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Cronaca 17
L'ARENA
Giovedì 16 Gennaio 2020
L’INCONTRO. A Palazzo Canossa, nello studio Lambertini&Associati, confronto sull’ultimo libro del sociologo Luca Ricolfi sui problemi della «Società signorile di massa»
Bauli:«Leggipiùsnelleperripartire» L’autore:«Paeseinstagnazionechevivesuricchezzefruttodelpassato IlpresidentediConfindustria:«Serveunastrategiadirilanciodell’Italia» Maurizio Battista
Come uscire dalla stagnazione, dalla crisi di una società signorile di massa che sta talmente bene per larga parte della sua popolazione che ha perso la spinta propulsiva per crescere? Cambiare la società è una ricetta tanto semplice quanto impossibile, quindi da dove cominciare? Magari dalla semplificazione delle leggi e della burocrazia per consentire che quando le imprese riescono a produrre valore aggiunto questo non vada perduto nel diluvio di leggi e adempimenti e tasse che ogni mese si moltiplicano sulla parte produttiva del Paese. «L’economia è rallentata non solo in Italia in tutta l’Europa, ma in Italia c’è un elevato grado di iperlegislazione e adempimenti burocratici: se cavalchiamo le nuove tecnologie ma poi perdiamo più tempi per la burocrazia i vantaggi dove sono?». È la riflessione del presidente di Confindustria Michele Bauli di fronte al libro del sociologo, giornalista e scrittore Luca Ricolfi La società signorile di massa edito da La nave di Teseo e che lo studio legale Lambertini & Associati ha messo al centro di un incontro conversazione nella sede di Palazzo Canossa in corso Ca-
MicheleBauli, LucaRicolfi, Giuseppe Manni, BettinaCampedellie RobertoRio FOTO MARCHIORI
vour. Insieme con Luca Ricolfi e Michele Bauli attorno al tavolo sono intervenuti Giuseppe Manni, presidente di Manni Group spa, Bettina Campedelli docente dell’università di Verona, Renato Mason segretario della Cgia di Mestre, Roberto Rio vicepresidente Simest. E a questa iperlegislazione Ricolfi ha aggiunto anche, tra i mali che impediscono al Paese di crescere, le norme del Titolo V della Costituzione che dovevano dare nuova spinta in chiave federalista e invece «sono state scritte co-
sì male che non potevano funzionare, sono state un disastro, la classe politica ha creato un mostro, per cui alla fine tutta questa mole di norme frena la produttività delle imprese». Sì perché Ricolfi dimostra, statistiche alla mano, che la nostra è una società fragile dove la maggior parte delle persone vive bene sfruttando ancora la ricchezza diffusa generata nel passato, dove i nullafacenti sono la percentuale più alta d’Europa e a fianco dei giovani laureati che fuggono all’estero per lavorare e
LUTTO. Di ritorno dalla Costa d’Avorio fondò anche il cocktail bar Cappa
Addioa FrancoGioco Altrotassellodistoria Unavitatra Verona el’Africa Poiilritornoincittà ai 12Apostoli
FrancoGioco, asinistra,con il fratello Giorgioe Pavarotti
Un’altra figura della Verona che non c’è più, se ne è andata. Franco Gioco, fratello di Giorgio scomparso un anno fa e con il quale aveva condiviso molti anni al 12 Apostoli, è morto ieri, pochi giorni dopo aver spento le 92 candeline. Si occupava dell’accoglienza degli ospiti, forse uno dei primi sommelier veronesi. Ha trascorso un lungo periodo in Africa. In Costa d’Avorio, guidava grossi camion effettuando trasporti e aiutando alcuni cugini che là avevano questa attività, insieme ad alcune piantagioni di caffè.
Con gli anni, la situazione nello stato africano è diventata sempre più difficile e complessa, oltre che pericolosa. E Franco è tornato in riva all’Adige. Ha aperto allora a Verona uno dei cocktail bar più prestigiosi del centro città, tra i primi e più innovativi per il periodo: la Cappa, un luogo con affaccio sul fiume Adige vista Ponte Pietra. Ed è tornato, inoltre, al fianco del fratello Giorgio aiutandolo in un periodo particolarmente impegnativo al 12 Apostoli. Erano gli anni Settanta. Nella sala apostolica, la sua
esperienza in Costa d’Avorio, colonia francese, lo ha agevolato e con la lingua straniera magistralmente appresa in Africa si dedicava ai tanti avventori provenienti dalle zone francofone. Grande sportivo, è sceso sul campo di calcio talvolta anche in maglia gialloblù. E ancora, nuoto, tuffi, box, sci. Alle soglie degli ottant’anni, con gli amici De Monti, Bauchal e Marinelli, si è lanciato con il paracadute nel cielo di Boscomantico. Durante la guerra, poco più che bambino, è stato testimone del drammatico episodio di piazza Viviani. Era il 9 settembre 1943 e un pugno di ragazzi veronesi si trovò di fronte alle truppe tedesche combattendo pericolosamente contro i soldati. In quegli stessi anni di gioventù con alcuni amici, nei rigidi inverni cittadini, si avventurava sui grandi pezzi di ghiaccio della superficie dell’Adige, fin dove si riusciva ad arrivare. D’estate, per la gioia e la curiosità dei turisti, si esibiva in muscolari, atletici e temerari tuffi lanciandosi dal muraglione più alto di Castelvecchio. Una vita intensa, piena di emozioni ed esperienze forti. È uno dei ritratti, appunto, di una Verona che non c’è più ma che c’è stata. Ed è bello ricordarla. Lascia la moglie Carla e i figli Pietro e Renato. •
proseguire gli studi ci sono padri che devono sostenere figli bamboccioni. Ma fino a quando può durare? Può durare fino a quando, è emerso dal dibattito moderato da Manni, il debito pubblico resta sostenibile, fino a quando l’export continuerà a tirare e potremo contare su manovalanza a basso costo, la paraschiavitù, ed evasione fiscale. In questo panorama Ricolfi aggiunge «la distruzione dell’università e della scuola», cioè il sistema formativo dei giovani, tesi condivisa da Bettina Campedelli: «Il giu-
dizio negativo è condivisibile; i livelli delle competenze degli studenti continuano a calare, le riforme sono state molto negative e non sono state accompagnate da investimenti adeguati. Inoltre l’università, altro errore, si è allontanata dal mondo reale, dalla realtà applicativa». Alla luce di tutto questo, Renato Mason ha sottolineato il calo e la trasformazione del Nordest e chiesto «un nuovo progetto altrimenti abbiamo perso definitivamente». Mentre Rio ha posto l’accento sullo «shopping che le industrie straniere fanno in Italia», Michele Bauli ha ribadito che per ripartire «c’è bisogno di un sogno per la nostra società, perché i nostri figli devono avere ancora l’ambizione di vivere meglio di noi. E non lasciamoci condizionare dalle immagini e dai modelli che i media trasmettono, dove basta essere sui social per essere bravi». «Per essere bravi bisogna studiare e capire che cosa si è studiato», ha ripreso Ricolfi, «quindi Università e scuola riprendano la loro alleanza e restituiscano un ruolo all’istruzione». Il cambio culturale rispetto al passato è autentico e profondo ma qui siamo di fronte a una vera mutazione antropologica, una rivoluzione di costume «perché è vero che ci sono false rappresentazioni della realtà però i genitori devono smetterla di proteggere i figli sempre e comunque. Non scarichiamo le colpe sui
media, le colpe di educatori e di politici sono assolutamente superiori». Questo è un dei punti fondamentali: gli attori della società sono venuti meno al loro ruolo di responsabilità e al loro ruolo nella comunità. Un dibattito che indagato infine anche come è cambiato il rapporto tra politica e cittadini, la metamorfosi di una borghesia che è sparita e un ceto politico che si è trasformato: una questione dunque di adeguatezza della classe dirigente capace ancora o meno di indirizzare le necessità di governo della comunità sulla base di interessi oggettivi e non soggettivi. Insomma, c’è qualcosa di misterioso nell’Italia di questi ultimi anni. Una forza oscura la tiene inchiodata ad una crescita bassissima, quasi nulla, che impedisce di creare occupazione per un numero di persone paragonabile a quello di altre società avanzate, ma che nel contempo riesce ad assicurare un alto tenore di vita alla maggioranza della sua popolazione. Invertire la tendenza e tornare al passato è un’utopia, rilanciare invece alla ricerca «di un sogno», come dice Bauli, di nuovi obiettivi e di un progetto condiviso, lasciando perdere il pessimismo, è ancora possibile. «Perché dobbiamo smettere di arrovellarci sulla crisi, servono stimoli positivi, una strategia di sviluppo di lungo periodo dell’Italia». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lanzarin
«Trentadue milionidieuro perglianziani» «Questaamministrazione ha costantementeaumentato negliultimicinque annile risorseregionalidedicateai serviziresidenziali per i non autosufficienti,puntando al riequilibriotra i diversiterritori provinciali.Rispettoal 2015, abbiamoaumentato le risorse perimpegnative di residenzialità(valea dire posti nellestruttureresidenziali con rettasanitaria a caricodella Regione)di32 milionidieuro, corrispondentia1795posti in più,ossiaa15 residenze assistiteda120 posti ciascuno».Cosìl’assessorealla sanitàeal socialedellaRegione Veneto,Manuela Lanzarin replicaal dottorStefano Biasioli,primario ospedalieroin pensione,chedallecolonnedi unquotidianonazionale sostienechela sanitàveneta si siadimenticatadegli anziani. «Ilfondo perl’assistenza alle personenon autosufficienti in Venetoquest’anno èstato ulteriormenteaumentato di13 milionidieuro -ricorda –per incrementareil numero di impegnativediresidenzialità pergli anziani nellecase di riposoinmododa accorciarele listediattesa per l’inserimento instruttureresidenziali».
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Giovedì 16 Gennaio 2020
Il punto
● Nuova tappa d’avvicinamento, ieri, ai Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 ● Il ministro allo Sport Spadafora ha presentato la legge olimpica che andrà in Consiglio dei ministri la prossima settimana con la creazione di un’agenzia ad hoc, emanazione del Mef, per la gestione dei fondi del Cio e, nel caso, anche di quelli statali ● Soddisfatto il governatore Zaia (in foto)
Legge olimpica, l’ultimo sprint dovrebbe portare il decreto della presidenza in consiglio dei ministri già il prossimo giovedì. La riunione risolutiva si è tenuta ieri pomeriggio a Roma nella Sala monumentale di Largo Chigi. E l’elemento qualificante è stata la scelta di creare (ma si era già fatto per le olimpiadi invernali torinesi), una società ad hoc per la «gestione degli investimenti» e, quindi, per quei 380 milioni di fondi statali attesi. Si tratterà della «Giochi Olimpici 2026 Spa», società partecipata al 100% dal Mef, il ministero dell’Economia e Finanze (e controllata dal Mit, il dicastero per le Infrastrutture). Sul piatto ci sono, poi, i 980 milioni di dollari del Comitato olimpico destinati all’evento la cui realizzazione è affidata, interamente, alla futura Fondazione Milano-Cortina 2026. La fondazione gestirà, fra l’altro, anche tutta la componente di sponsorizzazioni private. Per ora il soggetto si chiama ancora Comitato organizzatore «Milano-Cortina 2026» ma entro marzo dovrà formalizzare dal prefetto la forma giuridica di Fondazione in tempo per la sessione del Cio in agenda per il 10 marzo. A presiedere la riunione di ieri c’era il pentastellato ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora. Al tavolo, poi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il suo omologo del Cip, Luca VENEZIA
Leggeolimpicapronta creatalacassaforte perifondidelloStato
Polizza auto: quanto mi costi Le tariffe in Veneto VENEZIA Una notizia: per assicurare un’auto in Veneto si spendono mediamente 453,34 euro (media delle migliori tariffe Rc auto a dicembre 2019, calcolata dall’osservatorio di Facile.it). La stessa notizia diventa relativamente buona se si confronta la spesa degli automobilisti veneti con quelle dei «colleghi» campani, che per proteggersi da incidenti, furti e incendi devono sborsare più del doppio: 958.89 euro. Sospiro di sollievo anche dopo i confronti con calabresi e pugliesi, che, di polizza, spendono rispettivamente e, immaginiamo, tristemente, 698.44 e 606.54 euro. L’assicurato veneto, a propria volta, guarda con una certa dose di invidia gli o m o n i m i i n Va l d ’ A o s t a (373.40 euro), Friuli (379,56) e Trentino (397,88). Le polizze auto costano meno in sei regioni. Venezia e il suo territorio, col settimo posto nella classifica di spesa, stanno nella metà nobile della griglia. In sintesi, spendiamo meno degli italiani, ma solo un po’: due euro e 82 centesimi il risparmio medio calcolato. Tornare a ragionare entro i confini regionali permette di incrociare altre due notizie, una cattiva e una relativamente buona. Per 107.200 automobilisti veneti la nuova assicurazione costerà un po’ di più. Sono quelli che, sempre secondo Facile.it, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2019, dovranno fare i conti con un peggioramento della propria classe di merito, quindi con un premio più caro rispetto a quello pagato nei dodici mesi precedenti. L’analisi «regala» una notizia anche agli automobilisti virtuosi: per loro, la
Dati in euro
Media migliori tariffe RC auto
dicembre 2019
% var. rispetto a
dicembre 2018
Belluno
401,17
-5,19
Padova
462,15
-7,29
Rovigo
396,88
-10,79
Treviso
448,86
-11,97
Venezia
483,28
-10,63
Verona
446,93
-13,32
Vicenza
430,30
-7,99
Veneto
453,34
-10,02
Italia
536,16
-7,67
Fonte: Osservatorio di Facile.it
Consiglio dovrà poi essere convertito in legge entro 60 giorni. «Ancora un passo avanti. Ancora una bella notizia. Le Olimpiadi invernali del 2026 stanno seguendo il cammino prestabilito. Le Olimpiadi so-
Euro
La polizza meno cara in Veneto per una automobilista bellunese
Media migliori tariffe RC auto
dicembre 2019
Valle d’Aosta Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige Lombardia Basilicata Sardegna VENETO Abruzzo Emilia Romagna Umbria Piemonte Marche Molise Lazio Liguria Toscana Sicilia Puglia Calabria Campania ITALIA
Lo studio di Facile.it: regione settima in Italia per costi polizza è calata del 10,02 per cento. È la notizia buona, ma viene dal meccanismo del bonus/malus, per cui pare po’ scontata: buona, appunto, ma relativamente. Piccole curiosità ricavate dall’analisi del campione dei guidatori veneti meno virtuosi. Tra quelli che hanno dichiarato incidenti con colpa nel corso dell’anno, le donne, in percentuale, sono leggermente più degli uomini: la differenza è dello 0,42 per cento ma è perfino possibile che il rapporto si inverta: «Teniamo conto – dicono dall’osservatorio di Facile.it – del fatto che,
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le tariffe in Italia
Polizze, a Rovigo le meno care «Sconti» per i più disciplinati ma in 107 mila pagano di più 134
L’ex ministro Bonisoli (5s) con Baratta «Proroga»
spesso, alle madri sono intestate auto usate anche dai figli». Capitolo sinistri con propria colpa e professioni: al primo posto, nelle dichiarazioni di responsabilità, ci sono i medici (6,06 per cento), seguiti da pensionati (5,03 per cento) e insegnanti (4,59). All’opposto, quelli che meno dichiarano incidenti a loro imputabili sono militari, commercianti e artigiani. Ultima nota sul costo delle assicurazioni nelle varie province. A Rovigo si spende meno in assoluto: 396.88 euro. Quelli che spendono di più sono gli automobilisti veneziani,
no il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta. - commenta il governatore Luca Zaia - L’interlocuzione con il ministro Spadafora – aggiunge Zaia – è in una fase positiva. Ci eravamo sentiti anche ieri sera. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno. La legge olimpica conclude Zaia - è una pietra miliare. Farla bene e in modo condiviso ci qualifica ancora di più di fronte al Cio e alla comunità internazionale». Soddisfatto anche l’olimpionico e deputato di Fi Marco Marin: «Mi auguro che la legge olimpica arrivi presto per dare un seguito al grande successo di Milano-Cortina perché le olimpiadi sono una vittoria di tutto lo sport azzurro». M.Za.
