NONSOLOROSA ottobre 2012

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ATTUALITÀ

MODA E CINEMA Tutte le nuove tendenze in fatto di scarpe per la Winter Season 2012-2013

Don Aniello, si racconta sulle pagine di NONSOLOROSA

Dopo il trionfo a Cannes arriva nelle sale la commedia di Matteo Garrone “Reality”

Gli e-book e le nuove frontiere dell’editoria on-line Il caso Sallusti divide l'opinione pubblica

RUBRICHE

Claudio Sardo direttore dell’Unità racconta la crisi come giornalista e come uomo di Sinistra

Medicina Naturale: Intestino in salute? Questione di equilibrio

Il Teatro Artemisio riapre i battenti

Architettiamoci: La nostra “nuova...vecchia” casa...!!!

Cinquant’anni fa l’apertura del Concilio Vaticano II

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Lavori in corso: Un occhio al mondo del lavoro

POLITICA

Il Caleidoscopio Rosa: Ondine famose

Il vero male dell’Italia è la corruzione in tutte le sue forme

L’arte enogastronomica: L’olio extravergine d’oliva

Viaggi: Togo e Benin: Terra di Vudù

C

olofon Editore:

Blink di Ottavia Lavino

Direttore Responsabile: Ottavia Lavino

NONSOLOROSA

Numero 30 - anno II Ottobre 2012 Registrazione tribunale di Velletri 2/ 2010 del 22.01.2010

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Progetto grafico e impaginazione: BLINK

Stampa:

Arti Grafiche Agostini Srl Via Decollatura, 64 00118, Morena (RM) Redazione NONSOLOROSA: Vicolo Bellonzi, 30 00049 Velletri (Rm) Tel. 06.961.55.428 redazione@nonsolorosa.it

Hanno collaborato: Servizi Francesca Di Belardino Luca Masi Maria Rita Cappucci

Rubriche Carlo Carones Claudia Manzato Daniele Ciani Paolo Maola

Distribuzione gratuita

Salvo accordi scritti la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantise la restituzione dei materiali giunti in redazione. É vietata la riproduzione anche parziale di grafica, immagini, testi e spazi pubblicitari realizzati da NONSOLOROSA. La redazione non risponde delle eventuali variazioni a dati/orari e prezzi degli eventi pubblicitari.


Ottavia Lavino redazione@nonsolorosa.it

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11 ottobre: la giornata mondiale per i diritti delle bambine e delle ragazze Nel mondo,ogni anno,bambine e adolescenti continuano ad essere vittime di violenza e di discriminazione da parte degli adulti. Bambine che vengono violentate,mutilate o picchiate,costrette ad abbandonare gli studi, a lavorare già dall’infanzia, obbligate a prostituirsi oppure a sposarsi con uomini molto più grandi di loro. Per questo motivo l’Onu e Plan International hanno indetto per giovedì 11 ottobre 2012 la Prima Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze. Con questa prima giornata l’ONU ha inteso sensibilizzare i governi dei paesi coinvolti e l’opinione pubblica sul tema della violazione dei diritti delle donne, specialmente in quei paesi dove la donna è considerata un essere inferiore, con lo scopo di portare i diritti delle donne al vertice delle priorità nei prossimi decenni.In contemporanea con questa giornata,“Terre des Hommes”,(e tante altre associazioni), da 50 anni in prima linea per salvaguardare l’infanzia, ha scelto questa giornata simbolica per il lancio della campagna "INdifesa", volta a sostenere il futuro delle bambine in difficoltà in tutte le nazioni, sì da assicurare loro pari opportunità e pari diritti. Purtroppo nel mondo sono ancora tantissimi i bambini che non hanno accesso all’educazione primaria e una gran parte di loro è femmina. E questa è un’altra forma di violenza. E’ necessario quindi prevenire fenomeni come l’analfabetismo, il lavoro e la prostituzione minorile, così come chiesto vivamente dall‘Onu. Ma a tal fine sono necessarie azioni concrete in collaborazione con la famiglia, la scuola, gli enti pubblici per la difesa dei diritti delle bambine e delle ragazze.Azzerare le disparità di genere è un obiettivo che deve essere perseguito in primis all’interno del nucleo familiare. Soprattutto con gli esempi, facendo capire alle nostre figlie, che il futuro è nelle loro mani. Il Direttore Ottavia Lavino

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ditoriale


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Don Aniello, il sacerdote diventato simbolo della lotta contro la Camorra, si racconta sulle pagine di NONSOLOROSA

Con la mia “anticamorra delle opere” ho ridato speranza ad un popolo che tutti danno per sconfitto Ribattezzato il parroco anticamorra, Don Aniello Manganiello è un uomo di bella presenza, con un carisma che ammalierebbe qualsiasi individuo credente e non. Un anno fa nonostante, la raccolta firme, le fiaccolate e tante altre iniziative, il parroco di origini campane ha dovuto lasciare la sua parrocchia Santa Maria della Provvidenza a Scampia dove ha combattuto e prestato servizio per più di dieci anni. Traferitosi a Roma, Don Aniello dopo circa sei mesi decide di prendersi una pausa e raccontare nelle pagine di un libro, denso di sentimento, la sua esperienza con la camorra. “Gesù è più forte della Camorra”, questo il ti-

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tolo del libro scritto da Don Aniello in collaborazione con il parroco Don Andrea Manzi, e presentato il 28 settembre a Velletri presso il Palazzo Comunale. Nonostante l’allontanamento da Scampia, ufficialmente per naturale avvicendamento, il parroco campano, animato dal suo grande spirito di solidarietà ed estremo coraggio, non ha rinunciato alla parola, racchiusa in questo libro che racconta sedici anni di vita a Scampia tra lotta, misericordia e impegno a favore della legalità, valore quasi sconosciuto alla gente del posto a cui Aniello si è dedicato corpo e anima. Convivendo fianco a fianco con figli di camorristi e con i problemi quotidiani della gente vittima dell’illegalità, ha dato valore a quelle esistenze, troppo spesso considerate meno di zero. Di fronte a tanta illegalità lei ha deciso di non chinare la testa e reagire; per questo è diventato un personaggio scomodo. Qual è la ragione del suo allontanamento da Scampia? Purtroppo all’interno di alcune compagini della gerarchia ecclesiastica c’è un atteggiamento strisciante, che vede l’utilizzo da parte dei sacerdoti dei media come una ricerca di notorietà e di fama. Io non mi sono mai servito dei media in questo senso, anche quando ho rilasciato delle interviste per denunciare il malaffare della Camorra nel territorio di Scampia. Qualcuno deve dare pur voce a questa gente che non parla perché ha paura. Ovviamente ho pagato per le mie parole con il trasferimento. Se un prete opera contro la Camorra in un paese come Scampia per quale ragione viene trasferito? Lascio a voi la riflessione. Nel suo libro definisce la sua, “un’anticamorra delle opere, del buon senso”; cosa risponde a chi, dopo la pubblicazione del suo libro, l’ha accusata di aver messo in campo una campagna mediatica? Se io mi fossi servito dei media solo per far conoscere quello che ho fatto o per denunciare il malaffare della Camorra, è ovvio che le accuse sarebbero appropriate. Se mi sono servito dei media è solo per dar voce alla gente. Riguardo “all’anticamorra delle opere” ho cercato di metterla in campo creando delle associazioni sportive per i giovani, avvicinandoli al teatro, alla cul-


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tura e alla musica. In questo il mio utilizzo dei media mi ha consentito di far sentire i bisogni della gente, della parrocchia, dell’opera Don Guanella che tutti i giorni accoglie ben 300 minori a rischio, visto che il comune di Napoli sono anni che non dà più un euro per sostenere questi bisognosi. Il mio utilizzo dei media mi ha aiutato a mettere in atto la mia “anticamorra delle opere”. Lo Stato non ha fatto nulla per Scampia se non costruire degli edifici che hanno solo la funzione di dormitorio. L’utilizzo dei media mi è servito appunto a richiamare l’attenzione anche e soprattutto delle istituzioni su questa situazione. Più volte si è domandato come la gente di Scampia possa sopportare tanta violenza, convivendo con la morte ogni giorno. Dopo tanti anni si è dato una risposta? La Camorra esercita un potere violento, una prepotenza che toglie il respiro e mette la gente in condizione di non intervenire, di starsene in silenzio e accettare passivamente. La gente non parla perché ha paura della Camorra che non conosce nessun altro linguaggio all’infuori della violenza. Oltre a questo, bisogna dire che lo stato è assente, limitandosi a mostrare solamente i muscoli senza dare alcuna prospettiva. Scampia è stata costruita negli anni settanta come un alveare, solo per dare un tetto alla gente. La Camorra ha trovato molto spazio in questo territorio, fino a diventare un vero e proprio ammortizzatore sociale. La Camorra ha realizzato un antistato che organizza, che governa e in qualche modo risponde anche alla esigenze della gente stessa. La scuola, per quanto riesca a fare, non è in grado di abbattere l’ignoranza e anche questo contribuisce ad un’assuefazione alla presenza della Camorra. Su una popolazione di 60 mila abitanti il 15-20% fa parte dell’esercito malavitoso. Il problema non si risolve con la militarizzazione e dal 1960 al 2012 nulla è cambiato. Nel libro non può mancare un capitolo dedicato a Roberto Saviano. Cosa pensa di “Gomorra” e della sua trasposizione cinematografica? Quello che dice Saviano nel libro è una parte di quello che è successo e di ciò che Scampia rappresenta. L’azione malavitosa della Camorra napoletana e casalese condiziona il mondo politico e commerciale molto di più rispetto a quello che ci dice Saviano nel suo libro. Tuttavia io mi rivolgo a lui e lo invito a venire a Scampia, per cogliere anche qualche lato positivo, così da poter scrivere anche di una realtà associativa guidata dalla parrocchie e di molti cittadini che, nonostante le minacce della Camorra, ogni giorno si sforzano di partorire un territorio migliore basato sulla legalità. Altro è il film, che è una colata di fango su Scampia, sulla Campania e sulla mia zona. Non si può fare un film senza speranza. Garrone dice di non aver dato nulla alla Camorra, ma non è la realtà visto che nel suo film ha inserito nel cast un gruppo di autentici camorristi e uno dopo l’altro sono stati arrestati e qualcuno anche ucciso. Noi dobbiamo dare un po’ di speranza alla gente, dobbiamo cogliere il positivo per andare avanti.

