AGRICOLTURA VENETA
Numero Due | Novembre 2013
CRITERI DI FINANZIAMENTO, SERVE CAMBIAMENTO
E’
SPECIALE GIOVANI Mercato
Banda larga
NUOVI MODELLI PRODUTTIVI PER IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA VENETA
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fondamentale assicurare la massima efficienza nell’impiego dei fondi pubblici destinati alle imprese. Per questo la Regione intende proporre l’impiego di criteri più “strategici” nella selezione delle domande a valere sul Programma di Sviluppo Rurale. In altri termini le graduatorie dovrebbero tener in maggior conto l’effetto reale dei progetti in termini di incremento di redditività e tutela dell’occupazione, avendo sempre ovviamente riguardo a temi quali la sostenibilità e l’innovazione. I criteri di assegnazione finora hanno privilegiato elementi come la qualità delle produzioni, la categoria d’investimento, la natura del soggetto proponente e così via. Questo è ovviamente uno dei molti argomenti che saranno oggetto di proposta e confronto in sede di Partenariato, avviato già da qualche mese dalla Regione per dialogare con i giovani agricoltori veneti, con le associazioni di categoria e con i rappresentanti del settore, per far emergere i fabbisogni di intervento del comparto. In tale contesto si sta ora lavorando alla definizione della strategia in rapporto alle priorità previste dal regolamento e, entro il mese di dicembre, verrà formulato il documento di proposta per il nuovo PSR.
pag. 4-5
Franco Manzato Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto
Innovazione
LO SVILUPPO DELLE AREE RURALI PASSA PER LE RETI
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Opportunità
ENERGIA DALL’ERBA, SI PUÒ?
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NUOVI BANDI PER FORMAZIONE, CONSULENZA E PROMOZIONE
“Iniziativa finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007-2013. Organismo responsabile dell'attuazione: Veneto Agricoltura. Autorità di gestione: Regione del Veneto Direzione Piani e Programmi Settore Primario"
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GIPA/NE/0014/2012
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Il confronto sulle priorità 2014-2020
NUOVI MODELLI PRODUTTIVI PER IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA VENETA Orientarsi al mercato, sviluppare nuovi canali di commercializzazione e insistere sul ricambio generazionale: le necessità dello sviluppo rurale regionale nell’analisi dei fabbisogni realizzata dalla Regione del Veneto Orientare definitivamente i settori agricolo e forestale verso il mercato, consolidando i risultati ottenuti dal sistema veneto negli ultimi anni. La Regione del Veneto ha delineato i fabbisogni per la competitività dell’agricoltura regionale e li ha sottoposti ai rappresentanti dello sviluppo rurale intervenuti all’Incontro di Partenariato tenutosi il 25 luglio presso la Corte Benedettina di Legnaro (PD). L’analisi di contesto e l’individuazione dei fabbisogni per le due priorità “Potenziare la competitività dell’agricoltura” e “Promuovere l’organizzazione della filiera alimentare e la gestione del rischio”, previste dall’Unione Europea per la programmazione 2014-2020, sono state realizzate in collaborazione con il Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali dell’Università di Padova che ne ha presentato i risultati. Punti di partenza sono la crescita del valore aggiunto nel settore primario registrato tra il 2006 e il 2010 (+8%), l’aumento dell’occupazione (+5%) nello stesso periodo e il miglioramento della bilancia commerciale, a cui è necessario però abbinare il contrasto ai processi recessivi di alcune aree e la creazione di nuove opportunità di reddito e occupazione. Più grandi e più efficienti Secondo il rapporto la sfida per la competitività passerà soprattutto per la capacità di sviluppare nuovi modelli produttivi, in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori attraverso innovazioni, canali di commercializzazione diversificati, sfruttamento del marketing territoriale e la multifunzionalità. Un altro fabbisogno fondamentale in termini di competitività e redditività è di far crescere la dimensione
Aratura conservativa, 2009. Lison di Pramaggiore, Venezia (Foto di Tiziana Dall’Acqua)
economica delle imprese e, allo stesso tempo, aumentarne l’efficienza tecnicoproduttiva attraverso attività di consulenza, formazione e adozione di strumenti innovativi. Insistere sul ricambio Tra le priorità del PSR Veneto 2014-2020 viene evidenziata la necessità di favorire il ricambio generazionale. Dopo il successo del “Pacchetto giovani” dell’attuale programmazione, è opportuno insistere sulla crescente presenza di giovani agricoltori, una delle condizioni ineludibili per rendere più competitivo il settore agricolo.
Per questo sarà importante, secondo il rapporto, sviluppare il capitale umano rappresentato dai giovani anche attraverso esperienze di scambio con altre regioni e paesi europei, sostenere l’acquisizione e l’ampliamento del capitale fondiario favorendo l’accesso al credito in parte con strumenti finanziari dedicati ai giovani agricoltori. Orientarsi al mercato Focalizzare l’attenzione sul mercato prima ancora che sui prodotti, sarà la sfida che il settore agricolo dovrà cogliere promuovendo l’organizzazione delle filiere
agroalimentari. È proprio questa priorità che potrà determinare buona parte della capacità di essere competitivi. Tra i fabbisogni individuati si evidenzia la necessità di aumentare la concentrazione dell’offerta, l’accorciamento delle filiere, la creazione di “reti” tra filiere di qualità, la promozione della vendita diretta per cercare di avvicinarsi maggiormente ai consumatori. Altro aspetto connesso con la priorità 3 dello sviluppo rurale riguarda invece il bisogno di dare continuità agli strumenti per la gestione dei rischi, promuovendo fondi di dimensioni rilevanti e aumentando il ricorso a polizze “multi-rischio”.
Le sei Priorità Europee dello Sviluppo Rurale 2014-2020 1. Innovazione e trasferimento conoscenza
2. Competitività
3. Filiere agroalimentari
4. Agroecosistemi
5. Efficienza delle risorse
6. Inclusione sociale
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Verso il PSR Veneto 2014-2020
LO SVILUPPO DELLE AREE RURALI PASSA PER LE RETI I fabbisogni della priorità “Inclusione sociale”. Agire in maniera integrata sulla governance locale, potenziando l’aggregazione, anche grazie alla banda larga. Uscire da un approccio “settoriale” e ripensare lo sviluppo del territorio in maniera integrata. È l’indirizzo tracciato dalla Regione Veneto e dall’Università di Padova nell’ambito dell’analisi della priorità “Inclusione sociale”, uno dei sei obiettivi tematici fissati dalla Commissione Europea per il periodo 2014-2020. Sull’analisi dei fabbisogni nell’ambito di questa priorità si è mossa la ricerca realizzata dal Centro di ricerca sul Nord Est “Giorgio Lago” dell’Università di Padova. Tre le principali “focus area” considerate: • la diversificazione e la creazione di piccole e medie imprese; • lo sviluppo delle zone rurali; • la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione nelle aree rurali. Da questa prospettiva, sono state individuate una serie di esigenze prioritarie alle quali lo sviluppo rurale può contribuire in maniera determinante. Filiere aggregate Nell’ottica di favorire la diversificazione e lo sviluppo imprenditoriale e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro, non c’è solo la necessità di riorientare le imprese. Uno dei principali fabbisogni individuati è quello di potenziare l’aggregazione sia all’interno della stessa filiera, che tra diverse filiere per promuovere la ruralità. Altra necessità prioritaria è di incrementare le competenze degli operatori e degli enti locali delle aree rurali e di potenziare le capacità di
animazione del territorio e il “fare nella promozione del territorio, la rete” specialmente nella diffusione di realizzazione di piccole infrastrutture turistiche, il supporto nei serbuone pratiche. vizi alle persone. Sullo sfondo di Promozione e servizi tutto questo, c’è anche la necessità di Per fare in modo che le aree rurali forti azioni integrate e strutturate di presentino uno sviluppo equilibrato governance locale. e sostenibile, c’è anche bisogno di garantire servizi alla popolazione e allo Banda larga e e-government stesso tempo valorizzare il territo- Altro aspetto fondamentale, sia per il rio. Per questa seconda “focus area” settore agricolo, che più in generale la ricerca ha individuato fabbisogni per le aree rurali, è il raggiungimento come il potenziamento delle reti locali di un’ampia diffusione delle tecno-
logie dell’informazione, sia a livello di infrastrutture che di utilizzo da parte della cittadinanza. In questo senso l’analisi ha messo in luce il bisogno di completare gli interventi sulla rete di “back-haul” (necessaria per far arrivare la banda larga nelle case e nelle aziende), di potenziare l’e-government per rendere più facile il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini e di incrementare lo sviluppo dell’e-commerce nelle aree rurali.
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Esperienze venete di successo
GIOVANI IN AGRICOLTURA Esperienze significative in termini di innovazione e originalità che sono state capaci di rinnovare i processi interni o apportare valore aggiunto. Il loro operato rende il settore primario del Veneto maggiormente competitivo nel mercato italiano ed internazionale.
