COPIA OMAGGIO
Speciale Natale 2013
Mensile di attualitĂ , pol
Anno III - N. 44 - Dicembre 2013 - Mensile - Registrazione Tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
itica, cultura, gossip,
spettacolo e sport
Con Renzi vince la speranza Il Saturno Film Festival approda a Velletri per la sua nona edizione: protagonista la famiglia!
Nelson Mandela Il lungo cammino verso la libertĂ
Terminata la nona edizione di Ballando con le stelle
Milly Carlucci
ci racconta la sua ennesima vittoria televisiva e non solo
Prorogata la scadenza della TARES al 31 gennaio 2014
SOMMARIO 19 ATTUALITà
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Intervista a Milly Carlucci. “Il pubblico ha accolto “Ballando” come un vecchio amico ritrovato. Sono strafelice per questo grande successo. Adesso è il momento di dedicarmi di più alla mia famiglia!”
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4 RUBRICHE 22
Aspettando Brasile 2014 La fantasia di Garrincha, il coraggio di Bobby Moore
Nelson Mandela, il lungo cammino verso la libertà
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FaceAbook Hugh Howey
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Speciale Natale 2013
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Il Saturno Film Festival approda a Velletri, dal 9 al 14 dicembre, per la sua nona edizione: protagonista la famiglia!
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L’Arte e i suoi infiniti mondi segreti Avv. Angelo Fagiolo. Sorrisi e disincanti
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Arte enogastronomica Il cioccolato, sublime alimento
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“Rilanciare la cultura ripartendo dai libri”
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Prorogata la scadenza della TARES al 31 gennaio 2014
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Architettiamoci Come possiamo aiutare a far respirare le nostre case
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Velletri ricorda Gian Maria Volonté
POLITICA 19
Con Renzi vince la speranza
MODA 8
Speciale Look Natale 2013
EVENTI E SPETTACOLO 14
Al teatro Artemsio Gian Maria Volonté si conclude la seconda edizione del Festival dei Castelli Romani
6 Editore Blink di Ottavia Lavino Direttore Responsabile Ottavia Lavino
Numero 43 - anno III Dicembre 2013 Registrazione tribunale di Velletri 2/2010 del 22.01.2010
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Hanno collaborato: Servizi Daniele Ognibene Maria Rita Cappucci Silvia Bottacchiari Rubriche Barbara Gazzabin Carlo Carones Daniele Ciani Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo Gabriele Santoni
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Terminata la nona edizione di Ballando con le stelle, Milly Carlucci ci racconta la sua ennesima vittoria televisiva e non solo.
“Il pubblico ha accolto “Ballando” come un vecchio amico ritrovato. Sono strafelice per questo grande successo. Adesso è il momento di dedicarmi di più alla mia famiglia!”
È da sempre considerata la signora della tv. Con la sua grande professionalità, eleganza e i suoi modi da vera prima della classe, Milly Carlucci è sempre la benvenuta nelle case degli italiani. Il suo sabato sera a ritmo di Tango , Valzer, Tip Tap, Cha Cha Cha e quant’altro, ha dato anche per questa stagione, ottimi risultati a livello di auditel. Sempre in splendida forma, gli anni sembrano non passare mai per Milly che, anche grazie al suo passato da sportiva, (pattinaggio artistico al livello agonistico), riesce a mantenere sempre viva la sua energia e voglia di lottare per quello in cui crede. E lei sul suo “Ballando con le stelle”, ha puntato proprio tutto, dando il volto a un programma che da ben nove edizioni, sopravvive alla legge dell’auditel, regalando ogni sabato sera uno spettacolo di qualità, dove la danza è la protagonista. Anche di fronte alle polemiche e alle alzate di testa di alcuni concorrenti che spesso e volentieri fanno troppo i divi, Milly non scade mai nell’arroganza, sapendo gestire ogni situazione, anche le più tumultuose, con eleganza e grande pacatezza. La signora della tv, la presentatrice che non sbaglia mai, ha deciso di raccontarci di sé e di questa nona edizione di “Ballando con le stelle”, rivelandosi ancora una volta, una grande professionista, ma soprattutto una donna dedita ai suoi affetti più cari, una madre apprensiva che spera in un futuro roseo per i suoi figli e tutta la sua famiglia. Maria Rita Cappucci
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Questa nona edizione di “Ballando con le stelle” è stata una delle più dense di polemiche e discussioni, questo quanto ha influito sulla popolarità del programma? Senza dubbio il grande successo di questa nona edizione è dovuto in primo luogo a un cast fortissimo, ricco di personaggi di grande fama, ma soprattutto di personalità estreme e molto diverse tra loro. L’incremento dell’eco che “Ballando” ha suscitato sui Social Network, è legato soprattutto alla nostra intenzione di esser presenti su tutti i media e soprattutto su internet, che ormai è senza dubbio il mezzo di comunicazione favorito per trasmettere e condividere informazione e intrattenimento. Negli scorsi anni la televisione non tendeva ad occuparsi molto del riverbero che i programmi trasmessi sul piccolo schermo avessero sul mondo di internet, tuttavia, adesso, non possiamo più ignorare quella grande fetta di pubblico che guarda le trasmissioni in streaming, esprimendo opinioni e commenti su Facebook e Twitter. Per questo abbiamo cercato di aumentare il legame tra “Ballando” e i Social Network, proprio per accogliere e fidelizzare quella grande parte di pubblico, soprattutto giovane, che altrimenti non ci avrebbe seguito così assiduamente. Anche quest’anno il suo programma è molto seguito dal pubblico di Rai1, qual è il segreto di tanto successo? Sicuramente il merito più grande va riconosciuto alla danza! Il ballo è una delle discipline più affascinanti che consentono ad ogni età di divertirtisi e mantenersi in forma. Nell’ultimo anno abbiamo vissuto tanti momenti difficili, per questo il pubblico ricerca in programmi come “Ballando” un po’ di sana evasione e divertimento. Poi c’è da dire che la nostra mancanza si è fatta sentire; per il pubblico vederci tornare dopo un anno e otto mesi è stato come ritrovare un vecchio amico perso di vista per un po’ di tempo, a cui si è sempre voluto bene. La cosa più bella è che il pubblico non ha trovato un programma “invecchiato”, anzi, al contrario! Quindi il successo di “Ballando” è una perfetta combinazione fra tradizione e rinnovamento. Il pubblico ci ha ritrovati in ottima forma, forti dei nostri punti fermi e pronti a regalare un’edizione piena di novità e colpi di scena.
Vizio
Testardaggine
Virtù
Perseveranza
Nonostante sia una delle conduttrici più note al grande pubblico, è molto schiva nel parlare di sé e della sua vita privata. Pensa che questa riservatezza le abbia giovato? Mantenere la riservatezza sui miei affetti e la mia famiglia è stata una scelta di vita obbligata, nel senso che io sono realmente una persona non incline alla mondanità e che preferisce mantenere la vita privata fuori dai riflettori. Se questa mia decisone abbia giovato o no alla mia vita e alla mia carriera, potrò dirlo solo a posteriori, quando smetterò di fare questa professione. Ad ogni modo sono convinta che tenere fuori il mio lavoro dalla famiglia e dalla mia vita privata, sia stata, e continua ad essere, la scelta più giusta e rispettosa nei confronti di mio marito e dei miei figli, che hanno visto sempre in me una donna normale, dedita alla famiglia e al lavoro, che non ha mai perso di vista le cose che contano veramente nella vita. Nelle sue trasmissioni è sempre molto diplomatica e gestisce le discussioni con grande eleganza. Cosa pensa invece dei programmi che puntano tutto sulle polemiche pur di accaparrarsi qualche punto in più di cher? Oggi è oltremodo difficile che un programma televisivo trovi spazio nella selva sconfinata delle trasmissioni in onda contemporaneamente su centinaia di canali differenti. In questa condizione diventa quasi impossibile attirare l’attenzione del pubblico. Per questo, molti programmi, anche talk show politici di grande spessore culturale, puntano spesso sulle discussioni e sulle polemiche più accese per attirare l’attenzione del pubblico. Ciò è la tipica conseguenza di un mercato saturo di proposte televisive, cosa che fa trasparire grande difficoltà nel trovare idee nuove e originali che afferrino l’attenzione molto labile dello spettatore. In una recente intervista ha parlato del suo passato da sportiva, in che modo questa esperienza ha influito sulla sua professione e qual è il segreto per mantenere una forma così perfetta? Lo sport ha sicuramente influenzato positivamente tutta la mia vita. Intraprendere una disciplina sportiva a livello agonistico t’insegna a lottare, a
incassare le delusioni e le sconfitte e ripartire ancora più forte e volenteroso. È chiaro, quindi, che lo sport ti forma il carattere per affrontare nel modo giusto le difficoltà della vita, perché se non hai questo tipo di mentalità, alla prima complicazione rischi di deprimenti, di annichilirti e perdere la motivazione per reagire. Uno sportivo non si abbatte mai, quando viene sconfitto si rialza e riparte sempre con maggiore forza e determinazione. Soprattutto lo sport ti aiuta a sfuggire ad un sentimento deleterio per il benessere dell’individuo e della società: mi riferisco all’invidia. Lo sportivo, per eccellenza, non conosce l’indivia verso l’avversario, che è visto non come qualcuno da annientare, ma piuttosto da emulare, o ancora meglio, da superare per migliorare se stessi. Questa nona edizione si è conclusa con il trionfo dello sport e del vero talento, è soddisfatta del risultato e cosa ci aspetterà per la decima edizione di ballando? Sono molto soddisfatta del podio di quest’anno. La Di Francisca e Amaurys sono due grandi professionisti dello sport e hanno messo tutto la passione, il talento e il senso di sacrifico in queste settimane per imparare a ballare, cosa che non è facile fare in così poco tempo. Sono molto contenta anche per la terza posizione di Francesca Testasecca che nonostante sia partita un po’ come outsider, ha dimostrato costanza e passione e non si è fatta mai mettere in ombra dagli altri partecipanti. Alla fine dei giochi il pubblico ha deciso di premiare il vero talento, quei concorrenti che si sono distinti durante tutta questa nona edizione per aver ballato bene, come da veri professionisti. Devo ringraziare tutti i partecipanti che sono stati bravi e preparati. Non mi resta che ricaricarmi e preparami per la prossima edizione che, essendo anche la decima, riserverà tante splendide soprese.
