POLITECNICO DI MILANO | SCUOLA DEL DESIGN Laboratorio di Sintesi Finale | sez. I1 | A.A. 2017-2018
docenti: Barbara Camocini | Andrea Manfredi | Francesca Foglieni | Michele Zini cultori della materia : Giuseppe Carmosino | Maria Damiano | Paolo Scutti
BERETTA CHIARA CHMET NICOLE FILIPPINI ALESSIA SANGERMANI CHIARA
indice
&GO
prima parte analisi
seconda parte funzioni
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contesto e storia
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vita di quartiere
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inquadramento
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funzioni
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casi studio
51
scenario building
terza parte concept
quarta parte sviluppo
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sviluppo
63
casi studio
71
divisione degli spazi
73
spazi
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customer journey
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materiali e illuminazione
indice
quinta parte approfondimenti
93
casi studio
101
chiara beretta
105
nicole chmet
109
alessia filippini
113
chiara sangermani
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bibliografia
PRIMA parte ANALISI
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contesto e storia
IL CONTESTO
Via Paolo Sarpi appare come una gradevole area pedonale, costeggiata su entrambi i lati da aiuole curate. In realtà è una fervida area commerciale storica: su entrambi i lati della strada sorgono vetrine di negozi, tra i quali si possono riconoscere antiche botteghe storiche milanesi, pizzerie e pasticcerie, attorniate da negozi recanti invece insegne cinesi. Bisogna seguire il fIusso di Paolo Sarpi: che sia di giorno o di notte la via si propone come una schiera di infniti negozi delle più svariate attività commerciali. Passeggiando per le vie nelle ore diurne si può tuttora assistere allo spettacolo di carico e scarico delle merci tramite i minuscoli carrellini di un tempo, farsi trasportare dalla massa di persone che ogni ora vivono la via. Anche alla sera la zona è fortemente animata: da centro commerciale all’aperto la via subisce la sua vera trasformazione, soprattutto nel fne settimana, quando si anima per quella che è la tipica movida milanese in cui persone di tutte le età vi si recano per bere un buon bicchiere di vino, oppure fare un aperitivo. Via Paolo Sarpi è il fulcro di quella che viene defnita la Chinatown milanese. Partendo da Porta Volta
e Piazzale Baiamonti, questo quartiere si sviluppa verso nord ovest lungo la sua via principale, appunto via Paolo Sarpi, mentre a sud si sviluppa già all’altezza di via Giannone, lungo via Bramante salendo sino al piazzale del Cimitero Monumentale, mentre sul versante ovest il limite è via Canonica sino a piazza Gramsci. Importanti per la viabilità e il collegamento che offrono, sono anche le traverse di via Lomazzo e via Niccolini e l’angolo di via Rosmini. La via è la chiave di connessione fra due importanti poli urbani: la zona del Sempione e la stazione di Porta Garibaldi. Questa ubicazione la cataloga dunque tra le zone 1 e 8 di Milano: tra il vicinissimo centro storico di vecchi quartieri alla moda e le aree di tendenza della città si respira l’orientalismo cinese. La zona, facilmente accessibile attraverso i mezzi pubblici di superficie e non, dista pochi metri dalle fermate del tram (inee 1, 12, 14) e dell’autobus (linea 43) sia in direzione Corso Sempione che piazzale Baiamonti. Nel raggio di 400m troviamo anche le metropolitane M5 e M2, delle fermate di Monumentale, Moscova e Porta Garibaldi, con relativa stazione ferroviaria.
Il termine fIusso porta immediatamente ad altri due concetti categorizzanti della via: fIessibilità e dinamismo.
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contesto e storia
CENNI STORICI
La presenza cinese ha avuto inizio intorno al 1920 con una massiccia immigrazione giunta in Italia per lavorare la seta. Concentrati in particolare a Milano, la loro zona di insediamento diventò il quartiere allora conosciuto come Borgo degli Ortolani, prima abitato esclusivamente da commercianti della zona. Si stanziarono tra via Paolo Sarpi e via Canonica, allora zona periferica di collegamento, tratta principale per raggiungere altre importanti città lombarde, come Varese. Qui, a ridosso del cimitero Monumentale e delle ferrovie, si trovavano diversi magazzini elaboratori. L’architettura ovviamente assecondò le esigenze degli abitanti del quartiere, dotando i palazzi che già alla fne dell’Ottocento formavano la zona, di grandi cortili e magazzini. Per questi motivi l’insediamento artigiano nella zona nacque in modo spontaneo e naturale. A partire dal fascismo, la zona venne nominata “quartier generale dei cinesi“. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per necessità di fornirecinture militari ai contingenti italiani e tedeschi, si passò dalla lavorazione e commercio della seta a quello della pelle. Di conseguenza, si può notare che la vocazione commerciale della zona si modifca a seconda dei mutamenti della società e della città. Nel secondo dopoguerra, infatti, l’espansione continuò: si
sostituirono i dettaglianti italiani con attività prevalentemente all’ingrosso di abbigliamento e pelletterie cinesi. Continuò quindi ad avere una forte impronta commerciale, essendo un esempio di viale rinomato per i negozi e le botteghe tradizionali, sia di vendita che di artigianato (soprattutto in Via Bramante). Il quartiere che notoriamente viene identifcato come Chinatown incomincia a svilupparsi nella zona attorno agli anni ‘80 con l’avvento di nuove aperture di esercizi commerciali all’ingrosso e la chiusura delle attivià italiane tradizionali che hanno ceduto alla ricchezza cinese. Inizialmente il loro insediamento massiccio nella via fu traumatico: si instaurarono, infatti, in una zona incompatibile con questo tipo di vendita (negozi all’ingrosso) per via della logistica e della confgurazione della via stessa. Nonostante ciò, un commerciante da noi intervistato afferma che, fino agli anni 2000, la via era di gran lunga superiore a Corso Buenos Aires, nominato per analogia di funzioni a Via Sarpi: un viale di 900 metri (molto meno dispersivo del più famoso Corso Buenos Aires) in cui la strada trafficata occupa in maniera ridotta il passaggio, permettendo sia l’accessibilità alla via in automobile, sia maggior spostamento delle persone da un lato all’altro della strada. Con il crescere della popolazione cinese
La maggior parte delle architetture concentrate all’inizio e alla fne dela via, si caratterizzano per essere eleganti palazzi di fne Ottocento e primo Novecento, di un’altezza massima di 5 piani. Le facciate di questi edifci sono proprie dello stile milanese, dipinte con colori opachi e giallo lombardo. Anche gli interni, sebben ristrutturati, conservano ancora quel fascino di case da ringhiera, tipico di un’altra epoca.
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(nel 2006 24 volte il numero di persone rispetto al 1984) e del loro radicamento nella zona, crescono attriti tra i residenti, per la maggior parte italiani, e i commercianti cinesi. Questi malcontenti degli abitanti italiani sono principalmente legati al fastidio arrecato dalla attività frenetica di carico e scarico delle merci, trasportate su carretti a due ruote, a tutte le ore del giorno. Risulta quindi diffcile concilire le esigenze di entrambi: questi dissidi derivano in gran parte dall’incompatibilità tra lenecessità dei grossisti e le comprensibili esigenze di tranquillità dei residenti. Pare essere questo il motivo principale della trasformazione di via Paolo Sarpi in zona a traffco limitato nel 2011. Questi movimenti nell’ordine sociale si inseriscono in una cornice più ampia di interventi iniziati, già negli anni novanta, volti a riqualifcare una zona centrale, ma all’apparenza abbandonata a sé stessa.Gli scontri hanno avuto il loro apice il 12 aprile del 2007, data nella quale una signora di origini cinesi viene multata in via Paolo Sarpi. Le persone che popolano la via si schierano: 300 cinesi e 30 auto della polizia sono coinvolte nel disordine, esagerato a tal punto da dover far intervenire il console cinese a riportare ordine dopo l’accaduto. A partire da questo fatto sono state prese manovre per poter rispondere alle nuove esigenze del quartiere: primariamente la normalizzazione delle attività
commerciali per il controllo di caricoscarico merci; in secondo luogo viene proposta la delocalizzazione delle attività all’ingrosso, attraverso una rivalutazione economica della zona considerata come metà centro, metà zona 8; per ultimo la pedonalizzazione di via PaoloSarpi. Così dal 2009 la via diventa zona ZTL, cambiamentoche effettivamente ha portato una ventata di tranquillità e sicurezza all’interno della Chinatown meneghina, non togliendo però i problemi di adattamento iniziale per le attività commerciali. Nel 2010, viene attuata anche una riqualifcazione urbana: pavimentazione in pietra per tutta la lunghezza della via, ornata di aiuole ed alberi, viene gestista, inoltre, con la possibilità di un transito ciclabile e automobilistico solo con permessi o per residenti. La riqualifcazione edilizia su ampia scala porta all’aumento dei prezzi degli afftti e degli immobili e mira, possibilmente, a dissuadere ulteriori acquirenti cinesi, i quali si dicono disposti ad una delocalizzazione della comunità in un altro punto della città, che però sembra diffcile (diverse possibilità prese in considerazione, tra cui il quartiere di Gratosolio, zona più periferica rispetto alla centrale Sarpi). La riqualifca del quartiere ha comunque reso Paolo Sarpi una zona dalle forti potenzialità attrattive, sia da parte di cittadini italiani, che di cinesi e turisti.
contesto e storia
“Era un piccolo Corso vercelli, un Corso Buenos aires attiva, viva, tutto concetrato e molto frenetico, bello e servito, a pochi passi dal centro. Poi c’è stato un momento di trasformazione con negozi all’ingrosso, ha quindi avuto il suo mometo buio in cui non si sapeva che tipo di via fosse, poi fortunatamente è diventata pedonale ed è tornata ad essere una zona viva, infatti, a differenza di altre zone, è sempre piena di gente H24”dice il proprietario della pelletteria storica in Via Sarpi.
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14 “La zona è vista dall’upper class milanese un po’ come zona popolare. In realtà a me piace molto, preferirei vivere qui che nella mia zona, De angeli, un po’ più “fighetta”. E’ un posto, secondo me, visto bene da chi ha un ottica più dinamica, chi ha viaggiato.” dice un passante.
