questo caso strumenti familiari ai responsabili e a tecnici di produzione.
alle modalità di accesso esterno, per esempio al valore di una variabile di un controllore Logix. Le modalità possibili sono Read/ Write, Read Only, None. Il sistema definisce anche come la logica del controllore accede ad una specifica variabile. In questo caso, i valori possibili sono modificabile e non modificabile. In più FactoryTalk Security controllerà ‘chi’ è autorizzato a modificare con RSLogix 5000 il valore di questo attributo”. (RSLogix 5000, lo ricordiamo, è un potente software di configurazione e progettazione dei sistemi di controllo, n.d.r.). NewSImpresa: “Quali sono i vantaggi - tangibili e intangibili - che i system integrator e gli utenti finali possono ottenere utilizzando i prodotti di Security Rockwell Automation?” Motta: “I vantaggi si riassumono in una parola: integrazione. Infatti, FactoryTalk Security non è un prodotto a sé stante, ma è parte integrante della nostra piattaforma software. Le architetture di rete di riferimento sono parte integrante dei nostri sistemi di controllo”. NewSImpresa: “Qual è la roadmap di Rockwell Automation nel settore Safety & Security? Nuove tecnologie, allargamento dell’offerta, ingresso in nuovi ambiti industriali o altro…” Motta: “La roadmap futura comprende l’implementazione di funzioni di sicurezza sui nostri switch Stratix e il miglioramento continuo della Factory Talk Security”. NewSImpresa: “Nel programma Encompass (il programma
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To WATCH Di Valerio Alessandroni
Ethernet industriale Nella comunicazione di fabbrica è sempre più diffusa l’adozione di reti basate su protocolli Ethernet, che sono ormai in grado di sostituirsi ai differenti fieldbus
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razie all’ampiezza di banda, alla semplicità e al basso costo, Ethernet è attualmente la tecnologia per comunicazioni più diffusa nel settore informatico. Non è però intrinsecamente deterministica, una caratteristica assolutamente indispensabile per le applicazioni in cui la sicurezza è un fattore critico. Questo aspetto è stato risolto dalle reti Industrial Ethernet. Il mezzo fisico su cui si basa Ethernet, cioè cavi e connettori di connessione tra PC, stampanti e altre periferiche, gestisce una serie di protocolli di comunicazione, quali IP (Internet Protocol), TCP (Transport Control Protocol) e numerosi altri protocolli di comunicazione di rete. Questo insieme si rivela adatto per l’ambiente di ufficio, consentendo la condivisione di file, di stampanti, l’invio di e-mail, la navigazione su Internet eccetera. I requisiti del settore industriale sono molto più stringenti: i vari controller devono accedere ai dati da vari driver, da workstation da sistemi I/O. Nelle operazioni tipiche d’ufficio e’ previsto per l’utente un tempo d’attesa prima dell’esecuzione di un certo task. La linea di produzione richiede invece comunicazioni in tempo reale. L’esatta esecuzione di un’operazione è un fattore estremamente più critico di quanto possa essere l’accesso a file su server o ad un sito web. Ormai, non c’è dubbio che Ethernet e il protocollo TCP/IP siano tra i sistemi di automazione industriale più diffusi e popolari. La tecnologia ha fatto passi da gigante ed importanti innovazioni quali Fast Ethernet, switching e comunicazioni full-duplex hanno trasformato la vecchia Ethernet in un sistema di comunicazione potente. Tuttavia, sembra improbabile che il sogno di avere un unico protocollo applicativo standard per l’automazione industriale possa divenire realtà. Vi sono infatti oltre 10 protocolli Industrial Ethernet attualmente disponibili sul mercato. Nel suo studio ‘The world market for Industrial Ethernet – 2009 edition’, IMS Research valuta comunque PROFINET come una delle varianti Industrial Ethernet più utilizzate nel mondo, con una quota di mercato del 28%. Lo studio sottolinea inoltre la capacità di Profinet di offrire una soluzione Indusrial Ethernet valida per una vasta gamma di applicazioni, tra cui il controllo del movimento ad alta velocità. Con PROFINET, EtherNet/IP e Modbus TCP/IP completano il gruppo di testa, rappresentando circa l’80% del mercato totale. Secondo lo studio, EtherCAT e Powerlink, principalmente concentrati sulla drive technology, hanno invece quote di mercato pari al 4% e all’11% rispettiva-
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mente. Tra gli standard del gruppo di testa, IMS Research ritiene che PROFINET sia la tecnologia destinata alla maggiore crescita nel periodo tra il 2008 e il 2013 (+8,7%). EtherNet/IP pare invece destinata a una crescita più lenta (+7,1%), mentre si prevede un calo per Modbus TCP/IP (-0,4%). D’altra parte, il cablaggio delle infrastrutture di Ethernet industriale richiede non solo cavi e connettori appropriati, ma anche componenti ‘attivi’, quali switch e router. Oggi sono presenti sul mercato switch configurabili o non configurabili, che rappresentano la soluzione ideale per chi voglia prodotti ‘pronti all’uso’. In conclusione, Ethernet offre integrazione con l’ambiente office, funzionalità IT, Internet/Intranet, e configurazione remota; una grande larghezza di banda e pacchetti dati estesi per la comunicazione con dispositivi industriali; comunicazione in tempo reale con sincronizzazione sufficiente a supportare anche applicazioni di controllo del movimento molto complesse; connessione e supporto di un elevato numero di dispositivi su aree estese. Oggi, l’opinione prevalente è che le reti Industrial Ethernet non sostituiranno i tradizionali fieldbus, ma apriranno invece la strada a nuove applicazioni, supportando la migrazione verso l’intelligenza distribuita nel settore dell’automazione.