Desiderio
Il mio desiderio principale è legato alla famiglia, e ai mie figli. Da mamma, spero che i miei figli trovino la loro strada e che siano sereni e felici.
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Nelson Mandela, il lungo cammino verso la libertà “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Come sarebbe stato facile arrendersi, quando un regime decide di privare di ogni elementare forma di libertà il proprio popolo. Un sognatore che non si è mai arreso e che ha investito la propria esistenze per gli altri, questo è stato Nelson Mandela. La vita non gli ha risparmiato nulla, neanche un’esistenza così lunga, lunga come il “cammino verso la libertà” che lui ha affrontato con coraggio e passione. Ognuno di noi ha il suo Nelson Mandela. Ho conosciuto tanti ragazzi che avevano il suo poster nella camera o nel proprio ufficio, altri che invece erano presenti nel 1988 al grande concerto di Wembley per chiederne la libertà; una squadra di Rugby aveva la sua foto con il berretto degli “Sbringboks” durante il mondiale Sud Africano. Ho conosciuto persone che avevano letto tutto e altri che come primo tatuaggio avevano scelto l’immagine di Madiba. Ognuno ha il suo Nelson Mandela, perché si può essere legati alla sua immagine da ragazzo cresciuto nei verdi campi del Transkei; dal Mandela appassionato che vuole laurearsi in legge per difendere i diritti del suo popolo; si può sentire vicino Madiba perché fondò l’organizzazzione giovanile dell’African National Congress, cercando di coinvolgere i giovani alla vita politica. Ognuno di noi ha il suo Nelson Mandela, perché, chi è spinto da un sentimento d’amore, sente la sofferenza di chi è stato privato di tutto, anche del proprio diritto ad avere una famiglia. Chi sente l’ardore rivoluzionario ha il suo Mandela che fonda “la Lancia della Nazione”, un’organizzazione che si prefiggeva come scopo la liberazione dal regime boero, anche attraverso la lotta rivoluzionaria. Dopo essere stato messo al 6
bando, ricercato e infine arrestato, decise di utilizzare il tribunale come strumento per dettare quello che resterà come un vero e proprio documento di rivendicazione politica. Scelse di non essere difeso, non riconoscendo la legittimità della corte, pronunciò una lunga invettiva contro le istituzioni e lo fece vestito in abiti tradizionali xhosa, Mandela infatti disse che: “ho scelto il costume tradizionale per accentuare simbolicamente la mia posizione di africano nero davanti a una giuria di soli bianchi”. Si rivolse alla corte, al giudice e pronunciò uno dei discorsi più intensi del 1900. “Questo Paese era nostro, di nome e di diritto. Noi ci occupavamo della terra, le foreste, i fiumi, nostre erano le ricchezze del sottosuolo. La terra apparteneva alla tribù e non esisteva la proprietà privata. Non c’erano classi sociali, ricchi e poveri, non c’era lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Tutti gli uomini erano liberi e uguali e su questo si fondava il principio dello stato. Molti aspetti di una simile organizzazione sociale erano primitivi ma in quella società sono contenuti i germi di una democrazia dove nessuno sarà schiavo o servo, dove povertà, bisogno e insicurezza saranno cancellati per sempre.” Nelson Mandela continuò la sua invettiva scagliandosi contro le leggi emanate dal National Party che risultavano essere “immorali, ingiuste e intollerabili e che gli uomini non sono in grado di rimanere passivi, di non protestare e di non lottare contro l’oppressione”. Conlcuse il suo intervento dicendo che “i veri criminali che avrebbero dovuto trovarsi davanti a questa corte sono i membri del governo”. La storia evidentemente ha dato ragione a Nelson Mandela, il quale, prima della sentenza, con il rischio concreto della pena di morte, disse: “Ho dedicato la vita intera alla lotta del popolo africano. Mi sono battuto contro il predominio dei bianchi, così come mi sono battuto contro il pre-
dominio dei neri. Ho perseguito l’ideale di una società libera e democratica, in cui tutti vivano insieme in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di continuare a vivere, fino al conseguimento. Ma per il quale, se necessario, sono disposto a morire”. Parole intense, forti, durissime, parole che gli costeranno l’ergastolo. Soprattutto negli anni del carcere più duro, quello a Robben Island, Mandela scoprirà la sua enorme forza d’animo. Si batterà per garantire un trattamento dignitoso dei carcerati, molti dei quali arrestati per motivi politici. Lo farà giorno dopo giorno, cercando di continuare a studiare, anche con tutte le enormi limitazioni. In carcere resistette al dolore per la morte della madre e di uno dei figli, senza poter dare loro l’ultimo saluto e poi alla separazione dalla prima moglie. Ma anche in condizioni di privazione totale, riuscì, parafrasando Pasolini nel libro “Le Ceneri di Gramsci”, ad aver “la luce della mente e la passione delle viscere”. Ognuno di noi, dicevo, ha il suo Mandela. Il mio è quello che non tradisce la fiducia del suo carceriere che gli lascia maggiori spazi di libertà, nell’ultimo periodo di prigionia. Il mio Nelson Mandela riesce, da solo, a trattare con il governo per una transizione pacifica. Accetta suo malgrado di candidarsi Presidente e una volta eletto, sceglie come suo vice il bianco De Klerk, suo antagonista alle elezioni. Il mio Nelson Mandela è un “peccatore che non smette mai di provare a migliorarsi”. Il mio Nelson Mandela sceglie lo sport come strumento di pacificazione sociale e lo considera più importante del premio Nobel. Ognuno di noi ha il suo Nelson Mandela, ma quello che accomuna tutti è il Nelson Mandela che sogna, sogna, sogna e combatte per la libertà. Daniele Ognibene
Ottavia Lavino
Laura D’Andrea
Silvia Bottacchiari
Maria Rita Cappucci
Gabriele Santoni
Carlo Carones
Daniele Ciani
Barbara Gazzabin
Marco Rossetti
Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo
Luca Masi
La redazione di
augura a tutti
Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Come vestirsi a Natale 2013? Quali sono gli abiti più eleganti e glamour da sfoggiare durante le feste? I vestiti e gli outfit Bisogna per forza puntare sul rosso più glam da indossare o ci sono delle durante le feste alternative chic? Se queste sono le domande che attanagliano la vostra mente, niente paura, Nonsolorosa, come ogni anno è pronto a fornirvi le risposte che cercate. Vi sveleremo quali sono gli outfit più raffinati e adatti per trascorrere con allegria, ma soprattutto con stile, le festività dicembrine e scoprirete che non c’è solo il rosso all’orizzonte. Sono tanti i brand che, come ogni anno, in questo periodo ci propongono delle mini capsule collection in limited edition pensate appositamente per le feste. Quest’anno per vestirsi alla moda durante il periodo natalizio, basterà seguire delle semplici regole di base. Innanzitutto nel vostro armadio non dovranno mancare minidress o abiti a tubino, pullover oversize con stampe originali come gufo, azteca, floreale o con grandi trecce sul davanti, stivali Ugg, maxi-sciarpa per ripararci dalle fredde sere d’inverno, pantaloni e leggings colorati, tartan o in pelle, blazer con e senza gomito patch e top con glitter nei colori metal. Per vestirsi alla moda durante le feste, basterà giocare con il mix & match, unire stili, fantasie e tessuti diversi per creare degli outfit originali e unici. Per la festività di Natale un accessorio brillante chiede comunque di essere inserito nel look. Può essere rappresentato da una graziosa sciarpina in lurex, da un cerchietto brillante oppure da una spilla con strass a completare il cappotto. Il Natale dovrebbe essere vissuto in armonia e soprattutto con tanta allegria, quindi via libera ai colori e alla scelta di capi comodi e pos-
Speciale Look Natale 2013
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sibilmente arricchiti da dettagli capaci di farvi luccicare! Per il giorno basta un tocco di vintage per essere glamour Durante le lunghe giornate di festa, alle prese con pranzi interminabili e grandi tavolate di amici e parenti, per vestirsi alla moda, non occorre creare degli outfit troppo sofisticati. Vi basterà quindi indossare dei semplici skynny jeans o leggings e puntare sul pullover, scegliendo una fantasia colorata e bizzarra. Per completare il look potrete sbizzarrirvi con accessori vintage o in stile hipster come ciondoli o orecchini Mustache, occhiali con una grande montatura di colore nero o tartarugata e sciarpe colorate. Abiti seducenti e stravaganti: la parola d’ordine per l’outfit serale è il minidress, impreziosito da tanti accessori! Tra i look più indicati per la sera, si consiglia di alternare modelli di minidress con stampe diverse e originali: dallo stile leopardato alla fantasia tartan, fino ai miniabiti più aderenti e seducenti, primo fra tutti il classico tubino, meglio se arricchito con applicazioni lungo il corpetto e maniche in pizzo. Tra le proposte di outuifit per la sera non possono mancare gonne a ruota in nero o in rosso, bluse con inserti gioiello, in pelle o in pizzo e blazer lunghi da coordinare con top sparkling e leggings in pelle. Tra gli accessori potete sbizzarrirvi con Pumps, ballerine e decoltè scamosciate, cappelli in peltro, colletti alla Peter Pan e accessori di ogni genere. Dopo questa carrellata, tra abiti e minidress, look glitterati, outfit con dettagli in rosso e in bordeaux tipici della stagione, tailleur e outfit dal sapore garçon e bluse con dettagli gioiello, adesso tocca voi scatenare la vostra fantasia. Avete già scelto il vostro look preferito per il Natale? Maria Rita Cappucci
Speciale Natale 2013 Preparare gli addobbi, organizzare il pranzo di Natale, scegliere i regali utili ma d’effetto, sono rituali che suscitano allegria e restituiscono quel clima di pace e serenità che troppo spesso si perde durante l’anno, tra mille impegni e difficoltà. L’importante è non farsi trovare impreparati, gestire accuratamente i tempi per la scelta del menù, optare per decorazioni vivaci ma non eccessive , creare il look perfetto da adottare per il veglione di Capodanno. Vi proponiamo alcune soluzioni utili per i preparativi del periodo pre – natalizio. Silvia Bottacchiari
Come rendere impeccabile la vostra tavola natalizia Apparecchiare la tavola per il pranzo di Natale può sembrare estremamente semplice poiché già molte settimane prima del lieto evento troviamo nei negozi tonnellate di addobbi, piatti, tovaglie in tema per l’occasione. Ma è importante non sottovalutare questa semplice operazione, scegliendo nel modo più appropriato. Ecco alcuni consigli pratici: - Scegliete una tovaglia chiara, che non appesantisca la stanza sicuramente già ricca di decori. Spesso la soluzione si trova rovistando tra i capi di corredo lasciatici dalla mamma o dalla nonna. - No ai fiori finti. Prediligete, almeno per
un giorno, un bouquet di fiori freschi da porre solo al centro della tavola. Una valida alternativa sono i fiori secchi, legati con nastrini di stoffa. - Versate le vostre bevande in caraffe di vetro in modo da creare armonia con gli altri oggetti presenti. - Di gran tendenza, soprattutto in questo periodo di crisi, il segnaposto fai da te. Scegliete in erboristeria spezie e radici profumate come la cannella o l’anice stellato, che, oltre ad avere un gradevole odore, rendono la tavola originale ed eco chic. - Rispolverate il galateo per posizionare posate e bicchieri al posto giusto e nel verso corretto. Non dimenticate in ogni caso che il regalo migliore che una tavola natalizia può offrirvi, è il calore e l’affetto dei vostri cari.