vita di quartiere
ATTORI
Contrariamente all’immaginario comune secondo il quale la comunità cinese ha conquistato Milano, solo 15244 dei 170265 cinesi residenti in Italia, vive nella città meneghina¹. Diversamente da quanto si possa pensare, nella zona di Paolo Sarpi meno del 15% dei residenti è cinese, per la maggioranza dei restanti, gli italiani residenti sono dell’ 84,4%2. Il fenomeno dell’inurbamento cinese dimostra, inoltre, come da via Sarpi, la vera Chinatown intesa come tale, si sia spostata in viale Padova e viale Monza. Appare quindi abbastanza chiaro che la comunità cinese abbia preso questa zona come punto di riferimento per fornire dei servizi, rendendola così un luogo di incontro per tutti i cinesi di Milano, ma non ci si sia trasferiti in massa. In particolare gli immigrati cinesi provengono per il 90%3 dalle province della Cina chiamate Weuzhou e Zhejiang, i cui abitanti sono famosi per essere bravi commercianti. A partire dalle grandi migrazioni del primo dopoguerra, rivolte prevalentemente in Francia e Inghilterra, i cinesi lì insediatisi lavorano per lo più come operai nelle fabbriche. Con il secondo
dopoguerra e le leggi anti-cinesi adottate da USA, Canada e Austra lia, gli uomini emigrano soli, creando poi nel paese ospitante matrimoni misti. La lingua cinese ha un termine preciso per definire la situazione iniziale di disagio che gli immigrati sono costretti a sopportare, il “mangiare amaro” degli immigrati, chiku. Questo termine è riferito anche a chi si lancia nell’imprenditoria, fase che si traduce nella stabilizzazione dell’attività che prende un periodo che va dai 4 ai 6 anni. Qui in Italia, gli ostacoli che trovano al loro arrivo sono molti, ma alcune testimonianze di vita ci dimostrano come i cinesi abbiano portato lo spirito ambizioso e fIessibile della loro cultura anche qui in Italia. Sergio Basso, nel suo flm documentario, afferma che Chinatown non è una massa di cinesi, ma un insieme di persone4; questo poiché i cinesi che vivono il quartiere sono di tutte e classi sociali, vecchi e giovani, dal pittore arrivato a Milano negli anni ‘60 al ventenne nato qui. Va quindi sottolineato come il cambio generazionale porti anche ad un diverso stile di vita: se i primi cinesi arrivati in Italia risultavano più chiusi alla cultura italiana e alle
1,3 dati INSTAT del 2010 2 studio della Dr. Angela Savio a partire dal Dossier Statistico Immigrazione, CaritasMigrantes 2011 4 tratto da un articolo di Carlotta Niccolini del 3 marzo 2010 su Giallo Milano, flm documentario di Segio Basso
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5 tradotto, “la via dei cinesi” 6 articolo online di Alessandro Diviggiano del 2016
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sue abitudini, ora i nipoti di queste persone sono completamente integrati anche nella vita della città, tanto è vero che parlano italiano con cadenza milanese. Il regista porta alla superfcie tutte quelle realtà che consideriamo scontate, ma che in verità sono parte integrante della vita cinese in Italia. Ne è un esempio il problema della burocrazia italiana che, fra cittadinanza e documenti per le attività, rende difficile l’ambiententazione e l’integrazione in Italia. Nonostante siano qui da molti anni, i giovani cinesi qui residenti faticano ad ottenere la cittadinanza italiana, se non dopo un’infnità di passaggi burocratici e tempo passato ad aspettare. Per i cinesi che, invece, sono nati qui la procedura di cittadinanza risulta molto più semplice. L’altra grande montagna da superare è la lingua. Anche in questo caso, molti cinesi frequentano i corsi di italiano erogati da associazioni che hanno sede in via Paolo Sarpi. Altre, invece, sono storie più diffcili, di clandestini cinesi venuti in italia in cerca di novità, di una vita più soddisfacente rispetto alla semplice vita nelle campagne povere della Cina. Così dalle grandi metropoli alcuni tentano la sorte, affdandosi a persone o affari poco sicuri, fnendo nel giro della clandestinità, sperando di poter raggiungere i propri cari in Italia, persone le quali, a loro volta, sono partite con le stesse intenzioni: arricchirsi, avere
una vita migliore, ricca e completa. Come detto in precedenza, il fattore comune delle emigrazioni cinesi è l’esigenza lavorativa dovuta alla povertà, che porta ovviamente ad esportare i valori e le tradizioni cinesi dal loro paese d’origine, marcandosi maggiormente o fondendosi con la cultura ospitante a seconda dei casi. Infatti, anche durante la permanenza all’estero, i cinesi mantengono saldo il legame con la loro identità. Via Paolo Sarpi rifIette anche questo: un sistema di valori che virano verso l’armonia sociale, in cui l’individuo non è mai una realtà isolata, ma si realizza attraverso i rapporti sociali, che trovano la prima corrispondenza nella struttura cardine della società, la famiglia, in cui ognuno ricopre un ruolo preciso all’interno di un modello gerarchico. L’arrivo graduale a Milano ha seguito linee famigliari e legami di parentela. In molti, nella huarenjie5, si conoscevano già prima di arrivare qui. L’elemento fondante della comunità cinese è proprio un modello di famiglia allargata che esprime interessi comuni avendo come fulcro la gestione di un’attività e che, in caso di necessità, fornisce protezione e aiuto ai membri della comunità. È il molteplice che si fa uno. Come afferma una donna intervistata da un giornalista6, in passato anche fra i commercianti italiani esisteva questo tipo di relazione. Dopo la
vita di quartiere
guerra, ci si aiutava molto, anche economicamente, tra diversi esercizi commerciali. Oggi, invece, sostiene che ci voglia molto coraggio, in quanto un negozio richiede tante ore di lavoro, con orari scomodi, senza avere la certezza di un guadagno sicuro. Il lavoro, inoltre, va continuamente rinnovato, occorre differenziarsi dalla grande distribuzione, ma a spingere loro avanti è la passione per la propria attività. Così possiamo notare come la trasformazione della via segua di pari passo anche i cambiamenti sociali ed economici della città: esiste, infatti, una relazione tra il passaggio a famiglia mononucleare odierna e la scomparsa di alcune attività dell’economia italiana tradizionale. In questa via, soprattutto, i pochi negozi italiani che ancora resitono sono proprio quelli che hanno una storia familiare e una lunga tradizione alle spalle, tramandata da generazione in generazione, attività che riescono tutt’ora a mantenere tutti coloro che vi partecipano. che non avevano più il ricambio generazionale. In molti casi, i figli, cresciuti nel benessere, non hanno voluto saperne di un lavoro in cui i sacrifci si spalmano su orari e festività; conseguentemente l’ultima generazione ha preferito cercare un impiego “sicuro”. Anche per questo motivo, quando nei loro negozi si sono affacciati i cinesi, ricchi imprenditori o
commercianti, non hanno avuto altra soluzione che accettare la consistente somma che gli veniva offerta. Altro negoziante italiano, stessa prospettiva sul passato: come nel precedente esempio, anche lui confessa che un tempo la via era molto più viva, una zona popolare, dove gli operai venuti dal meridione, famiglie con tre, quattro figli, popolavano realmente il quartiere. Adesso, nonostante si stia ripopolando, anche grazie agli investimenti degli ultimi anni, ci abita no per lo più single, radical chic. Anche le nuove costruzioni in zona sono tutte di mono e bilocali. Così, il commerciante spiega come anche i prodotti da lui venduti hanno dovuto subire un mutamento: dalla spesa per la famiglia numerosa, ha dovuto cambiare, optando per prodotti pronti e già porzionati per il single, che, come conseguenza, ha portato l’aumento dei prezzi. L’immigrazione, piuttosto che rappresentare di per sé una minaccia all’identità italiana, ne mette in evidenza invece una debolezza: mentre la scelta dei cinesi è quella di mantenere la propria cultura in un paese diverso, molti italiani di via Paolo Sarpi hanno, invece virato verso altri posti e stili di vita, scegliendo di sacrifcare la propria tradizione. La strada si mostra come una terra di frontiera, in cui popoli differenti vengono a contatto senza, però, mai confondersi.
Pochi dei negozianti cinesi intervistati nella via frequentano effettivamente la zona per svago o per i servizi che offre, per lo più, come per i negozianti italiani, Chinatown è sfruttata solo durante il turno lavorativo.
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vita di quartiere
ATTIVITà SOCIALI (Associazioni) La via è animata da una comunità molto attiva, che si riunisce per diverse fnalità ed obbiettivi, in enti o associazioni che animano la zona, offrendo aiuto, organizzando eventi e altro ancora. ViviSarpi: Dal 1999 circa, anno della sua fonda-zione, l’associazione nasce per via dell’espansione dell’ingrosso cinese nella zona. É un’aggregazione di residenti del quartiere che cerca di combattere il degrado nel quale la zona, in passato in particolare, si stava sprofondando. L’associazione ha come obbiettivo la valorizzazione del quartiere, con conseguente miglioramento della vita. Molte sono le iniziative e i risultati da essa ottenuti: dalla raccolta di frme e petizioni alle manifestazioni (come quella del 2000), il blocco del traffco nel 2002, il presidio a Palazzo Marino nel 2003 e svariate segnalazioni alla stampa. Attualmente è anche presente uno spazio online dedicato, usufruibile per denunciare segnalazioni. SocialStreet Sarpi: attiva prevalentemente sui social, sfrutta queste piattaforme per lo scambio di consigli ed idee, mostrando anche le novità del quartiere. Diamoci una mano: associazione che si occupa dell’integrazione fra le comunità italiana e cinese che vivono la zona. Si occupano di problemi legati alla burocrazia, dell’amministrazione, corsi di lingua ed incontri od eventi culturali organizzati. Un esempio è il Festival della Cina, da svolgersi
in maggio 2017 alla Fabbrica del Vapore, con esibizioni di danza, mostre, scrittura e street foof. Giardini in Transito: Progetto ideato per il giardino comunitario dedicato a Lea Garofalo, vittima dell’Ndrangheta milanese. Lo spazio è gestito dall’omonima associazione che collabora con altri enti per eventi o incontri. Gli spazi da essa fornita sono anche usufruibili da privati per cene o altro. (Eventi) Via Paolo Sarpi, con la sua contraddistintiva zona e comunità, si presta molto bene ad ospitare eventi di ogni genere. Alcuni esempi recenti di attività estranee al mero commercio ci sono stati e sono in programma. Alcuni esempi nel 2013 sono il FuoriSalone con il progetto SarpiBridge (collegamento fra Europa e Asia nel design) e l’associazione Sarpi DOC che organizza un evento sull’arte nei negozi e musica jazz fra gli spazi della via. Homi Salone, inoltre, organizzò nel 2016 anche dei temporary shop, con l’evento Salone degli stili di vita, al quale partecipavano varie aziende del made in Italy. Nel 2017, ancora, AltraAssociazione organizza un festival formativo di 12 ore in cui le arti erano le protagoniste: musica, scultura, pittura, foto nel giardino di Lea Garofalo. Più recentemente, nel quartiere si sono mobilitate associazioni come SarpiVerde peril progetto Green City Milano, per il quale si intende riavvivare il verde di Paolo Sarpi.
“Non si può dire se in positivo o in negativo, ma la città tutta si trasforma, qui tutto cambia in fretta e parecchio: metro, Fondazione Feltrinelli, Corso Como, l’area dei grattacieli. Diverso sì, ma a me piace.”dice una negoziante della macelleria storica.
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vita di quartiere
COMMERCIO
Paolo Sarpi può essere considerata un centro commerciale naturale. Come tale, presenta una lunga sflata di negozi, a partire da una via centrale comune, alla quale tutte le attività presenti si affacciano attraverso vetrine (dalle boutiques milanesi alle vetrate colme di prodotti esposti) o dehors. Lungo la via sono presenti 191 attività commerciali e servizi7, che offrono gli esercizi più svariati: dai negozi di abbigliamento, all’assistenza tecnica nella piccola tecnologia, dai beauty-store alla ristorazione, dai market internazionali ai servizi sanitari. Fra questi, le più recenti sono attività lanciate in settori più moderni, casalinghi, telefonia, alta tecnologia, fotografa, ottica, servizi per gli immigrati, agenzie viaggi e internet point. Va inoltre sottolineato che, dei 12 negozianti intervistati, 7 italiani e 3 cinesi (non molti per via di incomprensioni linguistiche), tutti hanno confermato che in ogni settore la clientela è sempre mista. Ovviamente fra i diversi negozi questa varia a seconda dei prodotti o dei servizi serviti (ad esempio i grossisti hanno anche clientela che a sua volta rivende nei mercati, quindi anche non italiani), chi ha una clientela più benestante o
chi l’ha più variegata, ma sempre multietnica. Moda uguale ingrosso. È così la prima impressione che si ha nella Chinatown meneghina; in realtà non è proprio così. I negozi cinesi che si occupano di questo settore sovrastano di netto gli esercizi italiani: 76 negozi cinesi contro quelli italiani presenti che non superano la decina8. Purtroppo, i negozianti che vendono prodotti di marca o comunque merce di qualità sono la minoranza nella via. Esiste ed è presente però questa tipologia di merce ed è possibile trovarla indicativamente dall’altezza della traversa da via Niccolini in poi, tratto da cui i negozianti danno più attenzione anche all’attrattività estetica del proprio negozio. Il settore del food è la seconda categoria di attività. commerciale in cui i cinesi prevalgono sugli esercizi italiani. Infatti, oltre la metà degli esistenti nella via sono ristoranti cinesi in cui, comunque, la qualità del cibo è ottima. Qui la ristorazione offre ancora piatti tradizionali della cultura cinese, nonostante siano presenti anche negozi più occidentalizzati come il recentissimo ampliamento di ChateauDufan e i negozi in cui
7,8 Dati raccolti dalla mappatura commerciale della via
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“I cinesi c’erano, ma prima stavano in via Canonica, che era in fondo, poi piano piano sono aumentati e si sono spinti nelle stradine laterali. Da lì sono venuti dentro nella via con il denaro, ogni negozio 22 hanno preso. [...] prima ci si dava una mano a vicenda, adesso siamo rimasti in 15 massimo.” Dice il fioraio italiano dello storico baracchino.