INNOVAZIONE DI FILIERA
Giuseppe rifornisce di carne veneta agriturismi, ristoranti, macellerie
Ha 30 anni e vive a Postioma in provincia di Treviso. Giuseppe è uno dei 3000 ragazzi che negli ultimi cinque anni è diventato titolare di un’azienda agricola, con coraggio e spirito imprenditoriale, per far crescere l’economia delle aree rurali e tutelare il territorio del Veneto. Giuseppe ha scelto di operare in un settore dove si inizia l’attività già pieni di debiti, faticoso, che si deve confrontare con una potente concorrenza mondiale: il tutto in un segmento, quello zootecnico, dove il Veneto è primo in Italia, ma dove il nostro Paese è fortemente deficitario e l’allevamento si scontra con una concorrenza europea che di fatto è favorita da oltre un ventennio da politiche comunitarie che premiano gli allevamenti continentali. “Per ovviare a questa situazione – ha spiegato Giuseppe – oltre all’allevamento, ci siamo attrezzati con un macello ed ora trasformiamo anche la carne che produciamo, vendendola direttamente agli agriturismi, macellerie e ristoranti della zona, insieme a salumi rigorosamente privi di conservanti e antiossidanti”. Giuseppe ha cominciato a lavorare nel settore agricolo nel 2004. In principio si occupava solamente dei capi bestiame in stalla, fino ad un anno e mezzo fa, quando ha avuto una idea vincente: creare una rete locale a Km 0 che permetta di arrivare al consumatore finale, destinando la produzione ad un mercato che vuole certezze e qualità. Avviati i lavori di ristrutturazione delle strutture operative, grazie anche all’aiuto della Regione Veneto mediante i bandi del Programma di Sviluppo Rurale, ha iniziato ad operare “conto terzi”: “gli agriturismi spesso mi chiedono di allevare i loro suini, in quanto non hanno lo spazio adatto per farlo autonomamente. Noi garantiamo la sicurezza dell’alimentazione degli animali attraverso miscele preparate all’interno dell’azienda, escludendo quindi sottoprodotti e mangimi preconfezionati, producendo in questo modo carni più sapide e più asciutte, con grande riscontro da parte dei clienti”. “È un grande successo riuscire a vendere il proprio prodotto ad aziende e servizi di ristorazione del territorio, che in questo modo hanno garanzia di servire prodotti salubri e davvero ‘nostrani’ ” ha ricordato Giuseppe, riferendosi ad un settore che spesso deve piegarsi e cedere il passo alla carne del nord o est Europa, che irrompe nella grande distribuzione italiana soppiantando i piccoli produttori zootecnici locali, che offrono carni di grandi qualità.
I FUNGHI DEL POLESINE
Elisa trova il piacere di creare bontà e valore
“Lavorare nei campi per me non è un ripiego. È ciò che desidero davvero. Rinchiusa dentro un ufficio starei male, lontano dal verde della mia terra mi mancherebbe l’aria”. Poco importa ad Elisa se l’inverno è aspro e gelido, se le mani si screpolano e se le guance diventano rosse. Lei è cresciuta in questo modo, e vuole rimanere nell’agricoltura, che è cultura della natura. Dopo essersi laureata a Padova in Scienze e tecnologie agrarie, è subito rientrata in Polesine per dedicarsi finalmente a tempo pieno all’attività di famiglia, dedita al lavoro e all’imprenditoria rurale, della quale ha preso le redini all’età di 25 anni, sviluppandola non solo in termini logistici e meccanici, ma anche affinando tecnologie e marketing d’azienda. Da imprenditrice agricola di appena 31 anni, con l’aiuto dei genitori e del fratello, gestisce un’azienda agricola a Castelguglielmo, tra le distese di girasoli e colza del rodigino. Per sviluppare ed approfondire le tecniche di coltivazione dei funghi, Elisa ha condotto un progetto di tesi sperimentale cercando di capire quali sono le varietà più resistenti e quali i prodotti utilizzabili per la coltivazione. “Anche se in Italia la maggiore produzione di funghi è rivolta allo “champignon”, noi abbiamo scelto il “pioppino”, una specie che cresce spontaneamente in natura, ma molto difficile da gestire, delicata, cagionevole – ha spiegato Elisa, motivando in questo modo la scelta di creare l’habitat dei funghi con un composto preparato “in casa”. “In questo modo siamo sicuri che la paglia nella quale avviene la semina sia di qualità e permetta al prodotto di crescere in modo sano”. In azienda infatti macinano la paglia, la pastorizzano a 70-80 gradi per purificarla, e poi la mescolano con il micelio. Le specie prodotte nelle circa 20 serre sono, oltre ai pioppini, anche sbrise, gialletti, carboncelli, ai quali si aggiungo 10 ettari di frutteto a noce.
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PSR 2014-2020
Partenariato rurale, Chiara Sattin rappresentante dei Giovani Agricoltori E’ Chiara Sattin, imprenditrice agricola nel settore avicolo, 36 anni, la rappresentante dei giovani nei tavoli del partenariato rurale che sta elaborato il Programma di Sviluppo per l’agricoltura veneta 2014 – 2020. E’ stata scelta dai componenti del gruppo di consultazione del Forum giovani PAC 2020, che sta raccogliendo e dibattendo le idee e le proposte delle nuove generazioni per la definizione della nuova politica agricola regionale che prenderà avvio dal prossimo gennaio. Chiara è cresciuta di agricoltura: seguendo le orme del padre, ha deciso di abbracciare la cultura rurale veneta, scegliendola come missione di vita. Risiede a Monselice e gestisce un’azienda dedita ad allevamento avicolo e cereali. Laureata in economia del turismo, sogna di ampliare la propria attività al mondo dei servizi connessi al settore primario, con l’apertura di un agriturismo per il quale si sta dando parecchio da fare. Il Tavolo regionale di Partenariato per il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 si sta riunendo dallo scorso maggio e terminerà i lavori nel mese di dicembre, redigendo un documento condiviso dagli attori del sistema veneto che verrà presentato a Bruxelles per definire il nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. È possibile seguire i lavori del Partenariato nel sito www.piave.veneto.it. Il dibattito del Forum giovani è accessibile invece al link http://piave.veneto.it/web/operatori/forumgiovani-pac2020 e su Facebook “Giovani Agricoltori Veneto” https://www.facebook.com/pages/GiovaniAgricoltori-Veneto/352532308192991?fref=ts Un progetto che mette a confronto le giovani menti del settore agricolo. Raccontaci. E’ un progetto ambizioso e con grande entusiasmo ho accolto questa sfida. Per la prima fase della con-
sultazione mi sono giunti pareri, segnalazioni e opinioni da tanti giovani colleghi. Il dibattito che ne è scaturito è stato appassionante e costruttivo, quindi non posso che continuare ad incitare tutti a farmi pervenire (tramite il Forum o la Pagina FB) i propri commenti in vista dell’inizio della fase 2, che ha un titolo che è una promessa “Strategie”. I giovani sono il futuro che avanza in un settore dove il ricambio generazionale è una necessità strategica. Attraverso il PSR si è cercato il ricambio generazionale, insediando in tre anni circa 1500 giovani imprenditori under 40. Quali sono stati finora gli argomenti discussi e proposti dai giovani al partenariato? Davvero, i giovani imprenditori sono il nostro “tesoro”, una scommessa sul futuro sulla quale non si può più passare la mano. Il tema è complesso e le nostre riflessioni sull’argomento si sono soffermate sulle principali barriere all’entrata del nostro settore: la difficoltà di ottenere credito, la burocrazia e la polverizzazione delle competenze presso la P.A., la poca certezza e l’instabilità del quadro normativo dentro al quale ci muoviamo, la poca flessibilità che ci è concessa nell’affrontare cambiamenti che ci permettano di seguire il mercato con le nostre aziende, e così via; inoltre ci siamo a lungo confrontati anche sulla stesura del nostro pensiero in merito: il finanziamento delle IDEE imprenditoriali, i percorsi formativi volti al superamento di una parte del digital divide e delle barriere linguistiche, orientate al networking, ed al social networking. Dobbiamo correre i 100 metri ed abbiamo il fisico, abbiamo la preparazione e l’entusiasmo, ma abbiamo anche gli anfibi ai piedi. Dobbiamo cercare di toglierceli. I giovani hanno capacità manageriali inserite in un mercato complesso, difficile, internazionale. Il loro apporto nel settore non solo è utile, ma
indispensabile. In quali altri modi vorreste intervenire nei processi decisionali? Credo che se vogliamo che le normative “ci assomiglino” e che le strategie creino attorno a noi un ambiente favorevole alle imprese e all’imprenditorialità, allora dobbiamo metterci in gioco in prima persona. Questo è il senso di quell’ “esserci” che secondo me è imprescindibile nello sviluppo di un buon processo decisionale. Noi dovremmo SEMPRE esserci tutte le volte che una decisione si riflette nel nostro lavoro e nella nostra vita; abbiamo bisogno di guardare lontano. Le consultazioni on-line sono un importantissimo primo passo per una gestione condivisa di questi percorsi, non solo per i giovani, e non solo per l’agricoltura. Mi permetto di indicare per esempio la Consultazione pubblica “per segnalare al Governo le 100 procedure più complicate per le imprese”, aperta fino al 15 dicembre (http://www.magellanopa.it/semplificare/consultazione_imprese.asp).
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Dal parternariato oltre 400 contributi
Nuovo PSR, ok la consultazione online Al termine della prima fase della consultazione dedicata ai fabbisogni per lo sviluppo rurale le osservazioni sono state 416. Biodiversità, filiere e diversificazione i temi più partecipati Inizia nel modo migliore la partecipazione alla costruzione del nuovo Programma di Sviluppo Rurale del Veneto. La prima fase di consultazione diretta online, organizzata dalla Regione del Veneto e rivolta ai componenti del Tavolo regionale di Partenariato e a tutti i soggetti del sistema dello sviluppo rurale, fa registrare subito numeri importanti: sono stati ben 416 i contributi inviati entro la scadenza del 25 settembre 2013 attraverso il sito psrveneto2020.it . I partner ad aver inviato almeno un’osservazione sono stati 30 (su un totale di 86), con un elevato livello di rappresentatività: ad aver partecipato sono state organizzazioni imprenditoriali, economiche e produttive, associazioni ambientalistiche e sociali e autorità pubbliche e territoriali. In questa prima fase le osservazioni si sono concentrate sui fabbisogni del sistema regionale proposti dalla Regione del Veneto sulla base dell’analisi condotta assieme all’Istituto Nazionale di Economia
Agraria, all’Università di Padova e all’azienda regionale Veneto Agricoltura. Tra le sei priorità individuate dai regolamenti europei e che costituiscono la “cornice” della nuova programmazione, ha riscosso notevole attenzione quella dedicata agli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste (“Priorità 4 - Agroecosistemi”), per la quale sono stati pubblicati 117 contributi. La seconda priorità a raccogliere più osservazioni è stata quella relativa all’inclusione sociale, che ha registrato 75 contributi. Anche la promozione della conoscenza e dell’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle aree rurali si è rivelato uno dei temi più sentiti dal partenariato e per il quale le osservazioni sono state 62. Un dettaglio ancora maggiore sui temi più seguiti dalla consultazione lo si ricava analizzando le osservazioni suddivise per “focus area”, ovvero le tematiche che caratterizzano trasversalmente le sei priorità. La biodiversità è il tema con il maggior numero di contributi pubblicati (64), mentre sono 46 le proposte sul-
l’integrazione delle filiere. La terza focus area con più contributi è stata la diversificazione delle piccole imprese con 44. A dare l’idea della mobilitazione attorno al nuovo PSR Veneto sono anche i numeri della piattaforma online che in poco più di un mese ha fatto registrare 1.264 visitatori unici, 1.952 visite e 12.759 visualizzazioni di pagina. Numeri che si aggiungono ai 1.148 partecipanti agli incontri di partenariato, di cui 750 hanno seguito i lavori attraverso lo streaming online. I contributi sono ora all’esame dei gruppi di lavoro responsabili dell’analisi che avranno il compito di rielaborare i fabbisogni anche alla luce delle osservazioni ricevute. Successivamente si entrerà nella seconda fase, quella dell’individuazione della strategia e degli strumenti da utilizzare nel prossimo PSR, che prevederà un nuovo ciclo di incontri a partire dal mese di novembre e un’altra fase di consultazione diretta online.
