Rassegna stampa del 17 gennaio 2020

Page 1

17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 27 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 37 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 21 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


17-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


XVI

Chioggia

EMANUELE MAZZARO, AMMINISTRATORE DI SST, METTE IN RILIEVO L’EFFICIENZA DELLA FLOTTA COMPOSTA DA 300 IMBARCAZIONI

I NUMERI Fatturato a 37 milioni, uno e mezzo in più rispetto all’anno precedente. Più di 10 milioni di chili di prodotto

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Pesce, vola l’export in Spagna Le grandi industrie conserviere iberiche ricorrono `Anche nel 2019 il mercato ittico all’ingrosso sempre più spesso al pescato azzurro del golfo mantiene il primato per volume d’affari in Italia `

Scuole al freddo, petizione dei genitori CHIOGGIA

CHIOGGIA

ma che il più grande centro ittico d’Italia non ha seguito la sorte di altre strutture analoghe, attualmente in declino, grazie alla riluttanza degli operatori locali che, una ventina d’anni or sono, si opposero fermamente alle proposte dei fautori di nuove modalità di contrattazione bastate sull’elettronica. «Certamente – commenta l’amministratore unico – qualche innovazione può essere comunque ammissibile. Nel rispetto, tuttavia, dei criteri tradizionali, confermatisi ottimali. E’ peraltro un dato di fatto che le aste al ribasso, troppo scarsamente remunerative per le ultime partite presentate ai potenziali compratori, finiscono paradossalmente per incentivare il mercato nero». Roberto Perini

Una lettera-petizione, firmata dai genitori della scuola media “Olivi” e da genitori e studenti dell’istituto “Veronese”, rivolta al Comune di Chioggia e alla Città metropolitana, perché venga risolto al più presto il problema del riscaldamento. La lettera è in preparazione e le firme, nel maggior numero possibile, saranno raccolte la prossima settimana. Questa la mossa decisa nei consigli di istituto dei due plessi che si sono riuniti mercoledì pomeriggio, in orari diversi, con un gruppetto di genitori che ha fatto da collegamento tra le due assemblee. All’ordine del giorno c’era, ovviamente, la situazione di disagio che si era creata a seguito delle ripetute rotture dell’impianto, in comune tra le due scuole, nei giorni dal 7 al 13 gennaio. In quel periodo gli studenti del “Veronese” avevano più volte disertato le lezioni e i genitori della “Olivi” erano sul piede di guerra. Ora, dopo i rattoppi che hanno ripristinato - per il momento - la funzionalità dell’impianto, vecchio e poco affidabile, chiedono una soluzione definitiva che sarebbe già programmata, con un intervento di separazione dei due apparati termici da effettuare in primavera-estate, dopo il termine delle lezioni. Ma, a scanso di equivoci, genitori e studenti, nella lettera che invieranno ai due enti, intendono chiedere un preciso impegno in tal senso e la sottoscrizione, entro marzo, di un protocollo d’intesa che stabilisca l’esatta suddivisione dei compiti e degli oneri economici tra Comune e Città metropolitana, in modo che non sorgano ostacoli di tipo amministrativo. Per parte loro anche le direzioni scolastiche dei due istituti si stanno muovendo, su canali propri, per garantire la continuità dell’offerta didattica. Diego Degan

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mercato ittico clodiense non ha rivali in Italia. Nel 2019 ha registrato un volume complessivo d’affari di ben 37 milioni 286 mila euro a fronte di 10 milioni e 982 chilogrammi di prodotto controllato dai veterinari e passato per la sala delle aste. Nessun’altra struttura grossistica nazionale è riuscita a fare altrettanto. Rispetto al 2018, il mercato ha conseguito un aumento del fatturato di circa un milione e mezzo, soprattutto grazie a un sensibile incremento delle catture, pur nel rispetto delle stringenti norme che limitano lo sforzo di pesca. L’abbondanza del prodotto locale ha pure comportato un decremento delle contrattazioni di quello proveniente dall’estero e da altre regioni d’Italia.

LE ESPORTAZIONI E da qualche anno il mercato di Chioggia, oltre ad aver consolidato i rapporti con i compratori tedeschi e austriaci, si è fatto largo perfino in Spagna, dove di certo il pesce non manca. Le grandi industrie conserviere iberiche ricorrono sempre più sistematicamente al pesce azzurro del golfo di Venezia, apprezzato per le sue particolari caratteristiche. Lo acquistano soprattutto nei periodi in cui è presente in Alto Adriatico mentre manca nel Mediterraneo occidentale e lungo la costa atlantica spagnola. Chioggia si conferma pure come principale punto di riferimento per l’importazione dei branzini e delle orate allevate in mare aperto, in Croazia e in Grecia.

L’AMMINISTRATORE Emanuele Mazzaro, amministratore unico della società partecipata dal Comune che si occupa dei servizi territoriali (Sst) conferma che il centro ittico clodiense mantiene l’invidiabile primato soprattutto grazie all’alta efficienza della flottiglia peschereccia locale, composta da circa 300 imbarcazioni,

PRODOTTI DI QUALITA’ Il mercato ittico di Chioggia in una foto d’archivio

grandi e piccole. Gli armatori e i marinai a loro volta, assicura, traggono beneficio dall’efficienza del mercato che garantisce compensi equi per tutti. «Ed è proprio in virtù dell’imponente giro d’affari – commenta il massimo dirigente – che, nel grande centro ittico misto (pesce locale e d’importazione) si tengono quotidianamente due aste tradizionali mentre, altrove, tutto ora si risolve in un’unica seduta elettronica al ribasso. Metodologia, questa, rivelatasi svantaggiosa tanto per gli armatori quanto per gli equipaggi».

QUOTAZIONI Contrariamente a quanto accade a Chioggia, laddove essa è stata adottata, l’ordine di presentazione della merce viene stabilita mediante un’estrazione a sorte. «A Civitanova oppu-

Le aste

Funziona ancora la vendita all’orecchio In molti mercati ittici italiani l’ordine di presentazione della merce viene stabilito mediante un’estrazione a sorte, con un’unica seduta “elettronica” e al ribasso. A Chioggia invece funziona ancora, e garantisce prezzi migliori, il vecchio sistema “all’orecchio”.

re ad Ancona – aggiunge - dove tutto è automatizzato in funzione del prezzo minore, ho potuto personalmente constatare che la quotazione delle casse di pesce sbarcate dai pescherecci estratti per ultimi finisce talvolta per sfiorare lo zero. Nel mercato clodiense (dove ancora si pratica l’apparentemente antiquata vendita all’orecchio) questo non accade. In primo luogo, perché buona parte del prodotto freschissimo viene ceduta direttamente, poco dopo lo sbarco, ai compratori accreditati mentre le aste hanno luogo solo successivamente, per le quantità rimanenti. Il pesce, però, se lo aggiudica sempre e comunque chi offre di più, dopo averne verificato da vicino la qualità. Ed è proprio questo a fare la differenza». In sostanza, Mazzaro confer-

«Lavori in Romea, Porto ancora escluso» CHIOGGIA L’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale (Adsp) è rimasta ancora una volta esclusa dai confronti tecnici preliminari ai grandi lavori sui ponti della Romea. Lo riferisce Alfredo Calascibetta, presidente del comitato per il rilancio del porto. «Il rinvio di ogni decisione nel merito della manutenzione straordinaria del varco sul Canale delle Trezze – premette – non sorprende affatto gli operatori mercantili. Se l’aspettavano, dati i precedenti. La mancata decisione deriva proprio dal fatto che, ai portavoce della portualità, non è stato affatto consentito di suggerire soluzioni ade-

guate. E’ un dato di fatto che nessuno si sia preoccupato dell’operatività dello scalo marittimo, condannato a rimanere inattivo durante tutto il periodo dei lavori, che avranno inizio in una data ancora da fissare e si protrarranno piuttosto a lungo. La sola certezza consiste nel fatto che le già adottate restrizioni al transito dei trasporti eccezionali hanno comportato il crollo dei traffici più qualificanti. Le industrie del Nord Italia, ad esempio, non si servono più di Val da Rio per spedire all’estero i grandi macchinari destinati all’estrazione degli idrocarburi. Del resto, nessun imprenditore dotato di buon senso – spiega Calascibetta – si azzarderebbe a spedire merci di valore senza poter con-

tare sul rispetto della tempistica. I trasporti costano cari e le navi non possono aspettare. I lavoratori e l’indotto del porto sono già alle corde. Tutta colpa della classe politica, già dimostratasi incapace di sbloccare il protocollo dei fanghi, indispensabile affinché, nonostante la disponibilità del finanziamento, possa essere dato corso all’escavo dei canali lagunari che conducono dalla bocca di San Felice ai moli d’attracco». Il portavoce degli operatori internazionali si appella infine al presidente della Regione Luca Zaia affinché prenda in mano la situazione che, trascurata, «potrebbe condurre al crollo di tutte le attività». R.Per. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ponte translagunare, vertice Comune-Anas entro 6 giorni CHIOGGIA

SCALO PORTUALE Il Porto di Chioggia visto dall’alto

61c9b1a6-5043-46d6-815d-aac1c3d64d08

Ancora una settimana, almeno, prima di conoscere la tempistica e la modalità dell’intervento di sistemazione del ponte translagunare (la parte sul canale delle Trezze) da parte dell’Anas. Il contatto tra il Comune e l’ente stradale, che ha avuto luogo ieri mattina, ha portato a stabilire per martedì prossimo la data di un ulteriore aggiornamento che dovrebbe fissare l’incontro vero e proprio in uno dei due giorni successivi, mercoledì o giovedì. E tutto a causa dell’indisposizione di un tecnico che si occupa del progetto. Nel frattempo, però, l’Anas

ha programmato i lavori sul ponte sul Brenta e quello sull’Adige, dal 21 gennaio al 23 marzo, con restringimento delle carreggiate e doppio senso di circolazione. In queste notti, fino a martedì, è previsto il senso unico alternato. Il mantenimento del doppio senso nei due ponti, a monte e a valle di Chioggia, potrebbe preludere alla decisione di eseguire i lavori sul Translagunare con traffico a senso unico alternato, evitando il circuito ad anello con l’Arzeron. Con gli altri due ponti “aperti”, infatti, il senso unico alternato potrebbe essere considerato sopportabile per la viabilità, anche se creerà dei rallentamenti e potrebbero essere mantenuti i tempi previsti (entro Pasqua) di sistemazione dei ponti. (d.deg)


30 Provincia

L'ARENA

Venerdì 17 Gennaio 2020

GARDA- BALDO VIABILITÀGREEN. C’èl’ok dallaGiunta dellaprovincia autonomadiTrento, il cuipresidenteFugatti dichiara: «Opera strategica perlo sviluppoturistico e sportivo»

CicloviadelGarda, arrivanoi fondistatali Approvatol’accordofraVeneto, Lombardia e Trentino: il ministero eroga1,6milionidieuro. Progetto difattibilitàultimatoentroil2020 Luca Belligoli

Ciclovia del Garda, approvato l’accordo tra Veneto Lombardia e Trentino. Il ministero delle infrastrutture eroga per la prima annualità 1 milione e 600mila euro. Il progetto di fattibilità tecnico-economica dove essere ultimato entro il 2020. Intanto la ciclopedonale di Limone ha superato il mezzo milione di presenze e quella che unisce Riva a Torbole è stata chiusa per frana e verrà riaperta dopo la costruzione di un nuovo «by pass» a lago. Via libera, dunque, all’accordo fra Trentino, Veneto e Lombardia per la ripartizione dei primi fondi statali destinati alla ciclovia del Garda. L’ok è arrivato dalla Giunta della provincia autonoma di Trento, che è l’ente capofila del progetto che prevede, tra l’altro, la costruzione, ex novo, di un tracciato ciclabile anche che collegherà Malcesine a Torbole. Attraverso il protocollo d’intesa tra le tre amministrazioni interessate, siglato lo scorso aprile, la provincia autonoma di Trento era stata individuata come soggetto capofila, con una funzione di coordinamento tra le parti coinvolte e di interfaccia con il mi-

nistero delle infrastrutture e dei trasporti, anche ai fini della rendicontazione dei costi della progettazione e della realizzazione dei diversi lotti funzionali. L’accordo di collaborazione punta in particolare a «gestire in modo coordinato e sistemico la realizzazione dell’opera assicurando efficienza ed economicità ed al fine di concordare modalità di finanziamento e rendicontazione delle attività». Attraverso questo documento vengono definite nello specifico le modalità di riparto delle risorse messe a disposizione dal Ministero per il primo acconto della prima annualità, che è pari a 1.615.881,60 euro. Il restante importo di 15.006.630,80 euro verrà erogato in altre tranches dal ministero, che sarà chiamato a valutare il progetto di fattibilità tecnico-economica, da consegnare entro fine 2020 e il progetto esecutivo del lotto prioritario. Per Maurizio Fugatti presidente della Provincia autonoma di Trento, capofila del progetto: «Quest’opera è strategica per lo sviluppo turistico, sportivo, ludico-ricreativo e culturale delle aree che si affacciano sul lago di Garda. La ciclovia contribuirà inoltre a migliorare la sicurezza, riducendo l’interferenza della viabilità ciclopedonale con

Ilriconoscimento

Zuccotti,Pasqualini eAdaminominati cavalieridellaRepubblica

Unodeipunti più panoramicidellaciclovia delGarda, aLimone

quella veicolare a motore». Mentre sta procedendo l’iter per l’agognato completamento dell’anello della ciclovia del Garda, emergono eccellenze e criticità per alcuni dei tratti già esistenti che sono già frequentatissimi. La pista ciclopedonale più frequentata del Garda è quella di Limone che, a poco più di un anno dall’inaugurazione, ha superato il mezzo milione di presenze. Questa struttura, definita la pista ci-

clopedonale più spettacolare del mondo, è stata costruita da aziende veronesi. Si tratta della passerella a strapiombo sul lago, due chilometri di percorso panoramico mozzafiato. Il manufatto è stato costruito interamente a sbalzo sul lago, con strutture aggrappate alla roccia, dal Consorzio stabile europeo che ha sede a San Martino Buon Albergo. L’opera di Limone, che è costata circa 6 milioni, è stata

molto impegnativa dal punto di vista progettuale e logistico. Il 90 per cento del materiale è stato trasportato con l’elicottero. Frequentatissima anche la ciclopedonale che unisce Riva del Garda a Torbole, che però da novembre è chiusa a causa di una frana caduta dal Monte Brione. In questi giorni partiranno i lavori per creare un by-pass alternativo, che scenderà verso la spiaggia. • © RIPRODUZIONERISERVATA

MALCESINE. Interrogazione in Regione della consigliera del Pd: «Problemi e carenze strutturali»

«Servonosoldiperl’ospedale malaRegione non cisente»

Bigon: «Personale ridotto, letti in meno: l’eccellenza vantata da Zaia?» Gerardo Musuraca

«Servono investimenti strutturali per la sistemazione dell’ospedale di Malcesine a partire dal padiglione A, e investimenti per sostituire il personale andato in quiescenza o trasferitosi in modo da poter riaprire tutti e 80 i posti letto ospedalieri». A sostenerlo è la consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon. La politica regionale scaligera ha presentato ieri una interrogazione alla giunta guidata da Luca Zaia proprio sull’unico nosocomio della riviera veronese gardesana. «All’ospedale di Malcesine», ha dichiarato la Bigon, «continuano ad esserci problemi di personale che si sommano alle carenze strutturali: la Regione ha intenzione di intervenire visto che la situazione è nota da tempo oppure no?». E ancora: «Gli investimenti in sanità sbandierati da Zaia vanno fatti sull’intero territorio, il Veneto non

Ospedaledi Malcesine: interrogazionedellaconsiglieraregionale AnnaMariaBigon

finisce a Treviso». «Stiamo parlando di un ospedale che è un centro di riferimento nazionale per lo studio e la cura degli esiti tardivi della poliomielite, oltre a essere un fondamentale presidio medico per i pazienti affetti da queste patologie, che arrivano anche da fuori regione. Perciò», ha ricordato la

consigliera, «associazioni e amministrazioni locali di Malcesine, Brenzone e Torri hanno chiesto di potenziare i servizi, ma la Regione continua a essere sorda». «L’Aidm (la Associazione interregionali disabili motori, n.d.r.) ha già più volte denunciato la progressiva riduzione delle figure professionali: og-

gi ci sono appena due fisiatri in servizio in ospedale. A questo si aggiungano la soppressione di oltre 20 posti letto di riabilitazione ortopedica, la contrazione dei servizi ambulatoriali, la chiusura della Riabilitazione cardiologica da novembre 2018, la presenza di un cardiologo appena un giorno a settimana per le visite

ambulatoriali e il trasferimento di un altro fisiatra. È questa offerta la eccellenza, di cui la Regione si vanta sulla stampa?», chiede provocatoriamente la Bigon. Infine, la consigliera nell’interrogazione ha sottolineato pure che «i problemi riguardano anche la struttura nel suo complesso: servono interventi per l’adeguamento e messa a norma del Padiglione A. Dei 3,3 milioni destinati all’ospedale per gli impianti antincendio, per i gas medicali e per l’antisismica (soldi stanziati nel 2015, n.d.r.) ne sono materialmente stati spesi appena 840mila. La Regione deve garantire invece tutte le risorse per il completamento dei lavori e assicurare la piena attività del nosocomio, sia per quanto riguarda ricoveri e assistenza giornaliera, sia per l’attività ambulatoriale. Così si salvaguarda un presidio fondamentale per un intero territorio», ha concluso. La Ulss 9, a fine 2019, ha peraltro chiesto oltre 1,4 milioni di euro alla Regione proprio per sistemare, dal punto di vista anti-incendio, il padiglione A e «i confronti con la Direzione della Ulss 9 sono sempre stati positivi e costruttivi», sottolineano dal municipio di Brenzone e di Torri. «La palla è in mano alla Regione», hanno chiuso dall’ospedale dell’alto Garda, «sperando che non sia sorda alle richieste del territorio». •

