NONSOLOROSA giugno 2012

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NONSOLOROSA

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POLITICA 10 Viviamo un paradosso: «un presente più incerto

SPETTACOLO, GOSSIP e NEWS Intervista esclusiva ad Andrea Camilleri “Maestro del giallo” Moda mare 2012

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del futuro»

65° Festival di Cannes

RUBRICHE

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Esame di maturità 2012 Eventi

ATTUALITÀ 12 Franco Di Mare: la storia dell’odiato Casimiro

Architettiamoci D.I.A.? S.C.I.A.?... Scopriamone il significato!

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L’arte enogastronomica LA DIFFERENZA C'E'.....E SI BEVE Un po' di chiarezza sull'acqua minerale

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Medicina Naturale Con l'arrivo dell'estate le gambe soffrono di più

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“ll Caleidoscopio Rosa” Eusapia Palladino: Una vita da medium (presunta)

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Curiosità e non solo Cina: riprodotto interamente un borgo austriaco

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Viaggi NORVEGIA: Dalla Regione dei Fiordi a Capo Nord con il Postale Hurtig-ruten

riesce a commuovere il lettore

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Presentato “Addio”: l'ultimo romanzo di Aurelio Picca

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Low cost e vicino casa Alle vacanze non si rinuncia

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Progetto PLUS, arrivano 11 milioni e 400 mila euro per dare un volto nuovo a Velletri

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Premiato il cortometraggio “Paure al Museo” Dal Rapporto annuale emerge un Paese in difficoltà

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olofon Editore:

Blink di Ottavia Lavino

Direttore Responsabile: Ottavia Lavino

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Numero 27 - anno II Giugno 2012 Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010

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Progetto grafico e impaginazione: BLINK

Stampa:

Arti Grafiche Agostini Srl Via Decollatura, 64 00118, Morena (RM)

Distribuzione gratuita Hanno collaborato: Servizi Enrica Gasbarri Francesca Di Belardino

Luca Masi Sara Gemma

Rubriche

Carlo Carones Claudia Manzato Daniele Ciani Paolo Maola

Redazione NONSOLOROSA: Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri (Rm) Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it

Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantise la restituzione dei materiali giunti in redazione. É vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.


NONSOLOROSA

Ottavia Lavino redazione@nonsolorosa.it

ditoriale

Care amiche e cari amici,

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Intervista esclusiva ad Andrea Camilleri

Maestro del giallo, è il romanziere più amato dagli italiani «Non sono uno storico, un sociologo, un antropologo, niente di tutto questo. Sono soltanto un raccontastorie, un romanziere italiano particolarmente attento ai suoi connazionali». Così scrive di sé Andrea Camilleri, autore che non ha certo bisogno di presentazioni.

Il successo lo ha conosciuto tardi, quando aveva superato i settant’anni, ma da allora è stato sempre più travolgente. Un’onda anomala che ha attraversato l’Italia dal nord al sud, superando i confini della penisola, dilagando in Europa e conquistando anche mercati letterari lontanissimi da noi. Parlare con lui è come abbracciare un intero pezzo d’Italia; anni di letteratura e di serie televisive di grande successo hanno contribuito a farlo diventare uno dei personaggi più amati dal pubblico, eppure, Camilleri è soprattutto un uomo semplice e disponibile, dal sorriso cordiale, legato ai valori di tutti i giorni. Così ha offerto il suo tempo e la sua disponibilità con eleganza signorile, simpatia e molta autoironia concedendoci questa intervista esclusiva. Nato nel 1925 a Porto Empedocle, è oggi riconosciuto da tutti come maestro indiscusso del giallo, genere letterario tornato prepotentemente di moda anche e soprattutto grazie al suo irresistibile successo, una miscela di dialetto, simpatia, trama avvincente. Sembra strano eppure il genio di Camilleri ci mise diversi anni per arrivare al meritato successo. Era il primo aprile del 1967 quando scrisse il suo primo romanzo, “Il corso delle cose”, dedicato al padre. Un amico, nonché critico di spessore, Nicolò Gallo, dopo avere letto il testo gli disse che lo avrebbe proposto alla Mondadori, di cui era consulente e direttore di una collana di narrativa. Il libro doveva uscire nel 1971 ma Nicolò Gallo morì improvvisamente e non se ne fece nulla. Segnalato ad un concorso letterario, il testo venne rifiutato da diverse case editrici, le stesse che oggi farebbero carte


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false per pubblicare un’opera di Camilleri. Uno spiraglio si era aperto con Editori Riuniti, disponibili a pubblicare quel testo, ma poi cambiò direttore e nella nuova linea editoriale non c’era spazio per il nostro. Una prima svolta venne nel 1975 quando Camilleri scrisse per la trasmissione radio “Le interviste impossibili” due testi poi pubblicati da Bompiani. Un suo amico, Dante Troisi intanto propose l’originario testo “Il corso delle cose” per ricavarne un soggetto cinematografico. Ancora rifiuti. Ne venne ricavato invece un soggetto per la televisione. I giornali ne parlarono e l’editore di Roma, Lalli, si disse disponibile a pubblicare il romanzo senza nulla pretendere dall’autore a condizione però che nei titoli di coda del film tivù, comparisse il nome della sua casa editrice. Così fu. Il film tivù in tre puntate tratto dal lavoro di Camilleri si intitolava “La mano sugli occhi” ma con l’editore Lalli, dove il libro uscì nel 1978, vale a dire dieci anni dopo la sua definitiva stesura, conservò il titolo originario “Il corso delle cose”. Di quel libro, però, non si accorse nessuno. Molto più tardi, fu Elvira Sellerio dell’omonima casa editrice a dare fiducia a Camilleri. Fu così che venne pubblicato “La forma dell’acqua”, la prima avventura del commissario Salvo Montalbano da Vigàta, facendo la fortuna sua e dell’autore. Il resto è storia recente ben nota a tutti. Agli albori del suo successo venne etichettato come un nipote di Gadda, mentre oggi è riconosciuto come il maestro indiscusso di un nuovo genere di enorme successo: il giallo con forte connotazione regionale e l’uso del dialetto. Cosa ha significato questo per la sua vita? Sono stato di volta in volta etichettato nipote di Gadda, figlioccio di Sciascia, cugino di Brancati e via di questo passo… Come giallista qualcuno mi ha anche indicato come diretto discendente di Simenon. Finisce che tutte queste ascendenze si eliminano a vicenda e quindi per me non significano assolutamente nulla. Come nascono i romanzi di Andrea Camilleri? Solitamente inizia dal primo capitolo oppure preferisce cominciare da un certo punto costruendo attorno ad esso il romanzo stesso? Ci sono due modi diversi che utilizzo quando scrivo: uno riguarda i romanzi non polizieschi. In questo caso nascono da un punto attorno al quale costruisco poi tutto il romanzo. Per quanto riguarda invece i romanzi polizieschi li scrivo seguendo

VIZIO

il fumo

VIRTÙ

Saper sopportare

DESIDERIO

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Stare bene in salute

un ordine cronologico scrupoloso altrimenti mi perderei io stesso le fila del discorso. Il celebre personaggio del commissario Montalbano è puro frutto della sua fantasia o si è ispirato ad un personaggio reale? In buona parte è frutto di fantasia. Per alcuni atteggiamenti invece, e modi di reagire a certe situazioni, esso costituisce una sorta di ritratto di mio padre. Me lo fece notare mia moglie Rosetta al quarto romanzo di Montalbano. Io non me ne ero accorto. Quale meccanismo psicologico del lettore garantisce il successo al romanzo giallo e cosa non va trascurato nella trasposizione cinematografica di un giallo? Buona regola del romanzo giallo è che l’investigatore debba sempre essere a conoscenza di alcuni dati di cui deve essere a conoscenza anche il lettore stesso. Questo permette al lettore di essere in compartecipazione all’indagine. Nella trasposizione cinematografica, come quella televisiva, non vanno naturalmente trascurati i cardini stessi del giallo e, per quanto possibile, l’atmosfera tessa che ogni romanzo poliziesco contiene. Oltre al suo amore viscerale per Sciascia e Pirandello, chi sono gli altri suoi riferimenti letterari? Oltre a quelli da lei citati, ovvero Siascia e Pirandello, per quanto riguarda gli autori italiani Manzoni, Gadda, Savinio. Gli stranieri sono Gogol, Sterne e, ovviamente, Simenon. Quale è il libro, all’interno della sua produzione, che lei ama di più? Il “Re di Girgenti”. E’ un romanzo che ho scritto con passione e che ho impiegato molti anni di tempo e fatica a concludere. Che consiglio si sentirebbe di dare ai giovani che stanno affrontando l’Italia di oggi e quale a chi, come lei, desidera diventare uno scrittore di successo? Non ci sono consigli per diventare scrittori di successo. A chi vuole un consiglio dico solo di leggere gli scrittori che più ama. Cercare di capire il perché scrivano in un certo modo. Ricalcare i loro passi, tentare di capire il motivo per il quale mettano un aggettivo piuttosto che un altro. Non c’è migliore scuola di scrittura che la lettura. Armarsi di santa pazienza e resistenza. Soprattutto rivedere continuamente cosa si è scritto. Rileggere una pagina scritta significa trovare sempre qualcosa che non funziona e va riscritta daccapo. Più che l’ispirazione vale, per diventare uno scrittore, la pazienza della riscrittura. Qual è il senso della vita per Camilleri? Che significa? Zanzotto giunto a 90 anni disse: “Se mi date altri 20 anni forse comincio a capirci qualcosa...”

