NONSOLOROSA marzo 2012

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COPI

OMAGGA IO

Mensile di attualità, politica, cultura, gossip, spettacolo e sport

AGOSTINO DE ROMANIS

ILPITTORE

DELL'ANIMISMO

Chi può spegnere il web? Profumi, sapori, idee e curiosità per la Pasqua 2012

Elisa Isoardi:

i 2-2010 del 22.01.2010 -

Anno II- N. 24- Marzo 2012- Mensile - Registrazione tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita

NONSOLOROSA

la bellezza aiuta

ma non basta!



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ommario

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CULTURA

Tutta colpa del telefonino. E della chat

Agostino De Romanis: Il pittore dell’animismo

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SPETTACOLO, GOSSIP e NEWS

RUBRICHE

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Elisa Isoardi: la bellezza aiuta ma non basta!

Diamo i voti ai look, non alle canzoni I COLORI DELLA CRONACA

Evasione selvaggia, partono i provvedimenti del governo Profumi, sapori, idee e curiosità per la Pasqua 2012 Omaggio al grande artista Lucio Dalla Prodigiosamente versatile: cantautore geniale, grande poeta, uomo generoso

C

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I bimbi di NONSOLOROSA Cinema “Al cinema con NONOSOLOROSA”

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Architettiamoci “Tutti pazzi…per il vintage!”

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I grandi dello sport “L’altra faccia della medaglia”

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Paolo Maola “Il Caleidoscopio Rosa”

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L’arte enogastronomica “L’arte dell’imbandigione”

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Viaggi “Cile /Bolivia: Toccando il cielo”

EVENTI

Chi può spegnere il web?

Medicina naturale “Ribes Nigrum: un potente antifiammatorio naturale”

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ATTUALITÀ

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olofon Editore:

Blink di Ottavia Lavino

Direttore Responsabile: Ottavia Lavino

NONSOLOROSA

Numero 24- anno 2012 Marzo Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010

Progetto grafico e impaginazione: Margherita Manarin

Stampa:

GraficaDuemila Via Delle Valli, snc 04011, Aprilia (LT)

Distribuzione gratuita Hanno collaborato: Servizi Enrica Gasbarri Francesca Di Belardino

Sara Gemma

Rubriche

Carlo Carones Claudia Manzato Daniele Ciani Marco Rossetti Paolo Maola

Redazione NONSOLOROSA: Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri (Rm) Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it

Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantise la restituzione dei materiali giunti in redazione. É vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.


NONSOLOROSA

ditoriale

Ottavia Lavino, direttore di NONSOLOROSA redazione@nonsolorosa.it

Tutta colpa del telefonino. E della chat

Leggere la posta altrui non è una cosa bella. Non si dovrebbe fare. Ma a inquadrare legalmente la questione è l’articolo 15 della Costituzione: “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”. Di conseguenza, leggere la corrispondenza altrui è un reato. Ma siamo in molti a non saperlo, o a dimenticarcene. Soprattutto se siamo assaliti dal dubbio del tradimento. In tal caso siamo tutti convinti che “il fine giustifica il mezzo”. E che in amore e in guerra tutto sia lecito. Quindi, se dubbio c’è, parte la caccia. Di solito non si va molto lontano. Nella maggior parte dei casi scopriamo la frittata grazie ad sms e chat. In America Facebook è diventato la prima fonte di prove utilizzate nelle cause di separazione. Ai tempi del web è tutto on-line. Tradimenti compresi. Lo sanno traditi e traditori. Di conseguenza, immaginiamo non siano pochi i sospettosi che si mettono a spiare il telefonino o le mail o eventuali tracce lasciate sui network dal partner mentre questi è sotto la doccia. Ormai non si contano più le storie finite a causa d’incauti messaggi , non di rado finiti per sbaglio proprio a chi non sarebbero mai dovuti arrivare. Succede pure questo. Tutta colpa di un clic sbagliato! L’essere umano, si sa, è spesso distratto e imprudente. Oltre che fedifrago. A “farsi scoprire” dai messaggini non pochi personaggi famosi, per citarne solo uno di casa nostra: Biagio Antonacci. Uno made in England: David Beckham. Il tradimento, ci dicono ricerche varie, sarebbe una cosa ordinaria. Altrettanto ordinario, l’utilizzo della tecnologia per flirtare. Sarebbe insomma difficile resistere alla tentazione di chattare o di inviare messaggini “all’altro”, magari erotici, poco prima di andare a letto con l’ignaro coniuge. Le prove dell’infedeltà sono a portata di mano. E di mouse. Quindi attenzione, se proprio ci si vuol complicare l’esistenza! Prima o poi chi tradisce è colto in fallo. Potrebbe accadere, come già è accaduto, a causa d’una scheda telefonica galeotta dimenticata in macchina. Non deve essere facile tenere tutto sotto controllo. In agguato, come minimo lo stress! Affettuosamente Il Direttore


Due chiacchiere con Elisa: dalla gavetta alla farfallina di Belen

Elisa Isoardi:

lama bellezza aiuta non basta!


Hai iniziato la tua carriera studiando teatro, poi sei passata alla moda e infine alla televisione e alla radio: sognavi di calcare le scene fin da bambina?

Sanremo: se esiste uno show che porta ascolti alla rete ed anche ad altri programmi, va benissimo così. Per quanto riguarda Belen, le auguro di fare la stessa carriera di Angelina Jolie, Sono venuta a Roma per frequentare una scuola internazio- che sul red carpet degli Oscar si è presentata con un vestito nale di teatro, che mi permettesse anche di superare un po’ simile al suo, e partendo da Lara Croft è arrivata a dirigere un la timidezza. Intanto studiavo, perchè i miei genitori tenevano film giudicato un capolavoro da un filosofo italiano. Non vomolto al diploma. In realtà da bambina volevo fare l’attrice o la glio assolutamente attaccare Belen, che tra l’altro ha dimostramaestra, perchè quello era il mio mondo: vedevo film, andavo to di essere anche simpatica, di saper cantare e ballare: dico a scuola. Poi crescendo ho deciso di puntare altrove. soltanto che abbiamo bisogno di ragazze che fanno e non che fanno vedere. Fra poco è la festa della Alle spalle una lunga gavetta, una scuola di teatro e le passerelle della moda: di fronte donna (abbiamo parlaun futuro luminoso, nel quale non dimentica l’importanza dello studio e dell’impegno to con Elisa il 5 marzo, per ottenere i risultati giusti. Questa è Elisa Isoardi, 29enne di Cuneo, oggi conduttrice n.d.r), ricordiamoci che di ‘Uno Mattina’ insieme a Franco Di Mare e in passato sostituta di Antonella Clerici siamo noi a doverci consia ‘La prova del cuoco’, passando per la simpatica parentesi di ‘Linea Verde’, dove si è derare come siamo e non divertita a ‘sporcarsi le mani’, e per qualche esperienza radiofonica. come gli altri ci vogliono. Siamo proprio noi donne Onesta, schietta, simpatica e solare, oltre che ovviamente bellissima: con questo bagaa dover rieducare la soglio di doti Elisa non poteva certo passare inosservata nel panorama televisivo italiacietà a considerarci diverno, dove le figure femminili giovani tristemente latitano. I vertici Rai hanno deciso di darle fiducia, premiando il suo impegno e la sua professionalità, ma anche i fan hanno samente. A Belen auguro una carriera d’oro! iniziato a volerle bene: Elisa vanta un attivissimo fan club che recentemente è sbarcato

anche su Facebook. Noi di NONSOLOROSA abbiamo voluto farle qualche domanda su vita e carriera, scoprendo una ragazza gentile, intelligente e determinata. Sentite cosa ci ha raccontato... Dall’anno scorso sei alla guida di “Uno Mattina”, ma sei stata anche la prima donna a condurre in un certo modo “Linea Verde”; che effetto ti ha fatto essere la prima a ‘sporcarsi le mani’ come hanno fatto tanti uomini prima di te? Mi sono buttata ed è stato veramente divertente, ho fatto di tutto, anche condividendo la scena con Fabrizio Gatta e sono stata veramente felice di farlo. Adesso questa esperienza ad ‘Uno Mattina’ è per me un grande allenamento: trattiamo tanti argomenti e tutti diversi, mi sono dovuta abituare ad altri ritmi di vita, alzarmi alle 4 comporta una gestione differente del resto della giornata. Dopo il primo mese però ci si abitua!

Che rapporto hai con il tuo partner Franco Di Mare? Franco è un grandissimo giornalista, di grande esperienza e molto generoso. Con lui ho un rapporto ottimo, mi supporta molto dal punto di vista professionale e devo dire che a volte mi ‘sopporta’ anche! Avere un partner come Franco significa tanto: abbiamo un gran rapporto e questo mi permette di andare al lavoro serena, di non temere sgambetti dalla persona che mi sta accanto e di imparare molto.

E a proposito di donne in televisione, hai seguito lo scandalo della farfallina di Belen a “Sanremo”? Cosa ne pensi? Quest’anno per la prima volta “Uno Mattina” è stato a Sanremo, quindi insieme a Franco ho seguito tutto in presa diretta. Ben venga lo spettacolo, perchè Sanremo oggi è cambiato insieme alla stessa televisione, quindi non c’è più lo schema fisso del cantante che si esibisce ed esce di scena lasciando il posto al successivo. Lo spettacolo produce ascolti, noi siamo arrivati anche al 33% di share seguendo

Dopo tanta esperienza nella fascia mattutina, sogni una prima serata? Se non fossi la conduttrice di “Uno Mattina” che tipo di programma ti piacerebbe condurre?

Non so se adesso sarei in grado di condurre una prima serata. Diciamo che per il momento voglio concentrarmi su quello che sto facendo; voglio continuare a studiare ed impegnarmi per arrivare più matura ad esperienze importanti. Sono giovane, posso ancora permettermi di crescere!

Parteciperesti mai ad un reality show? Non in questo momento, non ho tempo. Potrei forse partecipare ad un reality del weekend! (ride)

Sappiamo che nel mondo dello spettacolo l’aspetto esteriore è importante: qual è il rapporto con il tuo corpo? Con la bellezza si parte, perchè la tv è comunicazione ed immagine, dunque vengono privilegiate le belle ragazze, poi sei tu che devi saper andare avanti aggiungendo altro. Io ho un buon rapporto con il mio corpo, mi piaccio: quando conducevo la prova del cuoco ero ingrassata 4 kg e mi piacevo, adesso li ho persi di nuovo ma mi piaccio lo stesso. Sono un tipo “godereccio”, mi piace mangiare anche se sto attenta e penso di avere un rapporto equilibrato con il cibo.

Parliamo di progetti per il futuro, come ti vedi fra 20 anni? Non lo so, spero comunque di avere una famiglia e dei figli. Mi auguro anche di essere felice lavorativamente, ma soprattutto spero di avere accanto la persona giusta.

VIZIO Mi arrabbio subito

VIRTÙ Mi passa subito!

