COPIA OMAGGIO
Mensile di attualità, pol
Anno III - N. 43 - Novembre 2013 - Mensile - Registrazione Tribunale di Velletri 2-2010 del 22.01.2010 - Distribuzione gratuita
itica, cultura, gossip,
spettacolo e sport
Nonsolorosa approda al
Festival del cinema di Roma “Il commercio è in ginocchio, ma la risalita non è una chimera”
Intervista esclusiva per Nonsolorosa a Giulio Rapetti in arte Mogol
“Io sogno il mio Paese infine dignitoso”
SOMMARIO 6 ATTUALITà
812 EVENTI E SPETTACOLO
6
Intervista esclusiva per Nonsolorosa a Giulio Rapetti in arte Mogol “Io sogno il mio Paese infine dignitoso
8
Velletri “Smart city”
9
Natale 2013: mercatini anti-crisi
18
Tutte le nuove tendenze del fitness 2013 consigliate dalle migliori palestre sul territorio
20
“Il commercio è in ginocchio, ma la risalita non è una chimera”
27
Presentato a Lariano il nuovo sportello di accoglienza socio-sanitaria
12
Nonsolorosa approda al Festival del cinema di Roma
RUBRICHE 22
FaceAbook Gianrico Carofiglio
24
Aspettando Brasile 2014 Varela, Puskás, Pelè: il calcio etico e poetico
26
L’Arte e i suoi infiniti mondi segreti Maurizio Orsolini, un artista classicamente moderno
POLITICA
24
Arte enogastronomica I difetti del pane
10
La Città metropolitana è a un passo
16
“Spingere i cittadini a credere di nuovo nella politica”: per questo Carla Caprio e Giorgio Greci sono entrati a far parte di una lista civica, perché loro ancora ci credono!
26
Architettiamoci Bonus casa 50% Ecobonus 65% ... possiamo usufruirne ancora
23
Spesometro 2013: novità anti-evasione
9
MODA 14
Sul Red Carpet romano le attrici italiane sono splendenti tanto quanto le dive hollywoodiane
Editore Blink di Ottavia Lavino Direttore Responsabile Ottavia Lavino
Numero 43 - anno III Novembre 2013 Registrazione tribunale di Velletri 2/2010 del 22.01.2010
Progetto grafico e impaginazione BLINK Stampa Eurografsud Via delle Grotte, 11 00040 Ariccia Roma - Tel. 069344741 Redazione NONSOLOROSA Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri - RM - Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it
4
Hanno collaborato: Servizi Luca Masi Maria Rita Cappucci Silvia Bottacchiari Rubriche Barbara Gazzabin Carlo Carones Daniele Ciani Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo Gabriele Santoni
Distribuzione gratuita
Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico e da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita.In questo caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. E vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.
Intervista esclusiva per Nonsolorosa a Giulio Rapetti in arte Mogol
“Io sogno il mio Paese infine dignitoso”
Una lezione di poesia, di musica ma soprattutto di vita, in un teatro gremito di studenti, menti “fresche”, che non hanno potuto fare a meno di apprezzare gli insegnamenti, il modo di comunicare di una maestro di musica, pensieri e parole. Giulio Rapetti, in arte Mogol, è stato lui il vero e indiscusso protagonista sul palco del teatro Artemisio Gian Maria Volonté, per un mattinata all’insegna della musica, ma soprattutto dell’incontro tra il più grande paroliere italiano, autore di alcune delle canzoni più belle e incancellabili della nostra musica leggera e i ragazzi del Cesare Battisti di Velletri. Conosciuto soprattutto grazie al sodalizio artistico e spirituale con il grande musicista e cantante Lucio Battisti, Mogol è salito sul palco dell’Artemisio manifestando la stessa voglia che lo spinge a scrivere quei testi meravigliosi che tutti noi abbiamo il piacere di conoscere, esprimendo emozioni, raccontando storie vere. Il suo modo di narrare è talmente intenso da evocare immagini di vita vissuta, all’insegna della verità, di una spiritualità così terrena e condivisibile da chi ha l’abitudine e la capacità di guardarsi dentro. “Siamo come dei terreni che sono riconosciuti come orti bellissimi o erbacce, la differenza non è il terreno, è l’averci lavorato”: questa è solo una delle frasi che il maestro ha usato per spingere i giovani a impegnarsi e lavorare sodo, perché tutti hanno talento, bisogna solo coltivarlo. Tante le domande per Mogol, che è entrato nel vivo dei suoi testi, svelandone i retroscena, ma soprattutto spiegando come le parole nascono sulla musica e si nutrono del vissuto. Momento di grande emozione quando il maestro ha raccontato la storia della sua canzone “L’arcobaleno”, nata dopo la scomparsa di Lucio battisti, con le musiche di Gianni Bella e cantata da Celentano. Una storia ai limiti della realtà quella che si nasconde dietro a un testo così pieno di emozione e sentimento, dove l’anima di Lucio sembra volersi ricongiungere attraverso i colori puri e luminosi dell’arcobaleno al suo caro amico rimasto sulla terra. Tra aneddoti, aforismi, pensieri detti a voce alta, ma sussurrati dal cuore, il maestro, con la grande umiltà che lo ha sempre contraddistinto, ha avuto anche il piacere di dedicarci un po’ del suo tempo per un’intervista intensa e con un finale molto speciale. 6
Tanti artisti emergenti nascono dall’universo dei talent, cosa pensa di questi programmi televisivi? Dal punto di vista spettacolare hanno una propria validità, ma non sono certo basati sulla qualità. Tutte le manifestazioni canore si basano prima di tutto sullo spettacolo, senza prendere in considerazione che la vera qualità canora è riconosciuta dal pubblico, che trattiene e tramanda negli anni soltanto il meglio della musica. Se molte canzoni vengono dimenticate, dipende soltanto dalla scarsa quantità di emozioni in grado di suscitare. Sono le emozioni che aprono il canale della memoria e consentono ad una canzone di essere ricordata. Oggi, intorno ai talent show e a molti cantanti, si costruisce un grande meccanismo pubblicitario dove è solo l’immagine a farne da padrona. Così alcuni volti diventano noti e familiari in pochissimo tempo, ma spesso questa notorietà risulta effimera e affatto duratura. Con i talent, l’artista non riesce a maturare veramente, non ha il tempo di lavorare su se stesso, sulla sua musica per farla veramente diventare di qualità. Per questo, purtroppo, mi sento di dire che Battisti e Mogol non avrebbero molta fortuna in questo momento musicale. Nei suoi vari sodalizi artistici ha dato sempre il massimo alla persona che ha seguito, nella sua scuola per cantautori (CET Centro Europeo di Toscolano), come aiuta le giovani promesse della musica italiana a diventare dei veri professionisti? Innanzitutto il CET è una istituzione nella quale si diventa docenti dopo un lavoro lungo e formativo. La scuola, negli anni, ha dato possibilità professionali a tanti giovani di talento, grazie a una linea di insegnamento all’avanguardia che pone al centro dell’attenzione i singoli
allievi, la loro personalità. I docenti cercano il modo migliore per valorizzare aspetti magari sconosciuti agli stessi ragazzi. Oltre all’aspetto didattico che è fondamentale, per quanto mi riguarda, cerco di spronare i giovani a coltivare il loro talento con il duro lavoro, l’impegno e lo studio. Solo così potranno riconoscere quegli “automatismi” che li condurranno a conoscere bene la propria arte e farla crescere sempre di più, raggiungendo risultati maggiori delle loro stesse aspettative. Nell’ultimo anno si è cimentato anche nella scrittura con il suo primo libro “Le ciliegie e le amarene. Aforismi, pensieri e parole.” C’è differenza tra lo scrivere testi per canzoni e aforismi e pensieri per la lettura senza musica? C’è senza dubbio una differenza sostanziale: le parole delle canzoni sono suggerite dalla musica in quanto io ascolto prima le note e la melodia, poi cerco di capire cosa sta dicendo; dall’altra parte gli aforismi che ho raccolto nel mio libro sono nati in piena libertà, senza nessun suggerimento. Essi possono giungere da tutto o niente, dallo sguardo di un bambino, da tante emozioni e momenti di vita sconfinati. A settembre è andato a cavallo da Assisi a Roma per invitare il Papa nella città umbra dove poi si è recato in occasione della festa di San Francesco, cosa pensa di questo Pontificie così vicino al cuore e ai bisogni reali della gente? Già prima di diventare pontefice, Papa Francesco era una figura predestinata a restare nel cuore della gente, a mostrarsi più vicino ai bisogni delle persone e ai loro cuori. Oltre a essere un uomo sensibile è anche una figura molto forte perché capace di portare avanti delle battaglie che Benedetto XVI non era più in grado di sostenere.
Mogol al Testro Artemisio “Gian Maria Volonté” Mogol insieme a Lucio Battisti
Mogol durante il recente viaggio a cavallo da Assisi a Roma
Quest’anno sono trascorsi 15 anni dalla scomparsa di Lucio Battisti. Lei ha lavorato con tanti artisti oltre a lui, ma quello con Lucio è stato un sodalizio speciale, ci può spiegare perché? Sicuramente quello con Lucio è stato un sodalizio molto particolare. Io ho scritto canzoni per tanti artisti italiani, come Cocciante, Mango, Tony Renis, ma Lucio non era solo un grande interprete, era lui stesso l’artefice della buona riuscita di tutto il disco. Pretendeva la perfezione sotto ogni aspetto e grazie a questa sua grande professionalità, ha messo in bella luce i miei scritti, il mio modo di esprimermi. A mio avviso Gianni Bella è l’unico che si avvicina artisticamente alla grandezza di Battisti. Dall’alto della sua grande esperienza, in quanto a voci italiane, quali sono i giovani talenti musicali che oggi stima di più? L’ultimo artista che ammiro è il “giovane” Jovanotti, che adesso avrà quasi 50 anni, questa la dice molto lunga su cosa sta accadendo, che non è assolutamente colpa dei giovani ma della promozione: le radio vogliono avere il disco, investono su quello che è già noto. C’è una forma di democrazia che assomiglia più al populismo perché ha dimenticato, in qualsivoglia modo, l’attenzione al merito. Sse tutti hanno il diritto di parlare, la voce di chi avrebbe qualcosa da dire si perde nel silenzio. Riguardo agli artisti di oggi apprezzo molto Arisa, brava e preparaa, e Giuseppe Anastasi che per lei ha scritto La Notte, un professionista dal talento destinato ad essere ricordato nel tempo.
