Racconto di un viaggio - Bali

Page 1

Racconto di un Viaggio Bali 28 dicembre 2016 -5 gennaio 2017

1


1 Dalla Sicilia… all’Indonesia Sono le 14 e un minuto di mercoledì 28 dicembre quando l’aereo della Asian Air atterra all’aeroporto di Bali dando così inizio alla mia prima visita nella famosa isola indonesiana. Un viaggio estremamente impegnativo questa volta, iniziato con una sveglia alle 3:30 del mattino del giorno di Santo Stefano. Ho impiegato circa 48 ore per arrivare fin qui, con cinque decolli e atterraggi e ben 7 aeroporti: Palermo, Roma, Milano Linate, Milano Malpensa, Zurigo, Singapore (con soggiorno di una notte) e, finalmente, Bali. Stanco, jetlegged e assonnato, questo il mio stato all’arrivo al Villa Kubu Boutique Hotel. Ma una volta entrati all’interno di questa meravigliosa oasi fatta di piante tropicali, piscina privata, statue indù, e casetta rustica locale, ogni fatica va via, pronto ad affrontare questa nuova avventura.

2


Nonostante le pessime previsioni, vista la stagione delle piogge, il tempo è la prima sorpresa positiva. Sole alto e caldo fin dalle prime ore del mattino; outfit facile da fare: shorts, t-shirt, ciabatte e costume da bagno: tintarella invernale presto fatta. La penisola di Kuta, a sud della capitale Denpasar, è la destinazione principale per i visitatori di Bali. Le spiagge che si estendono da Seminyak a Legian fino ad arrivare a Kuta sono caratterizzate da distese di sabbia dorata mista a una nera rena vulcanica creando un colore giallo scuro molto particolare. Le alte onde oceaniche si infrangono rumorose sulla riva per la gioia dei tantissimi appassionati di surf che approdano qui, in questo periodo, da ogni parte del mondo.

Tuttavia, c’è anche un’inattesa sorpresa negativa: dal mare, infatti, arrivano in spiaggia e vi si depositano enormi quantità di spazzatura, soprattutto plastica. Impensabile che tutto ciò possa arrivare dal mare, dai rifiuti lasciati dalle imbarcazioni che transitano da queste parti. E allora la spiegazione è una sola: temo che in Indonesia (così come altrove in Asia) e a Bali sicuramente non esista un vero e proprio sistema di smaltimento rifiuti tanto che la gente deposita il tutto lungo gli argini degli innumerevoli fiumiciattoli che sfociano sull’oceano. Questi, alzandosi durante la stagione delle piogge, trasportano tutto in mare e, a sua volta, le onde spediscono il tutto sulla spiaggia, in una sorta di cimitero della spazzatura osceno agli occhi di chi è abituato a riciclare anche una mollica di pane. Come rovescio della medaglia, ecco gli operatori turistici locali armati di scope e scopini di ogni genere per raccogliere queste schifezze, ed è bello vedere come anche tanti turisti ne approfittano per un po’ di volontariato dando loro una mano. Giovedì 29 dicembre 2016

3


2 Verso Ubud Mai mi sarei immaginato di poter condurre uno scooter a Bali, per giunta con guida a sinistra, se non fossi già stato un paio di volte in India. A Mumbai, a Delhi, a Jaipur, mi sono fatto una cultura di come affrontare il pericolo in strada in qualità di pedone. E adesso qui, mi ritrovo in sella ad una moto, a districarmi con abilità in mezzo alla marea di veicoli e ciclomotori che percorrono le strade isolane, in perfetto stile Asian Traffic! E quando qualcuno crede di voler abusare della propria abilità alla guida cercando di anticiparti e infilarsi prima di te, bastano un paio di bip di clacson e ognuno torna al suo posto… E anche in questo India docet!

Questa abbondanza esagerata di mezzi di trasporto rende l’aria tossica e irrespirabile, specie se la temperatura esterna è di 30 gradi con un tasso di umidità che rasenta il 100%. Altro che ZTL, targhe alterne, area C o quant’altro in occidente ci si inventi per ridurre i gas di scarico nell’ambiente; qui i livelli di polveri sottili superano di gran lunga le medie europee e, nonostante la marea di occidentali che frequentano quest’isola, sembra che nessuno se ne accorga e soprattutto che nessuno facente parte del governo indonesiano intervenga. Neanche a 50 km orari, nei pochi tratti in cui non ci sono ingorghi, si ha la sensazione di fresco. L’aria che ti urta contro è torrida ed è indispensabile fare delle ripetute soste per bere e spalmare della crema protettiva in viso, e su tutto ciò che è esposto al sole (braccia e gambe).

