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Anno XVI • febbraio-marzo 2021
BMW Serie 1 - 120d
Business Advantage: what else?
Noleggio a lungo termine
I piani dei noleggiatori nel 2021 Internet of Things
Semplicemente connessi Mobility management
Il manager della mobilità
1 Sommario 1 21 (2).qxp_Layout 1 26/02/21 10:04 Pagina 1
SOMMARIO
Febbraio-Marzo 2021 • numero 1
3 CRUSCOTTO
18 PROVATO PER VOI
33 SMART MOBILITY
Piove sul rosso (di bilancio)
Seat Leon - PHEV si nasce
di Salvatore Saladino
di Paola Baldacci
La via italiana della mobilità connessa a cura della redazione
10 MOBILITY MANAGEMENT Il manager della mobilità di Paola Baldacci
20 INTERNET OF THINGS Semplicemente connessi di Paola Baldacci
14 PROFESSIONE FLEET MANAGER 26 Edison - Tutta la flotta EV DONNE AL VOLANTE entro il 2030
Ricambi con una marcia in più
di Andrea Barbieri Carones
di Ilaria Salzano
34 DIRECTOR’S CUT Jaguar - Leggende che tornano in vita di Paola Baldacci
40 ON THE BIG CHAIR Virtuosa Suzuki di Paola Baldacci
43 L’ANALISI DI MISSIONFLEET BMW Serie 1 - 120d
Business advantage: what else? Dacia Sandero Streetway
Salto di qualità di Maurizio Bertera
NOLEGGIO A LUNGO TERMINE I piani dei noleggiatori nel 2021 di Alessandro Palumbo
28
NEWS L’EDITORIALE NEWS
2 48
FEBBRAIO-MARZO 2021 | 1
2 Editoriale 1 21.qxp_Layout 1 26/02/21 09:56 Pagina 2
L’editoriale di Paola Baldacci
LA MOBILITÀ AZIENDALE SI AMPLIA
V
orremo occuparci di più di mobility management quest’anno e da questo primo numero di MissionFleet 2021 cominciamo con il porre le basi: quali sono i principi che un fleet manager deve conoscere per ampliare il proprio raggio d’azione? Lo chiediamo a Euromobility a pagina 10 e contiamo sul fatto che presto anche i decreti attuativi che normano la figura professionale del mobility manager aziendale ci supporteranno. Da dove viene questo nostro interesse? Dagli orizzonti “carbon neutral” sempre più vicini delle imprese: ormai al 2030 per le multinazionali, come Professione travel manager di pagina 14 ci spiega con Alferio Paolillo di Edison. Ma anche dalle interviste ai noleggiatori sui piani 2021: noterete che i focus verso il mercato corporate si ri-orientano in funzione di nuovi paradigmi di mobilità aziendale. Tuttavia, gli argomenti nobili non ci distraggono dalla realtà: dopo l’anno da dimenticare (sono mancate 23mila auto da flotta nelle vendite dirette, ndr), questo 2021 si presenta più gravoso a causa della tassazione sul fringe benefit in base alle CO2 nel ciclo Wltp. Nelle pagine del “Cruscotto” con l’analisi di Dataforce vi spieghiamo come partiamo già con “un piede in fallo” senza provvedimenti sulla fiscalità dell’auto aziendale in vista. Perciò senza aspettarci grandi aiuti
2 | FEBBRAIO-MARZO 2021
dall’Esecutivo (buon lavoro ministro Enrico Giovannini, confidiamo nella saggezza statistica) e sempre alla ricerca di un punto lontano cui guardare per scorgere elementi positivi, vi parliamo di connettività. Quello delle smart cars è uno degli ambiti applicativi più maturi dell’Internet of Things: il numero di utilizzatori di strumenti telematici incorporati nelle auto, realizzati dal costruttore (Oem), è atteso in crescita ad un ritmo di oltre il 20% ogni anno fino al 2025 (a pagina 20). Dobbiamo assolutamente osservare questa tendenza che non solo ci consegna strade e città più sicure dove muoversi, ma offre alle case automobilistiche l’imperdibile opportunità di costruirsi un futuro di sviluppatori di servizi tecnologici con orizzonti molto vasti. Infine, nelle rubriche “culturali”, MissionFleet ci regala la piacevole lettura di storie di ricambi al femminile (a 26, Norauto) e leggende di Le Mans che tornano in vita (a 34, Jaguar). Per chiudere concentrandosi sui modelli da flotta: anzitutto BMW Serie 1 120d, protagonista in copertina. Accompagnata da Dacia Sandero e Seat Leon plug in hybrid. Più un’intervista a Suzuki con il suo responsabile flotte, Giovanni Raccagni. Felice mobilità aziendale a tutti! @pla_baldax e @missionline
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MISSIONFLEET CRUSCOTTO
PIOVE SUL ROSSO (DI BILANCIO) Il 2021 parte con un piede in fallo per l’automotive e per le auto aziendali si presenta ancor più gravoso a causa della tassazione sul fringe benefit in base alle CO2 nel ciclo Wltp
P
sommaria, infatti, già i dati del primo trimestre, se positivi, potrebbero indurre a facili ottimismi che sarebbero invece assolutamente fuori luogo, specie per il comparto business. Perché, lo anticipiamo subito, la piccola ripresa che Dataforce ipotizza per il 2021 a confronto con il 2020, si trasforma in un rosso totale per tutti i canali della distribuzione rispetto ai dati consuntivati nel 2019.
SEMPRE IN ROSSO Vediamo quindi una sintesi dei numeri del 2020. Lo scorso anno il mercato dell’auto (passenger cars) ha immatricolato 1.383.000 vetture, rispetto alle 1.919.000 del 2019, con una flessione generale del 28%, dovuta principalmente ai primi mesi di pandemia che hanno portato alla serrata di quasi tutte le attività commerciali, comprese le
di Salvatore Saladino*
er delineare lo scenario del mercato dell’auto 2021 occorre confrontare il forecast di Dataforce non soltanto con i risultati dello scorso anno, ma verificare l’ipotesi dei numeri di quest’anno soprattutto con il 2019: soltanto così il raffronto, che prenderebbe come riferimento un’annata “normale”, darebbe l’idea dell’effettivo trend del comparto. A un’analisi
*Country manager Dataforce Italia
FEBBRAIO-MARZO 2021 | 3
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MISSIONFLEET CRUSCOTTO
IN QUESTO NUMERO L’ANALISI DATAFORCE SI ARTICOLA IN: • Sintesi automotive 2020 • Focus noleggiatori • Outlook NLT 2021 • Vendite dirette aziendali 2020 concessionarie. Durante il lockdown di marzo, aprile e parzialmente maggio, la perdita accumulata ha sfiorato il mezzo milione di unità, per poi crescere fino a raggiungere le 600.000 auto in meno a luglio. Da agosto in avanti, con l’entrata in vigore degli incentivi, l’emorragia si è quasi arrestata, e la chiusura dell’anno è stata con una perdita di 535.000 automobili. Perché l’effetto dei provvedimenti a sostegno del comparto ha portato di concreto a un unico mese in cui gli incentivi hanno fatto sentire il loro peso: settembre, con 156.000 nuove immatricolazioni a fronte delle 142.000 del settembre 2019. Per il resto dei mesi del secondo semestre, soltanto ad agosto e a ottobre il mercato è stato in grado di strappare uno stentato pareggio, mentre negli altri periodi il bilancio è stato sempre in rosso.
MINIMI, ESAURITI ED INUTILIZZATI Questo perché gli incentivi dedicati alle auto ad alimentazione tradizionale si sono esauriti in pochi giorni, data l’esiguità dei fondi a disposizione, quelli per le auto con emissioni da 60 a 90 g/km sono durati qualche mese, e quelli per le vetture a più basso impatto ambientale sono rimasti in parte inutilizzati.
IL NOLEGGIO: PERSO UNO SU QUATTRO Il noleggio a lungo termine ha 4 | FEBBRAIO-MARZO 2021
chiuso lo scorso anno a -25%, cioè 7 punti di perdita in più rispetto al mercato dei privati. A fronte della ripresa vigorosa che si era registrata negli anni post-crisi del 2008, la pandemia ha penalizzato il Nlt riducendo le nuove targhe in ragione di 1 su 4. Il che è una conseguenza assolutamente logica alla situazione che si è creata nella mobilità business: nei mesi di rallentamento, se non di fermo totale degli spostamenti lavorativi, le percorrenze degli utenti d’affari si sono ridotte drasticamente, sballando completamente tutti i parametri previsivi inseriti nei contratti di lungo noleggio. In sostanza, molte aziende si sono trovate al termine del contratto di locazione con un chilometraggio inferiore del 2030%. La soluzione più ovvia è stata quella della proroga delle scadenze, mantenendo in flotta le auto già in utilizzo. Questo fenomeno si protrarrà ovviamente anche nel 2021 per i contratti in scadenza quest’anno. Il -25% del 2020 significa, tradotto in numeri assoluti, ben 70.000 targhe in meno (212.000 anziché le 282.000 del 2019).
LA FLOTTA DEI NOLEGGIATORI Il parco circolante del noleggio a lungo termine, che nel 2019
aveva raggiunto e superato la rispettabile cifra di 1 milione di unità, nel 2020 è dunque rimasto pressoché stabile. Questa crescita zero, però, potrebbe addirittura portare a un regresso nel 2021. Questo perché la crisi economica innescata dalla pandemia, al termine del blocco dei licenziamenti imposto dal Governo, potrebbe portare a una drastica riduzione del personale per le aziende in crisi, oltre alla chiusura di molte attività, specie per le imprese di dimensioni minori. E dato che il tessuto imprenditoriale italiano è composto in maggioranza da Pmi (oltre 3 milioni di partite Iva), la dimensione del fenomeno è facilmente comprensibile nella sua vastità.
PRIVATI IN SOCCORSO DEL NLT? Il noleggio a lungo termine, però, potrebbe ritrovare fiato nel canale di distribuzione dei privati, in quanto la pandemia ha portato conseguenze anche sulla mobilità in generale degli italiani. Se negli anni precedenti la mobilità condivisa (cioè il car sharing), soprattutto in ambito urbano, aveva gradatamente preso piede, la paura del contagio ha fortemente penalizzato questo settore. Prima di un ritorno alla normalità, nonostante le misure
Nel 2021 il noleggio a lungo termine dovrebbe risalire a 253.000 immatricolazioni passenger cars: +19,3% sul 2020, ma -10% sul 2019. Con il Governo che, anziché rilanciare il comparto con una fiscalità più adeguata, penalizza il fringe benefit
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MISSIONFLEET CRUSCOTTO
PC + LCV MERCATO AUTO ITALIA PC + LCV 2020
ITALIA/PARALLELO
MS YTD TOTALE
-27,91%
90,25%
88,57%
-16,69%
9,75%
9,56%
YTD 2019
DIFF. YTD
Totale Passenger Cars
1.383.547
1.919.303
-535.756
Totale LCV up to 3,5 t.
149.413
179.336
-29.923
1.532.960
2.098.639
-565.679
-26,95%
100,00%
28.558
38.074
-9.516
-24,99%
97,87%
Mercato Italia PC + LCV Importazioni Parallele Passenger Cars Importazioni Parallele LCV up to 3,5 t. Mercato Italia + Parallelo PC + LCV
di prevenzione adottate dagli operatori del settore, passeranno anni. Ecco quindi che, molti automobilisti che avevano rinunciato all’auto di proprietà, preferendo il trasporto pubblico o il car sharing nelle occasioni di necessità, dovranno ripensare le proprie scelte. Il noleggio a lungo termine, specie nelle formule “easy”, con basse percorrenze previste e numerose soluzioni di way-out senza eccessive penalizzazioni, potrebbe diventare una soluzione ideale alla luce della situazione. Garantendo, tra
DIFF. YTD %
MS YTD
YTD 2020
1,83%
622
834
-212
-25,42%
2,13%
0,04%
1.562.140
2.137.547
-575.407
-26,92%
100,00%
100,00%
l’altro, un costo ridotto e, soprattutto, senza la necessità di esborsi per anticipi o aggravi nelle tariffe assicurative, che per gli “automobilisti di ritorno” è la svantaggiosissima classe di merito 14.