Regali fai da te
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Non possono mancare, nonostante la crisi, doni e piccoli pensieri per amici e parenti. Per evitare di arrivare al verde a ridosso delle feste, vi consigliamo di munirvi di uova e farina e di scatole e nastrini e mettere in pratica la vostra manualità. Un esempio? I dolci decorati fai da te! Al posto dell’anonimo panettone industriale e della bottiglia di spumante, spesso dimenticata in un angolo della dispensa, provate a cimentarvi con gli impasti base per creare semplici biscotti da tè o soffici plum cake. In questo modo potrete creare doni originali e personalizzati con glassature e coperture varie per gustare i sapori di un tempo, con un pizzico di novità.
L’outfit per Capodanno: i nostri consigli Che sia fuori con gli amici, a casa con i parenti, in un ristorante elegante o in piazza sotto le stelle, il veglione della notte di San Silvestro esige l’outfit giusto. E’ importante, per questo, pensare fin da ora agli abbinamenti possibili, mixando capi vecchi e nuovi per creare il look perfetto. Il consiglio di Nonsolorosa è puntare su un accessorio particolare per risultare originali e di grande effetto. Così, accanto al total black sempre elegante e grintoso, giocate con l’accostamento di pochette e clutch gioiello scintillanti. Da non sottovalutare lo stile bon ton anche a Capodanno, di gran moda negli ultimi mesi. L’accessorio pensato per voi,se siete delle novelle principesse, è il colletto di paillettes da abbinare a maglie tinta unita o vestiti vintage.
Feste fuori casa? Ecco le nostre proposte Stanchi del solito Natale tra le mura domestiche, seduti a tavola per ore di fronte a pranzi interminabili? Per gli amanti dei viaggi, Nonsolorosa propone tre modi diversi per trascorrere le feste, all’insegna del relax e del divertimento. Estremo Oriente. Per chi vuole spingersi fuori dell’Europa, il viaggio perfetto è verso est, per godersi le calde temperature e le spiagge incontaminate dei Caraibi (Bahamas, S. Thomas e S. Maarten). La nostra proposta è di partire in crociera: per il periodo natalizio ci sono diverse possibilità e viaggi più o meno lunghi, per le esigenze di (quasi) tutte le tasche.
Vienna (Austria). Se decidete invece di partire, evitando viaggi troppo lunghi, la scelta migliore ricade sempre su di una capitale europea. E quale capitale migliore di Vienna, simbolo del Natale e luogo ricco di fascino durante l’inverno? Strade illuminate a festa, mercatini e mostre di ogni tipo vi faranno vivere un’esperienza travolgente e riscalderanno anche le gelide temperature austriache. Da non perdere le 150 bancarelle a Piazza del Municipio, ricche di decori e dolciumi e il Museums Quartier, luogo ricco di iniziative all’insegna della modernità tra il 7 e il 22 dicembre
Assisi (Perugia). Un Natale carico di spiritualità se si sceglie di visitare la città natale del Santo che ha cambiato il mondo. Tra capolavori d’arte e presepi, qui più belli e autentici che mai, si può vivere un’esperienza unica, senza rinunciare all’allegria. Dalla Basilica di San Francesco, che ospita gli affreschi di Giotto e Cimabue, a quella di Santa Chiara, dall’elegante facciata in pietra bianca e rosa. Non mancano tuttavia, per accogliere i turisti, numerosi Relais e Spa con suite private per il relax personale. Da non perdere l’eccellente cucina umbra, povera ma dai sapori unici e inconfondibili.
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Una settimana di grande cinema e tanti eventi culturali al Teatro Artemisio Gian Maria Volonté
Il Saturno Film Festival approda a Velletri, dal 9 al 14 dicembre, per la sua nona edizione: protagonista la famiglia! Grandi film, incontri e dibattiti con registi, attori e scrittori, tutto nella splendida cornice di un teatro che ha donato il suo palcoscenico ad un attore e regista di fama mondiale, come Gian Maria Volonté. Questo, e tanto altro, è il Saturno Film Festival, una grande manifestazione cinematografica e culturale, che, per la sua nona edizione, svoltasi dal 9 al 14 dicembre, ha scelto proprio la città di Velletri e in particolar modo il teatro Artemisio Gian Maria Volonté, luogo che da sempre ha ospitato attori teatrali, cinematografici e grandi registi. Il Saturno Film Festival, come dal suo esordio nel 2005, è presieduto dal regista Giuliano Montaldo, la direzione artistica è affidata da sempre ad Ernesto G. Laura, critico cinematografico e scrittore, in collaborazione con Mariella Li Sacchi, vicepresidente e fondatrice del festival. Scegliendo sempre location diverse (Alatri, Anagni, Ceccano, Frosinone...), il festival ogni anno si propone di affidare proprio al cinema alcune riflessioni sui grandi
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Gianfranco Rosi presenta “Sacro GRA”
temi di attualità, in un susseguirsi di proiezioni, dibattiti, convegni con attori, giornalisti, scrittori e grandi registi. Tutto ciò nella profonda convinzione che il cinema sia il canale di comunicazione più adatto oggi per trasmettere e testimoniare il cambiamento e l’evoluzione della società. Quest’anno, per la sua nona edizione, il festival ha scelto la famiglia come tema portante, che ha determinato la scelta delle proiezioni, animato i dibattiti e gli incontri con i grandi personaggi del cinema e della cultura. Il festival è stato diviso in tre sezioni: una mattutina, dedicata alle proiezioni per le scuole, una pomeridiana, chiamata “Saturno Retrospettive”, dove i film si sono alternati ai dibattiti con i grandi protagonisti e agli aperitivi letterari e per ultima la sezione serale, organizzata in collaborazione con Rai Cinema, dedicata alla proiezione di grandi film italiani e internazionali come “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi, vincitore del Leone d’Oro alla 70a edizione della mostra internazionale del cinema di Venezia, “Educazione siberiana” di Gabriele Salvatores, “L’intrepido” di Gianni Amelio e tanti altri. Il Saturno Film Festival ha riservato anche una serie di riconoscimenti prestigiosi, assegnati ad attori e registi che con le loro opere hanno contribuito a rappresentare in modo più efficace il senso stesso del festival. Tra le premiazioni degne di nota ricordiamo il Saturno d’Oro Storia a Gianfranco Rosi, per il suo film “Sacro GRA”; il premio come miglior opera prima assegnato a Rolando Ravello, regista del film “Tutti contro tutti,” il Saturno Mito andato al grande compositore Armando Trovajoli e per concludere il premio più ambito, il Saturno d’Oro Leggenda,
consegnato al grande regista Ettore Scola per aver raccontato alla perfezione, con il suo film “La famiglia”, il tema del festival. Due sono stati i premi assegnati anche ai giovani studenti, che si sono cimentati nello scrivere un elaborato sulla famiglia. Tanti i grandi film di ieri e di oggi che hanno tenuto il pubblico incollato alle poltrone: dai grandi classici del passato, film come “Bellissima” di Luchino Visconti, “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli, fino alle pellicole più attuali come “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek, “Tutti contro tutti” di Rolando Ravello, “La prima cosa bella” di Paolo Virzì, “Sacro GRA” e tanti altri.Oltre alle proiezioni, sono stati molto apprezzati dal pubblico, gli aperitivi letterari, occasioni piacevoli per conoscere i romanzi attraverso il racconto e la testimonianza diretta degli autori. Particolarmente indicato per chi apprezza il binomio tra buon cibo e cinema, è stato l’aperitivo letterario di martedì 10 dicembre, organizzato per presentare “Osterie d’Italia 2014” e “Slow Wine 2014”, due guide enogastronomiche edite da Slow Food. Il tutto condito da un aperitivo molto speciale, preparato appositamente per l’occasione da alcune delle migliori aziende vitivinicole ed enogastronomiche
Il regista di “Sacro GRA”, Gianfranco Rosi, racconta il suo viaggio alla ricerca delle identità nascoste intorno al Grande Raccordo Anulare Una delle proiezioni più attese del Saturno Film Festival, è stata senza dubbio quella del film documentario di Gianfranco Rosi “Sacro GRA”. Vincitore del Leone d’Oro alla 70a edizione del Festival del Cinema di Venezia. Il film di Rosi ha esplorato con lo sguardo profondo del documentario, l’universo sconfinato ed eterogeno di vite e storie, che si celano all’ombra del Grande Raccordo Anulare. Perdendosi per ben tre anni tra la miriade di Gianfranco Rosi uscite del GRA, Rosi ha scoperto un mondo di personaggi invisibili, che vivono e lavorano all’ombra di questa immensa autostrada urbana, la più estesa d’Italia. Il palmologo che cerca ossessivamente un rimedio per liberare le palme dall’invasione del punteruolo rosso, del territorio di Velletri. Il foyer del il pescatore di anguille, che vive sotto i cavalcavia in una villaggio sull’acqua, l’attore di teatro Artemisio ha ospitato altri romanzi che insegue il sogno cinematografico, il nobile torinese decaduto che vive con la due aperitivi letterari: mercoledì è figlia universitaria nel monolocale ai bordi del raccordo. Questi personaggi, insieme a tante stata la volta di Michele Tortorici, altre incredibili apparizioni, animano il mondo del Sacro GRA, descritto da Rosi tramite la un autore veliterno già conosciuto e testimonianza diretta dei protagonisti, persone invisibili che popolano uno spazio urbano apprezzato dal pubblico locale, che apparentemente privo di identità, che, al contrario, pullula di storie da conoscere e ascoltaha parlato del suo nuovo libro “Due re. La rinascita del documentario come genere da riscoprire anche nelle sale cinematograperfetti sconosciuti”, mentre giovefiche, il rapporto tra il viaggio descritto in “Sacro GRA” e quello letterario compiuto da Italo dì è stata la volta di un libro molto Calvino nelle sue “Città Invisibili”: queste sono solo alcune delle domande che abbiamo rivolto al regista Gianfranco Rosi, che ci ha risposto con la sua grande professionalità e originale, “In territorio nemico”, passione per il cinema, ma solo quello più autentico! un’opera collettiva, realizzata da un Prima il trionfo di “Sacro GRA” al festival del cinema di Venezia, poi meno di un mese gruppo