Comitato Il comitato organizzatore di costituirà in Fondazione entro marzo
% var. rispetto a
dicembre 2018
373,40 379,66 397,88 424,02 440,44 452.05 453,34 458,44 491,64 504.62 507,63 510,88 514,71 542,79 566,52 581,37 583.75 606,54 698,44 958,89 536,16
che scuciono, in media, 483,28 euro l’anno. Tra gli estremi stanno tutti gli altri, con Belluno più «risparmiosa» e Padova che tallona la Laguna per indice di spesa. In termini assoluti, una signora bellunese, prima classe di merito, che guida una Nissan Micra immatricolata a giugno 2013, è la veneta che ha pagato il premio assicurativo più basso: appena 134.11 euro. In provincia di Treviso, d’altro canto, un automobilista ha speso 135.02 euro: pochi centesimi in più, ma considerato che guida una Polo immatricolata nel ’96, si può pensare che la sua classe di merito sia più «antica» e assegnargli la palma di settore. Resta sempre la possibilità che il trevigiano guidi una macchina più vecchia della signora di Belluno: la statistica, qui, non può aiutare... Renato Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA
VE
Biennale
Zaia dopo il summit romano: «Un altro passo avanti» Pancalli, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vice sindaco di Cortina, Luigi Alverà, il Presidente della Lombardia, Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto, Maurizio Gasparin, il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo – ha detto Spadafora – è sottoporre la legge olimpica al Consiglio dei Ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Comitato Olimpico Internazionale previsti nel mese di marzo. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». La legge olimpica servirà anche per disciplinare ad esempio l’esenzione dai dazi per i materiali necessari allo svolgimento delle gare olimpiche invernali di Milano-Cortina 2026. Il decreto della Presidenza del
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+15,46 -8,98 -12,88 -8,75 +1,23 -5,37 -10,02 -9,67 -13,80 -6,92 -6,98 -5,38 +3,01 -1,93 -5,82 -13,96 -2,11 -5,18 +1,23 -0,18 -7,67
L’Ego - Hub
453 Euro
Il costo medio di una polizza auto in Veneto (media delle offerte migliori)
L
a «disciplina» di partito, anzi di MoVimento, non gli fa paura. «C’è libertà di pensiero», dice. E così Alberto Bonisoli, ex ministro dei Beni Culturali, sulla Biennale non teme di dire una cosa che si discosta dal muro eretto contro la riconferma del presidente uscente Paolo Baratta dai Cinque Stelle: «Baratta ha fatto un grande lavoro dice l’esponente milanese del MoVimento - con lui la Biennale ha raggiunto un altro livello. È sicuramente meno provinciale, è una piattaforma su cui si discute a livello globale, come Venezia del resto. E l’altro suo grosso merito è di aver ragionato sulla Biennale nel suo complesso, dando ossigeno a campi che prima non l’avevano, come l’Architettura, il teatro, la danza, gli archivi». E dunque...«Purtroppo precisa Bonisoli - il rinnovo della Biennale è caduto al cambio dei ministeri, ma proprio per il livello raggiunto, chiunque subentri deve impostare una nuova fase. Per questo io cercherei una transizione il più possibile dolce, trovando una formula che assicuri un traghettamento o una transizione, avendo in mente che per trovare il nome giusto serve tempo». La famosa ipotesi che circola, anche e soprattutto dopo l’emendamento della Lega al Milleproroghe per superare l’impasse del quarto mandato di Baratta: quello che Baratta possa fare per un anno il «traghettatore» della nuova fase, in attesa, anche, che il quadro politico si stabilizzi in un modo o nell’altro. Soluzione che il Pd non sposa perché la nomina spetta al ministro dem Dario Franceschini, al quale sorride di più l’ipotesi di mettere un suo uomo. Insomma, potrebbe fare un anno Baratta? «Bisogna avere chiaro - spiega ancora Bonisoli - che vada data priorità alla salute della Biennale. E questa soluzione la garantirebbe. Ormai quello che riguarda la Biennale lo vedono tutti». E non è detto che questo cozzi col refrain del ricambio generazionale predicato dal M5S per stoppare la riconferma a Baratta o non rappresenti addirittura un’offerta al Pd. «Penso di essere stato il primo ad applicare il ricambio generazionale spiega Bonisoli - e l’ho fatto dove pensavo ci fosse bisogno di ricambio. Ma le idee vanno applicate e contestualizzate alle istituzioni». Sara D’Ascenzo
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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Verso le olimpiadi 2026
“Rete Dolomiti” finanzierà la nuova cabinovia in centro Gli impiantisti fanno squadra, danno vita a una società e portano avanti il progetto Ghedina: «Il nostro obiettivo è eliminare gli intasamenti verso le ski aree»
L’assessore milanese Roberta Guaineri «Sempre più donne nelle stanze dei bottoni»
«Olimpiadi, premiata la nostra scelta sulla parità di genere» L’INTERVISTA
Alessandra Segafreddo
Alessandro Michielli
CORTINA. I privati fanno squa-
a “parità di genere” è stato uno dei temi analizzati dal Comitato Olimpico Internazionale prima di decretare il trionfo del dossier Milano-Cortina 2026. Un argomento affrontato a 360° durante il convegno “L’importante è pareggiare: diritto del lavoro e parità di genere nello sport”, svoltosi a Milano. A traslare il dibattito sulle Olimpiadi è stata Roberta Guaineri, assessore a turismo, sport e tempo libero del Comune di Milano. All’interno del dossier olimpico presentato dalla delegazione italiana al Cio era infatti presente un importante passaggio dedicato alla “Gender Equality”, la “parità di genere”, utile a misurare la situazione italiana sul piano del diritto delle donne: «La Gender Equality è stata istituita dal Cio come commissione», afferma Roberta Guaineri, «quindi una delle valutazioni fatta prima di incoronare il dossier Milano-Cortina è legata alla situazione italiana della parità di genere, sia per quanto riguarda la pratica sportiva da parte delle donne atlete, sia per quanto riguarda la rappresentanza delle donne a livello federale e istituzionale. È emerso che, a fronte del 30% di donne che praticano sport, in media il 12/15% di loro rappresen-
dra e danno vita a Rete Dolomiti, con l’obiettivo di realizzare in tempi relativamente brevi una cabinovia che, partendo dal centro di Cortina, porti gli sciatori alle piste ai piedi delle Tofane. «Stiamo lavorando in maniera piuttosto intensa per la realizzazione di questo nuovo impianto di risalita», rivela il sindaco Gianpietro Ghedina, «che dovrebbe partire dall’area dei campi da tennis Apollonio e arrivare a Socrepes». L’opera rientra nel quarto livello del Piano di infrastrutture per i Mondiali di sci del 2021, un livello che non doveva essere realizzato, ma approntato a livello progettuale. Ora, però, in vista delle Olimpiadi c’è una nuova accelerazione. «Gli impiantisti locali», spiega Ghedina, «si sono riuniti in un gruppo denominato Rete Dolomiti e hanno presentato al Comune e al commissario di Governo Luigi Valerio Sant’Andrea di realizzare a loro spese l’impianto, che costerà dai 12 ai 13 milioni di euro. Noi abbiamo sposato la proposta e abbiamo lavorato in sinergia affinché l’iter possa procedere con i dettami della legge 50/2017 varata per i Mondiali. Una legge che agevola gli iter, in quanto il commissario, pur rispettando il codice degli appalti, può utilizzare una procedura accelerata circa le tempistiche di pubblicizzazione dei vari atti».
L
Sciatori sulle piste di Socrepes con vista su Cortina d’Ampezzo
«Il progetto», prosegue Ghedina, «si inserisce in maniera armoniosa nel Piano infrastrutturale previsto per la rassegna iridata. Parliamo di un’opera importantissima per la diminuzione del traffico che, soprattutto du-
«Costerà 13 milioni Costruirla entro il 2021 non sarà semplice ma non è fantascienza» rante la stagione invernale, intasa le strade che portano alle ski aree di Tofana, Cinque Torri e passo Falzarego. L’impianto porterebbe gli sciatori direttamente in pista e da lì, considerando che
sarà costruita anche una cabinovia che collegherà Pocol con le Cinque Torri, negli altri comprensori». L’obiettivo è realizzare la nuova cabinovia ben prima dei Giochi olimpici invernali del 2026. «Rete Dolomiti», prosegue il sindaco, «ha l’obiettivo del 2021, ambizioso ma non irrealizzabile, vista la sinergia con Sant’Andrea e la Regione Veneto che guarda con attenzione a tutte le iniziative legate alla mobilità sostenibile. Sono contento che, dopo anni di divisioni, la maggior parte degli impiantisti abbia deciso di collaborare, dando vita alla società Rete Dolomiti, che guarda al futuro di Cortina». Il tutto con un approccio legato alla sostenibilità: «Un
concetto», chiosa Ghedina, «che sembrava solo una parola che va di moda, ma che noi stiamo rendendo concreto. Stiamo creando un sistema “ecologico” per vivere e godere della montagna. Per i cortinesi e gli ampezzani porre al centro la natura e il nostro ambiente è da sempre un imperativo: lo vediamo con le Regole, che hanno gestito e tutelato il territorio al meglio, ma lo vediamo anche in municipio dal lontano 1979, quando amministratori lungimiranti bloccarono il Piano regolatore, consentendo di edificare solo alberghi o case in diritto di superficie. L’obiettivo finale è rendere Cortina una città più moderna e più sostenibile, con interventi condivisi». —
milano-cortina 2026
Sarà operativa a marzo la nuova “Legge Olimpica” CORTINA. Una prima versione dell’attesa “Legge Olimpica’’ è stata illustrata ieri pomeriggio a Roma dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. A marzo sarà operativa, insieme alla Fondazione e all’Agenzia. «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo», ha osservato il ministro, «è sottoporre la legge al Consiglio dei Ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti
necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha precisato, al riguardo, che «è stato assunto un impegno comune e condiviso per arrivare entro marzo a raggiungere gli obiettivi della Legge olimpica e dell’operatività della Fondazione e dell’Agenzia».
Ecco perché Luca Zaia, presidente della Regione, si è detto fiducioso. «Ancora un passo avanti. Ancora una bella notizia. Le Olimpiadi invernali del 2026 stanno seguendo il cammino prestabilito. Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta», ha dichiarato ieri sera. «L’interlocuzione con il ministro Spadafora», ha aggiunto Zaia, «è in una fase positiva. Ci eravamo sentiti anche
Giovanni Malagò e Vincenzo Spadafora
tano lo sport a livello istituzionale. Questi risultati non sono soddisfacenti e ci devono fare riflettere», continua Guaineri, «Io sono ottimista, oggi c’è parecchia sensibilità a riguardo e questo cammino andrà avanti in maniera virtuosa». Come valuta la polemica per l’assegnazione delle gare femminili a Cortina e di quelle maschili a Bormio? Molti speravano di avere i “maschi” a Cortina. «Noi abbiamo dovuto redigere un dossier molto ampio sotto il profilo del territorio e giustificare le nostre scelte. La cosa più naturale è stata rappresen-
«Sciatrici a Cortina e uomini a Bormio: innaturale fare diversamente» tare al Cio il fatto che lo sci femminile è riconosciuto come lo sci che viene svolto a Cortina e lo sci maschile come lo sci che viene svolto a Bormio. Questo ha portato due vantaggi: innanzitutto questi paesi e le loro piste sono riconosciuti a livello mondiale per la loro organizzazione nei due settori dello sci alpino e poi hanno già strutture efficienti per accogliere da un lato lo sci femminile e dell’altro lo sci maschile. Secondo noi questo è stato un valore aggiunto. Sarebbe stato innaturale fare in modo diverso». —
martedì sera. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno». Al vertice di Roma hanno preso parte, fra gli altri, i componenti del Comitato di Indirizzo di Milano Cortina 2026, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vice sindaco di Cortina, Luigi Alverà, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto, Maurizio Gasparin. — F.D.M.
XI
Mestre
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Smog killer, assedio all’Ulss Tredicesimo giorno di sforamenti, flash mob `I manifestanti chiedono misure più stringenti di protesta sotto la sede dell’Igiene pubblica riguardanti il traffico, i falò all’aperto e l’aeroporto `
Microtec apre le porte alle scuole e ai residenti INNOVAZIONE
vi di Pm10 oltre i limiti da inizio anno, poi una breve pausa e ora di nuovo centraline in allarme. Per Quartieri in movimento con 13 giorni di sforamento su 15 quella collegata all’allerta arancione è «una misura inutile», acqua fresca rispetto alle scelte coraggiose che gli ambientalisti si aspettano. Il gruppo di associazioni ieri ha riunito una cinquantina di persone, con striscioni e mascherine antismog, davanti al Sisp, il servizio igiene e sanità pubblica dell’Ulss 3 in piazzale San Lorenzo Giuliani a Mestre. Un flash-mob per chiedere misure stringenti, dallo stop ai panevin agli investimenti per aumentare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, fino addirittura al blocco dei progetti di sviluppo dell’aeroporto.
fasce più esposte sono quelle di bambini e anziani, quest’anno in massa negli studi medici per le patologie respiratorie». Laura Latini, del Comitato dei cittadini del Parco Bissuola chiede di spostare la centralina dal parco. «L’emergenza inquinamento non accenna a rientrare, i giorni di sforamento dovrebbero preoccupare tutti. Siamo qui per chiedere una seria presa di posizione: vogliamo che l’amministrazione comunale dichiari l’emergenza climatica e avvii un tavolo di lavoro, per attivare un piano di mobilità che incentivi l’uso dei mezzi pubblici e dei parcheggi scambiatori». Si chiedono agevolazioni tariffarie per l’autobus, incentivi per l’acquisto di mezzi meno inquinanti e più alberi. L’ambientalista Michele Boato tiene un cartello in cui definisce «Marchi, Save e Comune i nuovi Attila».
NUOVO MONITORAGGIO
UN FRONTE AMPIO
AMBIENTE MESTRE Dodici giorni consecuti-
Se hanno scelto la sede dell’Ulss 3 è perché all’azienda sanitaria chiedono un nuovo monitoraggio sulla salute e uno studio per stabilire se c’è un collegamento tra la qualità dell’aria e l’incidenza di malattie respiratorie. Tra gli attivisti erano presenti anche due pediatri, Lucia Magagnato e Paolo Regini, che citano infatti dati del 2006, ultimi a disposizione su Venezia. «Noi medici siamo da sempre schierati con la popolazione e stiamo collaborando con il Sisp per le indagini epidemiologiche» spiega Magagnato, che ha poi letto una lettera del presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, Giovanni Leoni, che tra le altre cose chiede di limitare i falò dell’Epifania per tutelare la salute delle persone fragili.
FASCE A RISCHIO Secondo Roberto Trevisan, di Quartieri in movimento, «le
«VOGLIAMO CHE IL COMUNE DICHIARI L’EMERGENZA CLIMATICA E AVVII UN TAVOLO DI LAVORO PER LA MOBILITÀ»
Tra i manifestanti ci sono anche alcune persone del comitato contro il progetto di ampliamento dell’aeroporto. Gli stessi che la settimana prossima si ritroveranno all’ex presidio di Forte Bazzera per la consegna simbolica a Save ed Enac del premio “Motosega dell’anno” per il contestato taglio degli alberi all’interno del sedime aeroportuale per fare spazio ai nuovi parcheggi di servizio per i passeggeri. «Possiamo anche dire alle persone che i comportamenti individuali sono importanti - aggiunge Sebastiano di Fridays for future - invitarli a spostarsi in bicicletta, a tenere basso il riscaldamento e a usare i mezzi pubblici ma se di fronte hanno delle amministrazioni che non si occupano di questo problema il nostro messaggio è inutile. Senza contare che martedì le torce di Versalis si sono accese di nuovo: continuano a negare il pericolo ma noi vogliamo informazioni reali». E ieri, appunto, l’Arpav ha certificato il tredicesimo giorno consecutivo di superamento delle polveri, con una media di 99 microgrammi a Bissuola, 116 in via Beccaria e 114 in via Tagliamento. Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
MESTRE Intelligenza artificiale, tomografia a raggi X, spettrometria, laser, reti neurali convoluzionali. Come vengono accostate queste tecnologie alle produzioni più tradizionali come una tavola di legno, una mela oppure un vasetto di yogurt? Microtec, leader tecnologico mondiale nella visione artificiale applicata alla lavorazione del legno e del “food” domani apre le porte al pubblico per una dimostrazione delle proprie tecnologie e dei sistemi di ispezione automatica. Un open – day che inizia alle 10, (nella sede di via Miranese dove fino a qualche anno fa c’era la biblioteca) con dimostrazioni interattive rivolte non solo alle scuole e a studenti, docenti universitari di diverse facoltà, ma dedicato a tutti, mentre nel pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30, sarà possibile assistere a un’illustrazione tecnico scientifica di alcune applicazioni.
IL PERCORSO
FLASH MOB La protesta di Quartieri in movimento sotto la sede dell’Igiene pubblica dell’Ulss 3
Spaccata senza bottino in via Felisati Sfondano la vetrina al “Fuori posto” VANDALI MESTRE Hanno preso un paletto,
sradicandolo dal marciapiede, e hanno sfondato la vetrina. Una spaccata vera e propria, per non rubare nulla. Non è chiaro se si sia trattato di un atto vandalico o se un tentativo di furto andato male, fatto sta che a farne le spese ora sono i soci dell’associazione teatrale “Fuori posto” di via Felisati. Un gruppo che organizza eventi, principalmente, e che ieri mattina si è ritrovata con la vetrina della sede sfondata. Dai locali non mancherebbe nulla, perché probabilmente non c’era nulla da rubare. Questo farebbe pensare che non si tratterebbe dell’opera di professionisti: chi vive di furti difficilmente
perde tempo a cercare qualcosa di valore nella sede di un’associazione. Più facile, quindi, che il raid porti la firma di qualche sbandato, categoria che non manca
VIA FELISATI La vetrata colpita
in quella zona tra via Felisati e via Carducci. I soci, trovata la vetrata sfondata, hanno chiamato immediatamente la polizia per sporgere denuncia. Sul posto una pattuglia delle Volanti che ha raccolto ogni elemento utile alle indagini, e anche una squadra della polizia locale, che da mesi ormai organizza ronde serali e diurne in quella zona contro l’azione, in particolare, di sbandati e spacciatori. In particolare gli ubriachi, che si piazzano fuori dai supermercati della zona, bevono fino a svenire e poi finiscono per importunare passanti e residenti. Una spina nel fianco da anni, che ha esasperato i cittadini da piazzetta Olivotti a via Carducci fino, appunto, a via Felisati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Microtec è stata fondata nel 1980 a Bressanone in Alto Adige, e dal 1998 ha una sede a Mestre. Ora ha 170 dipendenti, di cui una settantina a Mestre, soprattutto giovani. I macchinari usano tecnologie avanzate ma con applicazioni concrete e comprensibili. Microtec è famosa nelle segherie di tutto il mondo, perché si rivolge al mercato della lavorazione del legno grazie a sofisticati sistemi di analisi basati su una visione artificiale, che utilizza la tomografia a raggi x, sperimentata anche sulla frutta e alimenti. «Si tratta di un sistema che permette di controllare la qualità dei prodotti - spiega Enrico Ursella, R&D Scouting di Microtec - abbiamo un 20 per cento di crescita all’anno, aiutati dal fatto che l’intelligenza artificiale sta facendo grandi passi, migliorando la produzione in modo intelligente». Filomena Spolaor © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN VIA MIRANESE AZIENDA LEADER NELLA VISIONE ARTIFICIALE APPLICATA ALLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E DEL “FOOD”
«Boraso in passato voleva salvare l’Antica Posta» eggo con partecipazione gli interventi di esponenti politici locali e cittadini circa la richiesta di salvare l’Antica Posta in Piazza Barche. Però, se da un lato è comprensibile la pervicacia dei supporters della proprietà che intende eliminare l’antico manufatto, dall’altro non lo è affatto quando degli amministratori pubblici evitano a priori di ascoltare le ragioni provenienti dalla cittadinanza e dagli studiosi. L’assessore ed amico Boraso, facendosi forse portavoce anche di altri, arriva addirittura a definire “curioso che solo ora
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ci si mobiliti per un edificio vuoto da 50 anni”; in realtà curioso è tutt’altro: curioso è che nessuno approfondisca le prove del valore storico dell’edificio ma ci si limiti a sottolinearne con enfasi le presunte difficoltà di recupero; curioso soprattutto è che Boraso e con lui molti altri che nel 2010 erano all’opposizione, si siano completamente “dimenticati” che proprio dall’opposizione – oggi maggioranza – partì la richiesta di salvare l’Antica Posta e alla quale si aggregarono in modo bipartisan tutti i partiti attraverso una espressione univoca nel 2011; curioso è che si siano dimenticate le battaglie condotte per decenni da associazioni, consiglieri comunali e singoli cittadini su que-
sto tema; curioso è che nessuno sottolinei chiaramente che nel 2010/11 – alla presentazione del primo progetto di nuova costruzione – il sedime della antica Posta non era previsto venisse occupato dal nuovo palazzo. Sono stato per due mandati negli scranni di Ca’ Farsetti ma non ho mai lesinato dure critiche alla allora maggioran-
«NEL 2010 QUANDO ERA ALL’OPPOSIZIONE INSIEME AD ALTRI ERA FAVOREVOLE ALLA TUTELA DELL’EDIFICIO STORICO»
PIAZZA BARCHE Una veduta dell’Antica Posta
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za di centrosinistra, quando necessario, né proposte sul tema della memoria storica di Mestre, così come non mi posi dubbi nel sostenere al ballottaggio il sindaco Brugnaro quando qualcuno che oggi siede in giunta magari la domanda se la pose: intendo dire che è scorretto tanto instillare il sospetto di una battaglia contro l’attuale maggioranza quanto di una “causa dell’ultima ora”. Tra l’altro proprio per la modesta superficie occupata dall’antico edificio credo non sia impossibile (al di là delle diverse opzioni di finanziamento) trovare chi in cambio di un suo “restauro storico” possa avere a compensazione, ad esempio, la possibilità di gestire in quel luogo per un congruo numero
di anni dei negozi, un ristorante o qualsiasi altra funzione gli si vorrà dare; ciò tanto più alla luce della attrattiva che in futuro potrebbe assumere piazza Barche grazie al collegamento a Venezia tramite Canal Salso. L’Amministrazione ed i privati hanno oggi la scelta davvero “storica” tra il porre un tassello unico e qualificante della futura piazza Barche e quello di essere ricordati come coloro che (analogamente alla vicenda di Parco Ponci) ne hanno decretato il triste oblio. Lo stesso oblio che - prima per il trascorrere del tempo e poi per interessi particolari - ha soffocato nel Novecento il ricordo della Antica Posta. Luca Rizzi
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Nordest
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Bandiere e dittatori, le proposte del Ferro Fini
La scheda
Socio unico “Giochi Olimpici 2026 Spa” ha un unico socio: il ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’iter La società sarà istituita con la legge olimpica presentata ieri dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e che dovrà essere approvata dal Governo e poi dalle Camere entro marzo.
