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BELLUNO
SABATO 1 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
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Milano - Cortina 2026 - Il vertice
Un commissario per le opere olimpiche La proposta dovrebbe entrare nella legge al varo del prossimo consiglio dei ministri. Obiettivo: rispettare i tempi Francesco Dal Mas CORTINA. Un commissario governativo per le Olimpiadi? La proposta, lanciata da Luca Zaia, su rilancio di Vincenzo Boccia e Giovanni Malagò all’assemblea di Confindustria a Belluno, è rimbalzata ieri al Comitato di indirizzo della candidatura delle olimpiadi invernali che si è tenuto a Milano. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, annunciando che la legge olimpica sarà al varo del prossimo Consiglio dei ministri, ha anticipato che in questo provvedimento ci sono i presupposti per un eventuale commissariamento. Il commissario dovrebbe presiedere la struttura che funge da stazione appaltante per le opere pubbliche legate ai Giochi: tutte le opere, non quelle di un comparto o dell’altro, di un territorio piuttosto che di un’area diversa. Non, dunque, commissari settoriali come nel caso di Cortina 2021. Giochi che oggi possono contare su un miliardo, ma che nella programmazione stanno raddoppiando questa previsione. «Un commissario? Penso che sia fondamentale» ha commentato lo stesso Zaia, aggiungendo che da quel che ne sa nella bozza di legge olimpica «ci sono già gli estremi, il quadro giuridico, per poter pensare anche a poteri commissariali». Il che – ha subito precisato il governatore per tranquillizzare chi accampa riserve – non vuol dire bypassare le leggi, non fare le gare, come le leggende metropolitane fanno pensare, ma vuol dire essere più operativi e soprattutto avere un interlocutore certo. «Personalmente non ritengo che sia obbligatorio, probabilmente conoscendo il Paese forse è meglio» ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Un commissario non solo per arrivare in tempo con le opere ma anche per questioni di immagine, di gestione efficace e trasparente dei conti, insomma – specifica Zaia – per fare bella figura, di-
mostrando che il sospirato Rinascimento è meritato. Beppe Sala, sindaco di Milano, commissario ai tempi dell’Expo, non è contrario. «Il tema – puntualizza – è trovare una formula che permetta di sveltire e non certo di andare su procedure speciali, di non fare gare o di farle in modo particolare, quindi c’è ancora molto tempo. Ma bisogna cercare di fare le cose più in fretta pos-
La proposta era stata lanciata a Belluno e trova tutti d’accordo «Saremo più operativi» sibile». Ed ha ricordato, Sala appunto, che Vincenzo Novari, ad del comitato organizzatore, «sta proponendo una struttura organizzativa leggera con non molte persone, ma oggi ci ha parlato proprio delle linee generali». Non resta che attendere il prossimo Consiglio dei ministri e se ne saprà di più. «La legge Olimpica giovedì è stato il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri – ricorda il ministro Spadafora -, c’erano però ancora alcuni rilievi del ministero dell’Economia su norme soprattutto tributarie, che stiamo già in queste ore risolvendo. L’esame sarà concluso nel prossimo Cdm (la prossima settimana, OES) con l’intesa tra tutti i soggetti istituzionali che sono a questo tavolo». All’interno della legge olimpica – ha fatto sapere Spadafora – è stata inserita una norma che consente all’istituto del credito sportivo di avere un ruolo importante nei Giochi del 2026. In ogni caso, specifica il ministro, se non la faremo in questa occasione, la faremo in un momento successivo. E questo per evitare ulteriori ritardi. Adesso, infatti, è importante concentrarsi sulle norme fondamentali affinchè Milano-Cortina 2026 parta, parta bene, nel rispetto di valori importanti. —
l’incontro
Con il ministro Spadafora Ieri a Milano si è svolto il Comitato di indirizzo della candidatura delle olimpiadi invernali del 2026 (a sinistra il tavolo). Era presente anche il ministro allo sport Vincenzo Spadafora, nella foto sopra con il presidente del Venet Luca Zaia
infrastrutture
Anas potenzia il suo impegno per completare il piano strade Si guarda ai Mondiali del 2021 ma anche alle Olimpiadi Gemme: «Entro quest’anno finiremo trentasette lavori sulla statale di Alemagna» CORTINA. Secondo talune interpretazioni, la proposta di un commissario unico per le Olimpiadi prende spunto dalla constatazione che per i Mondiali di sci 2021 ci sono state, per le infrastrutture stradali, ritardi che non ci dovevano essere. Immediata la risposta di Claudio Andrea Gemme,
il retroscena
Il Piemonte non molla i Giochi «Qui discipline sperimentali» CORTINA. Non c’è da crederci a tanta tenacia. Eppure la Regione Piemonte non rinuncia ad avere una particina nei Giochi invernali del 2026. Stia all’erta l’Alpago, magari con Piancavallo che hanno un sogno nel cassetto: portare lo scialpinismo a debuttare tra le discipline olimpiche sulle montagne di casa. La Regione Piemonte, in-
fatti, «intende riuscire a inserire le proprie montagne tra i siti di gara delle Olimpiadi invernali del 2026». Lo ha detto l’assessore allo Sport del Piemonte, Fabrizio Ricca, rispondendo all’interrogazione in Consiglio regionale di Francesca Frediani (M5S) che chiedeva delucidazioni sul Dossier Olimpiadi 2026. «L’Amministrazione regionale, favorevole alla partecipazione, si è
fatta avanti per ospitare anche discipline sperimentali e senza medagliere quali, ad esempio, lo sci di alpinismo e chilometro lanciato» ha spiegato Ricca. «In collaborazione con la Fondazione Olympic Park verrà fatta una ricognizione completa degli impianti olimpici, con indicazione dei relativi costi di costruzione, delle infrastrutture esistenti sia a Torino sia nei Comuni olimpici
presidente di Anas e Commissario di Governo per l’attuazione del piano straordinario per l’accessibilità. «Abbiamo deliberato ieri di istituire un gruppo ad hoc per rinforzare la nostra squadra Anas per il progetto su Cortina, con un capo-progetto e una ventina di tecnici che saranno focalizzati, non solo sull’aspetto legato ai Mondiali di sci ma già sono in campo per attivarsi sulle Olimpiadi 2026» ha assicurato a margine degli “Stati generali della Montagna”.
montani, da poter mettere a disposizione del Governo. In linea con le linee guida del Comitato olimpico internazionale in tema di sostenibilità ed eredità olimpica, il Piemonte potrebbe contribuire con le Regioni coinvolte alla promozione di un modello virtuoso, innovativo, efficace ed attento al riuso degli impianti già esistenti, riducendo il costo totale del dossier», ha spiegato Ricca. È ovvio che il tandem Milano-Cortina procede per la propria strada senza dimostrare di preoccuparsi. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha dichiarato ieri a Milano che il dottor Novari è in attesa dell’espletamento formale della carica di amministratore delega-
Nel suo intervento Gemme ha, invece, ricordato le iniziative legate proprio ai Mondiali di sci di Cortina: «Per migliorare la viabilità da e per Cortina abbiamo previsto 37 interventi di adeguamento e messa in sicurezza della Statale 51 di Alemagna che saranno completati entro quest’anno» ha ricordato Gemme. «Abbiamo aumentato a 270 milioni di euro il piano di investimenti complessivi, con una quota dedicata all’implementazione della “smart road Cortina 2021” che – ha concluso – ha l’o-
to. Il 17 febbraio è già stato convocato il primo cda della Fondazione, nel frattempo c’è da aspettare il riconoscimento giuridico della Prefettura. «Abbiamo già presentato un modello durante le due settimane dei Youth Olympic Games a Losanna,
L’assessore allo sport si è detto pronto a mettere a disposizione alcuni degli impianti che il Cio ha particolarmente apprezzato. Oggi è stata una tappa di conclusione di quelli che erano gli adempimenti che devono fare i rap-
biettivo di rendere più efficienti i flussi di traffico, di migliorare la sicurezza stradale e il comfort di guida». I lavori più importanti, le quattro varianti di Cortina, San Vito di Cadore, Valle di Cadore e Tai di Cadore, sono rimasti sulla carta e si attende ancora il via libera per i cantieri di Tai e San Vito. Solo nei prossimi giorni i tecnici Anas saranno a Valle per perfezionare il progetto e il sindaco Marianna Hofer si dice convinta che difficilmente i lavori partiranno prima dei Mondiali di sci. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, che ieri era a Milano, si è dichiarato comunque soddisfatto del supplemento di impegno dell’Anas. — F.D.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
presentanti del consiglio olimpico», ha concluso Malagò spiegando gli appuntamenti di ieri nel capoluogo lombardo, nel corso dei quali Attilio Fontana, presidente della Regione, ha informato che «stiamo facendo una pressione sul Governo per la realizzazione di quelle opere connesse che sono alcune delle quali già previste, progettate e finanziate che chiediamo che partano con la massima urgenza». Il piano delle opere è stato avanzato anche dal Veneto e prevede, fra le altre, il superamento di Longarone con una variante che tenga conto, in ogni caso, dei lavori che si completeranno entro l’anno per Cortina 2021. — F.D.M.
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Primo Piano
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Il futuro della montagna
Gli Stati generali portano in quota la rivoluzione dei contributi Il ministro Boccia anticipa la volontà di cambiare metodo dedicando più risorse alle idee che nascono dal territorio `
LA GIORNATA BELLUNO Appeso il nuovo calendario alla parete, quello di ieri, per la provincia di Belluno, era stato il primo giorno ad essere cerchiato in rosso. Accanto la scritta “Stati generali della Montagna” al tavolo il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. Un appuntamento al quale il territorio si è presentato con un drappello decisamente nutrito.
Prestiti, Eni - ha spiegato De Menech - gli investimenti vanno fatti non solo dove c’è mercato, ma anche dove ci sono presidi che rimangono cruciali per la coesione del Paese. Esattamente come abbiamo fatto con il piano Banda
no annacquato il peso della montagna in un grande calderone sovra-provinciale o regionale, è evidente che il problema della rappresentanza per queste aree diventa sempre più cruciale». Opinioni distanti, obiettivi comuni. LA DELEGAZIONE I bellunesi con il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia
Il presidente Padrin: «Segnali importanti ma aspettiamo dalle parole si passi ai fatti»
ATTESE CONFERMATE Diverse le novità emerse nella relazione del ministro. Per prima cosa l’ex fondo Letta, quello che finanzia i comuni che confinano con il Friuli Venezia Giulia, passa da 20 a 24milioni di euro (riguarda buona parte di Comelico, Cadore e Alpago) per un totale di 48 comuni in Veneto. Poi c’è la promessa di portare a 100 milioni di euro il fondo unico per la montagna, che sarà comunque aumentato di 10 milioni. Ma ieri è soprattutto arrivato il cambio di passo sulle modalità di erogazione dei fondi.
COSA CAMBIA Ad emergere è stata la volontà di semplificare. L’intenzione di non procedere più con i bandi ma di passare ai progetti. Finanziando le proposte che nascono dal territorio. Una scelta mutuata dall’esperienza dei Fondi di Confine (ex Odi) di cui il parlamentare Bellunese, Roger De Menech (Pd), è presidente. Al tavolo con il ministro c’era anche lui, oltre al suo collega Luca De Carlo (Fd’I). «Sono le istituzioni e la politica a dover dare indicazioni chiare agli enti per orientare gli investimenti nelle aree montane, come per esempio Anas, Ferrovie, Poste, Enel, Cassa Depositi e
IL PUNTO DI VISTA BELLUNO Risponde al telefono dal treno che dalla Capitale lo riporta verso nord, il presidente della provincia, Roberto Padrin e mette in fila i punti positivi della giornata, dalle novità sui fondi alla banda larga. «È difficile dare un voto all’incontro ma se proprio devo farlo, dico 7».
L’INTERVENTO Durante il suo intervento, il presidente Padrin ha affrontato la questione della governance territoriale di una Provincia interamente montana confinante con Stati esteri (e incuneata tra due realtà a statuto speciale), quindi resa speciale
CAMBIO DI ROTTA CONFRONTO SERRATO Ad intervenire molti relatori bellunesi in rappresentanza dell’intero territorio montano del Paese.
Larga dei governi di centrosinistra grazie ai quali l’infrastruttura per la trasmissione veloce dei dati sta arrivando in tutti i Comuni italiani». «La montagna non soffre perché si spopola, ma soffre e quindi si spopola: lo spopolamento non è causa, ma conseguenza - ha esordito De Carlo nel 2100, stando agli ultimi studi, l’85% della popolazione mondiale vivrà nelle grandi città; nel 2030, 41 città supereranno i 10 milioni di abitanti: quale peso può avere la voce delle aree montane? Se a questo ci aggiungiamo una politica nazionale e demagogica di riorganizzazione spinta, che ha portato a fusioni che han-
IL MINISTRO «Gli Stati generali sulla situazione delle aeree interne montane sono un punto di partenza importante sul quale organizzare una strategia coordinata a tutti i livelli istituzionali - ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà - bene quindi l’aumento di 4milioni di euro nel 2020 per il Fondo per la promozione delle aree svantaggiate confinanti con regioni a statuto speciale annunciato da Boccia, un intervento fondamentale in particolare per province come quella di Belluno». Andrea Zambenedetti
«L’aria per la montagna sembra cambiata - prosegue Padrin - si respirano finalmente condivisione e unità d’intenti sul rilancio delle aree montane e sul contrasto allo spopolamento. Sono segnali importanti da cui partire, per dare un futuro ai nostri territori. Adesso abbiamo la necessità di passare velocemente dalle parole ai fatti». Spiega Padrin (all’incontro al ministero degli affari regionali erano presenti anche Confindustria Belluno Dolomiti con il direttore Andrea Ferrazzi; Ascom Belluno con il direttore Luca Dal Poz; Confartigianato Belluno con la presidente Claudia Scarzanella; oltre ai deputati bellunesi Luca De Carlo e Roger De Menech).
«L’ARIA SEMBRA CAMBIATA FINALMENTE SI RESPIRANO CONDIVISIONE E UNITÀ DI INTENTI»
dalla legge Delrio; ha spaziato sul tema della specificità garantita a Belluno dallo statuto regionale del Veneto; ed è arrivato ad affrontare il tema caldo dello spopolamento.
IL PERCORSO «Nessuno si salva da solo. La montagna ha bisogno della pianura, tanto quanto la pianura ha bisogno che qualcuno presidi le aree in quota - la premessa di Roberto Padrin, durante il suo intervento, delegato anche dall’Upi (Unione delle Province d’Italia) - Sondrio, Belluno e Provincia di Verbano Cusio Ossola sono le tre Province italiane che la legge ha identificato come Province montane e che per questo dovrebbero essere destinatarie di interventi che ne riconoscano il loro ruolo essenziale di coordinamento dello sviluppo locale. Un processo mai avviato e su cui è urgente e ineludibile intervenire, a partire dalla revisione profonda della legge 56/2014. La richiesta che rivolgiamo oggi al ministro, che presiede e coordina il Tavolo nazionale sul regionalismo differenziato è di vigilare affinché le singole leggi regionali prevedano e rispettino tali specificità».
Confindustria: «Questo è il momento della concretezza» LE ASSOCIAZIONI I primi a lanciare l’idea degli stati generali della montagna erano stati gli Industriali bellunesi. Ne avevano parlato all’allora ministro Erika Stefani in un incontro organizzato dal compagno d’Aula, e di partito, Paolo Saviane. Ieri a rappresentare la categoria il direttore, Andrea Ferrazzi. «Abbiamo riproposto e sottolineato l’importanza strategica delle infrastrutture dalle strade alla ferrovia, passando per la banda larga, abbiamo apprezzato la presenza del ministro all’innovazione Paola Pisano perché l’innovazione può essere fattore di sviluppo delle aree montane insieme alla sostenibilità. Abbiamo chiesto di
riprendere le proposte avanzate dai vari tavoli di lavoro, in particolare da quello da noi coordinato, per non ricominciare ancora da zero, o quasi. Positiva anche l’indicazione del ministro Boccia di partire dalle aree interne e montane su infrastrutture, strade e banda larga, in un’ottica di coesione territoriale. L’auspicio è che si dia concretezza dopo oltre un anno di confronti, per quanto utili e positivi. Le proposte sono sul tavolo, basta tradurle in provvedimenti».
GLI ARTIGIANI Claudia Scarzanella leader degli artigiani ha messo sul tavolo i numeri delle imprese montane. «Nei comuni montani operano 430 mila imprese artigiane,
LA PRESIDENTE Claudia Scarzanella guida gli artigiani della provincia di Belluno, faceva parte della “pattuglia” inviata a Roma
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con 865 mila addetti. Valorizzare le zone montane – afferma Scarzanella - significa salvaguardare e far crescere le opportunità di lavoro in questi territori, agevolando la vita delle attività economiche imprenditoriali. Per questo motivo abbiamo chiesto da un lato di introdurre per le piccole imprese di montagna incentivi fiscali e agevolazioni burocratiche che compensino l’isolamento e le difficoltà infrastrutturali, dall’altro di supportare l’offerta dei servizi ai cittadini, di introdurre agevolazioni sugli affitti e incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e di incrementare la presenza di nidi e scuole a tempo pieno per favorire la partecipazione delle madri alle attività lavorative».
