COPI
OMAGGA IO Mensile di attualità, politica, cultura, gossip, spettacolo e sport
Anno II- N. 25- Aprile 2012- Mensile - Registrazione tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
Modifica dell’articolo18
un tema che blocca IL PAESE RISCHIANO DI CHIUDERE I CENTRI
ANTIVIOLENZA
Ricky Tognazzi per NONSOLOROSA
L’amore ed ilCinema secondo
il grande artista
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NONSOLOROSA
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SPETTACOLO, GOSSIP e NEWS COPIA
OMAGGIO
Mensile di attualità, politica, cultura, gossip, spettacolo e sport
Quattro
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RISCHIANO DI CHIUDERE I CENTRI
ANTIVIOLENZA
Ricky Tognazzi per NONSOLOROSA
L’amoreed
ilCinema
ilsecondo grande artista
un tema che blocca il Paese
Anno II- N. 25- Aprile 2012- Mensile - Registrazione tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
chiacchiere con l’amico CRISTIANO
MALGIOGLIO
Ricky Tognazzi per NONSOLOROSA
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A causa della crisi economica
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Modifica dell’articolo 18:
L’amore ed il Cinema secondo il grande artista
Rischiano di chiudere i centri antiviolenza un tema che blocca il Paese
RUBRICHE
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Viaggi “MONGOLIA: Uomini e aquile”
All’isegna del mini con le stampe ed i colori pastello
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IL CALEIDOSCOPIO ROSA
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Il mito di Marilyn e quello del Titanic
Leggende che non muoiono mai
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I coloro della cronaca
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Enogastronomia “VINO E CARCIOFI Alla” matticella “ ogni foglia un sorso di vino” Architettiamoci “Incentivi” per risparmiare energia...istruzioni per l’uso”
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Eventi
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I grandi dello sport “La bella storia del Fornaretto di Frascati”
ATTUALITÀ
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Cinema “Addio a Tonino Guerra”
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Medicina naturale “Proteggiamo le articolazioni”
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Dopo l’esperienza dell’Isola dei Famosi
Quattro chiacchiere con l’amico Cristiano Malgioglio Moda primavera estate 2012
Torna la grande musica con il Festival dei Castelli Romani
C
olofon Editore:
Blink di Ottavia Lavino
Direttore Responsabile: Ottavia Lavino
Progetto grafico e impaginazione: Margherita Manarin
Numero 25- anno II Aprile 2012 Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010
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Stampa:
Arti Grafiche Agostini s.r.l. via Decollatura, 64 00118 Morena (Rm)
Distribuzione gratuita Hanno collaborato: Servizi Enrica Gasbarri Francesca Di Belardino
Sara Gemma
Rubriche
Carlo Carones Claudia Manzato Daniele Ciani Marco Rossetti Paolo Maola
Redazione NONSOLOROSA: Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri (Rm) Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it
Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantise la restituzione dei materiali giunti in redazione. É vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.
NONSOLOROSA
L’amo Affermato attore, nonché singolare regista cinematografico, capace di spaziare dal melodramma classico alle opere di impegno civile, sorprendendo spesso pubblico e critica, Ricky Tognazzi vive da sempre il mondo del cinema e dello spettacolo a 360°. Figlio del grande Ugo Tognazzi e di Pat O’Hara, frequenta fin da piccolissimo i set cinematografici dove lavorano i genitori: a soli 8 anni esordisce accanto al padre negli episodi Il pollo ruspante di Gregoretti in RO.GO.PAG. e L’educazione sentimentale di Dino Risi in I mostri. Dedica la prima metà degli anni Ottanta all’attività di attore, debuttando ben presto anche dietro la macchina da presa. Il suo primo film da regista Piccoli equivoci viene selezionato per la “Quinzaine” di Cannes nel 1989 e premiato nel 1990 con il David di Donatello e il Nastro d’argento per il miglior regista esordiente. Da oltre 25 anni è sposato con l’attrice, doppiatrice, sceneggiatrice e regista Simona Izzo, con la quale condivide la grande passione del cinema. La scorta (1993) e Vite strozzate (1996) lo lanciano come uno dei migliori registi italiani. È davvero lunga la serie di interpretazioni cinematografiche che da Caruso Pascoski (1988) di Francesco Nuti a Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo, arriva a Una storia semplice di Emidio Greco fino a Maniaci sentimentali (1994) e Camere da letto (1997), entrambi della moglie Simona Izzo. Infine l’apice, nel 1999, quando il suo film Canone inverso, candidato anche al David di Donatello, ottiene un incredibile successo. Ecco cosa ci ha raccontato quando l’abbiamo incontrato per voi.
Vive il mondo dello spettacolo a 360°: da attore a regista, da doppiatore a produttore, da sceneggiatore a scrittore, chi meglio di lei può dare un giudizio sul cinema italiano? Il cinema italiano è in continua trasformazione! Abbiamo vissuto la crisi in maniera abbastanza pesante. Rispetto agli “anni d’oro” in cui si faceva Cinema, adesso si fanno dei film. Alcuni di questi sono anche fatti bene e continuano a riscontrare il favore del pubblico, riuscendo a volte anche a riscuotere successo a Cannes piuttosto che agli Oscar.
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Giudico la forza lavoro e creativa italiana piuttosto bene; è la parte imprenditoriale e produttiva che trovo essere meno in forma!
Quali sono i ricordi cinematografici più cari che la legano a suo padre e che padre era il grande Ugo Tognazzi?
Il mio album di famiglia è strettamente legato ai miei primi ricordi cinematografici. Ricordi dove lavoro, famiglia, passione e cinema sono una cosa sola! Ho imparato a camminare, a mangiare e a parlare sui set. Con mio padre facevo quel grande gioco che era il Cinema. Lui era un padre amico. Sul set, nei miei confronti, spesso era semplicemente un padre. È sempre stato un collaboratore molto attivo nella fase creativa: era sempre presente in modo forte sul set.
Suo padre si dilettava anche in cucina: tra Simona e Ricky chi è il padrone della cucina?
Entrambi! Cucina chi arriva prima! Spesso me ne occupo io, poi arriva Simona e inizia a metterci bocca! Proprio l’altro giorno c’è stato un dibattito su un piatto di pasta al pomodoro
NONSOLOROSA
e la discussione era: la pasta asciutta è di chi la fa o di chi la mangia? Mi spiego meglio: Simona stava preparando il sugo ma la pasta l’avrei mangiata soltanto io, dunque: doveva prepararla come diceva lei o come volevo io?
Ricky Tognazzi per NONSOLOROSA
In “Tutta colpa della musica” è tornato nuovamente dietro alla macchina da presa nel doppio ruolo di regista ed attore. Come si fa a coniugare i due aspetti in una stessa pellicola?
La miniserie, tratta dal libro Applausi e sputi, le due vite di Enzo Tortora, di Vittorio Pezzuto, racconterà l’ascesa e la caduta di colui che insieme a Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Corrado potremo definire uno dei padri indiscussi della tv italiana.
Qual è il suo rapporto con la città ed i cittadini di Velletri?
È saltuario! Quando c’era papà la frequentavo più spesso! Ci vado con il cuore in mano, con il cuore pieno di ricordi e con uno sguardo fortemente affettivo sulle cose. Riconosco i percorsi, le strade, i negozi e soprattutto gli amici di papà. Quando vengo a Velletri vado sempre a trovare Benito. Per me papà, Benito e Velletri sono la stessa cosa.
Enrica Gasbarri
more ed il Cinema
secondo il grande
artista
Lavorando sodo e avendo una persona fidata al tuo fianco! Nel mio caso avevo mia moglie Simona, che non era soltanto la sceneggiatrice ma di fatto ha ricoperto anche il ruolo di co-regista. Mentre ero in scena sapevo di poter confidare sempre sul suo sguardo attento ed esperto. Sia il lavoro del regista che quello dell’attore sono molto complicati e ti assorbono al 100%, per questo quando li devi coniugare insieme ci vuole tanto aiuto e tanta collaborazione. Non so come fanno quelli che non hanno un rapporto privilegiato con i proprio sceneggiatori!
Simona Izzo e Ricky Tognazzi
In questo film ha lavorato con sua moglie Simona Izzo: come sono i vostri rapporti sul set e com’è l’amore secondo Ricky Tognazzi?
L’amore è fare, è la condivisine delle cose, è il volere il bene dell’altro e riuscire a stare insieme costruendo. Io e Simona abbiamo il privilegio e la fortuna di avere una passione in comune, che in fondo è il nostro lavoro. Beata la persona che non riesce a distinguere il proprio tempo libero dal proprio lavoro! Noi abbiamo questa opportunità: ci occupiamo di una cosa bella e giocosa e lo facciamo insieme. Durante la nostra lunga storia d’amore non abbiamo generato figli ma nel corso degli anni abbiamo prodotto tantissime opere cinematografiche.
Su cosa sta lavorando al momento?
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Sto montando due puntate per la Rai dedicate a Enzo Tortora, che andranno in onda all’inizio della prossima stagione.
VIZIO La pigrizia
VIRTÙ La caparbietà
DESIDERIO Trovare l’armonia nelle cose
NONSOLOROSA
Sarà la musica la protagonista della prossima estate ai Castelli Romani. Da giugno a settembre, infatti, le città dei Castelli ospiteranno le selezioni per il primo Festival dei Castelli Romani. La manifestazione, patrocinata dalla provincia di Roma e dai comuni di Velletri, Genzano di Roma, Albano Laziale, Ariccia, Marino, Rocca Priora, Rocca di Papa, Frascati, Castel Gandolfo e Lanuvio, organizzata dall’associazione culturale Guaranà, vuole ricalcare le orme del famoso Festival di Velletri. La prestigiosa kermesse musicale negli anni ’50 ha ospitato sul palcoscenico del Teatro Artemisio artisti importanti quali Carla Boni a Gloria Christian, da Jimmy Fontana a Nunzio Gallo, da Gino Latilla a Natalino Otto, da Nilla Pizzi a Claudio Villa, e molti altri ancora, nonché presentatori del calibro di Corrado, Lello Bersani ed Enzo Tortora. Musica, celebrità ed arte per anni sono stati gli ingredienti
Torna la grande musica con il
Festival dei Castelli Romani del grande successo del Festival di Velletri. Un successo che si spera di bissare con questa nuova manifestazione musicale. In memoria della kermesse veliterna la semifinale e la finale del Festival dei Castelli Romani si svolgeranno proprio nel Teatro Artemisio, che riaprirà i battenti tra qualche mese. La conferenza stampa di presentazione del Festival si è tenuta presso la sala consiliare del comune di Velletri lo scorso 21 marzo, data in cui si sono aperte le iscrizioni al concorso. A fare gli onori di casa è stato l’assessore Daniele Ognibene insieme al consigliere Massimo Andolfi; insieme a loro Francesca Cedroni, presidente dell’ associazione culturale Guaranà, che ha spiegato il regolamento del Festival. “Si tratta di una gara musicale alle quale potranno partecipare solisti o band, che alla data d’iscrizione abbiano compiuto 18 anni. Gli interpreti dovranno presentare brani inediti entro il 5 maggio. Alla rassegna potranno iscriversi gruppi musicali e cantanti da tutto il territorio nazionale attraverso la relativa modulistica scaricabile sul sito internet ukizero. com”. Un appuntamento importante, dunque, che permetterà ai musicisti del territorio, e non solo, di farsi conoscere dal grande pubblico, regalando emozioni indimenticabili alla nostra estate.