Enrica Gasbarri


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Architettiamoci

Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it

D.I.A.? S.C.I.A.?... Scopriamone il significato! Gli acronimi nel campo dell’edilizia Oggi nel parlare e nello scrivere di tutti i giorni si utilizzano spesso delle sigle o degli acronimi che ci permettono, o almeno questo sarebbe lo scopo, di abbreviare parole o concetti che forse sarebbero difficili da ricordare. Tutto questo però spesso ci confonde e spesso rimane difficile collocarli nel giusto contesto. Già nel campo urbanistico ci sono delle abbreviazioni che sono ormai comuni e spesso utilizzate quali: PTP (Piani Territoriali Paesistici), PRG (Piano Regolatore Generale), PUA (Piani Urbanistici Attuativi) ed altri ancora. In questo articolo, però, elencherò quelli tra i più utilizzati nel campo dell’edilizia, spiegandone il significato e l’utilizzo in base alla pratica amministrativa che essi rappresentano. CIL: Comunicazione di Inizio Lavori; Questa ci permette di eseguire tutti quei lavori senza il bisogno di alcun titolo abilitativo, che possono essere di natura ordinaria e consistono nelle opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e nelle opere necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti esistenti. I lavori possono iniziare il giorno dopo la comunicazione. DIA: Dichiarazione di Inizio Attività; Ci permette di eseguire i lavori di natura straordinaria e cioè quelli necessari a rinnovare o sostituire parti anche strutturali degli edifici nonché l’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti interne, sempre che non riguardino le parti

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strutturali dell'edificio, che non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento dei parametri urbanistici. La D.I.A. segue il meccanismo del silenzio-assenso: comunicata alla pubblica amministrazione la propria intenzione ad avviare l'attività, il soggetto, generalmente decorsi 30 giorni può darvi inizio, dandone notizia. Entro i 30 giorni (dalla data di protocollo) l'ufficio tecnico comunale può chiedere integrazioni o inibire l'inizio dei lavori per mancanza di documentazione o difformità rispetto alle norme vigenti e/o agli strumenti urbanistici SCIA: Segnalazione Certifica di Inizio Attività; Con la Manovra Economica esposta col D.L. 78/2010 la SCIA va a sostituire la "vecchia" DIA. La SCIA, a differenza della DIA rende possibile l'inizio dei lavori lo stesso giorno in cui viene presentata la segnalazione all'amministrazione competente, senza più dover attendere i 30 giorni previsti per la DIA. In caso di inadempienza da parte del richiedente, entro i 60 giorni dal ricevimento della segnalazione, l'amministrazione adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell'attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa. P.d.C: Permesso di Costruire: Il Permesso di Costruire è un provvedimento amministrativo emesso dal comune a seguito di specifica richiesta per tutto ciò, invece, che riguarda nuove costruzioni, ampliamenti, ricostruzioni, e le relative varianti sostanziali. DURC: Documento Unico di Regolarità Contributiva E’ un certificato unico che attesta la regolarità di un’impresa nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi nonché in tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa vigente nei confronti di INPS, INAIL e Casse Edili. Questo è un documento fondamentale che ogni Impresa deve produrre prima dell’inizio di lavori che necessita di un titolo abilitativo. In conclusione è fondamentale sapere che per tutte queste pratiche è necessaria una relazione asseverata da parte di un tecnico abilitato, e, laddove richiesto, andranno allegati gli opportuni elaborati progettuali previsti che descrivono compiutamente e dettagliatamente le opere che si intende eseguire.


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Viviamo un paradosso:

«un presente più incerto del futuro» Cercare di mettere a fuoco il presente politico nello scacchiere nazionale è esercizio complesso, come in una foto di gruppo di bambini nessuno sta mai fermo. Le ultime elezioni amministrative che già sembrano essere lontane nel tempo, nonostante siano trascorse solo poche settimane, ci hanno restituito una situazione politica in chiara mutazione dai contorni non definiti e in continuo divenire. Gli esperti di sondaggi stanno impazzendo perché non riescono a declinare le risposte del campione come attendibili visto che nella storia di questo Paese mai un cambiamento era stato così repentino, neanche nel 1994, anno di nascita della cosiddetta seconda Repubblica. Pensiamo solo a qualche mese fa quando è stato varato l’esecutivo del prof. Mario Monti, acclamato come salvatore della patria che oggi annaspa contro un mare in tempesta alimentato dalla speculazione internazionale ma anche dalle spinte corporative interne che lo hanno bloccato nel varo di riforme vere e attese da tutti. Il consenso per Monti era ai massimi livelli, un appoggio pieno del Parlamento, una coalizione anomala ma forte della rappresentanza di gran parte degli italiani sembrava essere lo scenario giusto per dare quella spallata, anche orgogliosa, a un Paese in forte difficoltà. Eppure così non è, lo dicono i numeri, prima ancora che i commenti dei grandi giornali e i “poteri forti” come li chiama Monti. Curioso che una parte di italiani pensano che sia proprio Monti garante dei “poteri forti” mentre lui li accusa di essere il principale ostacolo. Una contraddizione che il semplice pensionato o il disoccupato fatica a capire, anzi fatica a capire perché il confronto politico verta su questi temi anziché preoccuparsi di fare cose concrete. In poche settimane tutto sembrava essere tornato nella normalità metodologica, e in effetti è stato così, l’Italia è tornata con dignità a sedersi sulla poltrona che le compete in Europa e nel Mondo. Gli sberleffi e le risa dei grandi del mondo che tributavano a Berlusconi sono un lontano ricordo, per fortuna nostra. La politica estera è tornata multilaterale, nel solco della sua grande tradizione. Tutte cose importanti che però restano confinate a livelli alti dell’analisi politica e questo non funziona. I cittadini hanno bisogno di risposte concrete che non arrivano e la sola pressione fiscale non riesce a risolvere il problema, anzi lo aggrava perché recessiva come insegnano tutti i libri di economia. Ma anche il taglio indiscriminato della spesa ha effetti recessivi, talvolta anche peggiori dell’aumento della pressione fiscale. Tagliare le spese significa togliere commesse alle imprese che offrono quel servizio che sia la carta per le fotocopie o la macchina blu. Una razionalizzazione delle spese, questa si che è necessaria, una revisione dei privilegi che pure continuano a imperare nel paese, questa si che è necessaria. Non faccio esempi perché non voglio scadere nel populismo che sembra essere uno sport nazionale, conosco abbastanza la macchina organizzativa dello Stato per capirne la complessità e anche i tempi del cambiamento. I segnali ci sono ma manca quel quid in più che serve per dare la percezione di serietà e di equità delle azioni. In questa tempesta la nave guidata dal prof.

