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Irini fa il bis di Eloisa Covelli
A un anno dalla nascita di Operazione EUNAVFOR MED IRINI, la missione militare europea lanciata per contrastare il traffico di armi in Libia, l’Unione a 27 riconferma la fiducia nel comando italiano e proroga la missione per altri due anni
IRINI FA IL BIS
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di Eloisa Covelli
Èil 31 marzo 2020, quando – in piena pandemia da Covid 19 – gli Stati membri danno il via all’Operazione che prende il nome greco di “pace”: IRINI. Si decide di dare il comando della missione all’Italia, nella persona del contrammiraglio Fabio Agostini. La Grecia - che intende dare un forte contributo all’Operazione - decide di offrire il Comandante in mare e la flagship per sei mesi l’anno. Si parte quindi con l’ultimo Force Commander di Operazione Sophia, contrammiraglio Ettore Socci, che verrà sostituito nell’ottobre 2020 dal Commodoro Theodoros Mikropoulos, a cui succede sei mesi dopo il contrammiraglio Stefano Frumento. La prima Force Generation prende un tempo lunghissimo: gli Stati Membri sono troppo impegnati a contrastare il nemico interno (il Covid) per poter dedicare risorse all’esterno. Il 4 maggio l’Operazione parte attivamente in mare con la prima nave messa a disposizione dalla Francia, il caccia Jean Bart. Ma subito l’Operazione mostra le sue potenzialità. Dopo poche settimane fa il giro del mondo la notizia che la fregata nave francese dell’Operazione ha impedito al tanker Jal Laxmi di approvvigionarsi di petrolio di contrabbando nell’Est della Libia. Le navi militari hanno quindi un immediato effetto di deterrenza anche contro il traffico illegale di petrolio, il cui contrasto è un obiettivo secondario,
Suggestiva immagine del Fast Rope del personale della Brigata Marina San Marco imbarcato su nave San Giorgio.
ma non meno importante di Operazione IRINI. Il 10 settembre 2020 l’Operazione compie il primo dirottamento di una nave nella storia militare dell’Unione europea. La nave Royal Diamond 7, partita dagli Emirati Arabi, trasporta un carico di jet fuel - carburante usato anche per scopi militari - ed è diretta a Bengasi. All’epoca la situazione in Libia non permette l’estrazione di petrolio e la produzione dei suoi derivati e per questo i due contendenti hanno bisogno dell’approvvigionamento dall’estero. La nave, abbordata dalla fregata tedesca Hamburg, viene dirottata verso un porto greco. I primi accertamenti danno ragione al Comando della missione: si tratta di uno dei materiali proibiti. L’evento segna un particolare momento per l’Operazione: il raggiungimento della piena capacità operativa (Full Operation Capability). A un anno di distanza i numeri dell’Operazione sono incoraggianti: oltre 2.300 le navi investigate, un centinaio le visite consensuali (i cd Friendly Approach), 9 le ispezioni - di cui l’ultima condotta dal boarding team della nave italiana Borsini -, un dirottamento. L’Operazione ha inoltre monitorato circa 200 voli sospetti su 25 aeroporti o campi di atterraggio. Nel complesso le attività illecite accertate o presunte sono state riportate all’ONU per ben 22 volte con rapporti dedicati. Nel frattempo nell’ottobre 2020 è stato proclamato il cessate il fuoco in Libia e da marzo 2021 si è insediato il governo di transizione incaricato di traghettare il Paese verso libere elezioni a dicembre. Il contesto geopolitico nel quale l’Operazione si muove è totalmente cambiato
ma rimane estremamente complesso. Le due fazioni non sono più in lotta, ma le potenze straniere – e i gruppi di mercenari - non hanno ancora lasciato la Libia, come ha riconosciuto l’ultimo rapporto del panel di esperti dell’Onu, che ha sottolineato il valore e l’operato di IRINI, l’unica operazione internazionale che sta effettivamente implementando l’embargo di armi. Operazione IRINI ha un altro importante compito, per il momento “congelato”: l’addestramento della Guardia Costiera e Marina libica. Questo task, ereditato dalla precedente Operazione Sophia, è al momento in stand-by in attesa di un accordo con il nuovo governo. Oltre a questi compiti, l’operazione IRINI contribuisce allo smantellamento delle reti di trafficanti di esseri umani mediante il monitoraggio aereo. Anche questo task deriva dall’eredità della precedente operazione Sophia e mira a sostenere l’impegno dell’Unione per cercare di risolvere la perdurante questione migratoria nel Mediterraneo centrale. L’Operazione ha dimostrato di essere pronta ad eventuali ulteriori compiti se questo sarà chiesto dalla comunità internazionale. “Il teatro d’operazione è quindi assai complesso, i contendenti sono tanti, ma l’Unione europea è pronta” ha detto l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, il 18 marzo in visita al quartier generale di Irini a Roma. Di certo, come ricorda sempre il Comandante dell’Operazione, l’ammiraglio Fabio Agostini: “Quale che sia lo scopo dei diversi attori in gioco, una Libia stabile non può che essere l’obiettivo di tutti. La pace porterebbe sicurezza e prosperità ai libici e contribuirebbe a regolare anche i flussi migratori verso l’Europa’.
In alto le unità navali impegnate nell’Operazione Irini, la fregata della marina greca Spetsai e la nave anfibia San Giorgio; al centro il comandante dell’Operazione amm. Fabio Agostini con il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio ed il ministro degli esteri tedesco Eiko Mass.