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Nordest
«JUNIOR CALLY A SANREMO? INDIGNIAMOCI» L’assessore veneta Elena Donazzan (Fdi): «Il giovane rapper usa parole di violenza da disgusto. Da donna e rappresentante delle istituzioni non guarderò il Festival».
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’intervista Roberto Marcato er lui la politica è passione, non rancore. Con una stella polare, l’autonomia. Un obiettivo, cioè far sì che quelle venete siano “città di luce” e non buie perché si spengono le insegne delle botteghe costrette a chiudere. E con una certezza: Luca Zaia sarà riconfermato governatore perché su temi cruciali, quali sanità, occupazione e turismo, a suo dire ha fatto talmente bene, che neppure l’opposizione riesce ad attaccarlo. Roberto Marcato, assessore regionale con delega allo Sviluppo Economico e alle Attività Produttive, nonché membro della segreteria federale con Matteo Salvini e del direttorio che regge la Lega in Veneto, parla con toni accorati del presente e del futuro del “suo” Veneto, non disdegnando, per rafforzare i concetti, di ricorrere al dialetto. Del resto per lui, abituato a salutare con un sorriso e la battuta “Bojorno paròn”, non potrebbe che essere così.
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«Autonomia, patto di sangue con Fdi e Fi o corriamo soli» L’assessore regionale lancia il tris di Zaia `«Se saremo ancora alleati di Brugnaro «Rivincerà, centrosinistra troppo diviso» a Venezia non faremo più le comparse» `
me, e l’unico collante è la paura di perdere la “carega”. Per governare il Veneto, però, serve ben altro. Certo, non sottovaluto nessuno, tanto meno Lorenzoni, ho rispetto di ogni avversario, perché lo reputo tale, non un nemico. Ma una cosa è evidente: la dote di Zaia è pesantissima, tanto che le minoranze fanno fatica a criticarlo».
Assessore, partiamo proprio dalle regionali. A sfidarvi potrebbe esserci una grande coalizione capeggiata da Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. «È un’alleanza divisa ancor prima di nascere. Con il Pd che vuole un candidato suo e i pentastellati che non intendono correre con i democratici. D’altro canto pure l’attuale governo di Padova è un insieme di contraddizioni e contrapposizioni pesantissi-
In che senso? «Nel Veneto abbiamo la migliore sanità d’Italia, certificata dal governo giallorosso, il più basso tasso di disoccupazione, la crescita più alta del Pil, siamo al primo posto in Italia e al secondo in Europa per presenze turistiche. Il presidente, poi, senza mai una lite, ha coronato il
percorso politico per le Olimpiadi a Cortina, le colline del prosecco patrimonio dell’umanità e sta lottando per il riconoscimento Unesco per Padova. Non a caso alle europee un veneto su due ha votato Lega». Chi sceglierà i candidati del Carroccio? «Il nostro partito è strutturato e i nomi verranno vagliati dalla segreteria provinciale di Padova con il commissario Filippo Lazzarin e poi condivisi con il direttorio veneto, cui spetteranno le designazioni definitive». Del partito dei veneti cosa pensa? «Ben venga, se dà la misura dell’effervescenza politica del territorio. Però ricordo che è costituito da forze indipendentiste-secessioniste. Non mi fa ben sperare che sprechino il loro tempo contro Zaia e Marcato, invece di contrastare il sistema centralista romano. E poi imma-
ginare che gli indipendentisti facciano un’alleanza con Pd e grillini, che stanno massacrando le regioni, fa sorridere». Il centrodestra si presenterà unito alle regionali? «Dipendesse da me, andremmo da soli e mi batterò per questo. A meno che non si verifichino due condizioni: che Berlusconi e Giorgia Meloni sottoscrivano un patto di sangue sull’autonomia presentata dalla delegazione capitanata da Zaia. E che FdI tolga questa “opa ostile” nei confronti della Lega e smetta di andare a caccia dei nostri amministratori». Come vede la situazione politica delle città venete? «Parto da Venezia e da Brugnaro, oggi nostro alleato. Su temi quali il Mose, Porto Marghera, ma anche nel rapporto con il governo, ha lavorato bene. Ma nel caso dovesse ricandidarsi e l’alleanza dovesse essere riconfer-
«IL PARTITO DEI VENETI SEGNA EFFERVESCENZA MA NON FA BEN SPERARE CHE SPRECHI TEMPO CONTRO LA LEGA INVECE CHE ROMA CENTRALISTA»
A Padova però c’è un’“isola” di centrosinistra... «Infatto purtroppo Padova non ha il ruolo che le spetterebbe. Incontro spesso il rettore Rizzuto, il prefetto Franceschelli, il questore Fassari e i rappresentanti delle categorie, e conosco bene la situazione. La sicurezza è uno degli elementi di debolezza strutturale del centrosinistra, padovano e nazionale, All’ombra del Santo, città universitaria e capitale del volontariato, c’è invece una recrudescenza della criminalità legata all’immigrazione, sottovalutata per questioni ideologiche. La maggioranza ha contaminato Giordani, sostenendo un’accoglienza senza regole. Io immagino sì una Padova accogliente, ma dove l’osmosi tra etnie e culture diverse trova sintesi nel rispetto della legge. Pensare, come sta avvenendo, di accogliere tutti gli stranieri, sistemandoli magari in qualche caserma dismessa dove vivono come animali e ingrassando le cooperative, è un errore. Bisogna dare loro l’opportunità di una vita dignitosa, senza dover delinquere. Padova, poi, deve decollare e il sindaco fare da motore. Invece sulla Fiera siamo fermi, sul traffico la maggioranza ha visioni contrapposte e il centro si sta desertificando. Ogni qualvolta si spegne l’insegna di un negozio, muore un pezzo di città. Padova “città della luce” è possibile: basta volerlo. Stop, quindi, alle grandi strutture di vendita e aiutiamo i piccoli commercianti. Perché il futuro è loro, come dimostrano Francia e Stati Uniti dove spariscono i centri commerciali e riaprono le botteghe». Nicoletta Cozza © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CONGRESSO ROVIGO Riccardo Mortandello, sindaco di Montegrotto Terme, è il nuovo segretario regionale del Psi. Ieri a Rovigo è stato rinnovato il direttivo eleggendo l’unico candidato alla successione di Luca Fantò, che così sarà più presente a Roma per continuare nel partito l’incarico di referente nazionale scuola, ruolo in cui - ha detto il segretario nazionale del Psi, Enzo Maraio - è diventato un punto di riferimento per i diritti dei docenti precari. La nomina di Mortandello non è avvenuta all’unanimità, per l’uscita dalla sala della Gran Guardia, che ha ospitato le operazioni congressuali, del delegato del Psi della Federazione di Venezia Michele Bertaggia, che ha lasciato il dibattito chiedendo che le porte del Psi Veneto restino aperte anche alla diversità di pareri, di rimando all’affermazione conclusiva del nuovo segretario: «Le porte del Partito socialista, che è un partito accogliente, sono aperte». Con Riccardo Mortandello, 38enne nato a Padova e cresciu-
mata, non siamo disposti a fare le comparse come avviene adesso che non abbiamo gli spazi che meriteremmo, considerato quello che rappresentiamo. Se in futuro saremo ancora insieme, governeremo alla pari».
PADOVANO Roberto Marcato è assessore regionale e componente del direttivo federale della Lega con Salvini
LA SALA Il congresso regionale del Psi a Rovigo (foto MASSIMILIANO SANDRI / STUDIOMAX)
Il Psi si rinnova (ma si divide subito): Mortandello nuovo segretario veneto to a Montegrotto, dove nel 2009 fondò «assieme a un gruppo di amici e compagni» il Circolo Sandro Pertini, diventando prima consigliere comunale di minoranza nel 2011, e poi sindaco alle amministrative 2016, conti-
AL MOMENTO DEL VOTO PER IL SINDACO DI MONTEGROTTO (UNICO CANDIDATO) IL DELEGATO DI VENEZIA ABBANDONA LA SALA
nua il percorso di rinnovamento del Partito socialista che guarda ai giovani, punta a cogliere le opportunità della comunicazione digitale e vuole essere “smart”: è stato avviato in Italia con il passaggio del testimone da Riccardo Nencini al 41enne Enzo Maraio, che ieri a Rovigo ha auspicato che il Psi nelle 6 Regioni al voto in maggio corra con liste proprie, sedendosi al tavolo di coalizione del centrosinistra.
è scontato un bel nulla che Luca Zaia sia rieletto governatore», ha detto Maraio. Il perché l’ha spiegato nel quadro di un paese in cui pesa l’astensionismo e l’elettorato «è mobile», e per le «inadempienze» del centrode-
ALLEANZE L’auspicio vale anche in Veneto, dove «è ora che il Pd sciolga il nodo del candidato» e dove «non
SEGRETARIO Riccardo Mortandello
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IL GAROFANO CON IL CENTROSINISTRA L’APPELLO AL PD: «SCIOLGA IL NODO DEL CANDIDATO ALLE REGIONALI»
stra in Veneto, da manifestare per smontare la tesi che è una Regione ben governata. Parole in sintonia con quelle dei rappresentanti delle diverse anime del centrosinistra intervenute al congresso: dal coordinatore veronese di Azione Marco Wallner alla consigliera regionale e coordinatrice di Italia in Comune Patrizia Bartelle, dalla portavoce per il Veneto di +Europa Anna Lisa Nalin al consigliere regionale Pd Graziano Azzalin. “Costruire il futuro” è stato il titolo del sesto congresso regionale del Psi e anche la sostanza della relazione di Mortandello, che tra gli strumenti per affrontare i cambiamenti socio-economici e intercettare i bisogni locali ha promosso la costituzione di un Tavolo degli amministratori del Veneto «perché bisogna ripartire dal territorio». Ha poi imputato al governo Zaia la perdita per il Veneto del 9% di prodotto interno lordo dal 2007, un modello di sanità diretto alla privatizzazione e «la propaganda del referendum sull’autonomia costato oltre 15 milioni di euro, mentre bastava una raccomandata da 6 euro come ha fatto l’Emilia-Romagna». Nicola Astolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
BELLUNO
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le reazioni politiche
«Dagli Stati generali risposte concrete» Ora Padrin sollecita a mettersi al lavoro Per il Fondo da cento milioni occorre presentare dei progetti «Per la banda larga dovrebbe essere la volta buona»
Francesco Dal Mas BELLUNO. «Troppa grazia»,
come si dice, dagli Stati Generali della Montagna? «Né troppa, né grazia – risponde il presidente della Provincia Roberto Padrin -. Ciò che abbiamo strappato a Roma lo inseguivamo da tempo e, quel che è più significativo, è che vi hanno lavorato tutte le componenti bellunesi insieme». Ma facciamo un po’ di conti. Il ministro Francesco Boccia ha annunciato un Fondo unico da 100 milioni per le terre alte d’Italia. La cifra è da suddividere tra quasi tutte le Regioni avendo, chi più e chi meno, un po’ di Alpi o un po’ di Appennini. «Sarebbe già molto – mette le mani avanti Padrin – se di quei 100 milioni ci arrivasse il 10%. Noi, per la verità, speriamo almeno in 15 milioni. Si tratta ora di vedere se la suddivisione sarà per
territori o, più probabilmente, per progetti. Dobbiamo quindi attrezzarci subito perché, come ha fatto intuire il ministro Boccia, le risorse saranno distribuite attraverso bandi, quindi progetti di area vasta». Progetti mirati prioritariamente al contrasto allo spopolamento e quindi al mantenimento dei servizi e di ogni possibile forma di welfare. Significa, in altre parole, che con quei soldi non si faranno né piste ciclabili né altre opere pubbliche. Il Fondo è per il 2020 ma la speranza è che questa sia solo la prima annualità. Bisogna però essere realisti, dal Fondo dei Comuni di confine arrivano più soldi: «Ben 26 milioni l’anno» ricorda il presidente del Comitato di gestione, Roger De Menech, che precisa: «Il Fondo unico è tuttavia politicamente molto importante perché sdogana tutta la montagna italiana e quindi apre a nuove pro-
spettive». Dagli Stati Generali è arrivata anche un’altra assicurazione: l’ex Fondo Letta sarà incrementato di 4 milioni per cui complessivamente sarà dotato di 24 milioni. È destinato ai Comuni di confine del Veneto con il Friuli Venezia Giulia e a quelli piemontesi a ridosso della Valle D’Aosta. Soldi in arrivo quest’anno e i sindaci interessati sperano anche in futuro; sta di fatto che il Fondo Letta ha funzionato solo per due annualità. In questo caso gli investimenti non saranno di area vasta ma ciascun Comune impegnerà le somme sulla base di progetti in proprio. «Abbiamo portato a casa da Roma anche un altro risultato molto concreto – evidenzia Padrin -: la banda larga per la digitalizzazione. L’ha chiesta con forza Confindustria Belluno, si è associata tutta la delegazione provinciale, ha rilanciato il mini-
Roberto Padrin durante gli Stati Generali della Montagna svoltosi a Roma
stro Pisano. Questa è la volta buona che finalmente diamo copertura a tutta la Provincia perché, purtroppo, l’assenza di rete e di rete veloce non riguarda solo le valli più periferiche come la Val Visdende». E in fatto di copertura, Padrin ha portato a casa anche l’assicurazione, da parte del presidente di Anas Claudio Andrea Gemme, che si rimedierà all’assenza di segnale telefonico in tante gallerie,
il sociologo analizza il risultato del vertice di roma
Cason: per battere lo spopolamento servono le risorse e gli strumenti BELLUNO. «Bene i soldi; ne arrivassero anche di più di milioni. Ma non bastano le risorse finanziarie per contrastare lo spopolamento, per rigenerare le nostre quote ormai desertificate». Diego Cason, sociologo, promuove gli Stati Generali della montagna, anche se invita ancora una volta i bellunesi a stare in guardia. Che cosa considera più interessante di quanto avvenuto a Roma? «Senza dubbio la folta delegazione di bellunesi che si è presentata coesa, in tanti casi dettando anche la linea». E i risultati? «Il Fondo unico da 100 milioni è poca cosa se lo confrontiamo, ad esempio, con i Fon-
di per i Comuni di confine. Testimonia un’inversione di tendenza che si riscontra anche su altri capitoli. Mi preoccupa il mancato coinvolgimento della Regione, da cui dipende l’attuazione di queste politiche». Da dove ripartire per fermare lo spopolamento? «L’agricoltura di montagna, la zootecnia in particolare, deve essere la priorità. Ci vogliono risorse e strumenti, anche perché non bastano le stalle, ci vogliono le famiglie che vi lavorano. Bisogna ricreare i presupposti per le nuove imprese». Quali presupposti? «Uno di questi è la ricomposizione fondiaria. Almeno 15-20 ettari a famiglia».
Diego Cason, sociologo e studioso
prime tra tutte quelle dell’Alemagna e delle altre strade Anas (presenti e future). «Gemme – informa Padrin – mi ha riferito che, per la verità, l’Anas sta già provvedendo agli interventi necessari attraverso le società di telefonia mobile. Ho insistito perché almeno lungo l’Alemagna il problema sia risolto in occasione dei prossimi Mondiali di Sci». Altri risultati strategici degli Stati Generali sono il coin-
volgimento da parte del Governo delle aziende di Stato perché emulino le Poste Italiane e le aperture sulla defiscalizzazione sia delle famiglie che delle imprese operanti in quota. «Bisognerà mettersi subito al lavoro – conclude Padrin – per proporre a Roma efficaci politiche di progressiva riduzione delle tasse per chi sfida le difficoltà delle terre alte». —
In alta montagna solo aziende agricole? «Anche imprese artigianali. E quindi ci vogliono i servizi. La banda larga è uno di questi. Ma attenzione: in montagna manca la manodopera. I servizi servono per trattenere le famiglie. Anziché implementare le alte quote di nuovi impianti sciistici, investiamo quei pochi soldi che abbiamo in scuole, ambulatori e negozi». Agli Stati Generali i bellunesi hanno chiesto nuove forme di autonomia. «Finalmente si sono resi conto che la Legge Delrio sulle Province non è riformabile, tanto è stata devastante. In provincia dobbiamo ritrovare la capacità di una progettazione locale del nostro futuro. L’autonomia deve servire a questo. A Roma se n’è parlato ma ancora in termini troppi generici. Va restituito potere alle comunità locali». Anche queste affermazioni rischiano la genericità. «E allora le faccio un esempio: chi ha deciso le Olimpiadi a Cortina? Il presidente Zaia
ha consultato qualcuno prima di scaricarci addosso questo evento? I Giochi possono davvero portarci il rinascimento? Ma a quali prezzi?». Mi vien da dire che ha proprio ragione il presidente Zaia quando afferma che i bellunesi sono incontentabili. «La questione è molto semplice: noi vogliamo comandare a casa nostra». L’altro ieri a Roma si è fatto appello anche alle grandi Aziende di Stato perché copino le Poste Italiane che hanno scelto di presidiare anche i borghi più piccoli. «Sì, ma dalle Aziende di Stato noi non vogliamo l’assistenzialismo. L’elemosina la rifiutiamo». Tanti loro servizi sono indispensabili per trattenere la gente in quota. Questo è assistenzialismo? «Evidentemente no. Ma questi servizi sono un nostro diritto. Non sono la “carità” che noi di certo non elemosineremo da questi colossi che se qui sono presenti, lo sono per sfruttarci». — F.D.M.
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4 Primo Piano
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 2 Febbraio 2020
Lapaurael’infezionecinese Mobilitatele struttureprevistein ogniUlss veneta
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IGIORNIDIINCUBAZIONE DELVIRUS ÈMOLTO INFETTIVO SOLTANTO DOPO
FINORAINVENETOCISONO STATISOLODUECASI SOSPETTI,MAGLIESAMI DELL’ISTITUTOSPALLANZANI HANNODATOESITONEGATIVO
Turismo arischio
«Iltassodioccupazionedegli alberghiaVeneziaèbasso perilperiododiCarnevale» VITTORIOBONACINI ASS.VENEZIANAALBERGATORI
LE RASSICURAZIONI DELLA REGIONE. L’invito: chi pensa di avere problemi può chiamare il 118 o il numero speciale 1500
«Nessuncaso,masiamopronti E questo è un virus poco letale» InVenetogiàdaottoannic’èun“Pianoperemergenzeinfettive”:èstatosubitoattivato «Lescuolerestanoaperte:nonc’èpericolo.Iverisospetti?Febbrealtaeguairespiratori» Piero Erle
Coronavirus, cosa c’è da sapere
INVIATO A VENEZIA
«Anche sui social veniamo interpellati dai cittadini che chiedono indicazioni: vogliamo far capire bene quello che sta accadendo». È il coronavirus la questione più discussa anche tra i veneti, e il governatore Luca Zaia ha convocato ieri stampa e tv con l’assessore Manuela Lanzarin, il direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan, Francesca Russo direttore regionale “Prevenzione” e i direttori generali delle Ulss e delle aziende. E per spiegare in sostanza che al momento in Veneto non esiste certo una situazione drammatica, anche se «è probabile come in tutti questi casi - dice Zaia - che i casi saliranno di numero un po’ ovunque, fino a un picco, come la nostra influenza, prima di scendere: noi siamo pronti a gestirli».
sottolineano Zaia e Mantoan, è che non deve improvvisare nulla. Già da otto anni si è dotato di un “Piano perla preparazione e la risposta a emergenze di sanità publica con particolare riferimento alle emergenze infettive”, per cui quando una decina di giorni fa è arrivata l’allerta del Ministero si è fatta scattare la macchina. «Siamo in continuo contatto con il Ministero: con il dott. Mantoan abbiamo anche parlato con il presidente Silvio Brusaferro dell’Iss. Abbiamo istituto la task force a livello regionale», spiega Zaia: è guidata dalla dirigente Russo e formata da 14 responsabili di Regione, Azienda Zero e delle strutture delle diverse Ulss, tra cui ben tre vicentini: Maria Teresa Padovan dirigente dell’Igiene pubblica dell’Ulss Berica, con il coordinatore del servizio Paola Bissoli, e Vinicio Manfrin responsabile delle Malattie infettive. A cascata, ogni Ulss ha poi attivato il previsto Cesp-Comitato aziendale per l’emergenza in sanità pubblica che è dotato del suo Gorr-gruppo operativo di risposta rapida. «Il presidio c’è, in una partita - osserva Zaia - che riguarda il mondo intero» con alcuni casi che si sono verificati anche negli Usa, e poi in Germania e Francia. L’assessore Manuela Lanzarin: «Va data una corretta informazione, anche per evitare allarmismi o psicosi».
Restal’appello avaccinarsicontro l’influenza,per evitarecomunque dicrearesituazioni rischiose
NEI CASI PIÙ COMUNI
NEI CASI PIÙ GRAVI
Stare a casa in presenza di sintomi
Fazzoletto alla bocca se si tossisce
Evitare il contatto con infetti
Igienizzare gli oggetti più toccati
Indossare mascherine protettive
Gettare subito dopo l’uso i fazzoletti
Lavare spesso le mani con acqua e sapone
Contattare il medico ai primi sintomi
Non toccarsi il viso con mani sporche
Curare l’igiene personale
Difficoltà Insufficienza respiratorie renale
Febbre
Tosse
Polmonite
Nei casi di infezione da coronavirus accertati, la malattia si è manifestata con uno spettro che varia dall’assenza, o quasi, di sintomi alla malattia grave, fino alla morte
DIFFUSIONE DEL VIRUS PERIODO DI INCUBAZIONE I sintomi possono comparire da 2 a 14 giorni dopo il contagio PRIMO CASO A dicembre 2019 a Wuhan, Cina VACCINO Al momento non esiste un vaccino contro questa forma di virus, ma i sintomi possono essere comunque trattati CONTAGIO Il virus può essere trasmesso tra persone a stretto contatto
ORIGINE E STRUTTURA CORONAVIRUS I coronavirus sono un’ampia famiglia di virus comuni in molte specie animali DA ANIMALE A PERSONA Per molti pazienti risulta un legame con il mercato del pesce e di animali esotici vivi di Wuhan (Cina)
L’EGO-HUB
IL MODELLO DI GESTIONE C’È GIÀ. Il vantaggio del Veneto,
SINTOMI
DA PERSONA A PERSONA Tuttavia, il numero sempre maggiore di pazienti che non hanno avuto contatto con mercati di animali vivi è indicativo di un contagio da uomo a uomo Fonte: www.cdc.gov
2 giorni
14 giorni
L’ipotesi:l’utilizzo anche divoli cargo
LatelefonataaBorrelli «Lavoriamoairientri» VENEZIA
«SiamoinriunionediComitato operativoper gestirelo stato diemergenzaproclamato dal governoeattivareil sistema dellaProtezionecivilea supportodellestrutture sanitarieedelle altre». Angelo Borrelli,nuovo commissario di governonominatoper l’emergenzacoronavirus, rispondesubitoalla telefonata delpresidenteZaia(«ci sentiamosentitipiù volte, ancheierinotte»)durante la conferenzastampaa palazzo Balbi.«Al nostro tavolostiamo affrontandoinquesto momentolaquestione più importante:il rientro dei69 italianipresentia Wuhan,ei cinesiche voglionotornare in Cina.Cosìcome dovremo affrontarecon il sistema dei Ministeridegliesteri edella salute,ele forzearmate,il temadegliitalianiche sonoin Cinaedevono tornare inItalia. RingraziolaRegioneVeneto, cosìcomeBonaccini presidentedellaConferenza delleRegioni:il presidenteZaia mihadato ladisponibilità subitoal lavorodi squadraeso chedasubitoha attivatouna seriedimisuredi precauzione. Lavoriamoa tutte le misuredi prevenzioneper evitare la
Consigliutili Ministeroe Regione ricordanoalcuniconsigli perchiunquedebba muoversi,anche seal momentoè sconsigliato ovviamentepuntarealla Cina.