La conclusione dell’intervista al maestro Mogol è stata emozionante tanto quanto l’intervista. Appena sentito parlare di vizio, virtù e desiderio, il modo simpatico che noi abbiamo di concludere, il maestro si è soffermato sull’ultima nostra richiesta e sorridendo, quasi sottovoce, ha pronunciato queste note parole: “io sogno il mio Paese infine dignitoso”, chiedendoci: “che canzone è ?” Dopo un attimo di tentennamento, la nostra direttrice, presente all’intervista, non ricordando il titolo, ha intonato una strofa di una delle canzoni più celebri di BattistiMogol “Una giornata uggiosa”. Così, con un sorriso e una stretta di mano, nel ricordo di quella melodia, il maestro Mogol ci ha salutato, lasciando nei nostri cuori un segno di speranza per la musica e per la vita! Maria Rita Cappucci
7
Velletri “Smart city”
Convegno dell’associazione Velletri 2030 per analizzare le prospettive future di una città in evoluzione
Innovazione tecnologica per un comune virtuoso. Questo il titolo del convegno organizzato dal gruppo di lavoro Velletri 2030, in collaborazione con la città di Velletri e con esponenti delle istituzioni cittadine, che si è tenuto giovedì 7 Novembre, presso il Teatro Artemisio - Gian Maria Volonté. Al convegno hanno partecipato personalità di grande rilievo nel campo dell’innovazione e dello sviluppo che, come in una staffetta, si sono date il cambio sul palco vicendevolmente, contribuendo a dar voce ad un solo coro: un’idea di futuro sostenibile. Ad aprire i lavori, intorno alle ore 10, il presidente dell’associazione, Dott. Sandro Bologna il quale, insieme ai suoi collaboratori nonché soci del progetto, ha redatto un libretto - opuscolo informativo sulla situazione attuale della nostra città e sulle priorità da affrontare nell’immediato futuro. Aprendo il libro, messo a disposizione gratuitamente durante il convegno nei locali del teatro, balzano immediatamente agli occhi i tre punti fondamentali posti come obiettivi da raggiungere, ben distinti ma complementari tra loro: 1) crescita intelligente, 2) crescita sostenibile, 3) crescita inclusiva. In sintesi, alla luce delle ricerche effettuate sul territorio e del confronto diretto con protagonisti dell’economia, Velletri 2030 mira al raggiungimento di uno sviluppo basato sulla conoscenza, sulle risorse e sull’occupazione. Perfettamente in linea con il clima dell’incontro l’intervento del sindaco di Velletri Fausto Servadio, il quale ha esposto gli interventi amministrativi messi in atto negli ultimi tempi, che pian piano stanno portando la città verso il modello di una Smart city. Dai tremilacento punti luce installati lungo le strade alle cinque zone di accesso internet –molte più rispetto a 8
quelle disponibili in altri comuni limitrofi-, fino ad arrivare ai 600 mila euro stanziati per incrementare la videosorveglianza nel centro storico e nella periferia. Il sindaco ha ricordato inoltre l’attenzione dell’amministrazione al risparmio energetico, mettendo in atto lo spegnimento delle luci cittadine nelle ore in cui non ve ne sia l’effettiva necessità. Ha proseguito il suo discorso con la “sfida” delle biciclette ecologiche che, nonostante il territorio collinare avverso, avranno tre punti di installazione in tutto il centro ed ha concluso, infine, con la raccolta dei rifiuti porta a porta - da tempo ben avviata in molte zone della città – ricordando che potrebbe rappresentare una vera ricchezza per tutta la popolazione. Il convegno è proseguito tra interessanti filmati che hanno mostrato, utilizzando molteplici dati Istat, le numerose contraddizioni presenti nel territorio italiano: dalla buona presenza della banda larga alla scarsissima presenza della banda ultra larga, dalla digitalizzazione progressiva del paese alla scarsa digitalizzazione della sanità o degli uffici amministrativi comunali. Gli indici proiettati sullo schermo hanno destato nella platea, formata da studenti ma anche da esperti del settore e cittadini interessati, grande perplessità e un pizzico di sgomento. Sgomento dal quale ci si è risollevati dopo l’intervento del prof. Roberto Vacca, ingegnere, matematico, divulgatore scientifico e scrittore, il quale, senza mezzi termini, ha dato “una scossa” al pubblico. Pur dall’alto della sua esperienza e della saggezza di un uomo di grande cultura, ha saputo tuttavia indicare in modo del tutto semplice e concreto una soluzione possibile ai problemi di questo paese e dei comuni che ne fanno parte. Austerità, secondo il professore,
non significa ripresa economica e di certo l’uscita dal tunnel della crisi non sarà possibile se la politica non sarà in grado di impegnarsi negli investimenti adeguati. Tecnologia, istruzione e ancora tecnologia sono i campi sui quali sarebbero necessari maggiori investimenti da parte del settore pubblico. Vacca ha ribadito: “Si piange sulla disoccupazione che sale tragicamente, ma non si dice che l’occupazione è più alta ove i livelli di innovazione sono più elevati. […] Diminuire gli investimenti e le spese (che creano lavoro), aumentare le imposte e i tassi di interesse – sono politiche di austerità inopportune: non favoriscono la ripresa e aggravano la depressione.” E dopo un duro attacco ai mezzi di comunicazione di massa, colpevoli di offuscare le notizie rilevanti e di non fornire dettagliatamente i dati che descrivono la scarsa modernizzazione dell’Italia, il professore ha delineato un quadro degli effetti positivi che un’adeguata ripresa tecnologica potrebbe sortire nel paese. Maggior rendimento dei sistemi energetici con relativo monitoraggio sull’impatto ambientale, maggior efficienza nell’organizzazione individuale e collettiva – dunque risparmio burocratico ed eliminazione dei tempi di attesa-, nonché informazione/istruzione globale e trasparenza delle transazioni fiscali, sono solo i punti di partenza per il raggiungimento della prosperità nazionale. Nel frattempo l’aver messo in luce tali difficoltà e l’aver discusso a fondo di questioni relative al futuro del nostro paese e della nostra città, può solo rappresentare un grande merito da parte dell’associazione organizzatrice e un incentivo a portare avanti un progetto di così nobili intenzioni. Silvia Bottacchiari
Natale 2013: mercatini anti-crisi
Villach, Carinzia
Anche questo Natale è alle porte e, come ogni anno, già dal mese di Novembre, si respira un’atmosfera di preparazione e inizia la corsa alla ricerca del regalo originale, utile, ma soprattutto a basso costo. In piena crisi economica è importante, del resto, “far quadrare i conti” nel bilancio familiare nonostante le famiglie italiane non rinuncino alla tradizione: così, oltre che nel negozio addobbato in tema, si cerca il dono perfetto on line, nei centri commerciali e sempre più spesso nei mercatini. Questa tipologia di vendita sembra essere, infatti, tornata di moda negli ultimi tempi. Il vecchio è diventato “vintage”, l’usato “reinventato” e in questo modo tutti possono accedere a dei capi o a degli accessori di ottima qualità, spendendo cifre abbordabili. Il mercatino natalizio rappresenta, del resto, già di per sé un’antica tradizione: l’usanza sembra provenire dalla Germania, precisamente dalla città di Dresda, in cui, nel XIV secolo, sarebbe stato allestito il primo “Mercato di Gesù” (Christhdlmarkt). Da quel momento, ogni anno le città organizzano degli spazi appositi nel periodo pre o post natalizio per ospitare commercianti o venditori occasionali, i quali ricostruiscono puntualmente quella calda atmosfera in cui gli avventori sono portati a fare acquisti e, il più delle volte, a trovare “il regalo a poco prezzo”.
Tra i centri più famosi spiccano le città del nord Italia, come Bolzano, Trento, Merano, Bressanone, o dell’Austria meridionale, in particolare nella regione della Carinzia, dove vengono preparate numerose bancarelle e organizzate attività ludiche e artistiche nel periodo dell’avvento. Da ricordare, a tal proposito, l’avvento a Villach, città luminosissima durante le feste natalizie, o sul lago Millstätter, dove si può gustare en plein air il vin brulé, i prodotti locali e ammirare le originali creazioni di legno per il Natale. Non mancano gli appuntamenti importanti anche al centro o al sud. Degni di nota il mercatino di Piazza Navona a Roma, meta suggestiva in cui ogni anno, tra la Chiesa di S. Agnese e la fontana dei quattro fiumi, compaiono befane, decorazioni e specialità gastronomiche per tutti i gusti o Via San Gregorio Armeno – meglio nota come strada degli artigiani- a Napoli, luogo ricco di botteghe e bancarelle specializzate nella riproduzione di statuette da presepe classiche e non.
Piazza Navona, Roma
Gli eventi del 2013 hanno stimolato la fantasia dei maestri artigiani che accanto ai personaggi biblici e ai sempre gettonati calciatori, hanno riprodotto fedelmente in miniatura Grillo, Fazio, Saviano, fino a Lucio Dalla, Steve Jobs, Belen Rodriguez con tanto di bebé, per arrivare, poi, a Papa Francesco. In definitiva le proposte per risparmiare con originalità e gusto non mancano. Insomma, che sia low cost, vintage o artigianale, il pacco che gli italiani troveranno sotto l’albero peserà, questo Natale, più del solito: ben ponderato nella scelta, si porterà dietro il peso di un anno difficile ma, forse, ancora ricco di sentimenti e speranza. Silvia Bottacchiari
Via San Gregorio Armeno, Napoli
Graziano Delrio Fausto Servadio
Una storia lunga 40 anni quella dell’Area Metropolitana di Roma che oggi “rischia” di trovare un approdo con la proposta di legge presentata dal ministro Graziano Delrio e dal presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta. Una discussione “schizzofrenica” ha attraversato gli ultimi decenni del secolo scorso e anche questi del nuovo millennio, accelerazione e rallentamenti condizionati dalla contingenza delle scadenze di legge. Tecnicamente siamo un una fase nuova e molto delicata poiché le possibilità di successo della proposta Delrio sono molto alte in quanto contengono anche il superamento delle provincie, tema molto sentito dall’opinione pubblica. Il riordino degli enti locali sembra essere il punto catartico di questa inversione del rapporto politica cittadino che sta prendendo una piega più ideologica che sostanziale e rischia di condizionare e contrarre il dibattito a tutti i livelli. Ma tant’è in questa stagione socio politica e dunque bisogna fare i conti e limitare i danni e per questo il sindaco di Velletri sta portando la città a essere protagonista di una discussione che, comunque, condizionerà la vita di questi territori per i prossimi decenni. La dicotomia è sempre quella: una minaccia? o un’opportunità? La risposta non è semplice e non è univoca, il riordino prevederà dei cambiamenti e chi li osserverà dal suo punto di vista li vedrà secondo il suo metro di giudizio. Naturalmente chi è chiamato a prendere decisioni comuni deve ponderare tutto consapevole del proprio ruolo. La strategia di Velletri è già nota dallo scorso anno quando con una delibera dirompente approdò in Regione Lazio e disse con chiarezza che era un errore la legge Monti e che i tempi e le modalità di quel decreto erano sbagliate, soprattutto per Roma Capitale e per la sua 10 Area metropolitana.
La Città metropolitana è a un passo Velletri sta avendo un ruolo attivo nella discussione della proposta di legge Delrio
Un visione giudicata errata da chi si era allineato e rassegnato all’impossibilità di contrastare il cavallo in corsa del Governo Monti che con la “Spending review” voleva dare un colpo agli enti locali senza percorrere la strada giusta che era (ed è) quella della partecipazione, come prevede l’articolo 133 della Costituzione che non a caso ritiene che qualsiasi modifica dei territori deve essere concordata con i comuni e le regioni. Quella visione del Consiglio comunale di Velletri venne premiata poi dagli eventi visto che le preoccupazioni richiamate in delibera furono riconosciute dalla Corte di Cassazione dichiarò incostituzionale la norma prevista dalla “Spending review” e dalla precedente legge “Salva Italia”. Come succede spesso in Italia, purtroppo, la discussione si è arenata e dopo un anno ecco una nuova ripartenza che presenta elementi di successo anche se ancora da definire nei dettagli.
Il Disegno di legge che porta il nome del ministro Graziano Delrio prevede all’articolo 16, la creazione della Città metropolitana di Roma Capitale in modo diverso dalle altre Città metropolitane, distinzione che non era stata effettuata dal Governo Monti, sollevando non poche perplessità dato il carattere straordinario di Roma Capitale peraltro già regolato dalla L. 42/2009 e dal D.lgs 61/2012 che ne disciplina le funzioni. Il Disegno di legge Delrio prevede una distinzione di Roma Capitale ma introduce delle innovazioni poco accettabili come la progressiva annessione dei comuni confinanti a seguito di specifica richiesta e con l’approvazione dell’Assemblea capitolina. Una proposta che andrebbe a creare una spaccatura tra i potenziali comuni che aderirebbero alla Città metropolitana di Roma e quelli che ne resterebbero fuori. Il Partito democratico del Lazio, la contrarietà dei sindaci dei comuni della Provincia e anche della stessa Assemblea capitolina, ha costituito una commissione ristretta alla quale partecipa anche il Comune di Velletri, di concerto con il relatore della legge, on. Gasparrini, per proporre degli emendamenti in grado di rispondere alle esigenze e alle aspettative del territorio. L’emendamento che è stato proposto e
concordato anche con lo stesso Ministro Delrio, prevede di far coincidere la Città metropolitana di Roma con tutto il territorio della Provincia di Roma e di consentire ai Comuni che non vogliono farne parte la possibilità di uscita a seguito di consultazione popolare. Inoltre l’emendamento proposto dagli amministratori “democratici” è quello di prevedere una fase straordinaria nella quale prevedere la redazione dello statuto con la condivisioni di tutti i sindaci. Solo in un secondo momento prevedere tempo (la proposta è di 90 giorni) entro il quale i comuni intenzionati a uscire dalla Città metropolitana di Roma lo possono fare seguendo il dettato dell’art. 133 della Costituzione. Inoltre si stanno valutando ulteriori emendamenti per prevedere l’elezione a suffragio universale del Sindaco metropolitano ruolo che nel disegno di legge spetterebbe al sindaco di Roma Capitale. Sui livelli di governo la proposta è quella di un Consiglio metropolitano composto con elezione di secondo livello, ovvero dal voto dei consi-
glieri comunali e dei sindaci di tutti i comuni della provincia. Altro organo sarebbe la Conferenza metropolitana composta da tutti i sindaci dei comuni che appartengono alla Città metropolitana, in prima battuta da tutti i 121 sindaci che compongono la provincia di Roma. Resta ancora da definire la ponderazione del voto poiché Roma Capitale, da sola, avrebbe la maggioranza dei cittadini e il Disegno di legge prevede questo. La commissione del Pd sta proponendo di configurare una modalità che preveda la validità dell’assemblea con la maggioranza degli aventi diritto. In altre parole Roma Capitale ha potere di approvazione solo se alla Conferenza metropolitana partecipano più della metà dei sindaci. I tempi sono molto ristretti, il Governo vuole evitare di avviare la macchina elettorale per il rinnovo delle province che andrebbero al voto la prossima primavera. Per fare ciò è necessario che la legge venga approvata entro la fine dell’anno con conseguente avvio della fase transitoria di organizzazione dei nuovi
enti di area vasta che prenderanno il posto delle province comprese le Città metropolitane. Una fase molto delicata nella quale scrivere gli statuti e capire anche quali saranno le competenze, vero tema centrale per i territori che dovranno capire come la Città metropolitana di Roma Capitale possa diventare opportunità o, come molti temono, minaccia. Non resta molto tempo, nei prossimi giorni la discussione dovrebbe coinvolgere anche i livelli territoriali dei partiti e dei movimenti civici poiché la decisione dovrà essere condivisa pena il fallimento, ennesimo, di un progetto di riodono che da tanti anni viene invocato e mai realizzato. Le condizioni particolari del Governo di larghe intese e una forte spinta dell’opinione pubblica potrebbero determinare il successo della proposta Delrio, sulla quale lo stesso Presidente del consiglio dei ministri, Enrico Letta, pare nutrire molte speranze. Velletri con il sindaco, Fausto Servadio, sta facendo sentire la propria voce con forza. Luca Masi
INSTALLA GRATIS UNIBOX
*Sconto - 20% il primo anno e fino al -30% a partire dal secondo anno in base ai km percorsi.
