NONSOLOROSA luglio 2012

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SPETTACOLO, GOSSIP e NEWS

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Il regista Pupi Avati si racconta alla nostra rivista

Cambiare con stile: parti dalla testa!!!

Libri sotto l'ombrellone Il preside Venditti torna a pubblicare un romanzo “Il Bandito della Regina”

Eventi

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Il decreto del Governo ridisegna la carta geografica dell’Italia dalla stanza dei bottoni

RUBRICHE Medicina Naturale: Notti bianche o in bianco?

Architettiamoci: Il piano casa...facciamo chiarezza

ATTUALITÀ

Raccolta Differenziata porta a porta: a Velletri è finalmente realtà!

Il caleidoscopio Rosa: Natuzza Evolo una “mistica” italiana

Escalation di aggressioni omofobiche a Roma e provincia NOI NON CI STIAMO! Il problema è ormai una piaga nazionale e locale

olofon

Gli aspetti benefici delle arti marziali: Il Kung Fu ed il TaiJiquan

POLITICA

Gustose ricette per l’estate 2012

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Le 10 regole d’oro per un fisco più equo e per una crescita del Paese reale

Editore:

Blink di Ottavia Lavino

Direttore Responsabile: Ottavia Lavino

NONSOLOROSA

Numero 28 - anno II Luglio 2012 Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010

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Progetto grafico e impaginazione: BLINK

Stampa:

Arti Grafiche Agostini Srl Via Decollatura, 64 00118, Morena (RM)

Distribuzione gratuita Hanno collaborato: Servizi Enrica Gasbarri Francesca Di Belardino

L’arte enogastronomica: Gasparre, Gaspare, Gasper Gossip estivo

Luca Masi Sara Gemma

Rubriche

Carlo Carones Claudia Manzato Daniele Ciani Paolo Maola

Redazione NONSOLOROSA: Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri (Rm) Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it

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Ottavia Lavino redazione@nonsolorosa.it

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Care amiche e cari amici,

Il Direttore Ottavia Lavino

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Uno dei maestri del cinema italiano si racconta a NONSOLOROSA

“SONO UNA DELLE POCHE PERSONE A POTER PARLARE DELLA FAMIGLIA” Quarant’anni di carriera lo hanno consacrato maestro del cinema italiano. I suoi lavori, dapprima considerati come manifesto del cinema horror, oggi sono visti come il simbolo della rinascita della settima arte. Stiamo parlando di Giuseppe Avati, meglio conosciuto come Pupi, regista di pellicole quali “Il cuore grande delle ragazze”, “La seconda notte di nozze”, “Il cuore altrove”. Oltre 40 sono i film che portano la sua firma dal 1968, quando debuttò con il lungometraggio Balsamus, l’uomo di Satana, ad oggi che ha appena finito di lavorare ad un film di 600 minuti per la Rai. “Un matrimonio”, questo il titolo del film che andrà in onda il prossimo autunno, racconta la storia dell’Italia dal dopoguerra ad oggi, vista attraverso le vicissitudini di una coppia di sposi. Protagonista della pellicola, insieme ai bravissimi Micaela Ramazzotti e Flavio Parenti, è Bologna, città natale del regista e suo grande amore. Per uno strano caso del destino Velletri è diventata parte di “Un matrimonio”. Proprio mentre alcune scene del film venivano girate nella nostra città abbiamo avuto la possibilità di conoscere il grande maestro che ci ha parlato della sua carriera e dell’amore per la sua famiglia.

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La sua carriera cinematografica ha avuto inizio con una serie di film horror, da Balsamus, l’uomo di Satana, a La casa dalle finestre che ridono; cosa l’ha spinta a passare poi alla commedia? Il passaggio dai film dell’orrore alla commedia è stato semplicemente un’evoluzione del mio lavoro. Ho iniziato con un cinema fantastico perché il mondo della favola contadina, delle paure, del racconto gotico, le letture dei vari classici dell’orrore mi avevano influenzato durante l’infanzia. Il mio cinema assomigliava quindi all’età che avevo quando giravo quei film. Poi sono cresciuto. Nel 1978 per la prima volta mi sono trovato a parlare di me stesso in un film. In quell’anno, infatti, ho realizzato per la televisione un lungo racconto autobiografico che riguardava la mia esperienza di musicista, Jazz Band. E’ stato un lavoro importante e di grande successo in cui raccontavo delle mie esperienze di vita, dei miei amici, della mia famiglia, dei sogni di Bologna. Jazz Band è stata la pellicola che ha segnato il passaggio da un racconto in terza persona ad un racconto in prima persona. Questo cambiamento è stato accolto positivamente dal pubblico che mi ha sostenuto e mi ha permesso di arrivare fino ad oggi. In 40 anni ha girato più di 40 film: a quale è più legato? Sembra una frase di maniera ma in genere i registi sono sempre più legati al film che stanno girando perché è quello che li rispecchia in quel preciso momento. Quanto c’è ti autobiografico nei suoi film? Nelle cose che uno fa è difficile sfuggire all’autobiografismo. Anche chi sostiene di tenersene alla larga in realtà parla delle proprie esperienze. L’autobiografia è essenziale per chi nei propri lavori vuole far trasparire la realtà. Un autore è come una sorta di spugna, deve accogliere e rubare. E’ un voyeur, deve cercare di appropriarsi di tutto ciò che lo circonda per poi ricondurlo ad una storia che legittimi quel tipo di battute, quel tipo di situazione, quel tipo di personaggio. La famiglia è uno degli argomenti principali delle sue pellicole: a cosa è dovuta questa scelta? Al fatto che non solo ho un’ esperienza quarantennale come regista ma anche come marito. Qualche giorno fa io e mia moglie abbiamo festeggiato 48 anni di matrimonio, un’impresa titanica per entrambi. Proprio per questo credo di essere una delle poche persone nel mondo cinematografico legittimato a poter parlare di famiglia.

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Il suo percorso artistico è iniziato come musicista in una jazz band: quando e come ha capito che era meglio dedicarsi al cinema? Quando mi sono reso conto che alcuni musicisti che suonavano con me erano più bravi di me. Il jazz è una musica fortemente competitiva e si capisce subito quando si è di fronte a dei talenti e se non si fa parte di questi. Quindi è meglio guardarsi intorno. Proprio grazie al jazz ha conosciuto Lucio Dalla. Che ricordo ha di lui? Lucio è stata una persona con cui ho condiviso l’adolescenza. Siamo cresciuti insieme. Avevamo un rapporto strettissimo e ci sentivamo spesso; negli ultimi anni avevamo anche lavorato insieme: lui si era occupato delle musiche dei miei film. La notte lui non riusciva a dormire così mi telefonava e parlavamo di questa età nella quali entrambi stavamo entrando, l’anzianità, e ci rassicuravamo l’un l’altro dicendo le cose che si dicono le persone che si vogliono veramente bene. Suo partner nella vita lavorativa è suo fratello Antonio: che rapporto ha con lui? Il rapporto con mio fratello è un rapporto straordinario. Antonio l’ho sacrificato perché gli ho praticamente tarpato le ali e l’ho privato dell’opportunità di essere super creativo quanto avrebbe voluto e potuto per costringerlo a vivere una vita confrontandosi quotidianamente con la finanza, con i problemi economici, con una società da tenere in piedi. Lui questa cosa molto spesso me la fa pesare ed ha ragione. Qualche settimana fa ha girato alcune scene del film che sta realizzando per la Rai, “Un Matrimonio”, a Velletri. Cosa l’ha spinta a scegliere Velletri come set? Perché è vicina a Roma, perché ha una serie di location che ricordano Bologna, e soprattutto per il senso d’accoglienza espresso dalla comunità. Sara Gemma

VIZIO: sono invidioso VIRTÙ: sono invidioso DESIDERIO: non essere più invidioso


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Gustose ricette per l’estate 2012

Piatti freddi, veloci e con poche calorie Con il gran caldo e la voglia di mantenersi in linea per la prova costume ogni anno si ripresenta il problema di come e cosa mangiare! Abbiamo pensato di suggerirvi una serie di piatti da servire freddi: dall'antipasto al dolce. Ricche e fantasiose insalate, golosi dolci al cucchiaio, coloratissimi primi e gustosi antipasti e secondi. Piatti ideali anche per un pranzo in piedi, da fare in spiaggia, a buffet, o per una festa. Suggerimenti dunque per la stagione calda, ma anche ricette golose da cucinare per l'inverno!

Carpaccio di bresaola al melone Distribuire le fette di bresaola su un piatto da portata e coprirle con il grana e il cuore di sedano affettato sottile. Mettere in frigo fino al momento di servire. A parte togliere la scorza e i semi al melone e frullare la polpa con pepe, 4 cucchiai d'olio, sale e il succo di mezzo limone. Versare la salsa sulla bresaola e servire.

ANTIPASTI Gamberi con il melone Eccovi una ricetta freschissima: gamberetti con melone al profumo di lime. La ricetta è facile e veloce, ed il risultato profumato e scenografico. E la cosa più bella è che contiene zero grassi, e pochissime calorie! La ricetta è di una facilità imbarazzante, la parte più lunga consiste nell'intagliare il melone. Una volta tagliato il melone a palline, condite con i semini di papavero, sale e pepe. Sgocciolate i gamberetti, conditeli con il lime, tenendo da parte le fette per decorare. Fatto e pronto per essere mescolato e portato in tavola!

DOLCI Frappe di melone e yogurt Pulite il melone e tagliatelo a fette. Sciogliete il fruttosio in 20 cc di acqua e fate intiepidire. Unite prima scorza del limone grattugiata fine e poi il succo. Frullate il melone fino a ridurlo a un passato liscio. Unite lo yogurt e lo sciroppo di zucchero al limone. Frullate di nuovo per far amalgamare bene. Mettete in freezer, mescolando di quando in quando fino a quando si sarà addensato un poco e poi godetevi il frappe di melone, servendolo in un bicchiere decorato con lo zucchero.

Semifreddo di albicocche Ecco per voi un semifreddo ricco di frutta e freschissimo. Lavate e togliete il nocciolo alle albicocche, che dovranno essere dolci e mature, e unite del succo di limone. Preparate uno sciroppo di zucchero, facendo sciogliere lo zucchero nell'acqua, senza farlo scurire. Unitelo alle albicocche. Poi frullate le albicocche. Montate a neve la panna e l'albume d'uovo (100g per ogni kg di albicocche). Mescolate con cura la panna a il frullato di albicocche. Unite l'albume d'uovo, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. Infine sistemate il semifreddo di albicocche nelle coppette o negli stampi, che poi coprirete con la pellicola e metterete nel congelatore perché si rapprenda.


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PRIMI PIATTI

Insalata di riso con salmone e rucola Questo riso freddo con salmone rucola e olive è una ricetta da tenere presente: si prepara in un attimo, è molto gradevole sia nel gusto che nell'aspetto, ed è anche leggera. Potrà servire come primo piatto elegante, oppure, dimezzando le dosi, come antipasto freddo. Se poi siete a dieta è un piatto unico completo. Mentre il riso cuoce, lavate la rucola stracciatela a pezzetti, tagliate a fettine le olive e il salmone, lasciando da parte le fette per decorare. Condite con olio e limone e mescolate. Scolate il riso al dente, sciacquate con acqua fredda ed unite all’insalata.

