Gennaio 2014

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COPIA OMAGGIO

Speciale San Valentino Mensile di attualità, pol

Anno IV - N. 45 - Gennaio 2014 - Mensile - Registrazione Tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita

itica, cultura, gossip,

spettacolo e sport

Cinque donne che hanno lasciato un segno nella storia nazionale e internazionale

Novecento d’Amore

Fausto Coppi e “La dama bianca” Speciale SALDI INVERNALI 2014

Intervista a MARCO MORANDI Felice del suo grande successo

Massimo Giletti

il mattatore dell’Arena, crede ancora nella democrazia e critica senza riserve l’immoralità delle istituzioni politiche



SOMMARIO 6

18 EDITORIALE 5

Ce la faremo

ATTUALITÀ

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Cinque donne che hanno lasciato un segno nella storia nazionale e internazionale

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Il 2013: un anno da ricordare

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Speciale San Valentino Storia, leggende e curiosità sul Santo protettore dell’amore

EVENTI E SPETTACOLO 6

Intervista a Massimo Giletti

26

L’Uruguay legalizza la cannabis

27

Sindacati e comune di Velletri firmano il “Patto per l’equità e la giustizia sociale”

15

Marco Morandi: “La famiglia è al centro della mia vita”

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Mostre, eventi, concerti, teatro e cinema

MODA 16

Speciale saldi invernali 2014

RUBRICHE

POLITICA 21

Matteo Renzi imprime una svolta per la riforma elettorale

22

Intervista a Ginfranco Cestrilli “Meno ideologia più idealità: questa sarà la vera forza della nuova Sinistra renziana”

28

Intervista doppia a Sabina Ponzo e Andrea Dagapiti “Ottimizzare i servizi e alleggerire la pressione fiscale, solo così la politica può riavvicinarsi ai cittadini!”

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Aspettando Brasile 2014 Mondiali di piombo

14

L’Arte e i suoi infiniti mondi segreti Mustang scrigno segreto dell’Himalaya

18

Novecento d’Amore Fausto Coppi e “La dama bianca”

20

FaceAbook Antonio Pennacchi

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Arte enogastronomica La cucina delle repubbliche marinare Genova

Editore Blink di Ottavia Lavino Direttore Responsabile Ottavia Lavino

Numero 45 - anno IV Gennaio 2014 Registrazione tribunale di Velletri 2/2010 del 22.01.2010

Progetto grafico e impaginazione BLINK Stampa Eurografsud Via delle Grotte, 11 00040 Ariccia Roma - Tel. 069344741 Redazione NONSOLOROSA Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri - RM - Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it

Hanno collaborato: Servizi Daniele Ognibene Luca Masi Maria Rita Cappucci Silvia Bottacchiari Rubriche Barbara Gazzabin Daniele Ciani Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo Gabriele Santoni

Distribuzione gratuita

Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico e da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.In questo caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. E vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.



foto di Anna Zandanel

Editoriale

Ce la faremo

Il Direttore Ottavia Lavino redazione@nonsolorosa.it

Care amiche e cari amici, buon 2014! nonostante l’anno appena passato sia stato difficile per tutti, fortunatamente, siamo ancora qui. Anche per me il 2013 è stato un anno pesante: lavorare in proprio in questi tempi di crisi è davvero faticoso. Ma, al contempo, è stato un anno pieno di cambiamenti positivi: nuove collaborazioni, nuovi amici, qualche soddisfazione e momenti straordinari da ricordare. Purtroppo, però, anche l’anno appena iniziato si prospetta difficile e si annuncia decisivo per le sorti del nostro Paese: o si avvia una ripresa certa, oppure si rischia di sprofondare. Architettiamoci Nonostante ciò, bisogna guardare avanti e avere nuovi progetti da realizzare. Io sono carica di energia positiva e di entusiasmo, ho tante nuove idee che intendo portare avanti. Sono un’ottimista, che non vuol dire necessariamente vedere sempre tutto rosa; ottimista è colui che cerca di abbattere gli ostacoli che la vita gli presenta e che gli rendono difficoltoso il cammino. Io sto con chi non si lamenta ma agisce, anche se avrebbe tutte le ragioni per dire basta. Se si perde la voglia di fare si spegne tutto; se la voglia resta accesa, aguzza l’ingegno. Certo, non è solo aguzzando l’ingegno che usciremo fuori dalla crisi! Noi tutti ci aspettiamo che la classe politica metta in atto le riforme necessarie per rilanciare l’economia di questo nostro straordinario Paese, ricco di bellezze che tutto il mondo ci invidia. Non a caso il marchio “Italia” è ancora oggi uno dei brand di maggiore successo all’estero. Perché le nostre “ricchezze” non dovrebbero essere il motore del rilancio della nostra economia? Non a caso, Oscar Farinetti, uno degli imprenditori italiani più visionari, è riuscito ad avere enorme successo con la sua azienda EATALY, offrendo prodotti tipici del bel Paese. “La bellezza salverà l’Italia”, così dichiarò lo stesso Farinetti qualche tempo fa. Ed è su questo che bisognerebbe investire per uscire dalla crisi. Intanto vi auguro un meraviglioso 2014, con l’auspicio che possa essere migliore di quello appena passato. Siate felici e temerari! Buona lettura. Il direttore


Felice del suo grande successo, Massimo Giletti, il mattatore dell’Arena, crede ancora nella democrazia e critica senza riserve l’immoralità delle istituzioni politiche

A cambiare non devono essere solo le persone, ma l’intero sistema politico. È per questo che Renzi da solo non può farcela!

Il grande professionista dell’informazione e dell’approfondimento, il volto più amato della domenica pomeriggio, il presentatore e giornalista Massimo Giletti, non si è mai tirato indietro di fronte alla sfide, e non lo spaventa di certo il lavoro duro. Proprio questa, forse, è la ricetta vincente dell’Arena, il talk show della domenica pomeriggio, che dopo ben 10 edizioni, viaggia ancora sui quattro milioni di telespettatori, confermandosi il programma più seguito in quella fascia oraria e non solo. Politica, attualità, cronaca, in sintesi, informazione a 360 gradi: questa, secondo Massimo Giletti, è la vera essenza del servizio pubblico.

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Dopo ben dieci edizioni tutte condotte da lei, l’Arena si conferma un programma vincente sotto tutti i punti di vista. quale il segreto di tanto successo? Di ingredienti vincenti ce ne sono diversi: il primo è senza ombra di dubbio la credibilità. Ogni domenica entriamo nelle case degli italiani e raccontiamo tante storie che riguardano la politica, l’attualità, la cronaca, insomma, la vita di tutti i giorni. Quando si fa informazione a questi livelli, bisogna essere in grado di farsi capire dalle persone, ma soprattutto bisogna essere trasparenti, raccontare i fatti, fornendo ai telespettatori uno strumento in più per comprendere il mondo e soprattutto il momento che stanno vivendo. Da questo punto di vista i numeri parlano da soli, con quattro milioni di telespettatori l’Arena ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo: quello di raccontare l’Italia in modo credibile e comprensibile a tutti. Un altro ingrediente fondamentale per il successo della trasmissione, è senza dubbio il duro lavoro e l’impegno che giorno dopo giorno, puntata dopo puntata, tutti i mie collaboratori mettono nel realizzare un programma di qualità. La politica è stata scossa dall’elezione di Renzi come segretario del Pd, secondo lei il sindaco di Firenze è l’uomo nuovo di cui il partito e la politica italiana hanno bisogno?

La politica italiana ha bisogno di un cambiamento radicale, non tanto a livello di persone, ma soprattutto di sistema, che, a mio avviso, è sempre più incancrenito da atteggiamenti malsani più vicini alla mafiosità che all’etica politica. Quindi, tutto ciò che è nuovo e che fugge il passato, per me è positivo, ma non è solo una questione di uomini: se Renzi non riesce a cambiare il sistema, a modificarlo nel profondo, finirà per fallire anche lui, crollando inevitabilmente sotto il peso di una situazione ingestibile. Gli italiani sono sommersi dalle tasse e intanto le istituzioni sperperano denaro illecitamente; in questo clima di totale sfiducia, cosa deve fare la politica per avvicinarsi di nuovo agli interessi dei cittadini? Innanzitutto c’è da dire che la politica ha perso totalmente il suo significato più autentico, basti pensare all’etimologia di questa parola


Foto Giovanni Caccamo

Tempo fa gli è stato attribuito un flirt estivo con un avvocato, una donna poco nota alle cronache rosa. Al momento è ancora lo scapolo d’oro che tutte le telespettatrici sognano? Sono un uomo che ama molto la libertà, ma, allo stesso tempo, amo vivere grandi emozioni e l’amore è una delle cose più belle che esistano al mondo. Sfortunatamente non riesco a mantenere una certa continuità nelle relazioni amorose. Faccio fatica a rapportarmi con la quotidianità del sentimento, per questo vivo intensamentele grandi passioni ma non riesco mai a portarle avanti fino alla fine. Maria Rita Cappucci

che viene dal greco polis e significa ‘città’. La politica oggi non è più al servizio dei cittadini, non guarda ai bisogni del popolo, ma solo alle magagne di palazzo. Certo, non bisogna mai generalizzare, perché ci sono persone che fanno il loro dovere e si impegnano al massimo per garantire il bene del Paese. A malincuore dico che la politica oggi è il luogo del malaffare, quando, al contrario, dovrebbe essere la strada più giusta da percorrere per costruire un avvenire migliore all’insegna della democrazia e dell’uguaglianza. A volte, soprattutto in questo periodo, quando vedi che ci sono 18 regioni italiane sotto inchiesta, perdi la fiducia e la speranza in un miglioramento. L’unica cosa che la politica può fare per riavvicinarsi ai cittadini è riconquistare quella moralità che dovrebbe essere al centro di ogni sistema politico e democratico che si rispetti.

La Rai è in fermento per la 64a edizione del festival di Sanremo. Quali sono i suoi pronostici? Sarà veramente un’edizione di qualità? Fabio Fazio è senza dubbio la vera carta vincente del Festival, un innovatore che è stato capace di portare sul palco dell’Ariston personaggi tanto diversi come Dulbecco e Pavarotti. Già la scorsa edizione del Festival è stata stupenda e quest’anno, grazie di nuovo alla presenza di Luciana Littizzetto, sono certo che sarà uno spettacolo da non perdere. Riguardo alle canzoni, sono in realtà solo degli accessori, perché la cosa che conta e desta più l’interesse del pubblico, è lo spettacolo. Da questo punto di vista Fazio ha tutte le carte in regola per confezionare uno spettacolo di successo che otterrà sicuramente gradi risultati. 7


2013

Cinque donne che hanno lasciato un segno nella Dal teatro alla scienza, dalla politica allo spettacolo, ecco cinque donne che ci hanno lasciato nel 2013 e che hanno segnato la storia per i loro meriti e la loro forza. Nonsolorosa le ricorda con uno speciale tutto al femminile.