DESIDDERIO La felicità

Francesca Di Belardino


NONSOLOROSA

Medicina Naturale

Dott.ssa Claudia Manzato clamanzato@alice.it

È primavera: ricaricati con l'Alfa-alfa Drinn! Suona la sveglia della primavera e voi non avete voglia di alzarvi? Vorreste ancora poltrire sotto le coperte che il freddo inverno ha portato con sé? Con l’arrivo della bella stagione , capita spesso, di sentirsi più stanchi e sonnolenti: ciò è del tutto normale ed è dovuto in gran parte al fatto che il nostro orologio biologico ,a causa dell’aumento delle ore di luce, va in panne. Per alcune persone, questo stato di torpore può durare solo qualche giorno, per altri addirittura settimane e paradossalmente più si dorme e più si ha sonno, ci si sente svogliati e senza energia. Anche i nostri bambini fanno più fatica ad alzarsi al mattino e a seguire gli impegni quotidiani (scuola, sport, etc...). Allora ecco che la natura nuovamente torna ad esserci amica e ad offrirci preziose piante per superare l’astenia primaverile. In particolar modo, molto utile risulta l’Erba medica o alfa-alfa (Medicago sativa L.) valido ricostituente ricco di proteine vegetali. Conosciuta fin dall’antichità, veniva molto utilizzata dagli Arabi come cibo per cavalli, perchè sostenevano che li rendesse veloci e forti, per questo la chiamarono Alfal-fa che significa “padre di tutti i nutrimenti”. Ancora oggi viene largamente impiegata come pianta foraggera e la sua ricchezza in principi attivi, dovuta al suo sistema radicale molto profondo, le permette di assorbire sostanze nutritive

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dal basso sottosuolo che sono generalmente non disponibili alle altre piante. Particolarmente ricca di proteine (molto più delle uova e del latte), vitamine ( A, C, D, E e K), sali minerali, enzimi digestivi, fitoestrogeni, bioflavonoidi con azione antiossidante, antinfiammatoria, rinforzante dei vasi sanguigni. Inoltre la presenza di clorofilla in alta concentrazione la rende adatta nel trattamento di anemie, emorragie e ogni volta che si desideri purificare e disintossicare l’organismo. Migliora inoltre la qualità e la quantità del latte materno. Rinforza unghie, capelli, e la presenza di fitoestrogeni permette di considerala utile anche nel trattamento dell’osteoporosi. Grazie quindi alla presenza di elementi indispensabili alla vita, viene molto apprezzata per rivitalizzare un organismo affaticato, convalescente o che semplicemente necessita di una “sferzata” di energia. Tradizionalmente si utilizza il succo dell’apparato fogliare che viene impiegato nel preparare formulazioni sciroppose particolarmente adatte e gradite dai bambini. Esistono, tuttavia anche preparati in capsule che possono essere somministrati una-due volte al giorno in prossimità dei pasti principali. Attenzione alle interazioni con farmaci antidiabetici e terapie antiestrogeniche. Può inoltre ridurre l’efficacia degli anticoagulanti orali dato il considerevole contenuto di vitamina K. Alla prossima!


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NONSOLOROSA

Facebook, da migliore amico a potenziale rischio

Chi può spegnere

il web?

I social network, illustri sconosciuti fino a circa 10 anni fa, hanno assunto velocemente un’importanza vitale nelle nostre vite: chi di noi non aggiorna periodicamente la bacheca di Facebook o va a spiare foto e video di amici e conoscenti? Quanti hanno già conosciuto la magia irresistibile di Twitter e non fanno altro che descrivere la realtà in 150 caratteri, seguendo i trend del momento? E quanti, soprattutto, hanno finito per litigare con gli amici o con il fidanzail tempo che i nostri figli passano sul web, il rischio che visioto a causa di qualche “mi piace” di troppo? nino qualche contenuto sgradito o impressionante resta alto. La proiezione surreale delle nostre vite on line può portare O anche che prendano contatto con qualche malintenzionaa questi ed altri fraintedimenti nella vita di tutti i giorni, che to che si traveste da coetaneo. La televisione, che da illustri ovviamente si moltiplicano in modo direttamente proporstudiosi era definita una “cattiva maestra”, ha però uno struzionale all’età dei protagonisti. Sono proprio i più giovani mento importante a disposizione di giovani e meno giovani: infatti a cadere spesso preda di questa allucinazione, dove il telecomando. Il web invece non si spegne, è sempre attivo, la vita da reale diventa virtuale e le persone si riducono a vive, muta e si trasforma sotto i nostri occhi, come un’entità foto, avatar, commenti e amicizie date o negate. Con buona dotata di vita propria. Ogni regolamentazione ha sempre il pace delle relazioni sociali reali e della fatica (ma anche del sapore della censura e i mezzi tecnologici trovano sempre il piacere) che queste spesso comportano. modo di aggirarla. Sarebbe giusto “spegnere” il web, ridurlo a Come sappiamo, tra l’altro, il mondo di internet è un gigancosa controllabile, incatenarlo alle convenzioni del vivere civitesco marasma dove il buono e il cattivo si mescolano inele? O attutendone i rischi la conclusione inevitabile sarà quelsorabilmente. Anonimo, gratuito, infinito, incontrollabile: la di perdere è il web bellezza, potremmo dire parafrasando la frase cult di uno storico film. E se la rete è diventato , una malattia ndo virndenza da internnaet donare quel mo il quinto potere (ma forse in ordine di importanza La dipe i a staccare la spi , ad abban ma no sco rie n No ello reale. E se ci il primo), ci sono ben pochi mezzi a disposizione per loro più di un surrogato dientqui. Perchè di dipenisce titu cos che le tua persino delle autorità per controllarlo. Nessun file tossicodipend provano, soffrono di astinenzalancom web. Sono soprattutto tro, pochissime regole: è per questo motivo che anstiamo par do di quella dal e , tta tra si za den o sempre di più quelche sul beneamato Facebook spesso ci imbattiamo mi a cadere nella trappola, e son issi van gio e i van gio all’aiuto degli specialisti. in contenuti che avremmo volentieri fatto a meno dal tunnel devono rivolgersidov ire usc per che li to aperto un amdi vedere. Fake, troll o più semplicemente notizie iclinico Gemelli di Roma, e èlasta Pol del elli qu me Co sua inaugurazione, false, ma anche notizie vere sbattute in pagina con are la “Internet addiction”: fingiàdaltrattati. I sintomi sono cur per rio ato bul tanto di foto agghiaccianti o video da censurare: a 300 i casi avvenuta nel 2009, sono più di di vivere fuori dal mondo, chi non è mai capitato di vedere la foto del cane fatnervosismo, astenia, sensazionele. si: stes gli pre sem to a pezzi da un petardo, o dell’uomo malvagio che il mondo rea perdita di contatto con la vita ed sgozza un vitello, create con lo scopo nobile di sensibilizzare l’opinione pubblica? E anche se Facebook stesso mette a disposizione degli strumenti per segnaanche le sue infinite potenzialità? Noi a questa domanda lare contenuti offensivi o non idonei, quanto tempo passa non sappiamo rispondere. Vi lanciamo però una sfida: provate prima che questi vengano effettivamente rimossi dalla rete? a stare una settimana intera senza accedere ad Internet. E poi I genitori dei bambini cosiddetti “nativi digitali”, nati e cremagari raccontateci come è andata inviandoci una mail a redasciuti cioè smanettando sul computer, avranno sicuramente zione@nonsolorosa.it! a cuore questo problema. Per quanto si cerchi di controllare

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Francesca Di Belardino



NONSOLOROSA

Un primato non gradito quello dell’Italia, che è risultata “maglia nera” per l’evasione fiscale in Europa: secondo i dati raccolti da ‘Tax research London’ nel 2009 il valore dell’economia sommersa in Italia era pari a circa 420 miliardi di euro, per un’evasione fiscale stimata in 180,257 miliardi (quasi un terzo delle entrate totali) Alle spalle dell’Italia, Germania e Francia: i loro dati non sono niente affatto rassicuranti, ma comunque migliori rispetto ai nostri. L’economia tedesca in nero valeva nel 2009 poco meno di 400 miliardi di euro e costava al fisco nazionale oltre 158 miliardi (il 16% delle entrate totali), mentre in Francia sfiorava i 290 miliardi, generando un’evasione fiscale pari a 120,61 miliardi (il 15% del gettito fiscale complessivo). Spagna e Gran Bretagna, invece, avrebbero qualcosa da insegnarci: sono riuscite a ridurre l’evasione fiscale senza troppi problemi. L’Italia è un paese di disonesti cronici? O come dicono in molti la pressione fiscale insostenibile ha portato anche gli onesti ad evadere per sopravvivere? I blitz nelle principali località turistiche italiane, come Cortina e Sanremo durante la settimana del Festival, parlano chiaro: il governo tecnico non accetta scuse o giustificazioni. “Il recupero dell’evasione deve diventare uno strumento per migliorare l’efficienza del sistema economico in un quadro più equo – ha dichiarato il premier e ministro dell’economia Monti- Nel 2011 grazie

In questi mesi la pressione sui cittadini è stata alta: non solo quella fiscale, ma soprattutto psicologica. L’aumento delle tasse e la caccia alla streghe agli evasori ha portato molti italiani a guardare con sospetto la bella macchina del vicino di casa, desiderando più di ogni altra cosa sbirciare il suo 740. E non solo, a pretendere (giustamente) scontrini e fatture da tutte le categorie di esercenti che fino a quel momento avevano spesso sorvolato: estetiste fai-da-te, meccanici amichevoli (del genere “niente fattura 50% di sconto”) o medici truffaldini. Il mondo della tecnologia, come spesso accade, corre in aiuto dei pignoli e dei volonterosi, con diverse applicazioni a tema: il sito evasori.it, che permette segnalazioni anonime, ma anche l’app per Iphone, contribuisce a creare la mappa dell’evasione su tassa. Il ristorante, il bar o il parrucchiere non vi ha fatto lo scontrino? Basta segnalarlo comodamente con il vostro telefonino, contribuendo a creare una mappa completa dell’evasione. Sempre rigorosamente anonima.

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L’Italia maglia nera in Europa: 420 miliardi di euro in economia sommersa

Evasione selvaggia,

partono i

provvedimenti

del governo

all’operato dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza sono stati recuperati 12 miliardi di euro. Ma si può e si deve fare di più. Dobbiamo continuare con rinnovata forza, perché se ognuno dichiara il dovuto, il fisco potrà essere più leggero per tutti”. Per questo il governo Monti ha da subito chiarito che la lotta all’endemica evasione fiscale sarebbe stato il primo punto all’ordine del giorno nell’agenda governativa: via libera dunque a provvedimenti che rendono sempre più difficile “fare i furbi”. Il Decreto Legge 16/2012 dà ad esempio la possibilità di schedare i commercianti più volte colti in fallo sull’emissione degli scontrini, così da mirare l’azione ed effettuare anche delle ricerche sui settori più esposti all’evasione fiscale. Tra i provvedimenti più efficaci c’è poi lista dei “sospetti”, identificati cercando i proprietari di beni in leasing come auto di lusso o barche. L’iscrizione in questa “lista nera” dà al fisco la possibilità di capire chi può permettersi effettivamente determinati beni e chi invece lo fa per vie non legali. Ha fatto molto discutere, ma è un vero randello anti-evasione, l’annullamento del segreto bancario: la lista dei movimenti ed il tracciamento dei pagamenti aiuterà a scovare eventuali evasori, anche se bisognerà trovare il modo di gestire l’enorme quantità di dati rispettando comunque la privacy dei cittadini.Dal 1° febbraio è inoltre in vigore il pagamento limite di 999,99 euro in contante: oltre questa somma i versamenti dovranno essere effettuati tramite banca o sportello postale. Il provvedimento riguarda ogni tipo di pagamento di beni o servizi, ma anche donazioni ed atti a titolo gratuito. L’unica eccezione riguarda le imprese operanti nel settore del commercio al minuto e le agenzie di viaggio e turismo. Questo “strappo alla regola” ha la funzione di agevolare il turismo nel nostro paese: in parole povere il turista straniero potrà pagare in contanti anche sopra i 1000 euro nei nostri alberghi o nelle nostre agenzie di viaggio. Sperando sempre che, fra notizie di naufragi di navi da crociera e di criminalità dilagante, il turismo internazionale continui sempre a metterci al primo posto tra le località da visitare.