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Monti annaspa anche per colpa del suo stesso equipaggio, alcuni ministri, la Fornero in testa, appaiono come un ostacolo e non tanto per le decisioni che pure sono sofferte e necessarie ma per l’approccio con le quali queste vengono prese. Una presenza eccessiva che tende più a dividere che a unire, che sale in cattedra anziché scendere tra la gente che parla di lavoro come cosa terza anziché sentirsene coinvolta in prima persona, e non bastano le lacrime sulla cui autenticità molti dubitano. Recentemente in un convegno che si è svolto a Velletri, proprio sul tema del lavoro, il Vescovo di Velletri, S.E. Mons. Vincenzo Apicella, ha invitato tutti a riflettere che prima ancora del lavoro c’è la persona e questa deve avere la massima dignità. Va di moda lo slogan “il lavoro prima di tutto” per il Vescovo invece è “la persona prima di tutto”. Sento di condividere pienamente questa visione poiché a soffrire di più in questa turbolenta stagione sono proprio le persone nella loro dimensione umana con il carico di sofferenza e di mancanza di prospettiva. Una riflessione dalla quale partire prima di giungere alla sua diramazione sociale che vede il lavoro e l’economia in prima fila. Una questione di prospettiva che però non deve essere lasciata solo alla riflessione filosofica e teologica ma dovrebbe appartenere all’agenda politica di qualsiasi persona che ha responsabilità di governo. E in tutto questo confuso scenario entra in gioco la politica con la sua forte crisi d’identità che lascia spazi enormi sui quali è necessario costruire un nuovo patto che rafforzi i cittadini con le istituzioni. Un compito difficile che non sembra essere facilmente gestibile da chi si azzuffa ogni giorno o da chi agisce con autoreferenza in difesa di se stesso e dei suoi privilegi. I segnali di un cambiamento sono stimolanti ma nello stesso tempo anche le nubi che si addensano all’orizzonte sono temibili. Il nostro Paese ha sempre reagito male quando si è trovato in crisi e la storia recente, quella contemporanea e quella moderna lo dimostrano. Non serve che faccia degli esempi, sono noti a tutti. Luca Masi


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La dieta non fa felici nessuno Stare a dieta non fa felice nessuno. L’uomo per natura cerca il piacere. E il cibo lo dà. Oltretutto, il cibo che scegliamo parla di noi. Ha profondi legami con la nostra affettività. Stare a dieta comunque stressa, rende nervosi, irritabili, suscettibili, tristi. E aggressivi, naturalmente in termini di probabilità. E’ quanto affermano due ricercatori della Northwestern University di Chicago. Nel corso di un esperimento è difatti risultato che il gruppo di studio che ha preferito mangiare una mela al posto di una barretta di cioccolato, ha scelto di vedere film più violenti. Per gli stessi Autori quelli più “in carne” risultano più sereni, estroversi e simpatici. Certo, si sa, la virtù sta nel mezzo. Quel “mezzo” che chi più, chi meno, inseguiamo tutti per una vita intera. La parola magica è : equilibrio. Mangiare cioè sano, con gusto e misura. Anche perché una dieta ricca di acidi grassi trans, presenti ad alti livelli in margarine e cibi pronti, è associata a manifestazioni di impazienza e aggressività. Parola di scienziati della California. Gli eccessi insomma, in un modo o nell’altro, ci rovinano sempre. Salvezza vuol dire misura. Se proprio dieta deve essere, sia. Ma senza tagli drastici. Quelli, ahimè, lasciamoli agli economisti. Rita Elle

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Giovedì 31 maggio l’agenzia BLINK di Ottavia Lavino ha presentato presso la sala convegni della Banca Popolare del Lazio di Velletri il romanzo di Franco Di Mare “Casimiro Roléx”.

La storia dell’odiato Casimiro riesce a commuovere il lettore La Napoli raccontata da Franco Di Mare, la Napoli di Casimiro Roléx, è una città dove due sentimenti si scontrano con forza senza che l’uno riesca a prevalere sull’altro: “rabbia” e “rassegnazione”. Da una parte la consapevolezza di dover combattere il fenomeno della Franco Di Mare e Ottavia Lavino microcriminalità, dall’altra quello di accettarlo come inevitabile. Una contraddizione che è la risultante di una cultura che da sempre caratterizza e rappresenta la metropoli partenopea dove, fatto unico al mondo, la periferia è collocata nel centro storico. E così i malfamati “quartieri spagnoli” possono guardare in faccia la Napoli bene del Vomero. Una metropoli costretta a diventare “profondo sud” del Paese a causa di un perverso processo di unificazione dell’Italia imposto dal Regno Sabaudo. Quella che era una delle più importanti e fiorenti capitali europee diventa così, nell’Italia piemontesizzata, una città obbligata ad improvvisare il suo futuro e dove le misure restrittive dei “nuovi padroni” generano malessere e voglia di ribellarsi. E così che sviluppa le sue radici la camorra, e così che cambia la storia di una città che, fino al 1860, era un ricco centro commerciale, navale e industriale. Napoli non ha più saputo interpretare un ruolo guida nella nuova realtà italiana, come la storia gli aveva assegnato attraverso i secoli, e che si trascina fino ai nostri giorni con l’ arte dell’arrangiarsi e con una condanna, quella della sopravvivenza. Il darsi alla malavita da quella criminale delle organizzazioni camorriste fino alla bonaria attività dei mariuoli e dei trafficanti delle Foto di Francesca Diegoli

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Renato Mammucari, Franco Di Mare, Ottavia Lavino, Daniele Ognibene e Luca Masi

“bionde”, diventa così l’unica possiblità per la Napoli povera di sbarcare il lunario. Una nuova cultura dove si arriva addirittura a concepire l’attività malavitosa come un lavoro (chi non ricorda lo sciopero dei contrabbandieri contro la Guardia di Finanza, colpevole di impedire loro di vivere?). Nello scenario di una Napoli “deturpata” e senza futuro lo scippatore Casimiro Roléx diventa il protagonista dell’omonimo romanzo di Franco Di Mare. Un personaggio da odiare e da combattere, perché danneggia la reputazione della sua città, ma che alla fine riesce a turbare la sua coscienza fino a trovare un posto nel suo cuore. Franco Di Mare, a tale proposito, ricorda quando Casimiro Rolèx,

L’intervento di Ottavia Lavino

rispondendo ad una sua domanda, confessò candidamente che nella sua vita non avrebbe potuto fare altro che lo scippatore per sostenere la sua famiglia e le persone a lui vicine. Casimiro Roléx, che non aveva certo l’animo del criminale, diventa, per Franco Di Mare, una sorta di confidente con il quale poter scambiare anche le più intime impressioni. Un destino “atroce” attende dietro l’angolo lo sventuarato Casimiro. La propria moglie viene scippata del Rolex , da lui custodito in casa, e scaraventata violentemente a terra. Inutile si rivela la corsa in ospedale, dove la donna perde la vita. Una tragedia consumata proprio nel suo mondo, quel mondo che aveva contraddistinto tutta la sua esistenza e che diventa la causa della morte della sua adorata compagna. Franco Di Mare, la cui profonda sensibilità nel trattare questa storia maledetta, colpisce fino a commuovere, riesce così ad umanizzare l’odiato scippatore Casimiro. Tito Livio



Moda mare 2012

Il gran ritorno de Se avete già cominciato a rimettervi in forma per eliminare i chili di troppo, forse è anche arrivato il momento di pensare al look da spiaggia. Il diktat è soltanto uno: costumi sexy, colorati e di moda. Ad ognuna il suo! Nella collezione di costumi mare 2012 tutti possono trovare il costume nei colori e stile che si adattano bene alla silhouette ed al gusto. I costumi per l’estate 2012 sono seducenti, ricercati, fantasiosi o volutamente semplici, ma soprattutto... sgambati! Ecco una carrellata che profuma di crema solare, delle proposte più divertenti e trendy. Il ritorno del costume intero Da decenni il bikini è amatissimo, ma da qualche stagione ha fatto un forte ritorno il costume intero, molto in voga per quest’estate, magari reso più sensuale da oblò o aperture varie, che lo modificano in un trikini perfetto, ad esempio, per un happy hour sotto l’ombrellone o per occasioni e luoghi più eleganti e chic. La scelta tra il due pezzi o il costume intero non è poi

più una questione di età. I costumi interi sono sempre più raffinati, seducenti e... ringiovaniti. Stampe foulard o a tinta unita, i costumi interi dell’estate 2012 hanno linee e tagli asimmetrici. Oblò sui fianchi, scolli all’americana e décolleté in bella vista. C’è l’imbarazzo della scelta ma l’errore è dietro l’angolo. L’intero infatti non è per tutte e se il punto debole sono i fianchi e la vita larga meglio optare per un bikini!