PAC 2014-2020, novità Dal 1 gennaio 2014 inizierà il corso della Politica Agricola Comune 20142020, con nuovi criteri nella distribuzione delle risorse economiche, disponibili anche per il Veneto. Di seguito presentiamo, in estrema sintesi, il cuore della Riforma rappresentato dai Pagamenti Diretti agli agricoltori. Con questa Riforma il sostegno verrà maggiormente assicurato agli “agricoltori attivi” individuati da ciascuno Stato Membro. Sono considerati “attivi” anche coloro che ricevono meno di 5.000 euro di pagamenti diretti, con possibilità per gli
Stati membri di: - abbassare questa soglia (es: coincidenza con il premio per il regime piccoli agricoltori); - escludere comunque coloro che prendono livelli di premi molto bassi (inferiori alla soglia minima che lo Stato stesso ha facoltà di fissare). I pagamenti diretti PAC rappresentano oggi il principale sostegno assicurato agli agricoltori. Con la riforma l’attuale “pagamento unico” verrà sostituito da sette componenti, alcune da attivare obbligatoriamente e altre facoltative. % del massimale
Il pagamento verde è una componente obbligatoria e viene corrisposto solo a chi si impegna a rispettare alcune specifiche pratiche eco-compatibili (mantenimento dei prati-pascoli, diversificazione colturale, preservazione di un’area di interesse ecologico). Ad esso è dedicato il 30% del massimale assegnato ad ogni Stato membro. La diversificazione si applica solo ad aziende a seminativo con superficie > di 10 ettari; area di interesse ecologico riguarda solo le superfici a seminativo > 15 ettari. Per l’Italia l’impatto dovrebbe essere relativamente contenuto. La riforma prevede il passaggio dal-
Pagamenti da attivare obbligatoriamente: pagamento base pagamento verde pagamento giovani agricoltori
pagamento aree svantaggiate
MASSIMO
Base
670 milioni €
2,5 miliardi €
Verde
1,1 miliardi €
1,1 miliardi €
Base + verde
1,8 miliardi €
3,6 miliardi €
30% max 2%
max 30% max 5%
aiuti accoppiati
max 15%
regime piccoli agricoltori
max 10%
Fonte: INEA
MINIMO max 68%
Pagamenti da attivare a discrezione dello Stato Membro: pagamento primi ettari
l’aiuto storico (applicato in Italia) a un aiuto forfetario a ettaro (modello “regionalizzato”). La regionalizzazione si applica solo sul pagamento di base che è una quota residuale del massimale nazionale: - Min 18% (circa 670 milioni di euro al 2019) – applicazione al massimo di tutte le altre componenti di aiuto. - Max 68% (circa 2,5 miliardi di euro al 2019) – applicazione al minimo possibile di tutte le altre componenti di aiuto. Al pagamento base si somma il pagamento verde pari al 30% del massimale nazionale (1,1 milioni di euro).
Fonte: INEA
Lo Stato Membro può scegliere il criterio di regionalizzazione: - regione unica (intero SM); - regioni amministrative; - regioni omogenee (sotto il profilo fisico, ambientale, socioeconomico). Altro elemento strategico è la chiave
di distribuzione del massimale nazionale tra regioni: - peso Pagamenti diretti; - Peso della Superficie agricola utilizzata (SAU); - Peso del Valore aggiunto agricolo; - possibili altri criteri (anche in combinazione).
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Come è composto il Tavolo di Partenariato
LA PARTECIPAZIONE SI FA ATTIVA Il Tavolo regionale di Partenariato del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 è stato istituito con la deliberazione n.1383 del 30 Luglio dalla Giunta Regionale. Il Tavolo è costituito dai soggetti economici, sociali e ambientalisti coinvolti nella programmazione dello sviluppo rurale, ai quali è stato proposto di contribuire attivamente alla definizione del prossimo PSR. L’azione di partenariato rappresenta uno degli strumenti chiave per l'attuazione delle politiche previste dai Fondi del Quadro Strategico Comune (Fondi del Qsc) dell'Unione Europea. Il principio di partenariato comporta una stretta collaborazione, nell’ambito degli Stati membri, tra le autorità pubbliche coinvolte a livello nazionale, regionale e locale, ma anche con gli attori privati ed il terzo settore. Per i programmi di sviluppo rurale finanziati dal FEASR, in particolare, il Codice di Condotta europeo prevede che siano interessati come partner chiave ai fini del PSR: le autorità locali competenti per le zone rurali, le organizzazioni di settore, le parti economiche e sociali che si occupano di agricoltura e silvicoltura, i rappresentanti di altre organizzazioni pubbliche e private in settori riguardanti lo sviluppo delle zone rurali, le associazioni imprenditoriali regionali o locali, le organizzazioni delle donne nelle zone rurali, le ONG ambientali, le ONG di promozione della parità e della non discriminazione, i rappresentanti delle associazioni regionali dei gruppi di azione locale coinvolti nello sviluppo locale di tipo partecipativo e le associazioni che operano nel campo dello sviluppo rurale integrato (ad esempio associazioni di agenzie di sviluppo locale).
Un momento degli incontri svoltisi presso la Corte Benedettina di Veneto Agricoltura (Legnaro - Pd)
Lo sviluppo locale delle aree “intermedie”
PIA-R: INTERVENTI PER 15 MILIONI DI EURO Recupero del patrimonio storico-architettonico, valorizzazione culturale del territorio e incentivazione delle attività turistiche: sono le priorità degli interventi attivati dai Progetti integrati d’area rurali veneti Sono entrati nella fase di esecuzione gli interventi per lo sviluppo locale finanziati attraverso Progetti integrati d’area rurali (Pia-r). Dopo l’attivazione finanziaria di 15 milioni di euro da parte della Regione del Veneto nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, sono avviati alla realizzazione i progetti approvati dagli otto Partenariati Rurali, composti da soggetti pubblici e privati approvati dalla Regione del Veneto. Obiettivo dei progetti d’area è quella di favorire lo sviluppo orientato “dal basso” del territorio, attraverso interventi mirati alle effettive esigenze locali, specialmente in quelle zone caratterizzate da un tessuto produttivo diffuso, ma che comprendono ancora un importante patrimonio rurale sia in termini produttivi che ambientali. Gli otto progetti sono: TRAIN (capofila la Federazione dei Comuni del Camposampierese; comprende comuni della provincia di Padova e Treviso); Montello e Colli Asolani (capofila Comune di Cornuda, Treviso); ACCESS
(capofila il Comune di Chiampo, Vicenza); Colognese (capofila Comune di Cologna Veneta, Verona); Basso Piave (capofila Comune di San Donà di Piave, Venezia); Media Pianura Vicentina (capofila comune di Camisano Vicentino, Vicenza); Terre del Custoza (capofila Comune di Sommacampagna, Verona); Terre del Brenta (capofila Associazione Terre del Brenta, Vicenza). Una parte importante delle risorse (circa 8 milioni e mezzo di euro), è destinato alla tutela e alla riqualificazione del patrimonio rurale, per finanziare interventi finalizzati ad esempio al recupero del patrimonio storico architettonico e alla valorizzazione culturale del territorio. Un secondo sostegno consistente i Pia-r lo destinano all’incentivazione delle attività turistiche (quasi 5 milioni di euro), per la valorizzazione di percorsi e itinerari e per rendere più integrata l’offerta turistica dei territori. Tutte le informazioni sugli interventi e sui bandi sono reperibili sui siti web di ciascun Pia-r.
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L’AGRICOLTURA CHIEDE CREDITO PER CRESCERE
DOMANDA UNICA 2013: AVEPA LIQUIDA 154 MILIONI DI EURO IN ANTICIPO Il 16 ottobre, primo giorno utile previsto dalla regolamentazione comunitaria per l’anticipo della Domanda unica, Avepa ha avviato le procedure di erogazione di oltre 154 milioni di euro (questo il dato ufficiale) a favore di 83.520 aziende agricole venete che hanno presentato domanda per accedere al premio unico per l’anno 2013. L’importo dell’anticipo è stato pari al 50% del premio richiesto per titoli ordinari, titoli speciali e premio accoppiato zucchero e ha riguardato solo le domande che hanno superato i controlli sui requisiti previsti per accedere agli aiuti. Pertanto, anche per il 2013, Avepa consolida l’ottima performance di liqui-
dazione degli aiuti in tutte le province venete. L’effettivo versamento nei conti correnti dei beneficiari è avvenuto (e avverrà) conformemente alla disponibilità delle somme destinate dal Fondo di rotazione al pagamento del premio unico, che Agea Coordinamento ha reso via via disponibili agli organismi pagatori regionali. La liquidazioni degli anticipi proseguirà fino al 30 novembre e riguarderà anche le circa 4.000 domande per le quali sono attesi gli esiti di alcune verifiche amministrative in corso presso Agea (controlli di ammissibilità delle superfici, consolidamento titoli, approfondimenti istruttori).