LE PROPOSTE
VENEZIA Un progetto di legge regionale per estendere la metodologia dell’estrazione a sorte, già prevista per i revisori dei conti della giunta e del consiglio regionale del Veneto, anche alle nomine effettuate dagli enti strumentali della Regione del Veneto. L’ha presentato ieri in commissione Affari istituzionali Piero Ruzzante (LeU): «La proposta è che ci sia il sorteggio dall’elenco regionale dei revisori. In questo modo sarà maggiormente garantita l’indipendenza dei revisori nell’esercizio delle proprie funzioni».
natore del Veneto, Luca Zaia: «Le Olimpiadi sono il successo di una squadra, e la squadra sta marciando compatta. L’interlocuzione con il ministro Spadafora è in una fase positiva. Se la legge olimpica vedrà la luce così come è stata impostata, anche in virtù del fatto che è l’esito di un lavoro preparatorio di mesi, significa che le Olimpiadi 2026 sono definitivamente varate e si comincia il cammino organizzativo sul terreno. La legge olimpica è una pietra miliare. Farla bene e in modo condiviso ci qualifica ancora di più di fronte al Cio e alla comunità internazionale». A chiedere di accelerare è il deputato Marco Marin (FI): «Non c’è tempo da perdere. Ora mi aspetto che anche il governo faccia la sua parte mettendo risorse economiche per questa grande sfida italiana». Alda Vanzan
VENEZIA Palazzo Ferro Fini continua a sfornare proposte di legge statali di iniziativa regionale, provvedimenti che una volta votati in aula a Venezia vengono spediti a Roma e lì finiscono per giacere in un cassetto. Ieri la Prima commissione del consiglio regionale, presieduta da Alessandro Montagnoli, ha visto l’illustrazione di due nuovi proposte di legge statali. Una l’ha presentata il capogruppo della Lega, Nicola Finco, con cui chiede di modificare l’articolo 292 del Codice penale. Si tratta della norma che disciplina l’istituto del vilipendio o danneggiamento alla bandiera o altro emblema dello Stato e che prevede fino a due anni di galera. Secondo Finco e tutti i leghisti che hanno firmato il testo, l’articolo 292 deve contemplare anche le bandiere regionali: “Come tutti i simboli, anche la bandiera è uno degli elementi identificativi della personalità identitaria di un popolo e costituisce uno dei fattori dell’integrazione sociale che contribuisce ad alimentare quel legame dei cittadini con il territorio. La bandiera, dunque, tiene insieme i valori e la storia di un popolo e per tali motivi con la modifica dell’articolo 292 del Codice penale, si vuole tutelare il valore simbolico anche di tutte le bandiere delle regioni italiane con riguardo alle manifestazioni di denigrazione o di disprezzo dei simboli che rappresentano». Il Pd, con il capogruppo Stefano Fracasso, ha posto un quesito: «Le bandiere regionali hanno un valore fondante come il tricolore tale da essere tutelato dal codice penale?». L’altra proposta di legge statale di iniziativa regionale è quella di Alberto Villanova (Zaia Presidente) per vietare la dedicazione di strade e di revocare onorificenze di Stato a coloro che la storia abbia riconosciuto responsabili di azioni efferate, crimini di guerra e contro l’umanità come il dittatore jugoslavo Josip Broz Tito. La settimana prossima il voto in Prima commissione. (al.va.)
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Gli obiettivi La “Giochi Olimpici 2026 Spa” dovrà realizzare le opere e gli interventi, ma anche fare le gare, che verranno richiesti dalla Fondazione (cioè il Comitato organizzatore dei Giochi) del Ceo Vincenzo Novari.
L’ORGANIZZAZIONE VENEZIA Dopo la Fondazione, ecco la società. Si chiamerà “Giochi Olimpici 2026” la spa che sarà istituita con legge dello Stato. Sarà una società interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, il che significa che il governo metterà i soldi per le Olimpiadi invernali che si disputeranno tra sei anni in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha assicurato che porterà la legge olimpica in Consiglio dei ministri entro il mese, probabilmente già giovedì prossimo. Un decreto che poi dovrà essere convertito dalle Camere entro 60 giorni e l’auspicio di Spadafora è che ciò avvenga prima del 10 marzo, quando si terrà la sessione del Cio.
LA RIUNIONE Della legge olimpica si è parlato ieri pomeriggio a Roma nel corso di una riunione presieduta dal ministro Spadafora e alla quale hanno preso parte i componenti del comitato di indirizzo di Milano Cortina 2026: il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il vicesindaco di Cortina Luigi Alverà, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il dirigente della Regione Veneto Maurizio Gasparin, il presidente di Trento Maurizio Fugatti, il presidente di Bolzano Arno Kompatscher. È stato Spadafo-
Milano-Cortina, c’è la spa Il Governo mette i soldi `Spadafora presenta la legge olimpica La società “Giochi Olimpici 2026” partecipata dal ministero delle Finanze Zaia: «Va fatta bene, è una pietra miliare» `
ra a illustrare una prima versione della “legge olimpica”, i cui contenuti - recita una nota diffusa dal dicastero dello Sport - sono stati condivisi con i partecipanti alla riunione. Il testo non è ancora pronto perché ci sono due o tre temi che devono essere ancora “limati”. Quindi da una parte ci sarà il comitato organizzatore dei Giochi, cioè la Fondazione, ente di diritto privato, con 20 componenti, di cui 10 del Cio e gli altri in rappresentanza degli enti territoriali (per il Veneto il professor Andrea Giovanardi e l’avvocato Antonella Lillo), il cui Ceo è Vincenzo Novari (che tra l’altro entro febbraio dovrà convocare la prima riunione). Dall’altra parte ci sarà la spa del Mef che dovrà, su richiesta della Fondazione, realizzare le opere. Il controllo sulla “Giochi Olimpici 2026 Spa” lo eserciteranno il ministero delle Infrastruttu-
re e dei Trasporti, Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano.
I COMMENTI «Sono contento del clima di collaborazione e condivisione dimostrato da tutti. L’obiettivo - ha detto Spadafora - è sottoporla al Consiglio dei ministri al più presto, in modo da sviluppare i seguiti necessari in armonia con i prossimi appuntamenti del Cio previsti a marzo. Nel frattempo anche la Fondazione entrerà nella piena operatività». Soddisfatto il gover-
IL CONTROLLO SARÀ ESERCITATO DA MIT, REGIONI VENETO E LOMBARDIA, PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
Ruzzante (LeU) «I revisori dei conti siano estratti a sorte»
Comunità montane, ultimatum regionale alle due superstiti CAVILLI Agno-Chiampo LITILeE delibere regionali sulla mae Lessinia non si sono teria sono un interminabile rac- Anniversario I 50 anni delle Regioni conto delle liti fra i municipi vitrasformate in Unioni centini e veronesi associati e dei `Solo
LA LEGGE VENEZIA Qualche giorno fa il quotidiano La Verità le ha ribattezzate ironicamente “Eternità montane”: Comunità immaginate quasi mezzo secolo fa per valorizzare le zone di montagna e teoricamente destinate da un decennio a tramutarsi nelle meno onerose Unioni, ma in realtà sopravvissute a leggi e sentenze in diverse parti d’Italia. Pure in Veneto, seppure in misura sensibilmente inferiori ad altre zone: qui ne sono ancora in vita due, benché commissariate, quelle di Agno-Chiampo e della Lessinia. Ma dopo anni di inutili proroghe, ora la Regione ha perso la pazienza, tanto che martedì l’aula di Palazzo Ferro Fini ha approvato una norma che fissa un perentorio ultimatum: se entro tre mesi non si trasformeranno come devono, i due enti verranno definitivamente cancellati.
cavilli sfruttati per sottrarsi alle prescrizioni della legge regionale 40 del 2012, che sull’onda della normativa statale del 2010 aveva stabilito che le Comunità diventassero Unioni. Un cambio molto più che lessicale, ruvidamente spiegato all’epoca come un passaggio da veri e propri “carrozzoni” al concetto di gestione condivisa delle funzioni amministrative, almeno sei nel caso dei Comuni che contano meno di tremila abitanti e che sono comunque obbligati ad associarsi. Una svolta all’insegna del risparmio, come dimostrano i numeri veneti: le 19 Comunità montane nel 2006 ricevevano 3 milioni di euro, mentre le Unioni montane che vi hanno fatto seguito nel 2019 ne hanno ottenuti 1,2. In questa somma sono ricompresi i 75.000 e i 100.000 euro destinati rispettivamente alle “riottose” di Agno-Chiampo e della Lessinia.
I COMMISSARIAMENTI Lunghe e vane le gestioni
Autonomia, si aspetta il testo «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà diverse, con specificità diverse; ripartiamo dal primato dei territori». Così il ministro Francesco Boccia intervenendo alla prima Conferenza Stato-Regioni del 2020 che segna i 50 anni delle Regioni. Il premier Giuseppe Conte ha detto che entro il mese ci sarà il confronto in maggioranza sull’autonomia. «Li attendiamo ai fatti», ha commentato il vicepresidente del Veneto, Gianluca Forcolin.
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straordinarie a cui sono stati sottoposti i due enti. A quanto pare i Comuni non ne vogliono sapere di adeguarsi alle disposizioni normative, per quanto parecchio datate: basti pensare che i primi provvedimenti di nomina dei commissari furono proposti dall’allora assessore Marino Finozzi, che ha fatto in tempo perfino a dimettersi da consigliere regionale senza ancora vedere conclusi, per ciascuna delle due, gli auspicati «adempimenti conseguenti all’estinzione della Comunità montana». Nel caso di Agno-Chiampo, dal 2013 in poi gli atti hanno narrato dimissioni a raffica, «atteggiamento attendista da parte delle amministrazioni comunali», recesso da parte di diversi municipi: una sfilza di giustificazioni
NORMA APPROVATA ALL’UNANIMITÀ: SE ENTRO TRE MESI NON SI ADEGUERANNO ALLE DISPOSIZIONI SARANNO SCIOLTE
che hanno determinato ripetute proroghe di 180 giorni, al punto che dal 2016 è stato costretto a rimanere in carica come commissario straordinario Stefano Angelini. Lo stesso dirigente regionale, che per inciso non riceve alcun compenso per questo ulteriore incarico al di là del rimborso spese, deve gestire pure il commissariamento della Lessinia, dove dal 2014 le carte hanno documentato «un quadro in cui apparivano convivere, in maniera apparentemente contraddittoria, sia tendenze alla frammentazione e alla destrutturazione del precedente ambito, sia fattori di coesione». Insomma, una confusione tale da portare il Consiglio regionale ad approvare l’altro ieri all’unanimità questa norma: «Le Comunità montane Agno-Chiampo e della Lessinia che, entro tre mesi dalla data dell’entrata in vigore della presente legge, non provvedano a costituirsi in unioni montane, secondo le direttive specifiche adottate dalla Giunta regionale, sono dichiarate sciolte con decreto del Presidente della Giunta regionale». Sarà la volta buona? A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Treviso Economia
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Canova, la Lega chiama Zaia: «L’aeroporto deve crescere» ` Mozione di Barbisan
In Regione: «Gravissimo fermare il progetto» LA PROPOSTA TREVISO «La Giunta regionale in-
tervenga presso il Governo per non bloccare lo sviluppo sostenibile dell’area». Il caso dell’aeroporto Canova arriva anche in consiglio regionale. Riccardo Barbisan, consigliere del Carroccio a palazzo Ferro Fini oltre che capogruppo in consiglio comunale, ha portato a Venezia una
mozione per chiedere al governatore Luca Zaia di schierarsi a difesa dello sviluppo dello scalo. A Palazzo dei Trecento, una mozione analoga è già stata approvata dal consiglio comunale con il voto contrario dell’opposizione. Adesso il livello si alza: la Lega vuole aumentare la pressione sul governo e sul ministro all’Ambiente Sergio Costa. Barbisan fa la sua mossa proprio mentre a Treviso il dibattito impazza: da un lato i sindacati che temono per i posti di lavoro e invitano Save a non rinunciare agli investimenti annunciati e il governo a sbloccare il Masterplan ancorato alla commissione Via; dall’al-
tro c’è invece chi frena, come il Pd provinciale che invita a una maggiore riflessione. Barbisan quindi, affonda il colpo: «Il comportamento del ministro dell’Ambiente che, senza apparente motivo se non l’obbedienza alle sollecitazioni dei comitati e dei colleghi di partito, ha bloccato il masterplan per l’aeroporto di Treviso, rinviandolo a un nuovo esame della commissione nazionale VIA, è davvero sconcertante. Il masterplan vuole implementare i sistemi di sicurezza e ridurre l’impatto ambientale, abbattendo i rumori e l’inquinamento. Eppure il ministro Costa ha pensato bene di sconfessare i
pareri di tecnici ben più addentro di lui alla materia, mettendo il suo veto al piano. Una censura davvero inappropriata».
to 5 Stelle. Poco importa se, così facendo, danneggia gravemente l’intero bacino socio-economico collegato all’aeroporto. Nei giorni scorsi i sindacati hanno presentato ai sindaci di Treviso e Quinto di Treviso 550 firme di lavoratori preoccupati per lo sviluppo dell’area. Sono stati gli stessi sindacati a sottolineare come il masterplan non vuole aumentare il traffico aereo, ma piuttosto rendere l’infrastruttura più sostenibile per l’ambiente e la salute dei cittadini. La Giunta regionale si schieri al fianco dei lavoratori e dei cittadini». P. Cal.
I DUBBI Il consigliere regionale dubita che alla base della scelte del ministro ci siano solo motivazioni tecniche, intravede invece un disegno politico: «Non si capisce su che base possa aver ritenuto inadeguato un piano, indispensabile allo sviluppo di un’infrastruttura essenziale quale l’aeroporto di Treviso, che fa della sostenibilità e della tutela ambientale le sue linee guida, le stesse tanto sbandierate dal Movimen-
DECISO Riccardo Barbisan
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Pensioni tagliate: «Errore di calcolo» Tra dicembre e gennaio molti pensionati si sono ritrovati `L’anomalia riguarda soltanto i destinatari del “bonus Poletti” con l’assegno decurtato, centinaia di segnalazioni alla Cgil l’Inps assicura: «A febbraio e marzo salderemo gli arretrati» `
INglass ufficializza la vendita della Inevo
IL DISGUIDO TREVISO Quegli ultimi versa-
menti hanno rischiato di rovinare la fine dell’anno scorso e l’inizio del nuovo a numerosi pensionati trevigiani. Anche nella Marca, infatti, sono parecchi gli ex lavoratori che a dicembre e gennaio hanno ricevuto un assegno della pensione inferiore al solito: una “decurtazione” che in media va da una decina a una sessantina di euro al mese, a seconda dell’entità complessiva. Tranquillizziamo subito tutti: nessun taglio, come sottolinea anche il sindacato di categoria Spi Cgil. Si tratta di un’anomalia nel calcolo e l’Inps ha garantito che, forse già dal prossimo accredito, sanerà l’inghippo. Comprensibilmente, però, nel frattempo si è diffuso l’allarme tra i pensionati nostrani: sono oltre un centinaio le telefonate preoccupate effettuate in questi giorni ai centralini della Cgil di Treviso per segnalare le difformità e chiedere spiegazioni.
L’OPERAZIONE SAN POLO Il Gruppo INglass si fo-
don -. E’ senza dubbio una delle figure più importanti dell’intero scenario dell’economia, digitale e non, italiana. Ha fatto parte del nucleo fondante di Yoox contribuendo a portarla a essere una delle storie in assoluto di più grande successo a livello mondiale”. Il fondatore della piattaforma trevigiana si dice certo che il contributo apportato dal nuovo componente del cda “sarà determinante per far decollare definitivamente il nostro progetto e affermare H-Farm quale polo dell’innovazione di riferimento a livello europeo”. Maurizio Rossi, spiega un comunicato della stessa H-Farm, esce dal board per concentrarsi maggiormente sullo sviluppo internazionale della società e assumere il ruolo di presidente della Fondazione H For Human, “per dare il suo supporto alla crescita dell’organizzazione dedicata a favorire la conoscenza della trasformazione in atto e lo sviluppo e la diffusione di una cultura digitale”. M.Zan.
calizza sul core business dei canali caldi con la divisione HRSflow. L’azienda di San Polo di Piave ha annunciato la vendita al 100% della neocostituita Inevo srl alla cordata formata dall’imprenditore Luigi Cover e da Roberto Fagarazzi, già direttore commerciale della divisione stampi INglass dal 2015. Inevo Srl è la società del gruppo INglass all’interno della quale opera la divisione stampi fondata nel 1987 come Incos, specializzata nella realizzazione di stampi a iniezione per il mercato della fanaleria auto e nella tecnologia Glazing, il processo di iniettocompressione per ampie superfici in policarbonato. «Questa scelta consentirà a INglass di concentrarsi sulla divisione per i canali caldi HRSflow – ha commentato Maurizio Bazzo, presidente e fondatore del gruppo – si tratta di un settore che richiede una continua innovazione per rispondere alle richieste dello stampaggio a iniezione». Il nuovo amministratore unico dell’azienda, Luigi Cover, nonché titolare della CST Stampi srl, ha spiegato i motivi dell’acquisizione: «Siamo orgogliosi di questa scelta, Inevo ha una profonda esperienza nel settore degli stampi lighting e un’elevata capacità d’innovazione nella produzione di nuovi componenti, come richiesto dalla smart mobility. La sinergia con CST Stampi a livello tecnico/produttivo e nello stampaggio di materiali plastici estetici ci consentirà poi di essere un partner completo in tutti i settori che richiedono un alto contenuto tecnologico». Con il trasferimento appena siglato si conclude un processo di totale separazione tra il business dei canali caldi HRSflow e quello degli stampi per illuminazione. Un percorso partito negli anni Ottanta nell’ambito degli stampi rotativi multicolore e multicomponente per l’illuminazione dell’auto. Con oltre 1.000 dipendenti, INglass è presente ovunque a livello mondiale con stabilimenti produttivi diretti in Italia, Cina (Zhejiang) e Stati Uniti (Michigan). Giulio Mondin
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LE VITTIME A essere stati colpiti, in particolare, sono i titolari delle pensioni interessate dal cosiddetto “bonus Poletti” (dal nome dell’allora ministro del Lavoro e delle politiche sociali del governo Renzi, che varò il decreto): si tratta, in estrema sintesi, di una riforma dell’indicizzazione degli assegni previdenziali, riferiti all’anno 2011, tra i 1.400 e i 3mila euro lordi. In provincia di Treviso sono circa 67mila i trattamenti soggetti alla normativa. E che dunque potrebbero aver subito dei ritocchi all’importo. Cos’è successo? L’Inps ha riscontrato degli errori durante le operazioni di ricalcolo di alcune pensioni, ovvero quelle appunto interessate dal bonus Poletti. In particolare, per il 2019 la quota di pensione relativa all’incremento all’assegno pensionistico non è stata ricompresa nell’importo lordo totale della pensione, che è così stata pagata meno nei mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020.