Industrial Ethernet Di Valerio Alessandroni
Rockwell Automation punta su Ethernet/IP, senza perdere di vista DeviceNet e ControlNet Rockwell Automation è entrata nel mercato delle infrastrutture per Ethernet con un’offerta completa di switch, cavi e connettori per il cablaggio industriale. Anche grazie a questi sviluppi, è prevedibile che EtherNet/IP si confermerà sempre di più come la soluzione Ethernet ottimale per tutte le esigenze di controllo industriale
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n combinazione con TCP/UDP/IP, Ethernet è la tecnologia di rete più diffusa al mondo. L’Ethernet pensata da Robert Metcalfe nel 1973 per Xerox Corporation era una tecnologia a 10 Mbps, half-duplex, su cavo coassiale (trunk) con derivazioni (drop) ai nodi tramite transceiver (divenuti poi hub) ed accesso alla rete con risoluzione casuale delle collisioni, in assenza di criteri di priorità e di servizi di sincronizzazione. L’Ethernet di oggi è tutt’altra tecnologia: 100/1000 Mbps, Full-duplex (200 Mbps per canale), su concentratori di tipo switch che hanno annullato le collisioni ed ora anche con criteri di priorità secondo Ieee 801.2q (QoS) Frame Prioritization e servizi di sincronizzazione Ieee 1588 Time Sync Service. In altre parole, Ethernet è oggi una tecnologia di comunicazione industriale, deterministica e adatta anche per applicazioni Motion Control, con tempi di aggiornamento inferiori al millisecondo. Passando al mondo industriale, da tempo esiste un forte interesse intorno all’adozione di Ethernet per applicazioni di controllo derivante, in primo luogo, dall’elevata base di installato che rende la tecnologia Ethernet accessibile ed usuale ad un largo numero di utenti. Divenuta a tutti gli effetti una realtà standard a livello Information Systems, essa rappresenta una tecnologia aperta, di pubblico dominio, le cui capacità e prestazioni sono in continua evoluzione. Proprio alcune innovazioni recentemente introdotte consentono oggi un più appropriato utilizzo di Ethernet anche in applicazioni di controllo. Queste innovazioni vanno dall’introduzione della tecnologia Switching, all’evoluzione del baud rate da 10Mb a 100Mb e del protocollo da half duplex a full duplex. Gli argomenti contrari a Ethernet in ambiente di fabbrica si basano su una cosiddetta ‘fragilità’ di Ethernet nelle applicazioni di automazione. Se ciò poteva essere vero in passato, gli switch intelligenti hanno ampiamente eliminato tale problema, creando domini di collisione separati che offrono l’affidabilità’ necessaria per tutte le applicazioni d’automazione.
Il metodo di accesso di Ethernet (Csma/CD - Carrier sense multiple access/Collision detection) rimane probabilistico e, anche se le innovazioni tecnologiche citate ne incrementano le prestazioni, Ethernet manterrà comunque dei limiti in termini di determinismo e soprattutto di ripetitività. L’utilizzo di Ethernet per il controllo dell’I/O è quindi accettabile solo in applicazioni dove questi ultimi due aspetti non siano determinanti. I prodotti e le soluzioni Ethernet-based di Rockwell Automation trovano il loro comune denominatore in Ethernet/IP, la soluzione Industrial Ethernet di Odva - Open DeviceNet Vendors Association - che vede fra gli altri soci fondatori proprio Rockwell Automation. Costruito sul modello di trasporto standard TCP/ IP, esso fornisce un sistema integrato trasparente per la rete di ufficio e per quella industriale. Uno dei principali vantaggi offerti da EtherNet/ IP è che si tratta di una tecnologia ‘standard Ethernet’ e non ‘basata su standard’. EtherNet/ IP utilizza infatti lo standard Ieee 802 e i protocolli TCP/ UDP/IP per le più comuni applicazioni di automazione: configurazione, informazione, controllo, sincronizzazione, sicurezza (Safety) e Motion Control. È da notare che Ethernet/IP condivide lo stesso Application Layer delle reti DeviceNet e ControlNet adottate da Rockwell Automation, mantenendo invariati il livello fisico ed il metodo di accesso Csma/CD standard Ethernet Ieee 802.3. Alla base della tecnologia EtherNet/IP di Rockwell Automation vi è l’architettura CIP (Common Industrial Protocol), un livello applicativo comune condiviso da reti aperte che integra senza discontinuità controllo I/O, configurazione di dispositivi e raccolta dati. Le soluzioni basate su CIP permettono quindi lo scambio di informazioni tra più reti, con una conseguente riduzione dei costi di produzione. Nella strategia di Rockwell Automation l’adozione di EtherNet/IP non implicherà comunque l’abbandono delle altre architetture di bus di campo esistenti, perché le differenze a livello Data Link avranno sempre un impatto significativo sulle funzionalità di ciascun bus.
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To WATCH Di Valerio Alessandroni
advantech:
le strategie vincenti di un global player
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Advantech è oggi uno dei principali attori nel mondo del controllo PC-based razie a una crescita annuale del 30%, Advantech si è sviluppata in una multinazionale dinamica e competitiva, presente a livello mondiale con una rete vendite capillare e centri logistici/operativi in sei macroregioni: Stati Uniti e Sud America, Europa, Sud-Est Asiatico, Giappone, Cina e infine la stessa Taiwan, dove si trova la sede principale. In Europa, la sede centrale è situata ad Eindhoven e ha lo scopo di gestire la logistica e le attività di assemblaggio. L’attività di ricerca e sviluppo di Advantech è distribuita nei vari continenti mentre, per ogni singolo settore, è stato creato un Competence Center con il compito di risolvere le richieste tecniche nei progetti più importanti. Lo sviluppo di nuovi prodotti è coordinato direttamente dalla sede centrale di Taiwan. Advantech e’ presente nei principali paesi europei con una copertura totale del territorio tramite la distribuzione, che opera in stretto contatto con le aziende. La filiale italiana, sita a Cassina de’ Pecchi (Milano) mette a dispozione una struttura commerciale altamente professionale in grado di guidare e supportare la clientela nella scelta della soluzione migliore. A livello nazionale, Advantech Italia ha sviluppato una struttura dedicata alle vendite estremamente qualificata costituita da personale commerciale interno ed esterno per supportare i clienti strategici. Ad essa si affiancano Distributori, Systems Integrator e VAR per coprire capillarmente tutto il territorio nazionale nonché i vari mercati verticali. Massimo Mazzoleni, Channel Sales Director di Advantech Europe BV, Milano, ci ha illustrato le strategie dell’azienda e la sua ‘vision’ in alcuni ambiti particolari, come le comunicazioni basate su Ethernet e la domotica. NewSImpresa: “Quali i mercati di riferimento nel territorio italiano per Advantech nel 2011?” Mazzoleni: “I mercati di riferimento per Advantech sono svariati. Per quanto concerne il mondo dell’automazione parliamo essenzialmente di ITS (Intelligent Transportation System) & Railways, Power & Energy, Machine and Factory Automation ed Environmental and Facility Management System. Mentre, accanto a quello Embedded, vogliamo sottolineare altri mercati importanti quali il Gaming (seppur di nicchia), il Digital Signage, l’Home Automation, il Fleet Management e Logistica”.