SUL FILO DI LANA Nel noleggio a lungo termine del 2020, i sotto-canali principali, società captive e generalisti Top hanno avuto un andamento similare, con i primi che hanno fatto segnare un calo del 22%, mentre i secondi si sono attestati attorno al -26%. A livello di
operatore, la sfida per la conquista del primato si è risolta a favore di Leasys, che per sole 671 vetture ha conquistato la prima posizione nella graduatoria dei noleggiatori a lungo termine tra le passenger cars. La captive di Fca Bank ha immatricolato nel 2020 45.584 vetture, 24.007 in meno del 2019 (-34,5%) e ha raggiunto una market share del 21,5%. Al secondo posto, a brevissima distanza, si è posizionata Arval, che si è fermata a 44.913 nuove targhe, 5.855 in meno dell’anno scorso (-11,53%) e una quota di
***NOTA LE TABELLE SONO UNA ELABORAZIONE DATAFORCE ITALIA SU FONTI MINISTERO TRASPORTI E ACI/PRA
EVOLUZIONE MERCATO ITALIA VETTURE
FEBBRAIO-MARZO 2021 | 5
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MERCATO NOLEGGIO A LUNGO TERMINE 2020 NOLEGGIO LUNGO TERMINE
YTD 2020
YTD 2019
Diff. YTD
Diff. YTD %
Market Share YTD 2020
Diff. MS YTD 2020/2019
Arval
44.913
50.768
-5.855
-11,53%
21,18%
3,21%
Volkswagen Leasing
28.150
30.554
-2.404
-7,87%
13,28%
2,46%
ALD Automotive
22.223
38.747
-16.524
-42,65%
10,48%
-3,24%
LeasePlan
22.018
32.436
-10.418
-32,12%
10,38%
-1,10%
Alphabet
10.510
11.038
-528
-4,78%
4,96%
1,05%
Free2Move Lease
7.670
5.894
1.776
30,13%
3,62%
1,53%
UnipolRental
6.583
8.069
-1.486
-18,42%
3,10%
0,25%
Sifà
6.187
4.616
1.571
34,03%
2,92%
1,28%
Mercedes-Benz Charterway
5.963
6.166
-203
-3,29%
2,81%
0,63%
ES Mobility
4.862
7.349
-2.487
-33,84%
2,29%
-0,31%
Noleggio Lungo Termine (Altro)
2.727
6.547
-3.820
-58,35%
1,29%
-1,03%
Athlon
1.410
7.096
-5.686
-80,13%
0,66%
-1,85%
Toyota Fleet Mobility
1.330
362
968
267,40%
0,63%
0,50%
Rent2Go
862
1.930
-1.068
-55,34%
0,41%
-0,28%
Program Autonoleggio
657
853
-196
-22,98%
0,31%
0,01%
GFC
218
187
31
16,58%
0,10%
0,04%
PAN Rentals (Long Term)
170
214
-44
-20,56%
0,08%
0,00%
212.037
282.417
-70.380
-24,92%
100,00%
0,00%
Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti del 04.01.2021
mercato del 21,2%. Con 28.150 consegne nell’anno, Volkswagen Leasing ha conquistato la terza piazza assoluta per la prima
ALIMENTAZIONI VETTURE
6 | FEBBRAIO-MARZO 2021
volta nella sua storia, distanziando sia Ald Automotive sia Leaseplan. Per la società di noleggio a lungo termine del
costruttore tedesco, il 2020, pur facendo registrare un calo del 7,87% (2.404 targhe in meno, tra le “big” è quella che ha subito meno danni nel 2020), ha raggiunto una market share del 13,3% (2,5 punti in più). VW Leasing è la captive che si è maggiormente distinta nel 2020. Tuttavia, quello delle società di noleggio in house arrembanti è un fenomeno consolidato già dallo scorso anno: nelle posizioni di rincalzo Free2Move Lease del Gruppo Psa è tra i pochi operatori in forte crescita con il +30,13% e una quota di mercato del 3,6% (2,1% nel 2019). Toyota Fleet Mobility, newco al debutto nella seconda parte del 2019, ha fatto progressi sorprendenti nel 2020: +267%. Male invece Ald Automotive, già in difficoltà nel 2019: il suo quarto posto nella classifica
3 Cruscotto 1 2021.qxp_Layout 1 26/02/21 09:39 Pagina 7
MISSIONFLEET CRUSCOTTO
significa anche un -42,65% di targhe (22.223 rispetto alle 38.747 dell’anno precedente). La controllata del gruppo bancario francese Société Générale ha rischiato persino di perdere il quarto posto. Alle sue spalle, con appena 205 vetture targate in meno, si è piazzata Leaseplan, che pure non ha avuto un andamento brillante nel 2020, avendo perso oltre 10.000 nuovi contratti. 20.018 le sue nuove targhe, con un calo del 32,12% e una quota di mercato scesa da 11,5% a 10,4%.
COME È COMINCIATO L’ANNO Il primo mese di quest’anno è iniziato come nella chiusura dello scorso: in rosso. Le immatricolazioni passenger cars sono state 134.245, con una
NELLE FLOTTE 23MILA AUTO IN MENO Il comparto delle vendite dirette business (acquisto per contanti, finanziato o in leasing) ha perso nel 2020 il 26% delle immatricolazioni, cioè 7 punti in più rispetto ai privati, 1 punto in meno del noleggio a lungo termine e 2 punti in meno rispetto al mercato totale. Sono mancate all’appello delle flotte oltre 23.000 automobili. Se l’andamento del mercato business è dunque in linea con quello generale, la situazione appare più difficile, e gli effetti potrebbero protrarsi in maniera più pesante nel 2021. Come per il noleggio, è la mancanza di un adeguato sostegno a livello di fiscalità a far apparire il futuro a tinte più fosche. Anche perché quest’anno le scarse risorse economiche delle imprese dovranno essere concentrate, più che sul rinnovo della flotta, nelle attività core, per il rilancio della produzione e per affrontare la difficile crisi del riassetto delle risorse umane. È molto probabile che, con lo sblocco dei licenziamenti, la forza lavoro subisca una contrazione e che quindi le flotte si riducano, più che espandersi. Sul versante dei Light commercial vehicles, il dato negativo del 2020 è meno evidente rispetto a quello delle passenger cars: -17,5% per le flotte di proprietà, ossia molto vicino al -17% del mercato nel suo complesso, ma in situazione decisamente peggiore rispetto al noleggio a lungo termine, che lo scorso anno ha retto meglio l’urto della crisi (-10%).
sistema degli incentivi, riproposto quasi inalterato anche quest’anno, non porterà effetti di rilancio, ma si limiterà
flessione del 14%. Il 2021, insomma, comincia con un passivo di quasi 22.000 unità: l’ennesima riprova che il
NLT PER ALIMENTAZIONE 2020 YTD 2020
YTD 2019
Diff. YTD
Diff. YTD %
Market Share YTD 2020
Diff. MS YTD 2020/2019
Benzina
37.651
62.940
-25.289
-40,18%
17,76%
-4,51%
Diesel
118.852
188.522
-69.670
-36,96%
56,05%
-10,65%
Elettrico
10.971
3.854
7.117
184,67%
5,17%
3,81%
Plug-In Hybrid
9.754
2.293
7.461
325,38%
4,60%
3,79%
Hybrid
9.943
10.909
-966
-8,86%
4,69%
0,83%
Mild-Hybrid
18.519
4.564
13.955
305,76%
8,73%
7,12%
Metano
2.986
3.079
-93
-3,02%
1,41%
0,32%
VETTURE
GPL
3.361
6.484
-3.123
-48,16%
1,59%
-0,71%
212.037
282.645
-70.608
-24,98%
100,00%
0,00%
Benzina
1.295
3.334
-2.039
-61,16%
3,42%
-4,50%
Diesel
33.126
35.172
-2.046
-5,82%
87,56%
3,97%
551
482
69
14,32%
1,46%
0,31%
NLT Totale VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI
Elettrico Plug-In Hybrid
3
0
3
-
0,01%
0,01%
Hybrid
20
17
3
17,65%
0,05%
0,01%
Mild-Hybrid Metano GPL NLT Totale
997
124
873
704,03%
2,64%
2,34%
1.681
2.110
-429
-20,33%
4,44%
-0,57%
158
836
-678
-81,10%
0,42%
-1,57%
37.831
42.075
-4.244
-10,09%
100,00%
0,00%
FEBBRAIO-MARZO 2021 | 7
3 Cruscotto 1 2021.qxp_Layout 1 26/02/21 09:39 Pagina 8
MISSIONFLEET CRUSCOTTO
NOLEGGIO LUNGO E BREVE TERMINE VETTURE (PC) - YTD 2020 Top 5 modelli per canale YTD dicembre 2020
YTD 2020
YTD 2019
Market Share YTD 2020
Diff. MS YTD 2020/2019
1 FIAT PANDA
13.029
17.303
6,14%
0,02%
2 PEUGEOT 3008
7.911
8.854
3,73%
0,60%
NOLEGGIO LUNGO TERMINE
3 JEEP RENEGADE
6.046
9.125
2,85%
-0,38%
4 ALFA ROMEO STELVIO
5.403
7.776
2,55%
-0,20%
5 VW TIGUAN
5.381
5.754
2,54%
0,50%
212.037
282.645
–
–
1 FIAT PANDA
9.695
12.390
11,07%
4,13%
2 LANCIA YPSILON
5.098
6.249
5,82%
2,32%
3 FIAT 500
4.781
8.339
5,46%
0,79%
4 FIAT 500L
4.430
9.061
5,06%
-0,02%
5 FIAT 500X
3.465
5.324
3,96%
0,97%
Tot. Noleggio Breve Termine
87.586
178.432
–
–
Tot. Noleggio Lungo Termine NOLEGGIO BREVE TERMINE
a ridurre un poco l’impatto della crisi. Tra l’altro i bonus quest’anno sono partiti il 18 gennaio, ma non basta questo ritardo a giustificare il dato negativo del mese. A gennaio soltanto il canale dei privati è riuscito a mantenersi sulla linea di galleggiamento (-0,59%), mentre i comparti business sono calati nella stessa misura della media del mercato (-13,14% le flotte che acquistano direttamente, -14,21% i noleggi a lungo temine). La situazione si è dimostrata per l’ennesima volta pesantissima per il canale dei noleggi a breve termine, che hanno inflottato un numero di vetture dell’81% inferiore rispetto allo stesso mese del 2020. Disavanzo molto negativo anche per le autoimmatricolazioni degli Oem e dei concessionari: -20,28%.
AUTO AZIENDALI TARTASSATE In sostanza, quindi, i primi dati 8 | FEBBRAIO-MARZO 2021
del 2021 confermano il forecast che Dataforce prevede per quest’anno: il target nel mirino è di raggiungere almeno una modesta ripresa per il comparto dell’auto. La previsione è infatti che si possa consuntivare un volume di 1.550.000 vetture nuove immatricolate, con una crescita del 12% rispetto al 2020 (1.383.000 il dato di chiusura dello scorso anno). È un livello che riporta indietro al quadriennio nero del mercato automobilistico tra il 2012 e il 2015. In quel periodo le immatricolazioni annue galleggiavano fra il milione e 400 mila e il milione e 600 mila immatricolazioni. Nel 2019 sono state 1.919.000: a confronto con 2 anni fa, quindi, nel 2021 il mercato dell’auto dovrebbe chiudere con quasi il 20% in meno di immatricolazioni. Analogamente, il noleggio a lungo termine recupererà quasi il 20% rispetto al 2020 ma
resterà ancora indietro di 10 punti rispetto al 2019. Il forecast di Dataforce prevede perciò che le immatricolazioni di noleggio a lungo termine arrivino a 253.000 passenger cars, a fronte delle 212.000 dell’anno scorso (+19,3%) e delle 282.000 del 2019 (-10,3%). Per il comparto Nlt sarà quindi un altro anno difficile, perché anche nel 2021 gli incentivi all’acquisto favoriranno i privati. Nessun provvedimento è previsto per incrementare la detraibilità dell’Iva e la deducibilità dei costi, che restano quelli precedenti e quindi mantengono l’Italia il Paese con la fiscalità aziendale meno favorevole. Purtroppo però la miopia del Governo verso il mercato business non si ferma qui: da quest’anno entra in vigore un peggioramento della tassazione sul fringe benefit che grava sul dipendente assegnatario di auto aziendale.
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IL MANAGER DELLA MOBILITÀ Chi è, di cosa si occupa, quali sono i principi di una figura professionale che in azienda interpreta i valori della sostenibilità ambientale e si guadagnerà un ruolo di primo piano
di Paola Baldacci
D Di mobility management ci occuperemo più spesso nel corso di questo 2021, sia sulle pagine di MissionFleet sia sulle colonne di Missionline.it. È conclamato che il ruolo del fleet manager volge ad una evoluzione di competenze, non solo perché la legge stabilisce di nominare un
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mobility manager alle aziende con oltre 100 dipendenti, ma perché si tratta di una figura professionale già presente tra i nostri interlocutori più assidui. Ad esempio, Siemens, Fastweb ed Edison, di cui leggerete il profilo proprio su questo numero. Per approfondire sull’argomento abbiamo chiesto aiuto ad Euromobility, l’associazione senza fini di lucro che da 21 anni promuove la figura del mobility manager nelle imprese private e nella PA. Perché lo facciamo? Il motivo è semplice: sentiamo i fleet manager porsi traguardi di sostenibilità ambientale con più
convinzione. Lo avrete notato anche nei nostri titoli sulle edizioni del giornale nell’arco del drammatico 2020: più di una volta l’obiettivo della “carbon neutrality” di un parco auto aziendale è stato fissato al 2030. Eccoci allora a cercare fonti valide per proporvi i contenuti più utili, per capire insieme a noi di cosa si occupa il mobility manager.
L’ABC DEL MOBILITY MANAGER Anzitutto ne abbiamo di tre tipologie: aziendale, di area e scolastico. «In azienda, il mobility manager si occupa di
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promuovere l’uso di modalità di trasporto alternative all’automobile per recarsi sul luogo di lavoro – argomenta il presidente di Euromobility, Lorenzo Bertuccio –. Il primo obiettivo è il riequilibrio modale: rispetto al disequilibrio dell’elevato utilizzo di auto, dobbiamo andare in bici, a piedi,
con il trasporto pubblico locale (Tpl) e con l’uso condiviso dell’automobile che è il car pooling, diverso dal car sharing». Nell’ambito scolastico, il nostro MM ha obiettivi simili ma soprattutto «di evitare l’accompagnamento degli studenti in automobile: nel nostro Paese, anche solo per poche centinaia di metri, si va in macchina. Un’abitudine molto italiana perlopiù: un’indagine (di 3 anni fa, ndr) su 8 città e
altrettante scuole dice che il 27% dei genitori li accompagna fino alla fine del liceo». Non ci sono altre percentuali così elevate in Europa. Infine c’è il MM di area: coordina e sovrintende nel Comune o nella Provincia e mette in rete i MM. Bertuccio: «Provvede alla formazione e all’aggiornamento. Li aiuta nei piani di spostamento. Sia quelli scolastici sia delle aziende. È una figura molto importante: li porta ad attuare la professione che la
COS’È LA METODOLOGIA EUROPEA EPOMM? Epomm è la European platform on mobility management, un’organizzazione no profit, con sede a Bruxelles, composta da 11 governi impegnati nella promozione e nello sviluppo della mobilità sostenibile. Ogni anno realizza la conferenza Ecomm. Ha messo a punto una metodologia per attuare il mobility management, che significa principalmente «un cambiamento di cultura e di atteggiamento dei cittadini – argomenta Bertuccio –. È importante comprendere che la mobilità sostenibile prevede la trasformazione nelle modalità di trasporto: un’auto EV è a basso impatto ambientale, ma non è mobilità sostenibile. La mobilità sostenibile è almeno condivisa». Questo dice Epomm che si ispira ai risultati di 3 progetti europei: Momentum e Mosaic, ormai del secolo scorso, e il progetto Max del 2007. Conclude: «La mobilità sostenibile significa cambiare modo di spostarsi, non con l’automobile ma con altri mezzi e se auto dev’essere sia almeno in sharing. Il fleet manager aziendale deve uscire dal peccato originario e attuare un cambiamento culturale, se pensa di applicare i principi del mobility maangement». FEBBRAIO-MARZO 2021 | 11
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PIRELLI LANCIA CYCL-E AROUND PER LE AZIENDE, UNA FLOTTA DI E-BIKE CHE POTRANNO METTERE A DISPOSIZIONE DEI PROPRI DIPENDENTI PER ANDARE AL LAVORO E NEL TEMPO LIBERO
Legge prevede che svolgano. A volte dà incentivi alle aziende, seppur troppo poco di frequente».