Sara Gemma
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NONSOLOROSA
È cantautore ed autore di centinaia di brani musicali che fanno da colonna sonora alla vita di tre generazioni. E’ ironico, divertente, originale, versatile e mai banale: stiamo parlando di Cristiano Malgioglio, singolare artista che abbiamo nuovamente incontrato con piacere dopo la sua esperienza sull’Isola dei Famosi 9. “Chiedo scusa alla Rai, al direttore D’Alessandro, alla Magnolia. Lascio per coloro che sono stati offesi da Mariano Apicella. Voglio uscire in modo elegante. Il motivo è Apicella in modo particolare. Volevo vincere e comperare degli apparecchi ai bambini cubani che non possono curarsi per l’asma. Non fa niente, voglio tornare in Italia, sono felice. Poi la schiena mi fa male...”: sono queste le parole con cui il poliedrico artista siciliano si è congedato al pubblico alla
Dopo l’esperienza dell’Isola dei Famosi
Quattro chiacchiere con l’amico
Cristiano Malgioglio
L’artista ci ha raccontato la sua Isola, i suoi progetti futuri e le sue considerazioni sull’attuale panorama musicale Ha abbandonato l’Isola dei Famosi per via dell’insulto di Marino Apicella e poi si è messo in gioco per poter rientrare. Ci racconta la sua Isola? Dell’Isola ho tanti bei ricordi, l’Honduras è un’isola splendida. Mi sono divertito moltissimo cantando e ballando nelle prime due settimane e sono stato sereno finché è rimasto unito il gruppo formato da me, Carmen Russo, Enzo Paolo Turchi, Valeria Marini, Ben Harrow, Aida Yespica: quella era l’Isola dei Famosi giusta. Per quanto riguarda gli altri isolani sinceramente non li ho neanche conosciuti, forse è questa la cosa più bella che mi è successa in Honduras!
Cantante e paroliere raffinato, negli ultimi tempo è stato molto in Tv. Tutta un’altra musica rispetto alle pure “sette note”?
La televisione per me è ed è stata molto importante. In effetti ultimamente lavoro molto in tv in veste di opinionista, anche se non è la cosa che preferisco fare. Fortunatamente però ho questo lavoro, anche perché musicalmente parlando non ci sono più grandi situazioni, è talmente triste l’attuale panorama musicale! Dopo 4 anni di assenza Marcella Bella è tornata sulla scena musicale grazie a te, che per lei hai scritto il singolo Malecon. Come è nata la vostra collaborazione? Con Marcella è nato tutto per puro caso! Io volevo fare qualcosa di diverso e devo dire che mi sono divertito con questa canzone; inoltre amo profondamente la musica dell’America Latina! Marcella è straordinaria, forse la migliore dopo Mina in Italia. Musicalmente parlando è impeccabile, non sbaglia una nota.
Cosa pensi degli artisti e della musica italiana e come giudichi l’ultimo Festival di Sanremo?
quarta puntata dell’Isola dei Famosi, dopo aver ascoltato un epiteto decisamente poco carino pronunciato da Mariano Apicella, che si trovava su un’isola vicina, dove veniva apostrofato come “ricchione”. Dopo l’uscita di Apicella l’artista si era messo nuovamente in gioco per ritornare sull’isola, ma tra i concorrenti “pentiti” il pubblico ha deciso di far tornare in Honduras Rossano Rubicondi. Quando l’abbiamo incontrato per voi, il poliedrico artista siciliano ci ha raccontato e parlato della sua Isola, dei suoi progetti futuri e di tanto altro!
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Fortunatamente non l’ho visto! Ho ascoltato soltanto le canzoni: mediocri, molte inutili, nessuna interessante. Forse il brano più carino è stato quello proposto da D’Alessio-Bertè. Mi è piaciuta inoltre Chiara Civello, la trovo molto interessante. Per quanto riguarda l’attuale panorama musicale, ho già detto di trovarlo molto triste!
Cosa ha perso la musica italiana con l’improvvisa scomparsa del grande Lucio Dalla?
Sicuramente un calibro da 90! Un uomo straordinario, un artista originale, unico nel suo genere. Quando ci sono queste perdite c’è sempre una profonda tristezza ma fortunatamente di lui resteranno in eterno i capolavori musicali.
Quali progetti per il futuro?
A settembre uscirà il mio nuovo disco dedicato alla grande cantante capoverdiana Cesaria Evora, dove collaboro con la cantante napoletana Maria Nazionale. Entro l’anno uscirà inoltre anche il mio libro.
Enrica Gasbarri
NONSOLOROSA
Quello della violenza sulle donne è un tema sempre attuale e all’ordine del giorno. Siamo arrivati nel 2012, la civiltà mondiale si è evoluta, eppure la concezione che l’uomo ha della donna non è ancora cambiata del tutto. Nonostante le lotte fatte e le dimostrazioni date, la donna viene ancora troppo spesso considerata soltanto un oggetto da possedere. Lo dimostra il fatto che una donna su tre è ancora vittima di abusi, la maggior parte dei quali avviene tra le mura domestiche. Sono 7mila le donne che in Italia hanno subito violenza ed il numero, purtroppo, non è in via di diminuzione. Seppure intorno a questo argomento si sia sviluppata una grande consapevolezza è ancora esigua la percentuale di vittime che denuncia gli abusi subiti. Certo non è facile raccontare che l’uomo che si ama e con il
prima o poi, passerà. Nella maggior parte dei casi, però, le violenze non cessano, si trasformano e degenerano in tragedie. Le cronache degli ultimi mesi ne sono un esempio concreto: pensiamo alla ragazza violentata e massacrata a L’Aquila, o alla donna albanese uccisa a colpi di sasso dal marito in provincia di Verona. Per non dimenticarci poi di Melania Rea, Yara Gambirasio ed ora anche di Roberta Ragusa. Storie diverse ma con un unico maledetto denominatore: la violenza. Per cercare di far fronte a questa emergenza nel nostro Paese sono nati dei centri antiviolenza: strutture,
Rischian quale si è deciso di trascorrere la vita insieme, o l’amorevole padre o zio si sia improvvisamente trasformato in un mostro. E ancora più difficile è parlare dello sconosciuto che si è incontrato una sera e che, in cinque minuti, ha deciso di disporre della nostra vita. Paura, terrore, vergogna, imbarazzo, confusione sono i sentimenti che accompagnano una donna dopo essere stata maltrattate. Proprio questi stati d’animo spingono le donne ha tenersi tutto dentro con la speranza che, tanto
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sovvenzionate dallo Stato, all’interno delle quali le donne, vittime di violenza, possano trovare un sostegno umano, psicologico, medico e legale per uscire fuori da situazioni pericolose. Purtroppo, però, gli effetti della crisi economica si sono fatti sentire anche in questi centri che oggi rischiano di scomparire. Con i tagli al sociale, previsti dal decreto salva-Italia, i finanziamenti destinati a queste strutture sono stati completamente tagliati. La notizia della revoca delle sovvenzioni a questi centri non è però nuova. Dopo l’approvazione del piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, redatto dal Ministero delle Pari Opportunità nell’autunno 2010, il governo Berlusconi aveva stanziato 18 milioni di euro da distribuire ai centri antiviolenza italiani. Questi soldi, però, non sono mai
NONSOLOROSA
arrivati a destinazione né è mai arrivata un’adeguata giustificazione a spiegarne il motivo. Questi mancati finanziamenti hanno dato vita a notevoli problemi per queste strutture che hanno visto ridursi notevolmente il loro potere di azione. “Malgrado le donne continuino ad essere stuprate,
Paura, terror e, vergogna, imbarazzo, confusione so no sentimenti ch i e accompagnan o donna dopo e una s stata maltrat sere tata
A causa della crisi economica
ano di chiudere i centri antiviolenza maltrattate e uccise, e malgrado l’aumento della violenza domestica sia ormai accertata in tutta Europa , il Governo e gli enti locali italiani continuano a tagliare fondi su un problema che non è né individuale né di sicurezza ma collettivo e di informazione, e su cui lo stesso Parlamento Europeo ha dato chiare direttive sul sostegno degli Stati Membri alle Ong che gestiscono i centri antiviolenza attivi sul territorio”. Queste le parole dell’ex presidente di DI.RE ( Donne in rete contro la violenza), Alessandra Bagnara, in una lettera che lo scorso
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settembre inviò al Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. “Uno dopo l’altro chiudono i battenti i centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale- ha poi continuato Bagnara- soffocati dai debiti per i tagli e per l’assenza totale di finanziamenti già stanziati, nel silenzio assoluto dei mass media nazionali e senza alcun intervento da parte delle istituzioni per salvare strutture che da anni sostengono donne e minori vittime di ogni tipo di violenze”.
Sara Gemma
NONSOLOROSA
Il tasso di disoccupazione sale, la recessione avanza e gli animi si scaldano sempre di più intorno a quella ricetta che dovrebbe salvare il mondo del lavoro italiano ma rischia, come ogni cura drastica, di uccidere il malato. Dopo lunghe consultazioni, il ministro Fornero ha spiegato nei dettagli in cosa consiste la proposta per la riforma del lavoro: parliamo di proposta, perchè al momento di andare in stampa ancora non è stato avviato l’iter della legge in Parlamento e quindi ancora tutto potrebbe cambiare. Come? Alla legge potrebbero essere applicati dei correttivi, o il governo Monti potrebbe andare a casa. Lo stesso premier e il ministro Fornero lo hanno ribadito: se il paese non è pronto a questo cambiamento, noi ce ne andiamo, non c’è problema. Tanto per ribadire che questo è un governo di tecnici (“non siamo qui per regalare caramelle”, ha sentenziato il ministro Fornero) poco legati alla poltrona e pronti a tornare alla loro vita da professori. Il problema principale legato alla riforma del lavoro è la modifica dell’Articolo 18, un tema che impazza nei salotti televisivi dove politici ed opinionisti di turno si spolmonano per gridare che è un falso problema, uno specchietto per le allodole, riguarda una minoranza dei lavoratori. Ma inspiegabilmente, al di là dei proclami mass mediatici, continua a bloccare il paese a suon di scioperi e manifestazioni. Iniziano dunque con lo spiegare una volta per tutte che cos’è l’articolo 18 e come dovrebbe essere modificato: è un articolo dello statuto dei lavoratori, che disciplina il caso di licenziamento illegittimo (perché effettuato senza comunicazione dei motivi, perché ingiustificato o perché discriminatorio) di un singolo lavoratore nelle aziende con più di 15 dipendenti (5 se agricole), prevedendo il reintegro obbligatorio della forza lavoro se il licenziamento viene ritenuto effettivamente illegittimo dal giudice. La bozza di riforma del ministro Fornero prevede invece che, fermo restando che nei casi di licenziamento discriminatorio, il datore di lavoro sarà obbligato al reintegro del dipendente, anche nelle aziende con meno di 15 dipendenti, per i licenziamenti disciplinari, sarà il giudice a decidere tra il reintegro o un indennizzo fino a 27 mensilità. Il testo definitivo della legge aiuterà i giudici a capire in quali fattispecie è opportuno optare per la reintegrazione e in quali per l’indennità. Infine, per i licenziamenti economici sarà previsto un risarcimento tra le 15 e le 27 mensilità, tenendo conto anche dell’anzianità del lavoratore. Queste misure non si
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Modifica dell’
un tema che blo applicheranno solo ai neoassunti, ma a tutti i lavoratori. La CGIL di Susanna Camusso si è schierata nettamente contro questa proposta di riforma, annunciando scioperi e proteste. Il Governo ha dimostrato di essere intenzionato a procedere senza batter ciglio: se la manovra venisse approvata così com’è in Parlamento, sarebbe la prima volta che una riforma del genere passa senza il benestare delle parti sociali.