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BAS-3000: CONTROLLORI DDC PER LA DOMOTICA La serie BAS-3000 Advantech è stata progettata per applicazioni di Facility Monitoring & Control System ed Energy Management. I BAS-3000 sono controllori DDC (Direct Digital Controller) con piene funzionalità web, caratterizzati da accesso veloce e remote management mediante connessione Ethernet, un’interfaccia basata su un browser web semplice da utilizzare, simulazione offline, e online debugging. Inoltre, tutti i moduli di controllo di questa serie supportano un’espansione I/O sia locale che remota per incrementarne la flessibilità, e sono dotati di funzione ‘auto-tuning PID control, che ne garantisce un’estrema semplicità di utilizzo.
NewSImpresa: “Parliamo di strategie…” Mazzoleni: “Parlando di strategie, Advantech punta ad aumentare la presenza e il servizio sul mercato, sia in termini di risorse di vendita che di supporto tecnico al cliente. I nostri maggiori sforzi e investimenti sono costantemente rivolti allo sviluppo di nuovi prodotti sempre più mirati e focalizzati ad applicazioni specifiche per i nostri mercati di riferimento. Contemporaneamente, cerchiamo di semplificare ulteriormente le scelte dei nostri clienti con una integrazione hardware molto spinta. Advantech può dire con orgoglio di essere uno dei pochissimi fornitori a possedere un impianto produttivo proprio
Industrial Ethernet
SWITCH INDUSTRIALE POE EKI-7659CPI di Advantech è uno switch industriale Power over Ethernet (PoE) managed. L’apparecchiatura è dotata non solo di otto porte PoE, ma anche di due porte Gigabit Ethernet, garantendo comunicazioni ad alta velocità per molte applicazioni industriali. Inoltre, EKI-7659CPI supporta funzioni di monitoraggio e controllo IP-based, permettendo l’accesso fino a otto dispositivi connessi mediante un web browser standard per verificare lo stato di funzionamento, spegnimento, riavvio e molto altro. Power over Ethernet (PoE) è sinonimo di soluzione flessibile e conveniente per la connettività remota. I telefoni IP ‘PoE enabled’, gli access point LAN wireless, le videocamere connesse in rete, e i controllori embedded sono esempi perfetti di prodotti istallati in posizioni scomode dove il supporto in termini di alimentazione risulta costoso o infattibile.
con un infrastruttura che si estende su larga scala globale. Ad oggi tutti e cinque i continenti sono serviti dagli oltre 4500 membri del nostro personale, 900 dei quali sono ingegneri specializzati che lavorano nella ricerca e sviluppo”. NewSImpresa: “Oggi si parla molto di Industrial Ethernet, una tecnologia nella quale Advantech è un nome di riferimento. Perché l’azienda ha deciso di investire in modo così convinto su questo protocollo? Quali sono, a suo giudizio, i principali benefici per l’utente che sceglie una combinazione Advantech/Industrial Ethernet?” Mazzoleni: “Abbiamo sempre creduto che un protocollo standard e aperto rappresenti il futuro per il mercato dell’automazione. Non si può prescindere dal fatto che Ethernet è un protocollo standard che rende la comunicazione meno proprietaria, dando al cliente finale il grande vantaggio di poter scegliere qualsiasi prodotto da fornitori che utilizzino la stessa strategia. La comunicazione deve avere un unico linguaggio e proprio in questo senso il protocollo Ethernet viene utilizzato per uniformare ed implementare una base per un linguaggio comune nel mondo dell’automazione”. Un esempio della tecnologia Industrial Ethernet firmata Advantech è descritto nel box ‘Switch industriale PoE’. NewSImpresa: “Veniamo alla domotica, altro tema ‘caldo’ per il mercato italiano. Alcuni prodotti Advantech possono essere utilizzati anche nel campo della domotica. Qual è l’elemento distintivo dell’offerta Advantech in questo ambito? Quali sono i vantaggi di avere una gamma di prodotti comune in campo industriale e in campo residenziale/domotico?”
Mazzoleni: “In Advantech utilizziamo la nostra esperienza anche nel mondo della domotica per elevare tecnologicamente i prodotti e la qualità degli stessi. Mi lasci passare un paragone molto calzante: come dalla Formula Uno si può trasferire la tecnologia nelle machine di serie, è evidente che non è possibile l’inverso. Analogamente, solo chi sviluppa tecnologia è un leader di mercato capace di trasformarla ed adattarla. Ed è proprio con questi presupposti che mettiamo la migliore e più sofisticata tecnologia al servizio delle applicazioni industriali e da oggi anche nel mondo della domotica residenziale”. Un esempio della tecnologia Advantech per la domotica è descritto nel box ‘BAS-3000: controllori DDC per la domotica’.