è possibile assaggiare il Bubble Tea. Molti dei negozianti cinesi che aprono piccole attività nella via in realtà sono solo di passaggio: la maggioranza dei grossisti, della piccola bigiotteria e vendita di accessori e dei negozi di tecnologia ha aperto da pochi anni ed è, spesso, soggetta ad un continuo ricambio di gestione. Come spiegato in precedenza, la via è una delle più storiche di Milano, fattore che comporta sicuramente una tipologia architettonica caratterizzante per la zona, oltre che la presenza di negozi che resistono al mutamento, testimoni e veterani dei cambiamenti economici che la zona ha subito nel corso degli anni. I pareri, seppur altalenanti e a volte contraddittori, si trovano comuni nel confermare la vivacità e il dinamismo che la comunità cinese abbia portato all’interno di Via Sarpi. Fra i più antichi troviamo i Magazzini Vittoria (aperti dal 1938), la Cappelleria e la Pelletteria esistente da quasi 40 anni, come attività di abbigliamento che continuano ad essere gestite dalla stessa famiglia. L’ultima in particolare, però, si differenzia per essere stata ai tempi una vecchia banca lombarda, per poi essersi modifcata nel corso della storia in negoziodi borse e pelletteria gestito da un negoziante cinese che, tramite la generazione ibrida che l’ha succeduto, porta avanti tutt’ora
la sua attività. Per quanto riguarda invece il settore della ristorazione diversi sono gli esercizi storici ora resistenti: Bar Torrefazione, Giuliano la pizzeria, Isola Vinicola e la Macelleria. Il primo spicca per essere ciò che rimane del vecchio cinema della zona, di cui, appunto, ne è rimasto solo il bar dal 1958. L’ultimo è un ibrido culinario fra storia milanese e tradizione cinese: aperta da più di 60 anni, la classica macelleria di quartiere si fonde con la ravioleria accanto. Le mogli dei due negozianti hanno saputo cogliere l’opportunità e intravedere un’attività di collaborazione fra i due negozi, di modo che la macelleria potesse rifornire con i suoi prodotti l’attività di ristorazione cinese. Così hanno portato al quartiere un’inedito street food, occasione di scambio culturale. Oltre a questa tipologia di attività, altre modalità di vendita sono presenti nella via come baracchini su strada, temporanei e non. Fra le prime possiamo trovare il famoso forista, stanziato all’inizio dell’area pedonale a partire da piazzale Baiamonti, che resiste con la sua attività da ben 48 anni. Per poi trovare più semplici venditori di strada del settore del food: il carretto, sempre italiano, delle caldarroste, ragazze cinesi che vendono dolciumi ai bambini nel pomeriggio e qualche venditore ambulante. SarpiOtto: aperto da soli 2 anni
vita di quartiere
e mezzo, l’attività è nata dal nulla dopo la pedonalizzazione: anticamente gli spazi erano quelli di un negozio d’abbigliamento italiano, poi riallestito per trasformarsi in uno spazio dinamico, adatto alla nuova attività. Infatti, esso fonde ristorazione e coworking in un ambiente giovane e contemporaneo. Non solo la sua clientela sfora ogni età, ma è adatto ad ogni momento della giornata. Presso: si tratta di una vera e propria abitazione, arredata e curata come se fosse tale, ma in realtà può diventare uno spazio per eventi, feste e altro. Quest’attività innovativa risponde alle esigenze della nuova popolazione del quartiere, single o piccoli nuclei famigliari e giovani. Citando dalla sua vetrina “vietato non toccare”, defnisce al meglio il concetto su cui si basa, secondo il quale Presso è un luogo da vivere. ChateauDufan: aperti dal 2012, sono l’emblema della collaborazione commerciale fra comunità italiana e cinese. La vecchia gelateria Pinguino Blu, gestita da tempo da un gelataio italiano, ha colto repentinamente l’offerta dell’imprenditore cinese: così la maestria artigianale italiana si è saputa fondere con la sapienza imprenditoriale cinese, portando un’attività tradizionale (quella della classica gelateria/pasticceria e caffetteria) ad un livello
successivo. Elevata ad un’attività contemporanea di successo, essa si offre anche come spazio di coworking. La definizione di centro commerciale implica l’importanza vitale delle vetrine. Nella prima parte della via, soprattutti i grossisti cinesi mostrano la merce in vendita semplicemente esponendola di fronte alle vetrate del negozio in un modo che più o meno si può defnire ordinato. Da questi, però, si differenziano i market alimentari che presentano sì uno tzunami di prodotti distribuiti per tutta la grandezza della vetrina, ma l’ordine nella disposizione della merce e i colori della stessa, rendono la vetrina accattivante e contraddistintiva del negozio. Accanto a queste esposizioni troviamo però alcune eccezioni, esempi di design meglio pensati come la gelateria Dufan o SarpiOtto. E’ in realtà nella seconda porzione di via (a partire dalla traversa di via Lomazzo) che le vetrine si trasformano. Imitando le tipiche boutiques milanesi, i negozi cambiano la percezione che si ha di questa zona, già di per sé più tranquilla, che diventa così un viale milanese dello shopping del centro, con negozi che comunque offrono marchi importanti nel campo del fashion.
Corrente initerrotta di gente passa davanti alle vetrine, ma realmente pochi sono quelli che si soffermano a guardarle. Non esiste una vetrina coraggiosa che colpisca immediatamente l’occhio del visitatore.
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(Scorrere) Le due grandi variabili del sistema Paolo Sarpi sono le persone e l’orario: ad orari diversi corrisponde un target di gente differente che frequenta la via. Osservando la zona in varie fasce orarie, abbiamo notato come esistano indicativamente sei intervalli di tempo da tenere in considerazione all’interno dei quali diverse attività vengono svolte. Da qui se ne deduce che anche le persone che le svolgono siano di un target specifco. Così possiamo defnire la fascia oraria che va dalle 7 alle 9 di mattina in cui i pochi presenti si trovano in Sarpi per una colazione veloce, sono i lavoratori che si dirigono negli uffci e utilizzano la via come collegamento, oppure i primi negozianti che incominciano ad animare la zona. Il secondo intervallo temporale, quello che va dalle 10 alle 12:30 è dedicato al carico-scarico della merce nei negozi, per cui i commercianti e i primi clienti sono i protagonisti della via. All’ora di pranzo (ore 1215) la via è affollatissima: studenti usciti da scuola, lavo-ratori, turisti, persone che prosguono con lo shopping ne approfttano per provare i prodotti culinari della zona. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, i residenti nel quartiere (mamme e bambini, anziani) si godono una passeggiata nella via,
vita di quartiere
FLUSSI
mentre i negozianti ne approfttano per fare una pausa in compagnia chiaccherando nella via. L’aperitivo è invece l’orario dei giovani (ore 18-21): i locali lungo la via si animano, portando gente anche lungo la via. La fascia oraria 21-24 corrisponde alle ultime ore di vitalità di Paolo Sarpi in cui il target si alza, portando adulti residenti o meno a godersi i ristoranti e l’accogliente atmosfera della via. della giornata, si determinano anche diversi modi di vivere la via. Così abbiamo osservato come le persone si conconcentrino all’interno della via seguendo una corrente diversa in base agli esercizi commerciali e le attività che devono seguire. Simile è lo studio che gli urbanisti applicanoalle autostrada per calcolarne la capienza, la fIuidità ed eventuali ingorghi. Loro, costruendo un modellino plastico rappresentante l’area di studio e avendoci inserito dell’acqua, riescono a rendersi conto del fIusso di veicoli che si crea al suo interno. Nel nostro caso le persone tendono a seguire un percorso fIuido e tranquillo, simile a quello di una promenade, ma più nello specifico si concentra diversamente in base all’orario e alle attività svolte nello stesso. Durante la mattinata la concentrazione di persone è verso la fase iniziale della via,
quella più commerciale e carica di grossisti. Nel pranzo, come già accennato in precedenza, il fIusso diventa centralizzato nel mezzo della via, dove molte persone si trovano alle code dello street food, nelle poche aree disosta presenti in cerca di un posto dove poter consumare il pasto in tranquillità. Al pomeriggio la via pullula di gente da ogni angolo: all’inizio della via in piazzale Baiamonti al suo estremo in via Canonica, le persone si godono la giornata passeggiando fra negozi e attività. Diversamente, alla sera, il fIusso è meno evidente data la poca affuenza di gente, ma, come per il pranzo, le persone convergono tutte ai ristoranti e ai localini ancora aperti nella zona. (Fermarsi) Questo fIusso è anche alleggerito da alcune aree che è possibile defnire “di sosta”. Dehors dei negozi, qualche seduta, zone libere utilizzate per qualche evento e maggiormente le traverse di Paolo Sarpi sono le principali. Lo scorrere delle persone può essere anche disturbato dunque, limitato e direzionato, interrompendolo.
Il fIusso delle persone si modifica sugli orari di una giornata e varia molto per area e target. Inoltre, varia anche a seconda del mezzo di trasporto: auto, taxi, furgoni ma anche biciclette nella fascia centrale della via; pedoni agli estremi, vicino alle vetrine.
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SECONDA parte FUNZIONI
inquadramento
VIA PAOLO SARPI, 1
Stazione P. Garibaldi
M2 Garibaldi M5 Monumentale
Tram linee 2 - 4 - 10 -12 - 14
Autobus linee 43 - 57 - 94
Porta Garibaldi via Paolo Sarpi
via Montello Porta Nuova
Arco della Pace & zona Sempione
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Il civico numero 1 di via Paolo Sarpi si presenta come un grande ambiente sviluppato interamente su di un piano a livello della strada. La sua forma ad “L” presenta sette vetrine distribuite su tutto il perimetro, di cui cinque sul lato lungo e due sul lato corto. Questa caratteristica favorisce l’ingresso nell’ambiente da più punti, rendendo possibile una differenziazione delle funzioni presenti all’interno già dal momento dell’accesso ad esse. Orientato all’angolo tra via Sarpi con il lato lungo e via Montello con quello corto, è facilmente visibile e raggiungibile grazie ai numerosi mezzi di trasporto che percorrono
appunto via Montello, dalla vicina metro di Monumentale, e dal normale traffico cittadino. Per la scelta di questo spazio, si è tenuto conto anche della vicinanza di zone ricche di uffici, come Porta Garibaldi e via Lomazzo, ed alla sua posizione lungo il nuovo asse di collegamento GaribaldiSempione. Queste caratteristiche, insieme alle numerose attività commerciali vicine, fanno si che in questa prima parte di via Paolo Sarpi si concentri la maggior parte del flusso di persone e frequentatori del quartiere
L’immagine evidenzia la posizione dell’ambiente scelto rispetto alle vie Sarpi e Montello, i due principali assi di collegamento allo spazio, ed altre importanti zone limitrofe.
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LO SPAZIO SI CONFIGURA COME UN MIX DI SERVIZI CHE MIRANO A OTTIMIZZARE I TEMPI DEGLI UTENTI E risolvere alcuni piccoli problemi quotidiani. TROPPA fila al bar per un caffè? CONSEGNA DI paccHI del corriere DURANTE L’ORARIO DI LAVORO? bisogno di una doccia prima dELLA cena CON GLI AMICI? borsa troppo pesante per LA serata? QUESTO spazio offre semplici soluzioni pensate appositamente per i suoi utenti e studiate sui loro bisogni.
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funzioni
PICK&GO
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Il Pick&Go è pensato per chi ha poco tempo a disposizione e quindi la necessità di sfruttarlo al meglio. Questo servizio prevede la composizione di un box con una selezione di prodotti provenienti da diverse attività presenti nella via, come ad esempio la pasticceria, la tabaccheria, l’edicola ed i ristoranti. Diversamente le bevande calde sono preparate in loco. Tramite un’applicazione è possibile scegliere in anticipo i prodotti con cui comporre il proprio pacchetto e selezionare un orario di ritiro. Mentre l’utente si dirige verso il Pick&Go un operatore provvede a ritirare i prodotti dalle varie attività e a preparare il box per la consegna all’orario prescelto. Sfruttando le vetrine che si affacciano direttamente sulla via,
il ritiro - che si effettua tramite il codice QR di prenotazione avviene senza dover entrare all’interno dello spazio. Per rendere il passaggio più veloce, inoltre, il pagamento è effettuato in maniera istantanea direttamente dall’applicazione.
Sopra: mappa delle funzioni A sinistra: restituzione grafica del servizio
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funzioni
LEAVE&GO
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Il Leave&Go è pensato per coloro che hanno la necessità di liberarsi dal peso di un bagaglio, di una borsa o di uno zaino per muoversi più liberamente in città. Lo spazio è dotato di numerosi lockers di vari dimensioni per poter accogliere qualunque tipologia di bagaglio o oggetto. All’interno di ciascun “armadietto” sono installate prese di corrente per poter caricare i propri devices. Una parte è poi dedicata al deposito di cibo o della spesa, grazie a lockers refrigerati con temperature controllate elettronicamente. Insieme al deposito di oggetti e/o cibo è previsto un servizio per la consegna dei pacchi da parte di corrieri. Alcuni lockers sono infatti destinati a custodire i colli che non possono essere ritirati al momento
della consegna, ma vengono recapitati al Leave&Go per essere recuperati a qualsiasi orario da parte del cliente. Il deposito - sia di cibo e oggetti che di pacchi - è consentito fino ad un massimo di 24 ore, garantendo così maggiore disponibilità, pulizia dei lockers e continuo riciclo di utenza. Tramite un’applicazione è possibile verificare la disponibilità di lockers. In caso di prenotazione di uno di essi è fornito all’utente un codice che permette l’apertura dell’armadietto.
Sopra: mappa delle funzioni A sinistra: restituzione grafica del servizio
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funzioni
WASH&GO
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Il Wash&Go è pensato per chi passa molto tempo fuori casa e ha la necessità di sistemarsi durante la giornata. Sono presenti tre bagni attrezzati con doccia, lavandino e water, ed uno privo di doccia, accessibile a tutti e provvisto di fasciatoio. Tramite un’applicazione è possibile verificare la disponibilità e prenotare un bagno; l’accesso avviene poi mediante un codice numerico visibile dall’app al momento della prenotazione, che consente l’apertura automatica della porta nel momento in cui il bagno è pronto per l’utilizzo. Oltre ad un set di cortesia, in ogni capsula è possibile trovare vari kit monouso, adatti a tutte le esigenze, come ad esempio set da barba, set per l’igiene orale, set femminile,
ecc. Questi kit possono essere acquistati singolarmente in base alle necessità dell’utente. In caso di acquisto, il costo del servizio verrà poi registrato sul conto dell’utente collegato all’applicazione. Diversamente alcuni prodotti come bagnoschiuma, shampoo, ecc. - sono resi disponibili gratuitamente tramite dispenser.