LA SERENITÀ GUIDA CON TE
Scopri con l’Agente Unipol i servizi innovativi e i grandi risparmi offerti dal nostro dispositivo Europa. di assistenza per chi guida da n. n 1 in Eu ropa.
INCENDIO/FURTO
� ��� ��� � FINO A
RCAuto
*
RATE MENSILI
TASSO
ZERO
UNIBOX
RI RILEVA L’INCIDENTE E TI FA CHIAMARE D DALLA CENTRALE TI INVIA I SOCCORSI STRADALI L LOCALIZZA L’AUTO I CASO DI FURTO IN
La serenità alla guida diventa la tua migliore i li compagna di viaggio. viaggio i iio Scegli Scegli UNIBOX UNIBOX, X il nostro dispositi dispositivo di assistenza per chi guida n°1 in Italia e in Europa, che localizza la tua auto e, in caso di urto di una certa intensità ti fa chiamare automaticamente dalla centrale operativa per l’invio dei soccorsi stradali. Unibox puoi averlo scegliendo YOU KMSICURI, la polizza che puoi pagare in 10 rate, con addebito sul conto corrente*. Goditi una protezione che si adatta davvero alle tue abitudini di guida.
KMSICURI YOU. L’ASSICURAZIONE CHE FAI TU
Agenzia Generale di VELLETRI | Viale Bruno Buozzi 164 | Tel. - Fax 06 9636290 Velletri@agenzie.unipolassicurazioni.it *La rateizzazione potrà essere effettuata tramite un finanziamento di Finitalia S.p.A., società del Gruppo Unipol, a tasso zero (TAN 0,00%, TAEG �,���). Esempio di polizza per nuovo contraente: importo totale del credito � ���,�� – TAN 0,00% – Commissioni di acquisto 0,00% - importo totale dovuto dal consumatore � ���,�� in 10 rate mensili da � ��; � rate per semestre. Il Cliente non sosterrà alcun costo aggiuntivo, fino alla prima scadenza annuale di polizza, in quanto tutti gli oneri saranno a carico di Unipol Assicurazioni. La concessione del finanziamento è subordinata all’approvazione della finanziaria. Iniziativa valida fino al 31 dicembre 2013.
2
Messaggi pubblicitari: prima di aderire all’iniziativa leggere la documentazione prevista per legge da richiedere in agenzia e consultabile sui siti www.finitalia.it e www.unipolassicurazioni.it. Prima della sottoscrizione della polizza leggere il Fascicolo informativo da richiedere in agenzia e consultabile sul sito internet www.unipolassicurazioni.it
Abbiamo seguito per voi i film, i protagonisti, e tutti gli eventi più importanti di questa ottava edizione che ha decretato il Marco Aurelio ad un film italiano: “Tir” di Marco Fasulo
Marco Fasulo il regista di “Tir” ammira soddisfatto il Marco Aurelio D’Oro
Elio Germano firma autografi sul Red Carpet
Il cast dei “Her” durante il Photocall
Scarlett Johansson saluta il pubblico in sala
Nonsolorosa ap p Festival del cin e Non sarà più la Roma “felliniana” della Dolce Vita, o quella “borgatara” di Pier Paolo Pasolini, ma certamente, in Italia, il cinema è stato e sarà sempre legato alla capitale. Il Festival del Cinema di Roma, ormai all’ottava edizione, è un appuntamento a cui non si può mancare. Decisamente meno effervescente delle prime edizioni, in cui gli investimenti erano più importanti e le idee più innovative, il Festival di Roma si continua a distingue per l’enorme partecipazione popolare. Non ci saranno le aspettative dei Festival di Cannes e Venezia, o le pellicole sorprendenti di Berlino e del Sundance Film Festival, ma vedere Scarlett Johansson e Mattehew McConaughey premiati per la migliore interpretazione, è decisamente il modo migliore per cercare di avvicinarli. In esclusiva per i nostri lettori, abbiamo seguito passo dopo passo questa splendida kermesse, presieduta da Paolo Ferrai, Lamberto Mancini e dal direttore artistico Marco Müller, assistendo alle migliori proiezioni in e fuori concorso, incontrando e intervistando attori e i registi. Vi vogliamo raccontare il festival visto da noi, anzi il festival visto da me, una persona comune che, in primo luogo, ama il cinema e la scrittura, per questo vi descriverò il mio/nostro Festival, sperando che in parte possa diventare anche il vostro. Maria Rita Cappucci
Concorsi, premi e giurie La Selezione Ufficiale del Festival è formata da tre sezioni: il Concorso internazionale, il Fuori Concorso che ospita le proiezioni di gala del 2013, la linea CinemaXXI, dedicata alle nuove correnti del cinema mondiale e le Prospettive Doc Italia, sezione che fa il punto sulle nuove linee di tendenza del cinema documentario italiano. Ad accogliere la manifestazione, l’Auditorium Parco della musica, che anche quest’anno è stato il cuore pulsante di tutto il Festival. Dieci giorni di film, convegni, conferenze, eventi mondani e culturali, il festival, guidato per il secondo anno consecutivo dal direttore artistico Marco Müller, ha aperto le danze venerdì 9 novembre con la serata di apertura presentata dalla madrina del festival, Sabrina Ferilli. La kermesse si è conclusa con la serata dedicata alle premiazioni, presentata dal direttore artistico Marco Müller e dall’attrice italiana Anna Foglietta. Tanti i premi assegnati, ma senza dubbio quello che ha destato di più l’interesse del pubblico italiano è il Marco Aurelio, il riconoscimento più ambito del festival per il miglior film assegnato a “Tir”, di Alberto Fasulo, che racconta, quasi in modo documentaristico, la quotidianità di un camionista emigrato dai Balcani che lavora in una ditta italiana di trasporti e gira l’Europa al volante. Tanto atteso, il premio alla migliore interpretazione femminile che, tra stupore e polemiche, è andato alla sensuale Scarlett Johansson, per il film “Her”, dove interpreta la voce di un sistema operativo molto speciale. Grande ovazione di pubblico e critica per il premio come miglior attore a Matthew McCo-
naughey, protagonista di “Dallas Buyers Club”, film al quale va anche il Premio BNL del pubblico. Il regista giapponese Kiyoshi Kurosawa si è aggiudicato il premio come miglior regia per “Sebunsukodo (Seventh Code)”, mentre al film rumeno “Quod Erat Demonstrandum” di Andrei Gruzsniczk, va il riconoscimento speciale della giura presieduta da James Grey. Altri due importanti riconoscimenti sono andati ai giovani attori di “Acrid” premiati come miglior cast emergente, e al film “Blue Sky Bones” scelto dalla giuria del festival, come vincitore della mozione speciale. Parlando di numeri, l’ottava edizione del festival, fin dai suoi primi momenti, ha registrato subito un bilancio positivo in termini di spettatori (oltre 23 mila presenze tra pubblico e accreditati), in crescita rispetto alle passate stagioni. Tantissime le presenze illustri, da Sabrina Ferilli, a Scarlett Johansson, da Joaquin Phoenix alla “bomba” per la quale si sono mobilitati, giovedì 14 novembre, migliaia di teenager, la star Jennifer Lawrence, che ha “accompagnato” a Roma l’anteprima di “La ragazza di fuoco”, sequel del campione d’incassi “Hunger Games.” Oltre ai numeri, alle giurie, ai premi e ai grandi personaggi da Red Carpet, quello che più resta di una manifestazione così grande è l’opportunità di vedere film che molto probabilmente non arriveranno mai sui grandi schermi italiani, scoprendo così tanti modi di fare cinema, di raccontare le cultura, le storie e le vite più disparate, spesso molto lontane da noi. Buona lettura e soprattutto... buona visione.
p proda al n ema di Roma “L’ultima ruota del carro” apre il Festival di Roma
Visti per voi
Veronesi racconta uno spaccato d’Italia visto dagli occhi di un uomo qualunque
Ernesto Marchetti è il protagonista de “L’ultima ruota del carro”, film diretto da Giovanni Veronesi, che venerdì 9 novembre, ha aperto ufficialmente l’ottava edizione del Festival del Cinema di Roma. Nonostante le polemiche trapelate in sala stampa su questa scelta del direttore artistico Marco Müller, il film di Veronesi, uscito nelle sale il 14 novembre, è piaciuto subito al pubblico. “Mi sono lasciato trasportare dall’amore immenso che ho per la commedia all’italiana di Risi, Scola e Monicelli”: con queste parole Veronesi ha parlato del suo film, che racconta la vita di un uomo qualunque, del vero Ernesto Marchetti, suo fidatissimo autista, presente anch’egli in sala durante la conferenza stampa. Nella finzione, a dare il volto ad Ernesto, è un superlativo Elio Germano, che si è calato perfettamente nella vita di questo onesto lavoratore, un uomo puro e sincero, costretto a lottare con una società che non gli ha reso giustizia, condannandolo senza una vera ragione a sentirsi “L’ultima ruota del carro”. Nonostante questo, Ernesto riuscirà a conoscere la felicità più autentica grazie soprattutto all’amore di sua moglie Angela (Alessandra Mastronardi), a suo figlio e agli amici, primo tra tutti Giacinto (Ricky Memphis), che, a differenza di Ernesto, ha fatto carriera in modi decisamente meno leciti. Questa commedia all’italiana racconta quello che di buono e di onesto c’è nella storia del nostro Paese; con uno sguardo ironico sui vizi e le virtù degli italiani, Veronesi, ci racconta, attraverso lo sguardo di Ernesto, le storie, a volte normali e a volte straordinarie, della nostra Italia, dagli anni “70 ai nostri giorni.
Con “I corpi estranei”di Mirko Locatelli, l’Italia debutta in concorso al festival di Roma
Antonio e Jaber, sono loro due “ I corpi estranei”, protagonisti del film di Mirko Locatelli, la prima pellicola italiana in concorso al Festival del Cinema di Roma. Antonio, interpretato da Filippo Timi, meritevole senza dubbio di qualche riconoscimento in più, è un padre solo a Milano, in un ospedale, con il figlio di nove mesi malato di tumore. Qui incontra Jaber (Jaouher Brahim), un ragazzo di quindici anni migrato da poco in Europa, che vive a Milano. L’ospedale è un luogo dove entrambi sono costretti a sostare, fatto di gesti quotidiani e di incontri tra diverse culture: Antonio è in ospedale per assistere il figlio Pietro; Jaber per sostenere un suo amico. La malattia, il dolore e la fragilità, costituiranno il pretesto per l’incontro tra due anime sole, impaurite, incapaci di comunicare. “Come raccontare il dolore di un padre, come far trasparire la fragilità dell’adulto che in quel momento è solo senza nessuna assistenza; questo mi sono proposto di raccontare nel film”. A parlare è Mirko Locatelli, ribadendo l’importanza di mantenere un certo pudore quando si narrano vicende così delicate con al centro il dolore di una malattia, per questo, il regista, è stato molto attento a non sforare nel sentimentalismo. Tuttavia, nonostante le intenzioni di Locatelli, il film finisce per concentrarsi non tanto sulla fragilità del personaggio, quanto sulla sua chiusura e ottusità, sull’incapacità di relazionarsi con gli altri e di trovare consolazione nelle persone. Insomma, anche il film stesso e i suoi personaggi, a volte, fanno fatica a comunicare con lo spettatore, che dal canto suo, non riesce mai ad entrare del tutto nella storia, restando anch’esso un “corpo estraneo” rispetto alla vicenda.