AssessoreManuelaLanzarin egovernatore Luca Zaia «NON È UN VIRUS AD ALTA LETALITÀ». Il direttore generale
Mantoan sottolinea la capacità di programmazione già sviluppata dall’Italia e del Veneto per queste situazioni («la quarantena è stata inventata a Venezia») e lancia un messaggio rassicurante: «Questo è un virus che sviluppa alti numeri di contagi, è sicuramente molto infettivo, ma è un virus a bassa letalità. Ci si ammala facilmente, ma non si muore: non abbiamo i numeri reali della Cina, ma è molto probabile che la percentuale di mortalità sull’infenzione sia estremamente bassa. Questo non toglie che dobbiamo evitare il più possibile i contagi». I vaccini contro questo virus «non ci sono, e per produrli ci vorranno anni. E non ci sono farmaci virali specifici per questo virus: ci sono farmaci antivirali che potrebbero forse essere usati, ma saranno clinici e farmacologi a dirci se vale la pena di utilizzarli in questo caso». L’EVENTUALE CASO SOSPETTO. «La rete operativa nelle
Ulss è attivata. Abbiamo spiega la dirigente Russo tutti i nominativi delle persone mobilitate, e abbiamo incontrato i direttori di tutti gli ospedali per definire cosa va fatto». Se una persona è rientrata dalla Cina, o ha viaggiato con persone malate e ha sospetti perché ha sintomi influenzali può telefonare al suo medico, al 118, o al 1500 numero specifico attivati per l’emergenza coronavirus (risponde in questo caso il centralino delle Malattie infettive di Padova). Come viene individuato il “caso sospetto”? «Per il Ministero è una persona con compromissione ai polmoni, insufficienza respiratoria acuta, febbre uguale o superiore a 38 gradi, malessere in generale». Al telefono l’operatore valuta se inviare l’ambulanza a casa di chi chiama: arriva in ospedale, “salta” il pronto soccorso e va al reparto Malattie infettive che c’è in ogni Ulss. Gli operatori sanitari hanno una mascherina con filtro, anche se prendono in carico una persona che si è presentata in Pron-
Direttoregenerale Domenico Mantoane dirigenteFrancesca Russo
Lerisposte dell’istitutoSpallanzani
Verona,uncasonegativo Treviso, pericolo rientrato Icasi inVeneto?Comenoto in tuttaItaliaal momentoi casi sonostati soltanto due:una coppiadi turisticinesi ricoverataa Romacheperò avevapernottato il 23gennaio all’hotelCrown Plaza diVerona. «Inquesticasi- spiegala dott. Russo-va chiaritoche le uniche personea rischiosono quelle chesonostate astretto contattocon chi hail virus»: il contagioscatta auna distanza dimeno diunmetro edè dovutoappuntoa goccioline chepossono“volare” dauna personadurante un contatto prolungato,inaereo,inuna casao inunastrutturadicura. AVerona quindièstata individuataun’unicapersona: il dipendentedell’albergocheha fattoil check-out aidue cinesi: laRegionelo stacontrollando dicontinuo,ma nonsono
L’istitutoSpallanzanidi Roma emersifinorasintomi. LaRegione haindividuatoanche unaltro caso sospettoaVerona: unbrasiliano cheperlavoro ètornato quidalla Cina.Anche quiperò nonc’èalcun allarme:l’esamedeitamponi inviatoall’istituto Spallanzani ha giàdato esitonegativo. Negativo ancheil testsul coronavirusper unaimprenditricedi50 annidi Treviso,eper suo figliononè statonecessarioalcun esame:non sonopiù inisolamento.
ICONSIGLI PRIMADI PARTIRE 1.Consulta iltuomedico peressereinformatosulle misuredi igiene da applicare 2.Vaccinati contro l’influenzaalmeno due settimane primadel viaggi ICONSIGLI PER VIAGGIATORICHE TORNANOINITALIA 1.Se nelle duesettimane successivealritornosi presentasserosintomi respiratoricontattailtuo medico,riferendo del tuo viaggio 2.I sintomirespiratorida tenereinparticolare sotto controllosonofebbre (si consideranodai 38gradi insu), tosse secca,maldi golae difficoltà respiratorie LAMASCHERINA DAINDOSSARE Sonoandate a rubain questigiorni,ma imedicie gliespertisegnalano che indossarla«aiuta, ma non basta»aevitare eventuali contagi.Vengonousate soloda chiha giàfebbre altaperevitare chele gocciolinedi salivao muco nasalepossano diffondersi,percuiin sostanzaè una precauzioneperchi ci stavicino.
AngeloBorrelli ieria Roma diffusionedel virus eanche ulterioricontagi se verranno individuatesituazionidipersone cherisultanopositiveal virus» Coni volidaeper la Cina bloccati («mastiamo monitorandoanchei volichegiungonoqui tramite “triangolazioni”con altri scali, fosseropureinPaesi dell’area Schengen»)ilsistema daattuare è quellodeiponti aerei,come fu attivatodall’Italianel2004 conlo tsunamiegià anchecon l’emergenzaSars.Lo stesso Borrellil’ha fattopresente al premierConte:i ponti aerei garantiscono«iltempestivo rientrodei nostricittadini». Intanto«stiamomettendo inpiedi conEnac unsistema dideroghe chepermettadiutilizzareper questiponti aereianchei velivoli commercialigià incampo».
to soccorso, dove viene fornita una mascherina semplice a chiunque si presenta con la febbre. IL CONTAGIO. L’incubazione
del virus è al massimo di 14 giorni, ma in quel periodo la persona che ha contratto l’infezione non pare essere contagioso: la possibilità di contagiare altri parte dal momento in cui sviluppa la febbre e gli altri sintomi. E chi si presenta in ospedale o dai medici e non ha sintomi, ma arriva dalla Cina o ha sospetti di aver contratto il virus? «Ogni caso viene analizzato, ma ad oggi tutti i casi sono negativi». A chi si presenta con qualche linea di febbre e con sospetti di aver contratto in viaggio il virus (dopo il prelievo di tamponi) viene detto di tornare in casa e restare chiuso dentro in attesa della risposta dall’istituto Spallanzani. Lo stesso vale per chi è stato vicino a una persona che venisse trovata positiva al virus: «Vanno isolati i contatti per evitare la diffusione». SCUOLE E AZIENDE? «APERTE. MA VACCINATEVI PER L’INFLUENZA». E le persone torna-
te dalla Cina ma che non hanno sintomi? Nelle scuole e negli ambienti di lavoro c’è chi si chiede cosa fare, ma la Regione non intende far chiudere nessuna struttura: lo Stato stesso con una circolare ufficiale spiega che questi ragazzi e persone possono essere tranquillamente accolti a scuola o al lavoro, senza dubbi. La Regione lancia un appello: «Vaccinatevi contro l’influenza se non l’avete già fatto: ogni influenza evitata è anche un sospetto di contagio evitato». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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L'ARENA
Domenica 2 Febbraio 2020
IL VERTICE. In Regione si è fatto il puntosulla situazione in Veneto. A Veronaun caso sospetto ma gli esami sononegativi
«UnitàspecialinelleUlss esami negativi nell’hotel» Nonaccusa sintomiildipendentedell’albergo entratoa contattoconla coppiainfettata Il presidente Zaia: «Niente panico, la nostra Sanità è pronta ad affrontare l’emergenza» Restano «sotto continuo monitoraggio» all’ospedale Spallanzani di Roma perché affetti da coronavirus, i due turisti cinesi che il 23 gennaio avevano pernottato all’hotel Crowne Plaza di via Belgio, a Verona Sud. Il passaggio, nella nostra città, della coppia proveniente da Wuhan, epicentro dell’epidemia, fortunatamente non avrebbe lasciato strascichi. Non si registra, infatti, nessun caso di sospetto contagio e, al momento, non ha accusato alcun sintomo il dipendente dell’albergo che ha avuto contatti con la coppia di turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma. La rassicurazione arriva dal dirigente della Direzione di prevenzione regionale, Francesca Russo. Per fare il punto della situazione, nella mattinata di ieri a Venezia, il presidente della Regione Luca Zaia ha convocato una conferenza stampa, affiancato dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan e dalla dirigente Francesca Russo. Ad ora in Veneto, è stato riferito a Palazzo Balbi, «si è registrato un solo caso sospetto secondo i parametri sanitari ufficiali, insufficienza respiratoria acuta, tosse, febbre superiore a 38». Si tratta di un cittadino brasiliano che si trovava a Verona proveniente dalla Cina. Il campione analizzato allo Spallanzani di Roma ha dato esito negativo. E tutti negativi, si assicura, sono risultati anche i campioni analizzati di persone che si sono presentate con sintomi lievi, o asintomatiche, dichiarando di aver avuto contatti recenti con la Cina. Tornando alle condizioni dei due turisti infetti passati nella nostra città, l’ultimo bollettino dell’Istituto nazionale
malattie infettive di Roma si sottolinea che «la donna, 65 anni, pur mantenendo condizioni cliniche discrete, ha accusato un episodio di nausea e vomito», mentre l’uomo di 66 anni, «è in condizioni stazionarie con un quadro di polmonite interstizio alveolare bilaterale e febbre associata a tosse e astenia». Quanto alle venti persone che hanno avuto contatti con la coppia, si dice che «sono in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni». Al punto stampa in laguna sulla situazione legata al coronavirus cinese, hanno presenziato anche numerosi direttori generali delle Ulss venete. In apertura, Zaia si è messo in contatto telefonico con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, nominato commissario per l’emergenza coronavirus, ribadendo la «totale disponibilità della Regione Veneto a collaborare in spirito di squadra per qualsiasi necessità». Da parte sua, Borrelli ha sottolineato l’«efficienza con cui la sanità veneta si è sinora mossa». Zaia e Borrelli si sono anche confrontati sulla prospettiva di organizzare un ponte aereo per riportare in Italia i cittadini, tra i quali molti sono veneti, che si trovano in Cina e che vogliono rientrare e per i cinesi che vogliono tornare nel loro Paese. Zaia ha inoltre informato che è stata attivata una task force regionale e strutture in ogni Ullss con gruppi di risposta rapida. «Il presidio c’è ed è ben collaudato», assicura il governatore, «e siamo pronti ad affrontare la situazione». Zaia lancia anche un appello ai cittadini «a non farsi prendere dal panico e di rivolgersi alla rete sanitaria, che è tutta attiva, dai medici di medicina generale, ai gruppi di risposta rapida nelle Ullss, dalla rete
di emergenza urgenza ai pronto soccorso degli ospedali ai quali ci si può rivolgere con assoluta fiducia e, se del caso, ricevere le analisi e le cure più appropriate». Da parte sua, l’assessore Lanzarin assicura che «è attiva una rete nella quale girano tutte le informazioni necessarie prima di tutto ai sanitari e agli esperti della prevenzione. L’informazione», precisa, «è e deve essere corretta, perché anche così si possono arginare le pur comprensibili paure delle persone». A tale proposito, l’assessore preannuncia una circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell’Istruzione «dedicata a evitare timori nelle scuole». «Si può comprendere l’apprensione dei genitori», commenta Zaia, «ma non ci deve essere fobia per gli studenti o persone asintomatiche, che possono frequentare la scuola o andare al lavoro». «Le Ullss hanno risposto con prontezza», assicura Mantoan. «Con le informazioni ora in nostro possesso possiamo dire che siamo di fronte a un virus molto infettivo, ma a bassa mortalità, relativamente all’immenso numero di cittadini cinesi coinvolti. Sulla possibilità di approntare in fretta un vaccino», osserva, «non sono così ottimista, perché l’esperienza insegna che potrebbero occorrere dei mesi, non qualche giorno». Le persone che vogliono avere informazioni possono chiamare, al numero telefonico 1500, il reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Padova che effettua un primo triage telefonico. Ma non va dimenticato che si può contattare il proprio medico di medicina generale che attiverà l’intervento ospedaliero, o il 118 direttamente. • E.S. © RIPRODUZIONERISERVATA
Anchebidonivuotiper l’acquapossono diventare protezioni
Ricercatorial lavoro perisolareun vaccinoe combattereilcoronavirus chepartitoda
PAURADIFFUSA. Precisazione dei dirigenti della Sanitàveneta Mantoan e Russosul loro utilizzo
Mascherine? «Cautela inutile» «Perchi stabenenonservono, da indossaresolo sesi halamalattia» La mascherina? «Una precauzione inutile per chi sta bene». Dai dirigenti della Sanità veneta arrivano precisazioni sull’uso delle mascherine, che stanno andando a ruba un po’ ovunque. «La mascherina», mettono in chiaro il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan e la dirigente della Direzione regionale Prevenzione, Francesca Russo, «è pressoché inutile per chi sta bene». E sottolineano: «La mascherina serve invece a limitare la contagiosità di chi ha già la malattia conclamata, perché può bloccare l’espandersi delle particelle di saliva infette, ad esempio dal momento del triage in pronto soccorso fino al ricovero in reparto di ma-
lattie infettive». A tale proposito, l’organizzazione negli ospedali veneti prevede che il paziente con sintomi sospetti, anche banali, venga subito dotato di mascherina e inviato in reparto senza attraversare aree comuni come le sale d’attesa. In ogni Ulss, peraltro, è operativo almeno un reparto di malattie infettive. «È presumibile che, come nel caso dell’influenza stagionale quando il picco non è stato ancora raggiunto», ha affermato il presidente della Regione Luca Zaia durante la conferenza stampa svoltasi ieri a Palazzo Balbi, «possano esserci altri casi sintomatici del Coronavirus. Siamo però pronti», ha assicurato, «ad affrontare la situazione e
Ilgovernatore Luca Zaia
mi sento di raccomandare i cittadini di non farsi prendere dal panico e di rivolgersi con fiducia alla rete sanitaria. La squadra c’è, siamo attrezzati e preparati e siamo in grado di gestire con efficienza l’intera situazione anche tenuto conto dell’ottima collaborazione con il commissario nazionale per l’emergenza Angelo Borelli, del quale conosco le alte capacità con il quale sono costantemente in contatto». L’ultimo bilancio dell’epidemia in Cina conta finora quasi dodicimila contagi da coronavirus e 259 morti. Turisti cinesi, intanto, stanno lasciando l’Italia con scali intermedi dai principali aeroporti. • E.S..
EXPORT&VINO. Parla ilpresidente delConsorzio Valpolicella
«L’epidemiapreoccupa iproduttori diAmarone» La 44° edizione della più completa fiera italiana dedicata all’ospitalità e alla ristorazione vi aspetta a Riva del Garda. Contract&Wellness, Beverage, Food&Equipment, Renovation&Tech: una panoramica di tendenze e innovazioni per i professionisti del mondo Ho.Re.Ca.
L’allarme Coronavirus preoccupa anche ad Anteprima Amarone. Se in base ai dati di Nomisma Wine Monitor la Cina si piazzava all’ottavo posto come mercato di sbocco, registrando un incremento del 5 per cento, in controtendenza rispetto al calo degli ordini di vino europeo da parte del Dragone, il virus sta palesando come effetto secondario ripercussioni negative sull’economia mondiale. «La gestione del Coronavirus ha comportato il blocco
Ilpresidente delConsorziotutela viniValpolicella AndreaSartori
dei voli, fatalmente in un periodo topico dei consumi, che corrisponde al Capodanno cinese, in cui normalmente milioni di cinesi sono in viaggio per le festività», spiega il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella Andrea Sartori. Quest’anno si è celebrato il 25 gennaio, inaugurando l’anno del Topo: il momento clou per visitare parenti e scambiarsi regali o per recarsi al ristorante. «L’Amarone occupa una frazione molto piccola all’interno della quota del 6 per cento di mercato detenuta dai vini italiani», continua Sartori, «speriamo tutto si risolva presto. Prendendo come riferimento la Sars, la previsione potrebbe essere di sei mesi di restrizione economica». • M.S.
36 Provincia
L'ARENA
Domenica 2 Febbraio 2020
GARDA- BALDO CAVAION. Molte lesegnalazioni giuntein municipionelle ultimesettimaneda personeche frequentanoil parco,stanchedi trovarerifiuti eoggetti taglienti
Vetrielamettenella nuovaarea percani Unanimale siè ancheferito aunazampa eilComune hadecisodicorrereai ripari installandouna telecamera
ViolenzainFriulie arrestoaBrenzone
Drogaminoreelastupra mentreèaidomiciliari
Camilla Madinelli
Tappi, pezzi di vetro e persino lamette da barba. Per terra è stato trovato di tutto, nelle scorse settimane, da chi porta i propri amici a quattro zampe a correre e giocare nell’area cani in via Lionello Fiumi a Cavaion. Un cane si è pure ferito a una zampa, segnala un utente dell’area, incappando in un oggetto tagliente mentre gironzolava libero. Così il Comune ha deciso di correre ai ripari. Nell’ultima settimana di gennaio ha istallato una telecamera che vigila sull’utilizzo corretto dello spazio - una fascia rettangolare di mille metri quadrati recitanti, disposta su due livelli - e riprende, nel caso dovessero essercene, atti vandalici e, soprattutto, l’abbandono di rifiuti che potrebbero rivelarsi anche pericolosi per gli animali. Un cartello, all’altezza del cancelletto di entrata, avvisa che d’ora in avanti l’area è videosorvegliata. «Sono arrivate diverse segnalazioni per l’immondizia gettata a terra e poi per lo sporco e gli oggetti taglienti trovati nell’area, pertanto ci siamo subito mossi istallando una delle due telecamere mobili, a disposizione del Comune all’occorrenza, da met-
Latelecamera installata
tere cioè di volta in volta laddove c’è bisogno» afferma l’assessore allo sport, Angelo Indelicato. Spiega che questo dispositivo di controllo è già stato usato nei mesi scorsi a Sega, in un punto sotto il ponte sull’Adige, per cercare di contrastare l’abbandono di rifiuti e dare un volto ai «furbetti» che li scaricano sperando di farla franca. Ora la stessa telecamera, che non ha bisogno di essere connessa in modo fisso alla rete, ma si collega alla centrale della polizia locale in municipio tramite una scheda Sim, arriva all’area cani in via Fiumi. «Vogliamo investire in educazione civica e rispetto, ma per vederne i frutti ci vuole tempo», spiega l’assessore. «La videosorveglianza è invece una prima e immediata risposta a tutela degli animali
L’areacanicheha aperto i battenti loscorsoottobre aCavaion FOTOPECORA
Ilgiorno dell’inaugurazione dell’areacani
e dei loro padroni, oltre che di una zona pubblica che era tanto attesa e che stanno usando in molti. Gli utenti la trattano benissimo, ma purtroppo maleducazione e mancanza di senso civico sono sempre dietro l’angolo». Per questo, avvisa, l’obiettivo è di passare appena possibile a
un occhio elettronico fisso. Amante dei cani e degli animali in genere, Indelicato ha seguito passo passo la creazione dell’area cani fino all’inaugurazione dello scorso 19 ottobre, quando ha tagliato il nastro insieme alla sindaca cavaionese Sabrina Tramonte, all’assessore ai lavori pub-
blici Marco Tonoli, al geometra del Comune Adriana Banterla, che ha seguito il progetto, e a tanti cittadini insieme ai loro quattro zampe. Nei primi mesi è già molto frequentata: i quattrozampe con i loro padroni ci sono tutti i giorni. Non solo cavaionesi, ma anche persone che arrivano da paesi limitrofi come Affi e Bardolino. Talvolta si arriva anche a una ventina di cani che scorrazzano tutti insieme, mentre i padroni chiacchierano tra loro oppure si godono un momento di relax su una panchina. «Il fatto che sia così frequentata e apprezzata ci conferma che ce n’era bisogno e che funziona bene», conclude Indelicato. Adesso, però, l’imperativo è conservarla al meglio, eliminando alla radice sporcizia e pericoli. •
GARDA. Lacontesariguarda laregolaritàdel cantierein viaMarconi.Latitolare siè oppostaall’istanzadella Procura
Denunciatedueconsiglierecomunali ma il pm chiede di archiviare le accuse CodognolaeRagnolini neiguai perdiffamazionee molestie Le due esponenti della minoranza presentano una serie di richieste di accesso agli atti relativo ad un cantiere in corso e si trovano sotto inchiesta con le accuse di diffamazione e molestie. È accaduto alle consigliere comunali di Garda, Anna Codognola e Lorenza Ragnolini di «Garda futura», denunciate dalla proprietaria dell’immobile in via di rifacimento in via Marconi, in località Corno a Garda. L’aspetto giudiziario, però, potrebbe chiudersi a fine febbraio, salvo ricorsi in Cassazione, quando la richiesta di archiviazione della querela della proprietaria dello stabile sarà discussa davanti al gip Raffaele Ferraro. Alcune settimane fa, la pm Elisabetta Labate ha depositato la sua istanza per mandare in soffitta la denuncia presentata dalla titolare dell’immobile. L’avvocato Marta Pasquato, a nome della sua assistita, ritiene, invece, che ci siano tutti i presupposti di legge,
su L’Arena nell’estate dello scorso anno, con diversi aspetti diffamatori. Di più: il legale parla di un esagerato numero di richieste di accesso agli atti tali da far rientrare la condotta di Ragnolini e Codognola nel reato di molestie. La legale ha chiesto che siano sentiti due tecnici comunali oltre al sindaco di Garda, Davide Bendinelli per fornire delucidazioni sulla vicenda.
per processare le due esponenti dell’opposizione. LAVICENDA. La vicenda ruota
attorno alla ristrutturazione dell’immobile di via Marconi. A parere delle due consiglieri comunali d’opposizione, sarebbero necessarie delle verifiche su eventuali violazioni edilizie rispetto al progetto edilizio presentato in Comune. La giunta, guidata da Davide Bendinelli, ha così disposto il sopralluogo nel cantiere nel settembre scorso dal quale non sarebbero emerse irregolarità. A parere di Lorenza Ragnolini, però, quella verifica riporta solo dati parziali rispetto alle indicazioni richieste dalla stessa esponente della minoranza. Ci sarebbero state poi una serie di dichiarazioni delle due consigliere comunali e di richieste di visione fascicolo proprio sul cantiere che hanno fatto andare su tutte le furie la proprietaria dell’immobile. È così arrivata a deposi-
IL COMMENTO. «La storia è
Ilmunicipio di Garda
tare una denuncia con le accuse di molestie e diffamazione nei confronti di Ragnolini e Codognola. RICHIESTADIARCHIVIAZIONE.