I bikini: top all’americana e slip ridotti Per la prossima bella stagione andranno di moda i bikini con top all’americana oppure con reggiseno a fascia. Se negli anni scorsi primeggiavano le culotte, quest’estate scegliamo delle mutandine più piccole, in particolare il ‘tie tanga’, lo slip che si allaccia sui fianchi. Chi non ama mostrare troppa pelle ma preferisce comunque il bikini, può optare per il look retro con ‘mutandone’ a vita alta, altissima. Per quando riguarda i costumi due pezzi, oltre ai modelli stampati, a righe multicolor o con stampa floreale, troverete anche delle proposte a tinta unita, in verde, fucsia e rosso fragola. I reggiseni dei bikini sono disponibili a triangolo, a fascia oppure modello push up, una versione che rende il bikini sempre più simile ad un capo di lingerie piuttosto che ad un costume da bagno. Coloratissimi! Come ogni estate vale quanto segue: via libera al colore! Dai colori neon dell’anno scorso alle stampe floreali che dominano la moda di quest’anno. Molto en vogue anche le stampe foulard che rivediamo sia nelle collezioni di moda sia nelle collezione mare.


el costume intero Tanti anche i bikini e i costumi interi arricchiti con applicazioni di fiori e rouche. Ovviamente quest’anno al mare andranno di moda le tonalità fluo, per accessori ma anche per capi di abbigliamento: via libera, dunque, alle nuance al neon, quelle che accecano ma al tempo stesso brillano al sole. Ovviamente anche le stampe saranno molto importanti: sappiate, ad esempio, che i motivi floreali saranno ben accetti anche sui costumi da bagno così come i dettagli etnico-tribali da sfoggiare praticamente dappertutto. Non mancano, poi, le righe orizzontali e tutte le altre fantasie che abbiamo inserito nel nostro “normale” guardaroba. Per le più classiche, sappiate che i look total black o i look total white saranno perfetti, magari se impreziositi da dettagli luccicanti come strass o pietre.

via libera agli occhiali da sole cat eye, alle borse e ai cappelli di paglia, con dettagli di stoffa colorata o fiori oversize, oltre che le tradizionali infradito, da sfoggiare nelle nuance più accese e con dettagli iper femminili. Infine vogliamo segnalare un trend piuttosto particolare: quest’estate il bikini o il costume intero si abbina alla giacca ‘formale’, al blazer. Su varie passerelle abbiamo visto sfilare costumi con blazer o giacchine eleganti. Molto insolito, forse non tanto pratico ma anche molto elegante, soprattutto anche per i cocktail dopo-spiaggia.

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In voga colori fluo e reggiseni a fascia, abiti svolazzanti e borsa e cappello di paglia per essere perfette Accessori Il vostro look da spiaggia non è completo senza un abito svolazzante, meglio se a fiori, e con borsa, sandali alti e altri accessori in colori accesi. Sì anche a collane grandi, braccialetti e sciarpine o fiori da portare in testa. Quest’anno si esagera! Come copricostume non bisogna poi dimenticare i classici pareo, ovviamente da declinare con stampe e colori di stagione, mentre per gli accessori

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Curiosità: i costumi ecologici Quest’anno diverse casa di moda hanno pensato di proporci delle collezioni eco-friendly realizzate in materiale riclicato. Pensiamo ad esempio a Esprit, che ha

scelto di proporci una linea ecologica dedicata ai costumi da bagno. Una scelta in linea con altri marchi ma, con in più, un’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente davvero lodevole. Tramite la partnership con un’azienda italiana, infatti, Esprit ci propone nella sua collezione dei bikini ottenuti dalla lavorazione di un mix di materiali diversi di cui il 70% è costituito da nylon riciclato. Una collezione vivace e sbarazzina con un’interessante attenzione al problema della sostenibilità ambientale e al riciclo dei materiali. Enrica Gasbarri


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A Villa Bernabei

Presentato “Addio”: l'ultimo romanzo di Aurelio Picca Lo scrittore veliterno saluta gli anni '60 e racconta la perdita d'innocenza dell'Italia

u r e li o Pi cc a

A Villa Bernabei, la splendida villa situata all'ingresso di Velletri, giovedì 7 giugno è andata di scena la presentazione dell'ultima opera letteraria di Aurelio Picca: “Addio”. All'evento erano presenti l'assessore alla cultura Daniele Ognibene, la scrittrice Carola Susani, lo scrittore e critico Andrea Caterini ed il poeta Claudio Damiani, che hanno presentato e raccontato al pubblico accorso l'ultima opera letteraria dello scrittore veliterno. A coordinare la presentazione è stata Emanuela Treggiari. “Addio”è la storia di un ragazzo innocente e destinato a perdere questa innocenza, nell’attrito che gli oppone una vita violenta, tra riformatorio e bar di periferia, ai sogni della giovinezza, tutti convergenti verso quegli anni leggendari, contenitori magici di tutto e nulla: i film di James Dean, le moto rombanti, le Cinquecento Fiat e le Giulie Super Alfa Romeo, i cantanti melodici, i concerti di Gianni Morandi, i discorsi di Almirante, l’omicidio di Kennedy e quello di Sharon Tate. Roma, Los Angeles, Viareggio. Tre città, tre luoghi dell'immaginario popolare, che qui si incentra sul mito degli anni sessanta, rivissuto dal protagonista, Alfredo il Tenebroso. C’è un correre per le strade, c’è una moto come simbolo di libertà, di andare a scoprire il mondo con innocenza, aperti a tutto, in queste pagine, e c’è il crescere e il morire, metaforico e reale, da quello di tutto un paese a quello del Tenebroso a cavallo della sua moto o del piccolo Ermanno Lavorini ucciso nella pineta della Marina di Vecchiano, vicino Pisa. Fatti che sembravano simboli universali, di un qualcosa che forse non c'era e non c'è, ma che si legava a un ribellismo difficile da dimenticare, perché legato al senso di un'esistenza che desiderava a più non posso essere diversa e libera. Dal profondo delle realtà metropolitane agli anni di piombo il passo è stato nulla più di un grande salto. Ciò che vi sta in mezzo è il racconto che ci offre Aurelio Picca. Un inno all'imprevedibilità della vita umana, sorretto in punta di penna

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da una profonda nostalgia. Eppure ad Aurelio Picca non interessano le prospettive storiche, le cesure profonde e drammatiche, non il movimento studentesco o l’autunno caldo con cui si apre una stagione tragica, ma la vita quotidiana, il modo di essere delle persone qualsiasi in un Paese che vive la sua giovinezza economica, che si lascia definitivamente alle spalle la guerra e la ricostruzione e si sente spensierato e innocente, libero sull’onda delle mille canzonette pop in cui si rispecchiarono quegli anni Sessanta, da Ornella Vanoni a Massimo Ranieri, da Peppino di Capri a Gianni Morandi, da Nada ad Adamo e via ricordando. E lo scrittore crea proprio una sorta di colonna sonora di citazioni di quei versi al suo racconto, che va di pari passo con un’ispirazione visiva, quasi a contraltare, in cui invece è l’arte d’avanguardia, di ricerca di quegli anni a venir ricordata, i Sacchi e le Combustioni di Alberto Burri o le sagomine di De Dominicis, quasi i due aspetti di un’epoca: la spensieratezza e la preveggenza. In questo lungo “Addio” rivivono la tenerezza e lo stupore, lo scorrere dei giorni al bar e al biliardo, le malie del boom economico, uno sport ancora incorrotto, mentre la cronaca nera comincia a farsi efferata, a partire dal gratuito assassinio per rapina dei due giovani gioiellieri Menegazzo, ad annunciare quella perdita di innocenza. Un viaggio, come è scritto nella quarta di copertina, sull’ultima giovinezza possibile prima che il piombo ricopra i sogni. Aurelio Picca ha dedicato il romanzo non solo agli anni '60 e alla loro tragica fine ma anche alla parola che da il titolo al libro. Una parola che, confessa, lo ha sempre affascinato, emozionato e per la quale ha sempre cercato di dare uno spazio importante. Così lo scrittore, vanto della città di Velletri, solista impeccabile e compositore squisito, fa viaggiare il lettore sull'ultima giovinezza possibile prima che il piombo ricopra i sogni intatti. Enrica Gasbarri