Trai nuovicavalieri etra le alte onoreficenzeconsegnate dal prefettodi Verona,Donato Cafagna,ci sono anchealcuni personaggidispicco della rivierascaligera delGarda. SonoMassimoZuccotti di Peschiera,dirigentedell'ufficio marketingdiGardaland, GiuseppeAdami, presidente delCircoloAnziani diTorri,e VitoPasqualini, imprenditore diBardolinonelsettore della gelateria,pasticceria e profumeria.Tuttisono stati nominatiCavaliere dell'Ordine almerito dellaRepubblica ItalianainPrefettura.Il prefettoCafagna hapremiato intutto35cittadini veronesi. Zuccotti,cinquantatreennedi Peschiera,unpassato nell'Aeronauticamilitare italianaedapprezzatospeaker dituttigli Airshowsvoltisi sull'interolago diGarda,ha messoincampo iniziativeassai singolaritra le qualiilportare l'euro,due anniprimadellasua immissione,inesposizione a Gardaland;ricerchestoriche sullago, 35annidi volontariato invarieassociazioni, inprimis nellaProtezioneCivileemolto altroancora. Permeriti lavorativiil prefetto diVerona hapremiatoanche unaltro illustrelacustre,cittadino torresanodiadozione: Vito

Brevi PASTRENGO INSALACONSILIARE BARALDOPRESENTA ILSUO NUOVOLIBRO Questa sera alle 20.30 nella sala consiliare di Pastrengo, Matteo Baraldo («life coach spirituale per guerrieri della luce, liberi sognatori responsabili») presenta il suo nuovo libro, «Essere, la rivoluzione di se stessi». Dialogherà con l'autore Maria Cristina Fornalè. L.B. CAPRINO CENTROPARROCCHIALE INCONTROSU FONTANA FARMACISTAESTUDIOSO Oggi alle 20.30, al centro parrocchiale di Pesina è in programma «Francesco Fontana di Pesina: farmacista, studioso...». Relatore, il «prof»Giancarlo Volpato.Ingresso libero. B.B. BRENTINOBELLUNO ALTEATROFESTA «GIULIETAE ROMEO» DIBARBARANI Domani alle 21, al Teatro Antonio Festa, a Rivalta in via La Val, l'associazione il Nuovo Filò presenta «Giulieta e Romeo» di Berto Barbarani. Lo mette in scena il Teatro Ipazia di W. J. Bertozzo. B.B.

Pasqualini,imprenditoredi Bardolino,eGiuseppe Adami,già presidenteregionaleeprovinciale dell’Associazioneinvalidie mutilatidel lavoroeattuale presidentedelCircoloAnziani di VillaMelisaa Torri.Per questa premiazioneèintervenutoanche il primocittadinodiTorri,Stefano Nicotra,inPrefettura.«Faccioa lui icomplimenti anome di tuttala nostracomunità diTorri elo ringrazioancoraper quantoha fattoesta facendonei riguardidel prossimo.Il CircoloAnziani,sotto lasua guida,èstato rilanciatoe funzionabenissimo»,hachiuso il primocittadino, chesiè complimentatoinfine«con l'amico MassimoZuccotti,che aTorri ha organizzatoecondotto moltissimeiniziative, qualile BenemerenzedelGarda una decinadiannifa peralcuni anni». Tragli altripremiati, nomi noti delpanoramanonsolo scaligero maanchenazionale tra i quali, ad esempio,i nuovi commendatori comel’ex rettoredell'università di Verona,NicolaSartor, ilprofessor ClaudioBassi,direttore dell’istitutodelPancreas, e GiampietroPinna, direttore dell’istitutodiNeurochirurgia e direttoredeldipartimento di Neuroscienzedell’azienda ospedaliera,oltreaEnrico Fiorio, fondatoredell’omonima società attivanelsettore dell’energia. G.M.

RIVOLI

Incontro conlastorica maestra Rosetta La maestra Rosetta Gaspari, 92 anni, rincontra i suoi alunni di tanto tempo fa, ora sparsi tra Caprino, Rivoli, Ruina e Zovo, fino a Breonio nel comune di Fumane in Valpolicella. La maestra oggi ultranovantenne insegnava alle scuole elementari di Lubiara, nel comprensorio caprinese ai piedi del Baldo, quando ancora era un centro autonomo e frequentato da tanti bimbi. Tra loro anche Franco Coltri «Babo», uno dei massimi esperti del monte Baldo e della Valdadige. La serata, organizzata per oggi alle 20 nella sala consiliare in corte Bramante dalla biblioteca comunale di Rivoli, s’intitola «Ricordi di scuola e le poesie più belle» e sarà «un incontro con la maestra Rosetta», spiega Virginia Cristini, presidente del comitato di gestione della biblioteca. «La maestra ha promosso numerose ricerche con gli scolari, sugli ambulanti, i vecchi giochi e il filò, ricerche che sono state pubblicate di recente in un quaderno de Il Baldo edito dal Ctg». La partecipazione alla serata è libera. • C.M.


14

VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

il processo alla camorra nel veneziano

«Un fenomeno mafioso forte e indipendente» Iniziata la requisitoria del pm: il boss Donadio aveva un ruolo visibile e consolidato. Parti offese assenti «per paura» Francesco Furlan MESTRE. Inizialmente legati ai Casalesi, ma poi capaci di costituire un «fenomeno mafioso autonomo», che ha conquistato il territorio di Eraclea e del litorale, a colpi di estorsioni. Diventando il principale interlocutore per le attività criminali. Che quello in corso all’aula bunker di Mestre sia un processo per mafia è evidente - per la procura - anche nell’assenza delle costituzioni di parte civile da parte delle persone offese. «Queste persone non ci sono perché hanno paura», ha detto il pm Federica Baccaglini che con il collega Roberto Terzo ha firmato l’inchiesta sulla mafia nel litorale. Nell’udienza preliminare di ieri - la seconda di un fitto calendario - i rappresentanti della procura hanno iniziato la loro requisitoria nei confronti dei 75 imputati, di cui 37 accusati di associazione mafiosa, mettendo l’accento sulla forza criminale del gruppo capeggiato da Luciano Donadio e sul fatto che le loro vittime - quasi 50 le persone fisiche individuate come parti offese - fossero terrorizzate anche dopo il blitz della squadra mobile della po-

Gli avvocati nell’aula bunker di Mestre che ospita l’udienza preliminare contro il clan Donadio

lizia. Anche con i vertici del gruppo in carcere, sentite dagli investigatori tendevano a ridimensionare le minacce ricevute. «Un evidente clima di omertà», per la procura. L’intervento del pm Terzo è stato di carattere generale, teso a dimostrare la sussistenza del reato di associazione mafiosa, ricordano il ruolo di Donadio e dei suoi nel territorio, un «ruo-

lo visibile e consolidato». E «riconoscibile». Con il boss Donadio punto di riferimento per il recupero credito, con la gente in coda per chiedere un aiuto a Zio Luciano. La pm Baccaglini ha invece cominciato a vagliare le singole posizioni, soffermandosi in particolare sul ruolo dell’avvocato Anna Maria Marin, l’ex presidente della Camera penale, legale di Dona-

lo scontro sulla biennale

dio, accusata di aver svelato ai membri del gruppo criminale atti coperti da indagine. La procura nei suoi confronti aveva chiesto la sospensione dell’attività ma il gip Marta Paccagnella aveva respinto la richiesta sostenendo che non ci fossero gravi indizi di colpevolezza. Indizi che invece per la procura sarebbero non solo evidenti ma anche confermati, negli ul-

timi mesi, dagli interrogatorio resi da Christian Sgnaolin, braccio destro di Donadio diventato collaboratore, e da Tatiana Battaiotto, moglie di Tommaso Napoletano. La requisitoria si concluderà oggi. L’udienza è servita per definire il quadro delle parti civili. Il giudice per le udienze preliminari (Gup), Andrea Battistuzzi, ha ammesso il ministero dell’Interno, la presidenza del Consiglio, l’associazione Libera e la Cgil provinciale e regionale, queste ultime due solo in parte, ovvero solo per i reati di associazione mafiosa e per quei capi di imputazione che fanno riferimento all’intermediazione di manodopera e interposizione negli appalti. Tra le parti civili, come persona fisica, ammesso Fabio Gaiatto, il trader di Portogruaro già condannato a 15 anni per truffa e, in questo processo, nei panni della vittima per estorsione. Reato che è stato anche al centro di un’eccezione sollevata in merito alla competenza territoriale - perché l’estorsione si sarebbe consumata nel Portogruarese su cui è competente la procura antimafia di Trieste - ma che è stata respinta dal giudice che ha ritenuto il reato connesso a

quelli di mafia, e quindi da incardinare al tribunale di Venezia. Respinta anche l’eccezione sollevata dai legali di Donadio, in carcere a Nuoro, sul sistema del processo in tele-conferenza. Nell’udienza di ieri si sono costituiti come parte offesa la Regione Veneto e la Cisl provinciale e regionale, che potranno quindi costituirsi parte civile solo in fase di dibattimento, dove comunque approderanno i nomi più importati. Nel frattempo potranno assistere alle udienze preliminari, ma non potranno accedere ai risarcimenti di quegli imputati che accetteranno di farsi giudicare con la formula del rito abbreviato. Undici lo faranno sicuramente, tra loro Sgnaolin (braccio destro di Donadio), il poliziotto Moreno Pasqual (accusato di aver passato informazioni riservate), Berardino Notarfrancesco, uno dei picchiatori. Un’altra dozzina sta valutando che fare: avrà tempo fino all’udienza del 5 febbraio. Due i patteggiamenti concordati: Tatiana Battaiotto (1 anno e 4 mesi per favoreggiamento) e Giorgio Minelle (2 anni per estorsione). E oggi alle 10 si torna in aula bunker. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

centrosinistra verso il voto veneto

Documento dei senatori M5S Circoli Pd, firme per primarie contro la conferma di Baratta Calenda-renziani: c’è l’intesa VENEZIA. È diventato ormai

uno scontro politico senza esclusione di colpi tra Lega (favorevole) e Movimento Cinque Stelle (contrario) la questione Biennale e la possibile, ulteriore riconferma del presidente Paolo Baratta – decaduto lunedì scorso e in regime di “prorogatio” tecnica fino a 45 giorni con il Consiglio di amministrazione – possibile solo con un nuovo cambiamento in Parlamento dello statuto che regola la fondazione. Con una polemica diretta tra i senatori del Movimento Cinque Stelle in Commissione Cultura e il presidente della Regione Luca Zaia. Uno scontro che vede in grande imbarazzo il Pd e il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini, grande estimatore di Baratta, che lo riconfermerebbe volentieri, ma che non può spaccare su questa nomina contestata la maggioranza di governo. Ad accendere la miccia, l’emendamento al decreto Milleproroghe presentato qualche giorno fa dall’onorevole leghista Angela Colmellere – segretario della commissione Cultura della Camera – che prevede appunto la possibilità di cambiare la legge della Biennale, consentendo a Baratta un nuovo mandato. A questo si sono aggiunte poi le dichiarazioni dell’ex ministro ai Beni culturali Paolo Bonisoli – indicato proprio dai Cinque Stelle – favorevole a una proroga per l’attuale presiden-

Paolo Baratta

te della Biennale. Una proroga alla quale del resto, da ministro, stava già lavorando prima della caduta del Governo gialloverde. Ma ieri è arrivato su questo la netta presa di posizione dei senatori Cinque Stelle della commissione Cultura. «Siamo contrari ad ogni ulteriore ipotesi di deroga o modifica allo Statuto della Biennale di Venezia» hanno dichiarato «che comporti una proroga del mandato dell’attuale presidente Paolo Baratta. Anche se già ribadito, appare utile ripeterlo oggi, dopo aver letto le incaute dichiarazioni dell’ex ministro della Cultura Alberto Bonisoli, che non disdegnerebbe un “traghettamento” che veda Baratta (a sua volta ex ministro e con molteplici incarichi istituzionali) ancora presidente. La

presa di posizione di Bonisoli, in linea con quella di Brugnaro, Zaia e delle destre, è del tutto arbitraria e contraria alla linea già più volte espressa dal Movimento 5 Stelle. A Venezia come nel resto del paese l’arte contemporanea ha bisogno di apertura e di rinnovamento, esattamente il contrario di quanto accadrebbe con un ulteriore mandato di Baratta». Parole durissime, considerata anche la considerazione generale per l’operato di Baratta alla Biennale, al di là della possibile riconferma. E non si è tenuto allora il presidente della Regione Luca Zaia, grande sostenitore – con lo stesso sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – della riconferma di Baratta alla Biennale. «È sorprendente la linea dei Cinque Stelle» ha dichiarato ieri Zaia «contrari ad ogni ipotesi di deroga alla conferma del presidente Baratta alla guida della Biennale di Venezia. Questa non è la Società Autostrade, non gode di concessione. Se una cosa funziona, e questa istituzione culturale certamente ci riesce, dobbiamo fare in modo che continui. Anche la presa di posizione dell’ex ministro Alberto Bonisoli, uomo di punta del mondo della cultura, che afferma di vedere con favore una proroga al mandato di Baratta, è la prova che i pentastellati sono proprio fuori strada». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA. Giorni di passione nel centrosinistra veneto alla ricerca di uno sfidante credibile nella sfida a Luca Zaia, grande favorito del voto regionale di primavera. La direzione del Pd, convocata in un primo tempo per venerdì 24 dal segretario Alessandro Bisato, slitta al 31, in attesa dell’esito elettorale in Emilia Romagna. Chi morde il freno, nel frattempo, è l’unico sfidante dichiarato sulla piazza, il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, esponente dell’alleanza civica-ambientalista “Veneto che vogliamo”: «La prossima settimana riuniremo il tavolo che comprende Pd, movimenti civici, socialisti e verdi», fa sapere «l’obiettivo è superare i veti incrociati perché il candidato condiviso dev’essere la persona che meglio riesce ad amalgamare questi mondi, creando entusiasmo intorno a un nuovo progetto che vada oltre l’immobilismo della Lega e sappia dialogare anche con 5 Stelle, +Europa e Italia in Comune». A riguardo, però, il principale scoglio affiora in casa dem dove si fronteggiano ormai due linee. Quella del “sindaco ombra” padovano Massimo Bettin che giudica decisiva l’apertura della coalizione alle liste civiche e sostiene a spada tratta la candidatura di Lorenzoni. E le aspirazioni di esponenti rappre-

Lorenzoni divide i dem e la direzione slitta Italia in Comune corre con il Forum Ambiente

Baban è il candidato di Calenda

sentativi quali Claudio Fracasso, Laura Puppato e lo stesso Bisato - che non disdegnerebbero il ruolo di front runner, convinti che il partito più votato del centrosinistra debba sì lavorare all’allargamento dell’alleanza ma senza rinunciare, almeno in partenza, ad esprimere una propria candidatura. A ciò si aggiunge una questione di metodo: a chi spetterà “incoronare” lo sfidante? «Non certo a Roma e nemmeno a un comitato ristretto di capicorrente», replicano in molti, suggerendo il ricorso alle primarie di coalizione, una consultazione di iscritti e simpatizzanti già caldeggiata dall’eurodeputata Alessandra Moretti e ora richiesta da gruppi di militanti (ultimo,

in ordine di tempo, un circolo trevigiano) che qua e là avviano raccolte di firme. Anche la ricerca di ulteriori partner rischia di rivelarsi problematica. «Con Calenda affronteremo le prossime regionali, in Veneto, Puglia, Toscana, Marche e Campania», dichiara il renziano Ettore Rosato, deputato di Italia Viva e vicepresidente della Camera, convinto che «alla fine ci sarà anche Più Europa, con cui stiamo dialogando per lavorare insieme». Il portabandiera è già in rampa di lancio: Alberto Baban, già industriale di Tapi (tappi sintetici) e oggi presidente di VeNetWork, una società che riunisce decine di imprenditori; il pupillo calendiano, en passant, ha ricoperto per due mandati la presidenza della sezione pmi di Confindustria nazionale. Non bastasse, anche i grillini “pentiti” di Italia in Comune sembrano intraprendere una strada diversa: «Sono pronta ad aderire alla lista del Forum Ambiente che correrà da sola», fa sapere la coordinatrice del movimento, Patrizia Bartelle. — Filippo Tosatto


VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Venerdì 17 Gennaio 2020

Case Usl al Comune: «Solo allo stesso prezzo»

Proposta della commissione alla giunta. Bocciata l’idea di riservarle agli ospedalieri «La Regione si è dimostrata sorda alle necessità di Venezia: gli alloggi messi in vendita dall’Usl 3 finiranno nel mercato turistico», commenta il consigliere pd Claudio Sinigaglia al termine della V commissione regionale che ha autorizzato la vendita, all’asta, di 22 immobili di proprietà dell’azienda sanitaria, di cui 21 in centro storico. Nei giorni scorsi Ca’ Farsetti aveva richiesto il diritto di prelazione sugli appartamenti per evitare il bando, comprarli a prezzo favorevole e destinarli a chi vuole risiedere a Venezia. Ma niente da fare: la Regione, pena danno erariale,

VENEZIA

avrebbe l’obbligo di ottenere la massima valorizzazione del patrimonio: ergo vendere all’asta al miglior offerente per poi destinare il ricavato alla sanità veneziana. Ieri, comunque, è stato richiesto alla giunta, dal presidente della commissione Fabrizio Boron (Zaia presidente), di verificare la possibilità giuridica di alcuni correttivi al bando per favo-

Le critiche Cgil: così si favorisce il turismo. Pd: dovevano andare a Ca’ Farsetti

rire la residenzialità. In particolare, di impedire per almeno 8 anni la vendita degli immobili per evitare speculazioni, che a parità d’offerta sia privilegiato chi assicuri la residenza per almeno 5 anni e che, sempre a parità d’offerta, sia data precedenza al Comune. Né la Regione né Boron vogliono passare per chi favorisce il turismo. «Mi risulta — dice il presidente della commissione — che in passato il Comune abbia fatto alienazioni immobiliari: beni che si sarebbero potuti trasformare in appartamenti, ma ha preferito valorizzare il suo patrimonio

per altri investimenti più importanti. Se ci fosse stato un interesse forte all’acquisizione degli immobili Usl, mi sarei aspettato una richiesta di incontro con l’assessore, che non è arrivata». In commissione sono state anche bocciate altre richieste, avanzate dal Pd. «Abbiamo chiesto di riservare una quota dei 22 appartamenti a chi lavora al Civile: proposta bocciata poiché c’è già una foresteria interna — sottolineano i consiglieri Sinigaglia e Pigozzo — stessa sorte per la vendita al Comune in modo da incrementare il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica». «Depre-

L’alternativa si fa in quattro più liste per battere i fucsia Centrosinistra, Bellati con Più Europa. L’ipotesi: separati al primo turno MESTRE La coalizione alternati-

va all’attuale amministrazione si fa in quattro per contendere Ca’ Farsetti alle elezioni di primavera. Simbolicamente ma se fosse necessario, pure letteralmente. Una tattica per erodere consensi all’avversario della quale si ragiona da tempo ma che si è pienamente dispiegata l’altra sera al tavolo di confronto tra partiti e comitati quando si è presentato Gian Angelo Bellati. Che ci faceva lì, ha chiesto la sinistra? Ex candidato civico appoggiato dalla Lega che nel 2015 al secondo turno fece l’accordo con Luigi Brugnaro, col sindaco ha rotto i ponti da cinque anni. Separatista come Ugo Bergamo de «La Città é Tua», Bellati ha spiegato di essere federalista ed europeista, il linea con le posizioni di Più Europa del segretario comunale Michele Scibelli e che questo fine settimana andrà a Bologna all’appuntamento del partito. Nel fronte liberalista e moderato ci sono anche Azione di Carlo Calenda, il Psi, Italia In Comune, di sicuro Volt (formazione di giovani europeisti) e forse Italia Viva di Matteo Renzi. Un cartello

La vicenda ● A primavera veneziani e mestrini saranno chiamati a eleggere il sindaco e il consiglio comunale ● Luigi Brugnaro ha già annunciato la sua candidatura per cercare il bis, il centrosinistra non ha ancora individuato la persona su cui puntare.. L’obiettivo è un candidato unico, ma non è escluso che partiti e movimenti vadano divisi al primo turno per strategia elettorale

Conto alla rovescia Cinque mesi alle Comunali, Il centrosinistra ancora senza candidato

tale che il segretario comunale del Pd Giorgio Dodi ha osservato, sorridendo: «Siete tanti, ma non è che alla fine, il Pd è in minoranza?». Una battuta, ma mica tanto. Ai dem la presenza dei moderati piace, viene vista come valore aggiunto per erodere voti a Brugnaro. Pd e cartello moderato sono due dei quattro pilastri dell’alleanza che l’altra sera ha stretto un patto politico e strategico; gli altri sono la sinistra de «Il Nostro Impegno

per la Città» (Articolo Uno, Verdi, Rifondazione, Possibile, Sinistra Italiana) e le molte associazioni e comitati di «Un’Altra Città Possibile». Dalla riunione sono tutti usciti col sorrisone dell’accordo raggiunto: tutti insieme appassionatamente e con una tempistica che somiglia molto ai tempi lunghi del film con Julie Andrews. Vale a dire altri 15 giorni per chiudere su programma, modo per scegliere candidato sindaco e Munici-

cabile che il governo regionale sciupi questa opportunità — rincara il segretario veneziano della Cgil Daniele Giordano riferendosi all’affitto degli immobili ai lavoratori pendolari dell’Usl — favorendo un’ulteriore espansione all’utilizzo turistico». Boron, da parte sua, respinge le accuse lanciando un’ulteriore critica a Ca’ Farsetti. «Non voglio fare polemica con il Comune, ma mi chiedo se non ci siano alloggi Erp comunali attualmente chiusi o sfitti. Se ce ne fossero credo sarebbe più importante investire lì». Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA

palità in altrettanti tavoli di lavoro. Tutti d’accordo? Strategicamente, sì: i tavoli sulla costruzione di un programma comune e di candidature condivise per le Municipalità, andranno avanti comunque. Se tutto va male, almeno non si consegnano al sindaco pure i parlamentini. Tatticamente, invece, si valuta la possibilità di andare divisi, tema che è al centro del tavolo sulla scelta del candidato sindaco. I moderati pensano che, andando da soli insieme al Pd, potrebbero creare parecchi problemi ai fucsia che sono saldati coi sovranisti di Lega e Fdi, invisi all’elettorato liberale. La sinistra pensa che i moderati da soli potrebbero svolgere ancora meglio questo compito, visto il posizionamento politico dei dem. Un’altra Città Possibile valuta la possibilità di recuperare parte dell’elettorato civico movimentista che si astiene, diversificando l’offerta politica rispetto a quella del Pd. Il Partito democratico da parte sua corteggia molto i moderati e sta dicendo no a tutte le proposte della sinistra. Se ciascuna corrente di pensiero trovasse sbocco, alla fine si avrebbero quattro candidati, coalizioni e liste diverse. E non è nella strategia decisa l’altra sera. Che è: uniti si vince. Uniti a chi, viene da chiedere all’elettorato che a quattro-cinque mesi dal voto non sa ancora dove accendere il cero. Monica Zicchiero © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le cinque tese sulla laguna Polo nautico pronto nel 2021

San Giuliano, polemica sui lavori e sul futuro del parco MESTRE Cinque tese nuove di zecca, un bar rinnovato, un varco d’accesso che sarà anche punto informazioni, un centinaio di posti auto riservati per metà agli associati, per metà a disposizione di tutti. Ieri pomeriggio, in commissione consiliare, per la prima volta il progetto di riordino del polo nautico di San Giuliano è stato spiegato nei dettagli, dopo essere stato presentato alle associazioni remiere. «A febbraio potremo procedere con la gara per iniziare i lavori effettivi in autunno — ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto — Il cantiere poi

durerà dodici mesi». A fine estate del prossimo anno punta San Giuliano dovrebbe essere completamente rinnovata: restaurata la vecchia dogana, sistemata l’ex colonia elioterapica, la storica casa di cantiere diventerà ingresso e infopoint; spariranno gli attuali capannoni, sostituiti da delle tese. Anche i posti barca in scoperto verranno spostati e compattati, ma la capacità delle darsene non verrà intaccata, si manterranno i 500 rimessaggi di oggi. I due nuovi parcheggi, invece, sorgeranno al limitare dell’area, verso porta Gialla, dove potranno essere collegati alla viabilità

interna. Questo riordino libererà il quadrante d’angolo a nord, affacciato sulla laguna e sul seno della seppa, di cui però ancora non sono stati definiti gli utilizzi futuri. Preoccupa, invece, lo spazio di manovra per le barche davanti ai capannoni, da qualcuno giudicato troppo risicato, specie se andrà condiviso con i visitatori di passaggio provenienti dal nuovo varco d’accesso. La discussione si è fatta più accesa parlando dei sequestri di terreno contaminato, ricavato dagli scavi nell’area del tamburello per attrezzare il parco per i grandi eventi: «I

carotaggi sulla matrice terrosa non avevano evidenziato problemi — ha spiegato il dirigente Mario Scattolin — poi però sono emersi frammenti di vetro e amianto, evidentemente sepolto nel 2003, prima della certificazione del parco». Oggi i resti degli scavi sono mantenuti in un’area recintata, andranno smaltiti in due lotti, e solo per il primo (più piccolo) saranno necessari 250 mila euro. «Le vecchie amministrazioni hanno trasformato una discarica nel parco più grande d’Europa — ha detto il consigliere pd Nicola Pellicani — voi lo state snaturando». «Dal collaudo

del 2005 nessuno ha mai fatto niente, noi stiamo cercando di completare la visione del parco», replica l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin. Un’idea però non condivisa da tutti, come dimostrano le quasi 7000 firme contro il nuovo la riqualificazione dei capannoni delle attività logistiche raccolte dagli «Amici di parco San Giuliano»: «Nessuno ci ha ascoltato — ironizzava Anna Forte Zorzetto — Adesso depositiamo le nostre osservazioni, speriamo che finalmente arrivi risposta». Lunedì, quando si discuterà del piano. (gi. co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

9 VE

Noale

Gare, Consiglio a porte chiuse attacchi e accuse reciproche

N

on è bastata la seduta secretata del consiglio comunale di Noale di mercoledì per chiarire come mai l’appalto per il riscaldamento per le scuole sia stato prorogato per sei volte consecutive senza una gara. Vicenda che ha fatto accendere un faro all’autorità anticorruzione Anac. Sempre a porte chiuse, la discussione sarà completata lunedì. Mercoledì la seduta è stata chiusa a mezzanotte, c’erano i consiglieri ma anche gli assessori. E’ stato allontanato dalla maggioranza il comandante dei carabinieri che di solito segue per motivi di sicurezza. La questione è amministrativa perché coinvolge le scelte dell’allora responsabile dei Lavori Pubblici («Deliberazioni del tutto legittime: mi sono dovuto pagare di tasca mia un parere legale che confermasse che fare gare-ponte sarebbe stato uno spreco di tempo e danaro») ma anche la parte politica («Era perfettamente al corrente delle decisioni», ha detto il dipendente chiamato a rapporto). «Ci risulta incomprensibile il motivo reale di tanta riservatezza se non il voler nascondere la responsabilità politica di quanto è successo», commenta il capogruppo Pd Fabrizio Stevanato. La vicenda intreccia inimicizie personali tra dipendenti, avvenimenti privati che incontrano carriere politiche, antipatie di schieramento. Una delle poche certezze è che a sollevare la questione è stata l’ex consigliera de La Forza dei Noalesi Katia Valotto. «Ho raccolto la documentazione e l’ho inviata al’Anac». Le sfuriate (scritte) dell’allora segretario generale sono diventate leggenda. Nel 2020 pure i revisori dei conti hanno inviato alla rigorosa applicazione del Codice sui contratti pubblici dopo che a ottobre Anac aveva consigliato al Comune di smetterla con le proroghe e di passare ai bandi per superare le criticità degli appalti Conpis che non potevano andare a buon fine. Senza appalti, la difesa degli uffici, si sono risparmiati fondi. Il dipendente coinvolto è stato rimosso dall’ufficio, il superiore che doveva vigilare ha da poco vinto il concorso per incarico da dirigente di ruolo. E all’Anac ci sono i fascicoli per altre gare: pulizia delle scuole e cimiteri. (mo zi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

CITTA’ METROPOLITANA DI VENEZIA

Stazione unica appaltante Sede: via Forte Marghera n. 191-30174 Mestre (Ve) Si comunica che l’appalto relativo all’affidamento dei “lavori di adeguamento antisismico della scuola media- istituto comprensivo G. Marconi”, per conto del Comune di Ceggia, è stato aggiudicato all’operatore economico CARPENTERIA CARENA SRL – (C.F. 06410060013), con sede legale in via Salsasio, 9 – Carmagnola (TO). Informazioni ulteriori su: http://www.cittametropolitana. ve.it/SUA-bandi/sua-bandi-tutti.html Il Funzionario Dr. Stefano Pozzer


XVII

Riviera

LE PREOCCUPAZIONI «Il nuovo impianto è sovradimensionato, pericoloso per l’ambiente e per la salute e in contrasto con le direttive europee» Il 4 febbraio assemblea a Mestre

del Brenta

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

«Saremo una pattumiera: fermate l’inceneritore» Associazioni e comitati “smontano” `La società ribadisce che non sono previsti le integrazioni fornite da Veritas aumenti di trattamenti di scarto “secco” `

QUESTIONE RIFIUTI Se non è zuppa è pan bagnato, dicono associazioni ambientaliste e cittadine di Mestre, Marghera e della Riviera del Brenta a proposito del progetto per il nuovo inceneritore a Fusina. Veritas continua a ribadire che «è materialmente impossibile che a Fusina sorga il più grande inceneritore del Veneto», ma le associazioni, dopo aver perso un mese a leggersi le centinaia di pagine integrative inviate da Ecoprogetto alla commissione Via della Regione, sostengono il contrario. Nel frattempo sono raddoppiate di numero (a Medicina democratica, Opzione zero, Ecoistituto veneto A. Langer e Assemblea permanente contro il rischio chimico, si sono aggiunte Ambiente Venezia, Eddyburg, Altra Europa e Cobas Autorganizzati Comune di Venezia) e annunciano una mobilitazione che passerà anche per un’assemblea, il 4 febbraio, alle 18, al teatro Kolbe di Mestre, in via Aleardi: il prof. Gianni Tamino illustrerà le criticità del progetto, i rischi per la salute, nonché le possibili alternative.

L’APPELLO Associazioni e comitati chiedono ai Comuni soci di Veritas e alla Regione Veneto «di fermare subito l’iter autorizzativo e di ridiscutere le scelte in tema di rifiuti insieme ai cittadini». Sono principalmente cinque le criticità rilevate da queste realtà nel progetto per l’ampliamento dell’impianto Ecoprogetto di Veritas a Fusina, e soprattutto ritengono che il nuovo inceneritore sia «estremamente sovradimensionato, pericoloso per l’ambiente e per la salute di centinaia di migliaia di persone, in contrasto con la nuova direttiva europea sull’economia circolare e con le politiche di riduzione dei gas climalteranti». Il presidente di Veritas Vladi-

FUSINA L’impianto al centro di timori e polemiche. In alto il prof. Gianni Tamino che interverrà a Mestre.

Mira

A Borbiago viene presentato il nuovo circolo di Fratelli d’Italia Questa sera, alle 20, nel centro civico di Borbiago, verrà presentato il nuovo circolo di Fratelli d’Italia, alla presenza di Luna Vergerio, assessore a Salzano e coordinatrice per la Riviera del Brenta del partito, di Lucas Pavanetto, portavoce provinciale, e di Enrico Carlotto, esponente di Destra Mira ed ex consigliere di Alleanza Nazionale. «Fratelli d’Italia è uno dei pochi partiti che negli ultimi mesi ha visto aumentare i propri consensi – ha rilevato Vergerio - avendo la capacità di coinvolgere quei cittadini

che si riconoscono nei valori dell’onestà, amor di Patria e coerenza. Sono felice di partecipare alla presentazione del nuovo circolo di Mira, un comune dove la sinistra governa praticamente da 70 anni (ad eccezione della poco fortunata parentesi grillina) senza risolvere i problemi dei cittadini». «Nell’incontro – annuncia Carlotto – affronteremo più temi, compresa la costituzione di una sezione di partito. Il lavoro da fare è molto, i tempi sono maturi affinchè Mira possa cambiare». (L.gia.)