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“Domani un nuovo rimorso mi spingerà sulla strada”: come si sente lontano da Scampia e quale sarà la sua nuova missione? Il libro è una sorta di risarcimento nei confronti dei cittadini della Scampia buona che vive nella legalità, ma anche una provocazione per chi ha fatto della violenza la propria ragione di vita. Il libro è attraversato dalla speranza, la conversione di cui parlo è l’affermazione reale che i cambiamenti sono possibili. Tutti, da una vita di peccato e di violenza, possono approdare ad una vita nuova di salvezza, altrimenti Gesù sarebbe morto e risorto invano; ecco perché il titolo: “Gesù è più forte della Camorra”, perché suscita continuamente nel cuore degli uomini, anche di quelli più induriti e corrotti al male, la speranza di potersi convertire. Io a Scampia torno e tornerò ancora anche perché dopo due anni l’affetto della gente è sempre lo stesso. Oltretutto ho mantenuto la responsabilità dell’associazione sportiva dilettantistica oratorio Don Guanella che ho fondato con alcuni giovani come strategia di prevenzione alla deriva camorristica nel mondo giovanile. Dopo aver fondato l’associazione mi sono messo in moto per raccoglier fondi in tuta Italia per consentire a questi ragazzi di viere, giocare in luoghi dignitosi. Adesso sono impegnato in nuovo progetto per la legalità: con il mio coautore don Andrea Manzi, insieme ad altri giovani di Scampia abbiamo fondato l’associazione Ultimi: la sua finalità principale è andare nelle scuole di tutt’Italia per parlare della legalità. Quando saremo iscritti all’albo regionale, potremmo chiedere di ottenere i beni confiscati alla mafie per darli ai diseredati, perché la parola “legalità” possa coniugarsi sempre con “solidarietà”. Maria Rita Cappucci

Alfredo Zenga, Daniele Ognibene, Giulia Cerqueti, Don Aniello e Ottavia Lavino


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Medicina Naturale

Intestino in salute? Questione di equilibrio

Dott.ssa Claudia Manzato clamanzato@alice.it

Il nostro intestino, fintanto che ci troviamo nel ventre materno, è sterile, poi subito dopo la nascita viene via via “colonizzato” da un considerevole numero di batteri che vanno ad originare quella che sarà la flora batterica intestinale. La maggior parte di questi microscopici ospiti è benefica per il nostro organismo ed in condizioni di eubiosi (cioè di equilibrio), convive con altri microrganismi non altrettanto buoni (virus, funghi, batteri patogeni) tenendoli a bada. In pratica la flora batterica benefica agisce come barriera difensiva creando un ambiente inospitale agli agenti patogeni evitando così che questi ultimi possano proliferare oltremodo. Si calcola che ci possano essere circa 400-500 specie diverse che stabiliscono un equilibrio in grado di favorire l'assorbimento delle sostanze nutritive derivate dagli alimenti, di aumentare la resistenza alle malattie mantenendo integre le pareti intestinali evitando così che vengano aggredite dagli agenti patogeni. I batteri intestinali sintetizzano inoltre le vitamine K, B12 e l'acido folico e contribuiscono a migliorare il transito intestinale. La distribuzione della flora batterica varia lungo il tratto gastro-intestinale. Infatti nello stomaco e nel primo tratto dell'intestino, per la presenza di acidi, bile e succo pancreatico,

nonché per l'attività motoria propulsiva, la concentrazione di batteri è veramente bassa. Questa aumenta man mano lungo l'intestino per arrivare ad essere massima nel colon. La flora batterica intestinale è il vero motore vitale dell'intestino e a causa di svariati fattori, quali stress, vita sregolata, uso e/o abuso di farmaci può alterarsi a discapito della flora “buona” con conseguente “disbiosi” e comparsa di sintomi quali pancia gonfia, cattiva digestione, alitosi, colite, intolleranze alimentari, allergie, stanchezza cronica. In questi casi è utile somministrare integratori di microrganismi benefici: i probiotici, i quali sono in grado di influenzare positivamente l'ecosistema intestinale. Sono riconosciute salutari diverse specie batteriche specialmente quelle appartenenti al gruppo dei lattobacilli e dei bifidobatteri come Lactobacillus acidophilus, L. sporogens, L rhamnosus, L. bifidus, Bifidobacterium infantis, B. longum. E' bene scegliere formulazioni che oltre ad avere un alto contenuto di cellule vitali siano arricchite con fattori prebiotici. Quest'ultimi sono sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e l'attività dei batteri benefici presenti nel colon. I probiotici più conosciuti sono gli oligosaccaridi ed in particolare l'inulina e i FOS (frutto-oligosaccaridi), ed in natura sono presenti in numerose piante edibili quali cicoria, carciofo, asparagi, avena, grano. L'integrazione di fermenti lattici (probiotici) può essere effettuata periodicamente, tre/quattro volte l'anno, a scopo preventivo per dieci o quindici giorni; se la flora batterica intestinale è già impoverita e danneggiata, l'assunzione può essere protratta anche per un mese o più. Attenzione! A volte si acquistano prodotti supportati da pubblicità indicante la presenza di ceppi batterici con nomi “accattivanti” ( es. Acti regularis), ma che in realtà in letteratura scientifica non esistono.



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Gli e-book e le nuove frontiere dell’editoria on-line

La carta cede il passo al digitale. Siamo pronti a cambiare il modo di leggere e scrivere?

Editoria on -line: oggi non si tratta più di un argomento fantascientifico ma di una realtà quotidiana con cui facciamo i conti ogni giorno. Il libro, l’oggetto per eccellenza deputato a trasmettere cultura, conoscenza e sapere, cambia il suo volto, adeguandosi alle esigenze dei nuovi media, in particolare PC e Tablet. Al libro cartaceo si affianca quello digitale l’e-book, scaricabile da internet e fruibile su tutti i nuovi e più tecnologici supporti elettronici di ultima generazione. Ma cos’è l’ebook e quali sono i suoi pro e i contro? Il termine deriva dall’unione delle parole inglesi "elettronic" e "book". E’ un testo in formato elettronico o digitale, si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini, palmari ed appositi lettori digitali. Con il termine e-book si intende sia il dispositivo hardware su cui l'e-libro viene letto sia il software che permette la lettura del file. Tuttavia per l’e-book il termine lettura risulta riduttivo visto che questo dispositivo risponde a tante altre funzioni. L'e-Book non si limita a presentare la sostanza del documento cartaceo, ma cerca anche di replicarne la forma, in modo da rendere la lettura il più possibile simile a quella che si avrebbe sfogliando le pagine di un libro. Il libro elettronico, nell'imitare quello cartaceo, approfitta ovviamente dei vantaggi offerti dalla sua natura digitale, che risiedono principalmente nelle possibilità di essere un ipertesto e inglobare elementi multimediali, e nella possibilità di utilizzare dizionari o vocabolari contestuali. La comodità, semplicità d'uso ed ergonomicità degli ultimi dispositivi di lettura in commercio, rendono il mercato degli e-Book sufficientemente maturo per potersi sviluppare notevolmente e modificare gli assetti dell'editoria classica. Secondo il sondaggio, condotto su un campione di circa tremila lettori americani dai 16 anni in su, chi legge e-book vanta una media di 24 titoli all’anno, tra digitale e non, rispetto ai 15 dei "nostalgici" legati alla carta. Tutto questo accade negli Stati Uniti, un paese in cui il mercato digitale è in costante crescita, a differenza del-

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l’Italia dove le resistenze al fenomeno sono più forti. Autori emergenti? Così si pubblica un e-book L’e-book non ha rivoluzionato solo il modo di leggere, ha concesso nuove opportunità per tanti autori emergenti di far conoscere al grande universo di internet le proprie opere. In rete impazzano guide e siti specializzati per spiegare come pubblicare un libro on-line. Il sito statunitense Amazon è uno dei portali che consente la pubblicazione e l’acquisto degli ebook come di tanti altri prodotti digitali. Basta crearsi un account e seguire passo dopo passo le istruzioni per inserire il proprio manoscritto. Dopo aver effettuato il login, si procede alla presentazione dell’opera: l’autore dovrà inserire il titolo, il proprio nome, la lingua, il genere a cui il testo appartiene, insomma tutti i dettagli possibili, per descrivere e presentare il testo da pubblicare. Facendo un passo indietro, è necessario identificare il libro anche attraverso un codice fornito da ISBN. Una volta caricato il testo e trasporato nel formato adatto per l’e-book, basta stabilire il prezzo e il libro diventa fruibile dagli utenti. Mondadori lancia Kobo la nuova frontiera dell’e-reader Proprio in questi giorni la Mondadori ha lanciato il suo nuovo e-book Kobo: leggero, intuitivo e per tutte le tasche. È già in vendita il Kobo Touch, mentre a partire da metà ottobre, sarà la volta di Kobo Mini, la versione tascabile e quella dotata di uno schermo illuminato per leggere di notte. Una volta superato l’imbarazzo di scegliere il modello, si può spaziare tra 60 mila titoli di libri digitali in italiano, la cui metà è gratuita. Collegabile ad internet tramite Wi -Fi o collegando il dispositivo al pc, Kobo è il nuovo protagonista indiscusso tra gli e-book. Tra i titoli proposti in promozione da Kobo alcuni dei best seller più letti in questo periodo come “Cinquanta sfumature di grigio” di E.L James e “L’inverno del mondo” di Ken Follet. Maria Rita Cappucci


Il caso Sallusti divide l'opinione pubblica

E' giusto che un giornalista vada in galera?