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To WATCH Di Valerio Alessandroni
la ethernet di
beckhoff
si chiama EtherCat EtherCAT (Ethernet for Control Automation Technology) è una Ethernet real-time e ultraveloce fino al terminale
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restazioni eccezionali, topologia flessibile e semplicità di configurazione caratterizzano EtherCAT, il protocollo Ethernet real time di Beckhoff. EtherCAT fissa nuovi standard laddove i bus di campo convenzionali non possono spingersi oltre: 1000 I/O distribuiti in 30 µs, una rete quasi illimitata, e un’ottima integrazione verticale grazie ad Ethernet ed internet. Con EtherCAT, la topologia a stella, piuttosto onerosa con Ethernet, può essere sostituita con una semplice struttura lineare o ad albero – non sono necessari costosi componenti per l’infrastruttura. Tutti i tipi di dispositivi Ethernet possono essere integrati tramite uno switch o una porta switch. Dove altri approcci Ethernet real-time richiedono uno speciale master o una scheda di rete, EtherCAT gestisce
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le interfacce Ethernet standard, in modo estremamente efficiente dal punto di vista economico.
COMPONENTI ETHERCAT EtherCAT combina quindi caratteristiche uniche che lo rendono una soluzione ideale per il controllo macchine: elevate prestazioni con i tempi ciclo più brevi e una sincronizzazione precisa, una topologia di rete flessibile, bassi costi e facilità di implementazione e uso. Inoltre, Safety over EtherCAT integra la sicurezza funzionale safety all’interno della stessa rete. In più, EtherCAT è aperto e gode della velocità di adozione più elevata fra le soluzioni industrial Ethernet. A livello di hardware, la tecnologia EtherCAT risiede nei terminali EtherCAT. Il sistema di I/O IP20 utilizza il ben consolidato e sicuro sistema di alloggiamento dei terminali bus.
Industrial Ethernet
A differenza dei terminali bus, dove i dati del protocollo fieldbus sono convertiti nell’accoppiatore bus verso il bus interno indipendente dal fieldbus, il protocollo EtherCAT rimane completamente intatto fino a raggiungere il singolo terminale. Oltre ai terminali EtherCAT con connessione E-bus, il consolidato sistema standard di bus terminial con connessione K-bus può essere collegato all’accoppiatore EtherCAT attraverso il BK1120, che assicura compatibilità e continuità con il sistema principale. In questo modo si proteggono investimenti attuali e futuri. Gli azionamenti Beckhoff sono disponibili anche con interfaccia EtherCAT. EtherCAT è integrato anche in altri componenti Beckhoff, come i Fieldbus Box, classe di protezione IP67. I PC industriali Beckhoff, i PC Embedded della serie CX, i Control Panel con funzionalità di controllo e le schede PCI Ethernet, già ad oggi, possono funzionare con la tecnologia EtherCAT. EtherCAT è la soluzione ideale per il mercato italiano, un Paese di costruttori di macchine estremamente importante, nonché un protagonista nei sistemi di controllo. Nello stesso tempo, EtherCAT mette i fornitori di macchine italiani e i produttori italiani di sistemi di controllo nella posizione di competere sul mercato mondiale con una tecnologia avanzata.
INTEGRAZIONE ED EFFICIENZA A TUTTI I LIVELLI Oltre all’integrazione di reti fieldbus esistenti in una rete EtherCAT, Beckhoff propone la possibilità di impiegare EtherCAT come sottorete in una rete fieldbus con EtherCAT Box. L’accoppiatore funge da master per i moduli collegati e consente di sfruttare la velocità di aggiornamento e la flessibilità della topologia di EtherCAT. Inoltre, questa soluzione permette l’inserimento di moduli IP67 direttamente a bordo macchina. Con EtherCAT Box, la tecnologia EtherCAT può essere utilizzata anche senza quadro elettrico. I moduli della serie IP 67 sono infatti dotati di un’interfaccia diretta EtherCAT: ciò significa che l’alto livello di prestazione è preservato fino all’ultimo modulo. Si tratta di un particolare che apre opportunità inedite nel mondo degli IP 67: comunicazione dei dati di processo veloce e precisa grazie a XFC – eXtreme Fast Control Technology - e funzioni Motion Control integrate direttamente sul campo. Questi moduli, estremamente compatti, sono ideali per applicazioni con spazi ridotti. Gli EtherCAT Box uniscono la robustezza dei Fieldbus Box, ideale per applicazioni in ambienti industriali difficili, alla velocità di EtherCAT. Il collegamento a EtherCAT si effettua tramite connettori a vite M8 schermati. Cavi Ethernet standard permettono di collegare in rete EtherCAT Box fino a una distanza di 100 m. Gli EtherCAT Box di Beckhoff rendono quindi disponibili le elevate prestazioni di EtherCAT direttamente sul campo, ponendo le basi per l’utilizzo di XFC (eXtreme Fast Control technology). In virtù
della drastica riduzione del time response degli I/O, XFC consente di incrementare la capacità produttiva di macchine e impianti. Gli EtherCAT Box soddisfano tutte le richieste dei segnali I/O in IP 67: ingressi digitali con filtri diversi (3,0 ms o 10 µs), uscite digitali con corrente di uscita di 0,5 e 2 A, ingressi e uscite analogici con risoluzione di 16 bit, ingressi termocoppie e RTD nonché moduli per motori passo-passo. Per XFC, sono disponibili, per esempio, moduli con ingressi Time-Stamp. L’allacciamento dei sensori e degli attuatori avviene, a seconda del singolo caso, grazie a connettori a spina avvitabili, in formato M8 o M12.