SECONDI PIATTI

Pollo in insalata con asparagi Togliere la parte dura agli asparagi e farli lessare in acqua salata, poi scolarli e tenerli da parte. Passare le fette di pollo su di una bistecchiera unta d'olio, salare e pepare e cuocere pochi minuti per parte, poi tagliarle a listarelle. Tagliare gli asparagi lasciando intere le punte, i pomodori ridurli a spicchi e mettere tutto in una insalatiera. Unire il pollo e condire con una salsina fatta con olio, limone, sale e pepe. Volendo si può usare dell'aceto balsamico al posto del limone, dipende dai vostri gusti.

Tagliata di mare Mescolare 5 cucchiai d'olio con un cucchiaino di peperoncino tritato, un cucchiaino di miele, succo del limone, un cucchiaio di erba cipollina tritata e poco sale. Scaldare una padella antiaderente e scottarvi il filetto di tonno per 5 minuti per lato. Tagliarlo a fette piuttosto alte e condirle con la salsa ottenuta.

CONTORNI

Farfalle estive

Lessare la pasta in acqua salata. Nel frattempo tagliare i pomodori datterini in 4/6 parti, in base alla grandezza del pomodoro, e condirli con un filo d’olio, del basilico e un pizzico di sale. Tagliare anche una mozzarella a piccoli cubetti, metterli in un colino e, nell'attesa della fine della cottura della pasta, far fare l'acqua così eviterà di "bagnare " troppo il piatto. Una volta pronta la pasta, scolarla e condirla con i pomodori, aggiungere la mozzarella, qualche carciofino, olive nere, del prezzemolo tritato e mescolare bene e servire.

PIATTO UNICO Insalata di seppie, patate e fagiolini Una ricetta buona e dietetica perfetta per l'estate per il sapore fresco e per godere delle verdure di stagione. Spuntate i fagiolini, lavateli e lessateli in abbondante acqua bollente salata per circa 15,' poi scolateli. Eviscerate le seppie, privatele di becco e occhi, dell'osso centrale, quindi ponetele in un tegame, coperte di acqua fredda, con una foglia di alloro e la buccia di mezzo limone. Portate il tegame su fuoco medio e lessate le seppie, calcolando 20'dal bollore, poi scolatele e lasciatele intiepidire. Lessate le patate. Appena tutti gli ingredienti saranno pronti e raffreddati, raccogliete in una ciotola le patate a fettine, le seppie a listerelle e i fagiolini tagliati a metà. Guarnite con pomodori a spicchi e condite con una salsina ottenuta frullando, a bassa velocità, circa g 150 di olio, sale, succo di mezzo limone e 2 cucchiaiate di latte di cocco. Completate l'insalata con una generosa macinata di pepe e portatela in tavola.

Grigliare le fette della melanzana e farle marinare nell'aceto per un'ora. Frullare qualche pomodoro secco con dell’aglio, basilico e pinoli. Unirvi un paio di cucchiai di ricotta condita con il parmigiano e mescolare bene, regolando di sale. Scolare le fette di melanzana, asciugarle su carta da cucina e spalmarle con la crema. Affettare una mozzarella a bastoncini, appoggiarne uno su ogni fetta, arrotolare a involtino e servire.

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RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA:

a Velletri è finalmente realtà!

L’assessore Ognibene illustra il progetto La Raccolta Differenziata Porta a Porta è partita finalmente anche a Velletri! Grazie al finanziamento provinciale di circa 1.743.000, dal 1°luglio 2012 è stata avviata la nuova modalità di raccolta dei rifiuti porta a porta per 53mila abitanti del Comune di Velletri. La città castellana è stata suddivisa in quattro quadranti. Entro questo mese saranno serviti i residenti della zona sud-est, entro il mese di febbraio 2013 quelli della zona sud-ovest, mentre gli abitanti del centro storico saranno raggiunti dal porta a porta entro giugno del 2013, così come la zona nord della città e le aree montane. Si tratta di un risultato storico ed atteso dall’amministrazione comunale di Velletri e dai cittadini, che saranno coinvolti nella rivoluzione ecologica che la Provincia di Roma ha promosso in questi anni e che punta ad una

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gestione innovativa del ciclo dei rifiuti, più moderna e sostenibile per il territorio, fondata sulla prevenzione, riduzione, riciclo e rifuso dei rifiuti che da problema possono diventare una risorsa economica. Prima che i rifiuti diventino un problema, bisogna affrontare per tempo la questione per renderli invece una risorsa. Per conoscere tutte le modalità del servizio che sarà offerto, abbiamo incontrato per voi l’assessore all’ambiente del comune di Velletri Daniele Ognibene. •Con l’avvio della raccolta differenziata porta a porta Velletri si sta preparando a un salto di mentalità, importante anche per i risvolti culturali e di gestione del territorio, finalmente. Quali sono i problemi che avete riscontrato? È evidente, come ha detto lei, che la raccolta differenziata non è soltanto un servizio di raccolta dei rifiuti ma è un’attività che riguarda un’impostazione culturale. Da oggi il rifiuto non è più qualcosa da gettare in maniera indiscriminata nel cassonetto ma è qualcosa che appartiene a noi stessi; dobbiamo fare delle attività per garantire che questo venga differenziato correttamente avendo cura dell’ambiente. Le difficoltà maggiori che abbiamo riscontrato sono legate all’estensione del territorio di Velletri. Altro problema è il fatto che si inizia per step. Il nostro progetto è quello di far partire le altre zone a distanza di 6 mesi l’una dall’altra; cercheremo, se possibile, di anticipare ulteriormente i tempi. • Come hanno risposto i cittadini durante gli incontri effettuati? Durante la serie di incontri informativi che abbiamo organizzato i cittadini hanno dimostrato la volontà di voler


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iniziare questo percorso. D’altronde questo è reso evidente anche dal flusso di gente che in questi giorni si sta presentando direttamente alla Volsca a ritirare il kit, prima ancora che gli operatori lo consegnino direttamente casa per casa. • Quali sono i risultati che ci si aspetta dall’attivazione della raccolta porta a porta? Ci auguriamo di arrivare ad uno standard di raccolta differenziata che per il nostro territorio superi il 60%. È evidente che partendo per step questo è un obiettivo difficile da raggiungere su tutto il territorio. Per il momento ci auguriamo che nel primo step si possa raggiungere entro pochissimo il 60%. Il nostro obiettivo principale è quello di riuscire a garantire un servizio qualitativamente sempre migliore. • Quali controlli verranno effettuati per verificare che i rifiuti differenziati quotidianamente dai cittadini restino differenziati anche dopo la raccolta? I cittadini devono pensare a fare bene la raccolta differenziata e devono fidarsi di noi. Gli impianti adeguati ci sono anche se sono ancora pochi, in quanto un territorio come Velletri necessita di impianti all’avanguardia anche sul proprio territorio. Per questo attiveremo a breve l’impianto di compostaggio a Velletri. • Quali misure di controllo e/o di sanzione adotterete contro gli “evasori”? Abbiamo istituito tre guardie ecologiche che stanno vigilando sul territorio sia per l’abbandono indiscriminato dei rifiuti sia per verificare che la raccolta differenziata venga svolta correttamente. È chiaro che verranno fatti dei controlli random sui conferimenti; essendo il cestino ad uso personale non sarà difficile risalire a chi non conferisce correttamente i rifiuti. Con questo sistema emergerà poi anche chi ha evaso per anni: per questi sono previste delle sanzioni amministrative. • Con la raccolta porta a porta emergeranno anche gli “abusivi”: come vi comporterete con loro? Innanzitutto a chi è abusivo e quindi non paga la Tarsu non sarà fornito di kit. Spero che ci sia un fenomeno di autodenuncia al riguardo. Bisogna rendersi conto che pagare tutti significa pagare meno. • Se il cittadino fosse sicuro di ricavarne un beneficio nella bolletta, sarebbe incentivato a fare di più e meglio. Si andrà in tale direzione oppure la Tarsu aumenterà? La Tarsu in quattro anni di centro-sinistra a Velletri non è stata aumentata di un centesimo, a dimostrazione del fatto che non si vuole gravare sulle spese dei cittadini.

La Tarsu è una tassa particolare: se il servizio costa 100, quel 100 va ridistribuito tra gli utenti che lo utilizzano. Se aumenta il costo del servizio aumenta la Tarsu, se diminuiscono i costi diminuisce anche la bolletta. La raccolta differenziata costa di più perché viene fatto un servizio particolare: serve più personale ed è più dispendiosa perché si va direttamente a casa della gente. • Impianto di compostaggio: in molti si sono schierati a gran voce contro l'impianto di compostaggio che sorgerà a Lazzaria, cosa vuole dire al riguardo? Intanto penso che non si tratti di molte persone! Tuttavia queste probabilmente non conoscono la tipologia di quell’impianto e quando non si conosce si ha paura. Invito le persone che si sono schierate contro, che sottolineo sono poche, a rendersi conto che questa è un’opera necessaria. Se vogliono possono incontrare me o il sindaco per avere tutte le spiegazioni al riguardo. In tutti i paesi civilizzati dove la raccolta funzione ed anche in quelli in cui è presente un’agricoltura di qualità come da noi sono presenti impianti di compostaggio. Questo perché il prodotto finale è un compost di qualità utilizzato in agricoltura. L’obiettivo è infatti quello di far utilizzare il proprio compost alle aziende agricole. L’amministrazione deve pensare al bene di tutta la città: se non vogliamo termovalorizzatori e discariche dobbiamo avere impianti all’avanguardia che devono permettere di far funzionare bene la raccolta differenziata. • Come verranno smaltiti i rifiuti ingombranti? I rifiuti ingombranti continueranno ad essere smaltiti attraverso l’isola ecologica di via Troncavia, che ricordiamo è aperta straordinariamente tutti i giorni dal lunedì alla domenica di mattina più giovedì e sabato pomeriggio. Stiamo predisponendo di rimettere i piedi il servizio di raccolta domiciliare di rifiuti ingombranti. • Quando avverrà la sostituzione delle campane in città? Le nuove verranno posizionate al posto delle vecchie oppure verranno collocate anche in ulteriori punti? Dove inizia la raccolta differenziata verranno immediatamente tolte sia le campane sia i cassonetti, cassonetti che andranno a potenziare le zone non ancora coinvolte. Dobbiamo comunque ragionare nel breve periodo: al massimo nel giro di un anno e mezzo la raccolta • Qualche consiglio ai cittadini per corretta raccolta differenziata ... differenziata porta a porta una Per qualsiasi cosa invitiamo i cittadini a contattare il numero verde della Volsca: sarà attivata su tutto il ter800.453.333. Siamo sempre a disposizione dei cittadini per ascoltare le loro proposte ritorio. e le loro proteste. Enrica Gasbarri