ACCORDO BANCHE - AVEPA In poco meno di tre mesi, 27 milioni di euro sono giunti nelle casse di 550 aziende agricole del Veneto grazie all’anticipo erogato dalle banche sull’ammontare dei premi della Domanda unica 2013. E’ un risultato straordinario, frutto del progetto concepito e messo a punto da Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, concretizzato da un protocollo d’intesa sottoscritto dalle quindici principali banche operanti sul territorio regionale, con l’obiettivo di poter mettere a disposizione delle imprese del primario, tramite un finanziamento a condizioni agevolate e senza spese istruttorie, un anticipo pari all’80 per cento del valore del premio unico per il quale hanno presentato domanda. La soddisfazione è ancora maggiore se si considera il poco tempo a disposizione per far conoscere questa iniziativa alle aziende, molte delle quali hanno tuttavia saputo approfittare di questo strumento per iniettare liquidità nella propria attività imprenditoriale. “Dall’analisi delle domande – ha sottolineato il Direttore dell’Avepa Fabrizio Stella – emerge che la maggior parte delle aziende che hanno usu-
fruito di questa iniziativa ha ottenuto un anticipo compreso fra i 5 e i 20 mila euro a un tasso del 3,81 per cento. Al di là del tasso assolutamente conveniente, questo dimostra che il settore vuole credito a breve, ne ha bisogno e non ha sempre bisogno di grosse somme”. “Vale la pena evidenziare lo sforzo profuso dall’Agenzia per semplificare al massimo la procedura di richiesta dell’anticipazione: in occasione della sottoscrizione della domanda unica – ha ricordato il direttore dell’Agenzia Fabrizio Stella – l’applicativo informatico ha generato automaticamente anche la documentazione che l’azienda doveva presentare al proprio istituto bancario. Con questa iniziativa, Avepa ha voluto contribuire ad attenuare una delle maggiori criticità di cui soffrono oggi le imprese agricole e non solo: la reperibilità di risorse finanziarie, ponendo particolare attenzione alle esigenze gestionali delle aziende”. Visto il successo dell’iniziativa, che quest’anno ha visto più che raddoppiato l’importo dei finanziamenti erogati, Insieme per l’Agricoltura sarà riproposto certamente anche per la campagna DU 2014.
ALTRI 13 MILIONI ALLE IMPRESE VENETE Riconversione vigneti. Soddisfatte tutte le richieste. Al Veneto sono state assegnate nuove risorse per circa 13 milioni di euro per il settore vitivinicolo. L’ulteriore disponibilità deriva dai mancati investimenti da parte di altre Regioni italiane e si aggiunge ai 15.349.145,64 euro già erogati entro settembre a 1131 ditte che risultavano finanziabili con l’iniziale stanziamento destinato al Veneto, e ai circa 7 milioni e mezzo per la misura investimenti. Per il settore, dunque, il veneto ha potuto disporre per l’anno corrente di 36.089.112,15 euro complessivi. “Le nuove risorse hanno permesso di soddisfare
tutte le 1796 domande finanziabili, comprese le 171 posizioni riguardanti la superficie eccedente i tre ettari – ha sottolineato il Direttore di Avepa Fabrizio Stella – che hanno ricevuto l’aiuto entro la scadenza comunitaria del 15 ottobre 2013. Si tratta di un risultato molto importante, che deriva dalla capacità del Veneto di investire le risorse comunitarie e dalla efficienza di Avepa che permette di procedere in tempi rapidissimi ai pagamenti quando si rendono disponibili ulteriori stanziamenti”. Lo scorrimento della graduatoria ha permesso insomma ad Avepa di erogare l’aiuto alla ristruttura-
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zione e riconversione dei vigneti per tutte le domande ritenute ammissibili al finanziamento, così come era successo nella campagna precedente. Per quanto riguarda la misura investimenti, al 2 ottobre risultavano già pagate tutte le 142 domande di saldo presentate, per un importo complessivo di 7.520.436,72 euro. Le ultime assegnazioni hanno consentito di non intaccare le risorse già stanziate per il 2014 che potranno quindi essere totalmente utilizzate per l’apertura di un nuovi bandi sia per la ristrutturazione dei vigneti sia per la misura Investimenti”.
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Vendemmia 2013, annata difficile ma finita nel migliore dei modi Giudizi positivi per la vendemmia appena conclusa. Qualità delle uve eccellente e quantità nella media. E pensare che l’avvio di stagione era stato disastroso. Quanta paura! Nel vigneto veneto la vendemmia 2013 era iniziata malissimo e ha rischiato di finire peggio. Le abbondanti piogge primaverili, protrattesi fino a metà giugno, avevano infatti causato nelle vigne l’insorgere di numerose malattie fungine, di gravi fenomeni di asfissia e compattamento dei suoli e di conseguenza grandi preoccupazioni tra i viticoltori. Come se non bastasse, nel mese di luglio e nella prima parte di agosto, si sono presentate infuocate ondate di calore e una prolungata assenza di precipitazioni che hanno spinto le piante fin quasi al loro estremo limite. Poi la svolta. La seconda metà di agosto e soprattutto l’ottimo mese di settembre hanno fortunatamente riportato la produzione su buoni livelli, con uve ovunque sane e in alcuni casi di eccezionale composizione qualitativa complessiva. Uve bianche In linea generale, le uve a bacca bianca hanno mantenuto un’ottima acidità con un’alta frazione malica accompagnate da una giusta gradazione zuccherina. Favorita da un andamento termico che nel corso della maturazione si è portato su valori medi, la componente aromatica è risultata completa, dove tutti gli aromi hanno apportato il loro contributo originando un mix ideale di profumi. Ottima, sotto il profilo qualitativo, la produzione di Glera (Prosecco), ritenuta dagli addetti ai lavori la migliore degli ultimi anni, vista la buona gradazione zuccherina in perfetto equilibrio con un buon livello di sostanze acide, fattore quest’ultimo molto importante per gli spumanti. Interessante anche la vendemmia delle uve Soave (Garganega) dove una leggera colatura fiorale ha permesso di ottenere grappoli più spargoli, più leggeri e più maturi.
Anche gli appassionati del Moscato Fior d’Arancio dei Colli Euganei, potranno trovare quest’anno vini molto delicati e dai forti sentori floreali. Nel Veneto, la produzione di uve bianche è risultata superiore a quella dello scorso anno. Uve nere Per le uve a bacca nera, dove la frazione colorante rappresenta l’aspetto più importante, si é assistito ad un lento e preoccupante avviarsi della maturazione polifenolica. Grazie però alle ottime condizioni termiche della seconda metà di settembre, caratterizzata da basse temperature notturne (sono bastate 4-5 notti con temperature di 16-18°), e a al leggero stress idrico subito in fase di invaiatura (fattore positivo ai fini della sintesi antocianica), la maturazione fenolica è avvenuta in modo corretto e intenso portando alla produzione di uve molto ricche in colore. Di conseguenza, si attendono vini rossi di buona struttura e corposità, a cominciare dai Merlot, Cabernet Franc, Corvine e Corvinone le cui produzioni complessive dovrebbero risultare in calo rispetto allo scorso anno. A gennaio 2014 i dati consuntivi In sintesi, l’annata 2013, può essere definita “eccezionale” viste le preoccupanti premesse dovute ai mesi piovosi primaverili e alle ondate di calore estive, preoccupazioni però felicemente dimenticate grazie all’ottimo clima di settembre. Per conoscere le quantità effettive della vendemmia 2013 nel Veneto bisognerà attendere il prossimo mese di gennaio quando Veneto AgricolturaEurope Direct Veneto, con Regione e Avepa, organizzeranno il terzo e ultimo appuntamento del “Trittico Vitivinicolo 2013” dedicato proprio alla presentazione dei dati consuntivi derivanti dalle dichiarazioni di raccolta.
Vendemmia 2013 - produzione uva Principali denominazioni venete PROSECCO DOCG CONEGLIANO VALDOBBIADENE 600 MILA ETTOLITRI DOC PROSECCO - 2 MILIONI 300 MILA ETTOLITRI (Dei quali 85 per cento in Veneto) (Includono produzione sotto stock e immediatamente utilizzabili)
SOAVE - 750 MILA QUINTALI VALPOLICELLA - 820 MILA QUINTALI Segnalato un aumento del 10 per cento di Merlot e Cabernet, entrambi a indicazione geografica tipica
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Vinacce e fecce, le novità* L’esenzione all’obbligo di consegna in distilleria (ai sensi dell’art. 14 della L.82/06) dei sottoprodotti della vinificazione (sia di propria produzione che acquistati), cioè vinacce e fecce è stata introdotta con il DM 5396 del 27 novembre 2008, modificato dal DM 7407 del 4 agosto 2010. Chi è esentato? Sono sollevati sia dall’obbligo di consegna in distilleria che all’obbligo del ritiro sotto controllo i produttori: - che producono nei propri impianti un quantitativo di mosto o di vino o non superiore ai 25 hl; - di vini spumanti di qualità del tipo aromatico (VSQA) e di vini spumanti e vini frizzanti di qualità prodotti in regioni determinate di tipo aromatico elaborati con mosti di uve o con mosti di uve parzialmente fermentati acquistati e sottoposti a trattamenti di stabilizzazione per eliminare le fecce. Tutti gli altri produttori, compresi quelli che praticano il metodo di produzione biologico delle uve da vino, sono esentati dall’obbligo in consegna distilleria
purchè, appunto, assolvano la prestazione vinica attraverso il ritiro sotto controllo da effettuarsi con le seguenti modalità: - comunicazione di cui al modello allegato 2 bis (introdotto con il DM 7407 del 4 agosto 2010) che deve essere trasmesso all’Ufficio periferico dell’ICQRF territorialmente competente, per le vie brevi (fax o posta elettronica certificataPEC) almeno entro il quarto giorno antecedente l’inizio delle operazioni di ritiro. Questa comunicazione, oltre ai dati del sottoscrittore e quelli aziendali, dovrà indicare anche: a) la data e l’ora del giorno di effettuazione dell’uso alternativo ovvero, se le operazioni verranno effettuate in più giornate, vanno comunicate le giornate e gli orari del piano di ritiro/consegna; b) il luogo in cui si effettuerà l’operazione, barrando e completando i dati della casella relativa la scelta; c) il tipo di destinazione, barrando e completando i dati della casella relativa la scelta dei seguenti usi alternativi: • uso agronomico diretto, mediante la distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli di proprietà ovvero non di proprietà, nel limite di 30 q/ha; • uso agronomico indiretto, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di fertilizzanti; • uso energetico, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti quale biomassa per la produzione di biogas; • uso farmaceutico, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di farmaci; • uso cosmetico, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di cosmetici. • Le vinacce possono inoltre essere destinate all’estrazione dell’enocianina o alla produzione di prodotti agroalimentari (in quest’ultimo caso specificare la tipologia, es. Brovada);
Termini. Il ritiro sotto controllo, ovvero l’uso alternativo, può essere effettuato: per le vinacce entro 30 giorni dalla fine del periodo vendemmiale determinato annualmente con provvedimento della Regione, normalmente fissato al 31 dicembre; per le fecce entro 30 giorni dal loro ottenimento e comunque non oltre il 31 luglio di ciascuna campagna. Vanno comunicati poi, oltre ai quantitativi destinati ai vari usi: per le vinacce, anche l’alcol anidro (tot/100) che mediamente è di 2,8; per le fecce, anche l’alcol anidro (tot/100) che mediamente è di 4 nonché l’umidità che mediamente è del 45%. Note: il DM 5396 del 27 novembre 2008 inoltre, introduce anche l’esenzione alla convalida del DOCO per il conferimento dei sottoprodotti; il DM 9935 del 26 novembre 2010 inoltre, dispone che le fecce di vino destinate all’uso agronomico devono essere dena-
turate con solfato ferroso per uso agricolo, nella misura minima di 100 grammi per ogni 100 litri di feccia, in luogo del cloruro di litio ovvero del sale pastorizio; tutte le operazioni sopra descritte, ivi comprese quelle di denaturazione, devono essere annotate sui relativi registri ufficiali di cantina nei termini prescritti: 1 giorno per le entrate e 3 per le uscite, ad eccezione per quelli tenuti in modalità informatica per i quali i termini di stampa sono 30 giorni purchè tali operazioni risultino documentabili; in caso di inadempimento alle modalità di ritiro sotto controllo (definito così per consentire all’autorità competente il controllo delle corrette operazioni) non si intenderà assolta la prestazione vinica, ovvero l’obbligo alla consegna in distilleria, e pertanto verrà sanzionato in base alla normativa vigente con sanzioni che vanno da 100 a 15.493 Euro di cui al D. Lgs 290/00 e alla L. 82/06 * a cura del Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale di Treviso.