UN SERVOAMPLIFICATORE COMPLETO IN 12 MM Uno degli ambiti applicativi dove sono richieste performance real-time alla reti di comunicazione è quello del motion control. E, tra le novità che hanno recentemente arricchito l’offerta Beckhoff in questo campo, spicca il servoterminale EL7201, che integra in un alloggiamento standard un servoamplificatore completo per motori fino a 200 W. Grazie all’integrazione nel sistema di I/O EtherCAT di Beckhoff, cablaggio e messa in servizio sono notevolmente semplificati, con conseguente riduzione di costi e ingombri. Con il servoterminale EL7201 si amplia l’offerta di prodotti compatti per il Motion Control per la gamma di I/O di Beckhoff: oltre ai terminali per motori passo-passo, a corrente alternata e a corrente continua, Beckhoff lancia sul mercato una soluzione per task di posizionamento che richiedono un’elevata dinamicità. L’EL7201 con interfaccia resolver offre un design molto compatto ed elevate prestazioni ‘servo’. La tecnologia di controllo veloce ed integrata, insieme ad un controllo di corrente ad orientamento di campo e ad un controllo di velocità proporzionale-integrale supporta operazioni di posizionamento altamente dinamiche. Oltre al collegamento diretto di motore e resolver, è possibile collegare anche un freno di stazionamento. Come carico si possono utilizzare motori sincroni a magneti permanenti con corrente nominale di max. 4 A. Il monitoraggio continuo di numerosi parametri, quali sovratensione, sottotensione, sovracorrente, temperatura del terminale e carico del motore, offre la massima sicurezza di esercizio. I moderni semiconduttori di potenza garantiscono una dissipazione di potenza minima e, durante la frenatura, consentono di recuperare energia nel DC-Link. Il servoterminale è completamente integrato nel software di automazione TwinCAT di Beckhoff e permette di effettuare la parametrizzazione comodamente. Qualora un master provenga da terzi, la parametrizzazione avviene mediante il profilo CAN-over-EtherCAT (CoE). I servoterminali coprono un ampio spettro di applicazioni per task di posizionamento: dalle macchine per imballaggio, alle catene di montaggio automatiche, fino ai minirobot.
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elettronica - Domotica e Building Automation
la chiave del risparmio energetico
Di Valerio Alessandroni Le apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building automation (automazione delle utenze, entertainment, comfort, sicurezza, ecc.) si basano su componenti e sistemi elettronici progettati sempre più spesso secondo i canoni della green engineering
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egli ultimi anni il rapido sviluppo delle tecnologie nei settori dell’informatica, dell’elettronica e delle telecomunicazioni ha permesso la diffusione capillare di prodotti e sistemi che oggi fanno parte della vita di tutti i giorni: PC, telefoni cellulari, sistemi di navigazione o Internet non rappresentano che alcuni semplici esempi. Ma è nelle case che si sta compiendo l’evoluzione più sorprendente: abitazioni che offrono un livello di comfort finora sconosciuto, garantiscono elevati standard di sicurezza e hanno un impatto energetico limitato - con benefici effetti sul bilancio familiare e sull’ambiente - non sono più una lontana prospettiva ma una concreta realtà, realizzabile grazie ad un insieme di tecnologie innovative ed affidabili. Tra queste, la domotica è destinata a giocare un ruolo di primo piano per la sua capacità di integrare e di coordinare in modo intelligente il funzionamento delle apparecchiature e degli impianti più diversi, adeguando l’abitazione ad esigenze crescenti e stili di vita in costante mutamento. Più in generale, il completamento della Norma EN 50090 sui sistemi elettronici per la casa e l’edificio, il processo europeo di convergenza degli standard, i provvedimenti che vincolano ad una maggiore efficienza energetica degli edifici e la consapevolezza maturata da parte del mercato, sono tutti fattori che hanno dato slancio al settore e reso la domotica di grande attualità.
La green engineering Le apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building Automation (automazione delle utenze, entertainment, comfort, sicurezza, ecc.) si basano sempre più spesso su componenti e sistemi elettronici progettati secondo i canoni della cosiddetta ‘green engineering’, favorendo il risparmio energetico. Al di là di una minore bolletta energetica, utilizzando tecnologie e componenti ‘green’ nei propri progetti si possono ottenere numerosi vantaggi. “I vantaggi sono molteplici e diversificati a seconda delle aree di prodotti”, afferma Roberto Corbezzoli di Vortice. “Ad esempio, i motori ad alta efficienza hanno una maggiore vita attesa, minor rumore elettromagnetico, ingombro limitato rispetto alla potenza, sviluppano meno calore e, essendo controllati elettronicamente, è possibili utilizzarli in applicazioni ‘speciali’ quali i sistemi a portata
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il sistema imperial di Dias integra la domotica con molte altre funzioni
costante. L’installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata con recupero di calore, oltre a significativi vantaggi economici, permette un controllo degli inquinanti presenti nell’ambiente (grazie alla sezione filtrante), e dei principali parametri ambientali (temperatura ed umidità relativa), limita inoltre la rumorosità in ambiente, garantisce una maggiore adattabilità alle condizioni climatiche stagionali e l’indipendenza da fenomeni meteorologici o comportamenti casuali degli occupanti, mantenendo le portate e velocità dell’aria di rinnovo costanti, permettendo quindi il raggiungimento di una condizione di benessere all’interno dell’edificio”. Egli prosegue osservando che l’adozione di prodotti gestiti da sensori ‘ambiente’, oltre al risparmio immediato, allunga notevolmente la vita del prodotto stesso e tiene costante la qualità dell’aria. “L’adozione di regolatori di velocità garantisce un risparmio medio di oltre il 30 % e permette un dimensionamento ottimale dell’impianto, limitando anche il rumore, i surriscaldamenti e l’affidabilità nel tempo dei motori asserviti. Per quanto riguarda il riscaldamento con pompa di calore inverter ad alta efficienza, oltre ai vantaggi economici, viene garantito un controllo sulla qualità dell’aria (grazie alle varie tipologie di sezioni filtranti).L’utilizzo di ventilatori a soffitto per la destratificazione garantiscono ambienti più salubri, grazie alla circolazione dell’aria e più confortevoli anche per il funzionamento estivo grazie alla modalità di rotazione ‘reverse’. I prodotti da irraggiamento possono affiancare gli impianti termotecnici, permettendo un dimensionamento molto più contenuto degli stessi (con aumento della durata e dell’affida-
bilità) e, per concludere, il termoventilatore da caminetto, oltre a ingenti risparmi, garantisce un’aria molto più salubre, assicurando l’eliminazione del 99,9 % di batteri, spore batteriche e spore fungine normalmente presenti”, conclude Corbezzoli.