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Escalation di aggressioni omofobiche a Roma e provincia

NOI NON CI STIAMO! Il problema è ormai una piaga nazionale e locale 5 Aggressioni nell'arco di pochi giorni, tutte fra Roma e provincia: l'allarme su un rigurgito omofobo nelle nostre città e nelle nostre strade è più che giustificato. Alcuni sono stati picchiati, altri insultati e molestati, i più fortunati soltanto intimiditi a suon di parolacce, ma tutti hanno la stessa colpa: essere omosessuali invece che etero. In periodi di crisi, la storia ce lo insegna, c'è chi per reazione serra i ranghi: ecco dunque gli autoctoni contro i stranieri, i bianchi contro i gay, i "normali" contro i "diversi". E ciò che più è preoccupante è che gli autori di questi gesti ignobili (e vigliacchi, perchè gli aggressori sono sempre in numero maggiore degli aggrediti) sono giovani e giovanissimi: le nuove generazioni, per così dire. A Roma un giovane gay di 23 anni è stato accerchiato, spintonato ed infine picchiato, nella centralissima Campo de Fiori, da un gruppo di 18enni. Ad Ardea, una trans 50enne è stata prima molestata in spiaggia e poi tormentata nei giorni seguenti, con danneggiamenti alla macchina e gesti dimostrativi (come ad esempio rovesciarle in giardino una colata di feci e banane), da 4 ventenni. Guido Allegrezza, noto attivista per i diritti di gay e lesbiche, è stato picchiato ferocemente in un bar dell'Eur, a Roma: 30 giorni di prognosi all'ospedale San Camillo, due costole rotte e molte lacerazioni sono il "ricordino" che si è portato dietro. A Velletri,

infine, due ragazze sono state inseguite ed accerchiate fuori da un noto pub cittadino: a insultarle un gruppo di ragazzi inferociti per le effusioni che le ragazze si stavano scambiando. Il panorama locale è tutt'altro che incoraggiante, e si inquadra perfettamente in quello nazionale: sono centinaia le aggressioni in tutta Italia, trasversalmente da nord a sud, e stiamo parlando soltanto di quelle denunciate alle forze dell'ordine. Esiste invece tutto un sottobosco di intimidazioni, minacce e bullismo, a scuola ma anche fuori dalle aule, di cui le vittime non fanno parola con nessuno, per vergogna. Ecco perchè sono particolarmente lodevoli iniziative come quella organizzata dal comune di Firenze, dove un convegno su omofobia e transfobia è stato portato nelle scuole, insieme a molte proposte di sensibilizzazione per giovani e giovanissimi. Perchè, parliamo chiaramente, quando anche un campione del calcio come Cassano etichetta gli omosessuali con epiteti dispregiativi in conferenza stampa, quando l'argomento suscita ancora la risata facile sui mezzi di informazione, quando il gossip si scatena intorno alle presunte omosessualità di calciatori della Nazionale, è facile che ai ragazzini passi un messaggio sbagliato. E che si sentano poi autorizzati a replicare il comportamento dominante nella loro vita di tutti i giorni.

A VELLETRI BACIO LIBERA TUTTI! Tra tante brutte storie, ce n'è invece una bella: quella del flash mob organizzato a Velletri dall'assessore alla cultura Daniele Ognibene, Gianni Cavola ed altri (anonimi ed eterogenei), in risposta all'episodio di discriminazione sessuale che ha interessato la città. Tutto nasce da un post su Facebook: l'indignazione dei veliterni per quanto accaduto e la volontà di dimostrare che in città c'è ben altro rispetto ad un gruppo di esaltati omofobi. Ecco dunque che ci si organizza con il passaparola, e il 29 giugno scatta l'ora X: alle 18.30 tutti nella centrale Piazza Cairoli per scambiarsi un bacio con la persona amata. Perchè è proprio questo il messaggio che Daniele Ognibene, assessore alla cultura del comune veliteno, ha voluto lanciare con l'iniziativa: ognuno deve essere


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libero di baciare chi vuole, dove vuole e quando vuole. E' il minimo che si pretende in un paese civile. "E' stata una risposta gioiosa e divertente a un fatto grave, che stava infangando l'immagine della città di Velletri. Non c'è stato nessun intento provocatorio, soltanto voglia di un gesto simbolico che riaffermasse una libertà dovuta", ha dichiarato l'assessore Ognibene, soddisfatto dell'eco generato dall'evento. Del flashmob veliterno, infatti, ne hanno parlato giornali e radio nazionali, compresa Radio DeeJay. Un piccolo sasso nel mare, che può fare però un bel po' di rumore: tanto per dire "no, noi non ci stiamo". Francesca Di Belardino

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Medicina Naturale

Notti bianche o in bianco? Chi, almeno una volta nella vita, non ha sofferto d'insonnia? E chi invece, purtroppo, ne soffre abitualmente? Sia nell'uno che nell'altro caso, gli antichi greci avrebbero consigliato d'invocare Hypnos.. Secondo la mitologia greca, infatti, ad indurre il sonno era Hynos giovane dio benevolo figlio di Nyx (dea della notte) raffigurato spesso come un adolescente dalla testa alata capace di far addormentare non solo gli umani ma anche le divinità greche. In realtà ad attendere la visita di Hynos tutte le notti (o quasi), sembrerebbero in molti visto che una buona percentuale della popolazione mondiale soffre di insonnia. Ipnotici e sedativi, farmaci ampiamente prescritti ed assunti, non sono privi di effetti collaterali, cosa che ci spinge a valutare, qualora sia possibile, un approccio “naturale” al problema. In realtà, una millenaria consuetudine popolare ha trovato alleati contro l'insonnia negli estratti delle piante che risultano essere, ancora oggi validi strumenti terapeutici. Il principio vegetale più noto è certamente l'estratto di valeriana (Valeriana officinalis). Conosciuta anche come “erba dei gatti” , la sua radice contiene molti principi attivi tra questi l'acido valerenico e altri come i valepotriati. L'azione congiunta di questi composti produce effetti sedativi e rilassanti. Permette di ridurre il nervosismo e l'agitazione legati allo stress, migliorando l'umore e la concentrazione. La valeriana favorisce l'addormentamento e la qualità del sonno con un'efficacia simile a quella dei prodotti di sintesi, senza però “intontire” coloro che ne fanno uso, né provocare assuefazione. Può essere ,inoltre, un valido supporto per coloro che desiderino smettere di fumare : calma l'ansia e il nervosismo che compaiono quando si “abbandona”il pacchetto di sigarette. I medicinali a base di valeriana sono disponibili in varie forme da assumere oralmente ( gocce, compresse, tisane ) 2- 3 volte al giorno per sedare l'ansia,

Dott.ssa Claudia Manzato clamanzato@alice.it mezz'ora prima di dormire per conciliare il riposo notturno. Anche la Passiflora (Passiflora incarnata) conosciuta già dagli Aztechi per le sue propietà sedative, trova largo impiego per il trattamento dell'insonnia. Spesso associata alla valeriana è indicata per le persone che si risvegliano ripetutamente durante la notte e che non riescono a riaddormentarsi. Risulta inoltre efficace anche come spasmolitico, rilassando così i muscoli di alcuni distretti ( stomaco, zona cervicale..)che tendono ad irrigidirsi per effetto dello stress e del nervosismo. Un'ulteriore, naturale, efficace alternativa alle benzodiazepine, nel trattamento dell'insonnia è l'omeopatia. Coffea cruda è indicata per l'insonnia da agitazione. Ricavato dal seme verde della pianta del caffè, coffea cruda è un rimedio molto utile in caso di insonnia da iperattività mentale. La mente è sveglia, c'è un continuo afflusso di idee, affaticamento mentale. Il sonno è interrotto più volte durante la notte e non è mai ristoratore. Coffea cruda va assunta alla 9 CH in ragione di 3-4 granuli un'ora prima di coricarsi. Se invece l'insonnia è causata dallo stress si consiglia Nux vomica. Indicato per soggetti fortemente irritabili con insonnia da eccessivo stress psichico , nei soggetti in sospensione da sedativi-ipnotici tradizionali. Per le persone che si svegliano molto presto al mattino e non riescono più ad addormentarsi o anche per coloro che si svegliano ripetutamente durante la notte e che al mattino sono naturalmente stanchi e fortemente irritabili. Nux vomica va assunta alla 9 CH 3-4 granuli mezz'ora circa prima di coricarsi. Rimedio indicato invece nell'insonnia da malumore è Ignatia amara da assumere se il sonno tarda a venire in seguito ad eventi emozionali negativi ( separazioni ,lutti, perdita del lavoro..) sempre alla 9 CH 3-4 granuli poco prima di coricarsi. Buona notte!


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Intervista alla dott.ssa Eleonora Paoletti, psicoterapeuta, esperta in psicologia del comportamento alimentare e responsabile del Centro di Sviluppo Integrato della Persona (Cesvipe) di Grottaferrata

Se dieta vuol dire “modo di vivere” Dott.ssa Paoletti perché spesso dopo aver fatto grandi sacrifici in termini di dieta nel periodo estivo poi in autunno si riacquistano i chili persi e anche qualche cosa in più? La corsa al dimagrimento dell’ultimo minuto e la grande quantità di prodotti e tecniche che promettono una veloce perdita di peso senza sacrifici nascondono spesso pericoli per la salute e mancanza di risultati che durano nel tempo. Dopotutto la parola dieta in greco significa “modo di vivere” e nulla ha a che fare con quanto viene proposto dalla cosiddetta diet industry a suon di costose campagne pubblicitarie a tamburo battente. Se non cambiamo le abitudini alimentari quotidiane e il nostro modo di pensare, tornati al vecchio stile di vita, si torna al vecchio peso, mentre il vero obiettivo deve essere il mantenimento di quello raggiunto. Proprio per questo, paradossalmente, la dieta farebbe ingrassare. Recenti studi dimostrano infatti che la maggior parte delle persone riacquista rapidamente i chili persi e magari qualcuno in più: a due anni dall’inizio della dieta, uno su quattro è tornato al vecchio peso; a tre anni di distanza l’83% pesa di più rispetto ai chili pre-dieta: si tratta della sindrome dello yo yo. Ci può spiegare cosa si intende per sindrome dello yo-yo? E’ un meccanismo psicologico che segue questa logica: “Faccio dieta e dimagrisco e per fare questo elimino in modo drastico dalla mia alimentazione i cibi che ritengo più grassi e che spesso sono quelli che mi piacciono di più”. Ciò aumenta il livello di frustrazione delle persone che pensano: “Lo mangio a fine dieta”. Raggiunto così il peso desiderato questa viene interrotta e si ricomincia a mangiare come prima e anche di più perché, visti i risultati ottenuti, la persona è convinta di meritare tutto il cibo al quale ha rinunciato”. In definitiva si riacquista il peso perduto e anche qualche altro chilo. A questo punto l’autostima cala e la persona per risollevarsi tende ad un regime alimentare ancora più ferreo, in un circolo vizioso continuo che tende al negativo, rafforzato dai pensieri sabotanti automatici: “Non ci riuscirò mai”, “non valgo niente”. Tuttavia dobbiamo notare come attraverso i media ci sia un vero e proprio bombardamento di prodotti e tecniche che promettono un dimagrimento facile e veloce e questo rende difficile prendere la strada giusta. La diet industry punta a facili guadagni sfruttando il bisogno delle persone che vogliono o devono perdere peso. Questo mercato spesso si avvale della manipolazione delle informazioni e poggia sulle convinzioni errate delle persone comuni contribuendo a diffondere false credenze. La diet industry è dunque responsabile, indirettamente, dell’aggrava-