4


Dopo un’ora e quaranta minuti sulle due ruote, arriviamo a Ubud. Qui le strade sono caratterizzate dalla presenza di innumerevoli templi induisti di ogni forma e dimensione, sempre più imponenti man mano ci si avvicina alla città.

Situata a Nord di Denspasar, la capitale amministrativa dell’isola, Ubud, immersa tra coltivazioni di riso e foreste dove proliferano macachi di diverse specie, è considerata a buon diritto la capitale culturale di Bali. Il centro storico sembra essere consacrato alle divinità indù: statue di Ganesh rivestite con abiti decorativi un po’ ovunque, altari per le preghiere con tanto di offerte floreali dei fedeli riempiono le viuzze.

5


6


Persino i luoghi di ristoro incarnano lo stile sacro che si respira in questa cittadina di poco più di trentamila abitanti, specie se si entra dentro un warung, ristorante tipico locale a conduzione familiare. Noi abbiamo scelto Warung Makan Bu Rus e non ci siamo affatto pentiti.

In questo posto, anche i sapori sembrano avere del divino così come i decori dei piatti di deliziose specialità culinarie balinesi come i Nasi, sformati di riso o i noodle fritti con carni e verdure accompagnati da un uovo a occhio di bue che sovrasta il piatto. Anche le portate di curry hanno un gusto speciale e unico che solo le spezie locali possono fornire. In questo l’Asia la fa da padrona… Anche i miei viaggi precedenti confermano le abilità culinarie del mondo orientale, rispetto all’Africa, ad esempio, dove la cucina lascia un po’ più a desiderare.

Il sole è troppo cocente oggi, così dopo pranzo, dopo una capatina nel simpatico mercatino del centro città, si fa tappa verso un luogo fresco e riparato: Monkey Forest. Come dice il nome stesso, questa foresta è invasa dalle simpatiche scimmiette che sembrano proteggere l’enorme tempio che si impone sul punto più alto della collina.

7


Nonostante l’allegra presenza dei docilissimi primati, alla costante ricerca di scroccare una banana ai visitatori, e alla natura placida e rigogliosa, il posto si presenta altamente turistico e invaso anche da gente che pur di farsi un selfie con una scimmia sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo.

VenerdĂŹ 30 dicembre 2016

8


3. Festeggiamenti di fine anno In sella alla mia Scoopy della Honda, l’escursione di oggi prevede tappa a Canggu presso la spiaggia di Echo Beach. Anche alle 13:30 le strade sono intasate di veicoli a Bali. E la sottile pioggerellina che rende viscido l’asfalto crea non pochi disagi. Sarà stato per questo motivo che una coppia di Australiani è piombata per terra proprio davanti ai nostri occhi, forse più intenti a gestire la loro Go Pro Cam piuttosto che concentrarsi alla guida… Soccorsi gli sventurati aborigeni che se la sono cavata con qualche graffio, si ritorna in moto da dove si osserva un paesaggio che rispetto alla costa di Seminyak è molto più verdeggiante. Tante sono le coltivazioni di riso qui presenti, fondamentali per il fabbisogno del paese come da buona tradizione asiatica.

Echo Beach si presenta affascinante, con le sue rocce sul mare e le onde che vi si infrangono schizzando acqua ovunque. I pochi tratti di spiaggia sono ideali per i surfisti che popolano questo angolo dell’isola.

Canggu è sicuramente la destinazione più chic di Bali. Qui affiorano lussuosissime ville, splendidi resort, ristoranti di tendenza per una clientela certamente sostenuta. Per strada oggi s’incontrano tante manifestazioni della straordinaria cultura induista. 9


10


Video Uomini e donne vestiti con abiti bianchi, i primi con turbanti in testa, le donne con decori di pizzo per dei rituali folcloristici al ritmo di musiche locali intonate con strumenti a percussione. E poi ci sono loro, i bambini, onnipresenti, bellissimi e tanto, tanto teneri!