Margaret

Mariangela

Thatcher

Melato La donna forte, delle sfide

impossibili, che ha dato la sua vita per il teatro e il cinema Bionda, ricca e molto viziata in vacanza con mozzo rozzo siciliano: questo è stato il ruolo di Mariangela Melato in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, forse il suo film più celebre. La raffinata attrice milanese, però, nel corso della sua lunga carriera (interrotta l’11 gennaio 2013 all’età di 71 anni), esplorò tutti gli aspetti della recitazione, tra cinema, teatro e televisione. Vincitrice di tantissimi premi, dal Davide di Donatello al Nastro d’Argento, lavorò con Pupi Avati, Lina Wertmuller, Bertolucci, Monicelli e tanti altri. Mariangela Melato fu una tra le attrici più versatili del teatro e del cinema italiano, capace di affrontare ruoli comici o drammatici, di trasformarsi in personaggi molto lontani tra loro, ma sempre con grandissima intensità. Ha lasciato così nella memoria della vasta platea italiana personaggi indimenticabili, da quelli sul grande schermo come “Fiore”, amante milanese di “Mimì Metallurgico”, a quelli sul palcoscenico del teatro come nell’Orestea di Eschilo. La sua ultima apparizione risale al 2008 a Lugano con lo spettacolo “Sola me ne vò”, un «one woman show», in cui l’attrice era accompagnata in scena da un musi8 cista e un corpo di ballo.

La lady di ferro che cambiò la politica in Inghilterra e nel mondo Leader del partito conservatore inglese e primo ministro per ben 11 anni consecutivi (dal 1979 al 1990), Margareth Thatcher, morta l’8 Aprile del 2013 a Londra all’età di quasi 87 anni, ha rappresentato con estrema tenacia l’ala destra del parlamento britannico. Il suo un caso più unico che raro: prima e ultima donna nella storia inglese a rivestire il ruolo di capo del governo, la “iron lady” fronteggiò il declino economico con numerose privatizzazioni, portò l’Inghilterra a vincere la guerra delle Falklands nel 1982, si oppose al progetto dell’Unione Europea e della moneta unica e resistette agli scioperi dei minatori, scampando persino all’attentato dell’Irish Repuclican Army. Donna certamente amata e odiata in egual misura - come dimostrano le manifestazioni durante i suoi funerali - è stata protagonista indiscussa del panorama politico degli anni ’80.

L’attrice, nonché autrice di testi teatrali, storica compagna di Dario Fo, resta il simbolo indiscusso della lotta per i diritti delle donne Si dice che accanto a ogni uomo ci sia una grande donna: Franca Rame è stato questo e molto di più per Dario Fo, con cui formava una delle coppie più importanti della cultura italiana del ‘900. Franca Rame fu più di una formidabile attrice. Fu soprattutto una donna coraggiosa, capace di affrontare le dure battaglie della vita con determinazione, fierezza e grandissima dignità. Al fianco di Dario Fo, che aveva sposato a Milano nel giugno del 1954, abbracciò entusiasta l’utopia del Sessantotto, insieme fondarono La Comune, e di quel fermento artistico e sociale, beneficiò l’intera scena teatrale italiana. Sempre in prima fila nelle battaglie civili, negli anni ’70 pagò a caro prezzo il suo impegno da femminista, subendo violenza sessuale da parte di alcuni esponenti di destra. Anche in questa circostanza ebbe la forza e il coraggio di reagire, raccontando tutto in uno spettacolo, “Lo stupro”, del 1981. Di sicuro con Franca Rame, morta il 29 maggio 2013 a 83 anni, è venuta a mancare una delle voci più lucide della cultura, un vuoto difficile e forse impossibile da colmare.


Franca Rame

Lessing Doris

storia nazionale e internazionale

La scrittrice britannica Premio Nobel e “cantatrice del femminismo”

Margherita Hack L’astrofisica tra ricerca scientifica e militanza politica.

Anticonformista e anticattolica, fautrice del libero pensiero ed esuberante, Margherita Hack è stata una tra le personalità scientifiche più importanti degli ultimi sessant’anni. Astrofisica e donna politica, si impegnò per tutta la vita a sostenere campagne a favore dei diritti civili e contro l’uso dell’energia nucleare in Italia, “paese ancora non pronto a sfruttare una tale potenza”. Sposò Aldo de Rosa nel 1944. Il matrimonio fu celebrato in chiesa, suo malgrado, ma non ebbe mai figli, - “preferisco i gatti” - diceva. Non solo rosa la ricorda per una carriera scientifica tanto straordinaria da meritare il premio “Accademia dei Lincei” e “Cultura della Presidenza del Consiglio”. Produsse numerosi testi accademici e divulgativi di grande interesse e fu, tra l’altro, la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico. E’ morta a Trieste il 29 Giugno 2013 a 91 anni appena compiuti, rifiutando un intervento al cuore che forse le avrebbe salvato la vita ma che l’avrebbe privata per troppi giorni dell’affetto dei cari e della tranquillità della sua casa. - “Meglio un giorno da leoni” - disse.

Si è spenta all’ età di 94 anni il 17 novembre 2013 la scrittrice Doris Lessing, nata a Kermanshah e cresciuta in Zimbabwe, viveva a Londra da oltre mezzo secolo e nel 2007 aveva ricevuto il Premio Nobel per la letteratura. E’ stata l’autrice della libertà, e soprattutto una donna ribelle, in un’epoca in cui il libero pensiero femminile era una frontiera ancora inesplorata. Doris Lessing resta famosa soprattutto per il suo romanzo “Il taccuino d’oro” (The Golden Notebook), nel quale la protagonista Anna Wulf usa quattro taccuini per rimettere insieme le parti della sua vita a pezzi. Lessing descrisse così condizioni femminili di cui allora non si parlava, diventando l’icona della liberazione delle donne agli occhi del mondo intero. “Un esempio modernissimo di libertà per tutte le donne”, ha raccontato Inge Feltrinelli, amica personale di Doris Lessing ed editore che l’ha fatta conoscere in Italia.

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Aspettando Brasile 2014

Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo redazione@nonsolorosa.it

Aspettando

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Mondiali di piombo

Messico 1970 Tra l’approvazione dello statuto dei lavoratori e il fallimento del “golpe Borghese”, tra il guasto all’Apollo 13 e l’elezione a Presidente del Cile di Salvador Allende, si svolge la nona edizione della Coppa del Mondo di calcio, l’ultima con il nome di Jules Rimet. Nell’anno dello scioglimento dei Beatles, della morte della cantante Janis Joplin, la musica che scandisce la vittoria definitiva della coppa Rimet, è quella del samba Brasiliano. Ma, la partita che tutti ricorderanno, sarà una semifinale che verrà poi considerata “la partita del secolo”. Basterebbe dire, o scrivere, “ItaliaGermania4a3”. Gli Italiani svegli in piena notte, festeggeranno fino al mattino una vittoria che diventerà una vera e propria epopea. Il vantaggio italiano arriva subito, con il solito “Bonimba” Boninsegna. Si dovrà attendere tutti i minuti regolamentari e la staffetta tra Mazzola e Rivera per rendere immortale questa partita. Il primo eroe inconsapevole, è il roccioso difensore tedesco Schnellinger, convinto che la partita fosse ormai terminata, si avvicina lentamente verso gli spogliatoi situati dietro la porta italiana; fu così, che un cross dalla sinistra arriva proprio nella zona del possente germanico che, in spaccata, sigla un pareggio insperato. Dopo oltre 2 minuti di recupero (in quei tempi non erano previsti), la Germania porta ai supplementari l’Italia. Inizia così la partita nella partita, 5 gol in mezz’ora di gioco e un match che diventerà leggenda. I tedeschi hanno due fenomeni, il difensore pallone d’oro Franz Beckembaur e l’attaccante Gerd Muller. Il primo eroico, giocherà con un braccio fasciato sulla spalla, il secondo sarà la spina nel fianco della difesa Italiana. Dopo solo 4 minuti l’astuzia di Muller punisce l’Italia, dentro l’area è un mattatore assoluto, beffando Albertosi con un sinistro chi10

rugico. La Germania è in vantaggio, ma dura pochissimo, da un calcio di punizione di Rivera arriva il pareggio del centrale azzurro Tarcisio Burgnich ,che sfrutta un errore difensivo. La partita è uno spettacolo, una girandola di emozioni a cui non tutti i cuori degli italiani sono abituati. “Rombo di tuono” suona la carica e prova a mettere la parola fine, Gigi Riva, con un sinistro dei suoi, batte l’incolpevole Maier e sembra porre fine alla resistenza tedesca. Ma ancora una volta Gerd Muller non ci sta e con un astuto colpo di testa beffa Albertosi, anche per colpa di un mal posizionamento di Gianni Rivera, il quale verrà insultato pesantemente dall’estremo difensore italiano. La risposta del “Golden Boy” fu strabiliante. Si riprende dal calcio d’inizio, sei passaggi consecutivi, palla a Rivera che di prima insacca in porta. L’Italia è in finale, stremata dopo una battaglia infinita, ma nella storia del calcio resterà per sempre ItaliaGermania4a3. La finale sarà Italia Brasile, alla vincente andrà, in maniera definitiva, la Coppa Rimet. Stremati dalla semifinale, l’Italia sarà sonoramente sconfitta. Non basta il gol di Boninsegna a fermare i verdeoro. Pelè sembra volare quando schiaccia di testa in porta una palla difficilissima. Gerson con un siluro di sinistro da fuori area, Jairzinho di rapina e Carlos Alberto con una bomba a incrociare, fissano il risultato sul 4 a 1. I 6 minuti che Valcareggi farà disputare a Rivera, saranno uno dei motivi della forte contestazione subita dal CT Italiano, che a Fiumicino sarà accolto da fischi e pomodori. Il Mondiale della partita più bella della storia si chiude con Muller capocannoniere, Gordon Banks come il portiere che seppe fare la parata più bella di sempre proprio a Pelè, ancora una volta campione del Mondo.

Gianni Rivera

CURIOSITÀ: Il Mondiale del 1970 vide l’assegnazione definitiva della Coppa Rimet. La regola imponeva che la coppa sarebbe stata assegnata definitivamente alla squadra che per prima avrebbe vinto tre mondiali. Tre delle quattro semifinaliste avevano trionfato per due volte, quindi sembrava abbastanza scontata l’assegnazione definitiva. Il Brasile, porterà nel suo Paese la coppa ma sarà soltanto una prosecuzione delle sventure che quel simbolo si portava dietro. Durante gli anni della seconda guerra mondiale ci furono tentativi di furto da parte dei Nazisti, sventati dalla federazione Italiana. Nel 1966 venne rubata in Inghilterra e poi rinvenuta sotto una siepe dal cagnolino Pickles. Nel 1983 dei malviventi brasiliani rubarono la coppa e la fusero in lingotti d’oro per un guadagno di circa 15 mila dollari. Nel 1984 venne realizzata una copia che ancora oggi è in possesso della federazione Brasiliana.