ConosCere i Consumi
derivazione industriale, garantiscono il funzionamento nelle condizioni più gravose, oltre a non necessitare di alcuna manutenzione nel tempo. La seconda è rappresentata da prodotti di connettività che ci consentono di far dialogare tra loro dispositivi eterogenei normalmente presenti all’interno di un impianto domotico, di marca diversa e preposti a varie funzioni, quali luci, tapparelle, termoregolazione, climatizzazione, irrigazione, distribuzione sonora, scenari luminosi, Tvcc, TV, controllo accessi (locale e remoto), bilancio energetico dell’energia prodotta e consumata”. A sua volta, Panasonic ha sviluppato un sensore di movimento che capta le radiazioni infrarosse. Il sensore, chiamato NaPiOn, è in grado di rilevare il movimento di una persona o di un oggetto che ha una differenza di temperatura di almeno quattro gradi centigradi rispetto all’ambiente circostante. Le applicazioni principali per il NaPiOn sono essenzialmente legate al mondo della illuminazione. Il NaPiOn permette di risparmiare preziosa energia, è in grado di rilevare se nella zona sorvegliata ci sono movimenti di persone o cose e quindi comanda l’accensione o lo spegnimento delle luci in modo da evitare sprechi. Il NaPiOn è un componente completo per la rilevazione, facile da integrare in un circuito elettronico e con prestazioni costanti nel tempo. Il sensore di luminosità NaPiCa rileva le radiazioni luminose con una sensibilità molto simile a quella dell’occhio umano. Questa caratteristica permette al NaPiCa di essere usato con successo nelle applicazioni di domotica ed illuminotecnica.
Secondo Paolo Laganà di Inlon Engineering, per realizzare la cosiddetta ‘green intelligence’ - il cui scopo finale è ridurre i consumi energetici e, di conseguenza, i costi di esercizio - è indispensabile conoscere nei dettagli i consumi. “Le soluzioni realizzate da Inlon Engineering per centri commerciali, negozi o, più in generale, open space, consentono appunto, tramite schema di funzionamento del sistema l’installazione di appositi dispositivi, di rilevare Prometeo di Vortice, basato sulla Ventiinformazioni dagli impianti per il monitoraggio lazione meccanica Controllata dei dati di esercizio (consumi, temperature, luminosità, ecc.); effettuare comandi remoti; rilevare allarmi ( banchi frigo, centrale termica, ecc.). Si tratta di andare oltre i tradizionali data logger per puntare alla loro integrazione nei sistemi bus che hanno preso il sopravvento nelle applicazioni di BMS. In questa maniera, è possibile gestire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse cosiddette ‘energivore’. La specificità della nostra soluzione sta nell’avere scelto di utilizzare un bus di campo standard diffuso come Lonworks o Bacnet e un’architettura modulare che si appoggia a web server, in modo da trasportare i dati di campo sulla rete dati con protocollo IP. Un altro esempio è il sistema Imperial di Dias, che è stato progettato il touch screen titanio di Bticino, per per offrire un’integrazione della domotica con applicazioni domotiche funzioni di gestione dell’energia, controllo accessi, sicurezza e tecnologie di comunicazione, il tutto combinato arriVa L’eCo-etiChetta con una programmazione user-friendly. “L’architettura del sistema Tra le grandi novità che contraddistinguono l’offerta Bticino, è stata progettata per essere semplice, facile da installare e con una efficace ricerca guasti per risolvere i problemi, riducendo così i costi”, afferma Marco Casanova di Dias. “Tutti i moduli del sistema sono interamente aggiornabile tramite il bus di comunicazione e sono realizzati per un montaggio su guida DIN standard. Questa struttura consente di risparmiare spazio, oltre ad offrire un facile accesso per le eventuali sostituzioni di componenti. La ricerca fatta per il sistema Imperial è stata orientata a creare una soluzione in grado di adattarsi pienamente a qualsiasi esigenza, per l’impiego in campo sia residenziale che commerciale”.
DaLL’automazione inDustriaLe… Molte aziende approdano alla domotica dopo avere maturato una lunga esperienza nel campo dell’automazione industriale. “Le nostre strategie in ambito domotico ricalcano quelle che ci hanno permesso di diventare uno dei leader di mercato nel mondo dell’automazione industriale e che poggiano su due precisi cardini”, afferma ad esempio Franco Andrighetti, Managing Director di EFA Automazione. “Il primo è la continua evoluzione dei nostri pannelli operatore touch screen, attraverso i quali l’utente può navigare all’interno della propria abitazione e che, grazie alla
spicca uno strumento semplice ed innovativo: l’Eco-etichetta, che permette di individuare in modo chiaro i risparmi ottenuti in termini economici e di emissioni di CO2. Il nuovo strumento vuole essere il contributo di BTicino a rendere evidenti e comprensibili al cliente i vantaggi economici e ambientali delle differenti soluzioni. L’etichetta a breve sarà concretamente presente su molti prodotti legati all’efficienza energetica, e mostrerà le economie reali e il ritorno dell’investimento. L’efficienza energetica nel terziario è solo una componente della strategia BTicino nel campo dell’efficienza energetica. Si tratta di un approccio ‘olistico’ al problema, che vede i suoi assi di sviluppo anche nel residenziale, con soluzioni domotiche orientate al risparmio energetico (termoregolazione a zone, visualizzazione consumi, controllo carichi, sistemi automatici per il controllo dell’illuminazione) e nelle energie alternative (trasformatori per generatori eolici e fotovoltaico, materiale elettrico per quadri elettrici, quadri di stringa, canali elettrificati e passerelle metalliche di distribuzione, inverter). Sono settori che hanno assorbito, e assorbiranno buona parte degli investimenti in ricerca e sviluppo, che oggi sono pari al 7/8% del fatturato.
