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Il Gruppo aerei imbarcati della Marina Militare, trent’anni dopo di Michele Cosentino
In questa primavera del 2021, la Marina Militare sta vivendo una stagione ricca di eventi significativi e memorabili della sua storia, e ciò grazie alle attività che vedono il debutto sulla portaerei Cavour, in navigazione al largo della costa atlantica degli Stati Uniti, dei primi velivoli di 5a generazione, gli F-35B Lightning II, destinati a potenziare la componente aerotattica imbarcata della Forza Armata. Questi avvenimenti rappresentano una pietra miliare fondamentale di un percorso di elevata valenza storica e operativa iniziato pressappoco 30 anni fa, quando fu costituito il Gruppo Aerei Imbarcati (GRUPAER) della Marina Militare, primo reparto organico equipaggiato con velivoli ad ala fissa a entrare in linea per soddisfare requisiti di natura strategica e operativi di primaria importanza per tutta la Nazione. Fu infatti grazie alla legge n.36 del 1 febbraio 1989, dal significativo titolo “Utilizzo da parte della Marina Militare di aerei imbarcati”, che fu possibile dare il via a un itinerario formativo, operativo e tecnico di cui la costituzione del GRUPAER ha certamente rappresentato una delle pietre miliari. Ufficialmente noto come Gruppo Supporto Aerei Imbarcati, esso fu istituito nel febbraio del 1991 nella Marine Corps Air Station di Cherry Point, nello Stato americano della Carolina del Nord, ma la sua genesi risale ad alcuni mesi prima. E’ infatti datata 12 novembre 1990 la determinazione dell’allora capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Filippo Ruggiero, per la creazione di un elemento di organizzazione idonea ad assicurare il supporto tecnico, logistico e addestrativo ai nuovi velivoli che la Forza Armata aveva scelto per l’imbarco sul Giuseppe Garibaldi: all’epoca, quest’ultimo era denominato incrociatore portaeromobili, ma la crescente disponibilità di velivoli imbarcati e, soprattutto, l’esperienza gradualmente acquisita nel corso di numerosi operazioni reali ne hanno sostanziato l’impiego come una vera e propria portaerei. Nella determinazione dello Stato Maggiore della Marina, il nuovo reparto era chiamato a “svolgere i compiti con-
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di Michele Cosentino
A sinistra: i piloti della Marina Militare in addestramento a Meridian. In piedi da sinistra, i guardiamarina Marco Arcesi, Stefano Cameresi e Clemente Ingenito, i capitani di corvetta Vincenzi Izzi e Giuseppe Cavo Dragone, i guardiamarina Filippo Emanuel e Massimo Loschiavo e il sottotenente di vascello Massimo Russo. Accosciati, da sinistra i guardiamarina Roberto Renzini, Mario Massaccio, Giambattista Molteni e Massimo Battaglia (Archivio Grupaer).
nessi con l’attuazione di tutte le predisposizioni necessarie per l’entrata in servizio dei nuovi mezzi”, identificati con gli addestratori biposto TAV-8B Harrier II e con i monoposto da combattimento AV-8B Harrier II Plus. La scelta del velivolo destinato alla ricostituita Aviazione Navale italiana era il frutto di una processo di valutazione conclusosi a metà circa del 1990 e che avrebbe portato alla firma di un accordo internazionale fra gli Stati Maggiori della Marina Militare, dell’US Navy e della Marina spagnola: in particolare, l’accordo prevedeva lo sviluppo di un nuovo velivolo imbarcato denominato appunto AV-8B Harrier II Plus, derivato dal modello AV-8B all’epoca in servizio negli Stati Uniti e in Spagna e potenziato con nuovi sensori e sistemi. Posto alle dipendenze dell’allora Stazione Elicotteri della Marina Militare di Grottaglie e del Dipartimento Militare Marittimo del Basso Adriatico e dello Ionio, al GRUPAER furono assegnati diversi compiti, sintetizzabili nella gestione complessiva dei velivoli, del personale e dei materiali necessari a garantirne la massima efficienza nelle operazioni aeronavali. La sanzione formale per la creazione del GRUPAER giunse con il Foglio d’Ordine della Marina n.96 del 12 dicembre 1990, indirizzando un importante iter realizzativo sviluppato al di qua e di là dell’Atlantico: infatti, mentre a Grottaglie si dava il via alle attività di natura infrastrutturale destinate ad accogliere i nuovi velivoli, nella Naval Air Station dell’US Navy situata a Meridian (nello Stato americano del Mississippi) veniva finalizzato l’addestramento dei piloti della Marina Militare che avrebbero dovuto impiegare dapprima i TAV-8B e poi gli AV-8B Harrier II Plus. Infatti, l’addestramento di piloti
Il capitano di corvetta Giuseppe Cavo Dragone illustra al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga i dettagli dell’abitacolo del suo TAV-8B (Archivio Grupaer). In basso: un AV-8B Harrier in fase di appontaggio a bordo di nave Garibaldi.
