3 minute read

Efficacia, efficienza e prontezza operativa: la Squadra navale torna in mare

L’addestramento in mare è fondamentale perché consente di preparare, nella maniera più efficace e realistica possibile, gli equipaggi ad assolvere in sicurezza i compiti istituzionali, per assicurare a un Paese marittimo come il nostro, la tutela degli interessi nazionali, ovunque essi risiedano.

Cinque giorni di intense esercitazioni per gli equipaggi della Marina militare: dal Mar Tirreno al Mar Jonio, le unità della Marina hanno simulato situazioni che richiedono un intervento rapido per riportare gli equipaggi delle navi ad uno standard di prontezza operativa necessaria per far fronte ai diversi scenari nei contesti antiaereo, antinave e antisommergibile, per i quali il Paese potrebbe richiedere il supporto delle Forze armate, ed in particolare della Marina militare. A Taranto, la Seconda divisione navale agli ordini dell’ammiraglio Paolo Pezzuti, ha condotto un’intensa attività con diverse unità tra cui spiccano la portaerei Cavour, i cacciatorpediniere Andrea Doria e Francesco di Luciano Regina

Advertisement

Mimbelli e la nave da supporto logistico Etna, con a bordo gli allievi della Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia. Le manovre, che hanno previsto operazioni aeree anche di velivoli ad ala fissa, gli AV-8B Harrier II e tiri di artiglieria, si sono concluse venerdì 19 giugno. Si sono unite alle unità navali italiane due navi della Marina francese in rientro da una lunga attività nell’Oceano Indiano, a cui ha partecipato anche un elicottero della Marina italiana imbarcato per l’occasione sulla nave anfibia Mistral. In mare si è rivista anche la portaerei Cavour, che è rientrata in linea nella flotta dopo importanti lavori di adeguamento che le permetteranno di operare con i nuovi F35B della Marina militare. I velivoli del

tipo Stovl (Short Take Off & Vertical Landing) richiedono infatti il rafforzamento della superficie del ponte di volo e l’ammodernamento della strumentazione, anche informatica, per poter acquisire la piena capacità operativa (Foc – Full Operational Capability) con i nuovi velivoli stealth di quinta generazione. Pertanto l’unità, nel secondo semestre di quest’anno, farà rotta per gli Stati Uniti sia per qualificare il ponte di volo agli standard Joint Strike Fighter e così poter imbarcare i primi velivoli F-35B italiani della Marina, sia per certificare che i sistemi informatici, elettronici e logistici di bordo possano supportare efficacemente ed autonomamente le operazioni con i cacciabombardieri stealth. Cambiando scacchiere e passando a quello settentrionale, nel Mar Ligure un gruppo

di unità agli ordini dell’ammiraglio Silvio Vratogna, si è esercitato nell’individuazione e neutralizzazione di ordigni subacquei. Il gruppo era costituito dai cacciamine Alghero, Rimini e Termoli, unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegate per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi. Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittima assicurando il libero transito dei mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro.

Le attività sono impostate secondo una logica “ “a difficoltà crescente”, con lo scopo di mettere il personale alla prova in un ambiente complesso e realistico, consolidando e incrementando così le capacità, sia sul piano individuale sia a livello di equipaggi ”

Alcune immagini delle varie fasi dell’attività addestrativa in mare.

Caorle, faro di atterraggio

di Fabio Dal Cin

Nella seconda puntata della rubrica “Il Notiziario del Segnalamento”, scopriamo il faro di Caorle, cittadina veneta sul mare, incastonata tra la laguna di Venezia ed il golfo di Trieste

Nel primo numero della nostra rubrica abbiamo raccontato del fanale di “pericolo” “Scoglio d’Africa”, posizionato al centro del Tirreno a circa 44 miglia ad ovest dalla costa toscana: questo mese, impareremo a conoscere un segnalamento situato sull’altra sponda della nostra penisola, esempio di ingegno e versati

This article is from: