COPIA OMAGGIO
8 MARZO 2011 TANTI AUGURI
CARE DONNE,
É IL MOMENTO DI DIRE BASTA
Carlo
Conti:
Il fuoriclasse
della TV
italiana
Vincenzo Sciamè è il “momento”del ROSSO
Anno II- N. 12 MARZO 2011- mensile - Registrazione tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
Mensile di attualità, politica, cultura, gossip, spettacolo e sport
ommario
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SPORT
Editoriale
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SPETTACOLO, GOSSIP E NEWS
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CULTURA
Carlo Conti: il fuoriclasse della TV italiana
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Trionfa Vecchioni nel Festival dell’Unità d’Italia
Donne sulle Barricate Vincenzo Sciamè e il “momento” del rosso
RUBRICHE estetica 14 Medicina “Acido Ialuronico...La biostimolazione cutanea...” 15 Architettiamoci “Non solo progetti”
Le 5W NONSOLOROSAFLASH Gossip Eventi
ATTUALITÀ 2011: tanti auguri care donne, 10 8è ilmarzo momento di dire basta 26 L’Italia dovrà vederesela da sola?
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La realtà sportiva di Castel Gandolfo
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Viaggi “Nepal: miraggio di primavera” Medicina naturale “Fiori, pollini e... etchu!” Imprese e Società “La nascita del rapporto societario: il contratto di società” Psicologia “Dentro le storie” L’angolo del cinema
olofon Editore:
Blink di Ottavia Lavino
Direttore Responsabile: Ottavia Lavino
Progetto grafico e impaginazione: Margherita Manarin
Numero 12- Anno II Marzo 2011 Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010
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Paolo Maola Massimo Tosti
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UNITÁ D’ITALIA
IL Tricolore si tinge di rosa. Cari amici e care amiche, vi siete già addentrate nella lettura delle appassionanti biografie delle donne del Risorgimento? Grazie al lavoro svolto da Paolo Maola, “Donne sulle Barricate, già dallo scorso numero di gennaio NONSOLOROSA ha deciso di dedicare una pagina alle protagoniste femminili del Risorgimento italiano. Il nostro intento è quello di dare visibilità a queste “eroine”, quasi sempre dimenticate dai libri di storia e ignorate nei festeggiamenti. Proprio l’occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia potrebbe e dovrebbe essere il momento per rendere giustizia a queste protagoniste “invisibili”. Ripensare al ruolo delle donne nel percorso storico che ha portato all’Unità d’Italia, raccontare il loro pensiero e le loro azioni consentirebbe di porre rimedio ad una notevole disattenzione che ne ha oscurato il contributo offerto non solo sui campi di battaglia, ma anche in ambito politico e intellettuale. Quando si parla di Risorgimento, difatti, si fa riferimento alle lotte per l’Unità d’Italia portate avanti dagli uomini. Il ruolo femminile, anche in questo caso, è stato subordinato a quello maschile. Invece, le donne ebbero un ruolo di primo piano. Furono numerose e di diversa estrazione sociale. Si dimostrarono tenaci, determinate, appassionate, parteciparono a tutte le guerre, sebbene in modi diversi: molte portarono soccorso ai soldati istituendo le prime unità di soccorso, offrendo così l’ispirazione per la fondazione della “Croce rossa”. Altre parteciparono alla Carboneria e alla Giovine Italia, altre ancora andarono direttamente in guerra. Alcune di loro si travestirono da soldato pur di stare vicino ai propri mariti, come la moglie di Crispi., oppure combatterono eroicamente al loro fianco, come Anita Garibaldi, che seguì lo sposo ovunque, anche durante gli esili, fino a che non morì incinta, stremata, nella pineta di Ravenna. E come si può non ricordare le quindici donne che morirono “nell’insurrezione di Napoli” e nelle “Cinque giornate di Milano”. Ma le donne furono attive anche in altro modo: scrivendo sui giornali dell’epoca. Ma non solo, vogliamo ricordare un giornale importante, “La donna” , fondato nel 1868 proprio da una donna, Gualberta Alaide Beccari, protagonista della nascita del movimento emancipazionista italiano, che per anni fu il principale organo del movimento per l’emancipazione femminile in Italia. Tante sono state le donne del Risorgimento italiano, ad esempio Enrichetta Di Lorenzo , la protagonista femminile di questo mese, e ancora Clara Maffei, Annamaria Mozzoni. Per ragioni di spazio ovviamente non è possibile citarle tutte , ma, senza esagerare, sono centinaia. E a tutte loro va il nostro GRAZIE. Donne che hanno investito tutte sé stesse per fare dell’Italia un’unica entità geografica e spirituale, ma che, nonostante tutto, sono spesso dimenticate dagli storici. Il contributo di NONSOLOROSA è finalizzato a ristabilire una grande verità attraverso la rivisitazione di un processo storico raccontato sempre al maschile, dentro il quale molte donne hanno acquisito il diritto ad essere considerate delle vere “patriote”. Il “Tricolore” così si tinge simbolicamente di rosa. Buona lettura! Il Direttore
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Da anni tiene incollati milioni di con il suo quiz “L’Eredità”. mamma Rai si racconta alla
Carlo Conti: il fuoriclasse
telespettatori davanti alla TV Oggi il presentatore di punta di nostra rivista
della TV
italiana
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Impera tutto l’anno sulla prima rete nazionale, conducendo con educazione ed eleganza, come un narratore in una fiaba, pubblico e concorrenti nella storia dei suoi spettacoli. Un conduttore che ha fatto tanta gavetta, tra radio, televisioni locali e programmi per ragazzi. Un personaggio che ha sempre messo al primo posto il pubblico, che continuamente lo ricambia decretando il successo delle sue trasmissioni. Eppure forse non tutti sanno che Carlo Conti ha esordito in Rai come spalla del comico Giorgio Panariello. L’oramai presentatore di punta di Mamma Rai, sempre imbattuto nella fascia preserale con il quiz L’Eredità, ha iniziato infatti a lavorare giovanissimo nelle radio e nelle tv private del fiorentino, dove conosce la nuova generazione della comicità toscana tra cui gli amici di sempre Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello e Massimo Ceccherini. Il brillante conduttore fiorentino riesce sempre a mettere d’accordo pubblico e sponsor, che anche quest’anno l’hanno eletto agli Oscar TV personaggio maschile dell’anno. Un vero fuoriclasse, che anche in questa stagione ha sfoderato la sua eccellente professionalità nel varietà I migliori anni. Dopo tanti successi professionali, da qualche tempo per Carlo Conti è scoppiato anche l’amore con la bella Roberta Morise. I due si sono conosciuti durante la finale di Miss Italia del 2004 , quando la Morise arrivò quarta al concorso che presentava proprio Carlo Conti. Dopo quell’incontro tra i due nacque un sodalizio artistico: la showgirl e il conduttore lavorano insieme ai “Raccomandati”, poi a “L’Eredità” e a I Migliori Anni tenendo nascosta la loro storia d’amore, resa pubblicamente nota soltanto da qualche mese. Con noi ha parlato volentieri dei suoi inizi, del segreto dei successi delle sue trasmissioni, della sua “sfida” al preserale con Gerry Scotti e della sua belle storia d’amore. Buona lettura!
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Lei, come i suoi amici toscani Pieraccioni e Panariello, (con quest’ultimo ha debuttato), ha fatto molta gavetta: come ricorda i suoi inizi? I miei inizi li ricordo come la parte più divertente ed entusiasmante della mia carriera, quelli sono momenti che restano nel cuore. All’esordio tutti e tre eravamo pionieri delle radio private. Di quegli anni mi resta la voglia di fare senza mai abbattersi di fronte alle difficoltà. L’obiettivo non era quello di diventare famosi bensì il potersi esprimere, fare questo mestiere.
Quest’anno le sue trasmissioni hanno letteralmente stracciato la concorrenza: a cosa deve questo trionfo? Probabilmente ad un pizzico di fortuna, che ci vuole sempre nella vita, e ad un lavoro costante nel tempo. Credo che il pubblico riconosca in me un modo di fare televisione tranquilla, pacata e soprattutto onesta. Curo i miei programmi con professionalità ed impegno senza lasciare nulla al caso per arrivare al maggior numero di telespettatori possibili. Programmi piacevoli come “L’Eredità” e “I migliori anni” sono varietà che io stesso vedrei in qualità di telespettatore.
Ha fatto il sabato sera, “Domenica in”, il preserale ed ora la Lotteria Italia; le manca soltanto la conduzione di Sanremo che proprio nei giorni scorsi è andato di scena. L’ha guardato? Potrebbe essere il potenziale conduttore del prossimo Festival? In realtà potevo anche essere il potenziale conduttore di questo appena trascorso! Invece poi, proprio perché “I migliori anni” sono stati abbinati alla Lotteria Italia, non avrei avuto il tempo necessario per preparare adeguatamente Sanremo. Ringrazio il direttore di rete e l’azienda che avevano pensato a me per questo Festival. Morandi l’ha condotto benissimo, come d’altronde hanno dimostrato gli ascolti; lui è un vero fuoriclasse e forse io non avrei potuto fare così bene.
il pubblico continui ad apprezzare questo quiz che con la sua varietà di giochi e questa ghigliottina finale fantastica tiene incollati ogni sera milioni di italiani davanti al televisore.
Realizzato nel lavoro adesso ha trovato stabilità anche in campo sentimentale… e tra poco è la festa del papà… Voglia di famiglia? No! Ogni cosa a suo tempo. La famiglia è una cosa serie che va fatta nel momento giusto senza accelerare i tempi. Adesso sto vivendo una bella storia d’amore, vediamo dove ci porterà!
Auditel: ossessione o necessità? Un po’ e tutte e due le cose. È una necessità perché permette di capire se un programma funziona ed è vincente o meno, diventa un’ossessione quando viene vissuta in maniera maniacale. Credo che si debbano vedere i dati senza andare a guardare i minimi dettagli; non bisogna fare diventare l’auditel una cosa ossessiva.
Il programma che vorrebbe condurre? Linea Blu, perché amo il mare, il sole, la pesca e le immersioni! Ovviamente senza togliere il posto a Donatella Bianchi, anzi, magari mi piacerebbe condurlo proprio con lei. Un altro programma che ritengo straordinario per le mie corde è “La Corrida”.
Tra i tanti successi ottenuti e gli impegni già confermati, c’è spazio per sognare ancora qualcos’altro? Il mio sogno è quello di continuare così. Sono in una fase della mia vita in cui desidero tutto quello che ho. L’unica cosa che chiedo è la salute e la serenità.
Una sfida che si gioca ormai da diverse stagioni è quella del preserale tra lei e Gerry Scotti. Cosa invidia del quiz dell’altro?