La compagnia Amici del Teatro di Pianiga ha vinto il Trofeo Vasca d’Argento 2019 (26. edizione) di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, con la commedia “Ancora sei ore”, scritta e diretta da Davide Stefanato, oramai diventata punta di diamante del repertorio della compagnia teatrale di casa. Lo comunica con soddisfazione il presidente del gruppo, Alberto Maretto: «Per noi è la quarta vittoria: si aggiunge al Trofeo ‘Davide Altieri’ di Arquà Polesine (Ro), al concorso ‘Teatrissimo’ di Bassano del Grappa (Vi) e alla rassegna ‘Maggio a teatro’ di San Donà di Piave; tutti titoli ottenuti nel-

VASCA D’ARGENTO Il gruppo di Pianiga con l’ultimo trofeo.

la prima metà del 2019. Questo è un segno del valore di un lavoro fresco, vivace, divertente e soprattutto ineditO: il testo è stato scritto appositamente

per gli ‘Amici di Pianiga’ dall’autore e regista Davide Stefanato degli ‘Alcuni’ di Treviso». Sempre la commedia ‘Anco-

`Lavori finanziati

con i proventi delle multe per eccesso di velocità CAMPONOGARA Sono stati avviati dalla Città Metropolitana i lavori di adeguamento ai due semafori installati tra le provinciali 13 e 18, incrocio tra via Cavour e via Volta, a Calcroci di Camponogara. L’intervento di concluderà lunedì 20 gennaio: il nuovo impianto sarà gestito dal Comune, come già avveniva per l’impianto precedente. A regolare il traffico nei momenti di maggior traffico durante gli adeguamenti in corso saranno gli agenti della Polizia municipale. I lavori prevedono dunque l’ammodernamento dell’impianto, con la sostituzione dei pali e delle lanterne ad incandescenza con nuove lanterne a led, la realizzazione di nuove spire per la rilevazione veicolare di flussi di traffico, l’installazione di un regolatore semaforico e di una centralina per il telecontrollo. Il costo del nuovo impianto è di 25mila euro, finanziato con i

proventi delle sanzioni relative alle violazioni dei limiti di velocità effettuate dalla Polizia locale sulle provinciali. «La Città metropolitana di Venezia dà seguito agli impegni assunti con i cittadini del comune di Camponogara – è il commento di Saverio Centenaro, consigliere delegato metropolitano - adeguando l’impianto già esistente così da rendere più sicuro l’incrocio tra le due provinciali. Un intervento che ancora una volta dimostra l’attenzione dell’ente per le esigenze del territorio e soprattutto per migliorare la sicurezza degli automobilisti e dei pedoni». G.Bort. © RIPRODUZIONE RISERVATA

CALCROCI Via Volta

miro Agostini e il direttore generale Andrea Razzini hanno più volte ribadito che non sono previsti aumenti degli arrivi di rifiuto secco e tantomeno da luoghi diversi dal territorio, o addirittura dal Veneto.

Si ripristina la pensilina fra la scuola e la palestra

IL BUSINESS

DOLO

Ma allora, chiedono le associazioni, perché ingrandire l’impianto? «Il vero motivo è il business che Veritas e i soci privati del gruppo Finam della famiglia Mandato potranno trarre dallo smaltimento di enormi quantità di scarti e dagli incentivi tutt’ora garantiti agli inceneritori che producono energia elettrica» concludono le organizzazioni: «Ancora una volta per Marghera e per l’area metropolitana, già sommerse da smog e veleni, si prospetta un futuro da “pattumiera”». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per gli Amici del teatro pioggia di trofei nel 2019 PIANIGA

Semafori rinnovati sulle provinciali 13 e 18

ra sei ore’, all’inizio del 2019, era stata selezionata al Gran Premio regionale Fita (vincitrice per la provincia di Venezia) e a fine anno aveva partecipato al concorso teatrale ‘Radici’ di Dueville (Vi) (il vincitore di questa rassegna sarà decretato ad aprile). L’anno nuovo si è aperto con la preparazione del concorso ‘La Ponpeta’ di San Giorgio in Bosco (Pd), a febbraio, e di quello dialettale ‘Leonessa d’oro’ di Travagliato (Bs), a maggio. Tutte le informazioni sulle date delle repliche delle commedie del gruppo, le foto e le recensioni si possono trovare cliccando sul sito www.amicidelteatrodipianiga.it. S.Zan. © RIPRODUZIONE RISERVATA

2721c7f5-639d-4d94-b574-1ba8543013b1

Il settore dei Lavori Pubblici del comune di Dolo ha affidato alla ditta I.M.M.M.E.S. srl di Campagna Lupia l’esecuzione di un intervento per il ripristino e l’ampliamento della copertura della pensilina esterna di collegamento fra la scuola primaria “Giotto” e la palestra limitrofa. Si tratta di un completamento dei lavori inerenti l adeguamento sismico ed energetico della scuola primaria di via Tintoretto, che hanno visto l’amministrazione impegnare la somma di 876.167 euro. Dopo l’esecuzione dei lavori

CAMPONOGARA “RETI DI FAMIGLIE” INCONTRO PREPARATORIO Oggi, alle 20.45, al patronato di Campoverardo, verrà illustrato agli interessati il progetto “Reti di famiglie”. Si tratta del programma promosso dalla Regione con l’Ulss 3 e il Comune con l’obiettivo di promuovere e creare reti di solidarietà tra persone, favorendo il benessere di bambini e ragazzi appartenenti alla comunità.(g.bort.)

DOLO “FIORI DE MENACAO” ALL’ISTITUTO LAZZARI Dopo la presentazione avvenuta a villa Concina, la Pentola dei nodi riproporrà oggi, alle 15.30, all’auditorium dell’istituto Lazzari, nell’ambito degli

è risultato necessario intervenire sulla copertura della pensilina esterna di collegamento che, consumata da tempo e intemperie, deve essere ripristinata in più punti; inoltre è stata verificata la necessità di implementare la superficie sulla quale si è intervenuti e s’interverrà con la posa di un “cappotto” isolante. L’amministrazione dolese, perciò, ha affidato tale intervento alla ditta I.M.M.M.E.S. srl, che ha presentato un’ offerta in data 20 dicembre scorso di 15.850 euro (IVA 10% esclusa), per complessivi 17 435 euro, ritenuta congrua per i lavori richiesti. L.Per.

appuntamenti riservati ai partecipanti ai corsi dell’Università del tempo libero, la 5. edizione dell’antologia ‘Fiori de Menacao’. Il testo raccoglie racconti e poesie di una dozzina di autori rivieraschi, ma non solo. (L.Per.)

CAMPONOGARA NALON AL SALONE DELLA PASTICCERIA Lo chef Gregori Nalon di Camponogara, parteciperà al 41. Sigep di Rimini, dal 18 al 22 gennaio. Nel 2019, Nalon è stato uno dei protagonisti de “La prova del cuoco”, su Rai 1. Il cuoco porterà la sua esperienza al Salone internazionale di pasticceria, gelateria e caffè e proporrà alcune delle sue creazioni. (R.Pas.)


III

Primo Piano

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Sostegno dal Viminale

Ossigeno ai sindaci: arrivano 3,6 milioni per gli investimenti I Comuni con meno di mille abitanti `I fondi destinati a efficientamento riceveranno poco più di 66mila euro energetico e messa in sicurezza edifici `

I FONDI

Comuni con meno di 1.000 abitanti

BELLUNO La novità più grande riguarda i Comuni con meno di mille abitanti. Diciassette municipi della provincia di Belluno, oltre ai 50mila euro che spettano a tutte le municipalità con meno di 5mila abitanti riceveranno nel 2020 anche 11mila 597 euro per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio culturale.

San Nicolò Borca San Tomaso Cibiana Colle Santa Lucia Selva Soverzene Danta Vallada Gosaldo Vodo Lorenzago Voltago Ospitale Zoppè Perarolo Rivamonte Comuni fino a 5.000 abitanti

LO STANZIAMENTO In totale con due diversi decreti il governo ha stanziato 3milioni e 600mila euro per il Bellunese: 2milioni 550mila euro vanno ai 51 comuni della provincia che hanno meno di cinquemila abitanti. Ciascuno riceverà 50mila euro da destinare alle opere pubbliche per l’anno

2020, come detto i 17 Comuni che hanno meno di mille abitanti riceveranno altri 197mila euro (11mila 597 euro ciascuno, per un totale di 61mila 597 euro). A sei comuni (meno di 10mila abitanti ma più di cinquemila) andranno invece 420mila euro (70mila ciascuno), a Sedico e Borgo Valbelluna (meno di 20mila abitanti ma più di 10mila) spettano invece 90mila euro ciascuno. A Belluno e Feltre, che hanno più di 20mila residenti, infine, ne spettano 260mila.

11.597,90 euro

50.000 euro Agordo Fonzaso Alano Gosaldo Alleghe La Valle Arsiè Lamon Auronzo Livinallongo Borca Lorenzago Calalzo Lozzo Canale Ospitale Cencenighe Pedavena Cesiomaggiore Perarolo Chies Pieve Cibiana Quero Vas Colle S.L. Rivamonte Comelico Rocca Pietore Danta San Gregorio Domegge San Nicolò Falcade San Pietro Comuni tra 5.001 e 10.000 abitanti

San Tomaso San Vito Santo Stefano Selva Seren Sospirolo Soverzene Sovramonte Taibon Tambre Val Di Zoldo Vallada Valle Vigo Vodo Voltago Zoppè

70.000 euro Alpago Longarone Cortina Ponte nelle A. Limana Santa Giustina Comuni tra 10.001 e 20.000 abitanti

DE MENECH: «SI TRATTA DI FONDI RESIDUI DEL 2017, CHE SI SOMMANO A TUTTI GLI ALTRI»

90.000 euro Borgo Valbelluna Sedico Comuni tra i 20.001 e i 50.000 abitanti

130.000 euro Belluno Feltre

SOSPIRO DI SOLLIEVO Per i piccoli comuni le cifre messe a disposizione permettono, se non un sospiro di sollievo, quantomeno di tirare il fiato. «Si tratta di fondi residui del 2017 - spiega il parlamentare del Pd, Roger De Menech - è necessario sottolineare che c’è stata una grande attenzione

A LORENZAGO e in altri sedici comuni arriveranno 66mila euro

per i comuni più piccoli quelli che hanno meno di mille abitanti. Questo stanziamento non ha nulla a che fare con il contributo di solidarietà: quelli che arrivano dal fondo di solidarietà, infatti, possono anche essere usati per finanziare la

Dal Ministero sviluppo

Solidarietà, incremento di 100mila euro Nel 2020 il fondo di solidarietà comunale tornerà a crescere per la prima volta dopo anni di tagli. Attraverso l’istituzione di un fondo verticale erariale integrativo del fondo di solidarietà comunale, vi saranno 100 milioni aggiuntivi nel 2020, 200 milioni nel 2021, 300 milioni nel 2022, 330 milioni nel 2023 e 560 milioni a decorrere dal 2024. A sottolinearlo, mercoledì, è stato il Mef in una nota. Il riparto delle somme avverrà nelle prossime settimane. «Non solo quindi non si riduce il Fondo di solidarietà, ma viene anche previsto un

incremento delle risorse a disposizione dei Comuni per garantire il progressivo reintegro - sottolinea la nota che sarà totale a decorrere dal 2024, delle risorse che sono state decurtate». La polemica era esplosa dopo che erano stati resi noti i numeri dei riparti previsti nel 2020. Ad essere penalizzati 53 Comuni in provincia di Belluno, a fronte di otto in cui le cose migliorano. Ma solo per due Comuni si tratterebbe realmente di una maggiore entrata per gli altri sei si tratterebbe solo di una minore uscita.

spesa corrente. Tra l’altro proprio ieri (mercoledì per chi legge ndr) c’è stato l’annuncio del Mise della conferma dei cento milioni di euro che incrementeranno il fondo di solidarietà. Come del resto era previsto».

VARIAZIONE DI BILANCIO Per i municipi che hanno già approvato i bilanci di previsione sarà quindi possibile prevedere i fondi attraverso una variazione di bilancio ed attivarsi per le domande. I Comuni saranno liberi di spendere i fondi purché rimangano all’interno dei vincoli fissati dal Viminale. Efficientamento energetico, illuminazione pubblica, risparmio negli edifici pubblici, impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per lo sviluppo territoriale, mobilità, messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e abbattimento delle barriere architettoniche. I lavori dovranno iniziare entro il 15 settembre: i Comuni riceveranno metà del finanziamento all’inizio dei lavori, l’altra metà solo a fronte del certificato di collaudo, una volta finiti gli interventi. Andrea Zambenedetti

Il paradosso: tasse basse, assunzioni bloccate in municipio LA REAZIONE BELLUNO Tre milioni e 600mila euro nelle tasche dei Comuni bellunesi ma anche la necessità di far fronte all’ennesimo paradosso: quello delle assunzioni, impossibili per i municipi con una tassazione troppo bassa. «Siamo felici di questi fondi spiega il sindaco di Seren del Grappa, membro del direttivo nazionale Anpci, l’associazione nazionale dei piccoli Comuni ma non risolvono tutti i problemi, pur rappresentando un elemento positivo». Scopel sottolinea come il bicchiere sia colmo solo a metà: «Servono maggiori fondi per adeguare le strutture pubbliche i municipi, le scuole, e i ponti». Per il primo cittadino servirebbe uno sforzo ulteriore:

«Bisogna provare a superare le problematiche, i Comuni di montagna per esempio hanno molte infrastrutture costose, strade e ponti che necessitano di manutenzione costante. Bisogna fare ancora uno sforzo».

to un sospiro di sollievo ma la fiducia non è incondizionata. «Voglio vedere - prosegue Scopel quando faranno il riparto come si tradurrà, quanto di quello che è stato tagliato verrà ridato ai Comuni».

FONDO DI SOLIDARIETÀ

IL PARADOSSO

Dopo l’annuncio del Mef, mercoledì, di un incremento da 100milioni di euro nel fondo di solidarietà i sindaci tirano intan-

Se è rientrata l’emergenza lanciata a inizio anno sul taglio al fondo di solidarietà all’incontro di ieri mattina all’Anci è comunque emerso un nuovo paradosso. «L’ennesimo, legato alle assunzioni - spiega il sindaco di Belluno Jacopo Massaro - sbloccate le graduatorie, i Comuni potranno procedere con nuovi ingressi in organico. Non il Comune di Belluno, però, che come altri paga la sua virtuosità. È un altro dei criteri delle leggi nazionali che vanno rivisti perché vanno

SCOPEL: «BENE LO STANZIAMENTO MA SERVE UNO SFORZO IN PIÙ PER AIUTARE I PIÙ PICCOLI»

SINDACI CONCORI «Bene l’aumento del fondo di solidarietà»

47d568a3-40dc-4e6a-9d57-81ce4815ccd3

a colpire gli enti virtuosi e vicini ai cittadini. Noi, con questo sistema di calcolo, non potremo assumere perché abbiamo tasse locali troppo basse». Il provvedimento prevede infatti che, a fronte di entrate da tassazione locale troppo esigue, la possibilità di assunzione venga limitata: un criterio valido per i piccoli Comuni, con pochi residenti e quindi minori entrate ma che vincola anche quelle realtà che per scelta politi-

MASSARO: «BELLUNO NON AVRÀ NUOVI DIPENDENTI PERCHÉ HA IMPOSIZIONE FISCALE RITENUTA TROPPO BASSA

ca mantengono bassa la pressione fiscale. «Il comune di Belluno viene riconosciuto virtuoso perché in grado di erogare servizi con un ridotto numero di dipendenti e avrebbe quindi bisogno di nuovo personale per rafforzare alcuni settori e sostituire dei pensionamenti, ma non lo può fare perché il criterio sulle entrate glielo impedisce. Chiaramente, noi non intendiamo in alcun modo aumentare le tasse ai cittadini per far fronte a una situazione assurda» prosegue Massaro. «Ma con le altre realtà nazionali che si trovano nella stessa situazione siamo già al lavoro con Anci per modificare questa norma che, così come quella relativa al fondo di solidarietà e altre, non tiene conto della virtuosità dei Comuni». A.Z.


VeneziaMestre OGGI

45 ore 3:45

Venerdì 17, Gennaio 2020

CODICE VERDE

50 ore 4:50

25 ore 17:55

0

-5 ore 10:35

3°C 10°C

DOMANI

15 ore 15:40 -5 ore 21:25

GIORNO DELLA MEMORIA UNA PIETRA ANCHE PER IL PICCOLO LEO DEPORTATO A SOLI DUE MESI

Calcio Venezia, ecco Molinaro: «Ho il fuoco dentro, posso dare tanto»

Fullin a pagina XXV

De Lazzari a pag. XXIII

0 ore 12:15

0 ore 22:40

Il Sole Sorge 7.46 Tramonta 16.53 La Luna Sorge N/A Cala 11.46

Chioggia

Pesce, vola l’export in Spagna e il fatturato continua a salire Il mercato ittico di Chioggia si è fatto largo anche in Spagna e il fatturato complessivo è salito rispetto all’anno precedente.