Germania Ovest 1974 “A modo mio avrò sbagliato ma a modo mio”, cantava Claudio Baglioni nell’anno del mondiale tedesco, quando Ferruccio Valcareggi sbagliò a modo suo, condannando l’Italia a un’eliminazione cocente. Sbagliò a modo suo confermando gran parte della nazionale di 4 anni prima, sbagliò nella partita decisiva conto la Polonia lasciando fuori Riva e Rivera, sbagliò non facendo giocare più Long Jhon Ghinaglia dopo che lo mandò a quel paese per la sostituzione contro Haiti. Ma gli amanti del gioco più bello del mondo, seppero consolarsi con il “calcio totale” dell’Olanda del “profeta del gol” Johan Cruijff e con la granitica Germania Ovest del capitano Franz Beckenbauer, Berti Vogts, Gerd Muller e del giovane “Maoista” Paul Breitner. Il Brasile, campione in carica, dovrà accontentarsi del quarto posto, piegato nella “finalina” da una Polonia che seppe sfruttare al meglio il talento del capocannoniere Grzegorz Lato, che con 7 reti la trascinò al terzo posto. L’Olanda arrivo alla finale contro i padroni di casa della Germania, umiliando 4 a 0 l’Argentina e per 2 a 0 sia la Germania Est che il Brasile campione in carica. Più agevole fu il cammino dei Tedeschi

dell’ovest, che sconfissero Svezia, Jugoslavia e Polonia. La finale sembra immediatamente indirizzarsi nella direzione del paese dei tulipani, Cruijff viene steso in area dopo uno dei suoi celebri affondi. Johan Neeskens realizza dagli 11 metri con freddezza. Al secondo minuto l’Olanda è già avanti. Ma la storia dei Tedeschi è costellata di rimonte epiche. Al 25° Holzenbein entra in area con una serie di dribbling e viene steso da Win Jansen con un’entrata criminale. I tedeschi pareggiano con un rigore di Breitner e si affidano nelle mani del centravanti Gerd Muller. L’uomo d’area non perdona mai, arpiona un cross e incrocia di destro con un tiro preciso. La Germania è in vantaggio al 43° del primo tempo. La ripresa sarà una battaglia e la difesa tedesca un muro insuperabile su cui si scontra il calcio totale degli Orange. L’Olanda fallirà così l’appuntamento più importante e il calcio spettacolare, fatto di pressing e di giocatori poliedrici, guidati dal sontuoso Crujff, non consegnerà il risultato che tutto il mondo aspettava. I tedeschi, agganciano così l’Italia e l’Uruguay con due mondiali e vincono la prima edizione della Fifa World Cup.

Mueller e Breitner CURIOSITÀ:

Il mondiale del 1974 vedrà la prima storica partita delle due “Germanie” Il 22 giugno diventerà una data storica, i tedeschi dell’est affolleranno Amburgo con un visto di poche ore, per sostenere la propria nazionale contro la favoritissima Germania Ovest. Due anni dopo l’attentato alle Olimpiadi di Monaco, la Germania Ovest prepara delle misure di sicurezza imponenti. La partita si disputa in maniera tranquilla, i teschi dell’ovest sembrano poter amministrare, ma, a sorpresa, un gol di Jurgen Sparwasser, regala la vittoria agli “ospiti” dell’est. Vittoria epocale e sfruttata nel migliori dei modi dal regime, che farà diventare Jurgen Sparwasser, un simbolo dell’efficienza socialista.

Argentina 1978 Il mondiale Argentino del 1978 fu per il dittatore Videla la vetrina per crearsi una buona reputazione, facilitato dal silenzio internazionale e dal mondo sportivo che preferì voltarsi dall’altra parte facendo finta di non sapere. Desaparecidos, campi di calcio utilizzati come fosse comuni, torture, una dittatura spietata e un silenzio assordante, spezzato solo dal rifiuto del calciatore tedesco Paul Breitner di partecipare ai mondiali. Il calcio è allegria e spensieratezza, caratteristiche che mancarono al capitano della “seleccion”, Jorge Carrascosa, che abbandonò il calcio l’anno prima dei mondiali per non essere complice della dittatura militare. Mentre le Madri di Plaza de Mayo piangono e protestano nella speranza di sapere che fine abbiano fatto i propri figli, Bettega, su colpo di tacco di Paolo Rossi, piega l’Argentina decretandogli l’unica sconfitta al mondiale. L’anno più buio della democrazia italiana, culminato con il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, sarà calcisticamente l’inizio del “ciclo Bearzot”. L’Argentina degli scrittori anti dittatura come Osvaldo Soriano o il più noto Jorge Luis Borges, si strinse intorno a due sportivi che non si piegarono alle logiche di regime. L’allenatore Luis Cesar Menotti, che prima della finale con l’Olanda, orfana del magnifico Cruijff, disse: “ non vinciamo

Mario Kempes

per quei figli di puttana, vinciamo per alleviare il dolore del popolo argentino”. Un tipo strano Menotti, un allenatore che ai suoi calciatori non diceva “fuori i coglioni” ma “ liberate i vostri sogni”. Nel “78 i sogni li liberò Mario Kempes, folta capigliatura, baffi tagliati per scaramanzia e un’ostilità non troppo celata nei confronti del regime. Diceva: “non sono stato il goleador della dittatura. È che godevo solo a buttarla dentro”. Ma forse era troppo facile buttarla dentro, infatti la finale non voleva giocarla, segnava troppo facilmente, la dittatura sembrava aver deciso tutto, ma Menotti lo convinse e fu lui con una doppietta a trascinare l’Argentina alla prima vittoria mondiale, un 3 a 1 che condannò l’Olanda alla seconda sconfitta consecutiva. Ma come ebbe modo di dire dopo, “non fu il mondiale dei generali, ma il mondiale del popolo”, un popolo oppresso e torturato, un popolo umiliato e perseguitato. Kempes, alla consegna della coppa, si rifiutò di stringere la mano a Videla, un gesto forte, che mise a serio rischio se stesso e gran parte della squadra, anche giocatori che non volevano spiacevoli conseguenze, come Bertoni, Ortiz o Ardiles. Kempes tornò a giocare in Europa, con la sua chioma fluente e con la voglia di libertà che lo fece diventare l’eroe del Monumental.

CURIOSITÀ:

L’eroe mancato del mondiale 1978 sarà per sempre Pieter Robert Rensenbrink. A pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari, con la partita inchiodata sul pareggio, ha l’occasione per consegnare il primo mondiale ai “tulipani”. Un palo clamoroso lo farà però diventare uno degli eroi negativi per antonomasia. Ebbe modo di dire, diversi anni dopo, riferendosi ai condizionamenti politici di quel mondiale, che, “anche in caso di gol, l’arbitro lo avrebbe annullato perché doveva vincere l’Argentina”. Di fatto, Rensenbrink, nonostante una carriera molto importante, gran parte svolta nel campionato Belga, verrà ricordato per l’errore clamoroso nella finale del 1978. 11


Il 2013: un anno da ricordare

Il 2013 ha ormai salutato l’arrivo del suo successore, ma tanti sono stati gli avvenimenti che l’hanno reso un anno intenso tutto da raccontare di Maria Rita Cappucci e Silvia Bottacchiari

Gennaio

Il 2013 inizia con un caso che per tanto tempo è rimasto avvolto nel mistero: a Los Roques, un arcipelago vicino al Venezuela, scompare nel nulla un aereo turistico con a bordo sei italiani, tra i quali si trovava anche il celebre stilista Vittorio Missoni. I cinque corpi, quello dello stilista, della compagna Maurizia Castiglioni, di Guido Foresti, di Elda Scalvenzi e del copilota dispersi nei cieli tra Los Roques e Caracas, sono stati ritrovati dopo 10 mesi di incessanti ricerche.

Maggio

Il mese di maggio si apre con la scomparsa di Giulio Andreotti, uno dei protagonisti della storia politica italiana. Lo statista muore il 6 maggio a Roma nella sua abitazione di Corso Vittorio alla longeva età di 94 anni. Il giorno dopo il porto di Genova è teatro di una tragedia: nella notte una nave portacontainer abbatte le torri di controllo, il cui crollo provoca 9 morti.

Settembre

Dopo più di un anno e mezzo di lavoro, il relitto della Costa Concordia torna in asse. Il primo passo per portare la nave da crociera, naufragata il 13 Gennaio 2012, lontano dall’isola del Giglio, si è compiuto. Sarà necessario ancora molto impegno da parte di ingegneri e tecnici e gran dispendio economico per completare il progetto. Nel frattempo, le famiglie delle vittime, attendono le sentenze dei processi per avere giustizia.

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Febbraio

Tra i tanti avvenimenti di questo mese ricordiamo senza dubbio l’avvento delle elezioni politiche in Italia. Pierluigi Bersani, a capo del Pd, ottiene più voti ma non ha la maggioranza per governare. Rivelazione è quella del neonato Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che ottiene numerosi seggi.

Giugno Esplode lo scandalo Datagate: inizia una incredibile fuga

di notizie sull’Intelligence degli Stati Uniti, secondo le quali milioni di cittadini di tutto il mondo sono costantemente sorvegliati. È il 24 giugno quando il Tribunale di Milano condanna Silvio Berlusconi a 7 anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per sfruttamento della prostituzione minorile e concussione, in merito al processo Ruby. Il Cavaliere farà appello per tentare di cambiare la propria sorte.

Ottobre

3 ottobre 2013, il giorno del più grave incidente marittimo nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo: un’imbarcazione libica, con a bordo numerosi profughi di diverse nazionalità, si è rovesciata nei pressi dell’isola di Lampedusa in seguito all’accensione di un fuoco di segnalazione che ha creato panico tra i presenti. Centinaia le vittime e numerosi i dispersi. La tragedia ha fatto sollevare nuove polemiche sulle leggi che regolano l’ingresso di clandestini in Italia.


“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando e questa è la novità”. Così cantava Lucio Dalla in una delle sue canzoni più conosciute “L’anno che verrà”, un inno al futuro con uno sguardo sempre rivolto alla memoria della cose passate. Il 2013 è stato un anno di conferme e di grandi novità, di episodi spiacevoli e di piccole grandi gioie. Noi di NonSoloRosa abbiamo deciso di ripercorre con i nostri lettori uno per uno, gli eventi che più intensamente hanno segnato questo anno appena trascorso.

Marzo

Aprile

Luglio Un fatto di cronaca rosa allieta l’estate britannica e

Agosto La sentenza è defi-

Dopo l’annuncio a febbraio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, Il Conclave, riunitosi il 13 marzo per decretare l’elezione del nuovo Pontefice, annuncia la sua decisione a tutto il mondo in trepidante attesa: il nuovo Pontefice è Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, che prende il nome di Papa Francesco. Il 19 marzo comincia ufficialmente il suo pontificato.

internazionale: George Alexander Louis, figlio dei duchi di Cambridge William Windsor e Catherine Middleton, viene alla luce il 22 Luglio. Terzo in linea di successione al trono d’Inghilterra è insignito del titolo “sua altezza reale principe George di Cambridge” e, appena nato, diventa il bambino più famoso al mondo.

Novembre

Il maltempo di questo mese ha creato innumerevoli vittime nel mondo e in Italia. Il tifone Haiyan si è abbattuto in particolare sulle Filippine con conseguenze catastrofiche: 6183 i morti e gravissimi i danneggiamenti alle strutture. In Sardegna, nello stesso periodo, un’alluvione senza precedenti ha messo in ginocchio attività e famiglie. 17 le vittime accertate, di cui 13 solo in provincia di Olbia.

Ancora la politica al centro delle vicende italiane. Il 22 aprile Giorgio Napolitano è il primo nella storia italiana ad ottenere il secondo mandato da Presidente della Repubblica. Il 24 aprile dà l’incarico di formare il Governo ad Enrico Letta, che diventa il nuovo premier. Si tratterà di un Governo di larghe intese, che vedrà riuniti membri di Pd, Pdl e Scelta Civica. Mese ricco di novità anche nel campo dei diritti civili: il 23 aprile l’Assemblea Nazionale francese dice sì ai matrimoni e alle adozioni per le coppie gay.

nitiva: Silvio Berlusconi viene condannato il 1 Agosto a 4 anni di reclusione per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Per lui lo “sconto di pena” di 3 anni, coperti dall’indulto, e la possibilità di avere gi arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali.

Dicembre

“Addio Madiba”. L’anno si è concluso con il lutto di una grande personalità che ha lottato tutta la vita contro il razzismo in Sud Africa e nel mondo: Nelson Mandela. Premio Nobel per la pace nel 1993, è stato un simbolo, un esempio per tutti, di forza e tenacia. Ha contrastato l’apartheid che ha afflitto il Sud Africa dal 1948 al 1994, senza mai pronunciare la parola “vendetta”. Si è spento all’età di 95 anni a Johannesburg, tra le lacrime del mondo intero.