GLI INCENTIVI ALLE AZIENDE Tra i sostegni per sviluppare piani di spostamento che premino la sostenibilità ambientale, ce ne sono due che il Ministero dell’Ambiente ha varato in tempi recenti: 1) Il programma sperimentale
DLR Il Decreto Legge Rilancio dell’estate 2020 prevede che le aziende con più di 100 dipendenti in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o comunque in un Comune con popolazione superiore a 50mila abitanti redigano il piano spostamenti casa-lavoro dei dipendenti e nominino il mobility manager aziendale. Le modalità attuative devono ancora essere comunicate attraverso i decreti appositi. 12 | FEBBRAIO-MARZO 2021
nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro (dal 2018 ancora in corso): in questo caso, le imprese ricevono risorse ministeriali. Sono 84 i progetti di Comuni finanziati. Per risorse intorno al milione
di euro per ogni Comune, che doveva avere 100mila abitanti oppure “fare rete” e mettersi insieme come hanno fatto Grosseto e Arezzo; 2) Primus: è il piano integrato di mobilità urbana sostenibile appena finanziato. I Comuni hanno ottenuto i fondi a dicembre 2020. I progetti sono appena iniziati per una durata media di 18 mesi, fino a metà 2022. Lo scopo è quello di mettere in atto piani casa-scuola o casa-lavoro. Il finanziamento va ai MM della PA. I fondi erano di 100mila euro e i Comuni dovevano avere 50mila abitanti, ma sono pervenute richieste inferiori alle risorse destinate. Cosa potevano fare? Servizi aziendali di car, scooter o bike sharing, cicloposteggi, software di car pooling e iniziative nelle scuole, come pedibus, bicibus e percorsi formativi. L’ipotesi è che non ci fossero piani di spostamento casa-lavoro o casa-scuola (il bando scadeva nell’ottobre 2019). Oppure l’insuccesso è dovuto alla mancanza di pianificazione:
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«Una dimostrazione che quella del MM non è una figura così invalsa nelle aziende e nel settore scolastico».
LE BEST PRACTICE DELLA PA Tra i progetti degni di nota che hanno avuto accesso al finanziamento «c’è quello del Comune di Pescara che ha chiesto le risorse sia per le scuole sia per i Comuni per realizzare cicloposteggi nelle sedi dei dipendenti comunali e per la formazione sulla mobilità sostenibile nelle scuole primarie», argomenta il presidente di Euromobility. È bene notare che la campagna di comunicazione è rivolta proprio ai bambini perché il quid è propriamente quello di «formare l’utenza finale che un giorno acquisterà e avrà rispetto dell’ambiente: i bimbi ricevono incentivi simbolici per convincere i genitori ad accompagnarli a piedi oppure a lasciare l’auto lontano da scuola, anche per favorire un ordine urbano altrimenti inosservato».
LE BUONE PRASSI DELLE AZIENDE Tra le aziende virtuose c’è Sace, azienda del Ministero del tesoro, con sede in centro a Roma: nella hall dove i dipendenti timbrano il badge ha installato un maxi schermo, come in una stazione ferroviaria, con gli orari dei passaggi degli autobus pubblici per ognuna delle fermate dei dintorni. Lo staff può controllarlo anche dal proprio computer. Funziona da qualche anno. Senza dimenticare il gigante italo-francese dei semi-conduttori STMicroelectronics di Agrate Brianza, che ha navette aziendali
L’OSSERVATORIO SULLA SHARING MOBILITY Promosso dal Ministero dell’ambiente, il Rapporto nazionale sulla sharing mobility è giunto nel 2020 alla quarta edizione. Con dati aggiornati a ottobre 2020 sull’andamento dei servizi nelle maggiori città italiane, l’osservatorio ha fotografato l’andamento durante la pandemia. I numeri parlano di una ripresa importante in tutte le città oggetto dell’analisi (Roma, Milano, Torino, Bologna, Palermo e Cagliari) da aprile a settembre in termini di noleggi/giorno, con solo Milano e Palermo che sono tornati ai livelli dello scorso febbraio 2019. Invece, le statistiche dei primi quindici
giorni di ottobre hanno nuovamente mostrato un downturn, in linea con l’acuirsi dei contagi in quel periodo. In particolare, per il car sharing: i valori riferiti a settembre e ottobre 2020 sono rimasti sotto il livello di febbraio 2020 di circa il 20% in termini di numero di noleggi/giorno, a livello nazionale. Micromobilità, per cui s’intendono veicoli leggeri, poco ingombranti ed elettrici tra cui biciclette, monopattini e scooter, e car pooling aziendale sono gli altri servizi della sharing mobility monitorati dall’indagine. Si legge: «Ad oggi sono 86 i servizi di micromobilità in Italia nelle città capoluogo di provincia. 1 su 3 ne offre almeno uno: Milano primeggia con ben 14 in sharing, a seguire Roma con 11 e Torino con 7. Nel ventaglio della micromobilità condivisa, il più diffuso è il bike sharing station-based presente in 26 città, seguito dai monopattini in sharing con 38 servizi in 17 destinazioni, dal bike sharing free-floating (13 servizi in 12 città) e dallo scooter sharing che è presente solamente in 4 località. Guardando ai numeri più recenti, i servizi di micromobilità sono quelli che meglio hanno ripreso l’operatività dopo le misure di confinamento della prima ondata pandemica». Del car pooling aziendale, il rapporto riprende i dati 2019 quando la crescita è stata importante (come nel 2018). 350mila gli iscritti (+27%) e 13 milioni i chilometri condivisi (raddoppiati).
per i lavoratori, prelevati alle fermate della metropolitana. Oltre a tanti equipaggi di car pooling – in questo periodo da 2 anziché da 3 –, un parcheggio di biciclette con entrata via badge, protetto. E con la doccia per
quando si arriva trafelati. Recentemente ha installato postazioni di ricarica (gratuita) per auto e bici elettriche. Il mobility manager è Fabio Fusari, che promettiamo di intervistare presto. FEBBRAIO-MARZO 2021 | 13
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TUTTA LA FLOTTA EV ENTRO IL 2030 La transizione energetica per Edison è un orizzonte naturale: ecco la strategia di Alferio Paolillo per cambiare le 1200 auto del parco aziendale. Con l’asso della tecnologia nella manica
di Andrea Barbieri Carones
D Da quando nel 1883 Giuseppe Colombo, fondatore della Edison, inaugurò nel centro di Milano la prima centrale elettrica d’Europa, avviando l’elettrificazione dell’Italia, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. L’azienda si è evoluta accompagnando il Paese e le
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famiglie attraverso cambiamenti epocali e oggi è in prima linea nella sfida della transizione energetica. Il colosso italiano dell’energia, con attività anche nella vendita di elettricità, gas e servizi a valore aggiunto, ha deciso di focalizzare il suo business sullo sviluppo delle energie rinnovabili, su digitale, efficienza energetica e servizi ai clienti finali, come quelli del fotovoltaico domestico e della mobilità elettrica ricaricata con energia solare. Un’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità ambientale che ha toccato anche la flotta auto aziendale. Ne parliamo con
Alferio Paolillo, mobility manager e responsabile Facility, Services & Wellbeing. Ci descrive il parco Edison? «È composto da circa 1.200 vetture, quasi tutte in noleggio a lungo termine. Sono in dotazione sia al personale in servizio presso le nostre sedi sia presso i diversi impianti del gruppo, come quelli di produzione rinnovabile, idroelettrica o di servizi energetici e ambientali». Da fleet manager a mobility manager: come sta cambiando il suo lavoro? «Aumentano le complessità, ma anche le opportunità. In
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particolare, con l’introduzione dei mezzi elettrici non diamo solo un benefit o uno strumento
di lavoro ai nostri dipendenti, ma eroghiamo anche un servizio di mobilità che abbraccia gli aspetti infrastrutturali e tecnologici. Mi riferisco, ad esempio, alla rete di ricarica, che deve essere portata là dove la macchina passa più tempo durante la giornata. E in genere si tratta o di casa o della sede di lavoro. Perciò ai dipendenti che scelgono un’auto elettrica offriamo un servizio di diagnosi e installazione, qualora lo desiderino, della wallbox Edison presso la propria abitazione, in garage o in giardino. E garantiamo la possibilità di accedere alle colonnine anche nelle sedi professionali. Infine, forniamo un’app che li assiste durante gli spostamenti e consente di geolocalizzare le stazioni di “rifornimento” pubbliche più vicine». Quale sarà la sfida più impegnativa del 2021? «Nel 2021 dobbiamo portare avanti la transizione dai veicoli tradizionali a quelli maggiormente sostenibili, come le auto elettriche. È un processo graduale, ma a cui stiamo già lavorando da alcuni anni e che nel 2021 accelererà ulteriormente grazie all’esperienza maturata fin qui. D’altra parte, dato l’ampliamento del perimetro del Gruppo Edison, attraverso le acquisizioni societarie degli ultimi anni, un’altra sfida per noi sarà quella di omogeneizzare maggiormente i processi tra le diverse società». Quali auto prevede di inserire? «La car list prevede già attualmente sia modelli plug in che elettrici puri in tutte le fasce (dirigenti, quadri, strumentali) e grazie al grande ampliamento in corso da parte delle case
TOYOTA HA SCELTO EDISON Edison e Toyota hanno siglato una partnership che prevede l’installazione di 300 colonnine, ad accesso pubblico e alimentate da energia rinnovabile, presso tutti i concessionari Toyota e Lexus. Oltre all’attivazione dell’infrastruttura, Edison si occuperà della gestione e della manutenzione, garantendo la fornitura di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. I punti saranno aperti al pubblico e i clienti ne potranno usufruire tramite l’app Edison. Inoltre, le due aziende studieranno soluzioni dedicate ai rispettivi clienti per rendere le loro abitazioni e la loro mobilità sempre più sostenibili. Basti pensare che l’obiettivo di Toyota è di vendere 5,5 milioni di veicoli elettrificati nel mondo entro il 2025 e almeno 1 milione a zero emissioni entro il 2030. Ogni anno.
automobilistiche, si prevede di arricchire ulteriormente la gamma di proposte in modo da rendere ancor più interessante la scelta verso i modelli green». Senza contare che Alferio Paolillo non si occupa solo di auto e mobility. Dico bene? «Dice benissimo. Gestisco anche i servizi di facility nelle sedi direzionali e il business travel. Ho il privilegio di avere una squadra di grandi professionisti al mio fianco, ma la fortuna maggiore è di venire da tanti anni di esperienza nell’organizzazione e di lavorare ancora oggi all’interno della divisione HR e Ict. La conoscenza dell’organizzazione e la visione strategica sono fondamentali in questo mestiere». Quando si parla di auto elettriche, Edison “gioca in casa”. Come sta avvenendo la transizione? «Nel 2017 abbiamo deciso di investire a livello strategico nella mobilità elettrica e abbiamo tracciato una rotta: entro il 2030 tutta la flotta del gruppo sarà elettrica con un piano di FEBBRAIO-MARZO 2021 | 15
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graduale sostituzione e di implementazione dei punti di ricarica». Come si svilupperà la rete di ricarica entro fine 2021? «Sono in corso le attività di installazione di 16 colonnine presso il parcheggio interno della sede principale di Milano. Con la possibilità di ampliamento fino a 40 punti. Altre installazioni sono previste negli uffici di Rivoli (Torino),
Bari e nella nuova centrale termoelettrica di Porto Marghera (Venezia). Oltre che nelle principali sedi, fino progressivamente a coprirle tutte, compresi ovviamente gli impianti produttivi. Inoltre, come già accennato, stiamo provvedendo nel fornire ai dipendenti le wallbox nelle proprie abitazioni. Pur mantenendo una molteplice varietà di modelli tradizionali,
IL NOLEGGIO CON PLUG & GO Edison mette in campo una offerta per le aziende e i privati che prevede il noleggio di medio-lungo termine di una vettura elettrica, selezionabile tra una vasta gamma di mezzi disponibili. Ecco Plug & Go, che comporta l’installazione a casa di una wallbox per ricaricare il veicolo, l’app per geolocalizzare le colonnine più vicine e la ricarica gratuita per il primo anno di noleggio attraverso Edison World Luce. L’offerta si completa con Sun & Go, che comprende l’installazione di pannelli fotovoltaici tramite i quali ricaricare la propria auto senza “pesare” esclusivamente sulla rete elettrica. Le prestazioni dei pannelli vengono analizzate attraverso una piattaforma consultabile via smartphone. Ma non solo. L’energia prodotta e non consumata può essere conservata attraverso sistemi di accumulo e venduta sul mercato elettrico mediante il meccanismo di scambio sul posto. 16 | FEBBRAIO-MARZO 2021
dal 2020 la nostra car list si sta arricchendo di modelli green sia ibridi che elettrici. In tutte le configurazioni, a partire dal mild/full fino ad arrivare al plug in e Bev. Stiamo rafforzando l’offerta delle auto ibride, specie per chi ce l’ha in dotazione sia per il tempo libero che per lavoro. Essendo dotate di una tecnologia sostenibile che riduce le emission, si prestano a molteplici usi, per la media e la lunga percorrenza. Stiamo rispettando la tabella di marcia che ci siamo dati e attualmente circa il 10% della nostra flotta è composta da auto elettriche o ibride. Cresceremo ancora, complice il listino di offerta che si arricchisce». Ritiene sostenibile l‘auto elettrica, sia da un punto di vista economico che di pratico utilizzo? «Quest’anno porteremo la nostra flotta circolante elettrica al 12%,
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indirizzando i rinnovi verso modelli green. In questo momento ci stiamo orientando maggiormente sul plug in hybrid che rappresenta la modalità più saggia di transizione senza apprensione e “ansia da autonomia”. Sulla sostenibilità sono in corso numerosi dibattiti e studi scientifici per analizzare il fenomeno nella sua complessità. I vantaggi immediati che possiamo apprezzare sono rappresentati dal risparmio sulla CO2 emessa (e i relativi benefici fiscali) e del combustibile. Tuttavia, e lo diciamo noi che l’energia sostenibile la produciamo, è importante che quella consumata sia sempre più green, in modo da rendere efficiente tutta la catena». Oggi la tecnologia aiuta i fleet/mobility manager: voi quali utilizzi ne fate? «In Edison siamo i primi applicatori delle soluzioni che noi stessi proponiamo ai clienti. In questo caso abbiamo sviluppato un sistema di monitoraggio e analisi che chiamiamo Fleet audit, il quale ci consente di studiare scientificamente il passaggio
della flotta aziendale (in questo caso destinato solo a impiego lavorativo e non privato) a modelli più sostenibili, compreso l’elettrico. Inoltre, abbiamo sviluppato una piattaforma gestionale che regola gli accessi all’infrastruttura e fornisce un servizio di diagnostica per individuare eventuali malfunzionamenti».