A dicembre per l'ex direttore di “Libero” potrebbero aprirsi le porte del carcere La legge sull'omissione di controllo Antipatico a molti, scomodo per moltissimi, Alessandro Sallusti non è il tipico martire mediatico che unisce le folle: eppure la sua vicenda ha agito da catalizzatore ed oggi tutto il mondo dell'informazione protesta per la sua condanna, giunta dopo una causa per diffamazione risalente al 2007. Nel febbraio del 2007 Sallusti, allora direttore di "Libero", si macchia del reato di omissione di controllo per un articolo a firma Dreyfus, che prendeva una decisa posizione contro il magistrato Cocilovo, accusato di aver ordinato l'aborto coattivo di una 13enne. Il magistrato sporge querela e, poiché l'articolista resta anonimo, l'unico a finire alla sbarra è il direttore responsabile Sallusti. Che viene condannato a 14 mesi di reclusione e rifiuta, con grande dignità, pene alternative alla detenzione. Nel frattempo, il fantomatico Dreyfus esce allo scoperto e dichiara il suo vero nome: Renato Farina, un presente da onorevole del Pdl e un passato da giornalista radiato dall'albo, a causa di presunti rapporti con i servizi segreti italiani. La tardiva confessione di Farina non aiuta Sallusti, ma lo fa oggetto dello sdegno del mondo dell'informazione: Mentana, su Twitter, lo definisce "infame". Lui dal canto suo chiede alle istituzioni di non ignorare la sua confessione e di revisionare il processo di Sallusti, assumendosi la responsabilità morale dell'articolo. Sallusti è stato giudicato colpevole in tre gradi di giudizio e a dicembre le porte del carcere potrebbero richiudersi dietro di lui: nel frattempo il mondo del web, l'informazione e la società civile si sta mobilitando per impedirlo, al grido di #siamotuttisallusti che è diventato un hashtag dominante sul social network Twitter. Persino Marco Travaglio, ideologicamente agli antipodi rispetto a Sallusti, è intervenuto per stigmatizzare la pena comminata all'ex direttore di "Libero", che rischia di diventare un precedente "inquietante". La legge parla chiaro e c'è poco da recriminare: sembra però quantomeno strano che alla condanna di Sallusti non sia stata applicata neanche una sospensione della pena. Fa impressione che, in un paese dalla giustizia ballerina come l'Italia, dove un guidatore ubriaco può investire un pedone e tornare in libertà, un giornalista rischi di restare in carcere per 14 mesi senza che a nessuno venga in mente di alleggerire questa pena. Al di là del qualunquismo, che in questo caso sembra necessario, è impossibile non pensare che lo scomodo Sallusti sia stato "punito" da quei magistrati contro cui spesso ha condotto le sue crociate. Francesca Di Belardino

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Ma perchè Alessandro Sallusti rischia la galera? Esiste un articolo del codice penale, il n.57, che sancisce la "responsabilità del direttore di un giornale, che scaturisce tutte le volte in cui egli abbia omesso di esercitare, sul contenuto del periodico dallo stesso diretto, il controllo necessario ad impedire che col mezzo della stampa siano commessi dei reati". Il direttore Sallusti è quindi responsabile di nome e di fatto: e non può invocare neanche il diritto di cronaca, perchè la notizia in questione, riportata dall'articolista anonimo, si è poi rivelata falsa. Per questo l'articolo 21 della nostra Costituzione, che sancisce la libertà di espressione del pensiero, non è di nessun aiuto a Sallusti: purtroppo o per fortuna, la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri.

E intanto all'Ordine dei Giornalisti...

Ad agosto 2102 l'albo dei Giornalisti Pubblicisti, dove sono iscritti al momento la stragrande maggioranza di coloro che esercita il mestiere, sarebbe dovuto scomparire: il provvedimento era contenuto nella manovra "salva-Italia" di Monti, ed ovviamente aveva scatenato il giusto panico nel mondo dell'informazione, in special modo quella locale. Come spesso succede in Italia, dopo il grande tam-tam mediatico si sono spenti i riflettori ed oggi è arduo conoscere lo stato dell'arte: si sa che gli Ordini hanno presentato al Governo una bozza di modifica del loro stato, per evitare la chiusura e la dispersione delle professionalità che attualmente costituiscono la forza lavoro anche nei grandi quotidiani. Si sa anche che quella bozza prevedeva il riconoscimento della professione basandosi su una scriminante: l'iscrizione alla cassa previdenziale Inpgi. Non solo: il punto forte della proposta dovrebbe essere un "congiungimento" fra l'elenco dei pubblicisti e quello dei professionisti, con l'obbligo del superamento di un esame di Stato da parte dei primi. Non vi sarà sfuggito il condizionale: non c'è ancora niente di certo.


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Claudio Sardo direttore dell’Unità racconta la crisi come giornalista e come uomo di Sinistra

Tornare alle urne scegliendo tra due alternative politiche: solo così può rinascere la democrazia. L’eleganza e l’esperienza dell’uomo intellettuale che mette a disposizione del suo pubblico di uditori la propria idea di politica: quella politica vecchio stile, che crede nella democrazia e in un futuro progressista e pieno di speranza. Da più di un anno alle dirigenze dell’Unità, Claudio Sardo, si è offerto alla platea della festa dell’Unità di Velletri con tutta l’umiltà e al contempo la professionalità possibile. Emiliano d’origine, prima di arrivare a dirigere l’Unità, ha iniziato la professione giornalistica a Paese Sera nel 1981. Nella sua lunga carriera ha lavorato nelle redazioni di grandi quotidiani come Il Mattino di Napoli e Il Messaggero. Oltre alla carriera giornalistica Claudio Sardo è coautore del libro-intervista su Pier Luigi Bersani "Per una buona ragione". Al grido di “C’è bisogno di sinistra”, il direttore dell’Unità si è confrontato su temi complessi e di scottante attualità: dalla crisi dei quotidiani, alle sorti delle aree metropolitane, fino alle anticipazioni sulle prossime elezioni del 2013, Sardo ha risposto alle nostre domande, esponendo le sue idee in modo esplicativo e affascinante, come si addice ad un professionista del suo calibro. Dai giornali nazionali fino alle piccole realtà locali la crisi continua a farsi sentire. Da internet ai social network l’informazione si sta rapidamente espandendo verso nuove frontiere cercando l’immediatezza. Da giornalista professionista e direttore di una testata nazionale, che tipo di futuro intravede per le sorti della carta stampata? Indubbiamente è in atto una grande trasformazione per quanto riguarda il mondo dell’informazione e in particolare della carta stampata. I quotidiani di carta hanno perso la centralità che avevano un tempo. Il mercato è diventato molto complesso e i cittadini molto spesso acquisiscono le in-

formazioni attraverso altri strumenti e nel corso dell’intera giornata. Il quotidiano si trova quindi a dover sopravvivere ai vari mezzi d’informazione a lui concorrenti che sono in rapida espansione. A ciò si aggiunge senza dubbio la crisi sociale ed economica che si fa sentire anche in edicola. Basti pensare a come la classe media decide di risparmiare anche sull’euro del quotidiano acquisendo le proprie informazioni da altri canali gratuiti e meno dispendiosi. Mi sento quindi di dare tre risposte per questa situazione: da un lato è necessario rendere i quotidiani molto originali, e sempre meno omologati, dall’altro lato bisogna lavorare sul tema della multimedialità: il nostro giornale l’Unità ha un sito sempre aggiornato con prodotti video, immagini link, rubriche e rimandi a social network, tutto questo per trasformare sempre di più il sito in un portale d’informazione. Un altro elemento che ritengo di fondamentale importanza per migliorare il futuro dei quotidiani è la collaborazione da parte dello Stato riguardo al mercato pubblicitario. Parliamo di provincie e di aree metropolitane. A suo avviso dopo l’abolizione delle provincie, quali compiti spetteranno alla metropoli romana e soprattutto non esiste il rischio che le realtà circostanti alla capitale, come quella di Velletri, perdano la propria autonomia, diventando solo un prolungamento della metropoli romana? Innanzitutto credo che bisogna trovare un equilibrio tra una riorganizzazione delle istituzioni dello stato e il mantenimento di quelle originalità storiche che hanno contribuito inevitabilmente a rendere salda l’identità del nostro paese. Sfortunatamente devo ammettere che la politica ha affrontato simili argomenti lasciandosi andare ad un eccesso di demagogia senza trovare delle soluzioni coerenti e nel vero interesse del paese. A mio avviso le provincie non debbono


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essere abolite ma ridotte enormemente di numero così come alcune regioni e comuni. Riguardo alle aree metropolitane, soprattutto quelle che ruotano intorno ai grandissimi centri, debbono svolgere un’attività che fa da ponte tra comune e provincia. Riguardo ai comuni, io sono per il mantenimento della realtà politica dei municipi a patto che vengano create delle situazioni di coordinamento tra le attività amministrative: ci sono tanti comuni che potrebbero mantenere la loro realtà municipali ma mettere insieme i servizi organizzativi e realizzare delle economie amministrative in collaborazione l’uno con l’altro. Ritengo che questo sia l’unico modo per risparmiare; contrariamente a quanto si pensa tagliare e dimezzare non sono sempre le uniche soluzioni per un far fronte alla crisi economica e sociale. Uno sguardo alla situazione politica attuale e futura: Berlusconi ha deciso di non ricandidarsi come leader del PDL per le prossime elezioni del 2013. Tra le sue proposte emerge il nome di Mario Monti come leader dei Moderati. Quali scenari politici prevede per il PDL? Il fallimento del governo Berlusconi è stato devastante per l’Italia ed a questo è seguita una disfatta politica, visto che il PDL non è riuscito a diventare un partito politico dopo Berlusconi. Non credo sia possibile ricomporre il PDL in un’unica area come ha fatto Berlusconi nel 2001, unendo la parte più moderata e centrista, di forti valori costituzionali, con quella Destra Radicale, costruita intorno a Berlusconi e alla Lega. La trovata di Monti non può reggere; Monti è il capo di un governo eccezionale fondato su un’alleanza straordinaria tra tutti i partiti, non ripetibile e non augurabile. Se dopo Monti ci sarebbe un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta per lo stesso Monti che non è stato in grado di riportare il paese verso una situazione di normalità. Riguardo invece al Centro Sinistra, a breve si svolgeranno le tanto attese primarie del PD. Tra i candidati spiccano in particolar modo i nomi di Bersani, Renzi e Vendola, che propongono rispettivamente modelli diversi di politica. Qual è a suo avviso l’alternativa migliore per il nostro Paese? L’alternativa più adatta è quella che riuscirà ad unirsi con le forze più progressiste europee. Oggi siamo un paese sempre più integrato e le politiche economiche nazionali sono strettamente legate a quelle europee. Spero che le primarie diventino una sfida intorno al programma di governo e non un

concorso di bellezza, o peggio un congresso di partito. Bisogna scegliere il progetto di governo, il profilo più adatto per consentire all’Italia di superare questa recessione. Per fare questo bisogna salire sulle spalle di Monti, che comunque in Europa si è fatto valere. Il governo di Centro Sinistra dovrà utilizzare la svolta avviata da Monti per andare avanti in termini di solidarietà e rilancio del paese. Riguardo al caso Sallusti, da giornalista professionista qual è la sua opinione sulla tutela della libertà di stampa? Sfortunatamente abbiamo una legislazione sulla diffamazione vecchia e inadeguata. Per il nostro settore Il rischio della galera per omesso controllo è una misura eccessiva, certamente la diffamazione è una cosa seria come la libertà stessa di espressione. La diffamazione lede spesso anche i diritti contro le persone deboli non solo contro i potenti. Bisogna trovare un nuovo equilibrio: garantire la liberta di stampa e di iniziativa editoriale e al contempo il diritto delle persone a non essere diffamate. È un equilibrio difficile da raggiungere ma necessario per dare un segno di civiltà. Maria Rita Cappucci


e p r a c s i d o t t a f n i e z n e d n e t Tutte le ninutoevreSeason 2012-2013 per la W

Per essere belle dalla testa ai piedi! Torna l’inverno e insieme alla stagione del freddo e delle piogge, torna inevitabilmente l’esigenza di coprirsi e riscaldarsi, senza tuttavia trascurare un pizzico di glamour e di stile. E quale capo d’abbigliamento meglio si adatta a questa doppia esigenza, coniugando stile, eleganza, estrosità e praticità? Ma parliamo senza dubbio delle scarpe, croce e delizia per ogni donna di qualsiasi età e ceto sociale. La nuova stagione invernale ci riserva tanti stili e tendenze diverse: dal maculato, allo stivale stile Biker, dal tronchetto in tutte le versioni possibili e immaginabili, all’estrosità delle sneakers con la zeppa, fino agli stivali, con pelliccia e senza, e alle immancabili ballerine. Scarpe d’alta moda o alla portata di tutti, eleganti da gran sera, o per ogni evenienza quotidiana, solo per le nostre lettrici di Nonsolorosa un’ampia gamma di modelli per sbizzarrirsi e sentirsi sempre belle e alla moda, dalla testa ai piedi!