Il pm Elisabetta Labate ritiene, però, non fondata la querela e ha chiesto l’archiviazione. Nel suo provvedimento , parla di assenza di «contenuto offensivo della reputazione della querelante» sul rea-
to di diffamazione. Anche per quanto riguarda le molestie, le indagate «hanno solo sollecitato controlli sull’attività in corso». In sintesi, «non ricorrono gli estremi del reato», conclude il provvedimento della procura. OPPOSIZIONE. Nel suo «ricor-
so» contro la decisione della procura, la legale della proprietaria parla di post su facebook e un articolo pubblicato
sempre la stessa», commenta la rappresentante della lista «Garda futura» Lorenza Ragnolini, «intimidazioni attraverso azioni penali». Il segretario comunale, afferma la, «sostiene che si tratta di vicende private quando invece stiamo parlando di accesso agli atti svolto nel ruolo di consigliere comunale». Un altro aspetto particolare della vicenda riguarda l’attività svolta con le richieste di accesso agli atti: le esponenti della minoranza hanno scoperto di essere state denunciate dalla proprietaria dell’immobile proprio con la visione dei fascicoli. • G.CH.
Eraagli arrestidomiciliari con l’accusadiaver detenuto a scopodispaccio unpaio dichili dimarijuana. Unfattoaccaduto inFriulieperil quale erastato postoagli arrestidomiciliari in quellaregione.Ma proprioin quellaforzataresidenza e costrettoastare a casa, ha commessoun altro reato, orrendo:haindotto all’usodi cocainaunastudentessa all’epocaminorenne,sua parente,enehaabusato inuna localitàisolata nelgiugno del 2018. Quandoèstata presentatala denuncia,il giudicedi Pordenonegli harevocatogli arrestidomiciliarie hadisposto perluiil carcere.Ma anchein quelcasola detenzione tra le muraeradurata poco,perchè l’uomoavevachiesto e ottenutodiessere dinuovo mandatoagli arresti domiciliari.Eproprioperchè nellaprimacasanonci poteva stare,essendofrequentata dallasua vittima, l’uomoaveva chiestodivenire daparentia Brenzone. Perquestomotivo il trentottenne,di origini albanesi,già residente in provinciadi Pordenone,ad Arba,èstato arrestato ieri mattinaa Brenzone. L’arrestoèstato messoin attosuprovvedimentodel Gip delTribunalediPordenone. Aluisonocontestati i reatidi
Brevi BARDOLINO INCONTROPERGENITORI SULL’EDUCAZIONE AFFETTIVADEI FIGLI Domani alle 20.30 a Villa Carrara Bottagisio incontro sull’educazione affettiva, relazionale e sessuale dei minori rivolto a genitori e chi ha ruoli educativi. Relatori: la consulente sessuologa Camparsi e lo psicologo Righetti. C.M. LAZISE ALL’UNIVERSITÀ POPOLARESIPARLA DIPLATONE E SOCRATE Il professore Armando Gallina terrà una lezione all’Università popolare di istruzione e Formazione martedì alle 17 su «Platone: il processo a Socrate, un'accusa tutta politica» all'oratorio parrocchiale in via Chiesa 2. S.B. PASTRENGO INSALACONSILIARE SIPRESENTAIL LIBRO DIANTONELLA JACOLI Domani alle 20.30 in sala consiliare Giorgio Sembenini e Antonio Nesci presentano il libro «Gallo Rosso» di Antonella Jacoli. Organizza l’associazione Luni del poeta-Tolo da Re. Ingresso libero. C.M.
Unapattuglia deicarabinieri violenzaprivata,violenza sessuale suminoreespacciodisostanze stupefacenti. L’uomo,coniugato,disoccupato, pluripregiudicato,erasottoposto alregime diarrestidomiciliari con braccialettoelettronico nelluogo incui èstatotratto inarresto, per precedentilegatiallo spacciodi stupefacentiquando sitrovava in Friuli. L’arrestato,dopole formalità di rito,èstato associatoalla Casa circondarialediVerona. Quandoierimattina i colleghi friulanisono andatia recuperarlo, supportatidai colleghi locali, l’uomononhaproferitoparola. Orasaràprobabilmente messo inunacellacon qualcuno cheabbia contestatoil suo stessoreato.La leggedelcarcere,in casodi violenzasuminoreeper dipiù di unafamiliaresa essere spietata. A.V.
BARDOLINO
«Metàpiatto per solidarietà» Premiazioni deglistudenti Round finale domani all’Istituto Tusini di Bardolino, per il concorso «Metà piatto per solidarietà» nato dalla collaborazione tra la scuola salesiana di formazione professionale e l’azienda Ancap porcellane di Sommacampagna. Giunto al secondo anno, il concorso permette agli studenti di mettersi alla prova, sfoderare tecnica e creatività, toccare con mano le competenze che il mondo del lavoro richiede. La classe coinvolta è la terza C, del settore Operatore ai servizi di vendita, che si è impegnata nel progettare la grafica per un piatto da pizza. Domani saranno premiati i primi tre studenti classificati e in particolare il primo vedrà realizzata la sua grafica su una tiratura limitata di 200 pezzi che saranno donati al villaggio educativo salesiano Don Bosco Dab di Albarè di Costermano. Durante la cerimonia di premiazione si potrà conoscere più da vicino la Scuola di formazione professionale, l’azienda Ancap promotrice dell’iniziativa e la casa Don Bosco, accomunate dall’attenzione per i giovani e il loro futuro. • C.M.
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PRIMO PIANO
DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
La grande paura
Malattia e rientro in classe Basta la firma dei genitori Legge veneta in vigore: oltre i 5 giorni di assenza non serve più certificato medico Lanzarin: «Via libera dal ministero della Salute, è escluso ogni rischio di contagio» VENEZIA. Scherzi del destino.
Nel culmine dell’allarme suscitato dal coronavirus entra in vigore la legislazione regionale che abolisce l’obbligo di esibire il certificato medico ai fini della riammissione in classe di bambini e ragazzi assenti per un periodo (ininterrotto) superiore ai cinque giorni: dalle scuole d’infanzia alle superiori, d’ora in poi, per riprendere la frequenza
sarà sufficiente un’autocertificazione dei genitori che, «consapevoli della responsabilità penale e degli effetti amministrativi in caso di dichiarazione mendace», garantiscano di aver «osservato le prescrizione del medico curante», così da escludere «condizioni incompatibili con la permanenza in collettività». La legge, approvata dal Consiglio del Veneto il 14 feb-
braio, abroga una norma risalente al 1967 già cancellata in gran parte delle regioni italiane, ma la coincidenza con la “sindrome cinese” suscita qualche inquietudine circa i rischi sul versante profilassi. «Nessun pericolo di contagio», replica l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin «prima di legiferare abbiamo consultato il ministero della Salute, che ha espresso il nul-
laosta, e oggi il nostro dipartimento di prevenzione ha contattato nuovamente gli esperti ricevendo analogo parere favorevole: il pericolo è massimo durante la fase di incubazione, prima della comparsa dei sintomi, e l’autocertificazione concessa è ampiamente compatibile con l’azione di profilassi. A breve, comunque, invieremo una circolare agli istituti per preci-
sarne ulteriormente le modalità applicative». In verità, nella discussione d’aula qualche perplessità iniziale era stata manifestata dal consigliere dem Claudio Sinigaglia che tuttavia, rassicurato
Coronavirus, circolare: «Nessuna preclusione a studenti e lavoratori cinesi privi di sintomi» a riguardo dall’Ordine dei pediatri, aveva infine optato per il sì, giudicando l’atto una «semplificazione amministrativa che ridurrà gli adempimenti burocratici a carico dei medici». A proposito di scuola: «Non c’è preclusione a frequentare le lezioni per gli studenti giunti in Italia dalla Cina e che non presentano i sintomi caratteristici del corona-
La sanità regionale fa il punto: negativi i campioni prelevati ai cittadini che lamentavano sintomi influenzali sospetti
“Gruppi d’azione rapida” in ogni Usl Zaia: guardia alta, ma niente panico LA SITUAZIONE
Filippo Tosatto d oggi, l’unica traccia di coronavirus nel Veneto riguarda la coppia di turisti cinesi che ha trascorso una notte a Verona ed è ora ricoverata all’ospedale Spallanzani di Roma; visitato, l’addetto alla reception alberghiera che ha eseguito il loro check out, è risultato del tutto sano. L’altro caso sospetto – secondo i parametri ministeriali che includono insufficienza respiratoria acuta, tosse e temperatura superiore a 38° – riguardava un cittadino brasiliano, proveniente dalla Cina e residente nella città scaligera: il suo campione ha dato esito negativo, al pari delle persone che in questi giorni si sono presentate in vari pronto soccorso con sintomi lievi, o addirittura asintomatiche, dichiarando ai medici di aver avuto contatti recenti con la Cina.
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GRUPPI DI RISPOSTA RAPIDA
È il quadro della situazione tracciato in mattinata, a Palazzo Balbi, dal governatore Luca Zaia, affiancato nell’occasione dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, dal direttore generale Domenico Mantoan e dalla dirigente del dipartimento prevenzione Francesca Russo “scortata” dai manager di Usl, Iov e Azienda Zero. In apertura dell’incontro con i giornalisti, Zaia si è messo in contatto telefonico con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, nominato dal Governo commissario per l’emergenza coronavirus, ribadendo la totale disponibilità della Regione «a collaborare in spirito di squadra per qualsiasi necessi-
tà emergesse». Da parte sua, Borrelli ha apprezzato «l’efficienza con cui la sanità veneta si è sinora mossa e l’importanza del lavoro in sinergia tra istituzioni, dichiarandosi certo che l’emergenza sarà superata». Nel corso del colloquio, il commissario ha espresso anche la volontà di organizzare un ponte aereo – già sperimentato in occasione dello tsunami nel Sudest asiatico e dell’epidemia di Sars – per riportare in Italia i cittadini che si trovano in Cina e vogliono rientrare (discreta la rappresentanza veneta) e per i cinesi che vogliono tornare nel loro Paese. L’INQUIETUDINE SUI SOCIAL
Ma quali sono nel concreto le iniziative in atto? La sanità del Veneto ha attivato una task force regionale a Venezia, con compiti di regìa, e analoghe strutture con competenza territoriale sono state allestite in ciascuna Usl e dotate di “gruppi di risposta rapida”. «Il presidio c’è ed è ben collaudato», assicura il governatore «si tratta di un’organizzazione studiata nei minimi particolari fin dal 2012». Le prospettive immediate? Non proprio rosee: «Ci sono dei casi a macchia di leopardo in vari Paesi, è presumibile che, come nel caso dell’influenza stagionale quando il picco non è ancora raggiunto, i numeri cresceranno. Ma siamo pronti ad affrontare la situazione e raccomando ai nostri cittadini di non farsi prendere dal panico e di affidarsi alla rete sanitaria, dai medici di base ai gruppi “rapidi” delle Usl, dal circuito di emergenza urgenza ai pronto soccorso degli ospedali ai quali ci si può rivolgere con assoluta fiducia e, se del caso, ricevere le analisi e le cure più appropriate». Parole rassicuranti, a fronte però di
virus», fa sapere Francesca Russo, il medico igienista a capo del Dipartimento prevenzione del Veneto, che cita la circolare congiunta del ministero della Salute e dell’Istruzione annunciata per domani; «Sarà trasmessa alle direzioni scolastiche e interesserà primarie, secondarie, università e comunità infantili ma anche, con le stesse indicazioni, i luoghi di lavoro». Una risposta all’allarme dei genitori di ragazzi con compagni di classe cinesi e ai timori espressi da imprenditori che operano in situazioni analoghe: «Si può comprendere l’apprensione delle famiglie», è il commento del governatore Luca Zaia «ma non ci deve essere fobia verso gli studenti o agli adulti asintomatici. La scienza garantisce che possono frequentare la scuola o andare a lavorare». Filippo Tosatto © RIPRODUZIONE RISERVATA
uscita una circolare del ministero che mira ad evitare timori ingiustificati nelle scuole e a garantire la sicurezza della frequentazione». NELLA RETE OSPEDALIERA
Ma qual è davvero il livello d’allerta? «Dagli elementi in nostro possesso, possiamo dire che siamo di fronte a un virus molto infettivo, ma, rapportato all’enorme popolazione coinvolta, a bassa mortalità», replica Mantoan che, da presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, frena gli entusiasmi circa la possibilità di approntare in fretta un vaccino: «Non sono così ottimista, perché l’esperienza insegna che potrebbero occorrere molti mesi, non qualche giorno». Nel frattempo le mascherine protettive vanno a ruba ovunque, al punto da risultare introvabili: «La mascherina è pressoché inutile per chi sta bene», commenta Russo «serve invece a limitare la contagiosità di chi ha già la malattia conclamata, perché può bloccare l’espandersi delle particelle di saliva infette, ad esempio dal momento del triage in pronto soccorso fino al ricovero in reparto di malattie infettive». 118 E PRONTO SOCCORSO
L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, il governatore Luca Zaia, il direttore regionale Domenico Mantoan
un moto d’inquietudine che sui social diventa spesso invettiva e (a volte) minaccia nei confronti degli “untori”, estesa alla catena di negozi, supermarket, bar e ristoranti di proprietà cinese.
Telefonata a Borrelli del governatore Mantoan: «Il vaccino? Prevedo tempi lunghi»
«INFORMAZIONE CORRETTA»
«Abbiamo avviato una campagna informativa in più lingue perché circolano molte notizie infondate mentre l’informazione dev’essere scientifica, corretta, e contribuire così ad arginare le pur comprensibili paure delle persone. Ad esempio, ci hanno comunicato che è in
Il capo Prevenzione Russo: «Mascherine utili soprattutto per chi è già malato» La dottoressa Francesca Russo
A tal proposito, l’organizzazione negli ospedali veneti prevede che il paziente con sintomi «anche banali» sia subito dotato di mascherina e inviato in reparto senza attraversare aree comuni come le sale d’attesa. In ogni Usl, peraltro, è operativo almeno un reparto di malattie infettive. Nel dettaglio, avvertono gli esperti, il cittadino che avverta sintomi preoccupanti o temi situazioni di contagio, ha varie possibilità di chiedere aiuto; anzitutto, è attivo il numero telefonico 1500 del ministero, collegato, nel Veneto, al reparto di malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova dove viene effettuato un primo triage telefonico; «Ma si può contattare anche il medico di famiglia che attiverà l’intervento ospedaliero e in caso di necessità, il 118 direttamente». «Ogni caso», è la promessa «sarà valutato velocemente e se necessario preso in carico». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Padova
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Coalizione, attacco su quattro fronti Il bilancio di due anni e mezzo con Giordani è l’occasione `«No al park Prandina e anche liquidare la Zip è un errore per puntualizzare il proprio dissenso su alcune scelte Supermercati da bloccare e progetto di Pediatria sbagliato» `
PALAZZO MORONI PADOVA La Prandina? Non va rea-
lizzato nessun parcheggio. La liquidazione della Zip? Un errore madornale. Nuovi supermercati? Giordani deve bloccarli tutti. La nuova Pediatria? Il progetto è tutto sbagliato. Nonostante le rassicurazioni del capogruppo Nicola Rampazzo che ha fatto di tutto per spiegare che il popolo arancione non ha alcuna intenzione di staccare la spina all’amministrazione comunale e che, tutto sommato, il bilancio dei primi due anni e mezzo di governo della città è positivo, ieri mattina a palazzo Moroni il coordinamento politico di Coalizione civica arrivato in Municipio per fare il bilancio in occasione del giro di boa (i 2 anni e mezzo appunto) della giunta Giordani, non ha risparmiato nulla alla compagine governativa di cui è parte integrante. Tutto questo, dopo un incontro non esattamente disteso nell’ufficio del vicesindaco Arturo Lorenzoni.
LE CRITICHE Ad aprire le ostilità ha provve-
duto Susanna Scotti. «In questi due anni e mezzo sono state fatte molte cose positive penso, per esempio, al night bus o al progetto della nuova linea del tram» ha premesso l’esponente di Coalizione che poi ha suonato la carica: «Senza ombra di dubbio, una delle nostre priorità resta la lotta all’inquinamento. Per questo siamo per il potenziamento del trasporto pubblico e per dire basta alle nuove aree di sosta. Vogliamo ribadire che per noi alla Prandina non dev’essere realizzato alcun parcheggio. Al massimo si possono ricavare dei posti auto per chi lavorerà all’interno delle strutture nell’ex caserma». Su questo, però, c’è da ricordare che Lorenzoni non ha mai escluso di realizzare un’area di sosta, seppure piccola, alla Prandina. Scotti, però, si è anche spinta oltre: «In questi anni stiamo assistendo al proliferare in città di nuovi supermercati e centri commerciali. Sappiamo anche che il Comune può fare ben poco. All’amministrazione, però, chiediamo di mettere in campo tutti gli strumenti penso, per esempio, a quelli legati alla viabilità, per bloccare la nascita di nuovi insediamenti commerciali».
A gettare altra benzina sul fuoco ha provveduto anche Enrica Guzzonato che ha puntato il dito contro la liquidazione della Zip: «Su questa partita, dobbiamo avere la capacità di riconoscere il fallimento dell’amministrazione. Ciò che hanno fatto con il loro voto Camera di commercio e Provincia è di una gravità inaudita e il Comune non è stato in grado di opporsi. Qui in ballo ci sono decine e decine di posti di lavoro e la nostra zona industriale rischia di finire nelle mani degli speculatori». «Noi, però – ha aggiunto – vogliamo dare il nostro contributo organizzando un convegno per riflettere sul futuro del Consorzio».
LE INTESE A stemperare i toni è stata, però, Francesca Contarello. «Biso-
MA CI SONO ANCHE PUNTI A FAVORE: «BENE L’ESPERIENZA DEL NIGHT BUS, IL TRAM E IL RECUPERO DELL’EX MARCHESI»
Il Carroccio
Salvini il 10 al Geox con il presidente Zaia Il leader del Carroccio Matteo Salvini torna a Padova. «Lunedì 10 febbraio dalle 18.30 è in programma un grande evento del provinciale della Lega al Gran teatro Geox in via Tassinari 1 - ha annunciato ieri il commissario provinciale del Carroccio Filippo Lazzarin - L’invito è rivolto in particolare a tutti i militanti, sostenitori, simpatizzanti del movimento non solo della provincia di Padova». Oltre a Matteo salvini è atteso il governatore del Veneto Luca Zaia.
gna dire che sul fronte dei beni comuni si è lavorato proficuamente – ha spiegato – penso, per esempio, al recupero dell’ex Marchesi all’Arcella. Sullo sgombero della Clac dall’ex Macello, ribadiamo la nostra contrarietà. E’ positivo, però, che ora sia stata avviata un’interlocuzione con le associazioni coinvolte». «Noi rifiutiamo il ricatto della Regione che sostiene che chi è contro a questo progetto della nuova pediatria – ha tuonato, invece Paolo Pesiri – è contro i bambini e le loro famiglie. Molto semplicemente, il progetto proposto da Zaia non va incontro alle esigenze dei piccoli degenti, per questo noi siamo contrari. Vanno trovate delle soluzioni alternative e in tempi rapidi. Anche perché l’intervento non potrà essere realizzato prima di 4 - 5 anni». Sulla nuova Pediatria, a più riprese, però, il vicesindaco si è detto favorevole. Rampazzo, infine, dopo aver rivendicato i risultati portati a casa dall’amministrazione, ha sottolineato che nel caso in cui Lorenzoni dovesse “traslocare” in Regione, le deleghe dell’Urbanistica e della Mobilità, dovrebbero rimanere nell’orbita di Coalizione civica. Alberto Rodighiero
LA POLITICA Coalizione civica che in consiglio comunale sostiene il sindaco Giordani ha fatto un bilancio critico dei due anni e mezzo dell’alleanza
Al Comune l’asilo nido della zona industriale SCUOLE PADOVA La liquidazione della
Zip rischia di lasciare un’eredità molto pesante a palazzo Moroni. Non solo la grana politica con Coalizione civica che proprio non ne vuole sapere di dire addio all’ente che gestisce la zona industriale. A breve, infatti, la giunta Giordani rischia di dover accollarsi un asilo di cui non sentiva certo la mancanza. Parte integrante del Consorzio è, infatti, il Centro infanzia Zip di via Perù. L’avveniristica struttura voluta dall’ex presidente Angelo Boschetti per accogliere i figli dei lavoratori della zona industriale, al suo interno ospita un nido in grado di accogliere 42 bambini dai 3 mesi ai 3 anni e una scuola materna che mette a disposizione 37 posti. La struttura attualmente è gestita dalla Cooperativa Codess. In virtù della liquazione, però, uno dei tre soci pubblici dovrà accollarsi la struttura voluta da Boschetti. Dal momento che appare molto difficile che Provincia e Camera di commercio decidano di farsene carico, il centro per l’infanzia, alla fine, con ogni probabilità, entrerà a far parte del patrimonio palazzo Moroni. Peccato che l’amministrazione comunale ne farebbe volentieri a meno. A Camin, infatti, il Comune già gestisce direttamente il nido “Il Piccolo principe” di via Basilicata che accoglie 48 bambini. Sempre nel quartiere è presente anche la scuola materna paritaria “Sacro Cuore“ di via Piva. Insomma, i Servizi scolastici proprio non sentono la mancanza di una nuova struttura da gestire. Non solo l’asilo. La liquidazione della Zip sta, infatti, agitando, e non poco, la maggioranza che regge palazzo Moroni. Da una parte troviamo i centristi soprattutto della lista Giordani che approvano la linea del sindaco (favorevole alla liquidazione) e, dall’altra, Coalizione civica che, invece, non nasconde la sua contrarietà alla chiusura del Zip. In mezzo, come sempre, il Partito democratico che preferisce mantenere un profilo più che basso. A.R.
Il “re dei navigli” augura la morte al capo della Lega, polemica IL CASO PADOVA Chicco Contin augura la
morte a Matteo Salvini e Fabrizio Boron lo”impallina”. A far salire sugli scudi il consigliere regionale della lista Zaia è stato un post su Facebook del patròn dei navigli che, commentando le critiche al governo di Salvini sulla gestione del Coronavirus ha tuonato: «Visto che l’uomo non riesce a fermare questo povero scemo, ci sarà pur una mano divina che gli tappa per sempre la bocca... Non è possibile leggere e sentire ogni giorno le sue innumerevoli str…!”. L’ex assessore della giunta Bitonci è andato, così, alla carica. «Stavo pensando proprio ieri, leggendo le iniziative “green” e
di controllo previste durante lo svolgimento degli eventi lungo i “Navigli” di Padova, che, tutto sommato, Federico Contin, nel suo piccolo, ha anche idee intelligenti, notevoli e condivisibili – ha tuonato Boron - E’ quando apre la bocca per esprimersi su temi che non lo riguardano, che il palco precipita. Sarebbe più opportuno che tornasse a occuparsi di feste universitarie, baldoria e quanto altro». «Mettiamo un attimo da parte battute, sarcasmo e cotillon: la sinistra tutta, dai rappresentanti dei Comuni a quelli dalle Regioni, dalle sardine al governo centrale, parla tutti i giorni di antifascismo, di lotta all’odio, di eradicazione dei linguaggi estremisti dalle pagine social dei politici – ha rincarato la dose il presiden-
te della Commissione regionale Sanità - giusto lunedì si è ricordato, in occasione della Shoah, che l’uomo deve rimanere legato alla sua umanità e non diventare bestia. E questo “signore” cosa fa? Scrive un post su un canale social, seguito peraltro da giovani e persone di ogni età, con il quale augura la morte a Matteo Salvini». «Che bell’esempio di coeren-
CHICCO CONTIN SU FB: «UNA MANO DIVINA GLI CHIUDA LA BOCCA» BORON: «PENSI ALLE SUE BALDORIE, QUESTO È ODIO»
LA SCINTILLA Un post di Contin ha ricevuto la reazione della Lega
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za verso la cittadinanza – ha concluso Boron - Quando c’è gente così in giro, c’è poco da dire e poco da fare, probabilmente le sardine avranno già costruito un altare sacro con la foto di Contin. Ed io non intendo dare spazio a personaggi così più del dovuto. Però voglio essere chiaro, oggettivo e assolutamente fuori da faziosità di destra e di sinistra: poteva anche esserci chiunque altro, al posto di Matteo Salvini; ma chiunque fosse, qualunque essere umano fosse stato preso di mira, la morte non si augura a nessuno. Mai». Alle ultime elezioni amministrative, Contin si è candidato con la lista Giordani ottenendo 53 preferenze e non riuscendo, così, ad entrare in consiglio comunale. A.R.