Quali politiche per la competitività del settore vitivinicolo veneto Incontro con gli operatori della filiera Programma Lunedì 18 novembre ore 16.00 Aula Magna dell’Università Via Dalmasso, 1 Conegliano (TV)
Lunedì 25 novembre ore 16.00 Cantina Valpolicella Negrar Via Cà Salgari, 2 Negrar (VR)
Ore 16.00 Apertura dei lavori Andrea Comacchio Commissario straordinario allo Sviluppo Rurale – Regione Veneto Ore 16.10 Introduzione Antonio De Zanche Veneto Agricoltura Ore 16.20 Il settore vitivinicolo veneto e l’impatto dei finanziamenti PSR/OCM Vasco Boatto Università di Padova
Ore 16.50 I finanziamenti per il settore vitivinicolo veneto: cosa ne pensano gli operatori della filiera Eugenio Pomarici Università Federico II di Napoli Ore 17.20 Dibattito Ore 17.45 Intervento di Franco Manzato Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto
Segreteria organizzativa: Veneto Agricoltura - Settore Ufficio Stampa e Comunicazione: Viale dell’Università, 14 – 35020 Legnaro (Pd) Tel. 049 8293716 – fax 049 8293815 - www.venetoagricoltura.org - e-mail: ufficio.stampa@venetoagricoltura.org
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I progetti europei di Veneto Agricoltura Aqua, Agronet, Alterenergy, sono solo alcuni nomi dei progetti europei a cui Veneto Agricoltura sta lavorando. Cogliendo le opportunità messe a disposizione dall’UE, Veneto Agricoltura oggi gestisce 14 progetti comunitari sviluppando attività che hanno una ricaduta sul territorio regionale. Creare innovazione, offrire servizi alle imprese agricole, sviluppare e trasferire conoscenze, proteggere l’ambiente, conservare la biodiversità, promuovere le fonti di energia rinnovabile, sono alcune delle azioni promosse dai progetti. ALCUNI ESEMPI Ecco due iniziative di particolare rilevanza in cui l’Azienda regionale è Lead partner: • WSTORE2 - finanziato dal programma LIFE+, avviato nel novembre 2012 mira a definire un processo innovativo per ottimizzare l’uso delle acque meteoriche disponibili nelle zone rurali delle aree costiere dove l’effetto dei cambiamenti climatici sarà maggiormente evidente nei prossimi anni. Sito di realizzazione del progetto è l’area di Vallevecchia. Partner: Università di Padova- Dip. Ingegneria industriale; GAL Venezia Orientale; CER (Bologna). Costo totale del progetto: euro 1.576.521; contributo europeo euro 686.210. • APP4INNO - finanziato dal programma South East Europe coinvolge 14 partner di Italia, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Romania, Croazia, Ucraina Albania e Serbia. Obiettivo: sviluppo di approcci comuni e di strumenti efficaci per sfruttare le potenzialità innovative delle PMI del settore primario attraverso la creazione di una piattaforma tecnologica http://network.app4inno.eu/ dove le PMI accedano ad una serie di servizi utili per la loro competitività sul mercato internazionale. Avviato nell’ottobre 2012, il progetto prevede un costo totale di euro 1.860.560; finanziato al 100%. Le positive esperienze di questi ultimi anni e i risultati che sono conseguiti per il territorio danno nuovo impulso a Veneto Agricoltura verso la progettazione europea anche per la programmazione 2014-2020.
Codici a barre, basta con gli enigmi Per consumare in modo consapevole dobbiamo conoscere ciò che acquistiamo. Impariamo dunque a leggere non solo le etichette ma anche i codici a barre Ponendo attenzione alle etichette poste sui prodotti che acquistiamo impariamo a riconoscere tutti gli ingredienti che vi sono contenuti, così facendo sappiamo esattamente cosa mangiamo. Al riguardo, le normative europee si stanno adeguando sempre più alle esigenze dei moderni consumatori fornendo preziose informazioni di carattere organolettico e nutrizionale. Ma come si fa a identificare l’esatta origine di un prodotto visto che quelli provenienti dai
Paesi extra UE spesso non riportano in etichetta la loro reale provenienza? La risposta sta nel saper leggere i codici a barre. Quando le prime tre cifre del codice corrispondono a 690, 691 e 692 significa che il prodotto é “Made in Cina”, mentre se il codice è 471 si tratta di prodotti “Made in Taiwan”. Se invece le prime tre cifre sono 00-09 la provenienza è USA e Canada, 890 India, 40-44 Germania, 30-37 Francia, 50 Regno Unito, 49 Giappone, 80 Italia, 84 Spagna, ecc.
I PROGETTI LIFE AQUA – mira a preservare la risorsa acqua ottimizzando l’uso dell’azoto in un approccio integrato whole-farm. http://www.life-aqua.eu/ LIFE SORBA – riqualificazione delle sorgenti del fiume Bacchiglione e habitat ZPS. http://lifesorba.vicenzanatura.org/it/ IPA Adriatico AGRONET - realizzazione rete di infrastrutture logistiche nella filiera dell’industria agroalimentare dell’area adriatica http://www.agronet.biz/ IPA Adriatico POWERED – definizione di strategie e metodi condivisi per lo sviluppo dell’energia eolica offshore. http://www.powered-ipa.it/it/ilprogetto-powered/ IPA Adriatico ALTERENERGY - contribuire allo sviluppo di una Comunità Adriatica sostenibile dal punto di vista energetico - http://www.alter-energy.eu/ INTERREG ITALIA/SLOVENIA – ADRIAWET definizione di programmi innovativi per la gestione integrata dei siti Natura 2000. - http://www.adriawet2000.eu/ LIFE DELTA NATURA – conservazione zone umide e salvaguardia di specie in pericolo di estinzione. http://www.parchideltapo.it/life.natura2000.po.delta/ LIFE AQUOR - Conservazione del patrimonio idrico del bacino idrogeologico dell’alta pianura vicentina. http://www.lifeaquor.org/it LIFE WSTORE2 – adozione di tecniche innovative per conciliare l’agricoltura con l’ambiente attraverso nuove forme di “governance” dell’acqua. http://www.wstore2.eu/ SOUTH EAST EUROPE APP4INNO – sviluppo di approcci comuni e strumenti per sfruttare le potenzialità innovative delle PMI del settore primario. http://www.app4inno.com/it/ SOUTH EAST EUROPE GUARDEN – sviluppo di un approccio integrato per la prevenzione dell’inquinamento del suolo e il recupero dei territori danneggiati. http:// www.guarden.eu INTELLIGENT ENERGY EUROPE GR3 - promozione della produzione di biogas da materiali di scarto erbosi e valorizzazione della stessa. LIFE HELPSOIL – tecniche sostenibili di agricoltura conservativa per migliorare i suoli e l’adattamento ai cambiamenti climatici 7° Programma Quadro RST AGFORWARD – sviluppo e diffusione di pratiche innovative agroforestali in aree di pianura
Luci e ombre sugli accordi commerciali UE-Canada Sono importanti i risultati ottenuti al tavolo sulla liberalizzazione degli scambi commerciali tra le due aree, ma non mancano le preoccupazioni per l’aumento delle importazioni di carni bovine e suine canadesi che minaccia l'equilibrio del mercato Se da una parte gli addetti ai lavori hanno accolto con favore l’impegno canadese di rispettare le norme di qualità europee, dall’altra hanno mostrato forti preoccupazioni per la possibilità che il Paese nord americano ottenga un maggiore accesso al mercato europeo per sostanziali volumi di carni bovine e suine. In pratica, le note positive riguardano il riconoscimento da parte canadese degli standard produttivi e qualitativi europei (come le Indicazioni Geografiche), la rinuncia a utilizzare stimolatori della crescita nel settore zootecnico (importante per il settore UE delle carni suine) e un maggiore accesso alle esportazioni europee di formaggio verso il Canada. L'accordo ha suscitato però anche grosse preoccupazioni per la concessione al Canada di un maggiore
accesso al mercato UE per ingenti volumi di carni bovine e suine. Le Organizzazioni agricole europee hanno immediatamente esortato i ministri UE e gli eurodeputati a considerare questo aspetto che rischia di destabilizzare il mercato quando approveranno l'accordo finale.