Il primo comandante del GRUPAER, capitano di corvetta Giuseppe Cavo Dragone, al comando dello schieramento di piloti e specialisti che il 23 agosto 1991 parteciparono al primo appontaggio dei velivoli TAV-8B sulla portaerei Giuseppe Garibaldi (Archivio Grupaer). alle nuove macchine avveniva, allora come oggi, tramite il programma Transition Strike Jet, svolto presso le due basi militari statunitensi e avente lo scopo di qualificare i piloti della Marina Militare destinati agli aviogetti tattici imbarcati: e allora come oggi, il corso comprendeva prima l’addestramento con i simulatori di volo a Meridian, poi un ciclo di missioni con gli istruttori americani a bordo dei biposto TAV-8B biposto, ed infine alcune missioni sul monoposto da combattimento. Primo comandante del GRUPAER fu l’allora capitano di corvetta Giuseppe Cavo Dragone, affiancato dal parigrado Vincenzo Izzi e alla testa di un nucleo
comprendente altri otto piloti, nonché tecnici e specialisti della Marina Militare addestrati negli Stati Uniti. In previsione della consegna dei primi velivoli fu costituita, sempre a Cherry Point, la Sezione Aerea 01, che il 7 giugno 1991 accolse fra i suoi ranghi i due velivoli biposto TAV-8B, ceduti dal Corpo dei Marines: in segno di continuità operative e storica, ai due velivoli furono assegnati i distintivi 1-01 e 102, gli stessi che all’inizio degli anni Cinquanta erano stati dipinti sulle fusoliere dei due S2C Helldiver ceduti dall’US Navy alla Marina Militare. Nell’estate del 1991, il Garibaldi iniziò la traversata oceanica verso gli Stati Uniti propedeutica alla qualificazione dei piloti, specialisti ed equipaggio per accogliere i due velivoli: il culmine di questa fase vide ancora protagonista il GRUPAER, i suoi uomini e i suoi velivoli, con questi ultimi appontati per la prima volta sul Garibaldi il 23 agosto 1991, prescelto quale palcoscenico naturale per la consegna ufficiale degli aerei alla Marina Militare. In quell’occasione, l’ammiraglio Ruggiero ricordò che l’acquisizione dei velivoli non rappresentava “un segno d’orgoglio della Forza Armata, bensì di una reale e dimostrata esigenza di dotarsi di strumenti operativi universalmente giudicati necessari nella moderna lotta sul mare. Si tratta di permettere alla Marina di svolgere in maniera più completa gli attuali compiti, garantendo una capacità difensiva commisurata a quanto oggi necessario e possibile”. Il rientro del Garibaldi in Italia, impreziosito dalla visita dell’allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, e il trasferimento dei due velivoli a Grottaglie, avvenuto a settembre di quell’anno, sancirono il consolidamento dell’attività del GRUPAER dalla sua nuova e definitiva base, in stretta sinergia con una Squadra Navale proiettata verso impegni futuri sempre più gravosi. Gli interventi succedutisi in Somalia, Kosovo, Afghanistan, Libano e Libia sono diventati altrettante occasioni per consentire al GRUPAER di migliorare e accrescere un bagaglio di conoscenze ineludibili e inequivocabili, sancendo la valenza dell’Aviazione Navale e della sua componente aerotattica imbarcata. Dopo 30 anni dalla costituzione del Gruppo Aerei Imbarcati, decolli e appontaggi si susseguono e hanno come protagonisti gli F-35B e il Cavour, segnando ancora una volta il raggiungimento di traguardi storici significativi non solo per la Marina Militare, ma per l’Italia tutta, proseguendo un percorso che comprenderà nei prossimi anni il conseguimento della capacità operativa del “Sistema portaerei” e che consentirà alla Forza Armata di svolgere al meglio i suoi compiti istituzionali al servizio del Paese.
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