Riforma del lavoro targatao Forner
Queste le altre misure previste dal ministro Fornero per la riforma del lavoro: STOP AL TEMPO DETERMINATO DOPO 36 MESI Non sarà più possibile la reiterazione di tutti i contratti a tempo determinato per più di 36 mesi. Con la riforma dell’articolo 18, l’obiettivo del governo è infatti quello di dare prevalenza all’utilizzo del contratto a tempo indeterminato, rendendolo meno blindato.
STOP AGLI STAGE GRATUITI
Dopo la laurea o un master non ci potranno più essere stage non retribuiti. Le aziende dovranno pagare tramite un contratto di collaborazione o a tempo determinato.
COSTO DELLA FLESSIBILITA’
Le imprese pagheranno l’1,4% in più per utilizzare contratti flessibili. Questo contributo servire a finanziare l’Aspi (l’Assicurazione sociale per l’impiego). Saranno esclusi da questo aumento i contratti stagionali e sostitutivi.
APPRENDISTATO
Il percorso lavorativo comincerà con l’apprendistato, che diventa un investimento per la formazione e non uno strumento di flessibilità, e verrà poi certificato da un documento che attesti l’esperienza acquisita dal lavoratore
PARTITE IVA
La proposta del governo sulle partite Iva prevede l’introduzione del lavoro subordinato dopo 6 mesi, se la prestazione di lavoro è presso un committente. Stop quindi alle partite IVA false che nascondono un lavoro dipendente e senza diritti. Verrà anche contrastata l’abitudine di far firmare dimissioni in bianco al momento della stipula del contratto. ASPI (Assicurazione sociale per l’impiego) Rimpiazzerà il vecchio assegno di disoccupazione e durerà un anno per i lavoratori fino a 54 anni e un anno e mezzo per quelli più vecchi. L’importo massimo erogato sarà di 1.119 euro al mese. Sarà uno strumento “esteso” e “universale”.
AMMORTIZZATORI SOCIALI
La Cassa integrazione ordinaria resterà in vigore, mentre quella straordinaria sarà confermata, ma “ripulita” dalle causali per cessazione di attività. Le risorse addizionali per l’estensione degli ammortizzatori sociali con la graduale riduzione della mobilità fino a convergere nel 2017 nella nuova Aspi sarà di 1,7-1,8 miliardi di euro.
NONSOLOROSA
’articolo 18:
occa il Paese
Dalla parte degli imprenditori
Abbiamo chiesto al Presidente degli Imprenditori Veliterni Mauro Masiello la sua opinione sulla riforma dell’articolo 18.
“L’articolo 18 è un simbolo dell’intangibilità del posto di lavoro, dell’inamovibilità del dipendente in un’azienda ed è per questo che la battaglia si è concentrata qui. La proposta del governo è positiva perché dal punto di vista concettuale attacca questo Dalla parte dei lavoratori Cosa ne pensano i lavoratori di questa proposta di cambia- tabù, ma gli effetti concreti di questa riforma saranno minimi. In altre parole è mento nel mondo del lavoro? certo importante che anche come enunC’è un moderato ottimismo da parte di chi spera che dopo anni di rinnovi di ciazione non ci sia l’obbligo al reintegro, contratti a progetto o a breve termine, ci sia possibilità di ottenere il tanto “vituche il rapporto si possa risolvere con un perato” posto fisso. Ma la maggior parte dei lavoratori italiani, lo confermano indennizzo. In questo modo il datore di laanche i dati dei sondaggi, sono contrari alla riforma dell’articolo 18. Ben il 63% voro è più tranquillo anche nell’assumere. degli italiani, secondo l’autorevole istituto Demopolis, lascerebbe l’articolo 18 Osserviamo l’esempio di altri paesi eurocosì com’è. Il direttore di Demopolis, Pietro Vento, ha così spiegato i risultati pei dove le assunzioni sono molto più facili del sondaggio: “Della Riforma Fornero, l’aspetto più convincente – per circa proprio perché c’è una maggiore flessibii tre quarti degli italiani – risulta l’apprendistato come contratto prevalente di lità in uscita. Lì, la ricerca del personale ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, con stabilizzazione entro i tre anper una azienda è facile, si decide anche ni: pienamente condiviso appare l’obiettivo di disincentivare economicamente nel giro di poche ore, perché è comunque l’uso dei troppi contratti atipici a termine che hanno contribuito ad accrescere una decisione che ha un rischio limitato. il precariato giovanile in Italia. Apprezzate da oltre i due terzi risultano anche E non è che allora ci sono licenziamenl’assicurazione sociale in caso di perdita del posto di lavoro e l’idea di rendere ti facili, i lavoratori sono piuttosto stabili: non più gratuiti gli stage in azienda dopo il periodo formativo. In assenza di dobbiamo toglierci l’idea che il datore di contestuali investimenti per la crescita ed il rilancio dei consumi si ravvisa un lavoro sia sempre e soltanto un malfattocerto scetticismo degli italiani sui possibili effetti della riforma per la crescita re che cerca in tutti i modi di mettere in reale dell’occupazione” Molti giovani però, intervistati da noi sull’argomento, difficoltà il lavoratore. Ci sono certamente hanno anche ribadito che il loro principale problema è trovare un lavoro, piutanche questi casi, ma nella normalità dei tosto che pensare a come conservarlo. Va ricordato infatti a chi propone barcasi non è così. E’ anche vero che non ci ricate per la tutela dell’articolo 18 che c’è un sottobosco di giovani disoccupati stiamo a questa guerra tra poveri, i nostri che pagherebbe di tasca propria per un lavoro umano e con diritti nella norma. lavoratori operano insieme a noi e sono la nostra forza e LA PRECARIETÀ NON FA BENE A NESSUNO. Noi non siamo gli industriali che non conoscono i loro lavoratori in catena di montaggio, noi operiamo insieme a loro, conosciamo i loro problemi, le loro famiglie, i loro sacrifici” Masiello esprime anche il suo disappunto per la mancata applicazione di queste misure al settore statale: “Questa è una pecca concettuale gravissima, perché non va a toccare una delle principali fonti di costo del paese, che è la pubblica amministrazione, vero peso delle nostre aziende. In questo settore ci sono molti posti di lavoro che non producono nulla, nessun valore aggiunto. La Pubblica Amministrazione è in gran parte causa del debito pubblico, soprattutto laddove ci sono posti di lavoro Mario Monti Presidente del Consiglio che non producono valore aggiunto o dove vige la vecchia mentalità burocratica. Non mettere mano a questo settore Di seguito anche il contributo di Giancarlo significa lasciare irrisolto uno dei più gravi problemi italiani. Su questo mi sarei aspettato molto di più, oltretutto da un Pallotti, imprenditore veliterno. ministro donna e a tutt’oggi non comprendo quel pianto. Cosa ne pensa della riforma dell’articolo 18? La riforma dell’articolo 18 mi sembra un piccolo passo nella Nel frattempo in Lombardia hanno istituito la linea antisuigiusta direzione perché punta ad una maggiore modernizza- cidi per gli imprenditori.. altro che pianto….” zione avvicinandoci agli altri Paesi che hanno un mercato di lavoro più snello e flessibileIn effetti il progetto attuale della riforma Monti-Fornero sembra abbastanza chiaro e riguarda proprio i giovani, o chi si affaccia al mondo del lavoro, restringendo il legittimo utilizzo della flessibilità in entrata, rendendo un po’ più difficile e oneroso la stipula di contratti di lavoro flessibile, e aumentando di contro la flessibilità in uscita diminuendo i livelli di tutela del lavoratore.
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Segue a pagina 17
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L’incentivo alla trasformazione dei precari in dipendenti a tempo indeterminato è corretto, come lo è penalizzare quegli imprenditori che abusano della flessibilità in entrata per non impegnarsi, ma è pur vero anacronistico, in un mercato competitivo come quello attuale, che l’aspirazione di lavoratore possa essere ancora oggi di “un posto” di lavoro anziché di “un lavoro”. Comunque questa riforma a me non cambierà la vita. Aspetto riforme più importanti, che vadano nella direzione di alleggerire gli oneri e le tasse della busta paga. Da imprenditore avrei preferito che avessero ridotto le tasse sui salari, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie italiane e alleggerendo le aziende dalla pressione contributiva.
Una delle chiavi della nostra arretratezza risiede nella differenza tra quanto un lavoratore prende (poco) in busta paga e quanto il suo principale paga (tanto) il cosiddetto “cuneo fiscale”.Se le aziende straniere non investono sul mercato italiano o se le aziende italiane de-localizzano le loro attività produttive all’estero, non è perché l’ operaio guadagna 1200 euro ma è perché quell’operaio costa all’azienda circa 2500 euro! Sono convinto che se si detassate il lavoro l’ economia ripartirebbe. Questa riforma credo che possa essere un primo passo ma non il solo, per rendere il mercato del lavoro in Italia più competitivo.