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mento del fenomeno del sovrappeso. Possiamo affermare che in tal senso la dieta fa ingrassare. Stando così le cose, che approccio bisogna avere con i problemi legati all’alimentazione e qual è il modo migliore per affrontarli e risolverli? L’estate arriva sempre troppo presto per chi è abiSovrappeso e obetuato ad un rapporto con il cibo del tipo “macarone sità, in definitiva, non m’hai provocato e io me te magno” di sordiana mesono un semplice moria, per poi ricordarsi soltanto a ridosso della cosiddetta prova costume che manca il coraggio di problema alimentare calcare le italiche spiagge al ritmo del “su e giù” dei e di forza di volontà, rotolini di ciccia che avvolgono fianchi e compagnia ma un complesso bella. In realtà dietro un’introduzione degna della sovvertimento del bisceneggiatura di una commedia all’italiana volancio energetico e gliamo parlare di una questione ben più seria che dei comportamenti l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito, nella sua accezione più grave (l’obesità), “la malattia legati al cibo che dipiù cronica del terzo millennio”, classificandola pendono dalla culcome forma di “epidemia globale”, visto che intetura dominante, ressa oltre il 50% degli adulti delle popolazioni indalle leggi di merdustrializzate. Per questo abbiamo intervistato la cato, dalla genetica, dott.ssa Eleonora Paoletti che dirige il centro Cesvipe di Grottaferrata dove qualche settimana fa si dalle convinzioni è tenuto un incontro sul tema dell’alimentazione. personali e dallo stato emotivo. E’ quindi necessario un approccio multidimensionale al problema che sia di tipo bio-psico-sociale e che prenda in considerazione tutti gli aspetti implicati nell’alimentazione. Proprio per questo il Centro di Sviluppo Integrato della Persona (Cesvipe ndr) prevede, in questi casi, un percorso realizzato con il supporto di un’ equipe multidisciplinare, ovvero del nutrizionista e dello psicologo assieme, per ottenere risultati duraturi, cioè, in definitiva, il mantenimento del peso. Durante l’incontro da lei condotto qualche settimana fa presso il Cesvipe ci ha colpito l’affermazione che “l’alimentazione è un problema sociale oltre che individuale”, cosa si intende? Negli ultimi 40 anni sono state raccolte importanti evidenze che suggeriscono che l’alimentazione gioca un ruolo centrale nello sviluppo di varie patologie cronico-degenerative che affliggono le popolazioni del mondo occidentale. Ne sono un esempio principale le neoplasie e le malattie cardiovascolari. Tanto che numerosi paesi hanno attivato notevoli programmi di pianificazione sanitaria con interventi di prevenzione alimentare. Si tratta di un problema ampio ed è fondamentale, in quanto un buon piano di prevenzione alimentare potrebbe alleggerire notevolmente la presenza negli ospedali e, di conseguenza, la spesa sanitaria.


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Architettiamoci

Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it

IL PIANO CASA….. FACCIAMO CHIAREZZA In questo articolo vorrei parlare nuovamente della Legge Regionale n.21 del 2009 poi integrata con la n.10 del 2011 meglio conosciuta come “Piano Casa”. Una Legge che ha come intento quello di ridare una spinta di ripresa al mercato immobiliare che in questo periodo di crisi ha subito un forte calo. Come ho già accennato in un precedente articolo, questa legge permette di incrementare la volumetria degli edifici residenziali e non, di cambiare la destinazione d’uso da non residenziale a residenziale, di aumentare il numero di unità immobiliare, di intervenire con demolizioni e ricostruzioni, di recuperare a fini residenziali i volumi accessori e pertinenziali degli edifici. Tale incremento è di un 20% rispetto alla volumetria legittimata fino ad un max di 70 mq. di ampliamento. Inoltre si potrà usufruire di un bonus del 10% in più se gli interventi realizzati rispetteranno le normative vigenti sul risparmio energetico e bioarchitettura, o si arriverà anche ad un 35% di bonus se si ricorrerà a demolizione e ricostruzione oppure ad un adeguamento sismico dell’edificio. Da parte di noi tecnici questa legge, vista la sua interpretabilità, è stata oggetto di alcune critiche. La Regione Lazio, attraverso l’Assessorato all’Urbanistica, si è adoperata ultimamente ad emanare delle Circolari esplicative che hanno cercato di chiarire alcuni aspetti lasciati “nebulosi”. In questo articolo vorrei però affrontare, attraverso anche degli esempi, due casi che mi sono capitati nella mia professione. Il primo esempio riguarda un progetto che nell’originale permesso di costruire non aveva sfruttato del tutto la volumetria concessa dalle norme di PRG. Come possiamo avvalerci, quindi, del Piano Casa? Nel presentare un nuovo progetto, è possibile calcolare l’incremento di volumetria ammesso dal Piano Casa (20%della volumetria esistente per un max di 70 mq.di ampliamento), rispetto al volume realizzato e non rispetto a quello ipotetico che si sarebbe potuto realizzare. La normativa però ci consente di sommare a tale incremento il residuo di cubatura che non si è realizzato in fase di costruzione.

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Così facendo, quindi, abbiamo la possibilità di realizzare maggiore superficie, sempre rispettando le normative vigenti riguardo a distacchi dai confini, da strade ecc.

Un altro caso che potrebbe capitare spesso è quello di utilizzare l’incremento di volumetria, e quindi di superficie, in un Condominio. Nello specifico la superficie d’ampliamento permessa dovrà essere divisa tra gli appartamenti in base alle ripartizioni millesimali. In questo caso ci sarà bisogno di un progetto unitario che interesserà tutta la facciata dell’edificio oggetto dell’intervento. Importante sapere che per progetto unitario si intende anche la sola volontà “unitaria” dell’intero condominio di far eseguire i lavori anche ad un solo condomino, ciò non comporta comunque agli altri di non poter realizzare il proprio intervento. Si avrà tempo fino al 2015 scadenza della possibilità di attuare la legge. Nell’augurarvi buone ferie vi saluto e vi do appuntamento alla prossima rubrica di Settembre.



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Cambiare con stile: par È giunta l'ora di mutare? Scegli Quando è stata l'ultima volta che hai cambiato stile di capelli? Per alcune persone i cambiamenti drastici nel taglio, colore e piega dei capelli avvengono regolarmente. Per altre invece passano anni ed anni. In ogni caso, anche se vuoi mantenere la tua pettinatura attuale, è importante fare almeno qualche ritocco per mantenere viva la capigliatura. Se invece da molto tempo ormai hai lo stesso stile e senti che non ti rispecchia più, chiedi consiglio al tuo parrucchiere e troverai la pettinatura ed il taglio più adatti al tuo look, alla tua personalità e al tuo stile di vita. Di seguito ti suggeriamo tagli netti per cambiare completamente ma anche semplici accorgimenti da adottare facilmente per trasformarsi per una sola serata!

Parola d’ordine: corto! Per le affezionate del corto ci sono tantissime novità in arrivo dai saloni: il taglio diventa versatile, bon ton per il giorno e stravagante per la sera. Simmetrie che creano contrasti forti, look spettinati oppure rigorosi e composti. Volumi, styling nuovi e un movimento iper-femminile. Il taglio corto è un vero e proprio stile di vita: spettinato e sbarazzino oppure rigoroso e composto, mette sempre in primo piano il viso, lo sguardo, ed è la soluzione migliore per chi non ama styling impegantivi che richiedono troppo tempo.

Capelli raccolti I capelli raccolti sono una delle opzioni a cui spesso ricorriamo quando le nostre chiome non sono proprio al massimo della loro bellezza. Ma sono anche un ottimo modo per avere un'acconciatura diversa in maniera rapida e veloce e che spesso viene scelta per serate eleganti o eventi importanti. Che siano legati stretti, in maniera casuale o con una treccia... quale look è più adatto a te?

Versatili e spu “pettinare” i r

Il riccio è un capello particolare, vivace, allegr

Avanti con le trecce! Non piacevano solo a Battisti, ora sono in pieno revival! Belle, semplici e sexi, raccogliere i capelli in trecce è uno stile molto in voga durante l'estate: un classico che muta continuamente e non passa di moda. Da quelle semplici a quelle più sofisticate, se raccolte in chignon creano uno stile sofisticato ed elegante!

Capelli… a colori!

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A proposito di tinte e colori il trend parla chiaro: via libera a tutta la gamma dell’arcobaleno! Incredibile ma vero, quest’anno vanno di moda i colori più pazzi e brillanti che vi possiate “mettere in testa”: dal rosa, al viola, passando per l’inedito verde e il sempre stupefacente blu. Da sfoggiare non come tinta unica, ma magari solo per creare dei giochi cromatici e del movimento, per dare personalità alla capigliatura creando effetti bi e tri color assolutamente originali.


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rti dalla testa!!! i taglio, colore e look per i tuoi capelli Il biondo è iper femminile! Nuance tradizionali, tonalità e tecniche nuove, giochi di contrasti..ce n'è per tutti i gusti e per tutte le teste! Prendi ispirazione, gioca con la fantasia e con i tuoi capelli. Ognuna di noi ha il suo colore ad hoc: chi naturale, chi risultato di estenuanti sedute dal parrucchiere; c'è chi lo vede come un mezzo espressivo, di comunicazione, una spia del proprio carattere, chi lo vede come un accessorio con il quale giocare e chi invece ne vede solo la pura utilità e lo usa per coprire l'età che avanza, accompagnata da vistosi capelli bianchi. Lucente, dorato e iper femminile il biondo torna di gran moda! Per le più sbarazzine è stato proposto un biondo caldissimo condito da colpi di sole a tratti più freddi e a tratti ramati.

umeggianti: ricci!

ro ma spesso difficile da domare, che richiede una frequente manutenzione. Dai saloni e dai red carpet arrivano i nuovi trend: suggestioni afro per le più eccentriche, volumi decisi o, al contrario, completamente domati. Ciocche che mixano onde e ricci più decisi, acconciature innovative e giochi di colore. E ancora, c'è il mosso stile treccia appena slegata, il riccio afro increspato oppure il boccolo iper definito.

Portare la frangia! La frangia evolve, cambia, ma non passa mai completamente di moda: diventa più folta, poi si accorcia, si pettina di lato, cade sugli occhi... Gioca con la tua frangia per cambiare stile! Smettiamola di credere che la frangia non stia bene a tutte: esistono talmente tanti tipi di frange, che è possibile trovarne uno per ogni forma di viso. Ogni taglio può avere una frangia, anche quelli molto corti. L’importante è tener conto del tipo di capelli!