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Devo dire niente! Probabilmente è tutto perfetto sia per “L’Eredità” che per “Il Milionario”, ma sono cinque anni che “L’Eredità” va fortissimo ed è leader negli ascolti. Speriamo che
VIZIO
VIRTÚ
DESIDERIO
In certi periodi dell’anno mangiucchio le unghie delle mani
Non mi arrabbio quasi mai
Stare bene fisicamente
Enrica Gasbarri
61ª edizione del Festival di Sanremo
Trionfa Vecchioni
nel Festival dell’Unità d’Italia
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Morandi sembra confuso ma Benigni e una inaspettata Belen lo salvano dalla crisi: battuto anche il record di ascolti di “Antonellina” Clerici Si chiude il sipario su un altro festival dei record, inaugurato da Antonella Clerici, reso indimenticabile da Roberto Benigni e consacrato dalla vittoria di un intellettuale che canta la libertà, Roberto Vecchioni. Passano in secondo piano le primedonne che dovevano tenere banco, Belen e Elisabetta Canalis, sebbene la fidanzata di Corona sia la vera rivelazione di questa 61° edizione del Festival. Balla, canta e intrattiene sebbene sia un pò impacciata: ma ‘impaccio’ è stata la parola d’ordine del trio di conduzione del Festival, salvato solo dalle ‘iene’ Luca e Paolo che, diciamocelo, sono molto più simpatici in “punta di forchetta” che sboccati e maschilisti sul palco dello show di Canale 5. Gianni Morandi è apparso confuso e in difficoltà, mentre Elisabetta Canalis si conferma, malignità a parte, un perfetto ornamento (silenzioso) per il fidanzato George Clooney. Forse qualcuno si aspettava che l’attore americano si facesse vedere a Sanremo, ma il bel George non ci pensa nemmeno e saluta l’Italia dal tombino di Fastweb: forse con lui si sarebbe risollevata l’ecatombe di grandi ospiti al Festival di Sanremo. Andy Garcia e Robert de Niro sono stati protagonisti di interviste insensate e noiose, mentre la lite di Gianni Morandi con Robbie Williams (per una questione di orario) ha rovinato l’esibizione del quintetto di Manchester che ha cantato ed è andato via senza prestarsi a interviste e gag come era stato programmato. L’Ospite con la “O” maiuscola è stato invece Roberto Benigni: il comico toscano ha emozionato, divertito ed appassionato con l’esegesi dell’Inno d’Italia di Mameli, per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia che il nostro paese sembra ignorare e bistrattare. Dopo aver ascoltato i 45 minuti della sua spiegazione non ci resta che invocare: “Benigni nelle scuole”, certo magari accordandosi per un cachet diverso da quello dell’Ariston (250mila, devoluti poi in beneficenza). Vecchioni, Emma Marrone e i Modà, Albano con la sua canzone di denuncia sociale: ecco il terzetto vincente della 61° edizione del Festival, che si è aperta con le polemiche sul televoto e si è chiusa fra le stesse polemiche. Noi ci domandiamo, ma se questo televoto è odiato da tutti, perché non viene abolito? La risposta risiede forse nei milioni di euro che i messaggini dei telespettatori portano nelle tasche delle Reti. L’immagine finale che vogliamo salvare di questo Sanremo è Roberto Vecchioni sotto la pioggia di rose bianche che l’Orchestra gli tributa: un piccolo momento per ricordarci, anche nelle future edizioni del Festival, che le grandi protagoniste sono le canzoni. Solo loro e nient’altro. Francesca Di Belardino
Un’altra bella figura femminile: donna emancipata, generosa e coraggiosa, fu compagna di Carlo Pisacane, uno dei nomi più illustri del nostro Risorgimento.
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Enrichetta Di Lorenzo
Enrichetta nasce ad Orta di Atella (Caserta) il 5 giugno 1820. Nel gennaio del 1838, quando non ha ancora compiuto i diciotto anni, sposa Dionisio Lazzari, molto più anziano di lei, “un uomo ignorante, che tratta la moglie con le maniere le più rovinose, con le parole le più indecenti, con i modi più bruschi”. Dionisio è cugino di Carlo Pisacane da parte di madre; quest’ultimo, che avrà una parte fondamentale nella storia qui raccontata, in quel periodo è allievo alla Nunziatella, il collegio militare di Napoli. Sette anni dopo, quando è già madre di tre figli, Enrichetta, avvilita e insoddisfatta, inizia una travolgente passione amorosa con Carlo e nel febbraio del ’47 i due decidono di fuggire da Napoli imbarcandosi, sotto i falsi nomi di Francesco Guglielmi e Sara Sanges, sul postale francese Leonidas diretto a Marsiglia. Il marito denuncia immediatamente la scomparsa della moglie ma i due, sbarcati a Livorno, fanno perdere le loro tracce alla polizia ed agli agenti diplomatici e riescono a raggiungere prima la Francia e poi l’Inghilterra. Inizia un periodo di privazioni e sacrifici ma anche di vero amore e di esperienze nuove negli ambienti frequentati da esuli politici, artisti, personaggi pittoreschi Una delle rare immagini di Enrichetta che apprezzano la condizione di donna Di Lorenzo emancipata di Enrichetta. Dopo alcuni mesi i due amanti decidono di trasferirsi in Francia ma qui li aspettano i primi grandi dolori: vengono arrestati per “contravvenzione al regolamento dei passaporti” e forse la prigionia inciderà sul difficile parto e la successiva fine prematura di Carolina. Carlo decide di partire per la Legione straniera. Siamo ormai nel ’48: in tutta Europa esplodono le rivoluzioni. I due si ricongiungono e assistono entusiasti ai moti parigini. Poi Carlo torna in Italia per partecipare all’avventura lombarda e qui lo raggiunge Enrichetta che lo ritrova, ferito, a Salò. Insieme raggiungono poi Roma nei giorni gloriosi della Repubblica. La donna, generosamente, si prodiga per prestare le Pisacane cure ai feriti ed ai moribondi combattenti, insieme a Cristina di Belgiojoso, Margaret
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Fuller, Giulia Calame: donne che abbiamo già incontrato o incontreremo ancora su queste pagine. Dopo il tragico esito di quegli avvenimenti, nel 1850 i due riparano prima in Svizzera, poi a Genova, dove decidono di separarsi ancora: Enrichetta, malata, resterà nella città che la ospita e Carlo riparte per la Svizzera. La lontananza, le privazioni, le delusioni e le amarezze spingeranno Enrichetta verso una nuova relazione sentimentale, breve ma intensa, che non nasconderà al suo uomo. Poi però, rapita ancora una volta dal fascino di Carlo, che è tornato da lei, riprende la relazione della sua vita con rinnovato vigore e nel 1852 nasce Silvia Pisacane. Seguono anni di “calma relativa”. Carlo però, dopo aver riflettuto e scritto sulla “Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49”, medita sulla necessità di intraprendere una sua personale iniziativa. Enrichetta segue quell’esplosione di nuovo, crescente, entusiasmo del suo compagno con comprensione ma anche con preoccupazione: loro, madre e figlia, hanno bisogno di quiete e tranquillità e non possono rinunciare al loro uomo, ormai proiettato verso un’avventura il cui esito potrà essere disastroso. Ma ormai la decisione è presa. 1857: Carlo Pisacane si avvia verso la sua tragica ed eroica fine. Enrichetta avrà notizia della sua morte il 4 luglio e da quel momento sarà un susseguirsi di perquisizioni, difficoltà economiche, trasferimenti e sacrifici. Nel 1860, avveratosi il sogno dell’Italia, Enrichetta di Lorenzo tornerà finalmente a Napoli, dove concluderà la sua vita. La storia di quegli ultimi anni e di Silvia Pisacane merita di essere raccontata: chissà che non si faccia prima o poi su queste pagine.
Paolo Maola
8 marzo 2011: Tanti auguri care Niente mimose quest’anno, per favore. La festa della donna è passata da poco, le donne non vogliono essere festeggiate in nome di ideali antichi e svuotati del loro significato, ma rispettate per quelle che sono in un tempo difficile come quello che stanno vivendo. Le donne italiane faticano il doppio, e sono doppiamente forti: lavorano senza essere trattate alla pari degli uomini, portano avanti la famiglia senza avere politiche serie che le supportino o fanno tre lavori nella speranza che un giorno un figlio lo avranno anche loro.
Le donne lo sanno, canta un amatissimo rocker di casa nostra: già, le donne lo sanno bene. Per questo la “Festa della donna” deve caricarsi di ben altri significati: la nostra società ci vende un’immagine femminile alla quale è nostro dovere ribellarci. Viene sdoganato il messaggio secondo il quale è legittimo che ragazze giovani e belle cerchino la scorciatoia più semplice (semplice? A definirla tale sono in genere uomini) per raggiungere denaro, successo e stabilità economica. E chi le giudica viene etichettato come falso moralista o donna non abbastanza bella per contemplare
questa possibilità. L’ideale televisivo è l’aspirante showgirl che a 20 anni si è già rifatta il seno ed aspira a partecipare all’Isola dei Famosi. E magari nel frattempo partecipa a ben altro reality, quello senza telecamere tra le mura di una residenza principesca, dove giovani e forse giovanissime si “offrono al Drago” in cambio di 2mila, 5mila o 7mila euro, e se dice bene un contratto in Rai. La festa delle donne deve servire a tutte noi per affermare chi siamo: studentesse, neolaureate, lavoratrici o mamme. Stanche e
“Se non ora, Roma, Milano, Torino, Trieste, Napoli,Vicenza, Bari, Catania, Palermo… in tutto sono state 300 le piazze italiane affollate dal corteo pacifico delle donne nella giornata del 13 febbraio, riunitesi al grido “Se non ora, quando?”. E la mobilitazione non si è fermata al nostro paese: ha attraversato il mondo e ha trovato eco in Europa, in America e perfino in Giappone, dove è arrivato l’eco squallido del bunga bunga made in Italy. Una folla omogenea di donne, dove le ragazzine erano al fianco delle anziane, le operaie a braccetto con le studentesse e le mamme intonavano cori con le manager. Niente simboli politici, Francesca S., 47 anni, mamma a tempo pieno e scrittrice a tempo perso
Elisa D., 27 anni, modella plus size e blogger (http://elisadospina.blogspot.com/)
L’attesa è stata grande: mi sono preparata come una quindicenne che incontra il fidanzatino in centro, avevo un leggero batticuore, forse più che leggero, e mille aspettative. Forse qualcuna in più. Ho dipinto una parola su una maglietta bianca e sono scappata verso la stazione con un’amica trepidante come me. E lì è iniziato tutto. Alla stazione affluivano in gruppetti o da sole decine e decine di altre me stessa, capelli neri o grigi, alte e basse, tutte con uno sguardo che me le faceva individuare, prima ancora di vedere il cartellone improvvisato o l’adesivo rosa sul giubbotto imbottito. Era come guardarsi in uno specchio che rimandava un caleidoscopio di immagini diverse, nelle quali mi riconoscevo. Il vagone echeggiava di voci, richiami, saluti…eravamo talmente belle da coprire di luce i sedili scrostati, i vetri sporchi, talmente leggère da far staccare il trenino dalle rotaie e farlo volare verso la piazza. E superato l’arco, mi sono tuffata in una grande pozza di amiche mai conosciute prima, dove era facile toccarsi, facile parlarsi, ridere e condividere. Eravamo un grande corpo allegro e sano che si muoveva e respirava con fluidità e forza, per poche ore inattaccabile, invulnerabile. I sentimenti contano! ha detto una donna dal palco: e noi, tutte sentimento di presenza e gioia, contavamo. Ed ero grata a tutte, e felice di essere lì e non altrove. In nessun altro altrove.
Anche a Vicenza le donne sono scese in piazza. Probabilmente si è raggiunto un limite di sopportazione oltre il quale non si può più andare. Io come ho scritto nel mio blog, sono a favore di un recupero di un’identità solida della figura della donna nella società, ma questo, in primis, dipende proprio da noi. Da qualche anno anche io lavoro con il mio corpo e la vita è fatta di scelte: se siamo le prime a voler svenderci, come si può pretendere che ci rispettino? Io ho detto no tante volte, e continuerò a dirlo ancora, ancora e ancora. Perchè il rispetto per me stessa parte da me. La donna è troppo importante oggi come oggi perchè è il cuore della famiglia, può avere ruoli importanti nel lavoro, è colei che connette diverse realtà. La mercificazione esiste dai tempi dei tempi, è ora di cambiare, e per farlo bisogna stare tutte unite, per non essere carne da macello.