“Take Five”: cinque attori d’eccezione per una rapina tutta italiana
Un ricettatore, un gangster leggendario ma depresso, un pugile eterno sconfitto, un fotografo di matrimoni, un ex rapinatore reduce da un infarto e un idraulico con il vizio del gioco: questi sono i cinque “irregolari” del crimine che per caso si troveranno alle prese con una rapina milionaria. Prende ispirazione da capolavori intramontabili come “I soliti ignoti” e le “Iene”, il film di Guido Lombardi, “TakeFive”, in concorso al Festival del Cinema di Roma, è uno spaghetti-thriller in salsa napoletana, intrepretato da diversi attori che hanno avuto veramente a che fare con la galera. Salvatore Striano che proprio grazie ai laboratori di recitazioni frequentati a Rebibbia è arrivato sul grande schermo. Simile percorso anche per Carmine Paternostro (un passato di criminalità, il carcere e poi il debutto nel teatro) e per Gaetano Di Vaio (uscito dal carcere di Poggioreale ha fondato la casa di produzione Figli del Bronx). All’inizio il “colpo”sembra facile ma le solitudini, la diffidenza e l’amarezza dei cinque protagonisti, verranno fuori, mettendoli presto l’uno contro l’altro, per un finale a dir poco tragico, quasi teatrale. Guido Lombardi ha diretto un film divertente, dal ritmo incalzante, con tanti colpi di scena, dove gli attori, anche grazie ai precedenti criminosi di alcuni, hanno fatto la differenza, aggiudicandosi il consenso unanime di stampa e pubblico per ben 10 minuti di applausi, che, vi assicuro, non sono pochi! 13
“Il mio non vuole essere un film sul dolore del bambino ma sulla fragilità degli adulti”
Interpretato da alcuni ex carcerati, il film in concorso, diretto da Guido Lombardi, racconta una rapina rocambolesca messa in atto da cinque “irregolari” del crimine
Con un Red Carpet lungo ben 60 metri, il Festival del Cinema di Roma, anche per questa ottava edizione, ci ha riservato una passerella di attori e attrici, tutti in forma smagliante, con abiti di haute couture, trucco e pettinature impeccabili, pronti a sfilare di fronte a fotografi avidi dello scatto migliore e fan scalpitanti. Insomma, il festival è anche un’occasione per commentare, osservare e spesso e volentieri criticare il look delle star, che si sfidano sul tappeto rosso a colpi di glamour, eleganza e anche un po’ di estrosità. A fare da padrone di casa, sul Red Carpet romano, alcune delle migliori attrici italiane, prima in assoluto la madrina del festival, Sabrina Ferilli, che ha presentato la serata inaugurale, di venerdì 9 novembre, fasciata in uno splendido abito nero di chiffon, firmato dall’atelier Versace. Un abito più etereo e meno provocante, per Alessandra Mastronardi, protagonista femminile de “L’ultima ruota del carro”, di Giovanni Veronesi. Per lei un completo off white, con ricami decò color crema, un top corto e una gonna lunga, tutto impreziosito da gioielli. Dal Red Carpet romano spunta fuori la bellezza di due dive americane, icone di stile hollywoodiano: Scarlett Johansson, protagonista virtuale di “Her”, film in concorso di Spike Jonze e l’attesissima Jennifer Lawrence, che ha presentato proprio a Roma, il tanto atteso secondo capitolo della saga di “Hunger Games - La ragazza di fuoco”. Vestita con un abito da cocktail firmato Dolce & Gabbana, la Johansson ha sfilato sul Red Carpet domenica 10 novembre, firmando autografi e lasciandosi andare agli scatti incessanti dei fotografi. A colpire il pubblico, il suo sorriso, quelle labbra carnose rese ancor più affascinati e luminose da un gloss color arancio, la vera sorpresa del look di Scarlett, che, nonostante sia una 14 indiscussa icona di stile, ha di-
chiarato, riguardo al film, “potevo andare a lavorare anche in pigiama”. Da grande diva emergente qual è, eroina del grande pubblico, la Lawrence, ha scelto bene entrambe le mise che l’hanno vista protagonista nella settima giornata del festival: per il photocall e la conferenza stampa, ha indossato un abito da cocktail firmato Proenza Shoulder, mentre per il Red Carpet, ha sfoggiato uno strepitoso abito color crema della collezione Dior Haute Couture, con ampia gonna più corta davanti per mostrare il pezzo forte dell’outifit, i sandali d’orati di Manolo Blahnik.
Jennifer Lawrencer
Sul Red Carpet romano le attrici italiane sono splendenti tanto quanto le dive hollywoodiane
Perché cinema è anche stile ed eleganza. Ecco quattro outfit d’eccezioni scelti apposta per tutte le nostre lettrici che amano il cinema ma anche la moda!
Maria Rita Cappucci
Alessandra Mastronardi
Jennifer Lawrencer Sabrina Ferilli
Scarlett Johansonn
Italy in a day: il “nostro” film “Qui o si fa l’Italia o si muore” diceva Garibaldi alla vigilia dell’unità d’Italia. Oggi, a distanza di circa 150 anni da quella famosa frase, è Gabriele Salvadores che veste i panni di un eroe moderno: con la sua iniziativa cinematografica intitolata “Italy in a day” si appella alla nazione per costruire, almeno per un giorno, un’Italia unita, stavolta da frammenti variegati di vita quotidiana. Il progetto, con la produzione di Indiana Production e Rai Cinema, ricalca l’esperienza di Ridley Scott che nel 2011 lanciò il primo social movie chiamato “Life in a day”sulla rete internet. Questa volta il regista italiano punta alla costruzione di un film-documentario che renda protagonisti proprio tutti e che racconti l’Italia e gli italiani con le loro passioni, i loro dolori e gli eventi più o meno significativi di una nazione in movimento. Per l’esperimento di cinema più libero e democratico che sia mai stato pensato –come afferma Salvadores- si è scelto un giorno comune, il 26 Ottobre: in tale data gli italiani sono chiamati a filmare con qualunque strumento in loro possesso (tablet, smartphone, telecamere) una parte della loro vita. I filmati, inviati sul sito www.italyinaday.rai.it fino al 17 Novembre, verranno visionati e selezionati dallo staff del progetto che provvederà al montaggio e alla realizzazione del film, in uscita nell’autunno 2014 sulle reti Rai. Contribuire in prima persona ad un progetto così ampio ma nel contempo popolare potrebbe essere lo stimolo per tante riflessioni e, forse, per farci capire finalmente cosa vuole dire essere italiani oggi. Silvia Bottacchiari
Da Nutrifit bastano 30 minuti per rimettersi in forma!
Allenarsi bene in soli trenta minuti? Ora si può con Easy Line
Quante volte si rinuncia all’attività fisica perché non si ha abbastanza tempo? Nutrifit ha risolto anche questo problema tecnico adottando un metodo di allenamento veloce ed efficace. Grazie all’innovativo sistema Easy Line, con soli 30 minuti di attività fisica si possono raggiungere con successo tutti i traguardi prefissati. L’obiettivo del nostro sistema di allenamento è aumentare l’attività del metabolismo a riposo, permettendo così al corpo di bruciare più calorie al giorno, anche quando non si esegue un esercizio fisico. Quella offerta da Nutrifit non è una sala pesi, tutte le azioni e gli esercizi sono guidati da “circuit trainer”, istruttori qualificati che seguono passo passo la cliente, spiegando le modalità di svolgimento dell’esercizio. Il sistema di allenamento Easy Line utilizzato da Nutrifit è perfetto per il dimagrimento e la tonificazione e la sua efficacia risiede nella progettazione stessa delle macchine, realizzate appositamente per adattarsi alle esigenze e le potenzialità di ognuno, consentendo di ridurre i tempi dell’allenamento grazie a tre importanti fattori: si allenano contemporaneamente due gruppi muscolari alla volta così da ridurre i rischi per le articolazioni e dimezzare i tempi dell’allenamento; grazie al sistema “dry water workout”, le macchine Easy Line riproducono l’effetto del movimento dell’acqua, adattandosi alla persona senza cambiare il peso, infine l’allenamento per tutta l’intera durata del circuito è senza pause, ottenendo così il massimo dei risultati in quanto a tonificazione e dimagrimento in soli trenta minuti. A tutto questo viene affiancata la consulenza professionale del nutrizionista che effettuerà una volta al mese, una visita e un controllo antropometrico gratuito. Oltre al circuito Easy Line, Nutrifit offre corsi di Zumba, Pilates, Yoga, Cardio Gag, ginnastica dolce e posturale. Per le donne di ogni età che vogliono rimettersi in forma, tonificare il proprio corpo, o semplicemente avere dei consigli per adottare un regime alimentare più equilibrato, Nutrifit vi aspetta a Velletri in via Manlio Quarantelli, e per i nuovi arrivati la prima prova è gratuita. Per ricevere tutte le informazioni sulle promozioni e le attività della palestra, visitate il sito internet www.nutrifit.it oppure la pagina Facebook.
Nutrifit - Via Manlio Quanrantelli, 4/A - Velletri (RM) - Tel. 06.9641990 - www.nutrifit.it
SALUSTRI Dott. WILLIAM
Dott. FRANCO
COMIN
Che cos’è Nutrifit
Una palestra accogliente, colorata, luminosa, un ambiente creato appositamente per sole donne, seguite da istruttori qualificati e da un nutrizionista, per ritrovare il proprio equilibrio e benessere psicofisico. Tutto questo è Nutrifit, un centro nutrizionale e sportivo, nato a marzo 2013 dove il benessere alimentare si coniuga a quello fisico, offrendo a tutte le sue clienti percorsi personalizzati in base alle loro esigenze. Nutrifit nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura della sana alimentazione e l’importanza di una costante attività fisica. Questo modo di lavorare su due fronti, esercizio fisico e corretta alimentazione, è riscontrabile anche all’interno del centro dove, oltre a trovare un’ampia zona dedicata all’accoglienza, le clienti hanno a disposizione la sala fitness con le attrezzature Easy Line, istruttori pronti a seguirle nell’allenamento e un nutrizionista sempre a diposizione per guidarle nelle scelte alimentari.
“Spingere i cittadini a crede per questo Carla Caprio e Giorgi di una lista civica, perché Politica, crisi, famiglia, lavoro e progetti presenti futuri, su questi temi si sono confrontati i due protagonisti dell’intervista doppia di questo mese: la consigliera Carla Caprio, appartenente alla lista civica Velletri Progresso, al suo primo incarico come membro
Quale la motivazione che ti ha spinto a im Senza pensarci troppo, rispondo sicuramente: l’amore per la città di Velletri che, ormai, è diventata la mia seconda casa, dove sono nati i miei figli, e la passione per la politica. Velletri, come tutti i comuni italiani, attraversa un periodo di crisi soprattutto economica, per questa ragione i cittadini si sono progressivamente allontanati dalla politica vissuta, vista spesso come causa e non come possibile mezzo per la soluzione di questi problemi. La mia candidatura nel movimento civico Velletri Progresso rappresenta il tentativo di riappropriarsi di un ruolo che è, e deve essere, di ogni cittadino: quello di partecipare attivamente alla vita politica perché tutti possiamo dare un contributo.
CARLA CAPRIO
Cosa pensi della politica tradiz La politica tradizionale sconta i personalismi, la frammentazione frutto della ricerca del consenso attraverso la difesa delle più svariate consorterie e “lobbies”. La gente chiede risposte serie e chiare sulle soluzioni che ogni singolo partito, movimento, intende sottoporre al suo giudizio: i programmi sono, purtroppo, ciò che manca. Tutto si basa sull’eloquio più o meno brillante e avvincente con cui il demiurgo di turno cerca di blandire gli elettori. La gente pretende delle risposte chiare e risolutive , ben sapendo che questa politica non è ormai più in grado di darle (se mai lo è stata…).
Come concili l’impegno amministrativo co Con tanta fatica ed entusiasmo anche se, a volte, è davvero dura; ma ho la fortuna di avere un marito che appoggia in pieno le mie scelte, e tre figli stupendi che sono i miei primi sostenitori. Inoltre il rapporto con gli alunni mi dà l’adrenalina per vivere intensamente e pienamente la vita quotidiana. L’esperienza maturata nel campo dell’insegnamento, oltre ad avermi regalato tante soddisfazioni, mi ha fornito delle basi solide che si stanno rivelando fondamentali anche in questa nuova “avventura”.
Un progetto che pensi irrinunciabile per Ve Secondo me, non ne esiste soltanto uno, ma bisogna realizzare tanti piccoli progetti che migliorino la qualità della vita dei cittadini e portino alla crescita socio-economica della nostra città; ne cito alcuni: valorizzazione del patrimonio culturale, realizzazione di un circuito enogastronomico, promozione delle eccellenze del territorio, rivalutazione del centro storico e coinvolgimento dei privati nella cura e gestione degli spazi pubblici.
Dopo i primi mesi di consigliatura, che idea hai mat Ho instaurato un buon rapporto con tutti. Io credo molto nei rapporti umani, sono la mia linfa vitale. Indipendentemente dal credo politico in consiglio c’è collaborazione e confronto costruttivo e la volontà di tutti, maggioranza e opposizione, di lavorare insieme per il bene di Velletri.
Un difetto e un preg 16
Siamo molto simili caratterialmente, forse, abbiamo lo stesso difetto: la testardaggine, che diventa un pregio perché si trasforma in ferrea volontà di non arrendersi mai, di continuare a lottare per quello in cui si crede, cercando di trovare sempre una soluzione.
dere di nuovo nella politica”: gio Greci sono entrati a far parte hé loro ancora ci credono! della maggioranza del consiglio comunale, e Giorgio Greci capogruppo della lista civica L.I.V.E. Laboratorio Idee per Velletri, anche egli neo-consigliere dell’opposizione. Maria Rita Cappucci
o a impegnarti con un movimento civico? Con la lista Civica ho più autonomia per affrontare e cercare di risolvere i problemi della città; testimonianza assoluta di ciò è la condivisione di intenti con proposte che arrivano tanto dalla maggioranza, che dai partiti di opposizione, ove ci sia una coscienza civica che non risponde necessariamente ad un colore politico. La mia intenzione è cercare di coinvolgere anche chi, alle scorse elezioni, non ha avuto la fortuna di strappare un seggio in Consiglio ma è comunque motivato a rendersi utile con progetti ed idee da portare avanti.