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Libri sotto l'ombrellone

Sotto l’ombrellone è un accessorio che non passa mai di moda Care amiche e amici di NONSOLOROSA, come negli scorsi anni eccoci qua a consigliarvi il compagno migliore da portare con voi sotto l'ombrellone: discreto, fedele, che vi fa sognare e non vi delude mai. Non stiamo parlando del principe azzurro, o della donna ideale, ma di un buon libro: una compagnia emozionante ed economica a cui potrete finalmente dedicarvi come vorrete, dopo un inverno passato di corsa e una primavera altrettanto stancante. Le novità del panorama editoriale sono molte e per tutti i gusti: come sempre cercheremo di darvi consigli per ogni tipologia di lettore. Consigliatissima sempre la capatina in libreria prima della partenza: fra gli scaffali gremiti di libri di una buona libreria siamo pronti a scommettere che troverete quello che fa per voi! In apertura non possiamo che consigliarvi il libro evento dell'anno: "50 sfumature di grigio", primo libro della trilogia erotica della "mummy porn" britannica E.L. James (pseudonimo di Erika Leonard). Vi avvertiamo subito che il libro, diventato un best seller in tutto il mondo e ispiratore di un film di prossima uscita, parla di sesso estremo e di sadomasochismo: non è adatto insomma per chi cerca una storia d'amore tradizionale e romantica. Il grande successo del libro, a quanto si legge sulla nutrita community web creata dai lettori, risiede nella sua capacità di risvegliare le fantasie e la passione nelle casalinghe ingrigite dalla vita domestica.

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Che possiamo dire? Provate, poi fateci sapere! Di tutt'altro genere il commovente "Se ti abbraccio non avere paura", di Fulvio

Ervas, il resoconto del viaggio fra America e Amazzonia di un ragazzo autistico di nome Andrea e di suo padre Antonello. Nel libro si tocca con mano la voglia di gridare al mondo che l'autismo non è una condanna, che chi ama trova sempre il modo per comunicare con l'altro, anche quando sembra impossibile. Antonello ci invita a comprendere il bellissimo mondo di Andrea, che è un adolescente grande e grosso che per comunicare le sue emozioni abbraccia tutti, e ci raccomanda di non avere paura. Non solo di Andrea, ma anche di tutti quelli che, in un modo o nell'altro, sono diversi da noi. Concludiamo la nostra triade di consigli con un nuovo classico della letteratura fantasy: non è nuovo perchè di recente uscita (la prima edizione è del 1996), ma perchè è recentemente salito agli onori delle cronache grazie alla fortunata serie tv omonima, "Il trono di spade", andata

in onda sulla rete americana HBO e su Sky Cinema. Per chi ama le saghe di maghi, druidi, folletti e lotte per il potere, questo è il libro perfetto: potete iniziare con "Il trono di spade", primo volume della saga "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", e con "Il grande inverno", entrambe editi da Mondadori. Se il colpo di fulmine scocca, pregate che l'autore R.R Martins non abbia esaurito la sua fantasia! Prima di augurarvi buone vacanze, un altro piccolo consiglio: se nella borsa da spiaggia avete poco spazio per un libro voluminoso, potete provare l'ultima novità tecnologica in fatto di ebook. Parliamo del Kindle, lettore di libri elettronici unico al mondo per praticità, funzionalità e dimensioni (appena 9 millimetri di spessore per 310 g di peso): la sua peculiarità è il tipo particolare di schermo, che non affatica gli occhi come capita con quelli dei pc. La tecnologia aiuta anche i più pigri: avanti! Un'estate meravigliosa vi aspetta.... Francesca Di Belardino


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Il preside Venditti torna a pubblicare un romanzo

“Il Bandito della Regina”

Il prof. Antonio Venditti, per tutti a Velletri “il Preside Venditti”, dopo le precedenti tre pubblicazioni di prestigiose terne di poesie, torna ora a pubblicare un romanzo: “Il Bandito della Regina”. Lo fa con la sua consueta umiltà e in sordina, quasi si trattasse di poca cosa, ma così non è! Il libro esce impreziosito dell’apporto grafico del maestro Agostino De Romanis che ne ha curato la copertina a colori e “decorato” l’interno con bellissime stampe. Anche questa volta, come per le precedenti pubblicazioni, il ricavato delle vendite sarà devoluto all’associazione benefica “Velletri per il Mali” della quale è presidente il prof. Pier Luigi Starace che tanto si adopera per portare aiuti concreti a quelle popolazioni meno fortunate. Il romanzo è decisamente da riferire a quello storico e lo stile narrativo dell’autore è di quelli che prende. Le parti descrittive, quelle narrative e i dialoghi dei personaggi sono equilibratamente dosati e gli uni supportano e chiariscono i motivi presenti negli altri: il risultato è una efficace scrittura che consente una deliziosa lettura. Il racconto è quello del brigante Vincenzo Vendetta, detto “Cencio” che calcò la scena della vita cittadina nella prima metà dell’ottocento, preludio della stagione risorgimentale in Italia. Velletri allora era una legazione dello stato pontificio. Particolarmente godibile, nella parte iniziale del libro, è l’affresco che con il concerto di parole usate come pennellate a tinte tenui e decise, dipingono l’ambiente del territorio della Velletri del tempo con le sue vigne, gli orti, i fossi, le sorgenti, i boschi, gli spiazzi erbosi che fanno da palcoscenico e scenografia alla semplice ma affascinante vita degli abitanti. Protagonista assoluto in questa dimensione è Cencio durante l’età della fanciullezza, che però viene turbata da un incidente di percorso che segnerà per sempre il suo destino. Di Cencio, ritrae un profilo di uomo emblematico, ma allo stesso tempo semplice, comune e straordinario, sprovveduto ma anche scaltro, titubante e risoluto… un uomo come tanti, ma come pochi coraggioso e geloso della sua e dell’altrui dignità. Cencio diviene “bandito”, ma mai criminale, per questo è costretto ad una vita isolata, in contumacia, lontano dagli affetti e dalla società “civile”. Quando non vive questa condizione è recluso in galera, quindi sempre isolato. L’autore pare lo voglia vedere come un contemplativo laico, ma non troppo! La scelta di vivere da brigante, poi, non trova giustificazione nella mania di protagonismo, né nella mitomania e neppure nella cupidigia o avidità di denaro, piuttosto egli sembra avere scelto di sacrificarsi per il bene delle persone che ama, verso le quali è sempre premuroso e generoso. Ne esce un profilo di veliterno Roobin Hood animato da sentimenti filantropici piuttosto che disegni criminali. Cencio sa leggere, scrivere e possiede una buona loquela che gli consente di trattare alla pari con chi pari non è sia per condizione sociale, sia per il

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modo di vedere il mondo. Un uomo che sa amare; che si sforza di avere fiducia nei simili e fede nell’onnipotente, ma ciononostante delinque! Per non essere calpestato? Per istinto di sopravvivenza? Per tentare di ristabilire un principio di equità violato? Chissa! Vero è, che Cencio amava visceralmente la libertà e tutto quello che ad essa alludeva: gli animali selvatici, l’aria aperta, gli spazi sconfinati, le relazioni non vincolanti. Per tutto questo aveva però, paradossalmente dovuto rinunciare alla libertà civile, quella di cittadino, e per riavere questa, progetta una messinscena che ha del geniale ma anche dell’ingenuo a cui lo spinge la disperazione e il sentimento di amore verso i suoi cari che vorrebbe liberi insieme a lui. La scelta di portare avanti tale strategia segnerà l’epilogo della vita avventurosa di Cencio Vendetta un uomo che il nostro autore, Antonio Venditti, vuole mondato dai suoi peccati per il solo gesto di avere avuto fede nella potenza divina e nella benevolenza materna della Madonna delle Grazie, cui si rivolge come figlio assetato di amore, comprensione e Giustizia… divina! Nella parte finale, Venditti relaziona sull’accurata analisi delle carte processuali riguardanti il bandito dalle quali non emergono prove probanti del suo coinvolgimento nel delitto del maresciallo Antonio Generali. Di tutte le “birbonerie” questa rappresenta certamente la più sacrilega, Il brigante, si è macchiato sì, della colpa di aver combattuto l’arroganza e la prepotenza con le medesime armi, al punto di riuscire a entrare a far parte del “sistema” auto eleggendosi parte attiva del malaffare e per questo pretendente l’immunità o l’impunità, ma forse a tanto non dovrà essersi spinto. La volontà persecutoria degli inquirenti e della magistratura sembra dettata più da motivi di opportunità a conservare un ordine pubblico incentrato sulla necessità del rispetto dell’autorità per non ridurre le opportunità di agio della classe sociale dominante. Venditti anche in questa occasione non ha mancato di rivelare il suo animo profondo di educatore, attento più alla persona che alle sue gesta, all’animo profondo che muove gli esseri umani, pronto non a giustificare ma a comprendere, a cercare una spiegazione logica, plausibile, razionale ai comportamenti che spesso celano i veri intenti. Solo chi ha la chiave di volta giusta riesce a decifrare con serenità gli altri, e questa chiave è la Pietas, è lo sguardo interiore che riesce a trovare in ognuno un riflesso di quel Dio che è Amore! Il libro è in vendita presso la libreria “Numero 6” in via Croce, gestita dal noto Roberto Zaccagnini. Giovanni Abruzzese


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Dal Convegno su “ un fisco più equo”, organizzato da Mauro Leoni in nome e per conto dell’associazione di categoria che riunisce i piccoli e medi imprenditori della città di Velletri, viene lanciata con forza la proposta di razionalizzazione, semplificazione e ragionevolezza di un fisco sempre più vorace e repressivo. I dati sciorinati dal Presidente della Confesercenti, dott. Valter Giammaria, sono agghiaccianti: mentre al nord resistono (sopravvivendo), arrancano le realtà del Centro-Sud, il comparto manifatturiero (soprattutto l’artigianato) e il commercio. In calo produzione/domanda (-0,3%) e fatturato (-0,3%). L’occupazione risulta in flessione di punti percentuali a cifre non decimali. Netto calo degli ordini e inadeguate strutture per facilitare l’export completano un quadro sconfortante.

col passare dei giorni, oltre il 30% delle imprese è a rischio fallimento, le banche hanno chiuso i rubinetti del credito, lo Stato non paga i propri fornitori mentre pretende che gli imprenditori paghino i loro. “Stiamo vivendo un dramma economico e sociale pari a quello che attraversammo negli anni ‘95 e ‘96, quando la crisi maturata nel ‘92 consegnò i piccoli imprenditori nelle mani degli usurai. Oggi, come allora, stiamo vivendo lo stesso dramma”. Ovviamente gli imprenditori non stanno con le mani in mano e si sono già organizzati per rispondere adeguatamente alla crisi globale che ci sta investendo. Dal convegno sono però emersi due dati preoccupanti che rendono difficile la ripresa ed anzi la ostacolano: la totale indifferenza dei politici e la schiavitù fiscale cui

sante richiesta delle piccole e medie imprese “soprattutto in questo momento di crisi economica e calo dei consumi. Ad aprile, dai dati diffusi dall’ISTAT, i consumi delle famiglie italiane risultavano soffocati da una crisi economica troppo lunga e da una pressione fiscale ormai insopportabile. Per evitare che questo “periodo nero” dei consumi si tramuti in notte fonda è necessario un pacchetto di interventi urgenti e strutturali per ridare fiato ai redditi delle famiglie e alle imprese”. Cominciamo, dunque, dal fisco: una struttura che incombe sullo sviluppo con la sua congerie di norme, la sua voracità, il suo atteggiamento vessatorio ed iniquo. Il dottor Marino Gabellini, responsabile delle Politiche Fiscali e Tributarie della Confesercenti Nazionale, nel panel dei relatori, nella sua dettagliata ed esaustiva di-