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Vicenza
donne, è il momento di dire basta frustrate, piene di ideali o sfiduciate, tradite o traditrici. Belle e brutte, ricche e povere, godereccie o bacchettone. Siamo tutto questo e molto altro, ma non siamo merce in bella mostra per le voglie del miglior offerente. Siamo cervello e non solo gambe. Siamo idee e passione, non un apparato riproduttivo che se ne va in giro alla ricerca del baratto. E anche chi fa scelte di vita diverse e magari estreme deve poterlo fare senza che sia l’unica e l’ultima delle possibilità. Ruby, Sara, Nicole e le altre: smettiamo per
un attimo di considerarle la parte marcia e pensiamo a loro come ragazzine smarrite sulla strada di un Paese dei Balocchi che si è trasformato per loro in un incubo di squallore. Che hanno pensato di poter avere la meglio sugli uomini potenti, di piegarli al loro volere, ma si sono trovate fagocitate in un meccanismo dove hanno perso l’anima e la faccia. Quello che più spesso gli uomini ci rimproverano, e a buon ragione, è non di saper fare gruppo, di non essere solidali fra di noi: cerchiamo di considerarci sorelle, e non solo perchè stiamo parlando della festa delle donne,
ma perchè in questo momento di crisi ce n’è bisogno. E non giudichiamoci a vicenda, perché potremmo finire per essere le peggiori nemiche di noi stesse. C’è molto da lavorare ma il lavoro non ci fa paura: chiediamo una mano, questo si. Perché non possiamo crescere dei figli migliori dei loro padri se la nostra società non ci aiuta a farlo. Però ci possiamo ribellare: ecco perché quest’anno ci sarebbe piaciuto non ricevere mimose. Lasciatele a fiorire sugli alberi, dove sono più belle. E alle donne, regalate, tutti i giorni, un pensiero concreto.
quando?” solo una sciarpa bianca come segnale di riconoscimento. Milioni di donne, in Italia e nel mondo, sono scese in piazza per dire che ci sono, che non vogliono farsi schiacciare, che lotteranno per non farsi incasellare in una descrizione che non gli corrisponde. Grazie alla rete, strumento fantastico di aggregazione e motore iniziale della mobilitazione, abbiamo conosciuto alcune ragazze che hanno partecipato, in tutta Italia, alla manifestazione del 13 febbraio. Abbiamo chiesto loro di descriverci sensazioni ed emozioni, ed ecco quello che ci hanno raccontato: Margherita M., pensionata
Roma
Diceva Bulow: quando le donne sposano una causa, quella è vinta. Non sono più una ragazzina, eppure sono scesa la stesso in piazza come ho fatto tanti anni fa, per chiedere il diritto di voto prima e quello di aborto poi. Sono una vecchia femminista, ma non mi sono mai trincerata dietro l’ottusità di chi non vuol sentire ragioni. Penso che nella società e nella vita ci siano dei ruoli, ma che questi siano facilmente interscambiabili. Sono flessibile su tutto, ma d’acciaio su una cosa sola: la dignità. Sono scesa in piazza per dire basta a questa mercificazione del corpo femminile, che vediamo quotidianamente su giornali, tv e pubblicità. Ormai anche le bambine di pochi anni vengono truccate e messe in posa davanti agli obiettivi o alle telecamere in agghiaccianti show. Chiediamo rispetto, ma ce lo dobbiamo
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guadagnare. Smettiamo di sentirci belle solo sotto lo sguardo di un uomo, perché invece belle lo siamo tutte, anzi siamo divine, ci sarà un motivo se il buon Dio ha deciso che la scintilla della vita dovesse passare dal nostro corpo. Proteggiamo questa divinità. Sono scesa in piazza per dire questo. Anonima, Milano Sciarpe bianche ma anche ombrelli rossi.Vedo che in pochi ne parlano, ma se c’è qualcosa che voglio raccontare della mia manifestazione del 13 febbraio sono quei tanti ombrelli rossi portati in piazza dalle prostitute. Già, le sex workers, che apparentemente con questa mobilitazione c’entravano poco o niente. Eppure la loro presenza è stato il segnale più forte di questa manifestazione che a tratti è scivolata nel buonismo e a tratti nella strumentalizzazione politica. Vedere che anche le prostitute, quelle donne da tutti giudicate (e soprattutto dalle altre donne) come senza morale e senza valori, scendono in piazza al fianco delle donne cosiddette “normali”, mi ha fatto riflettere: quando finisce la normalità e quando inizia la devianza? Chi siamo noi per ritenerci “sane”, “corrette”,“dalla parte del giusto”? Anche le prostitute, con i loro vistosi ombrellini rossi che ricordano le vecchie lanterne, hanno voluto rivendicare il sacrosanto diritto all’autodeterminazione. D’altronde, chi meglio di loro? Francesca di Belardino
Cinque modi diversi di essere donna Cinque donne meravigliose. Diverse, uniche nel loro genere e inconfondibili. Ognuna a modo suo ci ha rese orgogliose di essere donne. La loro traccia, nel presente o nel passato, è destinata a rimanere indelebile Rita Levi Montalcini E’ la scienziata italiana per eccellenza. Una grande mente e una determinazione d’acciaio racchiuse in un corpo fragile ma ancora indomito. Rita è stata una donna coraggiosa per tutto l’arco della sua lunghissima vita: si è ribellata alle convenzioni vittoriane dell’epoca nella quale è nata, ha studiato all’Università ed è diventata medico nonostante il parere discorde della famiglia e della società. Ha sofferto due guerre e le persecuzioni razziali per le sue origini ebraiche, ha lavorato negli ospedali da campo anglo-americani dove si moriva come mosche per il tifo. Nobel per la Medicina nel 1986, Rita ha varcato la soglia dei 100 anni elegantemente come è sempre vissuta. Al momento, oltre ad assolvere alla carica di Senatore della Repubblica, collabora con l’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello da lei fondato.
Aung San Suu Kyi
Il suo volto lo ricordiamo, provato ma dignitoso, sui manifesti e in tv durante la campagna mondiale per la sua liberazione. Il mondo a un certo punto si era accorto che in Birmania c’era una donna che lottava per i diritti fondamentali dell’uomo nel suo paese e si opponeva in modo non-violento alla dittatura. Da quando la Lega Nazionale per la Democrazia, il movimento che Suu Ky fondò nel 1988, vinse le elezioni contro il partito del despota al potere, per la donna iniziò un lungo calvario di prigionia, lavori forzati alternati a arresti domiciliari ed isolamento dai suoi cari, il marito Michael e i due figli Alexander e Kim. Premio Nobel per la Pace nel 1991, Aung San Suu Kyi è stata liberata nel dicembre del 2010. Ma continua a lottare in silenzio, dal suo angolo di mondo, rifiutandosi di abbandonarlo e sapendo di essere un facile obiettivo per i suoi oppositori.
Amelie Earhart
Amelie è il simbolo della donna che non si arrende: tenace e pervicace, è stata la prima donna nel mondo ad attraversare l’Atlantico a bordo di un biplano. Nata ai primi del ‘900, nel ‘32 batte un altro record: attraversa gli Stati Uniti senza fare mai scalo. Questa impresa, che è solo la più clamorosa di una lunga serie, le serve da preparazione per il suo grande sogno: Amelie, o Lady Lindy come tutti la chiamano, vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Nel 1939 è pronta per partire: da Miami arriva a San Juan, in Porto Rico, e poi fa rotta verso l’Africa e l’India. Quando le mancano solo 7 mila miglia
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per compiere l’impresa, dopo averne percorse 22mila, l’aereo di Lindy scompare dal contatto radio e presumibilmente, precipita. La romantica storia di Amelie, di cui non si è mai trovato il corpo, ha ispirato diversi film, di cui l’ultimo nel 2009, quando l’aviatrice fu interpretata dall’attrice premio Oscar Hillary Swank.
Rita Levi Montalcini
Emily Davison
Oggi andare a votare è per tutte le donne un diritto ormai acquisito e che a volte diventa un dovere pesante: agli inizi del ‘900 (e in Italia fino al 1946) non era però così. Tra le tante “suffraggette” che si batterono per conquistare il diritto di voto anche per le donne, vogliamo ricordare Emily Davison: rimane nella storia come la donna che nel 1911 si chiuse in un armadio del palazzo di Westminister, sede del Parlamento Inglese, per violare il tempio della politica riservato esclusivamente agli uomini. Emily era una ‘testa calda’: negli anni in cui le donne si inchinavano davanti a padri e mariti, lei faceva avanti e indietro dalle carceri, nelle quali non mancava di mettersi in mostra con scioperi della fame e proteste di ogni genere. Emily ebbe una morte degna della sua vita avventurosa: per perorare la sua causa si gettò sotto il cavallo di Re Giorgio V in piena corsa durante il derby di Epsom, anche se c’è chi dice che sia stata spinta sotto gli zoccoli del cavallo reale che l’ha uccisa.
Tina Lagostena Bassi
Qualcuno se la ricorderà, nell’ultimo periodo della sua vita, seduta al banco della giuria mediatica di ‘Forum’: Tina Lagostena Bassi ci è arrivata dopo una vita di lotte in difesa delle donne violentate ed abusate. Nata a Milano nel ’26, Agusta detta Tina diventa nota, appena inizia ad esercitare come avvocato, come una delle avvocatesse più “toste” nel difendere i diritti delle donne. Rimane celebre la sua arringa in difesa di Antonella Colasanti contro Angelo Izzo nel processo per il Massacro del Circeo, nella quale rompe con il tradizionale muro di silenzio della societa’ e dei tribunali rispetto alle violenze sessuali, e introduce per la prima volta la parola ’stupro’: in termini crudi e realistici racconta la violenza più odiosa che può essere inflitta a una donna e sconfigge con grande dignità quel terribile pregiudizio secondo il quale è la donna violentata a doversi vergognare. Fondatrice del Telefono Rosa, nel 1996 sarà una delle co-autrici della nuova legge contro la violenza sessuale. E’ morta il 4 marzo del 2008.
Aung San Suu Kyi
Amelie Earhart
Emily Davison
Francesca di Belardino
Tina Lagostena Bassi
Cinque modi diversi di essere donna Cinque donne meravigliose. Diverse, uniche nel loro genere e inconfondibili. Ognuna a modo suo ci ha rese orgogliose di essere donne. La loro traccia, nel presente o nel passato, è destinata a rimanere indelebile Rita Levi Montalcini E’ la scienziata italiana per eccellenza. Una grande mente e una determinazione d’acciaio racchiuse in un corpo fragile ma ancora indomito. Rita è stata una donna coraggiosa per tutto l’arco della sua lunghissima vita: si è ribellata alle convenzioni vittoriane dell’epoca nella quale è nata, ha studiato all’Università ed è diventata medico nonostante il parere discorde della famiglia e della società. Ha sofferto due guerre e le persecuzioni razziali per le sue origini ebraiche, ha lavorato negli ospedali da campo anglo-americani dove si moriva come mosche per il tifo. Nobel per la Medicina nel 1986, Rita ha varcato la soglia dei 100 anni elegantemente come è sempre vissuta. Al momento, oltre ad assolvere alla carica di Senatore della Repubblica, collabora con l’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello da lei fondato.
Aung San Suu Kyi
Il suo volto lo ricordiamo, provato ma dignitoso, sui manifesti e in tv durante la campagna mondiale per la sua liberazione. Il mondo a un certo punto si era accorto che in Birmania c’era una donna che lottava per i diritti fondamentali dell’uomo nel suo paese e si opponeva in modo non-violento alla dittatura. Da quando la Lega Nazionale per la Democrazia, il movimento che Suu Ky fondò nel 1988, vinse le elezioni contro il partito del despota al potere, per la donna iniziò un lungo calvario di prigionia, lavori forzati alternati a arresti domiciliari ed isolamento dai suoi cari, il marito Michael e i due figli Alexander e Kim. Premio Nobel per la Pace nel 1991, Aung San Suu Kyi è stata liberata nel dicembre del 2010. Ma continua a lottare in silenzio, dal suo angolo di mondo, rifiutandosi di abbandonarlo e sapendo di essere un facile obiettivo per i suoi oppositori.
Amelie Earhart
Amelie è il simbolo della donna che non si arrende: tenace e pervicace, è stata la prima donna nel mondo ad attraversare l’Atlantico a bordo di un biplano. Nata ai primi del ‘900, nel ‘32 batte un altro record: attraversa gli Stati Uniti senza fare mai scalo. Questa impresa, che è solo la più clamorosa di una lunga serie, le serve da preparazione per il suo grande sogno: Amelie, o Lady Lindy come tutti la chiamano, vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo. Nel 1939 è pronta per partire: da Miami arriva a San Juan, in Porto Rico, e poi fa rotta verso l’Africa e l’India. Quando le mancano solo 7 mila miglia
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per compiere l’impresa, dopo averne percorse 22mila, l’aereo di Lindy scompare dal contatto radio e presumibilmente, precipita. La romantica storia di Amelie, di cui non si è mai trovato il corpo, ha ispirato diversi film, di cui l’ultimo nel 2009, quando l’aviatrice fu interpretata dall’attrice premio Oscar Hillary Swank.