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Rovigo
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Il Polesine ha ancora poca criminalità Il carcere non è al limite della capienza, ma aumentano `Il palazzo di giustizia ha diverse carenze di organico gli atti di autolesionismo dei detenuti: problema grave Nel campo civile, sempre più ricorsi contro gli autovelox `
GIUSTIZIA
ULSS 5 REFERTI ONLINE PER ANATOMIA
ROVIGO Bassa criminalità nel
territorio, diverse carenze di personale amministrativo nel settore della giustizia e molti detenuti che nonostante la nuova struttura rodigina, si provocano atti di autolesionismo. Sul fronte della giustizia civile, ci sono sempre più ricorsi contro multe da autovelox e sempre più ingiunzioni di pagamento per spese condominiali non saldate. È la fotografia che emerge dal rapporto sulla giustizia veneta presentato dalla presidente della Corte d’Appello di Venezia, Ines Maria Luisa Marini, e dal procuratore generale Antonio Mura, per fotografare il quotidiano lavoro della macchina-giustizia in occasione della cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario. Oltre alle valutazioni regionali, con il personale sottodimensionato impegnato a far fronte a grandi emergenze ambientali come l’inquinamento da Pfas e ad articolati casi come quello che deve chiarire la “vicenda Mose”, sono stati presentati anche i dati relativi al distretto di competenza della Procura di Rovigo.
DETENUTI Al 30 giugno 2019, a fronte di una capienza regolamentare di 1.942 detenuti negli istituti carcerari del distretto, ne erano presenti 2.432. Tutti gli istituti segnalano la presenza di detenuti in numero superiore a quello regolamentare, con la sola eccezione della casa circondariale di Rovigo e della casa di reclusione femminile di Venezia. I numeri della casa circondariale di Rovigo parlano di una capienza di 207 persone, tollerabile fino a 305, con la presenza media di 159. Nessun suicidio si è avuto, ma quattro tentativi e ben 69 atti di autolesionismo. Questi ultimi sono elevati in relazione al numero di detenuti presenti. La causa dell’incremento dei fenomeni critici più gravi, secondo la Corte d’appello, è ravvisabile nel sovraffollamento e nell’in-
TRIBUNALE In via Verdi si sono allungati i tempi medi dei procedimenti, ma pesano le carenze di personale e magistrati
sufficienza delle risorse umane con specifiche competenze per la gestione dei detenuti con problematiche psicologiche o psichiatriche e nelle situazioni di disagio derivanti dalla limitata offerta di lavoro e di altre attività formative. La situazione carceraria ha dirette ricadute sul lavoro degli uffici di sorveglianza, perché alimenta il numero dei ricorsi dei detenuti per la tutela di diritti costituzionalmente garantiti e per il risarcimento del danno, ricorsi che sono lievitati a 752 rispetto ai 430 dell’anno precedente.
TRIBUNALE Per quanto riguarda la pianta organica dei magistrati, mancano quattro giudici per raggiungere l’organico di 16 e due giudici onorari per raggiungere l’organico di otto. Sul fronte del personale amministrativo e personale in servizio effettivo, la scopertura più importante è relativa ai funzionari giudiziari: ne mancano nove per raggiungere un organico di
20. Mancano anche un direttore amministrativo, tre cancellieri, un contabile e un conducente di automezzi. All’ufficio del giudice di pace mancano tre giudici e c’è un cancelliere in eccesso. Flussi civili Nel settore del contenzioso civile ordinario, la maggior parte delle cause ha come oggetto il recupero di crediti: a fronte di 1.251 iscrizioni a ruolo nel periodo 2018-2019, si sono avute nel medesimo periodo 1.966 definizioni. È aumentata l’incidenza anche di decreti di ingiunzione attinenti al mancato pagamento delle spese condominiali. Il settore contenzioso della famiglia vede un rapporto positivo tra il
I TEMPI MEDI DEI PROCEDIMENTI SI ALLUNGANO, MA SOPRATTUTTO SUL FRONTE DEI RITI ALTERNATIVI
numero complessivo dei procedimenti conclusi (2.208) e quelli di nuova iscrizione (2.107). In particolare, quanto ai procedimenti di separazione e divorzio, nel 2017-2018 sono stati definiti 177 divorzi congiunti, 151 divorzi contenziosi, 337 separazioni consensuali e 187 separazioni giudiziali. Risulta contenuto il numero dei ricorsi contro i decreti di espulsione in materia di immigrazione.
I PROCEDIMENTI Per quanto riguarda i tempi delle udienze preliminari, il dato che si evidenzia a una prima verifica è quello relativo ad un aumento dei tempi medi di definizione passati da 382 giorni (anno giudiziario 2017-2018) agli attuali 503 giorni. Tuttavia, gran dei procedimenti di durata maggiore riguarda riti alternativi (506 su 524 i procedimenti definiti in oltre due anni). Gli effetti favorevoli di una tale situazione sono evidenti poiché giungono al dibattimento collegiale solo un numero re-
Asm Set rinnova le borse di studio Stanziati 15mila euro per i clienti ISTRUZIONE ROVIGO Inizia con la presentazio-
ne delle borse di studio il mandato del nuovo consiglio di amministrazione di Asm Set guidato da Manuela Nissotti. È giunta alla quinta edizione l’iniziativa “Energia per lo studio”, che vede l’azienda polesana che commercializza energia elettrica e gas, stanziare un fondo di 15mila euro per borse di studio. In questi anni l’azienda di servizi energetici ha erogato, in totale, 75mila euro in borse a 74 studenti. A presentare l’iniziativa proprio la presidente Nissotti affiancata dall’amministratore delegato Filippo Boraso e del direttore Massimo Nicoli. «Sono orgogliosa che la prima iniziativa del nuovo cda di Asm Set sia stata quella di mettere a disposizione un contributo importante a sostegno dello studio e dell’educazione - ha detto Nissotti - sarà una nostra priorità portare avanti la forte vocazione di attenzione alle persone e alle realtà locali che contraddistingue da sempre Asm
Set». Poi un passaggio sul regolamento: «Abbiamo deciso di premiare la meritocrazia, convinti del grande valore dei nostri giovani che speriamo anche grazie a questo contributo, potranno raggiungere traguardi importanti». Nel valutare i candidati verrà attribuito un punteggio in base alla media di voti più elevata e al numero di componenti del nucleo familiare e alla situazione reddituale certificata con modello Isee. Possono partecipare le fa-
miglie che sono già clienti dell’azienda da almeno un anno. Asm Set riconoscerà agli studenti universitari un contributo di mille euro. Il bando e la modulistica sono scaricabili dal sito web www.asmset.ro.it. Le domande, complete di documentazione, devono essere inviate via posta elettronica all’indirizzo borsedistudio@asmset.ro.it, o presentate a uno dei cinque sportelli (Rovigo, Occhiobello, Lendinara, Adria e Castelonvo Bariano) entro martedì 31 marzo.
VERTICE Manuela Nissotti tra Filippo Boraso e Massimo Nicoli
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lativamente modesto di procedimenti. Il tribunale monocratico e collegiale, dopo il miglioramento registrato nel precedente periodo (meno 25%) con una flessione della durata media dei procedimenti passata da 1.029 giorni a 775, il dato registrato con riferimento all’anno giudiziario 2018-2019 (885) sembrerebbe indicare un peggioramento del trend. I tempi medi del contenzioso civile ordinario nel periodo 2018-2019 sono di 1.151 giorni per la definizione di contenziosi ordinari.
REATI Il numero delle iscrizioni di notizie di reato indica che Rovigo e Belluno sono oasi felici: nel 2016-17 sono state raccolte 9.963 notizie di reato, nel 2017-2018 il numero scende a 9.051 e nel 2018-19 il dato è di 9.311. Le altre province venete riportano livelli di criminalità esponenzialmente più elevati. Roberta Paulon
(N.Ast.) La pagina dei referti online sul portale dell’Ulss 5 per scaricare i documenti sanitari senza recarsi in ospedale, da mercoledì 5 renderà disponibili anche i referti di anatomia patologica, come succede già da anni per gli esami di laboratorio e microbiologia. Così anche tutti gli esami di anatomia patologica, accettati dal prossimo 5 febbraio, potranno essere scaricati in autonomia dagli utenti direttamente dal portale internet dell’azienda sanitaria polesana. I referti saranno disponibili attraverso il codice fiscale del paziente e il pin indicato sul foglio dell’accettazione oppure, per gli utenti già registrati al portale o che si registrassero, accedendo con le proprie credenziali.
CONFESERCENTI ISCRIZIONI APERTE AI CORSI PER I PRODOTTI ALIMENTARI (R.Mer.) Sono aperte le iscrizioni per il prossimo corso per la somministrazione e vendita di prodotti alimentari che si svolgerà, a febbraio, nella sede di Confesercenti di via della Costituzione 4/d. Dopo un percorso formativo della durata di 120 ore nell’ambito del quale i corsisti affronteranno le diverse problematiche riguardanti i settori della somministrazione e del commercio di prodotti alimentari, dagli aspetti normativi a quelli fiscali, dalla merceologia alla normativa igienico sanitaria, i partecipanti svilupperanno una serie di cognizioni tali da affrontare con professionalità un mercato sempre più selettivo e difficile.
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Primo Piano Come prevenire il contagio I 10 consigli base del ministero della Salute
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
In classe gli studenti cinesi «La mascherina non serve» Attesa a ore la circolare ministeriale `Veneto, negativo l’unico caso sospetto Zaia: «Ingiustificato chiudere le scuole» Mantoan: «È un virus a bassa letalità» `
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IL QUADRO Lavare spesso le mani con acqua e sapone o soluzioni alcoliche
Mantenere l’igiene delle vie respiratorie
Starnutire o tossire coprendosi con un fazzoletto
Gettare i fazzoletti usati in cestini chiusi
Evitare di mangiare carne cruda o poco cotta
Evitare frutta o verdura non lavate
Evitare bevande non imbottigliate
Evitare il contatto ravvicinato con chi mostra sintomi di malattie respiratorie
VENEZIA Laviamoci spesso le mani con abbondante sapone e se abbiamo il raffreddore usiamo fazzoletti usa e getta. Ma non è il caso di farsi prendere dal panico. Né di setacciare le farmacie a caccia di mascherine che fanno tanto “cine” ma sono del tutto inutili per chi sta bene: servono solo per chi è già malato così da impedire di diffondere i germi attraverso le goccioline di saliva. È vero che contro il coronavirus cinese al momento non ci sono vaccini, ma è altrettanto vero che, pur «molto infettivo», si tratta di un virus «a bassa letalità» (parola di Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità della Regione Veneto). Tant’è che anche chi è appena tornato dalla Cina e non ha sintomi influenzali - tosse, raffreddore, malessere generale, febbre sopra i 38° - può tranquillamente continuare ad andare a scuola (e ci sarà una circolare del ministero al riguardo) e a lavorare. In Veneto, del resto, non ci sono pazienti affetti dalla nuova polmonite: l’unico caso sospetto era quello di un brasiliano di 56 anni che dopo aver trascorso un mese in Cina è tornato a casa a Verona con tutti sintomi del coronavirus. Ricoverato, è risultato negativo: era una normale influenza. Anche tutti gli altri tamponi spediti all’Istituto Spallanzani soni risultati negativi. Poi c’è la coppia di cinesi che ha fatto tappa nella città scaligera ed è l’unica ad avere la malattia, ma è ricoverata nella capitale e l’addetto alla reception dell’hotel che ha avuto un contatto con i due è costantemente monitorato e al momento non ha sintomi. E allora perché siamo tutti in allarme?
LA TASK FORCE
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Chiamare il numero di pubblica utilità 1500 per informazioni
Il punto sull’emergenza sanitaria è stato fatto ieri mattina a Palazzo Balbi in una conferenza stampa convocata dal governatore della Regione del Veneto Luca
10 Consultare il portale L’APPELLO AGLI ANZIANI dedicato www.salute.gov.it/ nuovocoronavirus
A VACCINARSI CONTRO L’INFLUENZA “NORMALE”
formazioni.
COSA FARE A tranquillizzare i veneti ci ha pensato il dottor Mantoan: «Il coronavirus è un virus certamente molto infettivo, ma a bassa letalità. Ci si ammala facilmente, ma non si muore». I decessi in Cina? Rapportati alla popolazione, sono molto bassi. Vaccini, però, non ce ne sono: «Ci vorrà qualche anno, non è vero che basteranno pochi mesi». Le Ulss venete, in ogni caso, sono organizzate ad affrontare l’emergenza perché - come ha sottolineato Zaia - è dal 2012 che c’è questa rete strutturata. Il paziente può chiamare il proprio medico di base, il 118 o il numero 1500 predisposto dal ministero della salute. Chi arriva in ambulanza sarà portato direttamente alle Malattie infettive. Chi si reca da solo al Pronto soccorso con i sintomi influenzali dovrà mettersi una mascherina e sarà portato in una stanza separata. Nel caso in cui un paziente sospetto venga ricoverato, i suoi familiari dovranno restare in isolamento a casa finché non si avranno gli esiti degli esami o comunque per 14 giorni, cioè il tempo dell’incubazione. Occhio: tutti questi discorsi valgono per chi è rientrato dalla Cina o è stato a contatto con persone arrivate dalla Cina e ha sintomi influenzali.
LE DISPOSIZIONI
IL VERTICE Il governatore Luca Zaia tra l’assessore Manuela Lanzarin e il direttore Domenico Mantoan
Zaia presenti l’assessore Manuela Lanzarin, il direttore dell’Area Sanità e Sociale Domenico Mantoan, la dirigente della Prevenzione Francesca Russo, direttori delle Ulss, dello Iov e dell’Azienda Zero. In collegamento telefonico con Zaia, il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, nominato commissario per l’emergenza coronavirus, dopo aver sottolineato l’efficienza con cui la sanità veneta si è sinora mossa e l’importanza del lavoro di squadra che si sta facendo tra Protezione civile, ministero della Salute e Regioni italiane, ha fatto il punto della situazione generale: la prospettiva è di organizzare un ponte aereo - come avvenne nel 2004 con lo tsunami - per riportare in Italia i cittadini che si trovano in Cina e vogliono rientrare (molti i veneti) e per i cinesi che vogliono tornare nel loro Paese. Quando al Veneto, la Regione ha predisposto una task force e dato indicazioni alle Ulss, ai medici di base e al personale del Pronto soccorso su come comportarsi in caso di pazienti sospetti o che chiedono solo in-
Il poster
Gli avvisi pubblicati in più lingue `Avvisi in più lingue -
italiano, inglese, cinese - per informare i cittadini sulla polmonite da nuovo coronavirus sono stati predisposti dal ministero della Salute e rilanciati ieri dalla Regione Veneto nella
conferenza stampa convocata per fare il punto sulla nuova emergenza. Si tratta di consigli rivolti ai viaggiatori internazionali di ritorno da aree a rischio della Cina che dovessero presentare sintomi influenzali.
Ma chi è asintomatico - cioè non ha febbre, non ha raffreddore, non ha tosse - fosse anche stato a Wuhan per festeggiare il capodanno cinese, non deve preoccuparsi, può andare tranquillamente a scuola o al lavoro. Già domani o al più tardi nei prossimi giorni - ha anticipato la dottoressa Russo – sarà emanata una circolare del ministero dell’Istruzione che dirà chiaramente che i ragazzi possono andare a scuola. E questa sarà una informazione importante perché ci sono già state richieste di informazioni da parte di genitori così come di datori di lavoro che si sono rivolti all’Ulss per sapere come comportarsi con dipendenti tornati dalla Cina. L’indicazione ribadita ieri a Palazzo Balbi è chiara: se si sta bene si continua a comportarsi come al solito, non serve neanche la mascherina perché se si è sani non serve, solo se compare la febbre si chiama il medico. «Pensare di chiudere le scuole ha detto Zaia - non è giustificabile». Tra l’altro, ha aggiunto il governatore - al momento ci sono più morti da influenza “normale” che da coronavirus ed è anche per questo che è stata ribadita l’utilità di vaccinarsi, soprattutto se si è anziani o se si hanno delle patologie. «Vaccini ce ne sono, si fa ancora in tempo», ha detto il dottor Mantoan. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
A VENEZIA Un’immagine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Veneto che si è tenuta ieri mattina
I REATI
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Più furti, meno rapine Il numero di furti in abitazione o con strappo è leggermente aumentato, passando da 6450 a 6750, ma sono diminuite rapine (da 1582 a 1422), estorsioni (da 748 a 718) ed usura (da 283 a 190)
(foto LUIGI COSTANTINI / FOTOATTUALITÀ
Pedoporno e stalking In leggera flessione il numero delle violenze sessuali (da 620 a 604) e degli episodi di stalking (da 1322 a 1279). In crescita, invece, i reati di pedofilia e pedopornografia (da 146 a 181). Atti sessuali con minorenni: 82 casi
Tante frodi informatiche In 12 mesi sono state denunciate ben 7595 frodi informatiche, 729 in più dell’anno precedente e il responsabile è stato individuato soltanto in 347 casi. In forte aumento che gli accessi abusivi a sistema informatico: da 726 a 1038.
I colpevoli restano ignoti Poco meno di metà dei fascicoli aperti nelle procure del Veneto è iscritto a carico di ignoti: 48187 su 110726 notizie di reato. Il 26,3 per cento dei reati viene iscritto a Venezia, il 19,7 a Padova, l’11,28 a Treviso
I fascicoli prescritti Il 7,3 per cento dei reati si prescrive in procura, durante le indagini (4800 su 65897), il 13,1 al gip (6398 su 49022), il 5,8% a dibattimento in primo grado (872 su 14910). Dei processi che approdano in appello si prescrive il 37%.
In Veneto meno omicidi ma più morti sul lavoro I reati ecologici scoperti e perseguiti `Il presidente dei penalisti, Fogliata: sono passati in un anno da 760 a 968 «L’azione penale è ormai discrezionale» `
LA CERIMONIA VENEZIA Meno omicidi e tentati omicidi volontari (calati da 51 a 44), ma più infortuni mortali sul lavoro (30 a 53). Le statistiche del periodo compreso tra il luglio 2018 e il giugno 2019, mostrano in Veneto numeri complessivi stabili rispetto al passato, ma variazioni significative in alcune tipologie di reati. Come nel caso dei delitti contro l’ambiente (passati da 760 a 968) sui quali ha lanciato l’allarme, sollecitando un maggiore impegno, il procuratore generale, Antonello Mura, nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, celebrato ieri mattina a Venezia. Di fronte ad autorità civili e militari, tra cui il presidente della Regione, Luca Zaia, e il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, è stato tracciato un quadro di luci ed ombre della giustizia veneta, tra problemi irrisolti da decenni organici carenti ed edilizia giudiziaria inadeguata in primis - e grandi sforzi organizzativi e di produttività, grazie ai quali un po’ di arretrato è stato ridotto. «Siamo però arrivati al capolinea - ha dichiarato la presidente della Corte d’appello di Venezia, Ines Marini -. Non c’è più margine organizzativo interno, serve un deciso intervento del ministero». E il presidente dell’Anm veneto, Vincenzo Sgubbi, ha rincarato la dose, sottolineando che, a fronte
colpa della lentezza della giustizia e della mancanza di fiducia.
QUESTIONE MORALE La presidente Marini ha parlato quindi della questione morale, scoppiata a livello nazionale a seguito di scandali che hanno portato lo scorso anno alla dimissione di alcuni componenti del Csm, auspicando una necessaria riduzione del peso delle correnti e la definizione di criteri più trasparenti e meno discrezionali per la nomina dei dirigenti e per l’affidamento degli incarichi fuori ruolo ai magistrati, ad esempio al ministero. La proposta del sorteggio preliminare dei candidati al Csm non ha trovato d’accordo Sgubbi: «Sarebbe abbandonare la nave alla deriva, serve invece più etica», ha replicato.
