Il diagramma di causa effetto

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Il diagramma di causa-effetto

1. Generalità Il diagramma di causa-effetto rappresenta una visualizzazione grafica molto efficace di tutte le ipotesi conosciute che, potenzialmente, possono essere la causa alla radice di un effetto che si sta analizzando. A dispetto della sua semplicità concettuale ed operativa, questo strumento presenta diversi vantaggi:  Guida in modo sistematico l’attenzione verso le reali cause di un effetto mediante un approccio strutturato, ed evitando deviazioni dai punti essenziali;  Incoraggia la formazione di gruppi di lavoro, nonché la condivisione di informazioni sul processo;  Accresce le conoscenze sul processo, ovvero le conoscenze di ciascuno in merito ai fattori in gioco ed alle relazioni tra gli stessi;  Identifica le aree dove dovrebbero essere raccolti dati per effettuare studi ulteriori. Analogamente a molte tecniche di problem solving, anche il diagramma di causa-effetto formalizza sulla carta processi che spesso avvengono (ma in maniera non organica e controllata) nella mente. Questo strumento viene anche chiamato “Diagramma a spina di pesce” (dall’aspetto che esso assume sulla carta) o “Diagramma di Ishikawa” (dal nome di Kaoru Ishikawa, un celebrato “guru” della qualità nipponica, che ne fu l’ideatore). 2. La compilazione del diagramma Gli step da compiere sono i seguenti. a) Indicare l’effetto da analizzare, scrivendolo sul lato destro del foglio. L’effetto è solitamente di tipo negativo (un problema, una carenza qualitativa, ecc.), come nell’esempio che viene riportato di seguito; ma può anche essere di tipo positivo (un obiettivo), per perseguire un miglioramento. L’importante è utilizzare una definizione chiara e comprensibile. Tracciare quindi una freccia dal lato sinistro a quello destro.

TAPPEZZERIA TAGLIATA

b) Scrivere i principali fattori che possono essere causa dell’effetto rilevato. “Principali”, nel senso che tali categorie devono raggruppare il maggior numero possibile di fattori. A tale proposito, di norma si indicano le cosiddette “4M” (dall’inglese Man, Machine, Method, Material): Manodopera, Attrezzature, Metodi, e Materiali. Questo schema è però facoltativo, perché l’individuazione dei fattori principali dipende essenzialmente dall’effetto che si sta studiando. Sul diagramma, si traccerà da ciascuna categoria una freccia, tale da costituire una ramificazione della freccia principale.

Nicola Focci

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Il diagramma di causa-effetto

MATERIALI

METODI

TAPPEZZERIA TAGLIATA

MANODOPERA

MACCHINE

c) Su ciascun ramo principale, scrivere gli specifici fattori che possono essere considerati quali cause. Essi appariranno come piccoli rami secondari: SBAVATURA SUPPORTO

MATERIALI

STAMPAGGIO

METODI

PU FLESSIBILE

PUNTATURA

IMBALLAGGIO IN STA.POLIURETANI

SIMILPELLE TRASPORTO STOCCAGGIO IN STA.POLTRONE SUPPORTO RIGIDO PREPARAZIONE RICAMBIO

TRATTAMENTO IN STA. POLTRONE

TAPPEZZERIA TAGLIATA ADDESTRAMENTO STAMPI IMPIANTO DI STAMPAGGIO COMPORTAMENTO

MANODOPERA

Nicola Focci

MACCHINE

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Il diagramma di causa-effetto

Su ciascun piccolo ramo si possono continuare a scrivere fattori ancora più dettagliati: SBAVATURA SUPPORTO

Bava non completamente rimossa

MATERIALI

STAMPAGGIO

METODI

PU FLESSIBILE

PUNTATURA

Assorbe male gli urti

Spigoli non protetti

Spessore Formulazione

Troppo basso

IMBALLAGGIO IN STA.POLIURETANI

Impatto accidentale con cutter di rifilatura

SIMILPELLE TRASPORTO

Avvolgimento con bollimball carente o incompleto Similpelle troppo teso STOCCAGGIO IN STA.POLTRONE