Perini a pagina XVI

Picchiatore seriale delle donne: 5 anni di carcere `Un 46enne mestrino

condannato: botte e offese alla compagna. Recidivo Aveva trasformato in un incubo la vita della moglie, poi si era ripetuto anche con la compagna. Un 46enne mestrino è stato condannato a 5 anni di reclusione, pena a cui dovrà aggiungere un risarcimento di 20mila euro. La storia dell’uomo e la sua nuova (ex) compagna inizia nel 2003 quando i due decidono di andare a vivere sotto lo stesso tetto. Nascono due figli e tutto sembra andare per il ver-

so giusto fino al luglio 2017: è quello il momento nel quale il rapporto precipita e diventano protagonisti della quotidianità offese e aggressioni capaci di provocare nella donna «frequenti stati d’ansia», come scritto nel capo d’imputazione. Alle parole, il quarantaseienne aveva aggiunto anche violenze fisiche: le lanciava contro oggetti della casa, le tirava i capelli e la picchiava con calci, pugni, sberle sul viso e su tutto il corpo. Da lì la donna aveva trovato la forza di reagire e denunciare tutto alle forze dell’ordine. Munaro a pagina XIV

Porto Marghera

La maxi bomba per ora non si sposta Resterà dov’è sorvegliata a vista La bomba d’aereo rinvenuta a Porto Marghera per ora rimane dov’è. Un primo vertice in Prefettura ha rinviato a martedì prossimo la decisione sul trasferimento dell’ordigno, per il quale si profila l’evacuazione e lo stop al traffico di auto e treni. TRIBUNALE Mestrino condannato

Tamiello a pagina XV

ORDIGNO Un artificiere in azione

Il clan Donadio: mafia “veneta” Processo ai camorristi: per i pm avevano raggiunto un livello tale da agire in autonomia rispetto ai Casalesi

`

Martellago

Falsi l’addetto dell’acqua e il vigile Spariti 5mila euro «Siete in pericolo! Qui c’è un gas che brucia i soldi e squaglia l’oro!». Una truffa ai danni degli anziani che, in questi mesi, ha assunto varie declinazioni. Il risultato però è quasi sempre lo stesso: le vittime consegnano i soldi e i banditi scappano con il bottino. Stesso copione seguito ieri a Martellago: i truffatori, che si sono finti agente di polizia locale e tecnico dell’acquedotto, si sono fatti aprire la cassaforte e consegnare da due anziani cinquemila euro in contanti. De Rossi a pagina XVIII

Nell’aprire la requisitoria con cui chiedere il processo per 75 persone, 37 delle quali accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso, il pubblico ministero Roberto Terzo ha spiegato come il clan guidato dal boss Luciano Donadio, che aveva messo radici a Eraclea e nel Veneto orientale, era «un fenomeno mafioso autonomo» slegato dai Casalesi, nei quali più volte Donadio e soci avevano detto di riconoscersi e di far parte. Donadio era «boss riconoscibile e punto di riferimento» per il territorio. Una zona nella quale regnava l’omertà - ha aggiunto il rappresentante dell’accusa - prima degli arresti, trasformata in una leggera ammissione («ma sminuendo») dopo il blitz del 19 febbraio scorso quando la Guardia di Finanza e l’Antimafia di Venezia svelavano al Nordest come lì si fosse annidata una cosca mafiosa. «Questo è un processo per mafia». Munaro a pagina II

Mestre Folla di giovani per l’ultimo saluto alla 25enne

L’addio a Sara: «Ciao Guerriera» L’OMAGGIO DEL SINDACO Anche Brugnaro al funerale di Sara Michieli

Spolaor a pag. XIII

Porto

Un “piano B” per non perdere i container cinesi Un piano B per i container cinesi. Pino Musolino, presidente del porto, se la sentiva da tempo che le cose sarebbero potute precipitare, e cioè che i cinesi di Ocean Alliance avrebbe potuto sospendere la linea diretta Venezia-Cina-sud est Asiatico per i container, come avverrà dal prossimo aprile, a causa del pescaggio troppo scarso nei canali che impedisce alle navi più grandi di transitare. E quasi un anno fa aveva stretto un accordo con Cosco Shipping e con il porto di Atene per rafforzare i trasporti con le navi “feeder” portacontainer, più piccole, che sostituiranno la linea diretta transitando per il Pireo. Il traffico rimarrà e le merci viaggeranno più velocemente. Trevisan a pagina XI

A Portogruaro

Schianto in auto Muore sul colpo 69enne di Teglio Tragico incidente ieri sera verso le 20 a Fossalato di Portogruaro. La vittima è Ennio Valerio, sessantanovenne di Teglio Veneto. L’uomo a quell’ora stava rincasando percorrendo con la propria auto la strada metropolitana 73 che unisce Portogruaro a Teglio. A un certo punto il sessantanovenne ha perso il controllo dell’auto finendo nel terrapieno. Uno schianto tremendo. Purtroppo per lui non c’è stato nulla da fare. E’ praticamente morto sul colpo. Inutili i soccorsi Corazza a pagina XXI

Riviera del Brenta

Venezia

Inceneritore a Fusina, i comitati contro Veritas

Escrementi dei cani Scontro sulle multe ai proprietari incivili

Veritas continua a ribadire che «è materialmente impossibile che a Fusina sorga il più grande inceneritore del Veneto», ma le associazioni e i comitati, dopo aver perso un mese a leggersi le centinaia di pagine integrative inviate da Ecoprogetto alla commissione Via della Regione, sostengono il contrario. E’ dunque scontro aperto.

Veritas d’inverno non riesce a pulire le cacche dei cani, come d’estate, perchè l’acqua col freddo può ghiacciare e la gente scivola. I padroni dovrebbero occuparsene, ma spesso non lo fanno. E sul fronte delle multe, diluite nella casistica “Controlli di igiene”, se ne contano 94 nel 2016, 132 nel 2017 e 138 nel 2018. Garanzia civica chiede così al Comune maggior solerzia.

Trevisan a pagina XVII

Fullin a pagina V

Redazione Venezia: 30124 - Venezia, San Marco 4410 - Tel. 041.5239301 - fax 041.665173 venezia cronaca@gazzettino.it - Redazione Mestre: Via Torino 110, 30172 - Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 - fax 041.665160 mestrecronaca@gazzettino.it

7b65dc13-420f-493c-8fec-4884729e85b6


20

VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

il riparto

Ai Comuni arrivano 3,6 milioni per lavori a edifici e scuole Le cifre più alte vanno a Belluno e Feltre con 130mila euro, chi ha meno di mille abitanti riceverà 50mila euro oltre ad una aggiunta di oltre 11mila BELLUNO. Tre milioni e sei-

centomila euro ai comuni bellunesi. È la quota del riparto fatto dal Viminale sui 500 milioni divisi in sette fasce a seconda della popolazione e destinati all’efficientamento energetico, allo sviluppo sostenibile, agli interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Spiega il deputato bellunese Roger De Menech, sottolineando l’inversione di tendenza: «Gli investimenti vanno ad interessare tutti i comuni della nostra provincia; inoltre c’è un contributo specifico per i comuni più piccoli, per i quali abbiamo approvato un’apposita legge nella scorsa legislatura e che ora possono intervenire per mettere in sicurezza scuole, strade ed edifici pubblici oltre a poter programmare altre opere utili ai citta-

Al Comune di Belluno arriveranno 130mila euro

dini». Ai comuni bellunesi con popolazione inferiore a 5.000 abitanti arriveranno 50mila euro a testa nel 2020. In aggiunta, i 17 comuni bellunesi con popolazione fino a mille abitanti riceveranno un ulteriore contributo di 11.597 euro ciascu-

no. È inoltre previsto un contributo di 70.000 euro per i comuni fino a 10.000 abitanti, un contributo di 90.000 euro per quelli fino a 20.000 abitanti e un contributo di 130.000 euro per Belluno e Feltre che hanno una popolazione compresa tra i 20 e i 50.000.

incontro dell’anci a roma

«Si tratta di misure destinate a investimenti», conclude De Menech, «indipendenti dal contributo di solidarietà per il quale solo nel 2020 il governo ha stanziato altri 100 milioni di euro per tutta Italia che saranno ripartiti nelle prossime settimane». Comuni sotto i mille abi-

tanti. Per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, per l’anno 2020 riceveranno 11. 597,90 euro: Borca di Cadore, Cibiana, Colle Santa Lucia, Danta, Gosaldo, Lorenzago, Ospitale, Perarolo, Rivamonte, San Nicolò, San Tomaso Agordino, Selva di Cadore, Soverzene, Vallada Agordina, Vodo di Cadore, Voltago Agordino, Zoppè di Cadore. Comuni fino a 5000 abitanti. Contributo per la realizzazione di investimenti destinati ad opere pubbliche, per l’anno 2020, la somma assegnata è di 50mila euro: Agordo, Alano di Piave, Alleghe, Arsiè, Auronzo di Cadore, Borca di Cadore, Calalzo, Canale d’Agordo, Cencenighe, Cesiomaggiore, Chies d’Alpago, Cibiana, Colle Santa Lucia, Comelico Superiore, Danta, Domegge, Falcade, Fonzaso, Gosaldo, La Valle Agordina, Lamon, Livinallongo, Lorenzago, Lozzo, Ospitale, Pedavena, Perarolo, Pieve di Cadore, Quero Vas, Rivamonte, Rocca Pietore, San Gregorio nelle Alpi, San Nicolò Comelico, San Pietro di Cadore, San Tomaso Agordino, San Vito di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Selva di Cadore, Seren del Grappa, Sospirolo, Soverzene, Sovramonte, Taibon, Tambre, Val di Zoldo, Vallada, Valle di Cadore, Vigo di Cadore, Vodo, Voltago, Zoppè di Cadore. Comuni da 5001 a 10.000 abitanti. Contributo per la realizzazione di in-

vestimenti destinati ad opere pubbliche, per l’anno 2020, di 70.000 euro: Alpago, Cortina, Limana, Longarone, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina. Comuni fino a 20.000 abitanti. Misura del contributo assegnato 90.000 euro: Borgo Valbelluna, Sedico. Comuni fino a 50mila abitanti. Contributi assegnato di 130 mila euro a Belluno e Feltre. — lambioi

Gare in piscina cambiano gli orari del fine settimana Nel prossimo fine settimana cambiano gli orari di apertura della piscina di Belluno, comunicati dalla società Sportivamente Belluno. Nella giornata di domani la piscina ospita una gara del circuito Swimteen. Per questo motivo la vasca nuoto sarà chiusa dalle 16 alle 19. La vasca tuffi e vasca baby saranno regolarmente aperte. Domenica pomeriggio, la vasca nuoto aprirà alle 16. La mattina la struttura sarà aperta con il consueto orario (dalle 9 alle 12). La vasca tuffi e la vasca baby saranno regolarmente aperte. Per maggiori informazioni sulle chiusure e sulle modifiche di orario è possibile contattare la piscina al numero 0437 940488.

polemiche dopo la firma a roma

«Bene il Fondo di solidarietà Il passaggio delle strada a Anas Problema per le assunzioni» «certifica il fallimento veneto» BELLUNO. Buone notizie per il fondo di solidarietà, meno per le assunzioni, almeno per il Comune di Belluno. Sono gli aspetti principali emersi dal Consiglio Nazionale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – Anci che si è tenuto oggi a Roma e che ha visto la partecipazione del Sindaco di Belluno, Jacopo Massaro. Il fondo di solidarietà. Sembra rientrare l’emergenza lanciata a inizio anno sul taglio al fondo di solidarietà, che sui comuni della provincia di Belluno avrebbe pesato per oltre un milione di euro, 200mila dei quali solo sul comune capoluogo: «Rimangono ancora delle incertezze, ma pare si vada verso un trasferimento straordinario da parte dello Stato di 100 milioni di euro, che dovrebbero consentire di azzerare o ridurre in maniera significativa i tagli ai comuni virtuosi» annuncia il sindaco Massaro. Cosa che era stata detta anche dall’Uncem. «La situazione dovrebbe quindi rientrare alla normalità, placando le nostre preoccupazioni e quelle di tanti colleghi sindaci della provincia, grazie all’impegno di Anci nazionale e di Anci Veneto». Nodo assunzioni. C’è

Jacopo Massaro

poi il paradosso, l’ennesimo, legato alle assunzioni: sbloccate le graduatorie, i comuni potranno procedere con nuovi ingressi in organico. Non il Comune di Belluno, però, che come altri paga la sua virtuosità: «È un altro dei criteri delle leggi nazionali che vanno rivisti perché vanno a colpire gli enti virtuosi e vicini ai cittadini. Noi infatti, con questo sistema di calcolo, non potremo assumere perché abbiamo tasse locali troppo basse». Il provvedimento preve-

de infatti che, a fronte di entrate da tassazione locale troppo esigue, la possibilità di assunzione venga limitata: un criterio valido per i piccoli comuni, con pochi residenti e quindi minori entrate, e che, però, colpisce anche quelle realtà che per una scelta politica mantengono bassa la pressione fiscale: «Il Comune di Belluno viene riconosciuto virtuoso perché in grado di erogare servizi con un ridotto numero di dipendenti, e avrebbe quindi bisogno di nuovo personale per rafforzare alcuni settori e sostituire dei pensionamenti, ma non lo può fare perché il criterio sulle entrate glielo impedisce. Chiaramente, noi non intendiamo in alcun modo aumentare le tasse ai cittadini per far fronte a una situazione assurda, ma con le altre realtà nazionali che si trovano nella stessa situazione siamo già al lavoro con Anci per modificare questa norma che, così come quella relativa al fondo di solidarietà e altre, non tiene conto della virtuosità dei comuni. Il primo confronto col Governo pare portare verso una risoluzione della situazione, e quindi speriamo di avere presto buone notizie su questo fronte». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il consigliere regionale del Pd: «Dopo quasi 20 anni le competenze tornano a Roma, visto che Anas avrà il 51% e comanderà Veneto Strade» BELLUNO. «Non c’è nessun carro su cui salire perché non ci sono vincitori. L’ufficialità della riclassificazione della rete stradale è importante e ci soddisfa, ma al tempo stesso certifica il fallimento della gestione regionale: dopo quasi 20 anni le competenze tornano a Roma, visto che Anas avrà il 51% di Veneto Strade e di fatto “comanderà”. E resta ancora da vedere se con la firma del decreto le opere diventeranno immediatamente appaltabili. Di questi investimenti se ne parla da ormai due anni, ma in realtà non c’è alcun automatismo, anche perché è tutta da definire la parte gestionale». Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico, tramite una nota, interviene «gettando un po’ d’acqua sul fuoco dell’entusiasmo per il decreto della Presidenza del consiglio sulla riclassificazione delle strade che riguarda, solo in Veneto, oltre 700 chilometri di viabilità. Sorprende che l’assessore De Berti e il governatore Zaia si intestino la vittoria dopo

Il consigliere regionale Graziano Azzalin

che un giorno sì e l’altro pure attaccano Roma. Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno, per la Lega Roma non è più “ladrona”; è un altro tassello della retorica autonomista che viene meno, la propaganda continua a sgonfiarsi». «Oltretutto la firma del presidente Conte avviene con la Lega all’opposizione, in un anno e mezzo di governo con Salvini mattatore non era accaduto assolutamente niente. Che fosse anche lui contro il Veneto?» attacca Azzalin, che poi va ad aprire anche un altro fron-

te: «La Regione adesso solleciti Anas ad accelerare anche altri interventi, come ad esempio il ponte di Boara, che non fa parte del pacchetto presentato. Non è un’opera residuale, ma strategica per il collegamento tra due province. Purtroppo siamo ancora fermi a un impegno aleatorio sia per i tempi che per le modalità esecutive». Il passaggio ad Anas porta, in questo momento, a due interventi molto attesi nel Bellunese, sulla 50 in comune di a Lamon, e ad Auronzo sulla 48. —


8

Attualità

IL PROCESSO VENEZIA È un semplice passaggio, due frasi, ma che pronunciate e ripetute dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini danno la cifra di cosa sia in gioco nel chiuso dell’aula bunker di Mestre, dove ieri è andata in scena la seconda udienza preliminare sulla rete di malavita tessuta a Eraclea e nel Veneto Orientale da Luciano Donadio e dai suoi. «Questo è un processo di mafia a tutti gli effetti - hanno detto i due magistrati della procura distrettuale Antimafia di Venezia - Guardate l’elenco delle parti offese, sono decine. Eppure in pochi si sono costituiti parti civili». Poi, ancora e più chiaro, se possibile, il ragionamento del pubblico ministero Terzo. Lineare nell’aprire la requisitoria che si chiuderà stamattina con la richiesta di rinvio a giudizio di 75 imputati, 37 dei quali accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso. «Durante le indagini c’era un clima omertoso da parte di quelle che poi si sono rivelate essere le vittime - ha detto Terzo all’inizio della propria requisitoria, nel pomeriggio di ieri - Con gli arresti qualcosa è cambiato, ma si è cercato di sminuire alcuni episodi. E non tutti si sono costituiti parte civile». Uno solo, su cinquanta. Omertà, paura, tentativi di ridurre l’entità di quanto vissuto o, meglio, subìto. Ingredienti di quel sillogismo che ha fatto dire ieri in aula che sì, quello a Luciano Donadio e compagni, «è un processo di mafia». Una cosca che, per il pm Terzo, era «un fenomeno mafioso autonomo», nato sì investendo in Veneto i soldi dei Casalesi, ma con il passare del tempo in grado di vive-

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Il Pm: «A Eraclea era mafia Hanno paura di schierarsi» Processo Donadio, sono 50 le parti offese `«Durante le indagini clima omertoso ma soltanto una si costituisce parte civile tra le vittime, che sminuivano i fatti» `

Verona ‘ndrangheta Famiglia Multari, chieste 4 condanne: fino a 12 anni

IN AULA Avvocati e magistrati prima dell’inizio del processo nell’aula bunker di Mestre

ALLA SECONDA UDIENZA NELL’AULA BUNKER DI MESTRE RESPINTE TUTTE LE ECCEZIONI DELLA DIFESA DEL BOSS

re e reggersi in piedi da solo, senza il continuo rimando alla casa madre.