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elettronica Domotica e Building Automation Di Valerio Alessandroni
La vision Progea Lo scada movicon ha oggi la versione ba Nato in ambito industriale, lo Scada Movicon ha oggi la versione BA, espressamente dedicata al settore della domotica e dell’automazione dell’edificio
L
o Scada Movicon di Progea è noto soprattutto per le sue applicazioni industriali. Come intende l’azienda rafforzarne la presenza anche in campo domotico? Lo abbiamo chiesto a Paolo Fiorani, Managing Director dell’azienda di Modena. “Movicon è stato prodotto anche nella versione BA, una speciale edizione orientata al
mondo della Building Automation”, ci spiega Fiorani. “Questa edizione prevede una grafica leggermente diversa, con la quale intende parlare ‘il linguaggio’ di chi opera espressamente nel mondo della Building Automation. Il prodotto ha una propria linea commerciale, un proprio listino e materiale a corredo (progetto demo, librerie di simboli, ecc.) destinati all’automazione civile”. Con questa versione di prodotto, Progea intende quindi rafforzare la propria presenza in un settore che sta uscendo da tradizioni di prodotti chiusi e proprietari, per orientarsi verso il mondo dei prodotti aperti e standard, consentendo di risolvere il problema principale nell’automazione civile: l’integrazione dei sottosistemi. “In questo senso, Progea si sta orientando verso collaborazioni commerciali con operatori del settore, per promuovere la propria tecnologia Scada in versione BA nel mondo dell’automazione civile”, aggiunge Fiorani.
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Intervista
Quali sono i vantaggi per l’utilizzatore domotico (system integrator ma anche utente finale) derivanti da un prodotto che ‘si è fatto le ossa’ in applicazioni impegnative come quelle industriali? “Il vantaggio principale consiste nell’apertura all’integrazione”, risponde Fiorani. “Nel campo dell’automazione civile è necessario integrare sistemi diversi: i sistemi tecnologici su bus quali Konnex o LON, i sistemi di climatizzazione o Hvac, sempre più basati su Bacnet, i sistemi di gestione energetica, orientati a protocolli quali Modbus, i sistemi di sicurezza, come le centrali anti-intrusione o antincendio, che spesso utilizzano protocolli quali CEI-ABI, i sistemi audio e video che ormai sono tutti basati su architetture Ethernet”. Utilizzare una piattaforma aperta ed affidabile come Movicon significa la certezza di poter integrare in un’unica piattaforma multiprotocollo i diversi sotto insiemi che automatizzano un edificio, utilizzando inoltre tecnologie collaudate ed affidabili, provenienti da settori nei quali la qualità e l’affidabilità sono requisiti indispensabili. “Oltre a questo, la semplicità d’uso senza rinunciare alle potenzialità è una necessità imprescindibile dal personale che non è abituato a tecnologie sofisticate, ma richiede soluzioni semplici e veloci”, sottolinea Fiorani. Le funzioni di Movicon verranno aumentate o ampliate in vista della sua specifica applicazione nel campo della domotica? “Le funzioni di Movicon, nell’edizione BA, non sono ampliate, ma diversificate”, afferma Fiorani. “Per un sistema di supervisione, infatti, le necessità restano quelle di comunicare, acquisire, visualizzare, storicizzare, comandare. Le differenze
però sono orientate soprattutto ai protocolli di comunicazione, che devono essere volti a specifici bus o dispositivi utilizzati unicamente nel mondo della Building Automation o domotica. Inoltre, la grafica deve prevedere simbologie differenti, orientate alle necessità del settore. Altre funzioni specifiche sono in realtà comuni al mondo dell’automazione, che sia civile o industriale, come le logiche, i comandi da schedulazione o la gestione ricette, che nel mondo domotico prendono il nome di ‘scenari’, ma mantengono lo stesso principio di funzionamento”. Nella domotica è spesso importante disporre di un’offerta hardware/software completa. Come intende muoversi Progea in questo senso? “La politica di Progea resta invariata, sulla linea ben precisa di rimanere un’azienda produttrice di software, indipendente da qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”, risponde Fiorani. “E’ proprio questa la migliore garanzia di apertura, apprezzata dai System Integrator: disporre di un prodotto software d’eccellenza, aperto ed indipendente, abbinabile a qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”. Per tutti coloro che desiderano un’offerta abbinata hardware/software, Progea tende ad istituire delle politiche di partnership con i produttori o i distributori di hardware al fine di dare loro la possibilità di abbinamento e consentire di disporre del ‘valore aggiunto’ del software, anche attraverso la completa personalizzazione (brand) della piattaforma. “Per potere istituire quanto più possibile queste partnership, è indispensabile l’assoluta neutralità ed indipendenza del produttore di software”, conclude Fiorani.
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Movicon Monitoring vision and control
La più innovativa, flessibile e scalabile tecnologia per il software SCADA /HMI
Il software semplice, flessibile e potente.
Novità:
Il vostro progetto di supervisione richiede un potente SCADA per Windows Server oppure un semplice HMI con Windows™CE? Oppure entrambe le cose? In ogni caso, con Movicon™11 siete sicuri di realizzare velocemente ogni vostra applicazione. Grazie alla tecnologia innovativa, flessibile ed affidabile di Movicon, e grazie ai servizi di assistenza e consulenza di Progea, otterrete la riduzione dei costi e l’incremento delle
La nuova versione 11.2 incrementa le funzionalità e mette a disposizione dei progettisti nuovi strumenti per ridurre ulteriormente i tempi di sviluppo. Maggiore produttività e maggiore flessibilità, all’interno di una piattaforma software scelta dai leaders dell’automazione mondiale. Scoprite le novità di Movicon 11.2, provate senza impegno il prodotto che consente la piena operatività anche in Demo. Richiedeteci il DVD di installazione o contattate i nostri uffici per una visita dimostrativa.