Francesca Di Belardino



COME SI CALCOLA LA DATA DELLA PASQUA Quella dei mercatini pasquali è un’usanza che va pian piano diffondendosi, anche in Italia sull’onda di quanto da decenni avviene nei paesi di Oltralpe, e che coinvolge grandi e piccini in un’atmosfera allegra e contagiosa, fatta di piacevoli e spesso irresistibili tentazioni: dolciumi, giocattoli, decori per la casa… Da ammirare in questi mercatini pasquali, oltre ai coniglietti, oggetti decorativi in legno, vetro e ceramica, uova pasquali dipinte a mano, prosciutti, formaggi, salumi, dolci tipici pasquali e molte altre specialità gastronomiche. Naturalmente, non possono mancare i ramoscelli d’ulivo, le raffigurazioni sacre e i crocefissi benedetti. Tra i tanti che saranno poposti in italia e all’stero, noi vi proponiamo di visitare quelli di Innsbruck (dal 30 marzo al 9 aprile); Vienna (dal 24 marzo al 9 aprile); Padova, al Parco Lonzina-Torreglia (dal 24 marzo al 1°aprile); Pergine Valsugana (dal 7 al 9 aprile) e Bellaria Igea Marina (9 aprile).

Sapete come si fa a calcolare la data della Pasqua? Sappiamo tutti che Natale cade ogni anno il 25 dicembre, mentre la Pasqua è una festività cosiddetta mobile, che varia di anno in anno. Secondo i comuni modi di dire, la Pasqua “un anno arriva alta, un anno arriva bassa”. Oscillando tra l’inizio della primavera ed il 25 aprile, la sua data muta in quanto è correlata con il ciclo lunare. Nel corso della storia, il calcolo di questa festa è stato sempre fonte di discussione vedendo lo scontro di diverse correnti di pensiero, scontro che si è risolto solo nel 325 con il Concilio di Nicea. In questa occasione si vollero stabilire dei criteri fondati sui dati delle Sacre Scritture, con il desiderio di promuovere l’unità tra le varie chiese. Secondo la regola che fissa la data della Pasqua cristiana, questa cade la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (21 marzo). Di conseguenza essa è sempre compresa nel periodo dal 22 marzo al 25 aprile. Considerato quanto abbiamo detto, quest’anno Pasqua sarà celebrata l’8 aprile.

MERCATINI DI PASQUA

Profumi, curiosità per

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Come abbiamo fatto per Natale, di seguito vi proponiamo dei menù gustosi e tipici della cucina romana, nonché non troppo dispendiosi, per il pranzo di Pasqua e Pasquetta!

Menù Pasqua

Menù Pasquetta

Antipasto: Torte rustiche; tramezzini misti; formaggi e salumi Primo: Insalata di riso o di pasta condita a vostro piacimento Secondo e contorno: Carne alla brace (bistecche-salsicce) e carciofi alla matticella Frutta: Frutta di stagione Dolce: Uova di cioccolato; Colomba, pizza sbattuta, pastiera

Colazione: pasquale romana: pizza sbattuta; uova sode; corallina; uova di cioccolato; colomba; coratella con carciofi Antipasto: Frittelle di uova sode; verdure grigliate; crostini, bruschettine, formaggi e salumi misti; pomodori ripieni; Primo: Brodo pasquale e fettuccine al ragù Ravioloni farciti con ricotta e carciofi con pomodorini alla menta romana, guanciale e scaglie di pecorino romano Secondo e contorno Agnello e coratella di abbacchio con patate e carciofi Frutta Spiedini con frutta di stagione: ananas - kiwi banane - fragole - mele Dolce Uova di cioccolato, Colomba, pizza sbattuta, pastiera


Di solito si pensa solo a quello di Natale, eppure anche a Pasqua possiamo realizzare un bellissimo albero per decorare la casa. Caratterizzato dai colori della primavera, in quanto ne rappresenta l’arrivo, l’albero di Pasqua può essere realizzato utilizzando rami secchi, che volendo si possono tingere con gli spray o con il fletting per lucidarli. A questi rami, si può mescolare qualche ramo di fiori di pesco. Per le decorazioni c’è una scelta davvero illimitata. Si possono ovviamente comprare, ma la soddisfazione maggiore sarà quella di realizzarle a mano. Il tema più diffuso è quello delle uova che si possono creare in tantissimi modi: dipinte, con decoupage, rivestite di fimo, rivestite di perline, rivestite di stoffa, colorate a immersione, fatte all’uncinetto, di cartapesta. Oltre alle uova si possono riempire questi alberi deliziosi con dei coniglietti e dei pulcini, per rendere l’albero veramente pasquale. Volendo si possono aggiungere anche decorazioni floreali, con qualche rametto di fiori di pesco o ciliegio per un tocco di rosa o bianco o fiori recisi, meglio se colorati e naturalmente a stelo lungo.

GHIRLANDA

sapori, idee e la Pasqua

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ALBERO PASQUA Belle da appendere alla porta, ideali come porta fortuna o, in formato ridotto, da mettere sui tavoli con al centro delle belle candele, sono le ghirlande di Pasqua! Rigorosamente dai colori primaverili, tali ghirlande si trovano in commercio già pronte ma ovviamente, per chi ha tempo e fantasia, si preferisce realizzarle a mano. Dalla pasta di sale al fimo, dal feltro ai fiori, dalla saggina al cartoncino, si può scegliere tra una vasta gamma di materiali per realizzare queste singolari ghirlande. Si possono addirittura mischiare i materiali in queste realizzazioni. Una volta realizzata la base, occorre ricoprirla con nastri dai colori primaverili, aggiungendo poi fiori di pesco o margherite e divertirsi, con i pulcini o i coniglietti, aggiungendo poi qualche uovo. Se avete famigliari golosi però, la scelta migliore, sarà sempre la cioccolata, a patto che nessuno rubi le decorazioni!

Picnic sull’erba, visite ad alcuni affascinanti borghi della provincia, biciclettate, pranzi all’aperto sotto i primi soli primaverili: l’enigma di dove trascorrere il Lunedì dell’Angelo, che quest’anno cade il 9 aprile, turba la maggior parte degli italiani che ogni anno si ritrova, con la propria compagnia a non sapere dove poter trascorrere la Pasquetta! Per prima cosa, vi consigliamo di controllare bene il meteo. Spesso il lunedì dell’Angelo ha riservato brutte sorprese ai tanti italiani che l’hanno voluto festeggiare all’aperto. Non dimenticate poi di fare la spesa! È fondamentale organizzarsi prima, altrimenti rimarrete in balia di qualche forno aperto o punto di ristoro che vi farà pagare come oro anche una bottiglia di acqua. Per quest’anno noi vi consigliamo 10 mete, per una Pasquetta tutta italiana!

METE PASQUETTA

Una città scavata nel tufo: i Sassi di Matera

Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Il Mugello: un mondo alle porte di Firenze

Parco nazionale della Sila

In sella al lago di Garda

Terme di Chianciano

“Rainbow magicland” a Valmontone

Alle piste di Courmayeur

Il parco dei mostri magico di Bomarzo

Alla scoperta delle Cinque Terre


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Questa è la storia di un grande della storia delle musica Italiana. “Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare” così citava una delle sue più famose canzoni. “Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va”: ci piace iniziare il racconto della storia di Lucio Dalla con le sue parole, parole di un artista unico, geniale, guizzante, affamato di esperienza, di arte e di suoni, sempre attento e felice. Formatosi nelle orchestrine jazz degli anni ’60, a stretto contatto con la generazione beat, Lucio Dalla è divenuto nel decennio successivo uno dei cantautori italiani più geniali e versatili, sviluppando un universo poetico capace di spaziare dalla canzone politica a struggenti ballate notturne. Chi all’ora di pranzo del 1°marzo, quando è arrivato il pugno nello stomaco dalla Svizzera, non ha cominciato a intonare una sua canzone, e poi un’altra ancora? “Lucio trasmetteva serenità e gioia, l’eredità che ci lascia è proprio questa, l’insostenibile leggerezza dell’essere”: queste le parole, quanto mai eloquenti, di Padre Bernardo Boschi, confessore dell’artista, nella sua omelia durante la cerimonia funebre. Il tributo a Lucio Dalla che Bologna ha offerto è di quelli che non possono lasciare indifferenti. Cantava “una famiglia vera e propria non ce l’ho e la mia casa è piazza Grande, a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho”: e piazza Grande ha salutato quel suo figlio nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, stringendolo in un abbraccio grande quanto la piazza che aveva celebrato. Eppure per Lucio quella piazza Grande sembrava quasi non bastare a contenere l’affetto delle oltre 30.000 persone che in lacrime hanno salutato per l’ultima volta questo piccolo grande uomo. La sua famiglia, le sue famiglie, proliferazioni di persone che Lucio Dalla aveva scelto e che lo avevano scelto per condividere la vita e amarsi, erano tutti lì: gente dai 20 e i 90 anni, profondamente diversa eppure ugualmente innamorata di Lucio Dalla, segno che un uomo può stabilire una continuità tra tempi diversi. E non si può neppure non sottolineare come questo artista abbia scelto come giorno per congedarsi al suo grande pubblico-famiglia proprio il 4 marzo, data che di fatto echeggia il titolo di una sua famosissima canzone, quella che segnò il suo esordio. “4 marzo 1943”, poesia di Paola Pallottino, venne messa in musica da un Dalla non ancora cantautore. Il titolo originale era “Gesù Bambino” ma, siccome il palco destinato a ospitarla era quello perbenista del Festival di Sanremo, censura impose di ripiegare su un titolo… autobiografico. Nel senso che il 4 marzo del ‘43 il musicista bolognese ci era nato. Abile polistrumentista, valente autore e interprete originalissimo, Lucio Dalla lascia un segno indelebile nella storia della musica leggera italiana. Ecco perché l’Italia intera lo piange e da settimane canta continuamente i brani (oltre 600) che quest’artista trasversale, folle e unico, ha regalato all’eternità. Come in un ideale passaggio di testimone, Dalla è tornato al Festival di Sanremo a quarant’anni dall’ultima partecipazione accanto a Pierdavide Carone, presentandosi sul palcoscenico dell’Ariston nella triplice veste di cantante, compositore e direttore d’orchestra con “Nanì”. Un’ultima poesia prima di lasciare, tradito dal cuore, questo mondo cui ha regalato

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emozioni intense e durature. Subito dopo Sanremo aveva inaugurato il suo tour europeo. E si trovava in Svizzera quando è stato colpito da un fatale attacco di cuore. Nessuna avvisaglia, «stava bene», dicono dalla Midas Promotion, la società di comunicazione del mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella, che seguiva Lucio Dalla. Lucio era «in perfetta salute» durante il concerto dato all’Auditorium Stravinky di Montreux: il pubblico lo ha «applaudito a lungo» ed è stato uno «spettacolo molto bello», ha detto il direttore della stagione culturale a Montreux Pascal Pellegrino. Dalla è stato uno dei più prolifici cantautori italiani: dagli Anni Sessanta ai Duemila ha composto centinaia di brani per la colonna sonora di quattro generazioni, cresciute con le sue canzoni, sempre stralunate, ironiche ma allo stesso tempo cariche di profonda poesia e umanità. La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana. È stato inoltre un autore conosciuto anche all’estero, ed alcune sue canzoni sono state portate al successo tradotte in varie lingue. Non ha mai cercato di mantenere uno standard: si è immerso con coraggio e umiltà nel mare del nostro tempo, mettendo sul bancone del mercato quello che riusciva a portare in superficie. E non ha mai messo l’estetica davanti alla vita, perché il bello sta nella vita. Per questo Dalla era tanto amato. La sua forza è stata quella di attraversare ciascuna di queste fasi cercando di ascoltare in profondità, con attenzione, quello che il presente, vissuto sempre in una precisa circostanza, gli suggeriva. E qualsiasi tipo di musica suonasse Lucio Dalla toccava picchi inarrivabili. Dalla napoletana al jazz, dal rock italiano alla melodia più strappalacrime, dalla musica lirica alle canzonette da juke box o ipod. Tutto. E tutto al massimo. Non molti sanno che l’artista bolognese ha avuto una serie di esperienze anche in campo cinematografico e come autore di colonne sonore. “Qui dove il mare luccica, e tira forte il vento su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento un uomo abbraccia una ragazza, dopo che aveva pianto poi si schiarisce la voce, e ricomincia il canto. Te voglio bene assaje, ma tanto tanto bene sai è una catena ormai, che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai”:

la storia di “Caruso”, il suo successo mondiale, forse la sua canzone più bella e famosa, reinterpretata da artisti di tutti i paesi e cantata in coppia con i grandissimi della musica, può aiutare a capire come era realmente Lucio Dalla. “Caruso”, la perla di Lucio Dalla, «la canzone nata dal cuore», come confessò subito, intimoriva lo stesso Dalla, che non si sentiva all’altezza di cantarla e che lo rendeva insicuro sul fatto che sarebbe