Mai più senza cinturino a T

Per i Tronchetti e le décolletteé di tutti i tessuti, forme e dimensioni, quest’anno ad arricchirle non può mancare il cinturino a T. Comodo, facilmente abbinabile e indicato per tutte le occasioni, il cinturino impreziosisce la scarpa rendendola elegante e glamour. Valentino: nero scamosciato con cinturino a T, con borchie

Marni : raso tinta unita, slipon con cinturino alla caviglia

R. Cavalli: tronchetto con zip interna fantasia leopardata

Maculato sempre presente

Cosa c’è di meglio di una scarpa maculata per affrontare con determinazione e un pizzico di ironia lo stress della giungla metropolitana? Basse, alte, con la zeppa, con il tacco a spillo, ogni modello è arricchito da questa fantasia che non passa mai di moda, prediletta da grandi griffe come Valentino, Michael Kors e Just Cavalli per eccellenza, senza dimenticare anche le scarpe low cost. L’Animalier resta una tendenza adatta ad ogni tipo di tasca, ma solo ad una personalità forte, che ama le sfide glamour. Calvin Klein: ballerina maculata, fantasia animalier con applicazioni in metallo


Sneakers ad un passo dal cielo La moda stravolge spesso e volentieri i canoni, trasformando scarpe e abiti apparentemente di uso quotidiano, in capi di grande stile, adatti anche per occasioni più glamour. Questo il caso delle “Sneakers Slip On” o meglio le scarpe da ginnastica con zeppa e doppio fondo. Colorate, con strass, fibbie e altre rifiniture, sua altezza la sneaker si trasforma in un accessorio non più indossabile solo in palestra o nei momenti di tempo libero ma in qualunque situazione che necessiti un tocco di stile.

Pasha: sneakers slip-on, beige A dx, diesel: sneakers alta in jeans con lacci bianchi

Il tronchetto della felicità

Kors&Kors: tronchetto scamosciato, tinta unita con stringhe

Ce ne sono per tutti i gusti e le occasioni: scamosciati, con la pelliccia, rifiniti da Swarovski , da borchie e catene per le serate mondane, quelli lisci indossati come normali décolletée. I tronchetti sono senza dubbio il must per questa Winter Season 2012-2013. Parola d’ordine: indossarli sempre!

Bottega Veneta: tronchettoscamosciato beige, con cinturino incrociato

Stivali che passione Adatti per le fredde giornate invernali all’insegna di pioggia e neve, gli stivali sono calzature immancabili per affrontare la stagione fredda. Anche per quest’anno spopola il total black, con l’aggiunta di borchie, cinturini e rifiniture di vario genere. Tra i modelli più indossati, soprattutto dalle giovanissime, i biker rifiniti di borchie in versione overkness (fino al ginocchio) o in gomma, adatti per la pioggia.

Moschino: stivali nero scamosciato con pelliccia

Raso terra ma con stile

Prada: Stivali in pelle nera con applicazioni di borchie

È sempre lei, ma proprio per questo la sua presenza assidua nel mondo della moda non stanca mai. Con borchie, fiori, maculata, adornata di fiocchi, coloratissima la ballerina sa sempre come piacere. Prada: ballerina in pelle nera martellata, punta tonda applicazioni in pelliccia e strass

Valentino: stivale tacco basso, suola in gomma con incisioni in pizzo effetto verniciato

Miu Miu: ballerina in pelle turchese con fiocco


NONSOLOROSA

Architettiamoci

La nostra “nuova...vecchia” casa...!!!

Arch. Carlo Carones car.arch@libero.it

In questo numero risponderò ad un altro lettore che nell'inviarmi la pianta della sua casa per un possibile ampliamento, mi ha sottoposto dei quesiti per la realizzazione. La prima cosa che vorrebbe sapere è se l’ampliamento del proprio appartamento, porzione di un quadrifamiliare, può avvenire utilizzando la cubatura residua sul lotto della vecchia concessione edilizia. Contestualmente mi chiede se è possibile eventualmente utilizzare, attraverso l'acquisto, anche la parte di cubatura residua di un suo vicino che non ha intenzione di utilizzare, e a che prezzo.

Andando per ordine posso dire che si, è possibile utilizzare una cubatura residua per ampliare il proprio appartamento ed è anche possibile acquistare la cubatura del proprio vicino, pagandola ad un prezzo concordato tra le parti, e tutto ciò sancito sarà attraverso o un atto notorio oppure con una scrittura privata che attesti il trasferimento di cubatura tra le parti. Ora veniamo all'appartamento! La pianta ante operam è composta da una zona giorno distinta in due ambienti separati, cucina e pranzo soggiorno. La zona notte invece presenta tre camere da letto di differenti superfici di cui la camera padronale è con bagno mentre le altre due sono separate dal pranzo soggiorno attraverso un disimpegno dove è presente anche un bagno a servizio delle stesse e della zona giorno

Il progetto di ristrutturazione prevedrà, attraverso l’ampliamento, la separazione della zona notte che sarà composta da due nuove stanze da letto, una stanza per gli ospiti, ed una stanza adibita a spogliatoio ed a stanza di servizio. Rimarrà il bagno esistente ma sarà annesso alla zona giorno.

La zona giorno sarà composta da una cucina concepita come open space sulla zona pranzo ed una zona soggiorno separata idealmente da un gioco di controsofittature. Inoltre si è creato uno studio quasi comunicante col soggiorno attraverso una parete che non sarà a tutta altezza, per permettere sia una comunicazione tra i due ambienti e sia un passaggio di luce tra gli stessi. Sperando che la soluzione sia di gradimento al nostro lettore e rimandandolo eventualmente ad uno studio più approfondito con un progetto più dettagliato, mostrerò alcune simulazioni fotorealistiche della soluzione proposta. Nel ringraziarVi delle Vostre e-mail Vi ringrazio per le vostre mail e vi do appuntamento al prossimo numero.



N O N S O LO R O S A

rnare le città

La difficile stagione dell’arte di gove

re a d er p le a n o zi a er en g o tt a p n u "Serve nuovo valore all'impegno poltico"

La politica è, probabilmente, una delle parole più abusate di questa controversa stagione sociale. Chi la definisce una scienza, chi un’arte, chi una passione, chi una iattura, chi più ne ha più ne metta. Una definizione scolastica declina la politica come “l’arte di governare le società”: la prendo in prestito per articolare la mia riflessione non prima di aver detto che per me la politica è passione e impegno sociale e che ritengo che la si possa esercitare solo in modo partigiano, ovvero stando, chiaramente, da una parte. E qui mi fermo a osservare il divenire della vicenda nazionale che sta evolvendo verso una meta che non riesco a distinguere, troppo lontana ancora e troppo nebulosa l’aria che la circonda. Una commistione e un abuso di parole spostano la discussione verso temi che non vengono approfonditi. Quando si parla di progetto politico entrano personalismi, difese di posizione, accuse verso l’avversario, riflessioni di basso profilo, risse verbali. Quando va bene, quando va male arrivano i carabinieri e i magistrati e saltano fuori denari sperperati in barba alla povera gente che, questo è un dato certo, cresce a dismisura. L’altro fenomeno è quello che prende forma nell’espressione “sono tutti uguali”, una bestemmia, perché la maggioranza di persone che fa politica è silente, è volontaria e rispetta le regole; tanto a destra quanto a sinistra. I mascalzoni, perché di questo si tratta, sono una minoranza che sta gettando discredito su migliaia di persone impegnate in Italia che credono e vivono per la politica, quella da me intesa, quella fatta di passione e impegno, quella volontaria. Coloro sono le prime vit-

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time di questa ondata di anti politica, le più danneggiate perché dedicano grande parte del loro tempo libero per la loro passione e sono costrette a difendere anche l’indifendibile. Di fronte al peculato, alla truffa, alla corruzione, al malcostume cosa si può contrapporre? Poco o nulla ma sarebbe un errore cadere nella tentazione di dire che tutti sono uguali, così non è, ci sono migliaia di volontari che fanno politica per il bene della propria comunità e che non hanno alcun legame con i personaggi che salgono agli onori delle cronache per le truffe e i comportamenti immorali che osserviamo quotidianamente. Più che parlare di “rottamazione” si potrebbe tentare un patto generazionale tra le persone per bene, un patto trasversale agli schieramenti politici forte del convincimento che la buona politica può e deve essere una via maestra per un cambiamento reale della nostra società. A che serve dire che gli altri sono peggio di noi? A nulla, non aiuta alla comprensione dei cittadini che poi vengono attratti dalle sirene di chi predica sventura e trova terreno fertile in un contesto così provato dalla crisi economica e sociale che stiamo vivendo. Gli anticorpi vanno generati con gli esempi, l’impegno, l’onestà e per farlo non servono ricette taumaturgiche, serve la discussione, il confronto, tutte quelle pratiche sociali che dovrebbe distinguere chi ha buona volontà. Adesso è il tempo del cambiamento a tutti i costi e il rischio di gettare via il bambino con l’acqua sporca è più che mai reale. Uso le parole di un politico visionario (nel senso anglo sassone del termine) come Walter Veltroni, che ha annunciato di non candidarsi al Parlamento ma di continuare il suo impegno nella politica perché si può fare tanto anche senza essere seduto su una poltrona. Sono tanti coloro che fanno politica senza sedere da nessuna parte, sono i militanti, quelli che credono nell’idea del proprio partito, quelli che oggi soffrono di più la situazione perché si sentono traditi da comportamenti individualistici che inquinano la loro buona fede. Costretti come sono a difendere l’indifendibile si disimpegnano e questo sì che sarebbe il vero terremoto sociale che tutti insieme dobbiamo evitare. Tuttavia tornare all’impegno attivo comporta avere fiducia nel gruppo, condividere spazi, idee, speranze, delusioni; cose che si fanno solo se tutti i componenti hanno la stessa finalità altrimenti siamo di fronte a semplici maquillage che, semmai ce ne fosse bisogno, peggiorerebbero solo la situazione. Luca Masi