I COMMERCIANTI «Per noi che abitiamo qui i temi sono chiari, fin troppo - ha spiegato Doglioni, rappresentato a Roma dal suo direttore, Luca Dal Poz - è doveroso che le difficoltà di fare impresa in montagna siano ben chiare sul tavolo del Governo. Semplificazione burocratica, forfetizzazione fiscale, flessibilità del lavoro, necessità di finanziare la gestione di quelle imprese la cui sussistenza sul territorio ormai sfugge alle logiche del mercato in senso stretto. In più riteniamo indispensabile dare ai nostri Sindaci strumenti di programmazione commerciale utili a tutelare la presenza dei negozi nei paesi, nelle valli e nelle città montane». AZ
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Treviso Economia
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Con la Brexit si rischiano i dazi» `Il manifatturiero trevigiano esporta merce nel Regno Unito L’allarme lanciato dalla Confartigianato di Treviso, Sartor: «Possibile che Londra decida di prendere esempio da Trump» per un miliardo di euro trainato da meccanica e tecnologia `
LE RIPERCUSSIONI TREVISO Quasi un miliardo di eu-
ro. È il valore, al dicembre del 2019, delle esportazioni del sistema produttivo trevigiano verso il Regno Unito, una montagna di denaro che rischia di finire in “ostaggio” del futuro negoziato sugli accordi commerciali che entro la fine del 2020 dovrebbe portare a riscrivere le relazioni economiche con la Gran Bretagna, che dalla mezzanotte di oggi è ufficialmente fuori dall’Unione Europea. «Il reale timore per le conseguenze della Brexit - ha spiegato il presidente della Confartigianato della Provincia di Treviso, Vendemmiano Sartor - è che alla fine del periodo transitorio ci possa anche non essere l’accordo su nuove regole e che nei confronti di alcuni nostri prodotti possano scattare i dazi doganali».
L’APPELLO E allora ieri è partito l’appello agli europarlamentari eletti nei collegi del Veneto: «Occorre vi-
gilare - dice Sartor - che il negoziato avvenga con spirito costruttivo e che non ci sia il rischio di ritorsioni per la scelta degli inglesi. Entrambe le parti hanno tutta la convenienza a far andare le cose nella maniera migliore». Per 12 mesi, mentre il governo di Sua Maestà e le istituzioni comunitarie affronteranno il tema degli scambi commerciali, non cambierà nulla ma la paura di una frenata dell’export verso il terzo mercato estero delle aziende trevigiane (dopo Germania e Francia) c’è ed è legato al fatto che, proprio mentre Londra si preparava all’uscita, la bilancia degli scambi con il Regno Unito ha segnato per la Marca una crescita del 19% solo negli ultimi 12 mesi. «Ci sono i settori tradizionalmente forti dell’export verso quel mercato come l’alimentare e la moda ma anche la manifattura ha fatto registrare volumi importanti. Questo perché in particolare in comparti strategici come la meccanica ci siamo ormai posizionati su una fascia alta che ha enormi sbocchi oltremanica. Soprattutto al-
VENDEMIANO SARTOR Il presidente della Confartigianato di Treviso
la luce del fatto che da quelle parti hanno smantellato il sistema industriale praticamente 30 anni fa, puntando sull’economia dei servizi. Questo rende il Regno Unito non solo più fragile di fronte ai rischi di contagio delle crisi finanziarie ma anche bisognoso di importare produzioni di livello. Tutto questo premia non solo le grandi imprese ma anche tutto l’indotto,
che è ben rappresentato ad esempio dalle aziende artigiane trevigiane».
I DATI Proprio la meccanica e il settore tecnologico, emerge da una ricerca della Confartigianato di Treviso, hanno mandato in archivio le performance migliori nel raffronto tra le esportazioni del 2018 e quelle del
2019 con un +13%. Ma sono cresciute anche le bevande (soprattutto vino e in particolare il Prosecco) con un +2,6%, la moda (+10,4%) e gli articoli in pelle (+3,4%). «Abbiamo però di fronte a noi una fase molto incerta sottolinea Sartor - e incombe la spada di Damocle di scelte da parte del Regno Unito che possano far venire meno la spinta propulsiva degli ultimi anni. L’esposizione di Londra sul fronte della finanza ha fatto sì che il paese abbia sofferto in maniera molto profonda la crisi e potrebbe esserci la tentazione di usare i dazi per rilanciare alcuni dei loro settori sul mercato interno, prendendo a modello ciò che Trump ha fatto con i dazi doganali sulle importazioni di acciaio. Io non credo che il Regno Unito abbia la forza per scegliere la strada che conduce a forzature ma soprattutto dubito che il loro governo non colga il rischio concreto che deriva dall’isolamento, che poterebbe a tagliarli fuori dai canali di approvvigionamento di beni e prodotti che ormai si sono consolidati con forza nel mercato locale».
LE MOSSE «Più che un allarme - conclude il numero uno della Confartianato della Marca - il nostro vuole essere un modo per mettere le mani avanti e soprattutto per rendere consapevoli gli europarlamentari di tutti gli schieramenti che sono stati eletti nei collegi del Veneto sull’importanza e il valore della partita in gioco quando inizieranno i negoziati. L’export e il suo indotto hanno sicuramente rappresentato, con lo sbarco in mercati ricchi, un elemento che ha aiutato di molto il sistema produttivo trevigiano dopo i problemi creati dallo tsunami della recessione. Questo, dal punto di vista degli imprenditori, significa che il confronto fra le parti deve mettere da parte i toni polemici e lo scontro che hanno caratterizzato gli ultimi mesi quando il governo britannico ha votato la legge per l’Uscita dall’Unione e guardare invece con grande pragmatismo ai nostri reali interessi economici». Denis Barea © RIPRODUZIONE RISERVATA
Export di prodotti manifatturieri made in Treviso nei primi 10 Paesi UE28 e Extra UE28 Gennaio – Settembre 2019. Valori in milioni di euro. Variazione assoluta e variazione % su medesimo periodo anno precedente UE28
Paesi
Gen.-Sett. Gen.-Sett. 2018 2019
var. ass. var. % rispetto rispetto medesimo medesimo periodo periodo % 2018 2018
EXTRA UE28
Paesi
Gen.-Sett. Gen.-Sett. 2018 2019
var. ass. var. % rispetto rispetto medesimo medesimo periodo periodo % 2018 2018
Totale MONDO
Germania
1.311,70
1.301,90
13,2
-9,7
-0,7
Stati Uniti
701,2
729,7
7,4
28,5
4,1
Francia
1.107,70
1.107,40
11,2
-0,3
0
Svizzera
275,4
253,6
2,6
-21,8
-7,9
Regno Unito
681,3
714
7,2
32,7
4,8
Russia
224,8
235,4
2,4
10,6
4,7
Spagna
493
549,3
5,6
56,3
11,4
Cina
251,9
205,2
2,1
-46,7
-18,5
Gen.-Sett. 2018
Romania
460
402
4,1
-57,9
-12,6
Canada
113,4
126,4
1,3
12,9
11,4
9.897,9
Polonia
314,4
329,5
3,3
15,1
4,8
India
45,9
108,8
1,1
62,9
137,2
Austria
302,6
292
3,0
-10,6
-3,5
Hong Kong
107,2
94,6
1,0
-12,6
-11,7
Paesi Bassi
269,7
272,4
2,8
2,7
1
Australia
112,1
92,4
0,9
-19,7
-17,6
Belgio
228,4
216,3
2,2
-12
-5,3
Turchia
108,6
87,7
0,9
-21
-19,3
Repubblica ceca
220,4
216,3
2,2
-4,1
-1,9
Emirati Arabi Uniti
75,7
77,8
0,8
2
2,7
Totale primi 10 Paesi UE28
5.389,0
5.401,3
54,6
12,3
0,2
Totale primi 10 Paesi EXTRA UE28
2.016,30
2.011,50
20,3
-4,7
-0,2
Altri Paesi UE28
1.240
1.205
12,2
-34,8
-2,8
Altri Paesi Extra UE28
1.371,20
1.280,30
12,9
-90,9
-6,6
Totale UE28
6.628,7
6.606,1
66,7
-22,5
-0,3
Totale Extra UE28
3.387,40
3.291,80
33,3
-95,6
-2,8
Gen.-Sett. 2018
10.016,1
var. ass. rispetto medesimo periodo 2018
-118,1
var. % rispetto medesimo periodo 2018
-1,2
I RAPPORTI CON L’ESTERO Il manifatturiero trevigiano ha raporti commerciali con tutto il mondo, l’uscita del Regno Unito dall’Europa potrebbe provocare una riduzione delle esportazioni oltremanica
Cuneo fiscale, Cgil: «Buste paga più pesanti per 190mila» L’AUMENTO TREVISO La battaglia per il miglio-
ramento dei salari ha visto l’approvazione della legge sulla riduzione del cuneo fiscale. A beneficiarne in Veneto oltre 800mila lavoratori, per una misura economica che a livello regionale vale quasi un miliardo di euro. A stimare il numero dei lavoratori coinvolti nella Marca, una platea di 190mila interessati, è per la Cgil di Treviso il Caaf che, prendendo in esame i redditi da lavoro dipendente, calcola il bacino dei beneficiari per fasce di reddito.
I BENEFICIARI «Secondo le nostre proiezioni – spiega Monica Giomo, ammi-
nistratrice delegata del Caaf Cgil di Treviso – la riduzione del cuneo fiscale, ovvero il rapporto tra le tasse pagate dal lavoratore e il costo sostenuto dal datore di lavoro, vedrà incrementare la busta paga di 100 euro mensili per i redditi da 8.173 a 28mila euro annui lordi. A beneficiarne nel trevigiano circa 152mila lavoratori dipendenti (arrivando al tetto dei 26mila euro annui, il bonus Renzi di 80 euro toccava una platea di quasi 137mila beneficiari). Strutturata in maniera progressiva – continua l’ad – la riduzione del cuneo fiscale si applicherà alle fasce di reddito tra i 28 e i 31mila euro annui (oltre 16mila lavoratori coinvolti), incidendo con importi maggiorativi differenziati in busta paga che variano dai 97,17 ai 91,42 eu-
ro mensili. Importi che si contrarranno via via per le fasce di reddito superiori: da 88,58 euro a 80 euro mensili fino a 36mila euro (per oltre 13mila interessati), dai 64 ai 16 euro mensili per le fasce di reddito fino ai 40mila euro annui (circa 9.000 beneficiari)».
LE BATTAGLIE
IL SINDACATO La misura economica vale circa un miliardo di euro
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«Dopo anni di mobilitazione e di confronto portato avanti dai sindacati con i diversi Governi che si sono succeduti – afferma il segretario generale della Cgil di Treviso, Mauro Visentin – si compie finalmente un primo passo per il giusto riconoscimento del lavoro, per sostenere le famiglie e dare fiato ai loro bilanci, così da rilanciare i consumi interni e l’economia del Pae-
se. Un obiettivo, per il quale continueremo a batterci al tavolo di confronto con il Governo sulle materie fiscali. In parallelo, nel territorio il sindacato trevigiano si muove anche nel versante della contrattazione collettiva aziendale, per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche dei lavoratori, dal salario al premio produttività, e su quello della contrattazione sociale, con enti e società di servizi pubblici locali nel segno dell’equità per aiutare attraverso agevolazioni e tariffe ridotte le fasce più deboli della nostra società. Un lavoro, dunque, a tutto tondo che vede la nostra organizzazione sempre in prima fila nel difendere i diritti dei lavoratori e a tutela dei cittadini trevigiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
PFAS, VIA LIBERA ALLA BONIFICA Ok dalla conferenza dei servizi al piano presentato dalla proprietà di Miteni per la messa in sicurezza dell’area: i lavori dovranno partire entro marzo. Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Commissario ai Giochi? Forse è meglio» Il presidente del Coni, Malagò: «Non lo ritengo necessario `Spadafora: «La norma olimpica sarà all’esame del Cdm ma conoscendo il Paese...». Cauto il sindaco di Milano, Sala la prossima settimana». Zaia e Fontana: «Fare presto» `
Brexit, Berlato lascia il posto in Regione a Joe Formaggio
IL VERTICE VENEZIA Un altro passo in avanti nell’organizzazione dei Giochi invernali 2026. Ieri, nel capoluogo lombardo, si sono riuniti i soci fondatori della Fondazione Milano-Cortina per nominare il collegio sindacale e firmare, davanti al notaio Mario Notari, l’atto integrativo dello statuto. È stata anche l’occasione per parlare dell’attesa legge olimpica, mentre il governatore del Veneto Luca Zaia ha rinnovato la richiesta di nominare un commissario per la realizzazione delle opere. Una ipotesi che il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, non ha bocciato: «Un commissario? Forse è meglio». Cauto il sindaco di Milano, Beppe Sala: «È un po’ prematuro». Tutti concordi nel sollecitare la legge olimpica: il ministro Vincenzo Spadafora ha detto che l’esame sulla norma «sarà concluso entro il prossimo Consiglio dei ministri».
L’ELEZIONE
re le cose più in fretta possibile». Ma a che punto è la legge olimpica? Questione di giorni, ha detto Spadafora: «La legge olimpica giovedì è stata al primo punto del Consiglio dei ministri, c’erano ancora alcuni rilievi del ministero dell’Economia soprattutto di ordine tributario ma le stiamo risolvendo in queste ore. L’esame della legge sarà concluso entro il prossimo Cdm, e approvata definitivamente con l’intesa di tutti i soggetti istituzionali coinvolti». Spadafora ha poi precisato che il prossimo Cdm «sarà la settimana prossima». «Abbiamo inserito una norma che consente all’Istituto del credito sportivo di avere un ruolo importante in queste Olimpiadi e soprattutto abbiamo un po’ rivisto la governance». Zaia ha insistito: «L’importante è fare presto». E Fontana: «Ora la norma serve». Alda Vanzan
VENEZIA Sergio Berlato è da oggi parlamentare europeo. Il capogruppo in consiglio regionale e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia prenderà possesso del suo scranno a Bruxelles il 10 febbraio, ma la decorrenza dell’elezione è oggi, a Brexit avvenuta. «Coerentemente con quanto già fatto in occasione della mia prima elezione al Parlamento Europeo, avvenuta nella primavera 1999, oggi (ieri, ndr) ho rassegnato le mie dimissioni dal consiglio regionale - ha detto Berlato - Continuerò a Bruxelles il mio impegno che si è interrotto nella primavera 2014 quando qualcuno mi impedì di ritornare al Parlamento Europeo perché avevo deciso di denunciare i ladri del Mose». «Rimarrò a Bruxelles ha aggiunto - fino a quando il mio Partito mi chiederà di assumere altri ruoli a livello nazionale, non appena verrà riconosciuto il diritto agli italiani di poter tornare a votare». Pare che Berlato sia intenzionato a ripresentarsi in Regione già la prossima primavera: lo schema - teorico - prevederebbe la sua rielezione al Ferro Fini, quindi le dimissioni da Bruxelles così da lasciare il posto a Elisabetta Gardini, una successiva candidatura di Berlato al Parlamento italiano quando ci saranno le Politiche. Intanto il suo posto a Venezia sarà preso da Joe Formaggio, sindaco di Albettone, che però dovrà optare tra la Regione e il Comune visto che le due cariche sono incompatibili. (al.va.)
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I REVISORI Alla riunione c’erano i presidenti del Coni Giovanni Malagò e del Comitato paralimpico Luca Pancalli, i sindaci di Milano Giuseppe Sala e di Cortina Gianpietro Ghedina, i presidenti della Regioni Veneto Luca Zaia e Lombardia Attilio Fontana, i presidenti delle Province autonome di Trento Maurizio Fugatti e Bolzano Arno Kompatscher. Sono stati i rappresentanti della componente territoriale (quindi esclusi Malagò e Pancalli) a nominare il Collegio sindacale: presidente il veneto Andrea Martin, componenti il lombardo Andrea Donnini e Biagio Mazzotta della Ragioneria ge-
IL VENETO ANDREA MARTIN PRESIDENTE DEL COLLEGIO SINDACALE DELLA FONDAZIONE. LUNEDÌ 17 LA PRIMA RIUNIONE DEL CDA
FONDATORI I soci della Fondazione Milano-Cortina 2026 con, al centro, il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora
nerale dello Stato. L’atto integrativo della Fondazione, relativo al collegio sindacale, è stato firmato anche dal ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora e da tutti i membri del Cic, il Comitato di Indirizzo della Candidatura. Val la pena ricordare che la Fondazione è un ente di diritto privato il cui Cda è composto da 22 membri, di cui 10 componenti del mondo sportivo, 10 dei territori (per il Veneto Antonella Lillo e Andrea Giovanardi), un rappresentante del Governo e il presidente. Con la nomina del collegio sindacale, la procedura può dirsi completata. La prima riunione del Cda sarà lunedì 17 febbraio («La vera partenza», ha detto Malagò) e in quella sede Vincenzo Novari assumerà l’incarico di amministratore delegato. Altra cosa è la “Giochi Olimpici 2026”, società che sarà istituita con legge dello Stato, interamente partecipata dal ministero dell’Economia e che dovrà
I numeri
6
realizzare le opere. È per questa che, secondo Zaia, servirebbe il commissario. E pare di capire che la legge olimpica lo consenta.
I TEMPI
febbraio 2026, apertura a San Siro. Chiusura il 22 all’Arena.
4 I cluster dei Giochi: Milano, Cortina, Valtellina, Val di Fiemme.
1,2 Il costo in miliardi. 900 milioni pagati dal Cio.
5,6 Le ricadute economiche sul territorio in milioni di euro.
«Nella bozza di legge olimpica - ha detto Zaia - ci sono già gli estremi e il quadro giuridico per pensare a eventuali poteri commissariali, penso che sia fondamentale. Non vuol dire bypassare le leggi e non fare le gare come si potrebbe pensare, ma vuol dire essere più operativi e avere un interlocutore certo». «Per Zaia - ha detto Malagò - sarebbe meglio avere un commissario per l’agenzia. Io non lo ritengo obbligatorio, ma conoscendo il Paese, forse è meglio». «Il tema - ha detto Sala - è trovare una formula che permetta di sveltire e non certo di andare su procedure speciali, di non fare gare o di farle in modo particolare, quindi c‘è ancora molto tempo. Ma bisogna cercare di fa-
Elezioni, il Pd prende tempo. E Variati “apre” a un civico IL DOCUMENTO VENEZIA Poco più di una settimana - chi propendeva per otto giorni, chi per dieci - per costruire la coalizione del centrosinistra per le elezioni regionali di primavera. La più larga possibile. Cercando anche una convergenza con il Movimento 5 Stelle. E individuando il candidato governatore da contrapporre a Luca Zaia, una persona che riesca a garantire l’unità della coalizione e che sappia parlare ai veneti che non si riconoscono nelle politiche della Lega e che non credono più al mantra della regione eccellente in tutti i campi. E se questo auspicato percorso «trasparente e condiviso» non riuscisse, allora non resterebbe
che ricorrere alle primarie di coalizione.
presentarsi al tavolo della coalizione con un candidato unitario. Una riunione a porte chiuse e affollata di big: i sottosegretari Martella, Baretta, Variati, i parlarmentari Moretti, De Menech, Rotta, Pellicani, Dal Moro, Ferrazzi, Zardini, Zan, ovviamente i regionali Zottis, Pigozzo, Zanoni, Sinigaglia, Bigon, Azzalin con il capogruppo Fracasso.
LE TRATTATIVE Dopo una giornata di consulti, telefonate, riunioni informali, è a questa conclusione che sono arrivati i vertici del Partito Democratico, presentando un documento ai componenti della direzione regionale riunita in serata a Padova. Il nome del candidato governatore ancora non c’è. E non c’è neanche il perimetro dell’alleanza. Però, nella riunione nella sede di Via Beato Pellegrino aperta dal segretario Alessandro Bisato, sono stati fissati dei paletti: stringere i tempi, tenere unito il partito, allargare il più possibile la coalizione, tentare di convincere i 5 Stelle a far parte della partita, dopodiché
LA RIUNIONE Il segretario Alessandro Bisato alla direzione di ieri sera
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TENTATIVO DI ALLARGARE LA COALIZIONE, PARLARE CON IL M5S E TROVARE UN CANDIDATO UNITARIO. PRIMARIE SOLO COME ULTIMA CHANCE
IL NODO Il nodo è il candidato. L’idea di puntare sul civico Arturo Lorenzoni, il vicesindaco arancione di Padova, non piace a tutto il partito. È ben vista dai big, a partire dal sottosegretario Andrea Martella. E ieri sera in direzione c’è stata un’apertura anche del sottosegretario Achille Variati che, pur non citando Lorenzoni, ha detto: «Il Pd non abbia paura di rompere gli schemi», tradotta dai presenti come il coraggio di non fossilizzarsi a voler presentare un candidato con la tessera. L’altro nodo è sulle primarie, volute dall’europarlamentare Alessandra Moretti. Ma più passa il tempo e meno tempo c’è per farle. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
V
Primo Piano
IL BLITZ VENEZIA Tre multe da 667 euro ciascuna per aver violato la Legge regionale 11 del 2013, quella che stabilisce come devono essere gestiti i flussi turistici in Veneto. In particolare il comma 4 dell’articolo 27bis, ovvero l’obbligo per le attività di locazione turistica di posizionare vicino al proprio campanello, una targhetta identificativa con il numero di matricola depositato in Regione. Destinatari delle sanzioni - la quinta, la sesta e la settima tra Venezia e Mestre dall’inizio dell’anno, sempre per la mancanza della targhetta identificativa - sono stati una locazione turistica a Cannaregio, un bed&breakfast e un appartamento nel sestiere di San Polo. Che, quest’ultimo, non solo non aveva affisso il codice sulla porta, ma aveva lievitato i posti e le stanze a sua disposizione. Il tutto in nero.
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Multe alle case per i turisti senza targhetta della Regione `Finanza e vigili hanno inoltre trovato altri quattro Sanzione da 667 euro a tre strutture tra San Polo e Cannaregio prive di codice identificativo all’esterno ostelli abusivi che avevano aumentato i posti letto `
mune la Scia (la Segnalazione certificata di inizio attività) e nel quale dormivano ospiti coreani a 40 euro a notte. Così come in un’altra struttura abusiva gestita da un iraniano e multata.
POSTI LIEVITATI
L’OPERAZIONE Anche le targhette identificative sono finite così al centro delle continue verifiche congiunte portate avanti da inizio 2020 da parte del Servizio Attività produttive e Edilizia della Polizia locale, coordinato dal commissario capo Flavio Gastaldi, e dal I Nucleo operativo metropolitano della Guardia di Finanza coordinato dal capitano Mattia Altieri. Tra giovedì e sabato scorso Polizia locale e Fiamme gialle hanno passato al setaccio il centro storico di Venezia alla ricerca di ostelli abusivi o con offerte e disponibilità di posti letto gonfiate. Il frutto del lavoro sono 18 mila euro complessivi di multe nei confronti di sei gestori di altrettante attività che tra Cannaregio, San Polo e Santa Croce non avevano rispettato le leggi che regolano la gestione dei flussi turistici e la loro permanenza nel cuore di Venezia. I primi controlli sono scattati giovedì 23 gennaio a Cannaregio dove gli agenti della Municipale e i militari della Finanza hanno multato un ostello regolare per la mancanza della targa identificativa. Non solo, sempre a Cannaregio è stato scoperto un bed&breakfast trasformato in ostello e nel quale erano ospitati turisti da diverse nazioni, nonostante il titolare fosse già finito nel mirino delle forze dell’ordine che lo avevano diffidato di chiudere il proprio ostello abusivo, aperto senza aver inoltrato al Co-
CONTROLLI A TAPPETO DI FIAMME GIALLE E POLIZIA LOCALE SOPRATTUTTO IN CENTRO STORICO
STRUTTURE RICETTIVE Sopra, l’ingresso di un palazzo che ospita appartamenti per turisti, con tanto di targhette identificative e quindi in regola. Non così è stato per tre strutture a San Polo e Cannaregio. Nel tondo, i letti dell’ennesimo ostello abusivo scoperto
Banchetti ancorati ai masegni: stangati Non hanno chiuso, né tanto meno hanno deciso di mettersi in regola con quanto previsto dalla normativa. Per questo ieri i due gestori dei banchetti di oggettistica per turisti sono finiti nel mirino degli agenti della Polizia locale di Venezia, in particolare del Servizio attività produttive ed edilizia della Polizia locale. Ai due rivenditori è stata contestata appunto la mancata ottemperanza all’ordinanza amministrativa del commercio sulle aree pubbliche.
LE SANZIONI VENEZIA Dal primo dicembre
2019 avrebbero dovuto trasformarsi: abbandonare l’ancoraggio ai masegni e diventare amovibili, come disposto dall’ordinanza amministrativa del commercio su piazza firmata dal Comune di Venezia. Se non si fossero adeguate, avrebbero allora dovuto chiudere in attesa di mettersi in regola con i propri banchetti dove vendono di tutto e un po’, attirando i turisti appena sbarcati a Venezia. Ma a distanza di due mesi, delle due, nessuna. I banchetti gestiti da bengalesi in fondamenta San Simeon Piccolo sono ancora lì: aperti, in attesa di clienti, con dei sostegni in legno poggiati sui masegni della fondamenta.
SAN SIMEON A sinistra e a destra i due banchetti sanzionati dai vigili
Discoteca “non autorizzata” in campo San Gallo, la denuncia va in Procura LA DENUNCIA VENEZIA Finisce in procura con l’accusa di violazione del Tulsp, il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, la discoteca abusiva organizzata la notte di Capodanno al ristorante-pizzeria San Gallo, da tempo nel mirino di altri locali per il volume della musica. Il 19 dicembre scorso, con l’avvicinarsi dell’ultimo dell’anno, agli uffici della Polizia locale di Venezia era arrivata una nota dell’associazione Locali da ballo (con sede a Roma) a denunciare come negli spazi che ospitarono il cinema Olimpia, in campo San Gallo, si sarebbe te-
nuta una festa in musica non autorizzata per dare il benvenuto al 2020. La segnalazione si era trasformata in una serie di diffide da parte degli agenti del Servizio attività produttive ed edilizia della Polizia locale, che avevano invitato i gestori del ristorante nel tentativo di convincerli a non fare quanto avevano organizzato e che ormai era diventato di dominio pubblico anche sui canali social. Cioè che dopo la cena, con lo scoccare della mezzanotte, sedie e tavoli sarebbero stati messi da parte e l’intero ristorante-pizzeria si sarebbe trasformato in pista da ballo. Parole e diffide perse al vento dal momento che la notte di San Silvestro, vero l’1, alcuni agenti
della municipale hanno bussato alla porta del ristorante. Di fronte a loro si sono trovati quanto, per certi versi, si potevano aspettare: l’arredamento accatastato nel magazzino del locale e in uno spazio vicino sempre della stessa proprietà, e il tutto si era trasformato in una pista da ballo per 300 persone. Un maquillage che ai vertici del San Gallo è costata una serie di multe e ora l’esposto in procura. Il ristorante infatti non ha tutte le licenze e le autorizzazioni necessarie per trasformarsi in una discoteca: non sono a norma le vie di fuga e le uscite di sicurezza. Sotto accusa anche la capienza del locale. (n.mun.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MULTA DI 1.032 EURO PER NON AVER RESO AMOVIBILI LE DUE STRUTTURE IN FONDAMENTA SAN SIMEON
A Santa Croce un caso simile: quello di un appartamento trasformato in ostello irregolare, senza la dichiarazione di Scia e senza la classificazione, metteva a disposizione dei clienti da tutto il mondo quattro stanza e sedici posti letto a 20 euro a notte. Il caso più curioso è però a San Polo, dove è un ostello - pur in possesso di tutte le autorizzazioni - aveva aumentato la propria capienza passando dalle 3 camere e dai 6 posti letto per i quali aveva aperto, alle 5 camere e ai 9 posti letto (una doppia era venduta a 49 euro a notte) che in realtà erano in funzione all’interno dell’ostello. Irriconoscibile però da fuori, dal momento che a lui - come ad un altro appartamento dello stesso sestiere, però in regola con il resto - mancava la targhetta imposta per legge della Regione Veneto. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Una contestazione che nei giorni scorsi diventerà una sanzione vera e propria con la notifica - per entrambi - di una multa da 1.032 euro come previsto dal regolamento che impone ai banchetti di oggettistica di turisti di trasformarsi in chioschi amovibili, in maniera da poter essere sollevati e spostati dal posto che occupano in calle o in fondamenta. Unici ad essere esclusi da questo tipo di provvedimento, sono gli esercizi pubblici come i chioschetti dei bar che - anche dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza, il primo dicembre scorso - possono rimanere ancorati alla pavimentazione. E una trasformazione è già in atto: altri banchetti del sestiere di Santa Croce, come i due posizionati in fondamenta Papadopoli, si sono adeguati alle richiesta dell’amministrazione e della Soprintendenza trasformandosi quindi in chioschi a norma di legge come previsto dal regolamento. N. Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIUSTIZIA VENEZIA «Il contrasto alla malavita organizzata non può essere soltanto giudiziario: di fronte ad un fenomeno subdolo, che si innerva nel tessuto sociale, serve una reazione decisa dell’intera collettività, una presa di coscienza per sconfiggere lo scudo dell’omertà: perché tacere significa contribuire a far radicare le organizzazioni criminali». Il procuratore generale di Venezia, Antonio Mura, ha scelto la vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020 per lanciare un appello alla società civile veneta, in un momento nel quale, per la prima volta nella regione, sono arrivati a processo una serie di episodi che, secondo le forze dell’ordine, testimoniano le gravi infiltrazioni mafiose che hanno interessato il Veneto orientale, con i casalesi del boss Luciano Donadio; la provincia di Padova e l’area della Riviera del Brenta con la cosca dell’ndrangheta che fa capo ai Bolognino (già processati e condannati a Bologna); e ancora il Veronese con un altro gruppo affiliato all’ndrangheta La cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario è fissata per questa mattina, nel palazzo della Corte d’appello di Venezia, ma Mura e la presidente della Corte, Ines Marini, hanno voluto incontrare la stampa per fare il punto sullo stato della giustizia veneta, anticipando alcuni dei dati che saranno illustrati pubblicamente ad avvocati, operatori della giustizia, forze dell’ordine e autorità.
RIDOTTO L’ARRETRATO CIVILE Pur ribadendo la situazione di forte crisi e difficoltà degli uffici giudiziari veneti, la presidente della Corte ha scelto di aprire l’analisi citando le note positive riscontrate nell’ultimo anno, le cui statistiche si fermano al 30 giugno del 2019. «Per la prima volta nel settore civile abbiamo invertito la tendenza, riducendo l’arretrato grazie ad un aumento dei fascicoli definiti, ma anche ad una contrazione di quelli in entrata», la spiegato Marini. Nel penale, invece, a fronte di un maggior numero di sentenze, le pendenze finali sono comunque aumentate per colpa di un picco di nuovi fascicoli iscritti: in realtà non si tratta, però, di processi nuovi, ma di fascicoli che erano rimasti in at-
NELLE CANCELLERIE CARENZE DI PERSONALE DEL 25% E MANCA IL 50% DI DIRIGENTI E FUNZIONARI
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«La società veneta reagisca e combatta con noi le mafie» L’appello lanciato dal procuratore generale di Venezia Antonio Mura `
Oggi s’inaugura l’anno giudiziario 2020 Per la prima volta cala l’arretrato civile `
I numeri
279
911
I cancellieri mancanti È la durata media sono il 25% del totale, di una causa civile i dirigenti sono la metà in Corte d’Appello
1076
92.935
È la durata media Procedimenti civili di un processo penale definiti in un anno in Corte d’Appello dai tribunali veneti
PROCURATORE GENERALE Antonio Mura
LA SENTENZA TREVISO I tempi della giustizia hanno fatto sì che il deposito della sentenza fosse postumo. Ma tant’è: con un verdetto depositato giovedì, la Cassazione ha respinto il ricorso di Franco Antiga, scomparso lo scorso 9 gennaio, contro la sanzione per le irregolarità che Bankitalia gli aveva contestato quand’era vicepresidente di Veneto Banca. La stessa sorte è toccata anche agli altri ex componenti del Consiglio di amministrazione colpiti da analoghi provvedimenti nel 2014.
LE CRITICITÀ All’epoca la Banca d’Italia aveva elevato multe per un totale di 2.774.000 euro, a conclusione dell’ispezione svolta fra il 15 aprile e il 9 agosto 2013. Gli ispettori avevano riscontrato alcune violazioni del Testo unico bancario, riguardanti la mancanza di organizzazione e di controlli interni, l’inosservanza delle disposizioni in materia di politiche di remunerazione dei membri del Cda, le carenze nel processo del credito e
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37%
Cause civili ancora pendenti al Giudice di pace
I processi penali che si prescrivono in secondo grado
Veneto Banca respinti i ricorsi contro le multe l’omessa segnalazione delle posizioni anomale all’organo di vigilanza di posizioni anomale. Nel dettaglio, erano state rilevate criticità nelle modalità di rettifica del valore dei crediti in sofferenza, incagliati e ristrutturati, nei criteri di valutazione degli immobili e nelle politiche di affidamento. Dopo un primo controllo, l’autorità aveva formulato delle raccomandazioni a cui la Popolare non si era adeguata, perciò era scattata una seconda indagine poi culmina- SCOMPARSO Flavio Antiga ta nella delibera che comminava le sanzioni, graduate in base ai diversi ruoli e responsabilità: 173.500 euro per Antiga e Francesco Biasia; 121.000 per Matteo Sinigaglia; 156.000 per Leone Munari, Gian Quinto Perissinotto, Paolo Rossi Chauvenet, Domenico Paolo Raimondo Giraldi, Ambrogio Dalla Rovere e Alessandro Gallina.
VERDETTO POSTUMO PER ANTIGA, DECEDUTO LO SCORSO 9 GENNAIO: CONFERMATE LE SANZIONI ALL’EX CDA DOPO LE DUE ISPEZIONI DI BANKITALIA
tesa di essere registrati per carenza di personale. Anche la durata media dei processi è in diminuzione: per quello civile in appello è di 911 giorni, 65 in meno rispetto a due anni fa; per quello penale è di 1076, 126 in meno rispetto a due anni fa. «La valutazione della giustizia non deve però basarsi soltanto riguardare soltanto sulla quantità, ma soprattutto sulla qualità», ha precisato la presidente della Corte, secondo la quale il livello veneto è ottimo: le sentenze della Corte lagunare hanno trovato conferma in Cassazione nel 64,9 per cento dei casi nel settore civile e nel 79,1 per cento nel penale (a fronte di una media nazionale rispettivamente del 65,1 e 82,3 per cento); le decisioni dei tribunali della regione trovano conferma in appello nel 57,9 per cento dei casi nel civile, nel 68,6 per cento nel penale (a fronte di una media nazionale rispettivamente del 48,6 e 65,1 per cento). In calo i processi che si prescrivono prima della sentenza d’appello: il 37 per cento, contro il 50 di qualche anno fa.