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Omaggio al grande artista Lucio Dalla Prodigiosamente versatile: cantautore geniale, grande poeta, uomo generoso piaciuta al pubblico. Un bolognese che cantava in napoletano: poteva funzionare? I dubbi di Lucio furono dissolti in una lacrima, quella che scese sul volto di Peppino Di Capri dopo il primo ascolto. Lucio Dalla è stato capace di tradurre in modo versatile ed innovativo il proprio pensiero, ad oggi ancora non interpretato completamente, tanto fu il suo continuo camaleontico trasformismo: proponeva al suo pubblico, attraverso la musica, provocazioni che, dolcissime, nascondevano velatamente il retrogusto della cruda realtà dei tagli di vita quotidiana. È stato un artista che non temeva il confronto con l’altro, anzi, era sempre pronto ad aperto alla contaminazione, allo scambio, al fare un passo indietro davanti ad un giovane

talentuoso da incontrare ed ascoltare in silenzio. Lucio Dalla era tuttavia soprattutto una persona molto alla mano, capace di mettersi in gioco con dei quasi esordienti, senza snobismi e presunzione. Vicino alle persone e dentro la musica. Questo dovrebbe far parte del repertorio di un grande artista, essere vicino alla sua umanità, senza essere una persona divisa. Poi, come un fulmine a ciel sereno, la tragedia che chiude il sipario. Non ci piace dover parlare delle questioni che la sua morte hanno portato alla ribalta: né della questione legata alla sua eredità e alla mancanza di un testamento né tantomeno della sua omosessualità, vissuta sempre con garbo e discrezione. Ci piace invece salutarlo ancora con le sue stesse parole, quelle che dal primo marzo 2012 riecheggiano nella mente: “Vedi caro amico, cosa ti scrivo e ti dico, e come sono contento di essere qui in questo momento. Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io”.

Enrica Gasbarri


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L’angolo del Cinema

Uno sguarndeoaattlluaale nei azio programom n stri cinema: Cari amici cinefili di NONSOLOROSA, una piccola premessa sulla cerimonia degli Oscar 2012 concedetecela: non abbia mo intenzione di anno iarvi con trame e recensioni di film che sono già us citi al cinema parecchi mesi fa. Commentiamo soltant o il fatto che a salire sul tetto del mond o è stato un film francese, “The Ar tist”, che ha la particolarità di essere un muto. Nell’era del 3D la storia poetica e romantica che Michel Hazanavicius ci ha raccontato ci lancia un messaggio sulla bellezza e sul valore delle parole. Un’ultim a raccomandazione: in qu alche sala cinematografica, se qualcuno se lo dovesse essere perso, è ancora disponibile ‘The Iron Lady’, la meravigliosa e pluripremiata Meryl Streep nei panni di Margaret Tatcher.

Biancaneve e i sette nani di Tarsem Singh Con Julia Roberts

Un kolossal syfy dedicato ai giovanissimi ma sempre attuale: la storia della bella orfanella tiranneggiata dalla matrigna cattivissima, caduta in un sonno di morte da cui solo il bacio del vero amore la sveglierà, è entrata nell’immaginario popolare già da diverse generazioni. Il film, che sarà girato in 3D, prevede però delle differenza dalla fiaba Disney che ha deliziato noi e i nostri figli: i nanetti non sono minatori ma ladri, e c’è persino un drago.

In uscita mercoledì 4 aprile 2012.

Consigliato per chi ama le fiabe in versione dark

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Titanic

di James Cameron Con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet Torna al cinema, stavolta in 3D, il kolossal sulla tragedia del transatlantico ‘Titanic’. La storia d’amore di Jack e Rose, incorniciata nella tragedia più grande della storia navale, continua a far sognare nonostante siano passati 15 anni. È il film dei primati: per i 200 milioni di dollari di costo, per i 6070 milioni di sovraccosto rispetto al preventivo, per gli incassi (i più alti in senso assoluto, ma al 22° posto in termini relativi, cioè in numero di spettatori), per gli 11 Oscar vinti e per il numero di comparse, maggiore a quello delle persone realmente imbarcate sulla nave nel 1912.

In uscita venerdì 6 aprile 2012

Consigliato alle ragazze degli anni ‘90

10 regole per far innamorare di Cristiano Bortone Con Guglielmo Scilla e Vincenzo Salemme

Prendete un famoso comico napoletano ed affiancatelo al fenomeno di Willwosh, esploso in rete grazie a filmini autoprodotti su Youtube: impastate il tutto con un trama da commedia all’italiana, dove il padre donnaiolo vuole dettare al figlio 18enne il vademecum per essere fortunato in amore. Commedia simpatica sulle differenze generazionali e il motore che da sempre muove il mondo: l’amore

In uscita venerdì 16 marzo 2012.

Consigliato ai romantici, ai fan di Willwosh e per chi ha voglia di risate facili



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Architettiamoci

Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it

Tutti pazzi…per il vintage! Quante volte avrete sentito o avrete detto voi stessi, entrando in un qualsiasi negozio di arredamento o di oggettistica per la casa... “come vedrei bene questo oggetto nella nicchia in soggiorno o sulla mensola all’ingresso...” oppure... “come vedrei bene questo tavolo o questo mobile nel mio soggiorno”. L’arredamento di una casa è frutto di una personalizzazione di chi la vive in rapporto ai propri gusti, stili di vita, abitudini, al suo modo di essere o di vivere. A volte invece è soltanto frutto di influenze esterne dettate dalle varie tendenze che il mercato ci suggerisce, tralasciando poi quella che è la peculiarità della casa o la personalità del padrone di casa. La casa ha rappresentato da sempre un rifugio dove sentirsi accolti e protetti, ma in questi ultimi tempi una particolare attenzione è rivolta alla trasformazione ed all’arredamento di “tutti gli angoli” di casa, e non solo alle stanze cosiddette di rappresentanza. Il concetto di base, ormai di tendenza e fonte di ispirazione per noi progettisti per consigliare in modo adeguato i nostri clienti, è orientato sempre di più verso un certo interesse a coniugare tradizione e modernità. Tale connubio vede protagonisti l’uso di materiali come il legno o forme vintage o di modernariato, con lo stile moderno rappresentato da tessuti e colori vivaci, o da forme inusuali ma mai estreme, sia per quanto riguarda l’arredamento che la vivibilità degli spazi interni. Il modernariato e il vintage (che per certi versi sono sinonimi) sono stili che hanno creato una vera e propria moda, con questi termini si intende la collezione o la vendita di oggetti riconducibili al gusto e all’arte del secolo appena passato, con un’attenzione particolare verso gli oggetti prodotti tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, Del modernariato e del vintage non fanno parte solo i mobili, ma tutti quegli oggetti che erano usuali nelle case di qualche decennio fa. Lampade di design anni ’60, poltrone nei caratteristici colori fluorescenti e dalle linee inconfondibili, radio d’epoca, quadri e stampe con forme curvilinee e psichedeliche che hanno caratterizzato un’epoca. Sono tanti gli oggetti che si possono acquistare o recuperare e che possono ritrovare una nuova “vita” anche in una casa moderna. Partiamo proprio dai colori tipici di

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questi stili, che si presentano compositi e variopinti, con una predilezione per i toni del viola, del marrone o del giallo, mentre i pezzi d’arredamento del salotto, come divani e poltrone, si arricchiscono con tinte vivaci, calde e moderne, ma abbinate al legno o alla pelle pregiata, rendendo l’ambiente appariscente e distinto allo stesso

tempo. Ma come fare per arredare una casa in vero e proprio stile vintage? Il primo passo da compiere è scegliere il gusto vintage che più ci piace tra le varie opzioni possibili: stile decò, razionalità anni ’50, soluzioni psichedeliche degli anni ’70 o gli arredi che hanno consacrato il boom economico. Chi si è fatto conquistare dalla tendenza del modernariato o del vintage non può fare a meno di collocare qualche oggetto particolare all’interno della sua casa. Qual è il segreto per far sì che questi oggetti si armonizzino bene con l’arredamento e le tipologie di casa moderne? Il segreto è l’equilibrio. Bisogna ricordare che la propria casa non è un centro di raccolta e smistamento di mobili dell’altro secolo e che è meglio limitarsi a pochi pezzi ben scelti piuttosto che scegliere tante cose che creano il caos. Va benissimo la vecchia radio, anche messa sopra una mensola ultramoderna, ma accostare la vecchia radio alla vecchia poltrona e alla vecchia lampada può dare l’impressione di trovarsi in un ambientazione troppo retrò.



Dolce, vellutato, morbido, profumato e dal tenue colore rosa, il prosciutto cotto è uno degli alimenti principali della dieta mediterranea. Dal basso contenuto di grassi e dall’alto valore proteico, e poco saporito, è l’ingrediente ideale per arricchire primi piatti, secondi elaborati e torte salate. Proprio di prosciutto cotto, ed in particolare del Prosciutto Praga Alta Qualità Corona Levoni, vogliamo parlare in questo numero di NOSOLOROSA. Questo pregiatissimo Prosciutto Cotto della Levoni è stato selezionato dal Gruppo Deserti ed inserito nella rosa dei prodotti a marchio “Scelto per te”. La decisione di premiare il Prosciutto Cotto Corona con il marchio G.D. è arrivata dopo anni di collaborazione tra le due aziende. Collaborazione che ha portato, più volte, i dirigenti ed i dipendenti del marchio veliterno a visitare gli stabilimenti della Levoni ed a toccare con mano la professionalità e la serietà che l’azienda del “maialino con le ali” mette nella produzione dei suoi salumi. Come ci ha spiegato Fulvio Petrella, rappresentante della centenaria azienda italiana, i Prosciutti Cotti Alta Qualità Corona sono ottenuti da suini pesanti allevati in Italia. Le cosce selezionate vengono insaporite seguendo un’esclusiva ricetta Levoni, che prevede l’aromatizzazione in vena, e massaggiate delicatamente e lentamente, in modo da ottenere il miglior assorbimento degli aromi e una maggiore coesione delle masse muscolari. L’affumicatura dei prosciutti avviene attraverso un procedimento del tutto naturale, selezionando una miscela di legni di montagna, ideato dal fondatore della Levoni, Ezechiello, agli inizi del ‘900. I Prosciutti Cotti Praga Alta

Prosciutto Praga Alta Qualità Levoni

Il Re dei prosciutti cotti Qualità Corona si presentano sia con osso che disossati. Per quanto riguarda questi ultimi le cosce vengono disossate a mano prima della cottura, sfilando l’osso femorale e lasciando solo l’osso del garretto,per mantenere intatte le masse muscolari. Caratteristica principale di tutti i prodotti della Levoni, compresi naturalmente i prosciutti cotti, è la completa mancanza di glutine, lattosio e polifosfati aggiunti che li rende ottimi alimenti per le persone intolleranti e per chi soffre di celiachia. Roberto Savo, caporeparto della gastronomia,del punto vendita Carrefour di via Lata, ci ha spiegato che per esaltare il gusto ed il sapore del Prosciutto Cotto Praga Alta Qualità Corona viene tagliato a mano per ogni cliente. “Ai nostri clienti consigliamo di gustare il Prosciutto Cotto in fette sottili, freddo o leggermente scaldato a bagnomaria, oppure, tagliato in fette più spesse, grigliato o cotto in crosta, tra due fette di pane, secondo un’antica ricetta friulana”. Il Gruppo Deserti tiene molto ai suoi clienti per questo sceglie prodotti genuini e di qualità che arricchiscono le tavole donando anche il buonumore.