11


La spiaggia di Legian è invasa di gente il giorno di capodanno. Il mare dà spettacolo. Onde giganti invadono il bagnasciuga reso enorme dalla marea bassa. Un affascinante tramonto, poi, colora il mare di rosso ed è bellissimo vedere l’innocenza dei bambini che giocano e si bagnano incuranti di quanto il mondo che li circonda così innocente non è.

12


13


E come per magia, oggi non si vede neanche una sporcizia in giro! I fiumi sono in sciopero? O stanno ancora festeggiando pure loro l’ultimo dell’anno? Ah, a proposito, che nottata delirante quella del 31 dicembre, già a partire dal cenone. Qui a Bali ce n’è per tutti i gusti. Ristoranti di ogni genere, etnici, locali, internazionali… Noi, per l’occasione, abbiamo scelto il Bali Pearl Restaurant, un posto esclusivo con tavoli sotto le piante di un bellissimo giardino all’aperto e gestito da un giovane chef francese che ha da poco acquisito una stella Michelin. E la cena è stata stellare a tutti gli effetti sia per la qualità del cibo sia per il servizio. Sapori francesi sopraffini di piatti presentati con massima cura e raffinatezza.

Ma lo spettacolo arriva dopo. Alle 23:00 la spiaggia è stracolma di gente. I bar propongono musiche da discoteche su piste create per l’occasione sulla sabbia dove i bagnanti si trasformano in abili ballerini. Musiche assordanti contrastano col calore della gente in festa e con il costante scoppio di fuochi d’artificio che chiunque può acquistare dai venditori ambulanti e sparare per aria.

14


Video Il cielo brilla di mille diversi colori ad ogni scoppio e il riflesso sul mare è spettacolare. E quando scocca la mezzanotte e i count down segnano l’inizio del nuovo anno in aria esplode di tutto e lungo la costa che si estende fino a Kuta si vedono e si sentono solo luci, fiamme, baci, brindisi e gente che urla a squarciagola: “Happy New Year”.

Sabato 31 dicembre 2016 e domenica 1 gennaio 2017

15


4 Quando il buongiorno si vede dal mattino… Ebbene si, calza proprio a pennello questo modo di dire tutto italiano! Se una giornata deve andare storta, lo si intuisce da subito, un classico. E così, già durante il sonno, alla luce dell’alba, lo scroscio di una forte pioggia scoraggia ogni iniziativa programmata per la mattinata. Salta la corsa in spiaggia e, allo stesso tempo, annullata anche l’escursione in moto prevista per raggiungere la costa meridionale di Bali: troppo pericoloso percorrere 50 km tra andata e ritorno con il rischio di temporali tropicali. E allora ci si rasserena sotto la pensilina guardando da lontano la piscina quasi perennemente puntinata dalla pioggia, buttandosi in acqua solo quelle poche volte che spiove.

Ma il bello deve ancora arrivare. Trascorsa una serata piacevole in un ristorante Giapponese, deliziati i nostri palati grazie ad una cucina super buona e saldato un conto decisamente onesto considerata la qualità del cibo mangiato, ci rimettiamo in sella alle nostre moto per rientrare in villa. Il traffico in città è costantemente snervante e allora le provi e le riprovi tutte per cercare di evitarlo. Si decide quindi di uscire dal centro abitato per prendere una circonvallazione vicina. Peccato però, che la guida a sinistra ci fa dimenticare che su quel tratto saremmo stati contromano. Fa niente, mi dico, già fatto altre volte qui e poi tutti escogitano delle alternative per deviare dagli intasamenti. Detto, fatto ci si avvia lungo i marciapiedi della sunset boulevard quando ad un certo punto un signore ci chiede dove stessimo andando. Insospettito ma anche un po’ impaurito, rispondo che stiamo rientrando in hotel ma che avevamo sbagliato strada… A quel punto lo strano signore abbassa la cerniera della sua giacca a vento per mostrarci il distintivo della polizia sulla sua maglia… Spavaldo! Ce ne fosse stata una di cosa che andava! Contromano, senza casco (nelle strade interne non è obbligatorio, ma qui eravamo in una strada principale) e con patente non in regola per la guida in Indonesia. La frittata è fatta! Orgoglioso e pieno di sé, apre davanti a noi il manuale 16