IL SEGRETARIO PAOLINO BARBIERO: «CONTROLLARE GLI IMPORTI, A VOLTE MANCANO I COSIDDETTI DIRITTI INESPRESSI»
LE PROTESTE Allo Spi Cgil sono pervenute negli ultimi giorni centinaia di telefonate di pensionati che chiedevano spiegazioni
IL SINDACATO Dall’organizzazione sindacale dei pensionati Cgil, però, rassicurano: la direzione nazionale dell’istituto previdenziale sta provvedendo a riesaminare le pensioni per ripristinare il pagamento di quanto dovuto e dell’arretrato. Come confermato da alcune recentissime comunicazioni diffuse dall’ente, la ricostruzione delle cifre corrette e la restituzione avverranno probabilmente già con i pagamenti di febbraio e marzo. La faccenda, dunque, dovrebbe risolversi in tempi tutto sommato rapidi. «Lo Spi Cgil, in contatto con la struttura provinciale dell’Inps, resta comunque a disposizione dei pensionati trevigiani per informazioni e per verificare altre incongruenze» afferma Paolino Barbiero, segretario provinciale del sindacato. E, anche al di là di questo disguido, invita comunque tutti a prestare attenzione ai versamenti: «È sempre bene controllare la correttezza della propria pensione: il sindacato a volte riscontra situazioni particolari, i cosiddetti diritti inespressi, che portano a migliorare l’assegno pensionistico». Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Grignolo nel cda di H-Farm il manager al posto di Maurizio Rossi IL PERSONAGGIO RONCADE Un supermanager del
commercio elettronico italiano per H-Farm. Alberto Grignolo entra nel consiglio di amministrazione del gruppo di Ca’ Tron. Prende il posto nel cda di Maurizio Rossi, ex vicepresidente e cofondatore del colosso del digitale insieme a Riccardo Donandon, destinato a rimanere in società dedicandosi però ad altri aspetti. Grignolo, 46 anni, laureato in Economia all’università Bocconi di Milano, proviene da Yoox, una delle maggiori e più note realtà italiane di vendita online nel settore della moda, del lusso e del design. Un’avventura imprenditoriale a cui il neo consigliere del “Trattore rosso” partecipato fin dagli esordi, nei primi anni Duemila: dalla startup, Grignolo ha seguito tutto il percorso che ha portato l’azienda milanese a essere oggi un gruppo a dimensione internazionale, quotato in Borsa, con un fatturato di due miliardi e mezzo di dollari e quattromila
dipendenti. All’interno ha ricoperto ruoli chiave, rivestendo per un quasi un decennio la responsabilità dello sviluppo commerciale, per poi ampliare il proprio operato a general manager e diventare, infine, nel 2016 il direttore generale operativo. “Sono entusiasta che Alberto abbia accettato di entrare a far parte di H-Farm – commenta il presidente e amministratore delegato di H-Farm Riccardo Dona-
IL MANAGER Alberto Grignolo
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Primo Piano
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La nuova sede del tribunale
Il ministro D’Incà: «Entro gennaio ci sarà la decisione» Vertice a Roma tra il sindaco Gaffeo `L’obiettivo è bloccare il trasferimento e i funzionari dei Ministeri interessati in via Verdi del carcere minorile di Treviso `
UFFICI GIUDIZIARI ROVIGO Ieri il sindaco Edoardo Gaffeo è stato a Roma per perorare la causa del “Tribunalone”. Spingendo perché possa risorgere dalle proprie ceneri la prima ipotesi messa sul piatto ormai più di un lustro fa, ovvero quella di utilizzare la struttura adiacente all’attuale Palazzo di Giustizia, circa 4mila metri quadrati di aree coperte e altrettanti di scoperto, che fino al maggio 2016 era occupata dalla casa circondariale e che dal giorno del trasloco è rimasta completamente vuota. Ma sulla quale, già dopo il trasferimento del carcere nella nuova sede, è stato calato dall’alto, passando sopra le istituzioni cittadine, il progetto del nuovo carcere minorile del Triveneto, prevedendone lo spostamento da Treviso e Rovigo.
renni per il Triveneto Casa Circondariale di Rovigo” a un raggruppamento temporaneo d’imprese con capofila la 3TI Progetti Italia con sede a Roma che ha offerto un ribasso del 55% rispetto al prezzo a base d’asta di 722mila euro. Quindi poco meno di 325mila euro. Ma tutto potrebbe essere ancora fermato. E lì potrebbero trovare spazio aule giudiziarie, uffici e parcheggi, che sommate all’esistente, perché contigue, permetterebbero di riunire tutto in un’unica sede. Il
“Tribunalone”, appunto.
DRIBBLING TRA MINISTERI Questa sembra la strada seguita dalla Giunta Gaffeo, così come rimarcato anche nella conferenza stampa degli esponenti della Lista Gaffeo, costituita in associazione, che hanno parlato a nome dell’Amministrazione. «Il Ministero non ha ancora deciso assolutamente nulla, noi ci stiamo spendendo perché il Tribunale rimanga in centro», ha detto Fabio Osti. L’allargamento al carcere
CARCERE MINORILE
era, del resto, anche la prima idea, emersa già sotto la Giunta Piva, poi caldeggiata anche da Bergamin, per la soluzione degli annosi problemi di strutture del “sistema giustizia”. La vicenda non è esclusiva competenza del Ministero della Giustizia, ed è un delicato gioco d’incastri. Il “piano B” sembra ancora l’ex Maddalena.
IL MINISTRO Dal sindaco non arrivano commenti, mentre è il Ministro per i rapporti col Parlamento Federico D’Incà, a dare conto della riunione di ieri mattina al Ministero della Giustizia, parlando del quando, ma non del come e dove: «Entro fine mese sarà definita la questione relativa alla riorganizzazione degli uffici del Tribunale di Rovigo. Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto, che mira ad accorpare gli uffici giudiziari in un’unica sede, con un incre-
INSUFFICIENTE L’attuale sede del Tribunale in via Verdi
mento dell’efficienza amministrativa e una significativa riduzione dei costi di gestione. È una vicenda che seguo da tempo assieme alla presidente della Commissione Giustizia Francesca Businarolo e che finalmente, grazie all’attenzione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, si potrà risolvere. Il ministero sta verificando tutte le possibili ipotesi
Nonostante i tanti anni trascorsi, tuttavia, tutto è ancora in fase progettuale. Il 28 novembre del 2018, il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, articolazione territoriale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha affidato la “Progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di realizzazione del nuovo istituto penale per i mino-
L’ALLARGAMENTO DEGLI SPAZI CONSENTIRÀ DI ACCORPARE LE ATTUALI SEDI STACCATE LE REAZIONI ROVIGO Le decisioni “romane”, passate sopra la testa di Rovigo, avevano visto accantonata l’ipotesi dell’allargamento del Tribunale all’ex carcere di via Verdi. Esattamente come per l’ex Caserma Silvestri, che fino al 2012 ha ospitato il 5° Reggimento artiglieria contraerei “Pescara”, formalmente dismessa nel marzo 2015 e nel luglio dell’anno successivo destinato dall’Agenzia del Demanio ad accogliere l’Agenzia delle entrate, il Catasto, l’Archivio di Stato, e l’Archivio notarile.
SEDI DISPERSE Attualmente il “sistema Giustizia” si divide in varie sedi: gli uffici della polizia giudiziaria in via Mazzini, al numero 18, in un palazzo di proprietà comunale; gli uffici notifiche esecuzioni e protesti sempre in via Mazzini, al numero 3, e in vicolo All’Ara, in due appartamenti in affitto da privati; uffici e cancellerie del giudice del lavoro, dei fallimenti e delle esecuzioni a Palaz-
al fine di individuare l’immobile idoneo per costituire una vera e propria “cittadella giudiziaria”. La volontà è di assicurare servizi adeguati nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Servizi che riguardano anche tutti i professionisti impegnati quotidianamente nei tribunali, che potranno beneficiare di condizioni ottimali per lo svolgimento della loro attività. Ma è soprattutto un risultato importante per Rovigo che vedrà la riqualificazione e la valorizzazione di una parte del suo territorio». Sul tema, nel silenzio dell’Amministrazione, interviene la presidente della Commissione Giustizia Businarolo: «Abbiamo seguito con determinazione la non semplice questione che, anche grazie all’impegno del ministro Bonafede e alla collaborazione delle istituzioni locali, troverà una soluzione che possa garantire strutture giudiziarie efficienti». Francesco Campi
DELEGAZIONE Il ministro con il Parlamento D’Incà e il presidente del Tribunale Risi
I vertici della Giustizia Procuratore e presidente incalzano
Gli avvocati scartano il Maddalena per l’accorpamento dei diversi uffici zo Paoli, al numero 1 di via Mazzini; gli uffici del Giudice di pace a Palazzo Costato, in corso del Popolo 261. Lo scorso febbraio il presidente del Tribunale Angelo Risi e il procuratore capo Carmelo Ruberto ribadivano in una nota l’insostenibilità della situazione: «Il perseguimento
dell’obiettivo della riunificazione di tutti gli uffici giudiziari oltre a rispondere ad esigenze di razionalizzazione della spesa, oltre 300mila euro all’anno versati a privati, situazione unica in tutto il Veneto, rappresenta una necessità organizzativa non eludibile».
LE SOLUZIONI
PER RIUNIRE LE NUMEROSE SEDI È NECESSARIA UNA SUPERFICIE COPERTA DI ALMENO 10MILA METRI QUADRI
Fra le ipotesi, era stata valutata anche quella dello spostamento della Procura a Palazzo Campo, in via Verdi, al numero 12, di proprietà del Consorzio di Bonifica Adige Po. Anche in questo caso, tutto si è poi arenato. Così come ha infiammato il dibattito cittadino, venendo di
STUDIO DI FATTIBILITÀ Il presidente degli avvocati Enrico Ubertone
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fatto accantonata, l’ipotesi di trasferire tutto al Censer. Il tema è stato fra i più caldi della scorsa campagna elettorale. Particolarmente attivo, su questo fronte, l’Ordine degli avvocati, che ha anche realizzato uno studio di fattibilità per verificare le varie possibilità di insediamento del nuovo Palazzo di Giustizia. Due i principali requisiti: superficie coperta pari a 10mila metri quadri e superficie da destinare a parcheggio. Era stato stilato, poi, un elenco di sei possibili collocazioni: oltre all’ampliamento del Tribunale in via Verdi, il recupero dell’ex Questura e dell’ex Caserma dei vigili del fuoco, in via Donatoni, una
struttura da costruire ex novo in piazzale di Vittorio, l’ex Caserma Silvestri, l’ex Ospedale Maddalena e l’ex Banca d’Italia in via Generale Domenico Piva. Sullo studio si è poi pronunciata, il 15 novembre, l’assemblea dell’Ordine degli Avvocati che ha approvato i primi tre e bocciato gli altri, compreso l’ex Maddalena. Come spiega il presidente dell’Ordine Enrico Ubertone, «proprio nei giorni scorsi, in vista dell’incontro a Roma il sindaco ci ha chiesto lo studio di fattibilità che abbiamo affidato alla società di ingegneria e architettura Alessio Pipinato & Partners. Per noi le tre ipotesi sono ugualmente valide, con pari dignità. L’allargamento dell’attuale sede nell’ex carcere presenta indubbi vantaggi. Bisogna sciogliere il nodo relativo al progetto del carcere minorile, sul quale bisogna tuttavia osservare che non ha molto senso spostarlo a Rovigo, anche in un’ottica di reinserimento dei giovani, perché si tratta di una città che offre poco rispetto ad altre realtà del Veneto». F.Cam.
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Primo Piano
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Il futuro del Porto
Il Protocollo fanghi pronto a fine gennaio «Ma dateci certezze» Nel “Question time” alla Camera le risposte `Costa ha assicurato che arriverà l’ok del ministro alla deputata di Italia Viva Moretto necessario per scavare i canali portuali `
Con lo spazio per un milione e mezzo di metri cubi il porto potrà tornare al pescaggio ideale di 11,50 metri e tirare avanti un paio d’anni prima che si interri nuovamente, con mezzo milione l’autonomia sarà molto inferiore. E imprese e compagnie di navigazione non sanno che farsene delle promesse.
PORTO E AMBIENTE MESTRE Il nuovo Protocollo fanghi, la cui mancanza ha provocato la soppressione della linea diretta per i container con Cina e sud est Asiatico e un danno da 50 milioni di euro l’anno per il porto di Venezia, diventerà operativo dai primi di febbraio, nel senso che a fine gennaio sarà pronto e subito dopo i due ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture firmeranno il decreto congiunto per vararlo. E il parlamentare veneziano Nicola Pellicani che ieri ha parlato col ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha detto che la firma congiunta con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli potrebbe avvenire a Venezia come gesto anche simbolico. Ieri nel corso del Question Time alla Camera il ministro indipendente di area 5 Stelle Sergio Costa ha parlato quindi di una data certa.
GOVERNO SOTTO OSSERVAZIONE Siccome, però, di promesse simili ne aveva già fatte nei mesi scorsi, l’onorevole di Italia Viva Sara Moretto, che ieri ha posto le domande assieme ai colleghi di partito, ha annunciato che terrà d’occhio il ministro e tutti i tecnici che si stanno occupando della questione: «Si passi davvero dalle parole ai fatti. A fine gennaio torneremo in aula a chiedere conto rispetto a quanto oggi il ministro ci ha promesso». Sempre ieri la deputata veneziana della Lega, Ketty Fogliani, ha presentato
MANCANO CERTEZZE SUL FUTURO
ITALIA VIVA Sara Moretto
LEGA Ketty Fogliani
un’interrogazione al ministro dell’Ambiente chiedendogli che si attivi subito «per risolvere la questione dei dragaggi del porto, che sblocchi la situazione dannosa per la città e per il Veneto e che individui, senza ulteriori ritardi, siti di conferimento idonei per i sedimenti da dragare». Se la prima, in effetti, è una buona notizia, riguardo alla promessa di varare il Protocollo fanghi entro due o tre settimane, la seconda, ossia l’individuazione dei siti dove buttare i fanghi che verranno scavati dai canali, è un altro paio di maniche. E anche se
il Protocollo diventerà presto, e finalmente, realtà, servirà a ben poco senza le indicazioni su dove sistemare i sedimenti, e queste indicazioni devono venire dal Piano morfologico della laguna che indicherà dove c’è bisogno di portare fanghi per ridisegnare canali, barene, velme cancellate dall’erosione. Senza il Piano per ora si può pensare di sistemare al massimo un milione e mezzo di metri cubi di fanghi, un milione all’isola delle Tresse e mezzo al Molo Sali nel canale industriale Nord; ma anche questi interventi non saranno immediati perché per il primo bisognerà aspettare l’autorizzazione che deve seguire all’approvazione della Commissione di Salvaguardia avvenuta poco prima di Natale, e potranno trascorrere poche settimane come anche un anno; per il secondo dovrebbero bastare pochi mesi perché la Regione ha già trasferito al Porto la cassa di colmata del Molo Sali.
A FINE GENNAIO A VENEZIA POSSIBILE FIRMA CONGIUNTA CON LA COLLEGA DE MICHELI C’E’ L’INCOGNITA SUI TEMPI DI AUTORIZZAZIONE AL PIANO MORFOLOGICO DELLA LAGUNA
Ecco perché, oltre al Protocollo fanghi, è indispensabile e urgente il nuovo Piano morfologico della laguna. Ieri, però, il ministro dell’Ambiente è stato chiaro: se per il Protocollo fanghi l’esame ambientale è stato completato questi giorni, ed ora entro fine gennaio verrà effettuato l’esame ecotossicologico ad opera dell’Istituto superiore della Sanità per creare la nuova classificazione dei sedimenti (in base alla loro pericolosità) e superare così quella precedente del 1993, per il Piano morfologico della laguna al momento c’è solo una bozza. E, come ha ricordato ieri il ministro, non potrebbe essere altrimenti dato che per fare il Piano è necessario che prima sia varato il Protocollo fanghi. «Abbiamo già una bozza - ha detto appunto Sergio Costa rispondendo ai deputati di Italia Viva -. Aspettiamo fine gennaio per iniziare a trasformarla in Piano vero e proprio, ma ricordo che dev’essere sottoposto a Valutazione ambientale strategica». Come a dire che, se serve anche la Vas, ce ne vorrà ancora di tempo per arrivare alla meta. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
FANGHI Senza gli scavi i canali portuali perdono profondità
L’impegno
Martella: «Il Governo non dimentica la città, siamo sempre in prima linea» «Non crediamo che il Protocollo fanghi farà tornare le navi perdute ma serve un segnale forte per ridare fiducia alle imprese. Venezia ha bisogno di tutela ma anche di un’economia che funzioni» ha detto ieri alla fine del Question Time alla Camera l’onorevole di Italia Viva Sara Moretto. A queste parole, indirettamente, ha risposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il Dem Andrea Martella, affermando che «non vi sono ragioni per ritenere che il governo stia affrontando la questione con superficialità o trascuratezza. Anzi, vi è la convinzione che il Porto di Venezia rappresenti una realtà di primaria importanza». Quanto al Protocollo fanghi Martella ha confermato quanto detto dal ministro Sergio Costa, cioè che «siamo in dirittura d’arrivo per l’approvazione. E il governo è pienamente
consapevole delle esigenze infrastrutturali che sottendono alla competitività del Porto di Venezia, garantendo la soluzione dei problemi, per cui è ferma intenzione realizzare gli interventi nel rispetto dell’equilibrio e della tutela ambientale». Il sottosegretario ha affrontato anche la questione Mose affermando di aver parlato con il Provveditore alle opere pubbliche del Triveneto ottenendo conferme sul fatto che «per la fine del 2021 l’opera potrà essere consegnata» e che «a giorni verrà presentato un cronoprogramma che consentirà entro sei mesi, in situazioni di emergenza, di attivare il Mose. Nel frattempo è intenzione del Governo continuare a lavorare per determinare una nuova governance sulla laguna anche attraverso l’istituzione di una nuova Agenzia per Venezia». (e.t.)