Le 10 regole d’oro per un fisco più equo e per una crescita del Paese reale

Le imprese, piccole e medie, volàno dello sviluppo del paese Italia, chiedono di essere ascoltate e propongono alcune regole essenziali affinché il fisco non diventi una pastoia per le imprese e per la crescita. “La crisi ha raggiunto un apice eclatante, è l’avvertimento di Giammaria, i consumi sono precipitati, la situazione debitoria contratta dagli imprenditori si moltiplica

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sono sottoposti imprese ed individui in Italia. Mauro Leoni, l’animatore di questo Convegno, ha sottolineato l’ineludibile e pres-

samina ha prima individuato le criticità di un sistema fiscale “eccessivo, complicato e vessatorio, oltre che iniquo”: a) nell’ammontare complessivo delle imposte (IRPEF, IRES e IRAP), complicato dal sovrapporsi dei tributi locali a quelli erariali; b) negli insostenibili aumenti dell’IVA, presente e futura (!); c) nell’aumento ingiustificato dei contributi previdenziali, che vedono l’INPS in perfetto bilancio e l’INAIL addirittura in attivo per oltre 10 miliardi di euro , a fronte di un saldo negativo per le imprese negli ultimi tre anni di 250 mila euro. A rendere complicato, invece, il fisco, continua Gabellini, ci pensano le centinaia e centinaia di interventi legislativi nella materia fiscale: non solo dunque l’istituzione di veri e propri “balzelli” (il “bestiario” della Confesercenti ne ha contati più di cento), ma una legislazione complessa e farraginosa che si rovescia sul contribuente con più di 500 interventi legislativi in materia fiscale nella sola attuale legislatura. Senza


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contare gli innumerevoli adempimenti fiscali che si traducono in oltre 700 scadenze fiscali l’anno. L’incidenza dei costi su tale farraginosa struttura fiscale è intuibile. Si calcola che i costi amministrativi siano pari, in Italia, al 4,6 % del PIL, ossia circa 70 miliardi di euro! C’è, sicuramente, di che preoccuparsi. Infine, non si è potuto fare a meno di sottolineare la disparità di trattamento a favore delle grandi imprese, le quali hanno goduto anche della depenalizzazione dell’ “abuso di diritto”, la vecchia “elusione fiscale”, che ha permesso ai grandi gruppi, di approfittare delle lacune del sistema normativo tributario per accumulare profitti miliardari mettendoli nella favorevole condizione di “transare” miliardi di debito fiscale, regalando allo Stato solo briciole, mentre i piccoli imprenditori sono stroncati da sanzioni “abnormi a fronte di irregolarità minime”. Tra i primi interventi, va annoverata la proposta, risolutiva di situazioni paradossali, dagli effetti devastanti per le aziende, dell’introduzione dell’ “IVA di Cassa”, peraltro, in recepimento di una direttiva comunitaria del 2010 (siamo l’unico paese che si ostina a imporre il criterio della competenza), che permetterebbe di versare l’IVA esclusivamente a seguito dell’avvenuto pagamento della fattura e non come adesso, dove le aziende sono costrette a versare l’IVA, spesso per cifre enormi, senza essere stati pagati, magari dalla cronica ritardataria Pubblica Amministrazione. L’IVA di competenza, in realtà, obbliga ad esborsi “impossibili” costringendo, spesso, l’imprenditore alla chiusura dell’attività, proprio a causa di un debito lievitato enormemente per via delle sanzioni, pesantissime, nonostante la palese incolpevolezza. Alle “abnormi” sanzioni vanno poi aggiunti gli interessi, che arrivano a livelli usurai, e … gli aggi di riscossione (proprio così: lo Stato – Esattore al momento di ricevere i soldi pretende anche l’aggio. Sarebbe come se, ogni volta che vai a comprare il pane al negozio di alimentari, la cassiera ti chiedesse una percentuale sul costo del pane, come diritto di “esazione”! È vero, sono cose paradossali (e molto spiacevoli), tanto da far urlare al delitto, che non dovrebbero avere diritto di cittadinanza in una nazione che pretende di essere la patria del diritto. Purtroppo, invece, assistiamo, ogni giorno, impotenti, all’assassinio continuato delle più elementari regole di logica e ragionevolezza, prima che del diritto. Questo è solo uno

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degli esempi di come si strozza la libera impresa attraverso un fisco cieco e terroristico. Assieme a questa, imprescindibile, proposta, è stata chiesta con forza la reintroduzione del regime semplificato dei minimi, con la sola imposta sostitutiva del 20% di Imposta sul Reddito e l’esenzione dall’IRAP, sistema di immediato respiro per le imprese, che altrimenti rischiano di essere soffocate. Partendo da questi presupposti, sono comunque necessari altri e precisi interventi sulla fiscalità delle imprese ( e non solo). Questo, dunque, il decalogo stilato dall’Ufficio delle Politiche Fiscali e Tributarie della Confesercenti . 1. (in primis) riduzione consistente della sanzione, in caso di mancato pagamento di quanto dichiarato ed esposto in dichiarazione, dei vari tributi (caso molto frequente, specie quando il tuo cliente, nei confronti del quale hai dovuto emettere fattura, dichiarandola, non ti ha pagato); 2. Abbattimento immediato dell’aggio di riscossione di Equitalia (vivaddio!); 3. Unificazione ( e riduzione) dei tassi di interessi (che assommati alle sanzioni costituiscono un carico insopportabile); 4. Eliminazione delle notifiche delle cartelle pazze (per ottenere questo risultato, tuttavia, riteniamo che debba in realtà cambiare la stessa mentalità dell’esattore che spesso procede in modo approssimativo e cinico); 5. Parificazione dei criteri di rateizzazione degli avvisi bonari e delle cartelle esattoriali (ma soprattutto, aggiungiamo noi, parificazione del periodo di rateizzazione a quello bancario. Un mutuo bancario, in-

fatti, può essere restituito, non già in un massimo di cinque anni, ma in 10, 15, 20 o anche trent’anni, in dipendenza della somma dovuta, dando respiro all’impresa ed evitando un fallimento certo); 6. Divieto di iscrizione ipotecaria e conseguente pignoramento sui beni aziendali (un metodo, questo, usato da Equitalia, non solo a rischio del blocco dell’attività dell’azienda ma, spesso, usato con intento terroristico. Lo stesso dicasi per il Fermo Amministrativo del mezzo di trasporto della ditta); 7. Preventivo tentativo di conciliazione con il debitore per iscrizioni ipotecarie e Fermo Amministrativo; 8. Eliminazione di interessi di mora su sanzioni iscritte a ruolo (finora si è assistito, in questo campo ad un vero scempio del diritto); 9. Sospensione della riscossione delle maggiori imposte accertate sino (almeno) alla sentenza della Commissione Tributaria Provinciale (così da eliminare , la incostituzionale, quanto odiosa, regola del “solve et repete”); 10. Certezza dei termini di iscrizione a ruolo e dell’effettiva notifica della Cartella (e aggiungiamo, sommessamente, chiarezza e effettiva motivazione della cartella). L’appello degli imprenditori si può riassumere con le parole di Gabellini: “è giunto il tempo di dare risposte concrete alle esigenze delle (piccole) imprese”. Non resta che sperare, per la crescita, non solo delle imprese ma anche della società, che i politici raccolgano l’invito traducendo il decalogo in atti legislativi concreti. Avv. Ascenzio La Rocca

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Una storia di qualità ed eccellenza

E' UN DIPENDENTE DEL GRUPPO DESERTI IL PRIMO MASTRO FORMAGGIAIO D'ITALIA Questo mese vogliamo far conoscere agli amici di NONSOLOROSA un'eccellenza tutta nostrana: lo faremo raccontandovi la storia di un dipendente del Gruppo Deserti – affiliato Carrefour – che dal suo banco della gastronomia, presso il punto vendita di Cisterna, ha fatto parlare di sé fin a Vallo di Nera, nei pressi di Spoleto, considerato uno dei comuni più belli d'Italia. Massimo Pontecorvi, questo è il suo nome, è dipendente del Gruppo Deserti da 8 anni, e da 4 è responsabile del reparto gastronomia: grazie ad una intuizione del direttore commerciale Tiziano Zarra, e alla sua indiscussa bravura, è diventato il primo Mastro Formaggiaio d'Italia. Massimo si è aggiudicato questo titolo partecipando alla competizione organizzata dall'Università dei Sapori di Perugia, un'associazione che si prefigge di creare, sviluppare e diffondere competenze, professionalità e cultura dell’alimentazione in Italia e nel Mondo. Ci siamo fatti raccontare da Massimo le fasi più importanti di questa gara, che si è svolta il 10 giugno a Vallo di Nera: i 32 partecipanti, rappresentanti delle principali catene distributive della GDO italiana (Conad, Sma Sympli, Carrefour, Billa Rewe, Tigross, Gabrielli), si sono affrontati prima in un girone di qualificazione, che ha previsto prove di taglio del formaggio e di scelta dei coltelli e ha ridotto gli aspiranti "mastro formaggiai" a 8. Poi nella fase finale Massimo si è imposto grazie sia alla sua culMassimo Pontecorvi tura nel settore, con un questionario specifico sulla categoria merceologica, sia al suo estro creativo. Nell'ultima prova, infatti, è stato chiesto ai partecipanti di realizzare un piatto creativo combinando formaggi, vini, frutta di stagione, ortaggi, composte e miele. In questa prova Massimo ha dato il meglio di sé realizzando un piatto chiamato "formaggi a tutte le ore", che rappresentava il quadrante di un orologio diviso in 4 ed accompagnava lo spettatore in un delizioso viaggio attraverso le ore del giorno, scandite da formaggi ed altre golosità adatte all'orario e all'occasione. Un mix irresistibile fra bontà, competenza e creatività che si è guadagnato il giusto riconoscimento e che, ci dice Massimo, "realizza la tensione alla qualità che mettiamo in pratica tutti i giorni". Massimo Pontecorvi con la sua vittoria ha reso orgoglioso tutto il Gruppo Deserti, i suoi colleghi ed i suoi clienti, portando anche il nome di Velletri in alto in Italia: da oggi in poi tutti coloro che si faranno servire presso il suo banco gastronomia sapranno che possono affidarsi con fiducia ai suoi consigli. E' o non è il primo Mastro Formaggiaio d'Italia?