Rita Levi Montalcini
Emily Davison
Oggi andare a votare è per tutte le donne un diritto ormai acquisito e che a volte diventa un dovere pesante: agli inizi del ‘900 (e in Italia fino al 1946) non era però così. Tra le tante “suffraggette” che si batterono per conquistare il diritto di voto anche per le donne, vogliamo ricordare Emily Davison: rimane nella storia come la donna che nel 1911 si chiuse in un armadio del palazzo di Westminister, sede del Parlamento Inglese, per violare il tempio della politica riservato esclusivamente agli uomini. Emily era una ‘testa calda’: negli anni in cui le donne si inchinavano davanti a padri e mariti, lei faceva avanti e indietro dalle carceri, nelle quali non mancava di mettersi in mostra con scioperi della fame e proteste di ogni genere. Emily ebbe una morte degna della sua vita avventurosa: per perorare la sua causa si gettò sotto il cavallo di Re Giorgio V in piena corsa durante il derby di Epsom, anche se c’è chi dice che sia stata spinta sotto gli zoccoli del cavallo reale che l’ha uccisa.
Tina Lagostena Bassi
Qualcuno se la ricorderà, nell’ultimo periodo della sua vita, seduta al banco della giuria mediatica di ‘Forum’: Tina Lagostena Bassi ci è arrivata dopo una vita di lotte in difesa delle donne violentate ed abusate. Nata a Milano nel ’26, Agusta detta Tina diventa nota, appena inizia ad esercitare come avvocato, come una delle avvocatesse più “toste” nel difendere i diritti delle donne. Rimane celebre la sua arringa in difesa di Antonella Colasanti contro Angelo Izzo nel processo per il Massacro del Circeo, nella quale rompe con il tradizionale muro di silenzio della societa’ e dei tribunali rispetto alle violenze sessuali, e introduce per la prima volta la parola ’stupro’: in termini crudi e realistici racconta la violenza più odiosa che può essere inflitta a una donna e sconfigge con grande dignità quel terribile pregiudizio secondo il quale è la donna violentata a doversi vergognare. Fondatrice del Telefono Rosa, nel 1996 sarà una delle co-autrici della nuova legge contro la violenza sessuale. E’ morta il 4 marzo del 2008.
Aung San Suu Kyi
Amelie Earhart
Emily Davison
Francesca di Belardino
Tina Lagostena Bassi
Medicina Estetica
Dott. Enis Agolli enis.agolli@fastwebnet.it
S
Acidi Ialuronico
“… la biostimolazione cutanea …”
Sappiamo che la pelle giovane contiene quantità elevate di acido ialuronico che le conferiscono un aspetto sano unitamente a turgore, levigatezza, plasticità ed elasticità. Con il processo dell’invecchiamento la quantità dell’A. I. diminuisce e di conseguenza la pelle tende a disidratarsi, diventa più sottile e perde la capacità di ripristinarsi. Quindi, uno dei primi trattamenti che effettuiamo per prevenire, nonché contrastare tale fenomeno è la biostimolazione. La Biostimolazione nasce proprio come tecnica per ripristinare e/o ottimizzare la fisiologia della cute poiché “arriva nel cuore” del problema, in quanto consiste nella stimolazione biologica e naturale dei processi fisiologici del rinnovamento cutaneo. Possono essere introdotte sostanze a base di vitamine, aminoacidi, oligominerali, fattori di crescita, precursori di A.I., nonché frammenti di A.I. stesso. In seguito ad una attenta valutazione del grado
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dell’invecchiamento e delle esigenze della paziente, il medico procederà al trattamento che avviene tramite iniezioni intradermiche, solitamente con la tecnica a microponfi, distribuite ovunque necessario, viso, collo, dècolleté, interno braccia, dorso delle mani, quindi, le zone maggiormente foto-esposte, perciò anche maggiormente invecchiate. Il trattamento dura alcuni minuti e ovviamente la paziente riprende immediatamente la sua vita lavorativa e sociale. In seguito a tale trattamento la pelle risulterà più fresca, morbida, levigata, idratata e compatta. Inoltre, si potrà notare un netto miglioramento della luminosità e del colorito cutaneo. Secondo il grado dell’invecchiamento, occorre effettuare diverse sedute, almeno 3 – 4 a distanza di circa 15 – 20 giorni l’una dall’altra e, siccome l’invecchiamento non si ferma ed essendo la biostimolazione un trattamento che rispetta la naturalità del nostro organismo, risulta necessario ripeterla nel tempo per ottenere risultati duraturi.
Architettiamoci
Carlo Carones car.arch@libero.it
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Non solo progetti
Architettiamoci è una nuova rubrica che, insieme a Voi, vuole parlare di Architettura. Ma parlare di Architettura non significa soltanto riferirsi a quell’Arte che nei secoli ha sviluppato forme, idee, concetti, modi di vivere ed intendere gli spazi, ma vorrei, in questa sede, affrontare con Voi quelle problematiche che si potrebbero verificare in questo ambito, dando delle risposte o delle soluzioni alle Vostre esigenze. Vi chiederete come tutto ciò avverrà …??? Voi domandate …. ed io cercherò di darvi una risposta esauriente.!!!! Ma è giunto il momento delle presentazioni …. Sono l’Architetto Carlo Carones, faccio parte dell’associazione professionale A.U.R.E.A. con studio ad Albano Laziale ed esercito questa stupenda professione da più un decennio ma la “mastico” da sempre essendo cresciuto in una famiglia di architetti ed ingegneri, respirando sin da piccolo la vita del cantiere ed apprezzandone ogni aspetto. Con la mia esperienza e quella dei miei colleghi, cercherò di rispondere, attraverso questa rubrica, a tutte le Vostre domande, dubbi o esigenze. Cosa accadrà dal prossimo numero? Contattando la redazione
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di NONSOLOROSA, o mandando un e-mail al mio indirizzo di posta elettronica, potrete sottopormi i Vostri quesiti riguardanti l’arredamento e/o la ristrutturazione della casa; risponderò dando dei consigli e suggerendo eventuali soluzioni sulla modalità di esecuzione dei lavori e, ove possibile, trasformare, creare ed arredare degli spazi all’interno della vostra abitazione. Tutto ciò potrà avvenire fornendomi una planimetria in scala con delle misure della casa o del locale interessato, a tutto ciò poi seguiranno delle indicazioni sulle procedure per ottenere gli eventuali permessi necessari per eseguire tali lavori. Nel contempo affronteremo, anche problematiche specifiche che si possono verificare all’interno di una abitazione come ad esempio problemi di muffe, infiltrazioni d’acqua, intonaci segnati o quant’altro, dando dei suggerimenti e delle spiegazioni a tali fenomeni. Spero che questo sia bastato per spiegare ciò che intendo trattare all’interno di questo spazio che la redazione di Non solo Rosa mi ha messo disposizione. Ora sta a Voi “Architettarvi” e sottopormi i Vostri quesiti. Buon lavoro e a presto!!!!
Vincenzo Sciamè Una vita nell’arte
Foto dell’artista nel suo studio di Adragna Sambuca di Sicilia. Foto di Franco Piazza
Rosso come colore proverbiale dell’amore, rosso come l’intensità del fuoco, rosso come l’ardore dell’incendio che divampa inarrestabile, rosso in sé che vuol significare passione, emozione, vivacità, espansività, calore, energia e luce: tutto questo prende vita nel rosso Sciamè, ogni qual volta il pittore siciliano intinge il suo pennello nel colore prima di animare la tela. Questo “momento del rosso” accompagna l’artista da venticinque anni, dalle “Finzioni di rossi silenzi” del lontano 1985, divenendo il motivo dominante della sua pittura. Nato a Sambuca di Sicilia ma traferitosi ormai da oltre trent’anni aVelletri, Vincenzo Sciamè caratterizza la sua pittura per la dimensione ciclica che gli permette di penetrare a fondo singole tematiche: ecco in mostra “Nelle Stanze della Memoria”, “I Fiori del Lago”, “ I Giorni dell’Amore”, “La Luna nel Caos”,“Alchimia dell’amore”. Con un linguaggio carico di significati e sfumature, l’artista lavora dunque individuando prima un tema e poi sviluppandolo in più e più tele fino ad esaurirlo, mescolando e miscelando quei diversi colori che vedono come filo conduttore sempre il rosso, ora notturno e centripeto, ora diurno e centrifugo. Per questo le sue opere non hanno un titolo ma un numero progressivo con il nome del ciclo che tutte le racchiude. Cicli che, pur nella loro interna unitarietà, non sono monadi chiuse, ma fanno parte di un itinerario ideale che li unifica. Nella sua pittura il pittore si muove tra le metafore pittoriche che crea, trasformando in colore l’essenza delle cose e non le semplici cose presenti in realtà. Un poeta delle immagini che usa le nuance in modo intelligente utilizzando il dato naturalistico non per ricreare il reale ma per definire una realtà altra al di là dalla fisicità. Un’arte istintiva e riflessiva allo stesso tempo, quella di Sciamè, capace di svelare il mistero della mente. Dietro ad ogni sua opera si nasconde una complessa elaborazione frutto di conoscenza e profondità di sentimenti. Nel suo ultimo lavoro, “Alchimia dell’amore”, oltre alla pittura vediamo condensate la poesia, la danza, la musica. Seni, facce, braccia e gambe che si incontrano e confondono caratterizzano le venti opere di questo ciclo che parla di passioni, pulsioni e dei desideri più reconditi. Ad essere esaltato è sì l’amore ma soprattutto il corpo femminile, che si vela e si svela continuamente. In ogni quadro Sciamè coglie il momento culminante o successivo di un rapporto erotico, dove il colore rosso domina e avvolge i personaggi.
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Alchimia dell’amore, trittico particolare centrale, olio su tela cm 140 X 100 - 2010
Un momento del rosso che dura da un quarto di secolo. Perché la predilezione per questo colore? Si predilige una cosa dopo averla maturata. Il rosso è un colore che ho sempre amato; è caldo, passionale, e nonostante sia ricorrente nelle mie opere fin dal lontano 1985, resta un colore che tuttora mi coinvolge e posso dire di non aver ancora esaurito questo momento del rosso. Se notiamo bene alcuni quadri iniziano e finiscono con il rosso, eppure si tratta di colori diversi. I miei rossi sono particolari perché tutti sono miscelati da me, da qui la parola alchimia, ricorrente nelle mie opere.
Crede che il colore rosso riesca a rappresentare le diverse sfumature
e il “momento” del rosso e per l’arte
come questa verrà realizzata, perché man mano che dipingo, le figure che sto rappresentando subiscono diverse metamorfosi.
Quando dipinge da cosa trae ispirazione? Preferisce guardare la realtà o tradurre in immagine un pensiero? Tutto quello che dipingo scaturisce dal mio cervello, dai miei pensieri. Non posso esimermi di guardare la realtà che ci circonda, ma poi sulla tela dipingo ciò che il mio occhio vede. Per questo i miei soggetti non sono mai reali, in quanto con la mia arte cerco di rappresentare il senso delle cose e non le cose tangibili.
Nel suo ultimo lavoro, “Alchimia dell’amore”, noto una presenza maggiore del corpo umano, molte donne tatuate emergono sulla tela… la realtà entra più da protagonista in questi dipinti rispetto ai suoi lavori precedenti? Non penso ci sia differenza nel ruolo che assume la realtà in queste opere rispetto a quelle precedenti. Tutti i miei dipinti prendono spunto da qualcosa che è presente in natura. Inizio sempre ad articolare la narrazione attorno ad un oggetto quotidiano, talvolta minimo, lasciando poi libero lo spettatore di coglierne i simboli ed i rimandi. Forse in queste venti tele ci sono dei particolari più evidenti, come ad esempio i tatuaggi, ma si tratta più che altro di una miscelanza di corpi e di cose. E’ da due anni che penso di disegnare i tatuaggi. Io ancora non ce l’ho ma qualcuno lo farei volentieri…
E cosa si tatuerebbe? Probabilmente le ali! Mi piace sia la forma che il simbolo che racchiudono: la libertà!
Alchimia dell’amore XIV olio su tela 70 X 50 2010
del suo pensiero? Si, tutti i colori ci riescono, perché hanno un’anima che bisogna riuscire a tirar fuori! È vero che il filo conduttore delle mie opere è sempre il rosso, ma i miei sono rossi che contengono al loro interno tanti colori diversi, dunque riescono a rappresentare le diverse sfumature del pensiero.