MARGHERA L’isola delle Tresse che si affaccia sul canale dei Petroli
originaria da 750 mila». In apertura dell’audizione, che si è tenuta al quinto piano di palazzo San Macuto, il senatore Ferrazzi ha ricordato che «già da tempo questa commissione lavora sul Sin di Venezia (che potremmo definire sito di particolare interesse nazionale), su dragaggi, Molo Sali, gestione della cassa di colmata e isola delle Tresse», ricordando anche la ricognizione sul posto del luglio dello scorso anno. Alvise Sperandio
Vertice in Provveditorato alle opere per valutare il progetto di smaltimento FANGHI MESTRE «Domani (oggi per chi legge, ndr) saremo dal provveditore con tutti gli enti interessati per cercare di far sì che le indicazioni fornite dalla commissione Via siano le più precise possibili e siano rappresentate nel progetto, che ragionevolmente nel mese di febbraio andremo a protocollare e sarà esaminato dal comitato tecnico del Provveditorato alle opere pubbliche». Ad annunciarlo, ieri, è stato l’amministratore delegato della società Tressetre, Maurizio Boschiero, in audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta del Senato sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali, presieduta dal senatore dem veneziano Andrea Ferrazzi, a proposito del progetto di ampliamento per innalzamento dell’isola delle Tresse. Operazione che la eleverà di circa un metro, portandola a 12,50 metri sul medio laguna, apren-
DIRIGENTE Maurizio Boschiero
L’OBIETTIVO È FAR SÌ CHE LE INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE VIA COINCIDANO CON QUELLE DEL PIANO
do possibilità di conferimento per un altro milione di metri cubi di fanghi non pericolosi scavati nei canali e nei rii della città, una volta che saranno stati trasferiti tutti i 520 mila metri cubi della capacità residua ormai in via di raggiungimento. «Potremo coprire le esigenze per un altro anno e mezzo, due. Si consideri che nel 2019 da Provveditorato, Comune e Autorità portuale sono arrivati circa 500 mila metri cubi», ha aggiunto Boschiero ricordando che in taluni casi il provveditore richiede l’analisi suppletiva di fanghi che possono non essere classificati entro la colonna C (la classificazione della pericolosità in base al vecchio Protocollo fanghi che sta per essere sostituito) e che vengono mantenuti entro quattro vasche in calcestruzzo compartimentate nei pressi della banchina. Di questi ultimi, definiti fanghi dubbi perché senza certezze di classificazione mediante la pre caratterizzazione in loco, hanno parlato, in altra
audizione, anche Cristian Novello e Cristiano Franzoi, presidente e amministratore delegato di Sifa, la società concessionaria della Regione per la progettazione, costruzione e gestione del Progetto integrato di Fusina (Pif). Oltre che del disinquinamento mediante collettamento delle acque reflue, industriali e di falda, trattamento in piattaforma e scarico in Adriatico, 200 mila metri cubi annui, Sifa si occupa della gestione dei rifiuti e del trattamento dei fanghi entro C e oltre C presso la cassa di colmata Molo Sali, 8 ettari suddivisa in 4 vasche, protetta da un palancolato di ferro e sulla quale vengono conferiti anche fanghi oltre C, in aggiunta agli entro C ed entro B, mentre mai sono stati portati quelli della colonna A. «La Regione – è stato sottolineato nell’occasione – ha appena trasferito la gestione di questa cassa di colmata all’Autorità portuale, mentre la capacità residua è adesso di circa 400 mila metri cubi, a fronte di quella
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IERI L’AUDIZIONE IN COMMISSIONE D’INCHIESTA DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DI TRESSETRE
III
Primo Piano SALVAGUARDIA MESTRE Duecento milioni l’anno per difendere Venezia, la sua storia, il suo ambiente, la sua economia. È la proposta, che verrà discussa nei prossimi mesi, di finanziamento della nuova Legge Speciale. Intanto per arrivare ad avere la nuova normativa da oggi scattano tre mesi che verranno impiegati per sentire l’universo mondo. Lo ha deciso ieri l’ottava Commissione della Camera, Ambiente, Territorio e Lavori pubblici, su proposta dell’onorevole veneziano del Pd Nicola Pellicani. Sempre ieri la Commissione ha deciso che, a questo lavoro di analisi, si affiancheranno i lavori sulla proposta di legge 1428 con la quale Pellicani intende apportare “Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna”. Inoltre per questa proposta di legge si è aperta la corsia preferenziale dato che la Conferenza dei capigruppo della Camera l’ha inserita tra quelle da discutere prioritariamente.
Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Legge speciale, piano da 200 milioni l’anno La commissione Ambiente della Camera ` Consultazioni con istituzioni ed esperti ha votato una proposta di Pellicani (Pd) per definire le priorità da finanziare `
I PUNTI CARDINE
LA GENESI «Il giorno dopo la devastante acqua alta del 12 novembre, quando la marea in mezz’ora raggiunse il metro e 87, proposi in Aula questa indagine conoscitiva per capire lo stato dei lavori per Venezia e che cosa realmente si stia facendo per difendere la città e la laguna» racconta Pellicani: «Sull’onda emozionale provocata da quel disastro il Governo ha rifinanziato la Legge Speciale con 60 milioni di euro e ha incardinato la proposta di aggiorna-
«UNA INDAGINE CONOSCITIVA PER CAPIRE LO STATO DEI LAVORI PER DIFENDERE VENEZIA»
dro completo di qual è la situazione e di cosa bisogna aggiungere nella nuova Legge Speciale aggiunge Pellicani -. Alcune cose le abbiamo già fatte, come l’Art bonus esteso ai beni ecclesiastici, e quindi chi vorrà sponsorizzare interventi di restauro delle chiese di Venezia e in particolare della Basilica di San Marco avrà vantaggi fiscali; poi nelle scorse settimane questo Governo ha approvato la Zls potenziata per le aree produttive inutilizzate di Venezia e Rovigo, e ha istituito a Venezia il Centro per i cambiamenti climatici. Sono tutti tasselli che entreranno nel corpo della nuova Legge Speciale, assieme ad altri che intendiamo ottenere».
INDAGINE Tre mesi di consultazioni per valutare come e dove intervenire con la nuova Legge speciale. Nel tondo Nicola Pellicani
mento della stessa legge per adeguarla ai tempi e alle mutate necessità di una città così fragile». Ora, con la decisione dell’ottava Commissione, l’indagine conoscitiva diventa realtà: in primo
luogo verranno sentiti i soggetti istituzionali, i ministri competenti, il governatore del Veneto Luca Zaia, il sindaco Luigi Brugnaro, i sindaci dei comuni della gronda lagunare, il presidente del Porto
Pino Musolino, il super commissario del Consorzio Venezia Nuova Elisabetta Spitz, il provveditore in pectore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone e via di seguito; dopodiché toccherà ad un pa-
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nel ampio di esperti, docenti universitari, istituti di ricerca, il mondo ambientalista, i rappresentanti delle categorie economiche veneziane. «In tal modo avremo un qua-
Quali sono gli altri che, nelle intenzioni del Pd, si andranno ad aggiungere nella nuova normativa? Innanzitutto il ripristino del Magistrato alle acque, abolito dal Governo dopo che nel 2014 scoppiò lo scandalo Mose, ed oggi ci si accorge che fu come gettare il bambino assieme all’acqua sporca. Lo stesso sindaco di Venezia Luigi Brugnaro chiede da tempo di ottenere competenze su Venezia che attualmente sono invece divise tra Provveditorato interregionale alle opere pubbliche e altri enti governativi. In secondo luogo l’Agenzia per Venezia proposta poche settimane fa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella alla quale, tra l’altro, spetteranno le decisioni, sia nelle emergenze sia nella normale gestione del Mose; poi bisogna inserire la questione bonifiche di Porto Marghera. E, più importante di tutti, la questione finanziamento della Legge Speciale: «Quando ero all’opposizione sparai 2 miliardi di euro ma è chiaro che è un obiettivo velleitario conclude Pellicani -. Penso che 200 milioni di euro l’anno, sul modello di Roma Capitale, siano la cifra adeguata per ricominciare a sostenere Venezia». E.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
REFERENDUM VENEZIA-MESTRE, PRIMA PRESA D’ATTO La Prima commissione del consiglio regionale ha preso atto che al referendum del 1° dicembre per la separazione di Venezia e Mestre è mancato il quorum. Ora il voto in aula Giovedì 16 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Regione-Anas, ecco la lista della spesa Dopo il ritorno di 700 chilometri di viabilità nell’orbita statale `Stoccata a Pd e M5s: «Ora tutti montano sul carro del vincitore l’assessore De Berti invia le priorità per l’utilizzo dei 100 milioni ma nel 2018 ci accusavano di rinunciare alla nostra autonomia» `
INFRASTRUTTURE VENEZIA Ora che 700 chilometri di strade sono (ri)diventate statali, la Regione presenta la lista della spesa ad Anas. Il giorno dopo la notizia sulla firma del decreto di riclassificazione da parte del premier Giuseppe Conte, l’assessore Elisa De Berti ha inviato a Roma l’elenco delle priorità a cui destinare i 100 milioni in tre anni contenuti nella dotazione finanziaria per la viabilità in rientro: otto interventi in varie province del Veneto, più un’ulteriore richiesta da 145 milioni che invece punta al fondo ordinario per le infrastrutture. Ma con l’occasione l’esponente della Lega ha anche punzecchiato i portacolori di altre forze, come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, che avevano rivendicato il merito del provvedimento: «Montare sul carro dei vincitori per qualcuno è diventato uno sport».
I SASSOLINI Erano due anni che l’assessore De Berti aspettava di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe: dal giorno in cui a Palazzo Balbi il governatore Luca Zaia e l’allora presidente Gianni Vittorio Armani avevano stretto il patto su Veneto Strade, all’epoca bollato
IL PENTASTELLATO BRUSCO: «GOVERNO ATTENTO AL TERRITORIO» LA DEM BIGON: «STOP ALLE FALSE PROMESSE DEL CENTRODESTRA»
come «un’autonomia al contrario» per esempio dal consigliere regionale dem Graziano Azzalin. L’altro giorno invece Stefano Fracasso, capogruppo del Pd, ha definito «una firma importante» il via libera al provvedimento. «Dimentichi di tutte le accuse faziose e dei rilievi pretestuosi con cui si esibirono all’indomani della sottoscrizione del 23 febbraio 2018 – ha dichiarato la titolare delle Infrastrutture – scopriamo che i detrattori di quell’intesa tra Regione del Veneto e Anas, finalizzata allo sviluppo della rete stradale prioritaria regionale, sono i primi a intonare gli osanna per la firma da parte del premier Conte di un decreto che non fa altro che concretizzare quell’accordo da loro tanto bistrattato». La leghista ha rimarcato che quell’operazione significa denari sonanti: 21 milioni di euro annui per la gestione dei 700 chilometri, investimenti di manutenzione programmata per 10 milioni di euro l’anno e uno stanziamento fino al 2022 di ulteriori 100. «Questi ultimi – ha puntualizzato – non vengono oggi magnanimamente dispensati al Veneto grazie a chissà quali intercessioni politiche nei confronti del governo di Roma, come i suddetti “saltatori sul carro” vorrebbero far apparire, ma sono il frutto di una pianificazione attenta e previdente, di una equilibrata ricerca di collaborazione con enti nazionali come l’Anas, attuate dalla giunta Zaia in questi anni».
L’OPERATIVITÀ Ieri Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha espresso un auspicio: «Non si perda il modello di gestione di Veneto Strade, che in questi anni
Gli investimenti strada in Veneto Anno 2020 Dati in euro
3
Belluno 2 4
Treviso Vicenza Verona 2
5
opera
località
importo
1 S.R. 62 “della Cisa”
2° stralcio “Grezzanella” (Vr) Variante di Villafranca di Verona
2 S.R. 50 “del Grappa e del Passo Rolle”
Galleria di Lamon “Pala Rossa”
Lamon (Bl)
8.000.000
3 S.R. 48 “delle Dolomiti”
Innesto tra la SR. 48 e la S.P. 532
Auronzo di Cadore (Bl)
3.500.000
4 S.S. 12 “dell’Abetone Variante da Buttapietra Sud e del Brennero” alla Tangenziale di Verona
24.000.000
145.000.000
Sulla questione interviene anche il M5s, con i consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel: «Noi diciamo che va bene una legge che spinge i privati a liberare il territorio da scheletri di cemento e obbrobri abbandonati, ma quale vuole essere il modello da raggiungere?». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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dissocio totalmente da quanto il sindaco ha deciso di fare». Come a dire: se ce ne fate un’altra così non sappiamo cosa succederà.
bero dell’ex torrefazione Vescovi che era stato occupato dal Gramigna. Un mese prima era toccato a Casetta Berta nel popolare quartiere dell’Arcella. E prima ancora all’ex mensa universitaria Marzolo nell’aprile dello scorso anno. Ma è in aula che la distinzione fra l’ala movimentista della sinistra e il Pd ha dato il suo meglio con il no all’adozione del daspo urbano mentre non si contano i distinguo della Ruffini sull’urbanistica. Insomma si va avanti divisi alla meta. Mauro Giacon
1
Anno 2021 Rovigo
1 S.R. 10 “Padana Inferiore”
Variante in nuova sede
fra Este (Pd) e Legnago (Vr)
50.000.000
Rotatoria con 2 S.R. 11 “Padana Superiore” Via Cordellina
Altavilla Vicentina (Vi)
955.000
Rotatoria a Tavernelle 3 S.R. 11 “Padana Superiore”
Altavilla Vicentina (Vi)
1.100.000
4 S.P. 15
tra Fontanelle (Tv) e Conegliano (Tv) 10.000.000
“Messa in sicurezza della viabilità”
Rotatoria ospedale 5 S.R. 11 “Padana Superiore” di Dolo
Dolo (Ve)
1.000.000
Fonte: Regione Veneto
Cna Veneto
«Bene i crediti edilizi, ma resta il nodo dei Comuni» VENEZIA Arriva oggi nella commissione regionale Territorio la proposta di regolamento sui crediti edilizi. Lo strumento prevede che, in caso di demolizione degli edifici incongrui e ritorno del suolo alle caratteristiche naturali, le volumetrie possano essere parzialmente recuperate e trasferite altrove. «Una buona notizia per le piccole e medie
imprese artigiane», commenta Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto, secondo cui resta però da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni, chiamati nel giro di un anno ad attrezzarsi per fissarne i valori attraverso un algoritmo. «Così – dice – si mettono in difficoltà i più piccoli, già a corto di personale. Un aiuto potrebbe arrivare dalla fusione».
LE INDICAZIONI Dopo l’acquisto delle quote che saranno cedute dalla Provincia di Padova e l’aumento di capitale che farà entrare Anas con il 51% delle azioni, Veneto Strade andrà inevitabilmente incontro a un cambio di governance, tenuto anche conto del fatto che a fine anno scadrà l’incarico dell’amministratore delegato Silvano Vernizzi. Nell’attesa, in mattinata la Regione ha trasmesso le indicazioni per l’utilizzo dei 100 milioni, anticipando così l’appello del pentastellato Manuel Brusco, che nel pomeriggio ha dichiarato: «Il Governo ancora una volta dimostra attenzione per il nostro territorio e la Regione si è posta su un piano costruttivo di collaborazione. Finanziamenti e accordi rischiano però di cadere nel nulla senza un piano chiaro delle vere necessità». Fra le indicazioni per il 2020, c’è il secondo stralcio della Grezzanella nel Veronese, prioritario anche secondo la dem Anna Maria Bigon: «Anas proceda celermente per terminare un’infrastruttura attesa da 30 anni, mettendo fine alle troppe promesse da marinaio delle Giunte di centrodestra che hanno governato il Veneto». Angela Pederiva
Padova Venezia
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ha sempre garantito puntualità ed efficacia nelle manutenzioni». L’assessore De Berti ha così ribadito che la gestione «continuerà a essere svolta da Veneto Strade anche se quest’ultima sarà partecipata da Anas, con buona pace di quanti a suo tempo si indignarono perché, a loro dire, rinunciavamo alla nostra autonomia operativa».
Padova, il sindaco sgombera senza avvisare il suo vice: bufera politica L’IMBARAZZO
IL CASO PADOVA Non sappia la sinistra quel che si fa in maggioranza. È successo alla giunta di Padova ieri mattina, quando il vicesindaco Arturo Lorenzoni, e le due assessore Chiara Gallani e Marta Nalin di Coalizione civica, movimento di area rossa che sostiene il sindaco, hanno saputo a cose fatte dello sgombero di un edificio che ospitava alcune associazioni, fra cui “Cucina brigante” che si occupa di redistribuire frutta e ortaggi in scadenza ai meno abbienti. È frequentata anche da persone nell’orbita di Coalizione e, si dice, dei centri sociali. La struttura era stata dichiarata inagibile e pericolosa, il sindaco Sergio Giordani ha messo un’ordinanza prima della mezzanotte di ieri e alle sette di mattina la sede è stata murata. Diciamo che le forze dell’ordine hanno preso a prestito i motivi di sicurezza per fare un po’ di “pulizia”.