FURTI E GUIDA UBRIACHI
I consiglieri di Veneto Banca avevano presentato opposizione, che però era stata respinta dalla Corte d’Appello di Roma nel 2016. A quel punto era scattata l’impugnazione davanti alla Cassazione, nella convinzione dei ricorrenti che il procedimento di Bankitalia fosse stato avviato troppo tardi. Secondo gli “ermellini”, invece, il termine non decorreva «dalla data di conclusione del primo rapporto ispettivo», bensì del secondo, «all’esito del compimento di tutte le indagini volte ad acquisire piena conoscenza dei fatti». Inoltre la Suprema Corte ha ritenuto corretta la valutazione dei giudici romani sul “remeditation plan” presentato dal Cda dopo le contestazioni iniziali: il collegio ha reputato «inadeguati i rimedi adottati dopo la prima ispezione». Infine, quanto al diritto alla difesa invocato dagli ex consiglieri, questi ultimi per la Cassazione hanno potuto «sottoporre le loro ragioni innanzi ad un organo indipendente e imparziale». A.Pe.
Anche le procure hanno definito un numero di procedimenti superiori agli anni precedenti, riuscendo a ridurre un po’ l’arretrato, ha aggiunto il procuratore generale, auspicando un intervento per rendere più efficiente il sistema informatico e poter aumentare il numero di fascicoli digitali, trasmessi in via telematica invece che in forma cartacea, trasportati in auto o in barca. Quanto ai reati, Mura ha spiegato che il loro numero è sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, con furti e guida in stato di ebbrezza a farla da padroni. Gli aspetti critici riguardano come ogni anni soprattutto gli organici, che sul fronte del personale di cancelleria scontano carenze pari al 25 per cento, con punte che sfiorano il 50 per quanto riguarda dirigenti e funzionari. Problema solo in parte tamponato grazie al personale messo a disposizione dalla Regione e da altri enti pubblici. La presidente Marini ha chiesto un intervento deciso del ministero a favore della giustizia Veneta che ha carichi di lavoro senza eguale nel resto d’Italia e dunque necessita di risorse supplementari. Il procuratore Mura ha riconosciuto, comunque, che dopo decenni di immobilismo, finalmente qualcosa si sta muovendo, come dimostrano i concorsi finalmente banditi. «Serve però un approccio sistemico per affrontare e risolvere i problemi della giustizia: la logica dell’emergenza e dei provvedimenti scollegati è destinata a non portare risultati». Gianluca Amadori
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PRESIDENTE CORTE D’APPELLO Ines Marini
LE IMPUGNAZIONI
Prescrizione, in piazza i gazebo azzurri 47x14
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LA POLITICA PADOVA Contro l’abolizione della prescrizione ci batteremo nelle aule parlamentari. Se questo non sarà sufficiente, siamo pronti a sostenere un referendum abrogativo». A dirlo è stato, ieri mattina, nella sede regionale di Forza Italia a Padova, il deputato azzurro e componente della Commissione Giustizia della Camera Pierantonio Zanettin. Assieme all’avvocato vicentino, per ribadire il no forzista alla riforma della Giustizia e relativa abolizione, di fatto, della prescrizione, c’erano anche il neo coordinatore regionale azzurro Michele Zuin e l’avvocato Gianni Morrone presidente della Camera penale di Padova. Non hanno voluto mancare all’appuntamen-
to neppure il deputato Marco Marin e il consigliere regionale Maurizio Conte. «Ieri come oggi, Forza Italia ribadisce il suo garantismo – ha spiegato Zuin - per questo abbiamo dato il via a una campagna nazionale che, anche in Veneto, si concretizzerà con dei gazebo informativi che saranno presenti sul territorio». Il coordinatore regionale ha poi ribadito che alle prossime regionali Forza Italia sosterrà convintamente la candidatura di Luca Zaia.
GARANTISTI «Questa non è la battaglia di un partito, ma è la battaglia di tutti i garantisti – ha detto, invece, Zanettin – Ci batteremo in tutti i modi in aula per contrastare questa riforma. Se sarà necessario, però,
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siamo pronti anche a sostenere un eventuale referendum abrogativo». L’ex componente del Csm non ha rinunciato a pizzicare maggioranza giallo-rossa: «Ad Italia viva va dato atto di essere stata coerente nel sostenere le nostre proposte. Altrettanto non si può dire del Pd che, prima ci ha appoggiati e poi ha cambiato idea. Il ministro Bonafede, poi,
ANCHE IN VENETO LA CAMPAGNA DI FORZA ITALIA CONTRO LA RIFORMA ZUIN: ALLE REGIONALI SOSTEGNO A ZAIA
aveva promesso che la riforma sarebbe stata accompagnata da una revisione radicale del processo penale. Ad oggi, però, di tutto questo non si ha notizia». «Tutta l’accademia, tutta l’avvocatura e buona parte della magistratura sono contro questa riforma e un motivo ci sarà – ha detto poi, l’avvocato Morrone Ragionare sui rischi della prescrizione ha poco senso quando in Italia i procedimenti penali, a seconda della gravità del reato, possono durare fino ad oltre 63 anni». Forza Italia non pensa solo alla giustizia, ha concluso Marin: «Noi continueremo a batterci anche per l’autonomia del Veneto. Un’istanza che il governo ha affossato». Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Conegliano
L’EVENTO I disegni e i racconti dei vincitori della prova saranno raccolti in un libro di fumetti
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
CONEGLIANO Nella città italiana più piccola ad avere vinto un titolo mondiale in qualsiasi sport e categoria (copyright del presidente dell’Imoco Volley Piero Garbellotto) sono state premiate ieri le classi vincitrici del concorso “Disegna a fumetti la Carta etica dello sport veneto”, lanciato dalla Regione con Ministero dell’istruzione e Unpli Veneto per ribadire in una forma artistica che lo sport è scuola di vita. Il concorso nacque l’anno scorso per sottolineare i valori della Carta etica, documento frutto della Legge regionale del 2015 e basato sui princìpi di solidarietà, rispetto, inclusione e lealtà: un vero e proprio codice di comportamento valido in campo e anche fuori. Princìpi che l’Imoco iridata incarna alla perfezione, e sono state proprio le campionesse del mondo a premiare sul palco del teatro Accademia le scuole di primo e secondo grado. Presentati dal duo comico “I Papu”, 350 ragazzi in rappresentanza di 49 istituti arrivati da tutto il Veneto si sono alternati per ricevere attestati e premi dalle pantere e dalle autorità, tra le quali il sindaco Fabio Chies, l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari e il
Pantere, etica e sport «Siamo inattaccabili» Le campionesse dell’Imoco sul palco ` Solidarietà, rispetto e lealtà i principi dell’Accademia premiano gli studenti della “Carta” al centro del concorso `
PROTAGONISTI Le campionesse del mondo sul palco dell’Accademia assieme alle autorità; una studentessa firma la Carta etica
IL PRESIDENTE GARBELLOTTO: «NELLA PALLAVOLO NÈ DOPING NÈ CONTATTO FISICO ESEMPIO DI CRESCITA»
CONEGLIANO Sedici le scuole premiate da Savno nell’ambito del concorso di riciclo creativo “Decora il natale”. Ieri mattina, al teatro Toniolo, si è tenuta la cerimonia di premiazione. In questa edizione, la manifestazione si è caratterizzata per l’ attenzione al sostenibile che è stata espressa non solo attraverso l’utilizzo di materiali di recupero per la decorazione degli elaborati, ma anche per un impegno reale per la tutela dell’ambiente.
OPERA E MESSAGGIO Il nuovo regolamento dell’iniziativa richiedeva infatti ai concorrenti di presentare l’opera accompagnata da un messaggio contenente un’azione ecologica concreta da collocare sotto l’albero di cartone come se fosse un dono speciale per il pianeta. Un mo-
Riciclo creativo per il Natale Savno “promuove” 16 scuole do per ribadire il messaggio già trasmesso da Savno con il diario 2019-2020, ovvero quanto sia necessario per fermare i cambiamenti climatici, trasformare i buoni propositi di ciascuno in pratica, smettendo di illudersi che qualcun altro agisca prima di noi. Oltre ai contenuti ambientali, la rassegna ha brillato anche
quest’anno per l’aspetto artistico. Il crescente afflusso di pubblico, oltre 1.600 visitatori votanti, è prova di quanto il progetto riesca a coinvolgere le persone proponendo ogni anno presepi mai uguali tra loro pur partendo dalla stessa base in cartone: questo è lo straordinario potere della creatività di cui gli studenti del concor-
so hanno dato magistralmente prova.
I VINCITORI Per le scuole dell’infanzia: 1° classificato, scuola dell’infanzia di Refrontolo, 400 euro; 2° classificato, scuola dell’infanzia di Gaiarine, 250 euro; 3°, scuola dell’Infanzia “A. Pazienza” di Vittorio
L’INIZIATIVA I piccoli alunni presenti ieri al teatro Toniolo
presidente delle Unpli venete Giovanni Follador, oltre allo stesso Garbellotto. «Il volley è ancora uno sport di provincia - ha sottolineato Garbellotto - diverso e lontano dal calcio. La pallavolo nello specifico a livello di etica rimane inattaccabile perché non c’è mai stato un episodio di doping, è uno dei pochi sport in cui non c’è il contatto fisico e in cui non si può fingere. Un bel percorso di crescita soprattutto nel settore giovanile». La giuria ha così diviso i riconoscimenti.
I RICONOSCIMENTI Il primo premio è andato all medie alla Dante Alighieri di Salzano (Ve) con il fumetto “La rivincita” per “il perfetto utilizzo del linguaggio del fumetto, l’apprezzabile stile grafico e la profondità dei contenuti”. Per le superiori ha vinto l’Isis Luzzatto di Portogruaro con il lavoro “Storia di Mei Li”, ragazza cinese, per “l’attenzione particolarmente posta nel comunicare l’articolo 3 della Carta Etica dello Sport, anche riportato all’interno del fumetto, con un tono ironico”. Queste le altre scuole premiate: per le medie secondo posto all’istituto di Massanzago (Pd) per il fumetto “Una partita indimenticabile”, terzo all’istituto comprensivo di Agordo (Bl) per “La corsa dei pianeti”. Menzioni per la Fermi di Zelarino (Ve) e la Manzoni di Sanguinetto (Verona). Per le superiori secondo posto alla fondazione Lepido Rocco di Motta e terzo all’Irigem di Rosà (Vi). Menzioni per i licei artistici Munari di Castelmassa (Ro) e Canova di Vicenza. Tra le scuole partecipanti c’è anche la media “Manzoni” di Mareno. I disegni e racconti vincitori saranno raccolti in un libro di fumetti curato dall’editore BeccoGiallo. Luca Anzanello
Veneto, 150 euro; premio Savno, 150 euro, alla scuola dell’infanzia “Patrioti Brigata Piave” di Revine Lago; premio del pubblico, 100 euro, alla scuola dell’infanzia di San Giacomo di Veglia. Per le scuole primarie (stesse cifre): 1°, scuola primaria “Canova” di Santa Lucia di Piave; 2° classificato, scuola primaria “Tonello” di Fontanelle; 3°o, scuola primaria “Salvadoretti” di Santa Lucia di Piave; premio Savno alla primaria “G. Marconi” di Conegliano; premio del pubblico alla “S. Pellico” di Rua di Feletto. Per le scuole medie (stesse cifre): 1°, scuola “Giovanni XXIII” di Gaiarine; 2°, scuola “M. Ferracini” di Codognè; 3° cato, scuola “Battistioli” di Chiarano; premio Savno alla “T. Vecellio” di Colle Umberto; premio del pubblico, ex aequo, alla “Nievo” di Mansuè e alla scuola di Cimadolmo. Elisa Giraud
Giro d’Italia, castello e villa dei Cedri brillano di rosa CONEGLIANO Il castello di Conegliano e Villa dei Cedri a Valdobbiadene da giovedì sono illuminati di rosa. A 100 giorni dal via della tappa più attesa del giro d’Italia che vedrà come protagonisti i 15 comuni che fanno parte delle Colline di Conegliano-Valdobbiadene Patrimonio dell’Unesco. La promessa è stata mantenuta, e il castello visto sia da lontano che da vicino regala bellissime emozioni. Ieri sera, calato il buio, numerose le persone nel parcheggio attiguo al castello di Conegliano a immortalare que-
sto inedito vestito luminoso, visibilissimo anche da lontano. In contemporanea è stata illuminata anche a Valdobbiadene Villa dei Cedri.
PARTENZA E ARRIVO La tappa a cronometro partirà dal centro di Conegliano per arrivare a Valdobbiadene; una stretta di mano tra le due città e un abbraccio agli altri comuni delle Colline che vedranno transitare il 23 maggio tutti i campioni del ciclismo mondiale, regalando una cartolina in diretta che sarà visibile per alcune ore da due milioni di telespettatori da tutto il mondo. Non manche-
rà l’ormai classico passaggio per il mitico Muro di Ca’ Del Poggio con le sue pendenze che faranno la selezione tra i partecipanti al Giro d’Italia. Tra le iniziative anche un concorso rivolto alle scuole per la scelta del logo della tappa.
I SIMBOLI «Abbiamo illuminato il Castello e Villa dei Cedri perché sono i simboli delle nostre città - hanno dichiarato Fabio Chies, sindaco di Conegliano e Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene - C’è un entusiasmo che cresce giorno dopo giorno e siamo convinti che la Tappa sa-
L’EMOZIONE Il castello di Conegliano e villa dei Cedri a Valdobbiadene
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rà una grande festa dello sport che ricorderemo a lungo. Le Colline del Prosecco si mostreranno in tutto il loro splendore a tutto il mondo grazie alla vetrina del Giro d’Italia». Al lavoro oltre ai due sindaci anche Andrea Vidotti anima del comitato della tappa assieme ad Alberto Stocco. Durante la presentazione del comitato di tappa non si è mancato di ringraziare tutti gli amministratori locali dei 15 comuni assieme alla miriade di volontari e addetti ai lavori che si faranno in quattro per fare in modo che tutto si svolga in sicurezza e nel migliore dei modi Pio Dal Cin
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Treviso
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Terraglio Est: «A marzo il progetto» La Regione affida a Veneto Strade l’incarico di ultimare ` «Un’opera chiave, ma ridotta rispetto alla prima idea» la fase progettuale. Zaia: «Manteniamo gli impegni presi» All’innesto con via Sant’Antonino arriverà un sottopasso `
IL PROGETTO TREVISO Scatta il conto alla rove-
scia per la realizzazione dell’ultimo tratto di Terraglio Est, quello tra Casier e la tangenziale di Treviso con un sottopasso all’innesto di Sant’Antonino. La Regione ha assegnato ai tecnici di Veneto Strade il compito di disegnare la progettazione definitiva, lavoro che terminerà entro marzo. Poi ci sarà l’approvazione definitiva da parte della Conferenza dei Servizi e poi il bando per l’assegnazione dei lavori. Costo complessivo: circa 18 milioni di euro. «Con l’incarico di progettazione definitiva del Terraglio Est manteniamo un impegno preso e lo coroniamo grazie ad un buon gioco di squadra sottolinea il governatore Luca Zaia - l’opera è un nodo strategico per la viabilità regionale che va a sgravare una delle arterie fondamentali per le imprese e tutto il tessuto produttivo come il Terraglio; una strada storica, che attraversa centri importanti e che oramai è al collasso». L’affidamento della progettazione definitiva del Terraglio Est è stata quindi affidata a un team di tecnici di Veneto Strade con l’apporto di tre professionisti, individuati per i sondaggi e i rilievi, per il calcolo delle strutture e per la progettistica.
IL TRACCIATO Per la realizzazione dell’opera - prevista da un protocollo di intesa del 2004 tra Regione del Veneto, il Commissario Governativo per le Opere strategiche del Triveneto, la Provincia di Treviso, quella di Venezia e i comuni attraversati – si delinea così la fase finale dando forma allo stralcio da Dosson fino alla tangenziale di Treviso; un tratto che rappresenta circa il 50% dei 6,4 chilometri complessivi (ad oggi, è già stato realizzato il tratto a sud, dal Passante di Mestre a Dosson).
che si vede la luce in fondo al tunnel – prosegue il governatore - avevamo garantito che sarebbe stato trattato come una priorità nel già ampio quadro generale delle nuove infrastrutture che la Regione ha seguito in questi anni. La viabilità lungo quella direttrice è fondamentale per la realtà imprenditoriale che contraddistingue il territorio. Il progetto, ora è in dirittura
d’arrivo, sicuramente anche ridimensionato dal punto di vista finanziario perché dai quasi 25 milioni previsti inizialmente, spero si possa andare anche sotto i 20». L’idea è quella di spenderne non più di 18. L’alternativa al sottopasso era una rotatoria a Sant’Antonino (che sarebbe costata 16 milioni di euro) ma è stata scartata perché meno efficace visto che mescolerebbe il traffico diretto alla città con quella in viaggio verso l’autostrada.