Può entrare un po’ più nel dettaglio? «Grazie a Fleet audit possiamo esaminare informazioni importanti del parco auto in uso agli impianti, come il peso di carico con cui abitualmente viaggiano le vetture, lo stile di guida del conducente e la tipologia degli itinerari percorsi. Sulla base di questi dati eseguiamo una simulazione per comprendere come efficientare il parco macchine, quanta CO2 è possibile risparmiare, di quanta autonomia necessitano e quali vetture possono essere sostituite dall’elettrico. L’obiettivo è ottenere un sistema sempre più integrato e ricco di informazioni che possano dialogare tra loro. In questo modo saremo in grado di calibrare meglio le scelte della nostra flotta e adattarla sempre di più alle nostre esigenze per raggiugere i migliori standard di risparmio, sostenibilità, sicurezza e soddisfazione del driver». FEBBRAIO-MARZO 2021 | 17
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PHEV SI NASCE Seat Leon plug in hybrid con motore turbo benzina 1.4. e cambio automatico Dsg a 6 rapporti: in floa il comfort della Sportstourer nell’allestimento sportivo
di Paola Baldacci
euro in lancio per l’hatchback, mentre per la Sportstourer si devono aggiungere altri 750 euro. Da listino sarebbero 34mila e un rapido sguardo ai prezzi dei competitor mostra una quotazione intorno ai 36mila euro, effettivamente.
ALLESTIMENTO FR
N Nell’anno più nefasto di sempre, il mercato delle plug in hybrid ha svettato a 27.394 passenger cars immatricolate, per una crescita del 334%. Sull’onda di un successo che continuerà nel 2021, Seat è arrivata con la Leon e un motore endotermico più un cambio specificamente progettati per questa alimentazione. L’abbiamo testata in città – a Milano – privilegiando un itinerario senza traffico e possiamo confermare che la Seat Leon ibrida plug in 18 | FEBBRAIO-MARZO 2021
con motore turbo benzina 1.4 si guida con soddisfazione per l’accelerazione fluida e l’efficienza del cambio automatico Dsg a 6 rapporti. In particolare, siamo stati alla guida della Sportstourer: un’auto da flotta sicura e spaziosa, indubbiamente competitiva nel prezzo. Con gli ecoincentivi, si parte da 27.150
Dettaglio: per le flotte non c’è un allestimento Business bensì la linea sportiva FR (la più venduta delle Leon, ndr) oltre all’Xcellence. Spiega Pierantonio Vianello, direttore dei brand Seat e Cupra in Italia: «Il prezzo di lancio rimarrà finché gli ecobonus sono in vigore». Dunque, senza rottamazione di un vecchio veicolo si devono considerare 2mila euro in più. «Vogliamo portare nelle flotte che si aprono a questa tecnologia grande competitività e performance: si considerino, infatti, i 204 CV e non si dimentichino i vantaggi di
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viaggiare in elettrico al 100% per 64 chilometri nel ciclo Wltp (72 km nel Nedc), ai consentiti 130 km/h di velocità».
MINIMAL QUANTO BASTA La linea della plancia è giovane, minimal quanto basta, tra il colore chiaro delle modanature che creano distacco con gli strumenti di bordo e la continuità sulle porte. Lo schermo centrale del sistema di infotainment è da 10”, mentre il cockpit digitale da 10,25”, di serie. L’abitacolo riceve la piacevole luce naturale dal tettuccio panoramico. La dotazione di serie comprende i fanali full led, i vetri oscurati e i cerchi in lega da 17” e da 18”. I sistemi di assistenza alla guida inclusi sono il Cruise control adattivo, l’Emergency assist, il Travel assist e il rassicurante Side and exit assist, per avvertire istantaneamente un veicolo che ci sta sorpassando.
LE MODALITÀ DI GUIDA IBRIDA La doppia motorizzazione non deve preoccupare: il driver può optare per guidare solo in elettrico e quando la batteria è scarica l’auto passa a benzina autonomamente. Lo stesso accade se la guida richiede più potenza. Le modalità preimpostate sono 5: Eco, Comfort, Normal, Sport e Individual. Quest’ultima permette di regolare l’assetto della vettura.
PER LA RICARICA Per la ricarica completa occorrono 3 ore e 40 minuti, utilizzando un caricatore da 3,6 kW (wallbox). Oppure in poco meno di 6 ore con un caricatore da 2,3 kW. Per le imprese che
desiderano una consulenza sull’installazione della colonnina, Seat si avvale della consociata del Gruppo Volkswagen, Elli. Sono tre le varianti per diversi livelli di connettività all’infrastruttura: Seat charger, Charger connect e Charger Pro. La prima è la soluzione più semplice per i proprietari di veicoli elettrici. La seconda aggiunge la possibilità di controllare il processo di ricarica tramite l’app Charging e la compatibilità Wlan/Lan. L’ultima opzione utilizza il 4G e dà informazioni aggiuntive sulle sessioni di ricarica e sui consumi. «Secondo le funzionalità, la wallbox “sente” quali servizi sono collegati – aggiunge Vianello –, si possono programmare le sessioni di ripristino dell’energia anche in base al livello (massimominimo) così come l’orario di partenza dell’auto, per essere
sicuri di avere sufficiente autonomia». Combinando i due motori, l’auto percorre 800 km. Elli offre energia pulita proveniente da risorse rinnovabili, rivolgendosi anche a clienti al di fuori del gruppo VW. Le emissioni di Seat Leon plug in hybrid sono comprese tra 25 e 30 g/km, con un consumo di carburante che si attesta tra 1,1 e 1,3 litri per 100 km secondo il ciclo ufficiale di test Wltp.
COME FUNZIONA SECONDO LE PERCORRENZE L’auto si avvia in modalità completamente elettrica, sempre che la batteria sia sufficientemente carica. Di conseguenza, passa alla modalità ibrida nel momento in cui la carica scende oppure se si superano i 140 km/h. I due propulsori possono funzionare distintamente oppure insieme. Per sfruttare al meglio la doppia propulsione, ecco qualche consiglio. PER TRAGITTI QUOTIDIANI FINO A 60 KM: E-MODE «Questa modalità di guida è ottimale per percorrenze giornaliere di circa 50-60 km, sia in zone urbane, sia in autostrada. In questo modo, l’auto viaggia sempre in modalità totalmente elettrica», spiega Gerhard Lux, responsabile sviluppo propulsioni ibride ed elettriche di Seat. Nel caso di Leon e-Hybrid, si può guidare in modalità elettrica fino ai 140 km/h. OLTRE 60 KM IN PROGRAMMA: HYBRID-MODE AUTO In caso di tragitti misti e superiori alla capacità totale della batteria, la modalità ibrida si autogestisce. «Grazie alla modalità Hybrid-Mode Auto, l’auto si avvale del navigatore per gestire l’utilizzo della batteria. Verrà data così priorità alla modalità elettrica nei tratti urbani, tenendola come seconda scelta nei tratti autostradali», argomenta l’esperto. Per itinerari con fermate intermedie, la funzione Intelligent hybrid si occupa di gestire i due sistemi per ottimizzare la carica. HYBRID-MODE MANUALE Ci sono tre opzioni da impostare prima di partire: far sì che il livello di carica si mantenga stabile, impostare una soglia minima di batteria residua, per averla ancora a disposizione quando serve e, in ultimo, aumentare il livello di carica. FEBBRAIO-MARZO 2021 | 19
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SEMPLICEMENTE CONNESSI Le ricerche di Berg Insight e dell’Osservatorio Smart Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano ci mostrano il futuro dell’auto intelligente e un mercato in fortissima espansione
di Paola Baldacci QUELLO DELLE SMART CAR È UNO DEGLI AMBITI APPLICATIVI DELL’INTERNET OF THINGS (IOT) PIÙ MATURI IN ITALIA
I Il numero di utilizzatori di strumenti telematici incorporati nelle auto, realizzati dal costruttore (Oem), è atteso in crescita ad un ritmo di oltre il 20% ogni anno fino al 2025. È un recente report di Berg insight, autorevole società di analisi, specializzata in ricerche sulle tecnologie M2M (machine to machine) e Iot (internet of things), a porci all’attenzione un futuro di grandi numeri: nel 2025 questi driver saranno 317 milioni, mentre nel 2019 erano 102,8. Seppure le vendite mondiali dell’automotive siano
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in flessione negli ultimi due anni, i servizi delle auto connesse diventeranno onnipresenti in tutti i principali mercati automobilistici. E le Case stanno investendo proprio in questa direzione. «I costruttori stanno ancora sperimentando modelli di business poiché i tassi di rinnovo per gli abbonamenti dei servizi telematici, dopo il periodo gratuito iniziale, rimangono ancora relativamente bassi», spiega Martin Svegander, analista senior di Berg Insight.
SEMPRE PIÙ CASE OFFRONO SERVIZI DI TELEMATICA Secondo la società svedese, la competizione e le normative locali porteranno probabilmente a un numero crescente di marchi che offriranno servizi di base gratuiti, come la sicurezza e la diagnostica per tutta la vita del
veicolo. Continua Svegander: «Ci aspettiamo che le case automobilistiche offrano servizi delle loro auto connesse attraverso un approccio di vendita modulare, in cui i clienti possono ordinarli individualmente, quindi generare ricavi su funzionalità a valore aggiunto, costruite sopra prodotti telematici di base». Negli ultimi anni, gli Oem del settore automobilistico hanno anche esplorato nuovi modelli di distribuzione, basati sulla vendita e assistenza diretta al fine di garantire la migliore esperienza al cliente e beneficiare dei feedback. È stata Tesla ad aprire la strada a questo modello e diverse case automobilistiche stanno seguendo l’esempio. «I prodotti automobilistici connessi e la telematica diventeranno la piattaforma centrale per costruire e migliorare le
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relazioni con i clienti, consentendo servizi e prodotti personalizzati», ha concluso Svegander.
DALLA FASCIA PREMIUM A QUELLA MEDIA E ancora, dall’essere un fattore di differenziazione tra i brand premium, gli strumenti di connettività stanno rapidamente diventando sempre più comuni nei veicoli di fascia media. Basti pensare che Onstar di General Motors è stato lanciato più di 20 anni fa ed è oggi il leader di mercato a livello mondiale, con circa 22 milioni di utenti in totale, di cui oltre 16 milioni in Nord America (dato 2019). Bmw ha la seconda più grande base di utenti di circa 12,5 milioni di veicoli connessi. Mercedes-Benz è attualmente al terzo posto in quanto Mercedes Me Connect è ora disponibile in più di 45 paesi. Recentemente è stato lanciato negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Tailandia e Nuova Zelanda. Infine, il Gruppo Psa è tra le principali case automobilistiche con 5,2 milioni di veicoli connessi in Europa. Il primo servizio di chiamata di emergenza e assistenza fu avviato già nel 2003.