Capo reparto gastronomia Savo Roberto del punto vendita Carrefour di via Lata



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Il pittore dell’ animismo Agostino De Romanis

Si è appena conclusa la sua sesta mostra personale dal titolo “Il pensiero dipinto- La forza mistica del mondo orientale” e già pensa al prossimo vernissage. Stiamo parlando di Agostino De Romanis, pittore veliterno, conosciuto in tutto il mondo grazie al suo talento. Un talento innato che lo ha portato ad essere, negli anni ’80, tra gli esponenti di spicco della “pittura colta”, movimento nato dalla volontà del critico Italo Mussa. Siamo negli anni in cui il post- modernismo prende il posto dell’arte concettuale, della minimal art e di altre forme artistiche pervase da un carattere di contingenza e di provvisorietà tipico del periodo storico-sociale in cui si erano affermate. Il post-modern indica la consapevolezza che il progresso ha raggiunto un limite e non si riesce a creare nulla di più moderno. Gli artisti apMiraggio della foresta, partenenti a questa corrente iniziano ad attingere dal passato 2005 olio su cartone con inserto ceramico – 80 x 120 per dare vita alle loro opere. In particolar modo gli artisti della “pittura colta” traggono ispirazione dall’arte classica e barocca. Ed è all’interno di questo contesto che si possono inquadrare le prime opere di De Romanis come l’illustrazione della Gerusalemme Liberata . Già in quel periodo, però, la mente di Agostino è altrove. Il suo desiderio è quello di “staccarsi dalla tradizione occidentale sentendo l’obbligo di essere moderno” come sostiene Vittorio Sgarbi, grande amico del pittore e curatore della sua ultima mostra, che si è tenuta presso la Camera dei Deputati. De Romanis approda così in Indonesia, a Bali, dove è riuscito a trovare “ nell’Oriente l’oriente della sua mente”. Il sogno irrompe prepotentemente nelle sue opere come sospensione della vita quotidiana: è il sogno di un oriente ritrovato. Del suo amore per l’Indonesia e per l’arte in generale abbiamo parlato con Agostino che ci ha aperto le porte della sua casa di Velletri.

Come e quando è nata in lei la passione per la pittura? La mia passione per la pittura è innata. Il desiderio di dipingere viene da bambini quando si inizia a giocare con i colori. A poco a poco, però, assume un aspetto sempre più forte finché diventa una scelta di vita.

L’Indonesia è una delle grandi protagoniste delle sue opere. Qual è il motivo che l’ha spinta a raccontare, attraverso i suoi quadri, questa antica cultura e cosa, di essa, la affascina particolarmente? L’Indonesia è un ciclo che dura ormai da trentaquattro anni ed è iniziato come una sorta di via di fuga da quella che poteva essere l’arte negli anni ’80. Io ho sempre visto l’arte come un mezzo per poter raccontare la società in cui si vive e si lavora. In quegli anni, però, ho potuto constatare come l’arte diventasse sempre più una forma di consumismo. Vi fu così una rottura netta tra chi, attraverso il colore, il pennello e la tela, voleva raccontare qualcosa e chi invece lo faceva attraverso delle installazioni con movimentazioni diverse, specchi rotti, pavimenti dissestati, noccioline a terra. Una concezione dell’arte sicuramente preziosa ma che io non ho condiviso. Per questo ho deciso di partire alla ricerca di qualcosa che mi desse emozioni, che mi portasse a

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conoscere anche altre genti, a confrontarmi con altre religioni e con la natura. Così sono approdato in Indonesia innamorandomi del suo popolo e della sua natura. Di questo Paese mi ha colpito il paesaggio, con risaie e vallate curate nei minimi particolari che sembrano quasi, a vederle, dei merletti, delle miniature. Le persone sono straordinarie, sono affabili e rispettose di tutto perché, come prevede l’induismo, religione predominante, per ogni cosa c’è il dio del bene e il dio del male. È proprio questo dualismo tra bene e male che ho voluto riprodurre nei miei quadri, vedendo sempre nella bellezza la tentazione. Sono poi rimasto affascinato dallo sguardo dei bambini: uno sguardo quasi perplesso dal quale emerge la loro voglia di scoprire il mondo pur non riuscendoci.

I colori che caratterizzano le sue opere legate all’Indonesia sono molto brillanti: come mai questa scelta cromatica? I colori che ho utilizzato sono lo specchio di quello che è la natura in Indonesia: violenta, vivace, colorata.

Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte, la definisce “il pittore dell’animismo perché riesce ad esprimere con


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Lamento, 2008, 2008 olio su cartone – cm. 70 x 49,5

la sua arte il sentimento e l’anima della natura”. Si ritrova in questa descrizione? Bè si! Vittorio riesce a fotografare benissimo l’intensione che c’è nei miei quadri e soprattutto a capire il motivo che mi spinge a cercare l’anima della natura e non solo quella dell’uomo. È nel 2005, l’anno in cui l’Indonesia è stata colpita dallo tsunami, che Vittorio colloca l’inizio del mio animismo. Proprio quella tragedia mi ha fatto pensare alla religione animistica ed ho così cercato di descrivere uno tsunami che è il volto della natura. E’ il volto del mare che ingoia tutto e che restituisce nuove forme e tutto rinasce a nuova vita.

Come è nata la collaborazione tra lei e Vittorio Sgarbi? È iniziata tanti anni fa quando ci siamo incontrati in una trasmissione televisiva a Santa Maria in Montorio. Era il periodo in cui Raffaella Carrà conduceva una trasmissione nella quale Vittorio spiegava le opere d’arte. Allora facevo parte di un gruppo artistico emergente, la pittura colta. Sgarbi era un giovane critico che ammirava molto il lavoro dei pittori colti. Da quel momento non ci siamo più persi di vista.

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Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo:

dall’Australia all’Indonesia, dall’Italia all’America. Non le piacerebbe allestire una mostra nella sua città? A Velletri ho esposto però debbo dire che sono rimasto quasi sempre amareggiato perchè quando si è trattato di fare qualcosa di importante non ho mai avuto il pieno sostegno dalle amministrazioni.

Dopo l’Indonesia quale sarà il prossimo progetto artistico? Sto preparando per il prossimo autunno una mostra che avrà come titolo “L’origine delle cose”. Il tema, al quale lavoro già da tre anni, sono i numeri. Proprio i numeri, infatti, sono all’origine di tutto. Sarà per me una mostra molto importante perché i quadri non avranno più né fronzoli, né cornici: vi sarà l’essenza del disegno e basta.

Qual è l’artista preferito di Agostino De Romanis? Ammiro molto Gauguin, per similitudine di intenzioni e di intenti, ma per me Picasso è il grande genio del secolo passato e anche di questo.

Sara Gemma


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I Grandi Dello Sport Nino Benvenuti: il ragazzino che sognava di diventare come Tiberio Mitri

L’altra faccia della medaglia

Come molti sportivi di assoluta e prima grandezza, anche Nino Benvenuti è stato un personaggio che suscitava sentimenti controversi: lo si amava o lo odiava, anche se non se ne poteva negare il valore. E lui questo lo ha sempre saputo. Nino nasce a Isola d’Istria, una località marina che all’epoca, nel 1938, faceva parte dell’Italia ed oggi invece è Slovenia: come tutti quelli che ricevono in dono il sacro fuoco dello sport, si avvicinò al pugilato da giovanissimo ed iniziò la sua carriera a 13 anni, nella piccola palestra che avrebbe frequentato per più di un decennio. Fu qui che, ancora ragazzino, incrociò il

suo destino con quello di un altro campionissimo del ring, Tiberio Mitri, di cui abbiamo precedentemente parlato dalle pagine di questa rubrica. Nino, ancora ragazzino, osservava rapito gli allenamenti del suo mito Tiberio e sognava un giorno di diventare come lui. Il sogno si è realizzato: Benvenuti è stato uno dei campioni di boxe più rappresentativi dell’Italia, ed ha concluso la sua carriera con un ruolino di gara impressionante. Da dilettante vinse la medaglia d’oro nei welter a Roma nel 1960, in carriera 119 vittorie e una sconfitta. Da professionista ha disputato 90 incontri (82 vittorie, 1 pareggio e 7 sconfitte). E’ stato campione del mondo dei superwelter e dei medi, oltre che campione europeo e italiano dei medi. Storica la rivalità di Benvenuti con il pugile toscano Mazzanighi: fra di loro ci saranno due scontri diretti, entrambi vinti da Benvenuti ed entrambi viziati da sospetti di scorrettezze e combine con gli arbitri. La stampa negli anni ‘60 esasperò la vicenda, caricandone ancora di più i toni, ma furono gli stessi pugili a non deporre mai le armi e a continuare a colpirsi a distanza con interviste e libri autobiografici. Nel gennaio 1967 Benvenuti e il suo manager volano in America per affrontare il campione mondiale dei pesi medi Emile Griffith. Il comitato del Madison Square Garden appoggiò l’incontro, ma non perchè considerasse

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Benvenuti un grande pugile: come si scoprì successivamente, a tirare le fila c’era una questione razziale. Gli americani desideravano infatti che a vincere il titolo mondiale dei pesi medi fosse un bianco, qualcuno con i capelli biondi e la pelle chiara, strappandolo dalle mani dell’imbattibile uomo di colore che lo deteneva. Benvenuti, capito ‘l’inghippo’, replicò mordacemente alla stampa americana avvertendo di non prenderlo sottogamba, e si guadagnò la nomina di atleta talentuoso ma arrogante. In Italia la vigilia dell’incontro fra Benvenuti e Griffith fu rovente: furono tantissimi gli italiani che partirono alla volta di New York per sostenere il pugile italiano (ben 6 i voli charter organizzati per l’occasione). Non solo: la RAI trasmise il match alla radio e non in tv per preservare il sonno degli italiani, che rimasero comunque incollati alle radio in 18 milioni. Benvenuti e Griffith si scontrarono 3 volte: la prima vinta da Benvenuti, la seconda da Griffith (al termine di un match sanguinoso, condotto dall’italiano con una costola rotta per buona parte del tempo) e la terza ancora da Benvenuti ai punti. Il pugile, ormai una vera e propria celebrità in Italia e all’estero, diventa un personaggio amatissimo dalla donne e dai rotocalchi: anche lui, come il suo mito Tiberio Mitri, venne sedotto dalle lusinghe del cinema e girò uno spaghetti western insieme a Giuliano Gemma. Ma la vita di Benvenuti prese una piega differente: dopo l’abbandono al mondo del pugilato, (si ritirerà contro l’argentino Carlos Monzon per lancio della spugna al terzo round) Nino sceglie la famiglia e la solidarietà. Trascorre tre mesi in un lebbrosario in India ed esce cambiato dall’esperienza, che definisce “la sua più grande vittoria”. Padre di cinque figli, dopo una breve esperienza in politica con il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, oggi è commentatore sportivo ed occasionale protagonista di salotti televisivi (sempre rigorosamente sportivi). Benvenuti è dunque la parte in luce della medaglia per i campioni di livello: la sua storia è un film a lieto fine, un romanzo dove l’eroe esce imbattuto nonostante le sconfitte. Il ragazzo di Isola d’Istria, nonostante o grazie al suo carattere difficile, è rimasto con i piedi ben saldi per terra ed ha capito che nella vita esiste ben altro al di fuori del ring. Lo scriverà anche nella prefazione del libro “Tiberio Mitri: il pugile, la favola, il dramma” di Roberto Degrassi: “...Ci inventavamo un dopoboxe ma non ci rendevamo conto che il pugilato è uno sport a termine. Un calciatore decide da solo quando non giocare più: […] Il pugile invece non ha il diritto di decidere. È la vita che decide per lui. È lei che ti dice: guarda, tu finisci quando lo dico io”