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Gli aspetti benefici delle arti marziali

Il Kung Fu ed il TaiJiquan

La salute e il benessere sono temi che stanno a cuore alla popolazione, e la gente è sempre più consapevole della necessità di mantenersi in forma. I chili di troppo, lo stress accumulato durante la giornata o semplicemente il desiderio di un fisico più tonico sono le ragioni più frequenti che avvicinano le persone a struttere che possano venire incontro a tali richieste. E mentre un tempo tenersi in forma e frequentare una palestra era considerato un capriccio, oggi, è uno stile di vita, divenuto parte della nostra cultura. Ma molto spesso la ricerca di questi luoghi non mira solo a ritemprare il fisico bensì a cercare di ritrovare un equilibrio fisico e psichico che aiuti a far scorrere l'energia che è all'interno del nostro corpo e alla quale spesso non viene data la giusta importanza. Proprio per questo scopo nasce l'idea di aprire una vera e propria Scuola che possa far convogliare al suo interno discipline e corsi che mirano a rimettere in forma corpo e mente. Grazie all'incontro di due persone che hanno messo insieme sogni e desideri nascosti aprirà a breve a Velletri una Scuola Tradizionale di Arti Marziali Cinesi dove sarà possibile studiare gli aspetti principali: l'Hung Kuen Kung Fu derivante dallo Shaolin del Sud ed il Tai Chi Chuan nello stile Yang e nello stile Chen. Il Kung Fu è si un 'Arte Marziale ma la parola stessa significa "lavoro duro" e quindi va' a toccare ogni qualsiasi cosa si voglia fare con decisione, passione e dedizione. La Scuola metterà in evidenza lo studio sul lavoro di pratica fisica e di pratica mentale senza tralasciare esercizi di ginnastica medica Cinese che vanno a lavorare sul corretto scorrere dell'energia vitale all'interno del corpo. Verranno insegnate le forme tradizionali a mano nuda e con le armi che non sono altro che un insieme di movimenti legati tra

loro dove si celano applicazioni marziali vere e proprie. Qualche volta sarà capitato di vedere nei parchi gruppi di persone che si muovono lentamente in sincronia ed il più delle volte si rimane incuriositi nel cercare di capire cosa fanno....praticano Tai Chi Chuan! Lo scopo di muoversi così lenti è solo per rendere più familiari e chiari i movimenti per comprenderne l'energia e farla fluire nel modo più corretto all'interno del proprio corpo, per questo il Taijiquan può essere praticato a qualunque età ed in qualunque momento della giornata. Sviluppa e potenzia l'energia interna, il Qi, favorendone una corretta circolazione, ripristinando un corretto funzionamento dell'organismo e creando un'armonia fra mente e corpo. Questo perché agisce con la sinergia di tre importanti elementi: assoluta calma della mente attraverso la concentrazione. Lenta e continua esecuzione dei movimenti circolari dell'esercizio principale ed in uno stato di totale decontrazione muscolare. Respirazione addominale associata ai movimenti del corpo. Per un riequilibrio energetico del corpo e proprio per cercare di ritrovare la giusta pace interiore e sentire riaffiorare benessere, calma e lucidità mentale saranno attivi corsi di Yoga dove attraverso un complesso di pratiche ascetiche indiane si cercherà di sottomettere il corpo alla volontà dello spirito; trattamenti Shiatsu che consistono nel massaggiare con la punta delle dita particolari punti del corpo per riequilibrare l'energia corporea; trattamenti Reiki, ossia una pratica spirituale usata come forma terapeutica alternativa per il trattamento di malanni fisici, emozionali e mentali; sedute collettive di ginnastica dolce e trattamenti individuali differenziati per una rieducazione posturale. Tutto il personale nutre un amore smisurato ed una passione incontrastata per il proprio lavoro, la voglia di far sentire le persone a loro agio sarà il primo degli scopi della Scuola che non sarà più solo un luogo dove fare attività fisica, ma una via di fuga dalle pressioni della vita quotidiana. Serena Masi



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Natuzza Evolo Una “mistica” italiana Per certi versi, le vicende terrene di Eusapia Palladino, la protagonista del Caleidoscopio di giugno, e Natuzza Evolo presentano molte analogie. Prima fra tutte, la “sfortuna” di essere nate entrambe in quel meridione d’Italia che, nonostante lo scorrere del tempo (fra le date di nascita delle due c’è una differenza di settant’anni), è sempre lo stesso, avvilito dalle sue solite piaghe: miseria, ignoranza, superstizione, emigrazione. Natuzza nasce a Mileto, Calabria, nel 1924. Mentre si prepara la demagogica celebrazione di un’Italia faro di civiltà e progresso, Natuzza non conoscerà mai il padre che, pochi mesi prima della sua nascita, nella speranza di poter assicurare un sostegno economico alla sua sempre più numerosa famiglia, era emigrato in Argentina ma poi non si farà più vedere. La madre si adatta ai lavori più umili per sfamare i figli e presto, guarda caso!, la sua condotta diviene particolarmente “chiacchierata”. I figli sono destinati al lavoro precoce e all’ignoranza. Natuzza, per ironia della sorte diminutivo di Fortunata, a 14 anni praticamente analfabeta, trova lavoro come domestica presso una famiglia abbiente. E’ laboriosa e affidabile ma comincia a parlare con le anime dei defunti e questo provoca sicuramente una certa inquietudine e

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incomprensione nella casa che la ospita, e non solo. Così nel 1941, quando il faro italico comincia a vacillare pericolosamente prima di spegnersi nella sciagura, la giovane decide di lasciare il lavoro e di entrare in convento ma è sconsigliata da tutti, soprattutto dalla madre, che intanto gli ha combinato un matrimonio per procura con un giovane falegname amico di famiglia che è soldato in uno dei fronti della “sfortunata guerra”. Matrimonio a distanza che è celebrato con rito civile il 14 agosto del 1943. Il falegname torna e la coppia avrà cinque figli e vivrà una vita apparentemente normale. Fin qui, in fondo, una storia uguale a tantissime se non fosse che nel frattempo Natuzza ha regolari colloqui con Gesù Cristo, ricorrenti visioni della Madonna, contatti strettissimi con angeli, santi e defunti di ogni ordine e classe. Ha momenti di estasi, arrivano anche le stimmate e, quello che spesso interessa più direttamente i più, ha il dono dell’illuminazione diagnostica, vale a dire che può diagnosticare malattie e suggerirne la cura. Mantiene, naturalmente, uno strettissimo contatto diretto con i defunti. Nel secondo dopoguerra l’Italia, dopo la veloce ricostruzione, si avvia verso quello che venne chiamato il “miracolo economico”. Dapprima con lambrette e vespe, poi con seicento, millecento e giuliette, quando non con i pittoreschi torpedoni, un numerosissimo ed eterogeneo popolo di bisognosi si reca presso la modesta abitazione della “mistica” per chiedere miracoli d’ogni genere. E non solo dall’Italia. Dall’improvvisazione, progressivamente si passa all’impresa: dal 1987 una Fondazione da lei voluta, dovrà inglobare un santuario mariano, centri di assistenza medica, centri per giovani, anziani, disabili. Il tutto ricorda la storia di padre Pio. Natuzza Evolo muore, a causa di un blocco renale, il primo novembre 2009, nel centro anziani della sua Fondazione. Come per il caso di Eusapia Palladino, anche se con motivazioni e modalità diverse, anche per Natuzza e le sue facoltà sovrannaturali sono state istituite Commissioni speciali, ecclesiastiche e laiche (prima fra tutte quella che ora si chiama CICAP). Con l’unico risultato, è il parere di chi scrive, che un miracolo c’è sicuramente stato: un’altra donna del nostro Sud è riuscita a sfuggire da un desolante orizzonte di anonima miseria per costruire una sua originalissima storia. Paolo Maola



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L’arte Enogastronomica

Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it

GA

R SPAR E P S RE, GASPARE, GA

Sono alcuni termini dialettali che definiscono, a Velletri, un particolare tipo di Baccalà.

Ma da dove viene?

Canada del nord est. Dove il fiume San Lorenzo incontra l'oceano, una penisola si estende verso l’Atlantico quasi ad incontrare l’isola di Terranova. E’ qui che si trova Gaspè, che nella lingua autoctona dei pellerossa Mic Mac vuol dire “Fine della terra” e che dà il nome a tutta la penisola, “ La Gaspesie”. Questa piccola città, insieme ai villaggi vicini come Percé, è nota per la pesca e la trasformazione del merluzzo. Nei secoli scorsi era così facile pescare il merluzzo della specie “gadus morhua” - che veniva in enorme quantità su questo grande banco a nutrirsi e a riprodursi (ogni femmina depone 3milioni di uova) - che addirittura si poteva prendere con le mani. Nel 1767 fu fondato il primo stabilimento di pesca e di trasformazione, ma solo nella seconda metà del 1800 ebbe un grande sviluppo il commercio verso l'Europa del prodotto finito. Il baccalà, ricco di minerali quali sodio, potassio, calcio, fosforo, magnesio e selenio, con un buon tenore di proteine, pochi grassi e per di più insaturi (quelli che fanno bene), con 95Kcal per 100 g, era un prodotto a basso costo che si poteva mantenere a lungo e che a lungo manteneva le proprietà dietetiche. Del merluzzo si utilizzava inoltre tutto (era un po' il maiale del mare): dalla lingua, vera prelibatezza, al fegato (l'olio di fegato di merluzzo è ricco di vitamine), alla pelle fritta e spalmata di burro che è stata la merenda preferita dai bambini Islandesi, allo stomaco che in molti Paesi viene utilizzato per preparare insaccati di pesce. Ora che i banchi di pesca nell'Atlantico si sono esauriti per variazioni climatiche e sfruttamento incontrollato da parte dell'uomo, il baccalà da piatto che dava sostentamento ai poveri è diventato un piatto da ricchi. Oggi tutto il merluzzo che viene lavorato nella regione della Gaspesie è di una specie meno pre-

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giata proveniente dall'Oceano Pacifico. Appena pescato viene eviscerato, decapitato e surgelato.Ma il metodo di trasformazione, unico nel suo genere, è rimasto lo stesso da sempre. Una volta arrivato allo stabilimento di lavorazione viene aperto, salato ed essiccato al sole (altri tipi di baccalà vengono disidratati solo con la salatura). Ci sono due tipi di salatura: una più leggera in cui il sale viene messo solo al centro del merluzzo aperto, nel qual caso il baccalà ottenuto si chiamerà “Gaspé cured” e l’altra in cui il sale viene sparso su tutto il pesce. Il tempo di salatura va da 3 giorni per la pezzatura piccola a 4 per la media fino a 6 per la grande. Il tempo di essiccazione al sole varia tra 15 e 21 giorni, solo qualche ora al giorno quando la temperatura è compresa tra 18 e 23 ° per potere mantenere, ad essiccazione completata, un tasso di umidità intorno al 42% per il “Gaspé cured” destinato al mercato europeo, intorno al 48% per il mercato americano. I maggiori importatori sono Italia e Portogallo. Una volta pronto “la morue” (cosi viene chiamato il merluzzo in Francia e nel Canada francofono) viene classificato per taglia e qualità e messo in commercio.