L’INNOVAZIONE È CONDIVISIONE Una vasta offerta di app di alta qualità, proprietà intellettuale a disposizione dei ricercatori e auto ancora più sicure: queste sono tra le ambizioni che Volvo Cars vuole raggiungere con il suo “Innovation Portal”, che mette a disposizione gratuitamente un’ampia varietà di risorse e di strumenti, consentendo agli sviluppatori esterni di creare servizi innovativi e applicazioni digitali. Le risorse del portale non sono utili solo agli sviluppatori, ma anche a ricercatori, a esperti di smart homes e, perché no, a chi si occupa di arte computerizzata. «Rendendole disponibili, Volvo continua la sua lunga tradizione di condivisione di conoscenze e ricerca per contribuire a strade più sicure per tutti», spiega la casa svedese. Non in ultimo, continuando a scambiare conoscenza, il costruttore aumenta la possibilità per i driver Volvo di personalizzare i propri veicoli con software intelligenti. Spiega Henrik Green, chief technology officer: «Le nostre auto stanno diventando sempre più smart e connesse, e con ciò arriva una crescente domanda di app e servizi tra i nostri clienti: rendendo disponibili pubblicamente queste risorse, supportiamo gli sviluppatori all’interno e all’esterno della nostra azienda e collaboriamo con il meglio del meglio nel campo dell’innovazione automotive». Tra le disponibilità sull’Innovation Portal c’è un emulatore che ricrea il sistema operativo Android automotive delle app di Google utilizzate nelle nuove Volvo. Si tratta di uno strumento utile per supportare gli sviluppatori di app per progettare, sviluppare, testare e pubblicare le applicazioni digitali direttamente su Google Play. Inoltre, attraverso Innovation Portal, per la prima volta Volvo offre un’Api (una interfaccia di programmazione software) al pubblico direttamente: la Extended vehicle API. Con il consenso dei clienti, l’Api consente agli sviluppatori e ad altre terze parti di accedere ai dati del cruscotto dell’auto, come il livello di carica e di carburante e la distanza percorsa. Dunque di utilizzarli per creare e fornire nuovi servizi. Nel tempo, ulteriori dati e fonti saranno resi disponibili all’interno della piattaforma. Ad esempio, nei prossimi mesi verrà rilasciato un modello di auto 3D completamente funzionante. VOLVO HA RESO DISPONIBILE INNOVATION PORTAL PER CONDIVIDERE LE TECNOLOGIE DELLA RICERCA SULLE AUTO CONNESSE
IN ITALIA, MERCATO DA 1,2 MILIARDI In Italia, di connettività integrata a bordo dei veicoli si occupa l’Osservatorio smart connected car & mobility del Politecnico di milano, che a giugno 2020 ha presentato l’ultima ricerca. Nel 2019 il mercato delle soluzioni che rendono l’auto “intelligente” ha raggiunto un valore di 1,2 miliardi di euro. La crescita è del 14% in linea con l’incremento
dei principali paesi occidentali (compreso fra il 10% e il 15%), per un totale di 16,7 milioni di veicoli connessi. Cioè oltre il 40% delle vetture circolanti. Quali sono i dispositivi più diffusi? I box Gps/Gprs per la localizzazione e la registrazione
dei parametri di guida con finalità assicurative, il 63% del totale (10,5 milioni, +9%). Tuttavia, la crescita è trainata dalle auto “nativamente connesse” tramite Sim (2,2 milioni, +47%) oppure sistemi Bluetooth (4 milioni, +33%). FEBBRAIO-MARZO 2021 | 21
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MISSIONFLEET INTERNET OF THINGS
FLEET MANAGEMENT SYSTEMS
TECNOLOGIA FORD CHE AVVERTE SE L’AUTO DAVANTI FRENA BRUSCAMENTE
L’ACCELERAZIONE CON GLI OBBLIGHI DI LEGGE Un’accelerazione arriverà con l’entrata in vigore di nuovi obblighi di legge. Com’è stato per la normativa legata all’eCall, cioè l’avviso automatico ai soccorsi in caso di incidente, obbligatorio per i
DALLO SMARTPHONE Tra le applicazioni più innovative che permettono il dialogo tra driver e auto c’è My Mazda, che dall’autunno scorso, con MX-30, ha aggiunto le funzionalità proprio per il modello elettrico. Fra queste, le notifiche in caso il conducente dimentichi di collegare il cavo di ricarica, la possibilità di gestire la ricarica utilizzando un timer e un indicatore di autonomia. Anche le impostazioni della climatizzazione possono essere gestite senza salire a bordo: fattore importante per un’EV. Infatti, la capacità di preriscaldare o preraffreddare l’auto mentre è collegata alla rete elettrica, riduce la richiesta alla batteria durante la marcia. Tra le funzionalità attivabili da remoto c’è anche il blocco delle porte, un localizzatore della vettura, la pre-programmazione di più destinazioni di navigazione, il rapporto sulla manutenzione, il contatto con la concessionaria e la richiesta di prenotazione di un servizio, nonché di assistenza stradale. Da quest’anno altri modelli della casa di Hiroshima verranno offerti con le funzionalità avanzate dell’applicazione. È il caso della nuova versione del Suv CX-5 grazie alla sua rinnovata tecnologia Hmi, Human machine interface. 22 | FEBBRAIO-MARZO 2021
nuovi veicoli omologati dopo il 31 marzo 2018. Dal 2022 sarà la volta degli Adas obbligatori come la frenata automatica o il mantenimento in corsia, tra gli altri. In questo senso, sul mercato delle auto connesse e smart, che rappresenta uno degli ambiti applicativi dell’Internet of things (Iot) più maturi in Italia, si metteranno in evidenza quelle società in grado di raccogliere grandi quantità di dati sugli utenti e utilizzarli per migliorare i servizi o proporne di nuovi.
L’APP MYMAZDA PER MAZDA CX-5
Parallelamente all’incremento significativo di auto connesse, Berg Insight indaga sulla diffusione dei sistemi di fleet management a bordo: in Europa saranno 19,9 milioni nel 2024. In questo caso la crescita deriva da 10,6 milioni nel 2019. C’è una una lunga lista di 26 società attive, che “controllano” 100 milioni di veicoli. Il leader di mercato, grazie ad acquisizioni, è Webfleet solutions con 787mila installazioni (i dati sono relativi al 2019). Verizon Connect con 460mila è al secondo posto. Chiude il podio Targa telematics con 400mila. Il resto del settore – come si evince da semplici calcoli – è popolato da decine di player. Secondo la società di analisi, il trend di consolidamento di questo mercato è proseguito nel 2020 e continuerà nel 2021. «Solo negli ultimi dodici mesi si sono verificate dieci importanti fusioni e acquisizioni tra i fornitori di sistemi di gestione della flotta in Europa», fa sapere Johan Fagerberg, principal analyst di Berg Insight.
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MISSIONFLEET DONNE AL VOLANTE
RICAMBI CON UNA MARCIA IN PIÙ L’importanza degli accessori supera persino l’abito stesso, si dice nella moda. Ecco perché vi raccontiamo una storia di management nell’automotive del comparto meno femminile: l’officina
di Ilaria Salzano
C Credere in una missione. Creare un nuovo comparto. Vedere il mondo dell’aftermarket da un’altra prospettiva. La sfida B2B, negli uffici Norauto, fino ad un anno fa era ancora tutta da compiere. Una “spada di Damocle” che ancora non aveva toccato nessuno, ma che stava lasciando indietro l’Italia rispetto ad altri paesi del Gruppo Mobivia. «Una causa che andava
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sposata al più presto», racconta l’inizio della storia, dall’altro capo del telefono, Silvia Trossarelli, oggi marketing leader Midas/B2B & Partnership leader Norauto-Midas. Con
dieci anni di azienda in tutto, quanto bastano per salire nel comitato direzionale, è stata chiamata ad unire tutti i punti vendita nel Belpaese su un nuovo fronte: quello delle esigenze aziendali. Una partita che ha giocato convogliando tanti aspetti della sua formazione: dapprima ascoltando e accogliendo i clienti a colpi di pricing e offerte, poi riassettando tutti gli anelli della catena, secondo le doti manageriali apprese negli anni.
FOCUS SULLE FLOTTE «Abbiamo ascoltato gli HR manager e i titolari delle flotte: necessitavano di un accordo per la manutenzione di tutto il parco auto, possibile tutta la
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MISSIONFLEET DONNE AL VOLANTE
IL MERCATO AFTERMARKET All’interno dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana 2020 di Anfia, il capitolo sull’aftermarket evidenzia il fatto che gli operatori sono coinvolti nella ri-organizzazione in nuovi modelli di business in conseguenza delle profonde trasformazioni in atto. Le radicali innovazioni in cui l’industria automobilistica è coinvolta mostrano l’elettrificazione, la guida autonoma e la connettività quelle in cui la componente tecnologica presente sugli autoveicoli aumenta considerevolmente nel tempo, sia a bordo delle vetture sia nel segmento del post-vendita. Perciò, quello dell’aftermarket è stato un comparto in crescita di fatturato nel 2019 (+1,6%), anche perché il parco circolante italiano è vecchio (11 anni) e i materiali di consumo della manutenzione ordinaria sostengono le vendite. Inoltre, vendita e manutenzione di componenti elettrici ed elettronici seguono una tendenza positiva consolidata, visto il contenuto tecnologico via via crescente, anche in termini di complessità, che caratterizza il prodotto auto dell’ultimo decennio. Non avendo ancora i dati complessivi del 2020, il Barometro Anfia sui ricambi indica che i primi sei mesi del 2020 sono in flessione del (P.B.) 27,6%.
settimana, weekend compresi. Indispensabile una fatturazione unica, che eliminasse problemi amministrativi alla base». In pieno Covid-19, dunque, Norauto ha cominciato ad evolvere andando incontro anche a quelle società immobilizzate dalla pandemia. Un risultato che oggi soddisfa clienti business e privati con una manutenzione a 360 gradi di flotte multimarca, riunendo domanda e offerta con proposte all’insegna della semplificazione, della digitalizzazione e della trasparenza.
UNA RETE NAZIONALE Le peculiarità della rete dei centri Midas (dislocati in città) e dei centri Norauto (nei poli commerciali extraurbani, aperti 7 giorni su 7), del resto, sembrano un piatto invitante per chi non vuole più una singola officina a cui affidarsi, ma una realtà nazionale, che va oltre i confini regionali, in grado anche di gestire le scadenze, con programmi per tagliando,
revisione, freni e attività di manutenzione ordinaria. «Una necessità che abbiamo captato dall’attività di scouting e un modo per noi con cui fidelizzare il cliente per più tempo – argomenta la Trossarelli –. Gestire e sviluppare un dipartimento, dall’accoglienza all’offerta, fino al sistema informatico, mi ha dato la possibilità di avere una visuale ampia e aggiustare il tiro in ogni comparto. Il nostro forte? Non parlare mai di prezzo, ma di
servizio: è Il valore aggiunto di un network di 100 punti vendita, dove una flotta può avere lo stesso trattamento in qualsiasi città e sede».
SERVIZI PER I DRIVER BUSINESS Se sul lato backoffice è stato un lavoro sinergico con Francia, Germania, Spagna, Portogallo, dal punto di vista frontale il team sta ancora lavorando sui bisogni della clientela. Il prossimo passo sarà la rivoluzione del sito internet, da cui ogni società potrà seguire la gestione diretta del proprio parco. «Farà parte del nostro sistema di trasparenza offrire la “storia digitale” della propria flotta. Con il Covid-19 i clienti sono diventati molto più attenti al prezzo: spesso vogliono indagare sui fenomeni di usura, per limitare sostituzione, manutenzione e così gli ingressi in officina». Ad ogni modo, l’approccio nei centri assistenza continua ad essere sempre di più pensato per gli automobilisti business: dalle aree di aspetto con wi-fi, ai servizi di SOS batteria, per non far mai fermare chi lavora. «Non mi stupisce la presenza di molte più donne come direttrici rispetto al passato. In termini di sensibilità, l’empatia la considero un valore aggiunto», conclude. FEBBRAIO-MARZO 2021 | 27
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I PIANI DEI NOLEGGIATORI
NEL 2021
Canoni comprensivi di auto elerica e ricarica, servizi integrati come carta carburante e pedaggi, flessibilità e micro-mobilità: così cambiano i focus nel mercato corporate 28 | FEBBRAIO-MARZO 2021
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MISSIONFLEET NOLEGGIO A LUNGO TERMINE
MOBILITÀ A 360 GRADI Il 2021 è l’anno in cui a detta di Štefan Majtán, direttore generale di Arval Italia, la società inizierà a comporre la strategia Arval Beyond che mira a costruire un’offerta di mobilità a 360° sempre più sostenibile. Ne è un esempio lo sviluppo delle e-bike a noleggio che attualmente sono disponibili per i collaboratori delle aziende che hanno aderito ad Arval for employee, la piattaforma di mobilità dedicata ai dipendenti non beneficiari di auto aziendali. Si noti che le biciclette elettriche verranno offerte anche alle imprese stesse, che possono poi renderle fruibili ai loro collaboratori. Inoltre, verranno ulteriormente valorizzati i servizi connessi che sono già in portafoglio, come Arval car
di Alessandro Palumbo
la pandemia ha “costretto” le società di Nlt ad interrogarsi sulle mutate esigenze di spostamento e dare risposte concrete ai clienti. In questo servizio diamo voce ai top manager di sei operatori, ognuno dei quali evidenzia le soluzioni sulle quali la propria azienda si concentrerà nel 2021.
ŠTEFAN MAJTÁN
I Il 2020 è stato (anche) per il noleggio a lungo termine un anno molto particolare.
Il fenomeno più rilevante è stato lo smart working, che, di fatto, ha limitato l’operatività delle flotte dei clienti. Ma non solo. La maggiore mobilità individuale innescata dalla richiesta di sicurezza, la necessità di contratti flessibili e un’accentuata attenzione ai costi hanno composto il paniere delle esigenze più impattanti per le flotte aziendali nell’anno passato. Sul versante dell’offerta, FEBBRAIO-MARZO 2021 | 29
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piattaforma pensata per dare una visione globale e dettagliata della gestione amministrativa della flotta, fornendo dati e report sul totale dei veicoli, il relativo stato di manutenzione, i contratti in scadenza, il monitoraggio dei chilometri e molto altro. A questa si aggiunge UMove, l’app per accedere via smartphone ai servizi quali il car sharing di U GO e LeasysGO!, oltre che al noleggio a breve, medio e lungo termine, all’abbonamento Carcloud, alle offerte di vetture usate Clickar e alle formule finanziarie di Fca Bank. Infine, nella sezione Stores and electrification si può gestire la mobilità sostenibile ed elettrica. Senza dimenticare che l’applicazione digitale permette ai clienti di usufruire dei servizi sul proprio veicolo. ALBERTO GRIPPO
sharing e la soluzione telematica Arval active link. Per ciò che concerne la mobilità green, anche a fronte del crescente interesse per la transizione energetica delle flotte e degli obiettivi previsti dal piano Arval Beyond, si punta a migliorare l’offerta grazie a nuove partnership con importanti provider di energia, per offrire ai clienti un’ampia gamma di prodotti e servizi dedicati ai veicoli elettrici ed elettrificati.