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DIVERSIFICAZIONE E
Il partenariato pubblico-privato
I GAL Veneti sono entrati nella fase finale della Programmazione in corso: le risorse messe a disposizione dell’Asse 4 del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 per il finanziamento dei Programmi di Sviluppo Locale sono state tutte impegnate e molti interventi si sono conclusi nei mesi scorsi.
I risultati del lavoro svolto sono tangibili attraverso i numerosi esempi di interventi realizzati che entrano, tramite l’azione dei GAL, nel “sistema territorio”, aggiungendo valore ai singoli investimenti. Il lavoro dei Gruppi di Azione Locale consente infatti, tramite l’approccio leader, di assicurare un’ampia partecipazione nelle decisioni e
strategie da mettere in atto in un territorio attraverso l’approccio bottom up ovvero “dal basso” nonché di sostenere la nascita di reti che consentano di valorizzare al massimo l’offerta di un territorio, integrandola e trasformandola in “sistema”. Il partenariato pubblico-privato dei Gruppi di Azione Locale veneti rappresenta, quindi, un modello
MISURA 311 “DIVERSIFICAZIONE IN ATTIVITA’ NON AGRICOLE” AZIONE 1”CREAZIONE E CONSOLIDAMENTO DI FATTORIE PLURIFUNZIONALI” GAL ANTICO DOGADO Via Colombo 4 - Lova di Campagna Lupia (VE) - www.galdogado.it BENEFICIARIO: Azienda Agricola S.Valentino - Pontelongo (PD) DESCRIZIONE INTERVENTO: é questo il primo esempio di agrinido nel territorio su cui opera il GAL Antico Dogado. Tramite i contributi del GAL L’azienda agricola S. Valentino di Pontelongo ha potuto ristrutturare e arredare un edificio destinandone l’utilizzo ad agrinido. L’edificio è stato suddiviso in spazi destinati alle attività ricreative, alla zona pranzo, all’accoglienza dei bambini, al loro riposo e ai servizi igienici. L’agrinido è in grado di ospitare 14 bambini che possono godere di un ambiente interno molto piacevole e adeguato alle loro esigenze, inserito in un contesto rurale che garantisce il rapporto benefico con la natura.
GAL PATAVINO S.C.AR.L. Via S.Stefano Sup.38,Monselice (PD) - www.galpatavino.it
GAL DELLA PIANURA VERONESE Via Libertà 57 - Cerea (VR) - www.galpianuraveronese.it
BENEFICIARIO: Soc. Agricola Acero Campestre - Castelnuovo di Teolo
BENEFICIARIO: La Mano 2 Soc.Coop.Soc. A.R.L. Onlus
DESCRIZIONE INTERVENTO: inserita all’interno dell’area Parco Regionale Colli Euganei, in comune di Teolo, l’azienda ha potuto arricchire la sua offerta di ospitalità in agriturismo con la Fattoria didattica, denominata ACERO PARK. Grazie ai contributi erogati tramite il GAL, sono stati realizzati percorsi didattici, completi di cartellonistica sulla flora e fauna locale, a percorsi acrobatici per stimolare le abilità motorie di bambini e ragazzi. Le proposte riguardano percorsi sospesi, accessibili anche a disabili e la possibilità di arrampicare in tutta sicurezza costituiscono le opportunità offerte da Acero Park a tutti coloro, comprese le scuole, che visiteranno la Fattoria didattica.
GAL MONTAGNA VICENTINA Piazza Stazione 1 - Asiago (VI) - www.montagnavicentina.com BENEFICIARIO: Azienda agricola "Pachamama" di Maurizio Radin DESCRIZIONE INTERVENTO: Maurizio Radin, pioniere dell'agricoltura sociale in Veneto ed in Italia, è stato finanziato tramite il GAL per la ristrutturazione degli spazi
aziendali destinati alle attività didattiche e sociali (attività assistite con animali ed attività terapeutiche rivolte ad utenti psichiatrici e con disagi sociali). Oltre ai lavori di ri-
DESCRIZIONE INTERVENTO: con il sostegno del GAL, la cooperativa agricola sociale La mano 2, ha creato un percorso di orticoltura terapia per le persone con disagio psicorelazionale: la terra e i suoi frutti diventano gli strumenti per imparare a prendersi cura di se stessi e delle cose che ci circondano in maniera costruttiva, per riscoprire la meraviglia della vita, per comprendere il valore e lo sviluppo che possono avere un piccolo seme o una piantina.
strutturazione ed adeguamento, il finanziamento ha riguardato l'acquisto di attrezzature e strumenti informatici ed audiovisivi, la realizzazione di una serra tunnel per le attività di agricoltura sociale e la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica.
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MULTIFUNZIONALITÀ dei Gruppi di Azione Locale veneti
concreto di sviluppo di tipo partecipativo, coerente con le proposte del proprio territorio. Tra gli interventi previsti dai Programmi di Sviluppo Locale i GAL veneti hanno dato un significativo peso alla diversificazione e la multifunzionalità delle aziende agricole, finanziate, tramite i bandi, con oltre 12 milioni di euro
(15,21% delle risorse dei PSL). Credere nella diversificazione e nella multifunzionalità significa da un lato offrire alle aziende agricole l’opportunità di integrare il proprio reddito dall’altro dare al territorio maggiori servizi, migliorando la qualità della vita dei residenti e aumentando l’attrattività dei territori rurali.
Per diffondere, quindi, la conoscenza dei tanti progetti finanziati tramite i bandi dei GAL veneti, in questo, e nei prossimi numeri della rivista Agricoltura Veneta, vi proponiamo una selezione, suddivisa per Misura e Azione del PSR, degli interventi più interessanti e spesso innovativi realizzati in questi anni nei territori GAL.
MISURA 311 “DIVERSIFICAZIONE IN ATTIVITA’ NON AGRICOLE” AZIONE 2 ”SVILUPPO DELL’OSPITALITA’ AGRITURISTICA” GAL BASSA PADOVANA S.C.AR.L. Via S.Stefano Sup.38 - Monselice (PD) - www.galbassapadovana.it
GAL PREALPI E DOLOMITI Piazza della Vittoria 21 - Sedico (BL) - www.gal2.it
BENEFICIARIO: Azienda Agricola Sartori Fernanda - Este (PD)
BENEFICIARIO: Agriturismo Filippon di Fullin - Cansiglio
DESCRIZIONE INTERVENTO: Con i fondi GAL l’azienda agricola Sartori Fernanda, situata ai piedi dei Colli Euganei e con sede in una delle tre città murate del territorio, ha ristrutturato un ex frantoio realizzando degli alloggi (2 camere ed 1 appartamento) e arricchendo, così, l’offerta di ospitalità del territorio. Il valore aggiunto dell’intervento è stata la progettazione della ristrutturazione secondo gli standard di passivhaus (casa passiva). Il progetto ha previsto una drastica riqualificazione energetica per raggiungere gli standard di benessere termico (impianto solare con pannelli fotovoltaici, sistema di ventilazione forzata, isolamento termico-acustico della struttura, infissi e materiali naturali ad alta performance isolante), abbandonando qualsiasi fonte di energia fossile.
DESCRIZIONE INTERVENTO: L’Agriturismo Filippon è immerso nel verde dei pascoli del Cansiglio, ed ha beneficiato del contributo del GAL Prealpi e Dolomiti per la completa rimessa a nuovo della struttura ricettiva. Il fabbricato, di particolare valenza storica (la costruzione risale al 1801), ha subito un considerevole intervento di ristrutturazione, orientato essenzialmente alla ricerca di soluzioni architettoniche proprie del contesto montano, affiancate da scelte innovative ed ecosostenibili quali l’installazione di una caldaia a biomasse e di un impianto solare termico, conferendo alla struttura una propria autonomia energetica attraverso la produzione di calore da fonti rinnovabili. Il progetto ha interessato inoltre il recupero del sottotetto per la creazione di cinque camere dotate ciascuna di servizi igienici riservati.