L’ORDINANZA DI GIORDANI SULL’EDIFICIO CHE OSPITA MOVIMENTI DI SINISTRA: L’IRA DI COALIZIONE CIVICA GRUPPO CHE VORREBBE LORENZONI ALLE REGIONALI
Peccato che nessuno lo sapesse. «Non si fanno crisi di maggioranza per queste cose» ha dichiarato Lorenzoni chiudendo ogni ipotesi di spaccatura. È vero che la questura aveva chiesto massima riservatezza ma può reggere una Giunta dove il sindaco non avvisa il suo vice, i due assessori e l’altra metà della maggioranza che lo sostiene, gettando nell’imbarazzo quei rappresentanti eletti proprio dagli sgomberati? Andreotti penserebbe a una strategia di logoramento in vista della candidatura di Lorenzoni alle regionali. Ma a pensar male si fa peccato. «Bisognerà lavorare in modo più rispettoso. Non ci è piaciuto il metodo, non l’abbiamo scelto, non l’avremmo gestito così» ha aggiunto il vicesindaco. Gallani ammette: «Non si deve più ripetere». E il movimento non fa sconti: «Nessuno dei consiglieri e degli assessori di Coalizione civica era al corrente di questa operazione, violenta, stupida e senza senso, che interrom-
LA PROTESTA “Cucina brigante” ha portato frutta e verdura davanti al Comune e ha incontrato Lorenzoni, a sinistra con Giordani (foto NUOVE TECNICHE)
pe un percorso di dialogo che era complesso, ma attivo. Questo è un passaggio grave nella collegialità della giunta». Il capogruppo Nicola Rampazzo è ancora più duro: «Mi dissocio completamente dalla decisione del Comune di sgomberare le associazioni. Decisione della quale né io né nessun altro componente della giunta e del consiglio di Coalizione civica siamo stati informati. Le soluzioni potevano e dovevano essere altre e condivise con le forze con cui si governa la città». Pure l’influente consigliera Daniela Ruffini, di Rifondazione, attacca: «Mi
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I PRECEDENTI Giordani non si scompone: «Quel fabbricato ha gravi deficit strutturali e impiantistici, c’era una situazione di pericolo che ricade nella piena responsabilità mia e di chi amministra». Il fatto è che non si tratta di un episodio isolato. Da tempo sono colpiti proprio i gruppi radicali nel serbatoio di Coalizione. È successo nell’ottobre scorso con lo sgom-
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 IL MATTINO
REGIONE
natura e politica
Dal parco della Lessinia al Sile è battaglia Lega-ambientalisti La Regione vuole cambiare confini all’oasi veronese e aprire la caccia ai cinghiali Sì dei sindaci, ecologisti e Pd-5 Stelle contrari: oggi la resa dei conti al Ferro-Fini
Filippo Tosatto VERONA. Verdi di rabbia. Il de-
stino dei parchi naturali del Veneto infiamma lo scontro tra gli amministratori della Lega e il circuito ecologista, con l’opposizione Pd-5 Stelle lesta ad accusare la Regione di attentato all’integrità dei polmoni ambientali, autentiche oasi in una regione soffocata da cemento, traffico e smog. In prima linea, il parco della Lessinia, diecimila ettari spalmati tra le Piccole Dolomiti, la città di Verona e il Monte Baldo, lupi e marmotte, volpi e camosci, aquile reali e tritoni in un paradiso floreale e arboreo che alterna i giacimenti fossili alle vestigia dell’antica civiltà cimbra.
Uno scorcio del Parco della Lessinia; in basso i consiglieri regionali Stefano Valdegamberi e Andrea Zanoni
Zanoni: «Autorizzate cinque “retate” di lepri nel territorio trevigiano protetto, è gravissimo» pi l’anno. «La protezione del patrimonio naturalistico resterà inalterata», giurano i proponenti con Valdegamberi, lo “sponsor politico” degli allevatori, che oppone «la legittima volontà degli amministratori locali» alla protesta scatenata dai «fanatici che trasformano l’ambiente in uno specchietto delle allodole per
rastrellare voti». Ben diversa la lettura degli ecologisti, che in una lettera all’assemblea regionale –sottoscritta da 72 associazioni attive sul territorio – bocciano sonoramente il progetto, definito «una mossa in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei che si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine promozionale, turistica e ricettiva della Lessinia»; «La motivazione addotta», sostengono «è pretestuosa perché la normativa vigente consente già il prelievo venatorio del cinghiale». Oggi le parti incroceranno le lame a Palazzo Ferro-Fini, nella
urbanistica
Crediti edilizi Cna applaude «Scelta utile al territorio»
QUEL PATRIMONIO VERDE
Sul versante politico, a dare battaglia è il dem Andrea Zanoni che, spalleggiato dalla collega Anna Maria Bigon, tuona contro il partito di Luca Zaia – «La Lega è una calamità per le aree naturali del Veneto, ci opporremo in ogni modo allo smembramento del patrimonio verde della Lessinia» – e allarga il tiro alla Marca di Treviso e al Padovano: «Il nuovo presidente dell’ente Parco del Sile ha autorizzato cinque “retate” di lepri, tra il 19 gennaio e il 2 febbraio, a Piombino Dese, Vedelago, Istrana, Treviso e Roncade», rivela «in queste aree la fauna selvatica dovrebbe essere protetta, non catturata per poi liberarla in territori gestiti dai cacciatori: è un fatto gravissimo e illegittimo». BERLATO: FUOCO SUI LUPI
FLORA E FAUNA IN BALLO
Tant’è. Sul futuro del parco lessinese incombe una proposta legislativa firmata dai consiglieri veronesi Alessandro Montagnoli, Enrico Corsi e Stefano Valdegamberi. Mira a modificarne la planimetria protetta, distinguendo la «riserva speciale» (intoccabile) dalle nuove «aree contigue agro-silvo-pastorali» a vincoli decrescenti – stimate intorno al 20% della superficie complessiva – nell’obiettivo di «supportare le imprese agricole» e contrastare «l’accresciuta presenza di specie selvatiche, perlopiù cinghiali» colpevoli di causare seri danni alle attività produttive e all’habitat. Via libera alla caccia, insomma, sulle orme di quanto già avviene nei boschi dei Colli Euganei, dove l’abbattimento procede al ritmo di 1500 ca-
seconda commissione convocata in seduta fiume dal presidente Francesco Calzavara per l’audizione dei 22 sindaci coinvolti (sostanzialmente favorevoli alla proposta di legge) nonché dei rappresentanti del combattivo arcipelago green.
L’esponente del Pd posta su Facebook la cruda immagine di una lepre intrappolata in una rete: «Che tale pratica sia dannosa, soprattutto in questo periodo dell’anno, mi è stato segnalato addirittura da alcuni cacciatori indignati. Le lepri già da gennaio si accoppiano e pertanto nelle reti finirebbero delle femmine gravide, con tutti i rischi che ogni persona di buonsenso può facilmente immaginare. Che bisogno c’è di una crudeltà simile?». È tutto? Quasi. Come poteva mancare a riguardo la schioppettata di Sergio Berlato? In attesa di volare a Bruxelles, il capogruppo di Fratelli d’Italia dà voce al popolo delle doppiette sollecitando, una volta ancora, libertà di fuoco sui lupi «in crescita incontrollata sulle aree montane e pedemontane, tanto da riversarsti in pianura e nei centri urbani, creando seri problemi alla circolazione stradale e notevoli danni alle colture agricole». Si salvi chi può. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA. «La Regione continua la striscia positiva di provvedimenti per la riqualificazione e la rigenerazione urbana emanati nei tempi dichiarati», commenta il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte «e di ciò non possiamo che essere soddisfatti. Dopo la legge sul consumo di suolo e la legge sul piano casa, si discute ora la questione dei crediti edilizi che completa e fa da cerniera alle due norme». Alla vigilia del via libera definitivo atteso oggi, gli artigiani promuovono così il nuovo strumento che incentiva l’abbattimento di edifici in degrado (e la bonifica delle relative superfici) consentendo ai proprietari di costruire altrove o di cedere sul mercato il credito volumetrico acquisito». Secondo Cna, tuttavia, nel testo in dirittura d’arrivo resta ancora da sciogliere il nodo della gestione dei crediti da parte dei Comuni: «In base al provvedimento spetterà ai Comuni l’intera valutazione dei crediti edilizi», fa notare Conte «il che significa che ogni amministrazione dovrà valutare il mercato edilizio del proprio territorio, calcolare i crediti da attribuire in base ai diversi manufatti e alle diverse zone di ubicazione, valutare le possibili zone dove utilizzare i crediti, le modalità e aspetti fiscali connessi. Un lavoro per il quale servirebbe personale specializzato e dedicato di cui buona parte dei Comuni non dispone. A questo proposito tornerebbe utile la proposta di fondere i piccoli comuni che uniti potrebbero disporre di maggiori risorse, essendo dunque capaci di far fronte anche a questo tipo di incombenze». —
i 50 anni delle regioni celabrati a palazzo chigi
Boccia esalta l’autonomia ma il Carroccio è scettico «Referendum insabbiati» Il ministro:«Il nostro Paese è un mosaico straordinario ripartiamo dal primato dei territori». Gelida la replica del governatore Fontana ROMA. Alte uniformi e drappi
tricolori a Palazzo Chigi dove il premier Giuseppe Conte ha presenziato alla Conferenza Stato-Regioni riunita in seduta straordinaria per celebrare i cinquant’anni dall’avvio delle amministrazioni regionali, primo (e unico ad oggi) esempio concreto di decentramento legislativo e delega dei poteri. Così, il ministro Francesco Boccia, ha colto la palla al bal-
zo per ribadire la volontà di proseguire sulla strada del regionalismo differenziato. «Il nostro Paese è uno straordinario mosaico, composto da realtà e specificità diverse», l’esordio «ripartiamo dal primato dei territori perché è nostro dovere rafforzare al massimo la fiducia istituzionale tra i diversi livelli istituzionali». Poi l’accenno al tema più atteso, quello della maggiore autonomia perseguita – fin qui senza successo – dal Veneto (ieri rappresentato dal vicepresidente zaiano Gianluca Forcolin), la Lombardia e l’Emilia Romagna: «Quando affrontiamo la riforma autonomista, intesa
come attuazione del principio di sussidiarietà, dobbiamo essere tutti consapevoli che è la strada moderna e più corretta per rafforzare l’unità nazionale nel solco tracciato dal presidente Mattarella. Abbiamo il dovere di attuare tutti gli articoli della Costituzione collegati al 116, per evitare sfiducia, incomprensioni istituzionali e per esaltare il primato delle regioni»; «I princìpi di specialità e fdifferenziazione scolpiti nella Costituzione», ha concluso «non sono in contraddizione, vanno entrambi applicati, seguiti e rispettati». Parole promettenti, quelle di Boccia, a fronte però della
I rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi con il premier Luigi Conte ed il ministro Francesco Boccia
persistente resistenza che in seno alla maggioranza 5 Stelle e renziani oppongono all’iter di riforma. «È giusto festeggiare ma sarei stato più contento se si fosse ragionato e operato a favore dell’autonomia», il commento del governatore leghista lombardo Attilio Fontana, spalleggiato dall’assessore Stefano Bruno
Galli (molto vicino a Matteo Salvini) che lamenta il sostanziale tradimento della volontà popolare da parte dell’esecutivo giallorosso: «I referendum dove 5 milioni e mezzo di cittadini hanno votato a favore dell’autonomia sono stati insabbiati da questo Governo che traccheggia ogni giorno» e la stessa legge quadro propo-
sta dal ministro Boccia «è fatta per rallentare il processo anziché favorirlo. Piuttosto che inoltrarsi in questo percorso impervio sarebbe bastato portare a regime la legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale, quello sì sarebbe stato un metodo serio per giungere all’autonomia». — Filippo Tosatto
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA NUOVA
REGIONE
L’intesa Roma-Venezia
«Strade, c’è la svolta L’Anas in Veneto investe 245 milioni»
LA SCHEDA REGIONE VENETO - STRADE DA RICLASSIFICARE Statale Denominazione n. 10 Padana Inferiore
34,060
VENEZIA. Misteri della politi-
ca e della burocrazia romana: il premier Conte ha firmato il 21 novembre 2019 il decreto che trasferisce 27 statali da Veneto Strade all’Anas ma il dossier è uscito il 7 gennaio da Palazzo Chigi per finire sul tavolo del ministro De Micheli che l’ha trasmesso alla giunta Zaia. Una firma che vale 245 milioni di euro su 8-9 progetti già esecutivi da realizzare entro il 2021, con un occhio di riguardo al Bellunese, alla Bassa padovana e al Veronese. Il Pd, con Fracasso e il sottosegretario Martella, sottolineano l’importanza del dialogo tra governo e regione, non cercano medaglie ma sottolineano il «dietrofront di Zaia che a Roma chiede il federalismo di strade, ferrovie e porti e poi riconsegna all’Anas ben 27 statali del Veneto per non doverle più asfaltare». Una critica che manda su tutte le furie l’assessore Elisa De Berti, che ribatte: « Non polemizzo con chi salta sul carro del vincitore all’ultima curva. La firma del premier Conte è un segnale di giusta attenzione del governo su una trattativa avviata nel 2018. Purtroppo con il ministro Toninelli si è solo perso tempo prezioso e non riesco a capire se il M5s abbia finamente cambiato rotta perché si è sempre opposto a tutte le infrastrutture, grandi o piccole che fossero. Mi auguro che il dialogo possa continuare anche sul progetto di trasformare Cav nel polo delle autostrade a Nordest, il Veneto chiede di essere trattato alla
L’assessore Elisa De Berti
pari del Friuli che può gestire in house le concessioni di Autovie», spiega Elisa De Berti. L’intesa con Anas cambia la struttura sociale di Veneto Strade con la vendita delle quote delle Province ma la manutenzione della rete di 725 chilometri resta sempre in capo alla struttura di Me-
Ma il Pd con Fracasso insiste: decisivo il ruolo della De Micheli basta con gli attacchi stre. E allora quali sono i vantaggi dell’operazione? «Anas è pronta a investire 245 milioni nell’arco di 2-3 anni. Sulla scrivania ci sono 8 progetti da appaltare, con assoluta priorità: l’elenco è stato spedito il 7 febbraio 2019 al manager Massimo Simonini. Con l’accordo firmato da Conte, sono convinta che Anas possa partire subito
con l’appalto integrato, si va in gara perché c’è il via libera del Cipe fin dal 24 luglio scorso. Ho consumato le scale del ministero delle Infrastrutture e la scrivania dell’ingegner Scaccia per venire a capo dell’operazione. Il contratto di programma scritto con Delrio e Armani nel 2018 va rispettato alla lettera». Da dove partire? Due le priorità: il Bellunese con la galleria “Pala Rossa” a Lamon, un appalto da 8 milioni e altri 3,5 se ne andranno per il cantiere ad Auronzo di Cadore. La fetta più grossa di risorse finirà però a Villafranca, nel Veronese, per completare la circonvallazione e salvare la cittadina dall’invasione dei camion: ai 30 milioni già spesi se ne aggiungo altri 24 e il Pd, con la consigliera regionale Anna Maria Bigon, canta vittoria visto che le elezioni sono alle porte, ma l’assessore De Berti non ci sta. «Siamo al ridicolo, Grezzanela di Villafranca sarà salvata dal caos dei camion perché noi ci siamo fatti carico dell’emergenza. Sempre a Verona è in programma un maxi investimento da 145 milioni per la variante a Buttapietra tra la tangenziale sud e la statale 12 dell’Abetone». L’ultima grana si chiama Bassa padovana, con la Padana inferiore, su cui il senatore Toni De Poli ha ingaggiato una battaglia con il governo. I soldi finalmente ci sono: l’Anas ha previsto 50 milioni, assicura Elisa De Berti, ma si partirà nel 2021 per rispettare i tempi tecnici del progetto esecutivo dell’intera tratta da Legnago a Monselice. Basta per essere tranquilli? — © RIPRODUZIONE RISERVATA
2,350 2,500 48,437 37,633 26,580 19,100 3,900
10 var 11
Variante di Legnago Padana Superiore
11 var
Variante Peschiera Castelnuovo
11 dir 14 bis
Di Peschiera Della Venezia Giulia
48
Delle Dolomiti
83,820
48 bis
Delle Dolomiti
7,730
50
Del Grappa e del Passo Rolle
9,285 5,095
50 var 53
Variante di Moline Postumia
0,620 8,020 33,380 12,437 15,947
62
Della Cisa
20,068
62 var 203
Variante Grezzanella Agordina
5,800 60,949
203 var 203 dir 251
Variante di Agordo Agordina Della Val di Zoldo e Val Cellina
2,750 7,260 49,850
346
Del Passo di S. Pellegrino
15,869
347
Del Passo Cereda e del Passo Duran 61,880
348
Feltrina
348 var S.P. 1
Variante di Anzù Della Sinistra Piave
SP 1 var
Variante Lentiai-Bardes
L’assessore De Berti: «Bene la firma del premier Conte Il governo ora collabori su Cav holding delle autostrade»
Albino Salmaso
Estesa tot Capisaldi di inizio e fine (km) 30,382 * Confine con la Regione Lombardia (Nogara)
SP 1 var/a Variante Col Cavalier SP 15 Cadore-Mare SR 89 Treviso-Mare SP 3
2,900 5,553
34,831 15.269 0,900 6,601 16,332 2,352
2,773 2,355 21,000 2,300
Mediana
6,410
TOTALE
725,278
- Innesto con la S.S. n. 10 Var presso Legnago * Innesto con la S.S. 10 Var presso Legnago - Innesto con S.S. n. 16 a Monselice * Innesti con la S.S. n. 10 presso Legnago * Innesto con la S.S. n. 11 Dir presso Peschiera del Garda - Innesto con la S.S. n. 11 Var presso Peschiera * Innesto con la 11 Var presso Peschiera - Innesto con la S.S. n. 309 a Malcontenta * Rotatoria con la S.S: n. 11 presso Peschiera del Garda - rotatoria con la S.S. n. 11 presso Castelnuovo del Garda * Innesto con la S.S. 11 - Peschiera * Innesto con la S.S. n. 14 a S. Giuliano - Innesto con la S.S. n. 13 in località Nuova Favorita * Confine con la Regione Trentino Alto Adige - Innesto con la S.S. n. 52 Galleria Comelico * Innesto con la S.S. n. 48 presso il lago di Misurina - Innesto con la S.S. 51 confine regionale * Innesto con la S.S. 50 Bis/Var presso Arten - Innesto con la S.S. n. 50 Var presso Moline * Innesto con la S.S. n. 50 Var presso Moline - Confine con la regione Trentino Alto Adige * Innesti con la S.S. n. 50 presso Moline * Innesto con la S.S. n. 47 presso Cittadella - Innesto con la S.P. n. 89 per Svincolo autostradale A27 "Treviso Sud" * Rotatoria con la S.P. n. 15 ad Oderzo - Innesto con la S.S. n. 14 a Portograuaro * Innesto con la S.P. n. 3 "Mediana" Innesto con la S.S. n. 11 a Ca Di Capri * Innesti con la S.S. n. 62 presso Grezzanella * Innesto con la S.S. n. 50 a Sedico - Innesto con la S.S. n. 48 a Cernadoi * Innesti con la S.S: n. 203 presso Agordo * Innesto con la S.S. n. 203 a Vignole - Belluno * Innesto con la S.S. n. 51 - Innesto con la S.S: n. 203 presso Rucavà * Confine con la regione Trentino Alto Adige - Innesto con la S.S. n. 203 a Cencenighe * Confine con la regione Trentino Alto Adige - Innesto con la S.S. n. 51 presso Venas * Innesto con la S.S. n. 53 a Treviso - Innesto con la S.S. n. 50 a Feltre * Innesti con la S.S. n. 348 presso Anzu * Innesto con la S.S. n. 51 a Ponte nelle Alpi - Innesto con la S.P. n. 1 Var/a "Variante Col Cavalier" * Innesto con la S.P. n. 1 Var/a "Variante Col Cavalier" Innesto con la S.P. n. 1 Var "Variante Lentiai - Bardes" * Innesto con la S.P. n. 1 Var "Variante Lentiai - Bordes" - Innesto con la S.S. n. 50 a Busche * Innesti con la S.P. n. 1 presso la località Lentiai a Bardes * Innesti con la S.P. n. 1 presso Col Cavalier * Conegliano - Ratoria con la S.S. n. 53 a Oderzo * Innesto con la S.S. n. 53 - Svincolo Autostrada A27 "Treviso Sud" * Innesto con la S.S. n. 62 - Rotatoria di San Leonardo
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA NUOVA
VENEZIA
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il Vertice a roma con i tecnici di infrastrutture, beni culturali e ambiente
Grandi navi, tre soluzioni sul tavolo Non c’è più il canale Vittorio Emanuele L’incontro voluto da Franceschini prevede di approfondire entro aprile le ipotesi Duferco, Marghera e San Nicolò Enrico Tantucci Tre soluzioni definitive possibili per il nuovo tracciato delle grandi navi e tra queste non c’è lo scavo del canale Vittorio Emanuele, caldeggiato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e dal presidente della Regione, Luca Zaia. È quando ha stabilto il vertice interministeriale - Beni Culturali, Infrastrutture e Ambiente - che si è tenuto ieri nella sede del ministero dei Beni Culturali, guidato da Dario Franceschini. Le schede esaminate dai Ministeri - elaborate dall’Autorità portuale di Venezia su loro richiesta - riguardano il terminal galleggiante in bocca di Lido, proposto dalla società dell’ex vicesindaco Cesare De Piccoli e dalla Duferco; il nuovo terminal anche per le navi di grandi dimensioni ipotizzato a Marghera; il terminal alla diga sud del Lido che era già stato ipotizzato dal precedente ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. L’unico progetto al momento esistente, sia pure in fase di progettazione preliminare ma che ha già superato il parere della commissione di Valutazione ambientale del ministero dell’Ambiente ed è ora al Consiglio superiore dei lavori pubblici è appunto quello del terminal galleggiante Duferco-De Piccoli. Il fatto che non sia stato preso in considerazione lo scavo del canale Vittorio Emanuele è legato evidentemente anche alle perplessità sull’intervento. Sul tavolo dei tre ministeri, ieri, anche tre schede che riguardano le soluzioni provvisorie, quelle per iniziare intanto a spostare almeno
una parte delle navi da crociera dal Bacino di San Marco. Riguardano l’area del terminal traghetti di Fusina, quella Tiv di Marghera e quello del canale industriale Nord, dove però non esiste un terminal e bisognerebbe iniziare a scavare. I tre Ministeri si sono aggiornati per valutare le proposte con l’obiettivo di arrivare però rapidamente, prima del prossimo Comitatone - che slitterà a febbraio - a una decisione. Nelle ultime settimane, tramite il ministero delle Infrastrutture, anche l’Autorità portuale di Venezia ha fornito ai Beni culturali dati, informazioni e relazioni sulle varie soluzioni progettuali di cui si sta discutendo. Già, di fatto, scartato invece uno dei progetti possibili caldeggiato dal Movimento Cinque Stelle, quello dello scalo crocieristico a Chioggia, per il suo impatto e le difficoltà di realizzazione. Non sembra però al momento allo studio un nuovo decreto sulle grandi navi che superi il Clini-Passera, di fatto inattuato, anche perché non c’è ancora la soluzione alternativa definitiva che esso prevede anche per attuare misure provvisorie. Quello su cui Franceschini si sta concentrando in questi incontri con i suoi colleghi è la scelta di una soluzione finale sul tracciato delle grandi navi, senza passare attraverso altre soluzioni-tampone che rinviino la questione a data da destinarsi. È un problema anche di credibilità politica per lo stesso ministro, e anche per il ministro De Micheli, che hanno parlato in più occasioni di aprile come del mese della svolta. —
l’incontro
Tre ministri per trovare una proposta condivisa Sopra, il passaggio di una grande nave in bacino di San Marco. A sinistra, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, a destra, la collega delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli
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su proposta di pellicani (pd)
Sulla nuova Legge speciale la Camera dà il via all’iter Se ne parla da anni, ma ora ha mosso un primo concreto passo avanti: la Commissione Ambiente della Camera ha, infatti, deliberato all’unanimità il via a un’indagine conoscitiva per portare alla modifica della Legge speciale per Venezia. Lo ha fatto approvando una proposta del deputato pd veneziano Nicola Pellicani, nell’ambito dell’esame della proposta di legge 1428 sulla “Sal-
vaguardia di Venezia”, della quale è relatore. «Tre mesi di tempo a partire da oggi per svolgere una serie di audizioni con tutti i soggetti pubblici e privati a vario titolo interessati al Dossier Venezia», spiega il parlamentare, «la Conferenza dei Capigruppo della Camera ha deciso di inserire la Pdl nel calendario delle priorità dei lavori delle prossime settimane. Ovvero, riservan-
dole una corsia preferenziale. Un segnale di grande attenzione per il problemi della città e - per quanto mi riguarda - un riconoscimento al lavoro svolto nel corso della legislatura». Saranno, dunque, settimane di audizioni con rappresentanti dei ministeri e degli enti locali, delle categorie, istituti di ricerca, comitati impegnati per la salvaguardia della città e della laguna.