N O N S O LO R O S A

Sabato 10 e domenica 11 novembre il celebre luogo della cultura veliterna sarà riconsegnato alla città

Il Teatro Artemisio riapre i battenti La lunga attesa è terminata, il sipario si aprirà e lo spettacolo avrà inizio! Il Teatro Artemisio riapre i battenti, il conto alla rovescia terminerà sabato 10 e domenica 11 novembre. Il celebre luogo della cultura veliterna sarà riconsegnato alla città che lo attende da oltre 30 anni. Un mix di riservatezza e curiosità aleggia intorno alle cerimonie di apertura, per adesso si sa che sono due, una dedicata agli ospiti e una dedicata alla città. Il concerto “Carmina Burana” diretto dal Maestro Claudio Micheli è stata la scelta artistica che ha trovato unanime consenso. Una due giorni che riserverà altre sorprese che saranno svelate gradualmente come prevede il copione attentamente studiato in questi mesi da un comitato volontario che si è messo a disposizione. Nel frattempo fervono gli ultimi preparativi tecnici, qualche dettaglio ancora e il teatro torna al suo antico splendore in chiave moderna, visto che all’interno sono state applicate tecnologie innovative e anche scelte di design coerenti con la storia del luogo, ma anche rivolte al futuro. Sarà una sorpresa. Molti veliterni avranno un sussulto emotivo nel rivedere i locali dove sono cresciuti fantasticando dietro alle pellicole che venivano proiettate. La storia dell’Artemisio viene da lontano, sarà raccontata in ogni suo dettaglio perché è un patrimonio di tutti e che tutti dovranno conoscere al meglio. Tanti artisti e gente comune hanno dato lustro al teatro e grazie a loro oggi è possibile riaprire. Il loro impegno è stato determinante e la loro passione non ha fatto spegnere quella fiammella di speranza che all’inizio degli anni ’80 sembrava destinata a smorzarsi.

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Foto Università del Carnevale

Tuttavia se oggi l’Artemisio accende i riflettori questo lo si deve in particolare alla tenacia di Gian Maria Volontè, artista straordinario e figlio adottivo di Velletri, che in una fredda sera, quando si doveva decidere delle sorti del teatro, disse che lui si sarebbe speso in prima persona ma che il teatro avrebbe riaperto e mai sarebbe diventato un parcheggio (questa sarebbe stata la destinazione). Un impegno mantenuto, come fanno le persone serie, e Velletri non lo poteva dimenticare. Oltre alle parole Gian Maria Volontè ci ha messo la faccia, ha lavorato per fare pressioni, ha sensibilizzato il mondo politico e della cultura, ha rimesso in moto quella speranza che oggi si concretizza con l’apertura del Teatro Artemisio “Gian Maria Volontè”! Esatto, l’amministrazione comunale ha deciso di dedicarglielo, un gesto autentico, nato dalla convinzione di tutti che Volontè è stato un bene per Velletri, una città con la quale ha condiviso parte della sua vita e dei suoi affetti e che oggi lo ringrazia per questo. Tornando all’inaugurazione non resta che aspettare sabato 10 novembre e farsi una passeggiata per il centro storico, se ne vedranno di cose fantastiche. Per tutti coloro che vorranno prenotarsi un biglietto, sarà possibile farlo presso il PIT (Punto Informazione Turistica) di piazza Garibaldi, e ritirarlo gratuitamente fino a esaurimento disponibilità. Luca Masi


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N O N S O LO R O S A

Velletri, Concessionaria Centomiglia

A Velletri apre il nuovo polo dell’auto Grandi novità per il Gruppo Cresci. Il gruppo automobilistico più grande della provincia di Roma ha infatti deciso di aprire un vero e proprio polo dell’auto a Velletri. Quattro i marchi coinvolti, Fiat, Nissan, Renault e Dacia, che insieme ad un Centro Assistenza e Ricambi, sono il cuore pulsante del nuovo Centro Automobilistico che dal 1° Ottobre sarà attivo presso la Concessionaria Centomiglia di Via Fontana della Rosa 229. Da sempre sinonimo di qualità, garanzia e professionalità, il Gruppo Cresci ha voluto offrire, ancora una volta, ai suoi Clienti un’ampia gamma di servizi per accompagnarli, non solo nel momento dell’acquisto dell’auto, ma nell’arco dell’intera esperienza di consumo. Nel prestigioso Showroom Veliterno che già ospitava il marchio Fiat, i Clienti possono trovare, oltre ad un vasto assortimento di auto, un team di professionisti che saprà accoglierli e consigliarli nell’acquisto della propria vettura e supportarli per gli interventi in assistenza e nell’acquisto dei ricambi. Un vero polo dell’auto, all’avanguardia, che ti offre auto di cortesia, preventivi su noleggio vetture, proposte di finanziamenti e assicurazioni tra i più competitivi sul mercato. Servizi a valore aggiunto per uno polo automobilistico nato con un preciso scopo: soddisfare ed andare incontro alle esigenze del Cliente, creando con quest’ultimo un rapporto di stima e fiducia reciproci. Il Gruppo Cresci, infatti, sa che è il servizio a fare la differenza.

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Verso l’elezione della Consulta dei cittadini apolidi

Velletri tenta l’integrazione con il metodo della partecipazione democratica Opposte resistenze da chi vuole “esercitare” una funzione di controllo sugli stranieri Velletri verso una piena integrazione con le comunità apolidi tramite la costituzione di una Consulta Cittadina. Un passaggio qualificante che consente alla numerosa comunità straniere presenti in città di partecipare attivamente alla vita sociale e politica. Le elezioni si svolgeranno il prossimo 2 dicembre e tutti i cittadini stranieri sono stati avvisati con una lettera a presentare le proprie candidature e anche le regole con le quali si svolge la consultazione. Una scelta ponderata che ha visto un intenso lavoro dell’assessorato per ricercare la migliore soluzione per garantire a tutti una partecipazione proporzionale al peso che hanno le diverse comunità. In un primo momento si era pensato di eleggere una sola persona a suffragio universale, il cosiddetto “trentunesimo consigliere” (in vero con la nuova riforma diventerebbe il “venticinquesimo”), un cittadino straniero residente a Velletri che poteva interagire con il Consiglio Comunale com poteri ben distinti e comunque consultivi. conosce la vera capacità d’integrazione e neanche quali siano L’amministrazione, anche dopo un interessante confronto, le speranze e le prospettive dei cittadini stranieri che vivono ha però ritenuto che l’elezione diretta di un solo cittadino a Velletri. straniero avrebbe favorito la comunità più numerosa la- L’appello che viene lanciato a tutti i cittadini stranieri di Velsciando fuori tutte le altre. Anche sulla base delle esperienze letri e anche ai cittadini veliterni che leggeranno questo artimaturate in altri comuni si è deciso di procedere con l’ele- colo, è quello di sensibilizzare la partecipazione e andare zione di una Consulta Cittadina, la cui rappresentanza è ga- oltre le sterili polemiche messe in atto da chi vuole costruire rantita in modo proporzionale a tutte le etnie presenti un potere personale alle spalle dei cittadini stranieri. Formare mediante strumenti di partecipazione democratica. La Con- una Consulta con un’ampia partecipazione democratica è la sulta così eletta potrà, al proprio interno, definire le regole di migliore risposta a questi personalismi. rappresentanza e avanzare delle proposte. Un percorso liLuca Masi neare e partecipato immaginato per dare a tutti un’opportunità e non per far emergere solo un personaggio magari anche strumentalizzato dall’esterno così come spesso accade a Velletri. Una scelta che non è stata condivisa da tutte le forze politiche e ha trovato una forte contrapposizione che si è trasformata, fino ad oggi, in boicottaggio da parte di alcuni che vorrebbero che le proprie idee venissero imposte a tutti. Già una volta era stata convocata l’elezione della Consulta ma non si riuscì a raggiungere il numero minimo dei candidati proprio in seguito a queste azioni di guerriglia sociale messe in atto da chi non vuole che una rappresentanza qualificata possa ritrovarsi intorno a un progetto sociale così importante come la Consulta. Come è stato espresso anche in Consiglio Comunale la Consulta è un primo passaggio verso una Zakaria Moustaquime e Daniele Ognibene piena rappresentanza dei cittadini apolidi, nessuno

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Lavoro

N O N S O LO R O S A

Parte la corsa per gli 11.892 aspiranti insegnanti. Per i nostri lettori ecco una guida a tutte le prove del concorso

Dopo tredici anni ritorna il maxi concorso per insegnanti Dopo ben tredici anni di attesa, ritorna il maxi concorso per la scuola, che darà un’opportunità di assunzione per più di 11.000 docenti italiani. Dopo un lungo lavoro di ricerca e studio approfondito della condizione in cui versano la scuola italiana e i suoi precari, il Ministero della Pubblica Istruzione Università e Ricerca, guidato dal Ministro Profumo, è riuscito a trovare i fondi necessari per mettere in campo questa iniziativa. In questi casi le cifre sono d’obbligo per rivelare in modo più che esaustivo, l’importanza di questo evento: saranno almeno 160.00, se non addirittura 200.00 gli aspiranti docenti che invieranno la domanda per prendere parte al concorso. Il bando, pubblicato il 25 settembre sulla Gazzetta Ufficiale, parla di 11.545 docenti da assumere nel biennio 2013-14, opportunità promessa a fine agosto dal ministro Profumo, firmatario del documento. Il prossimo anno scolastico (se la selezione sarà conclusa nei tempi previsti) entreranno in ruolo 7.351 neo-professori, mentre i restanti, 4.191 docenti saliranno definitivamente in cattedra nell'anno scolastico 2014-2015; ingressi che serviranno a coprire il 50% del fabbisogno, mentre l'altra metà verrà soddisfatto attraverso le graduatorie a esaurimento dei precari. Tornando alle modalità di partecipazione al concorso, in questi giorni impazzano sui siti specializzati come Orizzonte Scuola, Sussidiario e tanti altri, consigli, rimandi a link utili sui requisiti necessari per partecipare, cosa studiare, cosa aspettarsi dalle domande di concorso e soprattutto come compilare passo dopo passo il bando, operazione che spesso e volentieri richiede passaggi infinti e tutt’altro che elementari. A questo proposito noi di Nonsolorosa siamo scesi in campo per voi, in tal modo, anche per i nostri lettori aspiranti insegnati, il "concorsone" non avrà più alcun segreto!