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elettronica - Domotica e Building Automation
News
Da ABB interfacce che integrano domotica e intrattenimento Oltre alla vasta gamma di funzioni evolute offerte dai sistemi di home e building automation di ABB, a standard internazionale KNX, è possibile disporre di ulteriori servizi per il controllo e il comfort domestico abbinando, a questi sistemi, moderne interfacce che associano l’automazione e l’intrattenimento. A tal fine ABB propone diversi dispositivi di alto livello tecnologico e, allo stesso tempo, di utilizzo molto semplice e intuitivo. Comfort Touch, per esempio, è un piccolo centro di comunicazione privata, dotato di un moderno touch screen a colori, dal gradevole design, che, oltre a permettere il controllo diretto delle funzioni svolte dal sistema di automazione a cui è abbinato (controllo luci, gestione della climatizzazione, programmazione e attivazione degli scenari, controllo dei consumi energetici, ecc.), è in grado di fornire servizi che spaziano dall’intrattenimento (gestione flessibile di audio e video) alla comunicazione e informazione (lettura e scrittura di e-mail, composizione e lettura di messaggi memo, visualizzazione dei consumi energetici) fino alla sicurezza
Adattatore Modbus Eaton L’adattatore Modbus Eaton è un dispositivo di connettività X-slot che offre monitoraggio continuo, affidabile ed accurato di un gruppo di continuità attraverso un Sistema di Gestione Edificio Intelligente (BMS). La scheda usa il Protocollo Modicon, Modbus RTU per integrare i dati provenienti dall’UPS all’interno dei maggiori sistemi di Building Automation; questi dati possono essere esaminati in tempo reale per aiutare nella diagnosi di problemi elettrici. Caratteristiche e benefici: include l’utility Modbus Profiler che crea una mappa dei registri Modbus per ogni UPS; connessione via rete RS-485 attraverso un connettore DB-9 isolato, oppure una morsettiera; supporto modalità di comunicazione con rete Modbus multinodo a due fili oppure a quattro fili; conforme allo standard X-Slot di Eaton per supportare una grande varietà di Gruppi di Continuità che montano X-Slot.
La nuova generazione dell’efficienza
...Di Gefran
Grazie ad un know-how maturato in quarant’anni di attività nel mercato del sollevamento civile, la tecnologia alla base della nuova gamma di drive ADL200, ADL100 ed AVRy di Gefran assicura maggiore efficienza all’impianto in cui vengono installati, attraverso il recupero di energia e la relativa rigenerazione in rete. Ne consegue un significativo risparmio energetico. Le nuove serie di drive è frutto di una analisi delle reali esigenze degli operatori di settore e dalla costante collaborazione tecnica ed applicativa con system integrator e costruttori di impianti Lift. Si tratta di soluzioni versatili e modulari: si addicono ad ogni tipologia di impianto, roomless o tradizionale, con e senza riduttore; offrono la configurazione di controllo ‘ad hoc’
(monitoraggio delle immagini provenienti da telecamere, attivazione delle funzioni di allarme, simulazione di presenza). Un altro dispositivo realizzato da ABB per un efficiente controllo degli ambienti domestici è la consolle domotica PriOn, che permette di gestire illuminazione, clima e suono localmente o da un punto centrale di controllo all’interno dell’abitazione. Il display a colori di PriOn consente di navigare facilmente nel menu operativo, per effettuare comandi di accensione, spegnimento e regolazione delle luci, comandi di tapparelle, regolazione di termostati, ricerca e memorizzazione di stazioni radio, funzione orologio e segnalazione allarmi; le icone del display sono personalizzabili.
Wago: connessioni altamente innovative Wago propone connessioni altamente innovative in elettrotecnica e elettronica. Per il mercato dell’automazione industriale il sistema modulare Wago offre prodotti dedicati alle applicazioni quali automazione di macchina, building automation, controllo di processo e telecontrollo, interfaccia uomo macchina. Le connessioni a molla Wago sono facili nell’uso, veloci, sicure e resistenti alle vibrazioni. Winsta è il nuovo sistema di connettori ad innesto di Wago per la Building Automation. Il sistema è adatto all’utilizzo per l’illuminotecnica e circuiti di potenza con una corrente di 25 A ed è equipaggiato con la tecnica di connessione Cage Clamp. Winsta è utilizzabile per conduttori rigidi, semirigidi e flessibili da 0,5 a 4 mm2. Ogni polo ha 2 contatti ed, poiché i punti di serraggio sono indipendenti, è possibile connettere conduttori di sezioni differenti. E’ assicurata la totale protezione contro l’inversione di polarità nel caso di: inserimento spostato lateralmente, invertito di 180°, con differenti numeri di poli, con un solo polo. Tra le altre caratteristiche: protezione contro i contatti accidentali sia sulla spina sia sulla presa; fissaggio uguale per tutti i conduttori; possibilità di testare una connessione sia sulla presa sia sulla spina; dati tecnici stampati in rilievo; 9 mm di lunghezza della spelatura.
per le più svariate architetture di automazione. La gamme ADL200 e ADL100 si propongono in un vasto range di potenza e integrano funzioni evolute specifiche per il settore Lift. Tali funzioni garantiscono elevate performance al fine di rendere estremamente confortevoli, precise e sicure le fasi di avvio e fermata della cabina, in impianti con motorizzazioni asincrone e sincrone e con configurazioni avanzate proprie dei moderni sistemi di sollevamento civile. I drive AVRy integrano un avanzato controllo per motori sincroni ed una sofisticata tecnologia per il recupero di ‘energia pulita’ verso rete. Sfruttano il potenziale dell’energia creata dal movimento della massa della cabina in direzione verticale e la convertono in 49 energia elettrica da rigenerare verso la rete di alimentazione.