DAL CAR SHARING ALL’USATO GARANTITO Per Ald Automotive, il 2021 sarà incentrato ad offrire soluzioni di mobilità con un’attenzione crescente su personalizzazione, flessibilità e sicurezza. Il commercial & marketing director Antonio Stanisci ci mette in evidenza come il corporate car sharing di Ald, gestito direttamente tramite un’app, fornisca ai
DIGITALIZZAZIONE E FLESSIBILITÀ DA LEASYS Nel 2021 Leasys punterà sulla digitalizzazione e sulla flessibilità, declinate nell’ottica del monitoraggio e dell’efficientamento delle flotte. Sono due i servizi su cui, secondo l’AD Alberto Grippo, la società farà maggior leva nel 2021: My Leasys e l’app UMove. La prima è la 30 | FEBBRAIO-MARZO 2021
ANTONIO STANISCI
dipendenti delle aziende una soluzione di mobilità alternativa ai mezzi pubblici (nella tratta casa-lavoro) o per l’utilizzo della
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vettura per motivi privati (ad esempio nel weekend). Invece, il prodotto Ald Flex è rivolto a quelle imprese che preferiscono
un canone fisso senza anticipo e contratti da 1 a 24 mesi senza vincoli di tempo. Infine, per Pmi e startup c’è Ald 2Life, un noleggio basato sull’usato garantito ad un canone più accessibile. Infine, per rispondere all’innovazione, il prodotto Juice Motion, in collaborazione con Enel X, combina veicoli a zero emissioni con un canone comprensivo dei consumi oppure l’installazione delle infrastrutture di ricarica.
MICRO-MOBILITÀ E PIANI AZIENDALI FLESSIBILI Nell’ambito della mobilità elettrica, ci fa sapere Alberto Viano, amministratore delegato di Leaseplan, verrà valorizzato il prodotto Ready2e, con diverse implementazioni e funzionalità. La soluzione è end to end, nella quale veicolo elettrico, infrastruttura di ricarica ed energy key sono comprese in un unico contratto. Inoltre, è possibile per il cliente inserire nel canone uno o più voucher per il noleggio di un veicolo termico da utilizzare durante il periodo delle vacanze, dove e quando si vuole. La flessibilità sarà perseguita con Flexiplan che prevede tre gruppi di auto tra cui scegliere, un canone con il chilometraggio illimitato che si inizia a pagare dopo due mesi e la chiusura sempre possibile del contratto, senza vincoli di durata. Ma la mobilità per Leaseplan è anche micro. È possibile, infatti, noleggiare un monopattino oppure una minicar elettrici. Questa è la scelta dedicata a chi si muove in città, ideale per gli spostamenti dalla stazione di ricarica a casa e viceversa, dal parcheggio al luogo di lavoro e per chi ha necessità di
percorrere brevi tratti in centro senza i vincoli del parcheggio e delle Ztl.
ALBERTO VIANO
APPROCCIO ALL’ELETTRICO MATURO E CONSAPEVOLE Guidata dal presidente Andrea Castronovo, nel 2021 Alphabet continuerà a potenziare i canali e i touch point digitali per mantenere il contatto con clienti e driver. Primo tra tutti l’app
ANDREA CASTRONOVO
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MISSIONFLEET NOLEGGIO A LUNGO TERMINE
IL 2020 DEL NOLEGGIO
PAOLO GHINOLFI
Alphabet mobility services, attraverso la quale è possibile facilitare una serie di operazioni da smartphone e da tablet, riducendo le attese e la presenza fisica. Oltre il lungo termine, invece, con la soluzione Alpharent, la società è in grado di garantire le esigenze temporanee di mobilità (a partire da una settimana, fino a un massimo di 24 mesi). A questa si aggiunge Mini subscribe, il noleggio per guidare una Mini a partire da un contratto di 3 mesi. In tema di trasformazione energetica, Alphabet è per un approccio all’elettrico maturo e consapevole. La fornitura della soluzione elettrica parte da un’analisi del potenziale di elettrificazione del cliente. Prosegue con la guida nella scelta dei veicoli, delle soluzioni di ricarica e dei servizi da includere nei contratti. Si conclude con un programma di
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Gli highlights dell’anno più difficile di sempre della mobilità on demand, con i numeri di Dataforce Italia. • Il lungo termine: Nel suo complesso ha perso il 24,98% sul 2019 chiudendo a 212.037 vetture immatricolate. • I modelli: nel 2020 del noleggio a lungo termine troviamo al primo posto la Fiat Panda, seguita da Peugeot 3008, Jeep Renegade, Alfa Romeo Stelvio e Volkswagen Tiguan. Nei veicoli commerciali: Fiat Doblò, Ducato, Fiorino e Panda autocarro. • Alimentazioni: le auto a benzina e diesel hanno perso rispettivamente -40% e -37%. Le elettriche sono passate dalle 3.854 unità del 2019 a 10.971 del 2020 (+185%). Le ibride plug in crescono del 325%, mentre le mild hybrid del 305%. Infine, le full hybrid hanno perso 9 punti percentuali. Sono state targate 38.000 ibride nel Nlt, più delle benzina. I mezzi a metano risultano stabili, mentre le Gpl in flessione del 48%. • Outlook: il Nlt punta alle 253.000 immatricolazioni (+19,3%) e una quota di mercato del 16,3% rispetto a quella del 15,3% del 2020. • Il breve termine: complessivamente il 2020 è terminato con una flessione del 50,91% per le auto (87.586 unità a noleggio a breve termine), e con una diminuzione del 17,15% per gli Lcv con 9.701 immatricolazioni totali. • Marche: La Fiat Panda risulta prima anche nel noleggio a breve termine, seguita da Lancia Ypsilon e dalle Fiat 500 a 3 porte, la 500L e la 500X. • Motorizzazioni: nel Nbt, benzina e diesel valgono ancora l’86% del mercato. Triplicano le elettriche, le ibride plug in e le mild hybrid. Le full hybrid dimezzano la quota. Per un approfondimento, rimandiamo alle pagine del “Cruscotto” di questo numero, da 3 a 8.
riduzione delle emissioni delle flotte attraverso alcuni strumenti, comprese la consulenza in materia di car policy e corsi di guida ecosostenibile.
CARTE CARBURANTE E NOLEGGIO DI EV In Sifà si punta alle partnership. Si parte con la gestione del servizio Telepass con il vantaggio di non dover sostenere pagamenti anticipati, ricevendo quindi una fatturazione unica alla fine del mese, con il dettaglio dei costi sostenuti. E si prosegue con l’ampliamento dell’offerta di fuel card grazie alla collaborazione con importanti player del settore.
«Ad oggi – sostiene l’AD Paolo Ghinolfi –, in ragione di una partnership consolidata, i nostri clienti possono già usufruire della carta carburante Dkv, potendo accedere a un ampio network di stazioni di rifornimento multibrand in tutta Italia, comprese le pompe bianche, ricevendo a fine mese la fattura e un report riepilogativo delle spese effettuate. Inoltre, nel 2021 implementeremo un nuovo servizio di mobilità sostenibile integrata grazie al quale potremo offrire la possibilità di noleggiare veicoli elettrici insieme alle infrastrutture di ricarica, a fronte di un pagamento di un unico canone mensile».
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MISSIONFLEET SMART MOBILITY
LA VIA ITALIANA
DELLA MOBILITÀ CONNESSA Octo Telematics e The European House - Ambrosei preparano le azioni per realizzare l’ecosistema. Appuntamento a seembre con un forum
Per una strategia italiana sulla mobilità connessa, Octo Telematics si è “alleata” alla società di consulenza The European House - Ambrosetti: dalla collaborazione nascono tavoli tematici di discussione e un comitato scientifico composto da Franco Fenoglio, AD di Italscania e presidente veicoli industriali di Unrae, e Giuseppe Roberto Opilio, esperto di telecomunicazioni prima in Tim e oggi in Huawei. Il gruppo di lavoro condurrà ricerche per sviluppare un percorso sulla smart mobility e presenterà i risultati durante un forum in programma il 17 settembre 2021. «La mobilità connessa rappresenta una rivoluzione destinata ad avere un impatto profondo non solo sul nostro modo di utilizzare l’auto o i mezzi di trasporto, ma più in generale sul nostro stile di vita – osserva Nicola Veratelli, Ceo di Octo Group –: è necessaria una visione chiara e condivisa con
tutti gli attori pubblici e privati di tale ecosistema, per poter cogliere le molteplici opportunità di business. In tal senso, questa partnership si propone di offrire un contributo di studio, di sensibilizzazione e di proposta concreta sia alle aziende protagoniste del settore, sia soprattutto all’intero sistema Paese».
IN ITALIA In Italia, i ministeri per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione e quello delle Infrastrutture e dei trasporti hanno siglato a dicembre 2020 un protocollo d’intesa per la sperimentazione di veicoli a guida autonoma e connessa. Anche il Belpaese si mostra attento a quanto accade su scala globale dove i servizi telematici nell’automotive si stima arriveranno a valere 9,8 miliardi tra cinque anni, dai 3 miliardi del 2019. «Vogliamo immaginare il futuro della mobilità in modo da identificare le priorità
d’azione per i player industriali e i policy maker al fine di creare una avanguardia industriale italiana», aggiunge Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House Ambrosetti.
TRAFFICO DI DATI E ASSICURAZIONI Va da sé che il tema della connessione e del traffico di dati balzi in primo piano in questo ambito. Oggi, un veicolo genera circa 25 GB di dati per ogni ora di utilizzo e nei prossimi anni questo valore crescerà fino a 3.600 GB. Quali sono le priorità della gestione e dell’utilizzo delle informazioni in maniera funzionale a sviluppare l’ecosistema della mobilità connessa? Si pensi alle assicurazioni per cui Octo è leader nelle soluzioni di analisi dei dati provenienti dalle automobili. Con quasi 10 milioni di polizze basate su servizi telematici, il 24% del totale (dato 2019), l’Italia è il mercato più importante d’Europa. Sia in termini di penetrazione che di numero di black box installate a bordo. «La crescita continuerà fino ad arrivare a oltre 25 milioni di unità con un tasso di penetrazione del 55,3% nel 2024», spiega una nota.
a cura della redazione
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NICOLA VERATELLI
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MISSIONFLEET DIRECTOR’S CUT
LEGGENDE CHE TORNANO IN VITA Jaguar torna a produrre in edizione limitatissima la C-Type: il mito di Le Mans si risveglia grazie ad un sapiente lavoro di archiviazione e ingegneria. E l’emozione corre più forte di una hypercar
di Paola Baldacci
O Ormai quasi centenaria, la 24 Ore di Le Mans ha portato sul podio due volte la Jaguar Ctype. Era il 1951 per la prima di 7 vittorie totali della casa del giaguaro nella gara di endurance
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transalpina, nata per promuovere il commercio delle antesignane auto “da turismo” negli Anni Venti. L’affusolata sportiva da corsa torna oggi in vita per soli otto esemplari costruiti a mano, dunque celebrare i 70 anni. Saranno equipaggiati con freni a disco “originali”, assemblati nello stabilimento inglese dove le vetture d’epoca di Jaguar Land Rover riprendono forma, esaudendo i sogni di appassionati e amanti di uno stile intramontabile. In una
stretta combinazione fra artigianalità e ricerca dei segreti del passato.
IL MODELLO DI LE MANS IN PRODUZIONE Spiega la Casa: «Ogni vettura rispecchierà le specifiche tecniche stabilite dal team ufficiale vincitore a Le Mans nel 1953, che includono il propulsore a sei cilindri in linea da 3,4 litri da 220 CV, con triplo carburatore Weber 40DCO3 e freni a disco».
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MISSIONFLEET DIRECTOR’S CUT
LA CASA DELLE BAMBOLE Jaguar Land Rover Classic Works a Coventry, nel Regno Unito, è come una “casa delle bambole” agli occhi dei bimbi: l’habitat naturale, un po’ sogno e un po’ realtà, riprodotto secondo un’ideale perfezione. Con la differenza che le auto classiche sono vere e non in miniatura come nel gioco. Nel 2017, nelle West Midlands, in Inghilterra, JLR ha investito per dare al marchio dei veicoli classici del gruppo una sede che sviluppa servizi di restauro, ricambi ed esperienza di guida a proprietari ed appassionati di Jaguar e Land Rover.
I proprietari la riceveranno in occasione di un evento celebrativo di matrice sportiva nel 2022. Ma come è possibile ricreare lo stesso modello? E’ un piccolo “miracolo” di ingegneria, grazie al programma Jaguar Classic Continuation, che ha già sviluppato altre leggende di Le Mans come le Lightweight Etype, XKSS e la D-type. Quest’ultima il mito sopra tutte: un “missile da corsa”, leggero come una piuma d’acciaio (800 kg) per sfiorare i 300 orari. Vincere tre volte di fila (1955, ’56 e ’57), poi lasciare lo scettro ad un’altra Maestà, la Ferrari 250 Testa Rossa. Ma dicevamo del programma che rianima i grandi classici JLR: gli ingegneri di Jaguar Classic hanno focalizzato la loro attenzione sugli archivi della Casa e, incrociando successivamente i dati di riferimento di una C-type originale con la più recente tecnologia Cad, riescono a “clonarne” una nuova, il più autentica possibile. Disegni tecnici originali e la minuziosa documentazione redatta dal team di ingegneri che svilupparono la C-type
assicurano un prodotto fedele alle origini.
STORIE DI INGEGNERI Tra i professionisti ci sono Malcolm Sayer, responsabile delle competizioni, gli ingegneri William Heynes e Bob Knight, primi leggendari designer di auto che nel ’900 – un secolo di gran classe – hanno creato icone vere. E Norman Dewis, il capo collaudatore che nel 1954 rifiutò l’offerta di lavoro di Enzo Ferrari. È mancato due anni fa,
all’età di 98 anni. Amava i cravattini western di cuoio e ha svelato il motivo del diniego alla testata inglese “Car and driver”, in un pezzo di Mike Duff: «Jaguar è stata tutta la mia vita, davvero. Nel 1954 Enzo Ferrari entrò ai box a Le Mans e fece due chiacchiere con me. Mi ha offerto un lavoro e sono tornato dalla gara dicendo a mia moglie che mi era stata data la possibilità di andare in Italia: c’era un alloggio e sarebbero stati buoni soldi. Disse: “Norman, vai se vuoi, ma io resto qui con i bambini”. Beh, non sarei andato senza di lei, quindi ho rifiutato. Ma a volte
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penso a cosa sarebbe successo se avessi accettato l’offerta. Penso che sarebbe stato interessante».