Al concorso possono partecipare i docenti che hanno conseguito un’abilitazione alla professione d’insegnante entro quest’anno, oppure che abbiano conseguito la laurea entro il 22 giugno 1999. Altro requisito per partecipare al bando (ma questo riguarda solo i candidati per le scuole dell’infanzia) il conseguimento del titolo di studio entro l’anno scolastico 2001-2002, ovvero al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'Istituto Magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997-1998. Un volta verificati i requisiti di base, occorre proseguire con una ricerca molto accurata per verificare a quale classe di concorso il proprio tiolo di studio

appartiene. Per adempiere a questo compito, è sufficiente controllare le tabelle ministeriali. Una volta verificata la propria posizione, il candidato dovrà compilare l’iscrizione on line, disponibile insieme al bando, sul sito del MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) www.istruzione.it a partire dal 6 di ottobre. Quest’operazione potrà essere eseguita fino al 7 novembre non oltre le 14.00. I docenti possono candidarsi per una o più classi di concorso in base alle abilitazioni ottenute. Ciò può accadere solo nella stessa regione, che potrà essere scelta dal candidato stesso.

Dopo l’iscrizione al bando, è il momento della prova di preselezione. Confermando il trend già annunciato dal ministro Profumo, convinto promotore della necessità di una scuola più informatizzata a portata di clic, la prima prova sarà effettuata su PC. Consisterà, infatti, in un test di 50 quiz su vari argomenti tra cui logica, comprensione del testo, lingua straniera comunitaria a scelta s0tra inglese, francese, tedesco, spagnolo e informatica ovviamente. Trattandosi di quiz a riposta multipla non è necessaria la frequenza a corsi preparatori specifici, basta prepararsi mediante delle simulazioni. Utilissimo anche un mega “ripassone” degli argomenti generali su cui punteranno i quesiti, senza dimenticare una rinfre-

scata alla grammatica della lingua straniera scelta, e alle nozioni principali d’informatica. Dalla prova preselettiva, oltre alle competenze nozionistiche e di ragionamento, è richiesta una grande velocità riflessiva: il candidato avrà a disposizione solo 50 minuti per rispondere alle 50 domande del test. Per superare questa fase preselettiva, bisogna conseguire un punteggio non inferiore a 40/50. Le date della prova verranno rese note una ventina di giorni prima della prova stessa, tramite pubblicazione di avviso sulla Gazzetta Ufficiale nella serie speciale dedicata concorsi ed esami, nonché sul sito del Ministero insieme al luogo dove si svolgerà il concorso.

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La seconda prova «scritto-pratica» sarà invece su base nazionale. Consisterà in una serie di quesiti a riposta aperta «finalizzati a valutare la padronanza delle competenze professionali nonché delle discipline oggetto di insegnamento». Riguardo al punteggio per questa prova scritta si può ottenere da un massimo di 40 punti ad un minimo di 28. Tuttavia è bene aspirare al massimo, considerato che il punteggio ottenuto nella prova scritta, corrisponde con quello di ammissione all’orale. Per concludere l’iter del concorso è necessario superare un’ultima prova orale, che non si limita a valutare la conoscenza della disciplina che si

aspira ad insegnare ma anche la capacità stessa di insegnarla; perciò la prova orale consisterà nella simulazione di una vera e propria lezione di trenta minuti su una traccia estratta dal candidato. Successivamente si proseguirà ad un colloquio nel quale si approfondiranno i contenuti e le scelte didattiche e metodologiche della lezione. Un ultimo consiglio: studiate, impegnatevi al massimo e vivete questa opportunità con il giusto entusiasmo e anche con un pizzico di emozione, che non guasta mai. In bocca al lupo a tutti i candidati! Maria Rita Cappucci

Un occhio al mondo del lavoro NONSOLOROSA vi segnala qualche opportunità lavorativa: tentar non nuoce, soprattutto in questi momenti di crisi! ON L'APPUNTAMENTO C BRE RYANAIR E' A OTTO

no? è sempre stato il vostro sog Fare l'hostess o lo steward oa re, ob a Roma il 9 o il 30 ott Potete presentarvi allora lea ir, se: in queste date Ryana Milano l'11 dello stesso me nti de en cast, assume nuovi dip der nel settore dei voli low e incandidatura va comunqu da inserire in organico. La sella ne w.crewlink. ie, cliccando viata tramite il sito ww e im ott ili: Requisiti indispensab zione: “recruitment days”. ai ore eri inglese e altezza non inf capacità natatorie, fluente 157 cm.

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(devani camerieri e cameriere Contratto di 6 mesi per gio Disney anni) a bordo delle navi vono aver compiuto 21 enza sta il diploma e la conosc in giro per il mondo. Ba l'11 didatura va inviata entro della lingua inglese. La can alserzo mail cruise@internation novembre 2012 all'indiriz va scritto in inglese. vices.fr, ma attenzione: il CV

MAXI CONCORSO SC

UOLA:

C'E' TEMPO FINO AL 7 NOVEMBRE PER IN VIARE LE DOMANDE Per iscriversi al concorso che porterà all'assunzione di 11.542 insegnanti, occorr e seguire la procedura tele matica Polis attraverso il sito del Ministero dell'Istruzione. Il testo del bando è disponibile sul lo stesso sito, www.istruzion e.it, e sulla Gazzetta Ufficiale : teneteli d'occhio per ess ere aggiornati sul diario delle pro ve.

LA BANCA D'ITALIA OFFRE 5 BORSE DI STUDIO

La Banca d’Italia mette a concorso 5 borse di ricerc a per giovani economisti con int eresse ed esperienze nell’a mbito della ricerca economi ca applicata e delle sue implicazioni di politica economi ca. Al termine del primo anno di fruizione della borsa ess i potranno essere convoc ati a partecipare ad una selezion e per l’assunzione a tempo indeterminato nel grado ini ziale della carriera direttiva . Informazioni su www.bancadit alia.it

NONSOLOROSA declina ogni responsabilità per l'eventuale cambiamento di date o regolamenti inerenti i concorsi pubblici, nonché ogni contatto con le aziende che offrono lavoro. Questa rubrica è da intendersi puramente al servizio del lettore, che dovrà incaricarsi delle necessarie verifiche sulle aziende offerenti.

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L’Unione Europea riceve il Premio Nobel per la pace

Premio Nobel per la Pace 2012

Probabilmente non ricordo con precisione chi ha vinto gli scudetti del campionato di calcio negli ultimi 20 ma di sicuro ricordo a chi è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace e sempre ho atteso, trasognante, la decisione dell’Accademia. Questa volta, grande sorpresa, è stato assegnato proprio a me e anche te, caro, lettore, insieme con altre 500 milioni di persone: all’Unione Europea. Una decisione inattesa ma in linea con il coraggio che l’Accademia ha sempre mostrato di avere e che apre a profonde riflessioni che auspico siano capaci di rafforzare il nostro europeismo. Il pensiero corre subito a “quei due”, mi riferisco a Ernesto Rossi e Altiero Spinelli quando confinati sull’isola di Ventotene iniziarono a dare forma a un pensiero che sembrava un sogno. Quel seme che ha diffuso le spore ovunque e ha continuato a germogliare contaminando tante donne e uomini che da allora hanno saputo dare forma a quel sogno fino a farlo diventare una realtà. La storia la conosciamo tutti, sappiamo quanto abbiamo creduto all’Europa e quanto i nostri rappresentanti politici siano stati capaci di dargli quella forma che oggi vince il Nobel della Pace per tutti noi. La passerella è ampia, penso a De Gasperi a Moro a Berlinguer a Ciampi a Prodi a Napolitano a Monti solo per citare gli italiani che hanno creduto fortemente nell’Europa anche quando spiravano - come adesso - venti contrari. L’idea di Europa non si coglie dalla piazza del paese e non è la sola possibilità (pure straordinaria) di avere in tasca una moneta comune con centinaia di milioni di persone. Si coglie con il confronto aperto e autentico con gli altri popoli, con la capacità di conoscere storie e tradizioni, sogni e speranze, aprendosi a quel dialogo che è alla base di una crescita che va oltre ogni crisi economica. L’Europa è un’idea

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destinata a compiersi, siamo solo a una parte del cammino e sono certo che ciò accadrà quando la generazione dell’Erasmus diventerà classe dirigente, quando gli Stati Uniti d’Europa diventeranno una realtà forte. Innanzitutto dobbiamo smetterla di piagnucolare e di vedere gli altri Paesi dell’Unione come avversari, sono nostri compagni di avventura, condividono con noi il presente e ambiscono allo stesso futuro. Nei recenti Giochi Olimpici di Londra ho “manipolato” il medagliere riformulando una classifica prevedendo che tutti i Paesi dell’Ue corressero sotto la stessa bandiera; le medaglie d’oro dell’UE sarebbero state ben 88, quasi il doppio della Cina e degli Usa. Spero che il riconoscimento del Nobel non svanisca nel dimenticatoio e che vada oltre i titoli dei giornali del giorno dopo. “L’integrazione europea è nata innanzitutto come progetto di pace”, così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato il premio, parole che andrebbero impresse per rammentate a coloro i quali, con fare populista, additano l’Europa come responsabile della crisi epocale che viviamo. L’Europa è nello stesso tempo contenitore e contenuto, assume la forma desiderata perché contiene in sé quell’elemento magico capace di costruire un orizzonte di senso per i popoli e per i Paesi che la compongono. Sarebbe un grande esercizio condividere il Nobel per la Pace con gli altri Paesi europei, quelli che ancora non sono sotto la bandiere con le dodici stelle ma che stanno lavorando per arrivarci e tutti insieme dobbiamo fare uno sforzo per accoglierli. L’Europa è quella dei popoli, comprende i fratelli di Balcani, tutti, nessuno escluso, arriva fino agli Urali e travalica. L’Europa è un sogno e non un incubo e tutti coloro che lo credono si debbono battere quotidianamente e il Premio Nobel per la Pace è una medaglia che potremmo attaccare sul bavero delle nostre giacche e andarci orgogliosi. Luca Masi


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Cinquant’anni fa l’apertura del Concilio Vaticano II