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Il cappotto/piumino invernale

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E’ il vero affare dei saldi perché, diciamoci la verità, l’inverno è appena iniziato e avremo a che fare con freddo, pioggia e vento almeno fino a Marzo. Scegliete modelli over-size, di gran tendenza in questi mesi, dai toni neutri o pastello, facilmente abbinabili

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Versatile, perfetta per il lavoro ma anche per un aperitivo, da abbinare sopra a top o maglie lupetto e sotto copri spalla. Vi tornerà utile anche in estate e sarà il pezzo forte per le vostre serate all’aperto.

Speciale SALDI invernali 2014

Accessori dorati

In molti negozi si trovano bijoux dorati (collane, bracciali e orecchini) che ci ricordano il Natale e per questo passano in secondo piano nel periodo dei saldi. Sbagliato! Optate per modelli metallici e scintillanti: perfetti tra qualche mese, faranno pendant con il sole caldo di Agosto.

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La camicia trasparente

Tartan

Lo stile british, si sa, non tramonta mai, ma in questi mesi sta tornando prepotentemente alla ribalta. Dopo i modelli bon ton, rientra in passerella il tartan. Sfoggiare un accessorio o una gonna con la tipica stampa a quadri non vi farà certo passare inosservate.

I consigli di Nonsolorosa per acquisti intelligenti, originali e glam Le festività natalizie, si sa, sono finite da un pezzo e inesorabili tornano la normalità, il lavoro e lo stress quotidiano. Ma a rendere leggero questo periodo di “levatacce” mattutine e rigide diete post – abbuffate, tornano puntuali i saldi invernali, pronti ad affascinarci e a catturare la nostra attenzione. E’ l’occasione buona per accaparrarsi quel capo tanto sognato o per farsi quel regalo che aspettavamo con ansia per Natale ma che non è mai arrivato (mariti/fidanzati non hanno capito evidentemente i nostri messaggi subliminali!). Così, come ogni anno, ci troviamo ad affrontare folle interminabili di persone e spesso rischiamo di perdere di vista l’obiettivo “affare”, portando a casa oggetti/ capi che andranno a finire in qualche angolo buio dell’armadio. Il consiglio della redazione è di focalizzare l’attenzione solo su alcuni pezzi must have per coniugare la gratificazione dello shopping all’utilità degli acquisti. Ecco la nostra top 8.

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Makeup

Non sottovalutate il makeup che , se creato con i prodotti giusti, vi darà un toc co glam tanto quanto un capo d’abbigliame nto di moda. Sempre più spesso troviamo rossetti, ombretti e pennelli in sconto nel periodo dei saldi proprio come succede per i ves titi. La parola d’ordine è: sperimentate! Se gli unici prodotti scontati hanno tonalità apparis centi e pazze, non abbiate paura! Se i vostri outfit sono sempre sobri e neutri, un colore acc eso sul viso vi illuminerà senza creare l’effett o pagliaccio.

Le sneakers

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Prediligete quelle con un dettaglio colorato. Sono comode e rappresentano il vero passepartout per mille occasioni. Con tute e leggins per la palestra, con jeans alla caviglia per un look da giorno.

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Shopping bag

ensabile E’ forse l’accessorio indisp non ne ha per eccellenza. Chi di noi Pratica e . no almeno una alzi la ma tutti i look. a capiente si abbina un pò giungere ag Approfittate dei saldi per dello alla vostra collezione il mo ercati. griffato o dai materiali ric

Radiant Orchid

Ultimo, ma non per importanza, il colore dell’anno 2014. L’azienda Pantone, come ogni anno, detta legge in fatto di stile e lo fa lanciando una tonalità che tra qualche mese ritroveremo immancabilmente ovunque, dai negozi di lusso alle bancarelle nelle piazze. Si tratta di un “rosa/fucsia/violetto” che ricorda le orchidee e che, secondo gli esperti, spopolerà tanto quanto il verde acqua del 2013. Detto questo, aggiudicatevi subito qualche capo dal colore Radiand Orchid e sarete capaci, come afferma l’executive director di Pantone, di “catturare lo sguardo e stimolare l’immaginazione”.


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Novecento

d’Amore a cura di Maria Rita Cappucci

Passioni travolgenti, grandi amori destinati quasi sempre a epiloghi tragici, ma, proprio per questo, ancora più romantici e indimenticabili. Nonsolorosa ha deciso di iniziare una nuova rubrica dedicata alle storie d’amore più celebri del passato, dagli anni 50 fino ad oggi. Una carrellata di grandi passioni che riscalderà il cuore dei nostri lettori, conducendoli in un viaggio all’insegna del sentimento, dell’eros e soprattutto del romanticismo. La prima storia che vi racconteremo è la grande passione tra il campione di ciclismo Fausto Coppi e la bellissima Giulia Occhini, poi soprannominata “la dama bianca”, un amore che fece scalpore nell’Italia degni anni 50. L’incontro tra Coppi e La Dama bianca: un bacio e fu subito scandalo Tutto cominciò al Giro d’Italia del 1954, quando Coppi, dopo la tappa di St. Moritz, apparve in pubblico insieme alla Occhini. Fu lì che il giornalista francese Pierre Chany, vedendo la donna che indossava un montgomery bianco e che si trovava a fianco del campione, pronunciò la celebre frase: “Vorremmo sapere di più di quella dama in bianco che abbiamo visto vicino a Coppi”. Da quel momento la Occhini, una ragazza poco più che ventenne, divenne un personaggio pubblico e quell’appellativo, “dama bianca”, il suo soprannome ufficiale. Due 18

universi totalmente differenti quello del famoso ciclista e della casalinga, travolti all’improvviso da una passione dirompente a tal punto da cambiare

Fausto Coppi e “La dama bian una grande passione controc che fece scalpore nell’Italia perbenista degli anni ’50 per sempre il corso delle loro vite, oltre ad animare l’Italia perbenista degli anni 50, portando alla ribalta discussioni e dibattiti su temi come l’adulterio e il divorzio. Al momento dell’incontro con il campionissimo, Giulia Occhini (23 luglio 1922 – 6 gennaio 1993), era sposata con il medico Enrico Locatelli. La coppia viveva a Varano Borghi con i due figli, Maurizio e Loretta. Enrico era un grande tifoso di Fausto Coppi e fu proprio lui che presentò il campionissimo alla moglie nell’estate del 1948, quando arrivò nelle Tre Valli Varesine. Anche Coppi a quel tempo era sposato con Bruna Ciampolini da cui aveva avuto una figlia, Marina. Che donna era Bruna? Una cara e dolce moglie, silenziosa e modesta. Di quelle che si sposano perché ci si conosce fin da ragazzini. Di quelle donne, insomma, che piacciono tanto ad una famiglia di contadini come quella da cui Fausto proveniva, che vuole mogli semplici, concrete, senza grilli per la testa. Giulia Occhini era, invece, una ra-

gazza altolocata, che proveniva da una famiglia agiata. Giulia era sempre elegante, sapeva muoversi con disinvoltura ed era abituata a frequentare gente, leggere libri e giornali, viaggiare e vivere in albergo. Tutto il contrario di Bruna.

La grande passione esplode e l’opinione pubblica si infiamma Il caso Coppi-Dama Bianca, esplose come una bomba nell’Italia delle scomuniche Vaticane, della mancanza di divorzio, delle mamme fattrici ad ogni costo, della famiglia come unica possibilità per un uomo e una donna di vivere il loro rapporto. I giornali parlarono subito di «amore scandaloso» e «lei», la «cattiva», venne indicata come una «ro-


dell’opinione pubblica, alla detenzione, al dolore della separazione e della lontananza fino alla morte beffarda e improvvisa del suo grande amore.

La fine del grande campione e della storia d’amore cha ha scosso l’Italia

ca”: orrente

vina famiglie» e l’esempio di «tutto quello che le donne non dovrebbero essere». Coppi e Giulia Occhini, nel frattempo, erano andati a vivere insieme nella villa di Novi Ligure, acquistata da Fausto al momento della separazione dalla moglie Bruna. Giulia Occhini, a quei tempi, aveva 26 anni ed era una splendida signora, sempre elegante, ben truccata, sicura. Quella di sempre, insomma. Chi era cambiato, invece, era Fausto: aveva abbandonato i panni dell’eterno poveraccio. Non era più un rozzo ex contadino. Sembrava non aver più paura di nulla. Ma, gli attacchi del perbenismo ufficiale, non lasciarono un attimo in pace Coppi e la sua nuova donna. Prima l’arresto nella casa di Novi Ligure, poi nel marzo del 1955, il processo.

Lei venne accusata di aver abbandonato il marito e i figli, lui, oltre che di adulterio, dovette rispondere anche di violazione degli obblighi di assistenza familiare. A Fausto, i giudici infliggono due mesi di carcere e tre a lei, che venne «confinata» ad Ancona senza poter vedere i figli né tornare a Novi Ligure. Ma la preoccupazione più grande di Giulia era un’altra: come far nascere il frutto del suo grande amore con Fausto in un paese che definiva lei e il suo uomo, “pubblici peccatori”. Così la dama diede alla luce Faustino in Argentina. Non si poteva certo negare che Giulia e Fausto erano davvero fatti l’uno per l’altro, ma troppi sono stati i dolori e le angosce che per loro non hanno avuto mai fine. Lui, in gara, è caduto mille volte e mille volte ha riportato fratture gravi. Anche Giulia, dal canto suo, non ha avuto certo vita facile, sconvolta dalle conseguenze di questa grande passione e soprattutto da una perdita insanabile: la morte della figlia. Nonostante questo la dama bianca ha resistito a tutti gli attacchi

Tornato da un viaggio straordinario insieme a colleghi e amici, Fausto si ammalò di una febbre terribile, un virus, dicevano i medici, ignorando in realtà che si trattava di un terribile attacco di malaria. Il 2 gennaio 1960 alle 8.45, la fine. Un’agenzia di stampa diffondeva una notizia agghiacciante, ter-

ribile: «Essendo il campione un pubblico peccatore a causa delle sue vicende coniugali, ha potuto ricevere l’estrema unzione solo a patto di una solenne rinuncia della sua donna ai legami con lui in caso di guarigione». Giulia Occhini, invece, morì a 69 anni, nel 1993, dopo 510 giorni di coma. Era rimasta gravemente ferita in un incidente stradale davanti a «Villa Coppi», dove viveva con Faustino, il figlio di quel suo grande e tragico amore. 19


Libri

a

face book

Richieste di amicizia Silvia AVALLONE

Gabriele Santoni info@blinkpubblicita.com

Lorenzo PAVOLINI

Antonio Pennacchi Nato a: Latina 26 gennaio 1950 Vive a: Latina Studi: Laurea in Lettere Lavoro: Operaio presso la Fulgor Cavi di Latina e scrittore Precedenti esperienze lavorative: Mammut, Roma, Donzelli, 1994. Palude. Storia d’amore, di spettri e di trapianti, Roma, Donzelli. Una nuvola rossa, Roma, Donzelli. 1998. I borghi dell’Agropontino, a cura di e con Massimiliano Vittori, Latina, Novecento, 2001. Guidonia, Pomezia. Città di fondazione, a cura di, Latina, Novecento, 2003. Elogio del minimo, con Edoardo Albinati e Antonio Pascale, Napoli, Libreria Dante & Descartes, 2003. Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi. Romanzo, Milano, Mondadori, 2003. Viaggio per la città del duce. I saggi di LiMes ed altri scritti, Milano, Terziaria, 2003. L’autobus di Stalin e altri scritti, Firenze, Vallecchi, 2005. Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni, Milano, Oscar Mondadori, 2006. Fascio e martello. Viaggio per le città del duce, Roma-Bari, Laterza, 2008. Il telefonino, in Anonima Scrittori, Il bit dell’avvenire. Racconti di Baroni, Pascale, Pavolini, Pennacchi e altri, Latina, Tunué, 2009. Canale Mussolini, Milano, Mondadori, 2010. Le iene del Circeo. Vita, morte e miracoli di un uomo di Neandertal, Roma-Bari, Laterza, 2010.