Francesca Di Belardino


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Teresa Noce

Giallo Mimosa Non c’è dubbio: questo mese nel nostro Caleidoscopio il colore dominante è un bel giallo mimosa. Forse ormai tutti conoscono l’origine della Festa della donna ma non tutti sanno che la mimosa che l’accompagna è una tradizione molto più recente e tutta italiana. Bisogna risalire al 1946 quando, riprendendo la vita democratica, viene istituita la Giornata internazionale della donna: fra le organizzatrici Rita Montagna, Teresa Mattei e Teresa Noce. Ed è proprio a loro, tre donne straordinarie, che si deve l’idea di associare alla ricorrenza il bellissimo giallo della fioritura dell’acacia che annuncia la primavera. Rita Montagnana, di famiglia ebraica, nasce a Torino nel 1895. Giovanissima, ma è già una sartina, si iscrive al movimento giovanile socialista e presto ricopre cariche importanti. Nel 1917 partecipa alle rivolte per il pane e nel ‘19 alla occupazione delle fabbriche. Nel ’21, è tra i fondatori del Partito Comunista e viene inviata a Mosca come delegata in occasione del terzo Congresso dell’Internazionale. Nel 1924 fonda il giornale “La compagna”, organo del movimento femminile e due anni dopo sposa Palmiro Togliatti. Con l’avvento del fascismo inizia un lungo esilio che, insieme al marito e al figlio Aldo, la condurrà in Francia, in Svizzera, in Spagna durante la guerra civile, in Unione Sovietica. Nel 1944, poco prima della liberazione di Roma, rientra in Italia. Subito dopo dirige la sezione femminile del PCI e fonda l’Unione Donne Italiane. Partecipa ai lavori dell’Assemblea costituente e viene eletta senatrice nella I legislatura. Nel 1948 si separa da Togliatti e ancora per un decennio sarà attiva nella vita politica italiana. Muore nel 1979. Teresa Mattei, nata a Genova nel 1921, si sta laureando in filosofia nel 1944 a Firenze proprio mentre suo fratello, partigiano militante nei GAP di Roma, si toglie la vita in una cella della famigerata prigione di via Tasso per non cedere alle torture. Teresa partecipa alla lotta di Liberazione nelle formazioni partigiane a Firenze con tale vigore che la sua figura verrà ricordata da Roberto Rossellini nel film Paisà. Nel 1946 viene eletta deputata al Parlamento per l’Assemblea costituente: è la più giovane. La sua è un’intensa vita politica, dedicata soprattutto ai diritti delle donne e dei minori. Tornerà su queste pagine perché, al suo nome, nel nostro Rita Caleidoscopio si sta già formando un’altra immagine Montagnana Teresa Noce, torinese, nasce nel 1900 da una famiglia operaia. Nel 1921 è tra le fondatrici del Partito comunista e nel ’26 sposa Luigi Longo, allora studente di ingegneria e poi grandissimo nome della vita politica italiana. La dittatura la costringe all’esilio ed a brevi ritorni da clandestina per promuovere l’attività antifascista. Teresa è anche in Spagna, durante la guerra civile, con il nome di battaglia di Estella. Durante gli anni delle dittature e della guerra vive esperienze terribili: privazioni, arresti, deportazione. Passa per il famigerato campo di concentramento di Ravensbruck, in Germania, per arrivare a Holleischen, in Cecoslovacchia, dove finalmente verrà liberata dall’Armata rossa. Tornata in Italia, nel ’46 viene eletta nell’Assemblea Costituente e poi dedica tutta la vita all’attività di sindacalista. Muore a Bologna nel 1980.

Paolo Maola


Quello appena trascorso sarà ricordato come il Festival della “farfallina”, colpa di uno spacco esagerato e fuori luogo della bella argentina. Se nella prima serata, chiamata a sostituire l’impossibilitata Ivana, si era presentata raffinata ed elegante (forse perché indossava il vestito pensato per la Mrazova) nella seconda ha esagerato mostrandosi eccessivamente sexi.

Alberta Ferretti e Fausto Puglisi per

7 : o t Vo

Se è vero che il Festival di Sanremo è il festival della canzone italiana, è altrettanto vero che è il palcoscenico per antonomasia dello spettacolo e della moda. Durante le cinque serate in programma sul palco dell’Ariston hanno sfilato splendidi abiti destinati a dettare la moda dei prossimi mesi. Dato che delle canzoni e delle polemiche se ne è straparlato, noi di NONSOLOROSA preferiamo commentare gli abiti che cantanti e vallette hanno indossato. Enrica Gasbarri

Strepitoso il primo abito, che punta tutto sulle gambe in mostra, non del tutto adeguato il mini dress della seconda serata, promosso invece l’inconfondibile stampa animalier pitonata firmata Cavalli. Look approvato, make up bocciatissimo!

Atelier Versace e Roberto Cavalli per

ELISABETTA CANALIS

5 , 6 : Voto

Di lei si sa davvero poco: modella, bella, giovane, stile non pervenuto. Dalla prima all’ultima apparizione sul palco dell’Ariston la modella ceca indossa abiti semplicemente divini e molto romantici, portati con una grazia e una semplicità unica. Per l’ultima serata la bella Ivana ha indossato un abito in velo trasparente, con fodera color carne nella parte superiore, interamente ricoperto da una fantasia floreale nera, cucita a mano, arricchita da strass. Il nude look era davvero elegante e per niente volgare

Ferragamo, Ferretti, Moschino, Sarli e Westwood per

IVANA MRAZOVA

9 : o t o V


Bella, bella, bellissima! Lei, la canzone e il look. Sensualissima interprete, osa con il colore e con acconciature strepitose.

La “brutta anatroccola” con gli occhiali è cresciuta e per la terza volta a Sanremo sfoggia un look del tutto rinnovato. Tolti gli occhialoni, l’artista indossa abiti bon ton di ispirazione anni 60-70 con scarpe dai tacchi vertiginosi che però non sa portare, regalandoci il traballante spettacolo della discesa dalle scale.

Vivienne Westwood per NINA ZILLI – Per sempre

0 1 : o Vot

Mila Schon per ARISA – La notte

5 , 5 : o t Vo

Look aggressivo e rock al punto giusto, capello cortissimo e stile total black ideali per andare in discoteca, ma probabilmente il palco dell’Ariston meriterebbe più eleganza.

Frankie Morello per

DOLCENERA Ci vediamo a casa

Voto: 5

A 30 anni la rossa Veronica Scopelliti in arte Noemi cerca la definitiva consacrazione. L’idea del completo maschile coi revers fucsia sfoggiato nella prima serata non sarebbe nemmeno male, ma non se hai i capelli rosso Milva! Noemi prova anche ad indossare un abito lungo nero da sera, uno corto ed un secondo frack. Bello invece l’abito blu della finale.

Enrico Coveri per NOEMI- Sono solo parole

Voto: 6

Se nel 2011 aveva fatto da guest star ai Modà per il brano “Arriverà”, quest’anno la bella Emma fa tutto da sola e stravince con un pezzo scritto dallo stesso Kekko Silvestre, che però dimentica di ringraziare! Non altrettanto vincente è stato il look scelto da Emma Marrone, troppo rock rispetto alla canzone che ha un testo impegnato. Femminile soltanto nella finale!

C’N’C Costume National per EMMA- Non è l’inferno

6 : o t Vo Voto: 5

Se nella prima serata la voce dei Matia Bazar sceglie un abito da matrigna di Biancaneve, nella seconda si trasforma in una Jessica Rabbit del tutto inadeguata. Meglio nelle due serate successive, dove punta su un classico abito lungo nero. Promossi soltanto capelli, anche se sono rimasti praticamente identici in tutte le esibizioni!

Anna Marchetti per

SILVIA MEZZANOTTE (MATIA BAZAR)- Sei tu

Diamo i voti ai look, non alle canzoni

Sanremo 2012, oltre le polemiche


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Bebè in arrivo per Uma Thurman

Uma Thurman e il compagno Arpad Busson aspettano un bebè. A 41 anni, la musa di Tarantino diventerà mamma per la terza volta. L’attrice infatti, è già madre di due bambini, Maya Rey di 13 anni e Levon Roan di 10, nati dal suo matrimonio con il collega Ethan Hawke.

Nozze per Emma Marrone e Stefano De Martino

Madonna: matrimonio in vista con Btahim Zaibat

Per Madonna, il matrimonio con Brahim Zaibat è più di una semplice ipotesi, almeno stando alle ultime indiscrezioni che giungono direttamente dagli Stati Uniti. A quanto pare, infatti, il 24enne avrebbe fatto il grande passo, a differenza di quanto potessero immaginare anche i più ottimisti un paio di anni fa, arrivando a chiedere la mano della popolare cantante.

Dopo aver vinto l’ultima edizione del Festival di Sanremo, Emma Marrone si sta preparando per le nozze con il suo Stefano. La leonessa del pop italiano infatti ha annunciato che si sposerà ufficialmente nel 2012. Lei 27 anni, lui 21: Stefano De Martino, ballerino della scuola di “Amici”. Proprio durante l’edizione in cui due parteciparono, diventarono una coppia.

I COLORI DELL OSCAR 2012, I VINCITORI: TRIONFANO THE ARTIST E HUGO CABRET. MERYL STREEP MIGLIOR ATTRICE PER THE IRON LADY Tutto come previsto: The Artist e Hugo Cabret sbancano la notte degli Oscar 2012 portandosi a casa cinque statuette ciascuno. E’ questo il verdetto della 84esima edizione degli Academy Awards, al termine della cerimonia di premiazione che si è tenuta al Kodak Theatre di Los Angeles e presentata per la nona volta da Billy Crystal. Hugo Cabret incassa cinque premi su undici nomination ricevute, vincendo per la fotografia, la scenografia tutta italiana di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, per il miglior montaggio, il miglior montaggio sonoro e per gli effetti speciali. The Artist, il film in bianco e nero di marca francese ma girato a Hollywood, si aggiudica le statuette molto più ambite per i costumi, la colonna sonora, il miglior attore, il miglior regista e il miglior film.Un altro successo anche per Meryl Streep che stravince come miglior attrice protagonista grazie alla sua interpretazione in The Iron Lady. Lo stesso film vince anche per il miglior trucco, conquistando due statuette su due nomination ricevute.

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UE in campo su richiesta Italia Su richiesta dell’Italia, l’Unione Europea si sta attivando per trovare ‘’una soluzione soddisfacente’’ al caso dei maro’ italiani in India. L’intervento della UE arriva all’indomani di una richiesta da parte dell’Italia. Ieri alcuni eurodeputati italiani hanno chiesto l’intervento dell’Ue dopo aver simbolicamente manifestato a Bruxelles con una iniziativa ‘bipartisan’ mostrando davanti all’aula manifesti con una foto dei due e la scritta “salviamo i nostri marò”.