di scrittori coordinati da fa un altro film documentario ha vinto il Marco Aurelio d’oro a Roma. Secondo lei, stiaGregorio Magini e Vanni Santoni, mo assistendo ad un nuova era cinematografica per il documentario e quali differenze edito da Minimum Fax. Oltre alle riscontra, se ci sono, tra questo genere e il film di fiction? proiezioni, il Saturno Film Festival, Senza dubbio il documentario sta finalmente trovando un spazio maggiore di distribuzione ha deciso di dedicare alla famiglia e trasmissione nelle sale cinematografiche. Questo è dovuto certamente anche ad un preun convegno, svoltosi mercoledì 11 senza più significativa del genere documentario all’interno delle programmazioni dei festidicembre presso la sala Tersicore val cinematografici italiani e internazionali. Ancor prima di vincere il Leone d’Oro, per me del comune di Velletri, a cui hanno era già una grande vittoria essere in concorso a Venezia con un film documentario come preso parte il vescovo Apicella e al“Sacro GRA”. Io non ho mai fatto grandi distinzioni tra documentario e finzione, personalcuni rappresentanti dell’Amminimente ritengo che non ci sia una divisione narrativa radicale, ma solo produttiva. Io lavoro strazione comunale: l’assessore alla da solo, filmo, curo il suono. Inizio un film senza mai sapere quando dovrò consegnarlo. cultura Emanuela Treggiari, il sinQueste sono le uniche differenze che mi vengono in mente con il cinema di fiction, ma daco Fausto Servadio, il direttore hanno a che fare con il sistema produttivo, non con i contenuti. amministrativo del teatro Artemisio Il raccordo è nato come una sorta di realtà di confine rispetto al centro di Roma, tuttaGianfranco Cestrilli, il direttore arvia la maggior parte dei romani vivono attraversandolo quotidianamente. Cosa rappretistico Luigi Onorato e il presidente senta secondo lei il GRA, oggi? del consiglio Daniele Ognibene. “Il Potremmo dire che il Raccordo è il confine ideale e allo stesso tempo reale, tra Roma festival - ha dichiarato l’assessore e tutto quello che c’è al di fuori di essa. Così la maggior parte dei romani percorrono il Raccordo andando da un luogo all’altro, senza soffermarsi a guardare quali storie questo Emanuela Treggiari, che ha preso anello nasconda, quanta vita, quante persone e realtà pullulano attorno a questo luogo. Per parte attivamente alla settimana girare questo film non ho fatto altro che perdermi tra le varie uscite del Raccordo Anulare di eventi e proiezioni - rappresenta e in questo continuo smarrimento, ho incontrato tante persone, tante realtà diverse che l’occasione per riprendere a pieno l’atmi hanno arricchito di esperienze e riflessioni, portandomi a guardare questo luogo da un tività del teatro Artemisio, riaperto con punto di vista nuovo, più autentico. Nel mio film, il Raccordo, ha un’identità che è contenucoraggio un anno fa e ora perfettamenta nelle vite che lo popolano, nell’universo urbano che questo anello custodisce. te in grado, soprattutto In che modo le “Città invisibili” di Italo Calvino sono state fonte d’ispirazione per il grazie a simili iniziatisuo viaggio alla scoperta di quello che poi sarebbe diventato “Sacro GRA”? ve, di porsi come punto Mentre cercavo le location del film, in tutti quei mesi passati intorno al Grande Raccordo di riferimento culturale Anulare, ho portato con me “Le città invisibili” di Calvino. Il vero tema del libro è il viaggio, non solo per la città di l’unico modo in cui il viaggio oggi sia ancora possibile: vale a dire all’interno della relazione Velletri, ma per tutti i che unisce un luogo ai suoi abitanti, nei desideri e nella confusione che ci provoca una Castelli Romani”. vita in città e che noi finiamo per fare nostra, subendola. Il libro di Calvino ha il coraggio di percorrere strade opposte, si lascia trascinare da una serie di stati mentali che si succedono, si accavallano. Ha una struttura complessa, sofisticata e ogni lettore la può smontare Maria Rita Cappucci e rimontare a seconda dei suoi stati d’animo, delle circostanze della sua vita, come è successo a me. Questa guida letteraria ed esistenziale mi è stata di conforto e di stimolo nei tanti mesi di lavorazione del film, quando il vero GRA sembrava sfuggirmi, più invisibile che mai. 13
Al teatro Artemisio Gian Maria Volonté si conclude la seconda edizione del Festival dei Castelli Romani
Vincono i Radicasicula, premiati anche per “il Miglior Testo”. Premio della critica ai Q Artet , secondi classificati.
Al teatro Artemisio Gian Maria Volonté di Velletri, Il Festival dei Castelli Romani ha eletto ieri sera il vincitore della edizione 2013. Primi i Radicasicula con “pazzu”, premiati inoltre dalla giuria per “Il miglior testo”. Duplice riconoscimento, quindi, per il gruppo siciliano che, con un testo dai sapori mediterranei e dai ritmi accattivanti, conquista il primo posto sul podio, seguiti dai Q Artet, ai quali arriva dalla commissione tecnica il “Premo della Critica“. Promosso dalla Guaranà Eventi di Francesca Ceroni, il Festival dei Castelli Romani, concorso nazionale dedicato alla canzone d’autore fa, quindi, calare il sipario anche sulla seconda edizione, partita lo scorso 25 luglio, nelle piazze più belle dei Castelli Romani. Sei i gruppi in gara ieri che, a suon di melodia e originalità, si sono sfidati sul palco del Gian Maria Volontè di Velletri in attesa del verdetto finale. Al tavolo dei giurati, capitanati per il secondo anno consecutivo da Cesareo di Elio e le Storie Tese, anche il regista Daniele Vicari e il Maestro Claudio Maria Micheli. Con loro in commissione le radio partner dell’evento, musicista Andrea Fatale del portale ukizero. com, il discografico Marco Cappa per etichetta discografica 29Record, l’agenzia pubblicitaria Medula web, Claudio Bastianelli per la Scuola di Musica e Registrazione MU14 SIC RANCH. Tra gli ospiti di
spicco della serata, special guest sul palco Roberto Dellera degli Afterhours che ha intrattenuto il pubblico con inediti tratti dal suo ultimo lavoro e i La Sfera applauditi con entusiasmo e calore dalla platea dell’Artemisio. “Un risultato inatteso ma apprezzato ha dichiarato Daniele Cedroni coordinatore artistico della Guaranà Eventi per il Festival dei Castelli Romani - è stata premiata dalla giuria la qualità e l’originalità sia del gruppo che del brano presentato. Grande interpretazione anche per i Q ARTET che hanno ampiamente meritato “il premio della Critica”. I complimenti della Guaranà vanno, comunque, a tutte le band che pur non avendo vinto hanno dimostrato professionalità, serietà e qualità musicali assolutamente interessanti”. Tra i premi assegnati da questa seconda edizione anche il quello “Per la miglior perfomance” consegnato ieri dalla Guaranà ai Verso. Premiati anche i Wrong on you vincitori del Web contest FCR. Ufficio Stampa Festival dei Castelli Romani
“Rilanciare la cultura ripartendo dai libri”
Questo il motto della 12a edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria di Roma, conclusasi domenica 8 dicembre con oltre 54 mila presenze
Al grido di “Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria, svoltasi a Roma dal 5 all’8 dicembre presso il Palazzo dei Congressi all’Eur, è andata oltre ogni previsione positiva, raggiungendo il boom delle presenze. La piccola e media editoria resiste alla crisi dei consumi e della cultura ripartendo proprio dai lettori più giovani e va avanti con coraggio, determinazione e passione, gli stessi sentimenti ricordati dal Presidente del Senato Pietro Grasso nel suo messaggio inaugurale. Un evento, quello della Fiera di Roma, che ha risollevato almeno gli animi di quelle piccole e medie realtà editoriali che risentono per prime degli effetti devastanti della crisi, ma che al tempo stesso, rappresentano la parte più virtuosa dell’editoria italiana, quel laboratorio d’idee, che non si arresta mai e scopre ogni giorno nuovi talenti, nuove proposte letterarie interessanti e degne di nota. Tanti gli eventi, gli incontri, le presentazioni e i dibattiti in programma per 4 giorni dedicati interamente alla letteratura e alla cultura in ogni sua forma. A Palazzo dei Congressi si sono alternati centinaia di autori e ospiti del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo, della scienza e della società civile, incursioni nei mondi del fumetto, della musica e delle arti visive. Tra gli appuntamenti più seguiti ricordiamo l’incontro con Edna O’Brien, la grande signora della letteratura irlandese, che ha presentato la sua nuova autobiografia; grande successo per l’incontro con il giornalista francese Jean-Baptiste Malet, che ha coinvolto i presenti raccontan16
do come ha fatto ad infiltrarsi all’interno del colosso Amazon, per il suo reportage “En Amazonie”. Non poteva mancare una presenz fissa della letteratura nostrana, il grande maestro di gialli Andrea Camilleri, capace, dall’alto della sua veneranda età, di scrivere capolavori letterari che mettono d’accordo tutti: pubblico, mercato e critica. In fiera ha presentato il suo nuovo libro “La banda Sacco” (Sellerio), che si svolge nella Sicilia rurale di fine Ottocento. Passeggiando tra gli stand ci si è imbattuti in tante sorprese e piccole mostre: come quella di dieci fotografie sulle fasi dei processi di composizione tipografica di edizioni Henry Beyle con i suoi gioielli di carta; o i “Libri in testa” ideati da Mariangela Mincione di Robin edizioni, a cui hanno aderito le case editrici Contrasto, Voland, Lapis, Memori, Ensemble: in questi giorni a Roma diciannove parrucchieri hanno offerto ai propri clienti la possibilità di leggere un libro invece delle solite riviste di gossip. La piccola editoria non si è “limitata” a riempire il palazzo dei Congressi, ma ha contagiato l’intera città: “Più libri più liberi” quest’anno ha dilagato sul territorio, raggiungendo quasi 150 tra librerie, biblioteche, teatri, negozi, contando sulla partecipazione di 3 municipi, 41 editori, 30 librerie e decine di altri spazi, tra cui i musei MACRO e MAXXI. “L’obiettivo è irradiare il clima che c’è in questa fiera in tutta la regione – ha sottolineato all’inaugurazione Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio – appoggiando-