Nella proposta di legge c’è la necessità di riprendere a realizzare gli interventi di manutenzione diffusa per la salvaguardia fisica della città interrotti da troppo tempo; affrontare il tema dello sviluppo del Porto e della zona industriale di Marghera; agire sulla gestione dei flussi turistici; far fronte alla questione delle Grandi Navi e del moto ondoso; rispondere ai problemi della residenza e del ripopolamento della città storica. La proposta di legge riconosce la specialità di Venezia introducendo elementi di federalismo fiscale e assegnando un’effettiva autonomia d’azione ai vari enti e soggetti pubblici della città. L’iter è avviato. —
CONEGLIANESE
GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA TRIBUNA
susegana
san vendeMiano
Disabile droga la giovane badante poi le toglie i vestiti e la palpeggia
Una serata di cucina multietnica con le foglie
Rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale un cinquantenne recidivo. «Sono innocente» SUSEGANA. Droga la badante per poi denudarla e palpeggiarla. Per questo un cinquantenne, rimasto disabile a causa di un incidente, è stato rinviato a giudizio dal giudice Angelo Mascolo con l’accusa di violenza sessuale. Va detto che l’uomo non è nuovo a questo genere di accuse dato che in passato era stato condannato per lo stesso reato. LA VIOLENZA
L’uomo, residente a Susegana, è costretto su una sedia a rotelle e con la mobilità gravemente compromessa a causa di un incidente che l’ha coinvolto quando aveva 20 anni. Per questo necessita dell’assistenza di una badante che, però, l’ha denunciato una volta resasi conto di quello che le era accaduto. La donna è una ventottenne di origine colombiana che era stata assunta proprio per assisterlo nonostante il precedente di un paio d’anni fa: il cinquantenne era stato infat-
Il cinquantenne è accusato di aver sciolto nell’acqua data alla badante della benzodiazepina
ti condannato con rito abbreviato (e quindi con lo sconto di un terzo della pena) a tre anni di reclusione (sentenza confermata in appello) per lo stesso reato ai danni di due giovani nordafricane che aveva assunto anche in quel caso per aiutarlo in casa. In questo caso l’uomo
colline del prosecco
«La Cna può contribuire all’eccellenza Unesco» CONEGLIANO. «L’artigianato
sia uno dei perni del turismo sostenibile trainato dal fenomeno Prosecco». Lo chiede la Cna, l’associazione degli artigiani, che guarda con attenzione all’istituzione dell’ente di gestione del nuovo sito Unesco, le colline Conegliano-Valdobbiadene, annunciata dal presidente Luca Zaia per il 22 gennaio prossimo. «È un’ottima opportunità per fare squadra, mettendo in rete le eccellenze espresse dal nostro territorio e dando attuazione alla legge sul turismo espe-
Alessandro Conte (Cna)
l’iniZiativa
Torna il “15 solidale” coi liceali del Marconi CONEGLIANO. Prosegue il pro-
getto “Il 15 solidale” al liceo Marconi. Ieri studenti e insegnanti hanno aiutato il comitato di Conegliano della Croce rossa. I volontari dell’associazione hanno bisogno infatti di un manichino per effettuare le esercitazioni delle manovre da eseguire sui bambini che rischiano il soffocamento. Acquistando le merende offerte dall’azienda il Giraforno di Maserada, i liceali hanno raccolto
Il liceo Marconi
avrebbe però fatto un salto di qualità dato che, secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura di Treviso, per poter toccare e palpeggiare la colombiana le avrebbe fatto bere della benzodiazepina, uno psicofarmaco con proprietà sedative, ipnotiche e ansiolitiche che viene
rienziale – afferma Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto - nel piano turistico indicato dal governatore entri a pieno titolo anche la valorizzazione della produzione artigiana locale». «L’artigianato locale ha tutte le caratteristiche per entrare in sintonia con i bisogni e le aspettative di quella nicchia di turismo che ama immergersi nella tipicità dei luoghi, ricercando esperienze a 360 gradi, tra cultura, storia, natura, prodotti enogastronomici e artigianato – commenta Alfonso Lorenzetto, presidente di Cna territoriale Treviso - valorizzare le produzioni artigiane è la strada per dare solide gambe alla nuova fase di sviluppo che interesserà il nostro territorio, grazie anche all’attrattiva generata dal nuovo sito Unesco». —
i fondi che saranno devolute alla Croce Rossa. Una volta mese al liceo di Conegliano si svolge un’iniziativa benefica con diverse finalità. Ad ottobre 390 euro erano stati destinati all’Associazione volontari della solidarietà per il progetto “Orti delle donne” in Ciad. Ad novembre si era svolta un’intera “Giornata solidale”, in cui sono stati raccolti oltre 2 mila euro, divisi da la Fondazione di Comunità Sinistra Piave e l’emergenza acqua alta di Venezia. A dicembre era stata aiutata la cooperativa sociale Terramica di Mansuè. Con un piccolo ma significativo gesto vengono così sostenute numerose realtà del territorio. — Di.B.
usato soprattutto nei casi di dipendenza da alcol, ansia, insonnia e agitazione. LA DIFESA
L’uomo, difeso dall’avvocato Luisa Osellame, è in sedia rotelle a causa di un grave incidente che ha segnato la sua esistenza in maniera negati-
va: sempre in quel periodo era anche arrivato il divorzio dalla moglie, da cui aveva avuto due figli con i quali i rapporti sono però divenuti negli anni sempre più complicati. I fatti di cui dovrà rispondere nel processo che inizierà la prossima primavera sarebbero avvenuti ai primi di gennaio dell’anno scorso. La donna, assunta come badante, lo accusa di averla sedata con una “bevanda” . A quel punto, incapace di opporsi sarebbe stata svestita e una volta rimasta in biancheria intima avrebbe dovuto sottostare alle attenzioni del 50enne, che l’avrebbe toccata e palpeggiata sul sedere. Proprio il fatto che la colombiana sia stata “drogata” è contestato con decisione dalla difesa. Ma per il gip Angelo Mascolo gli elementi probatori portati dall’accusa sono solidi e il 50enne è stato rinviato a giudizio. L’uomo respinge tutte le accuse. — G.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SAN VENDEMIANO. Il 2020
per l’associazione “Festa dei popoli” inizierà sul tema definito dall’Onu: “Anno internazionale della salute delle piante”. È stato così ideato l’evento "Street fooglie - quando le foglie cadono in pentola: piatti tradizionali dal mondo”. La serata si svolgerà sabato primo febbraio nell’oratorio parrocchiale di San Vendemiano. Sarà realizzata una degustazione di piatti a base di foglie tipici da: America Latina, Filippine, Marocco, ex Unione Sovietica e Italia. L’associazione Festa dei popoli da un decennio svolge attività di condivisione di diverse culture da tutto il mondo. Tra febbraio e marzo si svolgerà invece un corso di cucina internazionale in sei serate. Sicilia, Senegal, Brasile, Ucraina, Colombia e Cina saranno i territori da cui arriveranno le specialità. Le serate saranno ad iscrizione e numero chiuso. Il gruppo, che fa parte del centro giovanile San Vendemiano, si sta già preparando all’annuale festa che si celebrerà come sempre a inizio estate. — Di.B.
l’incidente alla condotta principale
Piave Servizi prepara il conto «Causato un danno notevole» Il presidente Bonet conferma che la tubazione era segnalata «L’intervento dei nostri tecnici è stato molto efficiente, in tanti ci hanno ringraziato» CODOGNÈ. Piave Servizi ha effettuato accertamenti e chiederà un risarcimento danni in seguito alla rottura dell’acquedotto a San Martino di Colle Umberto, che martedì pomeriggio ha lasciato circa settantamila utenze senz’acqua. «Una quindicina di nostri dipendenti sono stati coinvolti nell’intervento – spiega il presidente Alessandro Bonet - dispiace per l’incidente perché la presenza del tubo lì era stata segnalata, tra l’altro nelle immediate vicinanza c’è il serbatoio. La richiesta di risarcimento da quanto emerge dai primi accertamenti è doverosa, dovremo fare una stima. Il danno e il disagio maggiore è stato quello all’utenza». Un agricoltore arando ha centrato con lo scarificatore la tubazione sotto al terreno. La punta dell’attrezzo ha forato la conduttura principale dell’acquedotto. È stato lo stesso agricoltore a segnalare il danno che aveva involontariamente provocato. Sul tubo da 600 mm è stato installato un giunto per riparare la falla. Nella serata di martedì l’acqua ha raggiunto anche i territori più distanti, da Mareno a Codognè e Vazzola. «Per noi questo episo-
La condotta dell’acquedotto riparata martedì con un giunto
dio ha rappresentato uno “stress-test” importante – aggiunge il presidente di Piave Servizi - mi ha fatto piacere che il sistema d’emergenza abbia dimostrato la sua efficacia, abbiamo ricevuto complimenti sia dagli amministratori locali che dagli utenti. Merito al direttore, ai responsabili di settore, ai ragazzi che hanno lavorato. Anche il sistema di comunicazione realizzato in questi anni è stato importante». Ieri mattina in centro a Godega si è verificata una breve interruzione dell’acqua, ma a seguito di lavori e non ci sono stati particolari disagi. Il serba-
toio ripartitore di San Martino raccoglie l’acqua proveniente dalle fonti della Val Lapisina, per redistribuirla a Colle Umberto, Sarmede, Cordignano, Orsago, Gaiarine, San Fior, San Vendemiano, Codognè, Mareno, Vazzola e Fontanelle. Per il futuro la società del sistema idrico ha già avviato i progetti di potenziamento. «Nel traforo di Vittorio siamo già arrivati con la conduttura bis – spiega il presidente di Piave Servizi - stiamo progettando anche la tratta che dall’ex centro Victoria raggiungerà il serbatoio di San Martino». — Diego Bortolotto
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GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 LA TRIBUNA
CASTELLANA
castelfranco, inchiesta verso l’archiviazione
Morto a scuola: «Nessuno è responsabile» Gli esami hanno stabilito che era impossibile prevedere l’infarto miocardico che ha stroncato Sukhraj, 14 anni, al Barsanti CASTELFRANCO. La morte di
di Sukhraj Rathor, il quattordicenne morto lo scorso ottobre durante la lezione di educazione fisica, è stata una tragedia purtroppo inevitabile. L’ha stabilito l’autopsia eseguita sul corpo del ragazzo che ha fatto emergere come il decesso fosse dovuto ad una improvvisa frattura del cuore. Per cui ora scivola veloce verso l’archiviazione l’inchiesta che era stata aperta dalla Procura. L’ESAME
L’approfondimento era stato condotto dai medici dell’Usl e ha chiarito l’origine della morte del giovane di origine indiana, che solo pochi gior-
ni prima di morire aveva sostenuto e superato le visite mediche per tornare a giocare a calcio a livello agonistico. Il sostituto procuratore Mara De Donà aveva aperto un fascicolo senza indicare ipotesi di reato. La relazione dell’Usl è ora decisiva per stabilire di escludere di indagare su una responsabilità colposa per la morte del ragazzo. IL MALORE
Quel lunedì il ragazzo si era accasciato al suolo mentre stava seguendo, con i compagni di classe, l’ora di educazione fisica. Un malore improvviso e fatale quello che ha colpito lo studente india-
si parte a settembre
no, residente con la famiglia a Riese Pio X. Il dramma si è consumato poco dopo le 12. 20 all’istituto “ITT Barsanti” di Castelfranco in via dei Carpani. L’allarme era stato immediatamente lanciato dagli insegnanti e dal personale della scuola. Sul posto erano intervenute l’ambulanza e l’automedica del Suem 118 ma tutti i tentativi di far ripartire il cuore del ragazzo sono stati inutili. Per il giovane, studente della prima superiore dell’istituto Castellano, non c’è stato nulla da fare. I SOCCORSI
Sul posto intervenute anche le forze dell’ordine. Ma sorriso di Sukhraj si è spento per
sempre. Era un ragazzo amato da tutti per il suo ottimismo e per il suo sorriso; abitava con la sua famiglia a Riese Pio X, aveva compiuto 14 anni solo un mese fa. Aveva scelto con entusiasmo la stessa scuola del fratello Harminder, ora laureato in Ingegneria meccanica e impiegato alla Steelco di Riese. E i primi voti avevano confermato che buon sangue non mente: anche Sukhraj aveva già ottenuto ottimi risultati. Appassionatissimo di calcio, aveva ripreso gli allenamenti con la Union Riese Vallà Spineda e sarebbe sceso in campo nel turno successivo. — Giorgio Barbieri © RIPRODUZIONE RISERVATA
il blitz
Cocaina in casa castellano arrestato dai carabinieri
Sukhraj Rathor
crespano del grappa
Scuola dell’infanzia Vertice con la Regione montessoriana «Pedemontana Emergenza a Caselle d’Altivole proseguirà la sua attività» la prima nella Marca ALTIVOLE. Aprirà nel plesso scolastico parrocchiale Giuseppe Sarto a Caselle la prima scuola dell’infanzia montessoriana della Marca Trevigiana. Il primo percorso educativo di stampo montessoriano dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni in provincia di Treviso prenderà il via a settembre 2020. Il metodo Montessori, inventato dalla scienziata e medico Maria Montessori, si basa sulla libera scelta del bambino, stimolando un percorso di apprendimento che l’alunno sceglie in maniera autonoma e creativa. «La libertà offerta a ciascuno di poter scegliere il materiale e di usarlo per quanto tempo desidera e la possibilità di autocorreggere i propri errori – spiegano le formatrici dell’Opera Nazionale Montessori – mettono il bambino al centro dell’educazione». Infatti, secondo Maria Montessori, il bambino non “impara”, bensì costruisce il suo sapere e la sua personalità attraverso l’esperienza e le relazioni con lo spazio, con gli oggetti, con gli altri. A dare l’impulso all’attivazione dell’innovativo metodo didattico che fa leva sull’esperienza sensoriale è stata l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Chiara Busnardo. «Vogliamo coltivare nel territorio la cultura della pedagogia montessoriana, che acquista valore soprattutto nei primi anni di vita del bambino, prima ancora della scuola elementare, perché è dall’età della scuola dell’infanzia che si struttura il pensiero del bambino e si co-
struiscono i processi mentali dell’apprendimento», spiega il primo cittadino. I genitori hanno approvato con entusiasmo la proposta, mentre l’amministrazione comunale, credendo molto nel metodo «che fa scuola a livello europeo nonostante sia ancora poco diffuso in Italia», si è impegnato a sostenere il progetto attraverso il reperimento dei fondi per l’acquisto dell’arredo. L’open day con la presentazione del metodo Montessori che la scuola di Caselle avvierà nell’anno scolastico 2020-2021 si terrà domenica 19 gennaio alle 11. Interverranno nell’occasione, ol-
La nuova offerta nel plesso “Sarto” è per bambini dai tre ai sei anni
La garanzia di Silvia Rizzotto «Non ci saranno tagli ai fondi e il servizio sarà rafforzato» Il direttore dell’Usl 2 assicura il rinnovo dopo il 28 febbraio CRESPANO. «Nessun dubbio: Pedemontana Emergenza proseguirà la sua attività, magari anche con la possibilità di veder rafforzato il servizio. Una notizia importante per una ampia zona del territorio trevigiano». La capogruppo di “Zaia presidente” in consiglio regionale, Silvia Rizzotto, commenta così l’esito del vertice a cui ha preso parte ieri mattina in Regione, coordinato dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, insieme al dg dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, al responsabile dell’urgenza-emergenza regionale Paolo Rosi, al presidente del comitato dei sindaci del distret-
Un intervento delle ambulanze di Pedemontana Emergenza
to di Asolo e sindaco di Pieve del Grappa, Annalisa Rampin, insieme al vicepresidente dell’esecutivo e sindaco di Pederobba, Marco Turato. L’incontro è stato promosso da Rizzotto su richiesta di alcuni sindaci della Pedemontana, dopo aver recepito l’appello di Pedemontana Emergenza, che aveva lamentato il taglio dei contri-
L’iniziativa del centro culturale “Due Mulini” tre alla coordinatrice delle tre scuole dell’infanzia paritarie di Altivole, Michela Forner, due formatrici dell’Opera Nazionale Montessori: Daniela Valenti, coordinatrice scientifica dei corsi Montessori, e Cinzia Paccagnella, coordinatrice montessoriana della scuola infanzia e scuola primaria Centro Montessori Padova Spes e assistente ai corsi di differenziazione Montessori. Altivole è stato il primo Comune a livello provinciale a sperimentare l’instaurazione di una rete tra le scuole dell’infanzia: «Grazie al raccordo è stato possibile differenziare la proposta formativa». —
Dai dinosauri alla danza il ballo diventa inclusivo con le lezioni di Giovanni L’IDEA
I
n molti hanno pensato ad un caso di omonimia, vedendo il suo nome tra i conduttori di Bala Balando, il corso di ballo che si tiene al Centro Due Mulini: invece quel Giovanni Mazzariol è proprio lui, il ragazzo con la sindrome di Down, protagonista del best seller “Mio fratello rin-
Matteo e Giovanni
buti da 100 mila euro a 49 mila euro in tre anni. «La comunicazione della Regione ci rassicura», dice il presidente di Pedemontana Emergenza Paolo Girardi, che ora attende un incontro «per un confronto sui numeri» o una lettera informativa sulle modalità di prosecuzione del rapporto. «I nostri 115 volontari operano gratuitamente, sen-
corre i dinosauri” scritto dal fratello Giacomo e da cui è stato tratto un fortunato film. Ogni venerdì Giovanni, insieme all’amico Matteo Milani, detta le mosse ad una quarantina di corsisti. «La nostra famiglia e quella di Matteo si conoscono da sempre – spiega Katia Colella, la mamma di Giovanni – di fronte alla volontà di mio figlio di frequentare un corso di ballo, ci è venuta in mente l’idea di crearne uno nuovo, sfruttando le competenze di Matteo in animazione dei gruppi. Così è partita questa iniziativa che ha raccolto grande successo». Un corso che si può definire ad alto tasso di inclusione, ma non per la presenza di Giovanni e un paio di altri ragazzi con problemi, ma perché ha dato
Dieci grammi e mezzo di cocaina e tutto il necessario per confezionare le dosi: il ritrovamento di questo materiale a seguito di perquisizione dell’abitazione e di altri immobili nella sua disponibilità ha portato i carabinieri ad arrestare nei giorni scorsi un 40enne residente a Castelfranco. L’uomo dopo la convalida dell’arresto è stato sottoposto all’obbligo di dimora.