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Eventi Premio del giovedì, per “Mammut” - 1995 Premio Letterario Pisa, per “Palude” - 1995 Premio Napoli, per “Il fasciocomunista” - 2003 Premio Strega, per “Canale Mussolini” - 2010 Premio Acqui Storia, per “Canale Mussolini” - 2010 Premio “Libro dell’anno del Tg1”, per “Canale Mussolini” - 2010 Premio “Asti d’Appello”, per “Canale Mussolini” - 2010 Dante d’oro dell’Associazione studentesca letteraria “Bocconi d’Inchiostro” - Università Bocconi, per l’opera omnia - 2013 Citazioni preferite

Antonio Pennacchi ha condiviso lo stato di Gabriele Santoni Storia di Karel è una provocazione. Uno sberleffo letterario. Pennacchi mi ha trascinato milioni di anni luce lontano dalla Terra, un viaggio ai confini della galassia. Così lontano che mi è parso di stare a Latina. Ma lo ha fatto col suo stile inconfondibile, con la sua picaresca filosofia. 20

Io te lo dico di fare così, poi te fai come cazzo te pare. (A. Pennacchi)

La Stampa Pennacchi […] si schiera con il progresso, con le speranze alimentate dalle giovani generazioni. È il significato che si desume dalla sua animata, magmatica e divertita favola. Dove si prendono le mosse da distanze stellari per parlare del nostro destino. Il Giornale Storia di Karel è un romanzo per chi ha voglia, con la letteratura, di divertirsi davvero.


Matteo Renzi imprime una svolta per la riforma elettorale

Incontra tutti i partiti anche Berlusconi nella sede del Pd

Il segretario del Partito democratico Matteo Renzi, sembra fare sul serio con la riforma elettorale. Com’è nel suo stile, pochi giorni dopo la nomina ha impresso un’accelerazione al processo di riforma, sostanzialmente fermo alle sole esortazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La proposta è chiara nella sua finalità, dotare il Paese di una legge elettorale che sancisca nettamente un vincitore e garantisca la governabilità per cinque anni. Due elementi che sembrerebbero un’ovvietà, anche se non lo sono per niente visto com’è andata negli ultimi anni. Renzi ha proposto alle altre forze politiche un’azione chiara e rapida mettendo sul tavolo tre proposte che vanno per la maggiore e dalla cui sintesi uscirà la nuova legge elettorale. Messe da parte le ipotesi del sindaco d’Italia e del doppio turno di collegio, prende quota quel modello spagnolo rivisitato detto «ispanico», ovvero un sistema proporzionale basato su piccoli collegi che favorirebbe i partiti maggiori sia pure con liste corte bloccate (vedi scheda). In ogni caso per Renzi è determinante il premio di maggioranza che è l’unica formula che consente una governabilità se ben ponderato con il risultato delle liste della coalizione. Dopo la fallimentare esperienza del porcellum sul premio di maggioranza, ci sarà il più ampio confronto e sarà proprio quello il passaggio stretto che segnerà il successo della riforma. Tuttavia il tema politico non è il sistema ma la convergenza di un numero di forze politiche adeguato a far vivere la riforma per un tempo più lungo delle due precedenti. Per questo motivo Renzi ha messo sul tavolo un ventaglio di proposte sulle quali cercare una sintesi che evidentemente ha il suo punto de-

bole nelle formazioni minori. Il Pd imprime una spinta bipolare come Forza Italia e questo comporterebbe una perdita di peso delle formazioni più piccole che non hanno alcuna intenzione di cedere la golden share che hanno sempre esercitato. Il flop di Monti e la sorte delle piccole formazioni centriste, ha fatto tramontare definitivamente la possibilità di un terzo polo. Per motivi diversi anche Sel e la Lega non hanno tanta passione per la proposta del Pd, seppure non lo dimostrano apertamente per non urtare la suscettibilità dei propri elettori. Resta l’anomalo Nuovo centro destra che ha esaurito la sua spinta iniziale, ammesso che l’abbia mai avuta, e che dovrà fare i conti con un’onda di ritorno dell’unica formazione in grado di avviare un processo innovativo nel campo del centro destra, che resta, ancora una volta, Forza Italia. Molto dipenderà dal suo ideatore e mattatore Silvio Berlusconi, che danza sempre sul crinale del cambiamento inevitabile solo con un suo, netto, passo indietro. Renzi lo sa, ed è per questo che ha sfidato la vecchia nomenclatura incontrando Silvio Berlusconi nella sede del Pd, concedendo al vecchio leader azzurro l’onore delle armi. Se Berlusconi, come sembra intenzionato a fare, recupera molto del terreno perduto a causa delle sue vicende personali, spingerà Forza Italia verso il suo futuro. Certo, deve mettere in conto di fare le elezioni in salita, poiché concederebbe al suo avversario un vantaggio competitivo difficilmente colmabile in poco tempo e con una classe dirigente da rinnovare com’è quella di Forza Italia. Lo stallo tuttavia piace a molti più di quanti lo ammettano, innanzitutto agli eletti, molti dei quali sanno che per loro non ci sarà alcuna possibilità di sedere nuovamente sugli scranni del Parlamento; sono gli

SCHEDA DEL MODELLO ELETTORALE IN DISCUSSIONE

Il modello è proporzionale a turno unico con liste bloccate molto corte: un minimo di 4 e un massimo di 6 candidati. Prevede collegi un po’ più ampi rispetto a quello spagnolo, ma con liste ristrette e la ripartizione nazionale dei seggi. Una volta calcolati, i seggi si dovrebbero attribuire scegliendo i migliori risultati di ogni lista nelle varie circoscrizioni. Quanto ai resti, in Spagna quelli sotto il 3 per cento vanno perduti. Nella futura legge italiana non dovrebbe essere così. Si dovrebbero recuperare a livello nazionale, attenuando così l’effetto maggioritario. Le soglie di sbarramento sono due: il 5 per cento per chi si presenta in coalizione e l’8 per cento per le liste singole forse si potrebbe scendere al 4 per cento per ottenere il consenso dei partiti di centro. Per ora è previsto un premio di maggioranza del 15 per cento che - come voluto dalla Consulta - sarà assegnato solo a chi raggiungerà una soglia minima: almeno il 35 per cento dei voti (ma potrebbe essere il 40 per cento).

stessi che dovranno votarla, è bene non dimenticarlo. Resta l’incognita del M5s che arriverà al punto di dover prendere una posizione, ma non lo farà fintanto che l’onda, comunque in esaurimento, del loro consenso sarà cavalcata dal populismo. Grillo e i suoi attendono le europee per capire se hanno ancora aderenza con gli elettori, certo non hanno saputo capitalizzare l’opportunità in termini di organizzazione del territorio visto com’è andata a finire in Sardegna. Lo scenario è mutevole, l’ipotesi più accreditata, al momento, è che Renzi porterà a termine il suo tentativo avendo scommesso la credibilità incipiente come segretario del Pd, in caso di successo s’intesterà la paternità di una riforma bipolare che completerebbe quel processo di transizione avviato dopo mani pulite. Molti lo sperano, chi scrive è tra questi. Luca Masi 21


Sulle pagine di Nonsolorosa l’intervento di Gianfranco Cestrilli il nuovo segretario del Pd di Velletri

“Meno ideologia più idealità: questa sarà la vera forza della nuova Sinistra renziana” Si preannuncia un anno denso di impegni istituzionali e politici per il neo-segretario del Pd di Velletri Gianfranco Cestrilli. Ancora entusiasta per essere diventato nonno e per l’elezione di Renzi, ha già le idee molto chiare su come portare avanti il suo incarico da segretario, grazie al quale tenterà di dare un nuovo volto al Partito Democratico veliterno, più pragmatico, pronto a reinventarsi e aperto ad una cultura più liberale che, a suo avviso, è l’unica valida alternativa per gestire il momento di crisi che il nostro Paese sta attraversando. Nuovo segretario del Pd e direttore amministrativo del teatro Artemisio, si preannuncia un anno molto intenso per lei. Quali sono i suoi progetti per il 2014?

Per quanto riguarda l’incarico da segretario del Pd, il mio obiettivo è quello di continuare un lavoro già iniziato, traghettando questo partito nel terzo millennio. L’elezione di Renzi in questo senso ha già dato un segnale forte di un cambiamento culturale che il Pd intende portare avanti sia a livello nazionale che locale. Dirigere il Partito Democratico di Velletri, per uno come me che è stato “renziano” prima ancora che nascesse Renzi, è una grande opportunità per consentire a questo partito di dare segnali forti di cambiamento. Questo non significa abbandonare il campo ideologico tradizionale della Sinistra, ma cercare di introdurre un modo diverso nell’affrontare la situazione attuale. In questo senso sono molto aiutato dall’amministrazione comuna22 le: Servadio ha trasferito nel

suo ruolo politico la sua cultura pragmatica di imprenditore e questo ha dato grandissimi frutti a Velletri, nonostante le grandi difficoltà che stiamo vivendo. Per quanto riguarda il mio incarico come direttore amministrativo del teatro Artemisio, ringrazio l’ATS per avermi dato grande fiducia. Questa per me è un’ennesima scommessa, una tra le più difficili, tuttavia sono confortato dai miei compagni di viaggio, tutti molto qualificati in materia.

Lei ha sempre sostenuto Renzi, come valuta il suo operato in questi primi mesi di segreteria?

Mi posso ritenere più che soddisfatto di aver sostenuto Renzi, anche dalle prime cose che sta facendo e per il piglio che ha messo nell’affrontare questioni importanti per la politica italiana. Renzi a mio avviso interpreta benissimo, anche con una straordinaria forza comunicativa, il pensiero liberare di Sinistra. Il nostro Paese sta attraversando un periodo particolarissimo e difficile, dove un po’ di sano pragmatismo risulta indispensabile per attuare

delle riforme costituzionali adeguate, che contribuiscano a cambiare la cultura politica. Il Centro Sinistra deve puntare soprattutto su questo: meno ideologia e più idealità, reinventarsi piuttosto che rimanere attaccati a vincoli di carattere ideologico, che sono del tutto anacronistici e troppo lontani dallo stato attuale delle cose. La situazione è drammatica e non so se riusciremo a venirne fuori, tuttavia abbiamo il dovere di provarci e, a mio avviso, Renzi è l’unica speranza che abbiamo al momento, per cambiare veramente il volto della Sinistra e aggiungerei dell’Italia.

Nella sua carriera come consigliere, ma soprattutto come militante nel partito, ha incontrato tanti consensi ma anche qualcuno che gli ha remato contro. Come intende gestire le diversità che compongono il Pd di Velletri?