Francesca Di Belardino
Serpico, redditometro, spesometro
Il Grande Fratello ci guarda! “Il Grande Fratello vi guarda”, recitava così una frase del celebre romanzo di George Orwell “1984”. “Il Grande Fratello Fiscale ci guarda” possiamo dire noi oggi. Già perché grazie ai controlli fiscali che il governo Monti ha messo in atto per contrastare la dilagante evasione presente nel nostro Paese, siamo spiati 24 ore su 24. Grazie a Serpico, al Redditometro e allo Spesometro, strumenti messi in atto per scovare i furbetti italiani, sembra davvero di essere diventati i protagonisti del romanzo di Orwell. Ormai l’Agenzia delle Entrate sa tutto di noi: sa che lavoro facciamo, quali cibi ci piacciono, sa se abbiamo il raffreddore o se siamo tristi, conosce le nostre mete preferite per le vacanze ma, soprattutto, sa se ci possiamo permettere la vita che facciamo, economicamente parlando. Tutto questo è possibile grazie ai controlli serrati sui conti correnti degli italiani decretati come unica strada possibile alla lotta all’evasione. E seppure non sia carino farsi fare i conti in tasca, soprattutto dallo Stato, i primi risultati di questa dura lotta si sono già avuti. Nei quattro mesi di governo Monti sono stati incassati 13 milioni di euro di imposte in più rispetto all’anno precedente. Una cifra notevole che però è solo una minima parte delle tasse che ogni anno il nostro Paese perde grazie a “ricchissimi nullatenenti”. Ed è proprio a questi signori che dobbiamo dire grazie se oggi il fisco ci tiene sottocontrollo come sorvegliati speciali. Ma che cosa sono Serpico, il redditometro e lo spesometro? Andiamo a vederlo. SERPICO: acronimo di servizi per i contribuenti, è un computer in grado di processare 22mila informazioni al secondo per mettere a confronto dichiarazioni dei redditi, polizze assicurative, informazioni del catasto, del demanio, della motorizzazione e molto altro e stanare così gli evasori fiscali. Composto da duemila server, disposti fra Roma e l’Abruzzo, basta inserire codice fiscale o partita Iva del contribuente e la macchina si mette in moto: dalle ultime dichiarazioni dei redditi alle proprietà, dalle utenze a qualsiasi altra azione di cui resta traccia e per cui abbiamo dovuto usare il codice fiscale. Schermata dopo schermata, il
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pc rivela auto intestate, bolletta di luce, acqua e gas, iscrizione in palestra, spese per la ristrutturazione della casa, polizze assicurative e molto altro ancora. REDDITOMETRO: è uno dei tanti strumenti utilizzati dal Fisco per effettuare controlli a tavolino sulle persone fisiche (professionisti, commercianti, artigiani, imprenditori individuali, dipendenti e pensionati), con l’obiettivo di individuare i contribuenti che non dichiarano o che nascondono le imposte da versare. Sulla base di dati già noti e contenuti nelle banche dati a cui il Fisco ha accesso, l’amministrazione finanziaria stima, con il redditometro, il reddito o i compensi percepiti da un contribuente sulla base del suo tenore di vita e dunque delle spese sostenute per mantenere sé e la famiglia. Il redditometro 2012 mette in relazione al reddito del contribuente circa 100 voci di spesa in grado di pesare la capacità contributiva del soggetto. Per determinare questa relazione il Fisco ha messo a punto una metodologia statistico matematica che si applica in relazione a precisi gruppi di famiglie differenziati per aree geografiche. In pratica, nel valutare le spese sostenute da un contribuente il software del Fisco riuscirà a calibrare diversamente il peso di un acquisto fatto a Catania rispetto a quello fatto a Torino, così le spese sostenute in un anno da un single rispetto a un nucleo di quattro persone. SPESOMETRO: è uno strumento che consente di tracciare un profilo delle spese effettuate da ciascun contribuente e prevede la necessità di inviare una comunicazione telematica delle operazioni (rese e ricevute) rilevanti ai fini dell’Iva e di importo non inferiore a € 3.000 (al netto dell’Iva) per le operazioni per le quali vi è l’obbligo di fatturazione, limite che sale a € 3.600 (al lordo dell’Iva) nel caso di operazioni invece non soggette all’obbligo di fatturazione (le operazioni cioè per le quali occorre emettere scontrino o ricevuta fiscale).
Sara Gemma
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Viaggi
Marco Rossetti marco.rossetti@viaggiofflimits.it
MONGOLIA: uomini e aquile La caccia con le aquile è di tradizione antichissima per l’etnia kazaka che abita la regione mongola di Bayan-Olgii, al confine con il Khazakhistan e la Cina. E’ una zona remota (4-5 giorni di jeep da Ulaan Baatar), tra le più affascinanti della Mongolia. Le montagne dell’Altai si estendono per oltre 600 chilometri di piccole colline, cavità, laghi blu, ghiacciai, pareti a strapiombo e picchi di oltre 4.000 metri. E’ un paesaggio incantato di una natura primitiva che stordisce il viaggiatore come un tuffo nel principio del mondo. Da generazioni, in questa regione, i pastori kazaki si esercitano nei mesi autunnali e invernali in battute di caccia con l’aquila. La parola Khazakh significa “ uomo libero”. Essi eseguono, come vogliono l’esperienza e la tradizione, gli stessi gesti e, imbottiti in pesanti cappotti, si avventurano a cavallo per le vallate boscose della catena dei monti Altai tenendo sull’avambraccio sinistro aquile addestrate dalla vista acutissima. I pastori se ne prendono cura fin da piccole nutrendole e parlando loro perché memorizzino il tono di voce del padrone. Dopo la prima neve, a piccoli gruppi, i cacciatori, indossati i copricapo di pelliccia, passano anche intere giornate tra i monti sfidando i rigori del freddo per catturare prede dal pelo morbido e folto. Poi sono di nuovo il fuoco e il calore delle loro ger ad accoglierli al ritorno coi trofei di caccia tra le mani. E una volta l’anno, in nome di quest’ antica usanza, si ritrovano a decine inseparabili dai loro animali ad ali spiegate, per celebrare un aspetto della loro cultura che è al contempo prova di abilità e destrezza. Da ogni parte della regione convergono i cacciatori nei loro abiti tradizionali, possono essere oltre duecento, e mentre si avvicinano al galoppo al campo di gara è tutto un balenare di cappelli rossi sugli abiti scuri. Quando scendono da cavallo, reggendo l’aquila sul braccio avvolto da una spessa
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guaina di pelle, lo spettacolo è identico a quello che ha descritto Marco Polo. A quei tempi la caccia con l’aquila era praticata dai regnanti come esibizione di potere; migliaia di falconieri accompagnavano il Kublai Khan per la caccia alla selvaggina minuta. E’ un viaggio sotto cieli di rara vastità tra genti forgiate dal freddo e dal cuore nomade, in mezzo a pastori e aquile che in simbiosi danno frutto ad uno stile di vita che è insieme rito e arte. Come tutti i viaggi in regioni remote, a contatto con popolazioni nomadi che perpetuano gelosamente le loro tradizioni, è necessaria una buona dose di spirito di adattamento. In Mongolia le infrastrutture turistiche, fatta eccezione per la capitale Ulaanbaatar, sono scarse. Direi di più, qualsiasi tipo di infrastruttura è inesistente, non solo quelle turistiche. Non esistono alberghi, ristoranti, pullman granturismo, ma non esistono neppure le strade come noi le intendiamo (sono dei veri sentieri sterrati, ottimi se non piove, ma può piovere…), aeroporti (anche qui piste in terra battuta), tanto meno si vedono ospedali, centrali elettriche o altri segni del XX° secolo, seppur anche questo angolo di mondo stia cambiando. Per quanto riguarda gli alberghi una precisazione mi pare doverosa: verissimo che non esistono, ma l’alternativa è decisamente affascinante e, soprattutto, comoda. Al di fuori della capitale si dorme in ger (dette anche yurte), le tipiche abitazioni dei nomadi della steppa dell’Asia centrale. Assomigliano più a vere e proprie abitazioni che a delle tende perché hanno la struttura in legno e sono ricoperte di feltro, si sta comodamente in piedi e sono dotate di letti con materassi, piumini e lenzuola. Sono generalmente pulite, hanno i servizi in comune, ma permettono di assaporare fino in fondo l’atmosfera e la cultura dei nomadi. Penso che proprio questi elementi caratteristici della Mongolia dovrebbero costituire una delle principali ragioni che vi hanno indotto a scegliere un viaggio in questo strepitoso paese.
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STORIE DI DONNE
Elvira Notari Un arcobaleno di sfumature Questa volta nello schermo luminoso del Caleidoscopio i colori ci sono proprio tutti: sfumati o decisi che siano, vanno a sostituirsi al grigio dei fotogrammi che intanto scorrono con il tipico andamento del cinema pionieristico. Alla Dora Film di Elvira e Nicola Notari, quei fotogrammi vengono pazientemente colorati a mano oppure con un una speciale macchina da loro voluta, con lo scopo di riprodurre con maggior realismo ambienti e paesaggi o per sottolineare sentimenti forti come la malinconia, la rabbia, l’angoscia, la paura, l’amore passionale. Non siamo in una qualche esposizione della trans-avanguardia di oggi ma in una sala cinematografica di una novantina di anni fa. E siamo, molto probabilmente, nella vitale New York degli anni venti. E’ soprattutto negli Sati Uniti, infatti, che i film di una della più importanti case di produzione del cinema nostrano di allora, osteggiata in Italia sempre ma specialmente dal fascismo, trovarono un pubblico entusiasta e vorace soprattutto fra i nostri connazionali che costituivano la grande comunità degli immigrati italiani. Al centro di tutta questa storia c’è una donna eccezionale: Elvira Cota. Nata a Salerno nel 1875, Elvira, attratta dalle novità e dalle opportunità offerte da quei tempi caratterizzati da veloci trasformazioni, giunge a Napoli dove, nel 1902, sposa il fotografo Nicola Notari, anch’egli animato da uno spirito vivace e modernista. Così, quando il cinematografo comincia timidamente ad entrare negli interessi dei creativi più curiosi, i due decidono di gettarsi nell’impresa e già nel 1906 realizzano brevi documentari e cortometraggi. Ben presto si distinguono fra i pionieri per le loro scelte singolari e felici: colorano le pellicole, portano nelle sale cantanti che accompagnano dal vivo le proiezioni, raccontano storie che si svolgono nello straordinario scenario realistico, ma nello stesso tempo pittoresco, della loro Napoli. Raccontano un’Italia popolare, semplice e schietta, diversa da quella ufficiale promossa dai colossal di allora: Quo Vadis , Gli ultimi giorni di Pompei o Cabiria. Nello scorrere soltanto alcuni fra i numerosissimi titoli prodotti, 60 lungometraggi e centinaia di cortometraggi e documentari, si può ricostruire l’evoluzione della casa cinematografica nella quale Elvira svolge un ruolo dominante in qualità di regista precisa e rigorosa (prima donna in Italia!), e di post-produzione, curando con enorme successo la pubblicità e la distribuzione: Gli arrivederci (1908) La figlia del Vesuvio (1912), Errore giudiziario (1913), Addio mia bella addio (1915), Gloria ai caduti (1916), Mandolinata a mare (1917), Chiarina la modista (1919), Luciella (1921), Il figlio del galeotto (1921), Cielo ‘e Napule (1922), Reginella (1923), Mettite ll’avvocato (1924), Fenesta ca lucive (1926), Napoli terra d’amore (1928), Napoli, sirena della canzoni (1929). Fonda una scuola per attori cinematografici che mira alla recitazione naturalistica, misurata e senza gli eccessi talvolta ridicoli tanto cari al gusto dell’epoca. Quando, proprio negli anni dell’ultima produzione della Dora Film, arriva il sonoro e arrivano tutti quei nomi enormi che daranno al nostro cinema un nuovo vitalissimo impulso, il percorso creativo intrapreso dai due coniugi napoletani si è ormai esaurito; con la soddisfazione, però, di essere diventato nell’immaginario collettivo dei nostri emigranti il riferimento privilegiato per la struggente nostalgia della patria lontana. Ed anche di aver precorso vie che alcuni storici del cinema vogliono, a ragione, vedere come timide ma sicure anticipazioni al grande neorealismo di De Sica. Elvira, che è stata la pioniera di tante attività legate al mondo del cinema, prima fra tutte quella regia al femminile ma anche la fautrice del marketing che accompagna la creazione del prodotto filmico dalla “pre” alla “post” produzione, abbandona l’attività nel 1930 e muore a Cava de’ Tirreni nel 1946.