PUNIRE LA CONTRAFFAZIONE DEI MARCHI VENETI La Regione investe 1 milione di euro per la tutela legale del settore agroalimentare del Veneto Come possono i veneti tutelare le proprie produzioni agroalimentari originali e di alta qualità contro i falsi e imitazioni in circolazione all’estero? Come possono fare le aziende agroali-
mentari e vitivinicole per garantire che il loro marchio non venga imitato nei mercati internazionali? Il prodotto italiano, soprattutto negli USA e in Medio Oriente, è molto ricercato. Per questo motivo i bracconieri del sistema agroalimentare internazionale cercano di carpire la buona fede dei consumatori, richiamando prodotti fasulli a nomi italiani, rubando in questo modo l’esclusività e originalità, la tradizione, il lavoro e il valore del prodotto originale. L’assessorato all’agricoltura della Regione ha fortemente preteso, ed infine ottenuto, l’investimento di 1 milione di euro dal bilancio regionale per avvalersi di un sistema di avvocati, specialisti ed esperti, con la funzione di raccogliere le denunce degli imprenditori agricoli del Veneto difenderli nelle battaglie giudiziarie che di devono combattere per far valere le proprie ragioni in campo mondiale, dove è possibile sconfiggere i furbi e gli illusionisti che lucrano sulle qualità e capacità dell’altrui suolo. Un contenzioso
spesso rappresenta l’unica strada per tentare di portare a casa un risultato utile per i nostri produttori, contrastando e riducendo un fenomeno che fa tantissimi danni. “Prisecco”, “Neosecco” e “Kressecco” e amenità del genere, o veri e propri falsi come il Valpolicella in scatola di montaggio “fai da te” sono solo alcuni esempi che dipingono un fenomeno di scorrettezza nell’utilizzo dei nomi dei generi alimentari molto, troppo ampi. Non a caso il fenomeno è stato chiamato “italian sounding”, tradotto “suono italiano”, per indicare quelle assonanze ambigue, tendenziose, ingannatrici che associano un prodotto a bassa e spesso dubbia qualità, con i generi alimentari d’eccellenza veneta ed italiana. Le singole aziende produttrici e i rispettivi consorzi non sempre hanno la capacità economica di farsi carico delle spese legali per tutelare il proprio nome. Un intervento che garantisca la stessa protezione e il medesimo servizio per tutte le aziende che operano
nel sistema primario veneto era dunque atteso e quanto mai necessario. Per segnalazioni scrivere a: commissario.svilupporurale@regione.veneto.it o chiamare il numero 041.2795419
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GR3 - Grass as a Green Gas Resource
Energia dall’erba, si può? Dubbi sull’utilizzo del mais negli impianti di biogas. L’energia potenziale dell’erba proveniente da manutenzione di aree agricole, argini e superfici marginali contesti periurbani e parchi naturali. La produzione di Biogas in ambito agricolo nel Veneto ha visto una crescita importante negli ultimi anni, raggiungendo i 96,5 Mwe installati in un totale di 115 impianti attualmente in esercizio. Tale sviluppo sembra ora mostrare una inversione di tendenza, almeno per quanto riguarda la tipologia di digestori che si è affermata quasi come uno standard sull’onda delle opportunità di incentivazione in vigore fino al 2012, ovvero impianti di taglia poco sotto il Megawatt elettrico di potenza, alimentati in larga prevalenza con insilato/granella di Mais. La domanda, e la necessità di approfondimenti tecnico economici da parte degli imprenditori agricoli e zootecnici, si sta spostando su tipologie di taglia inferiore al megawatt, con investimenti meno onerosi e una maggior integrazione nell’economia complessiva delle aziende. Restano di assoluta attualità le contrapposte posizioni delle diverse categorie al riguardo della sostenibilità complessiva e dell’impatto delle filiere del biogas agricolo sul sistema economico dei comparti agricoli tradizionali. In tal senso alcune considerazioni sul corretto sviluppo di questa importante fonte di energia sul nostro territorio si rendono indifferibili, al di là di posizioni pregiudizialmente “contro”, spesso suffragate da dati parziali e allarmismi del tutto ingiustificati, supportate dalla mancanza di informazioni di base e dal conseguente sviluppo nell’opinione pubblica di una sub-cultura del sospetto che sfocia in posizioni da sindrome di NIMBY, ovvero del “si facciano pure gli impianti, ma non vicino a casa mia”. Alle valutazioni riguardanti la taglia degli impianti, e la loro dislocazione sul territorio, comunque meritevoli di approfondimenti, si sommano quelle relative alle caratteristiche qualitative e quantitative delle biomasse inviate alla fermentazione anaerobica, e alle conseguenze di queste scelte sulla filiera stessa e sul territorio circostante.
Trinciatrice aspirante
Macchina rotopressa o rotoimballatrice
I dubbi Sotto accusa è l’utilizzo massiccio di colture dedicate, in particolare dell’insilato di mais, che fino ad oggi è entrato con grande preponderanza nei mix di alimentazione dei digestori. Se su larga scala non sembra che la sostituzione di destinazione del mais da alimentare/zootecnico a energetico produca distorsioni di mercato significative, su scala locale il “drenaggio” di materia prima prodotto da uno o più digestori da 1 Mwe può produrre indubbi effetti sui prezzi di vendita, sul valore degli affitti dei terreni coltivati e sulla disponibilità effettiva dell’insilato a destinazione zootecnica. A ciò si deve sommare una valutazione di fondo ri-
guardante la sostenibilità complessiva della filiera, considerando i costi elevati in termini di mezzi, concimi e risorse (acqua, suolo) della coltura maisicola, che appare sostenibile in ottica di produzione energetica solo in ragione di una massiccia politica di incentivazione tout-court, oggi e nel futuro sempre meno probabile. Scenari Con questo background stanno vedendo la luce analisi e studi scientifici tesi da una parte a valutare con precisione lo status-quo, e dall’altra ad analizzare scenari alternativi, che consentano lo sviluppo di una importantissima fonte di energia rinnovabile quale il biogas, che appare strategica nel ventaglio delle opzioni per regioni con una vocazione agricola importante come il Veneto, in un contesto di elevata sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tra questi scenari appaiono di grande interesse quelli che prediligono l’ulilizzo in tutto o in parte di sottoprodotti o scarti della lavorazione agricola e della manutenzione del territorio. Si tratta, si badi bene, di materie prime agricole a tutti gli effetti, che nulla hanno a che vedere con i processi di raccolta e recupero dei rifiuti organici extra agricoli e della FORSU, ma che attualmente vedono limitatissimi o nulli percorsi di valorizzazione, rappresentando anzi in molti casi un onere per le aziende agricole o gli enti di gestione territoriale quali i Consorzi di Bonifica. In questa ottica Veneto Agricoltura, dopo aver lavorato nella valutazione e nella mappatura degli scarti avviabili alla digestione anaerobica (progetto Probio-Biogas, completato nel 2008 –http://probiogas.venetoagricoltura.org/), ha recentemente avviato, in qualità di partner, un progetto finanziato con il programma dell’UE “Intelligent Energy Europe”, denominato “GR3 – Grass as a Green Gas Resource”, che si propone di analizzare e valutare la fattibilità dell’utilizzo, in filiere organizzate, degli scarti erbacei derivanti da sfalci di aree naturali e agricole, residui verdi da manutenzione del
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territorio, da avviarsi alla digestione per la produzione di biogas in parziale sostituzione delle colture dedicate. “Grass Energy” L’energia potenziale dell’erba proveniente dalla manutenzione di aree agricole, dalla rete di argini e superfici marginali nelle zone rurali, nonché da contesti periurbani e da parchi naturali, rimane infatti ampiamente sottoutilizzata in tutta Europa. Le barriere al suo utilizzo, in particolare per la produzione di biogas, sono rappresentate da un’insufficiente conoscenza e diffusione di tecnologie idonee per la falciatura, la conservazione e la digestione anaerobica di questi residui erbacei, dall’assenza o mancanza di cooperazione tra gli operatori della filiera e da alcuni ostacoli di natura giuridica. Di conseguenza i residui erbacei provenienti dagli sfalci, nonostante le interessanti potenzialità, non sono quasi per nulla utilizzati per alimentare impianti di digestione anaerobica e per produrre biogas. Il progetto si propone di attivare tali catene di approvvigionamento, in parziale sostituzione della quota rappresentata dalle “colture dedicate”, in particolare del Mais, con evidenti vantaggi sia sul fronte della sostenibilità ambientale, che della riduzione dell’impatto della filiera del biogas sui mercati dei prodotti agricoli destinati all’alimentazione. La potenziale sinergia con altre filiere di grande interesse, quali quella del compostaggio di qualità, sarà adeguatamente valutata nel corso del progetto, con l’intenzione di amplificarne la portata e garantire la massima ottimizzazione delle filiere, con una valorizzazione dei digestati che rappresenta l’anello di giunzione di un ciclo virtuoso di recupero energetico con restituzione al terreno di nutrienti di origine organica e in forma più gestibile, meccanizzabile e controllabile, a tutto vantaggio del rispetto per l’ambiente e delle normative (Direttiva Nitrati). Il progetto, avviato nei primi mesi del 2013, culminerà con una dimostrazione sul campo prevista nelle aziende Sperimentali Dimostrative di Veneto Agricoltura per la primavera del 2014, e si concluderà con la messa a punto di strumenti operativi ad uso degli operatori e degli imprenditori agricoli nel mese di aprile del 2016. Riferimenti Veneto Agricoltura, Settore Bioenergie e Cambiamento Climatico - bioenergie@venetoagricoltura.org
BIOGAS, POTENZE IMPIANTI Fino al 2012 la grande maggioranza degli impianti per la produzione di biogas agricolo rispondeva a caratteristiche che massimizzavano gli incentivi governativi di 28 eurocent al Kw elettrico prodotto. Tali impianti, di potenza vicina al Megawatt e alimentati in larga misura con insilato di mais, pongono diverse domande relativamente alla loro sostenibilità ambientale e alle ricadute sull'economia agricola circostante. Le nuove linee di incentivazione favoriscono impianti più piccoli, dimensionati sulla produzione di deiezioni della singola azienda o di imprese consorziate e alimentati principalmente a liquami zootecnici e scarti vegetali.
Finanziamenti per 8 milioni di euro dal PSR Veneto 2007-2013
NUOVI BANDI PER FORMAZIONE, CONSULENZA E PROMOZIONE È stato approvato dalla Giunta Regionale il provvedimento per finanziare interventi di formazione e consulenza aziendale per gli operatori dello sviluppo rurale e promozione dei prodotti agricoli. Dopo le modifiche apportate dalla Quarta Commissione del Consiglio Regionale e la successiva approvazione, con la deliberazione n. 1978 del 28 ottobre è arrivato il via libera definitivo della Giunta per l’apertura dei termini dei nuovi bandi delle misure 111, 114, 133 e 331 del Programma di Sviluppo Rurale. I bandi attiveranno complessivamente 8 milioni di euro per interventi nell’ambito della formazione degli operatori agricoli e della consulenza a supporto delle aziende. Nel dettaglio, saranno destinati 3 milioni di euro per la Misura 111 “Formazione professionale e informazione rivolta agli addetti del settore agricolo, alimentare e forestale”, con particolare riferimento all’Azione 1 “Interventi di formazione e informazione a carattere collettivo”. Beneficiari della misura sono i soggetti iscritti all’Elenco regionale degli organismi di formazione accreditati. Altri 3 milioni di euro saranno riservati alla Misura 114 “Utilizzo dei servizi di consulenza”, nell’ambito dell’Azione 1 “Servizi di consulenza agricola rivolti agli imprenditori”. Destinatari degli aiuti sono gli imprenditori agricoli iscritti alla Camera di Commercio e all’Anagrafe del Settore Primario della Regione del Veneto. Si concentrerà invece sull’informazione ai consumatori e sulla promozione dei prodotti agricoli di qualità a marchio regionale “Qualità Verificata” il sostegno della Misura 133 “Attività di informazione e promozione”. Le risorse in questo caso ammontano a 1 milione e mezzo di euro.