delle istruzioni sulle multe e ci mostra dei codici di infrazione scritti in lingua balinese. Ce l’avrò anche scritto in faccia che ho studiato le lingue straniere? E se così fosse, non mi sono allargato certo così tanto da apprendere gli idiomi orientali! L’unica cosa comprensibile erano i numeri… 1.500.000 rupie per la patente, 1.000.000 per il contromano, 500.000 per il casco, per un totale di 3.000.000 di rupie che tradotte in moneta occidentale corrisponde a buoni 210,00 Euro. Il tutto cadauno, ovviamente. Bingo! Ma ecco che si passa dalla legalità per punire l’infrazione commessa alla banale e immediata corruzione. Il piedipiatti asiatico, infatti, ci propone subito la doppia alternativa per regolare i conti: passare dal commissariato e saldare l’importo, guarda caso non domani o tra due giorni… ma semplicemente tra una settimana (che coincidenza, un attimo prima ci aveva chiesto da dove arrivassimo e quando saremmo rientrati in Europa!) oppure, volendo, why not… saldare il conticino cash, così chi si è visto si è visto, tutti felici e contenti e il mondo va avanti… Non è che avessimo molte alternative. Rinunciare al volo di ritorno per far visita alla famigliola di sbirri di Seminyak non mi sembrava un’idea geniale e allora optiamo per il piano B, con evidente sghignazzata sotto i baffi del felicissimo poliziotto. Ma in questo caso scatta anche la scaltrezza italiana, o arte di arrangiarsi che dir si voglia. Giacché siamo nella fase dei compromessi, proponiamo uno sconto del 50% vista l’immediatezza del saldo. Nessuna obiezione, anzi, dopo aver prelevato nella banca in prossimità (anche questa molto casuale…) e consegnato la mazzetta, l’agente, con aria tremante e senza neanche contare le banconote, mi restituisce la patente, saluti e baci, amici come prima e happy new year!!! Ebbene sì, tutto il mondo è paese!!! Lunedì 2 gennaio 2017

17


5. Il Tempio incantato Trascorsa una settimana qui in terra indonesiana, si comincia ad apprezzare e riconoscere sempre meglio le abitudini e i modi di fare degli abitanti locali. Peculiarità del popolo balinese è la loro estrema gentilezza, a tratti quasi imbarazzante. Come vuole la loro religione, infatti, gli abitanti dell’isola sono sempre pronti a mettere il loro ospite straniero al centro dell’attenzione; non rispondono mai negativamente ad una domanda e anche se in quel preciso momento non sanno come aiutarti trovano il momento opportuno o la persona giusta per farlo, il tutto sempre col sorriso tra le labbra e il massimo dell’educazione e della discrezione. E muoversi da un punto all’altro ormai è molto più facile. Così ci capita di fare due volte andata e ritorno e sotto la pioggia da Canggu oggi, armati di giacche impermeabili locali, prima per visitare il meraviglioso tempio sul mare di Tanah Lot e poi, dopo essere rientrati a Seminyak, si torna indietro alla sera per incontrare Maria, un’amica che, stanca della vita occidentale e degli stress del lavoro, ha deciso di ricominciare tutto da capo in questa splendida isola dell’Oceano Indiano. È una sorta di pellegrinaggio quello che spinge la gente a rendere visita al tempio di Tanah Lot. Situato su una roccia in mezzo alle acque del mare, è separato dalla terraferma da un breve tratto ed è accessibile solo durante la bassa marea. È tra i siti più famosi dell’isola indonesiana facente parte di una serie di ben sette templi del mare costruiti lungo la costa tra il XV e il XVI secolo. Sembra che una visita durante le ore del tramonto sia estremamente consigliata!

Martedì 3 gennaio 2017

18


6. Mare, sole e… corruzione Quale miglior epilogo di una vacanza “estiva” in pieno inverno se non quello di trascorrere l’ultimo giorno disponibile in un’oasi sperduta del mondo, in riva al mare, di fronte all’oceano indiano alle pendici della penisola che si estende al sud di Bali? Karma Beach si raggiunge in quaranta minuti. Si accede in spiaggia dal lussuoso resort di Karma Kandara.