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Inviate le vostre poesie a: redazione@nonsolorosa.it

_Ë|áÑ|Üté|ÉÇx L'ispirazione è un sacrificio quando non la trovi, quando disperato cambi i luoghi e ti ritrovi immalinconito e solitario su di un mare invernale e traditore, in pur tanto moto così parsimonioso di risposte. E tu, di tanto in tanto, con occhi a volte di brace ed altre misericordiosi, mi restituisci attimi di poesia, angoli dove ritrovo comprensione e sollievo, quell'aiuto che mi restituisce al volo, liberandomi dall'affanno che l’anima mia appesantisce, rendendomi goffo nell'attimo di librarmi e mi precipita inerme. Sei la più disperata e bella invenzione della mia esistenza. E m'accompagni, e mi fronteggi, con forza quando mi vedi forte. E mi sostieni, quando barcollante, ubriaco di dubbi e malinconia non vedo sbocchi ad un'esistenza pavida e vigliacca. Vorrei viverti come tu desideri essere vissuta, vorrei lasciarti vivere, per l'esatto opposto. L'amore, confessato a dispetto, trattenuto e compresso come un peccato. N. Benelli

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aÉáàtÄz|t Struggente il ritorno nelll'impetuosa bellezza dei luoghi che mi sono cari, i profumi della mia terra inondano il moto inquieto della mia esistenza, mentre ormai solo ed ubriaco di malinconia ne condivido il respiro con la sola donna che porto nel cuore. N. Benelli

_t àât äÉvx L'anima fa tripli salti mortali. percorrendo sentieri d'ansia. E s'inerpica, s'aggroviglia in dubbi, sotto un cielo minaccioso di presagi funesti. Poi, d'incanto, un'inflessione, un tono, squarcia le nubi e in quello spiraglio di luce, si tuffa tornando a volare di nuovo leggera. N. Benelli


Low cost e vicino casa

Alle vacanze non si rinuncia Gli italiani non rinunciano alle vacanze, neanche in tempo di crisi. E’ quanto rivelato da un’indagine condotta da Federconsumatori nel nostro Paese. Seppur in forma ridotta e meno esotiche le ferie sono un must dal quale non si può sfuggire. Dopo un anno di duro lavoro (per i fortunati che ancora possono vantarsi di averne uno!) ad una settimana di mare o di montagna i nostri concittadini non sanno proprio rinunciare. Sarà il 34% della popolazione, circa 20,4 milioni di cittadini, ad abbandonare la routine per dedicarsi al divertimento e al riposo. Visto il periodo non troppo roseo per l’economia, però, i giorni di ferie si ridurranno notevolmente, i soggiorni dureranno al massimo una settimana, e le località più gettonate sono proprie quelle italiane. Low cost è la parola d’ordine di quest’anno e tante sono le mete e le iniziative che i vacanzieri stanno prendendo in considerazione. Vediamone insieme qualcuna.

Scambio casa

Avete trovato la località perfetta perle vostre vacanze ma gli alberghi sono troppo cari e non sapete come fare? Niente paura in vostro aiuto arriva lo scambio di casa. Attraverso siti internet specializzati potrete trovare persone disposte a scambiare con voi il loro appartamento e le spese per la vacanza si ridurranno notevolmente. Lo scambio di casa non è solo un modo economico per viaggiare, ma è un modo per immergersi nella cultura del paese o della regione ospitante

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Le mete italiane

Quello del turismo per il nostro Paese è un settore in crisi da ormai diversi anni. L’introduzione della tassa di soggiorno per i turisti ha dato un ulteriore colpo di grazia alla già delicata situazione. Nonostante questo, però, le mete italiane sono le più gettonate per questa estate. Sardegna, Lazio, Puglia e Toscana sono le regioni nelle quali sono previste più prenotazioni in assoluto. Un lato positivo questa crisi economica l’ha portato ed è proprio la riscoperta del nostro territorio. Non serva andare ai Caraibi per trovare spiagge da sogno, basta guardarsi intorno per scoprire che anche vicino casa possiamo avere un piccolo paradiso.

Low cost

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Che si vada all’estero o si rimanga in Italia, che si vada in albergo

o si affitti un appartamento, bisogna tener conto delle spese di viaggio. Per risparmiare qualche euro in più quest’estate più che mi sono in voga i voli low cost, che da diversi anni preso piede. A questi si aggiungono poi le prenotazioni con largo anticipo per i biglietti dei treni che consentono un notevole risparmio. Per finire poi con il carpooling, per chi viaggia in macchina. In quest’ultimo caso si tratta di valutare dove, lungo il tragitto, ci siano le pompe bianche o no-logo per il rifornimento di carburante.

Spagna e Grecia

Per chi non può fare a meno di uscire dall’Italia per rilassarsi le destinazioni più gettonate della prossima estate saranno Spagna, Grecia e Croazia. Paesi meravigliosi con posti incantevoli da visitare ed un mare incantevole per fare lunghi bagni rilassanti. Dalle isole ioniche, a quelle del Dodecaneso, di fronte alla costa turca, dalle Cicladi alle isole del Golfo Saronico, da quelle disseminate nella zona settentrionale dell’Egeo fino a Creta, le 1400 isole ed isolette della Grecia garantisco relax, divertimento ed una superba natura. Le isole più vicine al Bel Paese sono quelle bagnate dal Mar Ionio: Corfù, Cefalonia , Lefkada, Itaca e Zacinto, conservano il fascino coinvolgente della tradizione e del mito. Itaca è la leggendaria patria di Ulisse ed anche Corfù , isola dalla lunga storia e della molte contaminazioni straniere, come testimoniano gli splendidi edifici del centro cittadino, venne cantata da Omero. Imperdibili destinazioni balneari, offrono un mare cristallino circondato da belle spiagge e silenziose calette. La Spagna offre una grande varietà di paesaggi. potendo contare sia delle coste mediterranee che delle spettacolari spiagge della sua porzione nord-occidentale, che borda il fascinoso litorale dell'oceano Atlantico. Sul lato nord della penisola Iberica troviamo infatti le spiagge basche, dove magari l'acqua possiede temperature fresche anche in estate, ma che sono una vera manna per gli amanti del surf. Alla costa si aggiungono poi le isole Baleari, con le celebri spiagge che bordano Minorca, Maiorca, Ibiza e Formentera, ma anche le Canarie molto gettonate, per il loro clima, in inverno. Anch'esse offrono belle spiagge ed onde per i surfisti, specialmente a Lanzarote, Furteventura, Gran Canaria e a Tenerife e grandi onde oceaniche che qui vanno ad infrangersi. Sara Gemma



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Progetto PLUS Arrivano 11 milioni e 400 mila euro per dare un volto nuovo a VELLETRI

Il Comune di Velletri ha raggiunto l’importante obiettivo di ottenere un finanziamento di oltre 11 milioni di euro dalla Regione Lazio per finanziare delle importanti opere pubbliche come la nuova circonvallazione di Ponente, la riqualificazione dell’area archeologia delle Stimmate e la ristrutturazione del Convento del Carmine che diventerà la casa della cultura, della musica e delle arti. Il progetto Plus è stato gestito dalla Regione Lazio con fondi dell’Unione Europea, una rimodulazione delle disponibilità che ha consentito alla Regione di finanziare quei progetti integrati in grado di dare un sostegno allo sviluppo delle città con più di 25 mila abitanti. Una ferrea selezione che alla fine ha premiato Velletri per la qualità del suo progetto, si consideri che la somma stanziata per Velletri è superiore a quella del Comune di Roma ed è tra le più alte concesse. Merito della qualità del progetto che ha avuto la spinta propulsiva da parte dell’Amministrazione Comunale. Il Sindaco di Velletri si è speso in prima persona sul progetto già dalle prime battute quando riuscì a far rivedere il bando che, inizialmente, aveva escluso Velletri perché in stato di dissesto. In vero un’attenta revisione della norma sommata alla bontà della gestione dell’Amministrazione ha consentito la partecipazione di Velletri con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti. I tempi di realizzazione del progetto sono brevi e certi. Brevi perché si debbono utilizzare i fondi residui in scadenza del POR-FESR (Piano Regionale per la gestione dei fondi europei del periodo 2007-