Attualmente i partiti vivono un momento di grande confusione legata fondamentalmente al completo disinteresse da parte dei cittadini, delusi ed amareggiati da tante vicende, e stremati da una crisi sociale, economica e politica. Non dico che mancano gli ideali, ma forse le giuste figure politiche che li sappiano rappresentare, e nel caso ci fossero, si possono contare sulle dita di una mano. La politica non dovrebbe aumentare la sfiducia ma riportare l’entusiasmo nelle persone e renderle orgogliose di viver in questo Paese.
o con la tua professione e la tua famiglia? Conciliare il lavoro e la famiglia a volte è difficile. io sono molto impegnato come cardiologo ed amo moltissimo il mio lavoro. Fortunatamente riesco ad organizzarmi abbastanza bene, svolgendo la mia professione sia in una struttura convenzionata con il pubblico che in studi medici privati. L’incastro con la famiglia è più semplice, perché alla base di tutto c’è una profonda collaborazione con mia moglie, medico anche lei, che mi sprona e mi sorregge in tutti i progetti in cui credo. Riguardo a mio figlio, lui ha solo otto anni e non risente molto dei miei impegni, tuttavia cerco di essere un padre sempre presente.
er Velletri da realizzare nei prossimi anni? Tante sono le idee, i progetti che spero possano essere realizzati; chiaro che una cosa che mi sta a cuore particolarmente è l’iniziativa “Salute e Vita Velletri città cardioprotetta”, un progetto start dal quale si possono poi di seguito aprire tante altre opportunità importanti per la sanità locale e cittadina come la dotazione di defibrillatori accessibili a tutti tramite corsi programmati, l’incremento dell’educazione sanitaria nelle scuole, iniziando dai più giovani e partendo dal presupposto che il bambino di oggi sarà l’adulto del domani.
maturato dei tuoi colleghi del Consiglio comunale? Finora mi sono confrontato con tante persone e il bilancio è risultato più che positivo. Per quanto riguarda la mia coalizione, stiamo lavorando per creare un gruppo affiatato che cresce e si rafforza di giorno in giorno. Anche nella maggioranza, con Carla Caprio stessa, attueremo diversi programmi di condivisione. Ho un buon rapporto con la dott.ssa Marilena Ciarcia, con il presidente del Consiglio Daniele Ognibene e con il Sindaco, di cui nutro un grosso rispetto.
GIORGIO GRECI
radizionale, quella dei partiti?
pregio del sindaco? Che domanda! Vorrei fare il “Pinocchio” della situazione e dire che non ha difetti... ma poi mi si allunga il naso! Ad ogni modo inizio parlando del pregio: è una persona molto presente in comune che si è dimostrata sempre pronta al dialogo. Un difetto: fa parte del centro sinistra! Più difetto di cosi?! (sorride).
17
Tutte le nuove tendenze del fitness 2013 consigliate dalle migliori palestre del territorio Bowka, Fitwalk, Real Ryder, Zumba Sentao, Pol Dance: scopri i nuovi modi per rimettertiin forma, divertendoti, a qualsiasi età!
18
Benessere fisico e mentale: questo essenzialmente ricercano donne e uomini quando decidono di iscriversi in palestra. L’estate ormai è solo un ricordo e ognuno di noi è tormentato dalla routine quotidiana, spesso all’insegna della sedentarietà. A fine giornata o in pausa pranzo nasce spontaneo il bisogno di ricrearsi, di muoversi, per sentire il proprio corpo attivo e la mente rilassata. La parola d’ordine resta sempre la stessa: tenersi in forma senza annoiarsi. Quando si parla di fitness le novità sono all´ordine del giorno. Non c´è periodo migliore dell´inizio dell´anno, quindi, per presentare le ultime tendenze: dalla Zumba Sentao, alla Bowka, dal Fit Walking al Real cycling, dalla Pole- Dance all’allenamento metabolico. Nonsolorosa ha preparato in esclusiva per i suoi lettori uno speciale tutto dedicato alle nuove tendenze che troveremo in palestra. Rimangono sulla cresta dell’onda la “Pole fitness” (ginnastica con il supporto di un palo), il body-building, lo “slackline” (stare in bilico su una corda da circo) e al “Theraband gym” (esercizi di potenziamento muscolare con uso di elastici terapeutici). Grande attenzione e interesse per la Bowka: disciplina amata soprattutto dagli adepti della Zumba; consiste nel disegnare con i piedi lettere e numeri mentre ci si muove a ritmo di musica e si svolgono esercizi di vario tipo. La Zumba continua a spopolare con tutte le sue discipline affiliate, come la Zumba Sentao: si tratta di un’esplosiva coreografia con una sedia che rinforza, bilancia e stabilizza l’equilibrio e migliora il lavoro cardiovascolare. Riguardo alle discipline indoor, è sempre più apprezzato il Real Ryder, l’allenamento su bicicletta che si muove proprio come una vera bici su strada, simulando un allenamento ciclistico outdoor, così da garantire un esercizio fisico completo e coinvolgente. Il tapis roulant garantisce la pratica di una delle discipline più popolari: il Fitwalk, un metodo rinnovato per l’allenamento sul walking che, con le sue tecniche di camminata e le sue varianti, è una disciplina adatta a tutti e di grande gradimento nei fitness club. Grandi risultatati ottiene il cosiddetto “allenamento metabolico”, concentrato sulla tonificazione e sul dimagrimento. Il mondo del fitness ci aspetta! Maria Rita Cappucci
Atelier De La Danse ASD
L’ Atelier De La Danse ASD è una scuola di danza nata nel settembre del 2012. Diretta da Francesco Posa laureato presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, nonché insegnante di danza modern contemporary e classica. Gli allievi della scuola sono seguiti da insegnanti altamente qualificati come Anna Pastore, docente di tecnica classica laureata presso l’ Accademia Nazionale di Danza di Roma e con nota esperienza di danzatrice nel settore; Gugu, insegnante professionista dei settori breakdance e hip hop e famoso ballerino del talent di Canale5 con affermata esperienza da coreografo in alcuni programmi; Alice Motta, formatasi presso l’ Accademia Nazionale di Danza di Roma e insegnante di giocodanza, un corso rivolto alle bambine dai 3 ai 6 anni di età; Massimiliano Di Pietro, insegnante professionista di salsa e responsabile di un corso rivolto sia ai singoli che alle coppie. All’Atelier De La Danse professionalità e divertimento si fondono insieme per assicurare ai propri allievi una formazione di altissimo livello. Via Eduardo de Filippo, 20/F - Velletri (RM) - tel. 0689012271 atelierdeladanseasd@yahoo.it - www.facebook.com/Atelier-de-la-Danse-ASD
Fitness Nutrition
Per un programma di allenamento completo nel negozio Fitness Nutrition si possono trovare i migliori integratori alimentari per sportivi e palestre. Specializzato e affermato da anni nel settore, grazie all’esperienza, alla competenza e alla passione del suo titolare, Stefano Ricci, altamente qualificato per tutto ciò che concerne la nutrizione e l’allenamento fisico. L’obiettivo primario di Fitness Nutrition è quello di fornire alla propria clientela il miglior rapporto qualità/prezzo, nonché consigli sull’uso ottimale dei prodotti per sportivi, cultori del fisico e sull’alimentazione in generale. All’interno del punto vendita un settore, al momento in promozione, tutto dedicato all’universo femminile con prodotti cosmetici indicati contro gli inestetismi della cellulite, come drenanti e brucia grassi per stimolare il metabolismo e prodotti dietetici per una nutrizione sana e completa come le barrette spezzafame. Per un fisico sano sia dentro che fuori concediti solo il meglio: rivolgiti a Fitness Nutrition. Via Caduti XXII Gennaio, 11 - Velletri (RM) - tel. 3495951142 www.facebook.com/fitnessnutrition.ricci
Millenium Sporting Center
Il Millenium Sporting Center è un luogo in cui la passione per il fitness e quella per il benessere trovano il connubio ideale. Il Centro Sportivo ha una superficie di 12.000 mq, sviluppati su tre livelli, e prevede spazi sia interni che esterni adatti per ogni tipo di attività sportiva: dal fitness al nuoto, dalla pesistica ai circuiti cardiotonici passando per danza e arti marziali. Ma il Millenium Sporting Center è anche Wellness: dai primi di dicembre verrà inaugurato un centro benessere all’interno della struttura. Una splendida SPA che si prenderà cura dell’ospite accompagnandolo in un percorso di relax e che prenderà in considerazione le esigenze specifiche di ciascuno così da abbracciare tutti gli aspetti del benessere e della cura del corpo. Una vasca idromassaggio da 15 posti, un meraviglioso percorso con docce emozionali, bagno turco, doccia finlandese e sedute realizzate in pietre riscaldate. Al Millenium personale altamente qualificato, a completa disposizione del cliente, per pianificare insieme un programma di allenamento in grado di soddisfare ogni esigenza. Via Cerreta snc, 00040 Lariano (RM) - Tel. 06 96492134 www.milleniumsportingcenter.it
NUTRIFIT
Una palestra accogliente, colorata, luminosa, un ambiente creato appositamente per sole donne, seguite da istruttori qualificati e da un nutrizionista, per ritrovare il proprio equilibrio e benessere psicofisico. Tutto questo è Nutrifit, un centro nutrizionale e sportivo, nato a marzo 2013 dove il benessere alimentare si coniuga a quello fisico, offrendo a tutte le sue clienti percorsi personalizzati. Nutrifit nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura della sana alimentazione e l’importanza di una costante attività fisica. Questo modo di lavorare su due fronti, esercizio fisico e corretta alimentazione, è riscontrabile anche all’interno del centro dove, oltre a trovare un’ampia zona dedicata all’accoglienza, le clienti hanno a disposizione la sala fitness con attrezzature Easy Line, istruttori pronti a seguirle nell’allenamento e un nutrizionista sempre a diposizione per guidarle nelle scelte alimentari. Via Manlio Quanrantelli, 4/A - Velletri (RM) - Tel. 06.9641990 www.nutrifit.it
Palestra Olimpia Gym Fitness
La palestra Olimpia Gym di Daniele Michetti, istruttore fitness laureato in Scienze Motorie, è una struttura in grado di offrire la massima professionalità e attenzione al cliente. I suoi punti di forza sono le attrezzature di ultima generazione e tutte le nuove proposte del fitness, come: la ginnastica posturale e il pilates che si prefiggono come obiettivi una presa di coscienza della propria postura, un miglioramento della coordinazione e ovviamente l’apprendimento delle posizioni corrette da assumere; la kickboxing, invece, uno sport da combattimento che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali-orientali ai colpi di pugno propri del pugilato inglese. Per questa disciplina ogni anno la palestra partecipa ai campionati regionali della federazione italiana Kick-boxing Muay Thai Savate Shoot Boxe (FIKBMS) riconosciuta dal CONI. Sempre più numerosi e divertenti i corsi di Zumba, un’attività che mixa i movimenti della musica afrocaraibica con i movimenti tradizionali dell’aerobica. Infine, sono attivi corsi per i piccoli a partire dai 4 anni ed è possibile avere lezioni personalizzate in base alle patologie. Via Ulderico Mattoccia, 52 - Velletri (RM) - Tel. 069623361 michettidan@gmail.com - www.facebook.com/olimpiagym.danielemichetti
19
Sulle pagine di Nonsolorosa, Guido Ciarla e Giovanni Deserti ci raccontano la crisi dei consumi
“Il commercio è in ginocchio, ma la risalita non è una chimera”
La crisi, che attanaglia tutto il nostro Paese, sta investendo inevitabilmente anche i commercianti e gli imprenditori veliterni
Nell’ultimo anno, oltre 50 negozianti del centro storico di Velletri, hanno dovuto chiudere la propria attività. Alcuni negozi storici non hanno resistito alla crisi strangolante, costretti a guadagni sempre più esigui a causa della crisi che sembra come amplificarsi da un corso semideserto. Certamente la difficoltà ad arrivare alla fine del mese, per molte famiglie, produce un netto calo dei consumi e conseguentemente entrate sempre minori per i commercianti. Le famiglie stanno vivendo questa crisi con ansia e paura, rifugiandosi molto spesso dentro le mura domestiche, eliminando, non solo le spese superflue, ma molto spesso modificando anche le proprie abi-
tudini alimentari. Abbiamo deciso di farci raccontare questa crisi proprio da chi la combatte sul campo tutti i giorni, due imprenditori veliterni: Guido Ciarla, proprietario di diversi punti vendita sul corso di Velletri e presidente dell’Associazione Commercianti e Giovanni Deserti, direttore ammnistrativo di alcuni punti vendita Carrefour tra Velletri, Cisterna, Artena e Valmontone. I due imprenditori hanno raccontato le difficoltà del momento che stiamo vivendo, senza mettere in secondo piano la speranza e la fiducia verso il futuro.