RISCRIVERE LA STORIA Ma la storia non si riscrive, ogni lasciata è persa. Eccezion fatta per le repliche, quelle fatte bene. Come vi stiamo raccontando qui: nel progetto della Jaguar Ctype i dati provenienti dalla tecnologia CAD hanno raggiunto un livello ancora più elevato. Infatti, attraverso un configuratore online appositamente progettato, per la prima volta Jaguar Classic è in grado di offrire ai propri clienti l’opportunità di visualizzare in modo virtuale la propria C-type Continuation. Il nuovo strumento, disponibile su Classicvisualiser.jaguar.com, consente agli utenti di confrontare le varianti
cromatiche e le diverse finiture disponibili tra le 12 autentiche tinte per l’esterno e le 8 colorazioni per l’interno. Si possono aggiungere le decalcomanie tonde in stile racing, lo stemma per il volante e quello per il cofano. Infine, non saranno solo 8 automobili belle da ammirare, ma potranno persino partecipare alle gare. In pista e su strade chiuse, naturalmente. Infatti, è possibile
F-TYPE LIMITED EDITION Jaguar non festeggia solo i 70 anni della C-type: per il 60° anniversario della E-type ecco una nuova F-Type in edizione limitata denominata Heritage 60 Edition, basata sulla versione R sovralimentata da 575 CV. Una sportiva a trazione integrale prodotta in soli 60 gli esemplari rifiniti a mano. Realizzata nell’esclusivo verde Sherwood green che dagli anni 60 non è mai stato più offerto su nessun modello Jaguar, lo speciale allestimento avrà interni bicolor in pelle, cerchi in lega da 20 pollici. In versione coupé (a partire da 162.375 euro) e convertibile (da 169.035). PRESTAZIONI Lanciata nel dicembre del 2019, la nuova F-Type R, su cui è basata l’Heritage 60 Edition, è disponibile esclusivamente a 4 ruote motrici ed è dotata di una specifica taratura degli ammortizzatori, delle barre antirollio e dei giunti delle sospensioni posteriori, per un maggior coinvolgimento del guidatore. La sua potenza viene generata dal propulsore V8 Jaguar che sviluppa 700 Nm di coppia. Accelera da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e arriva a 300 km/h. 36 | FEBBRAIO-MARZO 2021
richiedere una imbragatura certificata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (Fia) e una protezione contro il ribaltamento.
LA 24 ORE FRANCESE SI CORRE IL 12 GIUGNO Il 26 maggio del 1923 nasceva la 24 Ore di Le Mans, che si corre ancora oggi sul Circuit de la Sarthe a 200 chilometri da Parigi, nella regione della Loira. L’anno scorso si è svolta a porte chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria. La pista è tra le più lunghe al mondo, 38 curve per 13,6 chilometri: composta dal tracciato permanente Bugatti – dove si corre il Moto GP – più alcune strade della cittadina, chiuse al traffico durante la gara. Le regole impongono che i piloti restino alla guida non più di 12 ore, di solito fanno quattro turni da 120 minuti ciascuno. Si comincia alle 14:30 e si termina alla stessa ora del giorno dopo: quest’anno il sabato 12 giugno. Quante gomme consuma ciascun team in un weekend? 48. Quest’anno vedremo in gara una nuova categoria di vetture che il comitato organizzatore introduce per attirare più costruttori a fronte del contenimento dei costi: le hypercar in sostituzione della precedente classe di prototipi, comunque ammessi.
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VIRTUOSA SUZUKI Ancora un po’ più su: la Casa di Hamamatsu cresce nel mercato italiano e brilla per efficienza dei consumi e basse emissioni. Intervista al responsabile floe, Giovanni Raccagni
di Paola Baldacci
S Suzuki in Italia chiude un triennio di crescita significativa, salendo al 2,42% di quote di mercato. La casa di Hamamatsu viene dal 2% del 2019 e dall’1,72% del 2018. Il 93% della clientela è rappresentata da privati, ma le flotte conquistano ogni anno un’attenzione in più, contestualmente con i nuovi modelli che vanno a soddisfare le richieste del segmento
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corporate. «Un mercato che negli ultimi tre anni ci ha visti scegliere dalla pubblica amministrazione e dalle forze dell’ordine», argomenta
Giovanni Raccagni, coordinatore flotte di Suzuki Italia dal 2018. Due anni fa, l’Arma dei Carabinieri si è dotata di Suzuki Jimny per la prima
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volta e il fuoristrada è andato sold out già a inizio 2020, esaurendo in poche settimane di gennaio l’intero lotto di esemplari assegnato al mercato italiano. Passo dopo passo, il costruttore giapponese si apre la strada nel Belpaese con la scelta di proporre soltanto modelli ibridi «e di grande personalità, tutti equipaggiati o equipaggiabili anche con cambio
automatico e a trazione integrale». Tutti tranne la novità del 2021, Swace hybrid. Che insieme all’arrivo dell’Across plug in, il Suv “elettrico sempre e ibrido quando serve”, va ad impostare una strategia con più frecce nell’arco per i parchi auto aziendali. Secondo le aspettative, le vendite dovrebbero attestarsi attorno alle 38.000 vetture nel 2021, in un mercato nazionale
ipotizzabile nell’ordine delle 1,51,6 milioni di unità secondo le analisi di Unrae.
SWACE, LA WAGON TUTTA SPAZIO ED EMISSIONI RIDOTTE Il 2021 si apre con l’arrivo in concessionaria di una wagon che sottolinea su spaziosità ed efficienza. Infatti, nel ciclo combinato Wltp i consumi sono nell’ordine dei 4,5 l/100 km mentre le emissioni di 103 g/km di CO2. Valori che danno accesso agli incentivi statali della seconda fascia e portano il prezzo (con la rottamazione di un vecchio veicolo) dell’allestimento Cool a 23.400 euro. Invece, per la versione Top ci vogliono 25.900 euro. Dell’abitacolo va messo in evidenza un bagagliaio che va dai 596 ai 1.606 litri, ideale per le attrezzature ingombranti e sportive. Grazie alla soglia di carico bassa e alla forma regolare del vano, che dispone
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OBIETTIVO: NUOVE FASCE DI MERCATO Come commenta il bilancio e le prospettive, Giovanni Raccagni? «Il 2020 è stato un anno positivo per il settore flotte di Suzuki Italia che ha chiuso con +30% rispetto al 2019, grazie anche a delle collaborazioni con la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda il 2021, in cantiere ci sono progetti concreti come la partecipazione a gare pubbliche. Inoltre, grazie ai nuovi ingressi in gamma di Suzuki Swace hybrid e Across plug in sarà possibile entrare in nuovi segmenti di mercato con la possibilità di incrementare i volumi di vendita». Come è cresciuto il mercato di cui si occupa negli ultimi 3 anni? «Storicamente siamo un brand orientato alla vendita di vetture ai privati, che costituiscono circa il 93% del business. Negli ultimi tre anni del settore flotte, Suzuki è stata scelta dalla pubblica amministrazione e dalle forze dell’ordine, chiudendo alcune forniture di vetture. Anche nel noleggio, sia a breve che a lungo termine, insieme ai partner, in particolare Ald Automotive, con cui abbiamo progettato il programma Suzuki Rent, registriamo una costante crescita in termini di volumi». I modelli sui quali punterete nel 2021, perché sono raccomandabili alle flotte aziendali? «Le novità Suzuki per le flotte del 2021 sono rappresentate dai due nuovi modelli già citati: – Suzuki Swace hybrid, una open space con un motore 1.8 CC e un sistema ibrido da 207V disponibile solo con cambio automatico e ideale per le aziende, grazie alle sue prestazioni efficaci per l’abbattimento della CO2 ed efficienti per il contenimento dei consumi; – Suzuki Across plug in, Suv robusto e sportivo, dotato di un sofisticato sistema ibrido plug in e di trazione integrale 4x4 E-Four, che permette di percorrere in elettrico fino a 98 km in città. Entrambi godono degli ecoincentivi 2021». Quali auto ibride plug in rappresentano la vostra risposta alle esigenze di transizione energetica nei parchi delle imprese? «Certamente l’Across, un Suv plug in che viaggia in elettrico, ma diventa ibrida quando serve e permette di percorre oltre 900 chilometri in modalità ibrida». Model YR 2021: quali modelli si presentano ri-stilizzati? «Nel 2021, oltre alla versatile Suzuki Swace hybrid, arriveranno le versioni con il cambio automatico dell’iconica Vitara hybrid e della S-Cross hybrid. Si attende, inoltre, l’arrivo di Jimny in versione autocarro, vettura ideale per il territorio italiano che per la maggior parte è composto da strade collinari e di montagna (circa il 75%). Suzuki Jimny Pro N1 è richiesto da aziende che operano su questo tipo di terreni». Nella distribuzione tra concessionari e noleggiatori, come si attua la strategia del segmento flotte? «I maggiori volumi di vendita del segmento flotte sono realizzati dai noleggiatori. I concessionari, invece, propongono ai propri clienti soluzioni di noleggio attraverso Suzuki Rent». 42 | FEBBRAIO-MARZO 2021
anche di un comodo doppio fondo, il volume si sfrutta appieno. Il piano può essere ribaltato e utilizzato nei due lati: uno rivestito in moquette, l’altro in materiale resistente ai graffi e facilmente lavabile. La distanza tandem tra i sedili anteriori e il divano è tra le migliori della categoria, 928 mm.
VIRTUOSA ACROSS PLUG IN Tutta la gamma Suzuki beneficia degli incentivi statali rivolti alle Euro 6 di ultima generazione, ai quali si somma il contributo di 2mila euro dei concessionari. Ma Across plug in è particolarmente virtuosa in fatto di sostenibilità ambientale: ricade, infatti, nella fascia tra i 21 e i 60 g/km di CO2. Con questo Suv, la Casa entra nel segmento degli sport utility vehicles oltre i 4,5 metri e consente un bonus statale fino a 4.500 euro nel caso in cui l’acquisto sia accompagnato dalla rottamazione di un’auto precedente al 2011 ritenuta inquinante, al quale si aggiunge lo sconto di 5.500 euro applicato dalle concessionarie. Si tenga conto che Suzuki brilla nel rispettare i limiti delle emissioni imposte dalla Commissione europea. Nel corso del 2020 ha raggiunto la soglia dei 95 gr CO2/km come valore medio ponderato dei suoi veicoli di nuova immatricolazione. Ad ottobre, la media generale italiana era di 105,3 gr/km di CO2.
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Raramente, le nostre analisi hanno riguardato due vetture così lontane per concezione e peso del blasone. Da una parte l’espressione compatta di un marchio premium quale BMW, con una schiera di fedeli clienti e soprattutto un mare di sognatori. Dall’altra, un brand quale Dacia che da quando è entrato a pieno titolo nel Gruppo Renault ha guadagnato quote di mercato e una stima generale per quanto è riuscito a fare. In pochi anni è diventato un simbolo di qualità a prezzi competitivi. Non a caso se la BMW Serie 1 è protagonista nel suo segmento, ovviamente in fascia premium, la Dacia Sandero è sesta assoluta nel B, da sempre il più combattuto, e ha il plus che insieme alla berlina cinque porte – oggetto della nostra valutazione – offre anche le versioni crossover (Stepway) e quattro porte (Logan). Un’osservazione: entrambe le vetture non hanno ceduto all’imperante elettrificazione. Benzina e diesel in casa Bmw, benzina e Gpl in casa Dacia: questo non toglie nulla al valore del progetto, anzi.
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L’ANALISI DI
BMW 120d Business advantage: what else? La chiamavano The One perché la prima e seconda generazione trasmettevano la potenza del motore alle ruote posteriori, soluzione abbandonata da tutte le altre vetture Bmw. Ora la Serie 1 rientra (apparentemente) nella routine della trazione anteriore: in realtà, oltre la rivoluzione meccanica c’è molto di più. È leggermente più corta (di 5 millimetri) e più larga della seconda generazione e misura ora 4,32 m, è larga 179 cm e alta 143 cm. Salire a bordo è più facile. Il nuovo volto e la sua reinterpretazione delle caratteristiche iconiche del marchio sono chiaramente visibili nel frontale: il doppio rene è più grande, e nell’ammiraglia sportiva – la BMW M135i xDrive – la griglia a barre classiche è sostituita da un design a maglia tridimensionale ispirato alle auto da corsa. I fari sono inclinati verso il basso e conferiscono al modello un aspetto fresco e molto dinamico. Le forme si ispirano comunque alla tradizione, con i fianchi affusolati, il familiare “muso di squalo”, la vetratura laterale sottile che rende il profilo slanciato e proiettato verso la parte posteriore dove si notano i terminali di scarico. di Maurizio Bertera
LA GAMMA Sicuramente ampia, con più motorizzazione. Ci sono tre classici benzina (116i da 109 CV, 118i da 140 CV, 120i da 178 CV) con due ‘plus’ come 44 | FEBBRAIO-MARZO 2021
il 128ti da 265 CV e l’M 135i xDrive da 306 CV. E tre diesel quali il 116d, il 118d e il 120d. Curiosità: M135i xDrive è la più potente unità a quattro cilindri del BMW Group e accelera da 0 a 100
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km/h in soli 4,8 secondi per una velocità massima di 250 km/h. Di serie, trasmissione manuale a sei rapporti per 116d, 118d, 118i e 120i (opzionale l’automatico doppia frizione DCT a 7 rapporti) mentre l’automatico Steptronic a otto rapporti equipaggia 120d e le versioni a benzina più potenti. Gli allestimenti sono cinque (Advantage, Business Advantage, Sport, Msport, Luxury) che incrociati con i vari propulsori creano un’offerta di ben 41 versioni, 19 a benzina e 22 diesel. La forbice di prezzo è ovviamente elevata con le entry level a 26.500 e 28.800 euro (116i e 116d) mentre le top di gamma sono vendute a 47.350 euro e 49.100 (120d xDrive Luxury e M135i xDrive).