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2013), certi perché il meccanismo di finanziamento vede un’anticipazione della Regione e poi avanzamenti successivi in base alla rendicontazione che deve avvenire sulla base dei soldi effettivamente spesi e pagati. Una sfida per Velletri che l’Amministrazione è pronta a giocare, già sono in atto le prime riunioni organizzative e ci sarà un team dedicato esclusivamente al progetto composto dalle migliori professionalità interne all’Amministrazione. Il meccanismo di finanziamento è anche premiante per le Amministrazioni più virtuose, i risparmi e i soldi non spesi verranno messi a disposizione di chi gestirà meglio il progetto Plus. Dello stanziamento di 11,4 milioni ben 8,7 milioni sono immediatamente disponibili e riguardano le tre principali opere: Circonvallazione di Ponente, Stimmate e Convento del Carmine mentre le attività che completano il Plus partiranno immediatamente. Oltre alle opere pubbliche ci sono delle misure che riguardano il sostegno alle imprese per una somma di 816 mila euro nonché iniziative volte a migliorare la fruibilità del centro storico e anche lo sviluppo di un nuovo impianto per l’erogazione di servizi a alta tecnologia. Va ricordato che il Plus di Velletri comprende anche delle altre opere che sono integrate e finanziate con altri fondi: il fosso di via Sant’Anatoli (fondi Ministero Infrastrutture in fase di realizzazione da Acea), tombamento ferrovia (accordi di programma), parco lineare (accordi di programma). Complessivamente un progetto che assegna un volto nuovo a Velletri e che riesce a risolvere un grande problema di viabilità e anche a sanare la frattura fatta con la costruzione della ferrovia che ha diviso la città in due parti con evidente disagio per la zona a sud oggi divenuta strategica per l’economia della città. Luca Masi



Dal sapore asciutto e dal profumo fruttato

\Ä cÜÉáxvvÉ ÑxÜ uÜ|ÇwtÜx tÄÄËxáàtàx Un grande filosofo, Johann Wolfgang von Goethe, sosteneva che “la vita è troppo breve per bere vini mediocri”. E’ sulla falsariga di questa celebre frase che il Gruppo Deserti ha deciso di proporre ai suoi clienti, attraverso il progetto “Scelto per te”, un vino di grande prestigio. Un prosecco, per l’esattezza, il Prosecco Canel. Dal colore giallo paglierino tendente al dorato, questo nobile vino, che non ha nulla da invidiare ai

Andrea Deserti, titolare del punto vendita di Via Appia Km 43 - Velletri

cugini francesi, ha un sapore asciutto e leggermente acidulo; abile corteggiatore dell'olfatto, grazie alla delicata intensità dei profumi di fiori e di mela, conquista il palato con il sapore fresco e vivace, impreziosito da una leggera e sorprendente nota amabile. Ideale per aperitivi, ma ottimo da gustare anche con piatti di pesce, questo vino, dall’animo leggiadro, è capace di stuzzicare e soddisfare anche i palati più esigenti. Sono state proprio queste le caratteristiche che hanno colpito Giovanni Deserti, titolare del Gruppo Deserti e Tiziano Zarra, responsabile commerciale del Gruppo, spingendoli ad inserire questo vino tra i prodotti “Scelto per te”. Come ci ha raccontato lo stesso Andrea Deserti, direttore del market in Via Appia km 43 a Velletri, Canel è un’azienda a conduzione familiare che rispecchia molto l’assetto e lo spirito del Gruppo Deserti. Sin dal 1924 la fa-

miglia Canel coltiva e produce con amore e dedizione le uve delicate della Valdobbiadene, denominate glera. Da tre generazioni l’azienda di Col San Martino produce un pregiatissimo prosecco che ha conquistato il cuore di molti intenditori e che da poco ha ottenuto la denominazione DOCG. Sono ben tre i vini di questa cantina che il Gruppo Deserti ha scelto per i suoi clienti: il Prosecco Spumante Extra Dry, il Prosecco Extra Dry di Treviso e la punta di diamante il Prosecco Millesimato. “Abbiamo deciso di promuovere il prosecco perché è il vino di tendenza della società moderna- ha spiegato Zarra- Questo pregiato nettare rappresenta il Lifestyle Symbol della nostra cultura: fine, moderna ed informale. E’ un prodotto veloce, frizzante ma di carattere che si contrappone alla frivolezza dei giorni nostri”. Immediato è stato il successo del Prosecco Canel non appena è stato inserito tra i prodotti commercializzati dai supermercati Carrefour del Gruppo Deserti. Grazie anche alle degustazioni che il Gruppo organizza ogni fine settimana per favorire gli abbinamenti ideali, nei suoi diversi punti vendita, i vini Canel hanno fatto subito breccia nel cuore dei clienti per il loro inconfondibile sapore asciutto e per il profumo fruttato. A questo punto non resta che fare un bel brindisi all’estate con i prosecchi Canel: prosit!



N O N S O LO R O S A

L’arte Enogastronomica

Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it

“Se c'è una cosa che mi fa star male...è l'acqua minerale”. Questo è quello che cantava Fred Buscaglione in una delle sue canzoni trasgressive. Il mitico cantante degli anni Sessanta forse non sapeva, o forse si, che l'acqua minerale in commercio è tale perchè ha proprietà favorevoli alla salute, come riporta il D.lgs. n.105/92 Le acque definite minerali devono sgorgare da una falda sotterranea, essere naturalmente pure alla sorgente, mantenere costante nel tempo la propria composizione, dimostrare proprietà favorevoli alla salute e non possono subire trattamenti o depurazioni, se non in pochi casi previsti dalla legge che riguardano l'immissione di anidride carbonica, per renderle frizzanti o la separazione di elementi instabili che potrebbero farla ingiallire. L'acqua potabile, che per legge deve essere insapore,incolore, inodore e può provenire da acque superficiali, invece deve subire un trattamento di potabilizzazione. Ora per avere maggiori informazioni, impariamo a leggere l'eti-

Per meglio utilizzare le caratteristicste minerali di queste acque che possono essere bicarbonate, calciche,clorurate, ferruginose, fluorate, magnesiche, sodiche o solfate (in base al contenuto di uno specifico sale), è opportuno sceglierle con l'aiuto di un medico. Nell'etichetta troviamo poi la scritta: “da consumarsi preferibilmente entro”. Non è la data di scadenza ma indica la data entro la quale l'acqua conserva inalterate le sue proprietà sempre che venga mantenuta al fresco , non esposta alla luce e al caldo( come spesso, purtroppo avviene) e ci informa ,in genere, sul tempo di imbottigliamento che va dall'anno per la bottiglia di plastica ai due anni per la bottiglia di vetro. Ci sono anche informazioni riguardanti la salute come” facilita le funzioni digestive, diuretica, ecc.” che sono approvate dal ministero della Sanità soltanto dopo averne constatato la validità dal punto di vista scientifico. Per concludere, leggendo attentamente l'etichetta, oltre a trovare indicazioni comuni ad altre bevande e prodotti alimentari, possiamo scoprire quale tipo di acqua minerale è favorevole alla salute del nostro fisico, tenendo presente che per il nostro palato la più saporita è quella con un residuo fisso più alto.

LA DIFFERENZA C'E'..... E SI BEVE Un po' di chiarezza sull'acqua minerale

chetta della nostra bottiglia di acqua minerale. Partiamo dalla qualificazione: acqua minerale naturale, vuol dire che corrisponde alla definizione data per legge, come accennato in precedenza; acqua minerale effervescente naturale, attesta che l'effervescenza è naturale cosi come sgorga dalla sorgente; frizzante è acqua minerale addizionata di anidride carbonica; oligominerale dal greco “oligos” (poco), quando ha un basso contenuto di sali minerali e di conseguenza il residuo fisso non è superiore a 500mg/l. Il residuo fisso' è il peso del deposito che rimane dopo l'evaporazione di un litro di acqua a 180°C ed è la misura del quantitativo di sali minerali disciolti nell'acqua. Le acque con un residuo fisso superiore a 500mg/l sono considerate minerali e oltre i 1500mg/l ricche di sali minerali. Queste indicazioni si trovano sempre nell'etichetta, dove è descritta l'analisi chimica fatta normalmente da una università.


