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L’addestramento dei soccorritori militari del Gruppo Operativo Incursori di Gianluca Degani

L’addestramento dei soccorritori militari del Gruppo operativo incursori

di Gianluca Degani

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Gli attuali scenari di conflittualità internazionale e la continua minaccia terroristica richiedono di poter disporre di personale sanitario altamente preparato e in grado di operare in contesti ostili, a supporto di operazioni di tipo tattico in ambito militare. Non sempre, però, è possibile assicurare in tutti gli scenari operativi la presenza immediata, a ridosso del verificarsi dell’evento traumatico, di personale medico e infermieristico. Per questa ragione, con il Decreto legge n.209 del 30 dicembre 2008, n.209 coordinato con la legge di conversione 24 Febbraio 2009, n.12, recante “Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali”, venne istituita per la prima volta la figura del “soccorritore militare”. Egli è un militare autorizzato ad effettuare attività di primo soccorso salvavita nelle aree operative all’estero, nonché su mezzi aerei ed unità navali impiegati fuori dagli spazi aerei e delle acque territoriali nazionali. Da più di dieci anni il Gruppo Operativo Incursori della Marina militare cura l’addestramento dei suoi medici, infermieri e soccorritori militari attraverso percorsi formativi complessi, sia in Patria che all’estero. Sulla base della pubblicazione “Istituzione della figura del soccorritore militare direttiva attuativa interforze” edizione 2010, la formazione del soccorritore militare è affidata alla Scuola di Sanità e Veterinaria Militare di Roma, ente primario di riferimento, e ad Istituti di formazione delle singole Forze armate, i quali siano

Operatori del GOI in addestramento al primo soccorso salvavita.

stati preventivamente autorizzati. Considerato però il diverso contesto tattico e bellico in cui opera il personale appartenente alle Forze Speciali, il Gruppo Operativo Incursori da anni sceglie di migliorare l’addestramento dei suoi soccorritori inviandoli costantemente anche verso sedi estere, come Stati Uniti e Germania. Qui, gli operatori incursori, hanno la possibilità di frequentare corsi di formazione avanzata, al termine dei quali conseguono il titolo di Special Operations Combat Medic (SOCM). Insegnare le strategie di salvataggio e di approccio alle vittime in campo tattico, ha lo scopo di aumentare la sopravvivenza dei militari in un territorio a rischio. Per questo motivo, il Gruppo Operativo Incursori promuove workshop e attività teorico/pratiche nel campo del Tactical Combat Casualty Care (TCCC), attualmente considerato lo standard di cura della medicina tattica militare approvato sia dall’American College of Surgeons Committee on Trauma (ACS-COT) sia dalla National Association of Emergency Medical Technicians (NAEMT). Il TCCC e le sue casistiche sono frutto di osservazioni reali ed esperienze acquisite durante le più recenti missioni militari internazionali, in Iraq come in Afghanistan. Sono dati, quindi, che arrivano da studi di settore specializzati, durante i quali sono state analizzate le migliori tecniche di gestione di un’emergenza in contesto ostile. Al fine di promuovere una conoscenza sempre più accurata del TCCC e di incrementare l’interoperabilità tra i reparti di Forze Speciali della Difesa, anche per il 2019, il Gruppo Operativo Incursori ha proposto al Comando In

terforze per le Operazioni delle Forze speciali (COFS), l’effettuazione di un workshop congiunto. Il workshop in oggetto, denominato “Nettuno”, è stato svolto dal 16 al 20 dicembre 2019 presso COMSUBIN e ha avuto lo scopo di fornire al personale incursore qualificato Soccorritore Militare, un addestramento orientato all’utilizzo di tecniche e strategie di soccorso alle vittime in contesti non permissivi o ostili, a supporto di operazioni di tipo tattico in ambito militare. Hanno partecipato all’ attività addestrativa incursori della Marina militare, dell’Esercito, suddivisi tra operatori del IX Reggimento Col Moschin, 4° Reggimento Alpini Paracadutisti e quelli del 185° Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi "Folgore", un incursore del 17° Stormo dell’ Aeronautica, un infermiere del Gruppo Intervento Speciale (GIS) dei Carabinieri, due ufficiali

Il recupero di un operatore ferito per il successivo trasporto in un’area sicura dove poterlo stabilizzare.

medici dell’Esercito e due ufficiali farmaciste del Policlinico Militare Celio. Oltre alla presenza militare, su invito della Marina, vi è stata una cospicua partecipazione anche di personale civile italiano e statunitense. Tra questi, vi erano medici con esperienza nel campo della medicina d’urgenza, anestesia e rianimazione, chirurgia e traumatologia. La presenza di medici specialisti provenienti da diverse realtà, ha favorito il confronto e l’approfondimento sulle differenti procedure utilizzate in ambito militare rispetto al mondo civile Le diverse sessioni del workshop sono state curate dal tenente di vascello Gianluca Degani, medico del Gruppo Operativo Incursori, e da due incursori della Marina, i quali hanno ricevuto una lunga formazione come Combat Medic. Tutti i docenti militari, potendo contare sull’esperienza appresa in vari teatri operativi, tra cui anche il recente soccorso agli operatori incursori vittime dell’attentato del 10 novembre 2019 in Iraq, hanno svolto lezioni teoriche e pratiche sulla gestione del paziente critico secondo i più recenti algoritmi di intervento statunitensi, sull’utilizzo di dispositivi medici di ultima generazione e sulla somministrazione di fluidi e farmaci in emergenza.

Hanno contribuito allo svolgimento delle Nelle immagini alcune delle fasi delle attività di lezioni anche il dott. Giulio Novarese, addestramento. In basso: predisposizione almedico chirurgo appartenente all’ assol'evacuazione del ferito e nella pagina accanto ciazione statunitense Deployment Medicine una fase della stabilizzazione. International (DMI) del prof. John Henry Hagmann, peraltro autore principale del Elicotteri di Maristaeli Luni. Il workshop Tactical Combat Casualty Care (TCCC), e è stato particolarmente apprezzato dagli il dott. Matteo Brambati, medico chirurgo ospiti civili, i quali non si sono limitati a specializzando in anestesia, rianimazione inviare lettere di ringraziamento, ma e terapia del dolore presso l’Università hanno anche accolto favorevolmente la degli Studi di Pavia. Al termine dell’ultima richiesta di collaborazione con il Gruppo giornata di lezioni è stata svolta un’eserOperativo Incursori, offrendo la possibilità citazione complessa, con simulazione di di effettuazione di diversi corsi in favore esplosione di un I.E.D. (Improvised Exdel personale Sanitario e Combat Medic. plosive Device) e conseguente ferimento Tali attività formative affronteranno didi 6 militari, situazione definita come verse tematiche, quali l’ortopedia e traumass casualty. I Combat Medic hanno matologia, la gestione del dolore e l’aneavuto la possibilità di testare le conoscenze stesia nel paziente politraumatizzato, la in loro possesso, di stabilizzare più feriti medicina d’urgenza e l’utilizzo della e di gestire la medical evacuation (Medevac), tecnica ultrasonografica chiamata Ecoeffettuata grazie al supporto della Stazione Fast. “ Il soccorritore militare è autorizzato ad effettuare attività di primo soccorso salvavita nelle aree operative all’estero, nonché su mezzi aerei e unità navali impiegati fuori dagli spazi aerei e delle acque territoriali nazionali ”

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