L’incontro con lo scrittore
Camilleri
Walter Veltroni a “Più libri più liberi”
ci alle biblioteche e poi agli istituti culturali che hanno mostrato i loro tesori. La cultura è sviluppo economico: per questo stiamo mettendo mano alla legge sulla promozione della lettura e del libro”. Per concludere, un consiglio che Nonsolorosa si sente di dare con il cuore ai suoi lettori: in occasione delle festività natalizie scegliete di regalare un libro a chi amate, così facendo non vi limiterete a donare un oggetto, bensì un “opportunità” in più per conoscere, sognare, esplorare nuove realtà, insomma per vivere! Buone feste e buona lettura a tutti ! Maria Rita Cappucci
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Comunicato Stampa
Prorogata la scadenza della TARES al 31 gennaio 2014
La Giunta interviene con provvedimenti a favore dei cittadini L’amministrazione comunale ha emanato dei provvedimenti per contenere i disagi determinati dalla TARES (tassa sui rifiuti) che in questi giorni è arrivata alle famiglie e alle attività produttive: • proroga della scadenza al 31 gennaio 2014 per l’intero ammontare della tassa e per tutte le categorie di contribuenti; • rateizzazione fino a 4 rate per le famiglie e fino a 12 rate per le attività commerciali; Inoltre, il Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 23 dicembre, approverà una modifica al regolamento della TARES (approvato lo scorso settembre) con il quale s’introducono delle agevolazioni per le categorie più penalizzate dall’applicazione del nuovo modello di calcolo della tassa sui rifiuti (ristoranti, bar, ortofrutta). È bene sottolineare come tali provvedimenti sono stati assunti dal Sindaco e dalla Giunta comunale nonostante il parere contrario delle dirigenza, un segnale della distanza siderale che passa tra la burocrazia e i cittadini. Infatti, la legge aveva fissato i termini di scadenza in modo perentorio al 16 dicembre, nonostante le ultime indicazioni sulla tassa siano state emanate fino a poche settimane fa e non hanno consentito i tempi organizzativi per elaborare le bollette e spedirle a circa 23 mila utenti. Va ricordato, infatti, che dal 2013 è entrato in vigore il principio comunitario “chi più inquina più paga” che ha rimodulato l’applicazione della tariffa. Con la TARSU (metodo applicato fino al 2012) era determinata una
tariffa complessiva a metro quadrato, con la TARES si tiene conto del fattore di produzione del rifiuto che la legge presume con dei coefficienti ben definiti. Per le famiglie, la tassa si calcola in grande misura sui componenti del nucleo familiare e in piccola misura sui metri quadrati della casa. Analogo discorso vale per le attività produttive che sono state suddivise in trenta categorie e per ognuna è stata definita una forbice di coefficienti di produzione dei rifiuti che l’amministrazione ha applicato con estrema ponderazione per evitare forti differenze con il 2012, cercando di applicare sempre il coefficiente più congruo. Nonostante ciò alcune categorie sono state fortemente penalizzate come i ristoranti, i bar, le pizzerie e le frutterie e per questo motivo l’amministrazione è intervenuta per calmierare tali aumenti. I disagi dei giorni scorsi sono oggetto di attenzione da parte dell’amministrazione che sta valutando le cause che hanno determinato la consegna tardiva delle bollette e tutti gli altri fattori che hanno generato lunghe code davanti agli sportelli della Velletri Servizi, società comunale incaricata di gestire il servizio TARES. Per tale disservizi l’amministrazione si scusa con i cittadini. L’appello che viene rivolto a tutti i cittadini è quello di utilizzare al meglio la proroga recandosi, laddove necessario, presso gli uffici per chiedere chiarimenti e informazioni aggiuntive oltreché per avanzare l’eventuale richiesta di rateizzazione. Un gruppo di lavoro specifico è già all’opera da diversi giorni per apportare le giuste innovazioni.
La vittoria di Matteo Renzi alle primarie sembrava più che scontata, ma, sia le proporzioni, che l’affluenza, sono certamente il dato più significativo su cui riflettere. Nel periodo più buio della vita politica ed economica dell’Italia, il popolo delle primarie ha deciso, ancora una volta, di mettersi in coda davanti ai tanti gazebo, come segno di speranza e fiducia verso il futuro. Quasi tre milioni di italiani hanno invaso le piazze d’Italia per scegliere, prima ancora che il segretario del partito democratico, il leader della nuova sinistra. Un risultato, quello dell’affluenza, che non sembrava affatto scontato, a dimostrazione che il modello primarie è, senza ombra di dubbio, perfettamente condiviso dall’elettorato del centrosinistra. Il risultato di Renzi è stato di gran lunga superiore rispetto alla consultazione degli iscritti e non può non aprire un dibattito sulla reale rappresentatività della classe dirigente. Discussione che, il sindaco di Firenze, sembra non aver posto in secondo piano; infatti, le parole decisamente chiare utilizzate dopo la proclamazione dei risultati, sembrano andare verso questa direzione: “Ora non finisce la sinistra, finisce una classe dirigente della sinistra”. Con una frase forse più efficace dello slogan sulla rottamazione, Renzi, sembra voler interpretare alla perfezione il sentimento unanime del popolo italiano, nauseato da anni di promesse vane e di auspici mai realizzati. Il discorso del neo segretario PD, fa breccia nei cuori di tanti giovani militanti, che intravedono con lui, la possibilità di superare vecchi schemi politici novecenteschi e di riuscire ad affermare una nuova classe dirigente politica. Per troppi anni abbiamo ascoltato parole come “i giovani sono il futuro”, anche se per giovani si intendevano uomini di 40 anni e oltre, oppure frasi del tipo “arriverà il vostro turno”. Il tempo dell’attesa si è esaurito in una notte, o meglio, sarebbe dire, in un anno. Il perentorio “ora tocca a noi”, è la più importante spinta verso un cambiamento che coinvolgerà l’intero sistema politico italiano, partendo dalle istituzioni locali fino ad arrivare al Parlamento.
Con Renzi vince la speranza La sfida di Renzi è tutt’altro che facile, le aspettative sono altissime, i problemi da affrontare gravissimi e le elezioni sembrano ancora lontane. Un Partito Democratico forte sarà utile al parlamento e al governo, che insieme dovranno affrontare la sfida della riforma elettorale. Per otto lunghissimi anni siamo rimasti schiavi di un sistema che non permetteva una scelta libera. La decisione della Consulta ci consegna una legge elettorale peggiore della precedente, quindi, si impone una riforma seria e coraggiosa. In questo Renzi sembra avere le idee chiare: abolizione del Senato, quindi riforma costituzionale, con tutti i tempi che conosciamo e poi una legge elettorale maggioritaria. Se Matteo Renzi saprà resistere ai tanti scossoni che la vecchia nomenclatura cercherà di provocare, se non cadrà nei vecchi tranelli della cattiva politica e soprattutto, se riuscirà a trasformare le sue idee in azioni quotidiane e concrete, allora veramente potremmo dire che si è investito su un leader diverso. Troppo spesso il centrosinistra ha conosciuto l’ebbrezza della consacrazione popolare delle primarie e la cocente sconfitta alle elezioni. Per cambiare questo andazzo bisogna necessariamente cambiare pelle. In questo, il fresco segretario, ha ragione: essere di sinistra non significa sostenere pedissequamente il
sindacato, bensì chiedere di cambiare insieme. L’Italia ha bisogno di un nuovo riformismo, anzi del riformismo. Non quello polveroso e incomprensibile che molti hanno tentato di spiegare, ma quello entusiasta di chi vuole cambiare nel profondo questa nazione. Il riformismo che mette al centro il merito, che valorizza cultura e istruzione, che considera l’impresa un valore che ha prodotto il benessere nei migliori anni del bel Paese. L’Italia ha tutto per tornare a essere una grande nazione; in questi anni è mancata solo la politica, troppo distante dalle esigenze reali dei cittadini e incapace di prendere decisioni drastiche. Il voto delle primarie è stato il segno che esiste un popolo in movimento, che crede nel futuro e che non vuole rassegnarsi al declino. Il peso di queste aspettative ricade sulle spalle di Renzi, a cui si chiede, quasi come ultima chance, di trovare la strada per uscire fuori dalla crisi. Ha chiuso il suo primo intervento con la frase di “Obamiana” memoria: “il meglio deve ancora venire”, lo spera il popolo di sinistra, ma si percepisce chiaramente che la speranza è largamente diffusa in tutto il popolo italiano. Daniele Ognibene Biografia: Matteo Renzi, classe 1975 nasce a Firenze l’11 febbraio. Laureato in giurisprudenza, inizierà la sua carriera politica con il Partito Popolare Italiano, diventando segretario provinciale nel 1999. Nel 2001 diventerà coordinatore della Margherita a Firenze e nel 2003 della struttura provinciale. Nel 2004 verrà eletto presidente della Provincia di Firenze, carica che ricoprirà fino al 2009. La vera svolta però arriverà nel 2008, quando a sorpresa, vincerà le primarie per candidarsi a sindaco di Firenze. Alle elezioni comunali del 2009 andrà al ballottaggio contro il candidato del centrodestra Giovanni Galli, vincendo al ballottaggio con il 60% dei consensi, senza allearsi con Valdo Spini, candidato sindaco per Rifondazione Comunista e altre liste di sinistra. 19
Mostre/Eventi “Il cibo immaginario” dal 3 dicembre al 6 gennaio Palazzo delle Esposizioni - Roma “Prendi l’arte” - Mostra mercato sulla creatività dal 12 al 24 dicembre Piazza di Cinecittà (metro Subaugusta) - Roma “Gemme dell’impressionismo” dal 23 ottobre al 24 febbraio - Ara Pacis - Roma
PROGRAMMA NATALE Associazione Commercianti - Velletri Degustazioni di prodotti tipici allestite da bar, alimentari, previste per i giorni 7-8/ 14-15/ 20-21-22 dicembre. Ampio spazio sarà riservato ai bambini che potranno usufruire di numerose postazioni-animazione e intrattenimento. Concorso Miglior tema dal titolo “Il Natale è …” riservato alle scuole elementari e medie che vedrà la premiazione il giorno 22 dicembre con l’assegnazione di libretti risparmio.