Architettiamoci

Arc. Carlo Carones car.arch@libero.it


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Medicina Naturale

Con l’arrivo dell’estate le gambe soffrono di più Le malattie venose delle gambe interessano prevalentemente le persone ultracinquantenni, ma anche una buona fetta della popolazione giovanile tende a soffrire di disturbi circolatori. I primi sintomi possono manifestarsi già a partire dai 15- 20 anni nelle donne e dai 30 negli uomini. Generalmente, i primi a comparire sono gli antiestetici capillari rossi o azzurrognoli, che possono interessare zone più o meno ampie degli arti inferiori, a questi si associa spesso la sensazione di gambe pesanti, formicolii, caviglie gonfie. Tutti questi sintomi trovano origine nel fatto che le pareti delle vene si dilatano a causa di un'aumentata pressione circolatoria venosa in quanto il sangue invece di scorrere liberamente dagli arti al cuore ristagna lungo il percorso oppure refluisce verso il basso. Se ad essere interessati non sono solo i vasi più piccoli e superficiali (i capillari, appunto) ma anche quelli più profondi allora possono comparire varici di diverso calibro. La predisposizione genetica e familiare a questi disturbi non può essere modificata , ma sicuramente un corretto stile di vita può aiutare ad arginare il problema soprattutto se si osserva già dalla più giovane età. Bene quindi il movimento, un' alimentazione ricca di frutta e verdura, abbigliamento comodo (no agli indumenti troppo stretti), evitare di stare molto tempo in piedi o seduti, il fumo, il sovrappeso e le terapie ormonali (pillola anticoncezionale) prolungate. Per chi soffre di insufficienza venosa, il caldo estivo può rappresentare un fattore aggravante per tutti i sintomi ad essa associati. Il calore infatti predispone la dilatazione dei vasi con conseguente comparsa o intensificazione della stasi venosa. In questi casi l'assunzione di preparati fitoterapici e omeopatici può apportare notevole sollievo. Tra i più conosciuti ed efficaci abbiamo l'ippocastano (Haesculus hippocastanum) conosciuto anche come

Dott.ssa Claudia Manzato clamanzato@alice.it castagno d'India. Presenta un'azione tonica sulle pareti delle vene diminuendo il rischio di dilatazione dei vasi. Riduce la permeabilità dei capillari aumentando la resistenza e l'elasticità. Ciò dovuto alla presenza di flavonoidi come la quercetina e la rutina. Viene generalmente impiegato come tintura madre nella posologia di 40-50 gocce 2 volte al giorno, oppure in estratto secco in associazione con altri flebotonici quali, ad esempio, la centella (Centella asiatica) o/e il ginkgo (Ginkgo biloba). La centella migliora la funzionalità microcircolatoria, ed è particolarmente indicata per la cura dell'insufficienza venosa cronica e delle complicanze delle varici quali ulcere varicose. I suoi principi attivi, infatti, sono in grado di stimolare la produzione di collagene , proteina strutturale tra l'altro presente abbondantemente nei vasi sanguigni. Va evitata l'assunzione in gravidanza per la sua possibile azione rilassante la muscolatura uterina. Il ginkgo, anch'esso largamente impiegato in fitoterapia, è molto ricco in flavonoidi principi attivi che garantiscono una diminuzione dei sintomi tipici dell'insufficienza venosa quali gonfiore alle caviglie, dolore, stanchezza. Anch'esso è sconsigliato in gravidanza e allattamento e se si seguono terapie con anticoagulanti. Un' importante gruppo di sostanze naturali, appartenente sempre alla classe dei bioflavonoidi , capaci di rafforzare le pareti delle vene sono gli antocianosidi molecole pigmentanti che danno il tipico colore rosso-violaceo alle bacche del mirtillo e alle foglie della vite rossa. Gli antocianosidi sono in grado di fissarsi sulle pareti dei vasi sanguigni aumentandone la resistenza e l'elasticità. Non dimentichiamo che alla terapia orale è utile per ottenere un discreto sollievo associare preparati ad uso topico da applicare con leggero massaggio partendo sempre dalla caviglia verso l'alto. In commercio esistono molte formulazioni standard in capsule , compresse e gocce, ma ai fini di una terapia personalizzata il farmacista può preparare in base alle singole esigenze diverse formulazioni galeniche . Vi aspetto!



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Eusapia Palladino Una vita da medium (presunta)

Nel nostro caleidoscopio, i colori sono cangianti: dai tenui riflessi aranciati di cristalli, mobili e tendaggi di salotti appena illuminati dalla luce fioca di una candela agli sfarzosi bagliori di sontuosi lampadari nei saloni più eleganti delle principali città del nuovo secolo. Eusapia Palladino nasce nel 1854 da una famiglia di contadini pugliesi a Minervino Murge. Vita grama, nessuna istruzione e presto orfana, trova lavoro come bambinaia presso una famiglia di Napoli. Poco si sa della sua vita di quegli anni: forse soltanto che sposa un prestigiatore ambulante ponendo così le premesse per una vita veramente straordinaria. Nel 1892, infatti, la troviamo a Milano dove, nel corso di 17 sedute, dà prova di possedere singolari poteri paranormali: è in grado di parlare con gli spiriti, di far lievitare tavolini, di produrre e spostare, a distanza, oggetti di ogni tipo. Riesce addirittura a convertire il materialista Cesare Lombroso che da “scettico” diviene assertore convinto dello “spiritismo”. Siamo negli anni d’oro di queste pratiche e di queste convinzioni e la fama di Eusapia cresce così velocemente che presto la troviamo a Varsavia dove il famoso psicologo Julian Ochorowicz decreta che quei poteri non derivano dagli spiriti ma da un potentissimo fluido magnetico. Inizia così un lungo viaggio che condurrà la Palladino prima a Parigi (dove persino i futuri premi Nobel Pierre e Marie Curie e Charles Richet si interessarono ai suoi poteri!), poi ancora a Varsavia, in Germania, in Russia e negli Stati Uniti. Finalmente a Napoli, siamo ormai nel 1908, una speciale commissione, composta da scienziati ma anche da prestigiatori illustri prende in seria considerazione il caso giungendo ad una prima certezza: Eusapia Palladino “possiede sicuramente poteri non comuni”. Nel frat-

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tempo, però, si moltiplicano decise testimonianze di personaggi altrettanto degni di fede che denunciano trucchi e imbrogli. Fra esse riprende corpo anche quella di uno stimatissimo garibaldino, Eugenio Torelli Viollier, che già anni prima, dopo aver assistito ad una seduta spiritica della Palladino aveva raccontato senza mezzi termini di come la presunta medium muovesse il tavolo ed altri oggetti con accorgimenti sottilissimi e sofisticati meccanismi. Da Stati Uniti, Francia e Regno Unito stanno giungendo testimonianze e addirittura foto che mostrano sgabelli lievitanti nel buio che in realtà poggiano sulla testa della medium, che sa come liberare abilmente un piede legato e con esso far ballare un tavolino o tirare per la stanza un mazzo di fiori. Così, nel 1910, la Commissione napoletana torna a riunirsi. Eusapia viene sorpresa a barare spudoratamente ma non succede niente: dalla sua parte c’è la testimonianza giurata di Howard Thurston, un illusionista di fama mondiale, che assicura che mai un prestigiatore potrebbe ottenere con trucchi quello che la Palladino ottiene con poteri eccezionali. Dunque, nonostante altre autorevolissime testimonianze che vanno nel senso diametralmente opposto, quale quella del professor Hugo Mustemberg, dell’Università di Harvard, che aveva assistito a numerose performance truffaldine e ne aveva svelato i trucchi, la fama e la reputazione della Nostra non subiscono danno alcuno. Con gli anni, però, gli incredibili poteri cominciano ad affievolirsi: a causa dell’invecchiamento o a causa di una attenzione sempre più scettica e malevola nei suoi confronti? Ognuno pensi ciò che vuole ma sta di fatto che, anni dopo la sua morte, che avviene nel 1918, uno dei più celebri scrittori del tempo, Arthur Conan Doyle, l’ancora oggi notissimo autore di Sherlok Holmes, lodò nel suo History of Spiritualism (1926) i fenomeni psichici e le materializzazioni spiritiche prodotte dalla donna. E comunque, se volete un parere da chi scrive, eccolo: sicuramente Eusapia Palladino ebbe un potere straordinario, quello di saper trasformare la povertà, e dunque l’inevitabile “miseria psicologica” che il destino gli aveva assegnato, in una vita straordinaria.