I DATI
IL GOVERNATORE Luca Zaia
«DANDO QUESTO AFFIDAMENTO INIZIAMO BENE UN ANNO CHE CONCLUDEREMO CON LA PEDEMONTANA»
Veneto Strade ha portato a termine uno studio sulla viabilità nella zona sud di Treviso, arrivando alla conclusione che il Terraglio Est è fondamentale. Attualmente, ogni giorno, si verifica un maxi ingorgo. In un venerdì dalle 8 alle 9 di mattina sono state contate 1395 auto all’ora sul sovrappasso della Tangenziale in direzione autostrada e 1835 in direzione Paese; 1070 sulla bretella di Silea dirette al casello di Treviso Sud, 996 in uscita dal casello in direzione città; 732 auto in via Roma a Dosson; 683 in via Sant’Antonino in marcia verso Treviso e 441 verso Casale. «L’attenzione per la viabilità - conclude quindi Zaia - è sinonimo di sicurezza, di trasporti efficienti e creazione di condizioni funzionali all’economia locale. L’assegnazione della progettazione definitiva del Terraglio Est significa iniziare bene l’anno che contiamo di concludere, salvo il tratto di Malo, con il completamento della Pedemontana». Paolo Calia
IL TRAGUARDO «Finalmente riguardo a questa infrastruttura possiamo dire
«DA UN INVESTIMENTO PREVISTO DI 25 MILIONI SIAMO SCESI A 18 È UNA STRUTTURA FONDAMENTALE PER IL TERRITORIO»
L’OPERA Il Terraglio Est prevede un sottopasso all’altezza dell’innesto con via Sant’Antonino
«Più piste ciclabili in città» Sit-in davanti Ca’ Sugana LA PROTESTA TREVISO Un sit-in e una biciclet-
tata di protesta. Oggi alle 14,30 l’associazione Salvaguardia Ambiente Treviso e Casier onlus organizza un sit-in davanti al municipio di Treviso per sensibilizzare ancora una volta l’Amministrazione comunale e l’opinione pubblica sulla necessità di piste ciclabili per i quartieri a sud del capoluogo. Il sottotitolo della manifestazione è “Sì alla mobilità lenta, no a opere devastanti”. Aderiscono all’iniziativa anche Fiab federazione italiana ambiente e bicicletta, Legambiente Treviso, la onlus Prato in Fiera, Italia Nostra.
non attraverso opere inutili e distruttive. Per questo vogliamo far sentire la nostra voce. In particolare, sosteniamo la realizzazione di un collegamento protetto da Casier al centro storico di Treviso, tramite via Sant’Antonino, l’ospedale Ca’ Foncello e la costruzione di una passerella ciclopedonale all’altezza del Ponte della Gobba». L’amministrazione comunale, dal canto suo, replica che la mobilità lenta è il cuore del Pums,
il Piano urbano per la mobilità sostenibile, che si basa proprio sulla realizzazione di una rete di piste ciclabili.
PER IL CENTRO Ai partecipanti al sit-in si consiglia di presentarsi in bici; è previsto infatti un breve tragitto sino al Ponte della Gobba, dove i cittadini chiedono la realizzazione di una passerella che attraversi il fiume Sile, collegando la zona del Ca’ Foncello con la Restera.
«PERCORSI PROTETTI»
IL TRACCIATO Il tratto di Terraglio Est già inaugurato a Dosson
“Il quartiere sud di Treviso da anni chiede maggiore sicurezza nelle strade e collegamenti veloci e protetti da percorrere a piedi o in bici – spiegano gli organizzatori – riteniamo che il futuro di un quartiere passi anche da qui,
LA MANIFESTAZIONE Oggi altra protesta contro le grandi opere
Colloquio con le imprese, laureati in fila per 30 posti L’INIZIATIVA TREVISO Ingegneri, informatici,
fisici, matematici e “smanettoni”, esperti del mondo digitale. Alcuni sono già laureati. Altri concluderanno l’università nei prossimi mesi. Ma per loro si profila già la possibilità di trovare un posto di lavoro in linea con ciò che hanno studiato e con le loro passioni. Ieri nella sede della Camera di Commercio di Treviso è andato in scena il “Recruting Day”. Sedici imprese del territorio, undici trevigiane e cinque bellunesi, tutte tecnologicamente avanzate, hanno effettuato colloqui per assumere complessivamente una trentina di persone. C’erano una quarantina di candidati, selezionati attraverso il portale Almalaurea, in fila davanti ai banchi. Tra le varie aziende era presente la Aton Spa di Villorba, specializ-
zata in particolare nella gestione delle vendite attraverso strumenti informatici, con clienti del calibro di Granarolo, Parmalat e della filiera del caffè.
scorso per la Gi.Di. Meccanica Spa di Vazzola, azienda leader nella produzione di componenti per il settore dello scarpone sportivo e per le automobili. Lavora soprattutto con l’export. «Noi cerchiamo in particolare ingegneri meccanici e progettisti – rivela Davide Chinazzi – non se ne trovano molti sul mercato. Questo perché oggi pochi scelgono lauree scientifiche e pochi hanno fame. È l’aspetto che incide di più – aggiunge – entrare in un’azienda che ha un prodotto specifico, poi, richiede un certo impegno. Di certo per chi ha voglia di correre le nostre porte non sono mai chiuse».
LE OPPORTUNITÀ Al momento ci sono quattro posizioni aperte, ma le porte di fatto non si chiudono mai. «Facciamo sviluppo ma anche assistenza per i software in sei lingue diverse, con l’obiettivo di dare soluzioni immediate. La nostra ricerca di personale parte dagli analisti sviluppatori fino ai tecnici per lavorare con i server – spiegano Germano Rizzo e Valeria D’Andrea – non sono figure sempre semplici da trovare. Qui abbiamo visto candidati interessanti, volenterosi e, soprattutto, smanettoni. Ci piace quando a un ragazzo o a una ragazza brillano gli occhi nel momento in cui iniziamo a parlare di tecnologie». Vale lo stesso di-
I CANDIDATI
RECUTING DAY Gli studenti arrivati ieri in Camera di Commercio per incontrare le aziende del territorio: sedici quelle presenti
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Ieri non mancavano candidati con queste caratteristiche. «A livello professionale punto verso l’ambito dell’automazione e dei robot, sia collaborativi che industriali – dice Loris Muhaj,
trevigiano laureando in ingegneria meccanica a Padova – adesso sto cominciando a guardarmi un po’ intorno. Le possibilità qui ci sono. All’estero forse a volte ci sono proposte più allettanti per quanto riguarda le tecnologie a disposizione e gli stipendi. Ma non è una scelta obbligata». Un’idea in linea con quella di Martina De Zan, 25enne di Belluno: «Ho fatto un percorso di formazione universitaria, che sto concludendo, in ambito informatico, riguardante in particolare l’analisi dei dati e il data management – tira le fila – alla luce di questo, cerco aziende che abbiano a che fare con intelligenza artificiale e big data. Poi diciamo che ho anche alcuni hobby come la robotica e automazione. Speriamo di trovare qualcosa che valga la pena di affrontare dopo la laurea». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cultura&Spettacoli
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
A Palazzo Sarcinelli di Conegliano una mostra monografica che raccoglie dipinti, ma anche manifesti e diari di imprese alpinistiche dedicati alle montagne venete e friulane, con apertura fino alla Slovenia IL QUADRO “Il viatico in montagna” di Giovanni Napoleone Pellis
MOSTRA prirà a marzo a Palazzo Sarcinelli di Conegliano la terza mostra dedicata al paesaggio nella pittura veneta tra XIX e XX secolo. I curatori, Giandomenico Romanelli e Franca Lugato, hanno guardato lontano, concentrandosi sull’orizzonte: su quelle montagne che si lasciano abbracciare con lo sguardo, sulle imponenti pareti, picchi innevati o rocciosi che coronano il paesaggio veneto. La mostra “Il racconto della montagna nella pittura tra ‘800 e ‘900” in programma dal 6 marzo al 5 luglio, promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie con il patrocinio della Fondazione Cortina 2021, vuole con questo percorso espositivo ampio e complesso, omaggiare le montagne venete e friulane con un’apertura verso la Slovenia, quindi alle Dolomiti e Alpi Giulie. Sarà una sorta di racconto con una scansione cronologica, che si svilupperà tra sublimazioni e sguardi romantici, di artisti che hanno frequentato le cime e le valli tra ’800 e ‘900. «Le mostre precedenti erano monografiche e tutte pittoriche – spiega Lugato - questa invece sarà multimaterica: non solo opere pittoriche e quindi la montagna dipinta, ma anche manifesti, libri, mappe, un plastico del comprensorio del Civetta, dei taccuini inediti che arrivano da Trieste e diari di imprese alpinistiche. Si parte dalla seconda metà dell’800 quando gli artisti dipingevano en plein air, quindi porteremo opere che mostrano una montagna ritratta dal vero e restituita realisticamente. Il primo quadro che vorremo esporre arriva da Zagabria, un dipinto molto suggestivo di Edward Theodore Compton, artista di
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DA MARZO A LUGLIO L’ESPOSIZIONE CURATA DA FRANCA LUGATO E GIANDOMENICO ROMANELLI
L’incanto dei monti con i pittori scalatori origine inglese, poi naturalizzato tedesco, alpinista scalatore che ha partecipato ad imprese importanti sulle Alpi, ma anche diverse prime ascensioni sulle Dolomiti».
NON SOLO QUADRI Il primo piano sulle cime dolomitiche, che forse Compton realizzata in occasione della salita alla Cima Undici del Popèra accompagnato dalla celebre guida Innerkofler, apre le porte alla comunità anglosassone, che è tra le prime a scoprire la bellezza delle dolomiti. Verrà quindi esposto il primo libro che apre all’amore per la montagna: The Dolomite Mountains, pubblicato nel 1864, scritto e illustrato da due viaggiatori britannici, Josiah Gilbert e George Cheetham Churchill, che per tre anni hanno soggiornato con le mogli nel-
le Dolomiti. Sono anni in cui l’interesse per la montagna cresce sensibilmente e nel 1863 Quintino Sella fonda il Cai, associazione su cui i curatori si soffermeranno con alcuni riferimenti. «Dalla montagna dipinta di visione ottocentesca, quindi realistica, restituita dai pennelli di Ciardi e allievi – continua la curatrice- si passa a quella dell’inizio del ‘900 che diventa un paesaggio dell’anima. La montagna si trasforma poi divenendo più intimista o simbolista seguendo le correnti artistiche europee». Uno spazio verrà quindi dedicato a Napoleone Cozzi che ritrae le Alpi Giulie e le Dolomiti, in particolare il monte Civetta. Questo pittore triestino è uno dei primissimi scalatori che con la sua squadra composta da quattro compagni, si avventura alla conquista di vette senza l’ausilio di
guide alpine. Registra le sue imprese, spedizioni in val Zoldana e sul Civetta, in taccuini straordinari: e nella mostra a palazzo Sarcinelli ne verranno esposti tre con bellissimi acquerelli e frasi emozionanti. È previsto un focus su Irene Pigatti, alpinista trevigiana che ha vissuto alcuni anni a Conegliano, che ha conquistato tra ‘800 e ‘900 numerose cime. Altro focus su Giuseppe Mazzotti che oltre ad essere un intellettuale era alpinista, grande appassionato e scrittore di montagna. «Passiamo poi alla montagna d’inverno - prosegue la curatrice - con gli effetti pittorici per la resa del bianco e della luce: ci sarà un grande quadro di Napoleone Pellis, il pittore delle montagne di Sauris e altri artisti che collegheremo ai manifesti della collezione Salce che pubblicizzano gli sport invernali. Ci sa-
ranno dipinti dedicati al Carso e, con una serie di opere del triestino Ugo Flumiani, porteremo l’attenzione anche al ventre della montagna: le grotte del Carso. Infine porteremo il pittore bosniaco Gabril Jurkic, che si è dedicato all’inizio del ‘900 alla rappresentazione dell’ambiente montano, mostrando così un pittore sconosciuto, ma straordinario e sconosciuto». Chiara Voltarel
irmato a Rovigo il protocollo d’intesa del progetto di sviluppo culturale e di valorizzazione partecipata per i musei del Polesine. Coinvolge i 26 musei e i beni culturali del Sistema museale provinciale Polesine, e sarà la “comunità di pratica” per ogni iniziativa in Veneto verso il “Sistema regionale degli istituti di cultura”, che la legge regionale quadro sulla cultura prevede, dal 2021, come strumento di partecipazione al Sistema e alla Rete museale nazionale. La sperimentazione polesana fa da apripista in questa ottica, e segue all’integrazione tra cultura e turismo che sta coinvolgendo il Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e il Museo della Laguna sud di Chioggia. Si intitola “Musei tra Adige e Po” il nuovo progetto, secondo la prima fase di definizione, e rientra nell’ambito della seconda edizione di MuSST. Acronimo di Musei
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e sviluppo dei sistemi museali territoriali, MuSST#2 è il programma che la Direzione generale Musei del Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo organizza per far dialogare le realtà museali pubbliche e private nella valorizzazione di tutte le risorse che rappresentano l’identità di un territorio. Il progetto pilota polesano promosso dal Polo museale del Veneto-Mibact, è per l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari «l’unico nel Nord Italia tra i progetti realizzati» che i 17 Poli museali regionali erano stati invitati a formulare con MuSST#2, per mettere a sistema strumenti e competenze dei soggetti locali pubblici, privati e del terzo settore che operano nei beni culturali.
L’ACCORDO Hanno firmato l’accordo, siglato a palazzo Roncale, il direttore del Polo museale del Veneto Daniele Ferrara, l’assessore Corazzari, il presidente della Provincia
di Rovigo Ivan Dall’Ara per il “Sistema museale provinciale Polesine”, attivo dal 2003, e il vicepresidente della Fondazione Cariparo Giuseppe Toffoli. Per i Poli museali coinvolti nella seconda edizione di MuSST è stato previsto un finanziamento statale complessivo di 510.000 euro, a sostegno della progettazione dei piani strategici di sviluppo territoriale. Il protocollo partirà il prossimo ottobre secondo le previsioni: i finanziamenti ministeriali saranno disponibili da primavera, e a queste risorse si aggiungeranno quelle della Fondazione Cariparo e della Regione. Le prime iniziative saranno di formazione per i responsabili museali con sei percorsi che daranno al sistema locale 30 nuovi operatori. Poi, per mettere a sistema le risorse culturali, turistiche, naturali ed economiche del territorio, sono previste cento ore di consulenza da parte di figure manageriali. Mentre in ambito digitale saranno avviati la costruzione di database di contat-
APRIRÀ IL PERCORSO EDWARD COMPTON PRESENTI FOCUS SU NAPOLEONE COZZI, GIUSEPPE MAZZOTTI E GABRIL JURKIC
ROVIGO L’accordo firmato ieri a Palazzo Roncale
ti per i musei, la raccolta di materiale fotografico e video per la condivisione digitale, un nuovo servizio di prenotazione e acquisto online dei biglietti d’ingresso. La Commissione tecnica ministeriale ha apprezzato del progetto polesano «la capacità di sviluppare ambiti che fanno dialogare il territorio, l’attenzione alla formazione e il senso della disseminazione culturale», ha detto Valeria Di Giuseppe Di Paolo della Dire-
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La città del Palladio capitale della danza Un ricco cartellone, con 51 appuntamenti distribuiti in 13 settimane, costituito da spettacoli, rappresentazioni, performance, incontri di approfondimento con esperti di danza ed artisti, mostre, ma anche percorsi guidati con il coinvolgimento del pubblico. Sono gli “ingredienti” che caratterizzeranno la terza edizione di Danza in Rete Festival Vicenza-Schio, in programma fino al 23 aprile. La kermesse, promossa dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio, si presenta come un evento consolidato nello scenario di danza contemporanea nazionale, in virtù delle molteplicità delle sue espressioni e grazie al riconoscimento del Ministero per i Beni e le attività culturali e il Turismo sin dalla prima edizione. Tra gli spettacoli diverse le prime ed esclusive nazionali in programma, una delle quali, Malandain Ballet Biarritz-Marie Antoinette, in calendario per due giorni consecutivi, sabato 4 e domenica 5 aprile, nella Sala Maggiore del Teatro Comunale di Vicenza, dove
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Ventisei musei fanno squadra Il Polesine apripista in Italia IL PROGETTO
Festival
zione generale musei del ministero dei Beni culturali. «Il Polesine ha spiegato Daniele Ferrara - è stato scelto per il suo potenziale anche nella tutela del patrimonio ambientale. Unire i contesti naturali, storici e artistici è la via per realizzare anche economie di scala e la comunità di pratica si svilupperà in continuità con quanto è già stato avviato». Nicola Astolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA
è stata presentata l’edizione 2020. Numerose le sedi che ospiteranno spettacoli di danza: a Schio gli eventi sono previsti al Teatro Civico e al Teatro Astra, mentre nella città del Palladio, oltre al Teatro Comunale (tra le location interne anche il Ridotto e il foyer), altri appuntamenti si terranno all’Odeo del Teatro Olimpico, all’Astra, al Teatro Spazio Bixio, allo Spazio Ab23 ma anche alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, che il 22 aprile ospiteranno la prima nazionale (coprodotta dal festival) denominata Sara Sguotti-Space Oddity. Nel mese di aprile previsti anche due appuntamenti all’aperto, in quella che viene denominata Danza urbana, capace di richiamare e incuriosire il pubblico poco esperto: sabato 4 in piazza dei Signori a Vicenza con Fabrizio Favale - Le Supplici in “Argon” (prima regionale) e domenica 19 in piazzetta Garibaldi a Schio con Spettatori Danzanti e Collettivo Jennifer Rosa che proporranno live “Qui c’è ora”. Luca Pozza © RIPRODUZIONE RISERVATA
18 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA
Sabato 1 Febbraio 2020
TRASPARENZA. L’esecutivoRucco èpiù “economico”del precedente
GiuntaeConsiglio Laspesaannuale èdimezzomilione Icompensipergli assessoriei gettoniai consiglieri sonocostati460mila europertutto loscorso anno Rispetto al 2017 il conto è diminuito di 50 mila euro La parola che spesso viene associata al mondo della politica è “casta”. A seconda dell’umore qualcuno ci aggiunge anche un “vergogna”, “strapagati”, “non è possibile” e via così. Critiche e polemiche che possono valere in determinati contesti, ma che di certo non possono varcare l’ingresso di palazzo Trissino. Aprendo le tabelle relative alle spese necessarie per far girare la macchina amministrativa del Comune, si apprende (per chi ovviamente non lo sapesse già) che il costo di giunta e Consiglio ammonta a 460 mila euro. Poco più di mille euro al giorno. Sia chiaro, la parte più consistente del conto è relativa ai compensi di sindaco e assessori (420 mila euro) mentre per le attività in aula e commissione dei consiglieri comunali servono poco meno di 40 mila euro. Cifre che, va sottolineato, si intendono lorde.