L’UDIENZA Prima della requisitoria dell’accusa - oggi si continuerà con le parti civili mentre settimana prossima inizieranno le difese - il giudice dell’udienza preliminare Andrea Battistuzzi

ha respinto tutte le eccezioni presentate dalle difese ammettendo così come parti civili (oltre al Ministero degli Interni; la Presidenza del Consiglio dei Ministri; Fabio Gaiatto, il trader di Portrogruaro già condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione a Pordenone per una maxi truffa ai danni di decine di risparmiatori e vittima di una serie di

MESTRE Sono richieste pesanti quelle pronunciate di fronte al giudice David Calabria, dal pm della Dda di Venezia Paola Tonini, nei confronti dei componenti della famiglia calabrese Multari, tutti residenti a Zimella (Verona) accusati di estorsioni e atti di intimidazione di stampo mafioso. Dodici anni di carcere sono quelli proposti dalla procura nei confronti di Domenico Multari, 59 anni; 7 anni chiesti per il fratello Fortunato Multari, 52 anni; 8 anni chiesti per il figlio Antonio Multari, 25 anni; e 4 per l’altro figlio, Alberto Multari. L’inchiesta è quella che, nel febbraio 2019, aveva portato in carcere i componenti della famiglia Multari, e ai domiciliari un imprenditore di Meolo, Francesco Crosera, accusato di essersi rivolto al boss per far bruciare uno yacht realizzato dal suo cantiere nautico e dato alle fiamme in Sardegna. A breve anche per Crosera si aprirà il processo a Nuoro. (n.mun.)

estorsioni dal clan Donadio) anche l’associazione Libera di don Ciotti (per i reati di mafia o con l’aggravante mafiosa) e la Cgil (avvocato Azzarini) ma solo per i reati di associazione mafiosa nei quali c’è intermediazione della manodopera e interposizione negli appalti. Ammessi come convitati di pietra la Regione Veneto (avvocato Fabio Pinelli) e la Cisl (avvocato Elio Zaffalon) in attesa entrambi di costituirsi parte civile nella prima udienza dibattimentale. Respinta la richiesta della difesa del boss Luciano Donadio (avvocati Renato Alberini e Giovanni Gentilini) di assistere - almeno in questa fase - all’udienza in videoconferenza dal carcere di Nuoro. Com’è stata rimandata al mittente l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalla difesa di Claudio Casella per portare a Trieste le estorsioni ai danni del broker Gaiatto: trattandosi di reato connesso a quelli di mafia contestati a Venezia, il gup Battistuzzi l’ha tenuto a Venezia.

I RITI ALTERNATIVI L’udienza di ieri è servita anche per dare una prima indicazione sulla scelta dei riti alternativi. Due i patteggiamenti incardinati: 1 anno e 4 mesi per la sandonatese Tatiana Battaiotto (favoreggiamento, difesa dall’avvocato Mauro Serpico) e due anni per il padovano Giorgio Minelle (estorsione, avvocato Ferdinando Bonon). In undici hanno confermato l’intenzione di venire giudicati in abbreviato mentre una quindicina di imputati non hanno ancora scelto la strategia processuale. Unica posizione a non essere presente in aula, quella di Mirco Mestre, ex sindaco di Eraclea, arrestato (ora libero) per voto di scambio politico-mafioso con Donadio. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foggia, bomba dei clan A 80 anni affronta i ladri: contro un centro anziani «Fuori, andate a lavorare» L’ATTENTATO FOGGIA Non è passata nemmeno una settimana dalla mobilitazione di Libera con migliaia di persone in piazza, e la mafia foggiana è tornata a farsi sentire di nuovo squassando la città con una bomba. All’alba di ieri l’ennesima esplosione ha colpito un centro diurno per anziani, «Il Sorriso di Stefano», una struttura che fa parte del gruppo «Sanità Più» dei fratelli Luca e Cristian Vigilante, quest’ultimo già vittima di un attentato dinamitardo la sera del 3 gennaio. I fratelli, con il suocero di Luca, sono parti offese e testimoni in un processo contro 29 presunti esponenti della mafia foggiana. Avrebbero subito un tentativo di estorsione da parte di due degli imputati che avrebbero chiesto il pizzo e volevano imporre assunzioni diloro protetti. L’ennesimo attentato, il decimo dall’inizio dell’anno in tutta la provincia, ha indotto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a confermare «la volontà dello Stato di contrastare con la massima determinazione ogni forma di criminalità» e ad annunciare l’invio «di un contingente straordinario di forze di polizia nella provincia di Foggia» mentre dal 15 febbraio, sarà attiva l’annunciata sezione operativa della Direzioneinvestigativa antimafia. La bomba di ieri, piazzata da un uomo incappucciato che è stato ripresodalle telecamere disicurezza, ha provocato prevalentemente danni esterni all’edificio, alla saracinesca e all’insegna e a quattro auto parcheggiate per strada ma avrebbe potuto avereconseguenze molto più gravi perché quando è esplosa, all’interno del centro anziani era al lavoro un’addetta alla sanificazio-

ne. Fortunatamente la donna non ha riportato ferite, ma è stata soccorsa dal 118 e portata al pronto soccorso in stato di choc. Dall’inizio dell’anno c’è stata una escalation di

ESPLOSIONE I rilievi dei Carabinieri

NEL MIRINO IL MANAGER DELLA STRUTTURA CHE HA TESTIMONIATO CONTRO I GRUPPI CRIMINALI PUGLIESI

attentati esplosivi nel Foggiano, prevalentemente contro esercizi commerciali: dieci in due settimane, di cui cinque nel capoluogo e altrettanti in provincia, cui va aggiunto l’omicidio di Roberto D’Angelo il 2 gennaio scorso, avvenuto a Foggia poco distante dalla zona dell’attentato. Il premier foggiano Giuseppe Conte su Twitter ha invitato la popolazione a non abbassare la testa. «Gli inquirenti sonogià al lavoro - ha detto - e non daremo tregua a chi pensa, con la violenza, di esiliare legalità, libertà e giustizia». Sulla stessa linea anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano che sollecita una mobilitazione collettiva.«Non si può delegare solo alle forze di polizia e alla magistratura la lotta alla mafia. La politica e la società devono interrogarsi su quanto sta accadendo». E mentre dal mondo politico e istituzionale si moltiplicano gli appelli alla cittadinanza a non abbassare la testa di fronte alla criminalità, ai suoi attentatori Luca Vigilante, presidente del gruppo «Sanità Più» lancia un appello: «Basta, cambiate vita, così non si ottiene nulla. Lasciate stare queste situazioni, chi ve lo fafare». ©RIPRODUZIONERISERVATA

LA STORIA PADOVA «Fuori da casa mia, pelandroni! Andate a lavorare!». Giovanna, per gli amici Derna, ha 80 anni: ma non ha paura di affrontare i ladri. Nella sua casa di Vigonza si è trovata faccia a faccia con i malviventi che erano riusciti ad entrare nell’abitazione dove vive, ma grazie al suo sangue freddo e alla prontezza di riflessi, li fa messi in fuga. È stata davvero coraggiosa, pronta e determinata Giovanna Maretto, detta Derna, un corpo esile e fragile per via dei problemi di salute, che con una freddezza che nemmeno lei si sa spiegare, ha fatto scappare i due ladri che mercoledì sera verso le 20 le sono entrati in casa. In quel momento l’anziana era da sola in casa. «Avevo la televisione accesa per ascoltare il rosario delle 20 ed ero andata a scaldarmi qualcosa da mangiare nel cucinino, quando è scattato l’allarme – racconta Derna -. Allora sono venuta qui in soggiorno per capire come mai era scattato l’allarme e mi vedo di là della porta a vetro questo qua e gli ho urlato: “Cosa fai qua? Fuori da casa mia! Vai a lavorare pelandrone invece di rubare da me che non ho neanche i soldi per comprarmi da mangiare”. Lui era in piedi, fermo, che mi guardava». Il racconto di Derna è dettagliato, calmo nonostante la disavventura: «La camera dov’erano entrati era al buio, ma avevano aperto la porta che conduce al piano di sopra e avevano acceso la luce per poter vedere e ricordo solo la sua espressione di stupore perché credo non si

0b00a76d-c1f1-4cca-8048-a772f852cf00

aspettasse che in casa ci fosse qualcuno. Era a viso scoperto e portava in testa un berrettino di lana ed era tutto scuro. Non ricordo altro del suo volto perché

CORAGGIOSA Giovanna Maretto

LA DONNA SI È TROVATA IN CASA DUE BANDITI MA NON SI È PERSA D’ANIMO E LI HA AFFRONTATI FACENDOLI FUGGIRE

era tutto buio, avevo paura e ho in mente solo un’immagine sfuocata e confusa. Poi gli ho detto ancora: “Adesso chiamo i carabinieri! Vai via perché prendo una pistola e ti sparo!”». Derna si è appoggiata con la schiena alla porta a vetri e ha preso il telefono e ha chiamato il 112. «Venite subito! Ho i ladri in casa e sono da sola! – racconta ancora l’anziana -. Fate presto!” Poi ho urlato al ladro che era ancora in piedi, fermo, di là della porta: “tra due minuti arrivano i carabinieri”. Finché gli urlavo di andare via lui mi guardava ma poi si è girato a parlare con il complice che intanto stava rovistando in camera. Non hanno trovato nulla perché non ho né soldi né oro o gioielli. Hanno tolto anche la foto di mio nipote che è appesa al muro in camera, convinti che dietro ci fosse la cassaforte». Per entrare in casa i ladri hanno forzato l’infisso della controfinestra e poi sollevato la persiana, bloccandola con due mollette. Poi hanno spaccato il vetro della finestra ed è scattato l’allarme. Lorena Levorato © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVII

Conegliano

LISA TOMMASELLA «La messa in sicurezza di questa arteria strategica porterà vantaggi a migliaia di cittadini» rileva il sindaco di Codognè

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

treviso@gazzettino.it

La fototrappola stavolta ha catturato una faina `Avvistata a Collalbrigo di cani sciolti che fecero strage

Toppan: «State attenti alle galline dei pollai» CONEGLIANO

SICUREZZA I primi cedimenti lungo la Cadore-Mare hanno cominciato a verificarsi un paio d’anni fa. Sopra il sindaco Lisa Tommasella

La Cadore-Mare all’Anas «Rischio crolli, ora i lavori» Sindaci soddisfatti per l’accordo con ` Cedimenti tra Codognè e Fontanelle la Regione: «Passo avanti importante» «Chiudere al traffico sarebbe disastroso» `

VIABILITÀ Il grido d’allarme i sindaci di Codognè e Fontanelle l’avevano lanciato ancora due anni fa: la strada Cadore-Mare sta crollando, è urgente intervenire. Un problema grave e non più rinviabile, rappresentato dapprima in Provincia a Treviso, quindi in Regione a Venezia. Adesso la risposta è arrivata: la Regione Veneto cede all’Anas l’importante arteria, nell’ambito di un ampio accordo finalizzato allo sviluppo della rete stradale prioritaria regionale. Lisa Tommasella ed Ezio Dan, primi cittadini di Codognè e Fontanelle, sono soddisfatti. «Ovvio – dice Dan – i lavori non sono immediati, ma quest’accordo è un significativo passo in avanti. Un paio d’anni fa hanno cominciato a verificarsi i primi importanti cedimenti della scarpata sul tratto di Cado-

re-Mare che va da Fontanelle Chiesa a Codognè, all’altezza delle cantine Maschio. Cedimenti pericolosi, da subito ci siamo confrontati con la provincia di Treviso, la quale peraltro era già ben consapevole del problema. Solo che, a seguito della riforma Del Rio, le province non dispongono più di risorse. Siamo allora andati più volte in Regione, trovando la massima disponibilità del presidente Zaia e dell’assessore De Berti».

LA PREOCCUPAZIONE

dei quali pesanti, che giocoforza si sarebbero riversati sulla nostra rete viaria comunale. Adesso con quest’accordo le cose si fanno più chiare ed operative. Ne beneficerà pure la mobilità lenta perché nell’ambito dei lavori è programmata la pista ciclabile». «La Cadore-Mare – aggiunge Lisa Tommasella, sindaco di Codognè – è strategica perché collega la statale Pontebbana con la regionale Postumia, l’autostrada A27-28 con l’A4. La scorsa primavera, quand’ero in cam-

Superfluo evidenziare l’importanza della Cadore-Mare per la viabilità della Sinistra Piave. «La nostra principale preoccupazione era di esserE costretti ad arrivare a disporre la chiusura al traffico dell’arteria se i cedimenti avessero continuato a manifestarsi continua Dan Non oso prefigurare lo scenario delle migliaia di veicoli, molti

PREVISTI INTERVENTI PER DIECI MILIONI «URGENTE REALIZZARE ANCHE LA PISTA CICLABILE ATTRAVERSO QUATTRO COMUNI»

pagna elettorale, l’assessore De Berti è venuta a trovarmi e le ho subito rappresentato il problema della Cadore-Mare».

I NODI «Oltre ai cedimenti davanti alle cantine Maschio, c’è l’urgente necessità di realizzare la pista ciclabile, l’obiettivo è incentivare la mobilità lenta. Adesso si apre lo scenario per una ciclabile che da Oderzo, arriva fino a San Vendemiano, attraversando 4 comuni, compreso Vazzola. Con interconnessioni con il percorso del GiraMonticano. Ringrazio la Regione, il presidente Zaia e l’assessore De Berti per essersi fatti carico dei problemi del nostro territorio. La messa in sicurezza di questa strada porterà vantaggi a migliaia di cittadini». Gli interventi previsti sono per 10 milioni di euro da realizzarsi attraverso l’Anas. Annalisa Fregonese

La fauna di Collalbrigo è più variegata che mai. L’occhio (elettronico) indiscreto di Giuseppe Zoppè, ideatore della pagina Facebook Fototrappolaggio Treviso che conta più di 3mila seguaci, ha immortalato poco dopo Natale una faina che si muove tra i prati della località collinare, dove già si aggirano con disinvoltura e una certa frequenza caprioli, cinghiali e altri animali. Zoppè sostiene che quella che compare in un video di 8 secondi che ha suscitato grande curiosità tra gli appassionati di fauna selvatica abbia il 90% di probabilità di essere una faina. E il vicesindaco Claudio Toppan, collalbrighese doc, commenta: «Dopo i caprioli, Bianchina (l’esemplare albino di capriolo ndr), tassi, cinghiali e volpe, quest’ultima filmata a San Silvestro, non poteva mancare la faina. Occhio alle galline!» è l’avvertimento dell’amministratore comunale, la cui famiglia anni fa subì un’invasione

nel pollaio di casa. «Le faine sono animali predatori di galline, e a Collalbrigo ci sono ancora parecchie famiglie che le tengono in cortile. Però il più delle volte, secondo quanto mi risulta, sono stati cani scappati a fare razzie nei pollai» afferma Toppan. A proposito di “cani sciolti”, domenica Zoppè ha pubblicato un video girato la notte del 4 gennaio scorso da una fototrappola posizionata in Cansiglio per riprendere il passaggio dei lupi. «E invece – spiega il curatore della pagina Facebook – l’obiettivo ha ripreso il passaggio di due cani sciolti che spaziavano tranquillamente per la foresta. Questi cani potrebbero combinare seri danni, soprattutto ad animali da allevamento». (l.a.)

ECCOLA La faina “catturata”

Biodoversità, pesticidi e cibo tre incontri alla Casa vivaio SUSEGANA Il gruppo “Mamme di Susegana” della Rete mamme stop pesticidi, in collaborazione con “Cinema e ambiente”, organizza tre incontri su ambiente, salute e alimentazione. Il primo, dal titolo “In che mondo viviamo. L’importanza della biodiversità”, è stasera alle 20.30 in Casa vivaio. Interverrà in videointervista Matteo Basso, dottore di ricerca in pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio dello Iuav di Venezia. Il secondo il 24 gennaio, stessa ora e stesso posto, e verterà su “Inquinamento ambientale e uso dei pesticidi in agricoltura”. Interverranno

Gustavo Mazzi, presidente Isde sezione di Pordenone, e Ernesto Rorai, endocrinologo e membro Isde di Pordenone. Il terzo e ultimo incontro il 31 gennaio, sempre alle 20.30 in Casa vivaio, e tratterà di “Alternative alla produzione e al consumo degli alimenti agroindustriali. Come e dove scegliere i cibi sani?” con i produttori di Rete Contadina. Gli incontri hanno il patrocinio del Comitato marcia stop pesticidi. La Rete della mamme stop pesticidi è un gruppo di volontariato sociale che organizza corsi, serate informative, riguardanti il benessere dell’ambiente e delle persone, per la coltivazione ortofrutticola, vitivinicola casalinga e per le attività di vendita. (El.Gi.)