“Libera contro le mafie” - Mercatini solidali di Natale Mese di dicembre. Info sulla pagina facebook “Libera Castelli romani” “Mostra dei presepi e dei Diorami” Mostra internazionale dell’Arte Presepiale dall’ 8 dicembre al 6 gennaio - Monte Porzio Catone
Appuntamenti musicali: 20 dicembre Concerto coro Gospel in piazza Cairoli con la presenza del maestro Carlo Micheli; 21 Dicembre Concerto di Natale in piazza Mazzini; 22 Dicembre Concerto di Natale in piazza Cairoli.
“Magico Natale” Manifestazione artigianale natalizia dal 30 novembre al 6 gennaio - Frascati (centro città) “Mostra del Fotoclub Castelli Romani” dal 7 dicembre al 2 gennaio Museo Ferrajoli - Albano Laziale “Mostra Emozioni dal cinema” fino al 31 Dicembre - Palacavicchi Ciampino
Apertura prolungata delle attività commerciali fino alle 22:00 il 20 e il 21 dicembre
Concerti
Teatro
Renato Zero 16-18-19-21-22 dicembre - Palalottomatica - Roma
“Grease” dal 17 al 22 dicembre 2013 - Teatro Brancaccio - Roma “La vita è una cosa meravigliosa” con Carlo Buccirosso - dal 17 dicembre al 5 gennaio Teatro Eliseo - Roma “Zio Vanja” con Sergio Rubini e Michele Placido dal 3 al 15 dicembre - Teatro Quirino - Roma “Servo per due” con Pier Francesco Favino dal 19 dicembre al 6 gennaio - Teatro Ambra Jovinelli - Roma
Baustelle 21 dicembre - Auditorium Conciliazione - Roma Claudio Baglioni 25-26-27 dicembre - Sala Santa Cecilia Auditorium Parco della Musica - Roma Massimo Ranieri 31 dicembre - Auditorium - Roma 20
Luca Carboni 5 febbraio - Auditorium - Roma
“Rugantino” con Enrico Brignano fino al 9 febbraio Teatro Sistina - Roma
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Aspettando Brasile 2014
Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo redazione@nonsolorosa.it
Aspettando
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La fantasia di Garrincha, il coraggio di Bobby Moore
Cile 1962 Cile ‘62 sarà ricordato come il mondiale del gioco “maschio”, al limite della rissa da bar, dell’infortunio di Pelè, del ritorno prepotente della Cecoslovacchia, della consacrazione del talento di Garrincha e della “doppietta” Brasiliana. Soltanto due anni dopo il tremendo terremoto, l’orgoglio Cileno si manifesta davanti agli occhi di tutto il mondo, con un’organizzazione di buon livello, decisamente migliore, in ogni caso, della qualità del calcio espresso. Italia Cile, giocata nella fase a gironi, resterà per sempre come “la battaglia di Santiago”, in cui il calcio violento dei sudamericani verrà tollerato da un arbitraggio casalingo e permissivo. Gli azzurri tentano una resistenza inutile, visto che l’Italia capitolerà ben 2 volte, decretando, di fatto, la propria eliminazione. Non basterà un super Bulgarelli contro la Svizzera a far strappare un pass per i quarti di finale. La vendetta Italiana si farà attendere per 14 anni e sarà un altro campo a consegnarci la rivincita, quello della terra rossa del tennis, quando la squadra di capitan Pietrangeli porterà il primo e unico successo in coppa Devis. Ma “cuando calienta el sol” (successo musicale dell’anno) esce fuori il talento di Garrincha. L’infortunio di Pelè, alla seconda partita, mette sulle spalle di “Manè” il peso di dover trascinare il Brasile alla conferma. Le funamboliche discese sulla destra e i gol a ripetizione non faranno rimpiangere l’assenza della “perla nera”. Ad aiutare la selecao l’esplosione di un attaccante che diventerà famoso anche in Italia, Tavares da Silveira, conosciuto come Amarildo, che vestì poi le maglie di Fiorentina, Milan e Roma. 4 gol come Garrincha furono decisivi per la seconda affermazione dei Verdeoro. Il Cile, fortemente sostenuto dagli aiuti arbitrali, arriverà fino alle semifinali, eliminato dal Brasile, e si piazzerà terzo, 22
miglior risultato di sempre. In finale, un po’ a sorpresa, arriva la Cecoslovacchia, trascinata da Josef Masopust, che verrà insignito, proprio dopo i mondiali, del Pallone d’Oro. Il Brasile parte forte e sfiora diverse volte il gol, cogliendo un palo clamoroso con Vava, dopo uno splendido affondo di Garrincha. Al minuto 14° Pospìchal prende palla dalla destra, si accentra con una serie di dribbling e verticalizza per la corrente Masopust che di esterno destro batte Gilmar in uscita disperata. In Brasile piomba l’ombra del disastro del Maracanà, ma questa volta di fronte non c’è Varela e i campionissimi della selacao hanno troppo superiorità. Soltando tre minuti dopo, Amarildo si invola sulla sinistra, salta facile due difensori, entra in area e praticamente dalla linea di fondo lascia partire un sinistro magico che si infila sul primo palo. Il pareggio immediato scaccia gli incubi e porta l’entusiasmo necessario per tornare sul tetto del mondo. Garrincha è una furia sulla fascia, Zagallo un dominatore assoluto e il solito Didì non sbaglia un passaggio. Ai Cechi non basta l’intensità e la corsa per arginare il Brasile. Al 68° Zagallo ruba palla a centrocampo, lancia Amarildo sulla fascia che entra in area e con una finta mette a sedere tre difensori, crossa per Zito che a porta vuota schiaccia di testa in rete. Il Brasile è padrone del match. Il punto esclamativo lo mette Vava, sfruttando un errore clamoroso del portiere Ceco Vilam Schrojf che non trattiene un cross senza velleità di Djalma Santos. Anche se non sarà ricordato come il mondiale più bello della storia, quello del ‘62 è certamente il mondiale di Garrincha. La sua classe, i suoi dribbling, la sua umanità, la sua popolarità, non furono sufficienti a garantirgli una vita dignitosa. Morì all’età di 49 anni, in assoluto anonimato, povero e malato. Ma per il
mondo intero e in particolare per il Brasile, lui sarà sempre “l’alegria do povo” ( l’allegria del popolo), colui che seppe far gioire intere generazioni grazie alle sue finte, ai sui dribbling e al suo sorriso.
Garrincha
curiosità: L’Italia del ’62 venne eliminata a causa della sconfitta contro il Cile, nella partita più violenta mai giocata ai mondiali. Risse, scazzottate, espulsioni (due nelle fila italiane, David e Ferrini), infortuni e un arbitraggio che permise al Cile di vincere una partita che divenne fin da subito una caccia all’uomo. Gli azzurri si presentarono ai mondiali con diversi “oriundi”, giocatori che erano nati in altre nazioni ma di chiare origini italiane. Fu il caso, infatti, di Sivori, Maschio e in particolare di Josè Altafini. Il primo, Omar Sivori, uno dei talenti più creativi della storia del calcio, vinse una coppa America con la nazionale Argentina. Il secondo, Humberto Maschio, indossò per dodici volte la maglia albiceleste dell’Argentina. Nel mondiale del ’62 fu vittima dell’aggressione del cileno Sanchez che con un pugno gli ruppe il setto nasale. Il terzo, José Altafini, è stato un centravanti tra i più prolifici del campionato italiano. Nel mondiale del ’58 in Svezia, vinse il campionato per nazioni con la maglia del Brasile e fu protagonista, con due gol, della vittoria contro l’Austria.