LA GIUNTA. L’indennità del
sindaco e degli assessori è stabilita dalla legge. Per il primo cittadino il compenso è di 5.200 euro lordi al mese. Il che significa 62.470 euro in un anno. Se si aggiungono i 2.381 euro erogati per le “missioni”, si ottiene il salario annuale che spetta al sindaco della città di Vicenza, Francesco Rucco. Poco meno di quattromila, invece, sono gli euro che vanno al vicesindaco Matteo Tosetto che in un anno ha percepito 47.332 euro. Per gli assessori full-time l’indennità di carica annuale ammonta a 37.482 euro, per i part-time come Silvio Giovine, invece, è di 18.741 euro.
Lostacanovista èCiroAsproso Hapresenziato aquasitutte lesedute delle commissioni
Complessivamente, se si aggiungono i 7.134 euro erogati ai vari assessori per coprire i rimborsi legati a trasferte o incontri vari, si ottiene un conto di 420.639 euro. Tanto è costata la giunta Rucco nel corso del 2019 (sono 34 mila euro in meno dell’amministrazione Variati, anno 2017, che in squadra aveva solo full-time) La cifra tiene conto anche del presidente del Consiglio Valerio Sorrentino (37.482 euro annui). SALA BERNARDA. Si parte da
un dato chiave. I consiglieri comunali percepiscono 36,15 euro (lordi) per ogni presenza in Consiglio o commissione; il gettone è uguale sia che la seduta duri qualche minuto, sia che si protragga anche per otto o più ore. Non si parla di cifre stratosferiche. Il conto totale è di 39.932 euro (55 mila nel 2017). La media è di circa mille euro a consigliere con due precisazioni: Roberto Ciambetti, presidente del Consi-
36,15
ILGETTONE DIPRESENZA PEROGNISEDUTA
Ilgettonedipresenzache spettaaciascunconsigliere perlapartecipazione auna sedutadel consiglio comunaleo diuna commissioneammontaa 36,15euro.Lacifra si intende lorda. Il re di gettoni èCiroAsprosocheneha collezionati76, arrivandoa 2.747euro
37.482 L’INDENNITÀDICARICA DIUNASSESSORE
Unassessorefull-time percepisceun’indennitàdi caricaannualepari a 37.482 euro.Chi,invece,è assessorepart-time (èil casodiSilvioGiovine) guadagna,invece,18.741 euro.Alleindennitàsi aggiungonoanchele missioni,valea direi rimborsipertrasferte
39.932 ILCOSTOCOMPLESSIVO DELCONSIGLIO
Lacifratienecontodel costodeigettoniperle presenzeinconsiglio comunale(14.170euro)e anchedi quellichevengono erogatiper lecommissioni consiliari(24.437euro). Infine,siaggiungonoanche lemissioni
L’attivitàinconsiglio comunale è costata40 mila euronel 2019 considerandoanchelecommissioni
Ladecisione
EBarbieri rinuncia devolvendo al“Sociale” Ultimamentesièparlato molto dilei.Con AndreaPellizzari, ex capogruppodellaLega,èstata l’ultimaconsiglieracomunale a cambiarecasaccaea sedersi trai banchi diFratellid’Italia. C’è,però, unasceltaimportante chePatriziaBarbieriha compiutoedellaqualenon siè parlato.La consiglieraha dichiarato«l’espressa rinuncia all’erogazionedeigettoni di presenzadaottobre 2019 e
PatriziaBarbieri pertuttala durata delmandato- si leggeneidocumentidipalazzo Trissino-esprimendo al contempola volontà didevolverei compensiderivantidallesedute di Consiglioecommissioni consiliari alfinanziamento diattivitàdi caratteresocialedelComune di Vicenza». NI.NE.
glio regionale, non percepisce il gettone così come Valerio Sorrentino che, come si è visto sopra, ha un’indennità. Anche in questo caso una premessa è necessaria: i consiglieri che da soli compongono un gruppo arrivano ad avere un compenso più elevato, dovendo partecipare a tutte le sedute delle commissioni. Ecco perché il “re” di gettoni è Ciro Asproso (Coalizione civica) con 2.747 euro all’anno. Pochi riescono a stare al suo passo. Raffaele Colombara (Quartieri al centro) si ferma a 2.313 euro all’anno mentre Leonardo De Marzo (Idea Vicenza Rucco sindaco) è appena sopra i duemila euro; in questo caso a far lievitare i “gettoni” sono quei 716,74 euro erogati per le missioni del consigliere comunale. • © RIPRODUZIONERISERVATA
ILCASO. Lanuova gestione delCustom diviaZamenhofè affidataa quattrogiovanivicentini
«Nonc’entriamoconil filmato Ora puntiamo sulla sicurezza» «Il club potrà contare su cinque addetti alla vigilanza, uno all’esterno»
2 febbraio 1 marzo 5 aprile 3 maggio 7 giugno
5 luglio 2 agosto 6 settembre 4 ottobre 1 novembre 6 dicembre
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Nicola Negrin
Inumeri
«Siamo convinti che l’episodio dei filmati rubati con il telefonino da parte di un cliente nei bagni riservati alle donne non sia avvenuto nel nostro locale. La conformazione delle nostre toilette non consentirebbe a nessuno di confondersi in qualche anfratto, e comunque c’è un addetto alla vigilanza all’esterno dei bagni che controlla. Riteniamo che la vittima abbia sbagliato locale». È quanto sostengono i quattro nuovi titolari del Custom club di via Zamenhof, a Vicenza est. Fanno riferimento all’indagine aperta dalla procura a carico di un giovane nigeriano che avrebbe filmato le clienti durante la loro intimità. Una delle vittime, avvisata da un’altra ragazza, aveva sporto denuncia, riferendo di trovarsi in un locale «che credo si chiami Custom». Per i titolari, che sono assistiti dall’avv. Alessandra Bocchi, è probabile che si sbagli, e che i fatti siano accaduti in qualche altro esercizio pubblico della zona. Ma quello che a loro interessa è spiegare che da qualche tempo la gestione del club, più volte in passato finito al centro delle cronache per diversi episodi di violenza, è cambiata. E che con la gestio-
L’ingressodellocaleCustom, inviaZamenhof, in città. ARCHIVIO
Iquattro giovani vicentini,nuovi titolari,chepuntano sulla sicurezza
ne è cambiata anche l’aria. «Adesso puntiamo molto sulla sicurezza - spiegano Veronica Lauri, Andrea Gerard, Gabriele Treu e Mattia Terrevoli - per rilanciare il Custom club». In primo luogo, hanno deciso di dar vita ad una politica che porti i dipendenti a non somministrare alcolici ai clienti che ne abbiano bevuto già qualcuno, anche allo scopo di prevenire gli incidenti stradali, oltre che per mantenere tranquillo l’ambiente. Non solo: «Il locale avrà al suo attivo anche cinque addetti alla vigilanza, di cui uno di pattuglia in bicicletta nel parcheggio, e poi un’altra figura che monitora l’area dei bagni e infine un “security account” statunitense che farà anche da mediatore per la clientela americana», precisa l’avv. Bocchi. «Lo staff è stato rinnovato, con persone che hanno seguito uno specifico training per rispettare i nuovi standard». Il che significa che chi in passato andava al Custom con l’obiettivo di fare confusione dovrà cambiare aria. «Controlleremo gli ingressi e selezioneremo i clienti. Siamo stanchi di vedere associato il nome di questo locale alla cronaca nera. Adesso non più». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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Primo Piano
Sabato 1 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
«Il maxi carosello aiuta lo sviluppo sostenibile» Caner ha illustrato le finalità del piano `«Noi abbiamo a cuore il territorio che promette di collegare i comprensori per questo puntiamo allo sviluppo» `
del grande carosello turistico tra Cortina, Ski Civetta e Arabba e (quindi gli altri comprensori del Dolomiti Superski inseriti nel Sella Ronda) avrebbe per il futuro di chi vive in montagna: «La montagna si sta spopolando. E il problema non riguarda solo i centri più in quota, ma anche la stessa Belluno. Le Olimpiadi rappresentano un’occasione da non perdere poiché creano i presupposti concreti per realizzare un progetto importante quale il collegamento. O la si prende al volo, sempre in un’ottica di sviluppo sostenibile, oppure questa occasione non tornerà più».
LA GRANDE OPERA
«L’obiettivo è di 100 milioni inseriti in un Fondo nazionale» LE PRIORITÀ BELLUNO «La montagna dovrà avere un Fondo nazionale dotato di 100 milioni di euro l’anno. Oggi sono 20 milioni, in diversi fronti di finanziamento. È molto importante questo impegno del Ministro Boccia, espresso agli Stati generali della Montagna, per avere un unico Fondo Montagna. È la strada giusta che il Parlamento, dopo le mozioni approvate all’unanimità da 524 Deputati martedì, non potrà non percorrere. I Comuni con Uncem sostengono questa impostazione data dal Ministro». Ad affermarlo Marco Bussone, leader dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani.«Importante la richiesta netta di investimenti fatta a imprese come Anas, presente a Roma con il Presidente Gemme.
«BISOGNA CAMBIARE PROSPETTIVA DOVE NON C’È MERCATO SIANO LE AZIENDE DELLO STATO AD INVESTIRE RISORSE»
Il modello di attuazione è quello messo in campo con i Comuni, attraverso Uncem, da Poste Italiane. Un patto nuovo, diverso dal passato. Per Anas, le telco, Rfi, Enel. Dove non c’è mercato, devono investire le Aziende dello Stato. Evitando però il caos e i ritardi che stiamo registrando sui territori per quanto riguarda il Piano banda ultralarga. Incontrando il Ministro Pisano prosegue il presidente Bussone - ho chiesto di dare una netta accelerazione ai lavori del Piano banda ultrlarga, per arrivare a scrivere insieme un’Agenda digitale per la Montagna. Strada giusta, la vogliamo percorrere». L’altro tema su cui si è soffermata l’Uncem, a cui sono iscritti anche molti comuni del bellunese, riguarda l’autonomia. «Per i territori montani vuol dire mettere in moto tutti i meccanismi per eliminare le disuguaglianze. Lavoriamo sul Fondo unico per la montagna di 100 milioni di euro, oltre al fondo di 3 miliardi per fare perequazione tra aree a diversi livelli di sviluppo. Atti decisivi di un’azione che deve proseguire sui territori e parallelamente con precise scelte in Parlamento, seguendo quanto definito dalle Mozioni varate con unità di tutti i gruppi a Montecitorio.
BELLUNO «Uno scandalo? Un ecomostro? Niente di tutto questo. Anzi, il carosello sciistico che dovrebbe collegare Cortina con lo Ski Civetta e con Arabba deve servire a uno sviluppo sostenibile della montagna». È un’apertura al dialogo con i sindaci del territorio e con il mondo ambientalista quella espressa dall’assessore regionale al turismo Federico Caner, intervento lo scorso giovedì a un incontro organizzato dal Rotary Club Belluno. Il super collegamento è stato uno dei principali temi affrontati nella conferenza rotariana ospitata al centro diocesano. Un’opera voluta con convinzione dalla Regione e da alcuni imprenditori funiviari bellunesi, riunitisi appositamente nella società Dolomiti Rete srl, costituita di recente, della quale è presidente l’ingegner Mario Vascellari.
FUORI CONFINE
TASSELLO FONDAMENTALE «Il grande carosello – ha detto Caner - è uno dei 3 tasselli fondamentali per lo sviluppo della montagna bellunese, insieme ai fondi stanziati per alberghi, start up di impresa e “club di prodotto” e alla necessità di avere un commissario speciale per realizzare le opere pubbliche, sia strade sia ferrovie. Siamo convinti che i collegamenti tra le vallate non siano importanti solo per la stagione invernale e per lo sci. Serviranno anche per offrire una mobilità alternativa alle auto, tanto in inverno quanto in estate, consentendo di togliere i veicoli dalle strade. Attraverso i collegamenti intervallivi pensiamo di realizzare un modello di sviluppo sostenibile e per questo siamo disponibili a ragionare con i sindaci e con gli ambientalisti così da poter individuare le soluzioni che abbiano il minor impatto possibile. L’importante è che la disponibilità al dialogo sia reciproca e che non ci siano delle chiusure a priori. Altrimenti ognuno andrà per la sua strada».
LE PROSPETTIVE L’assessore regionale ha poi evidenziato l’importanza che, secondo lui, la realizzazione
«SIAMO CONVINTI CHE I COLLEGAMENTI TRA LE VALLATE NON SIANO IMPORTANTI SOLO NELLA STAGIONE INVERNALE PER LO SCI»
PRA, ALLEGHE FUNIVIE: «PER NOI CAMBIEREBBE LA VITA COLLEGARCI CON CORTINA ATTRAVERSO LE CINQUE TORRI E POI PUNTARE AD ARABBA»
I piccoli Comuni
«Servono misure per chi resta» «Di diagnosi ne abbiamo fatte tante ma adesso servono cure. Fatti concreti altrimenti il paziente piccolo comune di montagna è destinato a morire». Così il coordinatore piccoli Comuni dell’Anci, Massimo Castelli, intervenuto agli Stati generali della Montagna. «Se questi Stati generali li avessimo fatti venti anni - ha spiegato - sarebbe stato lo stesso perché in tutti questi anni abbiamo perso
tempo prezioso. Dal 1970 al 2015 i piccoli Comuni montani hanno perso dal 20 fino all’80 per cento della popolazione. Uno spopolamento inesorabile che ritengo sia la vera emergenza nazionale che ogni giorno ci fa perdere saperi e memorie. Si dica chiaramente che vive in montagna è svantaggiato come chi vive al Sud e che quindi questi cittadini devono essere supportati».
Caner invita a guardare oltre i confini della regione, ricordando quanto avviene in altre aree delle Alpi: «Si cita spesso il Trentino Alto Adige, considerandolo un riferimento nei ragionamenti riguardanti l’economia di montagna. Lì impianti e collegamenti ne hanno realizzati molti più di noi e continuano a farlo. Lo stesso accade in Austria, Svizzera e Francia. Possibile siano tutti dei devastatori? Noi abbiamo a cuore le nostre montagne e per questo puntiamo a uno sviluppo che sia sostenibile». All’incontro organizzato dal Rotary, ha partecipato anche Sergio Pra, presidente di Alleghe Funivie, che ha sottolineato la ricaduta positiva che il collegamento avrebbe sul comprensorio del Civetta: «Per Alleghe e per tutto lo Ski Civetta cambierebbe la vita. Collegarci con Cortina attraverso l’area delle Cinque Torri e da lì con Arabba, al confine con l’Alta Badia, significa rivoluzionare completamente l’offerta turistica dell’area del Civetta. Vorrebbe dire entrare in un contesto di mercati più ricchi e ampi». Anche per Pra, le Olimpiadi offriranno un’occasione irripetibile: «Nelle province confinanti hanno sempre saputo approfittare delle opportunità. Ora l’occasione giusta sta capitando a noi, con gli imprenditori privati e la Regione disposti a lavorare insieme. Auspico che non ci si fermi alle polemiche, ma che ci sia la volontà da parte di tutti di sedersi al tavolo e di trovare le soluzioni ai problemi». Andrea Ciprian
Infrastrutture, nasce un tavolo di Anas in vista dei Giochi L’INCONTRO Un appuntamento, a margine degli Stati generali della montagna, per discutere della statale di Alemagna. Al “tavolino” Claudio Andrea Gemme, numero uno di Anas, e Roberto Padrin, primo inquilino di Palazzo Piloni a Belluno. Obiettivo: capire cosa si possa fare per la statale che sempre più spesso ospita un serpentone ininterrotto di automobili che salgono (al mattino) e scendono (nel tardo pomeriggio) dal Cadore. Dall’incontro è emersa la volontà di creare un gruppo di lavoro che valuti le necessità per le Olimpiadi e per i Mondiali. «Il tempo corre - spiega Roberto Padrin - ed è meglio pedalare in fretta, bisogna inizia-
re a prendere in esame adesso la situazione altrimenti la provincia si troverà in forte difficoltà tra qualche anno». Molto probabile che nel corso dell’incontro ristretto si sia discusso del nodo di Longarone, di cui Padrin è sindaco. Il presidente della Regione, Luca Zaia, martedì ha indicato l’imbuto di Longarone come l’assoluta priorità da risolvere prima delle Olimpiadi 2026. Prima di avere un treno che colleghi Venezia a Cortina e poi all’Austria. Il governatore del Veneto lo ha fatto davanti a una platea di imprenditori che è pronta a sostenere i passi in avanti delle infrastrutture. La presidente degli industriali lo ha detto chiaramente: «Senza opere i Giochi 2026 non bastano ad evitare il
declino di questo territorio». Poche parole quelle di Lorraine Berton che sono destinate a diventare il mantra dei prossimi anni. A segnare un punto di svolta nella programmazione per la provincia di Belluno. Insomma, per i capitani d’industria, è inutile illudersi che potranno essere le Olimpiadi a risolvere i problemi di questo territorio. Nei giorni scorsi, a tenere ban-
L’IMBUTO Lo sbocco dell’autostrada A27 nella strada statale di Alemagna nel territorio tra Longarone e Ponte nelle Alpi
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AL “TAVOLINO” IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ CLAUDIO GEMME
co sul fronte delle infrastrutture è stata anche la questione aerei e elicotteri. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, ha spiegato che di riaprire l’aeroporto di Fiames non se ne parla, il governatore Zaia ha spiegato che l’idea di far arrivare i turisti Vip in una discarica non è una buona idea ma che permettere a chi ha un piccolo aereo di arrivare a Cortina potrebbe essere una grande occasione di sviluppo per il turismo. «Inutile puntare sulle grandi opere - ha sottolineato nei giorni scorsi Padrin - forse è meglio puntare sugli interventi necessari e alla nostra portata». Insomma, il dibattito è apertissimo ed ora a discuterne ci sarà anche Anas. A.Z.