Sopra: mappa delle funzioni A sinistra: restituzione grafica del servizio
PICK & GO
WASH & GO
LEAVE & GO 38
PICK & GO Il fattorino consegna i prodotti della via
L’operatore compone il box
Il box viene consegnato!
L’addetto pulisce il bagno
L’addetto notifica la disponibilità del bagno
Il bagno è pronto per l’uso!
Il corriere consegna il pacco
Il pacco viene disposto nei lockers
Il pacco viene ritirato!
WASH & G All’operatore arriva la notifica
LEAVE & G
funzioni
BACKSTAGE
La parte del backstage che gestisce lo spazio si basa sull’applicazione e sul lavoro svolto dagli addetti. L’app gestisce sia le prenotazioni da parte degli utenti che la generazione dei codici di sblocco di porte e lockers che i codici di prenotazione dei box. Nel Leave&Go essa serve all’utente per assicurarsi della chiusura del lock e per essere avvisato dell’arrivo di un pacco. La gestione della consegna dei pacchi è lasciata al software dei lockers che collegato all’applicazione gestisce gli avvisi di consegna. Le altre tipologie di locker, refrigerati e non, vengono gestiti dal software come apertura/ chiusura elettronica dello sportello e come comunicazione con l’utente tramite l’applicazione. Nel Wash&Go l’app serve per verificare la chiusura della porta del bagno e la fine del pagamento del servizio, inoltre è utilizzata per l’addebito di pagamento dei set extra. L’applicazione serve anche alla gestione dello spazio da parte degli operatori che vengono avvisati quando un bagno viene liberato così da poterlo pulire e renderlo disponibile all’accesso successivo. Nel Pick&Go è utilizzata dai lavoratori per verificare le prenotazioni dei box e per gestirne la composizione, la preparazione
delle bevande e la gestione dei rifornimenti da parte dei fattorini esterni. Gli operatori sono tre: due addetti al Pick&Go ed uno alla pulizia e gestione del Wash&Go. Gli operatori del Pick&Go sono disposti nella zona di consegna box e nella zona di preparazione. Il primo si occupa della gestione degli utenti e della consegna, il secondo si occupa della composizione dei box, assemblando ciò che arriva dalle attività esterne con le bevande calde e fredde preparate da lui. I due addetti si occupano anche dell’infopoint e delle richieste dei clienti: vi è una finestrella tra il Pick&Go ed il Leave&Go che, in caso di necessità, viene utilizzata dai clienti per richiamare l’attenzione dei lavoratori. Vi sono anche degli addetti esterni allo spazio che si occupano del traporto di ciò che proviene dalle attività esterne e del trasporto e della collocazione negli armadietti dei pacchi destinati agli utenti. La pulizia dei bagni è lasciata ad un terzo addetto che tramite l’applicazione viene avvisato quando un bagno è libero così da procedere alla pulizia ed, eventualmente, all’accertamento dell’utilizzo dei kit extra e del conseguente addebito a chi lo ha utilizzato.
A sinistra in alto: schema applicazione. A sinistra in basso: schema degli operatori.
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casi studio
// ABOUT LIFE COFFEE BREWERS //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Atsushi Sakao Luogo: Tokyo, Giappone Anno: 2012
Il caso studio risulta perfettamente in linea con lo spazio ideato, proprio per la sua funzione di take-away. Il concetto di pit-stop per passanti, infatti, è parte fondamentale del progetto, in cui si sviluppa sfruttando i medesimi criteri. Grazie ad una vetrina affacciata direttamente sulla via, è possibile acquistare e ritirare i prodotti scelti senza la necessità di entrare nello spazio. Questa caratteristica permette di ottimizzare il tempo dei clienti, principio su cui si basa il progetto dello spazio Pick&Go. Inoltre, About Life è particolarmente attento al servizio offerto ai numerosi ciclisti che riempiono le vie di Tokyo in bicicletta per evitare il traffico cittadino, proprio come accade nel quartiere di progetto.
About Life Coffee Brewers è un bar molto innovativo. Da quando ha aperto a Tokyo nel 2012, come punto vendita del brand Onibus Coffee, è divenuto sempre più famoso in città, grazie ad alcune peculiarità che lo rendono davvero unico. Innanzitutto, offre una vasta gamma di varietà di caffè, tra cui anche una miscela propria, molto apprezzata dai clienti più esigenti. I giapponesi, infatti, si stanno sempre più avvicinando al mondo del caffè, il cui mercato si amplia ogni giorno. Inoltre, a rendere questo posto così speciale è il suo animo take-away. In questi anni è diventato un vero e proprio pit-stop per i passanti, grazie al bancone che si affaccia direttamente sulla strada. Per chi volesse invece prendersi una sosta più prolungata sono state sistemate alcune panchine a lato ed un sistema di portabici fissato al muro su cui appendere il proprio mezzo.
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casi studio
// TNT LOCKERS //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Azienda: TNT Italy + InPost Luogo: Italia Anno: 2014
In un periodo in cui rimanere a casa ad aspettare il corriere è praticamente impossibile, lo spazio Leave&Go da noi progettato, come il servizio offerto da TNT, agevola la vita delle persone. Il sistema dei lockers presenti nello spazio sfrutta il medesimo funzionamento del caso studio: un servizio smart, comodo e accessibile a tutti grazie all’utilizzo sempre più frequente della tecnologia.
TNT Italy e InPost hanno siglato un accordo strategico per l’istallazione di distributori automatici di ultima generazione che consentono il ritiro e la consegna di merci e documenti 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. I TNT lockers, infatti, costituiscono punti di ritiro automatici posizionati in luoghi pubblici facilmente accessibili come supermercati, stazioni di servizio, stazioni ferroviarie e distributori di benzina. Questo servizio risponde alle nuove esigenze delle persone: ordinare e ritirare un pacco per commissione non causerà più disagi in quanto i TNT lockers sostituiscono la funzione del “portinaio di condominio”. Per accedere al servizio occorre un device con connessione internet, tramite il quale acquistare un prodotto da un e-shop convenzionato con TNT. Al momento dell’acquisto, viene scelto il locker più comodo per la consegna del pacco. Non appena TNT avrà depositato la merce nel luogo indicato, il cliente riceverà un sms con un codice o QRcode e una e-mail con le informazioni necessarie per il ritiro. A quel punto sarà sufficiente recarsi presso il locker in cui è custodito il pacco e ritirarlo utilizzando il proprio codice di accesso.
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casi studio
// PICK & GO! APP //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Pick&Go! Luogo: Belgio Anno: 2017
Il caso studio è stato selezionato come esempio per l’applicazione che si intende proporre a supporto dello spazio Pick&Go. Grazie al servizio, infatti, è possibile prenotare in anticipo un box con prodotti selezionati e scegliere un determinato orario. Il tempo di preparazione del box può essere sfruttato dall’utente a suo piacimento, ritirando semplicemente il pacchetto all’ora prestabilita, senza alcuna attesa. Su questo concetto, molto affine all’app belga Pick&Go!, si basa l’idea trainante del progetto, configurato come spazio in cui l’ottimizzazione dei tempi è la mission fondamentale. Affinchè l’intero servizio possa funzionare, è necessario studiare un servizio di applicazione efficiente, semplice e veloce per rendere il Pick&Go accessibile in qualsiasi momento.
Pick&Go! è un’applicazione sviluppata e diffusa in Belgio con l’intento di agevolare i clienti che acquistano in modalità “da asporto” nelle attività di ristorazione. Questo servizio, infatti, offre la possibilità di prenotare un piatto da una selezione di ristoranti aderenti e pagare direttamente inapp. All’orario di ritiro prestabilito è sufficiente recarsi nell’attività prescelta e ritirare il piatto pronto. Ciò permette di evitare perdite di tempo dovute alla preparazione del cibo ed una eventuale fila, sfruttando diversamente il tempo risparmiato.
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casi studio
// PENGUIN LOCKERS //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Future Lockers Luogo: Milano, Italia Anno: 2017
Questo caso studio è stato preso in considerazione per la particolare tecnologia che rende possibile la conservazione di cibi nei lockers. Essi infatti sfruttano un sistema studiato su misura che è risultato molto interessante se pensato come integrazione del progetto del Leave&Go. Mentre una parte di questi rimangono tradizionalmente legati al deposito di oggetti e/o bagagli, un’altra parte viene destinata alla conservazione di cibo o spesa, in modo da rendere la funzione di Leave&Go il più completa possibile. Dei Penguin Lockers, quindi, è stata considerata e sfruttata l’avanzata tecnologia, che comprende: ricircolo dell’aria, rifrigerazione dell’armadietto, unità multi-cooling e sistema di controllo indipendente.
Penguin Lockers è una soluzione innovativa di lockers progettati per accogliere e conservare il cibo. Il progetto è collegato al nuovo servizio che il brand ha lanciato: un sistema di e-commerce (Freskissimo) che consegna la spesa fuori casa appunto nei Penguin Lockers. Una delle loro principali caratteristiche è la componibilità ispirata ai “Lego”: essi sono infatti modulari e adattabili a qualsiasi spazio. Grazie all’ispirazione di “Ikea” poi, anche l’operazione di montaggio e installazione è ridotta al minimo permettendo di comporre il locker a partire da più pezzi che il cliente provvede autonomamente a montare tramite semplici istruzioni. Ciò che rende questi lockers particolarmente innovativi, inoltre, è il fatto che siano completamente indipendenti per quanto riguarda i componenti elettromeccanici e il ricircolo dell’aria, che avviene grazie ad un’unità multi-cooling ed un sistema di controllo singolo per ogni locker. Questa tecnologia permette di evitare i rischi di contaminazione, riduce il rumore, consuma meno energia elettrica e semplifica le operazioni di riparazione e sostituzione dei lockers.
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casi studio
// SAMSUNG DISTRICT //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Samsung Luogo: Milano, Italia Anno: 2015
Questo caso studio è risultato di rilevante importanza per lo studio degli elementi tecnologicamente più avanzati, quali parti fondamentali del progetto. In questo showroom ci si interroga su alcune dinamiche quotidiane di un futuro ormai prossimo. Che relazione ha l’utente con gli oggetti? Quale nuova interazione si sviluppa tra loro? Come è possibile facilitare l’utente nel quotidiano? Sono tante le soluzioni che il continuo sviluppo tecnlogico propone.
Il Samsung District è uno showroom tecnologico in cui viene simulata l’abitazione del futuro. La casa interattiva, basata sui principi della domotica, si compone di elettrodomestici controllabili a distanza, in tutte le loro funzioni tramite smartphone. Lo spazio è scandito come una vera e propria abitazione, composta da cucina, lavanderia e salotto. Per ogni funzione abitativa sono stati sviluppati da Samsung specifici elettrodomestici e accessori - molti dei quali non ancora in produzione - testabili in anteprima dai visitatori.
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casi studio
// ALBERGO DIURNO VENEZIA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Piero Portaluppi Luogo: Milano, Italia Anno: 1926
Questo caso studio è di particolare importanza per quanto riguarda l’organizzazione dello spazio del Wash&Go. Il servizio proposto, infatti, riprende sotto vari aspetti il vecchio Albergo Diurno, offrendo un bagno pubblico confortevole e di classe direttamente nel centro città.
L’Albergo Diurno Venezia è una struttura sotterranea, progettata e realizzata tra il 1923 ed il 1925 dall’architetto Piero Portaluppi, in piazza Oberdan a Milano. Il suo nome ufficiale era Albergo Diurno Metropolitano ed era aperto tutti i giorni dalle 7 alle 23. Scopo dell’Albergo Diurno era di poter offrire un servizio di classe ai viaggiatori arrivati in città, ma allo stesso tempo anche di dare alla povera gente che non aveva servizi igienici in casa l’opportunità di fare un bagno. Lo spazio si sviluppa attorno ad un lungo salone centrale su cui affacciano tanti piccoli separè: cabine da bagno e per la doccia, gabinetti, un locale per guardaroba e stireria, una sala privata per trattative d’affari, un’agenzia turistica, un deposito di biciclette e anche un’agenzia postale. La struttura è stata chiusa durante gli anni Novanta, con l’unica eccezione di un barbiere che ha portato avanti l’attività fino a metà anni Duemila. Oggi è in fase di restauro grazie ai fondi del Comune di Milano e gestita dal FAI per aperture al pubblico e visite guidate.