Urti con bordi soppalco Troppo morbida

Urti contro le scansie

Movimenti (sfregamenti) su soppalco

SUPPORTO RIGIDO Formulazione

TRATTAMENTO IN STA. POLTRONE

Troppi spigoli

Pulizia troppo invasiva

Apertura imballi poco accurata

Forma

PREPARAZIONE RICAMBIO

Urti durante la movimentazione su carrelli

Imballaggio carente o incompleto Urti su poltrone finite

TAPPEZZERIA TAGLIATA ADDESTRAMENTO STAMPI

COMPORTAMENTO

E’ carente

IMPIANTO DI STAMPAGGIO

Non vengono seguite le istruzioni

MANODOPERA

MACCHINE

Può essere utile, in questa fase, porsi la domanda <<Perché?>> nella creazione di ogni sotto-ramo, fino ad arrivare alla causa ultima. d) Da ultimo, occorre controllare il diagramma prodotto. Ossia:  Verificare che ogni causa sia riconducibile alla radice dell’effetto, cioè che abbia un collegamento logico con quest’ultimo.  Verificare che ogni ramo principale abbia almeno 3 o 4 rami secondari. Se non li ha, è probabile che esso non sia stato sviscerato completamente.  Verificare le eccessive concentrazioni di rami secondari su un ramo principale: potrebbe essere necessario suddividerlo in due o più rami principali.  Verificare che non siano presenti ripetizioni. Se una causa si ripete più volte, dovrà probabilmente essere indicata quale fattore principale.  Identificare ciò che è possibile misurare in ciascuna causa, sì che si possano quantificare gli effetti di ogni azione intrapresa. Identificare anche gli eventuali limiti di specifica. Infine, e più di ogni altra cosa, è opportuno tracciare un cerchio intorno alle cause sulle quali è realmente possibile intervenire. Gli esempi 1, 2 e 3 illustrano diagramma causa-effetto a complessità crescente. Come si noterà, questa tecnica può essere applicata a molti casi reali, quindi non necessariamente legati alle realtà strettamente produttive.

Nicola Focci

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Il diagramma di causa-effetto

3. Le azioni successive L’identificazione delle cause più probabili avviene attraverso un’analisi critica. Se non si possiedono dati, si può procedere attraverso una discussione. Si può quindi verificare l’efficacia delle misure che attualmente sono state previste per evitare il verificarsi di ciascuna causa, e progettare le possibili azioni correttive da implementare, valutandone poi la messa in opera in base alle considerazioni necessarie. 4. Il diagramma CEDAC Una possibile evoluzione del diagramma di causa-effetto, è rappresentato da CEDAC, acronimo di “Cause ad Effect Diagram with Added Cards” (diagramma di causa-effetto con aggiunta di cartellini). Ideato negli anni ’90 da un altro giapponese, Ryuji Fukuda, è essenzialmente un diagramma di causa-effetto dinamico, atto a coinvolgere il personale operativo; CEDAC si propone di stimolare e indirizzare in modo concreto la formulazione di idee atte a risolvere un problema determinato. Si procede tracciando il diagramma di causa-effetto su un grande cartellone, limitandosi ai fattori principali (fasi a e b descritte in precedenza). Il cartellone viene in seguito esposto nel reparto/ufficio dove si genera l’effetto. Tutto il personale interessato può quindi utilizzarlo, applicandovi cartellini o post-it di colori differenti:  Giallo, per indicare una causa secondaria;  Di un altro colore (ad esempio fucsia), per indicare ipotesi di intervento mirato o di azione correttiva, collocando il cartellino in corrispondenza della causa sulla quale tali interventi/azioni intendono impattare. Dopo un certo tempo si possono raccogliere ed analizzare i cartellini, impostando così il problema come risultato del lavoro di tutto il gruppo, e non solo delle idee del/dei più autorevole/i. 5. Limiti del diagramma di causa-effetto Potenzialmente, esistono due possibili limiti:  L’eccessiva formalizzazione del processo può portare ad analizzare cause che, già in partenza, si potrebbero ritenere ininfluenti;  Esaminando una causa alla volta, si corre il rischio di perdere le interazioni fra le varie cause. A fronte dell’utilità e sistematicità offerta da tale tecnica, però, ritengo che tali rischi siano comunque accettabili, e prevenibili con una lettura attenta e ragionata del diagramma.

Nicola Focci

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