Mamma e figlia rincasano per cena: ladri in fuga dall’appartamento `Una finestra era aperta dell’animale le aveva insospetti- iare del cane che comunque,

e i cassetti vuotati a terra rubata una moneta d’oro CONEGLIANO Faccia a faccia coi ladri sfiorato mercoledì sera per una famiglia residente in una laterale di via Santa Canterina da Siena a Campolongo. Mamma e figlia quattordicenne sono rientrate verso le 18.30 e hanno sentito il cane abbaiare dall’interno dell’abitazione, cosa inusuale perché di solito riconosce il rumore della macchina. Quando sono salite nel loro appartamento al primo piano, in cucina e in sala non c’era nulla in disordine, ma il comportamento

te. Facendo il giro della casa ed entrando in bagno, la signora si è accorta che la finestra era aperta e ha chiesto alla figlia se l’avesse lasciata così lei, ma voltandosi ha visto anche la porta della sua camera chiusa, segno che qualcosa non andava. Quando l’ha aperta, ha trovato le cose in disordine e il cassetto del comodino a terra. La signora ha quindi chiamato il marito, un agente della polizia locale che in quel momento era in servizio, e i carabinieri. Secondo la ricostruzione, i ladri sono entrati dal retro forzando la finestra, dopo avere attraversato il giardino con il favore delle tenebre. Devono essere tuttavia stati interrotti proprio dall’arrivo dei proprietari, allertati dai rumori e dall’abba-

fortunatamente, ne è uscito illeso. Nell’altra camera da letto e nel resto della casa non c’erano segni del loro passaggio. «La paura è stata tanta, soprattutto per mia figlia che poco prima era passata per casa a recuperare un quaderno e avrebbe potuto incontrarli» racconta la donna. La refurtiva per i ladri invece è stata magra: soltanto una sterlina d’oro ricevuta in dono,

LA DONNA SPAVENTATA «HO AVUTO PAURA PER LA MIA RAGAZZA CHE POCO PRIMA ERA PASSATA A PRENDERE UN QUADERNO»

NEL MIRINO Via Santa Caterina Da Siena, zona colpita dai ladri

81a78861-8c3c-4a56-bc87-73c287384762

che però per la famiglia aveva un grande valore affettivo. Non è la prima volta che la zona viene presa di mira e sembra che proprio la fascia preserale sia la preferita dai topi d’appartamento, contando sulle commissioni e le abitudini post-lavorative che portano a rincasare per cena. Quando capitano questi eventi i cittadini cercano di solidarizzare avvisandosi tra di loro e pubblicando sui social le brutte esperienze, mettendo in guardia chi abita vicino. Tuttavia, non sempre è facile evitare gli allarmismi e a volte si corre il rischio di scambiare per malintenzionate anche persone che nulla hanno a che vedere con la criminalità. Chiara Dall’Armellina


V

Primo Piano

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Lorenzoni: «Sì, voglio Marcato: «I compagni chiarimenti in giunta attaccati alla poltrona ma non esageriamo» senza avere dignità» «Roberto è l’unico leghista con il quale si riesce a parlare, se il suo problemo è il mio scranno posso anche lasciarlo» `

IL VICESINDACO PADOVA Il vicesindaco Lorenzoni, il giorno dopo l’incomprensione con Giordani sull’imminenza dello sgombero della Clac, che doveva rimanere segreto per motivi di sicurezza, ribadisce il concetto. «Nessuno ha contestato la necessità dello sgombero, quel sito è pericolante. Ma si poteva fare in maniera meno traumatica e con maggiore rispetto delle persone». Anche suo... «Non ne fate una roba più grande di quella che è. Certo chiederò un chiarimento in Giunta la prossima settimana. Con Sergio ci siamo già sentiti, ci confronteremo fra tutti». Se la Lega di Bitonci non avesse informato Forza Italia di una cosa del genere il giorno dopo sarebbe caduta la Giunta visto che cosa è successo per molto meno... «Sì ma quell’attegiamento avrebbe obbedito solamente a una logica di potere. Noi vogliamo andare oltre. Cambiare il metodo è necessario ma non gli obiettivi». Ma lei era all’oscuro di tutto... «Sì ma uno dei miei obiettivi appunto non è esasperare i rapporti ma dare risposte pragmatiche alla città». Potrebbe essere una manovra di disturbo del Pd per ostacolare la sua candidatura alle regionali? «Non credo». Nemmeno noi visto che con Lorenzoni in regione avrebbe più mano libera in città. La prossima settimana poi ci sarà un tavolo aperto fra Pd civiche e movimenti della galassia per fare fronte comune contro Zaia. Significa che l’apertura zingarettiana è stata accolta? Magari con lei come alfiere? «Quello che mi piace di questo momento è che il “Veneto che vogliamo” sta crescendo. Abbiamo fatto assemblee a Vicenza, Belluno e Venezia, ieri a Padova e Rovigo. Tanta gente partecipa. Se riusciamo a fare

sintesi di questo enorme contenitore possiamo scatenare una forza propositiva straordinaria». Sì ma se non trovate un denominatore su una persona la galassia si sfalderà. «Ecco io credo che noi siamo gli unici a poter dialogare con vari mondi, dai Cinque stelle ai Verdi, dal Pd ad Articolo Uno da Più Europa a Italia in Comune, senza ricevere veti». Fareste lo stesso anche se il candidato fosse... di Italia viva? «Noi siamo laici in questo. Chi amalgama meglio questi mondi li rappresenti». Ma la Lega appare imbattibile... «La Lega galleggia. Dopo 10 anni non ha più proposte nè

«NESSUNO CONTESTA LO SGOMBERO CHE ERA NECESSARIO, MA CI VOLEVA MAGGIOR RISPETTO PER LE PERSONE»

propulsione. Io credo che un altro Veneto sia possibile». Marcato dice che lei è attaccato alla “carega”. È vero? «Mi fa sempre sorridere, ma non voglio polemizzare con lui. È l’unico leghista con cui si riesce a parlare». Sarà ma la chiama ad un gesto di coerenza... «Se è questo il suo problema non sono attaccato allo scranno ma pronto a lasciarlo». Magari potreste vedervi in consiglio regionale... «Non parlo. O meglio ribadisco: Marcato gioca il suo ruolo noi andiamo avanti con la nostra proposta. Che è diversa da quella della Lega. Che cosa hanno fatto sul trasporto pubblico? Mancano fondi. E sulla politica forestale? E sulla sostenibilità o il consumo di suolo? Solo nuove strade e cemento». Invece la sfida dove si gioca? «C’è un manifesto ideale intitolato “Veneto 100% sostenibile rinnovabile efficiente” commissionato dal Pd al centro studi Giorgio Levi Cases. Ecco la prospettiva, costruire politiche che creano sviluppo». M.G.

LORENZONI Difende la scelta di non irrigidire i rapporti in Giunta

«Prima contestano Sergio, poi ritornano in silenzio: hanno paura di perdere un posto caldo in Consiglio?» `

L’ASSESSORE PADOVA Roberto Marcato assessore alle attività produttive del Veneto e responsabile sicurezza e immigrazione della Lega. È d’accordo con lo sgombero? «Sto con Giordani. L’illegalità va estirpata. Ma quello che è successo calpesta certi elementi valoriali della sinistra sui quali Lorenzoni non dovrebbe passare sopra, come quello della coerenza». Si spieghi... «Il sindaco non li ha avvisati ed ha agito da solo. È passato sopra ai valori del suo socio di maggioranza». Dunque? «La sinistra civica, quella che sta sempre dalla parte giusta, dalla parte dei cittadini e dei più deboli, di fronte ad uno sgombero che reputa così tanto grave da insultare il suo sindaco e dissociarsi dalle sue scelte, abbaia, urla, strepita, ma...» Ma? «Rimane là, con le natiche ben salde alla carega e agli

scranni comunali. Insomma non si fa sfuggire l’occasione per dimostrare che la carega conta di più dei valori. Troppo facile compagni. Perché per avere la schiena dritta bisogna che alle parole seguano le azioni. Si chiama dignità». Il vicesindaco afferma che non si fanno crisi per queste cose... «Ha l’attacchite come gli altri che hanno paura di perdere il posto caldo in Consiglio. Ma allora, compagni, delle due l’una: gli attributi si hanno o non si hanno. Alle parole fate seguire i fatti e dignitosamente andatevene in segno di protesta verso un sindaco che reputate in errore. Io su queste cose sono intransigente, per me non può esistere la mediazione».

«SONO DI SINISTRA AI CONVEGNI O QUANDO SCRIVONO LIBRI: INSEGNANO L’ETICA, MA NON SANNO PRATICARLA»

MARCATO Attacca la sinistra accusandola di scarsa coerenza

Altrimenti? «Stiano in silenzio e si mangino la minestra. O saranno come quei cagnolini che dietro al cancello sono tigri feroci, ma quando il cancello si apre tornano ciò che sono, polli da aia. Ma ho paura che abbiano tutti la stessa malattia». Quindi lei dice che la sinistra non riesce a mutare pelle? «Sì, è la solita sinistra in salsa italica. Sono di sinistra nei convegni, quando scrivono libri, o vanno in piazza travestiti da sardine. Insomma quando devono insegnare l’etica. Non quando devono praticarla. E questo Paese sta morendo proprio per la mancanza di coraggio». In un certo senso tradirebbero il mandato storico? «In pratica degni figli minori di quella sinistra che vuole processare Salvini, ma, mi raccomando, dopo le votazioni in Emilia per paura di perdere consenso. Auguro a questa copia sbiadita della sinistra popolare di ritrovare, per una volta, l’ebbrezza del coraggio». Sono quegli stessi che intendono sfidare la Lega affermando che c’è un’altra via di governo possibile... «Alle ultime europee un veneto su due ha votato Lega. I servizi socio sanitari del Veneto sono i migliori d’Italia, facciamo da modello per le altre regioni in sanità, abbiamo il più basso tasso di disoccupazione e siamo i primi in Italia per turisti e per export». Però dice che la Lega non ha più propulsione, che ha esaurito le proposte... «Beh se la sua viene smorzata con un soffio del sindaco siamo su due altezze diverse. In ogni caso abbiamo una fame di rappresentare i nostri cittadini che nessuno ha. E siamo l’unica speranza per l’autonomia che loro con gli ultimi due governi stanno rallentando per non concederla. Se pensa di ragionare di basi nuove per il Veneto non può tacere questa distorsione». M.G.

«Confusione e sporcizia, colpa di Cucina Brigante» `Dure le accuse

lamentela non manca. L’intera palazzina a destra dell’ingresso è interdetta.

del Gruppo Astrofili: «Bombole di gas e ratti» LE PROTESTE I “SOPRAVVISSUTI” PADOVA Dopo il trambusto dello sgombero all’ex Macello di via Cornaro si cerca di tornare lentamente alla normalità. Ci prova chi è rimasto, poiché la maggior parte delle persone che abitualmente frequentavano lo storico edificio non potrà più accedere alle sedi delle associazioni fino a data da destinarsi. Metabolizzare l’accaduto non è semplice, più di qualcuno è stato costretto a improvvise rinunce e cambi di programma, qualche

Lì trovavano sede le dieci associazioni afferenti a Clac, da quarant’anni all’ex Macello. Anni che hanno visto succedersi decine di gruppi legati ai più disparati ambiti ma con una comunità d’intenti e la volontà di offrire spazi di cultura e scambio. Clac non è però l’unica realtà nello spazio di via Cornaro. Tra le più note vi sono il Planetario, il Club Sommozzatori e il Gruppo Astrofili di Padova. Se il primo, inaugurato nel 2009, opera in un’area diversa da quella dello sgombero, a dover fare i conti con non pochi grattacapi è invece, tra gli altri, il Gap. «Parte dei nostri locali non fa parte

della palazzina sgomberata, quindi la nostra attività prosegue - spiegano attraverso il coordinatore Alessandro Bisello Purtroppo ciò non vale per la zona alta del plesso murato, dove svolgiamo osservazioni e serate. A rimetterci non siamo solo noi e il pubblico, ma anche una quindicina di ragazzi che frequentano la facoltà di astronomia e si appoggiavano a noi per le ricerche». Il Gruppo astrofili ha incontrato l’assessore Andrea Micalizzi, ma fino a quando lo stabile non sarà messo in sicurezza l’entrata sarà bloccata.

LA SITUAZIONE Che il complesso avesse bisogno di restauro non è un mistero, ma nell’ultimo periodo pare la situazione si fosse fatta più ur-

LA CRITICA Il Gruppo astrofili accusa alcuni occupanti

3d7082e2-b7e7-4a67-92ad-2078e616441f

gente. «Da almeno dieci anni si sapeva che i lavori si sarebbero dovuti fare - prosegue Bisello ultimamente c’erano più situazioni di confusione, si è fatta meno attenzione all’ordine e alla pulizia. La comparsa di materiale deteriorabile e delle bombole di gas utilizzate da Cucina Brigante hanno innalzato la soglia di pericolo, hanno cominciato a girare ratti e insetti, il terrazzo superiore per le osservazioni capitava fosse occupato da altri. Nulla da togliere a Clac con cui abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, ma a più riprese abbiamo cercato di far capire che così non si poteva andare avanti. Questa potrebbe essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per il Comune». La stessa Cucina Brigante aveva preso le distanze da questo

genere di critiche, che a detta dei componenti sarebbero già state avanzate anche dall’amministrazione comunale. «Un assessore ci ha dato degli “zingari”, nell’ordinanza si legge che “i locali destinati a cucina e dispensa non rispettano le norme igienico sanitarie” - aveva commentato Giacomo, uno dei membri - invece avevamo sistemato con cura proprio quella zona e nonostante le accuse siamo sempre stati aperti al dialogo». «Raccogliamo al Maap frutta e verdura di seconda scelta donandola ai più bisognosi, realizzando pranzi popolari. Addirittura un programma radiofonico si interessa del nostro agire - commentava Mattia Rosina Ci hanno usati come pretesto per un’azione ingiustificabile». Serena De Salvador


12

Nordest

«STRADE ANAS, FALLIMENTO DELLA GIUNTA» Graziano Azzalin (Pd): «Importante riclassificazione, ma dopo 20 anni le competenze tornano a Roma: si sgonfia la propaganda leghista».

Venerdì 17 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Regionali, parte la macchina M5s Domani l’assemblea degli attivisti deciderà se i Cinquestelle `Poi via ad autocandidature, “graticole” e voto su Rousseau in Veneto correranno da soli o con una lista civica di supporto Berti: «Dobbiamo recuperare i valori identitari con umiltà» `

terno o piuttosto una figura di equilibrio».

POLITICA VENEZIA In vista delle Regionali, i Cinquestelle hanno deciso che correranno da soli il 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria, ma con tutta probabilità a primavera anche in Liguria, Puglia, Toscana e, notizia di queste ore, pure nelle Marche. E in Veneto? La decisione sarà presa domani pomeriggio, alla riunione degli attivisti in programma nel Padovano, dove i pentastellati cominceranno a delineare le strategie elettorali e ad elaborare le linee programmatiche che condurranno alla scelta dei candidati. «Di sicuro non faremo alcuna alleanza con gli altri partiti, ma la base deciderà se è opportuno un accordo con liste civiche, associazioni o comitati con cui lavoriamo da anni, nella consapevolezza che dobbiamo recuperare i valori identitari del Movimento e rimetterci in gioco con grande umiltà», anticipa il capogruppo Jacopo Berti, che insieme alla senatrice Barbara Guidolin è il responsabile organizzativo di questa fase, quanto mai delicata in considerazione della situazione nazionale.

IL NO Ieri mattina il responsabile delle campagne elettorali Danilo Toninelli e il capo politico Luigi Di Maio hanno incontrato i referenti del voto marchigiano. «È stato rilevato – si legge in una nota – che non ci sono le condizioni politiche per pensare a un patto civico che comprenda anche i partiti. Il M5s, dunque, si presenterà alle prossime elezioni regionali nelle Marche da solo o con eventuali liste civiche». Questo è lo scena-

IN UN HOTEL PADOVANO I PENTASTELLATI ELABORERANNO LE LINEE DEL PROGRAMMA: AMBIENTE, IMPRESE, MAFIE, SANITÀ, CULTURA

LA SELEZIONE Una volta presa questa decisione, inizierà il processo di selezione degli aspiranti consiglieri regionali. «Nei prossimi giorni – annuncia l’attuale capogruppo – saranno aperte le autocandidature sul portale Rousseau. I nominativi che rispettano i requisiti verranno resi pubblici, in modo da poter organizzare le “graticole” sul territorio, così che attivisti e cittadini possano avere un incontro fisico con i candidati, per poter conoscerli e porre loro domande. Infine scatterà il voto, sempre su Rousseau, mi auguro entro la prima settimana di febbraio. Si tratta di un procedimento dal basso, antitetico alle abitudini di Lega e Pd, che invece impongono dall’alto i nomi decisi dalle segreterie». Ieri è stato reso noto che, fra i 17 aspiranti governatori della Toscana che si sottoporranno all’esame della base, ci sono anche gli attuali 5 consiglieri regionali. «Lo schema vale per tutti – commenta Berti – dopodiché noi uscenti del Veneto non abbiamo ancora sciolto la riserva. Non siamo innamorati dei ruoli, la continua rotazione permette di far crescere il Movimento, anche se d’altro canto riconosco che pure l’esperienza può essere importante per un secondo mandato».