Non credo che ci sia qualcuno che ha remato contro di me. L’ultima legge elettorale aveva dei meccanismi che sono stati valutati con trop-


pa approssimazione e ciò ha prodotto, insieme alla mia, altre grandi esclusioni rispetto alla precedente amministrazione. Al di là di questo, ritengo che sia anche giusto e positivo rinnovare le presenze in Consiglio Comunale e in Giunta, fortunatamente i nuovi eletti sono delle persone di grande professionalità e competenza. Riguardo all’incarico come segretario, sono stato scelto all’unanimità da tutte le componenti del partito, un motivo in più che mi spinge a pensare di non essere ostacolato da nessuno. Senza dubbio il Partito Democratico è la casa di tutti, perciò, le diverse componenti che agiscono in seno al nostro gruppo, concorrono tutte a costituire la linea politica, questo vale non solo a livello locale ma anche nazionale. Dobbiamo solo lavorare sodo con impegno ed entusiasmo. A tal proposito ci stiamo già attivando per portare avanti diverse iniziative qualificate e qualificanti, che partono da considerazioni sulla situazione nazionale per poi riflettersi sul futuro del nostro territorio. Abbiamo in progetto di organizza-

re un convegno sulla previdenza, un argomento di grandissima attualità, per informare soprattutto le nuove dirigenze del Pd sulle direttive in materia. Come Pd di Velletri il nostro intento è quello di proporci come strumento al servizio dell’amministrazione locale, cercando di affrontare le questioni anche da un punto di vista nazionale.

Anche Velletri è in fermento per l’approvazione della legge sulla città metropolitana di Roma, cosa pensa di questo progetto che cambierà definitivamente il volto delle città che circondano la Capitale?

È ancora troppo presto per capire quale ruolo svolgerà Velletri nell’Area Metropolitana. La partita si sta giocando proprio in questi momenti. Una cosa è certa, questo provvedimento potrà significare due cose per la nostra città: un’ulteriore opportunità di sviluppo e crescita o, al contrario, un declassamento della città di Velletri, che rischierebbe di diventare una periferia lontana e dimenticata della ca-

pitale. Quello che noi, in qualità di amministratori vogliamo evitare, è la seconda ipotesi. L’area metropolitana deve diventare un’occasione di collegamento tra Roma e Velletri a livello di opportunità economiche, sociali e culturali.

È da poco diventato nonno per la prima volta, come concilierà i suoi “nuovi” impegni familiari con gli incarichi politici che deve portare avanti?

Diventare nonno è un’esperienza bellissima. Ho un nipotino fantastico che adoro ed è proprio alla luce di questo sentimento che porterò avanti il mio impegno politico come segretario. La mia intenzione è quella di lavorare sodo anche pensando a mio nipote, con la speranza di lasciare a lui e alle generazioni future un avvenire migliore. Credo che questo sia l’impegno di cui devono farsi carico tutte le persone della mia età, che hanno il dovere di cambiare le cose e di preparare un futuro più roseo. Maria Rita Cappucci

All’osteria del Teatro “L’osteria nella quale prendo i miei pasti è uno dei luoghi nei quali amo l’Italia. Entrano cani festosi, che nessuno sa di chi sono, bambini nudi con in mano un fiasco impagliato. Mangio, solo come il Papa, non parlo a nessuno, e mi diverto come a teatro”. Umberto Saba, almeno leggendo le sue parole, si divertiva come a teatro quando andava in osteria. L’osteria è il luogo dove i vizi e le virtù degli italiani si manifestano con maggiore nitidezza, al punto da considerarla un luogo “sacro”. In osteria si può assistere a scene talmente grottesche da far pensare che nessun sceneggiatore le avrebbe mai potute immaginare. Insomma, l’osteria, è un palcoscenico dove spesso si

ridicolizzano le nostre certezze e sembra veramente di trovarsi in un piccolo teatro. Talvolta, infatti, può capitare di ritrovarsi a teatro anche in osteria, grazie alla “Compagnia dei grandi copioni”. Nata dall’intuizione di Mara Canini, in arte Cesare Gualtieri, Fabrizio Pennacchi e Mara Morgante Mara Morgante, questa piccola compagnia nacchi, splendidi partner nei vari teatrale, porta in scena, sketch portati in scena. pardon, in osteria, i grandi copioni Alla “Compagnia dei grandi copiodel teatro. ni” possiamo dire: esperimento riTra un bicchiere di vino e un piatto uscito! di pasta fumante, può capitare di Con questo stile spassoso, elegante imbattersi in “Acqua minerale” di e niente affatto invadente, riescono Achille Campanile e, prima di un a stupire anche gli ignari clienti delbel dolce, in qualche testo di Benni le taverne. o di Petrolini. L’entusiasmo di Mara Morgante ha Daniele Ognibene contagiato i due compagni di viaggio, Cesare Gualtieri e Fabrizio Pen23


Speciale San

Valentino

Storia, leggende e curiosità sul Santo protettore dell’amore 14 Febbraio

14 Febbraio. Una data certamente nota a tutti, anche a chi “storce il naso” a guardare vetrine ricche di cuori e frasi d’amore e considera questo come un giorno comune, portato in auge dal consumismo dell’ultimo mezzo secolo. La festa degli innamorati, ricorrente proprio il giorno in cui si ricorda San Valentino, ha tuttavia antiche origini storiche e religiose. Nonsolorosa dedica a questo evento uno speciale per svelare qualche curiosità.

di fanciulli e fanciulle. Un bambino, poi, sceglieva casualmente due nomi tra questi e i ragazzi estratti avrebbero dovuto trascorrere un intero anno insieme in intimità affinché fosse compiuto il rito della fertilità. Tale pratica, avvertita come anacronistica per un impero ormai disgregato e quasi completamente cristiano, fu abolita da Papa Gelasio nel 496 d.C. e sostituita con il culto di San Valentino.

Messaggi d’amore dal Medioevo ad oggi Tra storia e leggenda

Numerosissime sono le leggende che raccontano la vita del santo protettore degli innamorati e, proprio perché avvolte nel mistero, suscitano ancora oggi grande interesse e fascino negli appassionati. La cultura latina fa risalire la nascita di Valentino alla fine del II secolo d.C. presso la città di Terni (prima Interamna), della quale divenne vescovo e, in seguito, santo patrono. Egli sfidò le alte istituzioni romane, in primis l’imperatore Claudio II, in quanto celebrò segretamente le nozze tra un giovane soldato pagano, Sabino, e una fanciulla cristiana, Serapia. Dopo questo fatto del tutto oltraggioso, fu invitato a riconvertirsi al paganesimo dall’imperatore stesso ma, di fronte alla sua continua convinzione cristiana, fu condannato a morte, lapidato e decapitato proprio il 14 Febbraio del 270 d.C. Si ritiene, tra l’altro, che mentre aspettava in carcere la propria esecuzione, Valentino si fosse innamorato della figlia cieca del guardiano e le avesse ridato la vista compiendo un miracolo. Prima di morire egli

scrisse alla ragazza una lettera d’addio, firmata “dal tuo Valentino”. Da allora si tramanda la tradizione tra gli innamorati di scambiarsi lettere d’amore come simbolo di legame duraturo.

Dai Lupercalia al culto del santo

Dopo la progressiva cristianizzazione dell’impero romano, molte feste e rituali pagani furono aboliti o modificati alla luce della nuova dottrina. Se prima del culto di San Valentino non esisteva una vera e propria festa degli innamorati, esisteva tuttavia una festa affine, molto più “pragmatica”, che esaltava la fertilità e celebrava la stagione dei nuovi raccolti: i Lupercalia. Nel mese di Febbraio, infatti, gli uomini e le donne romane si impegnavano a ripulire le case per accogliere le tiepide temperature primaverili e venivano fatti sacrifici di animali in favore degli dei. Ma la pratica più particolare era quella svolta dai Luperici, sacerdoti addetti al culto dei Lupercalia: essi si recavano nella grotta in cui, secondo la leggenda, Romolo e Remo furono allattati dalla lupa e ponevano all’interno di un’urna dei bigliettini con i nomi

Al 1415 risale una delle prime lettere d’amore inviate proprio in occasione di San Valentino. Il documento, oggi conservato alla British Library di Londra, sembra essere stato redatto da Carlo, duca d’Orleans, per sua moglie, nel momento della sua prigionia in seguito alla battaglia di Agincourt. La diffusione di bigliettini scritti a mano diventa progressivamente così ampia che, sul finire del XVIII secolo, negli Stati Uniti vengono distribuiti i primi messaggi su carta prestampata. Oggi comprare e inviare messaggi d’amore è all’ordine del giorno, non solo in occasione del 14 Febbraio, anche se le più propense nei confronti di tale pratica risultano, secondo recenti inchieste, le donne. Tuttavia, con l’avvento della tecnologia digitale, molte frasi, benché dense di significato, perdono un po’ del loro fascino poiché composte tramite l’ausilio di computer e telefoni cellulari e risultano, forse, meno autentiche rispetto alle precedenti scritte manuali. Ciò che non ha subito modificazioni nel corso dei secoli, resta, in ogni caso, il sentimento che, come abbiamo visto, è trasversale a qualsiasi epoca e invenzione e resta vivo soprattutto nel cuore degli innamorati. Silvia Bottacchiari 25


Arte Enogastronomica

Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it

La cucina popolare genovese poggia le basi essenzialmente nella famosissima dieta mediterranea; quindi, piatti scarsamente grassi, ricchi di fibre vegetali, ottenuti con prodotti freschissimi, insaporiti dalle immancabili erbette aromatiche e cucinate o condite con l’immancabile dolce, fruttato, fragrante olio extravergine d’oliva, dove si nota la quasi totale assenza delle spezie, condimento esclusivo dei nemici veneziani. Intorno al porto, al tempo della potenza della Repubblica Marinara, sorsero osterie e locali, primo esempio di fast food, dove c’era un continuo preparare focacce, farinate e panisse di ceci, torte di verdure alla genovese, come la torta Pasqualina, fritture di ogni genere, e fino a qualche anno fa, si potevano vedere per la strada operai, massaie, studenti, insegnanti, nonché imprenditori e professionisti, mangiare golosamente ”a fugassa in to papè de strasse” (focaccia molto lavorata e lievitata, condita con un filo d’olio e chicchi di sale grosso che si depositano nelle piccole cavità prodotte dalla punte delle dita durante l’impasto). Per Genova, la grande avventura religioso-cavalleresca delle crociate, fu il mezzo per trarre enormi vantaggi economici, sia dal trasporto di prodi cavalieri e 24 relativi eserciti che viaggia-

La cucina delle repubbliche marinare

Genova

vano a proprie spese verso i luoghi santi da riconquistare, che dal commercio con l’Oriente evoluto e raffinato, le favolose vie della seta, dell’oro e delle spezie pregiate. Ma la cucina genovese si svincolò subito dal seducente fascino delle spezie, rivolgendosi sempre di più ai prodotti interni come l’aglio, il basilico, il prezzemolo, l’olio e il pesce . Da ciò si è sviluppata una cucina “seria”, semplice , senza fronzoli

e orpelli, affidata esclusivamente a intelligenti e pazienti metodi di manipolazione e cottura come il pesto e il cappon magro. Il pesto si dice che sia nato per opera delle mogli dei pescatori dei piccoli porticcioli liguri circondati da una terra impervia, mogli che, quando vedevano all’orizzonte le barche ritornare, correvano negli orti terrazzati, raccoglievano il basilico fresco e profumato, lo pestavano nel mortaio insieme all’aglio che dava profumo intenso e piccante e ai pinoli,dono spontaneo della natura dalle proprietà afrodisiache, nella speranza che quegli uomini rozzi e violenti diventassero dolci e desiderosi di nuove sensazioni d’amore. Lunghissima e non facilissima è la preparazione del Cappon magro, fatto con pesce e altri ingredienti di povera origine, piatto tipico della vigilia di Natale, il cui nome deriva , forse in modo ironico, dal cappone vero, bello grasso, che si mangia a Natale.