Paolo Maola Nicola ed Elvira Notari
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L’arte Enogastronomica
Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it
VINO E CARCIOFI Alla” matticella “ ogni foglia un sorso di vino Il vino, in ogni abbinamento con il cibo, ha il dovere di contrastare le eccedenze di sensazioni del cibo e rendere l’insieme di gusto equilibrato e piacevole. Come già sappiamo, il carciofo contiene una notevole quantità di sali minerali, tra cui il ferro che , come nelle cicorie e in molte altre verdure, lascia sul nostro palato una marcata sensazione amarognola e metallica, sensazione percepita in modo diverso a seconda del tipo di preparazione del carciofo stesso. Se servito crudo, mantiene intatte, come la maggior parte delle verdure, quelle sensazioni di marcato amaro che difficilmente lo rendono abbinabile ad un vino in quanto per sinergia verrebbero rinforzate anche le parti dure di quest’ultimo, come gli acidi ed i sali minerali nei vini bianchi, gli acidi ,i sali minerali ed i tannini nei rossi. Da ciò deduciamo immediatamente che se dovessimo abbinare un vino al carciofo,sicuramente dovremmo prenderne uno bianco che ha meno sostanze dure rispetto al rosso ma con il carciofo crudo è preferibile non bere vino, è molto più saggio, per ripristinare le proprietà percettive delle papille gustative, ingerire dell’acqua,possibilmente non frizzante, in quanto anche l’anidride carbonica ha un potere esaltante delle parti dure. Veniamo ora alla preparazione del carciofo tramite cottura: in qualsiasi maniera si proceda il carciofo tende a perdere, anche se non completamente, quella sensazione di amaro metallico di cui abbiamo già parlato ed ecco perchè è più facile in questo modo trovare un abbinamento con il vino. Inoltre i vari sistemi di cottura con l’uso di oli, paste e farine, notoriamente a tendenza dolce, tendono ulteriormente a diminuire quelle sensazioni amarognole, rendendo ancora più possibile l’abbinamento con un vino, che abbia però sempre una parte morbida percettibile. Questo è molto importante, perchè se
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con la cottura il carciofo tende a prendere un sapore duro e amarognolo meno percettibile, l’eventuale tendenza acida o amarognola del vino potrebbe sicuramente farla accentuare al punto da renderla sgradevole al palato. Ora forse ci è più chiaro perchè si dice che ogni foglia o brattea di carciofo alla matticella va deglutita con un sorso di vino di Velletri, o di altra origine, purchè sia un vino a basso tenore di acidità e quasi vellutato, con una morbidezza percettibile. Sicuramente il metodo di cottura influisce molto sul vino da usare in abbinamento, ma l’importante è che in esso vi sia un leggerissimo squilibrio in favore della morbidezza. Possiamo per esempio, fare un ottimo connubio tra carciofi fritti con pastella, in cui la farina dona una spiccata tendenza dolce, ed uno spumante. Ma uno spumante che abbia una tendenza “abboccata” cioè non eccessivamente secco, con la presenza dell’ anidride carbonica che serve solo a nettare il cavo orale e rinfrescarlo per renderlo pronto a ricevere altre piacevoli sensazioni. Per quanto riguarda invece l’abbinamento in cui i carciofi sono un completamento, bisogna ovviamente regolarsi sulle caratteristiche del componente principale del piatto in modo tale da ottenere quell’ equilibrio, tra le sensazioni dure e morbide, necessario per affermare che un abbinamento sia perfettamente riuscito. In conclusione, possiamo affermare che i carciofi sono verdure squisite che, unendo l’utile al dilettevole, stimolano la digestione, regolano il funzionamento del fegato, hanno effetti diuretici e blandamente lassativi, tonificando il sistema nervoso combattendo lo stress e di sicuro allungano la vita e rendono la vecchiaia più sana. Un ingrediente, dunque, fondamentale nella dieta mediterranea.
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I BIMBI DI NONSOLOROSA Arc. Carlo Carones car.arch@libero.it
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to piÚ belle v redazione@no ia mail a: nsoloros oppure presso la nostra reda a.it zione Vicolo Bellon zi, 30, 00049 Non dimentic Velletri (Rm). ate di allegar e, con la foto, la liberatoria per l’autorizzazio ne alla pubblicazion e, che potete sc aricare su www.nonsolo rosa.it
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on ci sono segreti dietro al sapore intenso ed inconfondibile della mozzarella lavorata a mano di casa Olivieri: solo latte fresco dell’Agro Pontino, nessun conservante e un esclusivo metodo di produzione che si ispira alla migliore tradizione casearia italiana. Mani esperte e sapienti preparano per voi quotidianamente questo prodotto, in esclusiva soltanto nei punti vendita Carrefour, unendo l’esperienza derivata da decenni di attività, le più moderne ed innovative tecniche di produzione ed i più rigidi disciplinari di igiene e profilassi. Morso dopo morso i veri intenditori sapranno apprezzarne la straordinaria qualità, guidando i propri sensi in un appassionante e totalizzante percorso di forti emozioni. A questo vera Regina del gusto, selezionata dal Gruppo Deserti ed inserita nella rosa dei prodotti a marchio “Scelto per te”, dedichiamo la penultima puntata del viaggio di NONSOLOROSA nei prodotti enogastronomici. L’impegno giornaliero del caseificio Olivieri è quello di garantire ai palati più esigenti una linea di prodotti che si distingue per sapore, freschezza e genuinità attraverso un percorso che richiama alla memoria gli antichi segreti dell’arte casearia. orniamo a parlare della vera protagonista, la mozzarella lavorata a mano: il responsabile delle vendite Adelio Quilla ci ha illustrato tutte le fasi della sua lavorazione. Prodotto con il 70% di latte fresco dell’Agro Pontino, rigorosamente analizzato per verificarne la purezza ed il grado di acidità, ogni giorno i maestri casari di casa Olivieri filtrano il latte mettendolo prima nelle cisterne di acciaio, poi viene pasto-
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In esclusiva nei punti vendita CARREFOUR La mozzarella lavorata a mano di casa Olivieri rizzato, quindi trasferito in vasche così dette polivalenti e riscaldato a 35-36°.Vengono poi aggiunti dei fermenti lattici vivi e dopo circa un’ora e mezza si crea una specie di pasta, che viene detta “cagliata”. Successivamente la cagliata viene travasata in carrelli di acciaio e lasciata a maturare sotto siero per circa un’ora. Spetta poi al casaro effettuare la prova della pasta: il maestro casaro prende un po’ di pasta, la mette su un grande mestolo, poi nell’acqua a 90°, dove si crea la filatura, e decide se la mozzarella è pronta o meno. Dopo la filatura la pasta dovrebbe passare nella formatrice: un rullo dove ci sono i vari stampi dei prodotti. Questa speciale mozzarella invece, essendo per l’appunto lavorata a mano e quindi anche “mozzata” a mano (di lì il termine di mozzarella), non va nella formatrice ed avendo dunque un procedimento a macchina in meno, è anche meno “stressata” ottenendo una migliore qualità. Dopo che la pasta è stata filata, viene messa in una bacinella di acqua calda e i casari ne creano la forma a mano. La mozzarella Olivieri lavorata a mano non ha inoltre il sale nell’impasto, ma viene in seguito messa in salamoia con acqua e sale, dove si forma una patina di protezione esterna. Infine viene confezionata e venduta con una busta microforata, in modo tale che la mozzarella resti sempre a contatto con il siero. singolare accorgersi come a sessant’anni dalla fondazione del caseificio, questi maestri casari abbiamo di fatto rimarcato il loro rapporto con la tradizione. Per questo possiamo dire che il progresso e la modernità affondino sempre le radici nella tradizione: così il nuovo prodotto “Mozzarella lavorata a mano” vuole rimarcare un ritorno alle origini, alla genuinità e alla passione che questa grande famiglia si tramanda di generazione in generazione. Dal lontano 1953, anno di fondazione della ditta per opera di Filippo e Natalino Olivieri, il Caseificio Olivieri è sinonimo di qualità e genuinità, in Italia e all’estero. Frutto del costante impegno di una grande famiglia che si dedica con passione e dedizione giornaliera alla lavorazione del latte, portando sulle tavole dei consumatori prodotti sani dei quali è garantita la qualità.
È
Marco Tora capo reparto gastyronomia del market di Cisterna
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All’insegna
del mini con
Le giornate si allungano e la moda accorcia. Sì, perché la tendenza per la stagione primavera estate 2012 è all’insegna del mini. Gambe scoperte con abiti e gonne cortissime saranno le protagoniste assolute della prossima stagione.
Anche quest’anno la primavera prediligerà le tonalità delicate: cipria, rosa, color pelle, blu pallido, crema, verde menta e giallo vaniglia formano la tavolozza cromatica dei colori da seguire. Questi colori pastello stanno bene alle donne di tutte le età: sono eleganti e delicati. Un abbinamento decisamente femminile è quello delle tonalità pastellate con il pizzo chiaro! Le tonalità tenui sono versatili e regalano un mood tanto romantico, ideale sia per il giorno che per la sera, quanto estroso e inatteso se mixato con gli accessori giusti.
La vera novità per la primavera estate 2012 sono le stampe, animalier o floreali. Si tratta di stampe dai freschi e dalle tonalità piuttosto fredde, che vanno abbinate con altre stampe floreali. Meglio ancora se le stampe, tra di loro, sono leggermente diverse.
Una nuova tendenza per la primavera 2012 sono i jeans e i pantaloni slim fit in tonalità tenui. Pantaloni verdi, rosa, blu cielo, gialli e verde menta campeggiano sulle vetrine.