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casi studio
// VAISE LUGGAGE LOCKERS //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Vaise Luogo: Venezia, Italia
Il caso studio è stato selezionato per l’affinità con il Leave&Go, studiato in modo da essere completamente accessibile e automatizzato, per garantire la migliore fruizione del servizio da parte dell’utente. Oltre ad essere racchiuso in un interno, e di conseguenza maggiormente sicuro, il servizio Leave&Go è completamente gestibile tramite applicazione, con cui è possibile effettuare prenotazioni e pagamenti.
Vaise Luggage Lockers è un servizio di deposito bagagli che si trova a Venezia in pieno centro città, aperto tutti i giorni dalle 8 alle 21. È completamente automatizzato, facilmente accessibile e garantisce una maggior sicurezza perchè è racchiuso all’interno di uno spazio. Il servizio permette la prenotazione dei lockers sia online - tramite sito web o applicazione - che in loco, grazie ad un codice personale che viene assegnato dall’utente per bloccare e sbloccare il lucchetto. Al momento della prenotazione l’utente paga la prima ora di servizio, mentre i successivi addebiti saranno pagati durante il ritiro del bagaglio.
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2037 / milano / via paolo sarpi un quartiere nuovo un quartiere ricco UN QUARTIERE VERDE un quartiere smart un quartiere commerciale un quartiere pedonale un quartiere itALIANO UN QUARTIERE CINESE UN QUARTIERE COMODO UN QUARTIERE VIVO
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scenario building
SCENARIO
Milano, 2017-2037. Via Paolo Sarpi subisce profonde trasformazioni. In primo luogo, si assiste ad una gentrificazione della zona: il quartiere diventa un nuovo centro urbano della città di Milano, con conseguente aumento dei prezzi degli immobili e migrazione degli abitanti verso altri quartieri, favorendo il riciclo della popolazione. Inoltre, l’inclusione del quartiere in una zona “centrale” della città porta ad un miglioramento generale dei servizi e delle infrastrutture presenti. La via è completamente libera dalla circolazione di automobili, aumenta invece il trasporto pubblico e l’uso di biciclette. Quest’ultimo è favorito dalla creazione di piste ciclabili e la crescente diffusione di servizi bikesharing. Anche l’ottimizzazione del trasporto pubblico tramite mezzi efficienti, puliti ed ecologici favorisce un comportamento più sostenibile da parte degi utenti. Proprio grazie all’unione di questi due fattori si ottiene un aumento dell’affluenza di passanti nella via, contribuendo anche al suo sviluppo commerciale ed economico. Dai negozi all’ingrosso si passa a nuove boutiques alla moda. La clientela si rinnova e la via diventa un importante polo commerciale.
Anche le nuove attività di carico e scarico per i negozianti sono limitate a determinati orari in modo da risultare meno invasive nella vita dei passanti. Soprattutto per quanto riguarda i lavoratori, la vita si svolge sempre più fuori casa. Questa abitudine genera, da parte della popolazione, nuove necessità a cui rispondere con soluzioni innovative. Il tema sempre più crescente è la ricerca delle tipiche “comodità di casa” anche fuori casa, che devono essere a portata di mano in qualsiasi momento. Inoltre, la vita dei cittadini diventa ancora più smart. Tutto è connesso e tutto parte da una semplice app. La tecnologia è parte fondamentale della vita quotidiana delle persone che si concedono le piccole comodità offerte dagli smartphones.
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Per raccontare questa storia sono stati individuati tre principali protagonisti: Luca, Giulia e Matilde. Luca, che ha 34 anni, vive a Milano in zona Sempione, lavora negli uffici Microsoft di via Pasubio e si muove per la città in bicicletta. E’ appassionato di fumetti e ama prendersi una pausa dal lavoro per viaggiare, attività in cui investe la maggior parte dei suoi guadagni. La sua più grande passione, però, è chiaramente la tecnologia. Grazie al suo lavoro cerca di portarla sempre più nella vita delle persone, perchè è convinto che possa facilitarle in diverse situazioni. Anche lui, per esempio, nella sua quotidianità è sempre di fretta. Ammette di aver bisogno di ottimizzare i tempi e sogna di
scenario building
PERSONAS
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avere un luogo in cui poter trovare tutto ciò che gli serve. Matilde è una donna di 48 anni, fa la commessa in una boutique in Corso Como a Milano e vive nella zona dei Navigli. Per muoversi usa soprattutto i mezzi pubblici ma appena può preferisce una camminata a piedi. È appassionata di arte contemporanea, ma le piace anche occupare le sue giornate libere facendo shopping. Ama prendersi cura di sè ed avere un look ordinato. Spesso si trova a fare un aperitivo con le amiche all’Arco della Pace dopo il lavoro e sogna di avere un posto in zona dove potersi cambiare e fare una doccia. Giulia è una studentessa di design del Politecnico di Milano. Ha 23 anni, vive in zona Lambrate
e studia nella sede di Bovisa. Non potendo permettersi un’auto sfrutta i mezzi pubblici per andare a lezione e muoversi in città. È una ragazza smart, le piace aggiornarsi su ciò che accade nel mondo e consulta tutti i giorni i siti internet delle grandi testate giornalistiche dal suo smartphone. Le sue grandi passioni sono la musica e la cucina etnica, che adora mangiare e cucinare. Si reca spesso in Chinatown con gli amici per mangiare nei ristoranti cinesi e passare una serata tranquilla. Arrivando direttamente dall’università, sogna di avere un posto sicuro dove lasciare il proprio zaino e computer per essere più libera durante la serata.
A fianco un esempio di personas individuate per il progetto. Da sinistra a destra: l’ingegnere Luca, la commessa Matilde e la studentessa Giulia.
TERZA parte CONCEPT
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sviluppo
EVOLUZIONE DEL CONCEPT
(Pit Lane) La Pit Lane è l’area all’interno di un circuito automobilistico adibita alla fermata delle auto e delle moto per fare rifornimento. Essa è suddivisa in tre zone che sono scandite su un asse centrale: quella più interna è formata dai box; la zona centrale è la parte asfaltata che si dirama dalla pista e dal flusso principale dove le macchine si fermano temporaneamente; la terza zona è quella delle cabine di monitoraggio video, dove il flusso non viene rallentato perchè è la parte adiacente alla pista. Così come nella pista vi è un flusso la cui velocità viene modificata, nel nostro spazio si ha una deviazione delle persone che, entrando all’interno del locale si fermano temporaneamente per accedere ai servizi, rimanendo all’esterno utilizzando il servizio di take away si ha solo un rallentamento momentaneo. Anche la scansione dello spazio si rifà alle zone della Pit Lane: esso è costituito su un asse principale, il corridoio, ai cui lati si trovano due aree delimitate dai muri che costituiscono il corridoio stesso.
(Bolidismo) Il bolidismo è un movimento d’arte del tardo ‘900 nato a Bologna, dedito alla rappresentazione della velocità, della dinamicità e del movimento. Esso prende ispirazione dal futurismo italiano sia come concetti che come rappresentazione artistica. Gli esponenti di questa corrente utilizzano tratti fluidi e veloci, forme dinamiche e colori accesi posti in contrasto con colori scuri. L’artista più conosciuto aderente a questo movimento è Massimo Iosa Ghini, architetto bolognese collaboratore di molte aziende italiane. Da questo movimento artistico si è preso ispirazione per la costruzione degli spazi, composti da forme fluide e linee curve, ove il dinamismo è dato da angoli smussati e ampi raggi di curvatura.
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(Streamline) Lo Streamline un movimento di progettazione che si sviluppa a partire dagli anni ’20 del 1900 in America. Alla base vi è la ricerca di forme aerodinamiche che agevolano la velocità ed è stato quindi utilizzato per l’ottimizzazione di mezzi di trasporto quali automobili, treni e motociclette. Lo streamline è poi diventato uno
stile vero e proprio che somiglia al Bolidismo (il Bolidismo prende infatti in parte ispirazione anche da questo movimento) L’architettura degli anni ’50 in America si rifà spesso a questo stile, prediligendo l’utilizzo di linee curve e dinamiche come, ad esempio, le architetture tipiche dei fast-food di quegli anni.
sviluppo
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(Concept) Il concept è l’unione dei tre concetti (Pit Lane, Bolidismo e Streamline) dai quali si è tratta l’idea di sviluppare la velocità in forme. E’ stata di conseguenza definita la divisione degli spazi che agevolano il movimento fluido secondo i concetti di aerodinamicità e linee curve.
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casi studio
// GARAGE ITALIA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Mario Bacciocchi Luogo: Milano Anno: 1952 Restauro: Michele De Lucchi, 2017
Il caso studio qui proposto è stato preso in considerazione poiché vuole suggerire l’idea di streamline come espressa nella forma esterna di questa stazione viva ed aereodinamica. La linea in movimento, declinata progettualmente ed esteticamente in maniera differente, viene espressa nello spazio &GO attraverso lo smussamento delle forme e la sfuggevolezza dei volumi.
Garage Italia nasce da un landmark dell’architettura moderna milanese: questa ex-stazione di rifornimento Agip Supercortemaggiore, situata in piazzale Accursio, viene disegnata e progettata da Mario Bacciocchi, sotto commissione di Enrico Mattei nel 1952. La stazione è costituita da un piazzale esterno per il rifornimento di carburante, un ampio spazio commerciale al piano terra contenente un bar, gli uffici, un’area di attesa e un’officina per il lavaggio e la manutenzione delle automobili. Sorge su di un lotto triangolare definito dall’intersezione di due viali, che determinano la particolare forma architettonica dell’edificio. La prospettiva trasforma le due grandi tettoie orizzontali: il vertice del triangolo plasma una curva che si proietta in avanti attraverso un poderoso sbalzo. Con il tempo, però, la struttura cade in rovina, fino a che non viene recuperata e restaurata nel 2017. Il team di architetti che se ne occupa, capitanati da Michele De Lucchi, attuano un intervento di restauro di carattere conservativo e di consolidamento statico. Infatti, viene rispettata l’anima dell’edificio, sia dal punto di vista storico che architettonico, proiettandolo nella contemporaneità.
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casi studio
// IBM ITALIA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Iosa Ghini Associati Luogo: Roma Anno: 2010
Proprio queste linee sinuose e fluide costituiscono la linfa che anima lo spazio &Go, in particolar modo per quanto riguarda le pareti curve del corridoio e gli arredi personalizzati degli ambienti Wash&Go. Queste forme conferiscono movimento e uniformità a spazi e funzioni che altrimenti sarebbero sconnessi e disomogenei.
Il nuovo Software Executive Briefing Center di Roma si trova all’interno della stessa struttura che ospita il laboratorio internazionale di sviluppo della IBM Software Group. La struttura fornisce tutti gli strumenti per esplorare la tecnologia IBM e le sue soluzioni innovative. L’architetto Iosa Ghini, consacrato al bolidismo, propone per IBM una soluzione di interior design in una nuova, stimolante atmosfera. Il progetto mira a dare un’identità più fresca e tecnologica all’azienda: perfettamente in linea con la sua poetica, lo studio offre all’edificio le iconiche linee del logo IBM rielaborate in maniera dinamica e bolidista. Tradotta in spazi, questa determina superfici liscie e smussate, colori forti e neutri creano un ambiente plastico e pulsante, che, con l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia in campo audiovisivo accuratamente selezionate, forniscono agli ospiti un ambiente confortevole ed un’esperienza ad alto valore aggiunto.
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casi studio
// PIRELLI CORSO VENEZIA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Renato Montagner Luogo: Milano Anno: 2011
L’impronta automobilistica e meccanica dell’ambiente plasma lo stile del Pirelli Store, rappresentando nel modo più esemplare l’identità dell’azienda. Parallelamente anche il concept dello spazio &Go si fonda su base automobilistica, il pit-stop. Da qui la strada, il circuito e la velocità hanno costituito le radici da cui il progetto ha preso vita. Questi elementi, applicati a livello pratico, si traducono in spazi scuri, fortemente caratterizzati anche da forti contrasti di luce.
È il primo flagship store della Pirelli, situato in corso Venezia, 1. Il progetto dell’architetto si configura in uno spazio sviluppato su due livelli per un totale di 1500 metri quadrati. Si presenta come una novità assoluta nell’ambito dello shop-design, delle merceologie e dei servizi. Ogni movimento che percorre la strada (sia esso automobilistico, motociclistico o pedonale) entra fisicamente nel punto vendita; nel senso letterale della parola, uno street in the shop. A metà fra concept store e museo d’azienda, l’esposizione delle varie collezioni e special project Pirelli PZero avviene tra i motori iconici su due/quattro ruote e video wall della Formula 1, unificando così l’ambiente esterno con quello interno. Il rimando alla storia dell’azienda Pirelli è efficace poiché è chiara rappresentazione del suo DNA industrial. In particolare, alcuni elementi strutturali sono fortemente caratterizzanti: la parete anecoica, il rubber carpet, i camerini materassini ed altri pezzi di design (come il gatto Meo Romeo di Bruno Munari).