Come nasce un’opera di Vincenzo Sciamè? Il mio lavoro è simile a quello dei poeti, degli scrittori. Stabilisco dapprima un tema, poi rifletto, penso a come poterlo svolgere, finché comincio a disegnare una serie di schizzi. La mia è una pittura ragionata, riflessiva, non certo d’azione. Nonostante questo, quando inizio un’opera non so mai precisamente
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Alchimia dell’amore XVI olio su tela cm 50 X 50 2010
Enrica Gasbarri
Viaggi
Marco Rossetti marco.rossetti@viaggiofflimits.it
L
Nepal: miraggio di primavera
Le rovine dormivano il loro sonno ininterrotto. Su di loro scorrevano i giorni e le notti, scintillava il sole della primavera, cadevano le piogge dell’autunno. Le pietre millenarie, un manto eterno che si stendeva sui monti ed oltre, invadeva la piana, si perdeva nell’infinito. Era come un mare inesplorato. Chiuso nel suo mistero. Il Nepal non ha bisogno del rododendro per attrarre. Ma, proprio in primavera, le decine di varietà di questa pianta, fiore nazionale nepalese, scelgono di dare il benvenuto ai viaggiatori. Riproponiamo questo viaggio in un periodo ottimale, quando il Nepal sboccia e le temperature regalano ulteriore gradevolezza. Abbiamo previsto visite accurate, senza fretta, per apprezzare al meglio anche i luoghi non frequentati dal turismo di massa. I servizi sono i migliori disponibili nel paese, a cominciare dagli hotel. Il programma completo e studiato a fondo, con trasferimenti non certo stressanti e pernottamenti in località che al massimo raggiungono 1.300 metri di altitudine. La proposta prevede tempi congrui per approfondimenti della realtà locale e ampia disponibilità di tempo libero. Non dover rifare la valigia tutti i giorni contribuisce a rendere questo viaggio ulteriormente apprezzabile. Soggiorniamo infatti 7 notti nella Valle di Kathmandu, indichiamo i due hotel di gran pregio che siamo soliti frequentare, il piacevolissimo Hyatt Regent e il fascinoso Dwarika’s, ed effettuiamo escursioni quotidiane nei centri storici nei dintorni
della capitale per rientrare ogni sera a Kathmandu. Due notti siamo sul Lago di Pokhara, ospiti del non anonimo Shangri-La Village Resort, per navigare sulle sue acque e osservare da vicino il massiccio dell’Annapurna. Restiamo altri due giorni nel Chitwan National Park, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, in un altro resort nel verde accanto al Rapti River, il Rhino Residence Resort. Qui, a dorso d’elefante osserveremo rinoceronti e (col binocolo, forse), tigri. C’inoltreremo nella foresta seguendo il fiume a bordo di canoe per sorprendere i coccodrilli. A marzo / aprile il clima è gradevolissimo con 10/27 gradi di media, il periodo delle piogge deve ancora arrivare ed il freddo è già passato. La natura mostra il meglio di se, la fioritura è nel massimo del rigoglio e cespugli, fiori selvatici, le magnolie orientali, le orchidee e le decine di specie di rododendro punteggiano di rosso, rosa e bianco il Nepal. L’aria è tersa, specie al mattino, e si può cercare la visione delle alte cime montane impossibile in altri mesi. Nella Valle di Kathmandu, grandi ed antiche civiltà hanno lasciato testimonianze in palazzi, templi, monumenti, piazze, luoghi sacri, ma anche in semplici edifici presenti in vicoli o cortili dei piccoli centri intorno alla capitale. Ci troveremo immersi in una realtà di strade e viuzze, commercianti, santuari e turisti, “Thangka” e atmosfere religiose, elaborate architetture in legno antico, risaie e campi coltivati d’un verde croccante, silenzi pieni di visioni d’alte montagne, fiumi e laghi, foreste, animali
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La realtà sportiva Federazione Italiana Canoa Kayak. Centro
Lo splendido scenario del lago contornato da una natura paradisiaca fatta di verde e montagne, fa da sfondo alla bella realtà sportiva di Castel Gandolfo, dove l’immagine dello specchio d’acqua solcato da canoe e kayak in costante allenamento caratterizza questa cittadina ormai da decenni. Sede ufficiale della Federazione Italiana Canoa – Kayak, riconosciuta ufficialmente dal CONI nel 1987, la struttura accoglie i raduni delle squadre nazionali delle varie discipline per la formazione degli equipaggi azzurri, ed ospita i corsi di aggiornamento e di formazione degli allenatori. Il Centro, base logistica per gli impegni delle squadre nazionali in Italia e all’estero, è dotato di strutture sportive all’avanguardia e di una foresteria che può ospitare atleti e tecnici convocati per le attività federali. A seguito del protocollo siglato dalla Fick con il Comitato Italiano Paraolimpico, gli impianti, presieduti da Luciano Buonfiglio, sono adesso accessibili anche agli atleti della paracanoa. In questi mesi tutte le squadre delle varie specialità si stanno preparando nel paese della residenza estiva papale per arrivare al meglio agli appuntamenti agonistici del 2011. Le selezioni olimpiche che si terranno nel periodo estivo ispirano atleti e tecnici a non tralasciare nulla al caso in questa conclusione del periodo invernale. È bene
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di Castel Gandolfo Tecnico Federale Olimpico e Paraolimpico
ricordare che la canoa canadese è quella che si pratica in ginocchio con una pagaia a pala singola con cui pagaiare su un solo lato, mentre il kayak, che proviene dagli eschimesi, si esegue da seduti con una pagaia a doppia pala con cui pagaiare su entrambi i lati. Quando ci siamo recati in visita presso il centro, siamo venuti a conoscenza anche di un’altra bella realtà. Dal 2002 a Castel Gandolfo praticano canoa e kayak anche ragazzi con disabilità sia fisica che mentale. È grazie all’attività svolta dai volontari dell’Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche e dal suo presidente Anna Salvatori, che a Castel Gandolfo si presta sostegno ai disabili e alle loro famiglie attraverso lo sport. L’acqua, per i malati neuromotori, ci ha spiegato il presidente Salvatori, rappresenta uno degli elementi più utili ed efficaci nelle cure fisioterapiche. Per questo l’associazione ha dato via al progetto nazionale di “Scuola Integrata di Canoa e Discipline acquatiche”. In pochi anni di attività l’Aisa può già vantare campioni e istruttori che hanno conquistato titoli regionali, nazionali ed europei di canoa e kayak. L’associazione ha esperienza anche con i non vedenti, e sta registrando negli anni risultati eccezionali al di là di quelli sportivi. Enrica Gasbarri
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Medicina Naturale
Dotta.ssa Claudia Manzato clamanzato@alice.it
Fiori, pollini e...etchú!
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L’arrivo della primavera coincide per molte persone con un momento di particolare disagio. I soggetti allergici ai pollini sono sempre più numerosi. L’oculorinite allergica è una sindrome allergica stagionale, caratterizzata da manifestazioni a livello nasale con rinorrea acquosa, starnuti, prurito e a livello oculare con lacrimazione, arrossamento della congiuntiva, fotofobia. Generalmente i sintomi si manifestano in tardo inverno, inizio primavera, ma per molti soggetti, i fastidi iniziano a comparire più precocemente. Secondo il calendario pollinico, infatti, esiste una stagione invernale e pre-primaverile in cui vengono liberati i pollini di alberi quali cipressi e noccioli. Una stagione primaveraestate dove sono i pollini delle graminacee a farla da padrone ed infine una estivo-autunnale dove a fiorire sono piante erbacee come l’ambrosia e l’artemisia vulgaris. Ancora una volta la medicina naturale può contribuire ad alleviare i sintomi legati alle pollinosi impostando una terapia preventiva , basata soprattutto su un buon drenaggio degli organi emuntori e successivamente sulla somministrazione di rimedi sintomatici quali granuli o spray omeopatici. Ad esempio, se il fastidio più importante é la rinorrea e se
questa si presenta acquosa, irritante il naso e il labbro superiore e peggiora negli ambienti chiusi, caldi, mentre migliora all’aria aperta , il rimedio che fa al caso nostro é Allium cepa 7-9CH con una posologia di 3-4 granuli, 4-5 volte al giorno. Per alcuni soggetti allergici il momento più critico può essere al mattino quando alzandosi dal letto si inizia a starnutire a raffica, il naso cola continuamente, mentre durante la notte si ha un’ ostruzione nasale che può portare a russare: Nux vomica allora vi aiuterà a superare la crisi. Altro rimedio importante è Sticta pulmonaria indicato quando l’ostruzione nasale e la secchezza delle mucose sono il sintomo principale. Può essere presente tosse secca e irritante. Il miglioramento si ha con la secrezione. La somministrazione è sempre 3-4 granuli 4-5 volte al di’. Spesso oltre alla rinorrea è presente anche lacrimazione: se questa è fortemente irritante, escoriativa, peggiorata dal vento, dalla luce, somministriamo Euphrasia, mentre se le palpebre, specie le inferiori, risultano edematose e c’é presenza di prurito, sensazione di puntura locale, tipo “spilli” ,somministriamo Apis 15CH anche con somministrazioni ravvicinate da diradare al miglioramento dei sintomi. A presto e bentornata primavera!.
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Le rivolte del mondo arabo potrebbero portare ad uno sconvolgimento degli equilibri politici tra l’area nordafricana e l’Europa. Alla Tunisia, l’Egitto e la Libia potrebbero presto aggiungersi Algeria, Marocco, Sudan e il Medio Oriente con un effetto devastante per quelle popolazioni. Senza certezze e, soprattutto, con il pericolo che regimi più spietati potrebbero sostituire gli attuali tiranni (si pensi alle spinte dei fondamentalisti islamici) potrebbero essere moltissimi i nordafricani pronti alla fuga. Un esodi di proporzioni inimmaginabili. C’è molta cautela da parte del nostro
Mondo arabo in rivolta, si prefigura
L’Italia dovrà
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governo nel prendere posizione sulla crisi libica, per via dei forti interessi tra i due Paesi e per l’incertezza del futuro politico di tutto il mondo arabo (il fondamentalismo islamico diventa una minaccia per l’intera Europa).Il corridoio nordafricano porterebbe in Italia e nella stessa Europa una ulteriore ondata di migranti che potrebbe mettere a repentaglio la stessa stabilità dei Paesi ospitanti, un problema estremamente serio che non può essere riconducibile alla necessità dei popoli di muoversi nella logica della globalizzazione, per cercare lavoro o per sfuggire alla repressione. Questo modello del mercato delle braccia e delle menti può far piacere agli schiavisti, alle multinazionali e ai governi anglo-americani ma non va certo nella direzione del rispetto della dignità dei popoli europei, desiderosi di vivere senza scontrarsi con le altre etnie. La fine della cooperazione sul fronte dell’immigrazione spalancherebbe le porte del Maghreb e dell’Africa a esodi colossali che colpirebbero soprattutto l’Italia. Quello del controllo dell’immigrazione
è stato uno dei cavalli di battaglia del governo di centrodestra: molti italiani, infatti, hanno preferito dare il proprio voto all’asse Berlusconi-Bossi piuttosto che affidarsi ai neo-liberisti del centrosinistra. Mala tempora currunt! Imprevedibili e preoccupanti gli scenari che potrebbero aprirsi nell’area del Mediterraneo nei prossimi anni, soprattutto se ai tiranni, che i rivoltosi vogliono abbattere, dovessero sostituirsi regimi integralisti. L’Europa sarebbe chiamata a fronteggiare apertamente il fondamentalismo islamico. Le rivolte dei popoli arabi, che partono da giuste rivendicazioni, sono destina-
un esodo senza precedenti
vedersela da sola? te, infatti, ad essere strumentalizzate dal fondamentalismo islamico poiché mancano di progettualità politica e di leaders in grado di guidare i popoli verso altri lidi. É bene ricordare che questi regimi arabi sono stati foraggiati e incanalati proprio dai vincitori della seconda guerra mondiale (sono doverosi i riferimenti storici) che oggi fanno finta di stare al fianco dei popoli in rivolta. Sul fronte interno, invece, i partiti dell’opposizione chiedono a Berlusconi la condanna del Colonnello libico senza tenere minimamente conto della situazione (accordi economici e controllo dell’immigrazione). Appare chiaro che il tentativo è quello di favorire una brutale reazione di Gheddafi nei confronti dell’Italia e dell’ Europa per mettere finalmente con le spalle al muro Berlusconi.Un disegno strumentale che ci appare fuori luogo in un momento in cui sarebbe più opportuno preoccuparsi dei futuri sviluppi della rivolta e delle mire che gli ayatollà di turno hanno in serbo.