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Prima edizione del Premio “Ciak si gira Museum Movie 2012”

Premiato il cortometraggio “Paure al Museo” Si è concluso con un successo straordinario la prima edizione del Premio “CIAK SI GIRA MUSEUM MOVIE 2012”. L’atto finale del progetto è andato di scena venerdì 8 maggio presso la Sala dei Musei Civici di Velletri, quando stampa e pubblico hanno potuto assistere alla premiazione ed alla prima proiezione del cortometraggio “Paure al museo”. A fare gli onori di casa Ottavia Lavino della Blink, ideatrice e coordinatrice del progetto, e la direttrice del Museo Anna Germano. Un percorso lungo ed intenso, quello del progetto, che nelle sue varie fasi ha saputo sempre più avvicinare il mondo degli adolescenti a quello del museo grazie all’utilizzo del video. Soddisfatta ed emozionata Ottavia Lavino, che oltre a ringraziare i presenti e la squadra che ha permesso la buona riuscita del progetto, ha espresso il desiderio di far diventare “Ciak si gira-Museum Movie” un prestigioso appuntamento annuale. L’ambizioso progetto didattico, promosso dall’Agenzia Blink di Ottavia Lavino, dal Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani di Velletri, finanziato dalla legge regionale 42/97-Piano 2010 e riservato agli studenti delle classi IV e V degli Istituti Superiori dei Castelli Romani, prevedeva l’ideazione e la redazione di un soggetto cinematografico originale per la realizzazione di un cortometraggio ambientato all’interno del Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani di Velletri. Lo dott.ssa Anna Germano ha illustrato ai presenti le varie fasi del progetto, illustrando nel particolare il lavoro singolare svolto dalla troupe cinematografica diretta dal regista Virginio Favale.Ricordiamo che tra tutti i lavori pervenuti ed analizzati, la Commissione, appositamente costituita da giornalisti, tecnici dell’informazione, esperti di comunicazione e pubblicitari, ha scelto per una serie di motivi la sceneggiatura ideata dai ragazzi della IV A dell'Istituto Cesare Battisti di Velletri. Dal soggetto scritto e ideato dallo studente Roberto Priori, il regista Virginio Favale e la dott.ssa Silvia Sfrecola Romani hanno ricavato la sceneggiatura che ha dato vita al cortometraggio “Paure al museo” per l'appunto. Nel cast effettuato tra i ragazzi/e della classe vincitrice del concorso, Roberto Priori è stato scelto per interpretare il ruolo da protagonista grazie alle sue doti fisiche, espressive ed attoriali, che ben si identificavano con la personalità di Fabio, il ragazzo-protagonista di “Paure al museo”. Dopo aver presentato al pubblico la cronistoria e le modalità con le quali il progetto è stato portato avanti, la cerimonia è proseguita con la proiezione del corto: “Paure al museo”. Un monologo intenso quello di Fabio, il protagonista oramai quarantenne, che con la voce narrante di Sebastiano Colla ripercorre quel viaggio iniziatico all’interno del museo fatto vent’anni prima e che ancora oggi non sa riconoscere se sia stato sogno o realtà. Sullo schermo lo spettatore assiste invece alla peregrinazione del giovane Fabio, interpretato dal vincitore e autore del soggetto cinematografico Roberto Priori, che tra le varie zone di luci ed ombra presenti nel museo di Geopaleontologia e Preistoria dei

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Virginio Favale, Anna Germano, Ottavia Lavino, Renato Mastrostefano, A. Bagaglini e Roberto Priori

Colli Albani di Velletri è chiamato a lottare e quindi a vincere le sue paure. Tra fossili, teschi, urne e ciotoline, Fabio si ritrova a girovagare per cercare l’ispirazione giusta per cercare di scrivere la sceneggiatura da proporre al concorso proposto dalla sua professoressa. Tornato da solo di notte al museo, il ragazzo trova la porta socchiusa: entra, e da lì inizia il suo percorso iniziatico al termine del quale riuscirà a vincere le sue paure, manifestatesi nel museo sotto forma di mostri. Alla fine una pietra utensile, lasciata da una “donna” tra le mani del giovane Fabio, il cui sguardo il ragazzo riconosce essere quello di un dipinto affisso nel museo, segna il cambiamento del giovane che, correndo fuori dal museo, le cui porte sono adesso aperte, riesce ad uscire all’aperto ed a liberarsi delle sue paure. “Iniziai finalmente a ragionare – racconta Fabio nel monologo- tutto aveva un senso, un filo logico. Capii che le mie paure le avevo finalmente affrontate, avevo dato loro una forma, la forma di una porta, di un mammuth, la forma del buio, quella del freddo. In quel Museo avevo trovato l’occasione che mi era sempre mancata e che forse avevo sempre cercato”. Vent’anni dopo l’uomo si ritrova davanti a quello stesso museo e, stringendo tra le mani quella pietra utensile, decide di tornare a visitare quel luogo e la sua cara amica: “Sono tornato più volte a rivedere la mia compagna di avventura: lei è sempre lì ed ogni volta che entro in quella sala i nostri sguardi, complici e fieri, si incontrano e si ritrovano, sono gli stessi di vent’anni fa”. Un lungo applauso ha testimoniato l’apprezzamento del cortometraggio da parte del pubblico. Si è dunque proceduto con la premiazione. A premiare Roberto Priori e la classe IV A dell’Istituto Cesare Battisti sono stati la titolare della Blink Ottavia Lavino, l’assessore alla cultura Daniele Ognibene ed il presidente della Banca Popolare del Lazio Renato Matrostefano, a cui è spettato il compito di consegnare l’assegno di 1.000 euro ai ragazzi. La vice preside dell’Istituto Cesare Battisti, prof.ssa Bagaglini, ha spiegato che con il premio ricevuto acquisteranno una lavagna multimediale che verrà messa a disposizione della IV A del Cesare Battisti. La cerimonia si è poi conclusa con un brindisi ed un gustoso aperitivo, offerto dal Gruppo Deserti, allestito presso la sala Garibaldi del palazzo comunale.


NONSOLOROSA

Curiosità...e non solo

CINA: riprodotto interamente un borgo austriaco

LA NUOVA HALLSTATT A NORDEST DI HONG KONG E’ noto al mondo intero come la Cina abbia un debole per il vecchio continente. L’Europa è la meta preferita per le vacanze del popolo cinese che non perde occasione per visitarla e respirarne

proprio durante un soggiorno ad Hallstett, ha rivelato ad un’albergatrice della singolare riproduzione del borgo austriaco. La notizia si è rapidamente diffusa nel Paese ed ha subito suscitato aspre critiche. Avrebbero preferito essere consultati gli abitanti di Hallstatt ed invece si sono trovati di fronte al fatto compiuto. Alexander Scheutz, sindaco di Hallstatt, invece, si è detto molto orgoglioso di questa iniziativa tanto da firmare un accordo di scambio culturale con la nuova cittadina. Non solo gli abitanti di Hallstatt sono rimasti stupiti da questa iniziativa ma anche gli stessi abitanti di Huizo, consapevoli che l’architettura cinese non sia affatto da meno di quella europea. “Basta lavorare sul proprio stile, perché copiare gli altri?- ha commentato un residente del borgoAnche i fiori qui sono falsi, lo posso dire a prima vista!".

La copia

Sara Gemma così la sua storia e la sua architettura. Il vecchio continente piace così tanto al popolo dagli occhi a mandorla che molti sono i casi di riproduzione di scorci di città europee in alberghi lussuosi. Un paese in particolare è rimasto impresso ad un gruppo di imprenditori tanto da volerlo ricreare interamente nella città di Huizo, a nordest di Hong Kong. Si tratta della cittadina austriaca di Hallstatt, un pittoresco borgo alpino abitato da 800 persone, patrimonio dell’Unesco. La copia di questo bellissimo borgo è un complesso residenziale per i nuovi ricchi cinesi, dotato di un alto campanile, una piazza circondata da edifici color pastello e statue di angeli. Ornamenti architettonici tutti ispirati all’originale. La Minmetals Land Inc., società costruttrice del complesso residenziale, era stata molto attenta a non far trapelare la notizia ma è stata tradita da un turista cinese che,

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L’originale


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