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QUARTA parte SVILUPPO
uscita
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accesso del personale
consegna take-away
ingresso
Pick&Go Wash&Go Leave&Go Flusso principale Aree di sosta
divisione degli spazi
STUDIO DELLA CURVA
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Lo spazio in via Paolo Sarpi 1 ha una struttura più o meno rettangolare, lunga circa 18 metri e profonda 7. Particolarmente interessante è l’affaccio su due vie che è stato sfruttato per scandire gli spazi. Le funzioni all’interno dello spazio sono rapide e mirano a velocizzare e semplificare le azioni delle persone, soprattutto dei lavoratori, in particolar modo quando sono di fretta. Essendo, perciò, tutte azioni dinamiche, si è pensato come concept la stremline: una linea che incarna tutte queste proprietà. E’ così stata studiata una linea curva che funge da corridoio e scandisce le diverse funzioni. Tale linea trasmette fluidità e senso di velocità, ha un unico senso e sfrutta nel miglior modo possibile l’intero ambiente. Il flusso di persone, punto di partenza del progetto in seguito
allo studio del quartiere, è stato in tal modo agevolato e velocizzato. Nell’angolo che presenta il doppio affaccio sulla via, infatti, è stato posizionato il Pick&Go. All’interno dello spazio si trovano il Wash&Go, funzione più lenta e che richiede il maggior dispendio di tempo, e verso l’uscita il Leave&Go, servizio più veloce; questo perchè idealmente la curva “accelera” nello spazio in corrispondenza dei lockers che precedono immediatamente l’uscita.
spazi
CORRIDOIO
Il corridoio, parte centrale dello spazio, è scandito da fasce orizzontali nere che percorrono interamente le pareti, dall’ingresso in via Paolo Sarpi fino all’uscita in via Montello. Sono state scelte queste strisce orizzontali in quanto trasmettono sensazione di velocità, rapidità, e “incentivano” le persone a percorrere il corridoio in maniera fluida e veloce. Le fasce sono di tre diverse dimensioni, che partendo della più grande a livello del pavimento, si riducono gradualmente fino al soffitto. Lo spazio è completamente privo di angoli netti che sono stati sostituiti da curve e angoli dolci e morbidi: le fasce della parete, infatti, “entrano” nei bagni definendo la porta di accesso; allo stesso modo, vanno a definire la zona del Leave&Go. Le fasce orizzontali “fuoriescono” dalla curva principale per formare una seduta disponibile per l’attesa e due ripiani per l’appoggio di
oggetti personali, dotati anche di prese elettriche. Allo stesso modo, nella zona dei Leave&Go, formano un unico livello che definisce una seduta di supporto all’area. Nella parte antistante i lockers una parte della parete è in vetro semitrasparente e permette agli utenti di vedere il personale al lavoro, ed agli operatori di poter velocemente controllare il flusso di persone interno per una maggior sicurezza. Questo sportello permette, inoltre, da parte degli utenti, un contatto con gli operatori in caso di necessità. Nell’intero ambiente è stato, infatti, ridotto il contatto umano tra personale di servizio e utente, lasciando maggior spazio a privacy e automazione.
A sinistra in alto: vista dall’ingresso. A sinistra in basso: vista dalla seduta verso la parete con l’infografica posta all’ingresso.
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spazi
PICK&GO
L’area del Pick&Go è disposta angolarmente, in modo che la zona di consegna pacchi affacci direttamente su via Paolo Sarpi, mentre la zona adibita alla consegna dei prodotti della via da parte di un operatore si trovi su via Montello, per una miglior accessibilità. Lo spazio è stato diviso in due parti da un piano di lavoro sul quale l’operatore prepara i vari box con i prodotti, che vengono poi, una volta pronti, riposti nelle mensole visibili dall’esterno. Nello spazio retrostante si trova la zona adibita al mantenimento delle vivande in caldo o al fresco, la macchina del caffè per la preparazione delle bevande calde, i frigoriferi per la conservazione di bevande fredde ed un lavabo di servizio. L’area davanti, adibita alla consegna box, è costituita da un ulteriore grande piano da lavoro e un bancone che comprende anche
una vetrina dotata di apertura tramite ante a scorrimento, per la consegna dei box sull’esterno. Nelle due diverse zone sono presenti alcuni monitor di servizio che mettono in comunicazione il cliente, che ordina tramite applicazione il proprio box, con gli operatori per la preparazione e la consegna dei prodotti. Il bancone nero nella zona sottostante e in quella sovrastante le mensole contenenti i pacchi pronti per la consegna è caratterizzato da fasce orizzontali riprese dalla curva del corridoio interno. Il pavimento di questa zona è continuo con il resto dello spazio i,n resina epossidica gialla. Le mensole per l’appoggio dei box pronti che sono visibili dall’esterno, rendono la vetrina è “in movimento”, in quanto essa, cambiando in continuazione, trasmette la dinamicità dello spazio anche all’esterno.
A sinistra in alto: vista dell’area di preparazione dei pacchi. A sinistra in basso: vista dal bancone sulla strada verso l’interno.
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WASH&GO
Il Wash&Go è lo spazio più vicino all’ingresso ed è composto da quattro bagni, di cui tre dotati di doccia ed uno senza doccia, accessibile anche da persone con disabilità, e da mamme con bambini in quanto è presente un fasciatoio. Tutti i bagni sono accessibili solo tramite app; una tecnologia integrata alle porte automatiche permette di accedere digitando il codice generato dall’app sul tastierino numerico presente su di ogni porta di accesso. La porta si aprirà automaticamente, per poi richiudersi al passaggio. All’interno un sensore di movimento presente all’uscita farà aprire la porta, che si bloccherà automaticamente. Ciascun bagno è dotato di antibagno: uno spazio-spogliatoio in cui deporre gli oggetti personali. Idealmente alcune fasce orizzontali della parete del corridoio “entrano’” nel bagno e definiscono alcuni arredi e ripiani posti a diverse altezze.
La zona più ampia del bagno dove è situato il lavabo, è dotata di panca d’appoggio, uno specchio retroilluminato studiato al meglio per la visibilità dell’utente, ed una doccia, molto ampia e comoda, servita dei dispenser di sapone necessari. Il water, invece, è situato nell’area adiacente all’antibagno, diviso dal resto dello spazio da un pannello specchiante che permette all’utente di potersi specchiare interamente. Questa disposizione permette l’alternanza di chiusuraapertura degli ambienti antibagno e toilette, che rimane isolato dal resto del bagno per un maggior comfort, creando così uno spazio più dinamico. Per gli arredi è stato scelto il fenix, un materiale composito, igienico e molto resistente all’umidità, in continuità con le fasce all’esterno. Il pavimento anche in questi ambienti è in resina epossidica di colore giallo, materiale igienico perfetto per i bagni.
A sinistra in alto: vista dall’ingresso del bagno. A sinistra in basso: vista dalla parete opposta all’ingresso verso l’ambiente toilette.
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LEAVE&go
La zona del Leave&Go si trova in prossimità dell’uscita dello spazio, che affaccia su via Montello. I lockers presenti sono di dimensioni e tipologie differenti per consentire il massimo della flessibilità: possono contenere borse, valigie, oggetti personali e spesa, in caso di lockers refrigerati. Sono dotati di prese elettriche all’interno, ed alcuni vengono adibiti alla consegna di pacchi da parte dei corrieri. I lockers, di tre dimensioni, sono disposti nella parete in tre colonne secondo varie combinazioni. La parete composta dai lockers è di colore nero, tramite un materiale che dona continuità con la curva, in modo da non interrompere il senso di velocità trasmesso a livello visivo. Le fughe delle ante sono poco visibili in modo da “mimetizzarsi” con l’ambiente. Al centro della parete è previsto un display e uno scanner di codici QR tramite cui è possibile sbloccare il
locker prenotato precedentemente tramite l’applicazione. Tutti i lockers, infatti, sono collegati ad un sistema hardware centrale che ne regola l’apertura e chiusura. Una fascia della parete curva antistante ai lockers fuoriesce a formare una seduta o appoggio di servizio utilizzabile dagli utenti durante l’apertura o chiusura degli armadietti per un maggior comfort.
A sinistra in alto: vista verso l’uscita su via Montello. A sinistra in basso: vista verso l’interno dello spazio.
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La parte esterna dello spazio è scandita da cinque vetrine sul lato lungo via Paolo Sarpi e due vetrine su quello corto lungo via Montello. Le fasce nere applicate longitudinalmente sulle vetrine e sulla muratura ripropongono le fasce utilizzate internamente nel corridoio come decorazione e riprendono, continuando sulla parte vetrata, il motivo del bugnato Al loro interno vengono riportate le indicazioni per dirigersi ai tre servizi che sono riportate con frasi semplici dirette all’utente, utilizzate per rendere lo spazio piÚ
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VETRINE
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accogliente e meno freddo. Il linguaggio con cui si parla all’utente tramite l’infografica è diretto e semplice così da essere facilmente comprensibile per tutti. Le fasce simboleggiano la velocità, la continuità, fanno da congiunzione tra interno ed esterno mostrando, a chi percorre la via, gli elementi caratterizzanti dello spazio: l’uso del colore nero e la ripetizione di fasce strette e longitudinali. Le vetrine oscurate utilizzate per coprire lo spazio corrispondente ai magazzini sono state sfruttate per l’applicazione dell’infografica così
da sfruttare appieno ogni spazio disponibile. Il colore utilizzato principalmente nelle vetrine è il nero che accostato al giallo Milano riprende i colori utilizzati all’interno. Il contrasto che si crea tra la vetrina dello spazio e le facciate delle costruzioni che vi sono attorno rendono il luogo impattante, caratteristico e ben visibile anche a distanza.
In alto: restituzione grafica delle vetrine e prospetto esterno.
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Luca appena sveglio prenota il suo lunch box tramite l’applicazione da casa. Sceglie, tra i prodotti provenienti dalle attività di via Sarpi o bevande preparate al momento, gli elementi per la composizione del suo pacchetto, un orario per il ritiro ed effettua il pagamento tramite app. Una volta ricevuta conferma dell’ordine inviato, si prepara per andare al lavoro. Mentre gli addetti preparano il suo box, Luca raggiunge lo sportello del Pick&Go in bicicletta. Grazie all’affaccio diretto sulla via, può ritirare il suo box senza nemmeno scendere dalla bici. Il Pick&Go, infatti, è studiato appositamente per agevolare il flusso degli utenti in strada. Luca mostra il codice QR della prenotazione all’operatore tramite il suo smartphone e riceve il box pronto per lui che è stato riposto sulle apposite mensole. La consegna si svolge veloce: Luca risparmia tempo e arriva in orario in ufficio.
customer journey
PICK&GO
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Matilde ha appena finito il suo turno di lavoro in negozio e in vista di una cena con le amiche si reca al Wash&Go per fare una doccia e prepararsi per la serata. Al suo arrivo prenota un bagno disponibile tramite l’applicazione; successivamente apre la porta del bagno assegnatole tramite il codice numerico ricevuto sull’app. Accede così all’antibagno che, grazie alle mensole disposte a varie altezze è perfetto per spogliarsi e lasciare i propri averi. Dal cassetto dei kit monouso compra un kit extra per lavarsi i denti che le verrà addebitato tramite l’app una volta effettuata e confermata l’uscita. Accede poi alla zona più ampia del bagno dove ha accesso alla doccia e a tutti i servizi. Una volta sistemata e pronta per uscire, apre la porta tramite l’apposito sensore all’interno. All’uscita la porta si chiude automaticamente e Matilde deve solo confermare la fine All’uscita deve confermare la fine dell’utilizzo del servizio in modo che l’addetto possa, tramite un’apposita notifica, procedere con la pulizia del bagno e renderlo nuovamente disponibile.
customer journey
WASH&GO
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Giulia è appena arrivata all’&Go e non conosce bene lo spazio. Al suo ingresso osserva la parete sulla destra su cui è presente l’infografica e, seguendo i passaggi indicati, scarica l’applicazione necessaria per effettuare la prenotazione del locker. Riceve alla conferma della prenotazione un codice QR. Seguendo l’infografica disposta nell’intero spazio raggiunge la zona del Leave&Go, contrassegnata anche a terra da una fascia di colore bianco. Grazie al QR inviatole sull’applicazione può sbloccare un locker utilizzando il display e lo scanner posti al centro della parete. Il locker assegnatole si sblocca automaticamente, permettendo a Giulia di depositare facilmente i suoi oggetti personali. La chiusura avviene in maniera automatica e Giulia può uscire senza più il peso dello zaino. Per sbloccare il locker al suo rientro sarà sufficiente ripetere l’operazione allo scanner mostrando il codice QR.