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Moda primavera-estate 2012
le stampe
ed i colori
pastello Pur avendo una lunga storia alle spalle, il denim rimane ultra-trendy, e rimane sempre protagonista nelle collezioni di moda, continuando a giocare un ruolo importante anche la prossima primavera estate 2012. Per le più giovani rimangono di moda gli skinny jeans. Questo modello slim fit sottolinea al massimo le curve femminili. Se parliamo del punto vita, niente è obbligatorio. Potete benissimo alternare jeans a vita bassa con quelli a vita alta o a vita media. Dipenderà più che altro dall’effetto che volete ottenere. Via libera alle tonalità classiche blu che variano dal blu scuro a quelli chiarissimi con effetto vintage. E poi ci sono i jeans con fantasia come quelli ‘mud’ che abbiamo visto sulla passerella di Dsquared e che sembrano sporchi di fango dal fondo fino al ginocchio.
Forse sono state le Olimpiadi di Londra ad ispirare gli stilisti di moda, o forse questi ultimi si sono finalmente resi conto che la donna di oggi, con i mille impegni che ha, non può passare giornate intere indossando tacchi a spillo e gonne a tubino! Così per la prossima primavera-estate vedremo una moda elegante intrisa di influenze sportswear. Saranno così alternate t-shirt colorate, felpe, giacche a vento, leggings e sneakers con le zeppe. Il risultato è un mix elegante che piacerà addirittura alle donne che mai in vita loro hanno messo un piede in palestra.
Atmosfere sognanti e fanciullesche sono invece quelle presentate da Mark Jakobs per la collezione LOUIS VUITTON Primavera Estate 2012, fatte di tonalità soft e materiali leggeri dalla chiara vocazione romantica. Qui la fanno da padrona forme molto femminili di tessuti trasparenti, lucenti e vaporosi e di colori pastello come il bianco, il rosa confetto, il celeste, l’avorio, il verde acqua ed il pervinca.
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Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it
“Incentivi” per risparmiare energia... ...istruzioni per l’uso In questo articolo vorrei di nuovo affrontare un aspetto di In questo gruppo rientra anche la sostituzione dei portoni un tema molto attuale e già in parte analizzato in un articolo d’ingresso a condizione che si tratti di serramenti che delimiprecedente tano l’involucro riscaldato dell’edificio, verso l’esterno o verso Riguarda la possibilità di usufruire delle incentivazioni statali locali non riscaldati, e risultino rispettati gli indici di trasmitper lo sfruttamento delle cosiddette energie rinnovabili (so- tanza termica richiesti per la sostituzione delle finestre. lare termico, fotovoltaico, geotermico ecc.). E’ fondamentale anche che si riportino i valori (stimati) di traNegli ultimi anni la normativa in materia è stata più volte smittanza termica degli infissi dismessi modificata, i cambiamenti si riferiscono, in particolare, alle Interventi cosiddetti “a cappotto” sulle pareti, che possono esprocedure da seguire per avvalersi correttamente delle age- sere realizzati con un isolamento dall’esterno (soluzione più volazioni prorogate ancora per tutto il 2012. efficace per isolare bene un edificio, molto conveniente quanCome accennato precedentemente analizzerò quali sono gli do è comunque previsto un rifacimento della facciata), con un interventi finalizzati al risparmio energetico, oltre al solare, isolamento dall’interno (intervento non eccessivamente costoal fotovoltaico, al geotermico, all’eolico ed altre simili, che so che provoca, però, una leggera diminuzione dello spazio il contribuente può effettuare potendo così usufruire di una abitabile) oppure con un isolamento nell’intercapedine. particolare agevolazione fiscale consistente in una detrazio- Interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione inne d’imposta. vernali esistenti con caldaie Tale agevolazione consio generatori a condensazioste nel riconoscimento di Le spese che rientrano nelle agevolazioni sono quelle so- ne effettuati con la messa in detrazioni d’imposta nella stenute per la riduzione del fabbisogno energetico per il miglioramento degli impianti misura del 55% delle spe- riscaldamento, il miglioramento termico dell’edificio, in termini di riduzioni delle se sostenute da chi utilizza l’installazione di pannelli solari e la sostituzione degli dispersioni termiche e dell’immobile (proprietari, i impianti di climatizzazione invernale. le regolazioni automatiche condomini, gli inquilini e temperature, attraverPer poter raggiungere tale scopo si dovrà intervenire so- delle chi detiene l’immobile in so la sostituzione anche di comodato), da ripartire in prattutto su strutture opache orizzontali (coperture, pa- tutte le vecchie valvole sui rate annuali di pari impor- vimenti), verticali (pareti generalmente esterne) e finestre. radiatori con delle valvole to, entro un limite massitermostatiche. mo di detrazione, diverso Sono comprese nell’agevolain relazione a ciascuno degli interventi previsti (solitamente zione anche la trasformazione degli impianti individuali aula durata è di 10 anni). tonomi in impianti di climatizzazione invernale centralizzati, Si tratta di riduzioni dall’lrpef (Imposta sul reddito delle per- con contabilizzazione del calore, nonché la trasformazione sone fisiche) e dall’lres (Imposta sul reddito delle società) dell’impianto centralizzato per rendere applicabile la contabiconcesse per interventi che aumentino il livello di efficienza lizzazione del calore. energetica degli edifici esistenti. È esclusa dall’agevolazione la trasformazione dell’impianto Gli interventi, quindi, che si possono effettuare riguarderan- di climatizzazione invernale da centralizzato a individuale o no quindi:Interventi per la sostituzione di vecchi serramenti autonomo. con serramenti di nuova concezione in grado di soddisfare i Coloro che vorranno usufruire di tali agevolazioni dovranno parametri di legge, inoltre sono detraibili in abbinata con gli conservare le fatture relative alle spese sostenute, le ricevute infissi anche tapparelle, scuri, persiane e componenti vetrati dei bonifici bancari o postali e le ricevute dell’invio effettuato esistenti, con integrazioni e sostituzioni all’ENEA. Per tali interventi è necessaria la certificazione del produtto- Per fruire dell’agevolazione fiscale e garantire la corretta acquire che sostituisce l’asseverazione e deve attestare il rispetto sizione dei documenti necessari, è bene affidarsi a dei tecnici dei requisiti minimi richiesti, attestando i valori di trasmit- per redigere l’asseverazione richiesta dalla legge o ad Aziende tanza termica degli infissi installati, attraverso le certificazio- che potranno certificare il prodotto installato (ad esempio nel ni dei singoli componenti. caso degli infissi il valore della trasmittanza).
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Amedeo Amedei
La bella storia di Amedeo Amadei inizia a Frascati nel 1921: è proprio in questo ridente comune castellano che il mitico centravanti della Roma e della Nazionale nacque e crebbe, figlio più piccolo di una alacre famiglia di fornai. Amedeo lavora sin da bambino per aiutare la famiglia: il suo mestiere è quello del cascherino, cioè il ragazzo che distribuiva il pane nei negozi della zona. La passione per lo sport nasce
La bella storia del Fornaretto di Frascati con lui: ama il calcio ma è anche bravo e veloce in bicicletta. L’amore per la sfera rotonda è però più forte di tutto e lo porta anche a sottrarre tempo al lavoro. Si racconta che gli amichetti, pur di farlo giocare con loro, lo aiutassero a distribuire il pane consegnandone una sporta a testa. Amedeo incrocia il suo destino leggendo un ritaglio di giornale, nel quale si diceva che l’A.S Roma Calcio cercava giovani per il suo vivaio. Preso il coraggio a due mani, raggiunge Roma in sella alla sua bicicletta, fa il provino e torna a Frascati. Visto che il padre non vedeva di buon occhio lo sport, inventa di aver fatto una gita ai Castelli e di aver bucato una ruota. Presto però arriva la chiamata della Roma: Amedeo ha le carte in regola, può iniziare a militare nel vivaio giallorosso. Papà Amadei però non ne vuole sapere: il ragazzo gli serve al forno. Sarà solo grazie all’intervento delle sorelle Adriana ed Antonietta, che si presero carico anche del lavoro che toccava al fratellino, che Amedeo avrà la sua chance. Ben presto è chiaro che il sacrificio delle due Amedei non è stato vano. Il ragazzo è bravo, convince tutti ed esordisce in serie A il 2 maggio del 1937, non ancora
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sedicenne. Artefice del suo successo è l’allenatore Schaeffer: è lui infatti a credere tanto in quel ragazzo di Frascati, ribattezzato subito “il fornaretto”, e a volerlo in squadra come titolare inamovibile a dispetto delle critiche di società e tifosi. Amedeo non nasce attaccante, lo diventa grazie all’inettitudine del centravanti di allora, l’argentino Provvidente: “il fornaretto” passa dall’ala destra al bomber e trascina con i suoi gol (che a fine carriera saranno 189) alla vittoria del primo scudetto giallorosso, nel 1942. Amadei diventa l’idolo di quella “Rometta”, una squadra che all’epoca non bazzicava molto nei quartieri alti ma anzi sfiorava a volte la serie B. Grazie alla sua umiltà, la sua generosità e il suo attaccamento alla maglia, è il primo calciatore dell’era moderna che Roma ha celebrato come il suo ottavo Re. Un solo neo macchia la meravigliosa carriera di Amadei: quel calcione all’arbitro (ma si dice che in realtà non sia stato lui, non abbiamo la prova televisiva per confermarlo) durante la partita di Coppa Italia Roma-Torino, persa per 3 a 2, che gli costò una squalifica a vita. Per sua fortuna la squalifica venne graziata a fine guerra. La guerra mondiale infatti infuriava all’orizzonte, ben più aspra di qualunque avversario sul campo da gioco: i bombardamenti distrussero la storica bottega degli Amadei a Frascati, che “il fornaretto” provvide a ricostruire subito dopo grazie ai primi soldi guadagnati con il calcio. “Il pallone – racconterà poi Amadei - mi ha dato la forza di ricostruire quello che la guerra mi aveva tolto. Pur di sistemare il forno del mio bisnonno andavo ad elemosinare il pane in un’altra bottega vicina”. Restano nel cuore degli anziani tifosi romanisti anche quei festeggiamenti in sordina dopo la vittoria del 1942: il segno più vistoso del giubilo che percorse la Capitale furono i cappelli piumati indossati da molti dei giocatori romanisti (fra cui Amadei, Pantò, Andreoli, Borsetti, Jacobini, Coscia) che facevano parte del corpo dei Bersaglieri e che, proprio per questo, avevano potuto godere di un trattamento di favore per giocare a calcio. Amadei fu uno dei più grandi bomber della storia giallorossa: giocò 234 gare segnando 110 gol, terzo nella classifica degli attaccanti più prolifici solo dietro a Volk e Pruzzo. A causa di problemi economici però, nel 1948, la Roma fu costretta a cedere Amadei all’Inter. A Milano “il fornaretto” giocò 70 partite segnando 42 reti. La maglia romanista ce l’aveva però tatuata sul cuore, il che lo portò a dettare subito un diktat alla nuova società: non avrebbe mai giocato contro la Roma. E’ lui stesso a raccontarlo: “Quando passai all’Inter e poi al Napoli, misi subito le cose in chiaro: il giorno che incontreremo la Roma io non giocherò, dovesse pur essere una partita decisiva per lo scudetto. Non potete pretendere che io pugnali mia madre”. Echi di un calcio che oggi non esiste più, soffocato dagli interessi economici, dei diritti televisivi e dal torbido di un sistema che cela sacche di disonestà: quando anche i Totti e i Del Piero attaccheranno al chiodo le loro scarpette, agli appassionati di calcio non resterà che rileggere le gesta di quei grandi calciatori per i quali il calcio era sì un gioco, sì un lavoro, ma soprattutto una questione di pancia e di cuore prima che di portafoglio.