CARCERE E MISURE ALTERNATIVE
INES MARINI: «SIAMO ARRIVATI AL CAPOLINEA, IL MINISTERO DEVE POTENZIARE GLI UFFICI VENETI»
ANTONIO MURA: «PIÙ ATTENZIONE DI PROCURA E FORZE DELL’ORDINE PER I DELITTI AMBIENTALI»
GIUSEPPE SACCO: «LA RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE SI TRASFORMERÀ IN UN ERGASTOLO PROCESSUALE»
di carichi di lavoro superiori alla media nazionale, «i ritardi della giustizia non possono di certo essere addebitati ai magistrati».
lavoro, riforma delle procedure e intensa depenalizzazione, per evitare di aumentare le pendenze e far diventare infinito il processo. Contro quello che ha definito «ergastolo processuale» si è scagliato anche il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Giuseppe Sacco, il quale ha chiesto al ministero un intervento urgente per affrontare e risolvere i problemi della giustizia Veneta, che richiedono finalmente adeguata atten-
zione, e per affrontare la questione dell’equo compenso dell’attività legale. Il presidente della Camera penale veneziana, Renzo Fogliata, ha denunciato come l’azione penale sia diventata di fatto discrezionale, in contrasto con il dettato costituzionale, mentre Fabio Sportelli della Federazione camere civili ha sostenuto che il calo del numero delle cause è dovuto alla rinuncia del cittadino a difendere i propri diritti per
PROCESSO INFINITO La presidente della Corte ha toccato anche temi più generali del sistema giudiziario, come la nuova normativa sulla prescrizione, annunciando che avrà «effetti dirompenti» se non sarà accompagnata da aumento delle forze
Tra i molti temi affrontati quelli dell’emergenza carceraria, che in Veneto soffre di cronico sovraffollamento e dove, nell’ultimo anno, sono raddoppiate le morti per suicidio, passate da 2 a 4 (una a Padova e tre a Verona), mentre i tentati suicidi sono lievitati da 57 a 81 e gli episodi di autolesionismo da 556 a 674). A fronte di una capienza regolamentare di 1942 posti i penitenziari della regione hanno ospitato mediamente 2394 detenuti. Funziona, invece, il sistema delle misure alternative alla detenzione (1027 i casi), così come i permessi premio che sono stati concessi a 1054 detenuti: soltanto due sono stati i mancati rientri (e uno dei due detenuti si è consegnato spontaneamente pochi giorni più tardi). Novità sul fronte delle Rems, le Residenze per le misure di sicurezza dei malati psichici coinvolti in procedimenti penali: vista l’insufficienza dell’attuale struttura, la Regione metterà a disposizione ulteriori 16 posti a Nogara, per poi realizzare a Ficarolo una struttura sanitaria sperimentale per l’applicazione della libertà vigilata residenziale, i “domiciliari” per pazienti psichiatrici. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Poco personale, rischio paralisi in Friuli Venezia Giulia» LA DENUNCIA TRIESTE «Un’oggettiva paralisi del funzionamento della giustizia» a causa della mancanza di personale «tecnicamente e professionalmente più qualificato». È il rischio ventilato dal presidente della Corte d’Appello di Trieste Oliviero Drigani in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta ieri mattina. Per quanto riguarda i direttori negli uffici giudicanti, il tasso di mancata copertura media in Friuli Venezia Giulia è al 43,3% (13 posti vacanti su 30) e in Corte d’Appello tra un paio di mesi i posti scoperti saranno al 100% poiché andrà in pensione l’unico direttore amministrativo. Per i funzionari contabili la sco-
pertura è al 33,3% (2 su 6), per i funzionari giudiziari al 52,3% (56 su 107), per i cancellieri esperti al 33,8% (23 su 68) e nelle Procure mancano 7 direttori su 15. Su 33 ufficiali giudiziari previsti ne mancano 15. Mancano figure apicali almeno al 50%.
giudiziario partendo da un principio che vede nella collaborazione tra le istituzioni locali e le articolazioni dello Stato un modello necessario per superare gli ostacoli che rischiano di ripercuotersi sulla vita dei cittadini». Sui tentativi di infiltrazioni mafiose si è soffermato il procuratore generale Dario Grohmann: «Si manifestano principal-
IL PROTOCOLLO Il governatore Massimiliano Fedriga ha annunciato la sottoscrizione, a breve, di un protocollo con il ministero della Giustizia finalizzato a mettere a disposizione del Tribunale il personale regionale, attivare l’interscambio di esperienze e fornire supporto per il potenziamento tecnologico. «Un atto concreto – ha detto – per contribuire ad affrontare le difficoltà che penalizzano l’apparato organizzativo del sistema
A TRIESTE L’intervento del governatore Massimiliano Fedriga (FACEBOOK)
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FEDRIGA ANNUNCIA UN’INTESA PER PORTARE PIÙ AMMINISTRATIVI: «UN ATTO CONCRETO PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ»
mente attraverso attività di riciclaggio di denaro di illecita provenienza: la ripresa economica e il forte rilancio turistico offrono numerose occasioni», ma il «monitoraggio svolto dalle forze dell’ordine ha impedito la diffusione del fenomeno che si manifesta solo in modo sporadico e non coordinato». «Gli imprenditori regionali hanno dimostrato finora una certa impermeabilità alle offerte criminali forse perché maggiormente consapevoli dell’abbraccio mortale che rappresenta il “fare affari con i mafiosi”. Le grandi realtà produttive collaborano fattivamente con le forze dell’ordine per il controllo capillare della manodopera utilizzata specie nei sub appalti». Elisabetta Batic © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L'ARENA
Domenica 2 Febbraio 2020
PROVINCIA
Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.120 | E-mail: provincia@larena.it
VILLA BARTOLOMEA. L’incidente avvenuto 10 anni fa all’alba. Il tribunale ha stabilito che il guidatore di una Toyota non aveva rispettato la distanza di sicurezza dal ciclista
Travolto in bici: un milione e mezzo di danni Èilrisarcimento aunuomochehasubìto il95percentodiinvalidità «Ilsuostatodiebbrezzamenogravedellacondottadell’automobilista» Alessandra Vaccari
Resta immobile sulla sedia, sempre zitto, se gli parli annuisce, ma non si sa se ha capito quello che gli stai dicendo. Da anni, un uomo vive così, poco più che vegetale. Vive così da quel giorno di dieci anni fa, quando venne travolto da un’auto mentre pedalava sulla sua bicicletta. Una signora tutte le mattine va ad accompagnarlo a camminare all’aria aperta, fanno piccoli passi sotto braccio e lui ne sembra felice. LAFAMIGLIA. Per tutto il resto
del tempo viene assistito dai familiari: la moglie per stargli sempre accanto ha lasciato il lavoro e anche i figli sono sempre molto presenti: l’intera famiglia si è stretta attorno a lui, non lo lasciano un solo attimo. Dopo essere stati risarciti, i familiari hanno potuto acquistare un’abitazione accessibile, che permette di spostare e accudire l’uomo con più facilità.
Oggièassistito dallafamiglia Lacondanna alpagamento èacarico dell’assicurazione
LA SENTENZA. Il Tribunale di
Milano ha condannato al pagamento di oltre 1 milione e mezzo di euro un automobilista veronese che nel gennaio 2010, a Villa Bartolomea, aveva investito un ciclista causandogli gravissime lesioni personali permanenti. È quanto stabilito dal giudice della dodicesima sezione civile Ada Favarolo che ha accolto le istanze dei familiari dell’uomo avanzate dai legali fiduciari di Giesse risarcimento danni di San Bonifacio, gruppo specializzato nel risarcimento di gravi incidenti stradali. L’INCIDENTE. Erano da poco
passate le 6.30 dell’11 gennaio 2010. L’uomo stava percorrendo via Matteotti, a Villa Bartolomea, in sella alla sua bicicletta. Procedeva sul bordo destro della carreggiata verso il centro abitato quando alle sue spalle era sopraggiunta una Toyota Yaris con alla guida un automobilista di 42 anni. Tutto era avvenuto in pochi secondi: in prossimità di una leggera curva a destra, l’automobilista in fase di sorpasso della bicicletta l’aveva improvvisamente tamponata con il lato destro frontale dell’auto. Il ciclista, caricato sul parabrezza e poi scagliato violentemente a terra, era subito apparso in condizioni molto serie. L’investitore si era correttamente fer-
mato per prestare soccorso, allertando il 118, che poco dopo aveva soccorso l’uomo trasportandolo d’urgenza all’ospedale civile di Legnago. LA RESPONSABILITÁ. In ospe-
dale, come di prassi, anche il ciclista era stato sottoposto ad accertamenti, nel suo sangue era stato così rilevato un tasso alcolemico pari a 1,94. Le sue condizioni di salute si sono in seguito stabilizzate, ma dal giorno dell’incidente la sua vita è cambiata, con un’invalidità riconosciuta del 95 per cento. Data l’assenza di testimoni oculari sul luogo dell’incidente, per ricostruire l’esatta dinamica che ha portato all’incidente il giudice del tribunale ha nominato un consulente tecnico. LA COLPA. Dalla perizia è
emerso che l’automobilista non aveva mantenuto una distanza di sicurezza adeguata nella fase di sorpasso del ciclista che, d’altra parte, non aveva le luci posteriori accese che ne avrebbero sicuramente favorito la visibilità. Il giudice ha pertanto attribuito un minimo concorso di colpa al ciclista per essersi dimostrato imprudente, ritenendo però ben più grave la condotta dell’automobilista al volante della Toyota, al quale è stato attribuito l’80 per cento della responsabilità dell’incidente.
IL RISARCIMENTO. «Le conse-
guenze che l’incidente ha lasciato sul nostro assistito sono state devastanti per lui e per tutta la sua famiglia: da quel giorno non è più una persona autosufficiente, è inabile per qualsiasi attività lavorativa e non è più in grado di svolgere neanche la più banale azione quotidiana», spiegano Fausto Sgarbi e Roberto Oliviero, responsabili della sede Giesse di San Bonifacio. IL COMMENTO. «Arrivare a
questo importante risarcimento è stato un cammino lungo e difficile, inizialmente era stato persino condannato in sede penale perché, al momento dell’incidente, era in stato di ebbrezza», aggiungono Sgarbi e Oliviero. «Soltanto un certosino lavoro portato avanti dai nostri periti e tecnici ricostruttivi ha potuto in seguito far emergere, in sede civile, che lo stato alterato non ha tuttavia pregiudicato il corretto comportamento tenuto in strada dal ciclista e che la quasi totalità della responsabilità per l’incidente andava quindi attribuita all’automobilista. Il giudice del tribunale di Milano ha riconosciuto la nostra tesi e ha condannato l’assicurazione Axa a questo giusto e doveroso maxi risarcimento», concludono gli avvocati del ciclista veronese. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Unabicicletta distruttadopo esserestata travolta daun’auto
SanGiovanni Ilarione
Ilvigilevainpensione Trafficochiusoascuola Ilvigile vainpensione ein attesadell’assunzione diun nuovoagentedi Polizialocale, dallaprossima settimana la zonavicina allascuola primaria AristideStefani viene chiusa al trafficoall’entrata eall’uscita dascuola.Genitorie
automobilistinon silimiterannoal coloratostriscione conil quale i bambinihannoespresso illoro grazieadErnestoSartori, per 35 anniilvigile diSan Giovanni Ilarione,madovrannoprestare attenzione,perchéper integrareil serviziodialcuni volontari,
relativamente all’attraversamentosicurodei piccoli,ilComune hadisposto il divietoditransitoa tuttii mezzi, scuolabusesclusi, lungovia Rivato,neltrattocompresotra l’incrociocon viaGambaretto e piazzaDel Popolo:lo stopal trafficoscatterà dalle7.30alle 8e dalle12.15alle 12.30. Lasegnaletica verticalegià posizionatasarà accompagnata dalposizionamento ditransenne neipressideicrocevia inmodo da consentirel’agevole deviazione deltraffico sullaesistente viabilitàalternativa. P.D.C.
LESSINIA. Rompeilsilenzio perlaprima voltailconsigliere firmatariodellapropostache hascatenato pesantireazioni
Legge sui confini del parco e polemiche Montagnoli:«Oraserveunarmistizio» «Lalinea diZaia èchiara:difendere l’ambiente» Vittorio Zambaldo
Finora Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega, non aveva mai voluto parlare, sebbene sollecitato a intervenire e sebbene sia il primo firmatario del progetto di legge 451 che ridisegna i confini del parco della Lessinia. Lo ha fatto un po’ per discrezione verso il collega Stefano Valdegamberi che da residente in Lessinia ha fatto di questa iniziativa la sua bandiera, e un po’ perché da «uomo della Bassa» si è sempre mosso con equilibrio e rispetto su argomenti che non vive in prima persona. Ma ora rompe gli indugi e interviene. E spiega perché: «La Lessinia ha bisogno di un armistizio di pace per tornare quanto prima a vivere. Finché rimarranno gli steccati ideologici non potrà mai risollevarsi. È tempo di guardarsi negli occhi in maniera seria e responsabile. La linea del presidente Luca Zaia è molto chiara, da persona che
intende per prima tutelare l’ambiente e il territorio, dimostrandolo con i fatti. Ma mettere in discussione quello che ha detto e quindi la proposta di legge, significa prendere in giro la gente. Io ho grande rispetto delle persone che domenica scorsa hanno partecipato alla Camminata per la Lessinia: sono cittadini che meritano considerazione ed è anche per questo che abbiamo rivisto nei giorni scorsi il provvedimento insieme al presidente Zaia. Perché crediamo nel valore del confronto e abbiamo voluto fare un passo in avanti per cercare di distendere il clima pesante che si era creato nei confronti degli stessi abitanti, i quali meritano invece massima attenzione da parte di tutti», precisa il consigliere regionale. Fa appello a quelle che definisce «tantissime persone di buonsenso che hanno partecipato alla manifestazione e che amano veramente il Parco: finché siamo in tempo fermate coloro che strumentaliz-
zano la Lessinia, chi si è proposto come vostro referente nelle istituzioni e a livello mediatico sta creando una contrapposizione che provoca gravissime tensioni». La pace arriverà solo con il ritiro del Pdl 451, si risponde dall’altra sponda, ma Montagnoli precisa: «Chiedere di ritirare del tutto la proposta di legge, anche a seguito delle importanti modifiche apportate, significa calpestare le aspettative degli abitanti della Lessinia, dando il pretesto per uno scontro finale che avrebbe gravi conseguenze. Cancellare la proposta aumenterebbe inutilmente le tensioni, creando un’escalation da cui sarebbe poi impossibile uscire. Gli abitanti, compresi agricoltori, allevatori e proprietari di malghe hanno bisogno del nostro aiuto perché la situazione è diventata per loro insostenibile, dell’aiuto di tutti, anche di coloro che hanno partecipato alla Camminata», precisa. Montagnoli assicura che dalla proposta di legge 451 so-
AlessandroMontagnoli
no stati tolte le aree contigue, al centro del contendere, cioè la classificazione di aree a minor tutela e nelle quali sarà possibile praticare l’attività venatoria: «Chi continua a parlarne getta fumo negli occhi dei manifestanti. Come ha garantito in prima persona il presidente Zaia, la proposta sul tavolo della commissione è quella di chiedere al Consiglio regionale di limi-
tarsi ad approvare solamente la ridefinizione dei confini corretti del Parco grazie alla georeferenziazione, demandando all’ente Parco ogni decisione futura sulla classificazione, proprio per dare modo anche di eliminare le tensioni esistenti. Si tratta di un provvedimento che restituisce al Parco 50 nuovi ettari in più rispetto agli attuali. Il Parco quindi cresce e non viene ridotto. Inoltre verranno individuate risorse economiche per il nuovo piano ambientale, che servirà a rilanciare la Lessinia». Si riserva il ruolo di mediatore: «Chi fa politica per il bene del territorio ha il dovere di trovare una soluzione e un compromesso tra posizioni molto distanti tra loro. Chiedo quindi a tutti di fare un passo in avanti. La proposta verrà approvata e in un secondo momento sarà l’ente Parco della Lessinia a elaborare un nuovo confronto, coinvolgendo i sindaci e tutti coloro che amano questo splendido territorio, che merita rispetto, nuove idee di sviluppo e non più polemiche», conclude Montagnoli. •
L’iniziativadiLorenzaFaccioli
ConoscerelaLessinia inunaquindicinaditappe Unmodointelligentee consapevolediconoscerela Lessiniaèquellodi percorrerla apiedi con unaguidaesperta in gradodifermarsi, raccontareil contesto,illustrare particolaritàpaesaggistiche, naturalistichee architettoniche,affrontando percorsichenon sono tappe forzatema piacerida condividere.Èla propostache faLorenzaFaccioli, guida naturalisticaappassionatadi flora,insetti,anfibi enuvole, fondatricedi raccontonatura.it, ilblogper scoprire econoscere lanatura el’ambiente.Sua l’ideadipercorrereinuna quindicinaditappe tuttoil tragittoveronese, con piccoli sconfinamentiinTrentinoe Vicentinodelsentiero eurropeoE5,a partire daoggi conil primoitinerario daAvesa aMontecchio. Sonopercorsi ad anelloche copronoil calendario dell’interoanno.Ogni escursionistaavrà a disposizioneunacredenziale personalizzatacon gli spazi per ciascunatappa davidimare per ottenereal termine, inunacena finalea dicembre,l’attestato di partecipazionedurante una festaincui sicondivideranno
fotoericordi.Il sentieroEuropeo E5faparte diunarete che attraversal’Europa, ,aperto nel 1972echepartendo dal lagodi Costanza,fra Germania, Austriae Svizzera,scende inItalia, passandoperVerona, per arrivare, nelleintenzionidegliideatori, fino aVenezia,tracciato non ancora concluso.«Crediamonellavoro deivolontarichemantengonoi sentiericurati epercorribili. Frequentarliè ancheunomaggio alloroimpegno costante»,spiega Faccioli.L’appuntamentoèalle 9.30neigiardini davantila chiesa diSanMartino diAvesainvia MesserOttonello. Sitratta diun percorsodi17 chilometri impegnativoeadattoad escursionistiesperti,inun ambientecomela Val Borago selvaggioea trattiscivoloso.La presenzadi duerampe discalette rendonoquestatappanon adatta achi soffre divertigini. Ladurata previstaèdi6 ore,consosta per pranzoal sacco. Servonoscarponi consuola grippata,, qualchesnack eacqua.Èobbligatorial’iscrizione ancheper Whatsapp alnumero 340-5253557o viamail (lorenza@raccontonatura.it). Informazionieaggiornamenti anchesulletappesuccessiveal sitowww.sentieroE5.it. V.Z.
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Domenica 2 Febbraio 2020
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Cgia: «Tasse e burocrazia, salasso da 13 miliardi»
Aziendevenetesepoltedaicostidelletroppeleggi.Baretta:«ConleRegionaliinvista,partiamodaqui»
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La Cgia calcola nel carico sulle aziende 5,4 miliardi di tasse
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L’altro elemento è il costo della pesantezza nei rapporti con lo Stato
VENEZIA Tasse
e burocrazia pesano sulle aziende venete per tredici miliardi di euro l’anno, pari all’otto per cento del Pil, e sono numeri che «zavorrano le aziende e frenano l’economia». Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia di Mestre sommando i 5,4 miliardi di euro di tassazione ai 7,6 collegati alla pesantezza dei rapporti con la pubblica amministrazione a causa, soprattutto, della eccessiva mole normativa. «Numeri interessanti ai quali sono interessato – è la risposta a stretto giro del sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta – ma messi così mi sembrano sganciati dal contesto, cioè non rapportati ad altre dimensioni quali, ad esempio, i risultati economici e gli sconti fiscali. La proposta che mi sento di avanzare è di approfittare della campagna elettorale che si
sta per aprire per un confronto a tutto campo su che Veneto sia il nostro e su quale Veneto vogliamo. Sono disponibile a parlarne in qualsiasi sede, anche a casa della Cgia». L’input del sabato mattina dell’organizzazione artigiana mestrina è come di consueto firmato dal coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, e dal segretario, Renato Mason. Per il primo le cifre rappresentano «un mix micidiale» sul quale il governo dovrebbe cominciare a riflettere. «Se, a causa della situazione dei nostri conti pubblici, abbattere il carico fiscale in misura significativa non appare affatto semplice – evidenzia Zabeo una drastica riduzione della cattiva burocrazia, invece, potrebbe essere ottenuta a costo zero, o quasi. Si tratterebbe di ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legi-
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Baretta (sottosegretario al Mef) Ben venga il contributo della Cgia, la discussione sull’autonomia verte proprio sul rapporto fra tasse versate e quanto deve rimanere sul territorio Ma la discussione va fatta a 360 gradi
slativa che ha fatto diventare la burocrazia una nemica invisibile difficilmente superabile». Mason cita a questo proposito lo studio «The European House – Ambrosetti» che stima in 160 mila le norme in vigore in Italia di cui 71 mila promulgate a livello centrale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. «La responsabilità di questa iper legiferazione - spiega Mason - è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi. Molti investitori stranieri non vengono in Italia proprio per la farraginosità del nostro sistema burocratico, il quale ha generato un velo di sfiducia tra le imprese private che non sarà facile rimuovere».