L’Uruguay legalizza la cannabis E in Italia si riapre un dibattito che si annuncia più ideologico che fondato

CITTÀ DI VELLETRI Provincia di Roma

José Mujica

Il colore celeste della maglia della nazionale uruguaiana era l’unica cosa famosa del piccolo paese sudamericano prima dell’elezione del vecchio guerrigliero José Mujica alla carica di presidente della Repubblica. Mujica dopo aver dimostrato al mondo che si può rimanere se stessi anche a capo di un Paese, ha promosso la legalizzazione della cannabis, primo paese al mondo a farlo dopo decenni di dibattiti. L’eco è giunta fino a noi e si è riaperto il dibattito sull’opportunità di legalizzare o liberalizzare, nelle sue diverse forme, l’uso della cannabis. A riaprire il dibattito, sorprendentemente, è stato Giovanni Fava, assessore regionale della Lega Nord, forza politica inequivocabilmente schierata nella destra conservatrice europea; tanto è bastato per far dissotterrare l’ascia di guerra al popolo antiproibizionista che ha trovato un inaspettato alleato. Resta l’interrogativo se un provvedimento di legalizzazione o liberalizzazione della cannabis debba entrare anche nell’agenda politica italiana. Coesistono due visioni diametralmente opposte del fenomeno, i fautori di un uso medico o ri26 creativo della cannabis e colo-

ro i quali la ritengono una sostanza stupefacente da proibire assolutamente e da mantenere fuori legge. La scienza tenta di venire in soccorso del dibattito senza però riuscirci, sbatte contro pregiudizi e condizionamenti che vanno oltre la questione in sé. Si levano gli scudi dei conservatori che lanciano strali a coloro che solo si azzardano a parlarne, figuriamoci nei confronti di chi si fa uno spinello con gli amici. Dall’altra parte si osanna l’uso della cannabis come una panacea ma anche come un efficace rimedio medico per alcune patologie. Forse i tempi non sono maturi ma sembra inevitabile che alla fine si arriverà a un confronto serio sull’argomento. Il primo passaggio potrebbe essere quello di rivedere o superare la legge Fini-Giovanardi indubbiamente non più adeguata. Il M5s, proprio qualche giorno fa, ha avanzato la proposta di superare la contestata legge e di aprire a una qualche forma di legalizzazione. Il sospetto è che l’argomento sia cavalcato da Grillo per gettare scompiglio nel Partito democratico dove, si sa, coesistono posizioni divergenti, talvolta estreme. I parlamentari del M5s, Cioffi e Ferraresi, giurano il contrario e rivendicano che la proposta di legge va nella direzione di risolvere un problema che, a parer loro, sarebbe sentito dai cittadini, anche se resta il forte dubbio che legalizzare la cannabis sia interesse di così tanti! Luca Masi

Piazza Cesare Ottaviano Augusto Tel. 06.961581 www.comune.velletri.rm.it

COMUNICATO STAMPA

Esame gratuito di prevenzione dell’aneurisma dell’aorta addominale Su proposta del dott. Francesco Cappello e del dott. Massimo Messina Sabato 25 gennaio e sabato 15 febbraio al Centro anziani «R. Tosti»

L’amministrazione comunale ha raccolto la proposta avanzata dal dott. Francesco Cappello e dal dott. Massimo Messina di organizzare un’iniziativa di prevenzione dell’aneurisma dell’aorta addominale; una patologia molto grave che colpisce, principalmente, gli uomini e ha un elevato tasso di mortalità. La prevenzione è fondamentale e si esercita con una semplice e rapida ecografia, per questo i due medici dell’ospedale di Velletri hanno avanzato la proposta all’amministrazione di sostenerli in una campagna di prevenzione che per adesso prevede due appuntamenti: sabato 25 gennaio e sabato 15 febbraio presso il Centro anziani “R. Tosti” in via dei Vosci, 8 a Velletri. L’esame è completamente gratuito ed è riservato agli uomini che hanno compiuti 65 anni che si prenoteranno per la visita (telefono 0696158254; fax 0696158240; email comune.velletri@gmail.com o direttamente al Centro anziani). Verificata l’affluenza e le richieste di questa prima fase di sperimentazione, saranno valutate altre iniziative di prevenzione.


L’amministrazione veliterna è in prima linea contro l’evasione fiscale

Sindacati e comune di Velletri firmano il “Patto per l’equità e la giustizia sociale” Unire le forze per combattere l’evasione fiscale e garantire giustizia ed equità tra istituzioni, parti sociali e cittadini, in un momento come questo dove è impellente la necessità che tutti, non solo i soliti noti, contribuiscano a far ripartire l’economia del Paese. Questo in sostanza l’obiettivo che ha spinto l’amministrazione di Velletri ad unirsi con le principali associazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, SPI per stringere il cosiddetto “patto di equità e giustizia sociale”, ufficializzato mercoledì 15 marzo nella sala del consiglio in presenza della stampa. Al tavolo dei firmatari erano presenti l’assessore al Bilancio Marilena Ciarcia, la segretaria CGIL Roma Sud-Pomezia-Castelli Fioralba Giordani, il segretario SPI CGIL comprensoriale Gianni Roncaccia, Francesco Bene segretario Lega SPI di Velletri, Fabrizio Franceschilli UIL territoriale e Gianpaolo Pavoni CISL territoriale. L’accordo è frutto di un lungo lavoro e dell’impegno dei sindacati su tutto il territorio. “Velletri è stato il primo Comune della provincia di Roma - ricorda l’Assessore Ciarcia - ad accogliere l’invito di Cgil, Cisl, Uil per un percorso che vede la collaborazione del Comune con l’Agenzia delle Entrate per la lotta all’evasione fiscale e l’impegno delle risorse recuperate in prevalenza nel welfare e nei servizi”. L’amministrazione in tal senso darà tutto il suo appoggio e cercherà di mettere a disposizione tutti i suoi canali per controllare piccoli e grandi evasori. I rappresentanti delle sigle sindacali del territorio presenti alla conferenza hanno tutti rimarcato come i dati del sommerso in Italia siano in crescita e come ciò renda la tassazione sempre più elevata, per coloro che dichiarano apertamente e correttamente il loro reddito. L’assessore non ha dimenticato le persone in gravi difficoltà economiche, che le tasse non riescono a pagarle per gravi motivi. A questo proposito la Ciarcia ha sot-

tolineato che non si tratterà di una “caccia alle streghe”, e che verranno tenute in giusta L’assessore Ciarcia insieme ai rappresentanti delle considerazione le sigle sindacali che hanno stipulato l’accordo singole situazioni terventi sociali a favore delle fasce più defamiliari. L’assesboli. Prima di concludere la conferenza con sore ha ricordato anche l’importanza dello la firma e la sottoscrizione del patto, alcuni strumento dell’ ISE che nel 2014 si rinnova: rappresentanti delle sigle sindacali sono da un lato con un controllo più accurato intervenuti, manifestando apprezzamento sui patrimoni mobiliari, dall’altro con l’inunanime per l’accordo raggiunto, ribadentroduzione dell’ISEE corrente che permette do la necessità, specialmente in tempi di di verificare le reali condizioni economiche crisi come questi, di usare maggiore equità del soggetto al momento (a vantaggio dune giustizia sociale. Fioralba Giordani ha poque di chi si trova in una situazione sfavosto l’attenzione sull’aspetto valoriale dell’acrevole rispetto all’ultimo ISE dichiarato). cordo: “la riduzione delle diseguaglianze Anche per la TARES si prevedono controlli sociali, accentuate ancor più dalla crisi, un incrociati con i dati catastali in modo da patto di cittadinanza fra Stato e cittadini, verificare eventuali anomalie. L’accordo ha in cui ognuno contribuisce per quello che segnato nuove frontiere della lotta all’evapuò”. A nome dello SPI comprensoriale e sione con quattro punti cardine: attenzione della Lega di Velletri è intervenuto Francea definire i settori economici e professionali sco Bene, che ha sottolineato l’importanza su cui concentrare l’attività di segnalazione del lavoro di concertazione svolto: “Questo dei dati; condivisione di interventi e politiè un patto di civiltà con il quale si ristabiche sociali su cui impegnare in misura prelisce il senso di comunità, di un convivere valente le risorse recuperate; previsione di civile. Io rappresento i pensionati e penso percorsi formativi per il personale coinvola quanto si può fare per i settori più fragili to; indirizzare, sentite le categorie del comdella cittadinanza, grazie alle risorse da departo e nel rispetto del CCNL vigente, una stinare al welfare ed ai servizi”. Il patto è quota delle risorse alla contrattazione intestato firmato davanti alla stampa, segnando grativa. Un’azione che mette al centro del così l’inizio di un percorso di collaboraziosuo operato il rispetto della cosa pubblica, ne ed impegno comune per una maggiore come affermato anche dal Sindaco Fausto equità e giustizia sociale, con l’auspicio che Servadio, intervenuto durante la conferennon sia un provvedimento valido solo per il za. Il primo cittadino ha ricordato inoltre 2014, ma che perduri negli anni successivi, l’importanza dei valori civici, condannandiventando un punto di riferimento necesdo gli evasori come danneggiatori del prossario per riportare la vera uguaglianza dei simo, ribadendo però di valutare caso per cittadini davanti al fisco e per ridistribuire caso i risultati dei controlli, così da evitare la ricchezza a vantaggio di tutti i contriingiustizie. Il patto, come recita il suo statubuenti, soprattutto di quelli più onesti. to, sostiene un’idea di comunità che parta dalle regole e che permetta, con le somme Maria Rita Cappucci recuperate, di consolidare e ampliare gli in-

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Sabina Ponzo e Andrea Dagapiti sono i

“Ottimizzare i servizi e allegger solo così la politica può Ancora due “new entry” del Consiglio Comunale sulle pagine di Nonsolorosa. Dopo Giorgio Greci e Carla Caprio, a confrontarsi su temi politici e sociali, sia a livello locale che nazionale, Sabina Ponzo e Andrea Dagapiti due giovani consiglieri alla loro prima esperienza. Appartenenti a due schieramenti diversi, (Sabina Pd e Andrea Pdl), hanno entrambi le idee molto chiare su come diventare buoni amministratori della città: garantire maggiori servizi

Siete entrambi al vostro primo incarico politico, Senza dubbio questa mia prima esperienza da consigliere si sta rivelando molto positiva. Certo, non posso negare che il mio, come quello dei mie colleghi, è un incarico difficile: quando ricopri un simile ruolo istituzionale, hai addosso una pressione non indifferente perché ogni tua azione si riversa inevitabilmente sul futuro della città. Appena sono entrata nel Consiglio Comunale ho dovuto soprattutto frenare il mio entusiasmo e fare i conti con la realtà: da semplice cittadino, immagini che come consigliere potresti “cambiare il mondo”, quando poi ti addentri in questa macchina amministrativa, capisci che per apportare anche un piccolissimo cambiamento occorre tanto tempo e duro lavoro. All’interno del Consiglio comunale c’è molta collaborazione e voglia di cambiare insieme le cose. In questo senso posso dirti che è come speravo!