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Massimo Tosti
Imprese e Società
Avv. Augusto Mollo redazione@nonsolorosa.it
La nascita del rapporto societario: il contratto di società
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L’esercizio in forma societaria di qualunque attività imprenditoriale trae origine da un accordo, cioè un contratto, con il quale, secondo l’art.2247 del codice civile: “(…) due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili (…)”. Pertanto e prescindendo dal singolo modello prescelto (società di persone / società di capitali), la costituzione di qualunque società richiede la presenza delle seguenti condizioni: • accordo tra due o più persone; • esecuzione, da parte delle medesime, dei c.d. conferimenti, cioè dei contributi (generalmente di beni e servizi) necessari per dotare la società del proprio capitale sociale iniziale; • esercizio in comune di un’attività economica; • perseguimento della realizzazione di un utile da dividere tra gli stessi soci (c.d. scopo di lucro). Il contratto di società, quindi, è un contratto plurilaterale, essendo necessario l’accordo di almeno due persone. Il legislatore, recentemente, ha introdotto alcune eccezioni nei confronti del suesposto principio. Infatti, a seguito dell’emanazione del d. lgs. n.88/1993, è stata prevista la possibilità di costituire la società a responsabilità limitata anche con atto unilaterale (c.d. Srl unipersonale), prevedendo, in tale ipotesi, l’obbligo, da parte del socio unico, di versare la totalità dei conferimenti in denaro fin dal momento della costituzione della società, nonché quello di osservare specifici doveri pubblicitari presso il competente registro delle imprese. L’eventuale inosservanza delle suesposte disposizioni è stata sanzionata con la perdita, da parte del socio unico, del beneficio della limitazione della propria responsabilità patrimoniale; conseguentemente, ai creditori della società è stato riconosciuto il diritto di soddisfare le loro pretese sul patrimonio sociale e su quello personale del socio unico. La disciplina della c.d. Srl unipersonale è stata confermata dalla recente riforma del diritto societario (introdotta dal d. lgs. n.06/2003) nei novellati artt.2462, 2464 e 2470 del codice civile. Tale riforma ha introdotto analoghe novità per la società per azioni, prevedendone la costituzione anche per atto unilaterale (c.d. Spa con unico azionista) e nel rispetto di specifici
adempimenti legali e pubblicitari (in parte analoghi a quelli posti a carico del socio della Srl unipersonale), previsti nella nuova versione degli artt.2325, 2342 e 2362 del codice civile, la cui inosservanza, da parte dell’unico azionista, comporta la perdita, per il medesimo, del beneficio della limitazione della propria responsabilità patrimoniale per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui tutte le azioni gli sono appartenute, conseguentemente rispondendo, insieme alla società insolvente, con il proprio patrimonio verso i creditori sociali. Al di fuori delle ipotesi fin qui descritte, poiché l’attività economica, talvolta, è stata avviata prescindendo dall’adozione di alcun sottostante modello contrattuale, la dottrina e la giurisprudenza, traendo anche spunto da quanto riscontrato nella prassi dei rapporti commerciali, hanno elaborato, senza pretesa di esaustività, le seguenti fattispecie: • c.d. società di fatto: qualora due o più soggetti esercitino in comune un’attività economica senza aver stipulato alcun contratto (scritto o verbale), bensì solo mediante specifici comportamenti rivelatori, in concreto, dell’esercizio congiunto di un’attività economica; • c.d. società apparente: in tal caso, due o più soggetti, sebbene non in società tra loro, operano nei confronti dei terzi in modo tale da suscitare nei medesimi l’incolpevole convinzione che agiscano come soci; • c.d. società occulta: tale società, completamente operativa nei rapporti interni tra i soci, volutamente non viene esteriorizzata nei confronti dei terzi, presentandosi come impresa individuale dell’unico soggetto che figura all’esterno. Ebbene, in tali ipotesi, per meglio tutelare i terzi contraenti, i rispettivi soci risponderanno illimitatamente con il proprio patrimonio per le obbligazioni sociali. Inoltre, se la società svolge attività commerciale, la medesima sarà esposta al fallimento con l’eventuale estensione della dichiarazione di fallimento, sussistendone le condizioni, ai soci illimitatamente responsabili. In conclusione, a fronte anche delle suesposte fattispecie, è preferibile avviare un’attività imprenditoriale ricorrendo a taluno dei modelli societari disciplinati dal legislatore, mentre la scelta del singolo tipo di società da costituire, oppure da adottare in seguito, dovrebbe essere preceduta dalla valutazione di un complesso di elementi cui è stato fatto cenno nell’articolo precedente e che verranno approfonditi nei successivi numeri della rivista.
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LE5 WHY
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BAGNI DI PISA
Perché andare con un’amica ai Bagni di Pisa, resort di lusso specializzato nella lotta al sovrappeso che collabora con l’Università di Pisa? Perché per tutto il mese di marzo si va in due e si paga una sola quota. Finito marzo, il percorso Detox o il DIT (Dimagrire in Toscana) vanno comunque presi in considerazione: parliamo di programmi specifici, studiati e seguiti da equipe mediche, resi più piacevoli dal lusso e lo splendore della location. Anche se ancora non sembra, l’estate si avvicina…
WHERE S
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WHAT
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Un mouse che è un complemento d’arredo ma soprattutto un irrinunciabile must per i patiti di tecnologia, auto e lusso. I volumi della piccola auto che dà la forma al mouse sono interamente rivestiti da cristalli Swarovski e ne esistono tre versioni: rosso, silver e nero. Questo gioiellino, prodotto dall’azienda Goldegenie, è collegabile al pc via Bluetooth e costa circa 500 sterline.
IL LABIRINTO DI IKEA
All’Ikea, l’ormai celebre grande magazzino d’arredamento, si corre costantemente il rischio di perdersi fra gli scaffali e di essere indotti ad acquistare cose non necessarie. Lo assicurano al Virtual Reality Centre for the Built Environment dell’UCL (University College London). La struttura labirintica dei grandi magazzini Ikea sarebbe alla base del loro successo in quanto, secondo gli studiosi, renderebbe difficile raggiungere l’uscita distraendo nel frattempo i clienti con oggetti come seggiole, padelle, candele o vasi di fiori, tutte cose a poco prezzo che finiscono per essere messe nel cesto degli acquisti. Il colosso svedese smentisce.
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LUCA BIZZARRI E PAOLO KESSISOGLU A SANREMO
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Altro che Belen e la Canalis: la rivelazione sul palco di Sanremo 2011 sono proprio loro, le due Iene Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Irriverenti e mai scontati, la coppia d’oro della rete avversaria Mediaset “illumina d’immenso” un palco dell’Ariston che a tratti è sembrato addormentarsi.
L’AMBERLEY CASTLE
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IL MOUSE DI GOLDGENIE
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All’Amberley Castle. Si, l’investimento economico è notevole, ma se l’amore non ha prezzo e la tasca lo permette, un soggiorno in questo esclusivo castello inglese vi assicura di conquistare il cuore della donna o dell’uomo dei vostri sogni. Garantito? Praticamente si. ll pacchetto prevede il trasferimento in jet privato o in elicottero all’Amberley Castle, stilisti e parrucchieri a disposizione, cena a 10 portate preparate dallo chef James Dugan, da gustare in totale privacy, la certezza di essere soli nell’intero castello di 19 stanze e la possibilità di organizzare un bagno di champagne. Alla modica cifra di 45mila sterline a notte. C’è tempo fino a dicembre 2011, siamo sicuri che molti di voi staranno già correndo a prenotare…
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NONSOLOROSA FLASH Trovato il corpo di Yara Gambirasio: era scomparsa da 3 mesi esatti La notizia più brutta, quella che tutta Italia ha sperato di non dover mai sentire: è stato trovato il corpo di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Esattamente tre mesi dopo la scomparsa il corpo della ragazza è stato trovato in un campo a Chignolo d’Isola, a poche centinaia di metri dal centro operativo che coordinava le ricerche. A trovarla alcuni ragazzi che stavano facendo volare nel campo un aereo da modellismo: Yara era vestita come nel giorno della scomparsa, ed è stata definitivamente identificata dall’apparecchio ortodontico. Ora il corpo della ragazza sarà sottoposto ad autopsia, mentre si incrociano le supposizioni fra chi sostiene che il corpo di Yara sia stato portato nel campo in questi ultimi giorni e chi pensa invece che sia sempre stato lì. La famiglia Gambirasio, che in questi mesi si è distinta per dignità e discrezione, oggi chiede con rabbia che venga fatta giustizia.
Libia in rivolta, il mondo chiede le dimissioni di Gheddafi Dopo la Tunisia e l’Egitto, è la Libia a bruciare. Le rivolte di piazza hanno portato all’isolamento di Muammar Gheddafi, leader libico da più di 30 anni, che invece di abbandonare il suo posto e fuggire all’estero, come hanno fatto già i suoi colleghi Ben Alì e Mubarack, è rimasto nel suo paese, deciso a massacrare i rivoltosi e con l’obiettivo di scatenare una guerra civile. A nulla valgono i richiami degli Stati Uniti e dell’Unione Europea: in Libia stanno avvenendo indicibili violenze, Gheddafi ha autorizzato l’esercito a bombardare le città in rivolta e l’ordine tassativo è di far sparire i cadaveri così che non si possa fare la conta dei morti. L’ONU ha deciso di sanzionare la Libia nella persona di Gheddafi e dei suoi più stretti collaboratori, impedendogli di allontanarsi dalla Libia, bloccando i loro beni e stabilendo l’embargo per le armi nel paese.
L’Italia fronteggia l’emergenza immigrati Le rivolte che stanno infiammando i paesi nordafricani comportano un’emergenza che riguarda strettamente l’Italia: quella degli immigrati. Dalla Libia e dalla Tunisia, ma anche dagli altri paesi musulmani toccati dalle rivolte, l’emergenza umanitaria sbarca a Lampedusa, dove ci si trova a gestire un mare umano di disperati che hanno bisogno di essere accolti prima di essere mandato di nuovo via. Il sindaco dell’isola siciliana fa sapere di essere pronto ad emanare ordinanze comunali nelle quali si vieta la circolazione di immigrati libici sull’isola per motivi igienico-sanitari. Il Ministro degli Interni Roberto Maroni lamenta la mancanza di collaborazione, in questo delicato frangente, del resto dell’Europa.
Berlusconi resta in piedi grazie a Bossi, anche FLI perde pezzi
Tutta l’opposizione continua a chiedere le dimissioni del premier Berlusconi, rinviato a giudizio il 6 aprile per prostituzione minorile e concussione. La Lega vuole raggiungere l’agognato federalismo fiscale e fino a quel momento si impegnerà per tenere “attaccata la spina” al governo Berlusconi, mentre imperversano le polemiche sulla tratta dei parlamentari che vedrebbe dirigenti del PDL impegnati in una vera e propria compravendita per
Padre suicida rapisce gemelline svizzere: la speranza è trovarle ancora vive
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Il 3 febbraio 2011 Matthias Schepp, ingegnere svizzero di 43 anni, si suicida buttandosi sotto un treno a Cerignola, in provincia di Foggia. Ma il gesto disperato dell’uomo nasconde una tragedia ben più grande: l’uomo aveva infatti rapito pochi giorni prima le due figlie di 6 anni, le gemelline Alessia e Livia, delle quali dopo la sua morte non si è avuta più traccia. I peggiori timori della madre, Irina Lucidi, sono stati rafforzati da una lettera che l’uomo le ha spedito prima di togliersi la vita, nella quale fa intendere chiaramente di aver ucciso anche le sue figlie. Gli inquirenti non perdono però la speranza di ritrovare vive le due bambine, giudicando l’ultima lettera di Schepp alla moglie un gesto dettato dalla sua mente sconvolta e forse anche un estremo tentativo per punire la donna dopo il divorzio. Le ricerche continuano seguendo alcune segnalazioni che indicherebbero la presenza delle gemelline in Corsica.
