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Velista dell’anno 2019” tra i candidati al titolo Ferrari e Calabrò
Anche quest’anno la Federazione Italiana Vela ha celebrato le eccellenze sportive distintesi durante il 2019. Per riuscire ad assegnare l’ambitissimo premio, vengono prese in considerazione le prestazioni e i piazzamenti degli atleti azzurri nella vela Olimpica ottenuti, nell’anno di riferimento, in competizioni ufficiali nazionali e internazionali. Arrivata alla 26ª edizione, quest’anno la particolarità della premiazione è stata data dall’organizzazione dell’evento in diretta streaming a causa delle restrizioni dovute all’emergenza COVID 19. Il Velista dell’Anno nasce nel 1991 da un'idea di Alberto Acciari che, nel corso degli anni, si è affermato come il più importante e ambito riconoscimento nel settore, tanto da essere considerato l’oscar della vela. La premiazione ha suscitato un grande interesse per la Marina militare in quanto tra i finalisti, che fino all’ultimo si sono contesi il titolo, erano presenti i nomi di Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò: atleti del Gruppo Sportivo della Forza armata già campioni del mondo nella classe 470M juniores e che nel 2018 sono riusciti a qualificare l’Italia nella classe Olimpica 470 per i prossimi Giochi di Tokyo. Tanti erano i nomi prestigiosi arrivati nella fase finale ed è stato molto difficile per la giuria riuscire
ad assegnare il prestigioso titolo di Velista dell’Anno 2019, vinto da Marco Gradoni di soli 17 anni e già vincitore per tre volte del Campionato del Mondo optimist (2017, 2018, 2019). Dopo questa importante nomination avuta per i giovani atleti della Marina militare, non resta che continuare a sostenerli in vista dei prossimi eventi sportivi che si spera continuino a vederli protagonisti prima di gareggiare per il titolo nelle acque giapponesi vestendo i colori della nazionale.
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A sinistra i nostri atleti Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò a bordo dell’imbarcazione classe olimpica 470. In basso i candidati della 26ª edizione del premio “Velista dell’anno”.
VESTIRE GLI ONORI Manuale illustrato sull’uso delle decorazioni dell’OMRI con le tenute civili, ecclesiastiche, cavalleresche e le uniformi della Repubblica
Titolo del volume: Vestire gli onori Autori: Michele D’Andrea, Fabio Cassani Pironti e Carlo Cellerino Editore: Azzurra Publishing Pagine:140 Prezzo: € 19,90
“ V estire gli onori” non è soltanto un compendio, ma un bignami di facile consultazione. E’ la prima guida illustrata, almeno a livello italiano, che spiega come indossare correttamente le decorazioni cavalleresche e le medaglie sulle tenute civili, sugli abiti ecclesiastici e sulle uniformi delle Forze
Armate, della Guardia di Finanza, delle
Forze di Polizia a ordinamento civile, dei Vigili del Fuoco, dei Corpi militari della Croce Rossa e dell’Associazione
Cavalieri Italiani del Sovrano Militare
Ordine di Malta, delle Associazioni
Combattentistiche.
Gli autori Michele D’Andrea, noto esperto in materia onorifica e cerimoniale della Presidenza della Repubblica, insieme a Fabio Cassani Pironti, già diplomatico di carriera e esperto di araldica, con il contrammiraglio Carlo Cellerino, giornalista di grande esperienza nel settore della Comunicazione istituzionale e nella Pubblica Informazione, hanno lavorato a questo importante riedizione della pubblicazione edita nel 2005, adesso più fruibile a tutti coloro che svolgono attività di relazioni esterne, raggruppando tutte le informazioni essenziali in 144 pagine, con l’analisi di 37 fra tenute civili e uniformi e ben 450 splendide immagini vettoriali a colori che assicurano una precisione e una leggibilità straordinarie.
La prefazione la lasciamo alle parole del manuale originale: il mondo cavalleresco e ben fornito di regole scritte o consuetudinarie, ma la loro violazione è frequente, persino negli ambienti dove vivono le decorazioni come un fatto quotidiano. Il più delle volte, si tratta di un difetto di conoscenza, che si estende, purtroppo, anche agli uffici delegati a trattare la materia. È diffuso anche l'atteggiamento di chi si ritiene, in un senso, al di fuori delle regole e considera le onorificenze come un mero strumento di ostentazione personale. Si tratta di un errore anzitutto concettuale, perché attribuisce un alto grado di discrezionalità a un mondo regolato, al contrario, dall'architettura rigida, che individua i suoi membri proprio attraverso il segno dell'uniformità. Stefano Febbraro
Formato regolamentare Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone. Il collare si indossa sopra la divisa, adagiato simmetricamente sul petto e sulla schiena. La placca si dispone a sinistra, sotto il petto.