La parola a Guido Ciarla: “Tutti dobbiamo impegnarci per lavorare sodo e far rivivere la città, mettendo in primo piano i residenti” Dopo Ornella Laudazzi e soprattutto dopo la scissione con la Confcommercio di Roma, come è stato il suo ingresso e il suo lavoro in qualità di nuovo presidente dell’Associazione Commercianti? Innanzitutto, c’è da dire, che con il rinnovo della mia presidenza, mi sono trovato a gestire questioni e problematiche rimaste insolute già dal mio primo incarico di responsabile dell’Associazione commercianti. Riguardo la scissione con Confcommercio, ritengo sia stato un fatto positivo: oggi i miei colleghi non devono più pagare 180 euro annuali di quota, ma solo trenta. Questo non ha significato meno servizi, anzi, al contrario, i benefici per i commercianti sono stati maggiori, in quanto l’associazione è più vicina ai loro bisogni e di conseguenza a quelli del territorio. Con il mio rientro abbiamo anche inaugurato la nuova sede dell’Associazione in via Ettore Gabrielli. Per il resto le problematiche che mi trovo ad affrontare sono pressoché le solite: i commercianti sono profondamente sfiduciati da questa situazione critica. Tuttavia stiamo cercando di lavorare e impegnarci al massimo per mettere a punto nuovi progetti, primo fra tutti quello che riguarda il Natale, per cui abbiamo in serbo molti eventi per la città. 20
Guido Ciarla presidente dell’Associazione Commercianti
La situazione dei commercianti è ogni giorno più critica, e sono spesso costretti a chiudere le loro attività, in qualità di presidente dell’Associazione Commercianti quali iniziative intende mettere in atto per fermare questa piaga? La chiusura degli esercizi commerciali a Velletri è un fatto anomalo: nella nostra città, nell’arco di un anno, hanno abbassato le saracinesche oltre 50 negozi, siamo tra i primi comuni in Italia per questa eccedenza di chiusura. Questa situazione tuttavia non può essere presa in considerazione solo dai diretti protagonisti, cioè i commercianti, bensì dalle istituzioni, dagli enti, dalle banche, dai residenti, insomma da tutto il tessuto sociale. Quando i negozi chiudono l’economia non gira, perché non c’è liquidità, l’occupazione diminuisce, vengono meno i servizi per i residen-
Maria Rita Cappucci ti, insomma la città perde la sua vivibilità. Per questa ragione bisogna che tutte le forze sociali e amministrative, compresi i cittadini, aprano un tavolo di confronto immediato per risolvere questo problema. Ci vogliono soluzioni più costruttive altrimenti Velletri rischia di diventare una città fantasma, vissuta solo nel fine settimana. Mi rivolgo, anche e soprattutto, ai cittadini, invitandoli a vivere più intensamente la propria città, questo sarebbe già un primo grande segno di ripresa. Manca poco alle festività natalizie, un periodo buono per dare i primi segni di ripresa del commercio, cosa avete in programma? Come associazione commercianti abbiamo stilato e approvato un programma denso di eventi, che sarà realizzato solo grazie al contributo dell‘Associazione Commercianti e degli sponsor. In primis ripristineremo le luminarie natalizie in tutta la città. Istituiremo una lotteria con il “gratta e vinci” all’interno dei punti vendita per creare una sinergia tra noi negozianti. Una delle iniziative più originali di quest’anno è il concorso per la miglior decorazione, rivolto a tutti i fiorai della città. Previsto anche per questo Natale, il percorso enogastronomico che coinvolgerà bar, ritornanti, tavole calde e negozi di alimentari, che esporranno anche all’esterno dei proprio negozio prodotti tipici natalizi per una degustazione continua. In merito ai singoli
eventi, abbiamo in programma il coro gospel il per il 22 dicembre mentre il 20 e 21 è prevista l’apertura dei negozi fino alle 22 con musica, animazione e intrattenimento per bambini. Tutto questo perché il Natale non è una festa qualsiasi, ma il periodo dell’anno dove la città dovrebbe essere più vissuta dai suoi residenti. Il nostro primo pensiero come esercenti, ma soprattutto come cittadini, è dare nuova linfa vitale a questa città, per questo chiediamo, ove sia possibile, un maggiore contributo all’amministrazione che, a nostro modesto avviso, dovrebbe essere più attenta ad eventi come questi. Con il marchio Cristina Effe avete messo in risalto la qualità del “made in Italy”, ma le grandi imprese italiane continuano a cedere i loro capitali all’estero, come si può arginare questo fenomeno? Con l’apertura del punto vendita Cristina Effe abbiamo cercato di stare al passo con i tempi, mettendo a disposizione delle aree del nostro negozio ad un solo marchio. Questo è un modo di lavorare nuovo, che consente una collaborazione e un vantaggio reciproco tra il punto vendita che ospita il marchio e l’azienda stessa. È indubbio che molte imprese italiane lavorano all’estero per comodità e anche per necessità. Ormai la metà del fatturato delle grandi aziende italiane di alta moda viene spesa all’estero soprattutto in oriente tra Cina, Tailandia e Giappone. Lei è un giovane imprenditore ma con molta esperienza, cosa si sente di consigliare ai tanti giovani che vogliono intraprendere questo mestiere in un momento così delicato? D’istinto consiglierei ai giovani di andare via dall’Italia, ma voglio bene al mio Paese e alla città in cui vivo, perciò non me la sento di abbandonarla. Certo, oggi non è facile per un giovane imprenditore aprire un’attività nel nostro Paese, soprattutto a causa di tanti passaggi burocratici, gli impedimenti fiscali e le scarse agevolazioni. A tal proposito, in qualità di Associazione Commercianti, avevamo chiesto all’amministrazione di adottare una detrazione del 50% sulla Tares per gli under 30 intenzionati ad aprire un’attività; purtroppo, per impedimenti legislativi, non è stato possibile. Penso sia compito principalmente delle istituzioni creare le condizioni necessarie per far ripartire l’economia.
Giovanni Deserti: “Risparmiare va bene ma non bisogna sacrificare la qualità della nostra alimentazione perché è la base di una vita sana”
Giovanni Deserti direttore amministrativo supermercati Carrefour
Anche il settore delle grande distribuzione alimentare sta subendo le conseguenze del calo dei consumi, quali sono le misure anticrisi che state adottando nei vostri supermercati? Cerchiamo sempre di mettere in atto diverse campagne di promozione su tanti prodotti, concentrate soprattutto nel week-end. Le nostre azioni promozionali vanno anche oltre le proposte di Carrefour. Da qualche tempo abbiamo cambiato il modo di utilizzare la tessera “spesa amica”, che, attraverso l’accumulo dei punti, consentirà di vincere non soltanto premi materiali, ma anche di avere degli ulteriori sconti sulla merce. Anche se vanno alla ricerca continua di offerte, gli italiani sono sempre più attenti alle etichette e alle nuova alimentazione Bio, come è cambiato il modo degli italiani di fare la spesa? Già dieci anni fa avevo intrapreso la via del biologico e sono stato perfino in Germania a visitare un centro di produzione di alimenti biologici che serviva moltissimi punti vendita. A mio avviso il biologico può funzionare nelle grandi città, ma qui da noi non è molto praticato, perché ogni veliterno doc possiede la vigna dove c’è tutto, il vino, l’olio, gli ortaggi, gli animali da cortile e quant’altro. Per questa ragione è raro che il veliterno vada a cercare il biologico al supermercato quando ce l’ha a casa sua. Con questo non vuol dire che non apprezzi l’alimentazione Bio, ma la tengo in giusta considerazione, visto il target della clientela che ho di fronte. Nei vostri punti vendita c’è il meglio dei prodotti italiani, sfortunatamente il made in Italy sta lasciando il nostro Paese per trasferirsi all’estero, cosa pensa di questo fenomeno?
Il “made in Italy” è senza dubbio la nostra forza, soprattutto se pensiamo all’alimentazione e all’enologia. Il problema principale resta quello della contraffazione dei prodotti italiani all’estero. Ad ogni modo l’azienda per cui lavoro, la Carrefour commercializza il 99 % di prodotti a marchio italiano. Purtroppo con questa crisi le famiglie devono assolutamente risparmiare e fare dei drastici tagli alla spesa, per questo si affidano a delle alternative low cost che spesso e volentieri scarseggiano di qualità. Riguardo alla fuga degli italiani all’estero, devo ammettere che, se fossi un industriale, avrei chiuso già da tempo la mia fabbrica e mi sarei traferito all’estero. Questo è dovuto non solo al costo del lavoro, ma ai tanti fattori burocratici e legislativi che impediscono al nostro Paese di crescere come dovrebbe e come potrebbe. Manca poco alle festività natalizie, un periodo buono per dare i primi segni di ripresa del commercio, cosa avete in programma? Per Natale metteremo in atto le solite iniziative promozionali, applicando una scontistica speciale su prodotti tipici come torrone, spumante, panettone, pandoro e quant’altro, sottoprezzo. Spesso mi trovo a non esser d’accordo con la Carrefour che a mio avviso fa poca pubblicità, mentre altri marchi sono molto più presenti attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Per questo intraprendo spesso delle iniziative di marketing e di promozione, come ad esempio il concorso “risparmia e vola”. Nei nostri supermercati stiamo allestendo anche delle zone dedicate alla degustazione di prodotti tipici. In qualità di imprenditore dotato di grande esperienza, cosa si sente di consigliare ai giovani che vogliono intraprendere questo mestiere in un momento così delicato? Purtroppo devo fare una critica ai giovani. Ogni giorno vengono da me tanti genitori preoccupati per i figli senza lavoro e ansiosi di trovargli il classico posto fisso. Tuttavia, la maggior parte dei giovani non mi sembra altrettanto preoccupata per la propria sorte; questo perché spesso e volentieri i ragazzi di oggi hanno tutto. I giovani devono allargare i propri orizzonti, impegnarsi e lavorare sodo. Nel nostro Gruppo diamo lavoro a 300 dipendenti a busta paga regolare, con un turn over sempre ampio che permette a tutti i nostri lavoratori di fare turni più giusti, senza rischiare di essere sovraccaricati di lavoro. Infine consiglio ai ragazzi di viaggiare, andare all’estro e trovare nuovi stimoli anche fuori dal loro paese di origine. 21
Libri
a
face book
Richieste di amicizia Francesco CAROFIGLIO
Gabriele Santoni info@blinkpubblicita.com
Enza BUONO
Gianrico Carofiglio Data di nascita: Bari, 30 maggio 1961 Studi: Laurea in Giurisprudenza Lavoro: Scrittore, magistrato e politico Precedenti esperienze lavorative: Testimone inconsapevole. Palermo, Sellerio, 2002. Ad occhi chiusi. Palermo, Sellerio, 2003. Il passato è una terra straniera. Milano, Rizzoli, 2004. Ragionevoli dubbi. Palermo, Sellerio, 2006. Né qui né altrove. Una notte a Bari. Bari, Laterza, 2008. Le perfezioni provvisorie. Palermo, Sellerio, 2010. Il silenzio dell’onda. Milano, Rizzoli, 2011. Il bordo vertiginoso delle cose. Milano, Rizzoli, 2013. La sorte del bufalo. Milano, Rizzoli, 2013.
Foto
Mappa
Mi piace
Eventi Gianrico Carofiglio ha condiviso lo stato di Gabriele Santoni Ho letto Il Bordo Vertiginoso delle Cose. E’ abile Gianrico Carofiglio a tenerti incollato alla lettura del suo racconto. Lo fa con la sua intelligenza dinamica e furba. Con lo stile leggero , sobrio e acuto che lo contraddistingue, ti induce ad avanzare; una pagina scorre dopo l’altra; se mi devo fermare provo sofferenza, perché mi incuriosisce, provoca, stimola e sa evocare una miriade di sensazioni ed emozioni.
Premio del giovedì Marisa Rusconi 2003 - Premio Città di Chiavari 2003 - Premio Citta di Cuneo 2003 - Premio Rhegium Iulii 2003 - Premio Camaiore di letteratura gialla 2004 - Premio Bancarella 2005 - Premio delle Biblioteche di Roma 2004 - Grinzane Piemonte Noir sezione giallo italiano 2008 - Premio Tropea 2008 - Radio Bremen Krimi Preis 2008 - Premio Selezione Campiello 2010 - Premio letterario Piero Chiara 2010 - Premio di Cultura Città di Frontino 2011 - Premio dei Librai della Città di Padova 2012 Citazioni preferite “Il filo che lega tutti quanti i miei racconti, se ce n’è uno, è l’amore per i personaggi. La mia idea è che anche in una forma di scrittura breve, qual è quella del racconto, sia possibile costruire personaggi pieni, in cui lo scrittore prima e il lettore dopo si affezionino, e nei quali possano immedesimarsi.”
Affari italiani Gianrico Carofiglio ci guida fra le storie e nella psicologia dei personaggi, indaga le crepe dell’esistenza, evoca, nella banalità del quotidiano, “quel senso di straniamento che ci prende 22 quando viaggiamo per terre sconosciute e lontane.
Sololibri.net Gianrico Carofiglio è sempre bravo nel raccontare quel lato oscuro, violento che è proprio del genere umano, perché ciascuno di noi è un equilibrista che cammina sul bordo vertiginoso delle cose.