SABINA PONZO

L’Italia sta attraversando un periodo molto critico, i segni di ripresa sono le priorità da cui la politica locale e nazionale deve ripartire

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A livello nazionale la prima cosa da fare, a mio avviso, sarebbe creare le giuste condizioni per alleggerire la pressione fiscale, che, in Italia, è arrivata a livelli altissimi, mettendo in difficoltà sia le famiglie che le piccole e medie imprese. A questo proposito ritengo che chi ha le capacità di fare l’imprenditore deve essere messo nelle condizioni più consone e agevoli per creare lavoro . Un altro provvedimento che ritengo molto importante è l’introduzione dell’assegno universale destinato a tutti quelli che perdono l’impiego, cosa che all’estero funziona molto bene, in quanto consente di essere autonomi mentre si aspettano al massimo due proposte dall’ufficio di collocamento, con l’obbligo di accettarne almeno una, pena il ritiro dell’assegno. A livello locale comincerei senza dubbio da un’ ottimizzazione dei servizi da garantire ai cittadini. In un momento come questo bisogna innanzitutto dare e poi chiedere!

Come concili il tuo impegno politico Da questo punto di vista non posso proprio lamentarmi: ho la fortuna di avere due figli adolescenti che sono abbastanza autonomi, un marito che rispetta e sostiene le mie scelte e che mi aiuta anche in casa, altrimenti non potrei farcela. Avere una famiglia che appoggia il mio impegno mi aiuta anche psicologicamente ad essere più serena, più positiva e convita della strada che sto percorrendo.

Dal punto di vista della politica nazionale i partiti a cui appartieni (Pd e cosa consiglieresti ai dirigenti nazionali della In primo luogo li esorterei a dare più ascolto alle esigenze della gente, che vive con mille euro al mese tra tante difficoltà. Sicuramente la politica, in particolar modo in questo periodo di crisi, dovrebbe dare il buono esempio rinunciando ai privilegi e agli sperperi. La gente è stanca e disillusa e solo un grande passo in questa direzione può ridare fiducia nella politica. Del resto non ci si può sentire rappresentati da chi è distante anni luce dalla nostra realtà.

Un bilancio di questi primi mesi del vostro mandato e soprattutto, visto Positivo sicuramente. Il nostro è un compito di grande responsabilità che intendo svolgere con impegno e passione. Questi primi mesi sono stati di assestamento per tutte le “new entry” come me. Durante questo nuovo anno ho intenzione di dedicarmi soprattutto alle mie deleghe, ovvero ai gemellaggi e all’immigrazione e porterò avanti il lavoro che mi è stato assegnato con grande senso di responsabilità, per non deludere tutti i cittadini che mi hanno eletta dandomi tutta la loro fiducia.


protagonisti dell’intervista doppia di questo mese

ire la pressione fiscale, riavvicinarsi ai cittadini!”

ai cittadini e riavvicinare la politica e le istituzioni alle esigenze vere della gente. Chissà se questo 2014 li aiuterà ad esaudire i loro desideri politici. Intanto noi li ascoltiamo, apprezzando il loro grande entusiasmo, che, di questi tempi, non guasta mai! Maria Rita Cappucci

l’esperienza del Consiglio comunale è come la immaginavi? In primis permettimi di ringraziare i cittadini veliterni che hanno deciso di eleggermi come consigliere comunale; senza il loro fondamentale contributo non avrei potuto sperimentare questa importante esperienza politica. Ritornando alla domanda, rispondo con un deciso e convinto si! L’esperienza che sto vivendo si è rivelata proprio come me la immaginavo prima di essere eletto. Ricoprire questo importante ruolo amministrativo mi consente di realizzare il mio più grande obiettivo: contribuire allo sviluppo e alla trasformazione della nostra città, oggi come opposizione, domani forse come maggioranza.

Il primo passo è dare alla Nazione un Governo politico eletto direttamente dagli italiani. Quindi andare al più presto al voto. Solo con un governo legittimato dal consenso del popolo, potrà iniziare seriamente una discussione sulle misure urgenti da cui ripartire per ridare ossigeno alla nostra economia. In secondo luogo ci si dovrebbe concentrare sulla riforma fiscale: il primo nodo da sciogliere è senza dubbio l’eccessiva pressione fiscale che sta mettendo a repentaglio il futuro delle imprese e di conseguenza delle famiglie italiane. Di eguale importanza sarà anche la Riforma del Lavoro, che deve mirare al benessere, alla riduzione del tasso di disoccupazione e dei cassaintegrati, ma soprattutto all’adozione di provvedimenti seri per incentivare le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato da parte delle imprese private, come la detrazione dei contributi relativi al lavoratore assunto per i primi 5 anni.

con la tua professione e la vita privata? Più che al sottoscritto, questa sarebbe una domanda da fare alla mia famiglia! Ho la fortuna di avere una donna meravigliosa al mio fianco, una mamma fantastica che si occupa dei nostri due bambini in modo eccezionale e che mi fa stare sereno anche quando la mia passione per la politica e la mia dedizione per il ruolo di Consigliere mi fanno rubare del tempo prezioso alla nostra vita privata.

Pdl) stanno attraversando una fase di grandi cambiamenti. Se potessi, vostra coalizione per avvicinare la politica ai cittadini? L’unico modo che la politica ha di riavvicinarsi agli italiani è tornare a dare risposte concrete ai problemi delle persone. Come istituzioni abbiamo la missione di far impegnare anche i non professionisti della politica nell’attività pubblica. Bisogna dare voce e speranza ai giovani, ai rappresentanti delle categorie economiche e delle professioni, ai cittadini che si riconoscono nei valori del centro destra anche per costruire la nostra nuova classe dirigente, proprio partendo dal territorio, senza far calare dall’alto ogni decisione.

che siamo all’inizio dell’anno, quali sono i buoni propositi per il 2014? Credo che si poteva e si doveva fare di più! Da questo punto di vista tuttavia non mi sento di rimproverare il mio gruppo consiliare che ha cercato sempre di far sentire la propria voce. Ma come lei ben sa, l’opposizione vigila sull’operato di chi amministra, consiglia ed aiuta laddove ci sia una maggioranza aperta al dialogo e all’ascolto. Spero che nel 2014, il nostro gruppo consiliare, serva ancora di più da stimolo alla giunta Servadio; allo stesso tempo mi auguro che la maggioranza sia più aperta alla collaborazione, soprattutto sugli atti che sono di fondamentale importanza per l’interesse della città.

ANDREA DAGAPITI

ancora lenti e i cittadini ne risentono molto, quali sono a tuo avviso per consentire la crescita del Paese?

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Cinema

Tra i film che ottengono le principali nomination “American Hustle”, “12 years a slave”, “The wolf of Wall Street” e “Nebraska”

“La Grande Bellezza” candidato all’Oscar Mentre è ancora nell’aria la gioia per la vittoria del Golden Globe, “La grande bellezza” ha varcato un altro importante traguardo: il lungometraggio di Paolo Sorrentino è nella cinquina dei candidati all’Oscar come miglior film straniero. L’annuncio delle nomination agli ottantaseiesimi Academy Awards è avvenuta a Los Angeles, per bocca di Chris Hemsworth e della nuova presidente dell’Academy Cheryl Boone Isaacs. Il 2 marzo la proclamazione dei vincitori. Il viaggio del disincantato giornalista mondano Jep Gambardella (un grandissimo Toni Servillo), tra le meraviglie e la decadenza della Capitale, aiutato da comprimari di lusso come Carlo Verdone e Sabrina Ferilli ha quindi conquistato i giurati dell’Academy. “La grande

bellezza” dovrà vedersela con “Alabama Monroe - Una storia d’amore” di Felix Van Groeningen (Belgio), “Il sospetto” di Thomas Vinterberg (Danimarca), “L’image manquante” (The missing picture) di RithyPanh (Cambogia) e “Omar” di Hany Abu-Assad (Palestina). L’Italia, fino a questo momento, vanta dodici statuette come miglior titolo in lingua non inglese. L’ultimo trionfo è datato 1999 con “La vita è bella” di Roberto Benigni, che valse al ciclone toscano anche il premio come miglior attore. L’ultima candidatura italiana come miglior film straniero è invece più recente e risale al 2006 con “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini. Maria Rita Cappucci

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Mostre/Eventi

PROGRAMMA SETTIMANA DELLA MEMORIA 22-27 Gennaio 2014 -Velletri

FESTA DI SANTA APOLLONIA 9 Febbraio - Ariccia 22 GENNAIO ore 17:00 “IL RESPIRO DEL MEDITERRANEO” Presentazione del libro “La borsa rossa” fino al 30 Gennaio Museo Nazionale di Laura Giammichele (con interventi musicali e lettuPreistorico Etnografico Luigi Pigorini - Roma “LELIOSWING. 50 ANNI DI STORIA ITALIANA” re di brani scelti) Sala Tersicore, Palazzo comunale. fino al 2 Febbraio 25 GENNAIO Mercati di Traiano - Roma dalle ore 16:30 “AUGUSTO” “Piazza della memoria” fino al 9 Febbraio (Info sull’omonima pagina facebook) Scuderie del Quirinale Roma 16:30 concerto della banda “U.Cavola” di Velletri “LA RISCOPERTA DELL’ANTICO” 17:30 frozen e theatre mob. fino al 23 Febbraio Apertura mostra “Mai Più”. Foro romano - Roma 18:15 letture della memoria “CARNEVALE VELITERNO” 19: 15 frozen dal 1 Febbraio - Velletri “L’ASCESA DELLA GENS OCTAVIA: 27 GENNAIO DA BANCHIERI A IMPERATORI” ore 9:00 Attività gratuite e visite guidate nei weekend Giardini pubblici di Via Metabo fino al 2 Marzo. Museo civico archeologico Deposizione corona vittime olocausto “Oreste Nardini” - Velletri dalle ore 10:00 “RADICI DI MEMORIA, FRUTTI D’IMPEGNO” Istituto “A. Cederna” “Giardino della memoria” organizzato dall’Ass. Culturale Utopia Reale e “Incontri della memoria” e con il presidio di Libera. con la presenza di rappresentanti Associazioni, nomi e numeri contro le mafie della comunità ebraica, 9 Febbraio ore 17 Scuderie Aldobrandini - Frascati membri dell’ANPI nazionale e Autorità. “SETTIMANA DELLA MEMORIA” ore 16:30 dal 22 al 27 Gennaio Velletri (Programma a lato) “Persecuzioni razziali e shoah: “70° ANNIVERSARIO per non dimenticare” DELLO SBARCO DI ANZIO” Convegno a cura del prof. Filippo Ferrara dal 21 al 26 Gennaio - Anzio Sala Tersicore, Palazzo Comunale (Programma sul sito www.sbarcodianzio.it)

Concerti

Teatro

SIMONA MOLINARI 29 Gennaio Auditorium - Roma

“GHOST IL MUSICAL” dal 22 Gennaio al 9 Febbraio Teatro Brancaccio - Roma

ORNELLA VANONI 3 Marzo Teatro Sistina - Roma

GIUSEPPE FIORELLO IN “PENSO CHE UN SOGNO COSÌ…” dal 30 Gennaio al 16 Febbraio Teatro Ambra Jovinelli - Roma

“CIAORINO” TRIBUTO A RINO GAETANO 25 Febbraio Stazione Birra Ciampino ALEX BRITTI 6 Marzo Auditorium Conciliazione - Roma VIOLETTA. IL CONCERTO dal 10/01 al 02/02 Palalottomatica - Roma 30

PAOLO RUFFINI E MANUEL FRATTINI IN “A.A.A. CERCASI CENERENTOLA” dall’11 al 23 Febbraio Teatro Brancaccio - Roma “DUE DI NOI” CON LUNETTA SAVINO E EMILIO SOLFRIZZI Dal 4 al 17 Febbraio Sala Umberto, Via della Mercede 50 - Roma “IL MAGO DI OZ” fino al 14 Febbraio Nuovo teatro San Raffaele - Roma



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