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Follia a Brescia:uccide 4 persone per gelosia

È stata una vera e propria mattanza quella che è stata compiuta a Brescia, nel quartiere San Polo. Un uomo di 34 anni, Mario Albanese, ha ucciso quattro persone: ha freddato l’ex moglie e il suo compagno, dopo averli aspettati sotto casa, poi non contento è salito in casa della donna ed ha ucciso la figlia di quest’ultima e il suo fidanzatino, entrambe 20enni. Alla base della tragedia la gelosia per la nuova relazione della donna: i due erano separati da due anni ma continuavano a vedersi, intrecciando una relazione altalenante.

Crolla palazzina nel Foggiano, 2 vittime

Il crollo di una palazzina a due piani a Torremaggiore, nel Foggiano, ha causato due vittime. Il crollo pare sia avvenuto dopo un’esplosione prodotta forse dal malfunzionamento di una stufa. La palazzina era abitata da 5 persone, tre salvate subito dopo l’incidente.

LLA CRONACA Calcioscommesse: coinvolte anche le Società

Potrebbero essere coinvolte anche alcune società nel calcioscommesse. Si allarga l’indagine della Procura di Bari, e secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, nel giro delle partite truccate e delle scommesse potrebbero aver avuto un ruolo anche i dirigenti di alcune squadre e non solo i giocatori, come era emerso fino a questo momento.

Borsa: la Carnival affonda, colpa di Costa Concordia e Allegra

La società americana proprietaria della Costa Crociere è stata danneggiata in borsa dalla Costa Concordia e dalla Costa Allegra. La Carnival, questo il nome della società, ha perso, con il naufragio davanti all’Isola del Giglio, il 18% del suo valore in borsa. Di sicuro la disavventura della Costa Allegra non avrà lo stesso impatto, ma procurerà qualche altro danno. L’assicurazione della Costa Concordia copre una minima parte dei soldi persi dalla compagnia.

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Morti bianche: la Pausini ferma il tour

Il tour di Laura Pausini si è fermato, per rispetto di Matteo Armellini, il tecnico 31enne morto nella notte tra il 4 e il 5 marzo per il crollo di una struttura durante l’allestimento del palco al PalaCalafiore di Reggio Calabria. Dove Laura Pausini e il suo staff non intendono tornare: si tratta per recuperare il concerto di Reggio Calabria in estate, all’aperto e comunque lontano da quel palazzetto destinato a evocare tristezza e senso di morte per molto tempo.


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L’arte Enogastronomica

Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it

L’arte dell’imbandigione

Piccola storia nell’evoluzione dei popoli Perché una tavola ben imbandita ? Per il piacere di godere di tutto ciò che non è necessario per la sopravvivenza ma che diventa necessario per farci sopravvivere meglio. Imbandire una bella tavola è proprio dei popoli “evoluti”, che sentono il desiderio di dare al cibo , oltre al valore di alimento, anche un significato culturale, artistico, edonistico e nello stesso tempo trasformare tale occasione in un momento di socialità , di vita in comune ( cum vivium ). Per quanto noi possiamo sorridere al modo di mangiare dei Romani, essi avevano capito, già allora, la differenza tra un popolo evoluto ed uno barbaro. Tacito nel parlare del popolo che abitava la Germania nel 98 d.c. dice: “Come bevanda, usano un liquido ricavato dall’orzo e dal frumento, che, fermentato, ha qualche somiglianza col vino. I cibi sono semplici; frutta selvatiche, cacciagione fresca e latte rappreso; scacciano la fame senza apparato d’imbandigioni né raffinatezze culinarie” . D’altra parte le regole che stabiliscono oggi come apparecchiare una tavola sono state dettate dall’esperienza di secoli, a partire dai tempi in cui non esisteva il tavolo da pranzo fisso ma vere tavole di legno che venivano appoggiate all’occorrenza su cavalletti (da cui l’espressione “mettere in tavola”) dove i commensali mangiavano mettendo il cibo solido su taglieri di legno aiutandosi solo con coltelli e cucchiai per zuppe in ciotole. La forchetta come strumento personale fu introdotta nelle corti italiane all’incirca nel 1400, e probabilmente portata in Francia da Caterina dei Medici che andò in sposa, nel 1533, a Enrico di Valois futuro Re di Francia con il nome di Enrico II. Da li’ conquistò poi le Corti europee. Nello spazio di tempo che separa il tavolo mobile dal tavolo fisso si sviluppa il graduale arricchimento e la crescente specializzazione dell’attrezzatura individuale. L’esempio è dato dalla moltiplicazione delle posate( da carne, da pesce, da frutta, da dolce ecc.), dei bicchieri ( da acqua, da vino bianco, da vino rosso, da vino dolce, da

aperitivo, da spumante e da diversi tipi di liquori) e dei piatti ( da zuppa ,da primo, da secondo, da frutta, da dolce ecc.) dall ‘uso delle tovaglie e del tovagliolo. La tovaglia, in particolare, venne introdotta nel medioevo ma visto che i commensali la adoperavano per pulirsi le mani sporche dai residui di cibo, si pensò bene di corredare ogni commensale del proprio tovagliolo che all’inizio veniva annodato attorno al collo e copriva quasi completamente il tronco e le gambe come dal parrucchiere. Ora avendo ogni commensale a disposizione una grande quantità di oggetti atti a farlo mangiare e bere comodamente senza sporcarsi, fu necessario, per evitare confusione, dare delle regole per disporre tutto ciò. Queste regole sono state dettate dalla praticità nell’uso degli utensili ecco perchè tutti quelli che hanno bisogno di una certa forza per essere utilizzati ,come il coltello che serve per tagliare il cibo, sono posti a destra,essendo questa la mano che la maggior parte delle persone usa per compiere un ‘azione , mentre la forchetta ,che serve da supporto, è posta a sinistra. Anche i bicchieri sono posizionati davanti al piatto nel lato destro perchè sono più facilmente raggiungibili dalla mano destra. Tutto ciò non basta però a fare di una tavola imbandita un’opera d’arte, a soddisfare pienamente il nostro piacere; bisogna abbellirla con composizioni floreali, frutta e oggetti che mettano in risalto la gioiosità e l’importanza del momento che i commensali si apprestano a vivere. I centro tavola , sapientemente composti con fiori e frutta che si addicono all’evento e alla stagione , devono avere una forma e altezza tale da non nascondere la visione del commensale che stà di fronte. Per la stessa ragione i candelabri a più braccia vanno posti solo su tavole molto grandi e spaziose. Anche queste sono regole dettate dall’esperienza di molti anni e persone, che sono indispensabili per un ottima riuscita del” convivio”, ma senza l’esperienza, l’impegno ed il buon gusto della padrona di casa, tutto andrebbe vanificato.

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NONSOLOROSA

Patty Pravo

Subsonica

Roberto Vecchioni

Club 42 Latina

Palalottomatica Roma

Teatro Sistina Roma

Simple Plan

Marco Guazzone

Arisa

Orion Roma Roma

Circolo degli artisti Roma

Auditorium Roma

James Taylor & His Band

Negramaro

Morgan

Palalottomatica Roma

Auditorium Parco della Musica Roma

23 marzo

28 aprile

CONCERTI

29 Marzo

30 aprile

30-31 Marzo 2012

Auditorium Conciliazione Roma

Tommy Emmanuel

31 marzo

Chiara Civello

Auditorium Conciliazione Roma

8 maggio

Orion Roma

Enrico Brignano “Tutto suo padre”

Cirque Du Soleil Saltimbanco

14-18 marzo

Palalottomatica-Roma

Occidente solitario con Claudio Santamaria

15 marzo-25 aprile Ambra Jovinelli-Roma

Il grande pensiero del Sig. G Un viaggio nel teatro canzone di Giorgio Gaber

Domenica 18 Marzo ore 18

dal 26 al 31 marzo e dal 1 al 14 aprile

Mirò poesia e luce

dal 16 marzo

Chiostro del Bramante Roma

Il titolo è diverso ma lo spettacolo è lo stesso con Andrea Rivera

Tutto questo danzando

Ambra Jovinelli-Roma

Melevisione

Maurizio Battista

Gran Teatro-Roma

29-31 marzo

31 marzo

Gran Teatro-Roma

dal 14 aprile Il miracolo di don Ciccillo Con Claudio Buccirosso

Il Guggenheim: l’avanguardia americana dal 1945-1980

Tintoretto

fino al 6 maggio

Museo Nazionale Palazzo Venezia-Roma

fino al 10 giugno

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11 aprile

Teatro Europa-Aprilia

Palazzo delle Esposizioni Roma

Macro testaccio-Roma

31 marzo

Teatro D’Annunzio-Latina

La luce e l’ombra di Caravaggio nel contemporaneo

dal 21 marzo

Le fuggitive Valeria Valeri e Milena Vukotic

Palalottomatica-Roma

Teatro Aurora-Velletri

MOSTRE

25 maggio

11 maggio

11 aprile

fino al 29 aprile

19 maggio

Marlene Kuntz

Nina Zilli

Steve McCurry

12 maggio

Teatro Sistina Roma

Atlantico live Roma

T E AT R O

2 maggio

Eventi

La favola di Amore e Psiche Castel sant’angelo Roma

fino al 10 giugno Scuderie del Quirinale Roma

Salvador Dalì

fino al 30 giugno Vittoriano-Roma

Andy Warhol

fino al 30 giugno Chiostro del Bramante Roma

14 aprile Teatro D’Annunzio-Latina

Maurizio Crozza

20-21 aprile

Gran Teatro-Roma

Lillo e Greg

dal 26 al 29 aprile Ambra Jovinelli-Roma


NONSOLOROSA

Viaggi

Marco Rossetti marco.rossetti@viaggiofflimits.it

Cile /Bolivia: Toccando il cielo Toccando il cielo” è un viaggio che offre l’incanto dei paesaggi spettacolari ed estremi delle terre alte, dove il soggetto è solamente la luce, nelle sue infinite variazioni di colore. Un viaggio soprattutto naturalistico, rivolto ad appassionati di deserti alla ricerca di nuove magie in luoghi da albori del mondo, lungo piste che sconfinano fra il sud della Bolivia e il grande nord del Cile, tra la costa Pacifica, la Cordigliere Occidentale e le solitudini dei deserti d’alta quota dell’altopiano andino, zigzagando fra lagune, vulcani, saline e geyser. Questa regione è stata terra di conquista, prima degli incas, poi degli spagnoli, poi dei soldati cileni che, per accaparrarsi l’allora prezioso salnitro, combatterono contro Perù e Bolivia, privando quest’ultima dell’accesso al mare. Oggi sono luoghi estremi e solitari, popolati da storie e leggende di antiche miniere, ferrovie abbandonate e cimiteri sperduti. Ci vivono piccole comunità indigene, minatori o cavatori di sale, branchi di camelidi, soprattutto vigogne, migliaia di fenicotteri, qualche condor solitario e qualche timida vizcaccia che saltella fra i massi. Nella nostra estate è inverno in Bolivia e Cile, ma il clima è secco e i cieli sono tersi e prima dell’inizio della stagione delle piogge, di giorno il sole è caldo

e anche le notti sull’altopiano non sono poi così fredde. Un buon momento dunque per visitare le terre alte. Un viaggio sulle Ande, e soprattutto in Bolivia, richiede però sempre un certo spirito d’adattamento. Per il nostro viaggio abbiamo scelto gli alberghi e i ristoranti migliori o i più ricchi di atmosfera, alcuni costruiti interamente in blocchi di sale o in luoghi di grande suggestione, non bisogna però dimenticare che alcune di queste zone sono carenti in infrastrutture e per un paio di notti dovremo adattarci a sistemazioni più spartane, stile rifugio, ma si rimarrà anche sorpresi da insperati comfort in luoghi desolati e scarsamente abitati. Attraversare questi luoghi ci regala il piacere dell’andare all’infinito, proprio come in un deserto africano, in scenari anche qui sempre mutevoli. Il terreno, che ha avuto origine dal fuoco dei vulcani, ha i colori violenti e metallici dei minerali che lo compongono e che sciogliendosi nelle acque delle lagune, danno loro tonalità improbabili e diverse, dal granata del ferro, al verde dei solfati e del rame, al giallo dello zolfo. La notte poi regala un cielo che non ha eguali, sia che ci sia la luna piena ad accendere le rocce, sia che siano solo le stelle e la splendente Croce del Sud a illuminare la volta celeste