Francesca Di Belardin
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Medicina Naturale
L’angolo del Cinema
Addio a Tonino Guerra
Il mondo della poesia, dell’arte e del cinema ha salutato il 21 marzo Tonino Guerra, poeta e scenografo conosciuto al grande pubblico non solo per le sue opere, ma anche per quel tormentone sull’ottimismo che, tramite uno spot televisivo, lo ha fatto entrare nelle case degli italiani. Noi di NONSOLOROSA, nella nostra rubrica dedicata al cinema, non possiamo fare a meno di salutarlo con un piccolo omaggio, ricordando la sua lunga e incredibile vita. Una vita segnata anche da eventi tragici, come la prigionia nel campo di concentramento tedesco di Troisdorf quando aveva solo 23 anni. Tornato a casa, nella sua Santarcangelo di Romagna, si laurea in pedagogia ed inizia la sua lunga e prolifica carriera di poeta. Il successo arriva anche con la sceneggiatura: la penna di Tonino collaborerà con i registi italiani più famosi di sempre, come Fellini, Antonioni, De Sica, i fratelli Taviani e molti altri. Nel 1967 riceverà anche una nomination all’Oscar per il film Blow-up, al quale ha collaborato insieme ad Antonioni. Una carriera ricca di soddisfazioni e una vita semplice, contrassegnata da grandi riconoscimenti (come il David di Donatello alla carriera) ma anche di amore per le piccole cose. Come il suo paese, Santarcangelo, nel quale ha vissuto per 25 anni. E’ scomparso all’età di 92 anni, e le sue ceneri sono state incastonate nella roccia, al di sopra della sua Casa dei mandorli a Pennabilli, nel punto in cui si ammira la vallata.
Per salutare Tonino Guerra, oltre a ricordare il suo tormentone sull’ottimismo che è “il profumo della vita”, vi regaliamo una sua piccola poesia, “La Farfalla”, e una di quelle curiosità che sembrano sciocche ma che fanno sempre pensare alla chiusura di un cerchio: Alda Merini, altra poetessa italiana capace di toccare le corde dell’animo umano, era nata proprio il 21 marzo di 81 anni fa.
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Poeta e cantore delle piccole cose rfacollntaento Lato,fa proprio
Conten ta sono stato molte volte nella vi ma più di tutte quando ia mi hanno liberato in Germanre che mi sono messo a guarda una farfalla senza la voglia di mangiarla.
Medicina Naturale
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Dott.ssa Claudia Manzato lamanzato@alice.it c
Proteggiamo le articolazioni Milioni di persone soffrono di artrosi (detta anche osteoartrosi) seria patologia degenerativa a carattere cronico accompagnata da alterazioni della cartilagine delle articolazioni sinoviali. Generalmente si manifesta a partire dall’età di 40 anni, anche se può comparire molti anni prima e tende a svilupparsi in modo lento e graduale colpendo prevalentemente i soggetti di sesso femminile, coloro che soffrono di diabete, obesità, iperlipidemia. Le articolazioni più colpite sono quelle del ginocchio (gonartrosi), dell’anca (coxartrosi) e del pollice (rizoartrosi). In un soggetto sano la cartilagine opera come un ammortizzatore e consente movimenti morbidi e regolari. Per eseguire il suo compito la cartilagine si avvale del liquido sinoviale che durante il movimento viene assorbito e rilasciato dalla cartilagine stessa che funge da spugna. Negli anni della giovinezza la struttura cartilaginea si mantiene pressoché inalterata, grazie ad un meccanismo costante di distruzione e riparazione garantito dall’organismo. Man man che l’età avanza questo stato di equilibrio viene a mancare e la cartilagine tende quindi ad usurarsi. Molecola fondamentale per il benessere delle articolazioni risulta essere la glucosamina solfato , un aminozucchero naturalmente presente nell’organismo umano necessario per la “costruzione” di membrane sinoviali, tendini, legamenti e cartilagini. Come molte altre sostanze endogene, con l’invecchiamento, la quantità di glucosamina prodotta dall’organismo tende a diminuire. In queste situazioni,
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l’apporto esogeno supplisce alla carenza metabolica, stimola la biosintesi dei proteoglicani (molecole deputate alla lubrificazione, elasticità e resistenza) aiutando a ricostruire la cartilagine e a contrastare l’osteoartrosi. Il dosaggio tipico è di 1500 mg al giorno ed i prodotti commerciali presenti sul mercato contengono glucosamina derivante dall’idrolisi del guscio dei crostacei. Spesso si associa ad altri supplementi come il condroitin sofato, altro importante costituente delle articolazioni capace di trattenere acqua e di garantire così il giusto grado di lubrificazione delle stesse. In particolar modo è la molecola che apporta resistenza alla compressione articolare. La dose media giornaliera consigliata é di 1200mg .I prodotti in commercio contengono prevalentemente condroitin derivante dalla cartilagine di squalo. Si consiglia l’assunzione per cicli di 2-3 mesi intervallati da uno di pausa.Largamente utilizzate anche in veterinaria, le due molecole permettono di salvaguardare le articolazioni dei nostri amici a quattro zampe. In particolare quelle dei cuccioli risultano maggiormente delicate. Inoltre displasie, instabilità, sovrappeso, oppure attività fisica eccessiva possono, nelle razze predisposte, favorire, nell’età adulta, l’insorgenza di artrosi. Ecco perchè è bene supplementare fin dalla più tenera età con glucosamina e condroitin nei dosaggi giornalieri consigliati in base al peso dell’animale, per cicli di 90 giorni, intervallati da 60 giorni di sospensione.
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Gossip
Putin di nuovo presidente:
Torna al Cremlino Vladimir Putin ottenendo il 63,6% dei consensi elettorali, succedendo a Medvedev. Subito dopo la diffusione della notizia l’opposizione è scesa in piazza per denunciare i brogli elettorali.
Arriva la fidelity card per i tifosi:
I tifosi italiani non avranno più bisogno della tessera del tifoso per andare a vedere la squadra del cuore. Al suo posto la Fidelity Card.
Rapina in villa finita in tragedia:
Record caro benzina: 1,972 € a litro:
Prezzi record per la benzina, punta massima si è toccata al centro Italia con 1,972 € al litro, con 1,81 al litro per il diesel, e 0,900 per il Gpl
Tolosa: ucciso il killer della scuola ebraica:
Ha seminato il panico in una scuola ebraica uccidendo 3 bambini e un insegnante a Tolosa. Dopo 19 ore di assedio le teste di cuoio francesi hanno ucciso l’estremista islamico Mohammed Merah, 23enne francese di origine algerina.
E’ finita in tragedia una rapina in una villa di Perugia. Luca Rosi, per proteggere la fidanzata, è stato ucciso tra tre romeni arrestati dieci giorni dopo.
I COLORI DELLA CRONACA Lourdes Ciccone beccata a fumare:
Tragica gita in Svizzera:
Una gita scolastica in Svizzera si è trasformata in tragedia per una scolaresca svizzera. A Sierre, nel sud del paese, un pullman con 52 turisti belgi si è schiantato contro il muro di un tunnel. 28 i morti, 22 sono bambini.
Italiani rapiti in India:
Claudio Colangelo e Paolo Bosuso sono stati rapiti in India dai da un gruppo maoista. Il 26 marzo, dopo 11giorni di prigionia, Claudio Colangelo è stato liberato, ed è riuscito a tornare in Italia mentre Bosuso è ancora nelle mani dei ribelli indiani.
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Purtroppo non è un adolescente come le altre ma è la famiglia di Madonna e come tale ha sempre gli occhi puntati addosso. Lourdes è stata beccata dai paparazzi mentre, a Manattan, fumava.
20mila euro a puntata per l’isola di Aida:
Da alcune indiscrezioni sembrerebbe che Aida Yespica abbia deciso di partecipare all’Isola dei Famosi per… 20 mila euro a puntata! Se dovesse arrivare al termine e portarsi a casa da trionfatrice il premio di 200 mila euro, Aida si metterebbe in tasca ben 420 mila euro.
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Gossip In questo inizio di primavera, quando le temperature miti ci ‘sghiacciano’ dal torpore invernale e ci incitano ad un nuovo inizio, vogliamo dedicare la nostra rubrica gossip ai miti che tornano, inalterabili, meravigliosi e intatti come sono sempre stati. Che dire infatti di Marilyn Monroe, a cui Hollywood sta tributando un magnifico anniversario dopo 50 anni dalla sua morte? La favola di Norma Jean, che da piccola fiammiferaia è diventata icona della bellezza e del glamour, e che ha poi pagato con la vita le sue fragilità, è così attuale che fa strano prendere atto che dalla sua morte sono passati già 50 anni. Libri, film, documentari e commemorazioni su Marilyn accompagneranno tutto il 2012: Cannes l’ha eletta madrina del prossimo festival, mentre il film su di lei, “My week with Marilyn”, potrebbe vincere un Golden Globes. Non solo: a Venezia, fino al 22 maggio, è aperta la mostra “Marilyn Monroe, leggenda, mito e icona”, grazie ad una proroga straordinaria dopo il boom di affluenze negli scorsi mesi. Per concludere, una curiosità: a Los Angeles è stata battuta all’asta anche una radiografia del torace dell’attrice, insieme ad un set di meravigliose foto tratte dal set del film ‘Niagara’.
E a proposito di miti che tornano, le ragazze degli anni ‘90 non avranno perso la riedizione del mitico ‘Titanic’, il film di James Cameron tornato nei cinema in versione 3D proprio per celebrare il centenario della più grande tragedia del mare. La storia d’amore di Jack e Rose (Leonardo Di Caprio e Kate Winslet) ha colpito i cuori di una generazione, soprattutto perchè era incorniciata in quella tragica storia e ben più vasta delle migliaia di persone che persero la vita. Sappiate però che sul Titanic non ci sono da raccontare soltanto storie romantiche e tragiche: ancora sono in piedi numerose teorie sulla reale causa dell’affondamento del gigantesco transatlantico avvenuto quell’aprile del 1912. Ad esempio, come mai il comandante non credette all’allarme ricevuto e lanciò la nave diretta verso l’iceberg che l’avrebbe squarciata? E per quale motivo la compagnia White Star, proprietaria della nave e della sua gemella Olympic, non spedì sul luogo
Leggende che non muoionoMAI Il mito di Marilyn e quello del Titanic
E per concludere la nostra rubrica gossip, questo mese un po’ vintage, vi aggiorniamo sugli avvistamenti delle cicogne nel dorato cielo dei VIP: Robbie Williams e la moglie Ayda diventeranno genitori per la prima volta, come entusiasticamente annunciato dalla star tramite il suo blog, mentre l’attore Luca Zingaretti si gode le gioie della paternità e ne parla su tutti i giornali. Un figlio in dirittura d’arrivo anche per Caterina Balivo (lieto evento previsto in giugno) e per Christiane Filangeri, bella attrice di fiction decisa a proteggere la sua privacy, al punto da non svelare neanche il sesso del nascituro o la data prevista per la nascita. Angelina Jolie è invece una mamma in crisi: pare che la madre biologica del piccolo Pax, uno dei bambini adottati dall’attrice insieme al compagno Brad Pitt, si sia rifatta avanti e voglia riprendere il bambino con sé. L’attrice americana è giustamente terrorizzata dall’idea e pronta a combattere con le unghie e con i denti. Angelina, le mamme adottive di tutto il mondo sono con te!