za rimborso spese, ma abbiamo sei ambulanze che coprono il territorio da Semonzo a Valdobbiadene trasportando i pazienti dal Monte Grappa e Cesen fino all’ospedale di Treviso in caso di necessità, i mezzi necessitano sempre più di interventi di manutenzione i cui costi diventano insostenibili. La revisione del contributo è dunque fondamentale per consentirci di andare avanti». La convenzione scade il 28 febbraio, ma Benazzi ha assicurato che il servizio sarà rinnovato per poi essere stabilizzato, valutandone il potenziamento e coprendo comunque «tutte le spese sostenute dall’associazione per garantire il servizio ai cittadini». Rizzotto lo precisa: «Le preoccupazioni che avevo raccolto nel territorio in queste settimane erano legittime, anche se mai nessuno ha pensato di tagliare o ridurre questo servizio, anzi: ora con il nuovo contratto si potranno adeguare e migliorare alcune criticità, tenendo comunque conto delle norme nazionali vigenti. Adesso la palla passa alla parte dirigenziale per la stesura del nuovo bando, ma per ora non possiamo che ritenerci molto soddisfatti». — Maria Chiara Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA
la possibilità a tante persone di partecipare a un’attività che magari desideravano, ma sulla quale temevano il confronto con gli altri. «Qui ci si può esprimere liberamente la propria personalità – continua mamma Katia – ma innanzitutto ci si diverte. E si fatica». Giovanni Mazzariol è davvero un docente: è lui a istruire sulle mosse ma anche a correggere chi non le esegue correttamente. E prima di ogni lezione si vede con Matteo per prepararla. «Direi che come esperimento partito in sordina – conclude Katia – questa proposta ha già rivelato le proprie potenzialità come una opportunità per i ragazzi disabili di trovare un ambiente davvero inclusivo». — Davide Nordio
Economia 13
IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 16 Gennaio 2020
CONFARTIGIANATO “Compraverde”:incontro allaFaediPovolaro
C’èancheConfartigianato Veneto traquanti hannocollaborato perla realizzazionedella3a edizione perilpremio“Compraverde Veneto 2020”perpromuovereacquistiverdi e delGreenPublic Procurement.Candidature entroil27febbraio. Perdarediffusione alpremioci sarannopiù incontri:oggi allaFae di Povolaro di Dueville.
ALLEGRINI Diventadistributore perThibaultLiger-Belair
Ladistribuzione di Allegriniin Italiasi arricchiscedi unanuovapartnership.Colnuovo anno ilgruppocon basea Fumane(Valpolicella) diventaimportatore e distributore diThibault Liger-Belair: produce ecommercia vino aNuits Saint-Georges. Il Domaine,guidato da ThibaultLiger Belairdal 2001, ha unpatrimonio viticolodi 7,5 ettari.
INDUSTRIA DI SANDRIGO. Laproduzionedifialesegueilboomdeifarmaci
Crestani,record dicontieredditività Premio ai lavoratori Ilfatturatohasegnato un+12%: volasoprattutto ilmercatointerno. Eititolari accolgonolarichiesta deilorofigli:milleeuro inpiù peri60dipendenti Cinzia Zuccon
I dipendenti, si sa, vanno fidelizzati, specie se realizzano produzioni specifiche e delicate che distinguono pochissime imprese in Italia. “Crestani” di Sandrigo, infatti, è una delle sei sole aziende specializzate nella produzione di fiale per uso farmaceutico. Un settore in rapida progressione tanto che nell’ultimo bi-
lancio ha segnato un nuovo record sia di fatturato che di redditività. E l’ha celebrato destinando un premio speciale a tutti i 60 dipendenti: mille euro di bonus, in aggiunta al premio di risultato. «Se le cose vanno bene è giusto premiare i collaboratori che hanno contribuito al successo dell’azienda». Giampaolo Crestani, presidente e ad dell’a azienda che guida insieme alla sorella Claudia, spie-
“
Puntiamoa nuoveassunzioni manonèfacile trovareaddetti traigiovanid’oggi GIAMPAOLOCRESTANI PRESIDENTEDELL’AZIENDA
ga che entrambi hanno accolto subito la proposta di un riconoscimento speciale ai lavoratori avanzata dai loro figli, la terza generazione entrata nell’azienda di famiglia fondata negli anni ’50. LA FARMACEUTICA ITALIANA CORRE. Crestani nel 2019 ha
chiuso il bilancio con 8,9 milioni di fatturato, +12% sul 2018, confermando la crescita costante degli ultimi tre anni. A crescere di più è la produzione realizzata per il mercato italiano: nel biennio 2018-19 segna +20%. «La richiesta di farmaci sta crescendo in tutto il mondo - spiega Crestani - ma l’incremento della vendita dei nostri prodotti in Italia è dovuto al fatto che il nostro Paese è diventato il 1° produttore europeo
in programma anche altri investimenti per incrementare gli spazi per il magazzino e per il personale». NUOVEASSUNZIONI. La cresci-
Unoscorciodella“Crestani”di Sandrigo
Ebitdaal13% Crestani,oltre60 annidi esperienzanella produzionedifiale in vetroneutro per l'industriafarmaceutica e cosmetica,ha sviluppato ancheuna lineaaggiuntiva emolto specificadi prodotticomei flaconi siliconati.Questiinumeri dell’aziendanegli ultimi anni:nel 2017il fatturato èstato di 6,7 milionidi euro,nel 2018è salitoa 7,9e nel2019 a 8,9 milioni.Sempreelevato l’ebitda:nel2018 era di pocoinferioreal 10%e nel2019ha superato il 13%. C.Z.
di farmaci, superando anche la Germania». Crestani esporta il 55% della sua produzione, per il 25% in Europa e il resto nel Far East, Centro e Nord Africa, Sud Africa e Medio Oriente. L’azienda ha anche l’accreditamento “Fda” di parte terza che permette ai propri clienti di commercializzare i farmaci confezionati in fiale prodotte nello stabilimento di Sandrigo anche negli Stati Uniti e in Canada. Gli standard di richiesti dal settore sono particolarmente elevati e, oltre a questo particolare accreditamento, Crestani ha tre diversi tipi di certificazioni Iso: sul sistema organizzativo, la certificazione ambientale e la certificazione specifica per i contenitori primari per l’industria farmaceutica.
BASSANO. Ladirezioneaziendale (laproprietà èdella multinazionalesvedeseDometic) trova l’accordoconi sindacati
250 MILIONI DI FIALE L’ANNO.
Crestani (che produce anche fiale per la cosmetica) realizza 250 milioni di pezzi l’anno, una produzione destinata ad aumentare. «Nell’ultimo triennio - spiega il presidente - abbiamo investito 3,6 milioni di euro per migliorare il clima nell’ambiente di produzione dove si lavora il vetro con fiamme libere, abbiamo aggiornato gli impianti e i sistemi di gestione della produzione e dotato gli impianti di telecamere per elevare ulteriormente il controllo di qualità dei prodotti. Questo oltre all’investimento in nuovi impianti per aumentare la capacità produttiva: entro il trimestre lo stabilimento sarà in grado di produrre 300 milioni di fiale. Per l’anno in corso abbiamo
ta dell’azienda ha comportato anche un incremento di addetti; negli ultimi due anni sono state assunte una decina di persone e nel 2020 sono previste altre 6-7 assunzioni per rinforzare ufficio amministrativo, magazzino e soprattutto la produzione, per cui serve una formazione specifica. «Non è facile trovare nuovi addetti - spiega il titolare -. Negli ultimi anni c’è stato un ricambio generazionale importante, anche perché l’azienda ha un turnover molto basso, ma le nuove generazioni hanno un approccio diverso al lavoro, si guardano più in giro. Il bonus che abbiamo distribuito per i risultati conseguiti nell’ultimo anno è dunque anche un modo per rafforzare il legame con i collaboratori in vista dei nuovi traguardi che ci attendono. È stato un riconoscimento extra al premio di risultato che abbiamo distribuito anche lo scorso anno: 1300 euro che quest’anno, con performance ancora migliori, contiamo di superare. Si tratta di una cifra netta solo per chi ha scelto di aderire alla proposta di welfare aziendale, ma sono ancora pochi i dipendenti che scelgono questa opzione, la maggior parte predilige ancora il premio in denaro, anche se tassato». • © RIPRODUZIONERISERVATA
CONFARTIGIANATO. Entra in vigorela norma
Smev,la svolta:nientelicenziamenti Climatizzatori:ora sirischianomulte Lavoro per 39, per gli altri 29 c’è la cigs da100milaeuro Èstatacostituitauna nuovasocietà che si occuperàdellelavorazioni distampaggio Enrico Saretta BASSANO
Ben 39 lavoratori rioccupati e altri 29 in cassa integrazione straordinaria. Sono questi - resi noti a sorpresa ieri pomeriggio - i termini principali dell’accordo di gestione della crisi che, come noto, ha colpito la Smev di via Apollonio a Bassano. L’azienda alla fine dell’anno scorso aveva avviato la procedura di cessazione dell’attività, e questo comportava il conseguente licenziamento di tutti e 68 i dipendenti. I sindacati - trovando immediato sostegno anche in Regione - avevano subito levato gli scudi, organizzando assemblee e scioperi e chiedendo alla ditta, che fa parte della multinazionale svedese Dometic e che si occupa della produzione di lavelli e piani cottura per camper e navi, di valutare altre soluzioni.
Idipendenti sarannoanche impegnati inalmeno200ore diformazioneper lariqualificazione
STOPLICENZIAMENTI. La buo-
na notizia è che la soluzione è stata trovata in queste ore, con la direzione aziendale, la Fim Cisl di Vicenza e le Rsu che hanno approvato il percorso definitivo. L’accordo di gestione della crisi prevede innanzitutto il ritiro dei 68 licenziamenti previsti dalla procedura di mobilità. Questo è stata possibile perché è stata costituita una nuova società che si occuperà di lavorazioni di stampaggio sia per la stessa Dometic che per altri clienti. In questa società già dal mese prossimo verranno rioccupati 39 lavoratori, a pari condizioni economiche, contrattuali e normative. Per gli altri 29, verrà richiesto al ministero del Lavoro un periodo di 12 mesi di cassa integrazione straordinaria. FORMAZIONE. In questo lasso
di tempo, col supporto dell’assessorato al lavoro della Regione guidato da Elena Donazzan, verrà implementato un percorso di politiche attive. In sostanza, i lavoratori saranno impegnati in almeno 200 ore di formazione retribuite, che serviranno per la loro riqualificazione e l’acquisizione di nuove competenze professionali, anche digitali. Verrà favorita inoltre la loro
Sonoprevisteancheperilcliente se l’installatore non ha il patentino MESTRE (VE)
UnoscorciodellaSmev di Bassano
ricollocazione con un incentivo economico all’esodo variabile, a seconda del tempo di permanenza in cassa integrazione straordinaria. «TROVATE SOLUZIONI CONDIVISE». «Ancora una volta si di-
mostra che laddove i lavoratori sono solidali gli uni con gli altri si riescono a trovare soluzioni condivide - afferma
Adriano Poli, referente della Fim Cisl per il territorio bassanese -. In questo particolare caso, anche attraverso l’apporto costante di tutti gli attori sociali, compresa la Regione Veneto, siamo riusciti a dare continuità lavorativa a una larga fetta di persone e a garantire un periodo congruo in cui le rimanenti potranno usufruire di una serie di strumenti atti
al conseguimento di nuove professionalità da spendere nel mercato del lavoro». L’iniziale chiusura dello stabilimento, fortunatamente scongiurata, era stata giustificata dalla Dometic con la volontà di evitare “doppioni”, visto che la multinazionale ha una sede anche nell’Est Europa e altre 80 nel mondo. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Installazione climatizzatori: entrerà in vigore venerdì, 17 gennaio, il nuovo decreto sugli F-Gas o gas fluorurati ad effetto serra. «Il testo apre alla speranza di mettere la parola fine ai casi di concorrenza sleale: introduce pesantissime sanzioni amministrative sia per gli installatori che non sono in possesso dei relativi patentini che per i loro clienti. In particolare, per le imprese che si avvalgono di installatori non certificati le sanzioni arriveranno fino a 100 mila euro. Stessa cifra anche per il privato cittadino nel caso in cui il recupero dei gas dagli impianti avvenga attraverso installatori senza apposito patentino». Lo sottolinea in una nota Dario Dalla Costa, presidente della Federazione Impianti di Confartigianato Veneto e anche presidente nazionale di categoria. «Peccato solo - precisa - che non siano stati accolti i nostri contributi di proposte in tutto il lungo iter normativo in materia che avrebbero mitigato l’eccessivo rigore delle sanzioni e, dall’altro, elimina-
to alcune lacune che limitano l’efficacia del decreto F-gas». «Auspichiamo - afferma Dalla Costa - che sia possibile arrivare ad una armonizzazione del sistema sanzionatorio riproporzionato sulla base delle sanzioni previste per i venditori che appaiono essere più clementi. Inoltre abbiamo chiesto una forte riduzione delle sanzioni previste per le imprese in caso di ritardato inserimento dei dati nella banca dati F-Gas (entro 30 giorni) che appaiono troppo elevate, fino a 15mila euro, rispetto alla natura amministrativa della violazione. La sproporzione rischia infatti di causare effetti opposti, andando a pesare solo sulle imprese in regola che rischiano di essere facili bancomat per fare cassa. I controlli sarebbe bene si concentrassero su chi il patentino non ce l’ha». Le imprese infatti «hanno fatto un percorso di formazione e certificazione delle proprie competenze». Ci si deve rivolgere quindi a un impiantista qualificato abilitato alla Camera di commercio. E i primi a doverlo garantire sono ovviamente i rivenditori delle apparecchiature. •