Casolare colline di Lonigo, Vicenza (Foto di Cesarino Leoni)
Bandi 2013 PSR Veneto Formazione, informazione, consulenza e promozione www.regione.veneto.it – Sviluppo Rurale Misura azione 111 - Formazione professionale e informazione rivolta (Azione 1 - Interventi di formazione e informazione a carattere collettivo)
114 - Utilizzo dei servizi di consulenza (Azione 1 - Servizi di consulenza agricola rivolti agli imprenditori agricoli)
133 - Attività di informazione e promozione
Importo a bando (Euro)
Termine presentazione domande
3.000.000,00
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3.000.000,00
10/01/2014
1.500.000,00
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Totale Asse 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale 331 - Formazione e informazione per gli operatori economici delle aree rurali (Azione 1- Interventi a carattere collettivo di formazione/informazione, educazione ambientale e sul territorio)
Totale Asse 3 Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia Totale Complessivo Impianto biogas
I beneficiari sono le associazioni di produttori con sede in Veneto. Il ruolo multifunzionale delle imprese agricole sarà invece al centro della Misura 331 – Azione 1 “Interventi a carattere collettivo di formazione e informazione, educazione ambientale e sul territorio”. Gli interventi di formazione interesseranno aspetti riguardanti le fattorie plurifunzionali (fattorie didattiche, sociali, creative, eco-fattorie, agrinidi), e l’incentivazione della produzione di energia e biocarburanti da fonti rinnovabili. Le risorse a bando ammonteranno a 500mila euro. Possono partecipare al bando i soggetti iscritti all’Elenco regionale degli organismi di formazione accreditati. I testi completi dei bandi sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale Regionale e sulle pagine web del portale regionale www.regione.veneto.it alla sezione “Sviluppo Rurale – Bandi e finanziamenti”.
7.500.000,00
500.000,00
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500.000,00
8.000.000,00
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BREVI
I SOLDI DEI VENETI RESTANO IN VENETO "Indipendentemente da quanto affermato dal Ministro De Girolamo, sottolineo che i soldi del Psr Veneto rimarranno in Veneto”. Questo quanto affermato dall’assessore regionale all’agricoltura Manzato dopo aver letto le dichiarazioni del ministro all’agricoltura, rilasciate alla Fiera
del Bovino da latte a Cremona, nelle quali enuncia la possibilità di centralizzare i fondi del Programma di Sviluppo Rurale. Il Veneto sta attendendo da Roma i finanziamenti per il piano irriguo nazionale. Desideriamo che le colture della
nostra regione siano in grado al più presto di affrontare i cambiamenti climatici. Il dramma della siccità, dichiarato dal ministero stesso come evento calamitoso, rappresenta una minaccia per le coltivazioni estive, ossia per i prodotti cerealicoli come il mais.
RIPRISTINARE SUBITO PASCOLO DI TERZI “Il Ministero delle Politiche Agricole intervenga subito per ripristinare la possibilità di utilizzo di superfici a pascolo da parte di terzi, utilizzo che una circolare di Agea dell’11 ottobre scorso ha improvvisamente ritenuto non ammissibile per la richiesta di premio unico da parte delle imprese proprietarie”. Lo ha chiesto l’assessore all’agricoltura del Veneto con una lettera inviata alla ministra delle politi-
che agricole, segnalandole questa anomalia, che non solo “discrimina alcuni allevatori”e cambia “le regole in corso d’opera”, ma lo fa anche con “assoluta assenza di motivazioni a sostegno di questo cambiamento repentino nelle modalità di utilizzo dei pascoli”. Dal 2006, in accordo con la normativa comunitaria il pascolo da parte di terzi è previsto per le aree pascolative
dichiarate ai fini della riscossione del Pagamento Unico. In sostanza, prima della circolare il calcolo delle superfici a pascolo per richiedere il cosiddetto “Premio Unico” teneva conto non solo delle superfici utilizzate dal proprietario, ma anche quelle che erano utilizzate per il pascolo di animali di proprietà di terzi. Improvvisamente, attraverso una circolare, viene comunicata l’impossibi-
lità di avvalersi di questa tipologia di utilizzo, per la riscossione del premio unico per la campagna 2014. Oltre al danno immediato che questa decisione di Agea Coordinamento causerà per l’anno prossimo alle aziende interessate, queste rischiano di essere fortemente limitate nella riscossione dei premi previsti dalla riforma dei pagamenti diretti per il periodo 2015 – 2019.
UN’ASSICURAZIONE SUL REDDITO DELLE IMPRESE. FONDI STATALI PER IL PIANO IRRIGUO NAZIONALE "Dobbiamo garantire il reddito delle imprese agricole, mediante un piano nazionale di gestione dei rischi che possa intervenire nel caso in cui si verifichino eventi tali da compromettere l’attività d’impresa, che ha un ciclo
produttivo che di norma non si realizza in un giorno ma in un anno o addirittura in prospettiva pluriennale". Lo ha proposto l’assessore all’agricoltura del Veneto Manzato in occasione della riunione a Roma della Commis-
sione Politiche Agricole alla quale partecipano gli assessorati di tutte le Regioni italiane, organismo di elaborazione e proposta anche nei confronti del Ministero e del Governo sulle azioni per il settore. Il Veneto ribadisce la
ferma contrarietà ad un Piano Irriguo Nazionale finanziato con le risorse destinate all’attivazione del Programmi di Sviluppo Rurale, in attuazione della nuova PAC. “Le Regioni non possono essere il bancomat dello Stato: i fondi per
lo sviluppo rurale devono andare allo sviluppo rurale. Gli interventi, come il Piano Irriguo Nazionale, sono di competenza statale e devono avvalersi di fondi nazionali propri, non di quelli destinati alle Regioni”.
Fattorie Didattiche del Veneto
243 AZIENDE, 130.000 VISITATORI, 1,2 MILIONI € Oltre 3.100 visite didattiche, quasi 130.000 visitatori (una media di circa 540 presenze per azienda), un giro d’affari stimato in circa 1,2 milioni di euro all’anno proveniente per circa due terzi dalle visite didattiche scolastiche e per il restante terzo da visite extra-scolastiche (iniziative culturali rivolte a gruppi, famiglie e anziani, centri estivi e settimane verdi, agri-nido) con un ricavo medio annuo di 11.900 euro per azienda. Sono questi i numeri più signifi-
cativi dell’indagine che Veneto Agricoltura ha condotto nel corso dell’anno sulle Fattorie Didattiche del Veneto per meglio approfondire le conoscenze su questa particolare attività connessa, realizzabile dalle aziende agricole. Sono 243 le fattorie didattiche riconosciute dalla Regione Veneto nell’ultimo elenco 2013, un numero in crescita di dieci aziende (+4%), dopo che negli ultimi quattro anni erano cresciute di sole cinque unità. Sono distribuite princi-
palmente nella provincia di Vicenza (65 fattorie, 27% del totale regionale), che registra una crescita del 6,5%, seguita da Padova (41 fattorie, 17%), la provincia dove sono aumentate in maniera più consistente (+17% rispetto al 2011), Venezia (39 fattorie, 16%) l’unica provincia che fa segnare un calo delle fattorie attive (-9%) e Treviso (37 fattorie, 15%). Sul sito www.venetoagricoltura.org è disponibile il Report completo.
gionale, tanto che proprio sull’apporto del primario allo sviluppo sostenibile mondiale, con un incremento demografico che ha già superato i 7 miliardi di persone, verrà giocata tutta la grande fiera espositiva. “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, è lo slogan dell’evento meneghino, bella sintesi che ci interroga e sprona. Questo numero di Agricoltura Veneta non affronta i temi di Expo, anche se Veneto Agricoltura attraverso il suo sportello comunitario Europe Direct, ha predisposto un Quaderno, il numero 13 della sua Collana Editoriale (può essere richiesto a: europedirect@venetoagricoltura.org), proprio sull’impegno regionale verso la manifestazione milanese, ma guarda in prospettiva, analiz-
zando la PAC 2014-2020 ed i nuovi modelli produttivi alla base del futuro (e della competitività) della nostra agricoltura; interroga quindi i giovani, scoprendoli portatori di innovazione e speranza, e approfondisce il ruolo fondamentale della banda larga per lo sviluppo delle aree rurali. A fine annata agraria, come di tradizione a “San Martin”, si fa il punto, in questo caso sulla vendemmia appena terminata, con soddisfazione sembra; propone poi cosa hanno fatto i GAL, anch’essi pronti alla nuova programmazione comunitaria, e segnala un interessante progetto sull’utilizzo dell’erba come fonte energetica: ormai non si butta più via niente. Buona lettura.
SOTTOLINEATO di Mimmo Vita Le manifestazioni di portata mondiale che la globalità organizza con continuità sono decisamente poche ed ambite. Si tratta spesso di competizioni sportive come le Olimpiadi ed i Campionati mondiali di calcio, o l’EXPO. Curiosamente questi megaeventi seguono una sorta di tracciato invisibile legato alle disponibilità finanziarie o meglio economico politiche del paese o dell’area cui viene affidata l’organizzazione. Non è forse un caso che in Europa non si terranno avvenimenti di portata mondiale nel primo ventennio di questo secolo, se non EXPO 2015, a Milano. Mancano 18 mesi all’avvio di questa grande kermesse che coinvolge a pieno titolo il settore primario mondiale, europeo, nazionale e re-
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“AGRICOLTURA VENETA” Anno XIV n. 2 Direttore: Giuseppe Nezzo Direttore Responsabile: Mimmo Vita rivista@venetoagricoltura.org Comitato di Redazione: Edda Battistella Ilenia Cescon Andrea Comacchio Renzo Michieletto Claudia Rizzi Alessandro Tomasutti Direzione, Redazione e Amministrazione: v.le dell’Università n. 14, 35020 Legnaro (PD) Aut. Tribunale di Padova n. 1641 del 26.03.1999 Tel. 049.8283753 Fax. 049.8293754 rivista@venetoagricoltura.org Grafica e stampa: Centro Servizi Editoriali 30173 Mestre (Ve) Tel. 041.2517410 Chiuso in tipografia il 31.10.2013