Spesometro 2013: novità anti-evasione Dopo il “Redditometro” e il “Riccometro” arriva questo autunno il terzo “metro” di accertamento fiscale per gli italiani: lo “Spesometro”. Abituati a tali neologismi dal significato palese e ormai familiare, gli italiani dovranno fare i conti con un nuovo sistema di controllo introdotto con l’Articolo 20 del Decreto Legislativo 78/2010, che avrà lo scopo, come gli altri, di smascherare gli evasori fiscali. L’iniziativa non rappresenta del tutto una novità poiché fu avanzata, proposta e parzialmente concretizzata, già dal 2010. Tuttavia solo da qualche settimana circolano notizie pressoché certe sulle modalità d’impiego del sistema anti evasione. Questa volta dietro il mirino del Ministero delle Finanze ci sono tutti i soggetti con partita Iva, quali lavoratori autonomi, imprese, profes-
sionisti ecc, i quali dovranno comunicare via internet all’Agenzia delle Entrate gli incassi fatturati o le prestazioni ricevute con un importo almeno pari o superiore a 3000 euro (Iva esclusa). Il tetto massimo oltre il quale è necessaria la comunicazione telematica sale a 3600 euro (Iva inclusa) per le operazioni soggette a scontrino o ricevuta fiscale ma senza l’obbligo di fattura. Saranno esentati dalla presentazione on line, pur superando la soglia di 3600 euro, tutti coloro che useranno bancomat, carte di credito/ prepagate per le operazioni finanziarie, in quanto sistemi già obbligati alla comunicazione all’Anagrafe tributaria dei rapporti e delle operazioni con la clientela. Esclusi, inoltre, dalla suddetta comunicazione gli organismi di diritto pubblico quali regioni, comuni, provincie. Il
motivo di tale “sconto” rimane per ora ancora vago, destando incertezze e perplessità nei contribuenti che già sollevano lamentele sulla data di scadenza per la dichiarazione Iva. Fissata infatti per il 12 Novembre (dichiarazioni mensili) e per il 21 Novembre (dichiarazioni trimestrali), risulta eccessivamente in anticipo considerando che la pubblicazione dei moduli per la compilazionecon relative “istruzioni d’uso”- è avvenuta solo alla fine del mese di Ottobre. In attesa di proroghe i cittadini iniziano a “prendere confidenza” con la modulistica in questione, cercando aiuto sul web o appellandosi ai cari vecchi commercialisti. L’auspicio è che stavolta, fatta la legge, non arrivi l’inganno. Silvia Bottacchiari
2
Aspettando
...
Aspettando Brasile 2014
Daniele Ognibene e Alessandro Lombardo redazione@nonsolorosa.it
Varela, Puskás, Pelè: il calcio etico e poetico
Brasile 1950 Riassumere il mondiale del 1950 in poche righe e come leggere la divina commedia sul Bignami. Perché il mondiale del ‘50 fu inferno e paradiso, “alegria” e disperazione, fine poesia e prosa d’autore. Fu il mondiale di un portiere fortissimo che portò per sempre la croce della sconfitta di paese, di un gigante buono che diventa eroe e mito, di un’ala veloce che glorifica il suo paese, di un fuoriclasse che illumina il campo. Ma fu soprattutto il mondiale di un popolo che scopre di essere diventato tale. Il Brasile arriva in finale schiacciando tutti con irrisoria facilità. Ci sono però solo due squadre che possono realmente mettere in difficoltà la selcao, ovvero l’Argentina e l’Uruguay. Fu proprio l’Uruguay ad arrivare in finale, in quel Maracanà colmo di “alegria” e speranza. Circa 200 mila persone, il doppio della capienza ufficiale, riempivano uno stadio che diventerà leggenda. Il Brasile è pronto a far partire un carnevale memorabile, carri in maschera e samba di sottofondo, la “celeste” sembra l’agnello sacrificale nel banchetto della torcida brasiliana. Al 47° Friaca vuole far iniziare il carnevale di Rio, lo fa segnado il gol che porta il vantaggio il Brasile. Il Maracanà è una giostra di colori, un turbinio di emozioni e per qualche minuto il Brasile un paese senza più disuguaglianze. Ma come accade spesso, la storia, prende un’altra direzione. Obdulio Varela, capitano uruguagio, mastino di centrocampo e profondo conoscitore del calcio, decide
24
di spegnere l’entusiasmo carioca. Dopo il gol subito, invece di riprendere immediatamente il gioco, inizia una lunga discussione con l’arbitro, al solo fine di far stemperare gli animi infuocati dei calciatori e del pubblico brasiliano. Una mossa, quella di Varela, che risultò tanto decisiva quanto drammatica. Entra così in scena il secondo personaggio, la cui indiscussa classe venne apprezzata anche in Italia, nel Milan e nella Roma,fu il momento de “ el dios del futbol” , Juan Alberto Schiaffino che al 66° ristabilisce la parità, portando in Brasile sull’orlo del baratro. Gli altri due protagonisti saranno per sempre legati a doppio filo, la fortuna dell’uno trascinerà nell’oblio l’altro. Al minuto 79 Chiggia, decise di scrivere il suo nome nell’olimpo della storia del calcio, trafiggendo con un diagonale sul primo palo Moacir Barbosa. Il portiere più forte del mondiale sarà per sempre l’artefice della sconfitta che fece piombare il paese nella disperazione, il silenzio più lungo del mondo, venne interrotto dalle lacrime di un popolo che aspettava la vittoria come mezzo per dimenticare le difficoltà giornaliere. Il carnevale si trasformò nella più grande tragedia collettiva che il Brasile ricordi. L’Uruguay vinse un mondiale inaspettato, lo fece grazie alla grandezza di Obdulio Varela che seppe essere freddo in campo quanto sensibile fuori. Vedendo un popolo in ginocchio quasi si pentì di aver guidato la sua nazionale a quel trionfo memorabile.
Obdulio Varela
curiosità: Nei mondiali del ’50 l’Italia si presentò alla competizione con addosso ancora lo choc della tragedia di Superga. Il 4 maggio del 1949, a rientro da Lisbona dopo aver disputato un’amichevole, il “Grande Torino” incrociò il destino più crudele. L’aereo sul quale volava la squadra più forte d’Europa, in grado di dare alla nazionale fino a 10 calciatori su 11, si schiantò sulla collina di Superga. Di colpo l’Italia perse la squadra più forte del campionato e i migliori componenti della nazionale. Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola, erano i protagonisti delle vittorie più spettacolari che il calcio dell’epoca ricordi. La nazione tutta venne avvolta nello sconforto più grande, il calcio granata riuscì solo sporadicamente a ritornare ai vertici di quello italiano e soprattutto la nazionale del ’50 non seppe garantire un gioco di alto livello. Arrivò in Brasile con la nave, perché nessun calciatore volle affrontare il viaggio in aereo, un viaggio estenuante, perdendo, lungo i 15 giorni di navigazione, tutti i palloni e quindi non potendosi allenare nel migliore dei modi. Stremati dalla traversata, con il morale sotto i piedi, l’Italia non riuscì a replicare i risultati dei due mondiali precedenti e fu eliminata al primo turno. Il Grande Torino resterà per sempre nell’immaginario collettivo come la squadra che solo il destino seppe battere.
Svizzera 1954 4 anni di imbattibilità, una corazzata chiamata “la squadra d’oro” (Aranycsapat) e una serie di campioni, tra cui Ferenc Puskás, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. L’Ungheria del ‘54 è da molti considerata la squadra più forte di tutti i tempi, nata per dare spettacolo e per segnare valanghe di gol, fu la prima nazionale a battere l’Inghilterra sul proprio campo. Si presenta quindi ai mondiali del 1954 con tutti i favori del pronostico. Un rassegna calcistica che vide la seconda debacle dell’Italia, eliminata dalla Svizzera padrona di casa, la prima partecipazione della Corea del Sud e la nascita della Germania Ovest. Fu un mondiale altamente spettacolare, con la partita che detiene ancora oggi il record di gol seganti al mondiale, Austria Svizzera 7 a 5 e tantissime altre con risultati pirotecnici. Nei gironi eliminatori l’Ungheria umiliò la Germania Ovest per 8 a 3, un risultato largo e frutto della potenza e della classe dei maestri magiari. Nessuno, dopo quel risultato, poteva immaginare che la Germania avrebbe strappato un biglietto per la finale di Berna. Invece una serie di vittorie convincenti e meritate, in particolare contro la Jugoslavia e l’Austria, permetteranno ai tedeschi di raggiungere l’ultima e più importante partita. Di fronte però una vera e propria schiacciasassi, Sándor Kocsis, Nándor Hidegkuti e chiaramente Ferenc Puskás sono solo tre degli undici calciatori che impressionarono il mondo intero con quel calcio magnifico, spettacolare, concreto. La finale sembra una semplice formalità, nei tedeschi la paura di replicare la rovinosa sconfitta nel
girone sembra la preoccupazione maggiore. La partenza fu infatti molto simile, prima Puskás con un diagonale di sinistro e poi Czibor rubando di astuzia la palla che il portiere tedesco Turek non trattenne dopo un corto retropassaggio, fece pensare a tutto il pubblico di partecipare all’ennesima cavalcata magiara. Un grande attaccante inglese degli anni “80 e “90, Gary Lineker, disse: “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e, alla fine, vincono i tedeschi”. Proprio la semplicità, unita all’incrollabile tenacia, fece si che un risultato che sembrava scontato venisse messo in discussione. Max Morlock accorcia le distanze con un gol di rapina dopo una bella azione manovrata e pochi minuti dopo Helmut Rahn pareggia da un’azione di calcio d’angolo. Sono passati appena 18 minuti e la partita è semplicemente uno spettacolo per cuori forti. Negli spogliatoi si firmano autografi e si sorride, il calcio è molto diverso da quello tutto immagine che siamo abituati a vedere oggi. Il secondo tempo è un continuo capovolgimento di fronte, le occasioni gol fioccano, i magiari però sembrano poter tornare in vantaggio, ma al minuto 84, ancora Helmut Rahn, con un dribbling secco entra in area e di sinistro batte l’incolpevole Grosics. Dopo 4 anni di imbattibilità i maestri Ungheresi perdono la partita più importante, un anticipo del dolore che il popolo magiaro dovrà subire nel ‘56 quando l’invasione sovietica portò ad una delle pagine più infamanti della storia del ‘900.
Ferenc Puskás curiosità: La vittoria tedesca ancora oggi è avvolta in un fitto mistero, forse il primo importante caso di doping. Dopo solo qualche settimana dalla fine dei mondiali, molti giocatori della Germania, tra cui Max Morlock e Helmut Rahn, dovettero abbandonare temporaneamente il calcio giocato a causa di un morbo itterico. La loro forma stratosferica aveva destato molti dubbi nei giorni del mondiale. Nella finale, mentre la squadra ungherese finì la partita con pochissime energie, la Germania sembrava averne di inesauribili. Molte federazioni calcistiche nazionali fecero denuncie pubbliche all’indomani dei ricoveri dei calciatori tedeschi al fine di far invalidare la finale del mondiale. Ci fuorono anche voci di una combine tra le due squadre, ovvero che alcuni giocatori ungheresi avessero ceduto alle proposte economiche dei tedeschi. In ogni caso i sospetti vennero parzialmente rimossi dalle affermazioni continue della Germania che stabilmente resterà ai vertici del calcio mondiale.
Svezia 1958 Il portiere più grande del Brasile, l’attaccante più forte della storia, il trio più creativo mai visto giocare, l’ala destra più entusiasmante mai scesa in campo, il personaggio più vincente della selecao e una squadra che non ha conosciuto limiti e sconfitte. Gilmar, Bellini, Djalma Santos, Nilton Santos, Orlando, Zito, Zagallo, Garrincha, Didi, Vavà, Pelè. Basterebbe elencare questi 11 fenomeni per capire che il mondiale ha un solo padrone. Ogni calciatore carioca ha una sua storia personale intensa e poetica. Didi, Vavà e Pelè dovrebbero essere citati insieme, come il trio delle meraviglie. Didì inventava giocate creative, disegnava traiettorie magiche e pennellava punizioni d’autore. Vavà è la concretezza, il coraggio, il normale in grado di far comprendere a tutti il divino che ha intorno e soprattutto la spalla ideale per un giovane Edson Arantes do Nascimento, detto Pelè, che diventerà ‘O Rey, non ancora diciottenne farà capire al mondo che quel talento supererà i mille e oltre gol. Manè, l’agreia do povo, più comunemente conosciuto come Garrincha, fu il talento più puro che il calcio ricordi, l’immagine del popolo, povero
e poleomelitico, con una gamba molto più corta, riuscì a far appassionare milioni di tifosi. La sua fantasia in campo era lo specchio della sua anima sensibile. Le sue finte non irridevano l’avversario, ma erano lo strumento per rendere felice il suo paese. Gilmar, un portiere imbattibile che vinse due mondiali come nessun altro nel suo ruolo riuscì mai. Mario Zagallo in grado di vincere tutto da allenatore e da calciatore. La Svezia padrona di casa tenta una disperata resistenza, in campo grandi campioni come Nils Liedholm, in grado di non sbagliare mai un passaggio, oppure Kurt Hamrin che trasformava in oro ogni palla in area di rigore. Nulla però può resistere alla forza d’urto del Brasile, Simonsson e Liedholm possono solo rendere meno amara una sconfitta pesantissima. Vavà e Pelè con due doppiette e la rete di Zagallo regalano la prima vittoria al mondiale. Il Brasile è sul tetto del mondo, con giocate incredibili, entusiasmando gli appassionati e facendo capire che il calcio inventato dagli Inglesi trova la sua più alta applicazione solo con la creatività del paese continente.