RESPONSABILI Jacopo Berti (con Barbara Guidolin) e Danilo Toninelli curano questa fase

rio che si profila pure per il Veneto, malgrado il perdurante asse di governo con il Partito Democratico e le aperture locali di Liberi e Uguali. «A ottobre abbiamo fatto un’assemblea – sottolinea Berti – e i nostri meetup stati chiarissimi: hanno detto “no” ai partiti, compresi gli alleati nazionali. Sul territorio non abbiamo nulla a che spartire con il loro modo di fare perché crediamo che rappresentino il sistema veneto che noi critichiamo, ritenendo che il Pd sia sempre stato la garanzia del potere di Luca Zaia. Preciso che questo non è il “Berti pensiero”, anzi, in un momento revival ricordo che “uno vale uno”. E il mandato in questo senso è stato unanime, casomai nell’appuntamento di questo sabato si tratta di scegliere se procedere completamente da soli o insieme alle realtà civiche con cui condividiamo da tempo l’attività su vari temi, a cominciare dall’ambiente. Evidentemente dall’una o dall’altra delle due opzioni dipenderà poi il profilo del candidato governatore, se sarà un in-

Il nodo Baratta

I GRUPPI

Zaia al Movimento: «La Biennale non è Autostrade» VENEZIA Sulla possibile riconferma di Paolo Baratta alla presidenza della Biennale di Venezia, per il governatore Luca Zaia (in foto) «è sorprendente» la contrarietà del Movimento 5 Stelle. «Questa – tuona il leghista – non è la Società Autostrade, non gode di concessione. Se una cosa funziona, e questa

istituzione culturale certamente ci riesce, dobbiamo fare in modo che continui». Tanto più, aggiunge Zaia, vista la posizione dell’ex ministro Alberto Bonisoli, «uomo di punta del mondo della cultura, che afferma di vedere con favore una proroga al mandato di Baratta». Il governatore incalza così il M5s: «Abbiamo una Biennale con i

conti a posto, una Mostra del Cinema in grande spolvero, le esposizioni di Arte e Architettura con una visibilità mediatica internazionale unica. Se i Cinque Stelle conoscono situazioni di malfunzionamento o motivi per cui si renda necessario interrompere questa esperienza positiva, lo dicano subito e soprattutto lo facciano pubblicamente». © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’appuntamento di domani è fissato per le 14 all’hotel Piroga di Selvazzano Dentro. Sei i gruppi di lavoro a cui hanno già cominciato a iscriversi i partecipanti: statuto, ambiente, imprese, mafie, sanità e cultura. «È importante – spiegano i promotori dell’evento – partecipare all’elaborazione del programma per la prossima legislatura regionale: un documento che sia da guida per coloro che rappresenteranno nuovamente il M5s in Regione Veneto». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Conte: «Personale e tagli, Anci apre ai Comuni veneti» LA MOBILITAZIONE VENEZIA Superamento del turnover e correzione dei criteri di riparto del Fondo di solidarietà comunale. Mario Conte, numero uno di Anci Veneto, è tornato ieri dalla Conferenza delle associazioni regionali e dal Consiglio nazionale, che si sono tenuti a Roma, con una buona impressione rispetto alla mobilitazione contro i tagli: «Si tratta di partite fondamentali per i nostri territori, su cui abbiamo riscontrato uno spirito costruttivo e la volontà di collaborare per trovare una soluzione da parte del presidente Antonio Decaro, che ringrazio». Al punto da averlo pubblicamente invitato a visitare le colline del

Prosecco, patrimonio Unesco, «per vedere che i sindaci veneti non sono brontoloni, ma virtuosi».

to alla linea intrapresa dal sindaco di Treviso, siano rimasti colpiti per l’apertura mostrata da Decaro.

LA STRATEGIA

IL TURNOVER

Il leghista Conte era ben consapevole di aver alzato parecchio i toni nelle scorse settimane, indirizzando la sua protesta più contro l’Anci nazionale che nei confronti del Governo. Così nel cambio di strategia comunicativa è entrata anche la battuta su Conegliano-Valdobbiadene, in aggiunta all’asse con il sottosegretario dem Achille Variati e con quella parte di amministratori del Sud, come i pugliesi, che paga lo stesso scotto dei colleghi veneti. Alla fine pare che pure i primi cittadini del Pd, inizialmente scettici rispet-

Innanzi tutto sul turnover. Il decreto del Governo fissa le soglie di spesa del personale in rapporto alla media degli accertamenti di competenza riferiti alle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati. Secondo Anci Veneto, però, questo parametro non tiene conto di realtà, com’è appunto quella veneta, in cui la gestione dei rifiuti urbani e il servizio idrico integrato già da anni avvengono in forma associata, attraverso gli ambiti ottimali, che si occupano anche della riscossione delle relative tariffe. Di

IERI A ROMA Mario Conte

IL PRESIDENTE REGIONALE SMUSSA I TONI ACCESI DELLA PROTESTA E INVITA DECARO SULLE COLLINE TARGATE UNESCO: «VEDRÀ COME SIAMO VIRTUOSI»

1d070cd5-0416-4185-b8d0-0136ed103230

conseguenza nei bilanci di questi Comuni non figurano la Tari e le spese del servizio di igiene urbana, determinando un rapporto iniquo per la determinazione del limite di esborso. «La soluzione – ha riferito Conte – è vicinissima. Il criterio del decreto che ad oggi penalizza il Veneto, perché non permette ai sindaci di assumere ma in alcuni casi li costringe a licenziare, dovrebbe essere superato. Si tratta di un risultato importante perché quello del personale è uno snodo strategico per avere amministrazioni più efficienti e dare servizi migliori».

I TRASFERIMENTI Inoltre sarebbero in arrivo buone notizie pure in merito al Fondo, la cui ripartizione al

momento toglie quasi 7,8 milioni ai municipi veneti. «Abbiamo trovato disponibilità da parte di Anci nazionale – aggiunge l’esponente della Lega – a trovare una soluzione al taglio mascherato subìto dai Comuni della nostra regione. Questo dovrebbe avvenire attraverso una distribuzione equa del 100 milioni stanziati dal decreto 66 (il recupero della spending review, ndr.), che tenga conto delle esigenze e delle specificità del Veneto. Le risorse che incrementano il fondo devono andare ai sindaci del Veneto che sono state pesantemente danneggiati e che si trovano costretti a tagliare servizi ai cittadini come lo scuolabus e le mense». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 MESSAGGERO VENETO

l’intervista

Tributi e Province Il piano di Fedriga «Serve fare squadra con le altre Speciali» L’obiettivo del presidente è riuscire a premere su Roma «Mettendoci assieme difenderemo meglio i nostri diritti» Mattia Pertoldi UDINE. L’incontro di mercole-

dì a Roma e la due giorni siciliana di inizio marzo rappresentano i primi passi di una specie di nuova alleanza che i governatori delle Regioni Speciali – con in prima linea Massimiliano Fedriga – vogliono stringere per andare in pressing su Roma e combattere quel neocentralismo che, da anni ormai, si muove strisciante incidendo su funzioni, e soprattutto bilanci, delle Autonome. Per Fedriga, infatti, quest’asse servirà a portare a casa risultati non soltanto come semplice difesa dello Statuto Speciale, ma anche come potenziamento degli spazi d’azione garantiti al Friuli Venezia Giulia. Presidente, qual è il senso di questa alleanza? «Vogliamo fare squadra per difendere le prerogative dei nostri rispettivi Statuti e, possibilmente, ampliarle. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un feroce assalto all’Autonomia e alle specificità delle Regioni. Basti pensare, ad esempio, a quello che è accaduto Sicilia». Cos’è successo? «Nello Musumeci mi ha spiegato come abbia intenzione di reintrodurre le Province e renderle elettive, ma non

ognuno, nel caso delle singole funzioni, tratterà per conto suo con il Governo». Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano sono Regioni virtuose. Sicilia e, per certi versi, Sardegna sicuramente no. Non pensa che finire tutti nello stesso calderone potrebbe essere, per noi, penalizzante? «Anche tra le ordinarie esistono differenze tra Regione e Regione, ma se si vogliono migliorare le singole amministrazioni ci si può riuscire senza depotenziare l’istituzione. È anche vero, inoltre, che gli attuali governatori di quelle Regioni stanno cercando di migliorare situazioni molto difficili, ma ereditate da poco tempo». Quali risultati auspica? «L’obiettivo principale è quello di arrivare a una nuova, consistente, riduzione di quanto versiamo a Roma dopo i primi, importanti, risultati ottenuti con il Patto siglato a febbraio. Un accordo grazie al quale tutto dovrà passare attraverso il regime pattizio,

«Non ci saranno più decisioni prese in maniera unilaterale dall’esecutivo»

Il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga

lo può fare a causa di una sentenza che si basa su una legge ordinaria, la Delrio. Perché, si sostiene, siccome ha valenza finanziaria continua a valere anche per le Speciali, nonostante la vittoria dei “no” al referendum costituzionale e al fatto che le Regioni come la nostra, e la Sicilia, abbiano competenza primaria sugli enti locali. È una follia, così come il continuo depaupera-

mento dei nostri bilanci collegato ai contributi che ci chiede lo Stato». È anche vero, però, che ci sono Speciali e Speciali... «Certo, ma infatti la nostra non deve essere una gara al ribasso, penalizzante per qualcuno. Dobbiamo cercare di potenziare chi è meno Speciale, come il Friuli Venezia Giulia, attraverso un patto tra governatori. Poi è ovvio che

mentre in precedenza il Governo poteva decidere, unilateralmente, quanto doveva versare il Friuli Venezia Giulia e noi non ci potevamo minimamente opporre». E per quanto riguarda il ritorno ai 9/10 di Iva? «Nel Patto siglato con l’ex ministro Giovanni Tria c’è scritto, nero su bianco, che va aperto un tavolo tecnico proprio con questo obiettivo e, personalmente, non ho certo intenzione di compiere alcuna marcia indietro». Cosa si aspetta dalla nuova Paritetica? «Spero che completi il percorso della regionalizzazione della scuola e mi attendo un forte impegno sul fatto che la Regione possa legiferare sull’elezione diretta degli enti di area vasta. Il presidente? Non entro nel merito». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Bellarosa spiega perché con l’accentramento non si arriverà alla coesione nazionale

Sull’autonomia delle Regioni Governo in ritardo con la riforma IL COMMENTO

GIOVANNI BELLAROSA

È

legittimo, anzi doveroso, che chi governa si ponga tra gli obiettivi quello della coesione nazionale, una meta ardua per molti paesi. La domanda è se essa si raggiunga con l’accentramento o con l’autonomia: è l’eterno dilemma tra Stato centralizzato, come di fatto è tuttora l’Italia e una Repubblica delle autonomie, come vorrebbe la Costituzione. Mentre le diversità geopolitiche rimangono intatte, i

partiti, i Governi e più in generale la politica, dal dopoguerra in poi, hanno adottato posizioni ondivaghe tra scelte centraliste, prevalenti, ed aperture ai territori, queste ultime sul piano amministrativo, ma hanno tenuto invece ben stretto il timone di un governo imposto dall’alto in modo uniforme, cosa ben diversa dalla tutela costituzionale dell’Unità. Ogni qual volta si sono affacciate le istanze di autogoverno da parte delle regioni più dinamiche, come avvenuto di recente, si è accesa la reazione con l’accusa della secessione dei ricchi. Le politiche di natura assistenziale te-

se a mantenere un facile consenso nel mezzogiorno si sono così affiancate al diniego verso le istanze portate con i referendum popolari al nord, che chiedevano l’applicazione della Costituzione: l’articolo 116, terzo comma. Si sarebbe potuto e dovuto discutere sul quantum della maggiore autonomia ma non riportare tutto alla casella di partenza, come sta facendo invece questo Governo in un inarrestabile gioco dell’oca che mortifica le Istituzioni regionali. Ad un certo punto non vale più la pena di ragionare in termini di solo diritto cioè di prerogative costituzionali e statutarie,

Giovanni Bellarosa

anche perché, per riconoscerle, sarebbe necessaria una rappresentanza nel Parlamento con un vero Senato delle Regioni ed inoltre un giudice ultimo della legittimità delle leggi espresso uni-

13

commissione paritetica

L’obiettivo di Spitaleri «Equilibrare i rapporti con gli enti ordinari» UDINE. «Si tratta di un’occasione assolutamente rilevante, che deve avere come elemento qualificante un rapporto di dialogo e confronto con il Governo centrale, evitando la corsa a chi rivendica di più». È questa l’opinione di Salvatore Spitaleri, componente della Commissione Paritetica Stato-Regione, sulla convocazione dell’Assemblea plenaria delle Speciali, che è stato deciso si terrà a Palermo il 6 e il 7 marzo. Precisando che «la stabilizzazione dei meccanismi di compartecipazione alla finanza generale non può dipendere da rapporti politici o extra-istituzionali o contingenze, salvo concrete e limitatissime eccezioni», Spitaleri indica come «necessaria» anche da parte del Friuli Venezia Giulia, «una ricognizione del peso e degli oneri delle funzioni di specialità rispetto

Salvatore Spitaleri (Pd)

a quelle delle Regioni ordinarie e, su quelle basi, ristabilire un equilibrio che ora appare sbilanciato». Per Spitaleri «un altro elemento da porre al centro del confronto risiede nella valorizzazione delle funzioni delle Commissioni paritetiche, attraverso una loro più puntuale regolamentazione e individuando in esse un nuovo ruolo di camera di composizione dei conflitti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

richiesta al premier conte

Problema dei dragaggi Confronto con lo Stato UDINE. «Al temine della Con-

ferenza Stato-Regioni ho chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di voler convocare prima possibile un tavolo al fine di affrontare il problema dei dragaggi in Friuli Venezia Giulia, nodo che pone a serio rischio il sistema produttivo regionale e che necessita pertanto di urgenti risposte da parte di tutti i soggetti interessati». Così Massimiliano Fedriga, a margine dell’assemblea

tariamente e paritariamente dallo Stato e dalle Regioni, istituti che invece mancano nel nostro Ordinamento. Alla fine, il discorso come le lamentele sono sempre le stesse e le scelte anche recentissime non cambiano. La conferma di quanto detto sta nell’ultimo provvedimento di sostanziale sanatoria del collasso finanziario della Regione siciliana, attuato a Natale dal Governo, che diluisce in un eccezionale arco di tempo il disavanzo di oltre un miliardo di euro accumulato. Ancora una volta non si è avuto il coraggio di affrontare di petto il malgoverno e punire i responsabili di quello che tecnicamente e politicamente è molto più di un “predissesto”; si è scelta invece la strada di aggiungere ulteriore possibilità di spesa corrente in deficit piuttosto che investire per realizzare le infrastrutture necessarie. In realtà è proprio questa la politica di privilegio assistenziale che non può non suonare come ingiustizia per le regioni dal bilancio sa-

tenutasi a palazzo Chigi. «Il tema dei dragaggi nei porti e nei canali navigabili – ha rilevato Fedriga – è centrale per l’economia del territorio, in quanto incide pesantemente sia sull’ambito della pesca che su quello della navigazione commerciale. La condivisione di un percorso comune che garantisca certezze nei tempi e nelle modalità di esecuzione degli interventi diventa imprescindibile». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

no e soggetto a regole ferree: il Friuli Venezia Giulia concorre in modo considerevole al mantenimento degli equilibri di finanza pubblica e regioni come Veneto e Lombardia producono un residuo fiscale senza il quale l’intero Paese rischierebbe di crollare. In questa situazione sentir parlare o peggio veder rinfocolare la contrapposizione tra ricchi e poveri, tra regioni del nord e mezzogiorno sembra oggettivamente fuori luogo. Tutto però porta a ritenere che la situazione non cambierà; il governo sembra impegnato a “diluire”, come per il deficit siciliano, la riforma dell’articolo 116 con una legge di cui è difficile comprendere l’utilità ed il significato e che se pur accettata, probabilmente obtorto collo, dalle regioni, non è arrivata neppure sul tavolo del Consiglio dei ministri, senza pensare a cosa poi avverrebbe in un Parlamento come l’attuale, se mai un giorno vi approdasse. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.