customer journey
LEAVE&GO
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Resina epossidica / finitura giallo ocra
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Fenix NTM 0,6 mm / finitura 0720 INGO / Arpa Industriale
Vetro con finitura Starclean / Samo
materiali e illuminazione
MATERIALI
NCS S 1060 - Y NCS S 0300 - N NCS S 9000 - N
Lo spazio è caratterizzato, in tutte le sue aree, da pochi materiali e colori ben precisi. (Colori) I colori scelti sono nero, giallo e bianco, una palette fortemente caratterizzante scelta a partire dall’evoluzione del concept. L’influenza nella scelta della palette deriva da un insieme di vari fattori, tra cui: casi studio (Pirelli Corso Venezia), settore e ambiente automobilistico da cui si è presa ispirazione ed il concetto di dinamismo e velocità. (Materiali) L’intera pavimentazione è in resina epossidica di colore giallo opaco, materiale molto resistente, di lunga durata ed impermeabile. Ideale per ambienti umidi che necessitano di proprietà antiscivolo, come i bagni del Wash&Go. La superficie monolitica, senza fughe o giunti, rende il pavimento altamente igienico e di facile pulizia e manutenzione, perfettamente adatto ad un luogo utilizzato da un vasto pubblico. La parete curva del corridoio centrale è caratterizzata da fasce orizzontali in compensato, di minimo spessore, di tre larghezze differenti che diminuiscono in
prossimità del soffitto. Essa è ricoperta interamente con una pellicola opaca di colore nero, poco riflettente. Sempre di colore nero è il materiale innovativo, super opaco, soft touch e antigraffio che riveste interamente gli arredi all’interno dei bagni oltre al bancone di lavoro e le mensole dell’area Pick&Go: il Fenix NTM di Arpa Industriale, con finitura 0720 INGO. Igienico, idrorepellente, resistente all’umidità, perfettamente adatto al contatto con gli alimenti, oltre che molto facile da pulire, adatto a questo tipo di ambienti. L’idrorepellenza è anche la proprietà principale del vetro utilizzato nelle cabine doccia del Wash&Go. Il trattamento termico Starclean, dell’azienda Samo, agisce sulle molecole di silicio contenute nel vetro, facendo sì che l’acqua scivoli via e, in questo modo, si riduca la formazione di calcare. In questo modo le operazioni di pulizia sono molto più semplici ed efficaci. Caratteristica importante è che tale vetro è assolutamente curvabile, antigraffio e resistente agli urti.
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Reflex C.o.B. / iGuzzini supercomfort faretto rotondo spot 2800-6000 lm - 3000K Reflex C.o.B. / iGuzzini faretto wallwasher 1500-5000 lm - 3000K Reflex C.o.B. / iGuzzini fascia led da incasso 200 lm - 3000K
materiali e illuminazione
ILLUMINAZIONE
L’illuminazione utilizzata all’interno dello spazio è di tre diversi tipi: spot, wallwasher e led strip. Tutti gli apparecchi luminosi sono prodotti da iGuzzini e si differenziano in tre modelli: Reflex C.o.B/iGuzzini, supercomfort faretto spot Reflex C.o.B/iGuzzini, faretto wallwasher Reflex C.o.B/iGuzzini, fascia led da incasso L’apparecchio di tipo wallwasher è stato scelto per risaltare la texture della parete presente nel corridoio, le linee vengono, infatti, messe in risalto dal gioco di luci ed ombre creato dalla sorgente luminosa che ne risalta gli spessori. Il tipo spot è utilizzato in diverse parti dello spazio, per illuminare in maniera omogenea tutte le zone. Sono infatti presenti all’ingresso, dove si è reso necessario illuminare la seduta e la parete dell’infografica perchè fosse ben
leggibile; nell’area del Pick&Go che, essendo luogo di lavoro per gli operatori, richiede una buona illuminazione generale; nei tre diversi ambienti che compongono i bagni, per ottenere una buona visibilità e comfort. Nei i bagni, inoltre, la zona del lavabo è ulteriormente illuminata grazie al supporto dello specchio retroilluminato tramite una strip led. Gli apparecchi led da incasso sono invece disposti nella parte superiore della cornice della porta in modo da evidenziare l’accesso e render ben visibile il tastierino numerico necessario allo sblocco automatico delle porte.
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casi studio
// UNA HOTEL VITTORIA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Fabio Novembre Luogo: Firenze Anno: 2003
Per gli spazi Wash&Go si fa riferimento in particolar modo al lavoro sui bagni di Novembre: unificare in un unico sistema più arredi con funzioni e ubicazioni diverse. Parallelamente alla sua idea progettuale, si vuole creare uno spazio dove appoggi e contenitori coincidano, lasciando l’ambiente aperto ed uniforme.
Una Hotel Vittoria è un luogo di sosta funzionale e d’ispirazione per le persone. L’architetto ha voluto enfatizzare la potenza culturale fiorentina: ognuna delle 84 camere ha una diversa figura storica raffigurata sulla porta che, presente in modo assiduo nel corridoio, accompagna l’ospite in un ambiente accogliente, dando un approccio più umano al soggiorno. I corridoi, dunque, si trasformano in gallerie d’arte, rendendo un semplice passaggio una sensazionale esperienza di immersione. All’ingresso, un vortice di mosaici si trasforma in un banco della reception, mentre il bancone del bar si circonda su se stesso, creando più occasioni di contatto. La sala da pranzo, come per gli altri ambienti, è costituita da elementi fusi insieme: l’architettura diventa parte integrante dei sistemi arredo. Gli ambienti sono resi uniformi dall’utilizzo di onde sinuose che inglobano gli spazi e li amalgamano. Così, anche i bagni assumono una caratterizzazione tramite una fascia nera contenente tutti gli arredi e accessori bagno (wc, lavabo, doccia). Inoltre, la struttura contenente questi elementi funge anche da piano appoggio, gestendo in modo esemplare l’equilibrio fra funzione e decorazione.
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casi studio
// HILLY SOFA //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Achille Castiglioni Azienda: Cassina Anno: 1992
Palese è il riferimento ai volumi della seduta, rielaborati e proposti nel corridoio dell’&Go. Il sistema seduta/appoggio progettata appositamente per lo spazio, va a sottolineare la plasticità e la sinuosità della parete curva.
Hilly è un elemento di seduta che può adattarsi facilmente a diversi ambienti (grandi spazi pubblici o privati), funge, inoltre, da elemento di coesione fra persone diverse. Le 3 varianti del sofà (divano, divano centrale e poltrona) costituiscono gli imbottiti prossemici disegnati da Achille Castiglioni per l’azienda Cassina. Sono formati da una base rigida in legno laccato nero, sormontata da strati imbottiti di densità variabile di poliuretano espanso, dal profilo mistilineo e tra loro collegati. Per quanto riguarda i rivestimenti, sono disponibili in vari colori secondo una scala cromatica tonale, tutti in tessuto scamosciato. Nel foro presente al centro del divano è inserito un piano d’appoggio in laminato nero. Le forme sovrapposte, man mano più piccole, definiscono la linea stratificata della seduta.
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casi studio
// NATURAL SCIENCE MUSEUM //Descrizione dell’opera
//perchè interessa
Autore: Studio Huaman + Herzog & de Meuron Luogo: Barcellona Anno: 2011
Per il wayfinding dei 3 spazi costituenti il progetto &Go, la grafica scelta rispecchia il concept dello studio Huaman: linee semplici e chiarezza attraverso l’uso di simboli in punti strategici, che con il minimo spessore riescono ad essere chiari ed efficaci.
Il wayfinding di questo museo parte da un brief progettuale che punta alla linearità e all’assenza di volumi pesanti, di modo che questo non risulti esso stesso il protagonista del luogo, ma lo faccia essere chiaro a tutti e facilmente percorribile. L’asetticità caratterizza drasticamente l’ambiente, in primis attraverso il colore nero e l’assenza di materiali o finiture particolari. A questo spazio viene deciso di applicare un’info grafica che, quindi, non ingombra il campo visivo nonostante usi il colore più contrastante con questo tipo di finiture, il bianco. Le linee pure ed essenziali della grafica sono in grado di comunicare, con il minimo impatto, le informazioni necessarie per vivere e capire lo spazio.
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QUINTA parte APPROFONDIMENTI
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La suddivisione degli spazi nell’ambiente bagno amalgama utilità pratica e coerenza formale, in quanto permette all’utente una breve sosta nel Wash&Go senza allontanarsi dal concept di base, fluidità e sinuosità delle forme. Entrando nell’antibagno, si possono notare tre diverse fasce che costituiscono tre piani d’appoggio differenti: il primo, quello immediatamente adiacente all’entrata posto a 105cm da terra, funge da ripiano per borse o piccoli bagagli e contiene, inoltre, i kit extra che ogni utente può scegliere in base alle proprie esigenze. Questi kit monouso prevedono un set da barba, spazzolino e dentifricio, slip basic di emergenza, assorbenti, pannolini e uno smacchiatore per tessuti istantaneo. Il secondo ripiano, a 45cm da terra, è una seduta che può essere paragonata, per stessa funzione ed utilizzo, alla panca da spogliatoio, al di sotto della quale un’altra fascia
chiara beretta
ARREDO WASH&GO
funge da ripiano per le scarpe. All’interno del bagno la fascia della seduta procede per tutta la parete, offrendo un ulteriore appoggio all’utente nella zona doccia/ toilette, unificando nel contempo i due spazi. Sulla parete opposta è presente, invece, il sistema arredo capace di integrare diverse funzioni ed accessori bagno in più elementi che, visivamente, rendono nell’insieme un unico blocco arredo uniforme. In particolare si parla di blocco lavabo, blocco scopino (entrambi a 90cm da terra) e blocco porta saponi (a 140cm dal pavimento). L’unico sanitario compreso in questo insieme è il mobile lavabo, incassato nella fascia posta ad altezza di 90 cm da terra. Ognuna delle fasce che costituisce l’arredo Wash&Go è costruita da un’intelaiatura interna in legno e compensato di rivestimento, a cui è applicato come rivestimento esterno il Fenix con finitura nero
opaca. Tutte le strutture sono sospese da terra e agganciate al muro tramite un binario di sospensione che, lungo quasi quanto l’intera lunghezza di ogni singolo arredo, viene fissato tramite un gancio alla struttura del mobile. Per quanto rigurda gli spazi contenitori, sono di tipologia diversa in base all’utilizzo che il cliente dovrà farne. Sono presenti cassetti a scorrimento con chiusura rallentata Blu motion per i kit extra nella zona antibagno, il cestino, lo scoparto per l’asciugacapelli e il contenitore degli asciugamani usati. Un’altra tipologia è il sistema a scomparsa totale per gli accessori bagno (Sesamo di Antonio Lupi), che viene integrato nella struttura come se fosse incassato a muro (con aggiuntivi fusti di supporto) e rivestito con il materiale di rivestimento dell’intero arredo. A questa categoria appartengono il ripiano per lo specchio ingranditore,
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lo scopino ed il porta carta igienica. Così, anche per quanto riguarda i distributori di sapone incassati di Axaeuro, si è creata una struttura all’interno dell’arredo che Ii reggesse e proteggesse. (Sistema di accesso) Gli spazi Wash&Go sono accessibili solo tramite app. Nello specifico, una tecnologia integrata alle porte automatiche (Vista SL C completa di unità di controllo ARIA EVO, di BFT Automation S.p.a.), permette di accedere ad ognuno dei quattro bagni digitando il codice generato dall’app sul tastierino numerico presente su di ogni porta di accesso. Questo codice sarà diverso per ogni utente e si rinnoverà di volta in volta. La porta si aprirà automaticamente, per poi richiudersi al passaggio. Per aprire la porta dall’interno sarà necessario passare la mano sul sensore di movimento presente sulla superficie interna della porta. Una volta usciti dallo spazio, la porta si bloccherà automaticamente, impedendo così l’accesso ad un successivo utente privo di codice. Questo sistema assicura, quindi, un miglior controllo degli accessi e una maggior igiene, grazie all’assenza
di contatto con la superficie della porta da parte del cliente. L’area dell’antibagno è separata dal resto dello spazio da una porta scorrevole con sistema di scorrimento a ruote. Il modello B-Move Multy di Bluinterni consiste in una porta scorrevole di nuova generazione e massima flessibilità, che presenta l’anta scorrevole accostata non più ad un classico binario, bensì ad un sistema di scorrimento costituito da ruote autonome e non collegate tra di loro. Essenziale e decorativa: questa porta riflette, sia dal punto di vista strutturale che decorativo, l’idea di pulizia e linearità che contraddistingue anche lo spazio Wash&Go. Inoltre, in aggiunta al puro senso estetico, la porta funge da pannello divisorio dalla zona antibagno, mentre dall’area toilette la rifinitura della porta è specchiante, di modo che l’utente possa specchiarsi interamente.