FARMACIA OBERDAN Dott. Core Alfonso

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Corso di aggiornamento a Tor Vergata promosso da CISB e UEA

Medici in difesa: aumentano le richieste di risarcimento

Tra i relatori, assieme agli esperti, anche i giovani vincitori del premio “F. Cancellieri”

“R

esponsabilità professionale medica e conciliazione: ruolo e competenze dell’intermediario assicurativo”: questo il tema del II seminario di aggiornamento per operatori del settore assicurativo, svoltosi all’Università di Tor Vergata, seguito da un folto e attento pubblico di partecipanti. Rigel Langella, che ha moderato l’incontro ha esordito con un pregnante paragone agonistico. Recentemente un’associazione medica ha fatto un appello al Ministro della sanità: “Ministro ci aiuti a tirare un calcio di rigore!”. I medici, in prima linea, sono come calciatori, chiamati a tirare il rigore: se fanno gol grande esaltazione, ma se non fanno gol, allora sono dolori… Molti calciatori hanno lo stress da rigore e si rifiutano, pur essendo tiratori scelti. Allo stesso modo ormai molti, troppi medici si sono ritirati in trincea a praticare la “medicina difensiva”. Ma questo significa andare a scapito del paziente e della sanità tutta, oltre che contro la generale reputazione professionale della categoria. Del resto, non è un segreto per nessuno, che alcuni avvocati, frequentino le corsie degli ospedali con in tasca i moduli prestampati per la richiesta di risarcimento danni. Dunque, un argomento di crescente attualità poiché, come dimostrano le cronache recenti, sempre più frequenti sono i procedimenti giudiziali intentati per responsabilità professionale del medico, anzi, nell’ultimo decennio, il numero dei sinistri denunciati è più che triplicato. La particolarità dell’iniziativa è rappresentata dal fatto che a esperti del settore e professionisti, come i professori Giovanni Arcudi e Marco Sgarbazzini, l’avv. Antonio Cellucci, il dott. Giuseppe Villa e Filippo Gariglio (UEA), Piermarco Giambiasi (DAS) sono stati affiancati i giovani vincitori e finalisti dell’ultima edizione del Premio Europeo S. Borgia – Sezione medicina legale e diritto delle assicurazioni “F. Cancellieri”: Marco Rosati, vincitore della borsa di studio con i finalisti Alfonso Bonafede (Normale di Pisa) e Alessandro Eramo (Università di Roma). Di particolare attualità la ricerca sulle sentenze emesse dal Tribunale Civile di Roma dal 2005 al 2009 per responsabilità medica in Ortopedia e Traumatologia: oltre 160 richieste di risarcimento sono state presentate contro gli specialisti, di queste il 66% sono state accolte. Tra questi, il 60% riguardavano interventi in regime di elezione il 40% interventi in regime di urgenza; l’équipe chirurgica è stata denunciata in 21 sentenze e nel 70% dei casi è stata interamente condannata. In particolare, la chirurgia della colonna vertebrale è risultata essere la più coinvolta nelle richieste di risarcimento (13%), seguita dalla chirurgia protesica dell’anca (10%) e dalla chirurgia del piede (8%), inoltre è stato evidenziato un vizio del consenso informato nel 6,2% dei casi. È importante sottolineare che, oltre alle spese di procedura, 8.568.781,40 euro sono stati spesi per compensi al paziente. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra CISB (Centro internazionale di studi Borgiani) e UEA (Unione Europea Assicuratori), grazie all’opera di Alessandra Cancellieri, che della prestigiosa associazione imprenditoriale è consigliere nonché, assieme alla famiglia tutta, sponsor del premio che ricorda la figura e l’opera del padre Fernando, rappresenta un significativo momento di collaborazione tra università, mondo imprenditoriale e dell’associazionismo, in sintonia con lo Statuto di UEA e il proprio impegno professionale per promuovere la cultura assicurativa. Su Ueawebcasting, in youtube, una sintesi degli interventi con approfondimenti sulle finalità dell’iniziativa. Rigel Langella

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VELLETRI

I NOSTRI PUNTI DI DISTRIBUZIONE

Benito al Bosco Via Morice, 96 Casale della Regina Via Vecchia Napoli, 9 Caffetteria Leda, c.so della Repubblica 11 Bar Jolly, Corso V. Emanuele, 78/80 Bar presso Clinica Madonna delle Grazie, Bar Caffetteria Ginnetti, Piazza Cairoli 33 Bibenda Cafè, Via Appia Sud, 28 Km 42,900 Snack Bar Zi Checco, Via Lata, 22/24 Bar Alterego Viale Salvo D’Acquisto, 10/a Torrefazione Caffè VIDILI C.so Della Repubblica 252 Bar Cairoli (Cafarotti) Piazza Cairoli, 7 Il Gabbiano Bar-Spaghetteria, P.za XX settembre,12 El Barrio Cafè, C.so della Repubblica, 249 Caffetteria Mastrostefano Sandro, Via dei Volsci,35 Caffetteria La dolce vita, Corso della Repubblica, 167 Vini e Caffè, Via Guido Nati, 39 GOLD CAFÈ, Via Lata 269 TANI CAFFÈ, Via Delle Mura, 3 BUFFETT STAZIONE, stazione F.S. Caffè del Bargello, viale Oberdan GREEN BAR, Via Del Comune, 72 Circolo Colle Degli Dei via Colle Carcagno 31/20 Comune di Velletri, Piazza C.O. Augusto, 1 Tribunale, Piazza Giovanni Falcone Clinica Madonna delle Grazie,V.le Salvo D’Acquisto, 67 Cinema Augustus, Via Filippo Turati Libreria Mondadori, Via Pia, 9 Libreria La Scolastica Corso della Repubblica, 177 Carrefour Market, Via Lata, 169 Carrefour Market, Via Appia, km 43 Carrefour Market, Via Appia, km 40,400 Carrefour Market, Via Ariana, Valmontone Carrefour Market, Via Valmontone, Artena COOP, Via S. Giovanni Vecchio 1 Banca Popolare del Lazio, Via M. delle Fosse Ardeatine, 9 Banca Popolare di Aprilia, Viale Oberdan, 33 Dani Dibi Center, Via Ragazzi del’99, 6 Ok Acconciature, Largo Mario Ciancia, 3 Istituto di bellezza Tropical Center, via XXIV maggio 6 Beauty Center Graziano, Via Colombo Romani Enzo Felici Hair Mode, C.so della repubblica 123 Sabrina, Via Luigi Novelli,18 Federica Fashion Dream, Via Lata, 37 Modacapelli Via Menotti Garibaldi Parrucchieri Tres Chic, Via delle Mura 10 Body 2000, Piazza XX settembre, 10 Nicol, Viale G. Oberdan Nicol, Corso della Repubblica 3 Store, Via Lata 27 Farmacia Romani, Piazza Cairoli, 2 Studio dentistico Esposito Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 19 Studio medico 3R, Piazza Cairoli, 30 Studio medico Minerva, Piazza Metabo, 8 MEDICARS, Centro Medico Polispecialistico, P.zza Garibaldi, 9 Edicola Barletta, Piazza Cairoli Edicola Manciocchi, Via Cir. Di Ponente Edicola Gatta, Via Lando Conti Edicola Carini, Piazza Cairoli Edicola Stazione F.S. ACI via Delle Mura, 5

LARIANO

Banca Popolare del Lazio, Via Napoli 6 Comune di Lariano Piazza Santa Eurosia MILLENIUM, Via delle Cerreta, Lariano Io e le donne, Via Sausset les Pins, 41

GENZANO

Caffetteria del Centro, Piazza IV novembre Bar La dolce Vita, Piazza T. Frasconi, 19 Royal Cafè, Via Italo Belardi, 38 Gran Caffè Nazionale, Piazza T. Frasconi, 1 BAR MATCH, Via Lenin, 56/58 Comune di Genzano, Via Italo Belardi, 1 COOP, Via Emilia Romagna, 102 Carrefour Market, Via O. Ferrazza, 11 Carrefour Market, Via Giorgio Amendola 2/4 Dr Fabio Del Pidio V. E. Imbastari, 18 Edicola Mar.ca distribuzione, Piazza Cina Expert, Via Nenni, 1 Palestra Matrix, Via del Lavoro 3Store, Via Garibaldi, 8 Capellimania, Via XXV aprile, 33 Farmacia Dr Carafa Emidio, via I. Belardi, 1 Pharmamedical, Via Saragat, 1 ECOMED 2000 Poliambulatorio Specialistico, Via Roma, 14

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Bar Centrale, Piazza C. Fontana, 17 Bar Menelik, Piazza C. Fontana, 9 Parrucchiere Stefania, Via Gramsci, 153 Comune di Lanuvio, Via Roma, 20

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Bar dei Pini, Piazza Roma, 3 Comune di Nemi, Piazza del Municipio, 9 Incantesimo del Lago, C. V. Emanuele, 24 Bar Locanda Specchio di Diana, Corso Vittorio Emanuele

ALBANO

Comune di Albano Piazza Della Costituente 1 Cafè e dintorni Via Della Rotonda, 6 Bar Fortini C.so Matteotti, 16 Caffetteria C.so Matteotti, 206

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Appia Carni 2002 S.r.l. Via Appia Antica, 50 Bar Centrale Piazza di Corte Comune di Ariccia, P.zza S. Nicola snc

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Associazione Viva & Musica, Piazzo di Poggio Tulliano, 23 Comune di Grottaferrata P.za Eugenio Conti, 1 Carrefour Market Via Vittorio Veneto, 2 Bar Pasticceria Alice Corso del Popolo, 11 Bivio in piazza Via Domenichino, 11 Parrucchiere EMILIO SILVAGNI, Via Renato Castellani, 22 (sopra la GS) Barbara Laudadio Parrucchiera Corso del Popolo, 18

FRASCATI

Comune di Frascati P.za G. Marconi 3 Banca Popolare del Lazio Via Guglielmo Marconi, 16 Libreria Mondadori Piazza del Gesù, 18 Gran Cafè Roma Piazza Roma, 3-4-5 Gelateria Bar Belvedere Piazza Roma, 1 Bar dei Glicini Piazza Roma, 18 Bar Torlonia Piazza G. Marconi, 15 Bar degli Specchi Via Cesare Battisti, 3 Bar Eden Cafè Via Cesare Battisti, 22 Gelateria Tris Piazza San Pietro, 4 3Store, Via Bezzecca,12 Centro diagnostico Ajani, via Ajani 32 Grand Hotel Villa Tuscolana, via Del Tuscolo, Km 1,500

CISTERNA DI LATINA

Studio medico Cianciosi, P.zza Amedeo di Savoia 8 Carrefour Market, Via Appia Nuova, Cisterna di Latina


NONSOLOROSA

I BIMBI DI NONSOLOROSA Care lettrici e volete vederecal ri lettori, e foto dei vostr imbi su NONSOLiObR OSA? Inviateci le fo

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