Gossip estivo

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FRA MATRIMONI, DIVORZI E IL DUBBIO DELL'ESTATE...

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E' un’estate torrida, ve ne sarete accorti tutti: le temperature toccano i 40 gradi e neanche il mare, spesso, basta per refrigerarsi. Ci vorrebbe una doccia fredda, come quella che ha colpito in piena testa la povera Raffaella Fico: la showgirl (vi ricordate di lei vero? E' quella che voleva vendere la sua verginità per 1 milione di euro) ha dichiarato ai giornali di essere incinta di Mario Balotelli, con cui ha avuto una storia lunga e travagliata, raccontando anche che lui ne è felicissimo e che la ama da impazzire. Peccato però che Super Mario, con un'impennata di stile, le abbia chiesto a mezzo stampa un test del DNA per stabilire la paternità del bambino.

Meno male che il romanticismo non è del tutto morto, neanche fra i nostri amici VIP: il giovane Stefano De Martino, ex fidanzato di Emma Marrone, pubblica su Facebook alcuni suoi scatti decisamente sexy, intitolando l'album "le foto della mia bimba". Di quale bimba stiamo parlando? Ma ovviamente della bellissima Belen, che oltre alla showgirl fa anche (a tempo perso) la fotografa. Le fan di Stefano, imbestialite per il cambiamento del ballerino in aspirante tronista, lo hanno ricoperto di insulti: lui, con la sua bimba, se la ride.

E se c'è un divorzio in atto destinato a far parlare di sé ancora a lungo (quello fra Tom Cruise e Katie Holmes, ovviamente all'ombra di Scientology), c'è una showgirl che ha detto il fatidico "si" all'improvviso, quasi a sorpresa. Parliamo di Ayda Yespica, reduce dalla sua seconda Isola dei Famosi, che quando nessuno se l'aspettava ha sposato l'avvocato Leonardo Gonzales nella capitale del vizio, la peccaminosa Las Vegas. Ma di peccaminoso in questo matrimonio non c'è stato proprio niente: Ayda era in bianco, e alla cerimonia hanno partecipato il suo ex, Matteo Ferrari, con il figlioletto Aaron. Più in famiglia di così!

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Per concludere, ricordiamo che un altro scapolone d'oro della musica italiana ha deciso di "diventare un bravo ragazzo": parliamo di Vasco Rossi, che dopo 25 anni d'amore ha sposato la sua Laura Schmidt. Si è presentato all'altare in marsupio e ha polemizzato sulle difficoltà che una coppia di fatto incontra vivendo in Italia: niente matrimonio romantico dunque, ma soltanto l'adempimento di un dovere, almeno secondo il Blasco. L'unica contenta, insomma, è l'anziana madre di Vasco, la signora Novella: per lei è stato un giorno meraviglioso!

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Eventi

CONCERTI DURAN DURAN 18 luglio Centrale Live, Foro Italico ROMA

STADIO 6 agosto Stadio del Baseball NETTUNO

EMMA 19 luglio Centrale Live, Foro Italico ROMA

MASSIMO RANIERI 11 agosto Villa Adele ANZIO

GIGI D'ALESSIO 24 luglio Centrale Live, Foro Italico ROMA

ANTONELLO VENDITTI 13 agosto Stadio del Baseball NETTUNO

SERGIO CAMMARIERE 6 agosto Villa Adele ANZIO

PINO DANIELE 14 agosto Stadio del Baseball NETTUNO

SPETTACOLI LA VERA STORIA DELLA BELLA E LA BESTIA 9 agosto Villa Adele ANZIO

ANTONIO GIULIANI dall'11 al 16 luglio All'Ombra del Colosseo ROMA FALSTAFF E LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR Dal 19 luglio al 4 agosto Globe Theatre Villa Borghese ROMA

GIULIO CESARE dal 9 al 26 agosto Globe Theatre Villa Borghese ROMA

SABINA GUZZANTI 23 luglio Albano Estate ALBANO LAZIALE

RODOLFO LAGANÀ 12 agosto All'Ombra del Colosseo ROMA

CARLO BUCCIROSSO 6 agosto Albano Estate ALBANO LAZIALE

VINCENZO SALEMME 15 agosto Villa Adele ANZIO

MAX GIUSTI dall'8 all'11 agosto All'Ombra del Colosseo ROMA

MAURIZIO BATTISTA dal 24 al 27 agosto All'Ombra del Colosseo ROMA

MOSTRE WARHOL HEADLINES dal 12 giugno Galleria arte moderna e contemporanea ROMA NEON LA MATERIA LUMINOSA DELL'ARTE dal 21 giugno - MACRO ROMA RENZO VESPIGNANO dal 29 giugno - Museo di Villa Torlonia ROMA

EVENTI LOCALI

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AVANGUARDIE RUSSE: MALEVI , KANDINSKIJ, CHAGALL, ROD ENKO, TATLIN E GLI ALTRI fino al 2 settembre - Ara Pacis ROMA LUX IN ARCANA: L’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO SI RIVELA fino al 9 settembre - Musei Vaticani ROMA ANDY WARHOL E I MEDIA

fino al 9 settembre Galleria Arte Moderna e Contemporanea ROMA MUSEI VATICANI SOTTO LE STELLE: APERTURA STRAORDINARIA SERALE 2012 Per tutta l'estate - Musei Vaticani ROMA VALENTINA MOVIE fino al 30 settembre - Palazzo Incontro ROMA

10 agosto ore 21,00 - 24,00 “CALICI DI STELLE “ a Porta Napoletana: Degustazioni, musica, enogastonomia e piatti tipici presso l’enoteca comunale a cura dell’assessorato valorizzazione prodotti locali e ristorante Paradiso. 11 agosto ore 19,00 - 24,00 “CALICI DI STELLE” p.zza Cesare Ottaviano Augusto


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Area Metropolitana di Roma, un oggetto misterioso che minaccia il territorio della provincia

Il decreto del Governo ridisegna la carta geografica dell’Italia Velletri ha il dovere di dalla stanza dei bottoni assumere un ruolo da protagonista, glielo impone la sua storia Quante volte abbiamo sentito parlare della riforma delle province? Quante dell’area metropolitana? Sono anni che se ne discute (poco e male in vero) e poi alla fine qualcuno dall’alto stabilisce che la riforma si deve fare e la fa per decreto, ovvero saltando tutti quei passaggi che appartengono alla democrazia. Ecco che il decreto legge che porta un titolo inglese “spending review” (mai i francesi si sarebbero sognati di nominare una legge con un termine di un'altra lingua) prevede, in un qualche remoto comma, l’istituzione delle aree metropolitane. Visto che nella costituzione le abbiamo iscritte nel 1990 si potrebbe brindare e invece c’è poco da stare allegri. Il perché è subito detto: così come disegnata dal decreto, la riforma è un pasticcio che lascerà degli strascichi enormi e farà molti danni. Il più generale problema della riforma delle province è necessario e va bene l’accorpamento anche se i criteri non possono rimanere assoluti è necessario valutare il territorio non solo per il numero dei kilometri quadrati o per abitanti ma anche per la sua collocazione geografica e per l’identità. Sono consapevole che una riforma che prevede troppe eccezioni rischia di non essere credibile, è accaduto già altre volte ma anche creare delle strutture amministrative che non sono avvertite da cittadini come proprie è parimenti dannoso. L’articolo 133 della costituzione prevede chiaramente che la modifica dei confini delle province deve essere proposta dalle regioni in accordo con i comuni. In altre parole dice che prima di modificare cose importanti se ne deve parlare, i sindaci sono gli ufficiali di governo che meglio conoscono il proprio territorio e sono anche coloro che hanno il contatto diretto con i cittadini. Ignorarli nel prendere una decisione del genere equivale a fare i danni che sono avvenuti con la riforma della sanità e che, probabilmente, avverranno con quella della giustizia. Razionalizzare le risorse è qualcosa che non può prescindere dalla conoscenza del territorio e delle organizzazioni. Torniamo al centro del problema che sono le arre metropolitane che non interessano solo Roma ma altre città fino a Reggio Calabria (cito la più piccola). Già questa mi pare una grossa forzatura. Reggio ha un territorio di 236 kilometri quadrati (Velletri 114) e una popolazione di 186 mila abitanti. Vi sembra una metropoli? Allora il Cairo come la dobbiamo classificare? Roma e Reggio Calabria possono essere regolate dalla medesima legge? E che fine fa Roma Capitale se l’Area Metropolitana di Roma non prevede alcuna eccezione rispetto alle altre? Tutte domande alle quali si cerca di dare delle risposte entro poche settimane poiché la conversione del decreto è prevista prima delle vacanze di agosto. In questi giorni ci sono frenetiche riunioni per correre ai ripari e prevedere che ci siano degli emendamenti che ristabiliscano qualche criterio ragionevole ma la strada è in salita. Innanzitutto non si capisce bene quale sarà il punto di arrivo, il decreto lascia ampi spazi di interpretazione a partire dalla figura

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del sindaco metropolitano che dovrebbe assurgere il “comando” della provincia ancorché eletto con i soli voti dei romani. Un bel salto indietro nel tempo e senza essere a Cinecittà. Battuta a parte la norma è da rivedere e la cosa più sensata da fare, a mio avviso, è stralciarla dal decreto e rinviarla di qualche tempo e contestualmente avviare quella fase di concertazione (anche se non piace al Presidente del Consiglio) con i territori per arrivare a una soluzione condivisa. Mi viene difficile immaginare un consiglio metropolitano composto dai sindaci della provincia che abbia la capacità di tutelare gli interessi di comuni piccolissimi della remota provincia romana. Penso a Arsoli, poche anime ai piedi dell’appennino, praticamente in Abruzzo che ha il 70% del proprio territorio espropriato per fare spazio all’acquedotto Acqua Marcia che rifornisce la Città di Roma. Già oggi non sono padroni casa loro, figuriamoci domani cosa potrebbe accadere. E non è una questione di campanilismo ne una speculazione, una semplice considerazione sull’identità di un territorio che deve essere rispettata e per farlo c’è bisogno di armonia e di condivisione, costasse anche qualche mese di discussione. La democrazia ha questo grande pregio (per alcuni un difetto) che consente a tutti di esprimere il proprio punto di vista a patto che si arrivi a una decisione condivisa dalla maggioranza. Velletri dovrà svolgere un ruolo attivo più di altri, è uno dei comuni più grandi e quello con una storia che pochissimi altri possono rivendicare, dunque con un peso negoziale importante. L’amministrazione comunale si sta muovendo in tutte le sedi per avanzare proposte e per arrivare a una revisione del decreto prima della conversione. Una terreno mobile che nelle prossime settimane cambierà forma e sostanza, come? Questo non so dirlo, come nella più classica conclusione posso annunciare che sul prossimo numero vi faremo avere degli aggiornamenti… Luca Masi




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