200.000 rupie è il costo per l’accesso e 300.000 per sunbed, ombrelloni e buono consumazione pasti. Per arrivare in spiaggia, una rudimentale ma decisamente efficace funivia trasporta quattro bagnanti per volta.

Video 19


E una volta arrivati giù, quanto di meglio non si possa desiderare, specie considerando amici e parenti che da casa vedono cadere dal cielo i primi fiocchi di neve della stagione. L’aria è calda e afosa, la sabbia inaccessibile a piede nudo, il mare è meno agitato rispetto alle spiagge più a nord, per effetto di una barriera corallina che frena le onde poco prima della riva. Pertanto concedersi un bagno in pieno Oceano è cosa decisamente lecita. L’acqua è limpida e ideale per rinfrescarsi considerate le temperature cocenti del giorno e l’assenza di ventilazione alcuna a causa della posizione della baia protetta dal muro di roccia alberato circostante. Situazione ideale, questa, per dedicarsi al dolce far niente da spiaggia, tra tuffi, bibite dissetanti, pennichelle all’ombra dei parasole e ultimi raggi di sole equatoriale per portare a casa un’abbronzatura perfetta…

E se vogliamo fare il quadro della situazione sulla corruzione della polizia indonesiana, questa giornata ci dà lo spunto perfetto. Tornando indietro di qualche giorno, Maria aveva riso quando le avevamo raccontato dei tre milioni di rupie offerti generosamente al poliziotto di Seminyak. Con la sua esperienza nell’isola, ci insegna che in questi casi basta negoziare il 20


minimo indispensabile, ed è possibile cavarsela anche con cento o duecento mila rupie. E allora, cascare per tre volte in un giorno in un posto di blocco, tale e quale a quello di qualche sera fa, ci dà la possibilità di mettere in atto le strategie comunicative da poco apprese. Il primo check point al rientro dalla spiaggia, in una strada zeppa di auto e motorini, ma, al 5 di gennaio, i turisti in circolazione sono molto ma molto meno rispetto ai giorni precedenti. Allora le possibilità di essere beccati al posto di blocco sono di gran lunga più elevate. Paletta levata e stop. Questa volta eravamo armati di casco, ovviamente, e circolavamo nel giusto senso di marcia. Ma la patente è sempre la stessa, e loro lo sanno che nessun occidentale ha questo permesso speciale! Si parte da un milione di rupie e la cosa mi stupisce non poco visto che la volta prima erano 1.500.000 per la stessa infrazione. Acqua in bocca, parte la contrattazione. L’ufficiale propone, come al solito, l’opzione A. Chiediamo di non dilungarci troppo e passare direttamente alla B. Lieto del fatto che eravamo preparati sull’argomento, ci concede subito lo sconto massimo (d’altronde, sappiamo bene che è periodo di saldi questo!), scendendo subito a 500.000. Ma, da scaltri europei, apriamo il portafogli, tiriamo fuori 300.000 rupie e diciamo che non abbiamo altro al seguito… Bene, questa volta, i poliziotti/ladri indonesiani, ci hanno scroccato solo 21,00 euro scarsi! Ma, come nelle migliori giornate del mitico ragionier Fantozzi, le disavventure non si esauriscono mai. Così la stessa sera, poco prima di arrivare al ristorante per la cena, l’ennesimo piedipiatti ci tampina e ci ferma per un altro pit stop. A questo punto, stufi della presa per i fondelli, diciamo che non abbiamo al seguito alcuna banconota indonesiana di valore e che eravamo stanchi dell’ennesimo controllo del giorno. Dopo qualche esitazione e una specie di minaccia verbale di spedirci in “Corte”, il poliziotto in malafede ci lascia andare, facendo capolino con la sua moto senza alcun bottino. E quando, dopo cena, manco a volerlo fare apposta, ci rivede circolare in giro, prima ci minaccia con lo sguardo e dopo a voce, invocandoci di non farci più vivi da quelle parti. Finisce così la nostra ultima serata balinese, tra una semi fuga da uno sbirro inferocito e quattro franche e grasse risate per essere riusciti, per una volta, a non farci derubare dei nostri soldi. Giovedì 5 gennaio 2017

21


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.