Mafia, ambiente e furti in casa boom di fascicoli in Veneto Spesa record per le cause lente
«Che le tasse siano troppe non è una notizia – risponde Baretta - e neppure che la semplificazione sia una priorità è un argomento nuovo. Ben venga il contributo della Cgia, la discussione sull’autonomia verte proprio sul rapporto fra tasse versate e quanto deve rimanere sul territorio. Però questa discussione facciamola interamente e usando ogni indicatore. Invito pertanto i vertici della associazione ad aprire un confronto fra le rappresentanze di ogni parte economica e sindacale e tutte le componenti politiche che scenderanno in campo per contendersi il governo del Veneto. Sarà un’ottima occasione – conclude l’esponente di governo – per analizzare bene la situazione attuale e progettare gli obiettivi che tutti insieme vogliamo raggiungere». G.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso del falso deportato
Anno giudiziario, Zaia all’attacco: «Scandalosa mancanza di personale» VENEZIA Una cifra record di oltre
2 milioni di euro pagati dallo Stato per la lentezza dei processi in Veneto. Ecco uno degli «effetti collaterali» della crisi della giustizia della nostra regione, che emerge dalla relazione della presidente della Corte d’appello Ines Marini. Nel 2018 si era arrivati vicini a quella soglia, che lo scorso anno è stata superata, anche se non c’è ancora il dato ufficiale. Ma a impressionare è la crescita esponenziale delle cause iscritte: erano 223 nel 2015/2016 (l’anno giudiziario va dall’1 luglio al 30 giugno), 422 l’anno dopo, poi 389, ma ora sono salite a 567. Ieri, nel corso della cerimonia a Palazzo Grimani, l’appello al governo per avere maggiori risorse, soprattutto umane, è arrivato da tutta la giustizia veneta, che non si accontenta dei 23 magistrati (o, meglio, posti) in più della recente proposta ministeriale. Oltre a Marini, anche il procuratore generale Antonio Mura, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia Giuseppe Sacco («la distribuzione “a pioggia” è una mancanza di sensibilità verso il Veneto») e quello della Camera penale Renzo Fogliata («sembra quasi una punizione per chi ha votato l’autonomia»), il segretario della giunta veneta dell’Anm Vincenzo Sgubbi («anche con dieci magistrati in più la Corte d’appello di Venezia avrebbe il doppio del carico di tutte le altre Corti del nord»). «Ho visto una bella squadra di magistrati e tanta voglia di fare ha chiosato il governatore Luca Zaia - ma c’è una scandalosa mancanza di personale». Da Roma però non sono arrivate molte risposte. Il membro del Csm Alessio Lanzi si è concentrato sugli scandali della magistratura dell’ultimo anno, la dirigente del ministero della Giustizia Gemma Tuccillo ha promesso una «particolare attenzione» sull’edilizia giudizia-
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il totale del personale amministrativo: dovrebbero essere 1117
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mila le cause civili iscritte l’anno scorso: 3 mila in meno del precedente
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Autorità L’inaugurazione a Palazzo Grimani: la Corte guidata da Ines Marini (la seconda) entra tra Luca Zaia e il patriarca Moraglia (foto Vision)
ria di Venezia, ma ha snocciolato una serie di cifre nazionali, dagli investimenti (9 miliardi) al personale (9 mila immissioni nel triennio) e all’informatizzazione, per dire che il governo sta facendo il possibile. Ma proprio sull’informatica, Marini e Mura hanno ricordato che il centro di assistenza è a Brescia («troppo lontano») e conta 22 tecnici per un’area, quella del Nordest, con 5377 tra magistrati e cancellieri. Mura ha fatto il quadro del lavoro delle procure venete. E ha spiegato che prendendo i processi con citazione diretta o per direttissima, le assoluzioni con formula piena sono il 16 per cento. «Limite fisiologico - ha detto - l’azione penale viene esercitata con ponderazione». Venendo ai reati, calano gli omicidi (da 51 a 44), soprattutto quelli tentati (da 186 a 66), anche se restano stabili i 35 complessivi con le donne come vittime. Stabili o in diminuzione i reati di terrorismo, la corruzio-
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Mura Stabilità dei fenomeni criminosi ma resta l’insicurezza nella gente Sacco I magistrati a pioggia sono una mancanza di sensibilità per il Veneto
ne, le rapine e i casi di stalking, mentre crescono i furti in abitazione e gli scippi (da 6451 a 6750), gli omicidi colposi sul lavoro (da 30 a 53), i reati informatici (sia le frodi che gli accessi abusivi), quelli ambientali. I numeri sono fortunatamente bassi, ma l’anno scorso sono stati iscritti 16 fascicoli per mafia rispetto ai 5 di 12 mesi prima. Ci sono stati inoltre 2593 «bersagli» di intercettazioni, di cui 626 per mafia e 38 per terrorismo. «C’è una stabilità dei fenomeni criminosi - ha commentato Mura - resta il problema dell’insicurezza percepita dai cittad i n i » . L e c a r c e r i ve n e t e continuano a essere sovraffollate, con 2432 detenuti a fronte di una capienza di 1942: ci sono stati 2 suicidi, 81 tentativi e 674 episodi di autolesionismo. Idem in quello minorile di Treviso, dove ci sono 16 detenuti per 12 posti, con 26 atti di autolesionismo. Alberto Zorzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
mila i nuovi procedimenti penali: un dato in linea con quello degli ultimi due anni
Il figlio di Liliana Segre: «La vicenda di Artale manna per i negazionisti» PADOVA La notizia che Samuel Gaetano Artale fosse un millantatore, era diffusa tra le comunità ebraiche. Lo stesso Gadi Luzzato Voghera che guida il Cedac (Centro di documentazione ebraica contemporanea) di Milano, aveva avvertito scuole e sindaci, anche l’amministrazione comunale di Cessalto, l’ultima in ordine di tempo a ospitare l’83enne, sapeva dei dubbi sulla testimonianza del padovano. Ma sono andati avanti comunque, facendo precedere l’intervento del falso deportato da un messaggio della senatrice Liliana Segre. E questo ha segnato il limite. Oggi interviene il figlio della senatrice, Luciano Belli Paci: «Purtroppo di millantatori ce ne sono in ogni campo, ma quando si parla di Shoah i casi come Artale rappresentano una manna per il negazionismo». Ieri siamo tornati a casa di Artale. Nonostante la malattia lo costringa al bastone e alla sedia a rotelle, l’uomo ha un portamento austero, sottolineato dall’accento tedesco che si nota ad ogni singola parola, un dettaglio che alla luce di quanto emerso in questi giorni, risulta piuttosto ambiguo. Gli chiediamo se qualcuno può mostrarci qualche documento che comprovi la sua versione dei fatti, ossia di essere veramente nato a Rostock come racconta, e di essere stato deportato ad Auschwitz. Ma nemmeno questa volta, come il giorno prima, la risposta può essere esaudita. «I documenti sono tutti giù in cantina, solo la mia segretaria sa dove sono, io non vi posso aiutare perché non sono capace di fare le scale». E poi aggiunge, riferendosi alle accuse, «sono le comunità ebraiche che ce l’hanno con me perché non rispetto il shabbat, sono loro i veri razzisti». Gli chiediamo la carta di identità (nella foto): la sua nascita è registrata nel ’37 a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, e non esiste nessun Samuel, ma solo un Gaetano Artale, ingegnere specializzato nelle certificazioni industriali. Una verità scomoda la sua, che addolora soprattutto le persone che in tutti questi anni lo hanno ascoltato e seguito con commozione. Roberta Polese
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REGIONE
DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
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L’inaugurazione dell’Anno giudiziario
Meno omicidi, più infiltrazioni mafiose Il bilancio veneto della giustizia: vanno colmati i vuoti in organico per far fronte alla mole di lavoro. Gli sforzi non bastano più Roberta De Rossi VENEZIA. Si uccide meno, per
fortuna, in Veneto: negli ultimi anni gli omicidi volontari sono scesi dagli 83 del 2017, ai 51 del 2018, ai 44 dell’anno scorso. Ma si muore sempre di più sul lavoro e sulle strade, con 53 vittime della mancanza di norme di sicurezza sul posto di lavoro e 281 dell’incoscienza di chi è alla guida distratto dal telefonino, alterato dall’alcol o droga. Tutte, devastanti tragedie familiari e sociali. L’inaugurazione dell’anno giudiziario - ieri, in Corte d’Appello - dà l’occasione per fotografare il Veneto più oscuro, quello dei reati. E lo stato della giustizia, che lo contrasta. «L’essere la quarta regione più industrializzata d’Italia si riverbera anche sulla qualità del contenzioso, concentrandolo sulla macroarea economica, civile e penale», sottolinea la presidente Ines Maria Luisa Marini: le vicende delle Banche Venete (che stanno impegnando oltre ogni forza gli uffici giudiziari di Vicenza e Treviso, con migliaia di parti civili costituite), ma anche «il significativo aumento dei procedimenti per reati di associazione per delinquere con infiltrazione di criminalità proveniente da altre regioni d’Italia». Una vera e propria allerta-mafie. «Le indagini della Distrettuale hanno affrontato per la prima volta in maniera complessiva il radicamento in Veneto delle organizzazioni criminali mafiose, principalmente ’drangheta e camorra», osserva il procuratore generale Antonio Mura, «che puntano al controllo del territorio, con condizionamento psicologico dei cittadini, acquisendo attività commerciali in difficoltà, con azioni anche violente. Forte allarme desta pure la permeabilità al riciclaggio». A fronte di un impegno crescente, gli uffici giudiziari veneti - penali e civili - si ritrovano però pericolosamente a ranghi ridotti. «Siamo arrivati al capolinea. I risultati positivi raggiunti nonostante la difficile situazione non sono replicabili senza l’immediata immissione di magistrati e personale amministrativo», dice diretta la presidente della Marini, «la scopertura ha ormai raggiunto dimensioni tali da condizionare la stessa attività giurisdizionale e generare disfunzioni in tutto il settore amministrativo». In Corte d’Appello manca il 37% del personale, nelle Procure-Tribunali veneti il 28% in media. E, intanto, si prospetta l’entrata in vigore della riforma del blocco delle prescrizioni, che riverserà altre migliaia di fascicoli l’anno sulla Corte. «Intollerabile», chiosa Mura. «Vedo tanta voglia di fare, la squadra veneta c'è, ma dalla relazione emerge una scandalosa deficienza di risorse e personale», commenta il presidente Luca Zaia. «Particolare attenzione sarà riservata a questo di-
stretto», promette Gemma Tuccillo in rappresentanza del ministero di Giustizia, «in questi anni è stato fatto uno sforzo senza precedenti». «Aumento di organici “a pioggia”», il commento di Giuseppe Sacco, presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Venezia, «che segnala una palese mancanza di sensibilità verso le effettive esigenze degli Uffici, dando ulteriore benzina a chi ha già il serbatoio pieno: fino a quando il Veneto dovrà attendere? Non si voglia pensare che siccome i risultati raggiunti sono di assoluta eccellenza rispetto alle risorse si possa la-
sciare questa Corte a fare il “fanalino di coda”». «C’è sottovalutazione del Veneto: beffardo per un territorio che ha votato per l’autonomia. Sembra un atteggiamento punitivo», aggiunge l’avvocato Renzo Fogliata, a nome delle Camere penali venete, «quanto alla riforma della prescrizione non esistono “strategie dilatorie” degli avvocati. È un mito che va riportato alla realtà». Non va meglio sul lato civile: «C’è un calo delle cause: il cittadino rinuncia a difendere i propri diritti», dice Fabio Sportelli delle Camere civili del Triveneto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La cerimonia di apertura dell’Anno giudiziario ieri alla Corte d’Appello di Venezia
INTERPRESS
I NuMERI
44 gli omicidi commessi nel Veneto nel 2019, 7 in meno del 2018. 15 le donne vittime di femminicidio.
12.889 i procedimenti civili pendenti in Corte d’Appello, in calo rispetto agli anni precedenti. 13.431 i fascicoli penali, in leggero aumento
2.016 La più bella arte del Novecento ti aspetta!
i reati contro la libertà sessuale e di stalking: 604 violenze sessuali, 82 abusi su minori, 1279 atti persecutori. Numeri sostanzialmente stabili rispetto al 2018.
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il buco di organico negli uffici giudiziari veneti.
8.836 il numero dei reati informatici, in costante, rapida ascesa: nel 2019 sono state ben 7.595 le frodi telematiche denunciate.
911 i giorni della durata media di un procedimento civile d’appello, 1.076 per le cause penali.
37% Main sponsor
la percentuale dei reati dichiarati prescritti in Appello.
Partecipazione
2.432 i detenuti nelle carceri in Veneto, sovraffollate rispetto ai 1.942 posti disponibili. 4 i suicidi l’anno scorso, 81 i tentativi e 674 i casi di autolesionismo.
III
Primo Piano
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Oltre le Olimpiadi CORTINA Cortina d’Ampezzo e l’Alto Adige sono sempre più vicini, nelle intese per una gestione condivisa di eventi internazionali. Lo ha ribadito ieri Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, che ha assistito all’arrivo della granfondo Dobbiaco – Cortina, assieme ad una delegazione sudtirolese, con Guido Bocher sindaco del comune pusterese e altri amministratori del territorio. «E’ lo sport che ci collega, ma non solo: c’è anche la storia che condividiamo – assicura Kompatscher - oggi vediamo questo grande evento sportivo, uno spettacolo bellissimo, con migliaia di partecipanti, ma anche con un buon seguito, tradizionale: è un grande successo».
L’OCCASIONE Ieri c’è stata la granfondo classica, edizione numero 43, sul tracciato della vecchia Ferrovia delle Dolomiti, che univa le due valli, sino al 1963; oggi la seconda gara, più breve, ancora con l’arrivo nel centro di Cortina. Intanto si guarda ai prossimi, grandi appuntamenti internazionali, come sottolinea Kompatscher: «Avremo, in breve, due grandi eventi: quest’anno i Mondiali di biathlon ad Anterselva, fra un anno i Mondiali di sci a Cortina, che comunque coinvolgeranno, in qualche modo, tutta la Val Pusteria. Inoltre stiamo già lavorando assieme per le Olimpiadi invernali 2026; venerdì c’è stata un’altra riunione a Milano, dove siamo stati insieme, con il sindaco Gianpietro Ghedina. Tutto sta procedendo bene: sono fiducioso che questo collegamento sarà sempre più rafforzato. Saremo fianco a fianco anche in futuro».
IL DOSSIER Sul tavolo della collaborazione con l’Alto Adige c’è la gestione della pista di bob Eugenio Monti a Ronco; è una delle opere di maggiore impegno dell’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali 2026. Nel dossier olimpico è indicata una spesa di una cinquantina di milioni di euro per il radicale rifacimento dello storico impianto, chiuso dal 2008. Nell’importo si tiene conto anche della gestione dell’impianto nel ventennio successivo ai Giochi; un impegno che coinvolgerà il Sudtirolo, dove la pratica degli sport del bob, slittino e skeleton ha una importante tradizione e diffusione. In questo modo si vuole dotare nuovamente l’Italia di
DISMESSA La gloriosa pista di bob intitolata a Eugenio Monti è stata chiusa nell’autunno del 2008 dopo ottanta anni di attività, olimpiadi e gare internazionali
La pista di bob avvicina l’Alto Adige a Cortina Kompatscher e Ghedina ieri si sono confrontati `Affrontata anche la gestione della “Eugenio Monti” sull’iter olimpico, con uno sguardo al dopo-2026 e il presidente assicura: «Vogliamo esserci anche noi» `
questo impianto, dopo la chiusura della pista di Cortina, e poi di Cesana, in Piemonte, costruita per le Olimpiadi di Torino 2006. La pista rinnovata dovrebbe dunque servire nella fase di avvicinamento ai Giochi 2026, ma anche negli anni successivi all’evento, così che tutta l’attività graviterà su Cortina: non soltanto le gare internazionali, non solo l’attività di formazione de-
IN SUDTIROLO BOB, SLITTINO E SKELETON HANNO GRANDE TRADIZIONE MA C’È CARENZA DI IMPIANTI IDONEI
gli atleti, gli allenamenti delle squadre azzurre, ma anche l’accoglienza dei piloti stranieri, sempre in cerca di posti idonei per effettuare discese.
IL SINDACO
L’INCONTRO Da sinistra Arno Kompatscher e Gianpietro Ghedina
«Fra Cortina e Dobbiaco c’è un legame sportivo, un legame culturale che si sta portando avanti negli anni – conferma il sindaco Ampezzano Gianpietro Ghedina - ultimamente si è fortificato e intensificato ancor di più, grazie alle tante opportunità territoriali che stiamo mettendo in atto, dalle Finali di Coppa del mondo di sci alpino di quest’anno ai Mondiali 2021 di Cortina, ma anche i Mondiali di biathlon ad Anterselva di quest’anno. E ovviamente la grande partita olimpica, che vede coin-
volto il territorio veneto, con accanto quello dell’Alto Adige, con un rapporto di estrema cordialità e fattiva collaborazione, con Guido Bocher sindaco di Dobbiaco e con il governatore Arno Kompatscher». Sul lavoro comune per la pista di Ronco, il sindaco Ghedina aggiunge: «L’ho sempre detto: da soli non si va da nessuna parte. Insieme si possono raggiungere grandi obiettivi. Per quanto riguarda la pista di bob stiamo facendo un discorso con l’Alto Adige, un rapporto importante che riguarda tutte le discipline, bob, slittino e skeleton, che sono molto praticati in Alto Adige. E’ una collaborazione all’insegna dello sport, ma anche dello sviluppo sostenibile della montagna». Marco Dibona
Ottant’anni di attività e chiusa dal 2008 era troppo onerosa per le casse counali CORTINA La pista di bob Eugenio Monti di Cortina è chiusa da dodici anni. Il blocco fu deciso nell’autunno 2008 dal comune, dopo un’ottantina di anni di attività. L’amministrazione decise di non continuare ad accollarsi la gestione di un impianto che costava diverse centinaia di migliaia di euro l’anno; quella scelta comportò anche la rinuncia ai Campionati del mondo 2011, già assegnati a Cortina, nel congresso di Londra 2007 della Federazione internazionale, che li dirottò sulla pista tedesca di Koenigssee, a Berchtesgaden. La pista di Ronco fu costruita un secolo fa, a ridosso della strada delle Dolomiti, dove si utilizzarono per la prima volta i bob, all’inizio del Novecento. Fu più volte ammodernata e imple-
mentata, per diverse competizioni internazionali, organizzate fra le due guerre mondiali. Il tracciato attuale fu disegnato per i VII Giochi olimpici invernali 1956. Una trentina di anni più tardi fu introdotta la refrigerazione artificiale, per non dipendere dal freddo della notte. Accolse più volte i Campionati del mondo: gli ultimi due nel 1989 e nel 1999. Per molti anni ospitò gare di Coppa del mondo, sia maschile, sia femminile. Svolse una intensa attività
LA SCELTA D’IMPORRE LO STOP COSTÒ LA RINUNCIA AI MONDIALI DEL 2011 POI DIROTTATI IN GERMANIA
turistica, ricreativa e promozionale, con il taxi bob; si introdusse anche un prototipo di bob su ruote, per scendere in pista durante l’estate. Nell’ultimo decennio sono stati fatti diversi progetti, per un possibile recupero del tracciato esistente, perlomeno nella parte alta, chiusa dagli anni Ottanta, dalla vecchia partenza sino alla curva Stries. Su quel breve percorso di ipotizzava di svolgere una importante attività di avvio al bob, allo slittino, allo skeleton. Il Bob club Cortina ha continuato a crederci, a studiare, a lavorare, senza mai smettere l’attività agonistica, di formazione dei giovani, con l’apertura alla nuova pratica del bob paralimpico. Un impegno gratificato in questi giorni con le prime affermazioni di Fabrizio Caselli, secondo e terzo in due gare di Coppa del mondo. Assieme al giovanissimo ampezza-
no Flavio Menardi, con il tecnico Loris Ottaviani, la squadra italiana è da ieri negli Stati Uniti, per altre due gare di parabob. Intanto nell’aprile 2019 la giunta comunale di Cortina ha deliberato la lettera di intenti per la gestione della pista Eugenio Monti in forma congiunta, fra la stessa amministrazione, la Regione Veneto e le due province autonome di Bolzano e Trento. L’atto si allinea alle analoghe decisioni assunte dagli altri enti coinvolti nella candidatura italiana alle Olimpiadi invernali 2026. Il documento rientra nelle garanzie fornite al Comitato olimpico internazionale, come ulteriore prova della serietà e della determinazione con cui si sta portando avanti il progetto. La pista di Ronco accoglierà le gare di bob, skeleton e slittino; la lettera di intenti prevede però che non ci si limiti alle sole gare
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13 GENNAIO 2018 Una delle ultima gare di Coppa del Mondo
DIVERSI I PROGETTI NELL’ULTIMO DECENNIO E IL BOB CLUB CORTINA NON HA MAI PERSO LA SPERANZA DI POTERLA RIAPRIRE
olimpiche, ma che lì si crei un centro sportivo federale per tutte e tre le discipline, con altri servizi accessori, dalla foresteria per gli atleti alla palestra. Soprattutto indica l’opportunità di suddividere le spese per la gestione dell’impianto, anche dopo lo svolgimento dei Giochi, fra la Regione Veneto e le due Province autonome. M. Dib.
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Treviso
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Verso le elezioni
IN CORSA Dall’alto il sindaco di Montebelluna Marzio Favaro, uno dei possibili candidati della Lega; sotto il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni: in tanti lo vorrebbero candidato governatore
Regionali, big in campo sarà sfida tra sindaci Lega, Pd e FI si affidano agli amministratori in campo anche Favaro, Cappelletto e Chies `
I DUELLI TREVISO Una lista di amministratori, o comunque gente che un passato in amministrazione lo ha avuto con adeguato consenso, in grado di raccogliere voti un po’ in tutta la provincia. E un obiettivo chiaro: mandare un consigliere in Regione. Forza Italia, nella Marca, riorganizza le truppe. E si conta: «Chi doveva andarsene, lo ha fatto - sottolineano Duilio Vendramin e Giuseppe Maso, del coordinamento provinciale adesso vogliamo costruire una lista che ambisca a portare un nostro consigliere a Venezia. Cinque anni fa, purtroppo, non ne abbiamo eletto nessuno».
LE PROPOSTE A metà settimana il direttivo provinciale ha tratteggiato le
prossime mosse. La Marca è stata divisa in cinque settori, da qui dovranno uscire nove candidati. E Forza Italia ha chiesto ai propri big di scendere in campo. La posizione di capolista sarà riservata a Fabio Chies, sindaco di Conegliano, poi ci potrebbe stare il deputato Raffaele Baratto che ha dato la propria disponibilità a correre. «Ma non ci sarà spazio per i cavalli di ritorno. Chi in passato ha corso contro le liste di Forza Italia, magari con una civica», precisa Vendramin. Tra i nomi più accreditati per entrare in lista c’è quello di Davide Acampora, consigliere comunale di Treviso. A lui spetterà il compito di andare a caccia di voti nel capoluogo, dove la concorrenza si preannuncia agguerrita.
LA SFIDA Treviso, come al solito, sarà il
Anche Baratto pronto a correre per gli azzurri Dem divisi tra l’appoggio a Zanoni o a Lorenzoni `
La polemica Le Sardine a Fabrica la lite diventa “social” Scintille sui social tra il leghista Riccardo Barbisan e il segretario cittadino del Pd Giovanni Tonella. Barbisan è caustico nel commentare la visita dei fondatori delle “Sardine” a Fabrica: «La sinistra ha sempre odiato operai e piccoli imprenditori mentre si è sempre contraddistinta per l’amore verso i miliardari, le sardine non fanno altro che confermare questa tendenza». lL replica di Tonella: «Onestamente la sinistra è esattamente l’opposto di quello che dici tu».
fortino più conteso. Acampora si troverà davanti una batteria di candidati non da poco. In Lega sono almeno tre i nomi pesanti in ballo: il capogruppo in consiglio comunale Riccardo Barbisan, e consigliere uscente; l’assessore regionale Federico Caner e l’ex presidente di Ascotrade Stefano Busolin, che è di Paese ma andrà a pescare nel bacino trevigiano. Così come il vicesindaco di Quinto Mauro Dal Zilio, altro big in rampa di lancio. Il Pd, alle prese
FdI PUNTA SU CREA, TAVERNA E RAZZOLINI A TREVISO SFIDA TRA BARBISAN, CANER, BUSOLIN, CALÒ E ACAMPORA
con le tensioni interne dovute alla scelta del candidato governatore, pensa invece ad Antonio Calò, che alle ultime europee si è ben comportato dimostrando di avere il giusto consenso. Ma c’è anche chi sogna un profilo diverso, come quello di Paolo Pavan, docente di Ca’ Foscari. E poi c’è il caso Andrea Zanoni, consigliere uscente che divide animi e opinioni: sarà sicuramente in lista con l’appoggio di tanti militanti del capoluogo, ma 12 circoli del montebellunese lo vogliono candidato governatore con o senza primarie. Il resto del partito resta sull’appoggio ad Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. E questa divisione alla lunga peserà. Anche i Dem punteranno su sindaci o ex importanti, due nomi: il primo cittadino di San Biagio Alberto Cappelletto e l’ex sindaco di Silea Silvano Piazza. Ma le liste
sono ancora lavorazione in un po’ tutti gli schieramenti. Nel Carroccio poi c’è da sciogliere il rebus sul numero delle compagini: due o tre? Intanto i candidati più gettonati restano sempre gli stessi, oltre ai già citati. Ci sono gli uscenti Gianpiero Possamai, Alberto Villanova, Silvia Rizzotto e Sonia Brescacin. E poi l’ex sindaco di Mogliano Giovanni Azzolini; l’ attuale sindaco di Montebelluna Marzio Favaro, l’ex sindaco di Motta e assessore provinciale Paolo Speranzon. In rampa di lancio anche l’ex sindaco di Codogné Roberto Bet, Paolo Mares, già primo cittadino a Castelcucco.
IN FERMENTO Sempre su Treviso ci sarà anche l’avvocato Fabio Crea, portacolori di Fratelli d’Italia, partito in ebollizione. Sebbene manchi ancora l’ufficialità, i possibili candidati sono già partiti con la campagna elettorale: il segretario provinciale Sandro Taverna e Tommaso Razzolini hanno già cominciato a esporre i propri manifesti; Luigi Susin ha lanciato una vera e propria campagna sui social entrando anche in argomento concreti come l’appoggio ai “truffati” dalla banche. E ben presto arriveranno anche gli altri da Marina Aliprandi, Nicole Bessega, Barbara Gardeman, Barbara Haas consigliere comunale a Villorba, Simone Colapietra, e l’ex sindaco di Vedelago Paolo Quaggiotto. Paolo Calia
Gazzabin punta su Arcade, a Spresiano centrodestra diviso COMUNALI TREVISO Cinque comuni, altrettan-
te partite importanti da giocare. Accanto alle Regionali, il prossimo 24 maggio si andrà a votare anche per le amministrative. Occhi puntato sulla situazione di Castelfranco e Spresiano, i centri maggiori, ma attenzione anche a cosa accadrà a Chiarano (comune commissariato), Vidor (dove la corsa è paerta per prendere il posto di Albio Cordiali al secondo mandato) e Arcade. La novità principale arriva proprio da qui, da Arcade, dove la Lega è intenzionata a schierare come candidato sindaco Fabio Gazzabin, braccio destro del governatore Luca Zaia, da anni capo di gabinetto in tutte le sue avventure
(da assessore in Provincia, a vicepresidente della Regione con Giancarlo Galan, all’esperienza da ministro, fino al suo ritorno a Venezia) e adesso pronto ad andare in pensione. «Impossibile che se ne stia senza fare niente, lui è abituato a lavorare 30 ore al giorno», sorridono al K3 sicuri che la proposta fatta verrà accolta. Gazzabin non si sbilancia: «Ci sto pensando, dobbiamo ancora parlarci». Questa scelta risolverebbe un grosso problema alla Lega, alla ricerca di un candidato alternativo a Domenico Presti, sindaco uscente arrivato al secondo mandato e già rischierato come candidato nella vicina Spresiano.