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REGIONE
SABATO 1 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO
milano-cortina 2026
Un commissario per realizzare nei tempi previsti le opere olimpiche Concordi ministri e comitato d’indirizzo riuniti a Milano Il Consiglio dei ministri varerà giovedì la Legge Olimpica Francesco Dal Mas CORTINA. Un commissario go-
vernativo per le Olimpiadi? La proposta, lanciata da Luca Zaia, su rilancio di Vincenzo Boccia e Giovanni Malgò all’assemblea di Confindustria a Belluno, è rimbalzata ieri al Comitato di indirizzo della candidatura delle olimpiadi invernali che si è tenuto a Milano. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, annunciando che la legge olimpica sarà al varo del prossimo Consiglio dei ministri, ha anticipato che in questo provvedimento ci sono i presupposti per un eventuale commissariamento. Il commissario dovrebbe presie-
dere la struttura che funge da stazione appaltante per le opere pubbliche legate ai Giochi: tutte le opere, non quelle di un comparto o dell’altro, di un territorio piuttosto che di un’area diversa. Non, dunque, commissari settoriali come nel caso di Cortina 2021. Che oggi possono contare su un miliardo, ma che nella programmazione stanno raddoppiando questa previsione. «Un commissario? Penso che sia fondamentale» ha commentato lo stesso Zaia, aggiungendo che da quel che ne sa nella bozza di legge olimpica «ci sono già gli estremi, il quadro giuridico, per poter pensare anche a poteri commissariali». Il che – ha subito precisato
Fissato il cronoprogramma
Pfas, con 10 milioni via libera alla bonifica dell'ex Miteni a Trissino VICENZA. La bonifica della Miteni non può più aspettare, i Pfas vanno eliminati dalla falda freatica e dal torrente Poscola. Il messaggio di NicolaDell’Acqua, direttore dell’area Ambiente della regione del Veneto, è netto: o Ici 3 avvia i lavori nel giro di due mesi, oppure sarà l’Arpav a bonificare Miteni, facendo poi pagare il conto agli azionisti dell’industria chimica di Trissino. Se a Roma il ministro Costa non ha ancora abbassato i parametri nazionali dei
Pfas, a Venezia e a Vicenza l’emergenza sanitaria invita ad accelerare le procedure:«Entro 20 giorni il progetto sarà definitivamente approvato» spiega Dell’Acqua, «e poi la proprietà dovrà avviare i lavori entro i successivi 30 giorni». Il conto sarà salato: 10 milioni di euro, nulla in rapporto alle richieste di risarcimento danni formulate dalle parti civili nel processo in corso a Vicenza. Chi dovrà pagare? Ici3 di sicuro, ma l’avvocato Rotelli che tutela la socie-
il governatore per tranquillizzare chi accampa riserve – non vuol dire bypassare le leggi, non fare le gare, come le leggende metropolitane fanno pensare, ma vuol dire essere più operativi e soprattutto avere un interlocutore certo. «Personalmente non ritengo che sia obbligatorio, probabilmente conoscendo il Paese forse è meglio» ha commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Un commissario non solo per arrivare in tempo con le opere ma anche per questioni di immagine, di gestione efficace e trasparente dei conti, insomma – specifica Zaia – per fare bella figura, dimostrando che il sospirato Rinascimento è meritato.
tà, ha fatto causa a Mitsubishi sostenendo che l’inquinamento è nato con la loro gestione. Ci vorranno cinque anni per risanare l’ambiente, l’importante è però partire. Tutte queste decisioni sono state ieri nel corso della Conferenza dei servizi per la bonifica della “Miteni spa”, che si trova tra la Colombara e il maxileone di San Marco a Trissino: davanti c’è lo stabilimento tessile con le griffe Armani e Valentino, sorto a due passi dal torrente Poscola che poi scompare nel Guà e nel collettore Arica con tutti i suoi veleni. Nell’incontro, convocato dal comune di Trissino, gli enti hanno analizzato il progetto di bonifica delle acque di falda presentato il 31 dicembre scorso dalla proprietà, la società International Chemical Investors Italia 3
ordigno aereo da disinnescare
Domani Bomba Day a Venezia città isolata per tutta la mattina VENEZIA. Cinquecento libbre,
ovvero 226 chilogrammi, adagiata a una profondità di cinque metri e con due spolette armate, contiene 127 chilogrammi di tritolo. La bomba di aereo della seconda guerra mondiale domani sarà disinnescata e fatta brillare. Si possono dire fortunati gli operai che in via Ferraris, durante dei lavori, l’hanno trovata. Infatti stavano scavando con una ruspa quando
la benna ha toccato qualche cosa di metallico: il corpo e non una delle due spolette, altrimenti di loro e di quanto c’era attorno sarebbe restato ben poco. Durante le operazioni di disinnesco che vedranno impegnati i militari dell’8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore” di Legnago, sarà sgomberata l’area intorno alla bomba per un raggio di 1.816 metri in orizzontale e 1.392 in vertica-
le. L’intervento degli artificieri può durare dalle due alle quattro ore. È necessario che al momento di inizio delle operazioni l’area sia totalmente libera. Per tale motivo, dalle 6, il Comune inizierà lo sgombero delle abitazioni e delle strutture ricettive che si trovano all’interno della zona di sicurezza. L’evacuazione riguarda circa 3500 persone. Dalle 7 sarà interrotta la
La riunione a Milano del Comitato d’indirizzo che governa il percorso verso Milano-Cortina 2026
Beppe Sala, sindaco di Milano, commissario ai tempi dell’Expo, non è contrario. «Il tema» puntualizza «è trovare una formula che permetta di sveltire e non certo di andare su procedure speciali, di non fare gare o di farle in modo particolare, quindi c’è ancora molto tempo. Ma bisogna cercare di fare le cose più in fretta possibile». Ed ha ricordato, Sala appunto, che Vincenzo Novari, ad del comitato organizzatore, «sta proponendo una struttura organizzativa leggera con non molte persone, ma oggi ci
Holding srl, Icig 3. Infatti, la conferenza dei servizi lo scorso 17 ottobre aveva chiesto di presentare l’aggiornamento del documento di analisi del rischio per i suoli con relativo progetto di bonifica delle acque di falda. Ieri fumata bianca con i rappresentanti della regione, del comune di Trissino, della provincia di Vicenza, di Arpav e di tutti gli enti coinvolti. Sotto la guida di Nicola Dell’Acqua, il dossier è stato analizzato nei dettagli: prevede una prima fase di lavori per migliorare la barriera idraulica e una successiva per realizzare un diaframma di 600 metri per fare in modo che non via sia più contatto fra le acque di falda e l’area inquinata. Resta da capire dove finiranno i veleni accumulata nel corso di decenni sotto la Poscola. —© RIPRODUZIONE RISERVATA
viabilità privata terrestre ed acquea compresa nell’area di interdizione. In particolare, sarà chiusa al traffico la Strada Regionale 11 che immette sul Ponte della Libertà e la Strada Statale 14 che porta allo stesso ponte attraverso il cavalcavia di San Giuliano. Dalle 7.30 sarà interrotta la circolazione ferroviaria nel tratto compreso tra la Stazione di Venezia Santa Lucia e la Stazione di Mestre (ultime partenze alle 7.10 da stazione di Mestre alla Stazione Venezia Santa Lucia e viceversa) e i collegamenti del trasporto pubblico (ultime partenze alle 7.25). I treni a lunga percorrenza che dovevano partire secondo orario durante il periodo di interruzione, da Venezia inizieranno il
ha parlato proprio delle linee generali». Non resta che attendere il prossimo Consiglio dei ministri e se ne saprà di più. «La legge Olimpica giovedì è stato il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri» ricorda il ministro Spadafora «c’erano però ancora alcuni rilievi del ministero dell’Economia su norme soprattutto tributarie, che stiamo già in queste ore risolvendo. L’esame sarà concluso nel prossimo Cdm (la prossima settimana, OES) con l’intesa tra tutti i soggetti istituzionali che sono a questo tavolo».
All’interno della legge olimpica» ha fatto sapere Spadafora «è stata inserita una norma che consente all’istituto del credito sportivo di avere un ruolo importante nei Giochi del 2026. In ogni caso, specifica il ministro, se non la faremo in questa occasione, la faremo in un momento successivo. E questo per evitare ulteriori ritardi. Adesso, infatti, è importante concentrarsi sulle norme fondamentali affinché Milano-Cortina 2026 parta, parta bene, nel rispetto di valori importanti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
scuola di medicina
«Specializzandi in corsia regole condivise da tutti» PADOVA. Il presidente della
Scuola di Medicina di Padova Stefano Merigliano replica alla polemica sollevata da alcuni rappresentanti degli specializzandi: «Tra novembre e dicembre l’Osservatorio regionale per le Scuole di specializzazione ha elaborato gli accordi per l’assunzione degli specializzandi nel Sistema sanitario e le norme per la loro rotazione negli ospedali della rete formativa. Tali accordi» sottolinea Merigliano, «sono stati approvati dagli organi accademici e regionali. I tre principi
viaggio da Mestre. Qui si fermeranno quelli destinati a Santa Lucia. Alcuni regionali provenienti da Bologna, Verona e Udine, fermeranno per mancanza di binari disponibili a Mestre, rispettivamente a Padova e Treviso. Dalle 8.30 alle 12.30 sarà vigente il divieto di sorvolo
Saranno evacuate 3500 persone Stop a Mestre ai treni Ponte e strade chiusi sull’area. Quindi aeroporto Marco Polo chiuso per quattro ore. Di conseguenza sono una cinquantina i voli che saranno riprogrammati dalle
fondanti sono la sicurezza nelle cure, la qualità nella formazione e il rispetto delle norme in tema di formazione post-laurea. A questi principi» sottolinea il professore, «si sono attenuti i componenti dell’osservatorio, e sono stati approvati da tutti i membri inclusi i rappresentanti degli specializzandi. In sintonia con i colleghi di Verona» la conclusione, «ritengo che questa soluzione, per altro legata a una fase di emergenza, non avrà alcun impatto negativo su formazione e qualità dell’assistenza». —
varie compagnie. Fino al termine delle operazioni di disinnesco non sarà pertanto possibile raggiungere Venezia. Nella stessa giornata, la bomba, una volta neutralizzata, verrà portata in mare aperto e lì fatta brillare dagli artificieri del Nucleo SDAI – Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi – di Ancona del Comando Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” della Marina Militare. Notevole la macchina organizzativa avviata dalla Prefettura che coordina l’attività del Comune e delle forze dell’ordine per lo sgombero, la sorveglianza e il controllo del territorio. — Carlo Mion © RIPRODUZIONE RISERVATA
SPORT
SABATO 1 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
sci alpino
sci nordico
broomball
I bellunesi ancora protagonisti alle finali internazionali a Folgaria
Erica Antoniol la migliore dei bellunesi agli italiani U23
Ampezzan para tutto e il Belluno vince ai rigori
Trofeo Alpe Cimbra: splendido quarto posto di Ambrà Pomarè del Cortina Quinto Alessandro Bertagnolli del Trichiana, dodicesima Giulia Trentin del 18 Ilario Tancon FOLGARIA. Dopo i podi della selezione nazionale e dopo l'argento nel team event, i tre ragazzi bellunesi qualificati fanno grandi cose nella prima giornata dell'Alpe Cimbra Fis Children Cup, l'evento internazionale erede del Topolino che si sta svolgendo questa settimana a Folgaria (Trento). Nello slalom Allievi di ieri, infatti, Ambra Pomarè, Alessandro Bertagnolli e Giulia Maria Trentin sono stati protagonisti di prestazioni davvero interessanti, chiudendo nelle primissime posizioni: Pomarè (Sci club Cortina) ha conquistato il 4° posto, mancando il podio per appena 17 centesimi; 5° posto per Bertagnolli (Sci club Trichiana), autore del miglior tempo nella seconda manche (recupero di sei posizioni rispetto alla prima) e giù dal podio per 14 centesimi; Trentin (Sci club 18) è giunta 12ª, fallendo la top ten per 11 centesimi.
Ambra Pomarè
Quella di ieri è stata una grande giornata per la squadra italiana che ha fatto tripletta nel gigante della categoria Ragazze con Lara Colturi, Giorgia Collomb e Angelica Bettoni, ha vinto il gigante Ragazzi con Edoardo Simonelli e conquistato il secondo posto nello slalom Allieve con Francesca Carolli e in quello Allievi con
sci nordico - oggi e domani
Dobbiaco-Cortina, duello fra Berdal e Gjerdalen CORTINA. L’attesa è finita. Comincia la 43ª Dobbiaco - Cortina, oggi con la tecnica classica e domani con quella libera, sul mitico tracciato della Ferrovia delle Dolomiti. La partenza della competizione principale avverrà dall’aeroporto militare di Dobbiaco alle 8.30 con le élite donne, mentre gli uomini Visma Ski Classics e tutti gli altri concorrenti scatteranno alle 9.10, per arrivare a Cortina. Dal tardo pomeriggio (ore 17.30) e fino alle ore 23 odierne – terminate le proprie fatiche sportive – ci si potrà invece deliziare al
Grand Hotel di Dobbiaco con free drink e buffet per tutti i concorrenti. Domani si ripartirà invece con i 32 km in skating, sempre dall’aeroporto di Dobbiaco (9.30), e sempre in direzione Cortina, contrariamente agli anni scorsi quando i protagonisti partivano in senso inverso. I candidati al titolo non si contano, ma ora gli occhi sono tutti puntati sul vincitore della Marcialonga Tore Bjoerseth Berdal. Tord Asle Gjerdalen, il norvegese con i Ray-Ban, punta invece al poker alla Dobbia-
Fabio Allasina. Questa mattina si replica con la seconda giornata di gare. Gli under 14 gareggeranno in slalom speciale sulla pista Martinella Nord, mentre gli under 16 si confronteranno tra le porte larghe da gigante tracciato sul parallelo pendio della pista Agonistica, con il pubblico che potrà seguire lo
co-Cortina, ma sono tanti i fondisti in cerca di rivalsa, a partire dal collega del Team Ragde Eiendom, Petter Eliassen. Al femminile la svedese Britta Johansson Norgren è reduce da alcune gare di appannamento, ma non la si può considerare fuori dai giochi, con la norge Astrid Oeyre Slind pronta a soffiarle il titolo in “collaborazione” con le varie Lina Korsgren (SWE) e Kari Gjeitnes (NOR), vincitrice dell’ultima tappa del circuito. Circa 2200 concorrenti si divertiranno da Dobbiaco a Cortina, con Gjerdalen pronto a concedere il bis domenica in skating, nella gara che vedrà in linea anche la trentina Antonella Confortola. Tra i “volti noti” anche l’ex pilota di Formula 1 Christian Danner e l’ex difensore del Bayern Patrik Andersson. — Dapo
ginnastica
Due ori e due argenti per l’Artica a Camposanpiero CAMPOSAMPIERO. Due ori, due argenti ed un quarto posto a Camposampiero. Questi i risultati ottenuti dall’Artica Dolomiti, presieduta da Davide Capponi. In programma c’erano le gare interregionali collettivi e coppie di ginnastica artistica e ritmica, e le ragazze allenate dall’istruttrice Cristina Riberto si sono ben distinte. Nelle Junior, medaglia d’oro della squadra composta da
L’Artica Dolomiti
Greta Mastellotto, Caterina Perissinotto e Nicoleta Rosca. Secondo invece il gruppo di Nicole Ampezzan, Matilde Coletti e Melissa De Nardo. Chiude quarto invece il team con Lucia Bristot, Shirley Dal Farra, Caterina De Battista e Gaia Fre-
gona. Per le Allieve seconda fascia, medaglia d’argento ad Aurora Dal Farra, Matilde Dal Farra e Sara De Bettio, mentre nelle coppie trionfo di Mariasole Barito e Bianca Roccon. – Dapo
svolgimento delle due gare dall’accogliente parterre. Start di entrambe le gare alle 9.15. Slalom Allieve: 1. Zrinka Ljutic (Croazia) 1.27.89; 2. Francesca Carolli 1.29.20; 3. Viktoria Burgler (Austria) 1.30.94; 4. Ambra Pomarè 1.31.11; 5. Gwyneth Ten Raa (Lussemburgo) 1.31.41. Slalom Allievi (under 16): 1. Floria Strauss (Austria) 1.28.79; 2. Fabio Allasina 1.29.16; 3. Paul Wagner (Austria) 1.29.93; 4. Artem Zhogolev (Russia) 1.29.92; 5. Alessandro Bertagnolli 1.29.97. Gigante Ragazze (under 14): 1. Lara Colturi 55.80; 2. Giorgia Collomb 56.95; 3. Angelica Bettoni 57.28; 4. Maja Waroschitz (Austria) 57.49; 5. Ludovica Righi 58.03. Gigante Ragazzi (under 14): 1. Edoardo Simonelli 56.76; 2. Prokhor Evstratov (Russia) 56.82; 3. Asaja Sturm (Austria) 57.68; 4. Felix Maksimov (Finlandia) 58.28; 5. Benno Brandis (Germania) 58.67. —
SPIAZZI DI GROMO. È il 10° posto di Erica Antoniol il miglior piazzamento nella prima giornata del trittico tricolore tra Spiazzi di Gromo e Schilpario. Ieri hanno gareggiato i Seniores e gli Under 23, impegnati nella sprint in tecnica classica. La prova è femminile è stata vinta dalla finanziera veronese Lucia Scardoni, davanti alle colleghe Greta Laurent e Francesca Franchi. Quest'ultima è risultata la prima delle Under 23. Così le bellunesi: 10. Erica Antoniol (Fiamme Oro); 11. Chiara De Zolt Ponte (Carabinieri); 12. Rebecca Bergagnin (Carabinieri); 16. Alessia De Zolt Ponte (Carabinieri). Tra i maschi, il valdostano Federico Pellegrino (Fiamme Oro) ha conquistato il suo settimo titolo nazionale, imponendosi davanti a Maicol Rastelli (Esercito) e Simone Daprà (Fiamme Oro). 24° il longaronese Leonardo De Biasi (Fiamme Oro). Oggi è in programma una prova con partenza a cronometro: in palio i titoli italiani Giovani e Under 23. — I.T.