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SEDUTA E PARETE CURVA
Il corridoio, parte centrale dello spazio, è scandito da fasce orizzontali nere che percorrono interamente le pareti, per tutta la loro altezza, dall’ingresso in via Paolo Sarpi fino all’uscita in via Montello. Sono state scelte queste strisce orizzontali in quanto trasmettono sensazione di velocità, rapidità, e ‘incentivano’ le persone a percorrere il corridoio in maniera fluida e veloce. Per la realizzazione di tali fasce si è pensato alla costruzione di un telaio in legno, fissato alla parete curva in cartongesso, diviso in 25 parti differenti assemblate, di cui alcune curve ed altre lineari. A tale telaio sono stati fissati pannelli di compensato (252 x 187 cm) con delle viti che, grazie allo spessore di 3 mm, sono facilmente curvabili e, perciò, applicabili alla curva. A tali pannelli sono state fissate delle fasce del medesimo
materiale, di uguale larghezza ma di altezza diversa, dal basso verso l’altro 45, 30 e 15 cm, fissati anch’essi con delle viti. Per la finitura finale è, invece, stato utilizzato un laminato autoadesivo: la pellicola DI-NOC di 3M, con finitura Metallic Wood, di colore nero opaco. Tale pellicola è leggera, molto flessibile e di facile applicazione, anche grazie alla tecnologia 3M Comply che facilita la fuoriuscita dell’aria durante l’installazione. Possiede inoltre un’eccellente resistenza all’acqua, allo sporco ed all’usura, soprattutto negli ambienti interni. A tale parete è fissata anche una seduta “a tre strati”, che pare fuoriuscire dalla curva. Essa è stata pensata per l’attesa degli utenti prima dell’utilizzo dei servizi interni, Wash&Go e Leave&Go, ed è dotata di prese elettriche per il caricamento di dispositivi elettronici, oltre che di ripiani per l’appoggio di oggetti. E’ costituita
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da un telaio in legno di abete, in cui i vari pezzi orizzontali sono curvati a seguire la forma scelta, mentre quelli orizzontali sono lineari. Tra i sostegni orizzontali sono stati inseriti dei tramezzi in compensato, per far sì che la struttura ancora più resistente. Il primo strato della seduta è costituito, a 45 cm da terra, in poliuretano espanso indeformabile e molto flessibile, di densità 40 kg/mc e spessore 10 cm, ciò fa sì che la seduta sia confortevole. Lo schienale è anch’esso alto 45 cm, ed il poliuretano espanso che la ricopre è invece di spessore 6 cm.
I primi due strati sono rivestiti con tessuto altamente ignifugo Talin, finitura 221, composto per il 63% poliuretano e 37% cotone, di facile pulizia con spugna umida ed acqua e sapone. Il telaio, in corrispondenza dell’ultimo “strato”, alto 30 cm, è invece ricoperto con compensato di spessore 3 mm, rivestito, come la parete del corridoio, con la pellicola DI-NOC di 3M. A tale compensato sono state fissate scatole da incasso a 3 moduli 503E per le prese elettriche.
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Per la realizzazione dell’infografica si è preso ispirazione dal museo delle scienze di Barcellona l’ infografica utilizzata all’interno è bianca su sfondo nero così da essere ben contrastante e risultare ben leggibile. nonsotante sia un luogo pubblico la grfica utilizzata è semplice ed essenziale, la maggior parte delle indicazioni e riferimenti sono date tramite dei simboli o delle parole chiave. Le frecce sono utilizzate sia come indicatori che per evidenziare i testi a cui si riferiscono. Non vi sono elementi decorativi o l’utilizzo di colori ma solo il bianco e il nero. Il carattere in grassetto e in standard differenziano le due lingue utilizzate per l’infografica che vengono separate semplicemente da un segno grafico. Nel museo le grafica sono applicate tramite stencil direttamente alla parete in muratura, lasciando così tutto ancora più minimale. La grafica utilizzata all’interno dello
alessia filippini
INFOGRAFICA
spazio è realizzata su due livelli differenti: un livello orizzontale, la pavimentazione, sulla quale è applicata una grafica realizzata con delle linee curve che delimitano ed evidenziano le aree adibite ai due servizi interni. Il colore utilizzato è il bianco e le scritte sono trasparenti così che la pigmentazione del pavimento funga da colore di riempimento del testo. Il font utilizzato è Young, un carattere senza grazie con uno spessore modesto costruito su circonferenze che rimane ben leggibile anche a distanza Per il Wash&Go la scritta segue l’andamento della curva ed è posta perpendicolarmente sotto le porte di accesso dei bagni; nel Leave&Go vi è una sola scritta curva e sotto la vetrata dell’infografica vi è la scritta visibile soprattutto da chi percorre il corridoio. Il Pick&Go non viene evidenziato tramite una grafica orizzontale
poiché è posto all’esterno dello spazio. Le curve sul piano orizzontale utilizzate anche per dividere idealmente le funzioni differenti che vi sono all’interno dello spazio, si incontrano con le linee del corridoio e, grazie anche ad un gioco di prospettive, rendono lo spazio più dinamico. Il secondo livello di comunicazione è quello verticale: grafiche che vengono stampate sopra un adesivo vinilico che ricopre interamente le pareti curve del corridoio. All’interno dei bagni la grafica è posta sul materiale Fenix con una pellicola adesiva o una vernice bianca applicata tramite stancil. La comunicazione sul piano verticale è composta da testi di lunghezze e dimensioni differenti bianchi su nero, ed alcune parole vengono messe in evidenza dal giallo di codice colore: C=0%, M=18%, Y=81%, K=0%.
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I colori utilizzati sono in forte contrasto tra loro e con lo sfondo scuro così da far risultare leggibili i testi anche più piccoli. La dimensione dei font di massimo 220pt consente una buona leggibilità anche da una distanza di dieci metri ed una distanza minima di lettura di circa 100/150cm. Le grafiche sono poste circa ad un altezza media di 150/160cm, altezza sulla quale si pone la linea orizzontale di visione sulla quale si ha comfort visivo e l’occhio umano legge senza sforzarsi. All’ingresso dello spazio, unidirezionale, troviamo sulla destra due indicazioni generali: una che mostra brevemente i servizi e ne indica la locazione tramite delle frecce poste sotto il testo; l’altra spiega in maniera efficace e passo per passo quali sono le istruzioni da seguire per poter utilizzare uno dei servizi offerti e dunque per poter scaricare l’applicazione. Accanto agli ingressi dei bagni ed accanto ai lockers vi sono delle grafiche che descrivono il funzionamento del servizio e le istruzioni per procedere alla prenotazione tramite app. L’infografica è utilizzata anche per spiegare l’infopoint che è posto di fronte al Leave&Go e, all’interno
del Wash&Go, è utilizzata per spiegare i kit extra acquistabili con l’applicazione. Dal lato opposto alla grafica dell’ingresso, sopra la seduta, vi è una frase d’effetto che riassume il concept dello spazio.Dal lato opposto alla grafica dell’ingresso, sopra la seduta, vi è una frase d’effetto che riassume il concept dello spazio. Il giallo è un colore energico, spesso utilizzato dalle case automobilistiche ed usato per rappresentare ciò che è luce, sole ed elettricità e, oltre a caratterizzare fortemente lo spazio, lo rende più giocoso e accattivante andando a contrastare con l’eleganza e la serietà del nero. Il logo è stato creato con la sovrapposizione di tre lettere che vengono delimitate dalla & posta sullo sfondo. L’insieme dei tre elementi compone una forma curvilinea che riprende il concept dello spazio. Il logo risulta ben leggibile grazie all’utilizzo dei colori contrastanti ed alla base vi è il nome scritto per intero: Andgo. L’infografica è supportata anche dall’uso dell’applicazione che spiega in maniera più approvondita gli spazi e i servizi del progetto.
alessia filippini
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Il Pick&Go, grazie alla sua disposizione ad angolo nello spazio, lo rende accessibile da più punti. Innanzitutto, permette l’affaccio diretto su via Paolo Sarpi tramite il bancone per la consegna dei pacchi. L’altro lato affaccia invece su via Montello e tramite una porta di servizio consente l’accesso allo spazio da parte del personale. Per quanto riguarda lo spazio interno è presente un affaccio reso mediante una finestra posta a 150 cm da terra nella parte curva che consente il controllo del corridoio ed un eventuale contatto con gli utenti. Tramite il magazzino, invece, è possibile accedere al corridoio interno grazie ad una porta a battente a filo parete. La suddivisione delle aree lavorative all’interno del Pick&Go è stata di fondamentale importanza per la progettazione degli spazi. L’elemento centrale che divide in due la parte più ampia dello spazio assegnato
chiara sangermani
ARREDO PICK&GO
è dato da un tamponamento da terra che alzandosi a 105 cm diventa poi piano di appoggio. Da qui si alzano altri due ripiani per la conservazione dei pacchi pronti per la consegna. Le mensole sono sorrette da quattro montanti equidistanti fra loro che arrivano poi a sostenere la parte alta della struttura, creata da un secondo tamponamento superiore che ha non solo funzione decorativa per la vista dall’esterno, ma contribuisce a chiudere lo spazio adibito a “cucina” dalla parte “logistica”. Rispetto a questo elemento centrale, infatti, si sviluppano rispettivamente nella parte retrostante l’area di preparazione dei pacchi, con tutta l’attrezzatura e strumentazione necessaria, mentre nella parte antistante il tamponamento si sviluppa l’area di consegna. La prima è costruita seguendo una forma a C rovesciata, configurazione ottimale per un servizio veloce ed efficiente.
Tutti gli arredi che compongono il piano di lavoro sono stati prodotti da Mareno, azienda specializzata nel settore della produzione e distribuzione di cucine professionali. Partendo dal piano di lavoro per l’effettiva composizione dei box che si nasconde dietro al tamponamento (la preparazione da parte dell’addetto dei pacchetti è quindi in parte visibile dall’esterno della vetrina) si sono andate sviluppando le successive aree in base a necessità dell’operatore e comodità di lavoro. La parte opposta al banco di lavoro è dedicata alla conservazione dei cibi preconfezionati che ogni mattina vengono consegnati dalle attività commerciali associate. L’area si compone di un frigorifero a due ante e cassetti per le bevande fredde, conservate in magazzino, su cui appoggiano due vetrinette per il mantenimento in temperatura dei cibi provenienti da via Sarpi: una calda ed una fredda con sistema
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di ventilazione. Alla destra del blocco adibito alla conservazione troviamo un mobile armadiato con lavello ad incasso, interamente in acciaio inox e specifico per cucine professionali, dotato di ripiano di appoggio sulla sinistra. Questo lato si unisce poi al secondo lato ad esso perpendicolare grazie ad un mobile ad angolo che garantisce un ulteriore piano di lavoro senza perdita di spazio sfruttabile. Inizia quindi l’area per la preparazione di bevande calde composta da un mobile armadiato con cassettiera e tramoggia per il caffè. Sul piano di lavoro sono disposti a partire da sinistra la macchina per prodotti liofilizzati, per la prepazione di ginseng e orzo; il macina-dosatore, posto a sinistra della macchina da caffè per una maggior comodità lavorativa; la macchina da caffè professionale a 5 gruppi; la macchina per caffè americano. A chiudere l’angolo che interseca con il banco per la preparazione dei pacchi si trova un tavolo di lavoro aperto nella parte sottostante per accogliere una tramoggia su ruote. Alla sua destra a costituire il vero e proprio piano di lavoro è un tavolo armadiato a due ante e cassettiera, utile a contenere tutta l’attrezzatura necessaria per la composizione dei pacchetti. La parte antistante all’elemento centrale, invece, studiato per la consegna dei pacchi tramite l’affaccio diretto su via Paolo Sarpi. Un lungo piano di lavoro è
composto da tre mobili armadiati, di cui due chiusi ed uno a giorno, utile a conservare il materiale necessario alla preparazione dei pacchi. Un tamponamento esterno che richiama la parete curva del corridoio interno si affaccia sulla via e diventa un bancone d’appoggio a 120 cm da terra. Questo spazio è il punto centrale del servizio Pick&Go poichè sul bancone avviene la consegna dei pacchetti agli utenti. L’affaccio sulla strada è realizzato mediante una finestra con apertura scorrevole fino all’altezza di 210 cm e una parte superiore fissa. Sui banconi sono inoltre distribuiti tre monitor utili al personale per la gestione del servizio. Tramite una parete divisoria dotata di porta a battente si accede al secondo ambiente costituito dal magazzino. Lo spazio è suddiviso longitudinalmente lungo le due pareti lunghe. A destra rispetto all’ingresso, in corrispondenza della vetrina (tamponata per togliere visibilità all’interno) si sviluppa una scaffalatura in acciaio inox modulare e componibile per la conservazione dei prodotti confezionati ed un carrello di servizio con doppio ripiano su ruote utile al trasporto dei prodotti dal magazzino all’area di preparazione. A sinistra, invece, dell’ingresso si sviluppa una zona adibita a spogliatoio, grazie ad un armadietto di servizio a tre posti con divisione interna sporco-pulito ed una panca.
chiara sangermani
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