Inghilterra 1966 In fondo a Green Street, la strada che porta ad Upton Park, lo stadio del West Ham, una statua domina la piazza: Bobby Moore, Martin Peters e Geoff Hurst sono tre degli eroi della prima vittoria Inglese al mondiale, i tre giocatori che portarono in alto la bandiera britannica e i colori dei “martelli” di Londra ( Hammers, West Ham). Una statua per rendere immortale una vittoria difficile, controversa ma epocale. La prima vittoria degli inventori del football, del gioco più bello del mondo. Nell’anno dell’uscita di uno degli album musicali più importanti della storia, ovvero sia, “Revolver”, dei Beatles, si consacra il mito di Eusebio; la Corea del Nord umilia l’Italia e tenta il colpaccio al Portogallo; fallisce, dopo due mondiali consecutivi, la tripletta verdeoro; viene esclusa la nazionale Sud Africana per via dell’apartheid imposta dal regime boero. L’Italia del ct Fabbri è una vera e propria delusione, le scelte quanto meno fantasiose messe in campo dall’allenatore azzurro, privano la nazionale di due elementi fortissimi come Corso e Picchi, che non verranno neanche convocati. Le assenze però non giustificano una sconfitta storica e inaspettata, contro la Corea del Nord. Pak Doo Ik, un giovanotto sconosciuto, condanna l’Italia all’eliminazione. Al ritorno dall’Inghilterra, uova marce e pomodori, accolsero la nazionale azzurra. La Corea del Nord si fermò ai quarti contro il Portogallo, ma una partenza sprint, 3 a 0 dopo 25 minuti, fece credere al mondo intero di poter assistere al secondo miracolo in pochi giorni. Ma gli asiatici non avevano fatto il conto con il pallone d’oro Eusebio, autore di quattro gol in circa 30 minuti. La partita finirà poi 5 a 3, con i Lusitani lanciati verso le semifinali. Di fronte però la padrona di casa Inghilterra, che con due reti di Sir Bobby Charlton centrano la finale. Nell’altra semifinale, Haller e Beckenbauer battono, eliminandola, l’Urss, strappando il biglietto per Wembley. La finale tanto attesa dai britannici inizia nel peggiore dei modi, al 12° Haller
sfrutta una corta respinta di testa del difensore Wilson e porta in vantaggio i tedeschi Il vantaggio dura poco, il capitano indomito Bobby Moore, pennella una punizione per la testa di Geoff Hurst che di forza schiaccia in porta. Il pareggio Inglese non piega i tedeschi che alla fine del primo tempo sfiorano il gol. Il destino ha disegnato però un finale thrilling, per una partita che resterà senza dubbio nella storia del calcio. Al minuto 78 il solito Hurst prova una conclusione rabbiosa, carambola sul corpo di un difensore tedesco e permette a Peters di insaccare agevolmente. L’Inghilterra è in vantaggio e gli eroi sono tutti del West Ham. Ma quando si gioca contro la Germania non si può mai abbassare la guardia. All’ultimo minuto del match Emmerich scaglia una punizione verso la porta difesa dal grande Gordon Banks, deviazione di Cohen e palla a Held che di prima la rimette la centro, una serie di rimpalli tra Schnellinger e Seeler permettono a Weber di battere facilmente in rete. Il pareggio arriva proprio sul filo di lana. Saranno i supplementari ad assegnare la Coppa Rimet. Anche la regina Elisabetta non nasconde la tensione. Il più pimpante sembra essere la giovane ala destra James Alan Ball, che tenta alcune conclusione e mette in seria difficoltà tutta la retroguardia germanica. Al minuto 101 l’inesauribile Ball mette al centro un cross che viene arpionato dal centravanti Hurst che rapidamente si gira e calcia in porta. La palla colpisce la traversa e batte sulla linea. Gol o non gol? L’arbitro Dienst, fortemente indeciso, si consegna nelle mani del guardalinee Bakhramov che convalida la rete. Il mistero del gol fantasma resterà una delle pagine più controverse dei mondiali. Ma la finale ormai ha il suo padrone, che non poteva non essere l’inventore del calcio. Al 120° minuto ancora l’infaticabile Hurst decide di scrivere per la terza volta il suo nome sul tabellino dei marcatori. Si invola sulla sinistra, la Germania è completamente sbilanciata, entra in area e lascia partire un sinistro
Bobby Moore con la coppa Rimet
curiosità: Il mondiale del 1966 consacra in maniera definitiva il talento di Eusebio. Con 9 reti in sei partite risulterà il capocannoniere del campionato mondiale. Eusebio da Silva Ferreira è considerato il più forte calciatore della storia portoghese. Nato in Mozambico, lega il suo nome, in maniera indissolubile, al Benfica di Lisbona. Ha vinto, nella sua lunga carriera, una Coppa Campioni nel 1962 battendo 5 a 3 il Real Madrid. Per sette volte è stato capocannoniere del campionato lusitano e per tre della Coppa Campioni, ha inoltre vinto ben 11 campionati del Portogallo e 5 coppe nazionali. Insignito nel 1965 del Pallone d’Oro sarà per due volte Scarpa d’Oro come attaccante più prolifico d’Europa. Dopo la sua lunga esperienza nel Benfica militerà con diverse squadre sia del Nord che del Sud America. Con Eusebio in campo, il Portogallo ha raggiunto il miglior risultato ai mondiali, terzo posto proprio in quello del 1966.
che si insacca sotto l’incrocio. Game Over. L’inghilterra è finalmente sul tetto del mondo. Geoff Hurst con la sua tripletta resterà l’unico calciatore ad aver segnato tre gol in una finale mondiale. Bobby Moore riceverà la coppa Rimet direttamente dalle mani della regina Elisabetta.
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Libri
a
face book
Richieste di amicizia Kathy Reichs
Gabriele Santoni info@blinkpubblicita.com
Rick Riordan
Hugh Howey Data di nascita: Monroe, North Carolina nel 1975 Sito web: www.hughhowey.com Lavoro: scrittore presso Simon & Schuster e Random House. In Italia pubblica per Fabbri Editore Precedenti esperienze lavorative: Skipper, Operaio, Tecnico del suono. Ha iniziato la serie di Wool nel 2011, autopubblicandola sul Kindle Store di Amazon. Dopo l’enorme successo ottenuto, ha scritto gli altri due libri della trilogia, Shift e Dust, vendendo i diritti dell’edizione cartacea per cifre milionarie. Wool è in corso di pubblicazione in 18 paesi, e i diritti cinematografici sono stati acquistati da Ridley Scott.
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Eventi Hugh Howey ha condiviso lo stato di Gabriele Santoni Wool è un romanzo godibile, claustrofobico, popolato da personaggi che vivono inconsapevoli di tutto ciò che c’è intorno a loro e si affidano alle istruzioni ricevute sui computer, dove la carta è più a buon mercato delle email (un quarto di buono pasto) e dove la verità su quanto è successo è contenuta in un vecchio libro, nascosto dentro un finto computer.
BookCity, Milano 2013. Citazioni preferite Oggi, con il digitale, l’unico limite alla pubblicazione di un testo è l’immaginazione dell’autore.
Wall Street Journal In un futuro post-apocalittico, una storia che non parla solo agli amanti del genere, ma a tutti i lettori. Come Hunger Games.
The Guardian Wired La forza di Howey sta nei suoi personaggi, nei desideri, diversi eppure familiari, che li animano (…) I vecchi preconcetti sugli ebook sono crollati. Wool spazza via la polvere del passato e rivela una nuova verità. Il suo autore può reggere degnamente il confronto con i colleghi pubblicati tradizionalmente. L’arrivo di Hugh Howey annuncia una nuova era per gli scrittori indipendenti. 24
Wool di Hugh Howey è stato inevitabilmente descritto come la versione fantascientifica di Cinquanta sfumature di grigio (…) Il paragone con le Cinquanta sfumature non rende tuttavia giustizia a Howey, che padroneggia perfettamente la scrittura e immagina un inquietante mondo distopico. (…) L’autore sembra essersi divertito un sacco inventando i particolari del suo mondo distopico: la lotteria che gli abitanti del silos devono vincere per potersi riprodurre; la realtà della vita in un mondo che ruota attorno a un’enorme scala; la claustrofobia dell’esistenza sotterranea.”