SCINTILLE Proprio Spresiano presenta
una situazione completamente diversa. Il centrodestra diviso si guarda in cagnesco. Da una parte il primo cittadino uscente, Marco Della Piettra, sostenuto da Fratelli d’Italia e la civica d’area di Roberto Fava, uscito da Forza Italia e ora vicino al movimento di Toti. Dall’altra la Lega con Presti e che avrà il sostegno proprio di Forza Italia. Terzo incomodo il centrosinistra, che pe-
AMMINISTRATIVE: A CASTELFRANCO TORNA MARCON A VIDOR IL DOPO CORDIALI CHIARANO VUOLE USCIRE DAL COMMISSARIAMENTO
rò scioglierà le riserve sul nome del candidato solo la prossima settimana.
LA SVOLTA
RIFLESSIONE Fabio Gazzabin accanto al governatore Luca Zaia: sta valutando la proposta di correre come sindaco ad Arcade
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A Castelfranco invece è ritornato in corsa Stefano Marcon, sindaco a fine mandato e presidente della Provincia, che aveva annunciato il suo ritiro dall’attività politica per problemi personali per poi ripensarci. Scelta che ha dato nuovo slancio al Carroccio, che si è tolto un peso. Anche qui però il centrodestra rischia di correre diviso e questo a vantaggio di un Pd che sta riorganizzando le sue forze sotto la guida di Giovanni Zorzi, segretario provinciale Dem che ha preso in mano le redini della campagna elettorale. P. Cal.
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Nordest
IL CENTROSINISTRA VENEZIA E adesso nel dibattito per le Regionali si inseriscono anche le Sardine. All’indomani della direzione regionale del Partito Democratico che ha fissato tempi strettissimi, 10 giorni, per trovare la quadra su coalizione e candidato, il movimento delle Sardine ritenuto dirompente per la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna entra anche nel dibattito del centrosinistra veneto. Firmato dai referenti delle sette province, i giovani hanno chiesto di “esserci”: «Siamo tante e tanti, vogliamo esserci, vogliamo guardare al futuro, con responsabilità». E, come i politici navigati, si sono ben guardati dal sostenere l’uno o l’altro candidato, ma il messaggio è chiaro: «Non è possibile cambiare le cose se non ci si confronta con quel tessuto composto da comitati, movimenti, associazioni e mondo civico». Un altro endorsement per il civico Artutro Lorenzoni, il vicesindaco arancione di Padova che l’altra sera è stato il convitato di pietra alla direzione regionale del Pd.
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Regionali, le Sardine al Pd: «Al voto vogliamo esserci» I giovani: «Ci importa la politica che sa `Tra i dem rispunta l’ipotesi del vicentino includere e allargare, non deludeteci» Giacomo Possamai. Dieci giorni per decidere `
IL BORSINO
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Arturo Lorenzoni
L’APPELLO Il vicesindaco di Padova è il candidato civico su cui punta un pezzo del Pd veneto
I PALETTI DEM La direzione dei democratici peraltro da venerdì convocata “in maniera permanente” - ha deciso tre cose: 1) “Definire, con tempestività, il perimetro più ampio possibile della coalizione delle forze democratiche, riformiste, progressiste e ambientaliste e che corrisponda ad una logica di apertura a società civile e movimenti”; 2) “Verificare le condizioni per una possibile convergenza con il Movimento 5 Stelle, che ribadisca, anche a livello regionale, l’accordo politico che ci vede insieme al governo nazionale”; 3) “Individuare, attraverso un percorso trasparente, con la maggiore condivisione possibile, la candidatura a presidente della Regione del Veneto sulla base delle proposte che verranno presentate al tavolo della coalizione, senza escludere il ricorso allo strumento partecipati-
LA DIREZIONE VENETA CONVOCATA “IN MANIERA PERMANENTE”. SULLO SFONDO LE PRIMARIE
PADOVA La riunione della direzione regionale del Pd veneto di venerdì sera (foto NUOVE TECNICHE)
TOTONOMI
Liste e firme, Ferrari “corteggiato” VENEZIA Tutto può succedere, anche che un leghista aiuti un renziano o che un dem si dia da fare per un calendiano. Cinque anni fa, del resto, non era stato l’ex scudocrociato Stefano Valdegamberi ad aiutare Laura Di Lucia Coletti a presentare la lista promossa anche da Rifondazione comunista? La legge elettorale del Veneto consente infatti di presentarsi alle elezioni senza l’obbligo di raccogliere le firme solo se la lista è collegata ad un gruppo consiliare. Ed ogni gruppo può sostenere due liste, quella col proprio nome più un’altra. È così che a Palazzo
MESTRE L’attesa è terminata: il “bomba day” è finalmente arrivato. Ci sono volute più di due settimane di incontri e confronti in prefettura per mettere a punto tutti i dettagli di un piano mastodontico per liberare Porto Marghera da un ordigno bellico di oltre 226 chili di cui 127 di tritolo. Un dispositivo enorme, appunto, che oggi dovrà da una parte evacuare oltre 3.500 persone, dall’altra disinnescare, rimorchiare in mare e far esplodere al largo del Lido una bomba d’aereo rimasta silente, cinque metri sotto terra, per circa 76 anni. Per sgomberare l’area il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto ha messo in campo oltre 400 uomini tra forze dell’ordine e protezione civile. Un’azione porta a porta, per suonare al campanello alle persone da trasferire al palasport Taliercio, casa della Reyer e struttura designata, per questa domenica, a
punto di raccolta per gli sfollati. Non ci sono solo case, ma anche aziende e sei alberghi: per evitare ingorghi, ai clienti verranno proposti tour alternativi a Venezia: dalle ville della Riviera all’M9 di Mestre. Actv metterà a disposizione dalle 6 alle 7 un servizio gratuito che passerà ogni 5 minuti lungo le fermate Sansovino, Molmenti, Boerio, Forte Marghera con capolinea al Taliercio. L’ultimo treno prima del blocco partirà da Santa Lucia alle 7.10, l’ultimo autobus da piazzale Roma alle 7.26. I parcheggi chiuderanno alle 7, termine ultimo per far uscire le auto. Sempre alle 7 partirà la sospensione del traffico nell’area rossa: vietato farsi trovare nella zona interdetta in auto, in moto, in bici e a piedi. Sarà completamente chiuso, quindi, anche il ponte della Libertà, unico collegamento di terra tra Mestre e Venezia. La zona interdetta, quindi, sarà un deserto: per evitare che ad approfittare della situazione siano i malintenzionati, le uniche auto che la per-
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Giacomo Possamai
vo delle primarie di coalizione”.
A Palazzo Ferro Fini
Ferro Fini in parecchi osservano Franco Ferrari (foto), entrato nel 2015 con la lista Alessandra Moretti Presidente, gruppo cui ha cambiato il nome in “Civica per il Veneto” dopo le dimissioni dell’europarlamentare. Ferrari per il momento non si sbilancia, ma potrebbe essere lui ad aiutare i renziani di Italia Viva e i calendiani di Azione qualora decidessero di mollare davvero il Pd e il centrosinistra per costituire il “terzo polo”. Ferrari potrebbe essere addirittura il candidato governatore? (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
I nomi? Il più gettonato, su cui c’è stata anche l’apertura del sottosegretario Achille Variati, è Arturo Lorenzoni. Il vicesindaco arancione ha il sostegno pressoché generalizzato dei zingarettiani, cioè i Dems di Martella (Tonella, Camani, Azzalin, Facincani) e l’area Dem di Franceschini (Baretta, Variati, Bonfante). L’area dell’ex ministro Martina è spaccata tra i padovani (Bisato, Bettin) favorevoli a Lorenzoni e quelli del capogruppo in Regione Stefano Fracasso che propendono per una candidatura di partito, a partire dallo stesso Fracasso che però venerdì non ha avuto grandi sostegni. Tra i parlamentari, quelli di Base Riformista di Lotti e Guerini, era circolata l’ipotesi di puntare sul collega Roger De Menech, ma anche questa sarebbe già sfumata. Gli scenari possibili? Il primo
Bomba day a Mestre, 3.500 evacuati pattuglie anti-sciacalli nell’area rossa L’OPERAZIONE
è che tornino in ballo le primarie e a quel punto nel Pd potrebbero correre in parecchi (Fracasso, Zanoni, una donna, magari anche Sinigaglia) con il rischio, trattandosi di elezioni di coalizione, di frantumare i consensi. Il secondo è che si trovi un candidato condiviso da tutto il partito e lo si porti al tavolo degli alleati: il nome che circola è quello di Giacomo Possamai, già capogruppo Pd in consiglio comunale a Vicenza, poi sconfitto alle primarie per la candidatura a sindaco del capoluogo berico da Otello Dalla Rosa per una manciata di voti. La terza possibilità è che, magari più per sfinimento che per convinzione (di alcuni), si converga sul civico Lorenzoni. Tempo per decidere ce n’è: il termine è fissato per il 10 febbraio, ma si sa che i termini sono fatti per non essere rispettati, specie nei partiti.
MARGHERA Artificieri al lavoro sull’ordigno da 226 chili
L’ORDIGNO BELLICO DI OLTRE 226 CHILI TRASPORTATO AL LARGO DEL LIDO BLOCCATI I TRENI E PONTE DELLA LIBERTÀ
lustreranno saranno quelle delle 27 pattuglie anti sciacallaggio. Dalle 7.30, quindi, arrivato il via libera delle autorità, gli artificieri del Genio di Legnago inizieranno a disinnescare l’ordigno. La circolazione dei treni verrà sospesa dalle 7.30 alle 12.30, quella degli aerei dalle 8.30 alle 12.30. Le uniche navi che dovranno abbandonare il porto saranno le gasiere e le chimichiere, le altre potranno rimanere ormeggiate a patto che il personale resti sotto coperta e non sul ponte. Intorno alle 11 circa l’ordigno verrà posizionato in acqua con dei palloni galleggianti e inizierà il suo viaggio verso la Rada davanti a Malamocco, dove al largo verrà fatto brillare. Intorno a mezzogiorno, quindi, dovrebbe finire l’allerta a terra. Una volta in Rada l’area di sicurezza avrà un raggio di un chilometro. A quel punto sarà il nucleo Sdai della marina a far brillare la bomba a distanza. Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il vicentino potrebbe essere il nome unitario da presentare al tavolo
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Stefano Fracasso
Sul capogruppo in Regione non si è fatta sintesi, ma restano le primarie
Intanto le Sardine dicono la loro. «La campagna elettorale per le Regionali di questa primavera ci preoccupa - recita il comunicato diffuso ieri - sembra esista un dibattito più legato a logiche di spartizione di poltrone piuttosto che orientato al bene comune. Un dibattito relegato a pochi, incomprensibile ai molti. Non è possibile cambiare le cose se non ci si confronta con quel tessuto composto da comitati, movimenti, associazioni e mondo civico. Solo così, solo con loro, si possono coinvolgere tutte e tutti coloro che vogliono costruire, come in Emilia, un fronte ampio che sappia fare da argine e contraltare a una politica difende solo gli interessi di pochi. Non ci importa la politica che guarda a sé stessa e non sa sperimentare forme nuove di ascolto, condivisione e partecipazione. Ci importa la politica che sa includere, allargare, che non guarda al proprio ombelico replicando schemi vecchi, visti e rivisti, che non hanno saputo essere all’altezza delle sfide. Ci importa essere cittadine e cittadini e come tali protagonisti nella costruzione di un Veneto diverso da quello che è stato fino ad ora. Siamo tante e tanti, vogliamo esserci, vogliamo guardare al futuro, con responsabilità. Non deludeteci: ne va della vita della nostra regione e di chi la vive ogni giorno. Serve agire in fretta, non c’è più tempo da perdere». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bomba day a Mestre
Posizione ordigno 1.816 metri
La zona rossa L'area rossa a ridosso della laguna tra Porto Marghera e Mestre sarà chiusa al traffico a partire dalle 7.00, dopo l'evacuazione di tutti i residenti (3.500 persone circa), e verrà riaperta alla fine delle operazioni di rimozione della bomba. In questo periodo la circolazione per Venezia sarà bloccata
MESTRE
Campalto
Marghera VENEZIA
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La Voce
.ROVIGO
... Domenica 2 Febbraio 2020
CORONAVIRUS/1 Il rientro di una famiglia di cinesi, in arrivo da Whuan terrorizza il paese
Allarme e apprensione a Rosolina Il direttore dell’Ulss: “Situazione monitorata, ma probabilmente non riusciranno a tornare” ROVIGO - “Tengo innanzitutto a ricordare che non parliamo di casi sospetti. In Polesine ci sono solo situazioni monitorate e un isolamento domiciliare a Corbola. Ma si tratta solo di isolamento precauzionale”. Così il direttore generale dell’Ulss Polesana, Antonio Compostella, commenta la situazione Coronavirus dal punto di vista, appunto, sanitario, nel nostro territorio, ricordando che, allo stato attuale, non vi siano casi sospetti in Polesine. Durante l’incontro informativo che l’Ulss 5 Polesana ha organizzato venerdì pomeriggio con i sindaci del territorio, per dare una serie di informazioni utili per preparare i territori ad un eventuale arrivo del virus alle nostre porte, sono emerse diverse preoccupazioni sollevate dai primi cittadini del territorio. Ed oltre all’isolamento domestico preventivo di cinque cinesi a Corbola, c’è solo - per il momento - un’altra situazione in Polesine monitorata. O meglio, si tratta di una grossa preoccupazione che, tuttavia, non si è ancora avverata. A Rosolina, infatti, si attende il ritorno di una famiglia cinese di ritorno proprio da Wuhan, l’esteso capoluogo della provincia di Hubei, centro del contagio in Cina. Sindaco e paese tremano. Ma il direttore generale An-
CORONAVIRUS/2
Quarantena domiciliare per cinque a Corbola
Non ci sono in Polesine sospetti contagiati tonio Compostella è più cauto: “Il sindaco ci ha espresso le sue preoccupazioni, siamo in contatto e monitoriamo la situazione - commenta Compostella - Ma, sinceramente, non so se dovremo preoccuparci anche perché la Cina ha chiuso gli aeroporti e non penso che riusciranno a tornare in Italia facilmente. Non adesso comunque. In ogni caso abbiamo attivato tutte le misure in Veneto per gestire l’emergenza, i sinda-
ci sono stati avvisati e i medici di medicina generale istruiti. Invito a mantenere la calma e non creare allarmismi”. Intanto alcuni sindaci del delta intervengono per tranquillizzare la popolazione. “Il protocollo medico dell'Ulss è stato attivato. Non esistono casi nel Polesine e non va creato allarmismo, il virus si trasmette in condizioni particolari e non abbiate paura di chi è di nazionalità cinese.
Il numero verde del ministero 1500 è attivo per informazioni e chiarimenti”, scrive il sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, sui social. Sulla stessa linea anche il sindaco di Adria Omar Barbierato che aggiunge: “Pur non essendoci al momento nessun rischio per la salute delle persone, nel nostro territorio sono state attivate le procedure informative mirate alla tutela della salute pubblica”.
CORBOLA - Una famiglia cinese, di cinque persone, si trova in stato di isolamento precauzionale domiciliare, una sorta di “quarantena”, in quanto di ritorno dal capodanno cinese, festeggiato in una zona non più lontana di 700 chilometri da Wuhan, la capitale dell’epidemia di coronavirus che, al momento, sta tenendo tutto il mondo col fiato sospeso. Si tratta di una misura, appunto, puramente precauzionale, alla quale la famiglia si sta sottoponendo con la massima collaborazione. E’ il medesimo meccanismo che era stato adottato anche per i due bimbi dell'Altopolesine che, di ritorn in Italia, avevano passato alcuni giorni a casa, prima del ritorno a scuola, per essere certi che stessero bene. L’isolamento domiciliare precauzionale ha una durata di 14 giorni, il tempo di incubazione del virus cinese. In queste due settimane di “quarantena dominiciliare” i cinque isolati saranno sottoposti ad osservazione passiva. Ovvero, saranno sempre in contatto con i medici dell’Ulss 5 Polesana per comunicare le proprie condizioni fisiche e, l’eventuale, emergere di sintomi riconducibili al virus in questione. Importante, comunque, precisare come nessuno dei cinque componenti il nucleo familiare cinese di ritorno dalla Cina a Corbola, presenti sintomi di contagio da coronavirus. Come più volte sottolineato dal direttore generale dell’Ulss 5 Polesana, Antonio Compostella, non vi sono casi sospetti in Polesine. Tuttavia il protocollo preventivo è stato attivato ma si tratta, appunto, di una forma di prevezione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CORONAVIRUS/3 Il punto della situazione del presidente Luca Zaia
“Riportiamo a casa i veneti” ROVIGO - A parte la coppia di turisti cinesi transitata per una notte e Verona e ora ricoverata all’Ospedale Spallanzani di Roma, ad ora in Veneto si è registrato un solo caso sospetto secondo i parametri sanitari ufficiali (insufficienza respiratoria acuta, tosse, febbre superiore a 38). Si tratta di un cittadino brasiliano che si trovava a Verona proveniente dalla Cina. Il campione immediatamente effettuato e analizzato allo Spallanzani ha dato esito negativo. Tutti negativi sono risultati anche i campioni analizzati di persone che si sono presentate con sintomi lievi, o asintomatiche, dichiarando di aver avuto contatti recenti con la Cina. Le informazioni sono state date ieri nel corso di un punto stampa sulla situazione legata al “coronavirus cinese”, organizzato a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, dal presidente della Regione, Luca Zaia, che era affiancato dall’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, dal direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, dalla dirigente della direzione regionale prevenzione, Francesca Russo. Presenti anche numerosi direttori generali delle Ulss Venete, dello Iov e dell’Azienda Zero. In apertura dell’incontro Zaia si è messo in contatto telefonico con il capo della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli, nominato ieri commissario per l’emergenza coronavirus, facendo con lui il punto della situazione generale e riba-
Di lato la situazione nella zona di contagio in Cina vicino il presidente della Regione Luca Zaia
dendo la totale disponibilità della Regione Veneto a collaborare in spirito di squadra per qualsiasi necessità emergesse. Da parte sua, Borrelli ha sottolineato l’efficienza con cui la sanità veneta si è sinora mossa e l’importanza del lavoro di squadra che si sta facendo tra Protezione Civile, Ministero della Salute e Regioni italiane. Nel corso della telefonata, Zaia e Borrelli si sono anche confrontati sulla prospettiva di organizzare un ponte aereo per riportare in Italia i cittadini che si trovano in Cina e vogliono rientrare (molti i veneti) e per i cinesi che vogliono tornare nel loro Paese. Riassumendo le iniziative già in atto nel sistema sanitario veneto, Zaia ha informato che è stata attivata una task force regionale e sono state attivate identiche strutture in ogni Ullss con gruppi di ri-
sposta rapida. “Il presidio c’è ed è ben collaudato - ha detto Zaia - perché è attivata un’organizzazione studiata sin nei minimi particolari fin dal 2012. Ci sono dei casi a macchia di leopardo in vari paesi del mondo ed è presumibile che, come nel caso dell’influenza stagionale quando il picco non è ancora stato raggiunto, i numeri cresceranno. Siamo però pronti ad affrontare la situazione e mi sento di raccomandare ai nostri cittadini di non farsi prendere dal panico e di rivolgersi con fiducia alla rete sanitaria, che è tutta attiva, dai medici di medicina generale, ai gruppi di risposta rapida nelle Ulss, dalla rete di emergenza urgenza ai pronto soccorso degli ospedali ai quali ci si può rivolgere con assoluta fiducia e, se del caso, ricevere le analisi e le cure più appropriate”.