Il discorso della luna di Giovanni XXIII fu l’inizio di un’esperienza che ha cambiato la Chiesa Molti giovani non hanno compreso in pieno l’anniversario dei 50 anni dell’apertura del Concilio Vaticano, le immagini di una tv sbiadita e la sua icona più significativa, rappresentata dal viso e dalla voce del Papa Buono, lo fanno sembrare un evento statico, accaduto una sera di tanti anni fa quando sul cielo di Roma brillava la Luna Piena. La portata innovativa di quella processione simbolica andava ben oltre le tradizioni della Chiesa di Roma, iniziava una riflessione che coinvolgeva le più grandi menti del tempo e che avrebbe dato alla Chiesa un volto nuovo, più vicino alla gente e nella prospettiva del nuovo millennio. Dunque attuale anche per noi oggi, tanto più che le riflessioni e le discussioni di quegli anni (il Concilio si concluse nel 1965 dopo essere strato annunciato nel 1959) hanno orientato lo sviluppo dell’Occidente e non solo quello dei cattolici. Giovanni XXIII ebbe l’intuizione di indire il Concilio tra l’incredulità, un colpo a sorpresa che lasciò perplessi molti teologi e intellettuali che pensavano a una scelta azzardata poiché un Concilio doveva essere preparato per tempo. Angelo Roncalli era così, un saggio che aveva ben ponderato la portata della sua decisione e aveva previsto anche lo stupore dei tanti suoi collaboratori, anzi forse fu proprio l’elemento sorpresa che assegnò carattere di autenticità al Concilio. Ma la cosa più sorprendente fu il termine usato dal Papa per dare carattere di innovazione al Concilio, usò la parola “aggiornamento”, un’assise planetaria per condividere un cambiamento da parte di una delle istituzioni più conservatrici del pianeta. Niente male! Già con questi pochissimi elementi si può capire meglio la portata del Concilio, cosa significò per la Chiesa ma anche per la società, in particolare per quella italiana sempre legata alle vicende di Oltre Tevere. L’interminabile processione dei Vescovi e dei Padri convocati per il Concilio non fu affatto una passerella come in tanti temevano, già nella prima riunione, all’atto di for-

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mare delle commissioni, alcuni Padri chiesero un rinvio per approfondire meglio la discussione. Richiesta valutata e concessa proprio dal Papa che dimostrò, qualora fosse rimasto qualche dubbio, che il Concilio era cosa seria e che doveva spogliare tutti dai pregiudizi e che il lavoro svolto avrebbe avuto eco nei decenni a venire. La Chiesa aprì un confronto culturale senza precedenti e gettò le basi per le grandi Encicliche sui temi sociali che avrebbero segnato la vita di tante donne e tanti uomini creando le condizioni per l’impegno di milioni di cristiani in tutto il mondo. Di quel gruppo di Padri Conciliari ne restano una settantina in vita, naturalmente molto anziani che oggi sono la testimonianza vivente della straordinaria esperienza del Concilio Vaticano II che ha ancora molto da dirci. Luca Masi


L’angolo del Cinem inema

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Dopo il trionfo a Cannes arriva nelle sale la commedia di Matteo Garrone “Reality” Anche stavolta Garrone è stato in grado di coniugare il successo di pubblico con le buone critiche in sala. Con il suo “Reality”, il regista di “Gomorra” ha voluto proporre una storia originale dove il protagonista, prima spalleggiato e poi ostacolato dai fratelli, decide di fare il provino per il Grande Fratello, il reality più famoso della tv italiana. Improvvisamente la vita di Luciano, tranquillo pescivendolo napoletano, viene stravolta da uno strano pensiero: pur non avendo superato la selezione è convinto che gli autori della trasmissione lo stiano seguendo e riprendendo giorno e notte, insomma fa fatica a distinguere realtà e

illusione sentendosi 24 ore su 24 sotto i riflettori. A nulla valgono i tentativi della sua numerosissima famiglia né quelli di una prete, che lo porta addirittura in pellegrinaggio a Roma. Oltre alla trama, l’arma vincente del film è il suo protagonista, Aniello Arena definito dallo stesso Garrone, “un incrocio tra Deniro e Totò”. Condannato nella vita reale per una strage di camorra, Arena sconta l’ergastolo a Volterra, ma grazie a Garrone ha cominciato una nuova vita.

Arriva nelle sale Ted l’orsacchiotto più sfacciato del mondo Non è facile avere per migliore amico un pupazzo di peluche che parla, ride, scherza, dice parolacce e beve birra. Ma è quello che succede a Mark Wahlberg in questa strana e irriverente commedia. Diventato parlante per esaudire il sogno di una ragazzino, il tenero orsacchiotto

Ted, trent’anni, dopo quando il suo padroncino è ormai un uomo, è una presenza un po’ ingombrante e fuori luogo soprattutto per la sua fidanzata. A creare questo orsacchiotto irriverente e sboccato, Seth MacFarlane, la mente perversa che ha creato i “Griffin”.

L’angolo dei libri Walter Veltroni “L’isola delle rose” L’ultimo romanzo di Veltroni è la versione romanzata di un fatto realmente accaduto in Romagna nel 1996. Tre ragazzi decidono di aiutare il loro amico Giulio a costruire una piattaforma appena oltre il limite delle acque territoriali per accoglier una comunità di artisti e poeti e musicisti. Tutti si impegnano per realizzare questa cosa, del resto siamo nell’epoca meravigliosa in cui ogni cosa sembra possibile, anche dichiarare l’indipendenza dell’isola che non c’è.

Dacia Maraini “L’amore rubato” Le protagoniste de "L'amore rubato" combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l'amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. In tutte queste storie, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell'altro una persona da rispettare e coloro che, considerano l'altro un oggetto da possedere e schiavizzare.

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Ondine famose

Hanno percorso insieme un lungo tratto del secolo scorso ma non si sono mai incontrate ed anzi, a ben vedere, hanno camminato lungo strade completamente diverse. Ed anche quel loro avere lo stesso nome così originale è frutto soltanto del caso. Ondina Valla, nata a Bologna nel 1916, si chiama in realtà Trebisonda, nome della città turca che il padre ritiene la più bella del mondo; ma poi, dopo i primi successi sportivi, un giornalista sbaglia a scrivere il suo nome e per un banale gioco di parole tutti cominciano a chiamarla affettuosamente Ondina. La Peteani, invece, nata a Trieste nel 1925, viene battezzata proprio con quel nome. Per la prima il destino ha riservato una brillante carriera sportiva; per l’altra ci sono i cantieri navali di Monfalcone e la vita dura dell’operaia. Ondina Valla si dedica con passione allo sport e già a tredici anni, dopo aver gareggiato e vinto nei campionati studenteschi bolognesi, è ritenuta da tutti una delle grandi promesse dell’atletica leggera italiana. L’anno dopo diviene campionessa italiana assoluta ed è convocata in nazionale. E’ un’atleta versatile, fortissima in tutte le specialità nelle quali si cimenta, dalla corsa veloce a quella ad ostacoli, nei salti e nelle staffette. Presto la sua popolarità diviene enorme anche perché la stampa fascista la promuove come fulgido esempio della sana e robusta gioventù italiana: “il sole in un sorriso”. Chiamata a partecipare alle olimpiadi di Berlino del 1936, vince la semifinale degli 80 metri ostacoli stabilendo anche il nuovo record mondiale; il giorno dopo conquista l’oro nella finale. Ha soli vent’anni ed è la più giovane atleta italiana ad aver ottenuto tale risultato olimpionico e questo record rimarrà imbattuto fino

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al 2004. Nel 1937 stabilisce il nuovo primato italiano nel salto in alto. Continua a gareggiare fino ai primi anni quaranta conquistando una quindicina di titoli nazionali in varie discipline e tre vittorie ai Giochi mondiali dello sport universitario di Tokyo. Intanto però, purtroppo, vanno aggravandosi i problemi alla schiena che, rivelandosi poi spondilosi vertebrale, la costringeranno a ritirarsi definitivamente dall’attività sportiva. Intanto quell’Italia della quale è stata uno dei simboli e che tanto l’ha osannata e amata va dissolvendosi tragicamente negli orrori della guerra: siamo nel 1943 e l’altra Ondina, l’operaia di Monfalcone ora appena diciottenne, decide di partecipare alla guerra di Liberazione unendosi ai Battaglioni partigiani del Carso e più precisamente alla Brigata Proletaria. Fa la staffetta, un compito pericolosissimo che gli procura un paio di arresti e altrettante fughe rocambolesche. Poi, però, arriva il giorno del destino: arrestata l’11 febbraio del 1944, viene condotta al comando delle SS di Trieste. Da lì non si fugge: in carri bestiame si parte per la deportazione. Ondina Peteani arriva al campo di concentramento di Auschwitz dove gli viene tatuato il numero 81672. Precipita, ma con dignità, nell’orrore assoluto. Sopravvive alle disumane condizioni di vita in quel famigerato campo di morte e al trasferimento nel campo di Ravensbruck. Ondina è forte, è un’operaia dei cantieri di Monfalcone e una partigiana; è una ragazza che conosce la fatica, le privazioni, il pericolo e la sofferenza ma è anche una giovane donna che ha lottato e lotta ancora per la libertà. Così, durante una marcia di trasferimento dalla fabbrica nella quale lavora come schiava al campo di concentramento dove alloggia come reclusa, riesce ancora una volta a fuggire. Nel luglio del 1945, dopo tre mesi incredibili, riesce a tornare a Trieste per riabbracciare i suoi familiari ed il cane che l’ha aspettata e riconosciuta. Non l’aveva liberata nessuno, si era liberata da sola. Dopo la guerra Ondina Valla, l’atleta, ora sposata e residente fino alla fine, arrivata nel 2006, nella tranquilla L’Aquila, città del marito, è sempre più lontana dalle cronache sportive e si gode un oblio che verrà interrotto solo nel 1978 dal furto della sua medaglia d’oro berlinese. Ondina, l’operaia partigiana, diviene ostetrica e continua, con voluta modesta marginalità, l’attività politica nelle fila del PCI e dell’ANPI. Muore nella sua Trieste nel 2003. Paolo Maola