Didì, Vavà e Pelè curiosità: Il mondiale del ’58 porta alla ribalta il bomber Francese Just Fontaine capocannoniere del mondiale con 13 gol. Il record di Fontaine non è ancora stato superato, infatti Ronaldo, Klose e Gerd Muller, rispettivamente a 15 e 14 gol, sono avanti a lui, nella speciale classifica dei goleador di tutti i tempi, soltanto sommando i gol di diverse edizioni dei mondiali. Just Fontaine, nato a Marrakakech, iniziò a giocare con la nazionale Marocchina fino alla chiamata del Nizza in cui dimostrò tutta la sua vena realizzativa. La piena affermazione arriva con lo Stade de Reims in cui segnò ben 121 gol. Certamente l’exploit del bomber francesce ai mondiali del ’58 resta il momento più alto della sua carriera, come spesso è accaduto a molti attaccanti in grado di raggiungere l’apice della carriera proprio alla rassegna per nazioni.
25
L’Arte e i suoi infiniti mondi segreti
Barbara Gazzabin bgazzabin@tiscali.it
Quel che più incanta del Maestro Maurizio Orsolini è il tocco di ieratica classicità che ammanta le sue esili figurine, laddove riesce a coniugare la linearità minimalista con una coscienza storica dell’estetica delle forme per giungere ad una fertile e personalissima creatività pulsante ed empatica. Il suo spirito essenzialmente decorativo infatti contiene all’interno visioni di una stratificazione artistica fatta di arcaici riflessi che trovano in esse guizzi di invenzione plastica di grande suggestione. Nasce così la capricciosa grazia delle sue figurine dalle forme morbide e sensuali inneggianti a Tersicore, la Musa della danza. Figure misteriche ed enigmatiche, corpi sinuosi di danzatrici ipnotiche come sfingi, figure mute, spesso velate a nascondere volti appena accennati in pose castamente e pudicamente mosse. Tra quei veli aleggia tutta l’armonia di una trama d’amore. E’ il sentimento della sacralità dell’Arte in tutte le sue forme. Docente di lungo corso all’Istituto d’Arte, ama confrontarsi infatti con i miti e al contempo 26 con i temi
Maurizio Orsolini Un artista classicamente moderno della fede e i pilastri dell’Arte classica, a cominciare dal più cupo Medio Evo con le “Storie della genesi” nel Duomo di Modena del Maestro del Romanico italiano Wiligelmo che lo ha ispirato per la forza e la potenza espressiva, con uno sguardo occhieggiante però a Michelangelo mediato dall’ideale di bellezza del Botticelli. Lo scultore reinventa e rinnova così l’Arte in nome di una bellezza eternata frutto di metamorfosi e contaminazioni alchemiche e di una gestualità tutta sua, ma ben supportata da approfondimenti culturali di stampo formale e classico. Tecnica e fantasia si fondono così in campiture variegate da autentiche sinfonie lumini-
«Quando affondo le mani nella creta è come se un sacro furore scuotesse tutto il mio corpo» stiche. Linguaggi criptici e figurazioni sceniche che si sviluppano in escamotage sorprendenti nutrendosi però di due importanti riferimenti: la materia e la forma, l’umanesimo e la spiritualità in nome di una comune libertà di espressione artistica e di interiorità. All’interno di questo spazio si muove una tensione duplice e simmetrica in cui oggetto e contenuto espri-
mono la significazione del suo mondo interiore. Tessere di un mosaico a comporre l’intreccio di un dinamismo creativo tanto delicato e tenero quanto appassionato e fulgido. «Quando affondo le mani nella creta - dice l’Artista - è come se un sacro furore scuotesse tutto il mio corpo» travalicando i confini della progettualità per dar voce all’indefinito che a poco a poco prende forma liberando l’inconscio. La creta è vista e vissuta chiaramente come materia primigenia nell’atto della creazione come punto di partenza e di arrivo di tutte le vite possibili. Un materiale povero che da sempre per la sua plasticità genera come pochi altri, grandi capolavori. E’ la segreta intelligenza che esalta la complicità nel buio, è la natura che comunica valori con una tensione espressiva tale da rendere l’immediatezza proprio nella centralità di un vissuto non ancora perduto.
L’intervento del sindaco di Lariano Maurizio Caliciotti
Il P.U.A. Punto Unico di Accesso socio-sanitario è attivo dal 4 novembre
Presentato a Lariano il nuovo sportello di accoglienza socio-sanitaria Presentato presso il comune di Lariano, all’interno di una conferenza stampa svoltasi il 30 ottobre alle 11, il nuovo sportello P.U.A. (Punto unico di accesso), che si prospetta come un grande traguardo del distretto ASL RMH5 per migliorare e incrementare i servizi di assistenza socio-sanitaria. Nato dalla collaborazione tra il distretto sanitario e i comuni di Lariano e Velletri, lo sportello ha l’obiettivo di offrire ai cittadini presenti sul territorio, accoglienza, ascolto, informazione e orientamento in merito ai servizi sociali e sanitari della zona. A spiegare i servizi forniti dal P.U.A. , che ha aperto i battenti lunedì 4 novembre, un tavolo di eccellenti relatori: dal personale amministrativo del comune di Lariano, rappresentato in primis dal sindaco Maurizio Caliciotti, e dall’assessore alla sanità e servizi sociali Lorena Starnoni, a tutti i medici e operatori socio sanitari del distretto, a cominciare dal dott. Guido Di Lisa direttore del Distretto RM H 5, il dott. Angelo Miconi responsabile del P.U.A , la dott.ssa Giordano Monica, la dott. ssa Agostinelli Maria Teresa, il dott. Angeletti Paolo direttore sanitario dell’ospedale di Velletri Paolo Colombo, il dott. Iacono Maurizio, la dott.ssa Meli Daniela del Sipsa dell’Azienda Asl RMH5. Ad introdurre la conferenza, l’intervento dell’assessore Starnoni, che ha mes-
so in risalto l’importanza di questo nuovo servizio concepito come un “trade d’union” tra assistenza sociale e sanitaria, implementando quelli che sono i servizi già svolti dal Segretariato Sociale, già attivo nei comuni di Velletri e Lariano da circa un anno e mezzo. L’assessore ha poi sottolineato l’importanza della sinergia tra Lariano e Velletri, rivolgendo anche un saluto e un ringraziamento all’assessore ai servizi sociali di Velletri, la dott.ssa Alessandra Modio. Prima di lasciare la parola al sindaco Maurizio Caliciotti, l’assessore Starnoni ha ringraziato tutti i tecnici, i medici e gli operatori socio-sanitari che hanno permesso la realizzazione di questo progetto. “Questo è un ottimo risultato per tutta l’amministrazione, il cui obiettivo resta sempre quello di lavorare sodo nell’interesse dei cittadini”. Queste le parole del sindaco Caliciotti che, menzionando il giuramento di Ippocrate, ha spinto tutti a lavorare in sinergia per questo progetto, non dimenticando quello che è l’obiettivo per cui è nato: offrire ai cittadini residenti e/o domiciliati nella ASL RM H, accoglienza, ascolto, informazione ed orientamento sui servizi sociali, sanitari e socio-sanitari del territorio. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del dott. Guido Di Lisa, che dopo aver ringraziato le autorità e tutti gli operatori e tecnici pre-
senti, ha parlato del ruolo del Punto Unico, specificando quali sono le funzioni fondamentali: ascoltare, selezionare la richiesta, dare una risposta immediata ed indirizzare. Accoglienza e rete sono le parole chiave che spiegano il servizio fornito dal P.U.A., dove tutti lavorano in sinergia per rispondere alle esigenza dell’utente, che siano esse di natura sociale o sanitaria. Il dott. Di Lisa ha poi sottolineato l’importanza di migliorare e potenziare il rapporto tra distretto e struttura ospedaliera, elemento fondamentale per la buona riuscita di questo sportello. Dopo il dott. Di Lisa e il dottor Miconi, hanno preso la parola la dott.ssa Monica Giordano, il dott. Maurizio Iacono, la dott. ssa Maria Teresa Agostinellli, il dott. Angeletti Paolo, e la dott.ssa Meli Daniela. Ognuno dei relatori ha sottolineato il ruolo importante che avrà lo sportello per offrire servizi di ascolto e orientamento ai cittadini sui servizi sociali e sanitari e socio-sanitari. Lo sportello attivo dal 4 Novembre sarà aperto su tre sedi nei seguenti giorni e orari: lunedì Comune di Lariano dalle ore 9.00 alle ore 12.00, mercoledì Comune di Velletri dalle ore 9.00 alle ore 12.00, venerdì Distretto ASL via San Biagio Velletri dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Maria Rita Cappucci
27
Arte Enogastronomica
I DIFETTI DEL PANE Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it
La vita e la sopravvivenza di noi popoli occidentali è stata accompagnata dal pane sin dai tempi degli Egizi e dei Greci. Ecco perchè, più o meno, a grandi linee, tutti sappiamo con che cosa e come si fa il pane. Siamo abituati a mangiarlo quasi tutti i giorni e ne riconosciamo il profumo e il gusto, ci accorgiamo subito se c’è qualcosa che non è come al solito ma forse non ci chiediamo il perchè della differenza. Il pane è fatto dall’uomo e anche se coadiuvato da macchine ormai “intelligenti”, c’è sempre la possibilità di commettere qualche errore durante l’impasto di acqua e farina,durante l’aggiunta del lievito (che dovrebbe essere sempre un lievito madre per dare un prodotto di alta qualità organolettica e nutrizionale), durante la lievitazione e la cottura a temperatura controllata. Ecco: vorrei raccontarvi qualcosa appunto sulle cause che provocano quelle differenze che ci fanno dire “questo pane non è come al solito”. Se il pane è basso o è stata messa troppa acqua nell’impasto che non è stato lavorato bene o la farina è
28
Quando non è come al solito
scadente (ci vorrebbe un libro per raccontare dell’indecenza di alcune farine) o la lievitazione è scorretta anche a causa dell’uso di un lievito con poca capacità fermentativa o la temperatura di cottura non è esatta o è eccessivo il sale che riduce la funzione del lievito. A proposito di sale è utile sapere che esso agisce sul glutine dandogli più consistenza, ecco perchè nel pane senza sale la mollica è più soffice, meno compatta. Se la crosta risulta troppo dura l’impasto è stato fatto troppo consistente con poca acqua o la cottura è stata troppo lenta o la lievitazione prima della cottura è durata troppo. Se il pane è umido la causa è della scarsa cottura. Se la mollica si presenta troppo compatta con pochi alveoli e irregolari è stata aggiunta troppa farina nell’ultimo impasto non lavorato bene oppure la cottura è avvenuta a temperatura non omogenea.
Se la mollica ha alveoli troppo grandi (grandi buchi) la lievitazione si è prolungata più del dovuto. Se il pane si sbriciola facilmente c’è stata una non corretta lavorazione dell’impasto. Se si vedono macchie scure e noduli il lievito madre si è sciolto male Se si notano grumi di farina l’ impasto è stato lavorato in fretta con trascuratezza. Se la mollica risulta non elastica il pane è stato cotto ad una temperatura troppo bassa o la lievitazione non è stata completata. Se la crosta è spaccata la quantità di vapore nel forno non è stata giusta o correnti d’aria fredda hanno investito il pane subito dopo la cottura. Ma se è fatto bene non c’è alimento che dia maggior soddisfazione alla vista, all’olfatto e al gusto!
Architettiamoci
Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it
Bonus casa 50% Ecobonus 65% ... possiamo usufruirne ancora
Con un intervento nella legge di stabilità 2014, il governo ha prorogato per altri 12 mesi i bonus per ristrutturazioni e riqualificazioni nell’edilizia. Oltre ai condomini, anche i proprietari di case, avranno un anno intero per usufruire degli incentivi. Ci sarà poi una progressiva riduzione delle aliquote che comincerà con l’arrivo del 2015: il bonus energia passerà al 50% e quello ristrutturazioni al 40%. Infine, nel 2016, entrambi i bonus torneranno alla detrazione del 36%. Riassumiamo nuovamente quali sono le categorie di interventi che usufruiranno di tale incentivazione:
Bonus energetico 65%
-55%
-65%
• gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro; • interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro. • l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (detrazione massima pari a euro 60 mila); • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione o con pompe di calore ad alta efficienza (detrazione non superiore a euro 30 mila); • la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria (detrazione non superiore a euro 30 mila). • l’installazione di finestre e infissi che aumentano l’efficienza energetica dell’abitazione.
Ristrutturazioni edilizia 50% La detrazione Irpef è pari al 50% per lavori che, complessivamente, non superino i 96 mila euro a unità immobiliare.
Bonus Mobili 50%
L’Agenzia delle Entrate ha fornito l’elenco dei dispositivi per i quali si può richiedere lo sgravio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, ecc. Per quanto riguarda i mobili, poi, tra i beni che possono beneficiare dell’agevolazione in esame, ci sono l’acquisto di letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, ecc. Rimangono fuori dall’agevolazione le spese relative all’acquisto di porte, pavimentazioni, tendaggi e altri complementi d’arredo. Il tetto di spesa massima è di 10mila euro, mentre l’acquisto dovrà essere necessariamente correlato al lavoro di ristrutturazione.
Per ottenere l’incentivo, le spese sostenute dovranno essere, necessariamente, effettuate con un bonifico. Riguardo alle ristrutturazioni, è interessante l’iniziativa di Banca Mediolanum, More in Italy e un gruppo di aziende esclusivamente Italiane, quali Gessi ed altre, che hanno studiato un mutuo per le ristrutturazioni con tassi convenienti. 30