Sulla celerità con cui si è mossa la sanità veneta si è soffermata l’assessore Manuela Lanzarin: “è attiva una vera e propria rete – ha detto - nella quale girano tutte le informazioni necessarie prima di tutto ai sanitari e agli esperti della prevenzione. L’informazione è e deve essere corretta, perché anche così si possono arginare le pur comprensibili paure delle persone. Ad esempio - ha annunciato - è in uscita una circolare del Ministero dedicata a evitare timori nelle scuole e a garantire la sicurezza della frequentazione”. “Le Ulss hanno risposto con prontezza – ha assicurato Mantoan. Con le informazioni ora in nostro possesso possiamo dire che siamo di fronte a un virus molto infettivo, ma a bassa mortalità (relativamente all’immenso numero di cittadini cinesi coinvolti). Sulla
possibilità di approntare in fretta un vaccino – ha rivelato – non sono così ottimista, perché l’esperienza insegna che potrebbero occorrere dei mesi, non qualche giorno”. Operativamente, il cittadino ha varie possibilità di contattare il sistema sanitario: è attivo il numero telefonico 1500 del Ministero della Salute che, per il Veneto, è collegato al reparto di malattie infettive dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dove viene effettuato un primo triage telefonico. “Ma non bisogna dimenticare - è stato raccomandato - che si può contattare il proprio medico di medicina generale che attiverà l’intervento ospedaliero e il 118 in caso di necessità, il 118 direttamente. Ogni caso sarà valutato velocemente e preso in carico se necessario”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PRIMO PIANO
Domenica 2 Febbraio 2020 Corriere del Veneto
Primo piano L’allerta sanitaria
Scuole e fabbriche, psicosi cinese La Regione: task force operativa
Pioggia di domande da genitori e aziende: alunni e lavoratori vanno lasciati a casa?Zaia: «È tutto ok»
Sono tutti negativi al test del Coronavirus i residenti in Veneto tornati da un soggiorno in Cina con febbre e tosse. E non è infetto nemmeno l’unico «caso sospetto» ricoverato finora, cioè un brasiliano di 56 anni rientrato a Verona dopo un mese trascorso nel Paese orientale e nel quale erano stati riscontrati i parametri sanitari ufficiali collegati al virus partito da Wuhan, cioè insufficienza respiratoria acuta, dispnea, tosse, febbre superiore a 38. Isolato nel reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera scaligera, prolungherà la degenza finché non si riprenderà, ma non fa parte dei 12 mila soggetti contagiati nel mondo dall’infezione, che ha già provocato 259 vittime. Sono invece in isolamento domiciliare fiduciario fino all’esito del test un neonato di 8 mesi di Loreggia, un altro padovano e una coppia con tre bambini di Corbola (Rovigo), che hanno trascorso il Capodanno cinese in patria. Ne sono usciti un’imprenditrice VENEZIA
I dati di Martina Zambon
50enne e un bimbo di 4 anni di Treviso. Resta infine in sorveglianza attiva per un’altra settimana la receptionist dell’hotel che il 23 gennaio ha ospitato la coppia cinese risultata positiva al Coronavirus e ora ricoverata in condizioni stabili allo «Spallanzani» di Roma. È il quadro della situazione tracciato ieri a Venezia dal governatore Luca Zaia, insieme all’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, al direttore generale della Sanità, Domenico Mantoan, e alla responsabile della Direzione Prevenzione, Francesca Russo. Guidano una task force creata per prevenire e contenere eventuali contagi. «Abbiamo ricevuto una mole di richieste di chiarimenti da parte dei cittadini, alcuni dei quali propongono
I casi Tutti negativi i veneti sottoposti al test. Anche il brasiliano ricoverato a Verona
pure delle soluzioni — rivela Zaia —. Ma la situazione è sotto controllo, lancio un appello ai veneti affinché seguano il protocollo approntato in caso di bisogno e non si facciano prendere dal panico». Sul portale della Regione o direttamente all’e-mail del presidente sono infatti arrivate diverse segnalazioni riguardanti pazienti asintomatici che hanno avuto difficoltà ad essere accolti a scuola e al lavoro. «Tanti genitori hanno telefonato all’Ufficio scolastico regionale perché non vogliono in classe con i loro figli i bambini rientrati dalla Cina o che abbiano parenti appena tornati — conferma Francesca Russo —. Qualcuno ha suggerito perfino di chiudere le scuole, ma è impensabile. E lo stesso succede in ambiente lavorativo: alcune aziende ci hanno chiamati per sapere quali precauzioni adottare per i dipendenti cinesi». Almeno sul fronte dell’istruzione ai tanti dubbi risponderà la circolare diramata agli Uffici Scolastici regionali e agli istituti dal ministero della
Salute, che riporta le «indicazioni per la gestione di allievi e docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina». Il documento segue all’appello lanciato dal presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Antonello Giannelli, che aveva chiesto di «diramare al più presto indicazioni precise affinché le scuole adottino comportamenti corretti e omogenei su tutto il territorio
nazionale» in merito alla gestione dei rischi legati al Coronavirus. «La circolare riguarda anche asili e Università — spiega Manuela Lanzarin — e suggerirà le precauzioni del caso agli studenti che vogliano andare in Cina, nonostante sia sconsigliato dal ministero della Salute». «Il virus è molto infettivo ma a bassa letalità — spiega Domenico Mantoan — ciò non significa che dobbiamo abbassare la guardia. Non esistono ancora un vaccino e nemmeno farmaci specifici, i clinici dovranno appurare se sia possibile ricorrere
agli antivirali formulati per combattere altre infezioni. Il Veneto dal 2012 si è dotato di un sistema organizzativo all’avanguardia e attivato subito. Abbiamo creato una rete con i Dipartimenti di Prevenzione delle Usl, ognuna delle quali forte di un Comitato per le emergenze e di un braccio operativo per la valutazione epidemiologica e la presa in carico di eventuali casi sospetti. Ogni Comitato è collegato al proprio reparto di Malattie infettive e ai laboratori analisi». Sono stati inoltre sensibilizzati dottori di famiglia, virologi, direttori sanitari e direttori medici. Un paziente asintomatico se chiama il proprio
UnioncamereVeneto: «Quasi2miliardiarischio perl’exportversolaCina» Preoccupazione per macchine industriali, occhialeria e concia
C’è chi chiede già al governo italiano di attivare i canali diplomatici con Pechino per ottenere esenzioni fiscali. Perché in Italia sono 183 le aziende con stabilimenti nella Cina in quarantena a causa del Coronavirus e di queste, qualche decina sono venete. Quante precisamente? Unioncamere Veneto fa sapere che ci sta lavorando perché le sollecitazioni non mancano. Soprattutto per i tre settori dell’imprenditoria veneta maggiormente coinvolti, nell’ordine, macchine per l’industria, occhialeria e concia. Non è certo un caso che le Confindustrie venete si stiano attrezzando per offrire ai loro associati quante più informazioni possibili. Un esempio per tutti è l’incontro convocato dagli industriali berici martedì prossimo intitolato: «Cina: novità legali e fiscali 2020». I numeri che legano il NorVENEZIA
❞ Pozza Il contraccolpo immediato è sul turismo la import e export sono da tenere sotto stretta osservazione
dest al colosso del Far East sono da capogiro e le preoccupazioni correlate all’emergenza sanitaria ormai globale sono altrettanto consistenti. «Gli uffici delle Camere di Commercio venete all’estere, quelli di Hong Kong, Shanghai e Pechino - spiega Mario Pozza, alla guida di Unioncamere Veneto - si stanno attivando per una ricognizione puntuale, ma già i dati che abbiamo a disposizione aiutano a inquadrare le dimensioni del problema. Riferiti al 2018 abbiamo i dati dell’export italiano verso la Cina e parliamo di 13,2 miliardi pari al 2,8% delle esportazioni. Le importazioni ammontano a 30,8 miliardi pari al 7% del totale. Una fetta consistente afferisce al Veneto che conta 1,7 miliardi di esportazioni pari al 2,7% del totale veneto. Numeri che diventano preoccupanti se li caliamo, com’è corretto fare, nei pochi settori che maggior-
557 205 Macchine
Un terzo dell’export veneta verso la Cina consiste in macchine industriali (557 milioni)
Occhialeria
Il secondo settore più coinvolto nella crisi cinese è quello dell’occhialeria che esporta per 205 milioni
mente risultano coinvolti. La produzione di macchinari per l’industria esporta per 557 milioni l’anno, un terzo del totale tanto per capirci. Segue l’occhialeria che, di fatto, significa quasi l’intera provincia di Belluno che esporta per 205 milioni pari al 12% del totale. Segue il settore della concia e delle “elaborazioni in pelle” che totalizza il 9% del totale e anche qui, parliamo di una parte importante dell’economia di una provincia, quella vicentina. Infine, sappiamo che il Veneto importa dalla Cina per 4 miliardi che corrispondono all’8% dell’import totale». Numeri alti che, per ora, corrispondono al danno potenziale, non a quello effettivo causato dal blocco degli scambi per motivi sanitari con la Cina. «Se si blocca sarà un’ecatombe - spiega Pozza - ma ora come ora è impossibile quantificare il danno subito dalla nostra regione». C’è un settore, però, che già soffre: il turismo. «Il primo contraccolpo ora è sul turismo, - conferma il presidente di Unioncamere -perché i turisti cinesi hanno un valore specifico alto. Basta pensare che su 1,4 miliardi di abitanti si contano 140 milioni di “ric-
chi”, persone che scelgono spesso l’Italia e ancor più spesso il Veneto come meta. Ecco, questa è la grossa preoccupazione, penso a Venezia che per la Cina è un punto di riferimento. L’import-export è da tenere d’occhio ma è presto per fare un bilancio. Noi, per ora, abbiamo comunicato alle aziende venete di prestare molta attenzione ai comunicati ufficiali dei nostri enti governativi». Per il governo risponde Pier Paolo Baretta, veneziano e sottosegretario al ministero dell’Economia e finanze: «Ci stiamo occupando dell’emergenza sanitaria ma poi affronteremo certamente anche quella economica. La priorità, va detto, è quella legata alla salute pubblica ed è su questo che il governo al momento sta concentrando le proprie energie. Le conseguenze economiche sono ancora tutte da valutare e potrebbero essere potenzialmente serie. La Cina è un partner economico importante per il nostro Paese. I rapporti diplomatici con Pechino sono buoni e sarà fondamentale mantenere un rapporto stretto con Confindustria». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il manager e l’effetto-paura
Al «Plaza» Luigi Leardini è il general manager dell’hotel di Verona in cui ha soggiornato la comitiva cinese
VERONA Luigi Leardini è il general manager dell’hotel Crowne Plaza di Verona, il quattro stelle lusso nel quale - la notte tra il 23 e il 24 gennaio - ha alloggiato la coppia di cinesi che meno di una settimana dopo, giunta a Roma, ha manifestato i sintomi del Coronavirus. E ora che il nome del «suo» hotel è finito su giornali e tivù, deve far fronte alla psicosi da contagio. «Ci sono clienti che mi chiamano preoccupati: temono di aver contratto la malattia. E io devo spiegare loro che la stessa Usl ci ha assicurato che la struttura è perfettamente al sicuro, come lo sono sempre stati tutti gli ospiti». Leardini se la prende con «chi soffia sul fuoco, perché non si rende
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Domenica 2 Febbraio 2020
L’intervista medico perché ha dubbi o è tornato dalla Cina va tenuto in isolamento a casa fino a eventuale evoluzione della situazione (tempo di incubazione fra 3 e 14 giorni); se accusa i sintomi descritti e chiama il Suem va portato in ambulatori dedicati agli Infettivi senza passare per il Pronto Soccorso; e se invece ci è già arrivato da solo e ha la febbre va dotato
Le mascherine Russo: «Utili a evitare che una persona infetta ne contagi altre con le gocce di saliva» subito di mascherina e visitato in locali a parte. E a proposito di mascherine, ormai introvabili in farmacia, dice la Russo: «Limitano la contagiosità di chi ha già la malattia conclamata, perché possono bloccare l’espandersi delle particelle di saliva infette». In caso di dubbi si può telefonare anche al numero 1500 attivato dal ministero della Sa-
lute e al quale in Veneto risponde il reparto Infettivi dell’Azienda ospedaliera di Padova, riferimento regionale. Gli esperti formuleranno una prima valutazione telefonica, per poi decidere il da farsi. Al vaglio infine la questione dei 69 italiani da rimpatriare da Wuhan, molti dei quali veneti (vicentini, trevigiani, veneziani), e dei cinesi decisi a tornare a casa. «Le operazioni sono gestite da un’unità di crisi coordinata dalla Farnesina e composta da Enac, forze armate e ministero della Salute — chiarisce il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli —. Il Veneto ci ha offerto la propria disponibilità a collaborare, stiamo verificando l’ipotesi di ricorrere a ponti aerei». In sospeso gli allievi orientali del Conservatorio di Castelfranco, volati in patria per il Capodanno cinese e bloccati lì per lo stop dei voli e l’isolamento del Paese. Per lo stesso motivo il Conservatorio ha dovuto bloccare un viaggio-studio a Pechino. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Clienti preoccupati ma non c’è pericolo Così si danneggiano le imprese italiane» conto che l’attenzione spasmodica su questo tema rischia di danneggiare anche l’economia delle imprese italiane. Alcuni giornali sono arrivati a scrivere che i medici hanno sigillato la camera in cui i due cinesi hanno dormito. È assurdo: l’Usl non ha neppure voluto vederla, quella stanza, proprio perché non c’era alcun pericolo di contagio». Il manager veronese ha comunque deciso di «disinfettare» gli ambienti: «Ho solo pensato a una
precauzione ulteriore: un’azienda privata ha sottoposto la camera a un trattamento a base di ozono». Leardini ha riunito il personale entrato in contatto con la comitiva di cinesi: «Stanno tutti bene, nessuno è in “quarantena”. Receptionist e camerieri sono già al lavoro perché anche loro desiderano che tutti abbiano ben chiara una cosa: il Crown Plaza è un hotel sicuro, oltre che un bel posto in cui alloggiare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
di Andrea Priante
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L’addetta dell’hotel: «Io, sotto sorveglianza ma non ho paura»
La receptionist: «Quei cinesi avevano le mascherine»
VERONA Il paziente «sottoposto alle procedure della sorveglianza attiva» in realtà è una bella donna di trent’anni, i capelli castani, una laurea in filologia e lingue slave («Oltre a un master a Mosca», precisa) e la targhetta con il suo nome appuntata sopra il taschino della giacca. Noi la chiameremo Luisa, un nome di fantasia «perché non mi va che qualcuno, incontrandomi, mi guardi con sospetto». Negli ultimi sette anni ha lavorato in diversi alberghi del Veneto e da aprile fa la receptionist al Crowne Plaza di Verona. È lei l’addetta che, la mattina del 24 gennaio, ha seguito le operazioni di check out della comitiva di cinesi della quale facevano parte anche marito e moglie sessantenni che nei giorni scorsi, giunti a Roma, sono risultati positivi al Coronavirus. L’Usl Scaligera, su delega della Direzione prevenzione del Veneto, venerdì ha effettuato un’indagine epidemiologica nella struttura individuando cinque persone (due recep-
tionist e i tre camerieri che hanno servito la colazione) che sarebbero entrate in contatto con la comitiva. Per una solo di loro, Luisa appunto, è stata decisa la «sorveglianza attiva». E ieri mattina era regolarmente al lavoro, dietro al bancone che accoglie i clienti del quattro stelle lusso. In pratica, cosa significa ritrovarsi sotto «sorveglianza attiva»? «Nulla di eccezionale: semplicemente devo misurare la febbre mattina e sera. Se dovesse salire la temperatura devo immediatamente chiamare le autorità competenti. Tutto qui». E come sta? «Benissimo: non ho la febbre e mi sento in perfetta forma. Lo stesso vale per i miei colleghi. Nessuno di noi si è fatto prendere dal panico: gli esperti dell’Usl ci hanno spiegato che il virus è contagioso solo quando manifesta i propri sintomi. E visto che i nostri ex clienti si sono sentiti male solo la settimana dopo
essere stati qui, non vedo perché dovremmo preoccuparci. La direzione dell’albergo si è dimostrata subito comprensiva: potevo tranquillamente “staccare” per qualche giorno, ma ho preferito venire al lavoro». Ricorda quella comitiva? «Certo: era composta da una ventina di clienti, tutti orientali. Ricordo che alcuni di loro indossavano la mascherina: i cinesi lo fanno spesso. Il caso ha voluto che mi trovassi in servizio anche la sera del loro arrivo, il 23 gennaio. Intorno alle 19.30 mi sono occupata del check in: è durato pochi minuti e mi sono relazionata soltanto con il
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I monitoraggio Devo misurare mattina e sera la temperatura corporea ma sto bene e lo stesso vale per i colleghi
loro tour leader che li ha accompagnati in questa vacanza itinerante in giro per l’Italia. È stata la loro guida, quindi, a consegnarmi il plico con tutti i documenti». Li ha rivisti il giorno successivo… «Il 24 ho preso servizio alle 7. Loro hanno fatto colazione e poi hanno pazientato qui davanti, nella hall dell’hotel, mentre con il loro tour leader ultimavo le pratiche per il check out. Anche in questo caso sono bastati pochi minuti. Poi hanno caricato le valige nel pullman e hanno lasciato l’hotel». Possibile che il Coronavirus non le faccia nemmeno un po’ di paura? «L’unica cosa che mi spaventa è questa pressione mediatica. Mi pare che l’allarme sia stato ingigantito, è una psicosi e non vorrei finisse col danneggiare chi non ha nulla a che fare con il virus, come questo hotel, i suoi ospiti e, ovviamente, chi ci lavora». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La posta dei lettori
Lettere TRASPORTI
Treno supersonico grande occasione Vedere che da Padova si arriverebbe a Venezia in 4,4 minuti e a Vicenza in 3,7 minuti merita un gioco di squadra senza precedenti per portare nel Veneto di domani il treno supersonico. Se il presidente Zaia si muoverà in tal senso, avrà il mio appoggio perché siamo nel 2020 e il Nordest ha voglia di lottare e di mettersi in gioco per competere con le grandi realtà europee e mondiali. Da mesi sto girando per la provincia di Padova, esistono aziende che, solo qualche anno fa, avremmo definito futuristiche e invece viaggiano nell’economia a vele spiegate. C’è bisogno di una visione per il futuro e qui non parliamo di fantascienza visto che l’Hyperloop sarà il protagonista
dell’expo di Dubai e che anche i francesi lo stanno realizzando. Stiamo parlando di farci trovare pronti perché è in atto una rivoluzione culturale, digitale e tecnologica: il Veneto, Padova devono giocarsela tutta. Abbiamo i numeri, le competenze e la centralità geografica per scrivere pagine fondamentali. Solo così daremo speranza ai nostri ragazzi che qualcosa si muove e che noi amministratori guardiamo al loro futuro. Un tempo le nostre vie d’acqua erano navigabili. Battaglia Terme era uno dei più importanti porti fluviali d’Europa. Poi l’Italia puntò sui camion e il trasporto merci via fiume crollò. Oggi avremmo avuto una grande opportunità in più se negli anni del boom avessimo investito sulle vie navigabili. Ce lo ha insegnato un grande “barcaro” Riccardo Cappellozza che si è spento nei giorni scorsi e che ci ha lasciato in dote il Museo della Navigazione fluviale e forse qualche rimpianto. Ecco, siamo di fronte alla medesima svolta storica: dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti, di avere la lungimiranza di pensare al nostro territorio da qui ai prossimi trenta o cinquant’anni.
Domenica 2 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Io credo che, mai come adesso, sia il momento di investire nella ricerca, nella scienza, nell’innovazione e in chi progetta forme di mobilità a impatto zero, veloci e sostenibili. È un modo per confermare che qui c’è una visione, un disegno e che è possibile investire. È un modo per lasciare il testimone ai giovani che, per formazione e mentalità devono e possono prendere in mano il Veneto e portarlo nel futuro. Il tutto portando a compimento i nodi infrastrutturali che ancora attendono di essere terminati: il prolungamento della Sr 10, la viabilità di collegamento necessaria alla Super Pedemontana veneta in particolare la Sr 308 e la Sp 47 “Valsugana” e tutte le criticità infrastrutturali che ancora attendono risposta. Al di là dei vari orientamenti politici, sono convinto che a tutti stia a cuore l’eccellenza veneta: facciamo squadre, completiamo ciò che è fermo e poniamo le basi per il Veneto del 2030 e 2050. Fabio Bui presidente Provincia di Padova
FISCO
Ridurre le tasse ai pensionati Anche i pensionati padovani di Anap hanno accolto con soddisfazione le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Consiglio Conte circa il piano di riforma fiscale che dovrebbe coinvolgere anche i pensionati. A Padova, attualmente, gli over 65 sono duecentomila. Molti di loro attendono da tempo un segnale positivo rispetto alla loro situazione economica. Quella di una più adeguata tassazione dei trattamenti pensionistici è una delle nostre rivendicazioni più importanti. E questo per due ragioni. La prima è perché i pensionati italiani sono tra i più tassati in Europa, la seconda è perché ridurre il carico fiscale sugli assegni previdenziali è una questione di equità, visto che i pensionati subiscono paradossalmente una tassazione più pesante rispetto ai lavoratori dipendenti per effetto delle detrazioni più basse. E la Legge di Bilancio riducendo il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, ma non per i pensionati, ha compiuto un’ulteriore sperequazione. Raffaelle Zordanazzo presidente Anap
Il concorso PADOVA REDAZIONE: Via Squarcione, 5 Tel. (049) 8756011 - Fax (041) 665174 E-mail: padova@gazzettino.it
Matilde e Marzia tra le sette premiate a Miss Alpe Adria
CAPOCRONISTA:
Egle Luca Cocco
VICE CAPOCRONISTA: Antonio Bochicchio
REDAZIONE: Marco Aldighieri, Maria Grazia Bocci, Nicoletta Cozza, Mauro Giacon, Luca Ingegneri, Marina Lucchin, Claudio Malagoli, Giovanni Piva, Lisa Rizzo, Claudio Strati, Donatella Vetuli
Na onta e na ponta
Podèmo stare sensa prete, guai se i sara e farmacie segue dalla prima pagina
(...) ma i farmacisti i ze dei gran comici: “El me scusa dotore, gaeo medissine pai sorzi?”. “Parchè zei amalàti?!”. ‘Na me amiga a ga confuso a pilola anticonzessionàe col valium. Desso a ga dodese fioi ma noa ze par gnente preocupà! “Dotore, go ciapà a medissina ma el rafredòre no me ze passà”. “E alora? Se ciamèmo Farmacie, miga Far-magie!”. “I me ga dà un novo prodòto, ‘na crema anticelulite aea cafèina. Noa fa miràcoi ma almanco no me se indormensa più e ganbe…”. “El dotòre me ga ordinà ‘na pastilia lontàn dai pasti. So ‘ndà torla in camara da leto, bastarà?”. “Dotòre, a vorìa dèe suposte contro el mal d’auto, cossa ze che el me consilia?”. “VALONTAN”. “No, dotòre i ze solo che 200 kiometri”. “Dotore, no so bona de trovare pace, el me juta. ‘Na me amiga a me ga dito che ‘na serta Marilyn Monroe a dormiva co do giosse de Chanel n. 5”. “Beata ea, me mujere par dormire bisogna chea toga minimo venti giosse de Va-
lium”. Ghe ze prodòti che va par la magiore, indispensabii, tipo el Gutalax che a dicembre passà el ze sta elèto prodòto del’ano… E i studia senpre robe nove. Ze in arìvo sul marcà dei novi farmaci par fare in modo de miliorare a vita dea fameja, eco i più atési: - SPECCHIOCILLIN: farà in modo che a femena, dopo averlo tolto, a sarà in grado par quatro ore de passàre davanti ai speci sensa fermarse a darse ‘na controeadina. - VETRINALGIL: stesso eféto del precedente, ma limià al passajo davanti ae vetrine dee botèghe de scarpe.- SALDOBLOCCHINA: rende e done conpletamente indiferenti ae svendite e ai saldi dee botèghe de abiliamento.- BIRRANTULINA: crea nea donna el desiderio de portare al proprio marìo bira e roba da magnàre varia fin che l’omo el ze drio vardàre a partìa de baeòn.- SPORCORETENE: blòca nea fèmena el desiderio de passàre l’aspirapolvere durante e fasi pì emossionanti del tappòn dolomitico del Giro d’Italia. Le Bronse Querte
Due le miss padovane tra le sette premiate alla finale italiana di Miss Alpe Adria, che si è svolta a Spresiano all’Odissea fun city. Le prime tre andranno alla finale internazionale, quarta classificata Matilde Barison, 17 anni, di Padova, Miss Odissea. E’ riserva del team tricolore. Sesta Marzia Colonna, 18 anni , di Vigodarzere, Miss Dario flowers . Non va alla finalissima. M.C.
I colleghi di studio Michele Gradenigo, Vittorio Fedato e Riccardo Vianello abbracciano con affetto Lalo e la sua famiglia ricordando la sua cara mamma
Sabina Artelli Bianchini d’Alberigo si uniscono nel ricordo: Romina Boncori, Alessandro Gradenigo, Carla Peretti Venezia, 2 febbraio 2020
Dal lunedì al venerdì 10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00
800.893.426
I figli Stefano con Mara e Mattia, Paolo con Marina, Maddalena, Enrico e Giovanni Battista, Carla con Alessandro, Federico e Raffaella annunciano che il 1 febbraio 2020
Anna Maria Casalicchio Marson ha raggiunto il suo Giamba Il funerale avrà luogo mercoledì 5 febbraio alle ore 15.00 nella Basilica Cattedrale di Belluno. Un ringraziamento particolare a Nina e Cristina per l’affettuosa assistenza prestata. Belluno, 1 febbraio 2020
San Marco 5191
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Il Collegio, il Consiglio e il Servizio Amministrativo dell’Opera Pia Nove Congregazioni del Clero, si uniscono al dolore della chiesa veneziana e della famiglia per la scomparsa di Mons.
Antonio Meneguolo per molti anni consigliere anziano. Il Signore lo accolga nell’abbraccio della sua misericordia per l’intercessione della Beata Vergine Maria, la cara Nicopeia. Venezia, 2 febbraio 2020