Liberi per se mpre
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L’Arte e i suoi infiniti mondi segreti
Barbara Gazzabin bgazzabin@tiscali.it
Il grande decano, l’insigne penalista, l’illustre giurista che ha calcato e calca imperterrito le aule dei tribunali più importanti, come fa a scaricare la tensione delle arringhe infuocate, le titaniche ma spesso logorroiche ed interminabili “querelle” dei pubblici ministeri o degli avvocati difensori, l’angoscia dei cavilli e via dicendo? Pensando forse a Sofia Loren o ad una fumante lasagna ai funghi porcini ?.....NO, fa di meglio! Riesce a non perdere una battuta e concentrarsi al massimo disegnando le caricature dei personaggi che di volta in volta si susseguono sulla “scena del delitto”. Così, schizzo dopo schizzo, è riuscito ad immortalare una marea di giudici e penalisti cogliendone gli aspetti più significativi e i tratti salienti. Mistero buffo della satira dagli arcani poteri! Condita però con lo humor del vero gentleman senza la violenza e il sadismo delle invettive, ma solo con la pacata ironia di chi ha la capacità di mettere in ridicolo atteggiamenti e comportamenti altrui con un sorriso, riuscendo così a sdrammatizzare l’atmosfera cupa e grigia delle udienze degli avvocati intenti a sostenere difese e imputati spesso indifendibili. “Ospiti più o meno graditi dell’udienza penale”: è così che l’Avv. Angelo Fagiolo ha titolato la lunga carrellata di caricature che hanno tappezzato l’intero Emiciclo della Sala Avvocati dell’Ordine di Velletri, mettendo alla berlina lui stesso in primis e la sua “sacra famiglia” e a seguire avvocati e giudici noti e meno noti, togati 26 famosi come Carlo Taormina
Avv. Angelo Fagiolo Sorrisi e disincanti
ed esordienti in erba, forensi prestigiosi e azzeccagarbugli, suscitando così l’ilarità di tutto il prezioso consesso. Ma cosa potevamo aspettarci da una persona così? “Un fenomeno vivente” come lo titola l’insigne Avv. Pino (per gli amici) Raimondi nel sonetto a lui dedicato in stile “Belliano” in occasione delle “Idi di marzo” e precisamente il 15-32008, giorno del fatidico compimento del sexuagesimo di professione forense. “Sessant’anni de processi / so passati come n’ treno / però pure a ferragosto / stà piazzato al pianterreno / scruta toghe e cancellieri / pe capì che aria tira / ma sa già perché ha studiato/ che fa assolve l’imputato”... “Tutti a chiede come fa? / n’se stufato de sta sorfa / ma se lo conosci a fonno / sai che Toghe Appelli e Istanze / so le meglio sue vacanze”
E considerando l’intenzione dell’ Avv. Fagiolo di voler arrivare a cent’anni “Pè difende trionfante / Berlusconi latitante”, i suoi colleghi in quell’occasione, oltre al dono simbolico della statuina argentea della Pallade Veliterna, dea della sapienza e della giustizia, hanno pensato bene di deliberare, prima del suo “passaggio in giudicato”, la titolazione della Camera Penale di Velletri proprio a lui ancora attivo e operante e non alla sua memoria, come consuetudine, bensì“ applicando la clausola di provvisoria esecuzione”. Una scelta saggia e ponderata, anche se l’Avv. sostiene che non sia esente dal “rischio”di... (ometto l’epiteto per pudore, ma riporto testualmente l’ultima frase della sua lettera di ringraziamento). “Per tranquillizzarvi Vi assicuro che darò a mio figlio ed ai miei nipoti ordine a futura memoria perchè al primo manifestarsi del “rischio” provvedano ad applicarmi la misura degli arresti domiciliari.... magari con il dovuto garbo”
Velletri ricorda Gian Maria Volonté
Giovedì 6 dicembre, presso il teatro Artemisio Gian Maria Volonté, si è tenuto un incontro per ricordare il grande attore a cui è stato intitolato il teatro. Una serata particolare, quasi un informale ritrovo tra vecchi amici, in cui in molti hanno contribuito con qualche parola e molta commozione a dipingere, nell’anniversario della scomparsa, il ritratto di un uomo semplice, unico, che tanto ha amato la città di Velletri. L’iniziativa, promossa dall’omonima associazione culturale e dall’as-
sessorato alla cultura, ha visto la partecipazione di personaggi di rilievo del mondo del teatro e del cinema, come l’attore Renato Carpentieri e la compagna di vita di Volonté, Angelica Ippolito. Ad aprire la serata la suggestiva proiezione di un filmato del 1994 dello spettacolo “Tra le rovine di Velletri”, diretto da Volonté e da Angelica Ippolito e messo in scena sulle scalinate di piazza del Comune. Il progetto nacque dalla volontà del grande maestro di far conoscere il diario di guerra di Padre Italo Laracca, che raccoglieva drammatici spunti di vita quotidiana e numerose testimonianze di cittadini veliterni sulla tragedia dei bombardamenti. I frammenti più rilevanti furono così trasformati in battute teatrali e recitati da persone comuni, al fine di ricreare un’atmosfera di grande e spontanea partecipazione. Rivivere quei momenti ha suscitato nella platea una forte commozione e ha contribuito a creare spunti di riflessione sul triste periodo degli anni ’40, ma anche su quegli anni ’90 in cui era forte e sentito il valore della memoria. Dopo la proiezione si sono susseguiti alcuni interventi. L’assessore
alla cultura, Emanuela Treggiari, ha sottolineato come l’incontro di giovedì 6 dicembre, sia stato solo l’inizio di una serie di iniziative previste per il 2014, anno denso di significato poiché anniversario ventennale della scomparsa di Volonté, nonché settantesimo anniversario dei bombardamenti su Velletri. A seguire è intervenuto Carlo Guglielmi, ex assessore del comune di Velletri, grande amico di Volonté, nonché vice presidente della omonima associazione. Guglielmi ha annunciato una retrospettiva su Gian Maria Volonté per il mese di novembre e dicembre 2014 e l’anteprima nazionale della pellicola inedita “ Pestalozzis Berg”, per ora prodotta solo in lingua tedesca, che sarà tradotta e proposta in esclusiva per il prossimo anno. A seguire le testimonianze di alcuni amici veliterni dell’attore, che lo hanno ricordato per il suo estremo impegno politico, (in prima linea per la conservazione del teatro Artemisio) e per la sua partecipazione a iniziative e manifestazioni all’interno della città. Tra questi l’ex sindaco Valerio Ciafrei. Renato Carpentieri ha poi regalato agli spettatori il racconto del primo incontro con Gian Maria Volonté, sul set del film “Porte aperte”(1989), rendendosi disponibile a curare la regia e l’allestimento dello spettacolo “Tra le rovine di Velletri”, al fine di riportarlo in scena nel 2014 in piazza del Comune. A chiudere la serata il ricordo di Angelica Ippolito che ha salutato i tanti amici presenti con la dolcezza e la sensibilità che l’hanno sempre contraddistinta. Silvia Bottacchiari 27
Arte Enogastronomica
Il cioccolato
Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it
La legge italiana definisce” Cioccolato “il prodotto composto esclusivamente da cacao e zucchero, con o senza l’aggiunta di burro di cacao e di aromi, avente un tenore di saccarosio non superiore al 65% e di burro di cacao non inferiore al 16%. La sua storia inizia in Centro America molti secoli fa, dove era considerato dai Maya la bevanda degli Dei; ma, da testimonianze dell’epoca, si evince che non poteva essere appetibile in Europa in quella maniera poiché aveva un gusto troppo amaro e piccante. Ebbe successo molti anni dopo la scoperta dell’America, grazie ad alcuni accorgimenti, quali l’aggiunta di zucchero, di latte ed aromi. Il cacao è un albero di media grandezza coltivato nella zona tropicale dell’ America centro meridionale e dell’ Africa. All’interno del frutto, una bacca di circa 20 cm, ci sono circa 40 semi simili a fave amarissime, che vengono fatte prima fermentare ( per ridurre l’amarognolo e l’astringenza), essiccare, tostare e poi macinate fino a dare una pasta abbastanza liquida e grassa. Questa massa, che è composta da burro di cacao (grasso naturale) e la parte secca della fava, si mescola con zucchero ed eventualmente con derivati del latte, aromi ed altro, per produrre i vari tipi di cioccolato. Il cacao solubile si ottiene dalla parte solida della massa separata dal burro. Il fondente è a base di sostanze solide almeno per il 43% , burro di cacao, zucchero, lecitina di 28 soia e aromi.
Sublime alimento
L’extra fondente deve contenere almeno il 45% di sostanze solide ( può arrivare sino al 90%) Il cioccolato al latte ha un minimo del 25% di sostanze solide del cacao e 14% di sostanze solide del latte Il cioccolato bianco è a base di burro di cacao da un minimo del 20% al 45% e sostanze solide del latte per un minimo del 14%. Queste sono le regole stabilite dalla legge, ma per avere un prodotto di qualità, bisogna tenere conto di tanti fattori come la perfezione delle materie prime , la precisione della trasformazione e, importantissimo, l’equilibrio dei componenti. Come per il vino, c’è una precisa tecnica che guida l’analisi organolettica, permettendoci di individuare le caratteristiche valutandone la qualità.
L’esame comincia con la vista, osservando la superficie della tavoletta che deve apparire lucida, con colori che danno verso il mogano e riflessi rosso scuro; non deve essere nera perché questo colore denota una eccessiva tostatura delle fave, che può portare ad una sensazione sgradevolmente amara. Non ci devono essere segni o venature biancastre date dallo zucchero, potrebbe non essere stata conservata a temperatura ottimale che va dai 16° ai 18°. Altra importante qualità è la mancanza di briciole quando si spezza, dovendo rimanere compatto mostrando una pasta omogenea. Per quanto riguarda l’olfatto, dovremmo percepire un profumo dolce, non eccessivo, in cui si riconosce il cacao, la vaniglia, il caramello, senza quei sentori di bruciato o di medicinale propri del cioccolato mediocre. Ma è al gusto che si provano le maggiori soddisfazioni: quando in bocca si scioglie rapidamente (il burro di cacao è l’unica sostanza che si scioglie a temperatura corporea) senza dare sensazioni terrose o cerose , senza appiccicarsi troppo al palato, facendoci percepire quelle note dolci-amare, cremose ricche di aromi. Importante: un grande cioccolato può lasciare il suo sapore in bocca fino a 40 minuti!
Architettiamoci
Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it
Con l’introduzione di materiali isolanti nelle pareti e l’installazione di serramenti a tenuta stagna, si è raggiunto un importante obiettivo nella riduzione dei fabbisogni energetici, andando tuttavia a influire negativamente sulla salubrità dell’edificio. Isolare la casa per risparmiare energia può andare a discapito della ventilazione degli ambienti. Il ricircolo d’aria è importante per l’espulsione degli elementi inquinanti domestici, che possono creare problemi di condensa e muffe sulle pareti, nonché ristagno di gas e odori dovuti alla cottura dei cibi, di formaldeide e altre sostanze chimiche emesse dagli arredi e dalla costruzione stessa. Aprire le finestre di casa per assicurare ricambio d’aria può non essere sufficiente, anche perché non sempre l’aria che arrivava dall’esterno si può considerare pulita, soprattutto nelle case in città, e inoltre, essere costretti ad aprire la finestra può risultare estremamente scomodo: pregiudicando la temperatura interna climatizzata e provocando inutili sprechi di energia. Alla luce di tutto questo, si è pensato
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Come possiamo aiutare a far respirare le nostre case
ad un sistema di ricambio aria “forzato” che fosse sempre in funzione, 24 ore su 24, attraverso una ventilazione meccanica controllata che
consente un ricambio d’aria costante e continuo, permettendo alla casa di respirare e assicurando, così, un maggiore benessere interno e minori sprechi di energia. Il funzionamento del sistema di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) a flusso idroregolabile semplice, è basato su di un impianto composto da bocchette, ventilatori
e condotti che provvedono a estrarre mediante un ventilatore di estrazione l’aria umida ed inquinata presente in determinati ambienti(bagni, cucine). Nello stesso tempo, per evitare la depressione dovuta a questa estrazione ed assicurare la pulizia dell’aria, delle bocchette immettono aria pura e filtrata nelle altre stanze quali soggiorno e camere. Per un appartamento di 60/70 mq. il costo di un impianto di VMC, del tipo sopra descritto, può costare intorno ai € 1.500/2.000 compreso di installazione, ed i costi di energia elettrica per il suo funzionamento Muffa sono molto limitati.
Ventilazione Meccanica Controllata (VMC)