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L’arte Enogastronomica

L’olio extravergine d’oliva

Daniele Ciani cianidaniele@tiscali.it

La raccolta delle olive, innanzitutto, dovrebbe essere fatta a mano (brucatura) per evitare che i frutti vengano ammaccati o schiacciati e , di conseguenza, subiscano attacchi fungini, da cui il difetto dell'olio detto ammuffito, e processi fermentativi da cui il riscaldo, il rancido. Importantissimo poi è il momento della raccolta. Nel nostro territorio per avere un prodotto finale di qualità, che emani aromi fruttati e di bassa acidità, bisogna raccogliere nel periodo dell'invaiatura, quando il colore della buccia dell'oliva lascia il verde giallastro per diventare rossastro e violaceo e la polpa interna non sia diventata scura. Una volta fatta la molitura o frangitura dei frutti con molazze tradizionali a pietra o con martelli rotanti o con rulli, la pasta ottenuta viene rimestata delicatamente (gramolatura) e viene poi avviata all'estrazione del mosto oleoso.Ci sono molti sistemi di estrazione che per dare un olio extravergine non possono essere chimici, l'importante è che durante questa, come nelle fasi precedenti, non avvenga un riscaldamento elevato che snaturerebbe completamente l'olio causando anche difetti. L'ultima operazione è la separazione, nel mosto oleoso, dell'olio dall'acqua di vegetazione che oggi per lo più avviene rapidamente con macchine centrifughe. Ecco qua, quindi, il nostro olio extravergine; extravergine solo se avrà un'acidità espressa in acido oleico, al massimo di 1g su 100g di olio ed all'esame organolettico non presenterà difetti ed avrà profumi fruttati pregevoli, come stabilisce la legge. Il nostro extravergine è veramente una spremuta di frutta totalmente naturale. Fa bene a tutto e a tutti. E' il grasso più digeribile. Preso prima di un “buon pranzetto” fa da protezione alle mucose dello stomaco e lo difende dalle ulcere. Se si prende come lassante, non irrita e non contrae a fondo al cistifellea. Rallenta il processo d'invecchiamento soprattutto delle cellule nervose del cervello e riduce l'eccesso di colesterolo del sangue.Per quanto riguarda la valenza gastronomica, è senza dubbio il re dei condimenti a crudo ma anche in cottura è il grasso ideale per ogni tipo di cibo grazie alle qualità sia salutari, di cui ho accennato prima, che di aromaticità. Ma per sfatare ogni pregiudizio, voglio elogiarne i meriti nella frittura.Friggere significa cuocere un alimento in un grasso portato ad una temperatura tale che la superfice, spesso rivestita con solo farina o pastella o impanatura, formi, rapidamente, una crosticina croccante e dorata che non permette la fuoriuscita dei succhi dell'alimento rendendo morbido l'interno. Per fare ciò la temperatura ovviamente deve essere elevata, quindi si pone il problema di non fare bruciare il grasso di cottura, di non fare raggiunger il cosidetto “ punto di fumo” al quale comincia a fumare e a generare composti di sapore sgradevole e alle volte anche tossici. Niente paura!!! L'olio extravergine ha un punto di fumo oltre i 200° ( gli oli di semi lo hanno molto più basso) e siccome la temperatura più alta utile per una frittura è 185°, potete benissimo friggere in assoluta sicurezza.Queste poche righe raccontano solo un'infinitesima parte di tutto quello che si potrebbe dire su questo prodotto senza tempo che ha le fondamenta su radici millenarie.


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Viaggi

Togo e Benin: Terra di Vudù

Marco Rossetti marco.rossetti@viaggiofflimits.it ...E' proprio attraverso il viaggio ( mentale o reale che sia, interiore o avventuroso) che ogni generazione costruisce la propria memoria e, a ben guardare, anche la propria leggenda... PierV.Tondelli

Una regione in cui il passato vive strettamente a contatto col presente e dove si alternano paesaggi di colline, foreste, spiagge incontaminate sull’oceano blu. Il viaggio nella magia comincerà con una visita al mercato dei feticci di Lome, dove sono messi in vendita gli ingredienti dei sacrifici vudù. E' qui che i vari adepti dell'animismo locale vengono a comprare gli elementi necessari per i loro culti. I responsabili del mercato ci mostreranno alcuni «gri-gri» prodotti per risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. Percorrendo la strada che ci porta verso nord visiteremo villaggi tradizionali e, se l’occasione si presenta, passeggeremo in qualche bel mercato colorato, confondendoci tra la folla piena di vita … Lomè è una capitale ridente, colorata, orgogliosa del suo

mercato centrale con le Nana-Benz, del quartiere con i palazzi coloniali, del singolare mercato dei feticci, dove si vendono gli ingredienti per realizzare i sacrifici vudù. Riti antichi e “forti” a Ouidah,una delle capitali del vudù africano; ritualità nelle maschere delle etnie Yuruba e Fon. Non solo “religiosità”: l’architettura come arte, nei colori della terra dei villaggi Taneka, nelle dimore fortificare dei Somba, nelle case su palafitte, nel palazzo reale di Abomey. Una pista attraverso la catena collinare dell'Atakora ci condurrà all'incontro dei Tamberma. Per ragioni di difesa hanno trovato rifugio da secoli nella catena montuosa dell'Atakora, su un territorio dall'accesso difficile che ha permesso di sfuggire a tutti gli influssi esterni e principalmente alla tratta negriere verso il nord Africa islamizzato. Secondo gli specialisti le loro origini li accomunano ai Dogon del Mali: con loro condividono una fedeltà assoluta alle proprie tradizioni animiste. Prova ne è la presenza di grandi feticci, a forma fallica, all'entrata delle loro case. Le dimore, di singolare bellezza, sono in forma di minuscoli castelli costruiti su tre piani. Architetti di avanguardia come Le Corbuisier sono rimasti colpiti per la plasticità delle forme di queste dimore fortificate. Con il permesso accordatoci dagli abitanti entreremo nelle loro case per comprendere il loro stile di vita. Un po' più ad est, una volta attraversato il confine del Benin, incontreremo i Betammaribe (alias "Somba), che condividono con i Tamberma lo stesso spazio ambientale: le colline Atakora. Come loro costruiscono bei castelli d'argilla, ma da loro si differenziano per alcuni riti iniziatici molto suggestivi. I giovani, verso 18-20 anni, si fanno scarificare tutto il ventre con intricati e raffinati motivi geometrici. Prendono l'iniziativa liberamente ma anche profondamente convinti che solo queste scarificazioni daranno loro uno statuto di veri uomini, nel mondo degli adulti. Si tratta della sua nascita ufficiale, come membro del gruppo. Fini e molteplici scarificazioni sul volto ricorderanno, per sempre, che è un Betammaribe Non solo un viaggio, ma un contributo concreto alla sfida contro la povertà e all’emigrazione


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Nuove tendenze nel mondo del fitness

Ginnastica dolce e benessere psicosomatico una nuova strada per tornare in forma Con l'arrivo dell'autunno i patiti del fitness cominciano a pianificare la stagione sportiva: con l'estate ormai alle spalle, si pensa già a presentarsi in forma per quella che verrà. Sappiate però che faticare a ritmo di musica, con il sudore che gronda dalla fronte e il fiato corto, non è più di moda. Oggi, a causa anche dei ritmi di vita sempre più sincopati, la cura di sé stessi fa sempre più spesso rima con dolcezza, tranquillità, riflessione. Addio quindi allo spinning, all'aerobica con lo step o alle corse in tapis roulant: diamo il benvenuto alla yoga, alla ginnastica posturale, alle attività psicomotorie. Movimenti misurati, stretching muscolare, tonicità, controllo del respiro: sono queste le parole chiave della ginnastica dolce, che insegna a lavorare sul proprio corpo e ad accettarne i ritmi, per tornare in forma senza traumi. Sempre attuali le tecniche del Pilates, la disciplina che si concentra sui muscoli posturali, cioè quelli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a fornire supporto alla colonna vertebrale. Il Pilates lavora prima sulla mente e poi sul corpo, ma garantisce con l'applicazione muscoli scolpiti e un equilibrio da ballerina. Per chi ha problemi alla schiena, consigliatissima la tecnica "Back School" cioè scuola della schiena, che nasce con lo scopo di insegnare ed educare ad un uso sano della schiena, attraverso esercizi e posture, seguendo i principi chinesiologici che la governano. Questa tecnica unisce i contributi della medicina, della chinesioterapia, dell’ergonomia, della psicologia e dell’educazione alla salute: per questo è consigliata per ogni fascia d'età e per ogni problema fisico. Per chi ama la filosofia Yoga, infine, segnaliamo una branca della disciplina

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particolarmente utile per chi soffre di stress: le posizioni Asana, che si basano sul "sistema sottile" e permettono al praticante, assumendo diverse posizioni, di purificare i canali energetici ed incanalare l'energia verso specifici punti del corpo, per ottenere così un notevole beneficio psico-fisico. Le discipline dolci sono diverse e ogni centro sportivo di media grandezza ne inserisce diverse nell'orario delle proprie lezioni: c'è sempre chi preferirà tirare pugni al sacco per scaricare le tensioni, ma noi di NONSOLOROSA ci permettiamo di consigliarvi un approccio "dolce". In questi momenti di amarezza generalizzata, l'oasi di benessere più efficace potremmo trovarla dove meno ce lo aspettiamo: dentro di noi. Francesca Di Belardino



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CONCERTI 99 POSSE 17 ottobre Circolo degli artisti ROMA

FINLEY 9 novembre Circolo degli artisti ROMA

SALMO 18 ottobre Xl live "ex distillerie clandestine" ROMA

STEVE VAI 11 novembre Atlantico live ROMA FRANCESCO DE GREGORI "Sulla strada" 20 novembre Atlantico live ROMA

DIRE STRAITS LEGENDS 27 ottobre Latina

VERMEER. IL SECOLO D'ORO DELL'ARTE OLANDESE dal 1 ottobre Scuderie del Quirinale ROMA GUTTUSO. 1912-2012 dal 5 ottobre Vittoriano ROMA ORTI E GIARDINI – IL CUORE DI ROMA ANTICA fino al 14 ottobre Fori Imperiali ROMA

TEATRO

ANTONIO GIULIANI Dal 23 ottobre W ZORRO, IL MUSICAL TEATRO OLIMPICO Dal 9 al 21 ottobre Teatro sistina RODOLFO LAGANA' ROMA Dal 6 al 25 novembre TEATRO SISTINA MICHELE PLACIDO "RE LEAR" TERESA MANNINO Dal 16 al 28 ottobre Dal 8 al 13 novembre TEATRO QUIRINO TEATRO A. JOVINELLI COCHI E RENATO Dal 23 ottobre TEATRO SISTINA

MALIKA AYANE 22 novembre Auditorium Roma

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MOSTRE "ROBERT DOISNEAU. PARIS EN LIBERTÉ" dal 27 ottobre Palazzo delle Esposizioni ROMA I PAPI DELLA MEMORIA fino all'8 dicembre Castel Sant'Angelo ROMA TIZIANO fino a giugno 2013 SCUDERIE DEL QUIRINALE

MOMIX REMIX dal 13 novembre TEATRO OLIMPICO FILIPPO TIMI in "Amleto 2" Dal 15 al 25 novembre TEATRO A. JOVINELLI PETER PAN IL MUSICAL Dal 29 novembre al 9 dic. TEATRO SISTINA

CARMINA BURANA 10-11 novembre INAUGURAZIONE TEATRO ARTEMISIO

MY FAIR LADY Con Vittoria Belvedere e Luca Ward dall'11 dicembre TEATRO SISTINA ROCCO PAPALEO Dal 13 al 31 dicembre TEATRO A. JOVINELLI VINCENZO SALEMME Dal 18 dicembre TEATRO OLIMPICO


COMUNE DI VELLETRI

ASSESSORATO ALLA CULTURA

BIBLIOTECA “AUGUSTO TERSENGHI”

Sabato 27 ottobre 2012 ore 17.00 Nell’ambito del “Festival delle Biblioteche”

Incontro con l’attore Andrea Tidona e lo scrittore Gabriele Santoni Partecipano: Daniele Ognibene (Assessore alla Cultura) Leonardo Ciocca (Bibliotecario) PRESSO VILLA BERNABEI INGRESSO LIBERO




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