LA PREFERITA Quando un allestimento si chiama Business Advantage è una scelta naturale. E Il motore più adatto ci sembra il 120d che eroga 190 CV a
4.000 giri/minuto, con una coppia di 400 Nm a 1.750 giri/minuto: da qui prestazioni all’altezza con uno spunto massimo di 231 km/h e uno 0-100 km/h in 7,3 secondi. Come detto, c’è il super affidabile Steptronic a garantire cambiate sempre precise e silenziose. I consumi non ‘picchiano’ sul portafoglio: 4,9 litri nel ciclo urbano, 3,9 litri nell’extraurbano per una media di 4,3 litri. Considerando la capienza del serbatoio, un MilanoRoma-Milano – guidando in modo saggio – è fattibile. L’allestimento è valido, a partire dal posto guida: è scomparso il quadro strumento analogico e al suo posto c’è il Live Cockpit Professional con grafica virtuale, e forme che ricordano il doppio rene nel frontale. Misura 10,25 pollici di diagonale, come l’adiacente Control Display a sfioramento per ogni funzione di infotainment. Ma ci sono anche, di serie, il cruise control e il Park Distance control per un
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L’ANALISI DI
parcheggio facile. L’HeadUp Display a colori da 9,2 pollici è disponibile come optional per la prima volta sulla Serie 1. Il prezzo della versione è di 41.400 euro.
I TEMPI DI CONSEGNA BMW dichiara un tempo sui 90 giorni.
IL VALORE RESIDUO L’usato certificato di BMW Premium Selection è una certezza, alla luce dei controlli a 360° e della garanzia e assistenza stradale sino a 48 mesi. In più, ci sono i prodotti finanziari studiati appositamente a partire da U-Select che a fine contratto consente di scegliere se tenere la vettura usata sino a quel momento o cambiarla con un’altra.
I COSTI DI GESTIONE Al di là della garanzia base di due anni, è possibile optare per una delle tre
proposte di BMW Service Solutions. La prima è BMW Service Inclusive che prevede la manutenzione ‘ordinaria’. La seconda è Service Inclusive Plus che copre i servizi del pacchetto precedente, aggiungendo la manutenzione per le parti soggette a usura. La terza, limitata alle vetture con quattro anni di attività, si chiama Oil Inclusive e si occupa appunto degli interventi relativi all’olio.
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e valori di riscatto su misura. L’ultimo prodotto, in ordine di tempo, è WhyBuy Evo: un leasing operativo che offre la possibilità di un canone già inclusivo di servizi e la libertà di modularne il contenuto sulla base delle proprie specifiche esigenze.
I PREGI E I DIFETTI
I primi sono evidenti. Per esempio, i sistemi di assistenza alla guida sono ripresi dai modelli più in alto LE FORMULE nella gamma BMW, e FINANZIARIE debuttano per la prima volta sulla Serie 1. Così come Si passa ovviamente per BMW Financial Services. Le sempre dalle categorie soluzioni finanziarie partono superiori, arrivano le opzioni di due nuove funzionalità: la con BMW Select dove si ha BMW Digital Key e il BMW la libertà di decidere a fine contratto se tenere il mezzo, Intelligent Personal Assistant, ossia un rifinanziando la quota compagno digitale che si residua, restituirlo in attiva col saluto “Ciao BMW”: concessionaria oppure il conducente può utilizzare cambiarlo con una nuova l’auto e accedere alle sue BMW, contando sulla funzioni e informazioni valutazione inizialmente pattuita. Why-Buy è invece il semplicemente parlando. Il passaggio alla trazione leasing che garantisce il anteriore ha liberato spazio massimo della libertà con interno, specie quello anticipi, durate contrattuali
destinato ai passeggeri posteriori e il bagagliaio (in opzione ora anche il portellone ad azionamento elettrico) che offre 380 litri di capacità rispetto ai precedenti 360 litri. Il confort e il piacere di guida sono quelli che rendono BMW una marca veramente premium. Difetti: come in tante altre compatte, il posto in mezzo al divano posteriore non è comodo.
IMMAGINE Difficile che negli ultimi anni, un modello di BMW non sia all’altezza delle aspettative. La Serie 1 ne è un valido esempio, per la mancanza di effettivi punti deboli e la cura in ogni elemento: dalla sicurezza all’infotainment e alle rifiniture. Certo, il ticket per possederla non è dei più economici – e la lista degli optional lo conferma più che il prezzo delle singole versioni - ma resta un investimento, al di là del piacere estetico e prestazionale che regala. FEBBRAIO-MARZO 2021 | 45
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L’ANALISI DI
Dacia Sandero Streetway Salto di qualità Il fenomeno Dacia non toglie il piede dall’acceleratore, alzando il livello di qualità. Così la terza generazione di Sandero – berlina o Streetway come preferite –, che si porta dietro la crossover Stepway e la quattro porte Logan, mostra tutte le carte in regola per proseguire una storia di successo, sorprendente solo per chi dubitava sulla potenzialità di questa auto ‘low cost’. Per battere i record, Dacia è partita dal telaio dell’ultima Clio e ha allargato di ben 12 cm la vettura rispetto alla serie precedente, mentre le altre dimensioni variano di poco. Da qui deriva una ‘muscolatura’ superiore e un look più deciso: il parabrezza ha un’inclinazione maggiore, il tetto è abbassato di 1 cm, il frontale più largo e le vetrature più ampie. La mascherina ha una nuova trama cromata, le luci diurne a led mostrano un’inedita firma luminosa a forma di “Y”, che viene ripresa anche nei fanali e regala alla Sandero una forte identità. di Maurizio Bertera
LA GAMMA La serie di motorizzazioni è interamente omologata Euro 6D. L’offerta comprende il 1.0 tre cilindri aspirato SCe 65 (non disponibile per la Stepway) abbinato a un cambio manuale a cinque rapporti, 46 | FEBBRAIO-MARZO 2021
l’eccellente 1.0 litri turbo TCe 90 con trasmissione manuale a sei marce o automatica di tipo CVT, e infine il TCE 100 Eco-G, ovvero il turbo alimentato a benzina-Gpl della stessa cilindrata, con 100 Cv di potenza e la trasmissione manuale a sei rapporti. Tre
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gli allestimenti: Access, Essential e Comfort. I prezzi della Streetway partono da 8.950 euro per la 1.0 SCe 65 Cv Access e arrivano ai 13.600 dellaQuanto all’EcoG la entry level è allestita Comfort e costa 12.600 euro.
LA PREFERITA Ci ha convinto la versione di punta della gamma dove emerge ancora maggiormente il salto di qualità della Sandero. L’abitacolo è degno di una vettura media, partendo dalla regolazione in altezza e profondità di uno sterzo ben allineato con i pedali, e concludendo con il bagagliaio da 410 litri di capacità e un piano di carico a doppio livello. La plancia è stata ridisegnata (al pari dei sedili) e spicca il sistema Media Display con schermo touch da 8” posizionato nella parte alta della consolle, gestibile da un sistema operativo da alta gamma Renault e integrabile con la
connettività wireless per Apple CarPlay ed Android Auto. L’1.0 TCE eroga una potenza di 91 Cv a 5000 giri/min, con una coppia massima di 160 Nm a 3750 giri/min. Il cambio è il CVT a variazione continua a sei rapporti. La velocità massima è di 178 km/h mentre i consumi nel ciclo misto si attestano a 6,3 litri ogni 100 km.
I TEMPI DI CONSEGNA Si aggirano sui tre mesi, a meno di particolari promozioni.
IL VALORE RESIDUO La Sandero battaglia in un segmento affollato ma mantiene una corretta quotazione. Il brand affida il ‘sistema usato’ a Renault Selection: è un programma studiato per assicurare lo stesso livello di qualità, servizi e soddisfazione di quando si acquista un’auto nuova. I cardini sono rappresentati da 54 controlli
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L’ANALISI DI
negli elementi importanti dell’auto, le estensioni di garanzia (Excellence, Selection con durate e chilometraggi diversi), formule assicurative e la possibilità di finanziamenti ad hoc.
I COSTI DI GESTIONE Al di là della garanzia base di tre anni o 100mila km, Dacia offre un contratto di estensione a 5 anni. Per la manutenzione ci sono servizi ad hoc, con ampia possibilità di manutenzione.
LE FORMULE FINANZIARIE Oltre a finanziamenti più classici come Value Box e Multiplo, merita attenzione Dacia Way: la formula finanziaria permette di guidare un’auto sempre nuova, grazie a un’inedita combinazione tra minimo anticipo, rate mensili contenute e un valore minimo garantito che tutela bene il mezzo. Il leasing, ribattezzato DaciaFin, è
flessibile: permette al titolare o all’azienda di modulare il contratto in base alle esigenze in termini di convenienza fiscale, di proprietà (con riscatto a fine contratto), di durata (da 24 a 60 mesi) e di servizi aggiuntivi. In generale, è ampia la lista dei servizi assicurativi come non mancano promozioni del momento.
IL NOLEGGIO Quello a lungo termine nasce dalla partnership tra Renault Italia ed RCI Banque Succursale Italiana, finanziaria del Gruppo. Dacia Lease garantisce il piacere di guidare il veicolo senza gli oneri gestionali come l’assicurazione, gli interventi di manutenzione o l’eventuale soccorso stradale. Tutti i principali servizi, richiesti dalle aziende che noleggiano un’auto, sono inclusi nell’offerta base, mentre il canone viene calcolato in base al reale utilizzo della vettura.
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I PREGI E I DIFETTI Al di là del prezzo competitivo, senza dubbio un punto di forza della Sandero resta il comfort. L’abitacolo si conferma spazioso per la categoria e rifinito con semplicità. Certo, le plastiche sono tutte rigide (non c’è da stupirsene questa è un’auto low cost) ma ben lavorate e la plancia è impreziosita da un inserto in tessuto. La chiara e completa strumentazione, poi, è analogica, quindi niente effetti speciali con cruscotti digitali. La nuova piattaforma CMF, oltre a rendere più moderna la scocca, ha permesso di aumentare la dotazione di sicurezza: oltre alla frenata automatica assistita e l’e-call di serie, ora sono disponibili il sensore angolo cieco, l’assistenza al parcheggio e quella per partenze in salita. Meno convincente lo sterzo – che non brilla per precisione e il cambio CVT, silenzioso nel traffico e a velocità costante,
ma con ritardi evidenti quando si chiede accelerazione in una guida più decisa.
IMMAGINE Sono lontani i tempi in cui salendo a bordo di una Dacia si provava una sensazione di low cost, che se da un lato era il family feeling (e in definitiva la ragione del grande successo) dall’altro allontanava una fascia di pubblico. Ora, sulla Sandero si avverte una raffinatezza costruttiva non da utilitaria e una visione più ampia, anche se manca il diesel e difficilmente si vedrà: segno dei tempi. Va aggiunto che questa crescita si sta svolgendo sotto l’occhio attento della casa madre: l’importante è differenziarsi da Renault, anche se le sinergie tra i brand sono evidenti. In ogni caso, proseguirà bene una storia segnata da 2,1 milioni di unità, ossia il 32% delle vendite della Casa da quando è entrata nel gruppo. FEBBRAIO-MARZO 2021 | 47
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MERCATO
MOBILITY MANAGEMENT Nasce Easy Mobility Edenred, una piattaforma modulare dedicata alla pianificazione e alla gestione degli spostamenti casa-lavoro. La raccolta di dati attraverso questionari compilati dai dipendenti permette di raccogliere in un unico strumento le informazioni legate agli spostamenti e alla sostenibilità. Naturalmente dopo essere stati integrati con informazioni connesse alla collocazione delle sedi aziendali e ai servizi di trasporto disponibili sul territorio. Realizzata in collaborazione con Movesion, l’interfaccia è composta da moduli interattivi che offrono un vasto ventaglio di servizi. Tutti a vantaggio dei dipendenti. I benefit vanno dall’acquisto di biglietti e abbonamenti per il trasporto pubblico alla condivisione tra colleghi del percorso casa–lavoro. Senza dimenticare l’aggiornamento con notizie riguardanti mobilità e trasporto e la possibilità di accedere a servizi di car sharing a prezzi agevolati. E ancora, dalla ricerca del tragitto più adatto, grazie alla funzionalità del motore “percorso multimodale”, alla prenotazione in tempo reale del parcheggio. Si può anche visualizzare posizione e orari delle navette aziendali, raccogliere in un unico modulo tutte le app dedicate al trasporto pubblico. Infine bike sharing e car pooling, a completamento dell’ampio panorama di scelta per spostarsi.
CAMBIO DELLA GUARDIA Roberto Moneda entra in Texa, alla guida della telemobility business unit che Andrea Algieri ha diretto per 9 anni, oggi in pensione. Il manager proviene da Targa telematics dove è stato corporate fleet Europe sales director. Precedentemente alla direzione commerciale di Cobra automotive technologies, azienda italiana di servizi telematici. Acquisita da Vodafone nel 2014 per 145 milioni di euro, all’epoca in cui la telco pianificava un posizionamento più profondo nel settore della connettività machine to machine (M2M). Nato a Milano nel 1962, Roberto Moneda è laureato in filosofia con un master in marketing e comunicazione. Le esperienze lavorative precedenti sono state in Sony e Pioneer, come responsabile business unit sales & strategy e come GM delle vendite. I settori di operatività dell’azienda veneta sono molteplici: Texa è attiva nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di strumenti diagnostici multimarca. Nonché analizzatori di gas di scarico, stazioni di ricarica per climatizzatori e dispositivi di telediagnostica per auto, moto, camion, imbarcazioni e macchine agricole. Recentemente ha presentato un nuovo tool “Txt multihub” per compensare le richieste delle officine di lavorare su diverse tipologie di mezzi e con differenti protocolli di diagnosi. Senza dimenticare le numerose modalità di connessione. Il display riproduce più di 40 messaggi che comunicano al tecnico le informazioni di cui ha bisogno durante le operazioni di verifica.
Registrazione Tribunale di Milano n° 219 del 28/03/2006 Direttore responsabile Paola Baldacci Collaboratori Andrea Barbieri Carones, Maurizio Bertera, Alessandro Palumbo, Salvatore Saladino, Ilaria Salzano Progetto grafico Arianna Pierri Stampa Faenza Printing Industries, Faenza (RA) Distribuzione in Italia Faenza Printing Industries, Faenza (RA)
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