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Barbara Squarcina BELLUNO. Il Broomball Bel-
luno non si ferma e il ghiaccio di casa comincia a diventare davvero amico. Secondo match casalingo e seconda vittoria consecutiva per i grifoni gialloblù di mister Kupec, che a Tai battono ai rigori il Val Gardena. Primo tempo equilibrato e chiuso senza reti. La ripresa inizia a ritmi decisamente più sostenuti. A passare in vantaggio sono gli ospiti al 12’. Il gol non scoraggia il Belluno, che pareggia dopo 3’ con un tiro sotto il sette di Alberto Canei. Da segnalare tra le fila gialloblù l’ottima prestazione dei giovani Da Rold, Pioggia, Toldo, De Bona e Casagrande. Ultimi 5’ al cardiopalma, ma i grifoni bellunesi resistono e portano la sfida ai rigori. Qui sale in cattedra il numero uno Ampezzan, che abbassa la saracinesca mantenendo la porta inviolata su tutti e quattro tentativi dei gardenesi, mentre per il Belluno “timbrano” i fratelli Canei. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
scialpinismo - presentata la gara alpagota
Transcavallo, sogno olimpico «Siamo a disposizione» BELLUNO. «Il sogno olimpico c’è. E noi siamo a disposizione». Così ieri Diego Svalduz, presidente del comitato organizzatore della Transcavallo, alla presentazione della sci alpinistica a coppie che tra un paio di settimane vivrà l’edizione numero 37. Un evento che, dal 14 al 16 febbraio, proporrà la formula delle tre tappe: nella prima giornata da Tambre a Piancavallo, nella seconda d Piancavallo a Tambre, nella terza su e giù tra Val Salatis e Guslon. Evento atteso per il quale, in caso di mancanza di neve sufficiente (al momento la situazione è buona solo sopra i 1.500 metri di altitudine), è comunque previsto un piano B. L’evento si avvia al sold out: le iscrizioni stanno per toccare quota 120 coppie, con grande partecipazione di atleti stranieri. Se per l’edizione 2020, che ricorderà ancora una volta Corrado Azzalini (ma ci sarà una serata anche per ricordare Arnaldo Pasqualin, recentemente scomparso), è tutto pronto, all’orizzonte si profila la sagoma dei cinque cerchi. «Il sogno olimpico c’è e noi, che siamo dei sognatori, ci mettiamo a disposizione se effettivamente per i Giochi dl 2026 lo sci alpinismo diventasse disciplina olimpica», ha detto Svalduz. «Siamo forti delle tante edizioni organizzate, dei mondiali e delle cop-
Un momento della presentazione
pe del mondo, del nostro bellissimo territorio, della bella collaborazione messa in atto con Piancavallo. Ora aspettiamo che sia la politica a muoversi». «Lo sci alpinismo ha dignità olimpica, su questo non ci sono più dubbi» ha detto Enzo Sima, responsabile della ski area di Piancavallo e consigliere nazionale Fisi. «Lo sci alpinismo veneto sta lavorando bene, sarebbe bello vedere qualche nostra giovane in una gara olimpica sulle nevi di casa», ha fatto eco Roberto Bortoluzzi, presidente di Fisi Veneto. «Per il nostro territo-
rio lo sci alpinismo potrebbe essere una bella occasione», ha detto il consigliere regionale Franco Gidoni. «Ma la scelta su quale territorio possa ospitare lo sci con le pelli dovrà essere condivisa tra le diverse aree». Vittorio Romor, responsabile tecnico della manifestazione, ha precisato che «tutto è pronto ma decideremo alla fine quale percorso fare», ha detto Romor. «La grande partecipazione alle gare della Coppa Italia giovanile si svolgeranno domenica 16. Al via, ci sarà qualche straniero». — Ilario Tancon
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ATTUALITÀ
SABATO 1 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA
Lo scontro politico
Prescrizione, i giudici contro Bonafede L’allarme della Cassazione agita il governo. Il presidente Mammone: «Per la Corte 25mila processi in più all’anno» Alessandro Di Matteo ROMA. Adesso il pressing sul ministro Alfonso Bonafede inizia ad essere asfissiante, la riforma della prescrizione voluta fortemente dal Guardasigilli appena entrata in vigore non piace nemmeno al primo presidente di Cassazione Giovanni Mammone e la settimana prossima toccherà a Giuseppe Conte provare a togliere quella che molti descrivono come una possibile «buccia di banana» sul percorso del governo. Matteo Renzi, infatti, continua a minacciare di votare la proposta di Fi e il Pd non intende lasciare all’ex premier questa bandiera. All’apertura dell’anno giudiziario Mammone pronuncia parole pesanti nei confronti di quella che Bonafede continua a chiamare una «conquista di civiltà», cioè lo stop della prescrizione dopo il primo grado di giudizio: «Si prospetta - avverte il primo presidente di Cassazione - un incremento del carico di lavoro della Corte di cassazione di circa 20.000-25.000 processi per anno». Un surplus di lavoro che il sistema non potrebbe reggere, aggiunge, «ne deriverebbe un significativo incremento del carico penale - vicino al 50% - che difficilmente potrebbe essere tempestivamente trattato». Per questo, conclude, è «auspicabile che intervengano concrete misure legislative in grado di accelerare il processo». Parole che danno nuova carica a Pd, Leu e Italia viva, gli alleati di governo dei 5 stelle che da settimane chiedono di intervenire sulla riforma voluta da Bonafede. Il ministro, appunto, prova a minimizzare: «Esistono delle divergenze nella maggioranza, ma è in atto un confronto serrato per consegnare ai cittadini un processo idoneo a rispondere alle loro istanze di giustizia, garantendo tempi certi ed eliminando ogni spazio di impunità». Ma la proposta di mediazio-
ne avanzata da Conte nei giorni scorsi - la distinzione tra assolti e condannati in primo grado - non basta, nessuno dei partiti di governo (a parte M5s) la ritiene una soluzione. Dice Walter Verini, Pd: «La riforma Bonafede sulla prescrizione non è affatto quel fattore di civiltà di cui ha parlato il ministro. E’ necessario al più presto portare in consiglio dei ministri la riforma del proces-
Il Pd: «Dobbiamo cambiare» Ma il ministro per adesso frena so penale e insieme giungere come maggioranza - ad una modifica vera della legge sulla prescrizione». I democratici rimproverano a Bonafede di tenere bloccata da troppo tempo la riforma dei tempi del processo, «è da ottobre - dice uno degli esponenti dem che noi e gli altri alleati gli abbiamo inviato le nostre proposte sul tema». Le parole di Mammone danno più forza a chi chiede a Conte di far ragionare Bonafede. «Italia viva non aspetta altro che potersi smarcare - hanno ripetuto i dem al premier - se non fai qualcosa è il tuo governo che rischia». E Iv infatti rilancia. Ettore Rosato, coordinatore del partito, commenta così le parole del primo presidente di Cassazione: «Dice cose molto logiche, anche sul piano operativo oltre che del diritto. E’ indispensabile bloccare la legge Bonafede-Salvini». E Renzi, a chi gli chiede se non tema che caschi il governo, replica: «Noi stiamo cercando di riportare la prescrizione alle leggi del governo Renzi-Gentiloni. Noi votiamo la nostra legge, punto. Questo non comporta la crisi di governo». Per questo nel Pd pensano che a questo punto Conte non possa restare fermo: «Deve convincere Bonafede, non c’è altra soluzione». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Matteo Salvini in conferenza stampa nella sede della Lega in via Bellerio a Milano
Azzerati i vertici del partito, arrivano i dipartimenti: Giorgetti agli Esteri Il leader difende la citofonata: «Non ho rovinato la vita a nessuno»
Nasce il governo ombra leghista E Salvini lancia il tour nelle città IL CASO
Alberto Mattioli uasi un gabinetto-ombra, anche se poi i nomi sono quelli di ex ministri o sottosegretari del primo governo Conte. Dopo la batosta emiliana, Matteo Salvini estrae dal cilindro del Consiglio federale della Lega una nuova organizzazione per dipartimenti, «che serviranno a strutturare e uniformare il nostro messaggio», insomma basta con le dichiarazioni libere e tutti che parlano di tutto. «Mancano ancora
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tre o quattro caselle – dice il Capitano – ma sostanzialmente ci siamo». Fra quelle già occupate, la nomina più significativa è quella di Giancarlo Giorgetti agli Esteri, settore dal quale negli ultimi mesi sono venuti più dolori, anche giudiziari, che gioie, e che adesso viene affidato alla testa forse più fina e certamente più moderata della Lega. Altri nomi e incarichi: l’ex sottosegretario Luca Coletto continuerà a occuparsi di Sanità; l’ex ministra della Famiglia, Alessandra Locatelli, di Disabilità; alle Infrastutture va l’ex sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi, peraltro condannato per le spese paz-
ze in Liguria. La mancata governatrice dell’Emilia, Lucia Borgonzoni, si consolerà con la Cultura e chissà se per l’occasione ricomincerà a leggere libri: da sottosegretaria ai Beni culturali del Conte I debuttò annunciando di non averne aperto uno da tre anni. Per le altre caselle circolano i nomi di Gian Marco Centinaio per l’Agricoltura e di Alessandro Morelli per i Media. Nel breve Consiglio e nell’ancor più breve conferenza stampa si è affrontato il flop emiliano. Salvini & co. sono rimasti colpiti dal fiasco nelle grandi città: «In Emilia – spiega lui – la Lega è il primo partito in due comuni su tre,
Ora pure la destra scopre quanto sia ingombrante Matteo
E
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BRUNO MANFELLOTTO
LA SETTIMANA
d ecco che l’Italia politica, condannata all’eterna fibrillazione, uscita dal tunnel dell’Emilia già sembra pensare solo ai nuovi appuntamenti regionali: in primavera toccherà a Liguria e Veneto; alle Marche e alla Toscana della “cintura rossa”; e alle corazzate del Sud Campania e Puglia. Poi tra un anno sarà la volta di Roma, appuntamento simbolico quant’altri mai. È la maledizione di una campagna elettorale continua. Alla quale i partiti si
ma in centri come Bologna o Modena ha vinto con distacco il Pd. Questo vale anche altrove, a Milano e a Bergamo è successo lo stesso». La risposta sarà un tour nei capoluoghi, «non per fare comizi ma per ascoltare e confrontarsi con tutte le categorie». E qui Salvini sciorina una lunga serie di città: prima tappa, Palermo. Per le più grandi delle grandi città, Roma e Milano, prosegue la caccia al candidato: «Ho già fatto diversi incontri riservati», rivela Salvini, quindi probabilmente punta su nomi della società civile. Poi, nel fine settimana di San Valentino, campagna di tesseramento nelle piazze con lo slogan “Innamorati della libertà” e il 17, a Roma, riunione plenaria di tutti gli amministratori e deputati regionali leghisti, «che ormai sono più di duecento». Sempre sul fronte organizzativo, prosegue il passaggio dalla vecchia Lega, che resterà una scatola vuota ma piena di debiti, per esempio i famigerati 49 milioni, e la nuova Lega Salvini Premier. «Abbiamo provveduto al commissariamento di tutti gli organismi regionali come previsto al Congresso – dice Salvini, che ha scelto Igor Iezzi come commissario federale -. Entro dieci giorni nasceranno tutti gli organismi regionali della LSP, che entro il 2020 farà tutti i congressi fondativi. L’obiettivo è avere entro l’anno tutti gli organismi eletti». Il segretario vecchio e nuovo lo racconta come un mero passaggio burocratico. Ma la piccola ma combattiva minoranza interna farà resistenza e potrebbe andare al tribunale. Infine, fra un attacco al Governo per la gestione dell’emergenza Coronavirus e la richiesta agli alleati di rivedere gli accordi sui candidati per le prossime regionali, Salvini rivendica tutto quel che ha fatto in campagna elettorale. Citofonata compresa: «Non ho rovinato la vita a nessuno». —
preparano in preda a grandi nervosismi. A dimostrazione che la battaglia emiliana ha segnato molto più di quanto si potesse immaginare. Stavolta chi sta messo peggio è il fronte della destra. Matteo Salvini, sconfitto lì dove pensava di fare il colpaccio, si ritrova contestato dagli alleati e dai suoi stessi sodàli. Contro il parere dell’ala più ragionevole della Lega – Giorgetti, Zaia – ha trasformato la campagna elettorale in un suo personale referendum, alla maniera di
Matteo Renzi; per di più scegliendo toni aspri, violenti, respingenti: tanto che in migliaia hanno votato la lista della Lega, ma come presidente Bonaccini. Intendiamoci, dalle Europee in poi Salvini ha conquistato oltre il 30 per cento dei consensi, ma proprio l’improvviso exploit richiederebbe qualche riflessione: per esempio la ricerca di una nuova classe dirigente, non la strategia dell’uomo solo al comando; e più attenzione all’elettorato moderato, da sempre arbitro del vo-
to. La battuta d’arresto ha ridato ossigeno a Berlusconi condannato quasi all’insignificanza in Emilia, ma vincitore con la Santelli. Inoltre, la cattiva performance della Lega in Calabria – dieci punti in meno dalle Europee – vanifica il progetto di espandere la Lega dal nord al sud: se le cose andranno così anche in Puglia e in Campania, addio al partito nazionale che Salvini sognava. I rapporti non sono buoni memmeno con Giorgia Meloni, impegnata anzi a distin-
guersi dal suo ingombrante alleato accusandolo di giocare non per l’alleanza, ma solo per sé. Finora ha avuto ragione e Fratelli d’Italia cresce in proporzione più della Lega. Sarà anche per l’accordo di ferro con Berlusconi: un candidato presidente di Forza Italia in Calabria e Campania; uno di FdI in Puglia (Raffaele Fitto) e nelle Marche; e alla Lega la Toscana (scoglio difficile), il Veneto e la Liguria. Tutto sembra studiato per relegare la Lega nel nord dove è nata. In fondo, in
questo stesso quadro si inserisce la provocazione di Brunetta che ha invitato Renzi a votare con Forza Italia contro la prescrizione targata Pd-M5S come prova generale di un accordo con il centrodestra capace di ribaltare l’attuale maggioranza. Facile che resti, appunto, una provocazione; ma conferma la manovra in atto per isolare l’estremismo di Salvini e costringere Renzi a scegliere tra un Pd, che contesta quotidianamente, e l’abbraccio con Forza Italia che nel programma renziano vede molti punti di convergenza. Fibrillazioni, appunto. Figlie della vittoria di Bonaccini. — © RIPRODUZIONE RISERVATA