NONSOLOROSA FLASH Castel Gandolfo: il lago si tinge di rosso Uno specchio d’acqua rosso sangue, tanto scenografico quanto allarmante: è questo l’insolito panorama che si scorge dalle finestre della residenza estiva del Papa. Si chiama Plankthotrix rubescens la mucillagine responsabile di aver tinto di rosso le acque del lago con un fenomeno tipico della sua fioritura invernale. Il lago di Castel Gandolfo, infatti, è stato invaso da quest’alga rossa che produce una microcistina cancerogena altamente dannosa per la flora, la fauna e i residenti.
Suicida in carcere a 37 anni. Il garante: colpa del sovraffollamento
assicurarsi la maggioranza in Parlamento. L’ultima denuncia è del deputato PD Bucchino, che accusa il coordinatore del PDL Verdini di aver provato a “comprarlo” per 150mila euro. Gianfranco Fini non si dice meravigliato e riferisce di conoscere molti altri casi come questo, mentre Di Pietro grida allo scandalo ed invoca l’intervento della Magistratura. Anche Futuro e Libertà perde pezzi: l’ultima Onorevole defezione, quella dell’attore Luca Barbareschi, che è passato al Gruppo Misto.
Ha tagliato le lenzuola e, dopo averle annodate, ne ha fatto un cappio con cui si è impiccato alle sbarre della sua cella del carcere di Velletri. Ha deciso di togliersi la vita così Gianluca Corsi, 37 anni, da oltre sette mesi detenuto in attesa di giudizio. Arrestato nel luglio scorso per ricettazione, aveva scelto, per sua espressa volontà, di trascorrere il periodo di custodia cautelare in una cella di isolamento, per evitare contatti con gli altri detenuti. Nella nostra regione è il primo caso di suicidio in prigione dall’inizio del 2011. Dura denuncia del Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni: «È una morte figlia del sovraffollamento».
Il Carnevale impazza ai Castelli In queste settimane il Carnevale Popolare è tornato ad animare i Castelli Romani. I giganti di cartapesta con i loro gruppi mascherati sono usciti in passeggiata animando le strade: centinaia le persone che hanno preso parte alla festa in maschera, esplosa a Velletri, Genzano, Nemi, Albano, Frascati e Marino.
In piazza per salvare il Paolo Colombo Circa seicento persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal centro sinistra di Velletri per protestare contro il piano di riordino della sanità regionale predisposto dal presidente della regione Lazio Renata Polverini. I manifestanti si sono riuniti davanti al nosocomio veliterno per poi sfilare in corteo dove hanno ascoltato e applaudito i politici intervenuti alla manifestazione.
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Gossip
Oscar 2011
I promossi e i bocciati del Red Carpet più glamour dell’anno Trovare l’abito giusto per sfilare sul red carpet più importante dell’anno è impresa da far tremare i polsi: ne sanno qualcosa le star di Hollywood, corteggiate dai maggiori stilisti ma sempre a rischio “brutta figura”. I primi Oscar infatti si assegnano all’esterno del Kodak Theatre e sono quelli del look: vediamo quest’anno chi è stato promosso e chi bocciato.
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Promossa, sia fuori che dentro il teatro, Natalie Portman: in evidente stato di gravidanza Natalie indossava un abito Rodarte viola, con dettagli brillanti sul decolletè, che cadeva morbidamente sul pancione. A completare il quadro i capelli leggermente ondulati che le incorniciavano il bel viso raggiante. A lei l’Oscar per l’eleganza e la naturalezza!
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Stupenda Anne Hathaway, che ha sfilato sul red carpet al braccio dello stilista Valentino, del quale indossava una creazione nel tipico rosso che l’ha reso celebre in tutto il mondo: l’abito era un tradizionale vestito da sera delle grandi (anzi grandissime) occasioni.
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Ha convinto poco invece lo stile di Nicole Kidman, con un abito bianco decisamente troppo “strutturato” che invece di valorizzare la sua figura elegante la faceva sembrare legnosa e altissima vicino al piccolo marito Keith Urban.
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Per l’algida Cate Blanchett, una promozione solo a metà: l’attrice australiana è sempre elegantissima, ma l’abito chiaro con il motivo a “oblò” sul davanti l’ha resa decisamente poco sexy.
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“Promossa” anche la compagna di set di Natalie, Mila Kunis, giudicata una delle meglio vestite del red carpet: ha fatto centro con un abito color lavanda Elie Saab con delicato pizzo sul decolletè, che ben si sposava con la sua carnagione bruna
Una promozione convinta anche per la giovanissima Hailee Steinfeld, protagonista de “Il Grinta” dei fratelli Cohen: 14 anni appena ma un allure da principessa, Hailee era vestita in rosa cipria e swarovski. Notevole anche la sontuosa acconciatura raccolta sulla nuca, completata da un cerchietto in tinta con l’abito.
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Bocciatura anche per il look di Melissa Leo, pesante e rigido il suo abito in pizzo e raso con il colletto alto. L’attrice di “The Fighter” verrà ricordata anche per essersi espressa in linguaggio poco consono mentre ritirava il premio come Miglior attrice non protagonista, costringendo la rete tv Abc a “bipparla”
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Psicologia
Dott.ssa Laura Romani romani.laura@virgilio.it
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Dentro le storie
Emma ha 12 anni, frequenta la scuola medie e condivide interessi e ambizioni con gli altri ragazzi. A scuola non si distingue, ma supera gli anni con tranquillità. Tutto normale. Da quest’anno succede qualcosa. Emma inizia col prendere qualche brutto voto nelle materie più importanti, evento che suscita qualche piccolo rimprovero da parte dei genitori e qualche pensiero in lei. Pian piano i brutti voti aumentano. Emma non riesce più a stare attenta, inizia a scadere in tutte le materie, la lista delle insufficienze non fa che aumentare. Tutto sembra irrecuperabile: non sa da dove iniziare, non ca-
non esserci né buoni né cattivi, solo persone egoiste che non capiscono. La situazione corre velocemente verso la rottura: di Emma con la scuola, con i genitori, con la possibilità di parlare, con la possibilità di capirsi, con il mondo conosciuto fino ad allora. La cosa che più fa impazzire i genitori è il perché Emma non si confidi e non si appoggi a chi le offre aiuto. Il perché è che lei veramente non lo sa, proprio non sa cosa le succede, non sa perché va male a scuola e perché è sempre arrabbiata e quindi cosa può dire. Più lo dice e più tutti si arrabbiano.
pisce il perché ora sembra tutto difficile, è sempre arrabbiata, i genitori la sgridano e la puniscono perché non si impegna; se fosse veramente incapace lo accetterebbero ma non lo è. Tutto sembra ruotare intorno ai risultati scolastici. In tanti le chiedono cosa abbia: amici, genitori e professori cercano di capirla ma lei non lo sa, dice che non lo capisce e che proprio non ci riesce e più passa il tempo più si infastidisce delle loro domande e dell’atteggiamento di tutti, sembrano
La pressione che i genitori fanno, sicuramente per il bene di Emma, per lei diventa solo la prova che per loro è più importante la scuola che il suo benessere. Il fatto è che le ragioni ovvie per gli adulti sono meno ovvie per i ragazzi, e le ragioni della logica e dei progetti a lungo termine non hanno invece né ragione né logica per i ragazzi, che conoscono solo urgenze e le ragioni dei sentimenti, spesso neanche consapevoli.
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15-20 marzo
Cose che mi sono capitate a mia insaputa di Gene Gnocchi – Teatro Parioli
Roma
21 marzo
25 marzo
Aprilia (LT)
Albano Laziale
Chat a due piazze di Ray Coone – Teatro Europa
Trote di Edoardo Erba Teatro Alba Radians
27 marzo
1 aprile
Ariccia
Colleferro
Latina
Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb Teatro Comunale Bernini
1 e 2 aprile
Per il resto tutto bene di Stefano Satta Flores Teatro Moderno
Latina
8 aprile
Il fantasma di Canterville – Teatro Sistina (Mattina in musical)
Roma
L’uomo prudente di Carlo Goldoni Teatro comunale di
5 aprile
Aladdin il Musical Teatro Sistina
Roma
10 aprile
Katia Ricciarelli – Teatro D’Annunzio
Latina
1 aprile Giovanni Allevi in tour Teatro D’Annunzio
7,8,9, aprile
Panariello non esiste Auditorium della Conciliazione
Aprilia (LT)
10 aprile
Il giro del cielo Laboratorio per ragazzi Teatro Bernini
Ariccia
Da marzo
I Borghese e l’antico, Galleria Borghese
Roma
Roma
Chagall il mondo sottosopra – Museo dell’Ara Pacis
Roma
fino al 20 marzo
Euro Punk – Villa Medici
Roma
Fino al 27 marzo
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MOSTRE
11 marzo- 3 luglio
Tamara de Lempicka, Regina del Moderno – Complesso del Vittoriano
TEATRO
26 marzo
Fino al 3 aprile Arte in memoria mostra internazionale di arte contemporanea
Ostia Antica
Fino al 1 maggio I colori del mondo. National Geographic Italia – Palazzo delle Esposizioni
Roma
26 marzo
CONCERTI
24 marzo
Woody Allen Auditorium della Conciliazione
Francesco Renga Auditorium della Conciliazione
Roma
Roma
26 marzo,
Roberto Ciotti – Teatro Capocroce
Frascti
11 aprile
20 aprile
26 aprile
Roma
Roma
Roma
Patty Pravo Teatro Sistina
John Grant – Circolo degli Artisti Roma
29 aprile Nevrux Ex Cisalfa
Roma
30 aprile
Level 42 - Atlantico Live,
Roma
Nek - Auditorium della Conciliazione
1 luglio
Vasco Rossi Stadio Olimpico
Roma
13 luglio 4 luglio
8-9 luglio
Roma
Roma
Dream Theater Capannelle
8 MARZO
Conferenza: “Donne e Risorgimento: esperienza della Repubblica Romana” Relatore: Maria Pia Critelli, Biblioteca Storia Moderna e Contemporanea, Roma. Sala Tersicore, Palazzo Comunale, piazza Ottaviano Augusto. Velletri
17 MARZO
Celebrazioni Giornata Anniversario 150°
25 MARZO
Conferenze: “1870-1939: nascita dell’archeologia a Velletri” Relatore: Tiziana Ceccarini- Sovrintendenza Speciale
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Jovanotti Stadio Olimpico Roma
Elton John Auditorium della Conciliazione
Roma
per i Beni Archeologici di Roma. “La sepoltura di Vigna D’Andrea: un eccezionale ritrovamento protostorico a Velletri nell’area della Cantina Sperimentale”. Relatore: Micaela Angle- Sovrintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Sala Conferenze, Museo Civico Archeologico Oreste Nardini,via G. Mameli,4. Velletri
APRILE 7
Conferenza: “Ippolito Zapponi, un artista veliterno tra arte sacra e ritrattistica” Relatore: Luca Leoni Sala Tersicore, Palazzo Comunale, piazza Ottaviano Augusto. Velletri
L’angolo del Cinema “And the Oscar goes to...”. É l’annuncio che stringe il cuore dei candidati. La frase che tutti aspettano, rigidamente e nervosamente seduti nelle comode poltroncine del Kodak Theatre di Los Angeles, la vera mecca del cinema. Ma è anche la realizzazione del sogno americano; dopotutto Hollywood è questo, una fabbrica che sforna sogni. E così, nel tanto atteso momento, tutto sembra perfetto e i problemi si dimenticano. Chi non si scorda della crisi è l’Academy, la quale, nel tentativo di risollevare gli ascolti della serata, costantemente in calo, in occasione della 83a edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar del 27 febbraio 2011, ha scelto due novelli presentatori: James
Franco ed Anne Hathaway. Che siano due attori talentuosi e di bell’aspetto questo è certo. Tuttavia, essendo alle prime armi ed alla prima conduzione, saranno in grado di reggere la serata più importante del cinema americano? Che fine hanno fatto i grandi presentatori degli anni precedenti(Steve Martin, Billy Chrystal ecc.), attori disinvolti dall’indiscusso talento comico? Risiedono, appunto, nel passato e intanto l’Academy guarda avanti, rispondendo al richiamo della crisi riponendo una così grande responsabilità sulle spalle, forse fragili, di due “fanciulli”. L’obiettivo è evidente: attirare il vasto pubblico giovanile con il divo dal sorriso più bello di Hollywood e l’allegra reginetta delle commedie, considerata già la nuova Julia Roberts. Con questi dati la serata non teme confronti. Speriamo che i due siano all’altezza del compito assegnato. Noi glielo auguriamo. Mentre vi scrivo, la cerimonia non ha ancora avuto luogo, ma
THE KING’S SPEECH/IL DISCORSO
Colin Firth, Helena Bontham Carter, Geoffrey Rush “The King’s speech”
Regia: Tom Hooper
Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Michael Gambon
Genere: Storico
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DEL RE
Il Re degli Oscar: “Sir” Colin Firth, regale gentiluomo inglese dall’indubbio talento, dopo aver sfiorato la vittoria dell’Academy Award nel 2010 con A Single Man, in cui interpretava un insegnante frustrato e gay, quest’anno ci riprova calandosi nei panni di un re altrettanto frustrato, ma per ben altre ragioni. Un’interpretazione impeccabile che, finalmente, lo porterà dritto sul podio del Kodak Theatre. Firth riesce a dare anima, corpo e voce (balbettando) alle ansie, le sofferenze e le paure recondite di re Giorgio VI, il padre dell’attuale regina Elisabetta d’Inghilterra. Un sovrano, certo, ma soprattutto un uomo che dovette fare i conti con le proprie fragilità, gli scheletri ed i tormenti di un passato doloroso da nascondere agli occhi della società. Quando l’irresponsabile fratello Edoardo(Guy Pearce) abdicherà per sposare una divorziata, il trono passerà al giudizioso ed intelligente Albert(Firth) duca di York, nominato re con il titolo di Giorgio VI. Purtroppo, il regnante combatte da sempre con un fastidioso ed imbarazzante problema: la balbuzie. Quale incubo peggiore per un sovrano costretto a tenere discorsi rivolto ad una nazione intera? Solo ricorrendo ai metodi anticonvenzionali di un eccentrico logopedista, Lionel Logue(Geoffrey Rush), il re riuscirà a ridar voce alle proprie idee, trovando anche un prezioso amico. Un film maestoso, elegante, arricchito, oltre che dall’ottima regia di Tom Hooper, dalla bravura dei tre protagonisti(Firth, Rush ed H. B. Carter nel ruolo dell’amata moglie del re),ovviamente tutti candidati e possibilissimi vincitori dell’Academy di quest’anno; Il tutto impreziosito da raffinati scenari, gli aristocratici ambienti inglesi degli anni 30. E non manca il divertimento, una comicità che deriva da personaggi strambi e interessanti e dal loro imbattibile british humour. Un film classico retto da ruoli anticonvenzionali; perché superando la tradizione non ci si annoia mai.