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dell’incidente una nave di soccorso che navigava in zona? E ancora, per quale motivo la compagnia teneva nascosta la gemella Olympic in porto, quando il Titanic partì? Non fu forse la gemella a partire e affondare, scambiando rapidamente i due equipaggi in quella misteriosa notte prima della partenza da Southampton? Per non scivolare nelle ambientazioni di una puntata di ‘Quarto grado’ sulla Costa Concordia, chiudiamo anche in questo caso con una curiosità: l’account Twitter@titanicrealtime ha iniziato una particolare campagna, che consiste nel postare quelli che sarebbero potuti essere i tweet dei viaggiatori del Titanic durante il naufragio. L’esperimento ha già 25.000 followers, e noi non sappiamo cosa pensarne. Romantico? Agghiacciante?
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Eventi Epica 16 aprile
Marco Guazzone 30 aprile
Killing Joke 22 aprile
Negramaro 2 maggio
CONCERTI
Orion Roma
Circolo degli artisti Roma Palalottomatica Roma
Orion Roma
The Maccabees 27 aprile Orion Roma
TEATRO
Auditorium Parco della Musica Roma
Madonna 12 giugno
Stadio Olimpico Roma
Orion Roma
Arisa 19 maggio
Subsonica 28 aprile
Palalottomatica Roma
Auditorium Parco della Musica Roma
Miseria e nobiltà 21 aprile
25 aprile
Teatro Europa Cisterna
Auditorium Parco della Musica Roma
Guai a voi ricchi 22 aprile
Suerte 28 aprile
Chiara Civello 8 maggio
Sarto per signora 22 aprile
Massimo Ranieri “Canto perchè non so nuotare” Fino al 29 aprile
Burlesque dalla voglia alla foglia dall’8 al 13 maggio
Fino al 13 maggio
Caravaggio e la resurrezione di Lazzaro fino al 30 giugno
Teatro Moderno Latina
Teatro Alba Radians Albano Laziale
“Pier paolo poeta delle ceneri”
Guercino fino al 29 aprile
Palazzo Barberini Roma
MOSTRE
Marlene Kuntz 11 maggio
Morgan 25 maggio
Mostra mercato di arte contemporanea 6 maggio
Teatro Comunale Bernini Ariccia
Teatro Sistina Roma
Palazzo delle Esposizioni Roma
Amore e Psiche, il mito in mostra fino al 10 giugno
Frascati
Castel Sant’Angelo Roma
Artexpoalbano 13 maggio
Tintoretto fino al 10 giugno
Albano Laziale
MOSTRA in CORSO dal 10 marzo al 13 maggio
“National Geographic Italia - Il senso della vita. Amore, Lavoro, Pace, Salute”
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Scuderie del Quirinale Roma
Salvador Dalì fino al 30 giugno Vittoriano Roma
Sal Da Vinci 4/5 maggio
Teatro Sistina Roma
Teatro Sistina Roma
Teatro Salone Margherita Roma
Palazzo Braschi Roma
Lux in arcana fino al 9 settembre Musei Capitolini Roma
Vetri a Roma fino al 16 settembre Fori Imperiali Roma
Eventi
I NOSTRI PUNTI DI DISTRIBUZIONE VELLETRI
Benito al Bosco Via Morice, 96 Casale della Regina Via Vecchia Napoli, 9 Caffetteria Leda, c.so della Repubblica 11 Bar Jolly, Corso V. Emanuele, 78/80 Bar presso Clinica Madonna delle Grazie, Bar Caffetteria Ginnetti, Piazza Cairoli 33 Bibenda Cafè, Via Appia Sud, 28 Km 42,900 Snack Bar Zi Checco, Via Lata, 22/24 Bar Alterego Viale Salvo D’Acquisto, 10/a Torrefazione Caffè VIDILI C.so Della Repubblica 252 Bar Cairoli (Cafarotti) Piazza Cairoli, 7 Il Gabbiano Bar-Spaghetteria, P.za XX settembre,12 El Barrio Cafè, C.so della Repubblica, 249 Caffetteria Mastrostefano Sandro, Via dei Volsci,35 Caffetteria La dolce vita, Corso della Repubblica, 167 Vini e Caffè, Via Guido Nati, 39 GOLD CAFÈ, Via Lata 269 TANI CAFFÈ, Via Delle Mura, 3 BUFFETT STAZIONE, stazione F.S. Caffè del Bargello, viale Oberdan GREEN BAR, Via Del Comune, 72 Circolo Colle Degli Dei via Colle Carcagno 31/20 Comune di Velletri, Piazza C.O. Augusto, 1 Tribunale, Piazza Giovanni Falcone Clinica Madonna delle Grazie,V.le Salvo D’Acquisto, 67 Cinema Augustus, Via Filippo Turati Libreria Mondadori, Via Pia, 9 Libreria La Scolastica Corso della Repubblica, 177 Carrefour Market, Via Lata, 169 Carrefour Market, Via Appia, km 43 Carrefour Market, Via Appia, km 40,400 Carrefour Market, Via Ariana, Valmontone Carrefour Market, Via Valmontone, Artena COOP, Via S. Giovanni Vecchio 1 Banca Popolare del Lazio, Via M. delle Fosse Ardeatine, 9 Banca Popolare di Aprilia, Viale Oberdan, 33 Dani Dibi Center, Via Ragazzi del’99, 6 Ok Acconciature, Largo Mario Ciancia, 3 Istituto di bellezza Tropical Center, via XXIV maggio 6 Beauty Center Graziano, Via Colombo Romani Enzo Felici Hair Mode, C.so della repubblica 123 Sabrina, Via Luigi Novelli,18 Federica Fashion Dream, Via Lata, 37 Modacapelli Via Menotti Garibaldi Parrucchieri Tres Chic, Via delle Mura 10 Body 2000, Piazza XX settembre, 10 Nicol, Viale G. Oberdan Nicol, Corso della Repubblica 3 Store, Via Lata 27 Farmacia Romani, Piazza Cairoli, 2 Farmacia Oberdan, Viale Salvo D’Aquisto 16 Studio dentistico Esposito Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 19 Studio medico 3R, Piazza Cairoli, 30 Studio medico Minerva, Piazza Metabo, 8 MEDICARS, Centro Medico Polispecialistico, P.zza Garibaldi, 9 Edicola Barletta, Piazza Cairoli Edicola Manciocchi, Via Cir. Di Ponente Edicola Gatta, Via Lando Conti Edicola Carini, Piazza Cairoli Edicola Stazione F.S. ACI via Delle Mura, 5
LARIANO
Banca Popolare del Lazio, Via Napoli 6 Comune di Lariano Piazza Santa Eurosia MILLENIUM, Via delle Cerreta, Lariano Io e le donne, Via Sausset les Pins, 41
GENZANO
Caffetteria del Centro, Piazza IV novembre Bar La dolce Vita, Piazza T. Frasconi, 19 Royal Cafè, Via Italo Belardi, 38 Gran Caffè Nazionale, Piazza T. Frasconi, 1 BAR MATCH, Via Lenin, 56/58 Comune di Genzano, Via Italo Belardi, 1 COOP, Via Emilia Romagna, 102 Carrefour Market, Via O. Ferrazza, 11 Carrefour Market, Via Giorgio Amendola 2/4 Dr Fabio Del Pidio V. E. Imbastari, 18 Edicola Mar.ca distribuzione, Piazza Cina Expert, Via Nenni, 1 Palestra Matrix, Via del Lavoro 3Store, Via Garibaldi, 8 Capellimania, Via XXV aprile, 33 Farmacia Dr Carafa Emidio, via I. Belardi, 1 Pharmamedical, Via Saragat, 1 ECOMED 2000 Poliambulatorio Specialistico, Via Roma, 14
LANUVIO
Bar Centrale, Piazza C. Fontana, 17 Bar Menelik, Piazza C. Fontana, 9 Parrucchiere Stefania, Via Gramsci, 153 Comune di Lanuvio, Via Roma, 20
NEMI
Bar dei Pini, Piazza Roma, 3 Comune di Nemi, Piazza del Municipio, 9 Incantesimo del Lago, C. V. Emanuele, 24 Bar Locanda Specchio di Diana, Corso Vittorio Emanuele
ALBANO
Comune di Albano Piazza Della Costituente 1 Cafè e dintorni Via Della Rotonda, 6 Bar Fortini C.so Matteotti, 16 Caffetteria C.so Matteotti, 206
Caffè Carones, Piazza Mazzini, 1
Gran Caffè Renzelli, Via Nettunense, 49/53
ARICCIA
Appia Carni 2002 S.r.l. Via Appia Antica, 50 Bar Centrale Piazza di Corte Comune di Ariccia, P.zza S. Nicola snc
GROTTAFERRATA
Associazione Viva & Musica, Piazzo di Poggio Tulliano, 23 Comune di Grottaferrata P.za Eugenio Conti, 1 Carrefour Market Via Vittorio Veneto, 2 Bar Pasticceria Alice Corso del Popolo, 11 Bivio in piazza Via Domenichino, 11 Parrucchiere EMILIO SILVAGNI, Via Renato Castellani, 22 (sopra la GS) Barbara Laudadio Parrucchiera Corso del Popolo, 18
FRASCATI
Comune di Frascati P.za G. Marconi 3 Banca Popolare del Lazio Via Guglielmo Marconi, 16 Libreria Mondadori Piazza del Gesù, 18 Gran Cafè Roma Piazza Roma, 3-4-5 Gelateria Bar Belvedere Piazza Roma, 1 Bar dei Glicini Piazza Roma, 18 Bar Torlonia Piazza G. Marconi, 15 Bar degli Specchi Via Cesare Battisti, 3 Bar Eden Cafè Via Cesare Battisti, 22 Gelateria Tris Piazza San Pietro, 4 3Store, Via Bezzecca,12 Centro diagnostico Ajani, via Ajani 32 Grand Hotel Villa Tuscolana, via Del Tuscolo, Km 1,500
CISTERNA DI LATINA
Studio medico Cianciosi, P.zza Amedeo di Savoia 8 Carrefour Market, Via Appia Nuova, Cisterna di Latina