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Arsenale militare marittimo di La Spezia: la sinergia tra maestranze arsenalizie e industria
Arsenale militare marittimo di La Spezia: la sinergia tra maestranze arsenalizie e industria di Pier Luigi Terroni
Vi siete mai chiesti come le navi, quando sono in porto, restano alimentate per garantire tutti i servizi necessari? Nei porti civili sono i motori a garantire la corrente elettrica per alimentare tutti i servizi di bordo. Questo però provoca un inevitabile dispendio di carburante, l’usura dei macchinari e la necessità, da parte del personale, di effettuare regolari controlli su tutti gli impianti. Per quanto riguarda gli arsenali militari, dove le unità effettuano soste lunghe, la corrente necessaria per alimentare la nave in banchina viene generata da terra. Una tendenza il cosiddetto “cold ironing” che seppur tra diverse difficoltà sta prendendo piede anche nei porti civili per permettere, alle navi mercantili e da crociera, di disalimentare i propri motori riducendo l’inquinamento. Nell’Arsenale militare marittimo di La Spezia, fin dai primi anni degli anni novanta, sono presenti tre centrali elettriche dedicate a tale scopo: Marola, Mancina Idraulica e Scali, ognuna dotata di due gruppi di conversione rotanti, ciascuno da 3000 kVA – 8 kV (produzione della tedesca AVK). In totale quindi, l’arsenale è dotato di sei gruppi
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che riescono ancora ad assicurare le richieste di carico, nonostante le necessità delle navi di nuova generazione che hanno un maggiore assorbimento. La gestione e la condotta delle centrali elettriche è interamente affidata alle maestranze civili del Reparto Manutenzioni Navali dell’Arsenale. Dopo decenni di esercizio continuativo, i macchinari avevano iniziato a manifestare frequenti avarie che obbligavano a un utilizzo solo parziale. Per questo è stata assunta la decisione di revisionarli in maniera massiva e nel contempo di ricorrere, per la gestione e il controllo, alle moderne tecnologie elettroniche e informatiche. Una lungimirante “regia d’impresa” condotta in sinergia dal personale militare e civile dell’Arsenale, in collaborazione con le industrie private, ha portato al compimento del percorso manutentivo. Una strategia vincente, la sfidante impresa di ripristino delle macchine rotanti esistenti, invece della più onerosa ipotesi di sostituzione delle stesse con tecno-
Nella foto principale la traslazione di uno dei convertitori, al centro uno dei rotori del convertitore dopo la revisione.
logia di conversione di tipo statico. I lavori iniziati nella primavera del 2018 e durati tre anni, sono stati eseguiti, sulla base del capitolato tecnico elaborato e sviluppato dal personale dell’Arsenale, dalle ditte Nidec Asi SPA (Ex Ansaldo Sistemi Industriali SPA) e SAIME, che hanno operato in collaborazione, portando a compimento la revisione e il refitting delle macchine. In questo lungo periodo manutentivo il personale della Centrale Elettrica dell’Arsenale ha sempre operato facendo fronte alle difficoltà, per assicurare comunque, il dovuto supporto alle unità navali in porto, pur con mezzi ridotti. Per effettuare le lavorazioni, i “gruppi” sono stati trasportati dalla ditta Vernazza, presso gli stabilimenti industriali Motortecnica del gruppo Nidec. Le macchine sono state integralmente smontate, manutenute, lavate con appositi solventi, essiccate, riverniciate e rimontate. L’occasione ha consentito inoltre di effettuare “test funzionali al banco” per portare a compimento diverse misure elettriche e meccaniche, che hanno evidenziato la necessità di rinnovare alcuni avvolgimenti, sostituire diversi cuscinetti e parti accessorie. Contemporaneamente sono stati sostituiti i quadri di media tensione e sono state installate moderne eccitatrici statiche Basler. L’intervento permette il controllo dei singoli gruppi da appositi pannelli touch screen per monitorare i parametri più significativi delle macchine. I nuovi sistemi consentono la gestione della potenza attiva e reattiva in modo più preciso e puntuale e, grazie a una connessione di rete dedicata, di ottenere ottimi risultati nell’erogazione di potenza, anche con centrali in parallelo. Con i sei gruppi in funzione, inoltre, è possibile ottimizzare il “fattore di potenza” singolo e complessivo, con conseguente beneficio economico sui costi di fornitura. L’ammodernamento del sistema, prevede la gestione dei dati anche da remoto, grazie all’uso di un software dedicato. La sinergia tra industrie e maestranze arsenalizie, ha permesso di ottenere un forte risparmio economico e il recupero di macchinari che altrimenti sarebbero stati sostituiti. Inoltre l’intervento ha portato a una tutela dell’ambiente, garantendo la possibilità, per le unità navali in porto, di utilizzare la corrente elettrica delle centrali di terra, senza tenere i motori accesi.
La sinergia tra maestranze arsenalizie e industrie, ha permesso di ottenere un forte risparmio economico e il recupero di macchinari che altrimenti sarebbero stati sostituiti ”
In alto il software di gestione e controllo per monitoraggio dati da remoto; in basso la manovra d’uscita di uno dei due convertitori.