quando leggerete l’articolo i vincitori saranno già stati annunciati, ecco perché le seguenti previsioni potrebbero apparire scontate. Nella rosa delle pellicole candidate all’Oscar come migliori film dell’anno, svettano Il Discorso del Re di Tom Hooper(con ben 12 nomination-vedi recensione qui sotto), Il Grinta dei fratelli Coen (10 nomination) e The Social Network di David Fincher (8 nomination), al pari di Inception (8) di Christopher Nolan. Quattro ottimi film che sembrano non lasciare scampo agli altri sei in gara per la stessa categoria. La contesa per l’Oscar alla miglior regia si divide tra Tom Hooper, che ha fatto incetta di premi ai BAFTA Awards(gli Oscar inglesi) e David Fincher,già vincitore ai Golden Globe Awards (una sorta di anteprima degli Oscar dove solitamente i premiati sono gli stessi degli Academy Awards).
Incredibile l’assenza nella lista dei migliori registi di Christopher Nolan, creatore di Inception, il geniale e complesso thriller-fantascientifico in lista, lo ripetiamo, tra i migliori film dell’anno. Forse la fantascienza non sarà il genere preferito dall’Academy, troppo tradizionalista per dinamici viaggi in smontabili mondi alimentati dai sogni e dagli incubi umani, ciononostante Inception (assieme ad Avatar) resta il film più innovativo, e non dell’anno, ma di sempre. Per gli attori protagonisti in lizza per la statuetta non ci sono dubbi: le brillanti e credibilissime interpretazioni di Colin Firth e Natalie Portman daranno loro l’ambito premio, rispettivamente per Il Discorso del re e Il Cigno Nero. Non resta che prepararsi alla “notte stellata”, sintonizzandosi sul canale 124 di Sky a partire dalle h 23,55. Tanta curiosità ed una buona dose di caffè terranno svegli i cinefili in compagnia del glamour, gossip, stelle Hollywoodiane e, naturalmente, in compagnia del buon Cinema.
BLACK SWAN/IL CIGNO NERO Lady Oscar: anche qui nessun dubbio. Miss Natalie Portman(e Miss lo è per davvero, presto la vedremo infatti come volto del nuovo profumo Miss Dior Chérie) porterà a casa il globo d’oro grazie all’intensa e drammatica interpretazione di Nina, la ballerina protagonista di Black Swan-Il Cigno Nero, coronando così la sua lunga ed eccellente carriera. Nina(Portman) è una graziosa ballerina del New York City Ballet. Il regista e coreografo Thomas Leroy(Cassel), le affida il ruolo della protagonista nella reinterpretazione de Il lago dei cigni di Chaikosky. Nina interpreterà sia la principessa Odette, ossia il cigno bianco, sia la sorellastra cattiva, il cigno nero. La ragazza, troppo fragile psicologicamente e fisicamente per sostenere l’accesa rivalità e l’elevato stress del competitivo mondo del balletto, abbandonerà il suo apparente ed iniziale candore per rivelare un lato oscuro: una creatura ambigua ed autodistruttiva. In Black Swan, l’elevata credibilità della sua protagonista è l’unico punto di forza di un film non altrettanto convincente; su di lei poggia infatti l’intera opera. Moderna rivisitazione de Il lago dei cigni, questo thriller drammatico ad alta tensione lascia ampio spazio(forse troppo) a follia, perversione e a spaventose allucinazioni. Il film verte sull’affascinante e tipica contrapposizione tra bene e male, angelo e demone, il cigno bianco e il cigno nero appunto; poco affascinante purtroppo tutto il resto. Perdendosi in inquadrature fastidiosamente mosse e ravvicinate ai volti dei personaggi, lo spettatore non distingue più il sogno dalla realtà; tutto appare come un grande incubo confuso ed ingarbugliato, un angosciante oceano nero dal quale il pubblico vorrà riemergere al più presto. Cosa rimane dunque? L’eco di un classico inimitabile e la presunzione di dover scioccare a tutti i costi.
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Alessandra Grecco
Natalie Potwan “Black Swan”
Regia:
Darren Aronofsky Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Winona Ryder
Genere:
Drammatico, Thriller
Mensile di attualità, politica, cultura, gossip, spettacolo e sport
I nostri punti di distribuzione VELLETRI
Caffetteria Leda, c.so della Repubblica 11 Bar Jolly, Corso V. Emanuele, 78/80 Bar presso Clinica Madonna delle Grazie, Bar Caffetteria Ginnetti, Piazza Cairoli 33 Bibenda Cafè, Via Appia Sud, 28 Km 42,900 Snack Bar Zi Checco, Via Lata, 22/24 Bar Alterego Viale Salvo D’Acquisto, 10/a Torrefazione Caffè VIDILI C.so Della Repubblica 252 Bar Cairoli (Cafarotti) Piazza Cairoli, 7 Il Gabbiano Bar-Spaghetteria, P.za XX settembre,12 El Barrio Cafè, C.so della Repubblica, 249 Caffetteria Mastrostefano Sandro, Via dei Volsci,35 Caffetteria La dolce vita, Corso della Repubblica, 167 Vini e Caffè, Via Guido Nati, 39 GOLD CAFÈ, Via Lata 269 TANI CAFFÈ, Via Delle Mura, 3 BUFFETT STAZIONE, stazione F.S. Caffè del Bargello, viale Oberdan NUOVO Comune di Velletri, Piazza C.O. Augusto, 1 Clinica Madonna delle Grazie,V.le Salvo D’Acquisto, 67 Cinema Augustus, Via Filippo Turati Libreria Mondadori, Via Pia, 9 Carrefour Market, Via Lata, 169 Carrefour Market, Via Appia, km 43 Carrefour Market, Via Appia, km 40,400 Carrefour Market, Via Ariana, Valmontone Carrefour Market, Via Valmontone, Artena COOP, Via S. Giovanni Vecchio 1 Banca Popolare del Lazio, Via M. delle Fosse Ardeatine, 9 Banca Popolare di Aprilia, Viale Oberdan, 33 Dani Dibi Center, Via Ragazzi del’99, 6 Ok Acconciature, Largo Mario Ciancia, 3 Istituto di bellezza Tropical Center, via XXIV maggio 6 NUOVO Beauty Center Graziano, Via Colombo Romani Enzo Felici Hair Mode, C.so della repubblica 123 Sabrina, Via Luigi Novelli,18 Federica Fashion Dream, Via Lata, 37 Modacapelli Via Menotti Garibaldi Body 2000, Piazza XX settembre, 10 Nicol, Viale G. Oberdan Nicol, Corso della Repubblica 3 Store, Via Lata 27 Farmacia Romani, Piazza Cairoli, 2 Studio medico 3R, Piazza Cairoli, 30 Studio medico Minerva, Piazza Metabo, 8 MEDICARS, Centro Medico Polispecialistico, P.zza Garibaldi, 9 Edicola Barletta, Piazza Cairoli Edicola Manciocchi, Via Cir. Di Ponente Edicola Gatta, Via Lando Conti Edicola Riccardo Trenta C.so Della Repubblica,202 Edicola Carini, Piazza Cairoli Edicola Stazione F.S. ACI via Delle Mura, 5
LARIANO
MILLENIUM, Via delle Cerreta, Lariano
Io e le donne, Via Sausset les Pins, 41
GENZANO
Caffetteria del Centro, Piazza IV novembre Bar La dolce Vita, Piazza T. Frasconi, 19 Royal Cafè, Via Italo Belardi, 38 Gran Caffè Nazionale, Piazza T. Frasconi, 1 BAR MATCH, Via Lenin, 56/58 Comune di Genzano, Via Italo Belardi, 1 COOP, Via Emilia Romagna, 102 Carrefour Market, Via O. Ferrazza, 11 Carrefour Market, Via Giorgio Amendola 2/4 Expert, Via Nenni, 1 Palestra Matrix, Via del Lavoro 3Store, Via Garibaldi, 8 Capellimania, Via XXV aprile, 33 Farmacia Dr Carafa Emidio, via I. Belardi, 1 Pharmamedical, Via Saragat, 1 ECOMED 2000 Poliambulatorio Specialistico, Via Roma, 14
LANUVIO
Bar Centrale, Piazza C. Fontana, 17 Bar Menelik, Piazza C. Fontana, 9 Parrucchiere Stefania, Via Gramsci, 153 Comune di Lanuvio, Via Roma, 20
NEMI
Bar dei Pini, Piazza Roma, 3 Comune di Nemi, Piazza del Municipio, 9 Incantesimo del Lago, C. V. Emanuele, 24 Bar Locanda Specchio di Diana, Corso Vittorio Emanuele
ALBANO
Comune di Albano Piazza Della Costituente 1 Cafè e dintorni Via Della Rotonda, 6 Bar Fortini C.so Matteotti, 16 Caffetteria C.so Matteotti, 206 Bar SESTA, C.so G. Matteotti, 40 Gran Caffè Renzelli, Via Nettunense, 49/53
ARICCIA
Appia Carni 2002 S.r.l. Via Appia Antica, 50 Bar Centrale Piazza di Corte
Comune di Ariccia, P.zza S. Nicola snc
GROTTAFERRATA
Parrucchiere EMILIO SILVAGNI, Via Renato Castellani, 22 (sopra la GS) Associazione Viva & Musica, Piazzo di Poggio Tulliano, 23
FRASCATI
3Store, Via Bezzecca,12
CISTERNA DI LATINA
Studio medico Cianciosi, P.zza Amedeo di Savoia 8 Carrefour Market, Via Appia Nuova, Cisterna di Latina
PER DIVENTARE NOSTRO PUNTO DI DISTRIBUZIONE TELEFONARE AL: 06.96155428
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SU NONSOLOROSA: redazione@nonsolorosa.it-pubblicita@nonsolorosa.it Vicolo Bellonzi, 3 Velletri- tel. 06.96155428-cell. 3497402001